N° 1 ANNO LXIII Febbraio 2011 SPAZIO APERTO IL VINCOLO FIDUCIARIO NEL SETTORE BANCARIO ABBECEDARIO SINDACALE FABI, UN 2010 DA PROTAGONISTA Supplemento al numero odierno di MF/Milano Finanza - Il quotidiano dei mercati finanziari Spedizione in A.P. 45% art. 1 c. 1 L. 46/04, DCB Milano. Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione Tribunale di Milano n. 266 del 14/4/1989. FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI Antiriciclaggio e scudo fiscale LE BANCHE DRIBBLANO, I LAVORATORI PAGANO? In ordine sparso dinanzi alla legge SPAZIO DONNA POSSIAMO CAMBIARE IL MONDO SPAZIO DONNA DONNE AL BIVIO Nicola Borzi, di Plus24 del Sole 24 Ore, ha sottolineato il ruolo della stampa nel far emergere tentativi di elusione della legge UN PROGETTO DI SOLIDARIETÀ TARGATO CUORE FABI IL SOGNO DI ARUNAS Serve poco per rendere una vita felice NON DEVI METTERE MANO ALLE TASCHE BASTA UNA FIRMA PER DONARE IL TUO 5 PER MILLE “IL SOGNO DI ARUNAS” onlus C.F. 98120160175 Via Cefalonia 41/a 25124 Brescia IBAN IT34C0869211205027000270458 Banca di Credito Cooperativo di Brescia Via Crotte n. 28 – 25127 Brescia EDITORIALE DOSSIER 2 > Lodi, a lezione di antiriciclaggio 5 > QUOTA PERISCOPICA di Lando Maria Sileoni - Segretario generale FABI SINDACATO & SERVIZI ATTUALITà 6 > In pensione con i soldi di papà 7 > Informatizzazione, il nemico ti ascolta 8 > Fenomenologia del mobbing. Il lavoro malato 9 > Aumenti delle pensioni dal 1° gennaio 2011 10 >L’epidemia del pregiudizio 11 >ICT, motore di ripresa LE BANCHE DRIBBLANO, I LAVORATORI PAGANO? Scomparso Tommaso Padoa Schioppa FABIGIOVANI 13 >Fragile QUADRI DIRIGENTI 19 >Ritratto di manager in grigio SPAZIO DONNA 22 >Si moltiplicano le violenze sulle donne SALUTE 24 >Respirare smog ci cambia il DNA PARERE LEGALE 25 >Malattia in concomitanza con un’azione di sciopero ANTIRICICLAGGIO E SCUDO FISCALE Assenza alla visita di controllo per “serio e fondato motivo” FISCO 26 >Il metano ti dà una mano NONSOLOBANCA HI TECH 27 >Sony sfoglia i libri elettronici LA FABBRICA DEI SOGNI 28 >Indovina chi viene alla cena dei cretini? ITINERARI 29 >Liberty e Coppedè a Roma SEGNALIBRO 27 >Nuovo repertorio di giurisprudenza del lavoro AVVISO AI NAVIGANTI 28 >Il portale del Ministero della Salute ALTROTURISMO 30 >Gli Etruschi dall’Arno al Tevere 31 >DREAMTIME. Lo stupore dell’arte aborigena CHI C’E’ C’E’ 32 >Il cartellone di febbraio L In ordine sparso dinanzi alla legge o scorso 29 Gennaio, organizzato dalla FABI di Lodi, si è svolto un importante convegno, dal titolo "Banche ed intermediari finanziari nel contrasto del riciclaggio", che ha registrato una larghissima partecipazione ed ha visto interventi ricchi di spunti tecnici e politici. In particolare, dopo l'introduzione del Segretario Coordinatore Ettore Necchi, l’intervento del prof. Giuseppe Santorsola ha delineato i profili legislativi della materia ed il quadro di riferimento degli adempimenti normativi, mentre la nostra Debora Russo ha illustrato, nella sua ampia ed appassionata relazione, proprio l'esperienza applicata "sul campo", cioè nella vita reale delle filiali bancarie. L'eco, sulla stampa e in Tv, è stato pari all'impegno profuso dalla nostra organizzazione che, con scelta azzeccata e attenta sensibilità, ha saputo porre un tema così attuale e delicato, come quello dell'antiriciclaggio, al centro dell'attenzione. Desidero, per parte mia, per il ruolo che rivesto nella nostra Organizzazione, trarre alcuni spunti di riflessione offerti dal convegno. Intanto, una premessa: c'è un continuo bisogno di aggiornamento e formazione su temi in divenire, dai quali dipende la reputazione delle banche. È sintomatico che la FABI, con questo convegno, abbia coperto una lacuna, spesso molto evidente, nei programmi formativi delle singole banche che, invece, preferiscono affrontare argomenti più "redditizi" o privilegiare quelli più collegati alla quotidianità commerciale (induzione a comportamenti standardizzati, solleciti e contatti pianificati, spinta alla vendita, gestione dei portafogli, offerta di polizze, ecc). Poi, un riferimento di assoluta attualità, basti pensare alla vicenda dello IOR (la Banca Vaticana) che ha dovuto rapidamente conformarsi alla normativa antiriciclaggio, per essere esclusa dalla black-list a livello internazionale. Un segnale certo positivo, ma doveroso, anche per non menomare la credibilità dell’alta ispirazione morale della Santa Sede. Tornando al sistema Italia: il convegno di Lodi ci invita a guardare che cosa accade, di fatto, nei comportamenti quotidiani dove, spesso, come dice Debora, "il taci ed esegui" diviene la vera consegna operativa data ai colleghi. Oppure l'argomento - davvero eticamente discutibile! - delle pratiche connesse allo scudo fiscale, pratiche che, pur tuttavia, non sollevano gli intermediari dalle eventuali responsabilità in materia di antiriciclaggio. Il caso citato da Debora nella sua relazione (un collega rimosso e trasferito per aver segnalato gli spostamenti di capitale dall'estero di un esponente del Consiglio di Amministrazione della banca) è di inaudita gravità: viene ritenuto colpevole (ed ingiustamente punito) colui che ha svolto in modo esemplare il proprio operato, mentre resta "immune" chi si è procurato un vantaggio in danno alla collettività ed in barba agli onesti contribuenti a reddito fisso. Così – prepotentemente - ritorna l'argomento delle "regole": invocate quando proteggono le banche, ma eluse quando devono tutelare i lavoratori ed i clienti. La fiducia si basa su regole, ma qualcuno affermava che "per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano"... Siamo ancora a questo punto? Purtroppo sì. In questi giorni s’intensifica, anche da parte dell'ABI, la pressione sulle Organizzazioni sindacali per ottenere preventivamente l'accordo su un insieme di regole che sia, in qualche modo, preliminare rispetto al contratto. Noi, come FABI, ci opponiamo: non già perché siamo contrari alle regole, anzi. Ma perché non vogliamo avallare gabbie preventive, che limitino ingiustamente la nostra libertà d’azione e le nostre rivendicazioni. È nostra convinzione che anche le regole debbano essere materia propria del rinnovo contrattuale e, soprattutto, che al Sindacato - alla FABI - non manchi il senso della misura e l'apertura al nuovo che avanza. Certo, per noi, regola non può essere sinonimo di rinuncia, di mani legate, di avallo preventivo ed acritico a scelte unilaterali. Il valore della contrattazione deriva dal confronto vero, non addomesticato. Precisiamo: dal confronto su dati attendibili, con obiettivi chiari (che non scindano sostanza e apparenza per forzare decisioni). Per questo rivolgiamo a tutti i nostri interlocutori un messaggio inequivocabile: bisogna avere senso della misura, evitando di creare, in prossimità del rinnovo contrattuale, situazioni sociali insostenibili e cariche di nuove tensioni, di diffondere l'ansia da perdita di posto di lavoro, poiché il nostro sistema non sarebbe in grado di tollerarle e potrebbero aprirsi scenari ingovernabili. Il peso del settore bancario, anche sotto il profilo delle relazioni sindacali, deve esprimersi con idee proprie, senza imitare i comportamenti dei supermanager del momento, ma facendosi portatore di idee innovative, costruttive, che sappiano aprire la strada a maggiore partecipazione alle decisioni e a maggiore coinvolgimento nelle scelte. Questa è la strada che vogliamo intraprendere: elaborare idee, non imitare chi evoca spaccature tra i lavoratori e in loro danno. Direttore editoriale Lando Maria Sileoni Capo redattore Lodovico Antonini Ordinario di Sociologia Generale Università di Verona Comitato di direzione Gianfranco Luca Bertinotti Mauro Bossola Franco Casini Giuliano De Filippis Attilio Granelli Mauro Morelli Mauro Scarin Lando Maria Sileoni Collaboratori Luciano Quaranta, Clinica oculistica Università degli Studi di Brescia Maddalena Sorrentino, docente di informatica generale, Università Cattolica - Milano Luca Riciputi, esperto risorse umane e consulente aziendale Illustrazioni: Roberto Mangosi Domenico Secondulfo, Flavia Gamberale Editing: Mariapaola Diversi Grafica: www.Majakovskij-comunicazione.com DTP: ERRE Creativity - Alessandro Villa Stampa: Elcograf, Beverate di Brivio (Lc) Direzione, Redazione, Amministrazione 00198 Roma - Via Tevere 46 Telefoni: 06-84.15.751/2/3/4 Fax: 85.59.220 Direttore responsabile Paolo Panerai E-m ail : re dazio ne @fabi.it | Edizione web: http://www.fabi.it/pubblicazio n i /voce- dei - ban car i | w w w. fabi . i t - E- m ai l : federaz i on e@ fabi . i t dossier LODI, PIÙ DI 500 BANCARI A LEZIONE DI ANTI-RICICLAGGIO della Guardia di Finanza di Lodi, al professor Giuseppe G. Santorsola, ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università Parthenope di Napoli, da Attilio Granelli, Segretario nazionale FABI, ad Angelo Maranesi, Responsabile nazionale FABI Bankitalia, da Ermanno Cappa, avvocato e presidente del Centro Studi Giorgio Ambrosoli a Renzo Capelletto, Gianluigi Bonifati, rispettivamente avvocato Penalista del Foro di Torino e avvocato FABI del Foro di Lodi, nonché Andrea Gibelli, V. Presidente della Regione Lombardia. FORTE DENUNCIA: LE BANCHE CERCANO DI DRIBBLARE LA LEGGE Grande partecipazione al convegno “Banche e intermediari bancari nel contrasto del riciclaggio” organizzata dalla FABI di Lodi il 29 gennaio scorso. Fra i relatori d’eccezione Luca Criscuolo, Condirettore e Titolare Divisione Normativa e Metodi dell’Unità d’Informazione Finanziaria di Banca d’Italia, il prof. Santorsola, il giornalista Nicola Borzi e gli avvocati Cappa, Capelletto e Bonifati. Granelli, Segretario Nazionale FABI, ai lavoratori: “Denunciate a noi tutte le irregolarità” B oom di presenze al convegno ed alla tavola rotonda “Banche e intermediari bancari nel contrasto del riciclaggio”. L’evento, organizzato dalla FABI lodigiana, si è svolto il 29 gennaio a Lodi presso l’Auditorium della Banca Popolare di Lodi e ha registrato oltre 500 partecipanti: bancari e promotori finanziari venuti da diverse regioni del Nord Italia per saperne di più sulle leggi in materia di antiriciclaggio, di Flavia Gamberale norme che gli operatori di sportello sono tenuti ad applicare, ma sui cui ancora oggi c’è scarsa informazione. E l’appuntamento della FABI non è stato solo un’occasione di confronto tra esperti di settore e lavoratori, finalizzato a informare questi ultimi sui rischi penali che corrono nel caso le leggi non vengano osservate, ma soprattutto un momento di denuncia forte per raccontare quello che avviene quotidianamente in molte filiali “La legge in materia è estremamente insidiosa, perché impone al lavoratore di riconoscere le operazioni anomale e di diventare una sorta di Sherlock Holmes, cioè di fare l’investigatore, pur non avendone i poteri e le competenze”. Giuseppe Molorolo Comandante del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Lodi 2 Un'immagine della tavola rotonda e la sala gremitissima. bancarie italiane, dove spesso, con “avvertimenti” o diktat dei vertici aziendali, si sacrifica il rispetto delle norme sull’altare del raggiungimento degli obiettivi di vendita. Oltre ai rappresentanti della FABI lodigiana, il coordinatore Ettore Necchi e la Dirigente provinciale Debora Russo, a intervenire sul tema, moderati dal giornalista de Il Cittadino Lorenzo Rinaldi, sono stati anche altri qualificati ospiti: da Luca Criscuolo, Condirettore e Titolare Divisione Normativa e Metodi dell’Unità d’Informazione Finanziaria di Banca d’Italia, a Nicola Borzi, giornalista de Il Sole 24 Ore, esperto di banche, da Giuseppe Molorolo, Comandante Nucleo Polizia Tributaria FORMAZIONE QUESTA SCONOSCIUTA “Ai lavoratori bancari manca la formazione”, ha esordito Debora Russo, dirigente sindacale FABI nella sua approfondita relazione introduttiva più volte interrotta da applausi, “le banche, nonostante ci siano precisi obblighi di legge in materia, non formano adeguatamente il personale sulle norme antiriciclaggio. Le nozioni legislative vengono trasmesse attraverso corsi online, svolti magari tra un’operazione di sportello e l’altra, e senza alcun controllo da parte dei superiori. E, purtroppo, a pagare i costi di questa cattiva prassi aziendale sono proprio i lavoratori che, in assenza di un’adeguata formazione, non hanno gli strumenti per riconoscere e segnalare le transazioni dal dubbio profilo legale”. “Come sindacato”, ha poi proseguito, “registriamo anche numerosi casi di di- Ettore Necchi Debora Russo Segretario coordinatore della FABI di Lodi, in pochi anni ha portato gli iscritti a oltre 1.100 unità Dirigente della FABI di Lodi, che ha tenuto la relazione introduttiva al convegno. dossier pendenti le cui segnalazioni di operazioni sospette sono spesso volutamente ignorate dai capi filiale. Al solo scopo di raggiungere i famigerati budget, gli obiettivi di vendita e, soprattutto, nell’intento di non compromettere i rapporti con il grosso cliente di turno. E pazienza se poi è il lavoratore a rischiare di finire alla sbarra sotto indagine giudiziaria”. “La situazione”, aveva tuonato Ettore Necchi, Segretario Coordinatore della fettuato l’operazione: lo sportellista. Poco importa se l’ha eseguita in perfetta buona fede, perché magari non era stato adeguatamente informato dalla sua banca sulle leggi in vigore, o se – peggio! - l’ha effettuata su pressioni di un superiore particolarmente sensibile al “richiamo del budget”. “La legge in materia è estremamente insidiosa”, ha sottolineato l’avvocato Cappa, “perché impone al lavoratore di ricono- “fare comunque le dovute denunce, anche se è passato del tempo dal momento della transazione sospetta, perché inoltrarle in ritardo è sempre meglio che non inviarle per niente”. FABI di Lodi “è insostenibile e va cambiata. È inammissibile che le responsabilità ricadano solo sulle spalle dei lavoratori”. UNA LEGGE INSIDIOSA Ma che cosa dice la legge? Il decreto 231/2007 parla chiaro: gli operatori di sportello hanno l’obbligo di segnalare senza ritardi all’Unità d’ Informazione Finanziaria di Bankitalia le operazioni in odore di riciclaggio. Nel caso omettano di farlo e non registrino tutte le informazioni, relative al cliente che ha effettuato l’operazione e sul quale ci siano sospetti, rischiano a vario titolo sanzioni, i cui importi vanno da un minimo di 100 euro a un massimo di 200mila euro. E la responsabilità penale è sempre a carico di chi ha materialmente efLuca Criscuolo scere le operazioni anomale e di diventare una sorta di Sherlock Holmes: di fare l’investigatore, pur non avendone i poteri e le competenze”. Presto elencate le insidie: “La norma dice che il dipendente, quando ha ragionevoli motivi per sospettare della liceità di un’operazione, lo deve segnalare agli organi competenti senza ritardo. Ma chi detta i criteri per stabilire la ragionevolezza di un sospetto? E una segnalazione che arriva in ritardo equivale alla mancata segnalazione? Dubbi che la legge non chiarisce. Consiglio”, ha però sottolineato Cappa, “di fare comunque le dovute denunce, anche se è passato del tempo dal momento della transazione sospetta, perché inoltrarle in ritardo è sempre meglio che non inviarle per niente”. Un invito rinnovato anche dal Direttore dell’Unità d’Informazione di Bankitalia Luca Criscuolo, che ha ribadito come il sistema sanzionatorio sull’antiriciclaggio sia inadeguato e necessiti urgentemente di una riforma. Quanto agli obblighi di legge in materia di formazione, Gianluigi Bonifati, avvocato del Foro di Lodi della FABI, ha lanciato un appello alle banche: formare il personale non una tantum, ma costantemente. “I lavoratori devono essere tempestivamente aggiornati su tutte le ultime disposizioni di legge e sulle circolari emanate, dato che il quadro normativo di riferimento del contrasto al riciclaggio è in continua evoluzione”, ha affermato Bonifati. PAROLA D’ORDINE: DENUNCIARE E come deve comportarsi il lavoratore, qualora subisca pressioni da parte del capo filiale ad eseguire comunque una transazione di dubbia legittimità? “Solo in un modo”, hanno risposto il giornalista Nicola Borzi e il Segretario nazionale FABI Attilio Granelli: “denunciando ”. Il primo soggetto, a cui segnalare l’episodio, è senz’altro il sindacato. “I lavoratori, ogni qualvolta si trovino in difficoltà per- ché costretti dal proprio capo ad effettuare un’operazione sospetta, non devono aver paura ma rivolgersi a noi. La FABI si attiverà poi in tutte le sedi opportune, non solo in quella giudiziaria, per tutelare il dipendente, anche e soprattutto il precario, che è maggiormente ricattabile”, ha “il sistema sanzionatorio è inadeguato e dev’essere riformato urgentemente” sottolineato il Segretario nazionale della FABI Attilio Granelli, che ha poi definito di “meschinamente ambiguo” l’atteggiamento di molte banche. “Formalmente chiedono ai dipendenti il rispetto della legge”, ha tuonato il Segretario nazionale della FABI, “e, di fatto, fanno pressioni sui lavoratori perché le infrangano, pur di incrementare i profitti”. Nicola Borzi, dal suo osservatorio privilegiato di giornalista de Il Sole 24 Ore, ha invece svelato che c’è solo una cosa che le banche temono di più di un’eventuale condanna penale: il danno di immagine. “Per questo”, ha suggerito, “è bene raccontare “Appello alle banche: formare il personale non una tantum, ma costantemente. I lavoratori devono essere tempestivamente aggiornati su tutte le ultime disposizioni di legge e sulle circolari emanate, dato che il quadro normativo del contrasto al riciclaggio è in continua evoluzione” Il tavolo della presidenza del convegno Attilio Granelli Dirigente dell Unità d'Informazione Finanziaria di Bankitalia Segretario Nazionale FABI e Nicola Borzi, de "Il Sole 24Ore" Il bollettino semestrale di Bankitalia ANTIRICLAGGIO, NEL PRIMO SEMESTRE 2010 92 DENUNCE B Criscuolo (Uif): “Lavoratori esposti a troppi rischi. La legge va cambiata” en 92 denunce a carico delle banche per violazioni delle norme antiriciclaggio inoltrate all’autorità giudiziaria, 12 ispezioni effettuate e circa 103 fattispecie di rilevanza penale presentate alla magistratura. Questo il bilancio dell’attivi- tà, condotta nel primo semestre 2010, dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, il braccio destro di Palazzo Koch che opera in collaborazione con la magistratura nel contrasto e nella prevenzione del riciclaggio e a cui le banche, in caso di operazioni sospette, devono inoltrare le loro segnalazioni. “Da quando è entrata in vigore la legge, a finire sotto indagine della magistratura per violazione delle norme anti-riciclaggio sono stati parecchi lavoratori”, rivela Luca Criscuolo, Condirettore e Titolare Divisione Normativa e Metodi dell’Uni- tà d’Informazione Finanziaria di Banca d’Italia, “del resto è la stessa legge che in virtù dell’indeterminatezza di molti suoi passaggi espone il dipendente a un frequente rischio di violazione. Per questo la norma andrebbe corretta in molti suoi punti”. 3 dossier “Denunciate sempre gli abusi al sindacato. Se non bastano i canali ufficiali, il sindacato può contare sulla stampa, perché c’è una cosa che le banche temono più di ogni altra: il danno d’immagine” alla stampa tutto quello che non va, magari attraverso la voce autorevole del sindacato. La FABI in questo ha sempre dimostrato di essere in prima linea”. LE PROPOSTE DELLA FABI Durante il Convegno sono state, infine, lanciate nuove proposte per tutelare al meglio i bancari. “Stiamo valutando”, ha detto in rappresentanza della Segreteria nazionale della FABI, Attilio Granelli, “di chiedere l’istituzione di help desk aziendali, a cui possano rivolgersi tutti i lavoratori per avere chiarimenti sulle norme antiriciclaggio e sugli obblighi da adempiere in merito. Non solo. A breve rivendicheremo anche Uno scorcio della Sede della Banca Popolare di Lodi, che ha gratuitamente messo a disposizione il suo Auditorium per l'iniziativa della FABI Andrea Gibelli (secondo da sinistra) V. Presidente della Regione Lombardia, intervenuto ai lavori l’apertura di un Fondo per le spese legali, spese a carico degli istituti di credito, ma che oggi molti lavoratori sono costretti ad anticipare”. “Quanto alla formazione, nella nuova piattaforma contrattuale, chiederemo alle aziende che sia qualificata e certificata e che avvenga in aula, non online”. Infine, un auspicio: che la tavola rotonda organizzata a Lodi sia solo la prima di una lunga serie di analoghe iniziative per informare adeguatamente i lavoratori sui loro diritti e i loro doveri. “Sappiamo che, come sempre, le nostre sedi territoriali”, ha concluso Granelli, “non si sottrarranno a questo impegno”. “Ambiguo l’atteggiamento di molte banche, che formalmente chiedono ai dipendenti il rispetto della legge, ma di fatto, esercitano pressioni sui lavoratori perché la infrangano, pur di accontentare il cliente e d’incrementare i profitti” Importante vademecum per gli addetti allo sportello Come riconoscere l’operazione sospetta Ecco la Sintesi degli indicatori di anomalia redatti da Bankitalia INDICATORI DI ANOMALIA CONNESSI AL CLIENTE 1. Il cliente si rifiuta o si mostra riluttante a fornire le informazioni richieste, ovvero fornisce informazioni false o contraffatte ovvero varia ripetutamente e senza apparente giustificazione le informazioni fornite. 2. Il cliente, senza fornire alcuna plausibile giustificazione, adotta un comportamento del tutto inusuale rispetto a quello comunemente tenuto dalla clientela. 3. Il cliente effettua operazioni in contanti di significativo ammontare ovvero con modalità inusuali quando è noto per essere stato sottoposto a procedimento penale, a misure di prevenzione o a provvedimenti di sequestro, ovvero quando è notoriamente contiguo (ad esempio familiare) a soggetti sottoposti a misure della specie ovvero effettua tali operazioni con controparti note per le medesime circostanze. 4. Il cliente risiede ovvero opera con controparti situate in Paesi o territori a rischio ed effettua operazioni di significativo ammontare con modalità inusuali, in assenza di plausibili ragioni. INDICATORI DI ANOMALIA CONNESSI ALLE OPERAZIONI O AI RAPPORTI 5. Operazioni con configurazione illogica, soprattutto se economicamente o finanziariamente svantaggiose per il cliente, che non risultano in alcun modo giustificate. 6. Operazioni che risultano inusuali rispetto alla prassi corrente di mercato ovvero sono effettuate con modalità e strumenti significativamente diversi da quelli utilizzati dagli altri operatori attivi nello stesso comparto, soprattutto se caratte- 4 rizzate da elevata complessità ovvero dal trasferimento di somme di importo significativo, qualora non siano giustificate da specifiche esigenze. 7. Operazioni che risultano non coerenti - anche per gli strumenti utilizzati - con l’attività svolta ovvero con il profilo economico, patrimoniale o finanziario del cliente ovvero, in caso di persona giuridica, del relativo gruppo di appartenenza, ove non siano adeguatamente giustificate dal cliente. 8. Operazioni effettuate frequentemente o per importi significativi da un cliente in nome o a favore di terzi ovvero da terzi in nome o a favore di un cliente qualora i rapporti personali, commerciali o finanziari tra le parti non risultino giustificati, soprattutto se volte a dissimulare il collegamento con altre operazioni. INDICATORI DI ANOMALIA CONNESSI AI MEZZI E ALLE MODALITA’ DI PAGAMENTO 9. Utilizzo ripetuto e ingiustificato di denaro contante, specie se per importi rilevanti o qualora implichi il ricorso a banconote di elevato taglio. 10. Ricorso a tecniche di frazionamento dell’operazione con presumibili finalità elusive degli obblighi di adeguata verifica o di registrazione, in assenza di giustificate esigenze rappresentate dal cliente, soprattutto se volte a dissimulare il collegamento con altre operazioni. INDICATORI DI ANOMALIA RELATIVI AL FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO 11. Utilizzo di strumenti di pagamento (carte di debito, carte di credito, carte prepagate, moneta elettronica, nella loro evi- denza fisica e virtuale1) che, per modalità, ricorrenza o rilevanza economica, non risulta coerente con la normale operatività del cliente ovvero con l’operatività del distributore o dell’esercente (c.d. merchant). 12. Utilizzo ripetuto e per importi complessivi rilevanti dei servizi di pagamento nella forma dell’incasso e del trasferimento fondi (c.d. money transfer), laddove l’operatività risulti incoerente con le condizioni economiche e finanziarie del cliente e non sia adeguatamente giustificata. INDICATORI DI ANOMALIA RELATIVI ALLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI E AI CONTRATTI ASSICURATIVI 13. Operazioni in strumenti finanziari incoerenti con il profilo economico, finanziario o patrimoniale del cliente ovvero, nel caso di persone giuridiche, del gruppo di appartenenza, oppure effettuate con modalità inusuali o illogiche, soprattutto se di ammontare complessivamente rilevante, non adeguatamente giustificate da specifiche esigenze. 14. Operazioni aventi a oggetto strumenti finanziari che si caratterizzano per l’intestazione a favore di terzi ovvero per l’intervento di soggetti diversi, qualora non siano in alcun modo giustificati dai rapporti tra le parti. 7 livello intermedio, ove previsto, o al delegato, è comunque quest’ultimo a rispondere dell’omessa segnalazione di operazione sospetta. 15. Operazioni frequenti o di importo significativo effettuate su strumenti finanziari non dematerializzati, soprattutto se al portatore, in assenza di plausibili giustificazioni. 16. Stipula di polizze assicurative vita o di rapporti di capitalizzazione che risultano incoerenti con il profilo del cliente o che presentano modalità inusuali, specie se di ammontare rilevante, ove non giustificate da specifiche esigenze rappresentate dal cliente. 17. Operazioni attinenti a polizze assicurative vita o a rapporti di capitalizzazione effettuate frequentemente o per importi rilevanti dal contraente in nome o a favore di terzi ovvero da terzi in nome o a favore del contraente, qualora i rapporti personali, commerciali o finanziari tra le parti non risultino giustificati. 18. Pagamenti di premi relativi a polizze assicurative vita o a rapporti di capitalizzazione con modalità inusuali o illogiche, specie se di ingente ammontare, non giustificati da specifiche esigenze rappresentate dal cliente. 19. Riscatto o liquidazione di polizze assicurative vita o di rapporti con modalità inusuali o illogiche, non giustificati da specifiche esigenze rappresentate dal cliente. 20. Operazioni che, per il profilo soggettivo di chi le richiede ovvero per le modalità inusuali della movimentazione, appaiono riconducibili a fenomeni di finanziamento del terrorismo. 21. Operazioni che, per le modalità inusuali della movimentazione o l’incoerenza con il profilo economico di chi le richiede, appaiono riconducibili all’abuso di organizzazioni non profit a scopo di finanziamento del terrorismo. quota periscopica Il verdetto di Bankitalia APPALTI PUBBLICI BOCCIATI “Un sistema esposto ai rischi di corruzione e collusione e carente sul piano della progettazione”, scrivono gli economisti di Palazzo Koch. Gli aspetti più critici? Le gare al ribasso e lo scarso controllo sui subappalti E sposto ai rischi di corruzione e collusione e carente sul piano della progettazione. Così si presenta il sistema degli appalti pubblici nostrano, secondo l’ultimo studio elaborato da Bankitalia dal titolo “L’affidamento dei lavori pubblici in Italia: un’analisi dei meccanismi di selezione del contra- ente privato”. Un sistema malato, nonostante negli ultimi anni siano state varate numerose riforme per renderlo più moderno. Gli economisti di Palazzo Koch puntano l’indice soprattutto sulle procedure di selezione che lo Stato e gli enti locali adottano per reclutare le imprese private alle quali affi- dare la realizzazione delle opere pubbliche. Procedure inadeguate, perché il tipo di gara al ribasso utilizzata in Italia, che assegna l’appalto a chi offre il prezzo minore, “presenta un’elevata vulnerabilità al rischio di collusione tra imprese”. Ma Bankitalia nel suo report indica anche un percorso per uscire da questa situazione. I fenome- ni di corruzione all’interno dei sistemi degli appalti pubblici vanno contrastati, scrivono i tecnici, “attraverso la riorganizzazione dei sistemi di attestazione, inasprendo i controlli relativi alla subcontrattazione (ponendo un freno così al dilagare dei subappalti) e pretendendo una maggiore trasparenza nelle informazioni”. In 5 anni cresciute dello 0,5% TERZIARIO, IMPRESE FEMMINILI IN AUMENTO AL SUD Avanzano soprattutto in Sicilia le piccole aziende dei servizi guidate da donne. Ma Terziario Donna avverte: “Da un lato segnale positivo, dall’altro diretta conseguenza della mancanza di lavoro” A vanzano le piccole imprese del terziario fondate e gestite da donne. E questo- a sorpresaavviene proprio nel Sud Italia, dove negli ultimi 5 anni la loro presenza è cresciuta dello 0,5%. Un dato comunque non trascurabile, se si considera che pa- rallelamente la stessa tipologia di azienda con leadership al femminile ha registrato un segno meno in tutti gli altri comparti produttivi. La Sicilia è, in assoluto, la regione in cui il trend di nuove aperture di imprese rosa è maggiore rispetto alla media nazionale. Ma non sempre la scelta di aprire un’attività è dettata da una reale volontà di mettersi in proprio. “Se da un lato è un segnale positivo”, commenta la presidente nazionale di Terziario donna Marilù Galdieri, “dall’altro è lo sbocco naturale alla mancanza di lavoro dipendente che, come fotografato dall’Istat, si sconta soprattutto nel Meridione”. “Il problema”, denuncia Galdieri, “è che l’imprenditoria non può essere una semplice scelta di auto-impiego”. Fra le dieci città italiane con la maggiore presenza femminile nel terziario spiccano Chieti (29,3%) e L’Aquila (28,4%). Lo pensa il 65% dei Direttori del personale MEGLIO UN CORSO D’INGLESE CHE UN LAVORO DEQUALIFICATO I Secondo un’indagine di Gidp, la maggioranza dei responsabili delle risorse umane consiglia ai giovani laureati di non accettare un impiego di serie B, ma piuttosto di formarsi ulteriormente per rientrare sul mercato più competitivi una volta passata la crisi n tempi di crisi, per un giovane è meglio accettare un lavoro poco qualificato o continuare a studiare in attesa che la tempesta passi e che il mercato torni ad offrire proposte d’impiego interessanti e in linea con il proprio curriculum? I direttori del personale delle principali aziende italiane hanno pochi dubbi in merito: meglio la seconda opzione. Almeno per il 65% del campione intervistato da Gidp, associazione dei responsabili delle risorse umane, che su commissione di Repubblica.it ha realizzato un’indagine a campione chiedendo ai direttori del personale consigli per gli under 35 su come affrontare la crisi. Oltre la metà degli intervistati pensa che in questo momento per un giovane laureato sia meglio un corso di formazione che un impiego che non ha nulla a che fare con il percorso di studi. L’ideale, in un mondo iper-globalizzato come il nostro, è imparare una nuova Su www.fabi.it FONDI PENSIONE, ARRIVA LA GUIDA ONLINE Sul portale del nostro sindacato presto attivo un nuovo servizio per orientare i lavoratori nell’intricata giungla della previdenza complementare T utto quello c h e avreste voluto sapere sulla previdenza complemenvta- re. E che ora oserete chiedere. Il sito web della Fabi si arricchisce di una nuova area dedicata ai fondi pensione, che sarà inserita nella sezione del Dipartimento Welfare. Grazie a un accordo siglato recentemente dal nostro sindacato con il Mefop, società controllata dal Tesoro che raggruppa i principali fondi pensione attivi in Italia, a partire da febbraio sul portale della FABI troveranno spazio tutte le notizie più importanti che riguardano il settore. Un servizio prezioso per tutti i lavoratori, che qui potranno avere risposte ai propri dubbi e una serie di informazioni utili, oltre a ricevere consigli mirati sugli investimenti più adatti al loro profilo. lingua e sfruttarne la conoscenza nel momento in cui il mercato delle assunzioni mostri i primi segnali di ripresa. Per i direttori del personale, infatti, la scelta del primo lavoro “è troppo importante e condizionante per accettare un impiego qualsiasi”. Soldi permettendo, naturalmente. La sezione sarà, infatti, interattiva e i naviganti potranno rivolgere domande agli esperti FABI per avere dei chiarimenti di natura fiscale e legale sul funzionamento dei fondi complementari. “È un’iniziativa che abbiamo preso per venire incontro alle crescenti richieste di aiuto di tanti lavoratori, che non sanno come orientarsi nel mare magnum della previdenza integrativa”, spiega Vincenzo Saporito, Responsabile del Dipartimento Welfare della FABI, “la conoscenza della materia è scarsa e noi, con questo servizio, ci offriamo di migliorarla a favore di tutta la categoria”. 5 SINDACATO E SERVIZI attualità I n pensione con i soldi di papà. Non è l’aspirazione del bamboccione tipo, ma un’eventualità destinata a diventare sempre più concreta per molti giovani di oggi e anziani di domani. Prova ne sono i tanti fondi di previdenza complementare che stanno riformando i propri statuti per consentire agli iscritti la possibilità di effettuare versamenti contributivi anche a favore dei figli. Il fine è quello di garantire ai “pargoli” una pensione dignitosa. Che la previdenza pubblica sarà avara nei confronti delle nuove generazioni, del resto, è un dato di fatto, visto che le riforme pensionistiche degli ultimi anni hanno tentato di fare fronte al progressivo aumento delle previsioni di spesa dell’Inps, causato dal graduale invecchiamento della popolazione, sforbiciando sulle pensioni degli anziani del futuro, che hanno così assistito e continueranno ad assistere a un progressivo abbassamento dei coefficienti di calcolo del loro assegno pensionistico. E lo scenario si annuncia ancora più cupo per i lavoratori precari, in particolare i parasubordinati, che godono di una contribuzione previdenziale più bassa rispetto a chi ha un contratto a tempo indeterminato. Stando alle stime effettuate da autorevoli Istituti di ricerca, questi ultimi rischiano di percepire un vitalizio di poco più di 400 euro mensili: il corrispettivo dell’assegno sociale erogato ai bisognosi. Ancora una volta, dunque, la famiglia si candida a diventare l’ammortizzatore sociale del futuro. Una dispensatrice di Welfare che - purtroppo o per fortuna - supplisce alle carenze del sistema pubblico e a cui lo Stato tutto sommato strizza l’occhio. È stata proprio l’ultima legge di riforma del settore, la 252/05 entrata in vigore nel 2007, a introdurre l’opportunità per gli iscritti alla previdenza complementare di stanziare somme anche a beneficio delle persone fiscalmente a loro carico. Quindi, in primis, dei figli. news “P otrebbe rappresentare una sorta di patto generazionale. Gli adulti, che fanno parte di quel mercato del lavoro garantito e che hanno accesso a tutte le forme di protezione sociale, purtroppo ad oggi precluse alle nuove generazioni, potrebbero investire parte del loro reddito nelle pensioni dei figli. Mi sembra una buona idea. Certamente si tratta di una soluzione tampone, che non si può sostituire a progetti politici di riforma del Welfare più a lungo termine”. Questa l’opinione di Pierluigi Celli, Direttore dell’Università Luiss (l’ateneo di Confindustria), riguardo alla nuova opportunità offerta da alcuni fondi di previdenza complementare agli iscritti di effettuare versamenti contributivi anche a favore dei figli. Insomma, l’Italia salvata dalla famiglia… 6 Il Welfare pubblico salvato dalla famiglia? IN PENSIONE CON I SOLDI DI PAPÁ Sono in aumento i Fondi pensione del settore del credito che danno la possibilità ai propri iscritti di versare contributi previdenziali a favore dei figli o di altre persone fiscalmente a carico, come previsto da recenti accordi sindacali promossi dalla FABI. Un’opportunità che qualche famiglia sta prendendo in seria considerazione per incrementare i futuri magri assegni pensionistici delle nuove generazioni di Flavia Gamberale Una norma che i fondi negoziali stanno gradualmente recependo all’interno dei propri Statuti su pressione delle organizzazioni sindacali, a cominciare dalla FABI. Tra i fondi principali attivi nel settore del credito e riservati ai dipendenti, per ora sono tre a consentire concretamente questa possibilità: il Fondo di Gruppo Ubi, quello della Banca Regionale Europea (Ubi) e quello della Popolare di Verona (Gruppo Banco Popolare). Centocinquanta le posizioni attualmente aperte nei primi due. E a breve entrerà nel novero virtuoso anche il Fondo delle banche di credito cooperativo, che ha riformato lo Statuto la scorsa estate. Al momento, spiega il cda, si sta concludendo l’adeguamento della rete informatica per rendere operativo quanto previsto. “Purtroppo”, spiega Piergiuseppe Maz- zoldi, consigliere d’amministrazione del Fondo in quota Fabi, “l’iter tecnico è piuttosto lungo. Come Fabi abbiamo chiesto alla società addetta all’implementazione della rete l’impegno a terminare i lavori entro febbraio”. Poi ci sono il Fondo Sanpaolo Imi, il Fondo Intesa, quello Unicredit Group, il Cariparma Group e il Previbank, cui si appoggiano 120 aziende del credito: tutte realtà che hanno inserito questa opportunità nei propri Statuti, attraverso specifici accordi sindacali, ma che stanno ancora provvedendo ad adeguare i sistemi informatici di gruppo per poterla rendere fruibile agli iscritti. Lungi dall’essere il nuovo paradiso delle pensioni di domani, la previdenza integrativa a favore delle persone fiscalmente a carico pone, tuttavia, dei problemi di sostenibilità. Investire annualmente parte del proprio stipendio, oltre che nel proprio fondo pensione integrativo, anche in quello del figlio rappresenta, infatti, per il lavoratore medio un costo non indifferente, seppur compensato da qualche beneficio fiscale (sono previsti sgravi sull’Irpef per versamenti fino a 5.164 euro all’anno). Eppure di fronte a una prospettiva di vitalizi da fame per le prossime generazioni, potrebbero essere molte le famiglie a mettersi una mano sulla coscienza e poi sul portafoglio. “I lavoratori”, commenta Vincenzo Saporito, a capo del Dipartimento Welfare della FABI, “sono sempre più interessati a queste forme di previdenza. Sfida del prossimo futuro, per noi della FABI, sarà quella di renderle operative e fruibili, per assicurare trattamenti pensionistici dignitosi anche alle future generazioni”. Parla l’autore di “Generazione tradita” “È UN BUON PATTO GENERAZIONALE. DA PROMUOVERE” Pierluigi Celli, manager di lungo corso e attuale Direttore della Luiss, giudica positivamente l’opportunità concessa da alcuni fondi pensione agli iscritti di effettuare versamenti contributivi anche a favore dei figli Sì, d’altronde bisogna prendere atto del fatto che il Welfare pubblico è in crisi e che il mercato del lavoro per le nuove generazioni si presenta precario e spesso privo di ammortizzatori sociali. L’occupazione è destinata a diventare sempre più discontinua e aumenta il bisogno di tutele previdenziali forti. Di ciò dovrà inevitabilmente farsi carico la famiglia, visto l’enorme debito pubblico, lasciato in eredità ai giovani dalla nostra classe dirigente, che riduce le possibilità d’intervento dello Stato. Nel suo ultimo pamphlet definisce i giovani di oggi “generazione tradita”. Rispetto ad altri Paesi europei in che cosa ha fallito l’Italia? Rispetto agli altri Paesi l’Italia è stata meno capace di interpretare l’innovazione. Ha avuto una classe politica ripiegata su se stessa, che non ha combattuto ma, invece, alimentato una certa cultura nazionale che tende a privilegiare più l’appartenen- za familiare che il merito, promuovendo l’immobilismo. Quali sono secondo lei le riforme più urgenti da attuare per ridare un futuro alla generazione tradita? Tre, in particolare: reddito minimo garantito per tutti; indennità di disoccupazione anche per i precari e un salario minimo d’ingresso ai giovani. Per finanziare queste riforme basterebbe tagliare i troppi sprechi pubblici e combattere l’evasione fiscale. SINDACATO E SERVIZI M essenger, Skype, Facebook e chi più ne ha più ne metta, tutti mezzi di comunicazione globale che aiutano nella vita quotidiana a risolvere innumerevoli problemi senza limiti di confini, lingue o nazioni. Ormai i telefoni cellulari che non sono dotati di collegamento internet, sono ritenuti assolutamente obsoleti e inutili, la comunicazione e il collegamento transoceanico sono diventati normale routine e guai a non potersi collegare! Collegamento e informazione sono le uniche cose di cui l’uomo di oggi non può assolutamente fare a meno. Eppure, tutto ciò rischia di diventare un boomerang che, da un momento all’altro, può avere effetti devastanti per tutti coloro i quali usufruiscono di questi mezzi, quindi, per tutti noi. Non vorremmo apparire come novelle Cassandre che predicono disastri e prevedono tragedie, ma è doveroso mettere in guardia sugli effetti devastanti che l’uso smodato dei mezzi informatici, può provocare. Se non facessimo questo, l’informatizzazione e l’informazione, sarebbero prevaricate dalla disinformazione, l’elemento peggiore dei tempi nostri. È opportuno sapere che molti datori di lavoro, tra cui le banche, utilizzano i mezzi informatici per controllare la vita privata di ognuno di noi. Negli Stati Uniti tre lavoratori su quattro, sono controllati dai propri datori di lavoro, attraverso il computer, senza che questi possano accorgersi di nulla. L’occhio indiscreto del grande fratello, puntato su ognuno di noi, continua ad acquisire e immagazzinare dati, da potere utilizzare anche a distanza di parecchi anni, per colpirci in qualche modo. Come? Semplice, l’utilizzo dei mezzi informatici messi a disposizione dai datori di lavoro, sia che questi siano uffici, sia che siano aziende, sia che siano ban- attualità Informatizzazione, informazione e disinformazione IL NEMICO TI ASCOLTA Attenti ai controlli informatici, potrebbero nuocervi anche nel mondo del lavoro di Gianni Di Gennaro, Dipartimento nazionale Comunicazione & Immagine e Coordinatore FABI Ragusa che, fa sì che i dati trasmessi diventino prove certe per potere carpire elementi sufficienti per comprendere quali siano le tendenze politiche, religiose, sessuali e quant’altro, di ogni utente. Tutto viene raccolto in una sorta di grande calderone informatico e viene riposto negli archivi, da aprire all’occorrenza, quando si dovesse presentare l’occasione per utilizzare i dati, ritorcendoli contro i lavoratori, imputati magari di avere usato mezzi non propri per criticare o diffamare il datore di lavoro. Certo, dobbiamo obiettare che tutto ciò è illegale e assolutamente vietato dalle vigenti norme contrattuali e di legge in Italia. È indubbio! Ma che ne sappiamo se – sotto sotto – datori di lavoro spregiudicati e disinvolti, ci sottopongono a dossieraggi a nostra insaputa? Qualcuno si è mai chiesto perché oggi tutti gli istituti di credito mettono a disposizione dei propri dipendenti, i mezzi informatici, compreso il diffusissimo sistema di chat interno? Vi siete mai domandati perché a qualcuno, seppur dipendente della stessa banca, è consentito di accedere ad internet e a qualcun altro no? Impossibile sottrarsi al dubbio che già sia in funzione qualche forma di controllo, magari collegata al grado o alla mansione e che, per ovvi motivi, resta sotterranea. Oggi è tutto illegale e la Magistratura ha sempre sanzionato gli abusi. Ma domani? Chi può dire se qualche manager, sulla scia di Marchionne, non sia tentato d’introdurre pericolose novità, magari col pretesto della sicurezza o di una produttività giudicata al di sotto dello standard richiesto? Fantascienza o fantabanca? Lo speriamo. Infatti, se tutto quello che stiamo ipotizzando dovesse diventare legittimo anche da noi, tra qualche tempo, tutti potremmo essere “processati” per avere espresso giudizi critici nei confronti del datore di lavoro, per avere esagerato negativamente parlando del diretto superiore, o magari per avere criticato aspramente l’imposizione giunta dall’alto, di vendere prodotti bancari tossici a ogni costo e ad ogni tipologia di clientela. Occhi ed orecchie ben aperte, dunque, e attenzione a non lasciarci andare, anche quando riteniamo di essere protetti dall’anonimato, perché il “grand3 fratello” informatico ha orecchie ed occhi dappertutto. Troppe ore davanti al Pc news IL DANNO DA STRESS DEV’ESSERRE PROVATO N on può essere accolta la pretesa al risarcimento del danno alla salute, derivante dallo stress di espletare la propria attività lavorativa tutti i giorni usando i computer per più di quattro ore al giorno, in posizioni posturali e di luminosità precarie, qualora sia carente la dimostrazione del pregiudizio subito ed in assenza anche di un qualsiasi principio di prova, come da costante giurisprudenza Lo ha stabilito il TAR del Lazio civilistica in materia di danno biologico. È quanto affermato dal Tar Lazio con la sentenza n. 35028 del 2 dicembre 2010, in risposta alla richiesta di alcuni dipendenti pubblici in merito all’accertamento del diritto ai danni da stress subiti per l’esposizione ai videoterminali; i lavoratori sostenevano di aver subito un’esposizione diretta e continua, comunque Se poi non bastasse, ci sono sempre gli zelanti spioni, che per emergere sarebbero disposti a tradire anche la madre. Una cosa è certa, comunque: noi della F.A.B.I. non consentiremo a nessuno di utilizzare le moderne tecnologie a scapito dei lavoratori. superiore alle quattro ore al giorno, ad onde elettromagnetiche in grado di produrre danni irreversibili sulla vista e sul sistema nervoso, provocando alterazioni anche psicosomatiche. I ricorrenti, alla luce della sentenza n. 29465 del 31 luglio 2010 - che in un caso analogo aveva rigettato la richiesta risarcitoria a causa della mancanza di prove relative al pre- giudizio subito - allegavano alla propria memoria difensiva circolari, studi ed opuscoli relativi alle problematiche e alle conseguenze dell’esposizione ai video terminali. A tal proposito i Giudici, respingendo il ricorso dei dipendenti, affermano che “ancorché tale corposo apparato documentale possa tornare utile ad un aggiornamento sulle problematiche in questione, esso non appare sufficiente a provare il danno che ciascun ricorrente possa avere tratto dalla adibizione a videoterminali e PC, dal momento che affronta la problematica in generale, laddove la prova del danno passa, secondo i principi civilistici in materia, per la dimostrazione anzitutto dell’evento causativo, del nesso di causa e dell’elemento soggettivo presente in chi tale danno avrebbe prodotto.” 7 SINDACATO E SERVIZI attualità Abstract della tesi di laurea di una nostra dirigente sindacale IL LAVORO MALATO Fenomenologia del mobbing P er mobbing s’intendono quei comportamenti che si verificano sul posto di lavoro con atti, parole, gesti, vessazioni, intenzionali e lesivi dei valori di dignità umana e professionale, fino a mettere in pericolo l’impiego o a degradare il clima aziendale. Secondo Leymann, il mobbing si estrinseca in azioni ostili che devono essere: attuate in modo iterativo, per un tempo determinato (almeno 6 mesi); sistematiche, strutturate e poste in atto in ambiente di lavoro; caratterizzate da violenza esercitata contro la persona, il lavoro, la funzione e lo status; essere a progressione variabile, con atti sanzionatori pretestuosi; attuate con lo scopo di mettere la vittima in situazione di isolamento. Alla base di ogni manifestazione di mobbing c’è un conflitto non risolto. Tipicamente l’azienda italiana presenta un clima conflittuale, che di per sé non costituisce mobbing, ma si pone come terreno fertile per un suo sviluppo (secondo Herald Ege è la Condizione Zero). Il conflitto scaturisce dalla volontà di emergere a discapito di tutti gli altri e da rapporti tra colleghi basati solo su cortesia formale. Dall’ambito lavorativo sfocia un deliberato attacco che va a toccare anche la sfera privata della vittima designata, che percepisce tensioni e freddezza, fonti di disagio e malessere, senza comprendere subito di essere divenuta bersaglio di azioni di mobbing. Sorgono così disturbi psicosomatici e malattie: ipertensione, coliti, cefalee, aritmie, dispnee, asma, disturbi alimentari, disturbi del sonno, della concentrazione o della memoria. Sono inoltre state riscontrate forti correlazioni tra l’insorgere di depressione reattiva e casi di tumori. La direzione del personale aziendale si limita a registrare le numerose assenze da parte della vittima, che viene fatta oggetto anche di provvedimenti disciplinari. Il soggetto prova un fagocitante senso di colpa che lo spinge nel baratro della disperazione, un circolo vizioso che ne alimenta il senso di impotenza, sino alla fase conclusiva: l’esclusione dal mondo del lavoro. Il mobbing è un fenomeno sociale: le persone che vi prendono parte ne sono elementi indispensabili con le loro peculiarità caratteriali. L’aggressore (mobber) è un persecutore che vive nell’estremo bisogno di dominare e di distruggere, mascherato con atteggiamenti falsamente amichevoli. Intorno a persecutore e vittima (mobbizzato) l’atmosfera che si crea è talmente densa e tesa che è impossibile non percepirla, quindi, anche gli spettatori del mobbing ne fanno parte: vengono chiamati side-mobbers, fiancheggiatori. Sono colleghi, superiori, addetti alla gestione del personale, che non sono coinvolti direttamente nel mobbing, ma che in qualche modo lo percepiscono o lo vivono di riflesso. Chi assiste al mobbing e non lo denuncia o cerca di interromperlo, in qualche modo lo favorisce con la propria indifferenza. Gli effetti ricadono pesantemente sul mobbiz- zato, ma anche sulle aziende dove emerge tale problematica. L’aumento dell’assenteismo per malattia causa conseguenze economiche rilevanti dovute alla riduzione della produttività e dell’efficienza. È, quindi, interesse dell’azienda, prevenire il mobbing, piuttosto che tentare di tamponarne gli effetti. Anche lo Stato può essere danneggiato dall’accumularsi di esborsi dovuti a prepensionamenti di lavoratori mobbizzati. In Svezia, dove l’argomento è stato approfondito, il governo cerca di proteggere il bilancio nazionale con la legge della “riabilitazione professionale” che obbliga gli imprenditori a presentare un piano di riabilitazione professionale, non appena un lavoratore ha avuto un periodo di malattia di un mese o di dieci volte nell’arco dell’anno. La finalità è trasferire i costi della riabilitazione all’origine, là dove le condizioni ambientali disagiate hanno causato i costi stessi. In Italia, le trattative sindacali potrebbero essere finalizzate a raggiungere accordi per costituire camere di conciliazione intraaziendali o presso i sindacati, per risolvere i conflitti sul nascere, evitandone la degenera- Cassazione zione. Figure come psicologi o counselors a supporto dei lavoratori in difficoltà potrebbero aiutarli a reagire nel modo più corretto, evitando maggiori costi in termini umani ed economici. Maria Pia Pedrini Dirigente FABI Cremona news Il lavoratore licenziato per ritorsione o rappresaglia dev’essere reintegrato “L a norma dell’art. 3 della legge 108 del 1990, relativa all’estensione ai licenziamenti nulli in quanto discriminatori di cui agli artt. 4 della legge n. 604 del 1966 e 15 della legge n. 300 del 1970, a prescindere dal numero dei dipendenti del datore di lavoro e anche a favore dei dirigenti, deve intendersi applicabile in genere ai licenziamenti nulli per motivo illecito determinante e in particolare a quelli che siano determinati in maniera esclusiva da moti- 8 vo di ritorsione o di rappresaglia”. Lo ha ribadito la Sezione lavoro della Suprema Corte con la sentenza n. 24347 del 1° dicembre 2010, rigettando il ricorso di una società avverso la decisione dei giudici di appello. Il licenziamento intimato dalla società ad un proprio dipendente era stato ritenuto fondato su motivi di ritorsione e rappresaglia, a fronte di rivendicazioni retributive del lavoratore, con conseguente condanna alla reintegrazione. La Società ricorrente si duole del fatto che, sebbene in causa fosse pacifico che non ricorrevano nel caso in esame i requisiti numerici per l’applicazione della tutela reale, la Corte territoriale abbia sostanzialmente applicato l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori ad un licenziamento qualificato come rappresaglia. La Corte di Cassazione, ritenendo infondato il motivo di ricorso della Società, afferma l’applicabilità, anche al licenziamento, della disciplina generale del negozio a motivo illecito determinante, nonché la portata di principio generale che assume la regola di cui all’art. 3 della legge n. 108 del 1990. SINDACATO E SERVIZI pensionati PENSIONI: AUMENTI DAL 1° GENNAIO 2011 a cura dell’Esecutivo Nazionale FABIPensionati I l Decreto Interministeriale del 19/11/2010 fissa al 1,4% la perequazione automatica delle pensioni per il 2011. news D a verifiche casuali, si è riscontrato che, in diversi casi, il calcolo per definire l’importo mensile della pensione o dell’assegno di sostentamento al reddito non tiene in considerazione quanto percepito come arretrati, premi, conguagli o altro. Questa anomalia è assai frequente quando gli importi sopra citati, sui quali sono state effettuate le trattenute previden- Il valore provvisorio dell' 0,7% per l' anno in corso viene confermato , quindi, nessun conguaglio. Dall'1.1.2011 il valore provvisorio è dell’1,4% Riportiamo uno stralcio del Decreto: Art.1 La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2009 è determinata in misura pari a +0,7 dal 1° gennaio 2010. Art. 2 La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l'anno 2010 è determinata in misura pari a + 1,4 dal 1° gennaio 2011, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo. È necessario ricordare che il 31 dicembre 2010 è scaduto quanto previsto dall’art. 5, comma 6 della Legge n. 127/2007, in base alla quale nel triennio 2008-2010 gli aggiornamenti delle rendite delle pensioni hanno avuto il seguente andamento: a)100% dell’indice ISTAT sull’importo mensile sino a cinque volte il trattamento minimo; b) 75% sulla quota mensile eccedente cinque volte l’importo del trattamento minimo. RENDITA PENSIONE ASSEGNO DI SOSTENTAMENTO AL REDDITO Le verifiche nelle sedi FABI territoriali ziali, sono stati erogati successivamente all’entrata in pensione o al Fondo esuberi. È necessario, quindi, controllare il pro- NUMB3RS prio Estratto Conto Contributivo, ricalcolare la rendita della pensione o dell’assegno e confrontare i due importi Poiché la legge 127/2007 aveva valore per un solo triennio (2008-2010) , nel 2011 il 100% sarà applicato, come era un tempo, all'importo pari a tre volte il trattamento minimo, come prevede l'art. 69 comma 1 della legge 388/2000. Le quote A (100%) e B(75%), quindi, passano da 2 a 3; quota A (100%), B (90%), C (75%), quindi si applica: Quota A percentuale intera (1,4%) fino a tre volte il minimo INPS, cioè fino a 1.382,91 e, quindi, massimo 19,36 euro Quota B percentuale 90% (1,26%; - per 3 anni, dal 2008 fino al 2010, è stato il 100%) da oltre tre volte il minimo (1.382,91) a 5 volte (2.304,85) e, quindi, massimo 11,62 euro Quota C percentuale 75% (1,05 %) oltre cinque volte il minimo (2.304,85) Il ripristino delle tre fasce penalizza gran parte dei bancari, che si collocano nelle rendite tra € 1.382,91 e € 2.304,85. con quanto riportato dal mod. Te 08, rilasciato dall’Ente previdenziale. Nel caso che l’Ente Previdenziale non avesse ricompreso anche gli importi in questione, ci si dovrà recare presso la sede dell’INPS di competenza e presentare la richiesta di ricostituzione, a partire dal primo mese di erogazione della pensione o dell’assegno. La differenza in meno può ammontare anche a qualche decina di euro al mese. + 5,5 miliardi Lieve ripresa dei profitti in vista per le banche italiane. Secondo una stima dell’Abi, nei prossimi due anni l’utile netto degli istituti di credito del Belpaese potrebbe registrare un incremento di 5,5 miliardi. Quanto alle sofferenze, invece, dopo una crescita delle stesse di oltre il 20% nel 2010, si prevede un ulteriore incremento del 10% nel 2011, che poi approderà a una sostanziale stabilizzazione nel 2012 (-1,7%). 1/4 NUMB3RS 5% di Flavia Gamberale La previdenza complementare? In Italia ancora non decolla. Nonostante i foschi scenari del prossimo futuro che vedono gli importi degli assegni pensionistici pubblici ridursi sempre di più, solo il 25% degli occupati risulta iscritto a un fondo pensione. Si tratta di cinque milioni di lavoratori su una massa critica di oltre 21 milioni e mezzo. 23.700 Ancora pochi i papà del Belpaese che utilizzano i congedi parentali. Nel 2009 sono stati solo 23.700 contro le 253mila lavoratrici madri che ne hanno usufruito. Secondo il rapporto sulla coesione sociale elaborato dal Ministero del Lavoro su dati Inps e Istat, i padri più premurosi si trovano nel Lazio (4.238 richieste di congedo parentale), mentre i “più latitanti” sono in Lombardia (3.867 richieste). Le nuove tasse europee sui profitti potrebbero mangiare un quarto degli utili delle banche. Lo rivela il Finacial Times. Secondo il quotidiano londinese, la banca più colpita sarà Credit Agricole, a cui le gabelle europee potrebbero assorbire fino al 24% dei profitti. Le nuove tasse, in base a quanto stabilito da Bruxelles, dovrebbero avere un peso medio dello 0,5% sugli attivi bancari. 50 miliardi Cinquanta miliardi di dollari. A tanto si attesta il valore di mercato di Facebook, il re dei social network che attualmente conta una platea di utenti che sfiora i 500 milioni. Dopo l’iniezione di liquidità da parte di Goldman Sachs e di Digital Sky Technologies, la società fondata da Mark Zuckerberg ha superato in valore addirittura i tre noti giganti dell’Itc: Yahoo!, E bay e Time Warner. + 9,2% La crisi non fa paura agli imprenditori di origine straniera con un’attività in Italia. Negli ultimi due anni il loro numero è, infatti, salito del 9,2%, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto per i titolari d’azienda italiani, che nel medesimo periodo sono invece diminuiti dell’1,2%. Secondo lo studio della Fondazione Leone Messa elaborato su dati Infocamere, attualmente nel Belpaese gli imprenditori con passaporto straniero sono oltre 600mila. 9 SINDACATO E SERVIZI attualità T roppo spesso accade nelle banche che importanti decisioni (valutazioni sul personale, nomina di preposti, promozioni) siano “affette” dal pregiudizio. Che cosa è il pregiudizio? In psicologia si intende per pregiudizio l’opinione preconcetta concepita non per conoscenza diretta di un fatto, di una persona o di un gruppo sociale, quanto piuttosto in base alle opinioni comuni o alle voci. Quindi, un concetto errato si trasforma in pregiudizio quando rimane “identico” anche di fronte a nuovi dati conoscitivi. Se i manager ritengono, per esempio, che ad un dato gruppo di colleghi (quelli a cui mancano pochi anni alla pensione) si addica l’etichetta di “stanchi”, ben difficilmente cambieranno opinione di fronte a coloro che, in tutta evidenza, si comportano in modo difforme dal loro pregiudizio. Se questi colleghi continueranno imperterriti ad uscire dall’agenzia per ultimi, ad arrivare per primi, a prendere pochi giorni di ferie, a presentarsi in ufficio, anche se hanno un febbrone da cavallo, faranno ricorso alla logica dell’eccezione. L’eccezione che, diranno, conferma la regola: i colleghi prossimi alla pensione sono “stanchi” e quelli che dimostrano il contrario sono eccezioni che confermano l’assunto di fondo. Anche Francesco Bacone nel 1600 poneva l’accento sull’errata valutazione dell’uomo quando il pensiero è viziato dal pregiudizio. Bacone presupponeva l’esistenza di idola, dal greco “ eidolon “= “idolo”: rappresentazioni, immagini preconcette che si sovrappongono a quelle vere, quasi come dei veri e propri fantasmi immaginativi cioè pregiudizi. Egli identifica quattro tipi di “idola”. Idola tribus “dell’intera tribù umana”, comuni a tutti. Tutti i dirigenti, diremmo noi…. Quando vedono una cosa pensano che sia effettivamente come la vedono. Credono troppo ai sensi. Il manager ha una tendenza a generalizzare che spesso lo conduce all’errore. “Vedono” un collega intraprendente, che “piazza” diversi prodotti, “ascoltano” i commenti lusinghieri dei loro coordinatori, rilevano la brillante performance… Peccato che dopo la relativa “promozione” (in qualsiasi forma) del collega, si accorgono che il loro pre-giudizio è stato affrettato. Infatti, aumentano i reclami dei clienti ai quali non è stata spiegata (= è stato omessa) la vera entità dell’investimento che, peraltro, non è affatto vero, ad esempio, che si può estinguere in qualsiasi momento. Idola specus, “idoli della caverna” pregiudizi che appartengono all’inconscio. Propri di ciascun manager, derivanti dalla sua educazione, dal suo stato sociale, dalle sue abitudini e dal caso; per cui sono portati a proiettare negli altri sé stessi, con la conseguenza di non essere obiettivi. Per esempio, un uomo è più ottimista, l’altro è più pessimista. Alcuni danno più importanza alla prati- 10 Un’epidemia che fa troppe vittime IL PREGIUDIZIO Capire certi meccanismi e certe “patologie” aiuta a sopravvivere nella giungla bancaria. Compito della FABI dissipare i pregiudizi e far trionfare obiettività e verità di Giuseppe Angelini, Dipartimento Comunicazione & Immagine. Segretario provinciale FABI Palermo “I più pericolosi dei nostri pregiudizi regnano in noi contro noi stessi. Dissiparli è genialità” ca, altri alla teoria. L’attività conoscitiva umana è condizionata dalla costituzione individuale, dall’educazione ricevuta, dalle abitudini. Ad ogni generalizzazione inadeguata corrisponde un pregiudizio. Per esempio: il manager ottimista, aggressivo, “convinto”, spavaldo, boccerà certamente quei colleghi che, “più riflessivi”, evidenzieranno le lacune e i punti deboli di alcuni prodotti commerciali dell’azienda. Idola fori, “idoli della piazza”, pregiudizi relativi al linguaggio. Prendiamo la parola “umido” pregiudizialmente e superficialmente diremmo che umido fa riferimento all’acqua. In realtà l’umido può essere anche di altra sostanza, come l’olio. I manager pregiudizialmente parleranno di una possibilità di “crescita professionale”, il malcapitato di turno capirà, a tempo debito, che la “crescita” è stata di lavoro, di spese, di distanze da percorrere. Idola theatri “del teatro”: si chiamano così perché sono i pregiudizi indotti dalle diverse scuole filosofiche. Chi ha studiato una dottrina filosofica, finisce poi per interpretare l’intera realtà in base a quella dottrina, convinto che la realtà sia interamente interpretabile con una dottrina: questo é il pregiudizio. I manager avendo frequentato la “scuola del profit- to” poco si occuperanno del lato umano del personale. Chiederanno di vendere sempre e comunque, di tagliare i costi del personale (esodi obbligatori, ferie d’ufficio, negazione dello straordinario), di limitare al massimo le assunzioni caricando maggiormente di lavoro il personale in organico. Nei primi del 900 lo scrittore austriaco Hugo von Hofmannsthal affermava: “I più pericolosi dei nostri pregiudizi regnano in noi contro noi stessi. Dissiparli è genialità”. La FABI dissipa quotidianamente con i suoi dirigenti e con il loro operato i pregiudizi, ma i manager sono geniali? news Premi ai lavoratori e recesso unilaterale dell’azienda dagli accordi INADEMPIMENTO CONTRATTUALE I l datore di lavoro che ha sottoscritto un accordo per la corresponsione di un premio ai dipendenti non può poi recedere unilateralmente, neppure parzialmente, dall'obbligo a suo carico di corrisponderlo. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 23614/2010, precisando che "tra le erogazioni del datore di lavoro rientrano tutte le somme di denaro, a qualsiasi titolo anche diverso dallo stipendio e dalle voci previste dalla contrattazione collettiva, corrisposte ai dipendenti in maniera stabile e continuativa". Spiegano inoltre i Giudici di legittimità che la cessazione delle erogazioni integra, quando ciò non abbia una specifica giustificazione di carattere giuridico, una forma di inadempimento contrattuale che può essere totale o parziale. Nel caso di specie il datore di lavoro non aveva receduto dall’accordo originario, ma ne aveva limitato la portata, dando così luogo ad un recesso parziale che comunque non può legittimare il mancato adempimento delle obbligazioni che derivavano dall’accordo stesso. SINDACATO E SERVIZI attualità dovuta all’accentuarsi della rischiosità del credito ed alla introduzione di normative europee più stringenti. Le istituzioni finanziarie continuano a generare utili ma in misura inferiore rispetto al periodo precedente alla crisi e con attività più collegate ai mercati finanziari, che dipendono maggiormente dalla fluttuazione delle borse internazionali. L’IDC Banking Forum è l’evento annuale che IDC (la più grande società di Ricerca nel settore high-tech al mondo) dedica al settore finanziario in Italia. L’appuntamento ha visto la partecipazione di circa 80 banche Banking Forum 2010 italiane. L’evento ha aiutato ad approfondire le modalità con cui le banche attraverso i propri sistemi informativi e gli investimenti in Information Technology possono far fronte alla flessione della redditività e cogliere nuove opportunità di business. inoltre affrontato il tema Approfondite le modalità con cui le banche Èdel statorecepimento delle nuove regolamentazioni di Basilea III e gli attraverso i propri sistemi informativi e gli ultimi trend e tecnologie adottate dalle investimenti in Information Technology possono banche e payment institutions. inaugurare la conferenza con far fronte alla flessione della redditività e Ad il suo benvenuto è stata la nuova cogliere nuove opportunità di business Managing Director di IDC Italia Luisa Bordoni, che in più interviste di Pietro Gentile, Dipartimento nazionale Comunicazione & Immagine a quotidiani nazionali, anche nelle settimane successive, ha sottolineato a crisi economico/finanziaria e scenario che si prospetta per i prossimi come vi debba essere una inversione le nuove regole di Basilea III anni. di rotta negli investimenti ICT in stanno cambiando l’industria La maggior parte degli economisti Italia per favorire finalmente la ripresa bancaria italiana e mondiale. sostengono che alla prova della crisi economica. Nel corso del Forum Internazionale che finanziaria il sistema bancario italiano L’intervento internazionale di Peter ha avuto luogo a Milano verso la fine abbia dimostrato più solidità rispetto Farley, Managing Director Emea di del 2010, si è fatto il punto su come le a molti altri paesi europei. Nonostante IDC Financial Insights, ha evidenziato banche italiane grazie all’Information ciò, oggi le banche italiane stanno gli ultimi trend tecnologici del settore Technology potranno affrontare lo affrontando una flessione della redditività finanziario in Italia e in Europa con ICT motore di ripresa nel settore bancario L particolare focus agli investimenti IT delle banche e a un utilizzo “intelligente” della Business Intelligence. Francesco Daveri noto economista ed opinionista de “La Voce.info” ha presentato i numeri dell’economia italiana del dopo-crisi, ponendo l’accento sulle politiche adottate dai governi europei e i conseguenti risultati. Nella Tavola Rotonda in sessione plenaria le banche e i players di mercato si sono confrontati sul tema “In che modo le banche e i dipartimenti ICT possono far fronte alla flessione della redditività e cogliere nuove opportunità di business? Quali evoluzioni nella gestione del rischio anche in vista di nuove regolamentazioni?”. Al dibattito sono intervenuti Top Manager ICT delle principali banche italiane. L’evento è proseguito con una presentazione di Angela Vacca, Consulting Manager di IDC European Industry Solutions sugli ultimi trend del mercato dei pagamenti, che ha fatto da introduzione alla tavola rotonda moderata, a cui ha partecipato tra gli altri Romano Stasi, Segretario Generale di Abi Lab. Nel corso della tavola Rotonda si è evidenziato come i Social Networks e nuovi players quali FaceBook possano irrompere in un prossimo futuro nello scenario dei sistemi di pagamento oggi quasi totalmente ad appannaggio delle istituzioni finanziare tradizionali. Nel pomeriggio, di particolare interesse è stato il focus group interattivo dedicato alla relazione delle Banche con i propri clienti, attraverso le nuove Tecnologie e i Social Media, in cui i principali players di mercato nazionale hanno esposto le proprie esperienze in tale ambito. Belluno 1940-Roma 2010. news SCOMPARSO TOMMASO PADOA SCHIOPPA N el gelo che attanagliava le nostre città, Tommaso Padoa Schioppa se n’è andato a soli settant’anni, forse senza soffrire, fulminato improvvisamente nella serata del 18 dicembre scorso da un infarto inesorabile. S’è sentito male in Via Giulia, in quel Centro di Roma ove era facile incontrare per le vie più caratteristiche la sua figura nobile e particolarissima: alto, di aspetto autorevole, naturalmente elegante, colto ed equilibrato. Era nato a Belluno il 23 luglio ‘40; era cresciuto a Trieste, dove aveva frequentato il Liceo Classico Petrarca e dove il padre era Direttore generale delle Assicurazioni Generali. Era stato proprio questo grande economista bocconiano, tanti anni fa, Economista europeista, papà della moneta unica ad immaginare un’Europa a moneta unica. Una vita in Banca d’Italia, in un paio di occasioni sembrava destinato alla poltronissima di Governatore: ma il potere teme e cerca di limitare personalità forti ed indipendenti, non malleabili e non disposte a derogare ai propri principi. È stato Presidente della Consob e Ministro tecnico dell’Economia e delle Finanze nel secondo Governo Prodi; europeista convinto, già componente del comitato esecutivo della BCE, ora stava dando una mano alla Grecia per riassestare la situazione che la vede in grandi ambasce nell’attuale marasma economico internazionale. Passerà alla storia, oltre che per i suoi grandi meriti tecnici, per aver coniato l’espressione “bamboccioni”, riferita ai ragazzi che si attardano nella bambagia della famiglia. Per dirla con un ossimoro, un idealista-pragmatico che mancherà assai a quest’Italia sempre più in preda alla mediocrità. Era una sempre affidabile risorsa per il suo - il nostro - Paese per gli innumerevoli ruoli svolti in modo misurato e competente. Uomo d’altri tempi, che non pensava mai al suo tornaconto personale. Ci avrebbe certamente aiutati ad uscire dalla mesta situazione che ci attanaglia. Ma il destino ha deciso diversamente ed ora il futuro ci appare ancor più fosco senza la rassicurante, anche se all’apparenza algida, figura di Tommaso Padoa-Schioppa. Economista europeista, papà della moneta unica. 11 SINDACATO E SERVIZI attualità A proposito di Downshifting LAVORARE PER VIVERE O VIVERE PER LAVORARE? Il mostro della crisi, che sembra rinascere continuamente, ci impone di ripensare al nostro stile di vita e al senso del nostro affannarci senza soste. Sviluppo sostenibile per la terra che ci ospita e per noi, che non possiamo continuare a produrre per consumare e consumare per produrre in un vortice senza fine F orse lo scrittore Andrea De Carlo, con queste parole, pensava proprio al nuovo fenomeno sociale definito Downshifting, il termine, che letteralmente sta per ‘cambiamento verso il basso’, e che indica una possibile soluzione per cambiare vita, adottando la regola del “meno per meno uguale più”. Produrre meno, spendere meno e pretendere meno, puntando ai propri desideri e alla propria libertà. L’idea nasce negli anni Settanta e rientra nel più ampio concetto del “Simple living”, il vivere con semplicità, serenamente e senza troppe pretese, tipico della ‘contraocultura’ di quel periodo. Il manifesto del “Simple Living” fu simbolicamente redatto con la pubblicazione di due saggi: “La società dei consumi”, di Jean Baudrillard, ed “Ecologia e politica”, di André Gorz. Baudrillard, filosofo francese, critico e teorico della post modernità, sostiene che il consumo non coincide più con il miglioramento della vita umana, ma che, al contrario, proprio a causa dell’illimitato consumo di massa, la realtà viene trasformata in un insignificante collage di immagini ed eventi privo di significato. Gorz, anch’egli francese, direttore negli anni Sessanta di «Le Temps Modernes», la rivista fondata da Jean Paul Sartre, rifiuta la logica capitalista dell’accumulo di materie prime, di energie e di lavoro, rivendicando invece il valore sociale della persona. I due precursori di questo modo di pensare e di vivere teorizzarono la necessità di una “decrescita”, basata sulla consapevolezza dell’insostenibilità, a livello sia individuale sia che globale, di ritmi di sviluppo troppo veloci. Oggi, come trent’ anni fa, i sostenitori del concetto di “vivere lentamente” o “Slow- living” ritengono che si debba fare tutto il meglio possibile e non il più velocemente possibile: qualità, non quantità. In Italia, il sociologo Domenico De Masi (ospite al convegno sul precariato organizzato dalla FABI lo scorso ottobre a Milano) ha elaborato il concetto di “ozio creativo”. Il termine ‘ozio’ non deve indurci a pensare a una situazione di passività, o di immobilità: già per gli antichi romani il termine otium stava ad indicare un tempo libero dagli impegni, nel quale era possibile dedicarsi alla dimensione creativa o interiore. Per nostra fortuna, oggi, buona parte dei lavori ripetitivi e noiosi è stata delegata alle macchine; all’essere umano è rimasta perciò la parte più interessante, e cioè la gestione dell’aspetto creativo. Il Downshifter è, quindi, colui che decide di ridurre ritmo e entrate, a favore di Possiamo trasformare la vita in una specie d’avventura da libro illustrato, se vogliamo. Non c’è nessun limite a quello che si può inventare, se solo usiamo le risorse che adesso vengono rovesciate per alimentare questo mondo detestabile. tempo, qualità della vita, relazioni sane: in poche parole, colui che si impegna in un investimento sul concetto di felicità. Vediamo allora padri che decidono di accorciare i loro orari di lavoro per avere più tempo da trascorrere con i figli; il funzionario che decide di abbandonare il lavoro d’ufficio per gestire un agriturismo, Vessazioni sul posto di lavoro? REATO DI VIOLENZA PRIVATA La Cassazione ha ravvisato i caratteri di una condotta moralmente violenta e psicologicamente minacciosa, idonei a costringere il lavoratore a tollerare uno stato di deprezzamento delle sue qualità lavorative L a sesta sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 44803 del 21 dicembre 2010, ha affermato che la condotta vessatoria e denigratoria, con atti moralmente violenti e psicologicamente minacciosi, del “capo” verso il lavoratore, integra il reato di violenza privata e non di maltrattamenti in famiglia o di mobbing. I giudici di merito 12 o (caso atipico, ma reale) il gestore di un locale che pianta tutto per dedicarsi alla vita da acrobata di circo. I limiti, naturalmente, sono ancora numerosi nella nostra società in cui il lavoro, tradizionalmente inteso, ha un ruolo centrale: il beneficiario-tipo di una scelta del genere resta, al momento, il professionista con una laurea, una buona posizione economica e conseguente libertà di scelta, optando per quello stile di vita che più s’attaglia alle sue aspettative o esigenze. Nel critico momento che stiamo vivendo, è in lenta ma costante crescita il numero di persone che decide di “ribellarsi” alla crisi economica, che in molti casi va di pari passo con un profondo senso di inaridimento e insoddisfazione personale, resettando e riprogettando il lay-out della propria esistenza. Un traguardo ambizioso, certo, ma che si può tentare di raggiungere. avevano dichiarato colpevole del reato di cui all’art. 572 c.p., un capo-officina, per maltrattamenti continuati in pregiudizio di un meccanico, mentre i giudici di Cassazione osservano che, nel caso di specie, mancava lo stato di particolare soggezione morale e psicologica, richiesto dall’articolo 572 c.p. - che sanziona la violenza in ambito familiare - così come non è configurabi- Come? Magari mettendo freno ad uno stile di vita, che ci illude d’essere più vivi solo perché consumiamo di più, ma che per questo ci impone d’essere sempre più produttivi. Fino a quando poteva durare? è tempo di fermarsi e riflettere. Silvia Catalucci news le il reato ex art. 62 bis c.p. (c.d. Mobbing). In particolare, la Suprema Corte stabilisce che “sembra piuttosto correttamente configurabile […] nella condotta dell’imputato il reato di violenza privata continuata aggravata ex art. 61 c.p., n. 2, potendo ricondursi ai puntuali episodi, contestati nell’imputazione, caratteri di una condotta moralmente violenta e psicologicamente minacciosa, idonei a costringere il lavoratore a tollerare uno stato di deprezzamento delle sue qualità lavorative nel contesto di una condotta articolata in più atti consequenziali ad un medesimo disegno criminoso, con l’intuibile aggravante della commissione del fatto con abuso di relazioni di prestazioni d’opera”. SINDACATO E SERVIZI fabi giovani I mmaginiamo uno scatolone enorme, pesante e ingombrante, immaginiamo migliaia di persone che lo sorreggono con cura e attenzione, immaginiamo che sull’imballaggio ci sia una scritta d’allerta di colore rosso intenso: FRAGILE. Quell’enorme involucro contiene un oggetto vitale per tutte le persone che lo sostengono, che chiameremo: FUTURO. Adesso proviamo ad ipotizzare che queste persone, già indisposte dalla fatica, siano messe in contrasto tra di loro, proviamo La solidarietà generazionale ad immaginare cosa succederebbe se pochi cominciassero ad insinuare che gli incontro la strategia del privilegio dividui nati da una certa data in avanti devono contrastare quelli nati prima di loro. di Mattia Pari, Responsabile Coordinamento nazionale Giovani FABI Tutti mollerebbero la presa e la confezione s’infrangerebbe al suolo, e il FUTU- nei privilegi, è la stessa che si attribuisce che ha come prima cellula fondamentale RO si ridurrebbe in piccoli frammenti. compensi economici immorali e ingiusti- la “famiglia”. Chi ne trarrebbe vantaggio sarebbero solo ficati rispetto alla realtà. La maggioranza, Il segreto per risolvere i problemi non è i pochi che già incidevano in misura infe- i padri e i figli, che hanno lasciato la presa, quindi il conflitto generazionale tra chi riore agli altri nel sostenere il FRAGILE sono invece gli stessi che cercano soluzio- ha le medesime difficoltà, non è nemmeFUTURO. ni diverse a problemi comuni. Perché vi- no l’eliminazione del merito, il segreto, Quella minoranza è la stessa che si rifugia viamo tutti nel medesimo sistema sociale il vero segreto è la ragionevolezza di un L a dedica ai Giovani da parte del Capo dello Stato nel suo messaggio di fine anno è stata motivo di grande soddisfazione per tutti noi. Il sottolineare che “i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia” è una verità che deve essere sempre al centro dell’attenzione della classe dirigente del Paese. Il Capo dello Stato ha sottolineato inoltre alcuni problemi fondamentali per le nuove generazioni; dal peso del debito pubblico, alle crescenti disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza, tutti temi che se non risolti, rappresenteranno un ostacolo enorme per il nostro futuro. H o avuto l’opportunità di partecipare recentemente al corso nazionale di formazione di II livello, rivolto ai dirigenti del nostro sindacato. Un appuntamento fisso che il nostro Dipartimento Formazione organizza a Rimini ogni anno, in autunno e in primavera. Per me questa settimana di formazione non ha rappresentato solo un arricchimento professionale, ma un’inaspettata sorpresa. Infatti, due dei 14 partecipanti al corso erano colleghi ipovedenti. Sono orgogliosa di far parte di un’orga- SI RIPARTE DAI GIOVANI? RIFLESSIONE SUL DISCORSO DI FINE ANNO DEL CAPO DELLO STATO “Investire sui giovani, scommettere sui giovani, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità” ha detto il Presidente, e da queste parole non si può prescindere. Come giovani abbiamo il diritto/ dovere di contribuire a costruire il Paese che verrà, dobbiamo essere co-protagonisti nelle scelte che ri- guardano il nostro domani. Perché solo dall’unione di esperienza ed innovazione si possono creare presupposti seri per costruire percorsi comuni e solidali. Purtroppo la rinnovata attenzione per le giovani generazioni è un impegno recente che oggi non può fare altro che tamponare una situazione di Quando formazione fa rima con inclusione SENZA BARRIERE Al corso per dirigenti sindacali, che la FABI organizza a Rimini in primavera e in autunno, hanno partecipato quest’anno anche due ipovedenti. È la testimonianza che il nostro sindacato considera la diversità un importante valore aggiunto nizzazione che dà la possibilità anche ai diversamente abili di fare un percorso sindacale ed ai loro SAB di prevedere risorse economiche per attuarlo: la loro presenza all’interno della nostra organizzazione permette di avere un valore aggiunto indiscutibile e di approcciarci adeguatamente al loro mondo. fronte comune di rivendicazioni che accomuni le persone sulla base delle idee e delle necessità. Perché chi prima, chi dopo, abbiamo sostenuto tutti lo stesso manufatto. Abbiamo fatto tutti la stessa fatica. Perché la vera difficoltà non è nel peso dello scatolone, ma nella corretta distribuzione del carico. Prima ancora di una ripartizione generazionale delle risorse, occorre concentrarsi su un’equa spartizione della ricchezza, che valorizzi il merito e le capacità, ma che corrisponda a una scala di valori sociali ed etici. Accordi sindacali che permettono l’uscita volontaria ed incentivata dei colleghi prossimi alla quiescenza e la contestuale stabilizzazione dei precari sono state risposte serie e solidali che il sindacato ha saputo dare alle necessità del sistema. Ora, se ancora non fosse chiaro, prima di parlare di costo del lavoro in relazione al conflitto generazionale, vogliamo parlare del costo del management e della governance. Perché il FRAGILE FUTURO, come ha anche ricordato il Capo dello Stato nel discorso di fine 2010, dipende dalla coesione sociale e solo quando potremo levare l’imballaggio scopriremo la vera forma del manufatto, ma fino ad allora possiamo solo camminare nella stessa direzione e impiegare tutti, ma proprio tutti, la stessa fatica. emergenza che ha causato effetti devastanti e che, almeno per quanto riguarda il settore del credito, la FABI denuncia già da tempo. Come Coordinamento Giovani continueremo a fare la nostra parte proponendo, partecipando e sopratutto assumendoci la nostra parte di responsabilità per il futuro della categoria. Continueremo a fare quello che la FABI fa da oltre sessant’anni, partendo dalle basi solide costruite da chi ci ha preceduto e spingendoci verso nuovi orizzonti, verso nuovi traguardi. Le prospettive sono difficili, ma il futuro dipende anche della determinazione delle nuove generazioni e dalla nostra capacità di tradurla in atti concreti. Come principale sindacato di categoria, abbiamo il dovere di tutelare l’integrazione dei diversamente abili nel nostro settore e di caldeggiare norme a loro supporto che ne valorizzino le professionalità. L’esperienza mi ha davvero arricchito. L’insegnamento che ne ho tratto è:coinvolgere, coinvolgere, coinvolgere, a prescindere dalle abilità fisiche. Questa volta il mio grazie è tutto per la FABI: mi avete regalato un’emozione! Simona Misticoni Esecutivo Nazionale FABI Giovani 13 Scheda Preventivo Auto / Moto Convenzione FABI INVIA QUESTO MODULO VIA FAX AL NUMERO 02 80509676 Data ISCRITTO FABI Cognome Nome Matricola Cognome Nome Codice Fiscale Indirizzo N° Civico Professione Telefono Ufficio DATI CONTRAENTE CAP Città Provincia Fax Ufficio Email Ufficio DATI INTESTATARIO AL P.R.A. (PUBBLICO REGISTRO AUTOMOBILISTICO) Cognome Nome Professione Codice Fiscale Data di Nascita Sesso M DATI VEICOLO Autovettura Marca Fuoristrada Modello Completo Comune di Resid. Intestazione al P.R.A. F Roulotte Camper Targa Alimentazione SI Benzina NO Cavalli Fiscali (CV) Gasolio Moto/Scooter Furto audiofonovisivi (compresi nella somma assicurata) SI Prima Immatricolazione al P.R.A. Provincia NO Prima Immatricolazione Valore Autovettura GPL Mese Anno ATTUALE CLASSE DI MERITO (BONUS/MALUS) Massimale Gancio Traino Rinuncia Rivalsa SI SI Dichiarazione di Sinistrosità: Almeno un sinistro nell’ultimo anno Data Scadenza Annuale Polizza NO Danni a cose di terzi trasportati Veicoli adibiti a Scuola Guida NO Nessun sinistro ultimo anno Nessun sinistro ultimi 3 anni Attuale Compagnia Nessun sinistro ultimi 5 anni Frazionamento Semestrale del Premio SI NO DATI PER GARANZIE AGGIUNTIVE (DETTE ARD) + PACCHETTI* Garanzie Gruppo 5 (conprensiva eventi naturali e sociopolitici) Garanzia Valore a Nuovo Furto Totale e Parziale Incendio Tutela Legale Collisione Antifurto Satellitare SERVIZIO ASSISTENZA DATI PER GARANZIE ADDIZIONALI Infortuni Conducente Kasko Rottura Cristalli Sospensione Patente 180 gg Servizi Assistenza 365 gg VINCOLO SUL VEICOLO Istituto Vincolatario Scadenza del Vincolo Tipo Patente (A, B, C, ecc.) *N.B. LE GARANZIE “PACCHETTO” SONO OPERANTI SOLO PER LE AUTOVETTURE IN PRESENZA DI GARANZIA INCENDIO/FURTO Le informazioni sono raccolte ed elaborate elettronicamente da Biverbroker allo scopo di formulare un preventivo di una polizza auto. Lei ha la possibilità (ai sensi dell’art. 13 legge 675/96) di accedere ai suoi dati personali per aggiornarli, modificarli, integrarli, o chiederne la cancellazione scrivendo a: Biverbroker Via Carducci, 37 20123 Milano (email: [email protected]). Il Sottoscritto Direzione Generale: Via Carducci, 37 20123 Milano Tel. 02.8055007 - Fax 02.86463845 Email: [email protected] Sede Legale: Via Gramsci, 12/F - 13900 Biella Tel. 015.2522595 - Fax 015.2523045 Email: [email protected] Sede Milano/AGOAL: Via Unione, 1 - 20122 Milano Tel 02.80509472 - Fax 02.80509676 Email: [email protected] POLIZZA GLOBALE ABITAZIONE Estratto condizioni Convenzione FABI Polizza dell’abitazione Formula Assicurativa Iscritti Fabi INVIA QUESTO MODULO VIA FAX AL NUMERO 02 80509676 OGGETTO ASSICURAZIONE: 1) Incendio danni materiali dell’abitazione 2) Furto e rapina dell’abitazione 3) Responsabilità civile della famiglia 4) Tutela giudiziaria della vita privata Il sottoscritto, preso atto che BIVERBROKER SrL, nell’ottica di agevolare ed incoraggiare il ricorso a forme facoltative di assicurazione, ha predisposto alcuni prodotti assicurativi che, a condizioni di mercato particolarmente favorevoli potranno essere offerte ai dipendenti, e che BIVERBROKER SrL intende mediare tali prodotti offrendoli ai dipendenti, pensionati ed esodati bancari e loro famigliari iscritti alla FABI che dichiara di essere interessato a tale offerta. A tal fine il sottoscritto dichiara di ricevere le condizioni di contratto relative alle polizze sulla Responsabilità civile della famiglia, Tutela giudiziaria vita privata, Incendio e Furto dell’Abitazione, e di averne presointegralevisione. Il sottoscritto, alle condizioni tutte sopra richiamate, che formano parte integrante della presente assicurazione, le accetta e dà la propria adesione alla proposta formulata dichiarando quantosegue: 1) Incendio danni materiali dell’abitazione La Società si obbliga a tenere indenne nei limiti delle somme assicurate i danni materiali e diretti subiti dalle cose assicurate in conseguenza degli eventi di seguito indicati, anche se dovuti a colpa grave dell’Assicurato: Cognome Nome Codice Fiscale Indirizzo/Ubicazione del rischio Via o piazza, n° Città CAP • Sigla Provincia dimora abituale dimora saltuaria - Ubicazione del rischio nuova adesione adesione in sostituzione della scheda di adesione n. del DURATA CONTRATTO Annuale Effetto dalle ore 24 del Decorrenza prima rata successiva Scadenza dalle ore 24 del Rateazione 1-15 annuale L’operatività dell’assicurazione è subordinata al pagamento del premio relativo a BIVERBROKER SrL di seguito riportato e convalidato per quietanzamento C) ASSICURAZIONE INCENDIO FURTO DELL’ABITAZIONE RESP. CIVILE TUTELA GIUD. SOMME ASSICURATE SOMME ASSICURATE SOMME ASSICURATE SOMME ASSICURATE FURTO E RAPINA € 2.582,28(*) € 5.164,57(*) € 7.746,85(*) € 7.746,85(*) INCENDIO DEL CONTENUTO € 25.822,84 € 25.822,84 € 36.151,98 € 36.151,98 INCENDIO DEL FABBRICATO € 103.291,38 € 154.937,07 € 206.582,76 € 258.228,45 RESPONSABILITÀ CIVILE DELLA FAMIGLIA € 258.228,45 € 258.228,45 € 258.228,45 € 258.228,45 TUTELA GIUD.VITA PRIV. € 5.164,57 € 5.164,57 € 5.164,57 € 5.164,57 Abitazione in Abitazione condominio isolata Abitazione in Abitazione condominio isolata Abitazione in Abitazione condominio isolata Abitazione in Abitazione condominio isolata GARANZIE TIPO DI ABITAZIONE DIMORA ABITUALE PREMIO LORDO ANNUO € 145,56 € 171,58 € 192,39 € 223,60 € 244,43 € 280,83 € 260,03 € 301,65 DIMORA SALTUARIA PREMIO LORDO ANNUO € 158,57 € 189,80 € 208,01 € 244,40 € 270,45 € 306,84 € 286,05 € 330,27 barrare (X) la combinazione scelta C1a C1b C2a C2b C3a C3b C4a C4b (*) NEL CASO DI DIMORA SALTUARIA LE SOMME ASSICURATE PER IL FURTO SONO PARI AL 50% DI QUELLE ESPOSTE PREMIO ANNUO TOTALE € Il Sottoscritto dichiara di essere dipendente della Banca e iscritto alla FABI di impegnandosi a comunicare a BIVERBROKER SrL l’eventuale venire meno in corso di contratto dei requisiti per usufruire delle su indicate condizioni d’Assicurazione, consapevole che il venir meno di tali requisiti comporta la non concedibilità delle stesse, dallo scadere della presente copertura assicurativa. Il Sottoscritto si impegna inoltre in caso di denuncia di sinistro a presentare, a richiesta di BIVERBROKER SrL, un documento personale (tessera FABI) attestante la Sua qualità di avente diritto alle condizioni predette, consapevole che nel caso di applicazione non dovuta delle stesse, l’indennizzo dovuto sarà dedotto in sede di liquidazione proporzionalmente della differenza tra il premio pagato e quello dovuto. L’ASSICURATO L’Assicurato dichiara di aver ricevuto l’Informativa “AllegatoDP” relativa al trattamento dei dati personali comuni e sensibili, ai sensi del D.Lgs.n.196 30.06.2003. CONSENSO • al trattamento dei dati personali, sia comuni, sia sensibili, che mi riguardano, funzionale al rapporto giuridico da concludere o in essere con la Società assicuratrice; • alla comunicazione degli stessi dati alle categorie di soggetti indicate al punto 5, lett. a), della predetta informativa, che li possono sottoporre a trattamenti aventi le finalità di cui al punto 1), lett. a), della medesima informativa o obbligatoria per legge; • al trasferimento degli stessi dati all’estero come indicato al punto 7 della predetta informativa (Paesi UE e Paesi extra UE). L’ASSICURATO Ai sensi degli artt.1341 e 1342 C.C. il Sottoscritto dichiara di approvare specificatamente le seguenti Condizioni di assicurazione: Per le Polizze Responsabilità Civile Terzi, Tutela Giudiziaria: art. 8 (Proroga dell’assicurazione e periodo di assicurazione: tacita proroga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima della scadenza). Per la Polizza incendio - furto dell’abitazione: art. 20 (procedimento per la determinazione del danno - nomina dei periti: deroga alla competenza dell’Autorità Giudiziaria), art. 23 (Recesso in caso di sinistro); art.26(Proroga dell’assicurazione: tacita proroga in mancanza di disdetta data almeno 30 giorni prima della scadenza). L’ASSICURATO Luogo data Firma per esazione dell’importo totale del premio Luogo data Incendio, Fulmine, Esplosione o scoppio non causato da ordigni esplosivi; Caduta di aeromobili, loro parti o cose da essi trasportate, Onda sonica; • Urto di veicoli stradali o natanti in transito sulla pubblica via o su corsi d’acqua, non appartenenti all’Assicurato o in uso allo stesso; • Rovina di ascensori o montacarichi, compresi i danni agli impianti; Sviluppo di fumi, gas, vapori; • Guasti arrecati per ordine dell’Autorità o dall’azione di terzi o dell’Assicurato al fine di impedire od arrestare l’incendio; • Guasti arrecati dai ladri per commettere il furto o la rapina o per tentare di commetterli, qualora non sia stata pattuita la garanzia furto; • Fumo da incendio anche di cose diverse da quelle assicurate; Caduta di antenne radio - televisive, compresi i danni subiti dalle stesse • Eventi atmosferici , Sovraccarico di neve, Eventi socio - politici, Fuoriuscita di acqua condotta, Fenomeni elettrici • Ricorso Terzi, Rischio locativo, Terremoto, Inondazioni, alluvioni, allagamenti. • Spese di demolizione, sgombero e trasloco, Spese fatte per evitare il sinistro, Danni da impiego di mezzi • Rottura lastre, Spese per la riparazione o il rimpiazzo di apparecchi • ora 2) Furto e Rapina dell’abitazione La Società si obbliga ad indennizzare l’Assicurato, entro i limiti della somma convenuta in polizza, dei danni materiali e diretti a lui derivanti da furto o rapina nei locali della propria dimora abituale identificati nel certificato di adesione. L’assicurazione è estesa, fino alla concorrenza della somma assicurata: • ai guasti cagionati dai ladri per commettere il furto o la rapina o per tentare di commetterli, alle parti del fabbricato costituenti i locali che contengono le cose assicurate ed agli infissi posti a riparo e protezione degli accessi ed aperture dei locali stessi; • ai guasti ed agli atti vandalici commessi dagli autori del furto o della rapina consumati o tentati • al furto con destrezza, rapina o scippo di gioielli, preziosi o pellicce di uso personale, che l’Assicurato ed i suoi famigliari conviventi hanno indosso al di fuori dei locali assicurati, purché in Italia; • al furto ed alla rapina delle cose contenute nei ripostigli non comunicanti con l’abitazione e nelle autorimesse ad uso esclusivo della stessa, limitatamente a mobilio, arredamento, vestiario, provviste, attrezzi e dotazioni comuni. • La garanzia rapina è operante anche quando le persone sulle quali viene fatta violenza o minaccia siano prelevate dall’esterno e costrette a recarsi nei locali indicati in polizza. 3) Responsabilità civile della famiglia La Società, nel limite del massimale pattuito ed indicato sulla Scheda di adesione costituente parte integrante della polizza, si obbliga a tenere indenne l’Assicurato di quanto questi sia tenuto a pagare, quale civilmente responsabile, ai sensi di legge, a titolo di risarcimento (capitali, interessi e spese) di danni involontariamente cagionati a terzi per morte, per lesioni personali e per danneggiamenti a cose, in conseguenza di un fatto accidentale inerente a: La garanzia è valida anche per i rischi inerenti a: • manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione predetta, ma con riferimento alla straordinaria, limitatamente alla responsabilità dell’Assicurato quale committente; restano comunque escluse le responsabilità derivanti al committente ai sensi del D.Lgs. 494/96 • spargimento di liquidi e rigurgiti di fogne; • uso di apparecchi elettrodomestici in genere • caduta dell’antenna radiotelevisiva o per radioamatore • scoppio del tubo catodico del televisore. La garanzia è valida anche per i rischi inerenti a: intossicazione od avvelenamento causati da cibi o bevande preparati o somministrati dall’Assicurato • pratica dilettantistica di attività sportive comuni, esclusa la partecipazione a gare in genere e alle relative prove, salvo che si tratti di corse podistiche, di tennis, di golf, di pesca non subacquea, di tiro a segno e a volo, di gare bocciofile; • proprietà ed uso di giocattoli anche a motore e biciclette; • fatto dei figli minori dell’Assicurato che mettano in movimento o in circolazione veicoli o natanti pur essendo sprovvisti dei requisiti richiesti dalla legge per la guida o il trasporto di persone, con esclusione dei danni subiti dai veicoli o natanti. La garanzia è estesa al fatto dei figli minori in possesso dei requisiti di legge per la guida di ciclomotori che trasportino persone su tale tipo di veicolo. L’assicurazione è operante a condizione che la messa in movimento o circolazione del veicolo o natante o il trasporto illecito di persone siano avvenuti all’insaputa dei genitori e che il mezzo stesso, se di proprietà dell’Assicurato, risulti coperto, al momento del sinistro, con polizza di assicurazione contro il rischio della Responsabilità Civile Auto secondo quanto disposto dalla legge sull’assicurazione obbligatoria per veicoli e natanti a motore. La presente garanzia è operante soltanto in relazione all’azione di regresso eventualmente svolta dall’assicuratore della Responsabilità Civile Auto, ovvero per le somme che risultino dovute in eccedenza a quelle garantite da detto assicuratore; • proprietà, possesso ed uso di cavalli, cani ed altri animali domestici; • proprietà, possesso ed uso di armi per scopo di difesa, per tiro a volo, tiro a segno, pesca • subacquea, purché gli Assicurati siano in regola con le leggi vigenti; • all’ordinaria conduzione e manutenzione dei locali in cui risiedono anche non abitualmente l’Assicurato e le persone con esso conviventi; nonché alla proprietà di abitazioni diverse da quella assicurata con la Scheda allegata, purché comunque assicurate con altre Schede di adesione • Danni da Incendio • Danni da interruzione o sospensione di attività • L’assicurazione è operante per l’Assicurato ed ogni familiare e/o persona con lui stabilmente convivente, nonché per fatto di collaboratori domestici nello svolgimento delle loro mansioni. • L’assicurazione vale per i danni che avvengono in tutto il mondo, esclusi Stati Uniti d’America e Canada. • 4) Tutela giudiziaria vita privata La Società assume a proprio carico, fino alla concorrenza del massimale indicato nella Scheda di adesione ed alle condizioni di seguito zindicate, l’onere delle spese per l’assistenza stragiudiziale e giudiziale - civile e penale conseguenti ad un sinistro rientrante in garanzia. • le spese per l’intervento di un legale; • le spese sostenute in sede giudiziale per l’intervento di un perito nominato dall’Autorità Giudiziaria o dall’Assicurato e approvato dalla Società; • le spese di giustizia; • le eventuali spese del legale di controparte, in caso di transazione autorizzata dalla Fondiaria - Sai divisione Fondiaria e/o Europa; • le spese di soccombenza liquidate alla controparte in caso di condanna dell’Assicurato. Nel caso di controversie tra Assicurati con la stessa polizza la garanzia viene prestata unicamente a favore dell’Assicurato/Contraente. P.S.: la garanzia riguarda esclusivamente i sinistri accaduti nell’ambito della vita privata extraprofessionale dell’Assicurato e si riferisce ai seguenti casi: • 1) controversie per danni extracontrattuali subiti dall’Assicurato per fatto illecito di altri soggetti; • 2) controversie per danni extracontrattuali cagionati ad altri soggetti in conseguenza di fatti illeciti dell’Assicurato (la garanzia opera con i limiti del successivo Art. 16; • 3) difesa penale dell’Assicurato per delitto colposo o contravvenzione; • 4) controversie nascenti da pretese inadempienze contrattuali, proprie o di controparte, il cui valore in lite non sia inferiore a €. 516,45 sono inoltre comprese alle stesse condizioni le controversie relative alla proprietà o locazione della unità immobiliare costituente la dimora abituale dell’Assicurato; nella copertura sono inoltre comprese le altre unità immobiliari a disposizione dell’Assicurato e costituenti dimore stagionali di vacanza, purché comunque assicurate con altre Schede di adesione • 5) controversie individuali di lavoro con i collaboratori domestici • 6) controversie nei confronti di Istituti o Enti Pubblici di Assicurazioni Previdenziali e di Assistenza Sociale; SINDACATO E SERVIZI abbecedario sindacale ABBECEDARIO SINDACALE FABI,UN 2010 DA PROTAGONISTA Battaglie, vittorie, manifestazioni, iniziative. Dalla A alla Z, una carrellata di tutti i momenti più importanti che hanno visto protagonista la nostra organizzazione nell’anno appena passato di Flavia Gamberale A ACCORDI. Sudati, non di rado conclusi dopo lunghe e difficili trattative, gli accordi sindacali firmati dalla Fabi nel 2010 sono stati dal primo all’ultimo all’insegna della nuova occupazione. Da Intesa Sanpaolo a Ubi, dal Banco Popolare alla Bnl passando per Unicredit: tutti grandi gruppi hanno dovuto sottostare al diktat imposto dalla FABI: sì alle uscite (volontarie e incentivate) di personale solo in cambio di nuovi posti di lavoro e della conferma a tempo indeterminato dei precari. Detto fatto: con l’accordo siglato a maggio in Ubi sono state portate a casa 550 assunzioni a fronte di 500 esodi volontari e incentivati, così come in Bnl si sono aperte le porte a 1.100 nuovi contratti a tempo indeterminato a fronte dell’uscita volontaria e incentivata di 1000 lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per la pensione o il prepensionamento. E ancora: il Banco popolare ha detto sì all’assunzione di 539 precari che subentreranno a 500 colleghi 16 in esodo volontario e incentivato, così come Unicredit entro il 2013 si è impegnata a assumere a tempo indeterminato più di 2000 giovani a fronte di 3000 uscite volontarie e con incentivo economico di personale in età pensionabile. Capitolo a parte merita l’accordo siglato a gennaio in Intesa Sanpaolo. Il nostro sindacato ha ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato di oltre 1000 lavoratori con salario d’ingresso ridotto per i soli primi 4 anni, da realizzarsi nelle aree più disagiate del Paese. Un investimento sul lavoro di notevoli dimensioni e ottenuto senza concedere in cambio all’azienda alcuna contropartita, come ad esempio l’ uscita anticipata di personale. B BATTAGLIE. Alcune condotte a fil di penna, sfruttando la cassa di risonanza dei media e della Rete, altre scatenate portando in piazza i lavoratori. Due su tutte: “Profumo come Marchionne” e la manifestazione organizzata a Bolza- no ad ottobre contro il licenziamento di un sindacalista Fabi della Sparkasse. La prima: correva il 4 agosto e l’allora amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, dichiarava ai sindacati, nel generalizzato torpore estivo, 4.700 esuberi nel Gruppo, diretta conseguenza del piano di riorganizzazione One4C. Senza ammettere repliche. A quel punto la dichiarazione di guerra del segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, faceva il giro dei tg nazionali e delle prima pagine dei giornali: “Profumo come Marchionne. L’ad di Unicredit tenta di eludere il confronto con i sindacati. Noi non ci stiamo”. Una dura presa posizione che probabilmente ha contribuito a smorzare il piano di ristrutturazione lacrime e sangue originariamente predisposto dall’azienda. Tanto che gli esuberi sono passati dagli iniziali 4700 a 3000, tutti volontari e incentivati così come previsto dall’accordo siglato a ottobre da sindacati e Gruppo. Quanto alla manifestazione di Bolzano, impossibile dimenticare i 1000 dirigenti sindacali, provenienti da ogni parte d’Italia, che a ottobre si sono riversati sotto la direzione generale della Sparkasse armati di tamburi e fischietti per denunciare l’ingiusto licenziamento subito da un sindacalista della Fabi e chiederne a gran voce il reintegro. Una manifestazione di piazza, di cuore, che ha visto schierati in prima fila il segretario generale Lando Sileoni e tutti i segretari nazionali del sindacato. C CONTRATTO. Le vere consultazioni tra organizzazioni sindacali per definire la nuova piattaforma contrattuale dei bancari entreranno nel vivo nel 2011. Intanto però a settembre è stato disdettato il vecchio contratto nazionale, quello 2007/10. La Fabi, per bocca del suo segretario generale, ha subito voluto mettere le cose in chiaro: “Non è politicamente credibile un rinnovo contrattuale a costo zero. Se l’Abi intende percorrere questa strada lo scontro sarà inevitabile”. Come dire: uno dei capisaldi del prossimo contratto dovrà essere l’aggiornamento delle retribuzioni dei lavoratori. Altri argomenti all’ordine del giorno già messi in agenda dalla Fabi: la regolamentazione dei sistemi SINDACATO E SERVIZI abbecedario sindacale incentivanti e l’introduzione di percorsi certi di stabilizzazione per i precari. D DIRITTI. La Fabi ha fatto valere i diritti dei lavoratori non solo nelle banche ma anche nelle aule giudiziarie. Diverse le sentenze o i pronunciamenti arrivati nel 2010 che hanno dato ragione ai bancari assistiti dalla nostra organizzazione. Tre su tutte: quella che ha disposto il reintegro di un iscritto in servizio presso Neos banca, ingiustamente trasferito da Ancona a Bergamo, e quella che ha riconosciuto il diritto dei lavoratori e anche dei sindacalisti della Cassa di risparmio di Pisa, Lucca e Livorno ad ottenere un corrispettivo economico per i permessi non utilizzati. Infine, da ricordare l’esito positivo di una conciliazione tra una lavoratrice precaria e la Bcc del Fermano. Alla dipendente è stato riconosciuto il diritto di precedenza nell’assunzione ed il suo contratto è stato così trasformato a tempo indeterminato. E ELEZIONE. Il 2010 si è aperto per la Fabi nel segno del rinnovamento. Durante il XIX Congresso nazionale, che si è svolto a Roma a febbraio presso l’hotel Ergife, è stata eletta la nuova segreteria nazionale che guiderà la Fabi per i prossimi 4 anni. Nominato anche il nuovo segretario generale: Lando Maria Sileoni, sindacalista di lungo corso, con in tasca la tessera della Fabi dal 1976. Gli iscritti lo hanno eletto con una percentuale bulgara di consensi: ben il 98%, per un totale di 94.587 voti. F FONDO EMERGENZIALE. Un paracadute per tutti i lavoratori di banche in crisi che per ragioni anagrafiche o aziendali non possono accedere al Fondo di solidarietà. È il fondo emergenziale, divenuto operativo nel 2010 grazie a un accordo fortemente voluto e sottoscritto dalla Fabi. Un ammortizzatore sociale di nuovo conio, frutto di scelte politiche lungimiranti, che ha permesso a oltre 500 lavoratori, licenziati quest’anno da banche commissariate e prossime alla liquidazione coatta amministrativa, di ottenere un’indennità di disoccupazione per due anni pari a circa l’80% dello stipendio. La Fabi si è già impegnata a esercitare una forma di moral suasion, insieme all’Abi e alle altre organizzazioni, nei confronti dei ministri dell’Economia e del Lavoro per convincerli a prorogare per un altro anno il Fondo, in scadenza il 31 dicembre. G GIORNALI. Dal Corriere della Sera a Repubblica, da Il Messaggero a il Tempo, da La Stampa a Libero e Il Giornale, fino ad arrivare a Il Fatto , Il Riformista e ai grandi quotidiani economici come Il Sole 24 Ore e Milano Finanza. La Fabi ha dato risalto alle proprie posizioni, ha dettato l’agenda alla controparte ritagliandosi un ruolo da protagonista su tutti gli organi di stampa nazionali, nessuno escluso. Quest’anno, inoltre, si è confermata fonte di prima mano per i settimanali di approfondimento, letti soprattutto da manager ed esperti di settore: Panorama Economy, L’Espresso e Il Mondo. Su queste prestigiose pagine le prese di posizione del nostro sindacato hanno avuto grande visibilità. I INIZIATIVE. La Fabi ha riconfermato il suo ruolo di sindacato opinion leader anche nel 2010. Numerose le iniziative messe in piedi sia a livello locale sia a livello nazionale per sottoporre all’attenzione dei media, delle istituzioni e delle persone che contano, i problemi dei lavoratori bancari. A ottobre la Fabi è stata protagonista a Milano con “Destinazione banca”, convegno organizzato per presentare i dati della prima indagine nazionale sul fenomeno del precariato nel settore del credito, a cura del Centro studi Pietro Desiderato. Un momento di denuncia e di approfondimento che ha avuto grande visibilità sui media nazionali e ha visto confrontarsi in maniera diretta e costruttiva sindacalisti, sociologi del lavoro e responsabili Risorse umane delle banche. L LAVORO. Non solo tutelare chi è già “dentro” ma promuovere l’ingresso in banca dei giovani, di nuova forza lavoro. Creare occupazione di qualità e stabile. E ciò che è avvenuto nel 2010: nonostante la crisi e la redditività delle banche in caduta libera, solo nei grandi Gruppi sono stati creati oltre 5mila nuovi posti di lavoro fissi, grazie agli accordi che la Fabi ha sollecitato e sottoscritto. Obiettivo dell’organizzazione per i prossimi 3 anni, come ha già più volte detto il segretario generale Lando Sileoni, sarà quello di ottenere l’assunzione di 30-40mila giovani direttamente con contratto a tempo indeterminato, ma con una flessibilità d’ingresso temporanea. M MANAGER. Retribuzioni spropositate ai manager? Sull’argomento la Fabi anche quest’anno ha dato battaglia. È stata, infatti, l’unica organizzazione a intervenire quando ad Alessandro Profumo, all’indomani delle dimissioni da amministratore delegato di Unicredit, è stata accordata una buonuscita di 40 milioni di euro. Nel silenzio generale, solo la Fabi ha criticato pubblicamente l’entità della liquidazione concessa al golden boy della finanza. “Una cifra non i linea con i tempi, fuori luogo, in un momento in cui vengono chiesti sacrifici ai lavoratori”, ha tuonato in quell’occasione il segretario nazionale della Fabi Mauro Morelli. N NO. La FABI è un sindacato riformista, aperto al dialogo ma che al momento opportuno sa anche sferrare i suoi no. Pronti, secchi, decisi. Come quando a novembre l’Abi ha detto di essere intenzionata a sciogliere il Fondo di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale di settore che in 10 anni ha permesso di governare senza traumi per i lavoratori le ristrutturazione aziendali, dando la possibilità a 40mila bancari di andare in prepensionamento volontariamente e dietro incentivo economico. Una prova di forza, quella dell’Abi, messa in atto alla vigilia del confronto sul rinnovo del contratto, a cui la FABI ha reagito con fermezza e intransigenza. “Nessuna sponda all’Abi”, ha dichiarato Sileoni a Milano Finanza, “per difendere il nostro Fondo di Solidarietà siamo pronti alle barricate”. O ORGANIZZAZIONE. Nuovo di zecca, creato a marzo del 2010, si occupa di dare un supporto tecnico a tutte le attività della Fabi, che ci tiene ad essere un sindacato pragmatico e vicino alle esigenze degli iscritti: è il Dipartimento Organizzazione. In collaborazione con i SAB, si impegnerà a far crescere sempre di più la FABI. P PRECARI. Gli invisibili. I lavoratori meno tutelati, sempre in bilico sulla possibile mancata riconferma. Per loro la FABI nel 2010 ha messo a segno importanti conquiste. Oltre 2mila precari sono stati infatti assunti a tempo indeterminato, grazie ad accordi sindacali sollecitati e firmati dal nostro sindacato. Un impegno, quello della stabilizzazione dei lavoratori a termine, che proseguirà anche negli anni a venire. Perché come ha spesso sottolineato 17 SINDACATO E SERVIZI attualità U W S Q Sileoni nei suoi interventi pubblici “la conferma dei precari produce un beneficio permanente per l’economia, rafforza la coesione sociale ed è un antidoto al declino”. QUALIFICATI. Non solo appassionati, ma anche estremamente qualificati. Sono stati oltre 1000 i sindacalisti della FABI che nel 2010 hanno partecipato ai corsi territoriali e residenziali curati dall’organizzazione, approfondendo la conoscenza del diritto del lavoro, dei temi della responsabilità civile del bancario e delle norme anti-riciclaggio. Una preparazione accurata che consente loro di essere punti di riferimento per i lavoratori e di difendere questi ultimi con competenza ed efficacia. forte e autorevole, davvero in grado di difenderli. SOLIDARIETÁ. Tanti e di rilievo i progetti di solidarietà portati avanti dalla FABI quest’anno. Dalla realizzazione della Casa famiglia di Kaunas, destinata a ragazze orfane, alla raccolta fondi per i terremotati abruzzesi e haitiani, fino ad arrivare al finanziamento del personale medico e degli ospedali in Eritrea. Una generosità senza frontiere. UNITÁ. L’appello Sileoni lo ha lanciato al Congresso nazionale della Fisac, ad aprile, rivolgendosi a tutte le organizzazioni dei lavoratori. “Bisogna mantenere viva l’unità sindacale”, ha detto, “perché un sindacato unito è più forte a sa rappresentare meglio i lavoratori in sede di trattativa, a maggior ragione in vista del rinnovo contrattuale”. Un obiettivo politico che la FABI ha perseguito e continuerà a perseguire con costanza, in modo tale che il “modello Fiat” non si imponga anche nel settore del credito. WELFARE. Potenziare il welfare aziendale soprattutto in questo periodo caratterizzato da tagli draconiani alla spesa pubblica. Il Fondo sanitario unico di Intesa Sanpaolo, istituto grazie a un accordo che la Fabi ha firmato a ottobre, va proprio in questa direzione. Da nord a sud Italia tutti i 75mila dipendenti del Gruppo e le loro famiglie, insieme ai pensionati, potranno avere il pieno rimborso delle spese mediche non coperte dal Servizio sanitario nazionale. V Z T R RAPPRESENTATIVITÁ. Proprio nel 2010 la FABI ha tagliato il traguardo degli oltre 100mila iscritti, confermandosi il primo sindacato dei bancari per rappresentatività. 18 TRASFORMAZIONI. Succede anche questo, per fortuna: che lavoratori inquadrati con un contratto da metalmeccanici si trasformino bancari. È accaduto ai 168 dipendenti delle società di monetica del Gruppo Unicredit. Grazie all’accordo siglato dalla Fabi a dicembre, hanno ottenuto l’inquadramento contrattuale del credito con un evidente miglioramento delle loro retribuzioni. VITTORIE Sarà ricordata come una delle grandi vittorie targate FABI del 2010. Stiamo parlando dell’accordo sulle agibilità sindacali raggiunto a luglio, che ha finalmente premiato la rappresentatività della nostra organizzazione. La FABI, che tra le sigle di categoria ha il numero maggiore di iscritti, in virtù dell’intesa firmata ha visto crescere a livello esponenziale il suo peso politico nelle trattative di Gruppo e in Abi. Il tutto a beneficio dei tesserati che possono contare su un’organizzazione ZERO. È l’unico zero ottenuto dalla Fabi nella “pagella” di quest’anno. Zero in condizionamenti politici, acquiescenza ai poteri forti e subordinazione al conformismo. Perché, come ha ricordato il Segretario Generale Lando Sileoni nell’ultimo Consiglio nazionale, “Potranno criticarci o esaltarci, combatterci o blandirci. C’è una cosa, però, che non potranno mai fare: comprarci l’anima”. SINDACATO E SERVIZI quadri direttivi DEBOLI CON I FORTI E FORTI CON I DEBOLI RITRATTO DI MANAGER IN GRIGIO Ogni riferimento alla realtà non è affatto casuale, ma assolutamente voluto di Giuliano Xausa, responsabile nazionale Coordinamento Quadri direttivi S chiere di rampanti manager portatori sani di responsabilità a livello di ampie zone di mercato e di territorio, candidamente ignari e irresponsabilmente disinteressati ad alcun tipo di procedura, circolare, manuale, consuetudine operativa, che trascorrono le loro giornate consultando statistiche, controllando i controllori. Operativi ventiquattro ore al giorno anche quando sono in ferie. Profumatamente retribuiti per essere in buona parte amici degli amici, parenti di colui a cui si doveva un favore, con- news I migliori ‘cervelli’ italiani lavorano nella ricerca pubblica, soprattutto nelle università dello Stivale. E si concentrano nell’ateneo Alma Mater di Bologna, al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), alla Statale di Milano, all’università di Padova e alla ‘Sapienza’ di Roma. Sono, infatti, queste le migliori cinque strutture nel panorama della ricerca azzurra, secondo una classifica stilata da scienziati ‘tricolore’ che lavorano all’estero, riuniti nell’associazione Virtual italian academy (Via-academy), nata a Manchester. Subito dopo l’ateneo romano si piazza quello di Torino, seguito dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), dal San Raffaele di Milano, prima strut- news fidenti di politici intriganti. Tutti ben impacchettati nei loro impeccabili ‘gessati’, camicie su misura, lucenti di gemelli in oro, cronografi di alta precisione, cellulari satellitari, scarpe fatte a mano. Sussiegosi nel parlare, con termini ricercati e per lo più in inglese. Doppi sensi (che spesso comprendono solo loro) e ironia talmente sottile da tradire una profonda mancanza di cultura di base. Allergici a qualsiasi tipo di richiesta di spiegazioni e a qualsiasi tipo di interlocuzione che non sia di approvazione. Arzigogolati e incomprensibili nelle loro mail, usano spesso terminologie antiquate o termini disastrosamente antipatici, se non offensivi. Abbreviazioni proprio dove non ci do- vrebbero essere, inventate al momento; sottintesi sarcastici al limite della querela. Se interpellati e messi alle strette, costretti a fornire le necessarie delucidazioni, spesso un lieve s’impacciano in un balbettio, un impercettibile tremore, mentre lo sguardo resta vacuo e incapace di guardarti negli occhi da uomo a uomo! Assolutamente refrattari a qualunque tipo di presa di posizione, sempre servizievoli (o servili!) e accomodanti nei confronti dell’alta gerarchia. Si mostrano, al contrario, sempre sprezzanti e arroganti verso i subalterni, specie quelli che non avranno mai alcuna chance di carriera secondo il loro inespresso standard, ma che potrebbero ambire a pro- gredire per meriti personali e capacità indiscusse. Odiano il sindacato, anche se pubblicamente si mostrano ben disposti, e ignorano termini come orario di lavoro, ferie, malattia, part time. Grandi tagliatori di teste (soprattutto quelle di coloro, che temono possano far loro ombra) preferiscono circondarsi di obbedienti controllori, portaborse, segretarie; quando non di “nani”, per assicurarsi di poter svettare, a dispetto di quella statura che si misura dal collo in su. Insomma, deboli con i forti e forti con i deboli. Pura immaginazione, letteraria esagerazione o, forse, ne conoscete qualcuno anche voi? Top Italian Scientists Report I MIGLIORI CERVELLI ITALIANI NEL PUBBLICO tura privata in classifica, dall’università di Firenze, dall’Istituto nazionale dei tumori di Milano, dall’università di Pisa, dall’Istituto Mario Negri, dall’università Tor Vergata di Roma, dall’ateneo di Ferrara e di Napoli. La classifica continua annoverando i primi 50 migliori istituti di ricerca. “Seguendo il primo ‘Top Italian Scientists Report’ - si legge sul sito dell’associazione Via-academy - siamo lieti di presentare ora i primvi 50 istituti di ricerca in Italia dall’analisi della stessa lista. L’analisi è stata prodotta da Mauro Degli Esposti e altri membri della Via-academy, che hanno formato un comitato, chiamato ‘Valutator’, e condotto una sistematica valutazione degli scienziati italiani che appartengono alla lista Tis del 2010, combinando informazioni web e personali con l’analisi computerizzata del database Tis. Dei 100 istituti rappresentati nel lista Tis, solo i primi 50 sono stati presi in considerazio- ne. È stata eseguita anche l’h-index medio delle persone che vi sono affiliate”. PERMESSI EX FESTIVITÀ SOPPRESSE A i sensi delle previsioni contrattuali vigenti (art. 50 del CCNL 8/12/2007 per i quadri direttivi e le aree professionali) ai lavoratori spetta, annualmente, un numero di permessi giornalieri retribuiti corrispondente alle giornate che – indicate come festività dalla Legge 27 maggio 1949, n. 260 – non sono più, per successive modifiche dei dispositivi di legge, riconosciute come tali. In applicazione di quanto sopra, la cadenza settimanale delle giornate in oggetto per l’anno 2011 è così distribuita: • 23 giugno: Corpus Domini (giovedì) • 29 giugno: SS. Apostoli Pietro e Paolo (mercoledì) • 4 novembre: Unità Nazionale (venerdì) Facciamo presente che a queste si aggiunge una giornata di permesso retribuito (o in alternativa il corrispondente compenso aggiuntivo), in quanto il 1° maggio 2011 coincide con la giornata di domenica. L’art. 48 del vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro stabilisce infatti che “per le festività del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno coincidenti con la domenica il dipendente ha diritto di ricevere dall’Azienda – d’intesa con la stessa – il compenso aggiuntivo oppure altrettante giornate di permesso”. Vi ricordiamo però che nelle giornate sopra elencate il lavoratore deve aver diritto alla piena retribuzione: attenzione, quindi alla richiesta di permessi non retribuiti, anche parziali, in tali giornate, che comportano la perdita della compensazione o della monetizzazione, in maniera proporzionale all’orario effettivamente svolto. I permessi per le festività soppresse vanno goduti dal 16 gennaio al 14 dicembre: successivamente vengono monetizzati, con il comune criterio di 1/360 della retribuzione annua lorda per ciascun giorno entro il mese di febbraio dell’anno successivo. 19 SINDACATO E SERVIZI spazio donna 8 Marzo 2011. Le donne della FABI in prima linea per la solidarietà È POSSIAMO CAMBIARE IL MONDO ormai da qualche anno che in coincidenza dell’8 marzo, il Coordinamento Nazionale Donne della FABI sponsorizza un’ini- ziativa di solidarietà; le molte sollecitazioni ricevute da molte colleghe ed amiche negli anni passati ci spingono ancora una volta a ‘perseverare’ su questa strada. In particolare quest’anno la nostra scelta ci vede ancora più coinvolte, perché una componente del nostro Esecutivo ha avuto la possibilità di partecipare in prima persona ad una missione umanitaria, organizzata dall’Associazione “Un cuore un mondo” nell’ambito del Progetto Cuore Eritrea. a Una scelta coraggiosa e di grande sensibilità, per la quale la ringraziamo. Nella sua testimonianza diretta, riportata in queste pagine, i sentimenti e le emozioni di chi si trova a contatto con una realtà che nella moderna società del ‘benessere’ si fa addirittura fatica ad immaginare. Perché parlarne in prossimità dell’8 marzo? Per ricordare a noi stesse, in un giorno speciale, che ciascuna di noi, può davvero fare la differenza! Cristiana De Pasquali Responsabile Coordinamento Nazionale Donne FABI UNA MADRE ASSISTE IL FIGLIO DURANTE IL DECORSO POST OPERATORIO Chi salva un bambino, salva il mondo Cuore Eritrea Q uest’anno ho seguito in prima persona un progetto che riguardava la gestione delle problematiche logistiche e organizzative assai complesse, che coinvolge molti soggetti, nazionali e internazionali e che prevede d’implementare l’assistenza cardiologica e cardiochirurgica pediatrica in Eritrea. Al momento, il progetto sanitario più importante che dovrà essere sviluppato in Eritrea, riguarda la costruzione dell’Ospedale Pediatrico di Asmara, finanziato dalla Regione Toscana. Tra questi sicuramente il più qualificato è Progetto “Cuore Eritrea”ed è probabilmente l’unico esempio di cooperazione sanitaria nel settore delle cardiopatie congenite, finanziato e gestito da più equipe internazionali. Le equipe organizzano due missioni ciascuna per ogni anno e riescono a operare oltre 100 bambini cardiopatici. Si può, senza dubbio, affermare che il progetto Cuore Eritrea, coordinato dall’Associazione ”Un cuore un mondo - Massa” è l’esempio della capacità di ottenere eccellenti risultati, quando si raggiungono importanti sinergie d’intenti, come quelle realizzate in Eritrea. L’equipe dell’Ospedale del Cuore Pasquinucci di Massa, con la quale sono stata a stretto contatto per il periodo nel quale ho soggiornato ad Asmara, è stata la prima a impiantare valvole cardiache su bambini affetti da cardiopatie reumatiche. 20 IL GRUPPO MISSIONE ERITREA Con il cuore pieno d’insicurezza e paura, ma con voglia di capire e rendermi utile per una popolazione in difficoltà, mi sono ritrovata a respirare l’aria di Asmara. Il primo impatto con la città non è stato così t raumatico come mi aspettavo, ma era solo una calma apparente, dovuta al fatto che la vera Asmara dovevo ancora scoprirla. Infatti, nel momento dell’arrivo all’Ospedale Orotta, sono subito inghiottita dal profondo senso di necessità che si legge negli occhi della gente. Occhi che raccontano il dramma di dover percorrere 250 km a piedi in sedici giorni, attraversando mille pericoli e superando problemi dovuti alla vicinanza di aree in guerra come quelle dei paesi confinanti, mancanza di cibo e acqua, infezioni dovute alla scarsa igiene, solo per far visitare il proprio bambino. Non si può rimanere indifferenti davanti a questi occhi e, quindi, scatta subito il senso di urgenza di dover far qualcosa di utile. Eccomi allora catapultata nella ressa della sala d’attesa del piccolo ambulatorio dove, grazie alla preparazione e alla sensibilità dimostrata dal personale medico partito con me, mi ritrovo a stretto contatto con mille storie che mi sono raccontate da genitori, parenti e bambini che ogni giorno attendono il loro turno per sapere se avranno la possibilità di scorgere la speranza di una vita migliore. Piccole creature che vorrebbero vivere la Il progetto è probabilmente l’unico esempio di cooperazione sanitaria nel settore delle cardiopatie congenite ed è coordinato dall’Associazione “Un cuore, un mondo- Massa”. A centinaia di bambini affetti da cardiopatie reumatiche sono impiantate valvole cardiache. Ora il Coordinamento Nazionale Donne FABI ha adottato l’iniziativa vita come i loro fratellini europei, americani, asiatici... Perché, anche se nati in Africa con la pelle scura e una lingua a volte incomprensibile, hanno lo stesso diritto alla vita. Occhi che, anche quando sono chiusi costretti al sonno da una pesantissima anestesia necessaria all’intervento appena subito, riescono a parlare al cuore e a dimostrare dignità e forza d’animo, indispensabili per superare una situazione così complicata, resa ancora più difficile dal fatto che i posti per la degenza in terapia intensiva, necessari al decorso post- operatorio, sono ancora molto limitati. Nonostante questo, i genitori mantengono viva la speranza sorridendo sempre e cercando nei miei occhi un conforto, che li aiuti anche ad affrontare le notti nel cortile dell’ospedale, lontano dal letto del proprio bimbo e avvolti dalle tenebre e dal freddo della montagna. Giunta ormai alla fine del mio viaggio mi ritrovo, da una parte, triste per il fatto di dover abbandonare le persone con le quali avevo stabilito un profondo rapporto, ma dall’altra contenta perché, grazie ai nostri bravi chirurghi, i bambini avranno una vita normale. Inoltre, mi sento profondamente appagata da un’esperienza per me assolutamente nuova. E questo è solo l’inizio. Torneremo e soster- remo, come FABI, il progetto. La solidarietà non ha confini. Arrivederci Eritrea. Stefania Bertarini Coordinamento Donne FABI STEFANIA BERTARINI TIENE IN BRACCIO UN BIMBO APPENA OPERATO SINDACATO E SERVIZI spazio donna DIVISE TRA CARRIERA E FAMIGLIA DONNE AL BIVIO Quale è la priorità? La scelta incide significativamente su tutto il sistema familiare e sulla persona in sé. Evitare gli sbilanciamenti eccessivi a favore del lavoro o della famiglia, e cercare di trovare una via di mezzo è la soluzione più idonea per non incorrere né nella frenesia del lavoro a scapito degli affetti, né nella frustrazione cui è soggetta la donna che si pone dei traguardi professionali o anche – per sopravvivere alla crisi - solo economici. Piano del governo per conciliare tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia Denise Gulino - psicologa S ono in considerevole aumento le donne divise tra carriera e famiglia, sia per motivazioni strettamente connesse alla crisi economica, sia per consentire alla donna quella parità di diritti che determina la realizzazione professionale cui molte donne oggi aspirano. Da tale quadro emerge una fotografia della realtà difficile da mettere a fuoco, in cui l’immagine della donna è quella di una saetta lanciata nella quotidianità, che, ahimè, non ha il tempo di soffermarsi a riflettere su quale sia la scelta migliore da compiere per il benessere e l’equilibrio della sua famiglia, ma solo di agire per poter far quadrare i conti di casa a fine mese… Ebbene sì, una vera e propria lotta per raggiungimento di quel benessere economico, che consente alla coppia in primis e alla famiglia in seguito di poter vivere in modo dignitoso. La donna di oggi, in continuo mutamento, veste un abito a ogni ruolo: madre, moglie, amante; ed in questa metamorfosi costante fa fatica a far quadrare i tempi di lavoro con quelli di cura della casa e dei figli, dedicando talvolta più tempo al lavoro a scapito della famiglia, o viceversa. E proprio per contrastare questo fenomeno il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha siglato con il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, un piano strategico di azione per la conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi dedicati alla cura della famiglia e per la promozione delle pari opportunità nell’accesso al lavoro, denominato ‘Italia 2020’. Le linee d’azione individuate, per le quali sono stati stanziati 40 milioni di euro, mirano a: 1) favorire i nidi familiari attraverso l’esperienza delle cosiddette tagesmutter (mamme di giorno), ossia donne che ospitano a pagamento i bambini in casa loro, un’esperienza già avviata con successo in alcune regioni del nord; 2) creare albi di badanti e baby sitter, italiane e straniere, appositamente formate; 3) fornire voucher destinati all’acquisto di servizi di cura in strutture come ludoteche e centri estivi; 4) sostenere cooperative sociali che operano per la conciliazione in contesti svantaggiati; 5) favorire il telelavoro femminile; 6) favorire percorsi formativi di aggiornamento destinati a lavoratrici, che vogliono reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un periodo di allontanamento. Sicuramente non è semplice fare una scelta in un senso o nell’altro, in modo rigido, rinunciando ad una realizzazione personale o professionale. Allora cosa fare? Non esiste una scelta più giusta dell’altra… Probabilmente, nel momento stesso in cui si fa una scelta, bisogna chiedersi: “È una rinuncia o un desiderio, mi sentirò appagata, felice e soddisfatta? Quale è la mia priorità?” Rinunciare alla carriera per dedicarsi esclusivamente alla famiglia diventa un sacrificio, se non lo si fa in maniera consapevole; quando una donna opera tale scelta poiché si sente realizzata e appagata occupandosi della famiglia, allora avrà agito la scelta sulla base di una sua priorità e non di una rinuncia. Tuttavia, molte donne inattive con figli, totalmente dedite alla gestione degli impegni familiari, spesso vivono una frustrazione dovuta al non riconoscimento delle proprie capacità e alla mancata realizzazione degli obiettivi professionali, in modo particolare quando hanno trascorso molti anni a studiare allo scopo di conseguire un titolo, come - per esempio - la laurea. In tal caso sarebbe opportuno attivarsi, anche in un lavoro part time, così da non sentirsi totalmente annullate. Quando, invece, la donna decide di intraprendere una carriera professionale a tempo pieno, seppure armata di buona volontà nel dedicare del tempo alla famiglia in virtù di quella frase che spesso sentiamo dire “è la qualità del tempo che si passa con i figli e non la quantità!”, in realtà ne ottiene scarsi risultati; questo perché in verità è importantissimo il tempo trascorso con i figli, i legami affettivi, le relazioni significative vanno create e rafforzate nel tempo in modo costante e non in brevi attimi intensi da ritagliare in modo sfuggente o quando per esempio si rientra la sera stanche da lavoro dopo una giornata piena. Ed ecco che, quando noi donne decidiamo di operare una scelta, dando priorità alla professione, dobbiamo essere consapevoli dei probabili rischi che corriamo nel trascurare o dedicare il poco tempo rimanente alla famiglia, e delle ripercussioni che ciò può avere nelle relazioni affettive (moglie-marito; genitore-figli). Se è vero che, oggi più che mai, anche la donna lavora all’interno della famiglia per assicurare un benessere economico adeguato ai figli, e tale scelta va letta come un prendersi cura di loro in modo indiretto, non bisogna mai dimenticare il valore che ha il prendersi cura dei figli attraverso lo scambio affettivo, reciproco e non solo materiale. Infatti, alla luce della situazione economica attuale in Italia è quasi ovvio che lavorare non è più una scelta bensì una necessità sia per il marito sia per la moglie. Pertanto lavoro o famiglia rappresenta una scelta di vita che incide significativamente su tutto il sistema familiare e sulla persona in sé. Probabilmente come dicevano i latini “in medio stat virtus”, ossia evitare gli sbilanciamenti eccessivi a favore del lavoro o della famiglia, e cercare di trovare una via di mezzo è la soluzione più idonea per non incorrere, né da un lato nella frenesia del lavoro che determina uno stress non indifferente e lascia poco o nullo spazio alla famiglia e agli affetti, né in quella frustrazione cui è soggetta molto spesso la donna ambiziosa che si pone dei traguardi professionali da raggiungere, e si trova a dover ‘rinunciare’, non ‘scegliere’, per accudire la famiglia e i figli. La priorità scaturisce, pertanto, da una molteplicità di fattori personali e contestuali, tra cui gioca un ruolo decisivo l’autoefficacia percepita (self-efficacy), ossia quell’insieme di convinzioni che la persona possiede riguardo la propria capacità di organizzare ed eseguire azioni necessarie al raggiungimento dei propri scopi, una sorta di autoesame che ciascuno fa per verificare le probabilità di riuscire in un compito. 21 SINDACATO E SERVIZI spazio donna Il carnefice è il partner o l’ex nella maggioranza dei casi e solo nel 6,2% un estraneo SI MOLTIPLICANO LE VIOLENZE SULLE DONNE La ‘vittima tipo’ abita al Centro-Nord (64%), prevalentemente in aree metropolitane (42%). Ma, in tutta Italia, almeno un terzo della popolazione femminile ha subito qualche forma di sopraffazione nel corso della vita. Solo che difficilmente il disagio viene a galla. Ora una guida dei ginecologi affronta le mille facce del problema S torie di abusi sessuali che restano nell’ombra. Insospettabili le vittime e gli aguzzini. È l’Italia delle violenze sulle donne. A restare imprigionate nella spirale degli abusi non solo straniere, che vivono in ambienti disagiati, ma anche italiane che rientrano nello stereotipo della donna forte: imprenditrici, dirigenti, libere professioniste il 35,1% del totale. L’identikit della vittima cambia: è boom di ragazze laureate (36,2%) e divorziate (45%) con storie di violenza sessuale alle spalle. Per riconoscerle e offrire loro un aiuto concreto e professionale, i ginecologi hanno deciso di scendere in campo. L’Aogoi (Associazione ginecologi e ostetrici ospedalieri italiani) lancia un vero e proprio manuale, una guida che accompagna i professionisti nel mondo degli abusi. Il volume, distribuito a tutti gli ospedali e consultori e sarà venduto nelle librerie a 25 euro. “Affrontiamo dalla A alla Z il percorso da fare con la paziente abusata”, spiega Valeria Dubini, vice-presidente di Aogoi. Gli specialisti parlano di “vera emergenza” da inserire nella lista delle priorità. A fotografarla i dati di un’indagine Istat su 25 mila donne. La ‘vittima tipo’ abita al Centro-Nord (64%), prevalentemente in aree metropolitane (42%). Ma, in tutta Italia, almeno un terzo della popolazione femminile ha subito qualche forma di sopraffazione nel corso della vita. Solo che difficilmente il disagio viene a galla. E troppi abusi si consumano nel silenzio, spesso fra le mura di casa. “Ci vogliono in media almeno 10 episodi di violenza prima che una donna decida di troncare la relazione con l’aggressore, di dire basta”, sottolinea Dubini. Il volume “Violenza contro le donne, compiti ed obblighi del ginecologo”, edizioni Editeam, si apre con una prefazione firmata dal ministro della Pari opportunità Mara Carfagna. Quasi 300 pagine in cui si affrontano le mille facce della violenza in rosa. Abusi che lasciano il segno, nell’anima come nel corpo. “I ginecologi statunitensi hanno lanciato l’allarme nel 2004 con numeri alla mano: si sono infatti resi conto che dietro il 4050% dei casi del dolore pelvico cronico si nasconde una storia di abuso”, chiarisce Dubini. “L’81% delle protagoniste di atti di suicidio ha alle spalle episodi di abuso spiega Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano e co-presidente del Congresso - “Diffusissima è anche la sindrome post-traumatica da stress, in cui tutto il corpo esprime attraverso sintomi fisici l’intensità del trauma vissuto. Ma anche i disturbi dell’alimentazione e del sonno (riportati dal 41% delle donne), una consistente riduzione dell’autonomia e isolamento sociale, senza contare il rischio di aver contratto malattie sessualmente trasmissibili o di gravidanze indesiderate”. Anche l’abuso di alcol diventa una spia. Il prossimo passo per i ginecologi sarà di concentrarsi sulle violenze domestiche. Ma i ginecologi vogliono occupare un ruolo sempre più attivo anche per fronteggiare la violenza che avviene tra le mura di casa: su questo sta lavorando “Soccorso rosa”, ambulatorio dell’ospedale San Carlo di Milano, attivo dal 2007: “L’obiettivo è far emergere il sommerso - spiega Mauro Buscaglia, direttore dell’Ostetricia e ginecologia del San Carlo e co-presidente del Congresso - per intervenire non solo sugli episodi di emergenza, ma anche sui tantissimi, prolungati, abusi che avvengono in famiglia”. Il ‘carnefice’ è il partner nel 69,7% dei casi, l’ex nel 55,5% e solo il 6,2% delle violenze sessuali, sempre stando alle denunce, è opera di estranei. “Ci siamo resi conto di quanto sia recente la tutela dei diritti delle donne in Italia - conclude Dubini - Solo nel 2009, per esempio, si è legiferato in merito allo stalking, eppure si stima che le donne che lo subiscono siano 2,7 milioni”. Il percorso per arrivare a una rete d’intervento efficiente per le vittime di violenza sessuale è ancora lungo. Secondo i dati del progetto “Urban”, che ha coinvolto 24 città italiane, la sensibilità alla lettura della violenza da parte degli operatori è bassa nel 47% dei casi, nulla nell’8,1% e solo nell’8,3% risulta elevata. “Dove il nostro intervento è stato più pervasivo si registrano, però, più denunce e una miglior presa in carico Il ‘carnefice’ è il partner nel 69,7% dei casi, l’ex nel 55,5% e solo il 6,2% delle violenze sessuali, sempre stando alle denunce, è opera di estranei.. Anche consigli semplici (come tenere a portata di mano chiavi, documenti e cellulare, o prepararsi punti di appoggio, da un’amica o in un centro dedicato) possono fare la differenza. Dal presidente nazionale Aogoi, Giovanni Monni, arriva anche la proposta di “attivare corsi nelle scuole per educare al rispetto. Esistono veri e propri esercizi, che si possono introdurre fin dalle classi elementari, per aiutare i nostri ragazzi a crescere con la consapevolezza della parità fra i sessi”. CUD dell’ex marito accessibili alla moglie news Lo ha stabilito il Tar del Lazio I n caso di separazione la ex moglie ha diritto ad accedere ai CUD dell’ex marito per poter prendere conoscenza di eventuali indennità percepite che non rientrano nella dichiarazione dei redditi. Lo ha stabilito una recente sentenza del Tar Lazio (la numero 35020/2010) spiegando che i CUD non rientrano nei 22 casi di esclusione dal diritto di accesso (disciplinati dall’art. 24, comma 1 lett. b della legge n. 241/1990). La questione sottoposta al Tribunale Amministrativo era di verificare se la ex moglie potesse ottenere “l’ostensione e il rilascio di copia dei modelli CUD 2009 e 2010 del marito” necessari “per dimostrare che il coniuge” avev apercepito negli anni 2008 e 2009 “altri compensi oltre lo stipendio erogatogli dall’Amministrazione” presso cui lavorava. L’ex marito, quale ingegnere, percepiva infatti delle percentuali su lavori, che erano soggette a tassazione separata e che potevano influire sull’assegno di mantenimento dei figli. SINDACATO E SERVIZI spazio aperto Inflessibile sentenza della Suprema Corte IL VINCOLO FIDUCIARIO NEL SETTORE BANCARIO di Paolo Berti - avvocato U n recente arresto della Suprema Corte (sentenza n°2 1899 del 26 Ottobre 2010, C. G/BANCO DI SICILIA) obbliga tutti noi ad una seria riflessione sulla particolare pregnanza che il vincolo fiduciario ricopre nella branca del diritto del lavoro bancario. Così si esprime, dunque, la Corte di Cassazione: “..Nell’ambito della concreta valutazione della condotta, assume senz’altro rilievo la potenzialità che ha il fatto addebitato, di porre in dubbio la futura correttezza dell’adempimento; tuttavia, al fine di tale giudizio prognostico, se le pregresse violazioni assumono un significato chiaramente negativo, l’assenza di precedenti contestazioni od addebiti si qualifica quale fatto privo di particolare conducenza al fine di ritenere l’esistenza di una prognosi favorevole in ordine ai futuri comportamenti, ben potendo gli elementi emergenti dal singolo episodio contestato, sotto il profilo della gravità dei fatti posti in essere e della portata oggettiva e soggettiva degli stessi, avere valore determinante ai fini della lesione dell’elemento fiduciario che, per costante orientamento giurisprudenziale, assume una particolare pregnanza in relazione al settore bancario…”. Volendo riassumere il pensiero dei Giudici delle Leggi, potremmo dire che, nel valutare se un licenziamento di un lavoratore bancario sia o meno proporzionale (come impone la legge), è sufficiente che: a) si analizzi la potenzialità lesiva della/delle condotte poste in essere dal dipendente, senza curarsi se le stesse abbiano o meno leso degli interessi patrimoniali od extrapatrimoniali; b) si faccia una sorta di prognosi sulla futura, ipotetica, ripetizione da parte dell’interessato di analoghi comportamenti illeciti, prognosi che, se adeguatamente motivata, non è censurabile per cassazione. In questo contesto, il passato professionale del lavoratore, se positivo, non gioca alcun ruolo, mentre al contrario, se negativo, esso costituisce un’aggravante della sanzione. Il quadro non certo esaltante (per i lavoratori) che emerge dalla lettura della citata sentenza, si fa ancora più fosco, se si pensa che il lavoratore in questione aveva dedotto e provato che il proprio comportamento, per quanto non ligio alle circolari aziendali, era stato il frutto di una prassi consolidata avallata dai superiori; il muro eretto dai Giudici è stato, anche sul punto, estremamente vigoroso nel sottolineare, da un lato, l’importanza delle regole formali e dall’altro la totale irrilevanza delle prassi operative contra ordinem. “Oggi pietà l’è morta”, si sarebbe detto in altri momenti della storia del nostro Paese! È proprio così? Non c’è difesa alcuna che regga l’urto della Magistratura del Lavoro? A noi pare che, pur nella giusta sottolineatura delle peculiarità del lavoratore bancario, della “razza speciale” a cui esso appartiene, non si possa (né si debba) fare di lui il bersaglio di ogni cacciatore, con il rischio di decretarne la rapida estinzione. Talvolta, abbiamo l’impressione che i Giudici posseggano una visione eccessivamente romantica del lavoratore bancario, ancorata ad un passato non certo recente in cui si pensava al “posto in banca” come ad un impiego sicuro, assai ben remunerato e tutelato (anche rispetto alla clientela!) e speso fra le pareti d’orate di prestigiose sedi. Oggigiorno, tuttavia, siamo certi che quel modello di lavoratore sia ancora presente? La domanda è ovviamente pleonastica. Anche il lavoro bancario, come tutte le altre tipologie di lavoro subordinato, ha mutato radicalmente la propria pelle: oggi, in Banca, si impongono ritmi serrati di lavoro, sollecitazioni continue dalla clientela, dal mercato, dai superiori a far sì che il “prodotto lavoro” sia veloce oltre misura e quantitativamente elevato. Non mancano, in questo contesto, gli inviti pressanti a lasciar correre le regole formali (che altrimenti rallenterebbero il lavoro) per assecondare i bisogni (le isterie, a volte) della clientela e per accelerare la produzione. Tutti sono disposti, a cominciare dai piani alti della scala gerarchica, a chiudere un occhio o a far finta di non vedere quando i cosiddetti budget debbono crescere ed i numeri debbono salire, salvo poi, con analoga prontezza, quando il vento cambia, sciorinare la tal o la tal altra circolare interna per additare i colpevoli. Quanto al posto fisso… E così, in questo vorticoso frullatore che è diventato il mondo del credito, anche la professionalità del lavoratore fatica a formarsi ed a crescere- come l’importanza del ruolo imporrebbe- e con essa l’Etica la cui acquisizione dipende, anche, da un’istruzione tecnico-pratica che non può esaurirsi nel rituale, asettico, dell’e-learning. Comprendere le evoluzioni del mondo del lavoro (e le sue evidenti contraddizioni) non significa affatto sminuire la portata dell’Etica, che pure è necessaria ed opportuna, ma che la stessa deve essere, per così dire, contestualizzata. E contestualizzare aiuta a capire meglio i fenomeni sociali, stemperando la mano del censore affinché non colpisca, in maniera sempre unilaterale, colui il quale, una sola volta nella vita e magari per eccessivo, aziendalistico zelo, devi dal percorso istituzionale del lavoro. Che la voglia di comprensione non sia mai avulsa dal mondo della giustizia! Inchiesta di un periodico femminile news 88 DONNE SU CENTO SI SENTONO DISCRIMINATE S econdo quanto emerge da un’inchiesta, condotta dal periodico femminile “Elle”, 88 donne su cento si sentono discriminate sul lavoro. Per il 62% delle intervistate le capacità lavorative le donne sarebbero sottovalutate rispetto a quelli degli uomini; la discriminazione, secondo il 56% del campione, sarebbe dovuto alla maternità, mentre per il 45% delle intervistate il lavoro delle donne sarebbe sottopagato rispetto quello degli uomini. Il 38%, infine, ritiene che ci troviamo in una società maschilista. Eppure, in ambito professionale, le donne italiane si considerano più precise, concrete e veloci (50%) con le stesse competenze e capacità degli uomini (50%) e pensano che una maggior presenza di donne in ruoli di potere potrebbe portare importanti vantaggi anche in termini economici (42%). Il 63% del campione percepisce che il mancato raggiungimento di un posto di responsabilità è dovuto al dover conciliare lavoro e vita privata e che, conseguentemente, gli uomini al comando difficilmente puntino su di loro (58%). 23 SINDACATO E SERVIZI salute Studio del Policlinico di Milano Respirare smog ci cambia il Dna Bastano solo 7 giorni con i livelli di Pm10 sopra la soglia limite per scatenare questo fenomeno di riprogrammazione dei geni. Aumenta anche la frequenza d’infarti e ictus. Parola di scienziati italiani U n gruppo di ricercatori dell’università Statale di Milano (Policlinico di Milano) ha studiato prima i vigili urbani della metropoli lombarda, poi gli anziani di Boston, adesso gli operai di un’acciaieria italiana. E i risultati sono sempre gli stessi: “Abbiamo scoperto che nelle cellule di persone esposte all’inquinamento dell’aria, il livello di metilazione del Dna (cioè l’aggiunta di particolari gruppi chimici a regioni specifiche di Dna) cambia rispetto a chi non lo è”, spiega uno degli autori delle ricerche, Andrea Baccarelli, responsabile del Centro di epidemiologia molecolare e genetica del Policlinico di Milano e adjunct professor all’Harvard School of Public Health di Boston. “In pratica - conferma - stiamo dimostrando che respirare aria inquinata può mettere a soqquadro il nostro Dna, determinando la riprogrammazione della funzione dei nostri geni, anche soltanto dopo 7 giorni caratterizzati da livelli di inquinamento sopra la soglia”. Una prima evidenza era arrivata da uno studio che aveva coinvolto in tutto circa 200 persone fra cui i vigili urbani di Milano, categoria particolarmente esposta alle polveri sottili, lavorando in mezzo al traffico cittadino. I vigili erano stati confrontati con impiegati di ufficio e le differenze fra i due gruppi erano balzate subito agli occhi. Da qui la decisione di allargare la ricerca. “Siamo volati a Boston dove abbiamo analizzato i campioni di sangue di 1.800 anziani, anche centenari, soggetti più suscettibili agli effetti dello smog”, racconta lo specialista. Anche in questo caso sono risultati cambiamenti nel Dna. “Lo studio è confermato da indagini simili che stiamo con- 24 ducendo su popolazioni italiane e la cosa interessante - sottolinea Baccarelli - è che nella stessa popolazione in cui si è osservata, in concomitanza di picchi di inquinamento, una consistente diminuzione della metilazione di particolari regioni del genoma, si è anche osservato un aumento della frequenza di infarti e ictus. Questo ci fa sospettare che i due fenomeni siano legati”. Ulteriori conferme stanno arrivando dallo studio sugli operai dell’acciaieria. “Li abbiamo reclutati perché lavorano in ambienti in cui le polveri sottili sono molto alte e sono soggetti a un’esposizione intermittente che ci permette di analizzare gli effetti sul Dna a fine turno, facendo confronti con i valori registrati all’inizio del turno. Dai primi risultati è emerso che i geni infiammatori vengono riprogrammati completamente dalle polveri sottili. E questo tipo di alterazione epigenetica predispone alla trombosi”, avverte l’esperto. Questo filone di ricerca nasce da dati epidemiolgici: “Abbiamo osservato che le polveri sottili, un insieme di inquinanti aerei e solidi generati da processi di combustione (traffico ma anche da riscaldamento domestico e attività industriali), attivano in senso infiammatorio le cellule immunitarie presenti nelle vie aeree, in particolare i macrofagi alveolari - spiega Mannucci - Queste cellule residenti nei bronchi e nei polmoni, contaminate dalle polveri, producono grandi quantità di 6 citochine, che innescano una generale reazione infiammatoria, la quale può manifestarsi sotto forma di asma o allergia respiratoria, ma può anche dare origine a un evento trombotico”. La teoria degli scienziati italiani è che questo fenomeno dipenda da un processo di riprogrammazione dei meccanismi molecolari di tipo epigenetico. Questi cambiamenti nella metilazione, riflettono gli specialisti, possono anche verificarsi spontaneamente, fisiologicamente, con l’invecchiamento. “E’ come se vivere esposti al traffico e allo smog ci facesse invecchiare prima”, commenta Baccarelli. Ora l’obiettivo è capire se si tratta, come sembra, di un fenomeno reversibile e se esistono dei comportamenti ‘protettivi’. In cantiere c’è un ambizioso progetto di ricerca: “Vorremmo seguire per 10 anni 2-3 mila persone e capire come l’inquinamento modifica punto per punto l’intero genoma umano, analizzando la metilazione. I mezzi per farlo li abbiamo e ci vorrebbero un paio d’anni per arrivare ai risultati”, assicura Baccarelli. È già scattata la ricerca di finanziamenti. “Seguire le persone per un lungo periodo di tempo ci permetterebbe di scoprire se gli effetti dello smog si accumulano o si dissolvono quando viene rimossa la fonte di inquinamento. Non solo: vogliamo capire se una dieta particolarmente salutare può fare da scudo contro l’inquinamento anche a livello epigenetico”, annuncia lo scienziato. Stesso discorso per l’attività fisica. “Gli effetti dell’inquinamento atmosferico non si fermano all’apparato respiratorio, ma coinvolgono molti altri distretti dell’organismo, tra cui il sistema cardiocircolatorio - conclude Baccarelli - tanto che uno studio da me guidato, eseguito in Lombardia in collaborazione con il Centro trombosi del Policlinico e pubblicato su Archives of Internal Medicine nel 2008, aveva dimostrato che con un aumento di 10 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, si ha un incremento del 70% del rischio di trombosi”. SINDACATO E SERVIZI il parere legale a cura del Dipartimento Nazionale (nella specie, per l’adesione ad uno sciopero Contrattualistica FABI da parte della stragrande maggioranza del Malattia in concomitanza con un’azione di sciopero IL LAVORATORE DEV’ESSERE PAGATO La Suprema Corte ha ribadito che il diritto alla retribuzione non viene meno per quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia già sospeso per malattia ai sensi dell’art.2110 c.c RISPOSTA Sono un collega bancario iscritto recentemente alla FABI e vorrei porre il seguente quesito: se sono in malattia durante uno sciopero che costringe la banca alla chiusura totale dello sportello, ho diritto alla retribuzione? (lettera firmata) La domanda formulata dal collega trova risposta in una recente pronuncia della Corte di Cassazione, Sezione lavoro, e precisamente nella sentenza n.13256 del 31 maggio 2010. In tale sentenza la Somma Corte, infatti, dissentendo espressamente da un orienta- FAC SIMILE richiesta pareri legali QUESITO Spett.le La Voce dei Bancari Mensile di FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani Via Tevere n. 46 – 00198 Roma Data …………………….. Il/La sig./sig.ra .………………………………………, iscritto/a alla FABI (tessera n° .…………), pone un quesito sul seguente argomento inerente al proprio rapporto di lavoro: …………………………………………………………… …………………………………………………………… …………………………………………………………… …………………................ Allega copia della normativa convenzionale di riferimento. Firma del lavoratore _____________________________ _____________________________ ______________________ Informativa e richiesta di consenso a norma del d.lgs. 196 del 2003 (codice in materia di protezione dei dati personali). I dati della presente scheda saranno oggetto di trattamento informatico e manuale da parte della rivista “La Voce dei Bancari” per le seguenti finalità: a) analisi giuridico-legale; b) risposta al quesito; c) pubblicazione in forma anonima sulla rivista “La Voce dei Bancari” del quesito e della risposta. Titolare del trattamento dei dati è la rivista “La Voce dei Bancari” e responsabile è il Direttore della rivista, Paolo Panerai. Le chiediamo di prestare il consenso per il trattamento dei dati anche sensibili contenuti nella presente scheda e nell’allegato promemoria, per finalità editoriali relativamente alla pubblicazione di quesiti e di risposte su “La Voce dei Bancari”. Firma del lavoratore N.B. Si informano i lettori che la Redazione si riserva di rispondere e di pubblicare solo i quesiti e le risposte di interesse generale. mento giurisprudenziale portato a difesa dal datore di lavoro (ai sensi dell’art. 1463 cod. civ., il diritto alla retribuzione dei lavoratori in malattia viene meno, quando la prestazione lavorativa della generalità dei dipendenti dell’impresa non sia resa per causa non imputabile al datore di lavoro) ribadisce che “nell’ipotesi in cui il datore di lavoro si trovi nell’impossibilità di ricevere la prestazione lavorativa per causa a lui non imputabile Assenza alla visita di controllo per “serio e fondato motivo” LAVORATORE NON LICENZIABILE La Cassazione ha respinto il ricorso di un’azienda contro la sentenza di reintegra di una dipendente, afflitta da sindrome depressiva ansiosa, a cui era subentrata una nuova patologia L a Sezione Lavoro della Corte di Cassazione con la sentenza 21621 del 21 ottobre 2010 afferma, come più volte statuito, che la mancanza del lavoratore alla visita fiscale è giustificata qualora ricorra “un serio e fondato motivo che giustifichi l’allontanamento dal proprio domicilio”. Il caso preso in esame dalla Suprema Corte è relativo al ricorso di un’azienda, che aveva licenziato una propria dipendente perché assente dal proprio domicilio in occasione della visita fiscale e che era stata vista al mare per qualche ora, avverso la sentenza della Corte d’Appello che, convalidando la decisione dei giudici di primo grado, aveva disposto la reintegra della dipendente. personale dipendente e per la conseguente inutilizzabilità del personale residuo non scioperante) il diritto alla retribuzione non viene meno per quei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia già sospeso per malattia ai sensi dell’art.2110 c.c. ,atteso che la speciale disciplina dettata per ragioni di carattere sociale dall’art. 2110 c.c., investe in via esclusiva il rapporto tra il datore di lavoro e il singolo lavoratore e, su di essa, non possono pertanto incidere le ragioni che, nel medesimo periodo di sospensione del rapporto, rendano impossibile la prestazione di altri dipendenti in servizio, senza che peraltro possa - in tal modo - configurarsi una violazione del principio di parità di trattamento, posto che detto principio non può essere validamente invocato al fine di eliminare un regime differenziato, voluto a tutela di particolari condizioni già ritenute meritevoli di un trattamento privilegiato”. Tale interpretazione, peraltro, era già stata fornita dalla sentenza n. 3691 del 1998, sempre della Corte di Cassazione, nella quale il Supremo Collegio addossava al datore di lavoro, per ragioni di carattere sociale, l’onere di adempiere la propria obbligazione, nonostante l’impossibilità temporanea di pretendere la controprestazione, quando si era in presenza di malattia del lavoratore. La Corte, respingendo il ricorso dell’azienda, concorda con le motivate e argomentate valutazioni dei Giudici di merito, ritenendo “l’assenza giustificata sia dalla natura della patologia (sindrome depressiva ansiosa), sia dalla necessità sopravvenuta di rivolgersi al suo sanitario di fiducia, per l’insorgere improvviso - documentalmente provato - di un evento morboso diverso da quello prima diagnosticato” e sottolinea l’evidente sproporzione tra la condotta della dipendente e il licenziamento disciplinare, che costituisce l’estrema ratio. La Suprema Corte, precisando che la società ricorrente ha trascurato la gravità dello stato patologico a carico della dipendente e “le sue manifestazioni di tipo emorragico, tutte richiedenti specifici trattamenti terapeutici anche urgenti”, conclude che, una volta esclusa la sussistenza di condizioni tali da “considerare gravemente inadempiente la condotta complessiva del lavoratore che si allontani dal luogo in cui questi deve trascorrere il periodo di malattia”, la breve assenza della dipendente “non assume rilevanza in sé e per sé, in mancanza di altri elementi che ne evidenzino l’influenza negativa sia sullo stato di salute, che sull’assetto funzionale del rapporto di lavoro”. 25 SINDACATO E SERVIZI fisco L a materia è un po’ ingarbugliata, ma per chi ha una casa in condominio e ha un impianto centralizzato per il riscaldamento effettivamente c’è la possibilità di avere un buon rimborso economico. Procediamo con ordine: una Direttiva Comunitaria del 2003 ha definito le modalità ed i limiti di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità in base a tariffe determinate per scaglioni di consumo. Questa disposizione comunitaria è stata recepita nel nostro ordinamento solo nel Decreto Legislativo del 2.2.2007, n. 26, in vigore dal 1 gennaio 2008, prevedendo l’applicazione dell’aliquota Iva del 10 per cento per la “somministrazione di gas metano usato per combustione per usi civili limitatamente a 480 metri cubi annui; somministrazione, tramite reti di distribuzione, di gas di petrolio liquefatti per usi domestici di cottura cibi e per produzione di acqua calda, gas di petroli liquefatti contenuti o destinati ad essere immessi in bombole da 10 a 20 kg in qualsiasi fase della commercializzazione”. In seguito a questo Decreto Legislativo, dal 1 gennaio 2008, l’aliquota Iva del 10 per cento trova applicazione per l’erogazione di gas nel seguente modo: i primi 480 mc di gas sono fatturati in bolletta con aliquota del 10 per cento; il consumo eccedente tale limite, e calcolato fino al 31 dicembre del medesimo anno, è assoggettato ad aliquota del 20 per cento. Tutte le operazioni diverse dalla somministrazione di gas (come ad esempio i servizi accessori) non rientrano nella norma agevolativi e sono, pertanto, assoggettate ad aliquota Iva ordinaria del 20 per cento. Ciò che non risultava chiaro era come si dovesse calcolare il limite dei 480 mc, che usufruiscono dell’Iva al 10 per cento, nei casi di condomini dotati di impianti centralizzati e, cioè, se tale limite doveva essere considerato per l’intero condominio o per ogni singola unità immobiliare facente parte del condominio. Si è dovuto attendere la Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 15 ottobre 2010, n. 108 che, in risposta a numerose cause intentate da privati cittadini, ha finalmente fornito istruzioni in merito alla corretta applicazione di tale normativa, nei casi di fornitura di gas metano per usi civili nei confronti di condomini e cooperative di abitanti di edifici dotati di impianti di tipo centralizzato e collettivo, specificando che, ai fini dell’applicazione dell’aliquota Iva del 10 per cento, il limite di 480 mc è da intendersi riferito a ciascuna unità immobiliare del condominio o cooperativa, riconoscendo conseguentemente il beneficio a ciascun utente-condomino 26 Rimborso Iva sul Gas per usi domestici IL METANO TI DÀ UNA MANO L’Amministrazione finanziaria fornisce la corretta interpretazione sull’Iva agevolata per il Gas destinato alla cottura di cibi, al riscaldamento e alla produzione d’acqua calda di Leonardo Comucci – Esperto fiscale nei limiti del proprio consumo non superiore a 480 mc. La conseguenza è che, laddove vi sia un impianto centralizzato, il limite di 480 mc annui che permette di poter usufruire dell’aliquota Iva agevolata al Quadro economico PERIODO VARIAZIONE PERCENTUALE 3° trim. 2010 + 1,1 Prezzi al consumo 11/2010 + 1,7 Prezzi alla produzione 12/2010 + 1,9 Produzione industriale 11/2010 +4,1 (nero) Vendite al dettaglio 11/2010 +1 (nero) 3° trim. 2010 - 0,8 Disoccupazione 11/2010 8,7 Disoccupazione giovanile 11/2010 29 Retribuzioni 12/2010 + 1,7 Pil Occupati Chi avesse quesiti di carattere generale attinenti alla materia fiscale, può inviarli al numero di FAX 06 233 222 788. 10 per cento, deve essere moltiplicato per il numero delle unità immobiliari il cui impianto di riscaldamento è allacciato all’impianto centralizzato e non, come era stato fatto fino ad ora dai gestori dei contratti di somministrazione del gas, considerando il limite di 480 mc a condominio. Onde evitare una duplicazione del beneficio in capo agli utenti, l’Agenzia delle Entrate, con successiva Risoluzione del 22 ottobre 2010, n.112 ha ulteriormente specificato che il limite complessivo della quantità di gas metano erogata con aliquota agevolata deve essere calcolato al netto dei consumi effettuati da quelle unità immobiliari che, fruiscono contemporaneamente dell’impianto condominiale centralizzato e di un impianto autonomo, che utilizza gas metano per usi civili, al quale risulta già applicata l’aliquota Iva agevolata del 10 per cento. L’Agenzia delle Entrate ha fornito anche le istruzioni per le modalità di richiesta di rimborso da parte degli utenti per l’Iva finora corrisposta nella misura del 20 per cento, laddove andava correttamente applicata l’aliquota del 10 per cento a seguito dei chiarimenti sopra esaminati. Tale istanza di rimborso, per la maggiore Iva corrisposta a decorrere dal 1 gennaio 2008, deve essere inoltrata al gestore del servizio di erogazione da parte del titolare del contratto di fornitura che, per i condomini, risulta essere, generalmente, l’amministratore di condominio. A sua volta il gestore avrà la possibilità di recuperare l’Iva versata all’Erario in misura eccedente il 10 per cento. Ricordiamo, infine, che in questo specifico caso, la relativa domanda di restituzione, in mancanza di disposizioni specifiche, non può essere presentata dopo due anni dal pagamento. Nel caso oggetto della presente analisi, conseguentemente, il termine biennale decorre dalla data del versamento dell’Iva calcolata nella misura del 20 per cento. A questo punto non resta altro che, per coloro che rientrano in questa tipologia, segnalare la cosa al proprio amministratore di condominio il più velocemente possibile, in modo che si attivi per il recupero dell’Iva versata nella misura del 20 per cento laddove andava applicata al 10 per cento. Per facilitarvi ancora di più la cosa, vi segnaliamo le principali fonti normative sull’argomento: D.Lgs 2.2.2007, n.26 art.2, co.5; Circolare Ministeriale Agenzia Entrate 17 gennaio 2008, n.2/E; Risoluzione Ministeriale Agenzia Entrate 15.10.2010, n.108 (che contiene anche i riferimenti per la richiesta di rimborso); Risoluzione Ministeriale Agenzia Entrate 22.10.2010, n.112. non solo banca hi tech SONY sfoglia i libri elettronici (e ti insegna le lingue) di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane C on tutti i protagonisti pronti ormai a cavalcare la diffusione dell’editoria elettronica, gli ebook si confermano già come uno dei temi più caldi del prossimo anno. La disponibilità di un ampio catalogo di titoli è, infatti, fondamentale per il decollo di questo nuovo modo di acquistare e leggere i libri, più delle caratteristiche stesse dei dispositivi tramite cui è possibile fruire dei contenuti. Sul fronte dell’hardware si anima comunque la competizione tra i fautori di tablet pc sul modello di iPad, dotati di un display lcd a colori e caratteristiche adatte a fruire anche di altri contenuti multimediali come video e siti web, e i lettori di libri elettronici veri e propri. Questi ultimi utilizzano per la maggior parte display basati su tecnologia e-ink, ossia inchiostro elettronico molto più rilassante per la vista specie per i grandi divoratori di libri, capaci di completare in una serata un intero romanzo. Questo tipo di tecnologia, utilizzata da dispositivi come il nuovo Reader di Sony, utilizza, infatti, un particolare tipo di inchiostro che viene disposto sul display per formare il testo nel giro di un secondo, rimanendo poi perfettamente stabile fino a che non si cambiano i contenuti dello schermo, senza per di più bisogno di retroilluminazione. In questo modo l’occhio umano ha lo stesso comfort di lettura di un vero libro stampato, al prezzo però di doversi accontentare di riprodurre testi e immagini in bianco e nero, o meglio in scala di grigi, e di un tempo di circa un secondo segnalibro per cambiare il contenuto visualizzato a schermo, rendendo questi dispositivi inutilizzabili per la navigazione web, la fruizione di contenuti multimediali e le funzioni anche basilari tipiche di un pc. Proprio queste considerazioni hanno portato Sony a non dotare i propri modelli di Reader di una scheda Umts o Wi-fi, obbligando così a collegare i dispositivi a un pc connesso a internet per acquistare nuovi titoli da negozi elettronici come Feltrinelli, Ibs o Bol. Una volta acquistati, i titoli vengono trasferiti nella memoria interna da 2 Gb o nelle schede in formato SD o MemoryStick installabili per ampliare la capienza da 1.200 libri circa a decine di migliaia di titoli. Una scelta, quindi, differente da quella compiuta da Amazon con Kindle, il lettore con display e-ink, ma connessione Umts o Wi-fi che ha riscosso finora un discreto successo specie negli Usa. Un punto di forza del modello Reader Touch Edition rispetto a Kindle è costituito, però, dallo schermo da sei pollici sensibile al tocco del dispositivo di Sony, che rende decisamente più intuitivo e piacevole sfogliare letteralmente le pagine, oltre che inserire appunti rispetto alla piccola tastiera fisica adottata da Amazon. Sony ha dotato, inoltre, il Reader Touch Edition di un sistema di riproduzione dei file musicali per chi non vuole rinunciare alla musica durante la lettura, oltre a un pennino per non sporcare lo schermo mentre si sfoglia un libro elettronico, sgranocchiando magari un aperitivo comodamente seduti. La tecnologia utilizzata ha, inoltre, permesso di limitare il peso del Reader touch, venduto a 249 euro, a 215 grammi e di estendere la durata tipica della batteria a due settimane circa, inserendo, però, funzioni utili come quella che permette di toccare due volte una parola Farnesina Sviluppata da Samsung in collaborazione con Froggy, l’applicazione Farnesina – Italiani Nel Mondo fornisce ai possessori di uno smartphone o un tablet basato su sistema operativo Android tutte le informazioni diramate dal ministero degli Esteri per chi si deve recare all’estero. La sezione Avvisi particolari fornisce in tempo reale tutte le informazioni su si- Mario PACIFICO - Massimiliano PACIFICO - Enrico PACIFICO NUOVO REPERTORIO di Giurisprudenza del Lavoro Giuffrè Editore, Milano 2010 Pagg. 1168, € 115,00 L di Luca Riciputi, Consulente aziendale ed esperto Risorse umane a nuova edizione di uno degli strumenti più utili ai fini della conoscenza ed approfondimento pratico della casistica e dei re- lativi orientamenti della giustizia del lavoro (con prevalente riferimento a Cassazione e Consiglio di Stato, ma non mancano gli esiti di contenziosi innanzi a tribunali e TAR, laddove rilevanti) mantiene tutte le favorevoli caratteristiche che lo hanno reso noto e lo hanno fatto apprezzare da avvocati giuslavoristi, consulenti del lavoro, re- qualsiasi in ogni punto di un libro per vedere istantaneamente la traduzione in una delle cinque lingue contenute nei dieci dizionari integrati nella memoria (tedesco, spagnolo, italiano, francese e olandese, da e per l’inglese). tuazioni critiche, difficoltà e pericoli segnalati dall’Unità di crisi del ministero, in modo da poter pianificare e organizzare il proprio viaggio con la massima tranquillità e sicurezza. La sezione Schede Paese contiene, invece, approfondimenti su ciascuno Stato, sulle formalità di ingresso e di permanenza, sulle rappresentanze dell’Italia e sulla situazione sanitaria e di sicurezza. Farnesina – Italiani Nel Mondo, gratis su Android Market sponsabili uffici risorse umane, sindacalisti responsabili dell’ufficio vertenze. Si tratta di un vero e proprio dizionario di ben 262 macro – voci (da Abruzzo a Volontariato ) a loro volta declinate in sottovoci, che affrontano le varie tematiche del diritto del lavoro sindacale e della previdenza sociale, dando conto degli orientamenti delle Corti chiamate a decidere interpretando le norme coinvolte a, a loro volta, impegnate a produrre “diritto” più propriamente al livello della attività giurisdizionale. L’opera, pregevole ed aggiornatissima, è esaltata sul piano della pratica e quotidiana operatività attraverso la previsione di molteplici indici ( per articoli di legge, cronologico delle decisioni, delle voci e dei rinvii ) e dalla indicazione di voci bibliografiche ed articoli – note pubblicate su di riviste di settore. 27 non solo banca INDOVINA CHI VIENE ALLA CENA DEI CRETINI? PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE di Valerio Carangella S icuramente con un po’ di fantasia, il gioco combinatorio di titoli di film potrebbe dar vita a numerose altre soluzioni, ripensando ai tanti scenari cinematografici che evoca La bellezza del somaro, terzo film di Castellitto alla regia che ripropone sul grande schermo un “racconto esteso” (come l’autrice stessa lo ha definito), della moglie Margaret Mazzantini, qui anche sceneggiatrice. Nella storia del somaro, la giovanilistica coppia Marina e Marcello, interpretati da Laura Morante (come sempre brava, intensa ma un po’ troppo nevrotica) e lo stesso Castellitto, dovranno fare la conoscenza del nuovo “ragazzo” della figlia Rosa, che a differenza del capolavoro Indovina chi viene a cena? (di Stanley Kramer, 1967), non è uno stimato medico afroamericano, ma un “senex”, un distinto e giovane settantenne. Questo saggio e canuto signore (interpretato da Jannacci), metterà a dura prova la tanto ostentata apertura mentale dei due co- avviso ai naviganti niugi moderni, modaioli ed “eco-solidali”, professionisti affermati (psicologa lei ed architetto lui) un po’ troppo sicuri dei loro elastici metodi educativi… fino a quella fatidica scoperta. Sarà proprio dall’arrivo di quest’ospite misterioso che si snoderà la trama portante dell’intero impianto narrativo, fatta di gag paradossali e dialoghi surreali… troppo spesso urlati e deliranti, più da palcoscenico che da grande schermo, tra commedia degli equivoci e teatro dell’assurdo. Dopo un lungo ed esagitato prologo (la storia inizia con una crisi sentimentale proprio tra Rosa ed il fidanzatino Luca a casa del padre, Marcello, durante la sua festa di compleanno), la tragicomica vicenda della famiglia Sinibaldi, si svolge nell’arco di un intero fine settimana, tra le colline toscane nella loro villa mascherata da casale di campagna. All’intero del salotto radical-chic, tra un’abbuffata e l’altra, quasi come ne La cena dei cretini, il vecchio e se- rafico saggio scatenerà con un effetto a catena i drammi personali di questo coro scapestrato di ordinaria follia contemporanea: ex mogli arrabbiate dalla nascita, uomini affermati nel lavoro ma profondamente irrisolti nella vita, i pazienti della psicologa in vacanza premio che bevono alcolici da un biberon o paranoici ossessionati dal film Il settimo sigillo, la domestica dispotica. Tutti personaggi in cerca di se stessi più che di un autore, genitori ex-sessantottini che tentano affannosamente di diventare amici “figaccioni” dei propri figli e che pensano che basti fumare una canna con loro per colmare le distanze, ma che alla fine non gli resta altro che l’amara scoperta di essere il fallimento dei loro figli. Un quadro surreale, affascinante nel messaggio, sicuramente d’autore, ma non perfettamente riuscito quello di Castellitto, che dipinge questa realtà in maniera pretenziosa e spesso abbozzata, infarcendola di pillole di cultura (Checov, Nabokov, Bergman) che non bastano a rendere bello questo ermetico somaro. La Bellezza Del Somaro Italia, 2010. Regia Sergio Castellitto. Interpreti Sergio Castellitto, Laura Morante, Enzo Jannacci, Marco Giallini, Barbara Bobulova, Gianfelice Imparato, Nina Torresi, Emanuela Grimalda, Pietro Castellitto. Sceneggiatura Margaret Mazzantini. http://www.salute.gov.it MINISTERO DELLA SALUTE di Bruno Pastorelli P er una ricerca personale, mi sono connesso con il sito del Ministero della Salute: con mia grande sorpresa mi sono trovato di fronte ad un sito istituzionale, di facile consultazione e accessibilità. Non solo ho trovato subito ciò che cercavo (una delle rare volte che mi succede), ma sono stato molto stimolato a navigarci e vi ho trovato tutto e di più. Chi accede alla home page, intuisce subito come entrare in tutte le aree del sito, anche perché la pagina è ben strutturata. Nel frame di sinistra salta immediatamente all’occhio l’organizzazione del Ministero con in testa il nome del Ministro e al centro della pagina le notizie 28 (sempre aggiornate in tempo reale). Nel frame di destra un elenco in ordine alfabetico dei vari temi trattati, come ad esempio: Assistenza sanitaria degli italiani all’estero e degli stranieri in Italia, Salute e sicurezza sul lavoro ecc. Se poi apriamo le pagine dei singoli temi, possiamo consultare sia le normative sia le circolari di riferimento, oltre che i link ai vari organismi competenti nelle diverse materie. Nella sezione “Obiettivi” ho appreso che il sito era di nuova costruzione, in quanto il Ministero è stato nuovamente istituito con la legge 13 novembre 2009, n. 172, entrata in vigore il 13 dicembre 2009; esso è organo centrale del Servizio Sanitario Nazionale. La Legge 317 del 2001 gli attribuisce “le funzioni spettanti allo Stato in materia di tutela della salute umana, di coordinamento del Sistema Sanitario Nazionale, di sanità veterinaria, di tutela della salute nei luoghi di lavoro, di igiene e sicurezza degli alimenti”. Ho appreso altresì che, “il ruolo dello Stato in materia di sanità si è andato via via trasformando e, da una funzione preminente di organizzatore e gestore di servizi, è diventato garante dell’equità nell’attuazione del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.” Fatevi una ‘surfeggiata’ sulle onde del sito, vedrete quante cose utili ci troverete. non solo banca Liberty e R oma è una città d’ineguagliabile bellezza, vero, e un crogiolo di stili architettonici diversi. L’appellativo di “città eterna” non si riferisce solo alle sue origini antichissime, ma anche al fatto che sembra senza fine il suo destino, che è storico, culturale, sociale ed artistico insieme. Non manca, anzi è rigogliosa, anche l’architettura in stile liberty che, nei primi anni del’900, si diffuse nella capitale: fiorì prevalentemente nei nuovi rioni e nei quartieri fuori le mura per ospitare la nuova borghesia capitolina, anche se esempi mirabili, come un’ala del Parlamento ed il palazzo della Rinascente, si ergono nel tempo stesso quartieri come il rione Prati, il rioni Ludovisi e Sallustiano, i quartieri Pinciano e Parioli, il Salario e Nomentano e “dulcis in fundo” il meraviglioso quartiere Coppedè. Tanto per citare alcuni esempi, meritano approfondimento il Parlamento, ampliato dall’architetto palermitano Ernesto Basile, esponente di primo piano della stagione liberty italiana, che eseguì importanti interventi costruendo un nuovo edificio alle spalle dell’originale, la Galleria Sciarra (rione Trevi), prima realizzazione in ferro-vetro-ghisa di Giulio De Angelis, “il più inquieto, il più curioso, il più coraggioso degli architetti romani itinerari ROMA MODERNISTA Coppedè di Enogastronauta matura morte. Il quartiere, che sorge tra la Salaria e la Nomentana, praticamente inglobato nel quartiere Trieste, in cui le case sorgono tutte a raggiera rispetto alla curiosa Fontana delle Rane, ubicata in posizione baricentrica nella Piazza Mincio, fu completato da Paolo Emilio Andrè. Il piano dell’opera comprendeva inizialmente la costruzione di 18 palazzi e 27 edifici tra palazzine e villini. Il 23 agosto 1917 la commissione edilizia fece una richiesta a Coppedè di dare al quartiere un’impronta romana. Così Coppedè utilizzò il tema della Roma antica come le cornici e le modanature alla Roma im- periale e un grande arco richiamante gli archi di trionfo del Foro Romano. Nel febbraio del 1918 fu approvato il progetto dei Palazzi degli Ambasciatori, con la condizione di chiudere la via diagonale (l’attuale via Dora) per farla diventare una via privata. Nel 1920 venne rifiutata la costruzione dei Villini delle Fate in via Rubicone. Per la realizzazione venne usato il travertino (sempre in onore della Roma imperiale), mentre gli interni sono realizzati in: maiolica smaltata per le cucine, con parquet in legno per i soggiorni, mosaici in stile pompeiano per i bagni. L’arco che sormonta l’ingresso del palazzo situato al numero civico 2 della piazza è una fedele riproduzione di una scenografia del film del 1914 Cabiria. Per la sua particolare architettura il Quartiere Coppedè fu scelto dal regista Dario Argento come sfondo per alcune scene dei suoi film Inferno e L’uccello dalle piume di cristallo. In una della villette del quartiere aveva la sua casa romana il tenore Beniamino Gigli. In via Tanaro, si trova l’ambasciata del Sud Africa. Gli interni di soggiorno erano divisi dalle zone di ambito privato quasi a formare dei «Quartieri di ricevimento» e dei «Sacrari di vita privata». Nei Villini delle Fate viene esaltata la Firenze con una scritta «Fiorenza sei bella» e con delle decorazioni fiorentine con Dante e Petrarca. Invece, il lato di via Brenta è dedicato a Venezia con un leone di San Marco. Il Palazzo del ragno inneggia al lavoro tramite la decorazione raffigurante un cavaliere con law scritta «labor». Merita di trascorrervi un week end. DA NON PERDERE Il grande lampadario in ferro battuto posto nell’arco d’ingresso del quartiere; i Villini delle Fate, i Palazzi degli Ambasciatori, Palazzo del Ragno, la Fontana delle rane, la Madonna con Bambino (ingresso, lato via Tagliamento), i palazzi di via Olona 2 e 7, quelli di via Ombrone 7, 8 e 11, infine, il palazzo di via Brenta 26 cuore della città. Lo stile, a prima vista, può apparire come un netto contrasto rispetto ad impianti architettonici dei secoli passati, ma quando lo si immagina inserito nel contesto del prima decade secolo scorso, appare sorprendente per l’armonia delle forme e la bellezza delle minuziosi decorazioni floreali. È rappresentativo di un’architettura che coniuga la produzione artistica con quella industriale, nel senso che utilizza appieno le nuove tecnologie (ferro, vetro e cemento) che avevano il sopravvento nell’epoca per realizzare opere moderniste. L’itinerario liberty a Roma richiede un bel po’ di tempo per una visita completa, perché abbraccia il centro storico ed al del periodo umbertino”, con dipinti del Cellini, la Galleria Colonna, ora dedicata ad Alberto Sordi, per continuare negli altri quartieri per visitare villini singolari come quelli Cagiati, Rudinì, Ximenes e la casina delle Civette, posta all’interno di Villa Torlonia e ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli su commissione del principe Alessandro Torlonia. Un itinerario a sé è la visita del quartiere Coppedè, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento, che in realtà non è altro che un complesso di 26 palazzine e di 17 villini, progettato dal grande Gino Coppedè (Firenze, 26 settembre 1866 – Roma, 20 settembre 1927) un architetto, scultore e decoratore di celebrata fama, che tuttavia non riuscì a portarlo a termine a causa della sua pre- DOVE MANGIARE TRATTORIA CADORNA Via Raffaele Cadorna, 12 - 00187 Roma 06/4827061 MAESTRALE Piazza Elio Callistio, 5 - 00199 Rome 06/86391914 VAL DI SANGRO via Alessandria 22/24 - 06/44.24.98.48 AL CEPPO via Panama 2 - 06/8551379 EZIO ALLE SCALETTE Via Chiana, 89 / 91 - 06/8551109 DOVE DORMIRE HOTEL EXECUTIVE (convenzionato FABI) Via Aniene - 06/8552030 HOTEL GAMBRINUS Via Piave - 06/4871250 HOTEL FIUME (convenzionato FABI) Via Brescia, 5 - 06/8543000 29 non solo banca altroturismo Le collezioni del Louvre a Cortona Gli Etruschi dall’Arno al Tevere di Arturo U na straordinaria esposizione di opere etrusche, provenienti dal Louvre, è in programma a Cortona, da marzo a luglio: si tratta di quaranta oggetti, tra cui alcuni capolavori, appartenenti a una delle collezioni d’arte etrusca più importanti d’Europa, ora esposti in Italia grazie all’eccezionale collaborazione avviata con il Louvre che, nei mesi scorsi, ha concluso un accordo triennale con Cortona, antica lucumonia etrusca. La mostra propone un’accurata selezione di reperti di grande fascino – anche opere poco note al grande pubblico ed esposte per la prima volta in Italia – per offrire nuovi elementi di riflessione sulla società etrusca in relazione alle diverse località dell’area tra Arno e Tevere. L’opera simbolo dell’evento e l’Arianna da Falerii, pervenuta al Louvre nel 1863. Capolavoro della scultura etrusca recuperato dall’oblio, è un grande busto di Arianna in terracotta (III sec. a.C.), frammento di una statua monumentale che, fino a una decina d’anni fa, era conservato, privo ancora d’identità, nei depositi del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane del museo francese. Oggi, questa scultura femminile ornata di gioielli e con foglie di vite sui capelli, che era raffigurata nell’atto di scoprirsi il capo dal velo, è considerata uno dei più significativi esempi di coroplastica etrusca di età ellenistica. La mostra si sviluppa secondo le aree di provenienza dei materiali: da Fiesole a Chiusi, da Orvieto a Bomarzo, da Perugia a Falerii. Un percorso affascinante, che ci porta anche a rievocare le singolari figure di collezionisti, amatori e mercanti attraverso i quali sono transitate le opere etrusche pervenute al Louvre. Un percorso che è soprattutto una sorta di grande fotografia dell’Etruria interna, attraverso vasi e statue in bronzo, urne e monumenti sepolcrali, gioielli, preziose terrecotte. Opere famose, come la Testa da Fiesole – un bronzo del III sec. a.C., acquistato dal Louvre nel 1864, parte di una statua raffigurante un giovane aristocratico – e quattro importantissimi bronzi del Falterona: statuette appartenenti a un eccezionale deposito votivo rinvenuto nel 1838 e oggi diviso tra i maggiori musei europei. 30 1 - Kantharos con testa di menade e testa di satiro terracotta h. 17 cm Etruria, prod. Chiusi seconda metà del IV secolo Parigi, Musée du Louvre 2 - Pisside con un cavaliere e animali reali e fantastici avorio h. 8,10 cm Etruria, prov. Fonte Rotella (Chiusi) fine VII inizio VI sec. a. C. Parigi, Musée du Louvre Sarà possibile ammirare pezzi d’artigianato artistico, come la pisside in avorio scoperta nella necropoli di Fonte Rotella presso Chiusi, lavorata da un’unica porzione di zanna d’elefante, in stile orientaleggiante, con raffinate decorazioni d’animali ed elementi fitomorfi, e preziosi pezzi d’oreficeria, comprati a Roma nel 1861 dagli emissari del Governo francese, come gli orecchini in oro con pendenti ornati da motivi raffiguranti il carro del Sole e la Vittoria. Ancora, il mirabile Vaso conformato a testa femminile, recipiente bronzeo (fine III – inizio II sec. a. C.), forse prodotto da un atelier orvietano, caratterizzato dalla bella acconciatura e dall’iscrizione Suthina sulla fronte. A rappresentare Chiusi, pezzi eccezionali: dal canopo antropomorfo (seconda metà del VI sec. a.C.), a una bella urna cineraria in terracotta; dalla collana con catena a fili d’oro intrecciati e pendente raffigurante una testa di Acheloo, a un gruppo funerario raffigurante un banchetto funebre con il defunto semidisteso su una kline e ai suoi piedi un demone femminile alato. Dunque, Cortona – sede fin dal XVIII secolo della prestigiosa Accademia Etrusca, apprezzata in tutta Europa e alla quale aderirono anche grandi personalità francesi come Voltaire e Montesquieu – continua con questa eccezionale mostra a confrontarsi con i maggiori musei internazionali e a sviluppare occasioni di studio e ricerca sul tema etrusco. 3 - Coppia di orecchini pendenti decorati a motivi rappresentanti il Carro del Sole e Vittorie oro e pasta di vetro 6,9 x 2,55 cm Etruria, prov. Bolsena ultimo quarto del IV primo quarto del III secolo Parigi, Musée du Louvre 4 - Kouros bronzo h. 22 cm Etruria, prov. Falterona - primo quarto del V secolo a.C Parigi, Musée du Louvre 5 - Askòs a forma di anatra: figura di donna alata terracotta h. 11,5 x l. 23 cm Etruria, Chiusi – 320 av. J.C. ca. Parigi, Musée du Louvre 6- Frammento di cippo funerario con scena di prothésis pietra vulcanica 39 x 57 cm Etruria, prov. Chiusi – inizio del V secolo Parigi, Musée du Louvre non solo banca altroturismo P er quantità – oltre 290 lavori – e soprattutto per la qualità delle opere proposte, DREAMTIME si configura come la più completa esposizione mai presentata in Italia sull’arte aborigena australiana. Ad ospitare questo evento davvero eccezionale, dall’11 febbraio al 26 giugno, sono la Sardegna e il MAN di Nuoro, in un gioco di rimbalzi che mette a sistema siti archeologici e musei etnografici di una parte dell’isola. L’esposizione si avvale delle massime collaborazioni istituzionali da parte italiana e australiana e ha come “garante di qualità” il Koorie Heritage Trust, unico organismo DREAMTIME Lo stupore dell’arte aborigena di Arturo rigena contemporanea nel suo attuale stato d’evoluzione e non restituisce una visione statica degli stereotipi che spesso vengono attribuiti a queste culture. Malgrado la distanza fisica, la Sardegna pare davvero il luogo più adatto a questa spettacolare mostra. Come ben spiega la direttrice del MAN: “È una sorta di infanzia della storia che avvicina il contempo- raneo, il tempo presente alle nostre radici, con una forte spinta alla scoperta, alla creazione, alla invenzione, al rispetto, al riconoscimento e infine al senso di appartenenza ai luoghi che hanno plasmato e plasmano la nostra visione del mondo. La pittura delle prime civiltà è forse l’espressione artistica più affascinante per lo spettatore di oggi. Oltre che sulla figura umana, è infatti in grado di dirci qualcosa sul suo rapporto con l’ambiente che la circonda e che la condiziona: i suoi simili, gli animali, la natura. […] La forza iconografica delle opere in mostra, la simbologia primitiva e arcaica, determinano una serie di analogie con la cultura sarda primigenia, archeologica, tradizionale e identitaria, creando un grande gioco Gabriella Possum Nongurrayi: Alan Joshua Jnr.: Djambu Barra Barra: Clifford Possum Tjapaltjarri: Bush tucker dreaming, 1967 Healing Mimi, 2004 Four names for Kangaroo, 2003 Worm dreaming, 1996, cm. 183 x 122 Trevor Turbo Brown: Sea Eagle, 2008 Luke Cummins: Gecko dreaming, 2002 riconosciuto a livello internazionale per la valorizzazione e lo studio delle culture aborigene. La straordinaria mostra, secondo i curatori, è “la più numerosa collezione di lavori aborigeni che abbia mai lasciato l’Australia, opere non rappresentative della solita tradizionale area del Western Desert ma di un territorio vastissimo, da Victoria fino al Qeensland, provenienza che consente di mostrare le profonde differenze fra tribù che si riflettono sui loro manufatti”. Non fosse che per questo, DREAMTIME godrebbe del carattere di eccezionalità tra le mostre dedicate alla cultura aborigena al di fuori del continente australe. Ma ciò che certamente più affascinerà il pubblico italiano sarà l’originalità del linguaggio espressivo, i colori ipnotici, gli archetipi che hanno solcato immutati 40 mila anni, dal Tempo del Sogno ad oggi. La mostra include artisti di riconosciuta fama come Clifford Possum, Jhon e Luke Cummins, Trevor Turbo Brown, Craig Charles e artisti emergenti, che si stanno affermando nel panorama internazionale. Questo accostamento presenta l’arte abo- di rimandi e risonanze che dall’apparentemente altro come l’arte proveniente da un continente agli antipodi (che però ha sempre avuto una condizione di insularità non solo geografica) ci riporta alle evidenze e ricchezze del territorio che noi abitiamo”. La mostra è un progetto del MAN, Museo d’Arte della Provincia di Nuoro, in collaborazione e con il patrocinio della Regione Sardegna, il Ministero degli Affari Esteri Italiano, l’Ambasciata Italiana a Canberra, l’Ambasciata Australiana a Roma, l’Istituto Italiano di Cultura, il Consolato di Melbourne. Billy Doolan: Partners of life: Minya Guyu (Fish spawning), 2005 DREAMTIME. Lo stupore dell’arte aborigena MAN,_Museo d’Arte Provincia di Nuoro, dall’11 febbraio al 26 giugno Orario: 10 -13 / 15.30-19.30; lunedì chiuso Biglietti: l’ingresso al museo è gratuito così come il servizio di visita guidata dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30 Info: tel. e fax: +39 0784 252110 Billy Doolan: Takalaka, 2004 31 'è C è ' C HI C us lyc o t Au di I L C A R T E L L O N E ALBRECHT - GVAZAVA Palermo, Politeama Garibaldi, il 19 e 20 febbraio Hansjörg Albrecht – direttore Eteri Gvazava – soprano S. Prokofiev: Ouverture su temi ebraici op. 34 G. Mahler: Sinfonia n. 4 Versione da camera di E. Stein MOSTRE D’ARTE ED EVENTI MUSEALI VITTORIO EMANUELE II. IL RE GALANTUOMO Torino, Palazzo Reale Racconigi (CN), Castello di Racconigi Fino al 13 marzo LUDOVICO EINAUDI - THE SOLO CONCERT Gorizia, Teatro Comunale G. Verdi, il 22 febbraio MODIGLIANI SCULTORE Rovereto (TN), MART Fino al 27 marzo MONET, CÉZANNE, RENOIR e altre storie di pittura in Francia San Marino, Palazzo Sums Fino al 27 marzo CARAVAGGIO E ALTRI PITTORI DEL SEICENTO Rimini, Castel Sismondo Fino al 27 marzo IN VIAGGIO. Strade ferrate, itinerari, persone per unire le Alpi Sondrio, Galleria Credito Valtellinese Dall’11 febbraio al 30 aprile LOMBARD - JOHANSSON Palermo, Politeama Garibaldi, il 25 e 26 febbraio A. Lombard – direttore E. Johansson – soprano R. Strauss: Vier letzte Lieder per soprano e orchestra; Frühling; September; Beim Schlafengehen; Im Abendrot P. I. Cajkovskij: Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 Patetica PROVA APERTA - M. GEORGES PRÊTRE Milano, Teatro alla Scala, il 27 febbraio Filarmonica della Scala Maestro Georges Prêtre – direttore C. Franck: Sinfonia in re minore ANTICHE MADONNE D’ABRUZZO Trento, Castello del Buonconsiglio Fino al 1° maggio ARCIMBOLDO. ARTISTA MILANESE Milano, Palazzo Reale Dal 10 febbraio al 22 maggio GIOVANNI ALLEVI - ALIEN TOUR 2011 Napoli, Teatro di San Carlo, il 28 febbraio Viareggio (LU), Teatro Politeama, il 10 marzo Ravenna, Pala De André, il 12 marzo L’AFRICA DELLE MERAVIGLIE Genova, Palazzo Ducale Fino al 5 giugno CARLA ACCARDI. Segno e trasparenza Catania, Fondazione Puglisi Cosentino Dal 6 febbraio al 12 giugno MUSICA CLASSICA GEOFFROY COUTEAU - Le Salon Romantique Venezia, Palazzetto Bru Zane, il 9 febbraio Geoffroy Couteau – pianoforte Ch. Alkan: Trente Chants (Terza Suite op. 65); Scherzo diabolico; Allegro barbaro F. Chopin: Preludi op. 28 ROBERTO ABBADO Torino, Teatro Regio, l’11 febbraio R. Abbado – direttore Orchestra del Teatro Regio F.J. Haydn: Sinfonia n. 103 in mi bemolle maggiore Hob. I (Rullo di timpani) W. A. Mozart: Sinfonia n. 26 in mi bemolle maggiore K. 184 L. van Beethoven: Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 CONCERTO SINFONICO Bari, Teatro Petruzzelli, il 12 febbraio Giovanna Fratta – direttore W. A. Mozart: Sinfonia concertante per oboe, clarinetto, fagotto, corno e orchestra; Sinfonia n.41 Jupiter SALVATORE ACCARDO - CAMERATA DUCALE Milano, Conservatorio – Sala Verdi, il 14 febbraio S. Accardo – violino Musiche di F. Mendelssohn e F. Schubert CONCERTO SINFONICO Bari, Teatro Petruzzelli, il 17 febbraio A. Veronesi – direttore F. J. Haydn: Ouverture L’isola disabitata; Concerto per tromba e orchestra L. van Beethoven: Sinfonia n.3 Eroica MAHLER/AXELROD Milano, Auditorium, dal 17 al 20 febbraio John Axelrod – direttore G. Mahler: Sinfonia n. 9 in Re maggiore CHRISTIAN ARMING Napoli, Teatro di San Carlo, il 19 e 20 febbraio Ch. Arming – direttore Orchestra Teatro di San Carlo G. Mahler: Adagetto dalla Sinfonia n. 5; Sinfonia n. 4 in sol magg. per soprano e orchestra 32 BERNSTEIN/GRAZIOLI 10-11 Milano, Auditorium, dal 24 al 27 febbraio G. Grazioli - direttore L. Williamson – soprano D. Pershall – baritone L. Bernstein: Wonderful Town D I febbraio CENERENTOLA Pavia, Teatro Fraschini, il 25 febbraio Balletto di Roma Coreografia e regia: F. Monteverde BABAR Napoli, Foyer San Carlo, il 27 febbraio Scuola di Ballo del Teatro San Carlo Coreografia: A. Razzi Musiche: F. Poulenc IL NASO Reggio Emilia, Teatro Municipale Valli, il 1° e 2 marzo V. Agronskij – direttore Musiche: D. Sostakovič Regia: B. Pokrovskij TEATRO, CABARET, SPETTACOLI SCONCERTO Napoli, Teatro Mercadante, fino al 20 febbraio Orchestra del Teatro di San Carlo Regista: Toni Servillo - Con la partecipazione di Peppe Servillo TRADIMENTI Torino, Teatro Gobetti, dall’8 al 13 febbraio Brindisi, Teatro Verdi, il 18 e 19 febbraio Autore: H. Pinter Regista: A. Renzi Interpreti: Nicoletta Braschi OPERA, OPERETTA E BALLETTO LA SIRENA Roma, Teatro India - Sala A, dal 9 al 20 febbraio Firenze, Teatro della Pergola, dal 1° al 6 marzo Urbino, Teatro Sanzio, l’11 marzo Da Lighea di G. T. di Lampedusa Interpreti: L. Zingaretti L’ELISIR D’AMORE Roma, Teatro dell’Opera, dal 4 al 18 febbraio B. Campanella - direttore Libretto: F. Romani Musiche: G. Donizetti Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera IL MISTERO BUFFO DI DARIO FO Cattolica (RN), Teatro della Regina, il 9 e 10 febbraio Cremona, Fondazione Teatro Ponchielli, il 17 febbraio Mirandola (MO), Teatro Nuovo, il 21 febbraio Autore e interprete: P. Rossi LA BELLA ADDORMENTATA Napoli, Teatro di San Carlo, dal 9 al 15 febbraio Coreografia: D. Walsh Musiche: P. I. Čajkovskij VOLLMOND Milano, Teatro Giorgio Strehler (Piccolo Teatro), dal 10 al 13 febbraio Coreografia e regia: Pina Bausch LA VEDOVA ALLEGRA Modena, Teatro Storchi, il 12 e 13 febbraio Casalecchio di Reno (BO), Teatro Testoni, il 17 febbraio Faenza (RA), Teatro Masini, il 20 febbraio Bergamo, Teatro Donizetti, il 6 marzo DON GIOVANNI Roma, Teatro Vittoria, dal 13 al 17 febbraio B. De Billy – direttore Musiche: W. A. Mozart Regia: C. Guth IL TROVATORE Lecce, Teatro Politeama Greco, da 16 al 22 febbraio F. Zigante - direttore Musiche: G. Verdi Orchestra Sinfonica Tito Schipa Coro Lirico di Lecce SAMSON ET DALILA Trieste, Teatro Lirico G. Verdi, dal 18 al 26 febbraio Autore: F. Lemaire Boris Brott – direttore Regia: M. Znaniecki In lingua originale con sopratitoli LA PRINCIPESSA DELLA CZARDAS Bergamo, Teatro Donizetti, il 20 febbraio Autori: Leo Stein e Béla Jenbach Musiche: E. Kálmán Regia: S. Felisetti LA GIOCONDA Palermo, Teatro Massimo, dal 24 febbraio al 3 marzo Autore: A. Ponchielli MAI PIÙ SOLI Mestre (VE), Teatro Toniolo, il 10 e 11 febbraio Imola (BO), Teatro Ebe Stignani, dal 22 al 27 febbraio Autore: S. Benni Regia: C. Pezzoli Interpreti: A. Finocchiaro, D. Trambusti L’ORO DI NAPOLI Ascoli Piceno, Teatro Ventidio Basso, il 12 e 13 febbraio Crema (CR), Teatro S. Domenico, il 18 febbraio Assisi (PG), Teatro Lyrick, il 25 febbraio Regia: A. Pugliese Interpreti: L. Ranieri, G. Imparato I CASI SONO DUE Jesi (AN), Teatro G.B.Pergolesi, il 13 febbraio Portogruaro (VE), Teatro Comunale L. Russolo, il 22 febbraio Trieste, Teatro O. Bobbio, dal 25 febbraio al 6 marzo Autore: A. Curcio Regia: C. Giuffré Interpreti: C. Giuffré, A. Pagano L’AVARO La Spezia, Teatro Civico, il 17 febbraio Venaria Reale (TO), Teatro della Concordia, il 21 febbraio Cagliari, Teatro Massimo, dal 24 al 27 febbraio Regia: Luigi De Filippo SILVIO C’È? - CORNACCHIONE Genova, Politeama, il 22 e 23 febbraio Sarzana (SP), Teatro degli Impavidi, il 25 febbraio URGE - ALESSANDRO BERGONZONI Parma, Teatro Due – Spazio Grande, dal 23 al 26 febbraio Schio (VI), Teatro Astra, il 4 marzo Milano, Elfo Puccini Sala Shakespeare, dall’8 al 20 marzo SMETTI DI PIANGERE PENELOPE! Bari, Teatro Team, il 26 e 27 febbraio Interpreti: T. D’Aquino, N. Romanoff, S. Sardo IL BERRETTO A SONAGLI Roma, Teatro Quirino, dal 2 al 13 marzo Autore: L. Pirandello Regista: G. Dipasquale Interpreti: P. Caruso MUSICA POP, ROCK & JAZZ SKUNK ANANSIE Assago (MI), Mediolanum Forum, il 12 febbraio – Unica data italiana FILIPPO GRAZIANI CANTA IVA GRAZIANI Porto Sant’Elpidio (AP), Teatro delle Api, l’11 febbraio POOH - DOVE COMINCIA IL SOLE TOUR Bologna, Europauditorium, il 14 febbraio Assisi (PG), Teatro Lyrick, il 15 febbraio Trieste, Politeama Rossetti, il 17 e 18 febbraio GIANLUCA GRIGNANI - ROMANTICO ROCK SHOW Cremona, Teatro Ponchielli, il 16 febbraio La Spezia, Teatro Civico, il 25 febbraio Milano, Teatro Arcimboldi, dal 2 al 16 marzo Roma, Auditorium Conciliazione, il 12 marzo MORGAN Senigallia (AN), Cineteatro La Fenice, il 19 febbraio S. Margherita Ligure (GE), Teatro Centrale, il 24 febbraio STEVE LUKATHER Milano, Magazzini Generali, il 20 febbraio DALLA-DE GREGORI Trieste, Politeama Rossetti, il 21 febbraio Milano, Teatro Arcimboldi, il 5 e 6 marzo FRAN HEALY - TRAVIS Milano, Tunnel Club, il 21 febbraio Ravenna, Bronson, il 24 febbraio WIRE Trezzo sull’Adda (MI), Live Club, il 22 febbraio KATY PERRY Milano, Palasharp, il 23 febbraio NIENTE PROGETTI PER IL FUTURO Bari, Teatro Team, il 13 febbraio Interpreti: G. Covatta e E. Iacchetti EUGENIO FINARDI Milano, Magazzini Generali, il 24 febbraio Roma, Alphaeus, il 27 febbraio UN ISPETTORE IN CASA BIRLING Firenze, Teatro della Pergola dal 15 al 20 febbraio Concorezzo (MI), Teatro S. Luigi, il 24 febbraio Autore: J. B. Priestley Regista: G. Sepe Interpreti: C. Guarnieri, P. Ferrari, A. Giordana MASSIMO RANIERI Taranto, Palamazzola, il 27 febbraio CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO - I miei anni con Falcone e Borsellino Genova, Politeama, il 15 febbraio Autore e interprete: G. Ayala BEPPE GRILLO IS BACK Bologna, Paladozza, il 16 febbraio MOMIX REMIX Parma, Palaraschi, dal 18 al 20 febbraio Coreografia: Moses Pendleton GOGOL BORDELLO Roma, Atlantico Live, il 4 marzo ELISA Roma, Auditorium Conciliazione, il 4 e 5 marzo Bologna, Teatro Manzoni, l’8 e 9 marzo MY CHEMICAL ROMANCE Milano, Palasharp, il 7 marzo KYLIE MINOGUE Assago (MI), Mediolanum Forum, l’8 marzo TAYLOR SWIFT Assago (MI), Mediolanum Forum, il 15 marzo La Redazione declina ogni responsabilità per cambiamenti di programmi, date e luoghi degli eventi segnalati. DiRiTTo aL FUTURo BamBoccioni a chi? w w w . g i o v e n t u . i t Federazione autonoma B a n c a r i i t a l i a n i Non è propaganda è informazione trasparente. Ora anche con le news in scorrimento continuo www.fabi.it