ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE - 40 - ESERCIZI DI BENE COMUNE -2- ESERCIZI DI BENE COMUNE - 39 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Indice Introduzione……………………………………………………………. pag. 5 Pubblicazione a cura del settore Giovani di Ac Si ringraziano: Michele D’Avino (Nocera Inferiore-Sarno), Sabrina Atturo (Anagni-Alatri), Raimondo Cacciotto (Alghero-Bosa), Ivana Campolongo (Cosenza-Bisignano), Antonio Cecere (Taranto), Giandomenico Chirico (Reggio Calabria-Bova), Paolo Da Pelo (Bari-Bitonto), Annamaria Emili (Orvieto-Todi), don Francesco Fiorillo (Gaeta), Raffaele Freddi (Carpi), Francesca Orsatti (Sulmona-Valva), Anna Panighini (Massa Carrara-Pontremoli), Roberto Ciavarro (Mlac – Roma), Angela Fruci e Lucia Bruni (Gioc). Dottrina sociale della Chiesa - Costruire insieme la civiltà dell’amore....................................................... pag. 6 Cittadinanza – Fratelli d’Italia, cittadini d’Europa e del mondo..……………………………….........……………………. pag. 11 Politica – Politica è partecipazione...…..…………………… pag. 16 Giustizia e legalità – La misura minima……......………... Sviluppo sostenibile – Vivere con stile........................ pag. 26 Discernimento comunitario – Tra Bibbia e giornale... Il libretto sarà scaricabile dal sito www.giovani.azionecattolica.it - 38 - pag. 21 -3- pag. 31 ESERCIZI DI BENE COMUNE -4- ESERCIZI DI BENE COMUNE - 37 - ESERCIZI DI BENE COMUNE avvenimenti di tanta mole che sembrerebbero effetti sproporzionati alla 14 tenuità della causa.” (dal “Discorso in occasione del cinquantesimo della Società”) Per approfondire Il libro sul comodino Inge Sholl, La rosa Bianca, Itaca, 2006. Libro che approfondisce la vicenda di un gruppo di giovani (I fratelli Sholl, C. Probst, A. Schmorell, W. Graf) che nella Germania nazista della II Guerra mondiale si organizzarono in un gruppo di resistenza passiva alla violenze e ingiustizie del regime e operarono volantinaggi nel tentativo di scuotere le coscienze. Il film da vedere Uomini di Dio, 2010, regia di Xavier Beauvois, 120’, Francia, drammatico. Il film permette di riflettere sul valore del discernimento comunitario di fronte a una situazione di difficoltà. Il film racconta delle scelte dei monaci trappisti francesi uccisi nel monastero di Tibhirine (Algeria) nel 1996. ESERCIZI DI BENE COMUNE Introduzione Fiato ai polmoni, cuore pronto, mani operose e scarpe comode per percorrere le strade della tua città e tracciarvi nuovi segni di speranza... Questi sono “esercizi di bene comune”! Esercizi utili non solo a mantenere in forma il cuore e lo spirito, ma anche a far circolare il bene intorno a te, nella comunità civile ed ecclesiale. Nelle pagine che seguono troverai delle piste di riflessione su alcuni dei temi che ci appartengono, in quanto giovani di Ac e cittadini in questo tempo, e che risuonano oggi come una pro-vocazione alla responsabilità e all’impegno: Dottrina sociale della Chiesa, cittadinanza, politica, giustizia e legalità, sviluppo sostenibile, discernimento comunitario. Le piste presentano tutte la medesima struttura, con una breve introduzione al tema scelto, suggerimenti di buone prassi da realizzare, la voce di giovani che quotidianamente si impegnano per fare la differenza, la voce di testimoni noti e meno noti e riferimenti per poter approfondire. Si tratta di pagine pensate per i giovani e scritte da altri giovani, senza la pretesa di esaustività, ma con la passione per il bene comune, il desiderio di condividere pensieri ed idee e il coraggio di dire parole nuove, in una dinamica laboratoriale ed inclusiva. Le consegniamo con l’invito a trasformarle in vita, personale ed associativa, promuovendo incontri e percorsi di approfondimento, generando confronto e cultura negli ambienti di vita quotidiana, aggiornando gli impegni della regola di vita spirituale. Sappiamo infatti che, in un tempo in cui sembra che nulla possa mai cambiare, i giovani di Ac sanno essere capaci di proposte e fermento di novità. In un tempo che sembra non avere più buone notizie per i giovani, i giovani di Ac sanno essere la buona notizia per questo tempo! 14 Dal Toso P., Diaco E., Mario Fani e Giovanni Acquaderni. Profilo e scritti dei fondatori dell’Azione cattolica, pagg. 129-131, AVE, 2008 - 36 - -5- ESERCIZI DI BENE COMUNE DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA Costruire insieme la civiltà dell’amore Scoprendosi amato da Dio, luomo comprende la propria trascendente dignità, impara a non accontentarsi di sé e ad incontrare laltro in una rete di relazioni sempre più autenticamente umane. Uomini resi nuovi dallamore di Dio son in grado di cambiare le regole e la qualità delle relazioni e anche le strutture sociali: sono persone capaci di portare pace, dove ci sono conflitti, di costruire e coltivare rapporti fraterni dove cè odio, di cercare la giustizia dove domina lo sfruttamento delluomo sulluomo. Solo lamore è capace di trasformare in modo radicale i rapporti che gli essere umani intrattengono tra loro. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 4) Di che si tratta? La Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) propone un modello di azione e di educazione alla politica che si esprime nei momenti del vedere, giudicare e agire. Essa non si presenta come un prontuario di soluzioni predefinite ma suo scopo principale è di interpretare l’esistenza dell’uomo esaminandone la conformità o difformità alla luce del Vangelo secondo un complesso di principi, insegnamenti e direttive, aiutare i cristiani nel discernimento rispetto i problemi socio-politico-economici. Il Compendio vuole sostenere e spronare l’azione dei cristiani in campo sociale, specialmente dei fedeli laici; tutta la loro vita deve qualificarsi come una feconda opera evangelizzatrice. Il cristiano trova nella Dottrina Sociale della Chiesa i -6- ESERCIZI DI BENE COMUNE Valutare quali possono essere gli strumenti, i modi ed i tempi per giudicare le scelte fatte e le direzioni prese, anche solo per rivederle, aggiornarle. Il testimone Giovanni Acquaderni (1839 – 1922): figlio del Conte Giovanni Battista e di Giuditta Raffi di Imola, seguì gli studi in Legge, laureandosi all'Università di Bologna. Fu tra i protagonisti assoluti del laicato cattolico del tardo Ottocento: nel 1867 fondò con Mario Fani la «Società della Gioventù Cattolica», l'attuale Azione Cattolica; nel 1896 creò la Banca del Piccolo Credito Romagnolo e fu tra i fondatori del primo quotidiano cattolico italiano, il bolognese L'Avvenire d'Italia. Dotato di notevole spirito caritatevole, fondò anche l'«Opera dei rifiuti» per raccogliere stracci di ogni genere (rottami di vetro, di ferro, di carta, ecc.) Tra il 1874 e il 1878 fu a capo del consiglio direttivo dell'Opera dei congressi. “Se la misericordia di Dio chiamò un manipolo di giovani, giovani deboli ed inesperti, fidenti solo nella loro santa audacia, nella franca professione della loro fede; del loro amore e della loro fedeltà al Vicario di Gesù Cristo, in epoca tanto tempestosa, tra gli urti di una fiera opposizione, che aveva abbattuti i nostri maestri, rinchiusi nello squallore delle carceri, condannati a domicilio coatto, dispersi nell’esilio i forti atleti, difensori della Chiesa, se quei giovani non atterriti ma fatti baldi si riunivano e si disciplinavano senza mistero alla luce del giorno, dinanzi agli occhi degli avversari in società e in circoli sotto le pieghe di una bandiera che li eccitava alla preghiera, all’azione, al sacrificio e si gettarono coraggiosi sempre, talvolta audaci nel furore della mischia di chi era il merito? A chi è dovuto l’onore e la gloria? A Dio benedetto, che scelse povere e deboli creature a strumento delle sue opere, ad un santo Pontefice, Pio IX, che fino al primo vederli li accolsi paternamente, se li strinse al cuore, li incoraggiò e diè loro la vocazione di scendere in campo e combattere per Gesù Cristo, per la Chiesa, per la Sede Apostolica. Veramente quando nella mia solitudine passo in rassegna le opere della Società Giovanile, resto attonito allo schierarmi davanti fatti e - 35 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE scardinando i miei schemi mentali così ben costruiti. In primis, la scelta di lavorare nel sociale decidendo di spendere la mia formazione in un campo in cui di sicuro “non diventerò mai ricca”, ma avrò la possibilità di aiutare l’altro, ogni giorno, con passione e professionalità. Accanto a questo la scelta di fare la spesa nei piccoli negozietti del paese che vendono prodotti locali per non alimentare i guadagni delle grandi multinazionali o quella di installare in casa un filtro per bere l’acqua del rubinetto senza sprecare inutilmente plastica. O ancora quella di scegliere le bomboniere del commercio equo e solidale e i vini della cooperativa Libera per il giorno del matrimonio così che, in un giorno di festa, qualcun altro non debba soffrire per causa nostra. Paola De Lena, Diocesi di Termoli-Larino principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale. Esercizi di bene comune Ad occhi aperti. È importante cercare di leggere la realtà in modo obiettivo, cercando di essere liberi da precomprensioni o da valutazioni un po’ “emotive”. È necessario partire da una riflessione su dati tangibili. Per fare ciò, ed anche per andare oltre i propri schemi, può essere utile confrontarsi con le persone che potrebbero aver maturato idee sulla questione (assistenti, responsabili… a seconda del caso) con l’obiettivo di intercettare i bisogni delle persone che abbiamo accanto. Davvero insieme. Coltivare un’attenzione particolare per la “comunione” da coltivare come aspetto caratteristico e indispensabile per fare discernimento. Questa attenzione può nascere dal riscoprirsi comunità edificata dal Signore nell’eucarestia domenicale, oppure valorizzando i momenti di preghiera comunitaria od anche solo nel saper attendere i momenti adeguati per il confronto o nel non negare il proprio contributo nelle situazioni in cui è richiesto. Dal dire al fare. Essendo all’interno di una comunità è indispensabile porre attenzione alle persone che ci circondano, cercando di creare nuove sinergie che possano essere motivi di speranza per il territorio. Inoltre è importante non perdersi tra il dire e il fare ma arrivare a conclusioni concrete e verificabili del discernimento fatto insieme. - 34 - Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa presenta in modo sistematico i capisaldi dell’insegnamento sociale della Chiesa. La sua genesi risale all'enciclica Rerum Novarum (1891) di Papa Leone XIII; il grande nucleo della dottrina sociale è composto da famose encicliche e dai discorsi sociali dei Pontefici quali Quadragesimo Anno (1931) di Papa Pio XI, Mater et Magistra (1961) di Papa Giovanni XXIII, Populorum progressio (1967) di Papa Paolo VI, Centesimus annus (1991) di Papa Giovanni Paolo II, Caritas in veritate (2009) di Papa Benedetto XVI e alcuni discorsi di Papa Pio XII. Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa non è solo frutto del Magistero della Chiesa, ma anche del dibattito e degli studi di sacerdoti e laici cattolici. Esso è dono ai credenti e a tutti gli uomini di buona volontà, alimento di crescita umana e spirituale, personale e comunitaria, strumento che aiuta l’umanità nella ricerca operosa del bene comune. La sfida è trasformare la realtà sociale con la forza del Vangelo testimoniato da uomini e donne fedeli a Cristo. Nel messaggio per la XXII Giornata Mondiale della Gioventù del 2007 Benedetto XVI rivolgeva ai giovani l’invito pressante ad approfondire la Dottrina Sociale della Chiesa, perché dai suoi principi sia ispirata e illuminata la loro azione nel mondo. Essere giovani oggi Radio Centro On-Air Radio Centro è una piccola realtà radiofonica della parrocchia di S. Giorgio Martire di Locorotondo. Dal 2006 al 2009 è andato in onda settimanalmente Pensando e Parlando, un piccolo esperimento di formazione socio-politica radiofonica proposto alle varie diocesi raggiunte dal segnale. Il programma ha avuto l’obiettivo di formare e preparare alla politica i giovani universitari attraverso lo strumento della Dottrina Sociale della Chiesa, con i testi magisteriali commentati e studiati, con l’aiuto di esperti di diversi ambiti. E’ stato un momento di crescita, di conoscenza del -7- ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE patrimonio della DSC, delle sue ricadute sulla quotidianità, sull’applicabilità dei valori cristiani all’interno anche della politica. Il lavoro alla radio è fatto di impegno, di studio, di scelta degli ospiti, di rete con persone, associazioni, docenti disposti a mettersi in gioco, ma anche di ore di registrazione, di scelta musicale. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di formarci e formare alla persona. Da qui la necessità di uscire fuori, nelle piazze, attraverso i “Caffè Filosofici”, con diretta radiofonica dei singoli eventi. Se la formazione è per la persona, come vuole la Dottrina Sociale della Chiesa, portare la cultura in piazza, dare uno spazio (Radio o Caffè) ai cittadini può aiutare a formare coscienza civica e stimola momenti di cittadinanza attiva e di incontro, anche per un pubblico non specialistico. Antonio Cecere, Diocesi di Taranto 3. Il terzo momento è quello dell’approfondimento e della valutazione. Il riferimento immediato è il Vangelo e il Magistero. Quando si tratta di questioni sociali, la Dottrina sociale diventa la fonte ed il principio a cui ispirasi per poter giudicare. Lì non troviamo le soluzioni, ma piuttosto i riferimenti per poter giudicare. 4. Quarto momento è il momento decisionale. Il discernimento porta ad elaborare degli orientamenti e ad operare delle scelte coerenti col Vangelo. Non saranno sempre scelte perfette, spesso saranno i passaggi possibili in una realtà complessa. Ma il discernimento ci apre un cammino che ci porta verso la verità e il bene comune, ci indica le tappe, ci indica dei passi da fare. Si tratta di imparare a distinguere il piano dei valori evangelici da quello delle mediazioni storiche e concrete. 5. L’ultimo momento è il momento esecutivo. Ogni decisione va tradotta in una scelta, poi messa in pratica ed in seguito verificata. Bisognerà rispondere e dire quali sono i risultati. È stata fatta questa scelta con questi obiettivi: ci siamo arrivati? Sì? No? Perché? Dove siamo arrivati? E così via… (per maggiori info www.radiocentro.it ) Esercizi di bene comune Occhi vedenti: spesso i nostri occhi non sono attenti, sono superficiali. È necessario invece, vedere e osservare con attenzione e cura il contesto socio-politico-economico della realtà locale e globale. Per essere attento conoscitore del contesto, raccogli informazioni e dati sul bene comune offerti dai mass media (telegiornali, stampa locale e nazionale, radio, teatro, musica…) e poni uno sguardo attento e vigile sulle relative scelte politiche adottate dalle istituzioni. Testa pensante/cuore pulsante: nella vita di tutti i giorni le scelte che compi si realizzano attraverso una sintesi tra ragione (testa) e fede (cuore); esse non possono essere separate dalle questioni sociali, economiche e politiche. Valuta e giudica la loro coerenza rispetto alle indicazioni ed ai principi contenuti nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa; alla luce degli stessi, sarai così in grado di valutare cosa manca, cosa è possibile integrare, modificare, sistemare. Piedi peregrinanti: i giovani vivono in cammino cercando spazi di responsabilità e di sano protagonismo. Individua le direttive per agire, poni in essere azioni che promuovano un umanesimo integrale e solidale alla luce degli insegnamenti della dottrina sociale. Partecipa ai Consigli comunali promuovendo idee, sollecita la costituzione dei Consigli comunali giovani e dell’ufficio Informagiovani. Crea occasioni -8- In conclusione: “Il discernimento comunitario, nel senso proprio del termine, non significa arrivare alla scelta sommando i discernimenti individuali, ma che la comunità si riconosce come un organismo vivo, che le persone che la compongono creano una comunione dei cuori tale che lo Spirito si può rivelare e che esse lo colgono in quanto comunione di 13 persone, unità di intesa” . Essere giovani oggi Il servizio civile volontario può davvero cambiare la vita: questa volta la pubblicità non mente e l’ho sperimentato nella mia vita. Dodici mesi in una casa famiglia per ragazze madri e donne vittime della tratta della prostituzione hanno contribuito, insieme alla formazione sui temi della pace, della cittadinanza e della legalità, ad orientare le mie scelte di vita quotidiana, quelle più importanti e quelle semplici di ogni giorno 13 Rupnik M.I., Il discernimento. Seconda parte: come rimanere con Cristo, Lipa, Roma, 2001 - 33 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Il discernimento comunitario ha quindi come obiettivo quello della ricerca della verità e del bene comune e si attua nel confronto con gli altri. Siamo chiamati a costruire sulla Parola affidabile del Signore, sapendo che non è nostra prerogativa costruire qualcosa che possa essere definitivo o edificare una comunità in cui vada tutto bene. Spesso rischiamo di sopportare male ciò che ci sembra turbare un equilibrio che abbiamo difficilmente costruito nella nostra comunità (gruppo, parrocchia, diocesi). La diversità di opinioni ci inquieta invece di arricchirci. Eppure siamo chiamati ad ascoltare ogni opinione mettendoci in discussione e considerando ricchezza ogni diversità secondo l’idea che ognuno porta in sé la conoscenza di una parte della Verità. In questo senso ci sono alcuni luoghi (consigli parrocchiali, consigli diocesani, gruppi giovani, ecc.) in cui il discernimento comunitario è premessa indispensabile per un ordinario funzionamento. In particolare, il gruppo giovani, tenuto conto anche delle sue difficoltà e del suo percorso di crescita, può costituire un luogo privilegiato dove attuare un serio discernimento condiviso rispetto alla vocazione e alle responsabilità nella realtà con cui si è a contatto (nella parrocchia, nel paese, nel quartiere, nella città). di studio e di confronto su specifici temi del Compendio in spazi fisici e/o virtuali, generando una cultura diffusa che sia attenta alle dimensioni quotidiane del vivere, che possa interessare i coetanei, i politici e tutte le persone di buona volontà della città. Proponi la ristrutturazione di un locale pubblico abbandonato, di un muro comunale, di un’aiuola pubblica. Proponi un taglio “giovane” nelle Scuole di formazione politica già attive in diocesi affinché siano sempre più scuole per l’educazione alla responsabilità personale, all’impegno pubblico, al senso delle istituzioni, alla partecipazione, alla democrazia. Per pensare il discernimento comunitario possiamo individuare uno schema di massima, che non è tanto un metodo da applicare quanto piuttosto uno stile con cui stare nel mondo per affrontare le questioni che 12 ci interpellano : 1. Il primo momento riguarda la conoscenza dell’oggetto di cui dobbiamo parlare. Può essere una questione relativa al bene comune, può essere una scelta da compiere per la comunità, può essere un percorso associativo da dover pensare. Prima di tutto è importante conoscere la realtà che ci troviamo di fronte, anche utilizzando strumenti scientifici e superando analisi frettolose e superficiali. 2. Il secondo momento è quello della “purificazione interiore”, in cui vengo chiamato a liberarmi dalle mie incomprensioni rispetto alla questione. Si tratta di porre interrogativi sui propri schemi. Se mi porto dentro dei pregiudizi, l’altro finisce col diventare un nemico, un oppositore. 12 dall’intervento di don Antonio Mastantuono al campo nazionale del settore Giovani di Ac, Fognano, 2010 - 32 - Il testimone Giuseppe Toniolo (1845 – 1918): economista e sociologo italiano, occupa un posto importante nella storia del pensiero e dell'organizzazione del laicato cattolico: nel 1889 fondò a Padova l'Unione cattolica di studi sociali, collaborò anche con l'Opera dei Congressi. Dopo il suo scioglimento (1904), si occupò di riorganizzare l'Azione cattolica. Fu ispiratore e fondatore della prima Settimana sociale dei cattolici italiani (1907). Formulò il primo programma politico cristiano democratico, il “Programma dei cattolici di fronte al socialismo” sulla scia aperta dalla pubblicazione della Rerum Novarum. Aderendo alla scuola storica dell'economia aveva imparato che le "leggi" economiche non esistono in astratto, al di là delle condizioni concrete in cui l'homo oeconomicus vive, tanto meno possono prescindere dal fattore etico, che è dimensione qualificante dell'essere umano. Toniolo si impose per il suo indiscutibile ingegno, per la sua profonda preparazione, per la statura spirituale di credente che gli era riconosciuta anche dagli avversari. Giuseppe Toniolo fu un uomo di sintesi, una sintesi coltivata innanzitutto nell’equilibrio tra la vita pubblica e l'interiorità. “Gli studi diverranno dunque la tua professione. E ben sai come ciò mi soddisfi, continuando la traccia della mia carriera professionale. Ma vecchio di anni, non ancora di spirito, ti dico che per gli studi non devi dimenticare i problemi della vita pratica, in ispecie quelli sociali, che oggi grandeggiano e che rientrano pure palesemente nei disegni della Provvidenza, per richiamare le presenti generazioni per questa via a sé. Vi dedica perciò una parte secondaria e completiva della tua attività; ma non disinteressartene, proseguendo in qualche misura l’opera -9- ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Discernimento comunitario iniziata fin qui. Perocché noi dobbiamo di tale programma sociale fare quasi una parte dei nostri doveri di cattolici, dappoiché la Chiesa quel programma fece suo; e vuol dirigerlo alla salvezza del popolo e alla rivendicazione della civiltà cristiana.” Tra Bibbia e giornale Tratto dalla lettera al figlio Antonio (Pisa, 1° luglio 1904) Il fedele laico è chiamato a individuare, nelle concrete situazioni politiche, i passi realisticamente possibili per dare attuazione ai principi e ai valori morali propri della vita sociale. Ciò esige un metodo di discernimento, personale e comunitario, articolato attorno ad alcuni punti nodali: la conoscenza delle situazioni, analizzate con l'aiuto delle scienze sociali e degli strumenti adeguati; la riflessione sistematica sulle realtà, alla luce del messaggio immutabile del Vangelo e dell'insegnamento sociale della Chiesa; l'individuazione delle scelte orientate a far evolvere in senso positivo la situazione presente. Per approfondire Il libro sul comodino Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, 2004. Il Compendio vuole sostenere e spronare l’azione dei cristiani in campo sociale, specialmente dei fedeli laici; in essa il cristiano troverà i principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 568) Il film da vedere In un mondo migliore, 2010, Regia di S. Bier , 113’, Danimarca/Svezia, drammatico). Il film affronta la fragilità delle relazioni tra gli uomini nella società contemporanea, evidenziando la fatica e le difficoltà di chi sceglie la via della solidarietà e del perdono, sollevando la riflessione sulla forza del pacifismo e il predominio della violenza. Di che si tratta? Il discernimento comunitario è un’azione che mira ad individuare e riconoscere la volontà di Dio nella storia per poter compiere delle scelte che, secondo lo Spirito, possano portare “molto frutto” per la realtà in cui viviamo. Siamo infatti convinti che all’inizio dell’esperienza cristiana “non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con 11 ciò la direzione decisiva” . 11 Benedetto XVI, Lettera enciclica Deus caritas est, n. 1, Libreria Edizione Vaticana, 2005 - 10 - - 31 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Per approfondire CITTADINANZA Il libro sul comodino Fratelli d'Italia, cittadini d'Europa e del mondo Albanese G., Ma io che c’entro? Il bene Comune in tempo di crisi, Ed. Messaggero Padova, 2009. “Per essere brave persone (se uno è credente potremmo dire bravi cristiani) bisogna per forza essere bravi cittadini. D’altronde, i problemi contemporanei della cittadinanza richiedono da parte di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà, un’attenzione nuova sia al ruolo della società civile, pensata diversamente in rapporto allo stato e ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, sia ai grandi problemi della cittadinanza mondiale, tra i quali emergono le istanze fin qui accennate cui si aggiungono altre: dalla fame alla povertà; dalla giustizia economica internazionale all’emigrazione; dalla pace all’ambiente.” Il film da vedere Biutiful cauntri, 2007, regia di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, 83’, Italia, documentario. Allevatori che vedono morire le proprie pecore per la diossina. Un educatore ambientale che lotta contro i crimini ambientali. Contadini che coltivano le terre inquinate per la vicinanza di discariche. Storie di denuncia e testimonianza del massacro di un territorio. Siamo in Italia, nella regione Campania dove sono presenti 1200 discariche abusive di rifiuti tossici. Sullo sfondo una camorra imprenditrice che usa camion e pale meccaniche al posto delle pistole. Una camorra dai colletti bianchi, imprenditoria deviata ed istituzioni colluse, raccontata da un magistrato che svela i meccanismi di un'attività violenta che sta provocando più morti, lente nel tempo, di qualsiasi altro fenomeno criminale. - 30 - Il Concilio esorta i cristiani, cittadini dell'una e dell'altra città, di sforzarsi di compiere fedelmente i propri doveri terreni, facendosi guidare dallo spirito del Vangelo. Sbagliano coloro che, sapendo che qui noi non abbiamo una cittadinanza stabile ma che cerchiamo quella futura, pensano che per questo possono trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno. A loro volta non sono meno in errore coloro che pensano di potersi immergere talmente nelle attività terrene, come se queste fossero del tutto estranee alla vita religiosa, la quale consisterebbe, secondo loro, esclusivamente in atti di culto e in alcuni doveri morali. (Gaudium et Spes, n. 43) Di che si tratta? Quando si parla di cittadinanza non si dovrebbe mai prescindere dal concetto di persona che ne è alla base. L’uomo non può vivere da solo, in quanto il suo essere è un essere per l’altro, per la relazione: è insito nell’anima umana il voler vivere in aggregazioni civili. Ogni persona esercita un’apertura verso il mondo, che è lo spazio in cui si gioca la nostra identità e la nostra testimonianza, e, riconoscendosi membro di una comunità, è responsabile del suo destino di sviluppo o di deterioramento. Il concetto di cittadinanza travalica, quindi, i confini puramente geografici di un territorio; ma in un mondo globalizzato, di quale comunità parliamo? - 11 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Sentirsi parte di una comunità significa prima di tutto avvertire forte l’appartenenza alla propria città, ricercare un’etica e un bene collettivo, maturare un’identità sociale. M'impegno. Cerca di utilizzare mezzi di trasporto non inquinanti, privilegiando gli spostamenti a piedi o in bicicletta per gli spostamenti brevi superando la pigrizia, oppure utilizzando i mezzi pubblici. Pratico nella mia ordinarietà la raccolta differenziata ed utilizzo materiali riciclabili. Una città con una propria identità sociale è una città che ha come priorità assoluta l'attenzione ai poveri ed ai bisognosi; è una città che permette di intessere relazioni sociali positive, dove i sogni e le aspettative di ognuno possono essere realizzati in una comunità che sa stare insieme, aggregare, includere, accogliere, solidarizzare. Avere una propria identità, inoltre, aiuta ad alimentare un senso di appartenenza alla comunità tale da pensare di non abbandonarla "mai", anche quando trovare un lavoro è impresa ardua o quando vivere in essa diventa difficile, anche quando la solitudine diventa la prima forma di povertà. Essere portatori di un’identità, in questa prospettiva, significa presentarsi all'incontro con l'altro a "mani piene". Maturare un’attenzione alle piccole cose, alle relazioni personali, l’aver a cuore tutto e tutti i membri di una comunità da un lato fa sì che, interpreti delle tradizioni e delle vocazioni di un territorio, sappiamo accogliere le persone che vengono ad abitarlo; d’altro lato possiamo sentirci, anche dal nostro territorio, costruttori di una cittadinanza europea e mondiale, membra di una comunità più grande e come tali mai “stranieri” sulle vie del mondo. Diceva Mons. Tonino Bello che il genere umano è chiamato a vivere sulla terra ciò che le tre persone divine vivono nel cielo: la convivialità delle differenze. L’esperienza associativa è un grande dono che l’Ac può fare al Paese, è un modello esemplare di convivialità, di democrazia partecipata, che educa a crescere nella corresponsabilità e nel dialogo intergenerazionale, facendo ognuno il suo in un’ottica comune, maturando progressivamente i propri talenti e mettendoli a disposizione di tutti in un servizio che, di volta in volta, si esercita in forme, modi e tempi differenti. Un’esperienza di bene comune, da tradurre in prassi quotidiana nella vita di tutti i giorni. La formazione delle coscienze, in tal senso, non è un mero esercizio intellettuale o uno sforzo teorico, ma ha il fine di portare la luce del Vangelo nel mondo contemporaneo, rinnovando lo stile degli incontri tra le persone, promuovendo la cultura del rispetto, dell'accoglienza, della condivisione, e valorizzando la dignità della vita di ogni persona, nel rispetto della legge e delle istituzioni democratiche. Tale sforzo formativo va compiuto prima di tutto nelle stesse comunità parrocchiali e diocesane - 12 - Scelgo. Informati e approfondisci le tematiche che riguardano: il consumo critico, scegliendo gli acquisti di prodotti in base alle scelte sociali ed ambientali che le imprese adottano; il risparmio e l'investimento etico, valutando non solo le conseguenze economiche, ma anche le ripercussioni sociali, l'impatto ambientale e il rispetto dei diritti umani fondamentali; le possibili economie alternative, come la decrescita felice, il commercio equo e solidale, i gruppi di acquisto solidale (GAS). Il testimone Ernesto Olivero (1940): ultimo di nove fratelli, nasce a Pandola, paese del Salernitano dove si era trasferita la sua famiglia per lavoro. Passa una carriera scolastica in salita tra la Campania e Chieri, dove si trasferisce all’età di dodici anni; lavorerà in alcune industrie della zona e poi in una filiale della Banca San Paolo fino alla pensione. A ventiquattro anni, il 24 maggio 1964 fonda il Sermig (SERvizio MIssionario Giovani) insieme alla moglie Maria Cerrato, conosciuta organizzando le Giornate Missionarie Mondiali, e ad alcuni amici con i quali si incontra settimanalmente a casa propria. Questo gruppo, che raccoglie giovani, coppie di sposi, monaci e monache, inizia in sordina ad impegnarsi a fianco dei poveri e degli emarginati di Torino, sua città di adozione, seguendo l’insegnamento del Vangelo. “Esistono due tipi di persone: gli uomini di buona volontà e quelli di non buona volontà. Questi ultimi sono coloro che per fede, convinzione, etica, ambizione personale, si fanno gli affari propri. Invece quelli di buona volontà sono coloro che per gli stessi motivi si fanno gli affari degli altri.” - 29 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Essere giovani oggi che, talvolta, nel piccolo riflettono le tensioni e le dinamiche ricorrenti nella società. “DIFFERENZIAMOCI… Aria pulita più sana la vita” comincia con un gemellaggio tra noi della parrocchia Maria SS. Annunziata di S. Cipriano d’Aversa (Ce) e i giovani della parrocchia di S. Giovanni Battista di Aversa (Ce). Insieme abbiamo condiviso le nostre inquietudini di giovani che vivono tutte le difficoltà di una terra in cui, problemi come la diffusa illegalità o lo sfruttamento ambientale, offrono un futuro abbastanza incerto ma non spengono in noi la volontà di cambiare almeno qualcosa. L’idea di iniziare un’“avventura” ecologica prende vita dalla voglia di riappropriarci del nostro territorio, dal desiderio di vivere, e non più di “sopravvivere”, nel luogo che ci è stato donato e di cui ci sentiamo custodi. Così, un po’ dal nulla, nasce un Incontro pubblico sulla salvaguardia del creato, punto di partenza per una campagna di sensibilizzazione a favore della raccolta differenziata. Un momento di vera condivisione per la nostra associazione, che ha coinvolto non solo noi giovani, ma anche i giovanissimi ed i ragazzi. Ciò che ci è premuto ricordare è che tutti siamo chiamati a “fare la differenza”, contribuendo a portare un segno di speranza nuova per il bene comune e «a promuovere l’ambiente come casa e come risorsa 10 a favore dell’uomo e di tutti gli uomini» . Antonella Esposito, diocesi di Aversa Anche in questo ambito vale il discorso che tanto più facile sarà costruire un’identità sociale, quanto più saremo consapevolmente solidi nella nostra identità culturale e religiosa. In questo senso occorre non dimenticare mai la necessità di curare la propria formazione spirituale per essere in grado di cogliere sempre la presenza del Signore nelle cose che facciamo e intuire la presenza dello Spirito Santo nel discernimento che di volta in volta si sarà chiamati a fare nell’interpretare profeticamente i segni dei tempi. Esercizi di bene comune Risparmio. Stai attento alle tue abitudini quotidiane, ti renderai conto che potrai avere alcuni accorgimenti che ti permettono di non sprecare o risparmiare le risorse: approfittare della luce solare invece di accendere sempre la luce, utilizzare le apparecchiature che permettono il risparmio energetico, mettere in modalità standby o chiudere il computer se non lo stai utilizzando, riutilizzare i fogli di carta scritti solo da un lato, bere acqua di rubinetto, non lasciar scorrere l'acqua potabile quando non la usi, sono alcune delle accortezze che potrai avere. Educando alla città il cattolico può davvero porsi come punto di riferimento e come attento indicatore di valori nel mondo: la carità può davvero permeare il mondo, la speranza rende gioiosi gli occhi dei nostri concittadini, la città può essere luogo di vocazione! Essere giovani oggi Era l’aprile del 2008 quando appresi la notizia di essere stata eletta Consigliere di maggioranza nel mio paese. Prima sensazione? Invasa da un grande senso di responsabilità: “Così giovane (avevo 26 anni) ce la farò?” Avevo accettato la candidatura animata proprio dal grande desiderio di prestare Servizio per il mio paese: dopo l’attività in parrocchia e la responsabilità educativa, sentivo di dover e poter dare di più, mettendomi in gioco anche aldilà dell’ambiente protetto dell’associazione stessa. Ma presto ho imparato che l’entusiasmo non basta a sé stesso: servono preparazione, spirito di squadra, pazienza e… fiducia! Nelle mani di noi giovani è racchiuso il potere del cambiamento, non certo con la rivoluzione, ma con piccoli barlumi di testimonianza di vita. Non è utopia, ma speranza! Solo il tempo potrà dire se questa strada sarà la vera vocazione della mia vita; certo sarà un’esperienza di crescita sul piano personale, con la speranza di aver contribuito ad accendere in questo cammino almeno un piccolo lume di fiducia nella possibilità di cambiamento. “Un'ideologia non può sopravvivere a lungo senza una morale” (Karol Wojtyla) Alessandra Fusco, Diocesi di Treviso 10 Tratto dal discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II ai partecipanti al convegno Ambiente e Salute 24 marzo 1997 - 28 - - 13 - ESERCIZI DI BENE COMUNE Esercizi di bene comune Abita: Conosci e riscopri le tradizioni e la storia della tua città o del tuo paese! C’è una storia che ti ha preceduto, di cui oggi sei erede e testimone, chiamato a viverla, sentirtene parte e darle continuità per il bene dei luoghi che abiti e delle persone che fanno parte della comunità. Proponiti di riscoprire le tradizioni e la storia della tua terra (leggi qualche buon libro, intervista qualche anziano del paese, riscopri la storia dei personaggi a cui sono intitolate le strade, ecc.) Questa è la mia casa: oggi il mondo diventa la tua casa e alla costruzione della tua identità contribuisce la dimensione europea e mondiale. Impegnati a vivere quotidianamente i valori dell’accoglienza, del dialogo, del rispetto dei diritti e dei doveri di tutti. Individua esperienze di accoglienza e integrazione sul tuo territorio. Ricerca, anche nel passato, figure di laici testimoni e protagonisti di storie di accoglienza, solidarietà, integrazione. Invita al gruppo un giovane immigrato che racconti la sua storia personale. Insieme… in cantiere!: Attraverso la cura delle relazioni contribuiamo a rendere più bella la città! Ricerca forme di collaborazione con altre associazioni, anche non ecclesiali, con cui percorrere un tratto di strada comune, promuovendo occasioni di incontro, dibattito, confronto, dialogo e democrazia. Il testimone Gino Pistoni (1924 – 1944): animatore dei centri giovanili in varie località della diocesi di Ivrea, maturò il suo fecondo apostolato da un finissimo spirito di preghiera, incentrato sull’Eucaristia, sulla lettura spirituale e sulla forte devozione alla Madonna. Durante la II Guerra Mondiale, Gino non ha dubbi nello schierarsi coi partigiani in lotta per la libertà, ma senza odiare i propri nemici. Al momento finale della sua vita, colpito a morte dai tedeschi mentre soccorreva un loro soldato ferito, sente l'esigenza di spiegare il suo atto supremo, scrivendo con il sangue sul sacchetto del pane ESERCIZI DI BENE COMUNE inquinamento atmosferico, contaminazione delle acque e dei territori, a causa di una produzione eccessiva di rifiuti talvolta non smaltibili e altamente tossici. È evidente, dunque, come il perseguimento di una crescita continua e illimitata non abbia assicurato una crescita del benessere, una scomparsa della disoccupazione, un’equità sociale, bensì ha ampliato i divari tra classi sociali o tra paesi. Tali considerazioni non possono non sfociare in una ricerca costante di un modello di sviluppo diverso, che difenda i diritti umani e che sia mirato ad una salvaguardia dell’ambiente e alla realizzazione di un’uguaglianza sociale e di uno sviluppo sostenibile. Comunemente per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare “il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare il 9 proprio.” Fu Papa Paolo VI, nell’enciclica Populorum Progressio a sostenere che “lo sviluppo di cui parliamo non può essere limitato alla sola crescita economica. Per essere autentico, esso deve sostenere lo sviluppo di ogni essere umano e di tutta l’umanità”, il principio da seguire non è quello di consentire che i fattori economici, sociali e politici vadano a danno dell’essere umano, ma che siano a favore della dignità della persona umana, che deve essere posta al di sopra di tutto. “È sostenibile solo uno sviluppo che rispetti la creazione e che non danneggi l'ambiente” ha affermato Benedetto XVI all’udienza del 27 gennaio 2010. Uno sviluppo che riconosca la dignità umana, che non sia uno sviluppo di pochi a discapito di molti, che sia uno sviluppo comune. A noi dunque il compito di sostenere i paesi che subiscono la nostra crescita, un sostegno che non sia sostentamento, ma che comportino scelte radicali: la scelta di uno stile di vita sobrio, la scelta della rinuncia al superfluo e la scelta dell’impegno nella difesa dell’ambiente, riconoscendoci “uomini custodi della creazione”. Non dobbiamo mai dimenticare che il creato è un dono di Dio per tutti, nessuno lo possiede, ma ognuno ha delle responsabilità verso l’umanità intera nel giusto utilizzo di ciò che ci è stato affidato. 9 - 14 - Rapporto Brundtland, 1987 - 27 - ESERCIZI DI BENE COMUNE SVILUPPO SOSTENIBILE Vivere con Stile Dio ha destinato la terra con tutto quello che in essa è contenuto all'uso di tutti gli uomini e popoli, sicché i beni creati devono pervenire a tutti con equo criterio, avendo per guida la giustizia e per compagna la carità. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 171) queste parole: "Offro la mia vita per l'AC e l'Italia. W Cristo Re" (25 luglio 1944). Gino Pistoni ha scritto pochissimo; non aveva molta familiarità con la penna, preferiva comunicare con le parole e i fatti. Quando ha fatto l'ingresso nella "Società Operaia del Getsemani", movimento spirituale di dedizione all'Apostolato sorto all'interno dell'Ac, scrisse questa preghiera che doveva rimanere segreta: "Il mio cuore oggi eleva a te un inno di lode e di ringraziamento. […] Ti ringrazio di avermi chiamato a far parte dell'Azione cattolica e di aver dato alla mia vita, prima di allora veramente vuota, uno scopo che la rendesse degna di essere vissuta... Ti chiedo la grazia di vivere con te le sofferenze del Getsemani […] concedimi inoltre la grazia per vivere una vita interamente e profondamente cristiana tutta dedita al Tuo servizio e al salvamento delle Anime. Così sia". Per approfondire Di che si tratta? “Se il mondo fosse un palazzo di cinque piani, abitato da cento persone suddivise in gruppi di venti per piano, scopriremmo che gli inquilini dell’attico arraffano, da soli, l’86% della ricchezza prodotta. Quelli del piano di sotto si appropriano del 9%, mentre quelli dei due successivi ricevono il 2% ciascuno. Infine quelli dello scantinato devono accontentarsi di circa 8 l’1%”. È dunque evidente che lo sviluppo di determinate popolazioni abbia provocato l’impoverimento di altre, devastate da guerre coloniali o costrette a lavorare con ritmi sovraumani ricevendo un’irrisoria parte del ricavato. Ma siamo sicuri che tutta questa produzione aumenti il benessere di qualcuno? A subire le conseguenze di una crescita spietata e senza scrupoli è anche il nostro stesso ambiente. Spesso l’attenzione al rispetto delle regole per la difesa ambientale è un grosso ostacolo per chi ha come obiettivo il massimo guadagno. Se da un lato, dunque, vi è apparentemente un notevole sviluppo economico, dall’altro ci rendiamo conto che il nostro pianeta sta patendo le nostre scelte. E anche noi, che dovremmo essere i primi beneficiari di questo progresso, spesso lo subiamo sotto forma di 8 ESERCIZI DI BENE COMUNE Il libro sul comodino Fruttero C. e Gramellini M., La patria, bene o male, Mondadori, 2010. Attraverso 150 date scelte dagli autori, si snoda un percorso il cui intento è quello di offrire un’infarinatura essenziale della storia d’Italia. Il film da vedere Noi credevamo, 2010, regia di Mario Martone, 204’, Italia/Francia, drammatico/storico. Un film di notevole impegno, che offre però la possibilità di riflettere sulla necessità di arrivare ad una memoria condivisa sulle radici della nazione italiana, assaporarne la storia, sentendocene parte, eredi e protagonisti attuali. Gesualdi F., Sobrietà, Feltrinelli, 2005 - 26 - - 15 - ESERCIZI DI BENE COMUNE Politica Politica è partecipazione Per i fedeli laici limpegno politico è unespressione qualificata ed esigente dellimpegno cristiano al servizio degli altri. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 565) ESERCIZI DI BENE COMUNE elevato il comandamento della carità a norma obbligatoria di condotta perché è proprio questo salto di qualità che connota il cristiano. La giustizia è necessaria, ma non sufficiente, e può e deve essere superata dalla legge della carità che è la legge dell’amore, amore verso il prossimo e verso Dio, ma verso il prossimo in quanto immagine di Dio, quindi in modo 7 non riducibile alla mera solidarietà umana.» Per approfondire Il libro sul comodino Di che si tratta? La politica (dal greco POLITKÉ che attiene alla città, sottinteso Tèchné arte) è l’arte di governare gli Stati, è l’amministrazione della cosa pubblica. Se ogni cristiano, in quanto cittadino depositario di diritti e doveri costituzionalmente garantiti, è impegnato in politica in forme e vocazioni diverse, diventa indispensabile tradurre in prassi quotidiana la fede professata riconoscendo che l’agire politico rientra a pieno titolo nella testimonianza della carità e in essa trova un suo preciso significato profondo. È celebre una frase di Paolo VI: “La politica è la forma più alta ed esigente della carità”. Anch’essa, dunque, chiama al dono di sé per l’altro, sollecita alla gratuità, alla solidarietà e al servizio. Il nostro agire non può prescindere dal nostro essere: se siamo cristiani inevitabilmente la fede in Dio è il perno intorno al quale ruota tutta la nostra vita, ispira scelte e comportamenti e tiene insieme tutto il resto. È dalla fede che matura la tensione a una testimonianza credibile negli ambienti di vita, è grazie alla pulizia dell’anima che le parole rendono autorevolezza alla Parola e gli atteggiamenti sono coerenti con ciò che si annuncia. L’equilibrio e la sobrietà con il quale perseguire questo impegno sono ben definiti d’altronde anche dalla scelta religiosa che l’Ac fece chiaramente con lo statuto del 1969. Non è certo da intendersi come un disimpegno dalla vita politica e sociale. Vittorio Bachelet così la spiegava nel 1973: - 16 - Limoccia L. e Diana M., Petali di Vita. Don Peppe Diana: un cammino per la Giustizia, Rubettino, 2010. "Coscienti che come chiesa dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco della ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà". (Don Peppe Diana) Il film da vedere Il giudice ragazzino, 1994, regia di Alessandro di Robilant, Italia. Il film racconta con fedeltà le vicende della vita di Rosario Livatino, evidenziandone il grande impegno civile e l’ideale di giustizia intransigente, alimentato da una costante e profonda dimensione spirituale. 7 Tratto dalla relazione “Fede e diritto” svolta nella sala-conferenze dell'Istituto delle Suore Vocazioniste, a Canicattì, il 30 aprile 1986 - 25 - ESERCIZI DI BENE COMUNE nel tempo l’efficacia di questo proposito. Denuncia. Individua, anche insieme al tuo gruppo, negli ambienti di vita che attraversi ogni giorno (condominio, quartiere, parrocchia, città), persone, luoghi, situazioni a cui occorre dare voce, per consentire il rispetto della dignità e dei diritti di ciascuno. Annuncia. Stringi relazioni significative e promuovi occasioni di confronto con altri giovani o altri gruppi sulle motivazioni, laiche e di fede, che spingono ad avere “fame e sete di giustizia”. Valorizza le realtà buone di annuncio già esistenti nella tua terra. Il testimone Rosario Livatino (1952 – 1990): figlio dell'avvocato Vincenzo e della signora Rosalia Corbo. Conseguita la maturità presso il liceo classico, si laureò nel 1975 in giurisprudenza cum laude. Tra il 1977 ed il 1978 prestò servizio come vicedirettore in prova presso l'Ufficio del Registro di Agrigento e, sempre nel 1978, entrò in magistratura presso il Tribunale di Caltanissetta. Nel 1979 diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice a latere. Venne ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra. 6 Magistrato “martire della giustizia ed indirettamente della fede” , indicato ai giovani da Papa Benedetto XVI come un modello al quale fare riferimento per operare per il bene e contrastare il male: «I non cristiani credono nel primato assoluto della giustizia come fatto assorbente di tutta la problematica della normativa dei rapporti interpersonali, mentre i cristiani possono accettare questo postulato a condizione che si accolga il principio del superamento della giustizia attraverso la carità. ESERCIZI DI BENE COMUNE «Allora la scelta religiosa insegna al cristiano che la testimonianza di carità si fa per lui anche impegno civile e politico che non può delegare al gruppo e alla comunità ecclesiale, ma alla cui coscienza e responsabilità il gruppo e la comunità ecclesiale debbono formarlo». L’impegno politico esige specifica competenza, capacità di analisi e condivisione, nella piena consapevolezza che in politica non s’improvvisa. Un impegno politico orientato alla ricerca del bene comune, dunque, non può prescindere da un tenace esercizio delle virtù, di quelle “attitudini ferme, disposizioni stabili, perfezioni abituali dell’intelligenza e della 1 volontà” ordinate non solo a compiere atti buoni, ma al dare il meglio di sé. Esercitare la prudenza nell’impegno politico significherà, così, ricercare il vero bene e discernere sui mezzi più adeguati e giusti per compierlo, superando il personale interesse o non cedendo a facili logiche populistiche. La virtù della temperanza diventerà sinonimo di moderazione, misura, attesa dei tempi, dominio di sé, sobrietà; la giustizia agire con equità e secondo diritto. La fortezza si tradurrà in costanza e tenacia nella ricerca del bene e nel perseguirlo. Ma al di sopra di tutto vi sia sempre il primato della carità. Un credente, sostenuto dalla comunità ecclesiale nella quale si educa alla luce della Parola e dei sacramenti, che sappia discernere con sapienza cristiana il presente, pronto a impegnare la propria responsabilità con scelte coerenti nell’esercizio della propria coscienza offrirà un contributo prezioso alla vita della propria comunità, quel patrimonio di valori indispensabili per lo sviluppo della vita umana e per la cura delle relazioni nel rispetto della piena dignità dell'uomo. Così facendo un politico cristiano sarà persona di comunione e non di opposizione, forza aggregante delle buone volontà a servizio del bene comune capace di superare le logiche di partito, a volte vincolanti, e promotore efficace di dialogo ed ascolto tra le differenze. “Se la democrazia è partecipazione, coscienza civile, libertà, spetta a tutti noi, e soprattutto a voi giovani, che rappresentate la forza nuova della 2 nazione, recuperare il senso della politica” Il Cristo non ha mai detto che soprattutto bisogna essere "giusti", anche se in molteplici occasioni ha esaltato la virtù della giustizia. Egli ha invece 1 6 Dalle parole di Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio del 1993 - 24 - 2 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1804, Libreria Editrice Vaticana, 2003 Cananzi R., Giovani e la politica in Italia, Ed. Paoline, 1999 - 17 - ESERCIZI DI BENE COMUNE Essere giovani oggi Sono stato eletto, il 29 marzo 2010, consigliere comunale di maggioranza nel paese in cui sono nato: Acquaviva delle Fonti (BA). Il mio impegno nella politica attiva non è conseguenza di un’adesione ad un movimento giovanile di partito ma è conseguenza di un cammino intrapreso con l’Azione cattolica. In questi anni l’Ac mi ha offerto essenzialmente tre doni: un sacco di amici con cui dibattere, condividere percorsi e impegnarmi nella vita sociale; molti testimoni (Bachelet, Lazzati, La Pira, Marvelli) dai quali cerco di estrapolare caratteristiche per crearmi un’identità politica da imitare; non per ultimo l’Ac mi ha insegnato a curare l’interiorità. Questo dono mi permette di vivere con energie sempre nuove l’impegno politico, un impegno difficile e bello. Vincenzo Caporusso, Diocesi di Bari-Bitonto Esercizi di bene comune Punti di vista: studia gli eventi da più punti di vista esercitando un pensiero critico il più possibile consapevole e libero da pregiudizi e logiche di parte. M’illumino d’impegno: Utilizza lo strumento di internet per cercare esempi di gesti concreti di edificazione della città dell'uomo, cioè scelte, idee, suggerimenti, buone prassi amministrative, che considerino l'uomo perno delle scelte strategiche per lo sviluppo della società. Guardati attorno! individua esempi di giovani e adulti che testimoniano tutti i giorni i valori della gratuità, della condivisione, della reciprocità. Con l'aiuto del consiglio parrocchiale di Ac, puoi anche promuovere occasioni di incontro, luoghi di discernimento comunitario, di educazione alla responsabilità e alla politica. Monitora l'attività politica della tua città, esercitando il diritto-dovere di controllo e proposta! Invita un amministratore ad un confronto su alcune tematiche locali, assisti ad un consiglio comunale. Potresti anche farti promotore, preliminarmente, con alcuni amici di un giro in bicicletta per le vie del quartiere e della città, individuando luoghi simbolo di incuria e degrado amministrativo, così come anche luoghi - 18 - ESERCIZI DI BENE COMUNE Non l’ho cercato, è venuto da me. All’inizio è stato quindi un po’ forzato trovare delle motivazioni per conoscerlo e impegnarsi in esso in modo attivo: ho vissuto buona parte della mia vita, credo, come molti altri ragazzi del sud non direttamente coinvolti nelle schiere dei “buoni” e dei “cattivi”, sentendo i termini “mafia”, “ndrangheta”, come delle eco lontane; vere, sì, ma non tangibili. Un buon cammino di fede ed una buona educazione familiare mi davano già la certezza che la giustizia e la legalità fossero valori alti, importanti, da perseguire. Ma dove? E come? La prima cosa che ha fatto per me il Museo è stata presentarmi la realtà delle cose, della quotidianità, della mia terra. Ed è stata una realtà tremenda, fatta davvero di orrori celati dietro gli occhi delle persone che quotidianamente incontravo. Attraverso la lettura e lo studio vero e proprio degli atti giudiziari, abbiamo ricostruito la storia di un ragazzino del mio quartiere, ucciso a soli 14 anni e fatto sparire, dalle stesse persone che possedevano la villa che è ora sede del museo. Ho visto il mio paese da un punto di vista diverso, che mi faceva paura. Sapevo che entrando in quella villa sfarzosa avevo addosso gli occhi dei vicini e dei parenti del boss, e sono stati occhi che si sono fatti sentire, anche attraverso alcune minacce. Era inconcepibile per loro che un’abitazione venisse confiscata ad una famiglia per essere data ad un’associazione. Ma la seconda cosa che ha fatto per me il Museo è stata aprirmi gli occhi sull’essere umano: non si può lottare contro il male, senza dimenticare che le persone non sono il male. È molto difficile ancora per me riuscire ad accettarlo: Cristo è morto ed è risorto anche per un boss o un assassino. Un giovane Cristiano non dovrebbe mai smettere di avere davanti a sé questa verità. L’amore incondizionato per la Vita, porta necessariamente al rispetto della dignità di ognuno. Paola, volontaria Museo della Ndrangheta di Reggio Calabria Esercizi di bene comune Rinuncia. Verifica se esistono nella tua quotidianità (università, lavoro, famiglia ecc.) abitudini, atteggiamenti, pretese (ad es. utilizzo di libri interamente fotocopiati o compact disc masterizzati, mancato rispetto del Codice della strada o del regolamento condominiale, ecc...) che intralciano i diritti di qualcun altro. Proponiti di rimediare, verificando - 23 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE consentono alle associazioni e agli individui di conseguire ciò a cui hanno 4 diritto secondo la loro natura e la loro vocazione» . L’impegno ad essere uomini giusti si realizza quotidianamente ponendosi in ascolto dei bisogni, individuando i luoghi e le cause dell’ingiustizia, sacrificandosi per combattere tutto ciò che ruba dignità ad ogni essere umano, assumendosi in prima persona la responsabilità di garantire i diritti degli altri. Condizione essenziale e conseguente è anche il rispetto della legalità, che significa rifiutare quei vantaggi, quelle agevolazioni, quei benefici che possono derivare dall’illegalità; questo comporta dei sacrifici e delle rinunce rispetto a comportamenti che ci vengono proposti come “normali” o, addirittura, “necessari”. Tenendo aperto l’orizzonte della speranza, che non abbandona mai l’uomo, anche nella notte più buia, la Conferenza Episcopale Calabrese ha indicato tre atteggiamenti concreti per i laici cristiani di quella terra, che possono essere qui riproposti con valenza universale: “rinunciare”, “denunciare” e 5 “annunciare” . Si tratta, cioè, di impegnarsi in segni concreti di testimonianza, di esprimere a voce alta il proprio desiderio di bene, di vivere il Vangelo. Vivere in prima persona questa dimensione di impegno e di fede significa incarnare un’alternativa possibile e credibile: il contrasto all’illegalità e la costruzione di una società più giusta si concretizzano non soltanto in un “essere contro”, ma anche e soprattutto in un “essere per”, un essere per la vita, per il perdono, per la riconciliazione, per la vicinanza. resi accoglienti e funzionali per i cittadini da buone scelte amministrative. Essere giovani oggi La prima cosa che mi viene chiesta sempre sul Museo della Ndrangheta è “cosa c’è da vedere?”. Non è un museo come normalmente ce lo immaginiamo, o almeno lo è in parte. È anche e soprattutto un luogo di promozione della cultura della legalità, di collaborazione con gli enti dell’educazione e della cultura. Un posto in cui crescere in modo attivo, e non da fruire da spettatore passivo. Il fine non giustifica i mezzi: Guardati attorno! Individua esempi di giovani ed adulti che testimoniano tutti i giorni i valori della gratuità, della condivisione, della reciprocità. Essere cristiani è anche una questione di stile, non tutto è buono e giusto per raggiungere il bene, stai attento a “come” persegui il bene: il modello è il Maestro. Un buon giovane di Ac ha l’arma della creatività per studiare e sognare sempre strade nuove, giuste e virtuose per creare comunione e ricercare insieme il bene comune. Il testimone Maria Federici (1899 – 1984): nata a L’Aquila il 19 settembre 1899. Cattolica impegnata, profonda fede nei valori di libertà e di democrazia, la Federici matura la sua formazione influenzata dal pensiero cristiano sociale – il personalismo di Mounier e l’umanesimo integrale di Maritain – che avrebbe connotato profondamente la filosofia del secondo novecento. Deputato all’Assemblea costituente per la Democrazia cristiana, dal 19 luglio 1946 al 31 gennaio 1948, contribuisce a scrivere le regole fondamentali della nostra Costituzione. Maria Federici è un esempio ante litteram d’emancipazione femminile. Nel 1944 è tra i fondatori delle ACLI, poi del Centro Italiano Femminile (CIF) del quale diventa prima Presidente. Ma soprattutto è una delle figure più importanti della nuova Repubblica democratica. “La forma democratica verso cui si avvia il paese darà alla loro volontà (ndr. delle donne) un peso importantissimo… esse lo sanno e sanno pure che volendo la vita sociale tutta impostata sulla dottrina sociale cattolica contribuiranno a rimettere in piedi il loro paese… questa umana speranza che fiorisce al sole della fede sulle squallide rovine materiali e morali, dispone i nostri cuori alle fatiche che saranno lunghe e gravi.” 4 Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1928, Libreria Editrice Vaticana, 2003 Cfr. Lettera alle nostre Chiese di Calabria nel fascino dei nostri santi meridionali, 13 febbraio 2005. 5 - 22 - - 19 - ESERCIZI DI BENE COMUNE ESERCIZI DI BENE COMUNE Per approfondire GIUSTIZIA E LEGALITÀ Il libro sul comodino La misura minima Saramago J., Saggio sulla lucidità, Giulio Einaudi Editore, 2005. “L’arte e la parte insieme mi autorizzano ad affermare che votare scheda bianca è una manifestazione di cecità altrettanto distruttiva dell’altra, O di lucidità, disse il ministro della giustizia, Che cosa, domandò il ministro dell’interno, ritenendo di aver udito male, Ho detto che votare scheda bianca si potrebbe considerare come una manifestazione di lucidità da parte di chi l’ha fatto, Come osa, in pieno consiglio del governo, pronunciare una simile barbarità antidemocratica, dovrebbe vergognarsi, non sembra neanche un ministro della giustizia, sbottò quello della difesa.” La giustizia, infatti, non è una semplice convenzione umana, perché quello che è +giusto, non è originariamente determinato dalla legge, ma dall'identità profonda dell'essere umano. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 202) Di che si tratta? Il film da vedere Baaria, 2009, regia di Giuseppe Tornatore, 150’, Italia/Francia, drammatico. Una famiglia siciliana raccontata attraverso tre generazioni: da Cicco al figlio Peppino al nipote Pietro. Le vicende private di questi personaggi e dei loro familiari si svolgono sullo sfondo della comunità di Bagheria in un arco di tempo che va dagli anni Trenta agli anni Ottanta del Novecento. Sin dall'inizio quella che ci viene proposta in Baarìa è una corsa contro il tempo che cancella una memoria collettiva che sembra progressivamente non esistere più. Oggi ben pochi sembrano accorgersi della perdita della conoscenza di un passato recente in cui umiliazioni, lotte e parziali vittorie lasciavano segni profondi nella collettività. Segni che, come l'affresco sulla volta della chiesa, “dovevano” essere cancellati. Il film è un omaggio malinconico al percorso storico-politico del nostro Paese, figlio di suggestioni infantili e profumi di una Sicilia e di un’umanità che sembrano ormai profondamente lontani. “Chi ama con carità gli altri è innanzitutto giusto verso di loro. Non solo la giustizia non è estranea alla carità, non solo non è una via alternativa o parallela alla carità: la giustizia è «inseparabile dalla carità», intrinseca ad essa. La giustizia è la prima via della carità o, com’ebbe a dire Paolo VI, «la 3 misura minima» di essa” . Nella declinazione biblica del termine giustizia (sia nell'Antico Testamento che nel Nuovo Testamento) è intrinsecamente contenuto il significato di "affermazione e custodia della dignità di ogni individuo, proprio in quanto figlio di Dio". Insomma, per la Bibbia giustizia è porre in essere tutte quelle condizioni (anche di tipo sociale) che consentano a ciascuno (soprattutto al più debole, al più fragile) di non vedersi mai declassato rispetto alla sua indiscutibile dignità di figlio di Dio - redento da Cristo; per questo, essere "giusto" equivale a non prevaricare, non oltraggiare ecc. Dunque, la giustizia va oltre il rispetto del diritto o della legalità, essa è condizione-impegno non negoziabile perché nessuno sia deprivato della sua dignità (anche laicamente intesa). Nel Catechismo della Chiesa Cattolica troviamo un’espressione significativa del concetto di giustizia per il quale essa è il realizzarsi delle «condizioni che 3 - 20 - Benedetto XVI, Caritas in veritate, n.6, Libreria Editrice Vaticana, 2009 - 21 -