PROGETTO DIDATTICA AMBIENTALE Materiale didattico relativo agli ecosistemi acquatici compresi nel territorio della Provincia di Terni Il Fiume Paglia: l’ambiente e la fauna ittica Il F.Paglia - Località Orvieto Scalo A cura di: Laboratorio di Terria Servizio programmazione faunistica Amministrazione Provinciale di Terni Il bacino del Paglia-Chiani si estende per oltre 1300 kmq, di cui 621 (il 48%) sono compresi nel territorio della provincia di Terni. La lunghezza dell’asta è di 28,4 Km. La localizzazione geografica BACINO DEL F.PAGLIA Le specie ittiche più diffuse Le specie più frequenti nel bacino del F.Paglia sono il barbo, il cavedano e la lasca. Le tre specie appartengono alla famiglia dei ciprinidi e caratterizzano la “zona del barbo” Il barbo Si tratta di un pesce bentonico, cioè che vive sul fondo, spostandosi tra le pietre alla ricerca del cibo avvalendosi dei barbigli, quattro appendici poste ai lati della bocca che lo avvertono della presenza di larve di insetti e crostacei. Il cavedano Tale specie è caratterizzata da una elevata adattabilità, infatti è una delle ultime specie a scomparire dalle zone fortemente inquinate. La lasca Anche la lasca, come il barbo, conduce vita bentonica. Il muso prominente, e la bocca rivolta verso il basso con labbra costituite da tessuto duro, sono caratteri che la rendono inconfondibile. La “qualità ambientale” I problemi relativi alla qualità dell’acqua nel caso del bacino del F.Paglia sono molteplici ed in parte legati alle caratteristiche strutturali del bacino e in parte dovuti agli insediamenti e alle attività antropiche. In particolare il fiume Paglia è interessato soprattutto da scarichi urbani (Orvieto è il centro maggiore), da scarichi di allevamenti, dai residui del lisciviamento del suolo non coltivato e di quello coltivato. In relazione alla diffusione delle attività agricole risulta piuttosto marcato lo sfruttamento delle acque (derivazioni e pozzi) (PTCP - Relazione generale, 1997). Dal punto di vista della fauna ittica, i risultati del bilancio ambientale riportati nella carta ittica (Regione Umbria, 1996) denotano condizioni accettabili per le specie appartenenti alla famiglia dei ciprinidi, come il barbo, la lasca e il cavedano.