Per la tua pubblicità su Marcopolo mettiti in contatto con la redazione all’indirizzo sotto il titolo oppure all’ E-Mail [email protected] Edizione Mensile Stampata Direttore responsabile Marco Ballini. Direttore editoriale Rudy Marcolini. 6052 Jean-Talon Est, suite C, Montreal, Québec H1S 3A9 Canada Tel. (514) 252-5041 fax (514) 252-9852 Tutti i diritti riservati - Registrazione presso il Tribunale di Verona Nr. 2325/2001 del 28 Novembre 2001 Anno 14, Numero 3 Marzo 2014 www.venetidelmondo.com LE PIU COLPITE DALLA TASI ? VENETO, LOMBARDIA E LAZIO Venezia - Se l'aliquota applicata sara' quella base dell'1 per mille, la Tasi pesera' di piu' per i proprietari di immobili in Lombardia, Lazio e Veneto. A stimarlo la Cgia di Mestre, secondo cui i primi saranno chiamati a versare 660 milioni, i secondi 480 milioni e i terzi 354 milioni di euro. Complessivamente nelle casse dei Comuni dovrebbero arrivare poco piu' di 3,8 miliardi di euro. "Questa stima - segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - e' molto prudenziale, in virtu' del fatto che i Sindaci avranno la possibilita' di aumentare ulteriormente l'aliquota. Pertanto, e' molto probabile che alla fine il gettito complessivo sara' superiore ai 3,8 miliardi da noi preventivati". Le Regioni, invece, dove la Tasi pesera' di meno sono la Basilicata (23 milioni di euro), il Molise (17 milioni di euro) e la Valle d'Aosta (14 milioni di euro). "E' chiaro - fa notare la Cgia - che in questa stima il carico fiscale piu' importante e' in capo alle Regioni dove e' maggiore il numero degli immobili ad uso abitativo e quelli riconducibili alle attivita' commerciali/produttive". Se sulle prime abitazioni la Tasi, di fatto, sostituira' l'Imu, sulle seconde/terze case e sulle costruzioni ad uso produttivo, il tributo sui servizi indivisibili andra' ad aggiungersi all'Imu. Pertanto, e' certo che su queste tipologie immobiliari il carico fiscale e' destinato ad aumentare. "La nostra preoccupazione prosegue Bortolussi - e' rivolta soprattutto agli effetti che l'Imu e la Tasi avranno sui capannoni. Ricordo che, su queste tipologie di immobili, viene attribuito allo Stato il gettito calcolato con l'aliquota base del 7,6 per mille, mentre solo la parte eccedente questa soglia, fino al livello massimo del 10,6 per mille, finisce nelle casse dei Comuni. L'aliquota media Imu applicata sui capannoni e' stata del 9,33 per mille. Ora, i Sindaci hanno la possibilita' di applicare in via aggiuntiva la Tasi fino a raggiungere la soglia dell'11,4 per mille. Se dovessero applicare l'aliquota base del nuovo tributo, ovvero l'uno per mille, gli imprenditori si troverebbero a pagare quasi due miliardi in piu'. Una cosa inaccettabile". La Cgia, infine, solleva un altro grave problema: "Dopo sei anni di crisi - conclude Bortolussi - molti imprenditori hanno chiuso l'attivita' e sono sommersi dai debiti. Nella stragrande maggioranza dei casi, visto il crollo del mercato immobiliare, non sono riusciti ne' ad affittare ne' a vendere il capannone. Come faranno a pagare l'Imu su un immobile che non genera nessun reddito e nessun provento ? (AGI) MARONI: PRONTA LA “ZONA ECONOMICA SPECIALE” MILANO - AISE "La Zona economica speciale (Zes) per le aree di confine è un esperimento che inizieremo in quelle aree e poi, nel caso funzioni, proveremo ad estendere a tutta la Lombardia. Io sono contrario alle misure a taglia unica che adotta il Governo, perché le misure che possono servire per la Lombardia non sono le stesse che possono servire per la Calabria o la Sicilia". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento durante la Tavola Rotonda organizzata Club Ambrosetti dal titolo "La sfida dell'innovazione: la Lombardia nella nuova Europa delle Regioni". "Lo stesso discorso – secondo Maroni - vale per la nostra Regione, perché ciò che magari funziona per un'area non è detto che funzioni per un'altra anche in Lombardia, perché la Valtellina ha esigenze diverse dalla metropoli di Milano o dalla realtà della "bassa'". "Il mio metodo – ha spiegato Roberto Maroni - è quello di fare un esperimento: vediamo se funziona lì, nelle aree di confine e poi potremo estendere questa 'best practice' adattandola ad altre realtà lombarde. Adesso stiamo studiando questa misura specifica per le zone di confine perché lì ci sono delle particolarità, come la vicinanza con il Canton Ticino, che in altre realtà della Lombardia, per esempio a Pavia, non ci sono". "Lì nelle aree di confine abbiamo già sperimentato la carta sconto benzina che sta funzionando e sta consentendo ai gestori di distributori di carburante di sopravvivere", ha affermato. "E adesso vogliamo sperimentare la zona a burocrazia zero e, se funzionerà, certamente la estenderemo agli altri territori della Lombardia". Maroni ha poi annunciato che "a novembre qui a Milano, con la presenza dei rappresentanti di tutti i Paesi coinvolti, verrà firmato il documento che istituirà la nascita della macroregione Alpina. Questo documento sancirà la nascita di una nuova istituzione all'interno dell'Unione Europea, un'istituzione voluta dall'Unione Europea, composta da 46 Regioni, di cui 8 italiane, di 7 Paesi diversi per un totale di 70 milioni di abitanti". Secondo Maroni "non si tratta della prima macroregione perché c'è già quella Adriatica che però mette insieme Regioni molto diverse tra di loro. Pensiamo al Veneto o al Friuli con l'Albania, Regioni che non possono costituire un agglomerato che abbia un senso, mentre questa macroregione Alpina sarà un'area omogenea e potrà negoziare direttamente con Bruxelles sui fondi europei, sulla Pac o su altre questioni fondamentali". "Questa – ha concluso - è una novità importante e di cui tenere conto perché questa macroregione Alpina sarà uno dei principali motori. Anno XIV, Marzo 2014, Numero 3, Pag.2 SECONDA GIORNATA EUROPEA DEL GELATO ARTIGIANALE Per la ricorrenza del 24 marzo, 2ª Giornata Europea del Gelato Artigianale, , Longarone Fiere ha promosso una serie di appuntamenti e iniziative per richiamare l’attenzione sul valore di questo comparto economico e per dare il giusto risalto al fenomeno migratorio che ha coinvolto centinaia di famiglie, soprattutto cadorine e zoldane, che sono state le vere e indiscusse protagoniste dello sviluppo dell’attività di gelateria in Europa. Si è cominciato già lo scorso fine settimana a Valdobbiadene, in occasione della millenaria fiera di San Gregorio, dove si è tenuto il 2° Concorso tra gelatieri artigiani dedicato al gelato al gusto di Prosecco DOCG. In provincia di Belluno il prossimo appuntamento, fissato per giovedì 20 marzo a Feltre, dove, alle ore 11 nella sala consiliare del Comune, in collaborazione con la Confraternita del Formaggio Piave DOC e di Lattebusche, viene organizzato un incontro di presentazione delle finalità della Giornata europea e delle iniziative sul tema: “Il gelato artigianale valorizza i prodotti agroalimentari del territorio”. Seguirà una degustazione di gelato realizzato da gelaterie della zona con i prodotti tipici locali. Lo stesso tema sarà approfondito domenica 23 marzo, alle ore 15 a Longarone Fiere in occasione di Agrimont, la mostra dell’agricoltura di montagna. La celebrazione ufficiale della 2ª Giornata europea del Gelato Artigianale è invece prevista per lunedì 24 marzo, con inizio alle ore 11, a Belluno, nella Sala Affreschi dell’Amministrazione Provinciale dove, Longarone Fiere, in collaborazione con l’Associazione Bellunesi nel Mondo e il Consorzio Valle del Piave, organizza un incontro di presentazione del progetto “Le Terre dei Gelatieri” finalizzato a promuovere il territorio che ha visto l'origine e lo sviluppo dell'emigrazione dei gelatieri. Nell’occasione sarà presentato l’opuscolo informativo realizzato dal Consorzio “Valle del Piave” con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo delle Prealpi. Seguirà il conferimento della 1. edizione del premio a ricordo di Ivano Pocchiesa, giornalista, scrittore, editore, esponente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, già addetto stampa di Longarone Fiere, recentemente mancato. Il premio viene assegnato ad un giornalista che si sia distinto per l’attenzione al mondo del gelato. Sempre il 24 marzo la Giornata europea del Gelato Artigianale sarà celebrata anche in Val di Zoldo, storica patria dei Gelatieri. Per l’occasione la Società Val di Zoldo Funivie, con la collaborazione di Uniteis, offrirà uno skipass gratuito giornaliero, valido per le piste di Zoldo, a tutti coloro i quali presenteranno alle casse della partenza della cabinovia “Pian del Crep” a Pecol uno scontrino o un biglietto da visita rilasciato da una gelateria. Previsti anche eventi a Valmareno (Follina) all’Agriiturismo “La Dolza” (venerdì 21 marzo, ore 17.30) e nella sede della Banca Prealpi a Tarzo (TV) per la presentazione dell’opuscolo informativo “Le Terre dei gelatieri”. Buon Gelato ! (AVN) LE RICETTE: TERRINA BELLUNESE AL BACCALA’ Dissalate il baccalà, lavandolo sotto l’acqua fredda corrente e lasciandolo a mollo per circa due giorni, cambiando spesso l’acqua. Ponete in un tegame contenente 4 cucchiai di olio, due spicchi di aglio ad imbiondire, poi aggiungete i pelati leggermente strizzati e spezzettati e fate cuocere a fuco dolce per qualche minuto; aggiungete l’uvetta precedentemente ammollata, i pinoli, i capperi grossolanamente tritati, e le olive di Gaeta a pezzetti, poi aggiustate di sale e procedete nella cottura aggiungendo, quando serve, poca acqua calda per volta, in modo da allungare il sugo. Accendete il forno a 180°. Nel frattempo spellate il baccalà e tagliatelo a pezzi; strizzateli leggermente e poneteli a friggere per 4-5 minuti per parte in olio di oliva. Sbucciate e tagliate a spicchi le patate, e quando il baccalà sarà pronto, ponetelo insieme alla patate in una teglia nella quale verserete anche il sugo con i pelati; la teglia deve essere abbastanza larga da contenere gli ingredienti senza che si sovrappongano.. Aggiungete un filo d’olio d’oliva e dell’origano ed infornate nel forno già caldo per circa 45-50 minuti. Anno XIV, Marzo 2014, Numero 3, Pag.3 GRANDE GUERRA: AD ASIAGO SI GIRA IL FILM DI OLMI Si è svolto oggi ad Asiago (Vicenza) l’incontro con la stampa per la fine delle riprese del film di Ermanno Olmi sulla guerra 1915-18. E’ intervenuto il vicepresidente e assessore regionale alla cultura Marino Zorzato. Il film è stato prodotto da Cinema Undici e Ipotesi Cinema con RAI Cinema ma hanno contribuito diversi investitori che – come ha ricordato Zorzato - hanno accolto con entusiasmo l’invito a partecipare alla sua realizzazione che narra eventi della Prima Guerra Mondiale, in occasione del suo Centenario. Il film è stato realizzato con un contributo di 80 mila euro della Regione a valere sul Fondo per il cinema e l’audiovisivo. “Non abbiamo voluto perdere l’opportunità – ha detto Zorzato – di guardare la Grande Guerra attraverso gli occhi di un maestro del cinema. Per il tema trattato, il film di Olmi rientra a pieno titolo tra le iniziative che la Regione del Veneto ha promosso per celebrare il Centenario della Grande Guerra e la memoria del sacrificio di tanti italiani che sull’Altopiano di Asiago persero la vita”. Il film, riconosciuto di Interesse Culturale, gode del sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Struttura di Missione per la Commemorazione del Centenario della Prima Guerra Mondiale). “Una memoria – ha aggiunto Zorzato - che vuole essere lontana da ogni retorica, come è lontana da ogni retorica la capacita di Olmi di raccontare storie di uomini semplici, pastori, contadini e operai. Storie di donne e uomini profondamente legati alle proprie tradizioni e al proprio modo di vivere che vedono la propria vita travolta dalla grande storia. L’Altopiano di Asiago come il Piave e il Grappa rappresentano per la storia del Novecento italiano luoghi simbolo. Ancora oggi a distanza di cento anni il paesaggio, la memoria collettiva e certe espressioni del linguaggio colloquiale sono ancora segnati dal ricordo dei terribili combattimenti”. “Olmi ha scelto quest’angolo di Veneto – ha concluso Zorzato - per raccontare la vita di tanti giovani soldati, il loro smarrimento per essere lontani da casa, la paura e l’attesa dello scontro, la vita nelle trincee. Credo che queste ragioni spieghino la partecipazione convinta della Regione alla realizzazione del progetto. Questo perché la Regione crede nella produzione cinematografica come opportunità per il territorio. Un’opportunità confermata dalla partecipazione delle istituzioni locali e delle realtà economiche che sono intervenute per creare nell’Altopiano quelle condizioni di “accoglienza” che vuole essere un esempio per quanti vogliono venire nel Veneto a realizzare i loro film” (AVN). BACCALA': RIEVOCAZIONE A PASIANO DI PORDENONE Il venturoso viaggio che porto' alla scoperta del baccala', il suo arrivo in Veneto e successivamente in Friuli, per una serata dove la storia incontrera' il gusto di uno dei piatti tipici della tradizione culinaria del Nordest. A Pasiano di Pordenone e Visinale il 29 marzo si svolgera' Querinissima, evento speciale dedicato a Pietro Querini, il nobile veneziano naufrago in Norvegia che nel 1432 porto' per primo nella Serenissima Repubblica lo stoccafisso (dal quale i cuochi veneti ricavarono il bacala' o baccala', entrambe le diciture sono corrette). I suoi discendenti ancora oggi vivono a Visinale di Pasiano dove e' sorto il primo Bacala' club del Friuli Venezia Giulia affiliato alla Venerabile Confraternita del Bacala? alla Vicentina di Sandrigo. "Il 29 marzo ha spiegato Sonia Trevisan presidente della Pro loco Quadrifoglio Visinale a capo del gruppo organizzatore - non solo conosceremo il viaggio di Querini fino a oltre il circolo polare artico, nelle isole Lofoten, raccontato da Franco Giliberto e Giuliano Piovan nel loro romanzo storico "Alla larga da Venezia", ma anche incontreremo i venerabili cavalieri della Confraternita' di Sandrigo e presenteremo ufficialmente il nostro Bacala' club, il quale punta a promuovere il turismo enogastronomico legato a questo piatto speciale. Piatto che sara' alla base della cena che chiudera' la serata con un menu' tutto dedicato al baccala'". L'evento e' organizzato dalla Pro loco Quadrifoglio di Visinale di Pasiano insieme al Bacala? Club Friuli Venezia Giulia "Pietro Querini", alla Venerabile Confraternita del Bacala? alla Vicentina di Sandrigo, all'Unpli Fvg e al Consorzio tra le Pro loco del Sanvitese e Sil. Patrocinio del Comune di Pasiano di Pordenone e della Provincia di Pordenone. Tra gli appuntamenti l'incontro con Franco Giliberto e Giuliano Piovan, autori di "Alla Larga da Venezia" (Marsilio editore), romanzo storico che racconta l'avventura del nobile veneziano Pietro Querini. Durante la presentazione proiezione di immagini della famiglia Querini e della via del Bacala (AGI). Anno XIV, Marzo 2014, Numero 3, Pag.4 TIRAMISU’: IL DOLCE “ALLIETATORE” VENETO TREVISO - di Enrico Andreoli Nella parte orientale della estesa landa veneta, laddove si insinua a meraviglia quel produttivo e alacre crocevia della Marca, tra le altitudini bellunesi e le acque regali della grande Madre Lagunare, vede la luce nel centro di Treviso, una delle prelibatezze più note ed amate nel Bel Paese e nel mondo: il Tiramisù. E’ qui infatti, nel capoluogo “tarvisiano”, che si fa risalire tradizionalmente la creazione del fortunato e adorato dolciume. Luogo e data del delitto: Ristorante “Alle Beccherie”, 1962, storico angolo di ristoro cittadino. L’intuizione geniale che avrebbe poi spopolato eternamente è da attribuirsi ad Ada Campeol, proprietaria del citato ristorante, ed il cuoco Roberto “Loli” Linguanotto, il quale, probabilmente affascinato da un dolce a strati (una sorta di “zuppa inglese”) avvistato durante una sua permanenza in terra teutonica, tentò di mettere insieme degli ingredienti in quel momento a sua disposizione. Invero, nell’Antico Impero Asburgico (a Vienna come a Trieste) si era avvezzi a consumare dei dolci al caffè ed è verosimile pertanto che gli Austriaci, dominatori nell’Ottocento a Venezia, a Treviso e in tutto il Lombardo-Veneto per circa metà secolo, abbiano influenzato le aree controllate sotto il profilo del “dolce gustar”. Zabaione, caffè (appunto), mascarpone, biscotti secchi (savoiardi), Marsala, cacao amaro in polvere. Ecco la sequenza originaria del “tandem” trevigiano. Lo sweet preparato riscosse un grande successo, tale che dai clienti venne definito “Tirame su” (o il contemporaneo “Tiramisù”) in virtù della sua alta carica energetica. Negli anni’ 70 il gastronomo veneto Giuseppe Maffioli così descriveva il “nuovo arrivato”: «E’ nato recentemente, poco più di due lustri orsono, un dessert, nella città di Treviso, che fu proposto, per la prima volta, da un certo cuoco pasticciere di nome “Loli” Linguanotto, che giungeva da recenti esperienze di lavoro in Germania. Il dolce ed il suo nome, Tiramisù, come cibo nutrientissimo e ristoratore, divennero immediatamente popolarissimi e ripresi, con assoluta fedeltà e qualche variante, non solo nei ristoranti di Treviso e provincia, ma anche in tutto il Veneto ed oltre, in Italia». Ed oggi anche oltreconfine. Un successo assoluto. Lo stesso Maffioli nel suo libro “Il ghiottone veneto” parla della lunga tradizione di consumare lo zabaione con la panna montata e dei biscotti secchi, detti “baicoli”, a testimonianza del terreno fertile in terra trevigiana, per l’invenzione “beccheriense”. All’interno de “I dolci del Veneto”, pubblicato nel 1983 da Giovanni Capnist, troviamo una ricetta del Tiramisù, anche se in realtà non viene ancora chiamato con il suo appellativo, mentre solo nel 1988, nel testo “La Marca Gastronomica”, si trova finalmente il “nuovo dolce”, descritto come dessert preparato nel Ristorante di Ada Campeol. La definitiva consacrazione probatoria giunge il 15 ottobre 2010, sancita legalmente da atto notarile, da parte dell’Accademia Italiana della Cucina, il cui allora Presidente Bepo Coppelli sostenne: «Il Tiramisù è trevigiano, hanno ragione i Campeol, sono stati loro a crearlo, moltissimi anni fa. La paternità delle Beccherie è storia, consacrata dai maestri della cultura veneta». L’asserzione pone fine a leggende e diatribe decennali circa la paternità del dolce. Difatti una seconda teoria vede la nascita del celebre dolciume più di 60 anni fa’ al “Camin”, sempre a Treviso, da parte di Speranza Bon, madre di Gianni Garatti, titolare del Ristorante “Al Fogher”. «Era la metà degli anni’50, mia madre aprì il Camin nel lontano 1954, era in visita in città una regina, e preparò per l’occasione una Coppa Imperiale con i medesimi ingredienti del Tiramisù. Certo i Campeol hanno dato poi al dolce il nome vincente, facendolo trionfare nel mondo». A corroborare la tesi “campeoliana” però interviene anche Annibale Toffolo, Direttore della rivista “Taste Vin” e allievo di Maffioli, il quale asserisce che «L’innovazione, rispetto al tradizionale uso dello zabaione, è l’innesto dei savoiardi e del caffè con il mascarpone. La Coppa Imperiale di mamma Garatti è un’altra cosa, non si possono accomunare». In ogni caso, per qualunque fazione si voglia parteggiare, è un trionfo della pasticceria della Marca trevigiana. Ragion per cui recentemente il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto per ottenere la “dichiarazione” di tipicità” (STG – Specialità Tradizionale Garantita) del prodotto caratteristico nostrano. «E’ giusto e doveroso chiedere il riconoscimento territoriale di questa specialità, sia come suggello di un evento storico, sia come motivo ulteriore di valorizzazione di Treviso e del Veneto nel settore alimentare» ha affermato il Governatore veneto. Come ogni dolce di successo, si è dato vita ad innumerevoli versioni meno “ortodosse” (ad esempio Pan di Spagna, Pavesini, Pandoro, biscotti al latte o savoiardi “sardi” in sostituzione dei savoiardi “tradizionali”, ricotta, crema pasticciera, panna montata in sostituzione o a metà con il mascarpone, chiaro d’uovo montato a panna o zabaione in sostituzione alla rossa d’uovo, brandy al posto di Marsala, etc..). Una curiosità è rappresentata dal gelato al Tiramisù: un gusto di introduzione relativamente recente, ma già divenuto un classico, apprezzato sia d’estate che d’inverno (nella versione “gelato caldo”) grazie alla riproduzione fedele del sapore e del profumo della ricetta originale. Oggi, il dolce tipico trevigiano, lo si ritrova ospite più che gradito nei menu di ristoranti sparsi per il mondo (da San Francisco a Tokyo), calamitando anche l’attenzione di “osservatori” internazionali autorevoli come il “Guardian” e il “Daily Telegraph”. Il Tiramisù non ha bisogno ovviamente di particolare promozione nel mondo, riuscendo benissimo a vendersi da sé, legando ancora di più il suo nome alla città (che ha dato ad esso i natali) destinato indi a divenire indiscutibilmente un’eccellenza trevigiana. Questo sarebbe altresì l’aim di un “condendo” Club del Tiramisù (ancora in itinere) che sarà chiamato a promuovere iniziative gastronomiche per lanciarne la prelibatezza e associarla definitivamente alla “Marca”. Come nota finale può risultare interessante esporre una narrazione un po’ “romantica” dell’800 sull’origine del dessert veneto (in virtù del suo “leggendario” sapore) riportata da Giampiero Rorato, giornalista, scrittore e collaboratore di numerose riviste di enogastronomia. «Un’oste, proprietario di una locanda fuori le mura della città di Treviso, aveva una bella scorta di panettoni, portati da Milano, ma poco graditi ai suoi abituali clienti, persino alle signore che si fermavano nel locale per una dolce pausa. Un giorno l’oste decise di tagliare a fette il panettone, intingerlo nel caffè, farcirlo con una sorta di crema fatta con zabaglione e mascarpone e ricoprirlo con cacao amaro. Una notte, tornando da uno spettacolo teatrale, passò di lì un signorotto di Castelfranco Veneto. Persona assai stravagante, amava trascorrere molto tempo in compagnia delle signore che si fermavano nell’osteria. Quando assaggiò il “nuovo dolce” si sentì talmente rinvigorito da trascorrere l’intera notte in osteria. Il benestare del signorotto al “dolce che tirava su” decretò il successo della ricetta. Uova, mascarpone, savoiardi. Un “Tre”(in)viso a tutto il pianeta. Diamo a Cesare quel che è di “Cesare”…”Beccherie”. Il non farlo sarebbe un “delitto”. Ecco il successo internazionale di una delle leccornie più amate al mondo. Tiramisù: il dolce “allietatore” veneto.