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Tutti i diritti riservati - Registrazione presso il Tribunale di Verona Nr. 2325/2001 del 28 Novembre 2001
Anno 14, Numero 3
Marzo 2014
www.venetidelmondo.com
LE PIU COLPITE DALLA TASI ? VENETO, LOMBARDIA E LAZIO
Venezia - Se l'aliquota
applicata sara' quella base
dell'1 per mille, la Tasi
pesera' di piu' per i
proprietari di immobili in
Lombardia, Lazio e Veneto.
A stimarlo la Cgia di
Mestre, secondo cui i primi
saranno chiamati a versare
660 milioni, i secondi 480
milioni e i terzi 354 milioni
di euro. Complessivamente
nelle casse dei Comuni
dovrebbero arrivare poco
piu' di 3,8 miliardi di euro.
"Questa stima - segnala il
segretario della Cgia,
Giuseppe Bortolussi - e' molto
prudenziale, in virtu' del fatto che
i Sindaci avranno la possibilita' di
aumentare
ulteriormente
l'aliquota. Pertanto, e' molto
probabile che alla fine il gettito
complessivo sara' superiore ai 3,8
miliardi da noi preventivati". Le
Regioni, invece, dove la Tasi
pesera' di meno sono la Basilicata
(23 milioni di euro), il Molise (17
milioni di euro) e la Valle d'Aosta
(14 milioni di euro). "E' chiaro -
fa notare la Cgia - che in questa
stima il carico fiscale piu'
importante e' in capo alle Regioni
dove e' maggiore il numero degli
immobili ad uso abitativo e quelli
riconducibili
alle
attivita'
commerciali/produttive". Se sulle
prime abitazioni la Tasi, di fatto,
sostituira'
l'Imu,
sulle
seconde/terze case e sulle
costruzioni ad uso produttivo, il
tributo sui servizi indivisibili
andra' ad aggiungersi all'Imu.
Pertanto, e' certo che su queste
tipologie immobiliari il carico
fiscale e' destinato ad aumentare.
"La nostra preoccupazione prosegue Bortolussi - e' rivolta
soprattutto agli effetti che l'Imu e
la Tasi avranno sui capannoni.
Ricordo che, su queste tipologie
di immobili, viene attribuito allo
Stato il gettito calcolato con
l'aliquota base del 7,6 per mille,
mentre solo la parte eccedente
questa soglia, fino al livello
massimo del 10,6 per mille,
finisce nelle casse dei
Comuni. L'aliquota media
Imu applicata sui capannoni
e' stata del 9,33 per mille.
Ora, i Sindaci hanno la
possibilita' di applicare in
via aggiuntiva la Tasi fino a
raggiungere
la
soglia
dell'11,4 per mille. Se
dovessero
applicare
l'aliquota base del nuovo
tributo, ovvero l'uno per
mille, gli imprenditori si
troverebbero a pagare quasi
due miliardi in piu'. Una
cosa inaccettabile". La Cgia,
infine, solleva un altro grave
problema: "Dopo sei anni di crisi
- conclude Bortolussi - molti
imprenditori
hanno
chiuso
l'attivita' e sono sommersi dai
debiti.
Nella
stragrande
maggioranza dei casi, visto il
crollo del mercato immobiliare,
non sono riusciti ne' ad affittare ne'
a vendere il capannone. Come
faranno a pagare l'Imu su un
immobile che non genera nessun
reddito e nessun provento ? (AGI)
MARONI: PRONTA LA “ZONA ECONOMICA SPECIALE”
MILANO - AISE "La Zona economica speciale
(Zes) per le aree di confine è un esperimento che
inizieremo in quelle aree e poi, nel caso funzioni,
proveremo ad estendere a tutta la Lombardia. Io
sono contrario alle misure a taglia unica che adotta
il Governo, perché le misure che possono servire
per la Lombardia non sono le stesse che possono
servire per la Calabria o la Sicilia". Lo ha dichiarato
il presidente della Regione Lombardia Roberto
Maroni, nel corso del suo intervento durante la
Tavola Rotonda organizzata Club
Ambrosetti dal titolo "La sfida
dell'innovazione: la Lombardia nella
nuova Europa delle Regioni". "Lo
stesso discorso – secondo Maroni - vale
per la nostra Regione, perché ciò che
magari funziona per un'area non è detto
che funzioni per un'altra anche in
Lombardia, perché la Valtellina ha
esigenze diverse dalla metropoli di
Milano o dalla realtà della "bassa'". "Il
mio metodo – ha spiegato Roberto
Maroni - è quello di fare un
esperimento: vediamo se funziona lì,
nelle aree di confine e poi potremo estendere questa
'best practice' adattandola ad altre realtà lombarde.
Adesso stiamo studiando questa misura specifica
per le zone di confine perché lì ci sono delle
particolarità, come la vicinanza con il Canton
Ticino, che in altre realtà della Lombardia, per
esempio a Pavia, non ci sono". "Lì nelle aree di
confine abbiamo già sperimentato la carta sconto
benzina che sta funzionando e sta consentendo ai
gestori di distributori di carburante di
sopravvivere", ha affermato. "E adesso vogliamo
sperimentare la zona a burocrazia zero e, se
funzionerà, certamente la estenderemo agli altri
territori della Lombardia". Maroni ha poi
annunciato che "a novembre qui a Milano, con la
presenza dei rappresentanti di tutti i Paesi coinvolti,
verrà firmato il documento che istituirà la nascita
della macroregione Alpina. Questo documento
sancirà la nascita di una nuova istituzione all'interno
dell'Unione Europea, un'istituzione voluta
dall'Unione Europea, composta da 46 Regioni, di
cui 8 italiane, di 7 Paesi diversi per un totale di 70
milioni di abitanti". Secondo Maroni "non si tratta
della prima macroregione perché c'è già quella
Adriatica che però mette insieme Regioni molto
diverse tra di loro. Pensiamo al Veneto o al Friuli
con l'Albania, Regioni che non possono costituire
un agglomerato che abbia un senso, mentre questa
macroregione Alpina sarà un'area omogenea e potrà
negoziare direttamente con Bruxelles sui fondi
europei, sulla Pac o su altre questioni
fondamentali". "Questa – ha concluso - è una novità
importante e di cui tenere conto perché questa
macroregione Alpina sarà uno dei principali motori.
Anno XIV, Marzo 2014, Numero 3, Pag.2
SECONDA GIORNATA EUROPEA DEL GELATO ARTIGIANALE
Per la ricorrenza del 24 marzo, 2ª
Giornata Europea del Gelato
Artigianale, , Longarone Fiere ha
promosso
una
serie
di
appuntamenti e iniziative per
richiamare l’attenzione sul valore
di questo comparto economico e
per dare il giusto risalto al
fenomeno migratorio che ha
coinvolto centinaia di famiglie,
soprattutto cadorine e zoldane, che
sono state le vere e indiscusse
protagoniste dello sviluppo
dell’attività di gelateria in Europa.
Si è cominciato già lo scorso fine
settimana a Valdobbiadene, in
occasione della millenaria fiera di
San Gregorio, dove si è tenuto il
2° Concorso tra gelatieri artigiani
dedicato al gelato al gusto di
Prosecco DOCG. In provincia di
Belluno
il
prossimo
appuntamento, fissato per giovedì
20 marzo a Feltre, dove, alle ore
11 nella sala consiliare del
Comune, in collaborazione con la
Confraternita del Formaggio Piave
DOC e di Lattebusche, viene
organizzato un incontro di
presentazione delle finalità della
Giornata europea e delle iniziative
sul tema: “Il gelato artigianale
valorizza i prodotti agroalimentari
del territorio”. Seguirà una
degustazione di gelato realizzato
da gelaterie della zona con i
prodotti tipici locali. Lo stesso
tema sarà approfondito domenica
23 marzo, alle ore 15 a Longarone
Fiere in occasione di Agrimont, la
mostra
dell’agricoltura
di
montagna. La celebrazione
ufficiale della 2ª Giornata europea
del Gelato Artigianale è invece
prevista per lunedì 24 marzo, con
inizio alle ore 11, a Belluno, nella
Sala Affreschi dell’Amministrazione
Provinciale
dove,
Longarone
Fiere,
in
collaborazione con l’Associazione
Bellunesi nel Mondo e il
Consorzio Valle del Piave,
organizza un incontro di
presentazione del progetto “Le
Terre dei Gelatieri” finalizzato a
promuovere il territorio che ha
visto l'origine e lo sviluppo
dell'emigrazione dei gelatieri.
Nell’occasione sarà presentato
l’opuscolo informativo realizzato
dal Consorzio “Valle del Piave”
con il sostegno della Banca di
Credito Cooperativo delle Prealpi.
Seguirà il conferimento della 1.
edizione del premio a ricordo di
Ivano Pocchiesa, giornalista,
scrittore, editore, esponente
dell’Associazione Bellunesi nel
Mondo, già addetto stampa di
Longarone Fiere, recentemente
mancato. Il premio viene
assegnato ad un giornalista che si
sia distinto per l’attenzione al
mondo del gelato. Sempre il 24
marzo la Giornata europea del
Gelato Artigianale sarà celebrata
anche in Val di Zoldo, storica
patria
dei
Gelatieri.
Per
l’occasione la Società Val di
Zoldo
Funivie,
con
la
collaborazione di Uniteis, offrirà
uno skipass gratuito giornaliero,
valido per le piste di Zoldo, a tutti
coloro i quali presenteranno alle
casse della partenza della
cabinovia “Pian del Crep” a Pecol
uno scontrino o un biglietto da
visita rilasciato da una gelateria.
Previsti anche eventi a Valmareno
(Follina) all’Agriiturismo “La
Dolza” (venerdì 21 marzo, ore
17.30) e nella sede della Banca
Prealpi a Tarzo (TV) per la
presentazione
dell’opuscolo
informativo “Le Terre dei
gelatieri”. Buon Gelato ! (AVN)
LE RICETTE: TERRINA BELLUNESE AL BACCALA’
Dissalate il baccalà, lavandolo sotto l’acqua fredda corrente e
lasciandolo a mollo per circa due giorni, cambiando spesso
l’acqua. Ponete in un tegame contenente 4 cucchiai di olio,
due spicchi di aglio ad imbiondire, poi aggiungete i pelati
leggermente strizzati e spezzettati e fate cuocere a fuco dolce
per qualche minuto; aggiungete l’uvetta precedentemente
ammollata, i pinoli, i capperi grossolanamente tritati, e le olive
di Gaeta a pezzetti, poi aggiustate di sale e procedete nella
cottura aggiungendo, quando serve, poca acqua calda per
volta, in modo da allungare il sugo. Accendete il forno a
180°. Nel frattempo spellate il baccalà e tagliatelo a pezzi;
strizzateli leggermente e poneteli a friggere per 4-5 minuti per
parte in olio di oliva. Sbucciate e tagliate a spicchi le patate,
e quando il baccalà sarà pronto, ponetelo insieme alla patate
in una teglia nella quale verserete anche il sugo con i pelati; la teglia deve essere abbastanza larga da contenere gli
ingredienti senza che si sovrappongano.. Aggiungete un filo d’olio d’oliva e dell’origano ed infornate nel forno già
caldo per circa 45-50 minuti.
Anno XIV, Marzo 2014, Numero 3, Pag.3
GRANDE GUERRA: AD ASIAGO SI GIRA IL FILM DI OLMI
Si è svolto oggi ad Asiago
(Vicenza) l’incontro con la
stampa per la fine delle
riprese del film di Ermanno
Olmi sulla guerra 1915-18.
E’
intervenuto
il
vicepresidente e assessore
regionale alla cultura
Marino Zorzato. Il film è
stato prodotto da Cinema
Undici e Ipotesi Cinema
con RAI Cinema ma hanno
contribuito
diversi
investitori che – come ha
ricordato Zorzato - hanno
accolto con entusiasmo
l’invito a partecipare alla
sua realizzazione che narra
eventi della Prima Guerra
Mondiale, in occasione del
suo Centenario. Il film è
stato realizzato con un
contributo di 80 mila euro
della Regione a valere sul Fondo per il cinema
e l’audiovisivo. “Non abbiamo voluto perdere
l’opportunità – ha detto Zorzato – di guardare
la Grande Guerra attraverso gli occhi di un
maestro del cinema. Per il tema trattato, il film
di Olmi rientra a pieno titolo tra le iniziative
che la Regione del Veneto ha promosso per
celebrare il Centenario della Grande Guerra e
la memoria del sacrificio di tanti italiani che
sull’Altopiano di Asiago persero la vita”. Il
film, riconosciuto di Interesse Culturale, gode
del sostegno della Presidenza del Consiglio dei
Ministri (Struttura di Missione per la
Commemorazione del Centenario della Prima
Guerra Mondiale). “Una memoria – ha
aggiunto Zorzato - che vuole essere lontana da
ogni retorica, come è lontana da ogni retorica
la capacita di Olmi di raccontare storie di
uomini semplici, pastori, contadini e operai.
Storie di donne e uomini profondamente legati
alle proprie tradizioni e al proprio modo di
vivere che vedono la propria vita travolta dalla
grande storia. L’Altopiano
di Asiago come il Piave e
il Grappa rappresentano
per la storia del Novecento
italiano luoghi simbolo.
Ancora oggi a distanza di
cento anni il paesaggio, la
memoria collettiva e certe
espressioni del linguaggio
colloquiale sono ancora
segnati dal ricordo dei
terribili combattimenti”.
“Olmi
ha
scelto
quest’angolo di Veneto –
ha concluso Zorzato - per
raccontare la vita di tanti
giovani soldati, il loro
smarrimento per essere
lontani da casa, la paura e
l’attesa dello scontro, la
vita nelle trincee. Credo
che
queste
ragioni
spieghino
la
partecipazione convinta della Regione alla
realizzazione del progetto. Questo perché la
Regione
crede
nella
produzione
cinematografica come opportunità per il
territorio. Un’opportunità confermata dalla
partecipazione delle istituzioni locali e delle
realtà economiche che sono intervenute per
creare nell’Altopiano quelle condizioni di
“accoglienza” che vuole essere un esempio per
quanti vogliono venire nel Veneto a realizzare
i loro film” (AVN).
BACCALA': RIEVOCAZIONE A PASIANO DI PORDENONE
Il venturoso viaggio che porto' alla scoperta del
baccala', il suo arrivo in Veneto e successivamente
in Friuli, per una serata dove la storia incontrera' il
gusto di uno dei piatti tipici della tradizione culinaria
del Nordest. A Pasiano di Pordenone e Visinale il
29 marzo si svolgera' Querinissima, evento speciale
dedicato a Pietro Querini, il nobile veneziano
naufrago in Norvegia che nel 1432 porto' per primo
nella Serenissima Repubblica lo stoccafisso (dal
quale i cuochi veneti ricavarono il bacala' o baccala',
entrambe le diciture sono corrette). I suoi
discendenti ancora oggi vivono a Visinale di Pasiano
dove e' sorto il primo Bacala' club del Friuli Venezia
Giulia affiliato alla Venerabile Confraternita del
Bacala? alla Vicentina di Sandrigo. "Il 29 marzo ha spiegato Sonia Trevisan presidente della Pro loco
Quadrifoglio Visinale a capo del gruppo
organizzatore - non solo conosceremo il viaggio di
Querini fino a oltre il circolo polare artico, nelle
isole Lofoten, raccontato da Franco Giliberto e
Giuliano Piovan nel loro romanzo storico "Alla larga
da Venezia", ma anche incontreremo i venerabili
cavalieri della Confraternita' di Sandrigo e
presenteremo ufficialmente il nostro Bacala' club, il
quale punta a promuovere il turismo
enogastronomico legato a questo piatto speciale.
Piatto che sara' alla base della cena che chiudera' la
serata con un menu' tutto dedicato al baccala'".
L'evento e' organizzato dalla Pro loco Quadrifoglio
di Visinale di Pasiano insieme al Bacala? Club Friuli
Venezia Giulia "Pietro Querini", alla Venerabile
Confraternita del Bacala? alla Vicentina di Sandrigo,
all'Unpli Fvg e al Consorzio tra le Pro loco del
Sanvitese e Sil. Patrocinio del Comune di Pasiano
di Pordenone e della Provincia di Pordenone. Tra
gli appuntamenti l'incontro con Franco Giliberto e
Giuliano Piovan, autori di "Alla Larga da Venezia"
(Marsilio editore), romanzo storico che racconta
l'avventura del nobile veneziano Pietro Querini.
Durante la presentazione proiezione di immagini
della famiglia Querini e della via del Bacala (AGI).
Anno XIV, Marzo 2014, Numero 3, Pag.4
TIRAMISU’: IL DOLCE “ALLIETATORE” VENETO
TREVISO - di Enrico Andreoli Nella parte orientale della estesa landa
veneta, laddove si insinua a meraviglia
quel produttivo e alacre crocevia della
Marca, tra le altitudini bellunesi e le
acque regali della grande Madre
Lagunare, vede la luce nel centro di
Treviso, una delle prelibatezze più
note ed amate nel Bel Paese e nel
mondo: il Tiramisù. E’ qui infatti, nel
capoluogo “tarvisiano”, che si fa
risalire tradizionalmente la creazione
del fortunato e adorato dolciume.
Luogo e data del delitto: Ristorante
“Alle Beccherie”, 1962, storico angolo
di ristoro cittadino. L’intuizione
geniale che avrebbe poi spopolato
eternamente è da attribuirsi ad Ada
Campeol, proprietaria del citato
ristorante, ed il cuoco Roberto “Loli”
Linguanotto, il quale, probabilmente
affascinato da un dolce a strati (una
sorta di “zuppa inglese”) avvistato
durante una sua permanenza in terra
teutonica, tentò di mettere insieme
degli ingredienti in quel momento a
sua disposizione. Invero, nell’Antico
Impero Asburgico (a Vienna come a
Trieste) si era avvezzi a consumare dei
dolci al caffè ed è verosimile pertanto
che gli Austriaci, dominatori
nell’Ottocento a Venezia, a Treviso e
in tutto il Lombardo-Veneto per circa
metà secolo, abbiano influenzato le
aree controllate sotto il profilo del
“dolce gustar”. Zabaione, caffè
(appunto), mascarpone, biscotti secchi
(savoiardi), Marsala, cacao amaro in
polvere. Ecco la sequenza originaria
del “tandem” trevigiano. Lo sweet
preparato riscosse un grande successo,
tale che dai clienti venne definito
“Tirame su” (o il contemporaneo
“Tiramisù”) in virtù della sua alta
carica energetica. Negli anni’ 70 il
gastronomo veneto Giuseppe Maffioli
così descriveva il “nuovo arrivato”:
«E’ nato recentemente, poco più di due
lustri orsono, un dessert, nella città di
Treviso, che fu proposto, per la prima
volta, da un certo cuoco pasticciere di
nome “Loli” Linguanotto, che
giungeva da recenti esperienze di
lavoro in Germania. Il dolce ed il suo
nome,
Tiramisù,
come
cibo
nutrientissimo e ristoratore, divennero
immediatamente popolarissimi e
ripresi, con assoluta fedeltà e qualche
variante, non solo nei ristoranti di
Treviso e provincia, ma anche in tutto
il Veneto ed oltre, in Italia». Ed oggi
anche oltreconfine. Un successo
assoluto. Lo stesso Maffioli nel suo
libro “Il ghiottone veneto” parla della
lunga tradizione di consumare lo
zabaione con la panna montata e dei
biscotti secchi, detti “baicoli”, a
testimonianza
del
terreno fertile in terra
trevigiana,
per
l’invenzione
“beccheriense”.
All’interno de “I dolci
del Veneto”, pubblicato
nel 1983 da Giovanni
Capnist, troviamo una
ricetta del Tiramisù,
anche se in realtà non
viene ancora chiamato
con il suo appellativo,
mentre solo nel 1988,
nel testo “La Marca
Gastronomica”, si trova
finalmente il “nuovo
dolce”, descritto come
dessert preparato nel
Ristorante di Ada
Campeol. La definitiva
consacrazione
probatoria giunge il 15
ottobre 2010, sancita
legalmente da atto notarile, da parte
dell’Accademia Italiana della Cucina,
il cui allora Presidente Bepo Coppelli
sostenne: «Il Tiramisù è trevigiano,
hanno ragione i Campeol, sono stati
loro a crearlo, moltissimi anni fa. La
paternità delle Beccherie è storia,
consacrata dai maestri della cultura
veneta». L’asserzione pone fine a
leggende e diatribe decennali circa la
paternità del dolce. Difatti una seconda
teoria vede la nascita del celebre
dolciume più di 60 anni fa’ al
“Camin”, sempre a Treviso, da parte
di Speranza Bon, madre di Gianni
Garatti, titolare del Ristorante “Al
Fogher”. «Era la metà degli anni’50,
mia madre aprì il Camin nel lontano
1954, era in visita in città una regina,
e preparò per l’occasione una Coppa
Imperiale con i medesimi ingredienti
del Tiramisù. Certo i Campeol hanno
dato poi al dolce il nome vincente,
facendolo trionfare nel mondo». A
corroborare la tesi “campeoliana” però
interviene anche Annibale Toffolo,
Direttore della rivista “Taste Vin” e
allievo di Maffioli, il quale asserisce
che «L’innovazione, rispetto al
tradizionale uso dello zabaione, è
l’innesto dei savoiardi e del caffè con
il mascarpone. La Coppa Imperiale di
mamma Garatti è un’altra cosa, non si
possono accomunare». In ogni caso,
per qualunque fazione si voglia
parteggiare, è un trionfo della
pasticceria della Marca trevigiana.
Ragion per cui recentemente il
Presidente della Regione Veneto, Luca
Zaia, è intervenuto per ottenere la
“dichiarazione” di tipicità” (STG –
Specialità Tradizionale Garantita) del
prodotto caratteristico nostrano. «E’
giusto e doveroso chiedere il
riconoscimento territoriale di questa
specialità, sia come suggello di un
evento storico, sia come motivo
ulteriore di valorizzazione di Treviso
e del Veneto nel settore alimentare»
ha affermato il Governatore veneto.
Come ogni dolce di successo, si è dato
vita ad innumerevoli versioni meno
“ortodosse” (ad esempio Pan di
Spagna, Pavesini, Pandoro, biscotti al
latte o savoiardi “sardi” in sostituzione
dei savoiardi “tradizionali”, ricotta,
crema pasticciera, panna montata in
sostituzione o a metà con il
mascarpone, chiaro d’uovo montato a
panna o zabaione in sostituzione alla
rossa d’uovo, brandy al posto di
Marsala, etc..). Una curiosità è
rappresentata dal gelato al Tiramisù:
un gusto di introduzione relativamente
recente, ma già divenuto un classico,
apprezzato sia d’estate che d’inverno
(nella versione “gelato caldo”) grazie
alla riproduzione fedele del sapore e
del profumo della ricetta originale.
Oggi, il dolce tipico trevigiano, lo si
ritrova ospite più che gradito nei menu
di ristoranti sparsi per il mondo (da
San Francisco a Tokyo), calamitando
anche l’attenzione di “osservatori”
internazionali autorevoli come il
“Guardian” e il “Daily Telegraph”. Il
Tiramisù non ha bisogno ovviamente
di particolare promozione nel mondo,
riuscendo benissimo a vendersi da sé,
legando ancora di più il suo nome alla
città (che ha dato ad esso i natali)
destinato
indi
a
divenire
indiscutibilmente
un’eccellenza
trevigiana. Questo sarebbe altresì
l’aim di un “condendo” Club del
Tiramisù (ancora in itinere) che sarà
chiamato a promuovere iniziative
gastronomiche per lanciarne la
prelibatezza
e
associarla
definitivamente alla “Marca”. Come
nota finale può risultare interessante
esporre una narrazione un po’
“romantica” dell’800 sull’origine del
dessert veneto (in virtù del suo
“leggendario” sapore) riportata da
Giampiero
Rorato,
giornalista,
scrittore e collaboratore di numerose
riviste di enogastronomia. «Un’oste,
proprietario di una locanda fuori le
mura della città di Treviso, aveva una
bella scorta di panettoni, portati da
Milano, ma poco graditi ai suoi
abituali clienti, persino alle signore
che si fermavano nel locale per una
dolce pausa. Un giorno l’oste decise
di tagliare a fette il panettone,
intingerlo nel caffè, farcirlo con una
sorta di crema fatta con zabaglione e
mascarpone e ricoprirlo con cacao
amaro. Una notte, tornando da uno
spettacolo teatrale, passò di lì un
signorotto di Castelfranco Veneto.
Persona assai stravagante, amava
trascorrere molto tempo in compagnia
delle signore che si fermavano
nell’osteria. Quando assaggiò il
“nuovo dolce” si sentì talmente
rinvigorito da trascorrere l’intera notte
in osteria. Il benestare del signorotto
al “dolce che tirava su” decretò il
successo della ricetta. Uova,
mascarpone,
savoiardi.
Un
“Tre”(in)viso a tutto il pianeta. Diamo
a Cesare quel che è di
“Cesare”…”Beccherie”. Il non farlo
sarebbe un “delitto”. Ecco il successo
internazionale di una delle leccornie
più amate al mondo. Tiramisù: il dolce
“allietatore” veneto.
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