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I DUE
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DIVINA
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SA
ICONSIOITOBS
GIUSEPPE
ANTONIO
EBBAICA
LINGUA
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VESCOVO
DI
FOSOO
SEBENICO.
SEBENICO
TIPOGRAFIA
DELLA
CURIA
MDCCCLXXXIX.
VESCOVILE
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VERSI
I DUE
DELLA
COMMEDIA
DIVINA
Pape,Satan,pape, Satan,aleppe
e
Rafèl mai
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LINGUA
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VERSI
I DUE
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Satan, aleppe
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e
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COLLA
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ANTONIO
EBRAICA
VESCOVO
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SEBENICO.
DI
SEBENICO
TIPOaflAnA
DELLA
CURIA
MDGGGLXXXIX.
VESCOVILE
Per
la quale cosa, 4tìipoavere
eh^ ì» jptroto petite
dieiaùìdJt
ebraiche,
è
avrebbero
icbm^
scritte
danno
parere,
un
l^eooa di
in
fi^fiicisii^i^e,e
fare
coloro
tutti
razionale
senRO
trtliAalto P at^omento,
bmè
nuj^
«p9
"m»tt^
che
^
ed
in
prima
ebraici, dafla
destKa,
dimandiamo
al
i^oetemporaneamente
il verso
tra
senta
poi in caratteri
e
di
Dante,
alla
destra
che
quésto
tòUe
latini édla
caratteri
noi
di
relazione
pa-
ainistra
sinistra,
dififorenza
lettore, quale
quello che
e
ebraici, dò
istretta
alla
in
prettamente
£ono
dichiararono
rolei.^ YÌÌffi"H%'^ scriviamo
noi
e
egli
?
ebrateamenta
scriviamo
in latino:
Oavernae
ed
oatium^ Botane^
(un
la
cotwrrMi
hoeoa,
o
fiMnna, détta
toeea, ù Satana,
la
^a^ema
vivente) Mreò.
Diamo
nome
V analisi
qui
ora
Fiuto,
che
dal Lexicon
dalla
delle
de) Dr
Geor.
Citfì, eaatremiseere, spaomtare,
verbo,
vengono
e
terrore, paura
c«i
e
ecc.
16.) Pfaito fu
una
dei
Re
lingua,
(^^B)
un* idolo
(XVL
43),
deitli trasportate dai
delle
che
inleva
che
din
vuol
iimere
paìetet
di
$i
com^
Wiener.
errore,
di
iquello pare
I libro
si. parla nel
Ben.
avere
i nond
derivano
stessa
palai
ebraica
radice
ebraiche, cominciando
parole
alla
appartiene
Biblicon
nnto
di
ffrfd/fcit;
in italiano:
Infila
dal
ostiumy Satani, (viv^)
covemae
Da
«ce.
eoa^
questo
significa errore,
Mipeleeet ( hìT'SQ
C!hMmieM(15.
nel
e
)»
Troiani
Ibdta
in
ed
in Grecia.
(ri«S)
Pah
Pape.
Lexicon
I
conoscenti
Biblicon, i
trascriviamo
nimaHe
:
Pah
e
di
umte
ebraico, possono
varii
Os-orie
(HD)»
et
facilmente
significatidelle voci
animalium
iribuitar,eignificat:tofomm,
et
Pah-pe^,
insieme
riscontrare
pah
hommam.
e/rifimm.
In
—
oe
e
pth^
dal
Ubi
raU»
saceL
m
Dante
nel
qioale
inor
juM^
-(•)rjpdmtai^ fimura
M
ipéhmcue.
M
00rla
M.
Libco
nel
«dopertto
ecc.
06)^
Satan
coi
eoa
mmmeOf
JLlep»così
A
(n2}!3) in ebraico
ci
lo si trova,
nella Bftbia
Dan*
di
eniroitioie
ha
non
e
terutf uìtmuo
etc
fece
Dante,
in
avrebbe
non
Sotoiie,cot^eme
ìa
iDOHfema
di
parole
gni
ad
dovuto
oéHmm^
sebbene
per
tra
Biblico,
e
sipiflrati ha. quello di
i snoi
ed
vareatOj
in latino
Cendudiamo
déBa
il Lexicon
tatto
in
latina Irq^setf,
prao*
kwoiUy
(fiàes),
col
non
Huto
che
Quindi
essere.
che
ripetiainola
tmr
in italiano:
oiHum^ Botarne (vivens) ingecU:
hocea^ o fiofana, ddta
la
ea/oema
(ocea,
o
wurob.
maseo,
ripetere,die nessuno, megHo dell*illustre Tom1* ebraico,
conoscesse
di
eoM
chiedere
ir^
vivente, nella regione dei motti, dòshe
carne
ArfaNOi (ui$ vomite)
n
che
fitterale d
4"B0
capo
antico,
questo luogo indica ringreeso eTinvaslone
in
uomo
naturalmente
$uo
dell*
II diavolo.
ut^ proct$$U^ tramUt
proffumm
Perdo
mjf
Cfavomao
kùsH9^
significato;affinile lo abbia,
alcun
Inyaaifiiw^ tmadànt
dusione
denotato
qni tcritto,in
sta
c"une
significaMttnmmM^
adattato,bisogna scriverlo ebraicamente, preceduto dal
bene
paisare,
sbo
«igoificafaran^m^
parecchi hiog^i;tanto
!n
testamento, viene
(rt)fcioè haUp (ypnX
Le
ali* esatta
??^^««•«^
ebraica, che
?ece
del nuÓYO
quanto
molto
Bàbah
if^gentia
ad
sùxa
Aii^
te, dee
non
(X. 1^): wàvite
noi
ma
di boeeft dolto ipelonca è
Hom.
di Gioiaè
àaà^
^
Nel
titrae.
meraviglia,
riparo
centro
è
il
travide
ne
mi
V t/MOsiàm
vero
volgersi
W
un
a
vivo
senso:
Sakmà
nei
re-
morte.
secondo
ora
verse
ignota,è
della
il 67.o
r^oNiaiaeb coi veqii i^e
JOivina
del Canto
lo eeguoMb
Commeàia
XXXI
scritto
in
lingua
chequi
dell'Inferno,
feraio, perchè sarebbe
mi
qui
,e
«lettore 6d
il buon
senso,
al
j^earebbevo molti); se)o
tinre
in
mie
onesto
lungo
lettore
il
feree
altri nomi
(e
mi
la libertà
eon
Virgilio ritolse
parole, eke
«di redtarstje
irriverente
(pMì
cosa
prendo
Dante,
a
eé
ne
udilo
éofb
«quelverso:
«
Hgti
'.
^
8te$$ò
........
Questi è IfembroUo^ per
Pur
Lasdamlo
«Ma
stare^
C)^
cosi
Come
U
Numi
santissimi
«Ho
e' è
«roippere
«.piatti
l
e
che
che
«per
e
puróle
non
corrivo
darne
ci
abbiamo
E
creduto
o
vergognose
chi
cheVirgi-
è
chi
e
è
non.
da
opera
ad
altro
Cosi
"t-
gode di dirlOi e
del
abusa
Tolersi
noto,
il Foscolo:
diceva
giudizio,noi abbiamo
opinione,
essere
li
nolo
dello
sicuri
ma
ciò lecito anche
dldamo,
che
r
tempo
a
leggerle
a
di
lo cut mal
avere
Egli
cotO'Pur
Kembìret
parole lo ha
ned
gnificiito)
non
un
bene
da
stadid
noi,
fitto,
nei
«-*
debbasl
non
per
e
prenderer In
audio
cònseguensa
quando rivdto
capito le di liti parole,
stesso
s* accusa
;
linguaggio nd
^
Questi I Kmbrolk^
mondo
gli disse il proprio nome,
riconosciuto,segno
è
à
qualche tsln|fo ad
estere
espressione di Virgilio
^^Mseluto,giacchi Virgilio stesso,
mostkv
eaitato
linguaggio di Nembrdt,
questi gii disse:
tri
nullo
di-
una
ridicoquello, che
; solo
a
v' è
non
qui dopo
ma
a
il
eh' è stoltezza
ar^
rana:
giustamente
ridirle,e
è noto*
spiegare U JPapo Sairn^ ti-
spiegazione, è
una
sono
di tutte
f rima
nessum
IXmle,
a
mMo
a
distoglieme,
opera
appukro
ma
a
tale
la nostra
estmiare
modo
di
v6to;
contradirle."
Premesso
a
eh*
manifesto
un
fusa.
non
a
linguaggio di Keinbrot
il
la testa
è
àUnU^
si Tuole
tomi
erufii^ioni novissime
«chiunque
ad
ceto
tinguaggio^
ciascun
comando
un
«piroposito
crudamente
„te
suo
e' è
non
«chiarazione aperta
afferma
àhsi
I sinché
^rlaniiovia; almeno
^tentarlo, non
è
md
mcudo
partiamo
non
e
lo cui
nd
Vnguagfio
un
accusa:
che
supponibile
che
fusa;
non
ma
pure
quelle parole
Dante
arasse
dalle
avevano
p"
nel then*
di
un
lui
d*
gittate11 dnquepi*
casaccio,
role
a
suoi
lettori la
del
è
poeta
di
cura
parlare Nembrod
ali*
quand* e^
era
al
re
delle
città
di
Senaar,
e
il
divenne
nella
lanne
M
del
idea
V
s' inteji^retanocoUa
r
ebreo-ciddaica
ha
perfettamente la
Veniamo
quelli che
di
da
noi
ebraici, e
Inori
da
conchiudere,
vedremo, 1*idea
regione della
e
che
o
Virgilio
])ante
iat^e
Dante
coiienesse
assistere
ai Cjicesse,
al
buon
V ebraico,
con?
prima il
verso
ebraicamente
da
na
perso-
ma
parola pronuaèiata
senso
dei
anche
di
da
lettori,non
coloro
snll' esattezza
eniraano
finalmente
così
la
so-
che
della
dominante
uomo
morte.
non
fii scritto
come
eolle lettere
ne
è
lo stupore
net
spie*
di
e
senno
Nembrod:
rà
trar-
J2a/e2 mai
dèli' Inferno^ che
negli abitanti
Nembrod,
ca*
ni^Ue parole di
come
meraviglia che un*
violato la porta dell* inferno;
Dute;
latine,(tuiinUcoi
uomo
tra poco
dell* inferno
càminare
morto, cioè vivo^ in carne,
Plttto si
da
analisi,eli ti
V
daremo
soltanto, che
sé. Premettiamo
un'
le
meglio
e
Pioto; Pape Satan^ àteppe^ed in queste
amkH ecc. cosi anche in un terzo luogo
il vedere
Nembrod
pronipote di ;iypè;"
e
che
animali
di
data.
lo seriverento
ratteri^
le
se
eh* egli portH
parole,
giuiHcio
conoscono
Riporteremo
poi
cilmente
fa-
conosceva.
sicuri eh* éeA
cnofcono,^
gttioM
il
Nembrod^
corno
all'anatiai di ogni singola
ora
lasciandone
NanibrQd,
proprìi schiavi,
cacciatore
lingua ebreo-caldaica,
oppure
che
lo
lui
de?esi
cui
le scrisse; per
che
la
le di
bene
assai
calcito
Senaar.
dei
di. CAom.
figliadi Chus^ nipote
era
principium
vivo, cioè col-
il robusto
legato ài collo, ricorda
10.):
9.
parlata quand' era
il distintivo
pure
(X.
in terra
parole pronunziate da
lui
avea
diCiha-
e
mutem
Caìanne
et
"r
fabbricò
Adbàd
di
fmt
nomini, "cend"A
da
parlato
il Genesi
narra
Aekad
tt
d'
lingua
; come
Arach,
Damino;
Ar"ch^
nelle
trova
lingua, che
di
ci
come
capriccio
un
cacciatore, allorché
Babeli
coram
predatore
si
la
et
cU
stato
ai
poi
ragione; cioè, di
sua
tstessa
il famoso
mondo,
Bahfion^
^jus
inferno, la
venator
robuitus
erat
regni
terra
la
aveva
pure
lasciando
senso;
un
significato.È
il
oercame
che
ma
vero,
attribuire
loro
senza
avesse
coer^te
per
la
cato
var-
ai^ suoi
istinti^
vprrebbe farlo
dÌJDOStiare.
Ecco
-^
BafSl
chiayo
suo
il
di
verso
amèeh
mal
legarlo,
e
ci
com^
acdng'aino
a
Dante:
cimi;
»abi
«
scritto
ebraicamente,
e
caratteri
con
S9gue
'
ebraici, da
Vembrod.
Questo
posto inanzi
ai
che
merad^
dal
ed
nomi,
i
loro
dà
è
dèi
hàvii
non
nulla
Ntmbrod:
spresse
in
è
ebraico
il
J3aM,
gli scavi
(1), dalla
che
risalto,nonché
madore
ma
tu
la
origini sino
Prrto J885,
risulta
(X.
facem
Chus
il
Jthow^
della
nome
di
Dio;
come
gmiuU
venatùr
d
Àraèh;
Dio;
città
'Mgno
è
fusione,,
con-
potuto
quella città, siU princq"io del
iscrizioni
scoperte,
nelle
quali
di Dio.ì^el
abttajsicfne
Bahd^
deriva
Impero
conquista di
di
Ciro, dd
dalla
radice
DfMonia
P.
e
Gius.
"in
Sókylon,
sigmW
si
e-
cano
signifi-
iM"n
^ero
uoii
10)
Domino^
eóram
(rnìTI'^^3D?)i
a
Il
—
parole
dal-
8. 9.
róbustus
Efat
qoald in ^uestof luogo.
bell'Opera:V
aìUa
Le
Jékùva
fatti di
pure
terrti.
Smaar.
terra
idolatra.
il
CÀò
etc.
Porro
sono:
dal
dialetti' affini,si-
pei
pri$ieipium fégniejns BobyUm,
significa.appunto
Torrey detta
(1) Tedi
—
in
jpor^a, ai«Ia,abitagione
secolo
J:
era
potens
Li-fmi
Signore,
detto
dopo
della
in
con
non
ma
Bàb'ilu^
auiem
Ohàkmne
Nembrod
ebraico
esse
Esse
scritto'
prefisso nun
parole del Genesi
carico.
sta
lessicologi,cioè,enfatico^perchè
un
nelle
ma
lui
dì
Fuit
et
eùntfo
le
nome;
ipse eoepit
AAad^
che
tt
Domino.
coram
et
di lui
8.)
dal
composto
sigtiflca:rtèdlaint^ rébéRià fuU, pervieax fuU
raiHtHÉ!
X.
(6en
nell' ebraico, quanto
tanto
stesso di iNeqibrod.
nome
Bibbia
nella
lo chiamano
come
mutare:
sinistra:
a
(l^O-^ì
JR*mro(f
heemantieum^
teito
destra
nome
nulla
senza
aìm-i;
sab^
l'analisi,cominciando
ora
ebraicamente
0)
amA
mcAi
Baf^
latioe
lettere
con
è
noscere,
co-
sente
pre-
chiamata
mentve
bàUd
il
me
no-
fyxi)
diNimoedeH^
Brunengo
8*
-('Iti')
e
XL
ideirco
9.): ^
la
e
est
votaium
uHittrsae
labium
est
terrae.
8it
poi la confusione
al
tempo
.
significaàrnsùme,:-
jus divisa
Sebbene
di Noè
disoei^ente
sesto^
il quarto
assistito
pure
te,
di No^
(jiac^pde^te
per
della
alla fabbrica
della
di ^òè
,
attempero,
ehe
di^i
suo
"Ea^el, (7H^ì"Bn).
viene
^*fiftr«^,^'da'èui
nel
regno;
fa
noma
il
di
ihentre
j^sur
rive
del
non^
^^^ !^/ h
si
come
(Il 14.
in
cui sta
re
lo
^^^
legge
IV
in
.1"
il
ra/à
non
éta
scrisse le
10,)»e nel Libro
Lexicon,
in
significatiha
Daniele, che
V.
il
more
pio
princi-
l
e»
al
grande
to;
mor-
secondo
il Lexicon:
orco
degentei^ cioè
11.
ver.
unita
la
quello
sue
numquid
psrtìceBa él
di
pure
profezie in
dei Proverbi
d-maret
significato
di
sigofificato
(Volgata 87)
@8
v#ce
i suoi
tra
e
.
al
attribuito
Rafa-d
scritto nello stresso moido
dire^ secondo
d
Salmo
nel
come
IV^nf,
Odsì
rafa, oltre
unibrae
mànes^
nipote
'
di
facUsi ^nirab^lia. Alla
mortms
0^)
morti^
la
gittò le
.
ebraica
voce
nome
e.
egli
Asérta.-
détto
ha pure
«é ifignìS^^Hetiiavii'^eiis,
Ar€«ngóll",
«iii9olfli*e
iMsehiléVa/à; pìnr: i^faiin, e
?iebUés i.
proptìé'^ì/l^tìH^
e-
dell*Eufra-
rive
di altre città; dando
®
La
abbia
dove
luogo
Segwo.iiolo piatoledi Nembrbd.
onore
e-
eh'
Nembrod,
Bab-ilu, suUe
o
nuovo
j^ijyiM^
gttiioJt(loiràafneiitft
di
diebus
Cbatn^
pfirte Ai
genito ài Sem^ si portò sulle
^secóndo
e
cui
torre, la quale interrotta, p^r
città di Bàb-el
datò cosi j^rìneipioal
e
Ù
Sem^
la
che ."!;on9Ìderata
terrfl;tuttavia.tà'^pai {)i;pj;)al^il9,
siasi egli portato nel
sdpraTenttta confusioiie,
fondénMìita
Phaleg
di
ìjpiodin
to^
anche
lunga età, |^e,vÌYevanpquei primi patrjarchji,
ra
gue
delle lin^
di
parte
per
JPhàeg^
^mki
m^mvi
spiegazione (Oen.
ejus Babele quia ibi confusum
noinen
-^
la
stessa
po{toli^snccèdesse
dispersione AbI
(Gen. X. 35),
nome
la Bibbia
con/undit^ dandone
dire
Tuol
(XIL
(nìffi^^M)!
immortalitaB
;
^
ne,
daico
cal-
28.),
?uol
percuiiZa/*
in'liaestó
luogo significamortune-^non^ cioè vivens.-^Lé
stupo«
di Kembrod
è egualea quelnel vedere ùo vivente
nell'inferno,
di Pluto, espresso
nel verso
Pape Satan ateppe^come
pure allo
stupore
dei
terzine
i
fiwrte^
diavoli,dei quali parla
(28, 29, 30), in
la stevsa-cbe
cui
Dante
nel C.
Viti,nelle seguenti
V espressione poetica
nelf ebraico
Ùaf-el^
non
e
morto.
belU,
sentii
\
iU)
-
$uUe
r ffUli più di miUe
Dei
E
'I
JH
r inferno
due
un^uomo
ad
entrò
Talvolta
quote.
misura,
ha
go
coi
la forza
di
un
0
iod
scrìtto
hamah^
sondo;
come
hahar:
et dUeetue
ZaU,
di
tanto
p.
in
sona
come
Questa paitieeDa ha
il
o
0
ti
nel
e.
iod
(V,
è
Lexicon, qutd^eur^
di tempQ
di
e
quot étt. In questo Ino-
woemte^
U
ce
vo-
qfnde.Lalettera
ime
Chi
sena.
dure
pronome
significameus^
0-!5!?0)^«
meus
e-
mio;
;
-^
pas»
hamaik
atque iransierat.
egit^abduxit.
un
radice
Ve-doi4
Cantica:
schiavo
di animali ; dalla radice
diviene
dalla
(pDH))
qui vagando^ caminandOf
delb
6.
v.
0-^127)vuol
Sàb-i
essa
vai
declinaverat
captivum
singolare, che
Mateh-i
Y.
e
uomini, quanto
Ora
eireuivU^disceesit^trcmsiit^ dedi-
se,
aggiri^ che
mene
trova.
quod^ che unito alla
haméh
ebraicamente
qui
ebr.
significacaptum^
i
morto
non
significavertit
; cioè : che
noeti
quoneque^
vedremo.
T ebraico.
bene
conosceva
Amèòh,
ont
come
0) in fine di mah-i^ è paragogico, potmdo
la scrìsse
braica
(^md).
qui^ quae^
pronome,
a»
ingreoso nel*
posisione in cui li
la
quamdiu^
precedente, si traduce:
t
Y
prefissi,
significaqualche spedo
quantum^
come
di commeato
Kembrod, seguendo ilproprio
secondo
avverbio, e significa,
ora
vada^
$en
questo regno.
legarb,
e
mahi
significato
diverso, secondo
ed
quei
e
per
fare schiavo
Mai, scritto ebraicamente
pronome
ecio:
tu
vivente; nel terzo
istinto,Io vorrebbe
un
dieàogno^
gran
luoghi puralelliche aervono
primi ai vorrebbe
impedire
tre
idr altare.Nei
fico oegno
oe/ntammite.
U
Vien
w^ùrte^
fenile?^--
maeeiro
poco
ardito
A
ehe^ $mMa
morta
padar
un
diseer:
Che
no
mio
ifellerhr
B
sono
è eoitiU
deBa
damo
éhiuarù
AUor
Quebti
Chi
io regno
per
park
piovuU^ che 9tÌM$o$fimmUe
eid
Dicean:
Va
-
Essendovi
mio^ preda
soibah
in
uno,
che
(ilStff)
fine la
tera
let-
suffisso della prima per»
quindi sàb-i^ schiavo
hemof-i O-ODIT)
mio^
wvwwineti
h.
e.
patior (Gen. XVI.
quam
Salmo
del
parole
prime
(Volgata
22.
LL
Jer.
—
Jbl-i^El-iy lamahzabatani
Croce:
così
e
—
Deus
meuò^
radice
in
chi
Le
rima
meus^
cui
vuol
e
voleva
in
dal
dire
lo
corno,
al
di
si tenga
riconosce
di
regno
fabbrica
si
da
di animali
e
lio),
Virgi-
espresse
necessità
una
concordanza
una
io
oppure
me,
nemmeno
bensì
m"
può
ognuno
servus
ti
per
maticale
gram-
l'intero
vedere, che
so
ver-
vindiM:
meus
della
fu la
suo
Ora
chi
dopo
potrebbe
Ma
mondo
Y analisi
credere,
lingua, forse
mondo?
confusione
eh'
esso
Nembrod,
alquanto
:
si cominciò
dove
fii
detto, prese
principale,
parte
lo cui
per
cipio
prin-
mal
coto,
s'usa.
non
di
lingue
dato
aveva
una
mando,
ri-
dal
parole, quanto
come
forse
e
d^
legato sul petto,
Senaar,
quale,
delie
data
parole, gli dice
dalle
di
terra
gilio
schiavo, Vir-
c(Hne
famoso, che
ìiembiod,
legato.
gli pendeva
tanto
e
torre, alla
anche
nel
di
nella
lui
di
che
ira;
sua
celebre
natura
prepotente
le
corno,
Babilonia
linguaggio
tm
legare Dante
il cacciatore
per
della
causa
di
inteso
bene
schiavo
ptMsi, sei mio
qua
Nembrod
al
probabilmente
parte
di
per
quello sfoghi la
con
stessa
era
non
uomini
(come
legato
dire,
transis^
assai
aveva
che
pwr
di
schia-
mio
latino:
in
minaccia
che
che
uè
sab-iy
nome
italiano:
Alla
la
da
salmi,
con
suesposto,
Vivente,'che
che
il
cacciatore
cdm-i,
Vivens^ qui hoc
ed
quare
0ab4.
con
Per
accusava
terminazione
fare
di
ed
fosse;
si
egli
legherò.
Dante
rivelava
si
vita,
famoso
JNembrod
che
chiaro
è
sulla
CII37("()chp significaligavUf
alam
ebraica
quale verbo, dopo
col
colligavit^vinxit;
vOy
C.
"
dalla
Almi,
le
pure
G.
da
2.1), ripetute
Deus
:
35);
dereliquisti.
me
al
5.
ogni
non
e
eh'
singola parola
offra
egli
un
abbia
non
confusamente,
senso
che
di
questo
so,
ver-
adeguato alla
parlato
quella
parlò quand'
era
—
pur
troppo
la
lingua
ebreo
-caldaica,
come
ai
tempi
di
-di')anche
Dkntè;tsbfift
iììgenerale poco
péf che
è Hét^, «
nOstti; a iMto
ar
U
studia,
si
quale Airono
in
sigiano
scrìtte
le
tutte
più antiche
le
fu
insegnata ai primi genitori da
Blosè
i suoi
Chioderemo
ddV
vat
ho
anéhe
sapienga,
natomieamente
assai
tutu
anehe
e
proprio)
i suoi
con
parte^
ricca
tanto
lingua in fine che
quale Egli ha
beUissime
Barsilai, e
tato
det-
parole
in
stampate
eaggio dì Ideografia eernUvcck^e
un
ìa
tutte
Bibbia
le
sue
che
radici^
di
meglio
paragonata
e
tutti
di
occasione
conosmono
sarà
I0
srao^:
e
a-
queste voci im traslato
usare
pronunsie
diventerà
sùisnse
ebraica
Ungua
nelle intime
diaìetHycon
dèUe
alcune
Gius.
scrìtte al D.r
studiata
cmi^
nd
neUà
e
con
(per
fisiologicamente
viventi,la
rientcii
questa
ei^edmio,die quando
sempre
lingua
questa
e-
stre
questi,!sulle Lettere délF A^àbelotfehieiomae-
di
pregialo lavoro
di
Dio,
lingua, neUa
precetti.(*)
Tommaseo,
illustre
di
della*
produzioni, ch^
radici; di. questa
sebbene
significati,
povera
di
{M^hfDsimii
calcolo
madre
più sublimi
lingue del mondo;
di
ar
e.
a
facendosi
Éon
come
imptfrtahza specialmente filologiiea,
stia
àbhétit
i
con
linguaggi
{
0-
grtÈiiM ^eop^rfs^
soi^.^.^.^.^
f^ìItiSf.
t
.
!
I
t«
.
i.
I !??"
il lettore air importantissima
rimettiamo
(*) Su qaesto argomento
Semitica
Barzilai:
del
Dj
ddla
Ideografia
e
Opera
Trasformasione
'
ftatét'^àka
Mk
mgue
ind^-^Mrcpée^-^IAeM
1865.
fi
UBALDO
[/
CALVI
PROFESSORE
'"
7 Ì
ALL*
RISPOSTA
PER
LA
^
1..
y-l
ARTICOLO
Signor Giuseppe
STORU
DEL
CRITICA
Sabalich
TERSO
DANTESCO
Pape, Satan, Pape, Satan, aleppe
DA
INIEBrBETAIO
MONSIGNORE
GIUSEPPE
ANTONIO
VXSCOVO
DI
FOSCO
SSBSinOO
SE6ENIG0
TIPOGRAFIA
/
'
'
''::i;
GINNASULE
'.
del
"
DELLA
MDGOOXa
CURIA
VESCOVILE
.'
7
I
"?
.'
0
UBALDO
gALVI
GINNASIALE
PROFESSORE
RISPOSTA
del
PER
LA
ALL'
ARTICOLO
Signor Giuseppe Babalich
STORU
CRITIGA
DANTESCO
TERSO
DEL
Pape, Satan, Pape, Satan, aleppe
ISTERFBETATO
MONSIGNORE
DA
GIUSEPPE
ANTONIO
TfiSCOVO
SI
FOSCO
8EBENIC0
SEBENICO
TIPOGRAFIA
DELLA
MDCCCXC.
CURIA
VESCOVILE
tÙj^tó,
eletta
^jtodialiii^
)£LL'
,ti, cbe
si
^colo Lugfio
articolo
del
di
(li
verso
dantesco.
invalidare
le
un
voler
nel
espresse
co,
/
ì)ersì
e
„Bafèl
aleppe""
merita
la
questo
lingue,
che,
uomini
la
quale
sua
il
vicende,
ed
di
SI
un
re,
pento
a
minaccio
i
simbolici
che, al
dei
di
iaoi
cioè
è
nella
a
ed
tempi
quasi
sepolta, sembra^
nuova
vita,
la
piò
e
antica
ascoltava
i laménti
canti
patetico
trMCOfii.
e
amorosi
ridestare
fra
la
colle
tutte,
di
suoi
su
dantesca
i
in
una
degli
suoi
sublimi
poetica
uavelli
creazioni
col
delle
profeti» i ^sapienti
le
le
opinioni,
queir entusiasmo,
Salomone,
acfiompagnamento
Eosco
trascuranza
la narrazione
dei
dal
recenti
mediante
ci
citazioni,
letteratura
e
balich
Sa-
formare
nelle
investigazioni
i
del
doveva
confutare
potere
Uk^wì
elegante,
ed
scritto
stato
Satan,
pape,
colla
esattezza
erudizione
quale
facile
quaato
per
quanto
studi
d' Israello
le
Sebeni-
l'articolo
Se
lingua
necessarie
di
letteratura,
popolo
tica
cri-
quello
di
vescovo
imerpretoii
1889).
la
per
lavoro,
oblio, nel
cultori, risorgere
uà
storia
sarebbe
j^^tsp^ 8a)tan,
vescovile
suo
condizioni
avevano
Fosco,
almi''
altrettanto
maggiore
dalP
zabi
dire
precise
e
il risultato
irono
lingua,
della
del
argomento,
nelle
quali
gli elogi
chiare
cognizioni
e
tipografia
principale
parte
Mons.
Oammeàia
axoÀcli
poter
non
la
Pier
quest'articolo
di
di
Dmma
mai
tutti
di
rincresce
Scopo
pubMioate
stato
titolo:
m-^
opuscolo:
dMa
(Sebenico,
ebraica
h
ed
XI, faseì^
voi.
XIII,
serie
dal
lettere
seien^e^
1889,
Sabalich
opinioni
suo
due
Settembre
—
Giuseppe
sigaor
Venezia,
in
sUinpa
di
giornala
Ventto^
Ateneo
pora^
meste
d' un' acpe,
sue
verbi
pro-
salmodie
i^^oge
^
~(4)letto
Avendo
essendomi
capitato
Sabalich,
mi
che
luce
erronei
In
giudizi
primo luogo
sono
la
Fosco
versione,
Manara
Ernesto
Bob
o
del
lavoro.
ch'esso
teneva
con-
lavoro
di
Mons.
proposto
di
mettere
e
sco,
Fo-
in quebto
in
La
il
che
le
che
sostiene
è
diavolo
la
e
:
aleppe
è
la
il
concorde
il signor
che
vorrebbe
re
di-
si
Giglio,
è
la
che
dà
ne
Scìatan^
voce
letterale
la
invadere,
Se
del
versione
dal
dice
co^l
Giglio?
il Fosco
che
accordano
si
parole
medesimo,
domanda:
leggermente
Per
i due
nella
Dal
dimostrare
moderni
il
Giglio è
e
che
glio
dal Gi-
parole
colle
Interpretazione del
la
quella del Fosco,
sorvolato
delle
l'interpretazionedata
sopra
cioè
riportarne anche
halep^ ripiegandolail Giglio
o
ralmente
lette-
sono
verso,
prevalere^ opprimere.
necessario
dice
maltese,
inferi^pratvaluif^ perchè
versione
era
quella che
data
quando
cioè
la
riporta
il Sabalich
a
abbia
parola alep
ed il
AUb^
Giglio, non
parola alep
ultimo
errore
fa
—
il detto
Salati
porta^
evidentemente
pressoché concorde
questo
di
primo
Giglio, orientalista
iriferì^
porta
voce
a
trapassare^ varcare,
inferno prevalile
compongono
Feria
il Fosco
questi scivola
della
che
cioè
Bap^
esegetico. Ma
pressoché
àlep^e
scialan
Ferdinando
signor
ebraiche, secondo
senso
dal
cato
re-
maltese:
—
ddV
porta
parole,
voce
che
momento
aver
inferi praevaluit^
le ebraiche
Pape
riportata
stata
ne
terpretazi
l'in-
dialetto:
Porta
aggiunge
e
che
Fosco, dopo
aleppe^
Satun,
pape^
dialetto
suo
sia
non
Il
opuscolo.
duo
aciatan^lab
—
Giglio
il Sabalich
meglio, la inversione, che
dir
Satan^
nel
dice
quanto
vero
nel
per
„Pape,
versi:
è
non
signor Ferdinando
dal
integralmente
é in
mi
l'altro
e
m'avvidi
del
carico
a
ed
Fosco,
T articolo
tempo
l'uno
Sabahch,
verità
della
del
della
del
Mona.
di confutare.
e
detti
confrontare
di
di
qualche
dopo
l'articolo
amore
per
mani
vaghezza
bene
parecchi
le
tra
prese
Esaminato
—
l'opuscolo
attentamente
Giglioè
é che
come
ali*interpretazione
che
il Sabalich
commentatori,
spiegazioneebraica
il Foli^
del
mto
c^Xt»
Sàì)airc1i
il Fosco
chiude
d'
„va8ione
ih
alle
auo
secondo
Pluto
la
nel
^ido
d^ aiuto
come
ebbi
al
grande
quello del
otfcln
9
SUO
persuadermi
volli
Presi
Camerini.
del
Milano
le
lessi
dunque
precisamente
e
e
espositori, i quali
quei
nelle
scorgono
dne
(Dante
e
Dkina
„do
d' aiuto
al
signore
suo
y,ndn ei accordiamo,
che
e
mae6tro,
alcuni
tra
al
conviene
contento.**
di
lich,perché meglio risalti,premetto
alle
parole del
non
si trova
che
quel
abbiamo
non
nel
è
Camerini:
delle
commento
^tato
sott' occhio
intruso
le
te|rìU^^f pparirà chiamo
In
gnUo
un
dal
parole del
fi «iMcu"u
andai
prima
terzina
a
quegli
antichi
un
non
d* aiuto
signor
Mu
al
e
ungri-
in
questo
nelP
Gamorifii
nella
ul-
il Saba*
che
e
più grandi
arffnon
suo
allora I Allora
Sabalich.
del
guaito, il che
rotondi
caratteri
stesso.
cbe
meraviglia
; solo
o
il
la
Satanasso
dolore,
mento
com-
cercare
rinfernoi
per
del
Sonzogno.
a
la
Fiuto
quel famcm
Dunque
formò
in-
col
vogliono scoprire
essi
^tirna parola aleppè un^ esclamezione
„Don
a
agli
paròle
edizione
acconsentiamo
Virgilio) andar
corn-
Camerini
le
sotto
„
può
Commedia
quello dell'
di
piìila
innanzi
fedelmente
parole
di
con
quello del Tommaseo,
a
commento
;,Pertanto
Fosco
al
continuo
economica),
nel
51
pagina
a
segnertti parole:
vedére
della
ncn
e
Tommaseo,
dal
il medesimo
riferiva
testo
un
di
questione
(Biblioteca classica
settimo,
canto
iu
verso
che
del
introduzione
avuto
e
il Sabalich
se
Camerrni,
Ì876
tver
Bàlmuta,
sul
parere
neir
il Camertni
di
parole
convalidare
per
di altri
e
l' inferno
per
rìport"te
il Sabalich,
scemare
nelle
parole
Sono
l'in-
contro
Camerini
scorgono
Le
convincermi,
che
del
lustrativ
il-
meraviglia,
riparo
andar
Satanasso.
di
quali
nota
dovrebbero
Còsta,
due
colle
seguente
sono
—
Sabalich,
fràncaraefnte di
dichiara
metìtù
morte"
quei
Siecmne
fedeltà.
ai^serzione, dice
sua
veder
di
occasione
della
il
signore
suo
la
chiedere
per
di Paolo
più antichi,i quali,
pi^ecisfone e
capo
deduzioni
meraviglia
parole di ammirazione,
parole di Pluto
regni
seiinpiicé
ipotesi,
una
fondamenta.
le
„Le
nei
vivo
noù
sposizione riportando
sua
Satana
a
un
cotìfrònto
che
Tommaseo:
volgersi
un
raziocinio,
un
quftMasi
afferma
la
del
„è
voMié' di
all^
ptì^
n
di
Ift eòtocfosioile
èHBtfte
ecc
risulta
Ora
soltanto,che
loro
originalein*
il coiooiaDto
M
Ofmtìaì
r
-(?^s' accordìi poUe
informatp U
il medeidinp
aver
^iu^i^o
ano
q^uallpdcd np^tc^ U-
a
.epi)ciJttadiQO
; altrimenti,pie Accettassimo I4 io^^tt^ cita^ùQ^Q
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opioipui ai troY.efehJi^rp fta Jprp
Sabalicl),qiu^o
del
JiaioinAti d^l Siib?^, M
più a;)ti(JM
apiniom dm
in
diretta
quanto dice il ^balicb a propc^iiìQ
il fi^^o laparote di ammirazione, colle quali il Foaco ebifid.i^
coutraddizioae.
delle
V
valoi;e^ perchè
cip cade
con
parole del Fosco
le dette
9olo,ma
npn
voi^a;
E
interpretwione
n^aggior
acflj^sjjsno
letterale de^e
Jiarole et^aiglie
:
P^p-^", S«"a», pqih-p^h,
Sgio^yAa?CP».chfiWQ9tJ?RP itwte ,SClfRÌ'
ipgìglip:?;acol Yorao italiano,.serve di fpucj^mgntpalle 4pj^}i?i|pni
ché
degli altri ^ppsitpn»
La
sarebbe
tanto
non
spiegazione poi di Monsignor Fosco
in quanto che
il Sftbalichvorrebbe
gratuita, come
f%rla ap^parirè/
r
il
Anonimo,
Butti
spiegano il detto
gli altri chiosatori
e
meraviglia, di stupore. IMa anche
biezioée
0
dice
in
il
primo
no
nesso
assai
dal
ha
Fraticelli. A
fatto
d| vqlp
„un^ uomo
fossore
se
coi
verso
la
siissegUMiti
lY,
meraviglia
0
la
stava
vivo
V
questo risponderemo che
il
il
di
ci fa un' altra obiétarebbe
Vt, ehé ehiairlsGO*
a
minàccia
la
sorpresa,
lui
parole
parole di meraviglia, non
s^ner
Sabalich
noti"ta
o
non
pppure T ha
tenzione
a^sai super^cialmente
; altrimenti avrebbe pos};qatdi MiW^ìgP!^ ^%^%
interagi ^TQrp
e
con
come
verso
qui if Sabklich
di Dante
queUe parole : ,,Pai verdi
a
„il quale
ohe,
più ohe
letto tutto
ij prof.ì^ubine
Boccaccio,il Tommaseo,
di
guardia alla bocca
in carne,
già
della
nella
entrato
\A
rileva,c6e
quarta
regione
ÌPluto,
bolgia^ vedendo
delle
ombre
e
,ydellamorte, pieno di stupore, in una
lingua strana, pronunzia
„aicune parole, invocando
Satana, quasi glielo volesse impedire".
Dalle quali parole si deve
che
il Fosco, còme
anche
dedurre
il
Toinmasep è gli altri nomiDati
più sopra, sta per la meraviglia;
dàfle ultime parole del Fosco citate
quasi glielovolesse impedire* è chiaro
ma
l'idèa
che
delia minaccia.' Dunque
pare
dea 'della
sia
sfuggitaaD*
minaccia;
molto
e
a
questa
occhio
ora:
viene' comprésa anche
che
versione
nostro
„inyqcàndoi^atana,
esegetica del ^osco,
critico,noti
esclude
Pi-
che tutti giudicheranno
interpretazione,
servirebbe
del Sabalich,
deduzioni
di
questa
più logicadelle
del
or
PROFESSORE
PER
del
LA
ALL'
?
"
.
ARTICOLO
Signor Giuseppe
STORIA
ì
GINNASIALE
RISPOSTA
•
[/ 'h
CALVI
tJBALBO
DEL
CRITICA
Sabalich
VERSO
DANTESCO
Pape, Satan, Pape, Satan, aleppe
M0N81GN0BE
DA
INTERPBETATO
GIUSEPPE
ANTONIO
VESCOVO
SI
FOSCO
SEBENICO
SEBENICO
TIPOGRAFIA
DELLA
MDCOOXC»
CURIA
VESCOVILE
»
/
^:^
o
UBALDO
QALYI
GINNASIALE
PROFESSORE
RISPOSTA
del
PER
LA
ALL*
ARTICOLO
Signor Giuseppe
STORU
CRITIGA
DEL
Sabalich
TERSO
DANTESCO
Pape, Satan, Pape, Satan, aleppe
INTERPEETATO
DA
ANTONIO
MONSIQNORE
GIUSEPPE
VESCOVO
SI
FOSCO
SEBENICO
SEBENICO
TIPOGRAFIA
DELLA
MDCCCXC.
CURIA
VESCOVILE
-(12)Seaonchè
V accordo
percfac
commentatoli,
col
Fosco,
deva
dire
jeeit
avendo
trajeeit; per
Fosco
del
secondo
certo,
piuttosto
Fosco
è
nelle
la
che
in
È
crediamo
fatte
quanto
Per
il
il
Buf^^
€
che
vuol
snir
dei
primo
:
Sabafich
Vivente
si
nóil
p'ércKè non
primo
diBÌ
s^ttdò
ben
sì
detti
che
umètih
di
per
ferma
sii
forze
in
sentiva
esso
vei*s), vale
nataVale
in
Dante
che
lingua, eh' è 1' ebraica.
P
Opuscolo di Monsignor
T^mmtóéo,
tentato,
non
Z»rA
ttitti due
si
sa
DalitìatI
zmhi
le
tutte
a
Fosco.
Monsignor
almi
passim
qua
di
filrlo.
li abbia
Chi
sei
mio
di
dissi
la
sua
secondo,
quale
nella
é contro
pel
cs-
sulti
con-
Nicolò
Sabalich
lanciai
1890
7dbbii|j.o
Estrcstio de
Le
•m-mtmméMH
il
desima
me-
più,
di
saperne
il
cóntro
pel
patrioti, il Signor
perchè, di rompere
ìeyato^
schiavo
iàmbidue
«critti
Fosco
voìt", probabilmente
anchd
desiderasse
Fosco;
Monsignor
Pertanto, qtìanto
parte
graìi
di
obb
soltanto
che
e
finora
versi.
giuste f itìtérjwètazìtjmie la traduca
dire
anzi
l'altro;
riguarda
mal
due
di
^r«-
in ebraico,
date
risposto
opuscolo
il
di Monsignor
furono
che
quelle
tutte
fra
scrìtto
traduzione
Ilo
intenr
più probAbile,
stato
e?iaurienteinente
SabiJich
che
la
detti
Gif
praevaluit
s' è
sia
che
il
questione
Ora
Dante
ì
tre
e
combinato
bislo
la
Marta.
tutti
^m
egli col
viene
«e
ha
risolvere
di
fra
coacerne
quello poi
da
versa
avtu'e
dal
anch'
del
fermati
accettabile
semitiche.
per
è
arabo,
lingue
così
che
cui
noi, che
sola
osservazioni
Ciò
il
ed
SabiUicb
il siguor
asserito
fra
occorrerebbe
non
^ormh
Scintille
ht^4irio
ha
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