.;
I3
"fl'it'ritu:awnit 'i'ì;lar"tbtè:~llafnri_.N.CMtttftnP-ut~--; d.l cauoeta, 'ftcl nomcnto in oui la
ri Vf.ìluzione preci p i t0:va ef:f:etti eoncre~i e plam:w.vn ,-.l'1.iaamtJJntl economici Q giuridici.
Nel none della libertà l& borghesia faceTo. dtJl proletariato 11 proprie· vassalL~ ~ concedend,.)gli alcuni princiJ»i ni V'Llore pvaaente @l.•tratto, affermava su di
lu.i il ~r (:.pri c' in-farne sfruttat!lento economico.
I
princ~pi
dell'
89 e
i 50ViMenti socialisti
~-~~---~~-~---~~--------------~-~~-~~~~--~-l ~er
tale motivo i n cvimen.ti socialisti non possollo ravvia~e nella diohifltra"' ,.
zione ~i diritti del 1789 la carta dei loro specifici attributi attrici.
~ Pur n on di neno èssi ncn ce .ì.ono negli errori di alcun~ co~nti della eri ti-
eau~l~~·!~~ ~R* n~m~~ ~~sfen~-rc: i principi del l, e9 esclusivN!lente come 1a. tavola rondamenta.i~ dei diri ttJ. ~el~ a borghesia~ .
·
E~si riconoscono che l'asse~blea dell' 89 generata in un•at~csfera di alti
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entusiasoi e di travolginenti sentimentali, salì con spontanea facilità alle considerazi cn~. di.iprincipi generali e supremi di carattere perenne ed immut~bile.
E'ssi sanno che il popolo, partecipando all'atnosfere. spirituale del tenpn e
prenendC. sulle forze borghesi costrinse quest'ultio.a a. permeare le loro grette esig~nze di uno spirit o quasi religi oso e a esprinere principi di · una potente suggestione spi~i tuale s di interesse collettivrJ universale •
. Essi rar:rr.entano le par ole di Jean Jaures ( !IHistoire Socialiste" VC~lume 1° introquzi one)~ " Ci 'furono ore nelle quali la rivoluzione confuae insieme l'interesse
delta b or ghesia rivoluzionaria con l'interesse dell'umani.tà e un entusiasmc u~ano vernmènte nirabile empi più di una v r·l ta i cuori".
\
CGnsapevole di questo i movimenti socialisti non rinnegtmo .quelli f·r.a i p·t-i.n-cipi che hanno un valore più universale, ~a anzi cercane di superarli perfezionandol~, affiancando al concetto di libertà e eguaglianza politica, il concetto di giustizia dist-ri.lnitiva.
Essi cercano di attuare le enunciazioni splendide e fan~aeiose che costituisccmo l'essenza D.ora.le delle "Dichiare.:~ioni" t che tendon0 alla più alta e significativa n nbilitazi onc dell'individuo.
I1!a essi s ono c onsapevoli che so t te· il sicuro, abbacinante splendore morale
che da tutti gli affermati diritti traluce, si annida pericoloso il serpe della ~or­
ghesia.
Per questo,, pur considerandO lo. Dichiarazione come roba loro in quante• essa
c c;.ntiene .li perenne e di immortale, e come loro difendendola in quante aeilo si~lttO
della libera personalità umana, i movimenti social~sti non possono r&VTioare in essa
la carta dei loro specifici attributi stor~ci.
a.r.
W~X DIALETTICO E
CRITICO
-~~-~-~--------~~-~--~~-~-
HA
Knutsky e La.f&rgue C(m i l ero discepoli sono riusoi ti a fare del r!tarxist'lo una rncc:)l ta di sacri tasti t ove è doveroso far riferinento in ogni d.iscussioue o
scritto di s ocinlisno.
Se i riferinenti fosser o ori tici poco r.ale, ma spesso un ca.tted.rattic o "ipse
di:xi t " rHnde vuota, scolast'i ca una tipica dottrina di sviluppo.
Un :na.rxismo p overo di dinamica ·: iiventa presto anacronistico, stazionario perde cgni senso, interpretato eone una raccolta. di sacri canoni diven~a aa8Urdo. Così
un clo.ssiilli.OJ·r .eeolusivamente operaio era "Pienamente giu::Jt!:fioato nel I848, nentre nel
1944 appare or1.'1ai chinro a tutti cona gli i;jpie«a.ti c, nel pagior nuoero dei éBsi,
.. .
·
·.·.
- !4
·-~~~··.-anche · i t Bcnici è..ebb a n ;:: es sere considerati proletari. Kol ti,, e f:ra questi il :Bern ... .
e~ein , inteser G q_uest a di naoiça, ma finirono col vedere nel mq?J,amo una · dottrina
11\eral rifor l!1ist:i.c [, . E ' davvero strano · oome tanti esegeti non.aòbiano inteso l'anelt~o libertm· io e c o s tru t t ivo df Mar:x:, -. pur così_ evidente 11el materialismo dia.letti~OJ ·
ed ogni dogoeti~~ o politiGo o
ecientifi èo pl~efer end. o a qu e sti il subordinare ogni fatto alla rigorosa concezione
ecientifica. del det er o ini s mo ; deteroinismo che non enga la 'v olontà, non crea no autoni, né mi ti e .s i ri s ol •.re r~s1l 1 indB-g ine dei moventi e delle · oa11:ee obiettive di ogni
anelit o che aborr e gl i
s ch e~i,
l~solu z ioni . prefissate
volere.
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.
11 merxismo d' oggi ove v oglia essere una chiesa, ov~ · l'aderent e debba far
completa d edizione della sua p e r s onal i t à e della sua. . intelligi~nJa è in netta oontr&ddizione c on Ma r:x: che proclaJ1a il suo d :i. s ·pr ez z o per ogni pr.e te•a ò.i 11 Veri tà 11 e per
ogni sp-eci e _d i fanatismo; ove p o i v ol gJ.r:. n ::: gare ogni indirizzo critico per s oetitni.xgli una ·s c ol as tic a ri ooa di tesi di n o s t r a t r:: , là la contra<ldizione diventa estrema.
Motivj_ t cttici possono indurr e n e l l a prassi a.d - aeisumer·e determinate poeizion1
ma è gr~v e ch e ques to possn incidere su un movimento di idee mutandone perftno il
senso e giu s tif ic e_nd o poi · sull a f _e d_e di t e sti· ir.ale inte:i·pretnti ind:i:rizz.i t~tc.'1i.te.r1
o patr i ct·t.a-:-- cli . r i v:ivifice.ndo in nuove f or me antichi pregiu.ò.izi.
Tà1u n i r i propongono la stes sa p r oblem'atica di cinquant'anni fa con le steeee s ol u.7.:.cm i. i nad.a.t ·te rnn tl"adizi onali. E n . chi li taccia di ostina.tc,zza 1.•ispondono oo .
con un in c ~s o d.1. Marx ed una pr f)f e s si on o d i fede.
1
Si rj_nu.noia oosì al ~ met o(l o s c ie c. . ii:i.fico, si rirmega. lo stesso Marx e· si eade
nel 'P·r im.o gr a~J"e EJrruri:i. èiò h a i ndott o mo1 } i anche in ) ,_u.,ona feèle a. r'iten~:re il mar..:.
xisrac ·u.n s i 'Ct er;1a d 1 a:ff·r a.r&f:l&nmn to 'pre vi o P.nn:~ lllr..r.mt·mt{) d.1 (_;. grd. i-nc1i:v:1.dunlo libertà.
· Hanno f av9ri t o questa f a lsa 1.n te-.r p:r· etn?. ione r.ea~icnarin. n oui riunol St;)ta}':.t~ e l:i~oe
tutt c r a s~ran n.ritE:nte diff :Lcil e d.' int e!'Fle r e ct.>me , flu~at o _J\'\l.Rrto ·&tt:tto, ·ilo Jlrolét~iato
si p ossa iatne ntM.:t e per de fic i enz a dJ. l ib ertà. Epphxe c ome si può oonsi~lEJare libero
-un 1avorn;t o;e .a cui n on . è . dat o n eanche il t m:rp o per ronciorsi cortta eh~) la sua yi ta.
. non è t u tt a f a tica . e n iseria?
Mtp:"x p one il criteri o è~e1l 1 ugu.Rgli r.nzn economica seoonda i mer1+.i n, )a.se
del s u o c ~ncet t o eli libertà e bi s o gn~ qulnd.i ric on o scere ch9 non potrebbe essere
più d.e~ o c~ a tic o. Ne ssuna pers one-li t à è u guale a.d uri 1 o.l t:ra, mn pe:rchè le tliffertnZ'l
s i mani fes tino equament e ' occ or:r e ch e n1la sun r e aJ.izznt:ione di ·tutto noi stessi.
si P. . dat o u.n' iden t icn.-p ossildli tà in:L:: ·. i c.l e .
Not.t, sapp iamo i n qua l nisura ques t a "possl.òili tà" sia oggi acq_uiai t a alle masse in Russia , a.ff c r:mi e.mo porò che i l mar:x:i s mc nnn si p ossa giudioa.re sul l a ba's e d.el- ·
le esp eri enz e fatte, s i a perchè non es aurite, sia p €rchè tanto in Spegne. quanto in
HA
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Russi a l c~ :rivo luzi oni ebbero pr otagonisti spesso ~ol·i ticamllr.Lte ineducati.
·
:~l a J tronde un a co sa è il s o cialismo J:ln.r:x:ista cd al tre cose sono il l enilf*.emo
e l 1 a n c:.r c r) - s indaoalismo ecc., · c osì c omG u n a cosa è la nentalità. olo.ss1.s-tn d.i Marx,
che p arte d a.1 pr e r:rupp osto teoric c c h e n ellG an ti tesi d~ classe, ci sia ~a remora me.g•
gior e t=tl pr o gress o ed altra cosn è cert o classismo d r.t piazza.
Ncm s i a rio in c i ò d 1 acc ordo con Leo Al di quando in 11 S,o cialismo d 1 oggi e di do·
rl Flni 11 a f:f e:rma che l 1 i de a d.i classf: in Marx è sol tanto negatric.e : tale sarebbe sol tan·
t o s e n on tendesse es sa st es sa ad annullarsi. Se. Mo.rx ·proclama la ne.cess i tè della
di tt s. tur~::. d el pr o let nri c~t o , on d ~ abolir e la proprietà. di sfruttamento;· chi-:'l de in defini ti vs il più democrr.1.tic 6 de i g ov e rbi, perchè a'Doli t o il c npi talismo n on avremo oh1
proletari. Non sarE!no più - c ome n.ff cr mn il Le.'briola - degli uguali in ·1 iritto ,reo.u.ntivo, mf.!. ugur:.li i E diritto effettivo.
Le. libe~tà rli p o ,:lhi non si s vilupperà più nelle. servitù dolln ma.ggiorr.mza._
Nàturall"lente nulla iEpedirà domr>.ni a.l neo-proletario Doucgani di pHrteoiplll"C-l
' l soverno della cos a pubb lica.
- 15 . .
Nat ura lment1:; i~ti tuzicmi s0ci::··.li ef fei;tivn.F,~_·mte libf:re dé'.. i:J gn:i. rL ss ~; 1 - -,; _rfl• 1 -r l ~ ·
finanziario fint a nt o eh 1 E'Gli n ~.m r.:.vrà .?.equi si t o la n Ac 0ssn.ri a c ons[l.pe~I :_; J. c~ zz c. (k<l 3 .1,,
· nw_~v c. sta t~, n on s ol e eY o ntt~..nli "fusLmi d 1 intere .s s c nr:.zj.cn Hl f:;" , r:;a .r.=t-nche n "J r;·~.~·d g ict
ri torn;i . Q.u es t o -:lev e •:-:s ser a de tt o t·:·splici tnr:wnt r:~ pcrchè n o i i t G.linni fu r:J:;!JC• s ;:; r: 1:r.:r- c.
m:..;.estri nel trn.visar o sia Marx si a · } [; rE:w.l tà. st orica e c c sì c orr,.-:: . i·~ri tr ' .v n.r cn c ~· ,.: ­
f~ i t o fr a n :) i Achill <:: Loria e::!. Enric o Fc·:l rri' oggi già si od t:: qun.lche rlabber. H.0IJl C orn-..
. ::.i to, eh·= richin.r:u1nd. c si r->.1 sett or trust i stic '"' de l l 1 attu P.le e c on omi a runs r:t , i_ ··:.pr~r s n. ­
t ~.ndc· l o , .chissà e one , ?.. Marx, tr ov ~~ bucni n. o ti vi p <:: r giustificr...re -per il -p c· :i. c <. !' h :
. costruzi ()ni :;;::.st ·::dontiche tip c- IIU, esu.urcn c~ ~. ~egnri ngni COErpit !:· 'saci aJ..e r:·:~ J C}.:.j: a !r.t~r c o:r!·;: '1 iss a .ri c' gcv e ~nstiv ;: , il c c·n~i gl ier (~ rl.~Jleg~to.
ç~uç;st r>. .n o stre. in.c onpr r; nsi c• n f~ pE~ r il 1..: . ci n·1(' Dl orn, r-:ta n.on ci 1n.ò r(-::T:j,'' ~-F:-~ '•."' ·-·
r e se c e nsi·.:: e ri" ;:tc· che il più s G ri ~J 11.e i :~iò.rxisti i t!l.l i ani , Antonio J,abrj. c'l:•, : "ttt .~ . ccò
Ro sa Lux e:·~bwurg n e l 1896 porchè Cò lln. r->..v;~: va sostenut') l' nec ·:> rdo d.;:3 l pr ~·letariat:.:· r olacc c c .::; n quel L·· russo c :~m tr o qur,; i p nl -:; echi che pret cn(levr:-:n o unn p o li t ice. e sclu.sivn nt:nte nctzionalisto. e d.i · c onsegu enz a i 11i1J e r nle.
}~e. psr._? J[l. liberale fà penSt:tr (~ r:ùla rc a zicmr-; e le
è SGSti tui.t ::-~ il t or ni.nc
libert a ri CJ : intendendola nel suo · s enso :.~ s r..tt o (non :tu qùell o st oric o ) aff r::r:-,tir~.:Jo li- . ·
barale l' impul~ o rivoluzionfl.ri iJ erl int e rn 0z i cn:.:listico eli Carlo Marx.
L' id.ea gr-: b e ttic.n.n cl' identificare m.!\rxi~mo e libernli.s•,1c n ttrf\V c·rso 1 ~.~. rivoluzi on e n (m ti en é c:n t :.'
degli infiniti problemi tecnici che le si fr g:ppong·:::n o , ::1~ ho. il nGri t e di cogli8re
il momerit ·.: • e ssenziale ù.i svilupp (ì d E-:1 marxismo. Taluni frr:. i .più. t>.ecredi t ::.ti t e:-:;ri.ci
J c:cinlist~. hr:.nno tcntnto c1' intuire in Er~rx il (ti segno della fut~ r:-··· società c ·l h f!.nne:
c ostruit o sugli accenni di, lui.
,. •::
Lenin cercat o.. la ~ o luzi -::m e n~~lln prnssi ha ordinF.to un prino sist .:ma ~~ rigin~·
l e acl un temp o ::J.ertwiglioso e mol t r.. in:perfetto che ben si ~d.attn E'.lln. mev:t~.li ~à c1e l
popolo russ o .
Il 1-;1 nim ~ ;_ì sta tutto nell' f;vidf.::nza della sur>. necessità e questa nec e ssità si
.
)
.
configura. c.gli ar.Jbient~. cd e.i. tempi e quello chl': ieri rapprRsènte.va l' c ptir,un in Ru.B"s in, oggi in Italin potrebbe f-JP.s;;-re disastr o s o . Perciò in It r.: lir.•. s~rebb -o. ·")ggi sc· ~:::'; a­
rr.:e nte ::.:.nti ·"·; ~·,rxista, in qu~.nto pretenderebbe un'onestà ind ividuale n:'"li.'l pr : Ypri ~.; del n .-:s tro car a.tt e r e , qunlsi r~ si for!'la èli autori t~.ris'::w.
Sicuri di farl a frfmc~ per
defic.ienza (l 1 opposizione,
tli controllo r: ·:!.i , lib~_n:·n
.
.
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.
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. ~ta:ripn .l:1ille dis0nHsti p o tor..~iali ne npprofi tterebber o .
1
Di disegna t o nel co~unisJ:'I. o critic ò per ciò chf?: rigu.f.1.rc!n. l P. futura sc1cietà Yi
è solo l n pro lluzi ono c ol •l Qttiva che (lovrebbe gar[mtire lf'. nassir:u libertà individu al·~
-:-:; igli or~.nd o l n. struttura economie~'. generale ed ttpplican~l~ nu ovi ·criteri d.i · di~tribu­
zione.
HA
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· Si ::-.no in e p c c a di r~ alizz ~ zionc socin.listicE'.. \Hl è già in ~ors o il procesS [}
di · tr r•.sf ·:;r ::mzi cme d olln s c·cietà e dobbiàt11c sfuegire f ()Tt"te as.trntte p~r entrare nelln
vi t ~ delle.; · rr~c.sse e - scoprirne gl' inrl~irizzi :. si potrà cosi notare c ome vr'#dn an turn l 7::.ent e pren•1é ndo ccnsistenzr.:: nelle rn~ sso i tc.lir.nc\ l 1 int'lirizzo . nn. ti totalitari~:. .
Il · s os tituire il "governc " '=l o l le c_osc allo s~n.to . politico, sper[tnzn · ù.•~ll' e:c c -nomieism:) -mm-xistn fu ed è. gern:':'J inv;;ce di unr.. f ~~r~.o. tot~li ts.rin. d.i sc,qialisao che
partondo da un presupp.o sto 'li r.p :·.·li t ici tà, non VB_Je 1 _1 opportunità di unt>. Opposizi one
quandanche per l~ ric~nosciutn in~ntur~tà dell' org~nizzazicnc stesec. si veda c o str ~t­
t ~"' c, pansar S<"pra el presupposto p 0 li tic o inizic.lc. Di q~estc motivo principàlrr:ente
si V!'!.le lo. ori tioa ro~:.zi- cmt~.ria per dir1ostr~e l 1 e.spctto antilibértnrio di :Mn.rx.
Mn nel l n dt.ttrin~ dell' eccnGmiciamo nulln
vi è ·che tenda n distrugge-re le in.
div1duali libertlt pervenutn l~ società nd un dQte~ginntò at~1io nolto avan:ato di
organizz:r~ zione, stato e pc-li tic ~·- di ve~ebbero "inuti-li.
PPr un errore J i i•:Ipcstnzi :-ne tnluni .onrxisti orte-dossi hnnno p::isto pre'CAt:l\
.
rament€: i t probleof~ :lcll' ::;.pol·i ticftà, c:rcdendo di risolver lo nel parti t 0 uni c c ch.r!
~ ,.
- I6 p.oi dovrebbe aut ,:; ~~iet~uoJE rsi. In realtà la prassi ci dicP. c or.1e t en J a
inV f) C f., H
p oiiir
Il pr r: bl on!! ,-'l_,::: l c m7le s osti tuirP- nlla. libertà borghese unn nu c.v 1:1 libertà
~ ffettiv a s enz8. ch•J g1i c.r g ani tì.estinati ad nttuarla tondnno
s oppri~:Jerl n è grnv e J
:-isolverl o con l' ~mt ori t a :tise0 signific.a ·rinunciare n ris olverl o , sign :i.f':i.tW. :-1r1.=. : ntir r·;
la più e vidente l (:.gic n r.;' r:X·ist~.
Natural n•:nt <·.~ ilU Ì Bi parla s o l ("~ d o l l'autori t r: ris.m r= fin e r~ sè st ess r· eh\=} ~''V
ogni p ot ar e: a gl.i o r g~ni pr ,J l e tnri di base. ·
N r.~ l pensi Gr C.' no.r x ista l r. riv oluzione cnpito.listn non può e ss~r o <Jh c t ~J t•ù i ­
t~rin: t.-j t .~·. l i t~~r i r. per ò in qu ant o r a ùicn.l e , n0n in qunnt o ::v . ati tuisc c. fun7.i.cmr.ri
6li orgc.ni d i ~ astc; .
ten~ie.rsi.
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a, c.'!·: •. tZ ·;,
LIK~HALISMO METAPOLITI CO O C ONSI~:RVATOH.E O RIVOLUZIONARIO '?
-~------~-----~---------------~ - -~~---~------~---~----~~~-
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,•
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0c cu:po.r s i .ì.i lib •'r r:.lifl!'•O, r~nche s e c o n e occupi ar;o solo de.l r~unt c d.i •Jif~ t t .
p oli ti e u , vul 'Hre 3 s.lum8r c; n oce s so.ri' n:r.w ntt"~ b nn al tr e.: pr ~"Y;oorzi oni ,:. ~ · qu~~ ll ') i1.i un
artic ol o . I l n :-.· s tr c ,p crtant o , più eh ~:• un sr~. ggi o c··-'npiut o ~ int rm cl c e sser ·. un pri;,cE:.bb t1ZZ 0 , u n pr iD: :i orient amcmt o o l i n i t n t amen t e nl pensiero p oli ti c '"' croci r..nç· ~
L' i ::l <.: a di lib ,:,rtà tien P in Cr •:•oc il p ost o c ontrn.le, n n.n tanto oc.mf' una id,;a.,
quant e c ~~ ne l'IDEA eh (~ s ol a. pP-rnettf:l l' o.'btua zione rJ.el f ::mdn.n ent o rr.:orP..le d.(;)lla vi tn
politic a .Sen za lib e rtà- aff ermn il Cr oco- n on c'è vita. · La libertà n 0n ~ · Qltr n che
il camrilfn::: de ll a storia stess a , 1 1 c ss onza i.l elln ci vi~ tà: qUflsto, p 6nehrt(l il dato -lib e rtà- é.' l d i s oprr-t à () lla vit?. p olitica, su un piano generale di vit n (U cui lo. p o- '
li tic a n c·n è che 1m rTJ.mnento.
Lib rT t à in que ot o s e.n s o dunque , n nn intesa n e l sens o conun(J ( p r~ li tic o ) dnll r.. p ar ol ::::. , r:1~. c c>n.1e estrins e cazi on e cl nll 1 indviduo che è libero anche se l' f.lmbientc
p ~~litic 0 i n cui vive n on l o è: di fr onte ad· una inposizione possibile in un o st'.l.t c.
p ulitic a n 0n libAr o , l'individuo h r pur sempre la p ossibilità ~i rifiutarsi, cio~
n on c e• a msi di e ssere libero .
L 1 i nda 1(.ine d •.3l Cr oce non ·si lb;i te. però n qu ~=.> sta considerazion e superi ore,
ma. pas so.r.l'l•) n e l p iù lini t a t o C ~:!.:-:l:p c p oli.tico pnrl f. r1.ì lib ertà poli ticn int e s ~ c or.r1c
1 1 ar:1bi en to i n oui è megli o .p o s s ibile
l 1 f.l strinsccnzionG eli sè st e ssi. '
.
.
Evi de ntemt=mte se l'azi one n on offre · &t'tiri t o· all'azi on i': dell' indvi ,:lu. \) , questi
sarà in t_,- r a clc :li raggiungere c on n agg,i oro imned.iatezzo. i . suoi fini.
La ~ it ta tura ~ . second o Cr c c 0 un peri o~ o di nalattin de lla lib e rt à ~ p o liti cn r
durl':lnt c tal o p ori c: d o l a libertà n cn vienG r.lcr. · lmen·t e a. mancare, perch~ nll' inlivi du o
è pur l as ciat A. la P"''s sibi1i tà J.ell a s co l t a t cmiduca o meno questa. scel t n a danni fisici o ~c. ral·i p e r l'individuo. Dura nte il p e ri odo çl i n on-lib ert à - nff er rna il Cr o c e ~
saranno :1 ppunt o l e f orze mor ~. l i d.c· ll a 1 ibort à che n ~ pr A par E~r f:'l.nn o per nr-;c e ssi tà st •J rica i l rit 0rn o nella reRltà pol itica.
? Clrr e rl ' a l t:ra parte il ri t :>rn o de l l .-:: libertà poli tic Il c ome una n r. c c s s i t A ·st ori cB chr::: prina o poi finisc ::- c ::ll' i ··:porsi mi s embra ·sminuirf;) , fors e perchè ln. o s sor~ ·
va trop p ;:· dall'al t .-~ t i l ve . ~ ore (l e l l'iniziativa indiviclus.le V tJ l tn rtl ri t ;;J rn o dt'i~ll a
libertà s t es s a : cert o tr a l ef orze mo sse l~gli interessi individu~li che emc an lo il
'
Croce p ort e ranno s enpre , prir1a
o p oi, al ri t orn c. de lla libertà, egli comprendo t:mcho
le f orz e id. o9.li.
·
·
·
In quest a p us izi one ~ gni f orza cha si oppon.e alla libertà n on va cor.tbattut:.;.
in n or:re de lla lib e~t à , trnttar.. d.osi di unEJ. f 0rzn storica: ne? l 1922 il Cr t~ c e ~vre•be
c ondannato un tentativ ~ che scicgli c sse i fasci prirla df~l c olpo di etc.t <.~ ; salve) poi,
ir1stnurat o il gove rn o n on lib t:::r o , ri tir~rsi per difendere nel I'J..'Oprio nmbi t o 11i p e rsona l a li9ertà.
·
Rl~1tllv~!rt1 l.El libt)rtà politica. in un momento 'do l la libertà Tno~ale indietrut-
•,
..
~
I7 -
ti b-ile o consid ~: r n.r o 1 ~. di t t nturo. o ome fa.t.a le, rJe. t~.tal M.nnto teMlHlr r..mc:n1. ncl·l.F.loc,, (W
può p~rfcttt\rwnt c risp ~ndero n. uno sohemn. logioo, mi B!-l't'l'orn oggi un~\ p (.1m iz~. vn. o rr.;,-y;r.1..,
re.ta • .E qu .: st ::· sit::. p nli ticnMen.tt'>, in qunnto va. ossorvatn. lo. eo1:•~pr•~ più vivt:\. n.tt'IJ.•nii ...
tè. de; l fi/)n,:m t ~) opp ost o : 1n. li 'bortà una. a · in<livi~ièil('l, lE~ libc~rtà che a i. (Ufc.m.rle <''
ncn s ol o n s ll 1 ni::.hi t ::: :';.i un .~) stf\.t 0 , ma ,.nohe~ reoiproonMonto trn gli mt nti. 11~ t'.t l (J· :pure moral~~H:m t P, n ·:~ l c urr'.po di. ossorvnzirme di unn rnorn.le chll. 'nt: n st'U.cUi ab ~:x. tc~:trLc1 , CH.l··
ne fann o gli ~, Eltr cn • .:·, i p ~ r le l'llr.·ntn.gne. dalla luno., rna V'O!li~. più fJrl.l~ic '.r.u!)ntr, ir,ci·c 1
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rirsi n ella re e.l e n. ttività clegl:i. uomini.
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1)' n1 trn part !.'' , n.ncho n!:miessr. l'esigenza oorc:-.le cle lln. non-difc~ nt •li:JlllL 'J:l.bv.r.··. .
tà 9 n on 1\fft_!rrno. il Cr ,"> ce stess o ch.l-1 l~v'Jr!l.l(l <.~ poli tic a.. o,giseono in c nm~·:.. . diu binti J..IEf l.'
i divers! fini dell 1 unn e dcll 1 ~ltra?
' Ne ll'). "P c•li tica in Nuco" il Cr oco aff()rme. la neceecr t'l.rir.. ABintt:•YlZU a un p r:l:c ~·
tit o li·b ,d:'al c il cu.i fine ~ appunt t) 1.r•, difese. 1i alla liùO'l'~à peli ti~H·.& 'r:l':mt·r.e di f ·r c;·c.···
te ::td i~3 ti tuzioni liberA, ~i~. pur e i.nsuff'icienti, egli non · ·eunmt.), tt e lf1. l r.J t tl", tlOtì.tr ':J
~ for,z ..:; nur.;ve ...•.nChH SG illiberali, Ftffi r.ln. C\.l SÌ lA. dif~SP., rlcllF.l libflrti~ !J, Un pt.)..rti t r. •
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P·:: l i tic ?..7·1ente, un pa.:rti t r) liberale c osi intC'H3 C: n on potrà mcd r rl.ggt,l.hltll'f.i
sto.bil:".ent e qu e sto scopo: se è le. lib~rtà p -::11 tic!:~. ch €ì vu~l r1.ifr.mrJ.ero·, f;Ji t'l·<~~rrh
ad arr.:i :L:·:··. pari rispettC'I ·agli ~.ttentn.t 'lri ò.elln l~.bc-:rtà :perchè ·q:ue~tt ";" \" ~G onfi a~.:r,·«J
sir~ a l c1 i dc: n tr,~· che al <li fuori d<" l s:Lstem~. ii'bera.l e , Agir~ p_e r l n .:t :tfliBf~ d.C;l ll~l ~~ ...
b erVi ~tor ale n ·-··n sarebbe d' nl tl.'a pr-:.rt o p <' ssibile p'e rohè prt:JSU'PIH",stn. inl1.iot:ru.tt'lb·l.lto .
d 1 ~~ l tra p nrt o un p~rti to che si .prop:mesee un sir.til 0 obiettivo ncm enr.e 'bb o poli ti o c ,
m::-.. i'.l<: t ~J.p c·i li tico.
Nel I922 i liberr,.li -pr0t e st r.r on ò liberament o contro il i'risciemo; r:1r." per l r..
f G~'le ltà. agli schemi essi si lo.sciJ!lr cn o flfuggi're la. libertà.
In v 0ri ts. un partito libernl ~ nut cntic«rJ)ntc t al e n un ci sambr~.. nr~~~r:1en o P'; o ....
si bil E".: in quant o se fosse purarionte v ;· l t e nll r•, difesa della li.b<.~t- 1 s:io. pure d:el.ln
li.bertk. p olitica, sarebbe un pnrtito r."f: t~tpolitic o . Essand.o ln pÒ11:'tia~ unr.t ,:.ttivi+.~t.
utili tr~ri[', ecco che i l~b ern.li finirobber o o .col (iifenclere uno st a t o d.i intero avi
costituit o , vssia.' la libertà storico vigente in que l I:lor;ento in qu~l l1E~.t ·.) pa~~ ne t '-'1'purs c o''lbntterebbero per una -~i versa c oncezi0ne delln libertà e l b ··!'ti:r~;'4GI' C'i ir~ v~. ­
st ~. di int <::rHssi nucvi e sar ~bbero in tal cr~so dei ' r~voluzi ont'.ri. Conae:r"'u .: t r ri d.ur..qu<:-! .:: rivGluzi 0nnri. Quest::> r1ilenoa sl. riprcva anche oggi in Italia d.ov:a, ~\:11. d110
parti ti t ric :1n osc&.uti liberali, uno è c onservat ore e l'altro è rivolu.zi one:.ri.o. In
tal ~:-' s i tuazi :.;ne il partit:) -più puramente liberale in t eoria sarà 11 partit o 1:1bcrtd l'.
-c ~:-n s a rvat ore in quant o t Bnderà a lasciare libore 10 f c.rze · nel l er o sta,t :) att~~e.:Le,
raentrs il parti t r; lib~rale riv .)ltMi~na.ri 0 t~nderà a r.mta.rc l' attu~l ~ etatr· di f~a.tt o
e c onp irà c on quest o un~ prina serie d.i atti no.n "liberali" in vista della · croazi(ir.l i un n u ::Yc s.tat!" di f orze, lasciato libero gioc o alle quali oi attue r f;bb fr~ le, vara
1ibert.i .
D'altra parte,si p on e la do~and.a: cessata la (iitta.tura per f c;rZ€-; naturali,
e one d ice il Croc~, si' ~leye dare liber0 giocc allF1 forzf~ cor1e ~ss~ v~ngon cs allor& a. ·
. , ·truvarsi ? Il ri :::;pett o al-..,-roce sso storico creerebbe in ta; n:; dç~ una "cituazione di
ingiustizia in quant ~1 che éet~rr.d.nate f arze · oc0nomiche, cresciutf} r.il tre~ il natural (l
i;; r ~gi :dle di 'l i ttatlira, finirebbero c 0~ poter pré.val ~re sulle e..J. tr'~ a sal varo in ~­
,p_i c a:s-:) sè stesse ca.nu.f:fand.::; sot~? le apparenze d.i libertà une.. nu(~va di tt'ltura..,
V.::rrebbc a cre.a rsi un deteroi_nisno "tale da rendere et~rnanente i mp r.: saibile 1' attu.~zi une .:l i una autentica. libertà; . in questo aens"' , inten:i(.. le critiche d.el • socialismc'
sci ~ 4tifico al s1stena parlanentare e i1 radicarsi, ·per l~insuf!icienza degli fetituti, di tendenze antiliberali nelle sfere del prògresso s ociale.
Oss~rvim.:c- quanto, accadde dopo la BiT~luzi c.me Franceee .che attub la lib er·t;~ ,
:::a n !C;n teutb :li p cr.rre tutte -le forze 11~te sullo !~tesso piao d.i pctenza inizialu
e p ·-;rtò· allfJ. n 'Jte
ti che sociai!stc.
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eri
I8 • ,
Una riv oluzi !)n<' liberale per ~•eeré autenticamente tale n on può quin·l i ò.iscotwsc ere in sè stessa
momonto eoo1aie. L' epieod1o di !abeuf è una riprova de l
fatt o ch,e la lib e rt à d(; lla rivol\lsione franeee ~ fu una libertà d e etinat; sp ocialB·.m t ~~ al l 'us o (~ i rle t •.;r n inati interessi. senbrel"à al f'il o a t::·t()::. oa.e 1 p oli tic i pr o t e n dan. ~~
;J. i aff r e ttar o il c amrd i no de lla storia con 1nr.1e1 is.te à.eci,i ont, ' rn.Gntre, s e c cn clo lui ,
a l ri s u l t a t c:' s ì è'.c.:vr obb ·:! pervenire attraverso il rp oc c sso storico& perciò il fil o s of .:J li b ur a l c '.J st e g g orà uha simil e c on dotta, rientro n cn a~rà nulla d a Gbi e ttare s e i l
p r oc e s s o s t oric o P ('r giunge re a tale punt o rli arrivo ammetterà il passagg i c.; attrav e r s c un a o più di tta.·l;ure .
Ci c cnvincian o i nv e c e che c ontr o il o al e perpetuantesi della d ittatura, al
dì s c·p ra \l i ogni discussi on e sulla fiducia o 1:1.enc nella natural e) tendenza al prog r €J:So , sia n e c e ssari o un att o chirurgico, p~re il.lib oral o , na tal e da p orro tut:tt (;
l e f orz e ~u un piEHl e iniziale cii pari p o t~nza: ess o as.s icur orebbe la vita ad una
vora l i b e rtà p olitica cui si devo ric on osc ere una inportanza ~aggi or e d i que lla di
un 1'1 \Jmp lic e e n on n oc e ssari o moment o della e t e rna lib ertà. r10rale.
Anche in pcriodc d i dittatura - c on o dicevano - e sist e , s e c onde Croce, la
l ib e rt à : acc e tta:e o n on acce ttare, piegarsi o· n on pi egarsi. Che la "'J.assa accetti di
p i egar s i è c :m si :lerato dal Croc e al di fu ori da un angel o' di vista more.lat ! eomc · una n e·c 8 s sit à s t orica. Ora una c :; sì supina affern azione della n ocessi tà st orica può
pare r e i onoralc ; la l!lfl.ncanza d.i libert à p olitica non p orta cert o al pr ogre ss o : per
il f i l cìS(.J f o libe rale questa è una. stasi necessaria sull a strada del pr ogress o . Noi
c c nsi ~~- e ri ar:-, c l a t'li ttatura un perioclo d i r egress o . Sec --'nò.o n oi la i.l.ifcsa ~- e lla libertà p u ò pur chi ed ere un noment o ris olut.ivo , sia pure"antist orico", -un 111onento er oico
che t <:: nga c ·nt o della deviazi on e della libertà st orica da un suo asse ideale e dell a . s ua i np ossibilità a rientrarvi aut omaticaa entc , Nr i c onsi,deriano utopistico nell' attual e rapp ort o di forza un passaggi o· per sp ()ntanoa evoluzione .
~vla p er i' i dentità idealistica di ideal a e reale, alla luco. dalla fil o s ofia
p o tre b 'Qe apparire un puro arbitri o parlare eone ora facemmo di un t:t.sse ideale dnl
qual e l a r ealtà st orica si è distan~iatn. La etoria è quella · che è, e non esiste
la s;t -.~·ri a d i que ll o che avrebbe ti ovut o esserci ·stato. ·E'· alla luce· di ques ti schc::d ch E~ i l Cro c e :pr ~~ ce de nelle sue analisi storiche sicchè la sua visi one, per ci t-a.re u n e 3e::.1-p i o , della Italia antcguerra~"""I915 appare singolarmente rosea. Oggi nei
a pputltìar::•.) ·p er c on tre) s c::vere cri ti che ·a tale p<!riodo e one al naturnl geni t ore del
f~ sci s--: o n e ll o sue c ause necessarie. Neanche prina del fa.scisf!lo l'Italia er·a -vera!'<ent e libe ral e , p crchè n on ric on ' scova il diritto delle p osizioni di estrena sinis tra : g r..rantiva quinè.i s 0lo le. libertà cl,e i b~nostanti. Aggiungi!Ulo n oi; . alla lu.e e
de l l e e sp eri enze di que sti anni, che l'Italia non era. un p a e se liberP,le anche p erchè n ancnva n egli istituti e n e ll o c osci anzo una ~ffettiva difesa della libertà.
In Croc e nnohe il proble!n.E~. s ocial'e che va ogni gi orno più nssur'l.endo nel
TJ'l :)n Ù.c i .l primo p ost \ì n on Se'l"!'lb ra evere una sufficiente v oce Z accade, èone già diceVW.lO p er l a d:f'os ~ delle. libertà, éhe suaàis!t e anehe in que~t o a.rgonent n la di.e.lcttica s t orio o-entist·:.Jrico. ParlnnnG dt:~l· donutiisno il Croce pur non eontlividcndo •
n on si op p ::mc : eone lib e rale n Gn pu~ - ~ff'ianca.rsi a forze che i!a li.~~ra.le giuilioà -·
trnu.tist Dricho" e c oT!le liberale n on può oatoggiarle~· An.d~ar.:1o con'Yl:n'eencl~oci che se
nessuna n l tra f orza S ~)rgesse alla tlifesa dellll lib.c rtl s~ebbe:-0 proprie· i cosidatt i li barali- puri pròsso ··1 quali del l • esige'ftza teorica si va.lgnno inter e ssi c ostituiti a dar~ l'ultion pà.ata tli t .erra. alla fossa delle. liber:tà politica.
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VECCHIA E GIOVANE EUROPA
Non uw:'" nn p iù volt e ci è ocoorso eli udire <lai n o stri amic i poli t :i ci tt deJ.lt:-. Jf'l)cchi a scut.~l r:-." '· che ''te l la p~) li ti_c.El. hanno :f?.tt o una tecn icn od. u.na prDfc;ssi cne,
o.· 9he ~4tll a p o.li tic n. int ernazi onal~) c onsi (}.orr-mo s;Jpr.::.tutt o s ot t o l' angol o. visualr;
deJ l •in tri go dipl oaa tic :: 0 de l gi o c o difficil 6 o intric a t o de l la ragi an di st a t a ,
tu:tt or F.l: inp.urni a t ::-: sull' i dc n de ll a rc~sso lu tn. s c vr nn i t à n 8.zi on a l e, c omr:~~n ti <: giuc~i­
z.t non d i ciarw i r ·:m i c i t ;·.Ja s c e ttici sul le p o ssibilit à e sull' e s i t .:; fl.<.~l prc gramm
f o dera 1ì st:~. our up.sn c c:n si der a t o ut ~)p i P. irr e r..li z z a bil e per .Le s · ,gua nti ragi oni: I)
l <c s .i tun z.i nn(; g G:J.grrtfic a d ell' Europ é-:. cnn tesa 8 f c rs e a nch e cliv.isr.'.. tr o lo due p o toni e (,; l e du ,') i de(·,l og i ,; : c c ntin c n t aJ. i •ti n c i triei, 2 ) · il s opra vvive r e del 1e s t e sso
ri oni vi nt e ·; s c l c. n i~i (~z z o v in c itri ci c c nt} l[-1. Frr;nc in., d i f ·:'rti C O:i'r on ·~i nazi onali. ste che ' r r:n.·J.•:: r obb e r o v nn o r; pe ri col o s o ::) gni d i sar >::F·· ::l.e gli s p i r i -ci o t nnt o p iù un d is v.r no offe ~tìv ·.., c1i qu olln nRz i c n c , ch e v c lesso , go ncr o s 0.r..ent o , inizi a r e p e r pri ~:o.
i l ·J:.:.l v•i '.1c:n t o rri pc..cific azL:n ::: ;:; -3. ::. u n i f ic nz i on c ;iur op ec. , c c:n l é'. ri m.m cie. n ll t::. pr oop ri ù pre r:-:. gn. tiv·~ •1 i s Qvrnni t à n n z i onal e nsso lut n , o alr.nno eU una par te c o spicua di
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Dc i rlu c nrg c n onti, s e il rpir.w p u ò tr.ovftr c' qu:::..lch •' g iu sti fic a zi one st c ricu
n €:lln si.tu O- zi ::-:n.·~· n ttu nL ·! eh;~· ri c hi ,1 ,, r.mc or n. un:1. c hi a rific[l.zione o d un2. r.:!aturnzi nne
p e r c r~ n scm tirn u un giu ~l izi o r"_,,f i ni t"i v . ;; il S <·~ C tml:r) ci senbra qu a nto n ai stntico G
"'pr...~sf'.ti s t o. " P •' r n rm ::l,. ir0 d i p eggi o ·! ~hè ~ sr~ ne l 1rt s i tur.z i cn c r ivc luzi onnrin crcn.tn
dall n gu or r a i n c ors o , s o attra v c r s n I ··) sc cnv c l g i :·;fmt u l'l i tu·tti i val ori tr ~di,zi c ­
n a li :.:: p e ra t ') dall a crisi vi o l en t o.. eh~; s ti <.:':lc v iv·.:.n è.c , s o a ttrnv ..~ r s o .ln distruzione
c ormn e o ln c r,a un e l ott n c nn tr e i l n:<zif c. scisv::c , n un r~bbi nmo il c oraggi o d i sup .-:·r~.­
re v iet .; p r·· s i z i -: ;ni c~ :pre o ccup ~l. zìc ni <l i p r oc~ rhm z ~ o el i g n.r a nzi n i n j_z iali chf-: h a nno avYe l o n ~-lt ,ì l r. v i t e curc p e n p or de cenni o che rip e tut a~.:~Pnt e l'ha nn o . p ort.o.. ta ~- l l e~ ~er­
ra, c~~lCh ·::· qu ust :: v oJ. tn., e s a rà p rob n.bil ccnt e l 'ul tirna occ a si . mc~ offert a ci dalla st ori ct. , c:..)bbin' ·c: d ichi a r a r i) il n ':: stro falli• ·1.ent z) sul p i a n o eur opeo , o tu ttn l' Eur ·:-p n
d c.vrà r o.. s2 t"~gn r.rsi, n e l conplQss o dell e " s up or p o t onz o" nondi al i, nlla p o sizi c/no che .
p -:;r i l p:..:.. ssf.l. t n aveva noll 'Eur ::-rp a stessA., l a peni s ol n b s.lc nnicnt
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l\I i) l1 è c .:··n l (: ris e rv o , n é c on l e (1i ff i clenze ·p i ù o ncn o g iustific n t .o e p e r l e.
più i n t orus s :·~.:t4 c , che n o i p o tr e38 c ostrui re unn nu nv <~. Eu :r op a! Non è c on una i:entali:...
tà c o n s a rv ~ tric o . o vinc olata qgli sc he~i p ol it ici de l pnseato che n n i p otreno ~f­
-:t'r . .:· nt !::r r: i nu ~: vi ~r oble m i che l ~ rivo l uzi one o u ~r: p ec.. ci pr c~pone! Coo o i t:.CìVir.:o nti
di unifi caz i t~ n e n~zi ;,;n~Ùe, e quel l :1 i t r: li a n o in i sp e ci e, -fur on c- pr on o ssi dn una l1in rJr nn z:::.. ::-,u-1:-:. c e c c oao l' elcncnt o v o l o nt r.cri s t i c ~_, è . oggi u n i v oTsah :; onte ric on o sciut o
c ss e.rc il cri t c ri r:· principe d i d.o t or :.!inaz i r.mo c r:.i f ~_mclazione rlc lln " nnzi c n e ", c r::·sì n (.' i si aT'l::.: f e r!:l'li1cnt c c c·nvinti che nn che · l ' uni tà ~ eur opea n on s i r e alizz Ar ~t s ,-~ p p e - .
s 3.nd<) c ;,; ll ::-.. -licr ,;bil a ncia de l s c s pe tt o e rlc l ln d iffi denza le in tenzi c ni n l trui t :-:-1 r~
nt:tt enc:~ ·::: si do cisamcnt,e . nll n test e:. eli un r;J.cvi ;·::cnt o d i opini r:-,n e pubblic a che ir1p::-~nga
al1 u f r,rz· r.~ r c azi cnnrie eur cpe e c · f l~ rs e o..nche c.gli nll f) ati una s oluzi on e che l a s a.lv c• zz n 3.:"'11' Eur opa esi ge t:: che l a .si tunzi c n c st oric n giustificn e rentì.o o ff o ttu[~bile
c ;y;:,: U.'Jn 1:1ai!
Bene' a ccGtti ,:-; appr e zz a ti i c cnpi l nt or.i pazimi ti eli v oluni in f oli o e d ocuLcntn.ri n inuzi c si: l a l or o op e r o. s ~. rà prez i o s a c ut:i. l e · p e r inquadrare ,_; prc cisnrc
p r .-:; bl on i, u per la l c·r c s c.luzi one t e cnic a , _ nn nc;n c :r:o d. i ano chE) da essi' p ussa s orgc!r c od c ssoro guidat o il rinn.o vnncnt ·:~ uni t nri o dc l J. ' Eur ,,pa ! e ssi rcppresontnno in
qu e st c pr :; c o sse qu(.: ll ;J che l o. De stri". st oric a fu n el n ;·l st:r' O Bi f-1'-;:c gir:tent o ; l' e len cnt ·:.:> r:n(l..o r n.t .:;re si t n.:t anche n ~: d erat c 1 tr upp u · mod e r n t o ! Scmzc.. 1Tnz zini o la' Gi ovrm ~) I·
· ono, l ç; ~ns
· ur re z J.· cml.· . e l e r~· v o l Utu· u...r.~. .;... · "'l""
't di
t o.l i a , S()nzn. l a cosp~ra.z~
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::'.- Jl G r <:~ i{iul.:.ic a vnn o inutili e p e ric ol oso , sEmzn la v ol on t à <li e ssere ~' l'Italia
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fatta. Co sì 0ggi, s~mzn. una Giovnn;:; Eur o-p~.• n cn più ·n1isticn..
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c1.,i~-1i irl ~-:. t1- ~· , n.t.::11 s i f;~. rà lr~ nu c'~va Europn.•
L.e · (h ff:uJ onz · l ~-, sci.r·.T.\ •~· l e al l n. Vecchia Eurf•pn, tlestinr.ta r.l tran cnt c: l~ al
dii:Js c }vi:i(mt '' · quc;st a u c:.ln pi~.nta chG avvelena n-11' esternn i rapJF~ rt±· tra p :.' pOl(1 e
p . -: lp ~·, J · , c ·nr:: ~-:. l l ' internn r e n cl •~ infruttuc s P.. o . imp n ss:i,.bile lo. ccllabc~razi one trn I>r:.rti t e. ~,~ p r:rti t , è st n t:: n, )l pn.ss·at o e sui due piani della vita p oli tic r1. , casua e nu.tric o ::li f n scisr ~ i :!.i · ;gn i specie e c'LfJll~ loro gu.erre ins0nso.te. Se n on verrà travc it 2 , c on tutt e i l r e s~ ' · , rielln riv 0luzi on e in atto~ o se ~l sua p a st o n on si cr eerà
un·) spiri t ~ .~ i ler~ l t.?t <-; ·- -~ i c n l l~ b o r n zi o ne, sareno ancoro. alle prese fr <' qualche nnn t:J c cm l o sci ·)Vinis::w 1' •.::->~ zi o nari n e c on i suo i giochi bizzantini ·:'i i p c 1i ti ca estera.
n :·n si
se'lr c~bb c
··u. f od. .
EUROPEISMO E NAZIONALITA'
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(Attu c.li tà eli Mazzini e della "Gi cvino Europa")
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Rl.c ·: ~·r · ~~r ··, o ggi M~zzini, e quindi pv.rlo.re 'li "libertà" c di "ur::-:::mi tà" :-:·l un
'l •n tL t>,bi tur t u \l a incred.ibile esperienza p e li tica a c onsiderare c c.pnc i di ('.ffcrnnl"'
zi::n .:: s r~; l éì qu e ll e· f orz G che n on serv.:.n D un n n obile idea, ,pUÒ se nbr n.re Un innocente .
:-',c d.l: :li :p~ssare il ~e np c . E tutt<'..vir. pr :·;prio in quest :; nonent o , che ved8 sccnvol t e
e ri 'Je ss ·:, in d iscussi:me l 1 inter -- ·:Jrdin['.Dent o de l l 1 Eur opa e rlel 5on c1c , ci seobra
p iù n::c c ssari ,·.. che nn i richiP.r'lnr e l o nenti a certe idee, ed i cuori o. certi s e ntiJ-:Jenti, che: , sebb en e ripudiati dn pn.es i più o neno grandi in periodi più C· n eno lunghi d i (~ rr ·:.:r2 , ·-ri r:w.ng cn r; pur s e::;prc f r~nd:::tnentali per un~. ragi onev ole. e pr ' ficua c cnvi v enzn 'le gli u :· - ~ ini c c;.o i P '-' p oli s ( ~ prn. la terra. con g.ues·t c intent o v 0gliar.w rio (',r'k.r c:: · ggi r :.i. c<: nt o ç.~ i oc i ~nni d i (1.is t 8.n za; ln t'tata del 15 aprile 1834, gicrnrJ in · cui
Giuseppe l~t~a zzinì C·.m f"l tri scl'!.ic i esul i tra i t r>.liani, tedesclii e P~· lr>. cchi, firnn.v:a
11 inn -:·c c·a t o:-wn t e " r. B o rn~'. l 1 At te-. di Frat e llanza e lo Stntut c del l ::>, Gi ovine Eurcpa.
.
Un po.s s"~ t r~mp c cl:.?. rng8.zzi pnrevn i~fatti quello de l 11f.c. zzini e dei su0 i c c)nT' ~.:tf)-n i, c oDe in gene r e g li R t t i che pr c~ v o ng ~.mo d a sentirrH;mti puri 0 :la p ensieri n on
c · · T, t <~_,-,i n ~ : ti. J'l. ccr:.nto fl. ll a GL1vin e it r:.li n .:'!. e l 1 32 erano s orte nel mnrz o r1c· l t 34 1 ~1
Gi ·.rin ~. G" r ·:-::nia c l a Gi ovin o P o l onia, :::.ttiv e e bene intenziona t e c r r.w l n l o r .- ~ s ::r c ll n ·"J: ' ;:;g i n r ·-~ , ma prive ìi q_u (ùln r en lc c c: nsist onz n. che può (:l SSero l ~ base per un
c f ficrtc (:~ p, zi op.e p oli ticn. Sulle tre a ss oc i n zi oni, rc.ppr o sont nnti i tre p rincipn.li
nucl e i o tnici eur cpei -il latino , il t cde sc c c lo slv.vo - Mazzini f ondava l n. SU[l.
:.• r g:>nizz~ . zi c ne int e rn e.. zL:: n~_ l r:, nellr:. qur.ùe entrave. p c c o è_ r)p c anche una Gi ovine Svizze r a , n · n inv•3r n n.p r . ~-rt P. tric t.; J. i prezi o se linfc vitali, m~ pcrvasn de. quell a tenJrmz2. all 1 es s ·: ·pi r:lent ·.-· c h o ben p r cs t r<' si inpndr onirà de:~l l 1 intorn ·Gi·~vtie Eur opa. E
v edr c::.=:c :.:· 1 :-J st c ss 0 Mc~ zzini, stanc 0 di uno sf orz o febbrile quant o infec ond n , lasciar (.~
per q~.w.l chc~ terrpo ] r. c r:sp irnzi on e n ttiva. La lettera eh 1 egli indirizzer~ nl 'Melegfl.1~i i l 26 r~. g c st o 1835 por f fl.rsi dr.: lui s c)sti tuire nel Comi t n t o Centralo Eur opeo, tl"ac corà un qtw,dro n on nr; l t o inc ·J r~ggi ante nella renle efficienz n della Gi c,vine Eur opf'.,
na f i ss "; r 8. qu e Rta f c-ndEw;eritale d.ir e ttivn.: "Abbial!lo a racc ogliere per tutt o e~e rc1enti
endo l c. -pri:~111. insurr ez i on o (!.i p c,p olo -possa essere iniziativa europea".
Corr.c n on vudero in queste· pn.r ole, più che una d. irettiva, una illuninata
vc ggnnz~: \{el futur e_; ? Cert o il n o str o pensiero n cn può n on andare diri tt c allo riv c luzi (mi do l '48, che scoppi.~m o quasi sinul trmeanente in tutta Eur cp a. Sebbnnc n 0n
dol tutt o affini tra l orc nello spirit o , esse hanno tuttavia un fondo c coune: il
clima psic o l ogic o , fatt e rli entusiasmo per la libertà, di firlucia nell'avv enire del
gener ~:: u~w.rw, ~~ eli tutt 0 ciò, v orrcnmo dire, che è ri :lucibile f.l~l concetto di "paa~1J.tcnp ~; inno c e nte". Perciò, in q,uelle rivoluzioni n e' i ~e di r.-.no -per dirlo con par'_:lc
d:!. B(} r~ c dott :.:. Cr·.:;c; ~; · ·~ .~ t.::-~ ·:.; :.:_··'- Cl~;.:_: i non~nt;j. n e i qu::tli l'unità st c;r:Lo::-t
-dellE~. vi t t~. eu.
ropea, nr.sc oe k1. J1' ::: ·_;_ D:n l e.:: ~:: te c'.a i ccntr!lsti tro. i vo.ri Sto.ti, bn.l~a crtden:\Q ag~i
·o ochi o s crtJò J.' ,'ì :.t.rn ~ - c ::l.r•.; iX::. ,. ' U15. 1~à u.nchc pol ticrv''..
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per r.tl~:~~ :i va:~· r; :·. 1'·'-,.c, ~::d , ,·:. , J r::~.:;n. re-nE:•'!,:' a t:r:-t'~ :L') i nni vi duo e l'Europa dPgli E~nt i c c ll c ttiv:l,
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r ·"Jpo r-J.. 1, c::!l::: n.ì··evn. già. l e sue :ra;lì ci no l l · nrie.mtanent c cosnopoli tico dell ': illunìnis:::c·.
c qu e lle. d.el la nr,zìonnli ta~ che :tw ·t.eva cU:c sì nU ':)"ita) in qunnto gerninnta nel p cri c d. ~-,
nn.po .1 c :o:> nicQ tra i popoli sogg ett i D. ~or. :'. nD.~:tonn .s trani era, e tcorizzrttG:. da qualche
:pt:msa t\_)r 0. t e:: dr: sc c a un dipre s s o r:,.::l ·'.n. 3 "t c: ::J fu·~ c p -:>ct>.. , :Rntrambe quost € i.d c Q non or~m o
di cr(jt!zì cmc r.:-,?.zzi.ni ana., na o cFr taq·:. mt o j:n "t j.:r bi di ~--~o.zzini eh' Psse pr· ocedettero d:.
pari pn s s r) ; sp uci u no gli ann:L él.(Yi:)O i l t 30, e si affcrrnnrono insieme nel '48, ind.icP.r! .
dc:. 'Yr :m::t.i c~'1 ir:t.r ar.: ento qunli dc~vc::-: ~J ;:;· rc (: s .~ :.: :r-c; l -.: · lms i (tol _ futuro nrdinanento diEuropo..
PuT t J'(lpp :::: ;· q 1.,C:) sta ovidenz n cle1In ·v· :i:. ~;. _ J.a :.><J({tlirn fu in segui t o 0scura.ta dalla incapacità lì ~ •.:: sis t c nz c~ nlP err ore pr ,··pr · f'. d2 :Ll a no. tura unnna in gO.nore ~ nn. pP.r~iccln:r­
ncnt o in si i;.'ì in qy.r... lcuno d o i :-l.n,~·g ~ o·.r i 1:0-poli ouropci. Do generando in uno stu-pi d o p.a. <:. -:-- ·, 1'
- ...;_ :_l es.. (,, l.. ne.z:l... ·)Iltl...;.l.
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eva Et acc nrsl.. d a quc l l e. r.;. e 11 t uni t a
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•:nzi :·~i v un t rl c n.vvcr ~;n s:Lr!o n c c~~:'!.tl~.r:.:· ~; . ncn g~. à A.llc.. c·:)operazione internazi onale yalut .~ :lr- Mnzzini , l:1t'.. t~lln J. o·q,tì. i.n Lwnr-;::J. i:~. t;-:-c~ g1:t St r:.ti nnzi r:n r..li.
Ococ;rrc dir e cb:o f.tin (~J:i. pr:i.::;. oi.pi o l'J.:~z~~ :l.. ni nvvcrtì questo pericolo in tnluni
c> ttcggi ~.r: .mti dolinc .". ntisi s p uc :t.n.l;:'}(!'nt. ::: .t.-n Go :n-;;[i.nÌ"·v P s n ,. l fornularc il c·oncett.o di.
11
nr.z i )n " 11 , V:J ll c C \.ì :SÌ ohi :'l.:::· i.:clo ~ ' ~ La THZ :.i.~ , u ·::: (; i n cn ·:.1n· torri to:::-io dn fo.rsi più. fbrte
n.u •·u:mtn.t lh no l:~ v .s.f> tì-t.à~ non ·1,111 ng·gl o:·: . -,:c n. ~;:ion: : ;ì.i uGn ini pnrlanti lo stess'o idi c•ma
c rett ::-t ù.r!.ll r in:i.zi o:è:L:n::t. dì u.n :;~~,p ... ~ J~J~ u h tutto ::rgP..n~:.. (~() per unità <li fine o J.i fano o ;li f~w :·;l "t <':L 9 v i V(mt c (}j_ kn :1 f c clt.. c (~ ' 11-nrl. trn.cl i zione propri n, fort e n eli Rtint o ·
d.o.gl i altri por u.n atti tu t:~ .in c sp::; c i~ 1 c ~·:, c cnpiere unn. nissiono soc Pnd.~rio., grad . .ì in-tcx· :1(·~ rii:::- a lla ni.s s:L cm.o dcJ.l 1 ·u.! :J. .,-.,rL~ t'è.; 1 , LintS'iln, torri t ori o e razza non s on ~: iunque
cho r~~ ' 1:; li indizi dE~J. ln nnz:i. cn.nJ.:L ·r) l. 9 n entre elementi essenzic.li ne p oss cn c.• esser~ s o1 ..
tiat.t '>~J i f 0o tt ori e ti.ci, cd in rpimo luc-gc il "fino"~ Q.u e sti concett'i n~- zzinip.ni 'li .
· fin ,- ·r.1.?..Z Ì Onnle ii'-; d i fin (; t.mi v er s .: ,.le trovr-.no pnrticolnre consncrnzione n egli atti cesti tut i vi d.ello. Gi ·~ vin o Eur op n.: n Ad ogni uor.1.o ('l !>.d ogni popolo •. n,ffernn il prG2.':'lbol o r:.ll 'A t t ~:.· ~~. i Fr o:'G f;. llanza - .' ·.spet·tn una missione pf'.rt ic ~ lare, · la quale) rientr o C l.'·f' ti tuisc,:, 1 t in ·li viclua :).i tà t~. i quel l 1 uc-nc• n eli quol popolo, concorre necess~.ri nr..c ntc
(1.1 cm:1pir.1ont o della aissione g l:'m ernlo do ll 1 'LDmnit 2- " ò Lo stcs~o prcaub 0 l :.:- procla.r5.a
"el c:mon'fd inviolabili in (1gni s ol uzi0;:1c assoluta del prcblena scciro.lett i principi :'!_i
"libertà, egufl.gli[l.nZF.'.. o u nani t à ·1 ~ i :p··i::.:.:l. (lUi.; · ~ definì ti n.npinmente nello Sto. tut a
( [1rtt o 9-II), rnr-rr osnotanc in scs-to.nzn. J. c ccn c.Uc:~cnì necessarie al pr ~'grcsso, e
quindi i 'r-:-. ezzi -p e r ren.lizzare il t Grzo principio: "L 1 unani tà - (.\ichinra lo Statut o
( E'..rt. 6 )- n on può raggiungera J. :J. ClJ n os r:;<mza t:l. ella sua legge di vi tn.~ se non con lo
svilupp ~' libero ed armonico di tutte le sue f crzen, e (art.I9) "n0n se.rà. vera1.1entc
costi tui t n se non qunndo tu t ti i. p<"~poli ohe l n conpr.ngc:n o , aven:lo c unquistnto il libero esercizio de lle'. l nr G s ovr &.n:i.tà, saranno assr:: ciP-t .i in una ·fadtn.. nzicne repubblic-ana. per J.irigersi, s o t t o l ~ iP\Q O:L'f') eli unu. {!..i ohiarn.zicne Lti principi e cl' un pntt Q c o::tu-.
ne.' lllo a~ esso fin e ~- sc e:·yort['.. etl 1:'.pp1 :Lo :~~ icn e d ~ lln. legge noralé~ uni vG:rsnle" ~
~este te orie, c c::-1o già s t~:· d ~1tto~ ncn cbb crr. più alcun seguit~ in Eu.ropc.
..2
'.~> p, l a Ù1fh -! riv(; lu2;i ·~lrTi n. r~el '48-'49; . e fu. proprio il ventonnic~ dnl '50 9.1 '70,
cho v~clo h '>.. r-:nss.i rJn affer:-tazLme cl;:,ll 1 idea r:1i nflzi onal:i.tà con le un·.l.fi c:E(:';ic·rl1. j_t ·n11.all a ,:; t c:d~~ sc ?.. , qu el l · st,:::sr:v . che segnò il de clinare del l t idep. 1l.ni t r:.ri~\ 0.ll~ e: pcn, c cn
J.. 1 Elprirsi eH un aò if; ~: c: tr a lo due nnzi cn i Daggiori, Francia e Ger n ani~ .•
E l e·. Gi ~'~ vin ,.: ~)J.r r:pc. : In que l ventennic ossa n on pot~· far sentir <; clw g'ii ult ì ;_'I Ì .r.Jalri ti d i un e sis t e nza orrrt::.i cr(:n:mscclare? Senza eco d oveva rir~~· no -.-.c' ·l ' ..., .._.n,..·
J. lì.
del ç(;·::i t n.. t :; Ccmtr e.J. o Dcno crat:.c ., , c h o n e l lugli o 1850 in ci t ava i IF p o J. j_ G! Eu:' ·P ~~ rt
d.e!:wlk· o i tr oni '-' ,.,_ -~ ·-~J.•::gt:,cro parl<:c:cnti nazi onali. Scnz~. e c ·.) d ovcv[l :l.~). r:.n.n r: ro la v ~·~
ce d c].l r· s t ess ·:> l\iw. z?.]ni~ erE~ , t s:r1v1tc· o. l ottare in campo cur c·pe o ~cpc· }~J. 1 c., r entosi
r ·. :mann. ..-lo l 1 49 , c c:n tinuava ~l. pred.ica.rc ''1 1 alleanza fl.e i pop oli npp t:Js t a a 11 ' ~ :. l1o,nnzo.
·: lei r(-1 1 ~ u l e. f ,-:r~:u:t 7.:i ·m e tì. i una fe .'h~ razi : 'YlC r>urop G:"- (l.i libere 11.azioni. --" In sua :::is:iJ_ . ...
t '1. Il - s~., 1l•• 1.c
.
. o a (L
'l
. ognG.ssc nrri v.a.rc~
ne e, f J..n:t
ùvn, pere h'
... e n::)n. Sl. o ré:~. CCD..preso s1.n
OVe . b l.s
1
c c•n lui. Infn t ti, l' inizi ['., ti v r~ un?. ì -: nP.lo eh egli a v eva v oluto risvcgli nre n t·: i pep o l i
e r a ::;r ·:t:-::i viva in l or :) : '1él or a a l t r e sì ·un 1 ar :~w. pnssatP.. n e lle I!lani dei ~ rincir:L (;,uo~
sti S'J Yr n n i " c -: sti tuzi ~ nc~ li 11 , qu es ti dc:;sr·. ·ti travesti ti realizzavano sì l'ide a do nc·cratic ~ s :Tr: i nnt;.m d ~· . Ma z~ini, :-:w. L -:. r oalizza v a n r; fin o a un c o:::T to linj_te, tr a 'ttenen,lo2a s u l p i an 6 n n zi · n i e , a l pr crpri r, · s2rvi zio • Non si -parlavf!. d.i Union e Eur ::pea, né
sinc<3r 1l'·' cmt c si J? f'.rl .<:J.V['l_ ·:li c c c:pc:r r.t zicm () int e rnazi onr>.l e c eli pace. A'l,'l_ 0J::le stica.tn c
c c•Gp r css c· , l 1 i '~ . on ::ì.i nazi · nnl it à s'r ..rr,_, s s a v r:. · e s'int c rbi cì.iva: per incit uocntG> rli ap o-.
s t oli ch~ n en ti inc ,··r.:::.ggiati d.Ed g o v <~ rn:i. , s i a rri:v:=tvo. art un nazi·-:nalismG c c rrucci n.tc· 0
f n !D::.i c ·: , <; h ~ n :: i C!'l.si più· b e ni gni si :--:.nnifcsto.va Sl) tt o f orna di stuy:.idn. b :::ri a , m?:Ln qun.l ch<..; c.'tD ~~ :t:·d ù :.1.nrb n s o pren 'lcv n. l' c. spott r1 éU una"cup::l libidine èL i razza" ( tànt c
p or c it ~r c nnc 0 r ~ Bcno d e tt o Cr ~ c a ).
~i gu c stn ov 0luzi on e , che ~obbia ~ o chi rmarc tr ~gicn ~ ltre che a ssur1&, offro
u n qu .·- .' r :' ~~l) ,!C:f3 t a nzn ·c a rattori stic c l r-:• G c rn ~. nia, che, in luog.9 del l:::. g i ()V?..n c r'::::pub- .
bli cn sp or r.J;r.. l.~i d_; , ;:-, .:- , crn.ti~i, fini se ,.~ p or ;·1 cs tr :::.r o a l f;i, C:ndo la bi o:: cn JJ.ole eli un ir:1p c:- r cl ::i rnr::n.
prussitmu.? F'rtitt o el i una t c n c1.enza d i pc.1p o lo?. No : risul tn..t c d.i un' c•duc a ~
.
z i n v:'. t'ti r op ·:; L·· . L' intcr n. st c rif:. d ±l ~non~l.o .l.n•.··n è che un r o soc ont c -.suill '·· crlucnzione
dbi .::·p~ptli, e ln stori ~·- ~~- i G e rn:~.ni t:. -u d ' Eur ·:-!f•l't n e ll' ul t .irJo sec o l o è il resoc ont n tU
un 1 e (_, u c n z i ~) n e sb~gli.:1tn. Sb[l_gliat a p c'rchè v o lut ~\ do. forze ancor~ legat o ni'~. un pasnrLt c: Sf~l v2ggi . _. ~ , 'rh-: ': ste r~'l?brr-.nc :.:; t e n.l p · ~ t ere per 1 1 ego istic c bi.sogno d i s c: prr~.vvi vero,
p riv e! ,~~i un s~nc ori c,:ntnnent ,'J i t~onJ.e cd interess a t e a t enere lont ~ma l' int c lligcnz cL
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vi h r.nrw initJ ttCJ.t ..) un r>. f c:.l s<~ . . cu·l tur a , h :-·.nn ;. c'la t o incr.enent ·: nlln bnrbnri.e
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-p P:~ :~.::; rvi rfH:n e ·r.-i rr: c''JH'i fini t ri r.ss unibili ne~ l l' ~~ ppn.ga~:tent c f~ 1 un ,·;_ besti r.~ l e :fnme eli
p ~ t o nz· '- · . I~1 nrm c :'.i c ;) st c·r ·; , 1' i r'.e~· d i n~. zi (' n ~ ~-li tà- è stntn. spcglintf.\.· ie ll' orientnr:ìen..,
t e' : :.: c· li ~.l0 ristic o d~.t o le c~J:. MP...zzin ì e dni d.em ncr r·.tici ' pllri, ·e ·: è st8.ta i r.:pregnnta invec,e :1 1unc. sur:ipre più n.cces~ t cmdenzl'.. Gg(··n:l.sticr.. ~ C•" l superb o intent o d. i r:-.cttt:-:re pc:r
s cnr r e lr·: ;:;uc:trr. n.l p o st o ékl l r•. pr,cc~ _Ch-:~ qu c•st ,·, siston ::-. ;l i ed.ucazi (m8 poJ.i tic n r:c.bò i L .."cVU t ;, p i c:n ~) suc ces s <) , n :m pub •·) sscro cert e ·c.ggi cr;n t e stf'.. t D . L' Eur opr' offre · in
qnest ., ) ' ~ -~·, 1 ·::mt ,·; un qucJ~ r · ~· ~nch -; tr crp}ì Ò c;f fic2.co r.e i ri~Jul te.. t'i ai qut:.li p uò p ort HrP l n.
shrp i · ~. i tà tLT . m ~t ~·w t C'è. ic::.ne nte v n l r; rizz ctt ::.. .
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s<).cm
~t i u n (t;r, iusti avvi fl..: .1ont :_;, non -:- .onncanc, ·J.·~c che in tutti i ..p opoli
·1' Eur CJY'l., dis-s~ ~ nc). i
gu n ti r.. c rn.unque . sev e r r: 1cmte pr r:-vnti dr.lla indicibil f.' esperienz a · 1 . ~~ 11~::~ l'luc guerre
f.l•m cì.i a:L i, vs. fncen dc si strr>.d.n .Un[\ nu···v::t c c scienz~l. che, per essor r; nvunquo c olori t n.
é'L.r.l l c stesse r'é spir:.-;.zi c:ni, po ssie.no b ~,~ !l chi['.nnre 11 eur .·p ' ;P 11 • E n on Gi tr •ltt :. ccrt n :-l. i
qu"2. se.n ti ~n nt .') r~. i sc:·lidY ri e tà \.mr opeD. ìnvocn.to dal n r:rib ::-·n r'.c. •3.ei:1:;ne p ru. ssirm :-: c :"n
.. ~.
l
.
l 1 f't~ ~ ~::r ._.., 1 .·; sp :-.urr.cchi o d. e l b olsoovìsno per sprer-Jer r:; '~ ul ti ne (!1rorgH) :l~. i sue i r,[t t f)ll'i·ti o per int (··nc'rire l, 0ccid..entc, ma è un orientf'r:Je nt " spiri tuf1.l e c pe li tic o ~th
v- o , e h (~ risv :n ·: o ~'.l c ene etto l!w.zzininno : l- .i s o lic~arietà tr ~'. li bori (~ !.1. ugunli: è in
·
.,. 23 ...
in vi:rtù eH Qì.lO f< -~ n 1.nt orpr Ptazionç <lel prc8ente che nbbiMc
tunJ. .it~~" ti Mr; zzir.t n ·:l c lln. Giovine Eurt)pn..
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nubòlicr.r o c nn ~~r.
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~·c n~dbi l(·~ ri.t<u·· ,,_r; qu ,·, ;:dJ; r:..rtj_c c, l c\ che un nofltro coll n.bor::-.t or (:-; ci r.v r; v ;__: ~-::~ndnt ,.. r or
1 ' .!1fmi v o r s -~ :ri.::· : lc~ l :· :··.t t ,_. c nsti tu ti v :..' à0ll::.. "Giovine Europn". ~~::::! l o pubbli c hi~n o i:.lb\lO.J
.r:mt e , 1: t:.:.n tc; p i ù v .:1-:·: nt i ori in qu~..ntn } [.', cluta è str..ta ric n r cl. n.t~l, s ,, c ·J n ·:l:_, abbi r-..:1:1 :-~)
pr f3 S C ·}r- i n .' ~: tTi qtn t i 7. i :.·!.ni, an r_~h c~ ù e un p c n}_:)oso "S <"?nP-t c st 0ric ~_-. r e !mbbl i c ~1.n o ··: 1 Itnlì n." c ·:n 1.1n "~;r ni ~ ~a s t ·.; ch u , fingen .:~.r:. di i[,-•n nrnre gli sc opi dell' Att :: d i fr n t<ùl r•.nz[!. o
~ l in . _, nti c [ ·. n ~') t r r.. 1 1 n. ltT ·J l a pr•.rtucipF~ zi o n e fl.cl ess o anch e d i un r-~ "Gi·Jvin c~ ? c l ; nir->. 11 , lo
g ~~b c~ ll ! ~V G. Ci:·G C: un p ~~ t tu fr a l' Itnlie. n l n. Gornani n pr0 cùrsore d t_> ll' Ass e:.
N C TA-~
~",........~
=o= o_= o:::: o== c ,._o= o= .o = o =
IL DRlU\'T t.t;J•.
DEI~ L 1
INDECISIONE
L 1 r. ttc ggi o,r: ;,mt c: de i gi ov ::mi -l_:·· p c il 25 Ju5li t1 dinc~str0 ch'C l' P. i~ucr..zi c. nc tcntut~'. su tl i ·: ~ s~i :ì r .l "fr-:scisnc" ['.V('~ Va n, '~ t c e si t e. t ot:llnent o nog~tivc.. L' r:1eD<~nt c- giovrmiltc~ c h e: i1 p ~.rti t D c :~>nsi J.<~ r n.v :.:t su:::. più v ~.lic~a g : ->.r ~· nzi .q o..vc v<Y, ~enti t e l' innorF-ùi tà
l e, c c m=;p guf;lnzr: rrinci·vi.l e f u che l !:. pr o p qr,v,n t~. a fasci'st"·,, ; ··. r:.lgr?.d~· fnsae
l 'uni c r:~ c •l-~ !po..m1. , n ·m c rmseguì n rd g i :- v cm i il risultat o eh('• f:l 1 orn prefiss o . 11 gic-vnn.e
c 2rc ò l ~ ~ G rit à n e l p e nsiorc, nell ~ pr n s s i ~ntif n scist~. c~~utc il regi~ e : G~ nifestò
l a su ,~. g i :) i :'.- . ~~~- si trovò subit·:1 .d c p1 perd.ut n e sp a urit e : in effetti l' ct"lucc.zi cne fnsci s t ~·~ r.v c v r: i np i~tli t e: che il gi \ì V P.n <~ si f ::Trw.sse un
C () ~~cienza poli ticn'', )Jresu:ppc;st o
per un r·. qu & l~i {l. si p r.~rtccip<'l.zi o ne 'llL). vi te. d el p['..ese.
Ve nut . .:· i1 'l(Ji· wnt o dell u sc e l t r--. , il (;;i-Jvan e n on se·pp<:: che cosP. sccgli c~ re, non
sep1Je c>: v (; sc<-~glierB. Nncquo in lui sfi ò.ucia in un.n.. qu a lF~iasi risnluzione r~el proble ~~ s ~ ci ; l e . As sunse un at~e cGiament 6 sc ~ ttico ~i fr ont2 a tutti i partiti c ostituiti. Q.uì è nec e ssari o dis-t.inguere: alcuni giov nni hn.nn0 effettivr:r;tente scelt e . Ma eone
hr.~·:m ·· ~> ~ el t 1, ? Non può essere ch t~ rmche nr:l ti <li essi, '.l ·.··pn un sincer.n o~wue di CC'-"' i
sci e nz a ~ :-:;r.:n t :·'.n c v enir ne no l <!. l e r o fc ,le? U ('Jn f. ç. trf;'ob e r o nr: l ti di e ssi E-m trc~.re nel
nuE:e r ·:; :l <:·r:li indecisi? OrR, un esame r~i c • "J scien~n. è necess~.rir:. Mn pr..rlh::.n ::; degli inch ; ci si. Pur sentcnd () il cl over e ( ! l l ansie. ;li C (.-n tri 'bui.r e ['1.,11~. rinnsci t n !kl pt",ese' i
!~ i 0 V !":. ni in de cisi n rm ri e sc nno [.'., tr cìVf'.re l 1 Ubi c r_: n!3i~ n e l C OT n -.·• lt:: s~ r , c'i CC·rrenti 8 .
di i :.le e eh <-: f ~: rr:w. l' ~-ntif8scisr·~ o . Q.u esta incl. c cis L m.:; s i ;1::mifesta in V[1 ri nC'·(:i a tentennnn c nti, fugh s , i n pr ·.ìVVise es.?..l t::-,zi oni segui t e da r r:p ent ine cn.cl\tt P. , VG.r;hi tinori,
sttacc Px~. c. n ti ins~: i ('~ g.:: bili n re li t ti è.•.:; l r n ssa t (·· , ofi f.uci <" n egli o.nzinni o. c nus n di una l c:r o vGra :) suppos _tn. ir:~puri tà:· :r1aggi ore sfi cluci~:. in sè stessi: dubbi ..~ d.i fronte n.
tutt ·:; ciò che è -org::>..nizznto: l' c-mtrn.re in una c rgc.nizz a zi cne è Stmtit , , cr.l r:Jt; iHcnd.ere
(l': un r. pur e zzn. l or.iginEtrit:~ ~1el1' in ~"~i vi rluo , c e no p e rdc~ r~~ 1~· li b(!rt~. ( r:-_a 11lL.,ra ne.sccre
è (l e cadere? è r..sservirsi?): indifferenza, cr o giolnrsi in pi.grn. e bentn attcsn. Incnpaci eli cm~2inr.re 1ln. s oli quHsti inct 0cisi att (·m rlono che li gui (li. NC'n ve'd on o chiaraJ:.:ente nEÙ c or.plcss o di f0rze che si agi t:.1.n c 8 nspettr:mo che si !:lf-l nifesti un quicl
qur.lsinsi ad illu-:1inarli.Mn nessuno, in tenpi ccJr.r: questi, può OS f.-3 0rl:; ~ guidt~~
D' nl tre. parte tnle si tu2.ziono :l8ve eSSt~re in ·)gni ;;1Nlo suporrt,~, 8nzi tutto
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perchè [:.nch·:; nel più can i.t iclo dei casi può venire c onfusa c0n le vi l t~, in:'\.t!gn r., por
un u or·; o ; p o i perchè lr prudFJnte neutrB-lità nc:n gi cv~1 s.l paese ed un qu ".lsir.tsi nttcggir~ nent n purchè n on nngr.tiv o . vs.lc più (l,Qll 1 e.stensi one (il null:=:. dà ~ ·.: '-:-T,re nulla); infin ~.~ il gì c v o.ne d oYrà (ì.on.•~,ni render C•.:·ntc; del SU·:: atteggi~I< eritr:: (li r.: g[;Ì •
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·u·t~Il giove.nr-: . ·:~ · .:ivrà. cr:;rc:::.r'2: lasun strod[l, lavorr_n,.1,o ne;lt o d tL se.
"'n(,ur--. 1 1 e' 1'l ~
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vu principalè rli tal Cci ind.ecisione? è 1 1 oscurità.. Oscurità. per qunnt o riguarda i probL,r ,i ~ per qunnt~ rigunr (lf'. le s .:-·luzioni. ~l gi ~:.vane d. Dvrà quindi, nnzi tut t o , chi[1.ri-
- 24 l"e i p r ~)bl c.:mi, pGj. ricercr;.:ro le soluz1nrii. Chinr:1ro 1 'P'J"O'blent è in f <: n (lc ehiv.rirei.
~ on l fl ohi (!..l ':i.f'ic f·.zi '> n•'! il giovn.ne potrà giungere n surora:re l' ind.eoisi one. Ln ,l(H:i:3 i c·n Q v n r ;:·l~. r .:i i ,~..:~ p tifiO ·' ' !'Si
c on un att o ·li onestà che salver~. il gi . ovr.>rJe d i fr onte
f;p onté' n1 pt=i. ese . Di fr nnte , sè stess o perchè ' c e n eSS é) vir.ccrà l' nn~
g ns ciç. çl11:."! J :·, :1t :.. ~' ì:ié .('.'l i r:. , ili fr cmte ~l pneEle perchè il paese s ~.l'à sicur e: d i pc1ter
q ;:~ n t nr o su l f~: i r., v."'.YW ~-) UJ' une·. azi one pi"ot't.o ua. Con lr:. chi :.i.rezza snrà l r,. sincsrità che
si i r.·tp G~'l C: Z sir:,"Lli fich () J:·à s~~, lire in un arifl p iu · pura, più ricca ~1 i o ssigen( ~ . Con la
chi· ~1.r cz~;:ç. cr::,·l i r;r.,rà pas sa t n su · un t c~rr en ·:) p:i.ù s Dlido , avrà presr) c cnt a tt o c c n la re ...
a l tà. Ccn le çhi r1-rczz;:-. , frutt .o . ·~. i una. p r c~ bJ. eoa tic~. e .:l i una cri tic a in f c.r r.•e n :·m scet
ti c n ,;r~ f; .::t r <.mn. t~ C(;strutt i.vn ( ~'m oh(~ · se i J. n qstr o cu ore è r c,so dall e' sc c tticif:I!J(' corchi r.;:t.:) : i vinc E'n ·l. \ c ;. n un n. t t . . :~ :i. CC'r n{:,'t:i o )' sc o r:~ arir e bbe l n neo essi tà c.l i una prccnu~i :m c·. Il g i :::v a no , c onsci c) a ll or r: d.0 lla s u n. f orzr:. e<l entrat o c cn ' puro int un •:_i n t-:mt(.;
n Bè At.:~ s~ ·.) (:~ ,:l_ i
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i gL:v~·: ni , p :) ichè p r o bl r~r:.r:. ·~ J iscu ss i ~m ef c·rrl.nn o il t crrcnD (l' int c s(l, c cnune a tut~i.
Q,t lt'fl t ·· f!~ t t..:: ll J!l è p e rÒ bas t ov :., l E) p~:: r CI' C'?.r f: Unt'. SJ:' PCi 8 · r: i l F.-r g o lJlOYi sent r f c:•n flato
s ui pri n cir> i .-Jo1la ric e rc n . Un t Pl u n: ·v i ucnt t:. si tr o sfc·rnercbbc fncil ::1ente in un -parti t ·:: ~:> ::J l tr on .;-; ; C::=SS :) vcrn.:; bb e :-:::. l c g c.li zz c..r e un<="- s i tur..zir: no reale c gcn e:r a lo sì, na
tutt n i n ,:. ivi d.u .::-..l t:~ G c ~m ti.n gent e . ~P a. 1. (: p r--.rti t ,··- p : -) 1 tr ('m a p-otrebbe nnch r: CC·7:1cclm-.c:ntc
sf ; . ci ~r G in un trust d i int e r Ess i.
·;:: r .!f c r i C'.~lc quinç1 i r \"S t a rr: sul p i a n e-· t c oric e: , c1.i purP. pr obl e.,aticn.. L~ stP.ssn
cri ti c."l c:h c, h r.-, r3.c ~lo li t e: il f .~· scis r:: :: .:, gli i : :p r;c1 .i s c c ~,j rinffer rH~rsi p otrà inr~_ icn.re,
.' unqu :· , :•.1 g L .) vP.nc: l P. vi a rJ.E sc (zu irfl ; ~; o r n t:: zz o é.~.i c ss n fli p o trà intrapren de r (~ l' n
pe r rt .~. i 1i.sinfn zi nnD ,ì_r:,l virus c h e~ dcbili tò c osì g ran pnrto J.ellà gi: ~vcntù i t~tli~na.
Bi f:l.~gn c:Tà . ; un qu G re r chi ~l.rir s i l~ J rro . e . p c~ rsi pr obl emi dni quali scaturirr-mn r
· s r_·lu.zi •ni, nu cvi J:T :")bl ;:, n i, nu ov G r:3 oluzi oni; biS GGl'F'rà di vulgl:'-r e il rr -~ bl r:;··tn _ in éli.
n _-n ::wr:o.nn c. pe rò or t i c cnc hiusi. e d. ivul ngr (-~ p :;i l n s oluzi on e su sco.ln più
Yf:. s t 0. • .N e ll ~-::, fcbbril 8 n ttivith che ogni gi ov ~--n o p c trà svolge re si ·.·intur ernnno in lui
qu .) l .Ì ..' :C rz <·; s h c l () r on .-l. . ::r A:nn (' P.tt o a s o st(:mere unr·. rn.rt c rl.e fini t P. •" si.ncera nella
v i ·b . ·1, ·l i t i c."_.
R..; n.scirh il r~i :J v<mo a c :; l nare l o s p acc o paur () SO che c'è in lui tra S()Ciali t à
•. : lib ertà s (; nza snc rific ·-tr <~ l 1 un a a ll 1 a l tr a ? A qu es t ·":'· n on si può risp ònd8r t3 . QÙ.ol
c h e hrv rt :~ è c c rc::·.r r~ ·li C'' l :-'lorl o . Ne ll o s forz o alln chiarezza il g i ovane p otrà snlv :-..r si. o . U f.:Hl(m -~ c c ~m un n tt o l'! r '.l i t o dall e. turri s eburn12·n nella qual e si ~er~ rinchius o
c -.·n 1 :-. ~~ u n ut .; n i n e :)...r~ sua "libertas", n.m.P.nti, qu es t G ·; ~. e rn.vigli:'ìse sì r-..,. ing~.nn:e'.ro1:t ..
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L'UNITÀ EUROPEA
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Luglio-Ago~to 1944
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VOé:E DEL!tM0VIMENTO FEDERALISTA EUROPEO
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Abbiamo già informato - sull'ultimo
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numero di que·f>to giornale - dei primi ·
lavori preparatoTi per un convegno dei
rappresentanti dei movimenti di resistenza dei dive·r si paesi, allo scopo di raggiungere un accordo sulla politica da
svolgere· in comune per realizzare·, alla
fine della presente guerra, l'unità federale europea.
In attesa che· le circostanze consentano
un tale· convegno, in cui rappresentanti
debitamente autorizzati dei diversi movimenti di resistenza appongano la loro
firma f>U un testo di dichiariazione definitiva, pubblichiamo il progrett o di dichiarazione col quale i lavori preparatori si sono conclusi.
. Non crediamo ci sia bisogno di .spen4~e parole per mettere in rilievo l'im·k ff,:ri:a.nza di questo documento·. Invitiamo
~ .., . .. ~tti i n?stri amici a disc~terlo ed ~ fare
:··· , : ..~'t>a...._ma. ssrma propaganda m seno a1 loro
' .1.'
· : paatti:ti perchè l'inizia.ti va possa essere
~:l.;: · ·· portata al più presto a buon fine.
·• ' ·~·'.•
Si.amo info-rmati che, prima della chiuf>Ura del lavori preparatori, dall'Italia
erano giunti a.l Comitato provvisorio inte-rna.zionale di collegamento le a desioni
di massima. d el Movimento F ederalista
Europeo, del Partito d'azione, del Partito
cristiano--sociale·, d.e i Partito liberale e
del Partito repubblicano·, i quali avevano
nominato dei dele·g ati per discutere, ed
eventualmente approvare, il testo definitivo di dichia.razione. Il Partito comunista ed il Partito socialista si erano,
per il momento limitati a nominare degli
<< of>servatori » , Dal Partito democristiano
non era ancora giunta la riposta.
Il Comitato provvisorio si sta interessando per far partecipare all ' iniziativa
dei rappresentanti dei Movimenti di resistenza belgi, !treci, e degli altri paesi
europei.
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N. 5
Il progetto di dichiarazione federalista
dei movimenti di resistenza europei
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« Quelques militants des mouvements
de résistance dfl Danemark , de France,
d'Italie, de No ~vège, des Pays-Bas, de
Pologne, de Tchfcoslovaquie et de Yougoslavie, et le représentant d'un groupe
de militants anti-nazis en Allemagne, se
sont réunis dans une ville d'Europe occupée !es 31 mars, 29 avril, 20 mai et
7 juillet. lls ont élaboré le p·r ojet de déclaration ci-dessous qu'ils ont soumis à
la discussion et à l' approbation de leurs
mouvements respectifs et de l' ensemble
des Mouvements de Résistance européens. Ils estiment opportun de faire connaitre dès maintenant leur projet à l'opinion publique internalionale sous réserve
de le publier dans sa rédaction définitive
dès qu'il aura été accepté par !es mouvements, groupes et partis auxquels il a
été soumis :
I
La résistance à l' oporession nazie
qui unit les peuples d'Europe dans
un mème combat a créé entre eux
une solidarité · et une communauté de
.
but et d'intérèts qui prennent toute
leur signification et toute leur portée
dans le fait que les délégués cles
mouvements de résistance européens
se sont réunis pour rédiger· la présente déclaration où ils entendent
exprimer leurs espoirs et leurs volontés quant au sort de la civilisation
et de la paix.
Les hommes libres qui font partie
aujourd'hui cles mouvements de résistance ont conscience que la lutte menée inlassablement sur le front de la
Résistance intérieure, malgré la terreur, contre la machine de guerre ennemie est une contribution positive
importante à la lutte menée par les
Nations Unies et qu'elle justifie pour
leurs pays le droit de participer à
l' édification de la paix et à la recon.struction de l'Europe au meme
titre que les autres puissances victorieuses.
Souscrivant aux déclarations essentielles de Ja Charte de l'Atla.ntiaue.
ils affirment que la vie de leurs p·eu~
ples doit ètre fondée sur le respect
de la personne, la sécurité, la justice
sociale, l'utilisation intégrale cles res- ·
sources économiques en faveur de I.a
collectivité tout entière, et l'épanouissement autonome de la vie nationale.
II
blème européen doit faire l'objet d'une solution plus directe et plus radicale,
III
La paix européenne est la clé de
voute de la paix mondiale, En effet,
dans l'espace d'une simle génération,
l'Europe a été l'épicentre de deux
conflits mondiaux qui ont eu surtout
pour origine l'existence sur ce continent de trente Etats souverains. Il
importe avant tbut de remédier à
cette anarchie par la créatiop. d 'une
Union Fédérale entre les peuples européens.
Seule une Union F édérale permettra la participati'on du peuple allemand à la vie européenne sans qu'il
soit un danger pour les autres peuples.
l
Seule une Union Fédérale permettra de résoudre les problèmes cles
tracés de frontières dans les zones
de population mixte qui cesseront
ainsi d'ètre l'objet cles folles convoitises nationalistes et deviendront de
sirri:J2les questions de délimitation territ2riale de pure compétence admit;tistrative.
Syule une Union fédérale permettra
la sauvegarde cles institutions démocrafiques de manière à empecher que
les · pays n'ayant pas une suffisante
maturité politique puissent mettre en
péril l'or dr e généra};·
Seule une Union F édérale permettra la recons~ruction économique du
continent et hi suppression cles monopoles et cles autarcies nationales.
Seule une Union F édérale permettra la solution logique et naturelle
d es problèmes de .l' accès à la mer
cles pays situés à 1'intérieur du continent, de l'utilisation rationnelle cles
fleuves qui traversent plusieurs Etats,
du contrale cles détoroits et, d'une manière générale, de la plupart cles problèmes .qui ont troublé . les relations
internationales au cours de ces dernières années. ""'
Ces buts ne peuvent ètre atteints
que si les divers pays du monde acceptent de dépasser le dogme de la
souveraineté absolue cles Etats en
s'intégrant dans une unique organisation fédérale.
Le manque d'uniformité et de cohésion qui existe encore entre les diverses parties du monde ne permet pas
de parvenir immédiatement à la création d'une organisation rassemblant
toutes les civilisations sous un gouvernement fédéral unique. A la fin
de cette guerre, il faudra se limiter
à créer une organisation mondiale
moins ambitieuse, susceptible cependant de se développer dans le sens
IV
de I'unité fédérale, dans laquelle les
grandes civilisations qui en constitueIl n'est pas possible de prévoir dès
ront les assises auront pour mission
à présent les limites géographiques
d'assurer la sécurité collective. Mais ~ de l'Union Fédérale qui pourra assuelle ne pourra ètre un efficace ins- · rer la paix de l'Europe. Il convient
trument de paix qu'à condition que
de préciser cependant qu'elle devra
ces grandes civilisations soient orgaètre dès le début assez forte et assez
nisées de telle manière que l'esprit
large pour qu'elle ne courre pas le
de paix et de compréhension puissent
risque de n'ètre qu'une zone d'inprévaloir.
fluence d'un Etat étranger ou de deC'est pourquoi, dans le cadre de
venir l'instrument de la politique hécette organisation universelle, le progémonique d'un cles Etats membres.
v
La paix qui naitra de la guerre devra etre fondée sur La justice et le
progrès et non sur la vengeance et la
réaction ; mais elle devra aussi etre
implacable envers tous les criminels
de guerre dont l'impunité serait une
insuHe au sacrifice des mods de la
guerre et en particulier cles héros
anonymes de La Résistance européenne. L'Allemagne et ses satellites devront participer à la reconstruction
économique cles régions qu'ils ont dévastées, mais l'Allemagne devra etre
aidée et, s'il le faut, contrainte à
transformer sa structure politique et
économique, afin qu'elle puisse s'intégrer dans l'Union Fédérale. Pour cela, elle devra etre totalement désarmée et soumise temporairement à un
contròle fédéral dont les tàches principales seront les suivantes :
'
Confier le pouvoir aux éléments
sincèrement démocretiques qui ont
mené contre le nazisme un combat
sans équivoque.
2
ALGER, 14 (Reuter). RadioAlge.r a décla!'é que des mllitants de
la résistance dans les divers pays
.d'Europe viennent de tenir leur première réunion internationale quelque
part en Europe occupée. Les militants de la résistance ont décidé de
rester en contact étroit et de coopérer par tous les moyens dans la lutte
commune et dans l'organisation de la
paix.
l'appello di «Combat » alle Resistenze europee
« J e sais pour e n auoir recueilli maintes preuues que dans chaque pays de
l'Eurape accupée, !es hammes de la Résistance ont une valanté et des espairs
qui cancordent étrangement auec !es notres.
» Comment d' ailleurs e n serait-il autrement?
» Pendant des mais et des années, ils
ant uécu de la meme vie, subi !es memes
p-riuations~ encauru !es memes dangers
et mené le meme cambat. Ils luttent
cantre le meme ennemi et cantre la
meme idéalagie paur un meme idéal de
liberté et de justice.
» Eux aussi ont faif, camme nous, leur
examen de canscience. Ils sauent camme
naus que leur diuisian a causé leur laiblesse et que seule demain l'union lera
nofre force.
» C'est pourquoi du haut d e celte tribune je !ance un appel à taus !es hommes de la Résistance européenne. Je leur
demande de discuter ce que vaus aurez
décidé. Si naus sammes entendus, naus
l·
UE
lorgerans ensemble le premier maillan
de la chaine qui demain unira !es peuples libres. Alars un grand espoir naitra•
paur l'Eurape. »
AH
Il 25 e 26 marzo u. s. si è tenuto ad
Algeri ii · primo Congresso g,e nerale· del
movimento Combat, la federazione dei
gruppi di resistenza gaullisti, che dal
1O novembre 1943 partecipa con tre dei
suoi rappresentanti al Comitato francese
di Liberazione Nazionale, con funzioni
di governo provviso-rio.
Nel rapporto presentato da Henry
Freney vennero stabiliti i principi gene rali di orientamento del movimento, e fu
lanciato il seguente appello a tutti gli
uomini della resistenza :
UE
*
AH
* *
La prima notizia degli accordi preliminari su questo pro·g etto· di dichiarazione è stata data, dall'Agenzia Reuter
nei seguenti termini, in cui l'hanno riporta t a tutti i giornali svizzeri del 14
luglio:
sempre più onnipotente di fronte ai cittadini l'apparato assolutista dei vari stati
europei, e riducendo le istituzioni libere
a sottili ve;.rnici che saltano regolarmente
un,itari nei quali l'amministrazione di
Nell 'epoca intercorsa fra la prima e la
via non appéna la compag,ine statale si
q uasi tutti gli affari collettivi è svolta da
seconda guerra . mondiale si erano andati formando in tl;ltti i paesi r uropei . un 'apparat o bUJ:,ocratico che riceve tutti · trova innanzi a dross f diff icoltà.
Quantunque alcune· forme più morbose
stati d'animo 'e corr ~ti politiche avver sei; gli o~~ini <dall a capitale. Questo tipo di
di centralismo possano e debbano domani
stato·, • ~orto nella lotta contro il feudaleai regimi democr~J,tici:. In una serie di
essere eliminate, e quantunque nei movisimo e fortemente consolidato nell'epoca
paesi le istituzioni politiche libere soggiamenti di resistenza dei vari paesi ci siano
delle monarchie assolute, è stato portato
cquero a questo nuovo indirizzo ; ed
notevoli co1 renti desiderose di operare in
a compimento da Napole·one, ed imianche in tutti ,&li altri paesi che pure
tàl senso, e da pensare che corpi autotato in quasi tutti gli altri stati europei.
riuscirono a conservare le strutture denomi capaci di far da contrappeso in modo
mocratiche, la tendenza to-talitaria comini'
Nel corso del secolo decimonono i moefficace all'autorità centrale non possono
ciava a minare ed a screditare più o
vimenti liberali e democratici hanno ceressere crea ti per decreto·, ma debbono
meno profondamente. lo stato democracato, in forme e con . fortune diverse nei
fondarsi su un geloso senso di autonomia
tico, il quale era dovunque ridotto sulla
diversi paesi, di sottolnettere questo cendei membri del gruppo stesso. Invece i
difensiva e perdeva una posizione dopo
tralizzato apparato al contr ollo di un
principali popoli europei - e basti qui
l'altra. Democrazia e libertà politiche
parlamento, creando così un compromesso
ricordare francesi, tedeschi ed italiani sembravano ormai cose appartenenti og,ni
fra stato· assolutista e stato libero. Tale
sono ormai tradizionalmente abituati a
giorno più ad un passato irrevocabile.
compromesso poteva però durare solo a
rivolgersi per tutti i loro bisogni collettivi
Il frutto che l' << era delle tira,nnidi » ci
patto di conservare· ridotte al minimo le
alle rispettive capitali. L'ulterior~ rafè venuto assai rapidamente· maturando è
funzioni dello stato. Ogni allarg,amento di
forzarsi di strutture socialiste:·, che è sicul'attuale guerra co i suoi odì, massa cri e
questo significava infatti un rafforzarsi
ramente da prevedere, anche se ben diffidemolizioni. La mostruosità hitler iana,
dell'elemento burocratico-assolutista, e
cilmente assumerà la forma del collettiche ha travolto l'Europa ed il mondo
rendeva il compromesso più precario.
vismo, porterà comungue· ad una ulteriore
neJla rovina e min?.ccia di far scomparire
Ora, la linea di sviluppo della vita poliestensione· delle funzioni dello stato.
ogni residuo di civilità umanistica sul
tica moderna è stata precisamente nel
Gli unici ragruppamenti forniti di forte
nostro continente, ha però portato ad
senso della continua estensione e consenso dei loro interessi e capaci di tener
un netto· capovolgimento delle scale dei
centrazione delle funzioni dello stato.
testa alla potenza, dellç> stato unitario,
valori nel campo politico. Democrazia e
Diversi motivi spingevano in questa diresono o·ggi i gr·o ssi raggruppamenti di intelibertà ~ cui ci si accingeva a volgere
zione.
ressi economici organizzati. Ma ·essi non
le spalle - son tornate in onore, e costiIn primo luogo ciò era in una certa
costituiscono centri sani di vita 'autotuiscono la bandiera ideale per cui lotmisura tecnicamente inevitabile. L'intennoma . Sono l'equivalente. moderno delle
tano tutti i popoli. Oggi non è . p\ù nesificarsi dei rapporti fra i vari territori
antiche baronie feudali ___, fomiti di anaro~s~ario far l'apologia dell'ideale demoche componevano lo· stato· faceva sorgere
chia e non centri di libertà. Uno dei com.,.. <f.ìltico e libera.le, perchè chiunque lotta
bisogni pubblici comuni a tutti. i quali
jp?ntro Hitler lo professa. Ciò significa non potevano essere soddisfatti adegua- piti principali della demo•crazia di domani, e che sarà certamente eseguito in •...
tamente dalle singole regioni in modo
~ ~~:·. ·r:·~ç_,he· per tutti ~li stati europei che ritromisura assai radicale, è per l'appunto · la
autonomo senza che ne sorgesse un gran
~ .~ '
·' ._~V~ flnO dopo la ~uerra la loro indipen!oro abolizione o il 1om imbrigliamento
disordine. La gestione dei grandi mezzi
..._ ":'.:..;.· · · pea~enza, .non. sarà praticamente p~ssibile
ne.Jl' interesse dell'intera collettività.
· • ,~-·
pensare d1 engere altra forma d1 sta t o
di comunicazione, le misure generali di
Bisogna perciò concludere che, quanche non sia. quella democratica. Ciò sarà . igiene e di polizia, la difesa militare,
tunque gli stati moderni siano oggi troppo
imposto dalla passione· stessa popolare e
un'omogenea legislazione civile e commercentralizzati e troppo carichi di funzioni
dal sangue versato. La stessa Germania,
ciale, ed altre analoghe funzioni avevano
pubbliche per essere ancora conciliabili
che probabilmente resterà sottoposta per
in misura crescente una sfera territoriale
'l
co:r;t la libertà politica, non esistono più
un certo tempo ad ·una amministrazione
di applicazione che si estendeva all'intero
nei' loro territori forze: indigene abba·centrale costituita dal concerto delle postato, e quindi non potevano essere asl
stan~a energiche da imporre le necessarie
tenze vincitrici, dovrà ricostruire la sua
solte che dall'apparato statale centrale.
;struttura politica. su basi democratiche.
Per un altra parte questo· concentra- · lintitazioni all'autorità del governo.
1
Sarebbe tuttavia un errore credere che
mento era dovuto al prevalere nei vari
~er renderei infine pienamente conto
l'attuale· diffusa passione democratica e
stati delle correnti democratiche, • che,
dell.è difficoltà di una rinascita demovolendo spezzare le forme di privilegi tutliberale costituisca una troppo saldà gacratica occorre tener presente che non si
tora esistenti, tendevano a tutto livellare
ranzia della vitalità delle· rinnovate depuò nemmeno contare sul peso· della trasotto il potere centrale·. La tendenza
mo-crazie europee. Anche la pdma guerra
dizione di una lunga pratica liberale dei
delle democrazie all'e·g uaglianza porta ad
mondiale si era conclusa con una demopopoli e dei loro futuri governanti. Le
eliminare i corpi intermediari, a concencratizzazione generale dell'Europa. E tutabitudini a risolvere le proprie difficoltà
trare la volontà generale dei cittadini in
tavia nell'atto stesso in cui questa si
coi metodi della libertà sono deficienti
un · atto unico, che si manifesta in una
compiva aveva inizio il generale moto
in quasi tutti i popoli del continente e
istituzione rappresentativa unica, e viene
degli spiriti verso le tirannidi. Le passono state ancòr più attenuate da questi
realizzato da un governo unico. Questa
.sioni sono essenziali per riuscire a creatrenta anni di guerre e· rivoluzioni. La
tendenza, giustificata quapdo tende a
re, ma sfumano rapidamente e servono
grave miseria e l'incerte-zza dell'avvenire,
distruggere i corpi interme·d ì feudali, fonperciò ben poco allo scopo di conserche attanaglieranno per un certo numero
dati sulla violenza e sullo· sfruttamento,
vare. Una politica democratica lung,imidi anni milioni di. uomini rovinati e
si estende facilmente anche a quelli che,
rante deve guh da.re al di là di esse
sradicati dalla guerra, costitueranno,
pur essendo fondamentalmente democraper individuare , i punti deboli della ricome han sempre costituito, il terreno
tici, ostacolano la formazione di un'unica
nascita democratica eumpea e per riupiù favorevole che ci si possa imaginare
volontà generale.
scire in tal modo· a creare qualcosa di
per la trasformazio·n e della democrazia
duraturo.
in cesarismo·. Ed anche i governanti di
Aggiungiamo il progressivo affermarsi
domani, benchè anim~ti oggi da un sincero
delle tendenze socialiste, che, in modi e
Creare· istituzioni democratiche nei varì
amore per la libertà, proverranno in quasi
per motivi talora sani e talora malsani,
paesi europei è un compito relativamente
tutti i principali paesi europei, non da
portano all'attribuzione di crescenti funfacile. Dopo il crollo dei regimi autoritarì
una normale vita democratica, ma dalle
zioni economiche allo stato, il quale asè naturale che si ricorra alle forme, ricospirazioni e dhlJ.e lotte armate - sasume la gestione di un notevole numero
conosciute oggi universalmente come leranno cioè molto ' più proclivi a comdi imprese, e deve assorbire una non
gittime fra i popoli europei, delle assemprendere la politica della violenza che
trascurabile parte del reddito dei cittablee popolari, dalle quali sorgano nuovi
quella della libertà.
dini per svolgere i servizi pubblici di
governi. Perchè la libertà politica sia salgiustizia sociale.
Per superare queste difficoltà i liberali
damente fondata occorre però che essa
Infine le stc:.s se trasformazioni avve- .,. conservatori vorrebbero ristabilire l'antico
pervada tutto l'organismo statale. Ora in
equilibrio fra forze democratiche da una
nute nell'economia, e· che in misura cretutti i paesi europei - ove si eccettuino
parte e istituzioni e· gruppi autoritari scente hanno trasformato l'economia di
le antichissime comunità libere della Gran
quali le monarchie, le aristocrazie ferriere
mercato in economia di gruppi di inteBretagna, dei Paesi Bassi, della Scandied industriali, il ceto degli ufficiali ressi coalizzati, ha costretto sempre più
navia e della Svizzera, nelle quali la
dall'altra. La libertà politica si era fonlo stato a divenire il pianificatore censtruttura statale meglio corrisponde alle
data nel corso del seco·l o XIX in gran
trale del sistema economico nazionale.
esigenze di libertà - in tutti gli altri
parte proprio su tale equilibrio. L'elemento
Tale· sviluppo ha sconvolto il fragile
paesi la struttura dello stato è antitetica
autoritario non era più tanto forte da
compromesso stabilito faticosamente nella
a queste· esigenze, I vari popoli sono insoffocare le libertà popo·l ari, e le fo·r ze
se·c o·n da metà del secolo scorso, tendendo
fatti organizzati politicamente in stati
Democrazia e federazione in Europa
U
VI
Les Mouvements de Résistance
soussignés reconnaissent la nécessité
d'une participation active cles Nations
Unies à la résolution du problème
européen, mais demandent que toutes
les mesures qui seront prises entre
la cessation cles hostilités et l'établissement de la paix soient prises en
fonction d es exigences de l' organisation fédérale.
Ils font .appel à toutes les forces
spirituelles et politiques du monde,
et en particulier à celles d es N ations
Unies, pour qu'elles les aident à at-
teindre les buts indiqués dans la présente déclaration.
Ils s'engagent" à consid,trer leurs
problèmes nationaux respectifs comme des aspects particuliers du problème européen général et ils décident de constituer dès à présent un
bureau permanent chargé de coordonner leurs efforts pour la lihération de leurs pays, pour l'organisation
de l'Union Fédérale cles peuples européens et pour l'instauration de la
paix et de la justice dans le monde.
HA
E
-
Reconstruire un Etat démocratique et décentralisé où il n'y ait
plus trace du bureaucratisme et du
militarisrile prussien,
Exiger la destruction radicale du
système féodal agraire et industrie!.
'I'ntégrer ' t'industrie lourde et chimique allemande à l' organisation
industrielle européenne, afin qu' elle ne puisse plus etre utilisée pour
cles fins nationalistes allemandes.
Empecher que l'éducation de la
jeunesse allemande soit faite selon les doctrines nazies, rnilitaristes et totalitaires.
leone Ginzburg ed Eugenio Colorni
Leone G inzburg ed Eugenio Colorni
sono stati assassinati dai nazi-fascisti
a Roma, prima dell'arrivo delle truppe alleate. Avevano passato parecchi
anni nelle carceri ed al confino sotto
il regime fascista ; erano stati tra gli
iniziatori del Movimento Federalista
Europeo ; avevano partecipato al primo convegno federalista di MiLano il
27 e 28 agosto ; dirigevano il Movimento federalista in Italia dopo l'occupazione tedesca.
Leone Ginzburg era nella direzione
del Partito d'Azione ed incaricato della
redazione del giornale « I tali a libera ».
Eugenio Colorni faceva parte della
d irezione del Partito socialista, comandava le più ardite squadre d'azione cittadine, ed e1.1a redattore capo
dell' « Avanti »,
Segniamo qui solamente i loro nomi. Il miglior modo di onorare la loro
memoria è di continuare nella strada
da loro indicata. Non é il momento
questo per commemorazioni, e per
rimpianti. In un domani - ·che ormai
tutti senHamo vicino avremo la
possibilità di ricorrdare la loro grandezza ed il loro eroismo.
HA
EU
De plus, elle devra etre ouverte dès
le début aux pays appartenant entièrement ou en partie à l'Europe, qui
pourront et qui voudront en devenir
membres.
L'Union F édérale devra etre fondée
sur une déclaration cles droits civils,
politiques et économiques qui garantira le libre développement de la personnalité humaine et le fonctionnement norma! cles institutions démocratiques et sur une déclaration cles
droits cles minorités à une existend~
autonome qui soit compatible ave·c
l'intégrite cles Etats nationaux dont
elles font partie.
L'Union F édérale ne devra pas porter atteinte au droit de chacun cles
pays membres de résoudre ses problèmes particuliers conformément à
ses caractéristiques ethniques et culturelles. Mais, compte tenu cles expériences et cles échecs de. la S. d. N.,
les Etats devront abandonner irrévocablement à la fédération les attributions de leur souveraineté concernant la défense de leur territoire, les
rapports avec les puissances extérieures à l'Union F édérale, l es échanges
et les communications internationales.
L'Union Fédérale dev11a posséder
essentiellement :
1. Un gouvernement responsable non
pas envers les gouvernements cles
divers Etats membres, mais envers
leurs peuples sur lesquels il devra
pouvoir exercer une juridiction directe dans les limites de ses attributions.
2. Une armée placée sous les ordres
de ce gouvernement et excluant
toute autre armée nationale.
3. Un Tribuna! supreme qui jugera
toutes les questions relatives à l'in·
terprétation de la Constitution fédérale et tranchera les différends
éventuels entre les Etats membres
ou entre les Etats et la fédération.
3
1) Inghilterra e Stati Uniti non hanno
avuto questa Frattura, e ciò può contribuire a spiegare la diflicoltà che provano a comprendere oggi le esigenze del~
la democrazia combattente europea, ed r
continui veri e propri arori psicologici
che hanno commessi in quasi tutti i paesi
europei, volendo poggiare sulle forze co~­
servatrici ed illudendosi di lavorare m
tal modo' per la democrazia. E' caratteristico che l'U. R. S. S. , la quale ha conosciuto questa Frattura, abbia invece compreso molto meglio il significato di quel
che accadeva nei paesi europei, benchè
non abbia alcuna vera comprensione per
le loro esigenze democratiche.
__.j
che sollevarono le più indignate proteste
ed accuse nella stampa neo-fascista contro il << rinunciatario », venduto allo stranier·o·, ma che·, evidentemente, avevano
scarsa importanza, perchè il governo italiano ha ben poco ·,da dire oggi su tali
questioni) ; soste~ne · che 1gli aHéati avt"eb- ,
bero dovuto restituire te colonie libica,
eritrea e somala all'Halia' e ~ in risposta
alle pretese iugoslave sull'Istria - non
seppe· suggerire altro che l'offerta di
Fiume con il territorio contiguo quale
sede di una nuova Società delle Nazioni,
più potente e meglio organizzata di
quella che: era a G inevra.
La politica estera italiana
Le· dichiarazioni sulla politica estera
italiana da parte degli antifascisti che
hanno assunto la responsbilità del governo sono ancora troppo· scarse perchè
possiamo dare un giudizio definitivo sull'indirizzo che intendono seguire·.
Ma non possiamo dirci soddisfatti di
quello che finora sappiamo . .
*
*
*
*
AH
UE
Invero ci aspettavamo molto di pm e
di meglio dal Conte Sforza, Comprendiamo benissimo le difficoltà che egli
aveva a parlare europeo, se non voleva
urtare le suscettibilita dei governanti
delle nazioni unite, i quali oggi progettano la ricostruzione dell'Austria, vogliono dare alla Polonia dei compensi
nella Prussia orientale per la cessione
di territori alla Russia, pensano a spartire l'Europa in zone di influenza ed a
ricostruire una Santa Alleanza a beneficio dei vincitori. Ma non siamo affatto
convinti che fosse ne·c essario preoccuparsi
troppo di tali susceHibilità. Il suo prestigio, la sua influenza morale sarebbero
completamente sciupate se· Sforza si contentasse di assumere la figura di curatore
della., azienda fa.llimentare fascista, per
~l:r'"fe il salvabile dello stato· nazie>nale
i~~?o. L'Italia si salva solo assumendo
·~ ~·. ·G~.'~.~iva di una politica ester~ audace~·.~
m n t~ Mnpostata sulla comprenswne delle
..., ~~; · · più p rc;>fonde esigenze della nostra epoca.
.,, "','·~~ Non sono· i problemi della attribuzio·n e
. • del territo·r io del Montenegro, della Albania, delle Isole del Dode·c aneso, dell'Istria,
delle Colonie, i problemi che oggi veramente· contano· ; quel che veramente importa, invece, sono i principi in base ai
quali va costruito l'ordine nuovo in Europa e nel mondo. Mussolini, Hitler, non
sono la causa di tutti i nostri mali. Se
non fossero esistiti Mussolini ed Hitler,
altri sarebbero stati al loro posto. E se
la guerra avesse tardato ancora qualche
anno· a scoppiare avremmo assistito
all'instaurazione di regimi dello· stesso
tipo di quello fascista anche in paesi che
hanno una più antica tradizione di vita
democratica. Alla prova del fuoco abbiamo riconosciuta quale cancrena già
mina va la vita della Francia, della N o·r vegia, dell'Olanda, del Belgio e degli
altri paesi democratici.
Qualunque soluzione venisse data nel
trattato di pace ,agli innumerevoli problemi che nascon6 dai rapporti internazionali in Europa quando ci si ponga dal
punto di vista della sovranità assoluta
degli stati, la conservazione di tale sovra.nità po·r terebbe di nuovo· inevitabilmente alla corsa agli armamenti, allo
spezzettamento· del mercato europeo in
tanti piccoli compartimenti economicamente non comunicanti fra loro, a regimi
dittatoriali e - a breve· distanza di tempo
- ad una . nuo-va conflagrazione generale.
Chi ha chiara questa tragica prospettiva
davanti alla mente, capisce la vanità di
soffermarsi sul problema dei confini del
proprio statn nazionale ; non guarda a
Fiume quasi fosse l'ombelico del mondo.
Noi ci aspettavamo che il Conte Sforza,
fin dal primo momento della sua dcomparsa sulla scena della vita politica
ita.liana, si rivolg.esse alle forze progressiste' di tutti i paesi - anche se oggi
hanno scarsa influenza sui governi delle
Nazioni Unite ~ parlando chiaramente
europeo ed indicando nel deciso supera-
U
*
UE
HA
E
~:
Subito prima di entrare a far parte
del governo, il Conte Sforza, il 3 marzo,
concesse una intervista al New-York
Times.
Il Conte· Sforza, diplomatico di carriera, ministro degli esteri nel gabinetto
Giolitti, contro la canea dalmatofila nazionalista, concluse il trattato di Rapallo
che dove·v a essere· la base di rapporti
amichevoli con la Iugoslavia e coragiosamente assunse la sua parte di responsabilità per incidere il bubbone fiumano,
sgonfiando in poche ore il mito d'Annunzio-. Da. Parigi, dove si trovava come
ambasciatore, mandò,
immediatamente
dopo la marcia su Roma, le sue dimissioni con un teleg,ramma che, reso pubblico su tutti i giornali, fu il più clamoroso- schiaffo che Mussolini potesse in
quel momento ricevere·. Dopo d'allora, a
lato di Amendola, fu uno dei dirigenti
dell'opposizione legale al fascismo fino
alle leggi eccezionali del 1926, quandoriconoscendo che la battaglia costituzionale era perduta. - andò esule· in Francia. A Parigi, a Londra, in America, guadagnandosi d a vivere come pubblicista e
come insegnante universitario, continuò la
propaganda contro il fascismo, sempre
richiamando~i all'insegnamento· di Mazzini e parlando un linguaggio europeo,
supernazionale, contro· il principio della
assoluta sovranità degli stati. Fu il Conte
Sforza che presentò la dichiarazione approvata al congresso di Montevideo - a<
cui partecipara.no·, nell'agosto del 1942,
migliaia di italiani convenuti da tutte le
parti dell'America - l a qual e al 7° punto
affermava : << La politica della nuo·va. Italia si baserà sul principio della solidarietà internazionale, riconoscendo che non
vi è posto- per l'anarchica indipendenza
degli stati nazionali. Gli italiani collabareranno alla soluzione dei problemi internazionali alla sola condizione che le
questioni italiane non sian? considera.t~
come tali, ma come parte mtegrante de1
problemi europei. »
. Dati questi precedenti pensavamo che
il Conte Sforza fosse l'uomo più indicato
per dirigere la politica estera italiana nel
senso• da noi auspicato·. Se anche, per ragioni contingenti, non poteva assumere !l
podafoglio degli esteri, dove~a~o const:
derarlo come il nostro vero mtmstro degh
esteri : un ministro degli esteri capace di
prender l'iniziativ?; di una p~litica. e.stera
lungimirante, nell mteresse d1 tuth 1 popoli europei.
Invece, nella intervista del 3 marzo almeno nella forma in cui fu trasmessa
dalla radio - il Conte Sforza fece delle
dichiarazioni quali le avrebbero potute
fare qualsiasi vecchio· uo~o·. politic~· eh~
ancora vedesse i problemi mternazwnah
dal ristretto punto di vista degli, int;ressi del propro paese. Disse che l Itaha
avrebbe dovuto re·s tituire le isole del Dodecanesn alla Grecia, se le loro popolazioni lo avessero richiesto con un plebiscito ; deprecò i motivi dinastici interessati all'autonomia del Montenegro
contro la Iugoslavia ; affermò che si sarebbe dovuto ricono~cere l'indipendenza
dell'Abissinia e dell'Albania (tutte cose
AH
rosa, sia al centro· che alla periferia della
federazione. Quando uno stato è già centralizzato-, come lo sono i principali stati
europei, il tentativo· di trasforma~lo. in
stato federale· si urta contro grandu;s1me
difficoltà. C ertam~nte non bisogna tralasciar nulla per realizzare· il massimo di
'decentralizzazione e di autonomie· locali,
ma ·q·uando si astragga da casi speciali
quale· quello dello stato jugoslavo,
di recente formazione e costituito di
gruppi nazionali fortemente desiderosi di
larg.a autonomia - non è da sperare che
si possa riuscire facilmente a limitare i
poteri dello stato nazionale mediante
concessione di autonomie· verso il basso.
Lo stesSO" fatto che per ricostruire gli
stati democratici si svilupperà subito in
tutti i paesi un giuoco di grandi partiti
popolari di dimensioni nazionali, i quali
si batterano per dare la loro impronta
a.llo stato· nel suo· complesso, non può
certo contribuire alla tormazione di interessi politici locali diffeT'enziati. ·
Se la libe·r tà democratica. si vuoi salvare col metodo della costituzione federale, il senso in cui bisogna lavorare e
da cui c'è da attendersi un buon risultato, a.ssa.i più che quello estrema.mente dottrinario· della cessione di
poteri sovrani dello stato naz-ionale ad
organi inferiori, è quella seguita effettivamente da tutte le federazioni esistite nel
mondo, e che consiste nella riunione di
più stati e nella cessione di alcuni poteri
statali ad un organismo po-litico comune
·supe:riore.
Una democrazia sana non può oggi
sorgere in Europa che su scala europea.,
mediante la creazione di un'unione federale europea. Gli interessi politici e economici di ordine europeo· sono tanto
gravi ed estesi da alimentare una intensa
vita. po-litica federale, se i principali stati
si de·c ideranno· a creare un tale potere
fornito degli effe:ttivi attributi statali de·mocratici. E, d'altra parte, pur rinunziando alla sovranità nel campo militare, doganale, monetario, e in quelle altre sfere che sono di interesse comune
dell'intero continente, i singoli stati nazionali continuerebbeT'o ad avere una assai forte vita pubblica,
Tutte le gravi difficoltà della ricostruzione del dopoguerra potrebbero in tal
caso- essere affrontate con la sicurezza
che i metodi della democrazia e della
libertà non correbbero il rischio· di naufragare a mezza strada. La stessa relativa
debolezza della coscienza liberale nei
popoli europei della nos.tra gener~zion~
invita ad una tale so·l uzwne. La hberta
dovrà, per un tratto• di tempo· abbastanz.a
lungo, fondarsi in Europa più su un eqUIlibrio di instituzioni che su una effettiva maturità politica dei popoli europei.
Nei singoli stati
finchè restassero sovrani - essa sarebbe basata quasi esclusivamente sullo spirito- liberale dei governanti ~ potrebbe perciò e·s sere facilmente liquidata se, mediante lo stesso
meccanismo elettorale, le grandi masse si
precipitassero· verso tendenze ed uomini
di spirito dittatoriale. Invece in una federazione europea le istituzioni libere dei
singoli paesi pot~ebbero ~s,sere. g~ranti~e!
contro la stessa rmmatunta det nspethv1
popoli, dall'autorità. fe-deral.e; q~e.st'ul­
tima, avendo sotto d1 se forh corp1 mtermediari, ne sarebbe implicitamente raffrenata ; e la graduazione dei po•t eri federali e· statali assicurerebbe la permanenza delle istituzioni libere in tutte le
membra del corpo europeo·. creando una
va sta e varia arena in cui si potrebbero
svÙuppare e rafforzare quelle abitu~ini
di libertà oggi ridotte a cosi mal parhto.
HA
EU
democratiche, dovendo affrontare e logorare quelle posizioni di privilegio, non
potevano ancora sviluppare il pericolo
cesarista in esse implicito.
Questo tentativo di soluzione si fonda
però ormai esclusivamente su una << pietas >> storica, che non si rende conto
di quali fratture irreparabili siano avvenute ormai nel mondo politico del nostro continente. Istituzioni e classi conservatrici dei varì paesi enropei, sentendosi scalzate dall'avanzare del principio
democratico, non hanno più nè saputo nè
voluto d~fen dere le costituzioni libere'
legittime dalle usurpazioni totalitarie, ed
hanno stretto alleanza colle tirannidi fasciste e naziste indigene o straniere. In
Italia, in Germania, in !spagna, in Francia, in Jugoslavia, in Romania, ecc., si è
avuta tale capitolazione in modi ed occasioni diverse, ma giungendo ovunque al
risultato che il conse·r vatorismo europeo,
coi suoi re, generali, grandi proprietari,
grossi industria.E e· banchieri, si è completamente squalificato. La diffidenza fra
conservatorismo e democrazia è ormai
tale che non è più possibile fra esse quel
Fair play che ha. caratterizzato la vita
politica del secolo scorso ; ognuno mira
direttamente alla distruzione dell'altro. 1 )
Respingere la. soluzione dei conservatori liberali perchè divenuta inservibile,
non significa farsi vdonta.riamente ciechi
contro i pericoli insiti nella. democrazia.
Si.snifica comprendere che il rimedio ad
es~i va cercato nell'ambito delle istituzioni democratiche stesse, rinunziando a.
restaurare edifici definitivamenfe crollati.
Nell'ambito democratico la libertà può
essere garantita in ·modo solido e sottratta., nella. misura dell'umanamente possibile alla inesperienza ed ai moti incons~lti dei popoli e alle intenzioni dispotiche dei governanti, solo costruendo
istituzioni democratiche non unitarie, ma
federa.li. Le prime mantengono infatti il
principio della illimitatezza potenziale
delle funzioni dello stato e degenerano
facilmente in tirannidi, specialmente in
epoche difficili, quali quella cui andiamo
incontro. Le seconde si fondano su un
sistema di corpi politici autonomi e sulla
limitazione delle funzioni sia del potere
centrale che di quelli federati. In tal
modo quella libertà che i cittadini isolati
ha.nno ormai in modo· assai precario di
fronte alle· eventuali usurpazioni dei governanti viene ad essere garantita quasi
automaticamente da giuoco e dal reciproco freno esercitato dai vari corpi politici ciascuno dei quali è di natura
dem~cratica, ma in ciascuno dei quali le
E-Ventuali tendenze· dispotiche possono essere controbilanciate da un altro potere.
Anche una soluzione federalista, come
quella conse·rvatricEc', non può tuttavia
essere costruita a prio-ri peT' amore ad un
modello ideale. Per realizzarlo· occorre
che esistano effettivamente. complessi di
interessi locali e di interessi generali, i
quali alimentino una vita politica vigo-
mento della sovranità degli stati nazionali l'unica soluzione che potrebbe farci
uscire dal caos e salvare la civilità occidentale, permettendo di consolidare in
tutti i paesi di Europa dei regimi pacifici
vera1pente liberali.
:
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4*
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*
*
Dopo fa costituzione del gabinetto con
la partecipazione del Conte Sforza quale
ministro senza portafoglio è stata pubblicata, il 24 maggio, la risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio dei ministri, che condannava la politica estera
del fascismo come contraria alla volontà
ed agli interessi del POJ?olo italiano, ed
impegnava l'Italia alla · continuazione
della guerra fino alla totale disfatta della
Germania.
Questa risoluzione era certo· molto opportuna, anche se il suo valore appariva
a tutti assai diminuito dalla presenza al
posto supremo di capo del governo di
quello stesso maresc1allo Badoglio, duce
di Addis-Abeba, che era stato complice,
esaltatore ed esecutore della politica
estera fascista fino al momento in cui
Mussolini aveva ritenuto· opportuno di
presentarlo· quale capro espiatorio- degli
insuccessi della campagna di Grecia.
Per la parte costruttiva essa non
conteneva però alcuna altra precisazione
fuori della generica promessa che la politica estera italiana avrebbe avuto- lo
scopo << di partecipare alla creazione di
una. nuova lega internazionale che assicurasse a tutti i popoli la libertà e· la
prosperità conformemente ai principi
della << Carta dell 'Atlantico »,
Dopo il 24 maggio non conosciamo altre dichiarazioni del Governo o di uomini
responsabili sulla politica estera italiana.
Ora è a tutti evidente che un richiamo
ai principi della Carta Atlantica, a quasi
tre anni di di~tanza dalla sua formulazione·, quando· tanta acqua è passato sotto
i ponti, dopn la conferenza di Mosca e
quella di Teheran, è una ben misera cosa,
Quei p1 incipi sono ancora più vaghi,
più contradittori, e meno impegnativi, per
una costruzione rispondente alle nostre
aspirazioni, di quelli proclamati nel 1918
dal Presidente Wilson. In particolare l'assicurazione, contenuta nel secondo punto
della Carta Atlantica del «rispetto
del diritto di tutti i popoli di scegliere la
forma di governo sotto la quale. vogliono
vivere » ed il deside·r io· espresso nello
stesso punto di <<vedere i diritti sovrani
dei governi restituiti a coloro che ne sono
stati privati con la forza », significherebbe
il ritorno alla anarchia internazionale,
senza la possibilità di uscirne con la organizzazione· di unà qualsiasi nuova Società d ella Nazioni. Finchè si continuerà
a riconoscere la assoluta sovranità degli
stati, la Società delle Nazioni non potrà
che essere un puro nome, perchè tutte le
decisioni importanti dovranno necessariamente e·ssere prese alla unanimità, invece
che· a maggioranza, dai rappresentanti dei
governi, invece che da1 rappresentanti dei
popoli, e la loro esecuzione dovrà esser
pur sempre affidata al buon volere dei
singoli stati, invece che ad una forza collettiva capace di far rispettare la legge·,
*
*
Gli uomm1 che vogliono veramente
rappresentare la nuova Italia non devono
presentarsi col capo cosparso· di cenere
davanti agli uomini di governo degli altri
paesi che hanno flirtato con Mussolini
fino al momento in cui hanno- ritenuto
di poterlo usare come strumento della
loro politica ; non devono lasciarsi trascinare· al rimorchio dai ceti reazionari
delle nazioni unite che vogliono rifoggiare
l'Europa nei vecchi stampi degli stati nazionali; non devono rimanere impigliati in
meschine questioni territoriali in cui la
loro posizione - come governanti di un
paese· vinto .:._.;· sarebbe .• necessariamente
debolissima. Devono ';pre!fknta.f'si nella lo·r o
qualità di oppositori M 'I la prima ora al
tascismo·, rivendicando il nostro diritto non di italiani, ma di uomini liberi di essere ascoltati da tutti coloro che
hanno cari i valori essenziali della nostra
civiltà, perchè per primi abbiamo lottato
contro la tirannide totalitaria, per primi
abbiamo messo in guardia i democratici
degli altri paesi contro il pericolo del
consolidamento· di una tale tirannide con
l'aiuto che ad essa veniva prestato dai
loro governi.
Spetta oggi a noi, che più abbiamo
sofferto per la mancanza di solidarità da
parte dei diversi popoli, spetta a noi
che per tanti anni siamo stati accusati di
essere << antinazionali » per il nostro amore
alla giustizia ed alla libertà, di riprendere la luminosa tradizione del Risorgimento - ra.ppresentantata dal Mazzini e
dal Cattaneo - indicanao la costituzione
degli Stati Uniti d 'Europa quale unico
obb iettivo veramente meritevole di essere
perseguito per dare un sicuro fondamento
alla pace ed alla libe:rtà nèl nostro continente,
Solo se gli uomini politici che' oggi
padano a nome dell'Italia sapranno elevarsi al di sopra dei problemi contingenti
e - rivolgendosi ai popoli piuttosto che
alle· Cancellerie parlare questo- linguaggio, il nostro paese avrà ancora una
missione· da assolvere e potrà riprendere
il posto· che gli è assegnato dalla sua
storia, a vantaggio di tutto il genere
umano .
. Gli attuali maggiori
movimenti federalisti all'estero
Ri~rtiamo qui di seguito le notizie che
siamo.:. riusciti a raccogliere sui principali movimenti federalisti nel mondo.
Chi coJlosce l e nostre pubblicazioni, l eggendo il presente articolo - senza bisogno di commenti critici, che non ci sono
consentiti per evidenti esigenze di spazio
- riconoscerà senz' altril' per suo conto
le ragioni di allinità del nostro Movimento con la Federa! Union inglese e la
Federa! Union dmericana (parliamo di
affinità e non di concordanza perchè noi
poniamo con molta maggiore decisione
l'accento sulla necessità di tenere come
principale obbiettivo della presente guerra
la creazione degli Stati Uniti d'Europa),
e le ragioni di contrasto del nostro· stesso
movimento con l'Unione Pan-Europea di
Coudenhove-Kalergi, e con la New Commonwealth di Lord Dqvis.
N el prossimo numero speriamo di poter
pubblicare una rassegna delle dichiarazloni pro~ammatiche dei diversi p·a rtiti
esteri che si sono pronunciati per una
unità Federale eur~a.
La Unione Pan-Europea
Nell'ottobre del 1923 il Conte Couiniziò a Vienna un
movimento per propagandare le idee
contenute nel suo libro intitolato
~enhove -Kalergi
Pan-Europa.
In questo libro che è stato tradotto in molte lingue (l'edizione francese è del 1927) Coudenhove sosteneva una specie di nuovo nazionalismo europeo, spiegando che era
5
4
La N e w Commonwealth
Nel 1932 venne fondata in Inghilterra un'associazione per diffondere
l'idea, già propugnata da Lord David
Davis in The problem of twentieth
century (N e w-Y ork, 1931), di un trimunale per la risoluzione di tutte le
controversie sorgenti fra gli stati e
di una forza di polizia per assicurare
6
Nessuna proposta degli ultimi
anni per l 'organizzazione di un migliore ordine internazionale ha avuto
più ampia risonanza di quella contenuta nel libro, pubblicato nel marzo
del1939 col titolo Union Now di Clarence K. Streit, già corrispondente
del « N ew Y ork Times » da Ginevra.
In questo libro venivano messi in rilievo', i difetti organici della S. d. N.
ed era propugnata la immediata creazione di un vincolo federale fra gli
Stati Uniti d'America, la Commonwealth britannica e i paesi democratici europei della costa atlantica, per
difendersi contro le aggressioni degli
stati totalitari, per imporre l'ordine
internazionale e costituire un primo
nucleo:. di una federazione di tutti i
popoli liberi della terra.
Poco dopo la pubblicazione dell 'U nion N ow si costituirono dei gruppi
di collettività americane per appoggiare il piano dello Streit. Con la
stampa dell'edizione inglese, francese
e svedese, l'idea di una unione delle
democrazie conseguì un'importanza
internazionale, diffondendosi specialmente nei paesi anglosassoni.
Il bollettino dell'associazione americana s'intitola Federa! Union World
e tende a promuovere l'educazione
sui prfncipi fondamentali della forma
dai federalisti. amer.icani è che i primi,
a differenza dei secondi, hanno continuato a mettere l'accento sulla necessità di incomindare f organizzazione federalista subito durante la
guerra, fra i paesi~ dell).ocrati.ci eh~ fan
parte del blo~co belligerante come'
Nazioni Unite.
'. '
L'organo ufficiale del movimento
inglese é il Federa! Union News che
da settimanale quale era si é trasformato dal 1943 in un bollettino mensile.
Il suo programma si trova sviluppato
La. Federai Union inglese
AH
UE
Sulla rivista « Socialist commentary »
del febbraio u. s. venne pubblicato un
appello per la Federazione europea del
« Gruppo socialista di avanguardia », di
cui fanno parte Giorges Green, inglese,
Paolo Treves, italiano, Louis Lévy, francese, Willy Eichler, tedesco, Jef Rens,
belga, Bernard Drzewieski, polacco, e
molti altri socialisti dei diversi paesi
europei. Riportiamo i punti salienti di
questo interessante appello, che sostiene
i nostri stessi principi :
U
La Società delle N azioni ha fatto
fallimento perchè, invece di essere
uno strumento per prevenire le guerre,
gf7E'
{stati che la costituivano non accon·'l::s tirano mai a rinunciare neppure
\·,a, . •
parte della loro sovranità
· · · nàzioiJ.,ale. Così nelle mani di alcuni
·· ~-._, stati predominanti essa divenne uno
strumento di politica nazionale.
II fatto di avere avuto du:e guerre
mondiali a così breve distanza di
tempo non deve sorprendere, poichè
dopo la prima di ess.e continuarono
a svilupparsi ed a sovrapporsi liberam~nte tutti gli elementi che rendono
una guerra inevitabile : rivalità tra
stati sovrani europei sotto l'inf.luenza
di goverilli nazionalistici e reazionari,
interfer-e nze di stati non europei intes>z
a sfruttare per la propria politica i
dissidi europei stessi, crisi economiche
c~e resero pos·s.ibile alle forze autoritarie militaristiche di impadronirsi
del potere, ed infine il particolare fatfore del m:ilitarismo in Germania.
Ogn:i persona ragionevole comi prende oggidì che soltanto un'organizzazione mondial~potrà es.s<ere in grado
di garantire la pace. Questa possibilità
dipende dall'altra di dare all'Europa
un assetto unitario conveniente. Vi
sono ragioni per ritenere che le Nazioni Alleate sono lontane dall'avere
un'esatta e disinteressata percezione
delle necessità europee : depongono
in questo senso la malcelata ost.ilità
delle potenze occidentali per il governo de Gaulle, l'evidente appoggio
da esse dato alle decadenti monarchie,
il comportamento della Russia nella
vertenza polacca, ecc, E' chi:a ro, comunque, che se un cambiamento di
rotta da parte delle Nazioni Unite
non dovesse aver luogo, s:i avrebbero
già le basi per un terzo conflitto mondiale.
Tra i tanti progetti di unificazioni
interstatali ve ne è uno orientato verso
la creazione di federazioni regionali.
HA
E
Quando la crisi per i Sudeti era
più minacciosa, alla fine dell'estate
del 1938, sorse la Federa! Union in
Inghilterra, indipendente dall'analogo
movimento americano, specialmente
per iniziativa di Sir W. Beveridge
e di Mr. P. Ransome. Essa si sviluppò
rapidamente, dopo la pubblicazione
dell'J"nion Now di Clarence K. Streit
ed ancor oggi è la più importante organizzazione federalista del mondo.
N el marzo del 1940 - l'associazione
creò una Federa! Union Research
lnstitute, che affidò a diversi comitati
di esperti lo studio di problemi costituzionali, economici, coloniali, psicologici, dell'unione federale . I risultati
di questi lavori, a cui parteciparono i
più eminenti giuristi, economisti e
sociologhi inglesi (Beveridge, Wheare,
Bentwich, Robbins, Hayek, Curtis,
Yennings, Ransome, e·cc.}, furono ria,scunt:i nei rapporti annuali per il 193'940 e per il 1940-41. Essi costituiscono
iJ più prezioso contributo aLla le!ttera'tum federa:Jilst•a.
GLi obbiettivi alituaJH deHa F e der al
Union inglese sono : 1° Ottenere l'appoggio dell'opinione pubblica in Gran
Bretagna e negli altri paesi per una
federazione di popoli liberi, sotto un
governo comune eletto dai popoli e
responsabile verso i popoli stessi per
tutti gli affari di interesse comune,
lasciando ai governi nazionali di risolvere in modo autonomo i loro particolari problemi ; 2° F armare una tale
confederazione in modo che possa
essere un primo pas.s o verso un governo federale mondiale ; 3° nell'ambito di tale federazione assicurare la
pace, la sicurezza economica per tutti
ed i c:Liritti civili individuali.
Questi obbiettivi sono molto simili
agli obbiettivi che oggi si propone pure
la Federai Union americana, giacchè
questa associazione, dal settembre
1942, ha abbandonato la parte del suo
programma in cui proponeva l'unità
federale per alcuni determinati paesi
democratici, e.d ha incominciato a far
propaganda per la creazione di un
primo nucleo federale, costituito da
tutti i paesi disposti ad accettare la
costituzione democratica dell'unione.
La unica differenza che sembra oggi
esistere fra la politica propugnata dai
federalisti inglesi e quella propugnata
nel modo pm ampio nel rapporto
annuale approvato dalla assemblea
generale, tenuta nella Pasqua del
1942 e pubblicato sul Federai Union
Nc:!w del giugno 1942 col titolo Peace
.Aim-W qr ~ eapo,n.
J: La F ~ded.l Union inglese ha organizzato -dei gruppi anche nei Dominions e nel continente. N el 1940 era
già riuscita ad organizzare in Inghilterra e nell'Impero 800 gruppi : nei
Dominions il più forte è quello della
Nuova Zelanda.
1·'' Un appello del «Socialist Vanguard Group » di londra
UE
La Federai Union
Incorporated americana
federale di governo tra gli stati, così
come è esemplificata dalla costituzione degli Stati Uniti. L'associazione
sollecita il Presidente ed·il Congresso
perchè vogliano assumere immediatamente, cioè durante il corso della
guerra, un ruolo dirigente in tal
senso, col formulare un programm ~l
per applicare i principi costituzionali
americani all'attuale stato di emergenza.
Da un referendum organizzato
nell'ago sto 1942 dalla rivista Fortune
risultò che dieci milioni di americani erano favorevoli alle idee sostenute dalla Federa! Union lncorporated.
AH
l'ordine internazionale : questa forza
dovrebbe essere costituita non da una
combinazione di eserciti nazionali,
ma da un esercito supernazionale.
La New Commonwealth riconosce
che la legge deve essere sostenuta
dalla forza ma, non attribuendo
molta importanza alla costituzione di
un vero e proprio potere legislativo
federale, si accontenterebbe, almeno
per un primo tempo, di un rafforzamento della Società delle NazioniJ1
Della nuova organizzazione internazionale dovrebbero far parte tutti gli
stati, qualunque fosse la loro costituzione politica ed economica, e la
legge dovrebbe essere imposta non
agli individui, ma agli stati membri,
che conserverebbero quasi integralmente la loro sovranità.
Queste idee sono poi state propagandate da Lord Davis particolarmente per mettere fine all 'anarchia
internazionale sul continente europeo
nel libro A federated Europe (Gollancz, 1940).
La New Commonwealth ha costituito parecchi gruppi in tutti i paesi
di lingua inglese. Presidente del
gruppo britannico nel 1940 era Mr.
Churchill e vice-presidente Duff
Cooper.
L'associazione ha pubblicato dal
1935 al 1942 l'ottima rivista The New
Commonwealth Quarterly, alla quale
collaboravano i migliori scrittori sui
problemi di politica internazionale.
Dal 1943 la rivista ha cambiato direzione e col titolo The London Quarterly of W or l d Affairs è divenuta
molto meno interessante.
HA
EU
necessario organizzare con vincoli federali tutti i paesi europei, qualunque
fossero i loro regimi politici (escludendo però la Gran Bretagna e la
Russia), specialmente per far fronte
al pericolo bolscevico.
In molti paesi sorsero dei gruppi
nazionali pan-europei che si riunirono in congressi mondiali. N el 1927
il movimento ebbe come presidente
Aristide Briand, allora ministro degli
esteri in Francia, il quale presentò
alla Società delle Nazioni un progetto
di Stati Uniti di Europa, che fece
molto chiasso, senza però nessun
risultato concreto.
Dal 1924 al maggio 1940 il m ovimento pubblicò regolarmente in francese ed in tedesco la rivista PanEuropa.
Poco prima dello scoppio della
presente guerra il Conte CoudenhoveKalergi in contrasto con quanto
aveva prima sostenuto sulla impossibilità di far partecipare la Gran
Bretagna ad una unione federale europea, in considerazione dei suoi interessi imperiali extra-europei si
fece sostenitore della tesi che la Gran
Bretagna avrebbe dovuto assumere la
direzione di una politica di unificazione dell'Europa. Con questo programma riuscì a costituire un comitato parlamentare sotto la direzione di
Duff Cooper, al quale aderirono Sir
Walter Layton, Sir Arthur Salter, Sir
Evelyn Wrench, Sir Edward Grigg,
L. S. Amery, Headen Guest, Geoffrey
Mander, Harold Nicholson ed altre
personnalità molto influenti nella vita
politica inglese.
In Europe must unite il conte ha
esposto nel 1939 il suo nuovo programma, che ancora si basa sull'idea
<..:he esista una vera e propria razza
europea, che deve unirsi per non essere sopraffatta dai popoli raggruppati nell'D. R. S. S. dalla Unione
Panamericana e dalla razza mongolica (la quale potrà organizzarsi
sotto la direzione del Giappone).
All'unità europea che dovrebbe
comprendere la Turchia e l'Inghilterra, ma escludere la Russia e i Dominions - . Coudenhove-Kalergi sostiene si dovrebbe arrivare per gradi,
tendendo all'autarchia economica europea ed a una costituzione sul tipo
della costituzione svizzera. Come
primo passo propone la costituzione
di una Corte federale di Giustizia ed
una armata aera federale più forte di
ogni possibile combinazione delle armate aere nazionali.
Nell'autunno del 1940 il conte si è
trasferito negli Stati Uniti, dove ha
continuato la sua propaganda.
Que.s ta non può tuttavia essere considerata come una vera soluzione,
soprattutto essendo concepita come
blocchi di nazioni sotto l'influenza di
uno stato dominante : si è parlato
così di riunire gl:i stati baltici e quelli
dell'Europa orientale e sud-orientale
sotto la sovranità della Russia, e quelli
de.ll'Europa occidentale sotto l'egida
della Gran Bretagna : è evidente il
pericolo che la naz.ione dominante in
tal caso sia portata ad anteporre i
propri interessi a quelli degli stati
tutelati. La creazione di federazioni
regionali sarebbe da favorire soltanto
in quanto esse ravvicinino e non ostacolino l'unificazione dell'Europa. La
giusta soluzione è una federazione di
tutte le nazioni europee, sotto un
singolo governo federale, costituito in
modo da poter garantire ad og.n i singolo popolo la sicurezza contro le
aggressioni, riforme economiche di
carattere lungimirante, libertà di parola, di stampa, di associaZJione, ecc.
Non tra le più facili si presenta la
soluzione del problema « Germania » ,
S,i è detto e .rip~1 tuto che lo smembramento, o comunque un trattamento
troppo duro di ess,a, non farebbe che
fomentare lo spirito di vendetta e di
aggressione, e che un trattamento
troppo mite potrebbe dare ad essa
una posizione predominante nella federazione europea con il consegu-ente
pericolo di una nuova politica imperialistica . Comunque, dell~ garanzie
assolutamente serie dovranno es.s ere
prese nei confronti di una possibilità
di riarmo e· per spezzare definitivamente il potere de:i grandi proprietari
terrieri (Junker), de-Ila casta militare
e dei grandi industriali monopolizzatori.
In quanto alla Russia è da pr:esumersi che s:ia suo interesse, allo scopo
di consolidare il suo regime all'interno
e le sue conquiste, di favorire in Europa una sistema zione che dia garanzie
di pace duratura, mentre una sistemnione di tip o imperialistico di marca anglo-americana rappresenterebbe
sempre un rischio.
Il terzo e più. importante ostacolo
alla federazione europea è rappresentato dalla Gran Bretagna. Fa parte
della tradizione politica britannica di
mantenere disuniti i popoli europe·i :
tale tradizione non ha cessato di manifestarsi anche nel periodo 1918-1939,
allorché in ripetute occasioni la Gran
Bre-tagna sostenne gli interessi della
Germania contro quelli della Francia,
ed anche nell'~oca hitleriana, allorché gli uomfni di stato brlitannici cercarono di distogHeref i'uQìgano hitleriano dal loro paese mettendo la
Germania alle prese contro le nazioni
dell'Europa orientale ed in particolare
contro la Russia. Comunque, tale politica. si è dimostrata erronea, e non ha
servito a tenere lontano tale uragano
dalla Gran Bretagna. Una sicurezza
per essa non può essere raggiunta che
attraverso una sistemazione su base
collettiva ed una rinuncia definitiva
al sistema degli « stati sovrani » nazionali e della divisione degli stati europei .in sfere d'influenza.
E' particolarmente interessante cono·s cere le opin:ioilli dei vari movimenti
anti-fascisti dell'Europa. Esse dimostrano un alto grado di chiaroveggenza
e di superamento delle vecchie polilitiche nazionali ed anche del - pur~
così comprensibile desiderio di
vendetta v·e rso la Germania.
I programmi di tcHi movimenti antifasc·isti quali, per es. risu,ltano
dalla le-ttura dei numerosi giornali
più o meno clandestini da es.si editi
in Francia, Polonia, Norvegia, Olanda,
Italia ecc. - sono ~tutti concordi nel
riconoscere la necessità dell'abbanàono delle idee di « stato sovrano »
e ·delle politiche nazionali e della
necessità di una federazione, di un
« super-stato » europeo, fornito dei
poteri neces-sari per coordinare l'economia delle varie nazioni, per prevenire ovunque il ritorno di uno spirito
ài dòminazionre e di guerra e per
assicurare ad ogni individuo, :indipen. dent@llente da nascita, religione o
ra~za; sicurezza e libertà. Unità nella
diver~ità, cooperaz·i one senza schiavitù, guesto è il solo possibile futuro
per l'Éuropa.
In ·questo movimento un posto di
primaria importanza dovrebbe spettare alla Francia, e p-~·r la sua tradizione libertaria e repubblicana, e per
la capacità da .e.ssa adàimostrata di
organizzare un movimento di resistenza efficace, e perchè essa nel Comitato Nazionale del Nord Africa è
dotata d·i un or·g anismo fornito già
ora di relativa indipendenza ed effic-ienza , e che ha preso deci.samente
posizione contro le vecchie forze reazionarie e conservatr,ici,
E' chiaro che non sarà fatto assegnamento su di un appoggio a tale politica da parte de:i governi della Gran
Bretagna, degli s._.,_u. o dell'D. R. S. S.
nella loro forma Mtuale. Comunque,
per lo meno nei primi due paesi, le
forze laburiste e progres'siste dovranno adoperare tutta la loro influenza
IJI senso suddetto.
In Inghilterra le forze che hanno
tollerato ed incorraggiato le aggressioni del fascismo contro i lavoratori
in Italia, Germania, Spagna sono
sempre molto potenti e tutt'ora sono
intenzionate a lottare per il mantenimento dei loro priV'ilegi e quindi ad
ostacolare l'unificazione dell'Europa.
7
1
(Dai Discoi"si per l'intervento, primavera 1915.)
·
l popoli dovranno scegliere tra una
esasperazione dei nazionalismi che condurrà alla morte della nostra civiltà ed
il ca.mmino normale verso l'integrazione
del genere umano in una org,anizzazione
federale, che esige il primato delle istituzioni del dirìtto e nello stesso· tempo la
limitazione delle sovranità dei singoli
stati.
J acques M aritain
Filosofo cattolico francese.
(Conversazione alla radio del 15 marzo
1944.)
Qualunque siano le fasi attraverso le
q:ua.li potrà essere raggiunta, le federazione ----' realizzata in una forma o in
un'altra r.elle relazioni · fra i principali
belligeranti della guerra attuale - si presenta come l'unico mezzo che rende possibile combinare una durevo-le sicurrezza
per gli altri popoli con l'eguaglianza per
il popolo tedesco... Se· questa guerra deve
concludersi con la costituzione di un ordine internazionale europeo, deve portare
ad un'unione nella quale Inghilterra,
Francia e Germania rendano• infine per
sempre la guerra tra loro impossibile,
William Beveridge
Economista, auton~ del piano per
l'abolizione della miseria in
in Inghilterra.
(Da « Peace by Federation >> 1 settembre
1940.)
Non c'è alcuna possibilità di ricostruire l'Europa senza unirla, senza federarla, politicamente ed economicamente, lasciando ad ogni paese che conosce
i suoi bisogni, la libertà di risolvere i
propri particolari problemi. Gli Stati
Uniti d'Europa sono la sola soluzione
possibile del problema europeo-. Bisogna
lottare duramente per evitare che si ricada, sotto la spinta dei conservatori,
negli errori e negli inganni del passato.
A chi ci dirà che ci sono diversi mezzi
8
Stodco, leader degli antifascisti
italiani all'estero.
(Dal discorso ripo·r tato sul « Mondo >> ,
dicern br e 1942.)
In tutti i modi gli atti... a cui noi
socialisti pensiamo sono quelli che rea lizzerebbero l'integrazione della Germania in una organizzazione dell'Europa
tale da dare per se stessa delle solide
garanzie contro il ritorno degli attentati
della forza, e da procurare per se
stessa gli elementi di una sicurezza vera
e di una pace durevole. Torniamo così
sempre alle medesime formule, alla medesima
conclusione:
« L'indipendenza
de-lle nazioni in una Europa f~derata e
disarmata >> , Questi sono i nostri obbiettivi di guerra : ciò significa che queste
sono per noi le condizioni della pace.
Léon Blum
Leader dei sociali&ti francesi.
(Dal « Populaire >>, 14 ottobre 1939.)
Gli Stati Uniti d'America sono un
esempio concreto di federazione. Noi ci
federammo perchè era questo l'unico
modo di salvarci dalla rovina, L'Europa
sta riconoscendo che ormai non può più
vivere senza federarsi. Se· gli Stati
Uniti appoggiano con la loro influenza
questa soluzione, un analogo accordo può
esi,ere raggiunto in Europa... L'Europa
non ha mai generato degli (;Uropei. Ha
generato francesi, te·deschi, scandinavi,
italiani, olandesi, belgi, russi, polacchi,
e non degli europei. La tragedia stà
proprio in questa divisione. Eppure queste
medesime nationalità, queste stesse razze
in America hanno generato gli americani.
Se questi popoh possono divenire in
America degli americani, possono bene
in Europa divenire degli europei. Ed è
questo che la federazione deve fare.
John Ford
Il più grande fabbricante di
automobili dell'America.
(Dal messaggio del 30 luglio 1943, in
occasione del suo 80o compleanno.)
L'idea che si possa arrivare ad una
soddisfacente ricostruzione economica in
·:·(.
Europa senza una ulteriore ricostruzione
politica, contrasta non solo con ogni ra- t! i
,
gionevole ipotesi, ma anche con le lezioni
'.t;:
di tutta la recente esperienza, Il pro- •
blema economico è essenzialmente un
probiema politico. Se cosi è, mi sembra
ne consegua che, per salvare la civiltà
dell'Europa, i vari popoli debbano formare un'umone più stabile e più estesa
nei suoi poteri del sistema coniederale
della Società delle. Nazioni. Ma come
raggiungere questo obbidtivo? E' difficile che si possa concepire una pace
europea permanente senza abbracciare
tutta l'Europa, al di fuori della Russia i
una federazione minore·, limitata ad al,l
cune potenze· occidentali, co·r rerebbe il
rischio di far risorgere le rivalità.
UE
AH
Attlee
Leader del Partito laburista,
attualmente nel ministero Churchill.
(Da « Labour's Peace Ains >> 1 marzo
1940.)
U
Gaetano· Salvemini
Dobbiamo accettare il princ1p1o che
l'anarchia internazionale è incompatibile
con la pace. Dovremo, nell'interesse comune, riconoscere un'autorità superiore
ai differenti stati, e questa autorità, oltre
ai diritti che le· saranno attribuiti sopra
gli stati stessi, dovrà avere i poteri necessari per rendere effettivi tali diritti,
e per svolgere un'azione, non solo nel
campo politico•, ma anche nel campo economico. L 'Europa deve federarsi se non
vuoi morire (mur,t federate or perish) .
HA
E
Cesare Battisti.
per rifare la Società delle Nazioni dovremo rispondere che c'è un mezzo
solo : l'unione federale.
Thomas Mann
UE
Distrutti i focolai d'imperialismo che
si annidano al centro dell'Europa, po.frà
tramutarsi in realtà quello che fu il
sogno di Mazzini e il programma di
Marx : gli Stati Uniti d'Europa.
,) .
Letterato e filo!>ofo tedesco,
autore de « Le Storie di Giacobbe >>,
(Radio discorso trasmesso dalla N.
B. C., 29 gennaio 1943.)
AH
Voci federaliste nel mondo
La vera Europa sarà creata da voi
stessi, coll'aiuto• delle potenze della libertà. Sarà una federazione di stati
libe.ri, che ·a, vrano uguali diritti, potranno
coltivare la loro indipendenza spirituale,
le loro culture tradizionali e al tempo
stesso saranno· ~og,getti ad una legge
comune della ragione e della moralità :
una federazione europea nel quadro più
vasto della cooperazione economica delle
nazioni civili di tutto il mondo,
Lione[ Robbins
Economista, autore di « Economie
Planning and International Order >> . ""'
(Dallo « Spectator >> , marzo 1944.)
HA
EU
Ci sono stati dei momenti, nel periodo
politici e culturali del nazismo, del
tra le due guerre mondiali, in cui, se
militarismo e del razzismo;
il movimento la:burista britannrico
So Promuovere la Formazione di una
avesse se·g uito una politica di indipenfederazione europea, tale da garandenza dal governo, avrebbe forse pre- tire la sicurezza dei popoli europei, le
venuto la presente guerra. Comunque
libertà democratiche e l'autodecisione
al momento attuale urgono una visione
dei popoli;
realistica e cora,ggdosa del momento ;
6° Far rivivere i sindacati dei lavopolitico e delle energiche direttive·.
ratori ed i movimenti socialisti del
Più precisamente, appare indispencontinente ed affidare ai rappresensabile :
tanti loro e a quelli degli altri movi1° Opporsi con tutti i mezzi ad un
menti di resistenza la responsabilità
per la creazione della nuova Europa;
ritorno al sistema degli « stati sovrani >> ;
7° Invitare ed incoraggiare la nuova
Europa federata a prendere il posto
2° Opp·orsi in tutti i modi ad una
che le spetta in un programma di
divisione dell'Europa in sfere d''inpolitica economica mondiale e di pafluenza dominate da stati rivali;
cificazione mondiale ;
3° Lottare energicamente contro le
forze economiche e politiche respon8° Agire nel senso suddetto in
sabili dello sviluppo dei regimi fascisti
stretta collaborazione con le forze
in Europa;
progressiste del continente e servire
4° Insistere per un immediato e
da tratto d'unione fra tali forze ed
totale disarmo della Germania e per
altre forze simili di altre parti del
la distruzione dei fondamenti sociali,
mondo.
Se si desidera la pace non si può pensare a costruire l'ordine internazionale su
un sistema di stati sovrani, la realtà
della cui sovranità è semplicemente una
funzione del potere di cui gli stati stessi
dispongono... Una comunità di stati socialisti non sarebbe per se stessa una
garanzia di pace. Si può benissimo concepire una società che viva sulla sua
capacità di sfruttare gli stati meno forti i
e l'uguale ripartizione dei risultati che
ne ricaverebbe, potrebbe rafforzare, piuttosto che ridurre, lo stimolo allo· sfruttamento. E' concepibile anche che una società socialista, alla quale fosse negato
l'accesso, ad esempio, alle materie· prime
per la soddisfazione di alcuni suoi essenzia.li bisogni, combatterebbe con maggior
accanimento per ragg,iungere il loro pos·
sesso.
Harold Laski
Giurista, vice·-presidente del Partito
laburista, a.utore di « A Grammar of
Politics " ·
(Da << The lntelligent Man's Wa.y to
Prevent War >> , 1933.)
o
L'.UNITÀ EUROPEA
..... ~..........
luglio-Agosto 1944
VOCE
DEL MOVJMENTO .. FEDERALISTA EUROPEO
N. 5
/
'Comunicato del Comitato Italiano
del Movimento · Federalista Europeo
AH
UE
.....
__-....-
HA
EU
.,..,
Noi siamo i nfatti convinti che la struttura federalistica costittiisce la condizione necessaria per lo
sviluppo di una vita politica libera. Solo in funzione dì una tale rivoluzione i particolari problemi
che si presentano nell'ambito di ciascun paese possono essere risolti. in modo da trarre profitto di
tutte le forze che concorrono all'affermazione dei
valori essenziali della nostra civiltà. N on temiamo
questo o quel difetto od eccesso che possano verificarsi in un primo J!!Omento. Le differenti valuta-
logiéo che si svilup•p erà in coloro
ne sono tornati dopo averla combattuta sui campi di - battaglia,
cioè collettivamente nelle associazioni combat•
tentistiche.
L'esperienza di vent'anni fa è significativa. Malgrado le. innumeri discussioni . e chiarimenti sulla
apo.Jiticità dell'associazione combattenti, la tendenza
nazionalistica, tallone d'Achille di ogni simile associazione, è ben presto affiorata ed i fascisti l'hanno
sfruttata a fondo per la loro propaganda di odio e
di guerra. Il nesso logico è evidente: lo scopo iniziale è il mantenere sempre presenti alla coscienza
della nazione i sacrifici sofferti ed il diritto alla situazione di privilegio materiale da essi derivante,
ma negli animi educati al culto di tali ricordi, ciò
porta molto facilmente a perpetuare la logica della
forza nel derimere le questio-n i e l'esasperazione nazionali stica, su cui durante il periodo bellico, una
propaganda di vista corta e facilona ha creduto utile
far leva. Ciò è avvenuto, non si dimentichi, proprio
in questa guerra ed in tutte le nazioni •
Occorre quindi dare subito alla futura associazione
combattenti quel contenuto ideologico che escluda
tale pericolo, quando anéora è vivo il ricordo tragico
delle miserie della guerra e più sentita è la necessità di una unione che superi le frontiere sino al
giorno prima contese. Vi è infatti un momento dopo
ogni guerra in cui proprio le masse che l'anno combattuta sono le più .vicine al superamento delle diviio
l
r
UE
~ i b:i-1;
zioni di questa o di quella forza , di questo o di
que-llo stato - essendo oggi del tutto personali non possono costituire un elemento di differenziazione ».
Questo carattere di movime nto - analogo al carattere delle Leagues• che sono state il più efficace
strumento per l'abolizione della schiavitù e per le
più radicali riforme amministrative, doganali e costituzionali nell'Inghiltena dell'ultimo secolo e mezzo - ei renderà più facile mobilitare tutte le ~ner­
gie capaci di agire in Italia per la formazione degli
Stati Uniti d'Europa, a qualsiasi partito progressista
appartengano, e di affiancarci alle correnti politiche
che negli altri paesi già perseguono e perseguiranno
i nostri stessi scopi. Di fatto fin d'ora gli aderenti
del movimento federalista europeo sono in gran
parte attivi militanti di vari partiti politici progressisti.
A conferma di quanto sopra informiamo che mentre il Comitato Nazionale Italiano provvisoriamente
nominato è composto da milita nti del Partito d'Azione e del Partito Socialista Italiano di Unità proletaria, i vari comitati locali nelle diverse città sono
composti di federalisti delle più svariate tendenze
politiche progressiste senza che nella loro composizione entri in gioco nè la considerazione a quale
partito appartengano i membri nè la preoccupazione
di avere nei comitati locali la rappresentanza del
mosaico dei partiti. La sola esigenza è la preminenza . nella convinzione dei membri, del problema dell'Unione Federale Euro-pea. Così il Comitato locale
romano era, al momento della liberazione, compostq
da tre socialisti, un cristiano-sor:iale e un repubblic ano m c ni.... e , ]_J -J.
-=>t ;npiv, ~H
u.t allrc ei a.tà ù ....
l'Italia settentrionale i comitati 1ocali son o comp
da due militanti del Partito d'Azione e da un.
p~rtito nell'una, e da un socialieta e due de
artito d'Azione nell'altra. Il Movimento Federalista
Euro peo, pur collaborando strettamente con i partiti
politici progressisti e richl.·ed en donf.:l~J·collaborazione•
è autonomo e non è cont'rb:lJ1!to, pR ~enso esclusivo,
da alcun partito.
· - ~- -~- .
conflitto tra i vecchi contendenti.
Certo ogni combattente costretto dalle leggi di leva
a seguire cosciente od incosciente i voli più o meno
precipitevoli della vittoria fascista, deve, se in buona
fede, senti re dopo le tragiche conferme o gli amari
disinganni, che i ,suoi sacrifici potranno essere ri~.!.:
cordati senza arrossire soltanto ·se da tutto il puItalia Settentrionale, luglio 1944. :" '·
•. : .~. {{..
tridume delle varie aggressioni e razzismi fascisti,
fermenterà una determinazione profonda di evitare
'f. ·'
nuove aggressioni o vendette e per ciò st esso una
nuova vita di unione federale di popoli liberi. Chi
è ritornato dalla Russia e dalla Jugoslavia e dal-~ l'occupazione francese ben sa come popoli nemici
dogma della sovrani tà assoluta degli Stati integranpossono affratellarsi e comprendersi nella comune
dosi in un'unica organizzazione federale.
miseria ed il combattente italiano, come e russi e
La mancanza di uniformità e di coesione che esijugoslavi e francesi hanno attestato, non ha certo
· ste ancora fra le diverse parti del mondo, non per·
creduto di tradire i propri compagni caduti, nel dare
mette di giungere immediatamente alla creazione di
e ricevere aiuto e salvezza da quelli che soltanto la
una organizzazione che riunisca tutte le diverse forme
bestialità nazionalista sentenziava essere suoi n emici.
«Non tradite mio figlio», ci ammonisce dalle candi civiltà sotto un unico governo federale.
Alla fine di questa guerra bisognerà limitarsi a
tonate una dignitosa madre in gramaglie che. malcreare una organizzazione mondiale meno ambiziosa,
grado l'ostentazion e che allontana e la ribadita fede
ma suscettibile di svilupparsi nella direzione dell'u·
fascista, anzi appunto per questfi, muove a compasnità federale, n ella quale le grandi forme di civiltà
sione. Come infatti non compiangere la povera mache ne costituiranno le assise avr anno per missione
dre cui persino la morte del figlio non ha aperto
di garantire la sicurezza collettiva. Ma questa orgagli occhi, non ha provocato una introspezione e connizzazione potrà essere \m efficace strumento di
tinua cocciuta la propaganda fascista dell'ultimo
pace solo a condizione che quei grandi tipi di ciquarto d'ora? Solo fascisti, «volontari di tutte le
viltà siano organizzati in modo tale che lo spirito
guerre» di Spagna e di oggi, coloro ch e sui campi
di pace e di comprensione possano prevalere.
insanguinati del dolore umano hanno trascinato solP er questo nel quadro di questa organizzazione
tanto la loro ambizione di decorazioni e promozioni
universale il problema europeo deve essere oggetto
e la sete di sadismo, solo costoro ti hanno messa
di una solùzione più diretta e più radicale.
alla berlina, o m,adre, su peJ: le cantonate a farti
vilipendere e compatire. Vesti pure di nero ma cessa
di ostentare s{acciatamente in pubblico quella meIII
daglia, conservala nel culto più intimo della tua
La pace europea è la chiave di volta della pace
casa e sta certa che i compagni di tuo figlio che
mondiale. Infatti nello spazio di una generazione,
ora più non si presentano alle chiamate nazifasciste
l'Europa è stata l'epicentro di due conflitti mondiali
e quelli che nelle valli combattono la guerra partiche hanno avuto sopra tutto come origine l'esistenza
giana, pensano loro a valorizzare anche il sacrificio
su questo continente di trenta stati sovrani. Bisogna
tuo, altrimenti tragicamente inutile.
innanzitutto rimediare a questa anarchia con la creaTrasformando la guerra imperialistica cui tuo fizione di un'Unione Federale fra i popoli europei.
, glio ha dovuto soccombere, in lotta di ideali ugualSolo un' Unione Federale permetterà la partecipamente sentiti da tutti i popoli oppressi dal nazismo
zione del popolo tedesco alla vita europea senza che
imperversante, essi preparano le fondamenta di quelesso sia un pericolo per gli ahri popoli.
l'esercito federale che, sparso ed affratellato nelle ,
Solo un'Unione Federale permetterà di risolvere i
guarnigioni d'Europa, sarà il lievito della coscil:'nza
problemi delle linee di demarcazione delle frontiere
del cittadino europeo.
AH
Ai lettori che per qualsiasi ragione non ne fossero venuti a conoscem,a a tempo debito ricordiamo
quanto segue:
Un convegno di federalisti, tenuto nelle primissime settimane seguite alla caduta del fascismo è
giunto concordemente alla conclusione che occorre
costituire non un partito, ma un movimento. Volendo precisare il campo e le forme in cui il movimento federalista europeo deve.. &volgere oggi la
sua propag!J.nda il convegno ha ,.approvato la ,seguente mozione:
« Il movimento federalista, pur lasciando ogni suo
membro libel'O. di studiare in modo particolare e
preciso i vari problemi politici e sociali che si pongono sul piano europeo, ed anzi promuovendo tali
studi, non deve ancora impegnarsi in formulazioni
programmatiche troppo precise riguardo alla futura
federazione enì't!pell e ai singoli problemi açl essa
connessi, poichè troppi dati sono ancora fluidi ed
incerti sia n~l campo nazionale che in quello internazionale. Rimane tuttavia fermo che p.n atteggiamento federalti>ta esclude qualsiasi forma di totalitarismo ed e~clude pure le forme di unità sia egemoniche sia apparentemente federaliste, ma in r ealtà
poste sotto il ferreo con.~rollo dì organismi comunque totalitari. Con questa premessa il movimento
federalista si trova d'accordo con tutte le forze e
tendenze prog:ressiste che si rivelino favorevoli alla
creazione della federazione europea, da quelle comuniste a quelle strettamente liberali, e non si pronuncia astrattamente per una federazione in cui sia
stabilita a pr:ìo~i la dose di collettivismo e di capitalismo, dì demoGrazia e dì autorità in essa ammis-
__ .,.. __...,-
EU
La dichiarazione ·Federalista Internazi-onale
HA
DEI MOVIMENTI DI RESIS TENZA· E DEL COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONA LE rappresentati dai Partiti politici italiani che hanno inviato
i loro delegati al Convegno Federalista Internazionale
tenutosi in una città d'Europa.
•
I
La resistenza all'oppressione nazista che unisce
popoli d'Europa in una stessa lotta, ha crea to fra
loro una solidarietà e una comunità di intenti e di
inter~ssi che acquistano il loro pieno significato e
tutta 'la loro portata per il fatto che i delegati dei
movimenti di resistenza europei si sono ri uni ti per
redigere la presente dichiarazione ove intendono esprimere la loro speranza e la loro volontà ri guardo alla
sorte della civiltà e della pace.
Gli uomini liberi che fanno parte oggi dei Movimenti di Resistenza hanno coscienza che la lotta incessante condotta, malgrado il terror e, sul fronte
della Resistenza interna, contro la macchina di guerra nemica è un contributo positivo importante alla
lotta condotta dalle Nazioni Unite e che essa giustifica per i loro paesi il diritto di partecipare all'edificazione della pace e alla ricostruzione dell'Europa
sullo stesso piano delle altre potenze vittoriose.
Sottoscrivendo alle dichiarazioni essenziali della
Carta Atlantica, affermano che la vita dei loro popoli deve essere fond ata sul rispetto della persona,
la sicurezza, la giustizia sociale, l'utilizzazione integrale delle risorse economiche in favore della collettività tutt'intera ~ il rigoglioso sviluppo autonomo
della 'vita nazionale.
II
Questi fini potranno essere raggiunti solo se i diversi paesi del mondo accetteranno di superare il
..
.~
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·....
2
l'UNITÀ
L~t'Jnione''P'ed'Jralf!. ~.i#ira ì'J.os~W~~é es~en~al~;
l) · Un ggvetrtq · respQtl; tilhle t10ti verso 1 goWròt
1
HA
VI
I Movimenti di Resistenza predetti riconoscono la
necessità di una partecipazione attiva delle Nazioni
Unite alla soluzione del problema europeo ma chiedono che- tutte le misure che saranno prese nel pe-
-.:.
22 maggio 1944
Dopo i convegni del 31 rifarzo e del 29 aprile di
cui avete avuto già notizia, ha avuto luogo una punione conclusiva cui partecipavano 3 italiani, 3 francesi, l tedesco,.. ! jugoslavo (della tendenza di TitQ,
l olandese, tutti in collegamento con i rispettivi movimenti di resistenza nonchè un danese ed un norvegese. Hanno aderito alla dichiarazione fe·deralista
internazionale tutti salvo il norvegese ed il danese
. ·c ompreso però il ceco assente.
dopo dai fascisti di Aosta. La partecipazione
di Clzanoux ai dibattiti con quel calore appassionato
che egli metteva in tutte le form e e le attività del
suo apostolato politico, è stata veramente fondamentale e altrettanto il suo contributo al documento.
Egli è stato lo spirito animatore della riunione e
questo Convegno rimarrà, per tutti noi che vi partecipammo, e che ricordiamo Chanoux con profondo affetto o il. momento in cui ci è stato dato
di raccogliere il suo testamento spirituale.
AH
UE
Il 19 di dicembre 1943 si riunivano in una città
dell'Italia Settentrionale i rappresentanti delle popolazioni alpine italiane che, o per tradizioni storiche particolari o per ragioni di bilinguità, hanno
conservato una fisionomia e una personalità cultu·
rale ed etnica loro propria, che il fascismo, nonostante tutti i suoi sforzi, non è mai riuscito a cancellare. Merwmate dal fascismo, e prima ancora di
questo dallo Stato nazionale sovrano, già tendenzialmente accentratore e livellatore, in alcuni loro
fondamentali diritti, quest.e popolazioni intendono,
rivendicandone il ripristino, tramite i loro rappresentanti, riaf fennare che nessuna delle loro caratteristiche storiche o etniche, nè tanto meno la bilinguità mai diminuiron,o il loro senso di solidarietà colle
collettività nazionale ma costituiscono una ricchezza
inalienabile che va .potenziata nel loro interesse e
nell'interesse della nazione, perchè da di esse una
eletta rappresentanza dell'Italia ai suoi confini e
un potente fattore di coesione con le viciniori popolazioni degli altri Stati confinanti. Questa coesione esse giudicano doversi oggi rafforzare, al fine
di realizzare una effettiva unità europea che sia garante di una pace duratura, e non deprimere con
arbitrarie e violente denaturazioni delle minoranze
di<:rJTr{trri., crnrsa~lla-pstr:a: · degli:-i:rredemi-=-
smi, che sempre è stata l'occasione delle guerre ricorr-enti in Europa.
Perciò i rappresentanti delle popolazioni alpine,
nell'esporre le loro rivendicazioni di larghe autonomie culturali ed amministrative, intendono in primo
luogo sottolinearqe il s~p.i/icato e la portata europea, riaffermando .;l...pP.J.ncipio fondamentale che le
autonomie locali e sÒ"j!'i9.ttftto quelle delle minor;nze
etnico-linguistiche non;.Jsaranno possibili se non nel
quadro di un'Europa federale la quale a sua volta
non sarà realizzabile se '1U9fb' attraverso un radicale
decentramento degli Stati! ,.T:tzionali e col deferimento
al governo federale di una buona parte della loro
sovranità assoluta. Il movimento delle autonomie locali e quello federalistico sono perciò interdipendenti
e complementari.
In secondo luogo e nel senso predetto, essi intendono affermare il valore generale, sul piano nazionale, delle loro rivendicazioni di autonomie, che non
dovranno costituire nè un privilegio o un contentino
concesso dal governo, nè un caso singolare, per quanto sia fra tutti il più importante e il più urgente,
ma dovranno invece conseguire da un principio fondamentale del nuovo Stato italiano, quello dell' effettivo potenziamento delle capacità di autogoverno
dal basso, realizzato sia attraverso le autonomie locali, sia attraverso gli organi sindacali di base come
sono ad esempio i consigli di fabbrica. Le autonomie
hanno dunque uno spiccato valore polidco, anche se
le rivendicazioni proposte sono prevalentemente di
carattere culturale e amministrativo.
In terzo luogo i rappresentanti delle popolazioni
alpine intendono riproporre in tutta la sua gravità
il problema generale dell'economia e dello spopolamento alpini, che il centralismo burocratico fascista
nòn ha mai risolto e neppure mai seriamente impostato. In questo settore, più che in nessun altro forse,
non vi è miglior giudice dei propri interessi e dei
propri problemi se non l'alpigiano o il suo diretto
rappresentante, e il sistema delle autonomie locali è
in questo caso quanto mai promettente di fecondi
risultati.
Contemperando diversi punti di vista e diverse esigenze, la dichiarazione che segue è stata, nelle sue
linee fondamentali . concretata nel suddetto Convegno
di dicembre, e successivamente ancora discussa e ritoccata in molteplici contatti tra i partecipanti, che
ne hanno stabilito la ver~ ionP definitiva qui pubblicata. Era presente Emilio Chanoux, uno dei rappresentanti più convinti e più intelligenti dell'autonomismo alpino; torturato ed ucciso pochi mesi
EU
v
La pace che nascerà dalla guerra dovrà essere
fondata sulla giustizia e sul progresso e non sulla
violenza e la reazione; ma dovrà essere altresì implacabile verso tutti i criminali di guerra, l'impunità dei quali sarebbe un insulto al sacrificio dei
morti della guerra e in particolare degli eroi ano• nimi della Resistenza europea. La Germania e i
suoi satelliti dovranno partecipare alla ricostruzione
economica delle regioni che hanno devastate, ma la
Germania dovrà essere aiutata e se sarà necessario
costretta a ' trasformare la sua struttura politica ed
economica affinchè possa integrarsi nell'Unione Federale. Per questo essa dovrà essere completamente
disarmata e sottomessa temporariamente a un controllo ~ederale i cui compi~i principali saranno i
seguent1:
- Affidare il potere agli elementi sinceramente democratici che hanno condo"tto contro il nazismo una
lotta senza equivoci.
- Ricostruire uno Stato democratico e decentrato
ove non vi sia più alcuna traccia della burocrazia e
del militarismo prussiani.
- Esigere la distruzione radicale del sistema feudale agrario e industriale.
- Integrare l"industria pesante e chimica tedesca
all'organizzazione industriale europea aflìnchè non
possa più essere utilizzata per dei fini nazionalistici
tedeschi.
- Impedire che l'educazione della gioventù tedesca sia fatta secondo le dottrine naziste, militariste,
razziali e totalitarie.
Agli ami_ci federalisti.
La dichiarazione dei rappresentanti
delle popolazioni alpine.
AH
dei diversi Stati membri mu. verso i Tòro popoli dai
quali dovrà essere eletto e sui quali dovrà poter esercitare una giurisdizione diretta nei limiti delle sue
attribuzioni.
.
2) Una forza armata posta agli ordini di questo
governo che escluda ogni altro esercito nazionale.
3) Un Tribunale Supremo che giudicherà tutte le
questioni relatiye all'interpretazione della costituzione federale e risolverà gli eventuali conflitti fra gli
Stati membri o fra gli Stati e la Federazione.
europei e per l'instaurazione della Pace e della Giustizia nel mondo.
FEDERALISMO E AUTONOMIE
HA
EU
Non è possibile di prevedere fin d'ora i limiti geografici dell'Unione Federale che potrà assicurare la
pace dell'Europa. Conviene tuttavia precisare che essa
dovrà essere fin dall'inizio ' abbastanza forte e abbastanza ampia perchè non "Corra il rischio di non es·
sere altro che una zona di influenza di uno Stato
straniero e di diventare lo strumento della politica
egemenica di uno degli Stati membri. Inoltre essa
dovrà essere aperta fin dall'inizio ai paesi appartenenti. interamente o in parte all'Europa che poUanno e che vorranno divenirne membri.
L'!Jn,ione Federale dovrà essere fondata su una
dichÌarazione dei diritti civili, politici ed economici
che garantirà il libero sviluppo della personalità
u~ana e il funzionamento normale delle istituzioni
democratiche e su una dichiarazione dei diritti delle
minc)rhnze a un'esistenza autonoma che sia compatibile con l'integrità degli Stati nazionali dei quali
esse fanno parte.
L!.Unione Federale non dovrà ledere il diritto di
ciascuno dei paesi membri' di risolvere i suoi problemi particolari conformemente alle sue caratteri·
sticbe etniche e cultumli. Ma, tenendo conto delle
esperienze e degli insuc..:essi della S. d. N., gli
Stati dovranno abbandomlre irrevocabilmente alla
Fed r.azione gli attributi della loro sovranità concernenti fa difesa del loro terdtorio, i rapporti con le
p' · nz " ste n al 'Onidrle' Federai~ . · ' ]if sclllitbi 'e le
CQI'llun ca
1 ~
1.
riodo che andrà dalla cessazione delle ostilità al
ristabilimento della pace, siano prese in funzione
delk e~igenze dell'organizzazione fed erale.
Fanno appello a tutte le forze spirituali e politiche del mondo e in particolare a quelle delle Nazioni
Unite perchè li aiutino a raggiungere i fini indicati
nella presente dichiarazione.
Si impegnano a considerare i loro rispettivi problemi nazionali come degli aspetti particolari del
problema europeo generale e decidono di costituire
fin d'ora un ufficio permanente incaricato di coordinare i loro sforzi per la liberazione dei loro paesi,
per l'organizzazione dell'Unione Federalt<. ,d_ei~ AgPOli- '..
UE
nelle zone di popolazione mista che cesseranno così
di essere oggetto delle folli brame nazionaliste e div~an~o delle semplici questioni di delimitazione
.territoriale di pura competenza amministrativa.
·~o un'Unione Federale permetterà la salvaguardia degli istituti democratici in modo da impedire
die i paesi privi di sufficiente maturità politica possano mettere in pericolo l'ordine generale..
': Solo un'Unione Federale permetterà la ricostru• zione economica del continente e la soppressione dei
monopoli e delle autarchie nazionali.
Solo un'Unione Federale permetterà la soluzione
logica e. naturale dei pxoblemi dell'accessi) al mare
dei paesi situati aU?iDtt!rno del cnnt#nttJM~ dell'uti·
ÌÉizazio'Ile razionaie';dei fi.um1 che. a.t l!ln-.crsano diversi
St-ati, dei èontrpllCL :degli Stretti e .inl !Mdo-. gellerale
della maggi1J 'pàrte dei problemi che hai\nQ turba~
le relazioni internazionali nel corso di questi ultimi
anni.
IV
EUROPEA
L. R.
ECCO LA DICHIARAZIONE ;
Noi, popo1azioni delle Vallate Alpine,
CONSTATANDO
che i venti anni di malgoverno livellatore ed accentratore fascista sintetizzato dal motto brutale e fanfarone di « Roma Doma », hanno avuto per le nostre
Valli i seguenti dolorosi e significativi risultati:
a) oppressione politica, attraverso l'opera dei suoi
agenti politici ed amministrativi (miHti, commissari,
prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti ed ignoranti di ogni tradizione locale, di cui
furono solerti distruttori;
rovma economlca, per a dTiap1dazione defloro
patrimoni forestali ed agricoli, per l'interdizione dell' emigrazione con la chiusura ermetica delle frontiere, per la effettiva mancanza di organizzazione
tecnica e finanziaria dell'agricoltura, mascherata dal
vuoto sfoggio di assistenze centrali, per la incapacità di una moderna organizzazione turistica rispettosa dei luoghi, condizioni tutte che determinarono
lo spopolamento alpino;
c) distruzione della èòltura locale, per la soppressione della lingua fondamentale del luogo, là dove
esiste, la brutale e goffa trasformazione in italiano
dei nomi e delle iscrizioni locali, la chiusura di
scuole e istituti autonomi, patrimonio culturale che
è anche una ricchezza ai fini della migrazione temporanea all'estero;
AFFERMANDO
a) che la libertà di lingua, come quella di culto,
è condizione essenziale per la salvaguardia della personalità umana;
b) che il federalismo è il quadro più adatto a
fornire le garanzie di questo diritto individuale e
collettivo e rappresenta la soluzione dei problemi
delle piccole nazionalità e minori gruppi etnici, e
la definitiva liquidazione del fenomeno storico degli
irredentismi, garantendo nel futuro assetto europeo
l'avvento di una pace stabile e duratura;
c) che un regime repubblicano democratico a
base regionale e cantonale è l'unica garanzia contro un ritorno della dittatura, la quale trovò nello
Stato monarchico accentrato italiano lo strumento,
già pronto, per il proprio predominio sul paese;
d) che in tale regime democratico-federale i ceti
dei lavoratori devono vedere sicuramente salvaguardati i loro diritti con le opportune autonomie operaie a'Ziendali in modo da impedire ogni ritorno capitalistico;
fed eli allo spirito migliore del Risorgimento
DICHIARIAMO
quanto segue.
A) Autonomie politico-amministrative:
l) Nel quadro generale del prossimo Stato italiano, che, economicamente ed amministrativamente
auspichiamo sia organizzato con criteri fed eralisticì
e che politicamente vogliamo basato sui principi
democratici, alle Vallate Alpine dovrà essere rico-·
nosciuto il diritto di costituirsi in Comunità .Politico-
l
l'UNITÀ
3) L'esercizio delle funzioni politiche ed amministrative "'1'bcali, comunali e cantonali, dovrà essere
affida,ta ad elementi originari del luogo o aventi ivi
una iésidenza stabile di un determinato numero di
anni 'che verrà fissato dalle assemblee locali.
B) Autonomie culturali e scolastiche:
Per la loro posizione geografica di intermediarie
fra diverse culture, per il rispetto dellè loro tradizioni e pella loro personalità etni ca, e per i vantaggi derivanti dalla conoscenza di diverse lingue,
nelle Valli Alpine dovrà essere pienamente rispettata
e garantita una particolare autonomia culturale e
linguistica c9nsistente nel:
l) Diritto di usare la lingua locale, là dove esiste,
accanto a quella italiana in tutti gli atti pubblici
c nella stampa locale.
2) Diritto all'insegnamento della lingua locale nelle
scuole di ogni ordine e grado ·· con le necessarie
garanzie ai concorsi perchè gli-insegnanti risultino
idonei a tale insegnamento. L'insegnamento .in genere sarà sottoposto al controllo ed alla direzione
di un consiglio locale.
3) Ripristino immediato di tutti i nomi locali.
C) Autono;tie economiche:
Per facilit&!re lo sviluppo dell'economia montana
e consegue?.Ìeìn~nte combattere lo spopolamento delle
Vallate 4 lpine, sono necessari:
l) Un comprensivo sistema di tassazione delle industrie ch!'!...§i trovano nei cantoni alpini (idroelettriche, minerarie, turistiche e di trasformazione, ecc.),
in modo cl'ie una parte dei loro utili torni alle Vallate Alpine e ciò indipendentemeil te dal fatto che
queste indtlstrie siano o meno collettivizzate.
..
PROPOSTA DEl PARTIGIANI
E DUE RISPOSTE
•
Caro Edgardo,
HA
EU
Il redattore del quaderno N. 15 della serie « Quaderni dell'Italia Libera » pubblicati dal Partito d'Azione, e che si intitola «Stati Uniti d' Europa?» è
un membro del Movimento Federalista Europeo. Egli
ha assunto lo pseudonimo di Edgardo Monroe perchè,
in analogia a quanto fece il fondatore della dottrina
« l'America agli Americani » egli pensa che si potrebbe oggi dire «l'Europa agli Europei», egli pensa
cioè che la formazione di una grande Unione Federale Europea che ·éomprenda l'Inghilterra e il maggior numero possibile di ex-stati nazionali sovrani
europei sia oggi l'interesse fondamentale, il problema politico più urgente di tutti gli Europei, e sia
un problema che dev'essere risolto con un atto di
volontà interno europeo, prima manifestazione di solidarietà di un continente che non vuole scomparire
nel caos di eterne guerre balcaniche.
Edgardo Monroe ha recentemente ricevuto la seguente lettera che pubblichiamo assieme alla sua
risposta:
qui tutto procede regolarmente: ogni tanto un'avventura, ogni tanto qualche gesto terroristico dei
morituri, da parte nostra preparazione più nei particolari e attesa.
L'argomento principale per il quale ti scrivo è
federativo. Voi avete studiato questo argomento da
tempo, l'avete soppesato e meditato fino a trovare
in esso la chiave per una garanzia fu tura di pace
ed io sono entrato nel vostro ordine di idee. Da
quanto ho capito, in conversazioni avute con voi ed
ora nella lettura dell'ultimo quaderno, vedete la possibilità di successo del nostro programma dalla conquista ad esso di élites culturali e politiche nei vari
paesi federandi. Questa senza dubbio è una delle
vie da seguire. Quan~o però mi sembra riteniate
meno redditizio e quindi meno pressante, è il lavoro di propaganda, in questo senso, fra il popolo,
fra coloro cioè che apparentemente possono rendere
meno. Forse mi sbaglio in questa affermazione . chè
non sono al corrente di tutte le vostre attività:
guardate però che nel popolo è una notevole aspirazione verso una sistemazione federativa. Col solito
buon senso pratico ed istintivo essi, forse prima di
noi, hanno capito ed hanno sentito che fra un ita·
liano ed un francese non c'è nessuna differenza che
possa impedire di considerarsi come concittadini,
.tanto quanto fra un piemontese e, per non andar
r
UE
UNA
·!.· _
AH
•
·in un certo senso, imposta dal basso. L'Unione Federale Europea è un interesse del popolo innanzitutto, e proprio dal popolo dei contadini e dei lavoratori, che non è traviato, come tanta parte della
borghesia picc~a e grande, e . delle classi medie,
dalle menzogne del nazionalismo. ta mia esperienza
è identica alla tua; a decine e decine conosco operai /
e contadini che capiscono immediatamente, che sentono, di essere concittadini di un francese, di un
Jugoslavo, di un greco, di un inglese che come loro
sia operaio o contadino e di cui forse hanno sp.erimentata la solidarietà nel lavoro. Devo invece spenb) l'assistenza tecnico-agricola esercitata da eled e_r~ n;ezz•ora per f ar capire l a stessa cosa ad una
menti residenti sul luogo ed aventi, ad esempio~- "• 'inag'iui «più colta» impiegata d'ufficio 0 ad una
delle mansioni di insegnam ento nelle scuole locali, di . maestla elementare. la quale da vent'an~utre
cui alcune potranno avere carattere agrario;
de1 nauseante isterismo naziona1istico dei nostri giorc) il potenziamento da parte dell'autorità loca~e
nali, sia esso di marca dannunziana 0 prettamente
della vita economica mediante libere cooperative di
imperialista mussoliniana tipo «colli fatali» 0 «viproduzione e di consumo.
scerale-sentimentale » tipo Guido Milanesi. Queste
4) II potenziamento dell'in dustria che conduce all.a
persone mi obbiettano subito che francesi, jugoslavi,
greci o inglesi «faranno i loro interessi» oppure
formazione di un ceto operaio evoluto e capa-::e.
A questo scopo si potranno anche affidare, ove oc< ci odiano » oppure « ci disprezzano », e, magari,
corra, all'amministrazione regionale 0 c~ntonale, annon conoscono neppure nè 1,m francese, nè un inglese, nè un jugoslavo o un greco, pen~_hè da noi in
che in caso di organizzazione collettivistica, il controllo 0 l'amministrazione delle aziende aventi caItalia la piccola borghesia è molto meno europea
rattere locale.
del popolo, specie dei contadini del bracciantato
agricolo e degli operai, che attraverso l'emigrazione
5) La dipendenza delle Dpere pubbliche loca'li daltemporanea sanno che si può essere sfruttati qui 0
l'amministraziòne cantonale ed il controllo d i queovunque altrove in Europa come si può essere trattati onestamente qui e altrove, e che la solidarietà
st'ultima su tutti i servizi e concessioni avP ..ti carattere pubblico.
non conosce differenza di lingua ... Inoltre i tuoi partigiani e i lavoratori in generale capiscono subito
Questi principi, noi rapprese.rfUln~le Valli Alil concetto federalista che se il governo federale è
pine, vogliamo vedere affermati' Wt ~ ·
Stato italiano, così come vogliamo che ~i
ereletto dal popolo, dai popoli dei vari Stati federati,
mati anche nei confronti di qu li ittlia ~·:ebellSémò
esso farà l'interesse collettivo dei popoli che lo hanno
o potrebbero venire a trovarsi sotto domi :!n "litico
el~o, mentre, troppo sovente, il « più colto» piecoe'o16 ~orghese, 0 anche, troppo spesso, professionistraniero, e li proclamiamo oggi con la
scienza di servire così gli interessi e le aspi- lÌ *~,.,._:-capisce ciò, teme qualche oscuro tranello,
di tutti coloro che, come JlOi, credono negli idertli
. ~mteresse nazionale » e finisce affermando ~· s.,. ego~- chec 11: comunque non bisogna essere i
di libertà e di giustizia.
19 dicembre 1943
priitri: :a . ., inclare• ;biSQgna lasciare cominciare gli
altri ... >
· 'n çuor' rmio gli auguro di essere lui
il primo a ~-.: Rlla p,feilsi a guerra nazionalistica, che in ubbialii.G
·verte"·pr to se il federalismo europeo non· tra~· nzv.. dOJ)O, questo con·
flitto.
Noi dobbiamo tendere tuttl··i
;_ sfor#, se
gliamo salvare noi e la civi t ~ t
~e~ .a
far trionfare il federalismo europeo ~ a
è
(_W!)
la tua proposta òi una grande a~sociaz~oiie. -éur9P · ~
di ex-partigiani che propugni e lotti per l'Q»ione
troppo in là, un toscano. Di questo io mi sono acFederale Europea è ottima e ti consiglio di p" · se·•
corto nelle continue conversazioni che ho con parguirla con la massi!"- !l energia: io la segnalo ai no· '
tigiani e non partigiani, dove quasi sempre, prima
stri amici all'estero ma tu falla proporre direttadi essere io, sono loro a pronunciare le parole Stati
mente dai partigiani nostri ai partigiani di Tito da
Uniti d'Europa. Il quaderno ultimo, che è della coluna parte e a quelli del « maquis » e dei « Mouvelana uno di quelli che più làèitmente si leggono,
lo sto riproducendo e 1~~- ()ircolare il più pos- __ments de la Resistance » francesi dall'altra. Io chiamerei tale associazione: « Fraternità Partigiana Eusibile. Mi interesserebbe 'aver~~ per lo stesso uso, le
ropea» nome che ha il van ta~io di poter essere sialtre pubblicazioni già compfrise è le. prossime. Creglato con le stesse iniziali in diverse lingue (Fraterdo che non appena il popb1o..J' ~ì,& acèorga che c'è
nité Partisane Européene, European Partisan Fraterqualcuno che sta dando forma;_'~i~he solo programnity) e che credo esprima bene quell'unità europea r
matica, a queste sue aspirazioni; darà tutto il suo
di cui i partigiani portano il germe. L'associazione
appoggio (da non trascurare), e sopratutto dissiperà
potrebbe essere unica, internazionale, con un comiquei dubbi circa l'utopia di tale programma che non
tato direttivo eletto direttamente dai partigiani dei
ha ancora completamente scosso da sè.
vari paesi e potrebbe diventare una lega potente
- Al prossimo termine della nostra attività partiprecisamente per imporre dal basso il federalismo
giana, evidentemente coloro che hanno insieme comeuropeo contro il nazionalismo delle oligarchie ecobattuto continueranno a vedersi e a frequentarsi.
nomiche eventualmente sopravviventi.
Non so se sorgerà un'associazione ex-partigiani, ma
Tu dici che non vi è più da sperare ad una sila credo cosa probabile come fenomeno naturale.
stemazione federativa sul tavolo della pace. Non è
Certo bisognerà star molto attenti a non creare dei
vero_: c'è da sperare. Io spero che la pace venga
nuovi « diciannovisti », ma questi, se .mai, sarebbero
tardi dopo un lungo armistizio che sia la tregua
-dei « quarantaquattristi », e fra i due termini c'è
di cui l'Europa ha bisogno dopo l'orgia di distruun abisso; sarebbe un successo il poter dirigere
zione e di follia omicida da parte del nazi-fascismo
questo formarsi di associazioni, o clubs, o solo di
totalitario, alla quale assistiamo. L'armistizio sarà la
ritrovi, in campo internazionale; voglio dire, sarebbe
convalescenza dell'Europa, sarà il tempo del nostro
un successo se incominciassero a federarsi già quegrande sforzo per conquistare l'Europa, e specialste organizzazioni in tutta Europa. Racchiudendo esse
mente la Gran Bretagna, alle idee federaliste, poi
le forze migliori di tutti i paesi potrebbero poi "dila pace pot.r ebbe essere veramente la guarigione del
ventare una forza non trascurabile nella preparazione
nostro continente, potrebbe essere la nascita deldi una futura federazione (mi pare infatti che non
l'Unione Federale Europea, e allora sarà vera e duci sia più da sperare, se mai si è sperato, ad una
ratura Pace.
sistemazione federativa sul tavolo della pace). Anche
Nel mio opuscolo io ho voluto cercare di ribadire
per questo lavoro bisognerebbe però mettersi subito
l'idea che una cosa almeno dev'essere ottenuta suin attività. Non si ·potrebbe fin d'ora, attraverso i
bito, fin dal momento dell'armistizio, la rinuncia denostri amici all'estero tessere relazi oni fra elementi
finitiva alla sovranità statale il'imitata, quale con(com andanti o comandati senza distinzione) partidizione necessaria a qualsiasi ulteriore conquista in
giani dei vari paesi? Prendi in considerazione questa
senso federalista. Ma anche Ernesto Rossi mi ha
proposta e fammi sapere il tuo parere. Salutami
trovato troppo fiacco · nell'affermare che l'Unione Fetanto gli amici.
derale Europea deve far parte del trattato di pace
Aff. Rolando, Comandante di una formazione pare poichè risponde alla tua obiezione, ho chiesto alla
tigiana di Val **"
Redazione di pubblicare, di seguito a questa, un
brano di lettera di Ernesto Rossi a me, che credo
Caro Rolando,
ti interesserà anche per altre ragioni.
Con l'augurio che tu e i tuoi partil!iani possiate
non solo, come tu dici, l'appoggio del popolo non
annientare per sempre i nazi-fascisti nelle vostre valè da trascurare, ma esso è il fondamento sul quale
late nei prossimi giorni, ti saluto affettuosamente
soltanto l'Unione Federale Europea si potrà creare.
EDGARDO MONROE
Secondo me gli Stati Uniti d'Europa . o, meglio,
l'Unione Federale Europe!l si potrà formare se sarà,
Italia Settentrionale~ 28 luglio 1944
AH
UE
zionalr.·~----~
2) Un sistema di equa riduzione dei tributi variabile da zona a zona a seconda della ricchezza del
terreno e della prevalenza di agricoltura, foresta o
pastorizia. ··
· 3) Una razionale e sostanziale riforma agraria
comprendente:
a) l'unificazione della proprietà familiare agraria,
oggi troppo frammentaria, allo scopo di ottenere un
miglior rendimento delle aziende, mediante scambi
e compensi di terreni e mediante una legislazione
adeguata;
HA
EU
ammmistrative autonome sul tipo cantonale.
2) Come tali, esse avranno comunque assicurato,
quale c'f!le- sia la loro entità numerica, almeno un
posto nelle Assemblee legislative regionali e na-
EUROPEA
..
~
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