Università di Catania
Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
Interclasse di Laurea in Sociologia e
Servizio Sociale
“Il Servizio Sociale nell'ambito della sanità e sua
evoluzione”
Catania, 16 marzo 2015
Damiana Pepe
1
Il mio intervento svilupperà:
I. Il servizio sociale in Sanità
II. Dalla riqualificazione del Servizio sanitario Regionale al
Sistema Socio-sanitario regionale (LEGGE 14 aprile 2009, n. 5
“Norme per il riordino del Servizio sanitario regionale” - Piano
Sanitario Regionale “PIANO DELLA SALUTE” 2011-2013)
III.Il ruolo del Servizio Sociale professionale nell'organizzazione
sanitaria regionale (Legge 15 febbraio 2010, n.1 “Istituzione delle
Unità operative delle professioni sanitarie e del Servizio Sociale –
D.A. n.1636/12 “Recepimento dei Criteri delle Unità Operative delle
professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative,
tecnico-sanitaie, tecniche della prevenzione e del servizio sociale
ai sensi del comma 2 articolo 2 legge n.1/2010”)
2
La mission


ll Servizio Sociale Professionale contribuisce al
benessere e al superamento di situazioni di
bisogno o di disagio delle persone, delle famiglie,
dei gruppi, delle comunità e di ogni aggregazione
sociale del territorio
l Servizio Sociale Professionale rappresenta uno
dei livelli essenziali sanciti dall’art. 22 della L.
328/2000 “Legge quadro per la realizzazione di un
sistema integrato di interventi e servizi sociali”, che
congiuntamente promuove la realizzazione di
servizi ed inter-venti per il benessere dei cittadini e
per il superamento di situazioni di difficoltà.
3
Excursus normativo del Servizio Sociale professionale
•
•
PROFILI PROFESSIONALI ASS. SOCIALI
Assistente Sociale Specialista
Legge n. 84 del 23 marzo 1993 ”Ordinamento della professione di assistente
sociale e istituzione dell’Albo Professionale”
D.P.R. 5 giugno 2001, n. 328 - CAPO IV (artt. 20 al 24) “Modifiche ed
integrazioni della disciplina dei requisiti per l’ammissione all’esame di Stato
e delle rispettive prove per l’esercizio di talune professioni, nonché della
disciplina dei relativi ordinamenti” – Iscrizione Sez. A (artt. 21, 22)
•
Assistente Sociale
Legge n. 84 del 23 marzo 1993 ”Ordinamento della professione di assistente
sociale e istituzione dell’Albo Professionale”
D.P.R. 5 giugno 2001, n. 328 - CAPO IV (artt. 20 al 24) “Modifiche ed
integrazioni della disciplina dei requisiti per l’ammissione all’esame di Stato
e delle rispettive prove per l’esercizio di talune professioni, nonché della
disciplina dei relativi ordinamenti” – Iscrizione Sez. B (art. 23)
4
Servizio Sociale in Sanità



L' OMS, definisce lo stato di salute come "Uno stato di completo benessere
fisico, mentale e sociale e non semplice assenza dello stato di malattia o di
infermità" e considera la salute degli individui come il prodotto delle interaziionii e
interconnessiionii tra le Componenti biologiche psicologiche, sociali e il proprio
contesto di vita.
Il Ministero della Salute, il 29 ottobre 2010, ha approvato il documento
“FUNZIONI DEL SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE IN SANITÀ”
Art. 3-octies (Decreto Legislativo 502/92 s.m.i.)
Area delle professioni sociosanitarie
3. Con decreto del Ministro della sanità , di concerto con il Ministro per la Solidarietà
sociale, sono individuati, sulla base di parametri e criteri generali definiti dalla
Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,
i profili professionali dell'area sociosanitaria a elevata integrazione sanitaria.
5
RIQUALIFICAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO
REGIONALE
UN NUOVO MODELLO DI PROGRAMMAZIONE
La Regione Siciliana con l’approvazione della legge regionale n.5/2009 “Norme per il
riordino del servizio sanitario regionale” ha intrapreso un programma di riequilibrio
dell’offerta sanitaria a partire dal rilancio dell’ attività territoriale, privilegiando criteri di
appropriatezza e nell'intento di realizzare equità di accesso a servizi in rete e superare criticità
quali:
• frammentazione e/o duplicazione di strutture
• avvio di processi di aggregazione, specializzazione e integrazione operativa e funzionale
• potenziamento dei servizi e dei posti letto per attività di riabilitazione, lungodegenza e
post-acuzie
• progressivo contenimento dei ricoveri inappropriati
• graduale implementazione del sistema di offerta integrata dei servizi sanitari e sociali
• (assistenza domiciliare)
«L’eccellente normalità come obiettivo»
*************
Avere cura del benessere dell’uomo (Centralità della Persona)
«utente-familiare»
Criterio guida per ridisegnare l’organizzazione della sanità regionale
6
ART.3 –L.R. 5/09 «Programmazione sanitaria regionale»
che prevede il piano sanitario
Piano della Salute 2011-2013
• Pone il cittadino al centro del sistema assistenziale
• Offre risposte appropriate e diversificate in relazione
agli specifici bisogni di salute sia sul territorio che in
ospedale
• Promuove il territorio quale sede promaria di
assistenza e di governo dei percorsi sanitari
FINE ULTIMO
• OBIETTIVO DI SALUTE «BENESSERE» DELLA
PERSONA
• NO PAREGGIO DI BILANCIO
“Coincidenza degli ambiti territoriali”
Distretti n.55
(Distretti sanitari e Distretti socio-sanitari)
• La legge 5/09 interviene nel soddisfare l’art.8 della Legge
328/2000 che “raccomanda” la coincidenza della
dimensione dell’ambito sociale, con quella dei servizi
sanitari (distretto) rendendo:
• Facilitata la rete
• Dedicato il percorso di accoglienza e consulenza
integrata alla persona per la fruizione dei servizi
• Visibile il Servizio Sociale Professionale quale attore
dell’integrazione (Sanitario-Sociale)
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Art.12, comma 7 - l.r. n.5/09
Interviene per garantire profili di
salute dei cittadini
Prevede la modalità di concertazione-programmazione
sociosanitaria in grado di garantire adeguati profili di
salute ai cittadini concordata secondo:
• Principi (Strategie comuni)
• Strumenti (conduzione sinergica)
• Metodi (frutto di specifiche esperienze)
9
Art.della l.r. 5/09 che prevede il piano
sanitario
Piano della Salute 2011-2013





Pone il cittadino al centro del sistema assistenziale
Offre risposte appropriate e diversificate in relazione
agli specifici bisogni di salute sia sul territorio che in
ospedale
promuove il territorio quale sede primaria di
assistenza e di governo dei percorsi sanitari
FINE ULTIMO
Obiettivo di salute “Benessere” delle persone
NO Pareggio di bilancio
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PERCHE’ L’INTEGRAZIONE
• Rispondere al bisogno plurimo con“risposte integrate” e spesso continuative (rete)
• Guardare alla condizione sociale delle persone come determinante del loro stato di
salute
• Tenere conto del costante aumento di patologie cronico-stabilizzate, cronicodegenerative rispondendo con lo sviluppo di una rete di servizi socio-sanitari
• Qualificare i servizi secondo modalità organizzative e capacità di integrazione
La mancata integrazione dei due sistemi non solo produce
disservizi e sprechi ma altera la valutazione adeguata del
bisogno e la conseguente programmazione appropriata dell’
intervento.
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Obiettivi
dell’integrazione socio-sanitaria
• Garantire la condizione di salute-benessere della popolazione
• Assicurare i livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria
regionali
• Individuare obiettivi di salute-benessere in linea di coerenza con i
bisogni osservati
• Definire l’offerta dei servizi sanitari e sociosanitari rendendoli
disponibili
• Facilitare l’accesso alle prestazioni sanitarie e sociosanitarie
12
Chi sono i destinatari

“l’Assistenza socio-sanitaria viene prestata alle
persone che presentano bisogni di salute che
richiedono prestazioni sanitarie ed azioni di
protezione sociale” (D.Lgs. 229/99)
13
Condizioni preliminari per la realizzazione di
un sistema integrato:
• Integrazione istituzionale tra organi centrali
(livello
regionale)
• Coincidenza tra ambiti territoriali di programmazione (livello
provinciale)
• Mappatura delle risorse disponibili
• Interventi mirati di sostegno alle professionalità sul territorio
• Sistemi di valutazione, di processo e di esito, condivisi per l’area
sociosanitaria
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Luogo fisico-geografico dell’integrazione
sociosanitaria
• L’ambito territoriale deputato ad assicurare la tutela della
salute dei cittadini è il Distretto.
• E’ il Distretto che governa il rapporto fra domanda e offerta
di servizi sanitari e sociosanitari.
• E il Distretto che garantisce gli interventi sociosanitari
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Costruire una strategia di
intervento integrata
Garantire i livelli uniformi
delle prestazioni socio-sanitarie
• Attuare tutti gli atti di
programmazione specifici del
settore
• Assicurare l’universalità della presa
in carico
• Migliorare la qualità percepita degli
interventi
INTEGRAZIONE
•
•
•
Condivisa
Applicata
Omogenea
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Le prestazioni devono
caratterizzarsi per:
• Personalizzazione
• Valutazione
multidimensionale del
bisogno
• Progettualità condivisa
• Flessibilità organizzativa
Strategie della
programmazione
• Centralità della persona e
della famiglia
• Presa in carico
• Cambiamento culturale
• Partecipazione attiva dei
cittadini
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…..Modelli operativi per
• Approcci multidimensionali in servizi flessibili che attivino
protocolli operativi interistituzionali
• Percorsi assistenziali adeguati al fabbisogno della
persona/famiglia e in grado di evitare forme di prestazioni
improprie e/o ripetute
……Attraverso
Professionisti che garantiscono
• l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni
• modelli organizzati in tutte le fasi dell’intervento (prevenzione,
assistenza, cura, riabilitazione)
• risposte integrate socio-sanitarie
• personalizzazione/umanizzazione degli interventi
18
Integrazione=Opportunità
• Migliorare i percorsi assistenziali delle persone, in
particolare per i fragili
• Garantire la gestione coordinata degli interventi
• Contribuire al miglioramento della qualità della vita
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ELEMENTO CENTRALE DEL
SISTEMA
In passato si procedeva con il
Paradigma della CURA
La prospettiva dell’assistenza socio sanitaria orienta
al
Paradigma del PRENDERSI CURA
MODELLO CENTRATO SUL PAZIENTE
(Persona- Famiglia-Ambiente)
COSA E’ STATO FATTO………
• Sottoscritto Protocollo d'intesa sull'integrazione sociosanitaria in Sicilia recepito con (DPR 23 dicembre 2011 pub.
Sulla G.U.R.S. n. 2 del 13 gennaio 2012)
• Istituito il Gruppo di lavoro previsto con D.A. n. 17 del 12
settembre 2014 in attuazione della legge regionale
12/08/2014 n. 21“Assestamento del bilancio della Regione
per l’anno finanziario 2014. Variazioni al bilancio di
previsione della Regione per l’esercizio finanziario 2014 e
modifiche alla legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5
‘Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2014.
Legge di stabilità regionale’.
Attività realizzate:
A .D. I. “Assistenza Domiciliare Integrata” CRESCIUTA
Definizione e Applicazione
• “Linee Guida Regionali per l’accesso e il governo del sistema integrato delle
cure domiciliari”(DPR del 26 gennaio 2011 pub.sulla G.U.R.S. n° 7 11.02.2011 - Allegato 1)
ALTRI PROVVEDIMENTI:
• “Linee guida per la pianificazione degli interventi multidisciplinari dei
servizi sanitari dedicati alla tutela dell’infanzia e alla presa in carico dei
•
•
minori vittime o a rischio di violenza” (DECRETO 23 marzo 2012 – G.U.R.S.
n. 17 del 27 aprile 2012)
Attivita’ di supporto psicologico e sociale nei servizi sanitari. Direttiva
Assessoriale
Introduzione del “Codice Rosa”. Direttiva Assessoriale dell’ 8 marzo 2014
Attività strategico/operative, richiamate al principio della
corresponsabilità, dei due sistemi di governance
“SANITARIO e SOCIALE”
Percorso per la corretta presa in carico del minore vittima o a rischio di violenza
Procura
Minorile
SEGNALAZIONE TRIBUNALE PER I MINORENNI PROCESSO DI
TUTELA DEL MINORE VITTIMA O A RISCHIO
Denuncia
Procura
Ordinaria
INTERVENTO
DEL
SERVIZIO
SOCIALE
ASP
COMUNI
Minore
vittima o
a rischio
di
violenza
Operatore
Sanitario
NPI “DEDICATA”
alla valutazione e
alla presa in carico
del MINORE
VITTIMA o a rischio
di violenza
VALUTAZIONE FINALE DEL
MINORE E DEL NUCLEO
FAMILIARE – 6 MESI-
COMUNITA’
Percorso
Giudiziario
ALTRI
SERVIZI
AFFIDO
ADOZIONE
CENTRO PER LA
VALUTAZIONE
e la presa in
carico della
FAMIGLIA
maltrattante e
abusante
PRESA IN
CARICO
MINORE
FUORI
DALLA
FAMIGLIA
PRESA IN
CARICO
GENITORI
MINORE
RIENTRO
IN
FAMIGLIA
CONSULT
ORIO
Diventa sempre più difficile parlare dei bisogni
sociali “in generale”.
I bisogni, cioè, si vanno sempre più scomponendo,
ed esigono pertanto “nuovi relazionamenti”
(cfr. P. Donati, Sociologia del terzo settore)
Decreto Assessoriale n. 1636/12
“Recepimento dei Criteri delle Unità Operative delle professioni sanitarie infermieristiche,
ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e del servizio sociale ai sensi del
comma 2 articolo 2 della Legge n. 1/2010”
“Superare la diversa situazione dei modelli organizzativi presenti nelle aziende e strutturare schemi
di organizzazione appropriati per la corretta valorizzazione delle rispettive funzioni professionali”
•
Definito i profili, le competenze/metodologie di lavoro specifiche per ciascuna delle Professioni sanitarie e del
servizio sociale (Legge 1/2010);
•
Considerato i bisogni assistenziali dei cittadini in relazione agli ambiti territoriali (es. Aree Metropolitane);
•
Tenuto conto dei modelli di intervento basati sull’integrazione dei percorsi assistenziali tra Ospedale e Territorio
(Continuità assistenziale);
•
Attenzione distinta ai processi di prevenzione, cura, riabilitazione;
•
Puntato all’ottimizzazione dell’organizzazione per favorire la sinergia degli interventi, in una logica di rete e per un
miglior uso delle risorse disponibili;
•
Contemplato l’ elaborazione, promozione e gestione dell’attività di formazione – interna ed esterna – alle Aziende
(collaborazione attiva con l’Area Formazione delle Aziende per progettazione dei piani formativi aziendali);
26
Funzioni delle Unità Operative
•
Le Unità Operative (Semplici e/o Complesse), delle professioni sanitarie e del servizio sociale assicurano la
qualità e l’efficienza tecnico-specialistica in tutte le fasi delle attività programmate, sulla base delle specifiche
competenze dei relativi profili professionali intervenendo ai lavori degli organismi direttivi, concorrendo
all’individuazione ed alla realizzazione degli obiettivi dell’Azienda di appartenenza e partecipando al Collegio
di direzione ( comma 3 dell’articolo 7 della legge 10 agosto 2000, n. 251);
•
Partecipano alla programmazione, gestione, organizzazione delle risorse economiche, strumentali e
tecnologiche, per le aree di pertinenza, attuano il governo delle politiche del personale attraverso selezione,
reclutamento, assegnazione alle Unità Operative, mobilità, part-time, produttività collettiva ed individuale,
nonché elaborando strategie per la definizione dei sistemi premianti, in coerenza con gli obiettivi aziendali
attraverso anche la negoziazione del budget;
•
Svolgono, con autonomia organizzativa, professionale e gestionale, le attività di pianificazione e di controllo
strategico, di programmazione e controllo di gestione, di comunicazione istituzionale ed interna,
contribuendo ad ottimizzare il clima aziendale nei diversi livelli di operation management incluso il controllo
(audit interno);
•
Eseguono la verifica e valutazione delle “attività-prestazioni-cure” offerte in relazione alle competenze dei
propri profili professionali;
•
Garantiscono efficacia e appropriatezza delle prestazioni attraverso la ricerca del sapere scientifico più
aggiornato per i profili professioni del personale (programma attività studio- ricerca-didattica- consulenzadefinizione di protocolli e progetti di ricerca scientifica), inclusa l’ attività professionalizzante e di tirocinio dei
corsi di laurea, predisponendo, all’interno del piano formativo aziendale, in attiva collaborazione con la Unità
Operativa Formazione Aziendale, programmi specifici di Formazione Continua (ECM);
Promuovono e attuano modelli organizzativi di prevenzione, assistenza, cura, riabilitazione, educazione alla
salute e di integrazione socio-sanitaria orientati alla personalizzazione ed umanizzazione degli interventi
“sanitari e sociali” mediante l’adozione di metodologie/strumenti operativi specifici (redazione cartella clinica
per specifico profilo professionale, governo clinico, etc.,);
•
27
SCHEMA ESEMPLIFICATIVO DI ORGANIGRAMMA
DG + DS + DA
Unità Operativa delle professioni sanitarie
infermieristiche e ostetriche
Unità Operativa delle professioni sanitarie
di riabilitazione
Unità Operative delle professioni
tecnico - sanitarie
Unità Operativa delle professioni tecniche di
prevenzione, vigilanza ed ispezione
Unità Operativa del servizio sociale professionale
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IPOTESI DI FUNZIONIGRAMMA ASP
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IPOTESI DI FUNZIONIGRAMMA AMBITO METROPOLITANO
ASP
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AZIENDA OSPEDALIERA CON UNO O PIÙ PRESIDI OSPEDALIERI
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L’uomo non è nato per patire le miserie della
fame e dell’indigenza; se oggi soffre, e ha
sofferto in passato, è perché noi distogliamo gli
occhi dal problema.
Ho maturato la certezza solida e profonda, che,
se davvero lo vogliamo, possiamo realizzare un
mondo senza povertà.
M. Yunus, Il banchiere dei poveri
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Intervento Dott.ssa Pepe