Borgomanero mostra farmaci settembre 2007
A cura del dott. Lorenzo Brusa, Referente Educazione alla Salute ASL n. 13
L’educazione sanitaria è un processo educativo che tende a responsabilizzare i cittadini singoli e a
gruppi nella difesa della salute propria e altrui.
Il momento essenziale dell’educazione sanitaria nel nostro paese (considerando l’evoluzione socioeconomica) consiste nell’assunzione di una propria responsabilità (consapevole e non delegata)
nella difesa del proprio equilibrio fisico e psichico dagli insulti di ogni genere che tendono a
turbarlo.
La salute non è altro che quell’equilibrio; quando questo si compromette per i rischi che la vita
comporta, in ogni momento dell’esistenza, si ha la malattia, denunciata dai sintomi oggettivi e
soggettivi (come l’angoscia e il dolore).
Lo scopo dell’educazione alla salute non è meramente conoscitivo ma essenzialmente operativo.
Il fine ultimo dell’educazione alla salute non è quello “di saperne di più”, ma di operare
diversamente, di assumere un diverso modo di comportarsi nell’interesse della difesa della salute.
Però è necessario rendersi conto che non basta conoscere il problema dal punto di vista del
contenuto, ma occorre conoscere altrettanto bene l’individuo o, meglio, il gruppo al quale ci si
rivolge; e quindi, le resistenze che il messaggio incontrerà, la loro natura, le motivazioni che
occorrerà combattere e quelle che occorrerà rinforzare.
In secondo luogo, bisogna comprendere che nessuna revisione durevole degli atteggiamenti può
realizzarsi senza la partecipazione attiva e l’assunzione di responsabilità dell’individuo o del
gruppo, al quale ci si rivolge.
Come ogni intervento educativo anche l’educazione alla salute si realizza attraverso un processo di
comunicazione, per trasmettere ad altri il proprio messaggio.
Però perchè la comunicazione si stabilisca e il messaggio non venga distorto è necessario che
l’educatore si spogli di qualsiasi tentazione di saccenteria e riesca a immedesimarsi nel mondo
culturale di coloro ai quali egli si rivolge.
Questo va fatto senza rinunciare alla precisione scientifica delle informazioni, che devono essere
sempre e comunque reali e complete.
Un’informazione sanitaria è vera, quando si tiene nei limiti delle acquisizioni scientifiche, senza
essere deformata dall’educatore.
Nella completezza dell’informazione non debbono trovare, invece, posto le esibizioni erudite, che
non contribuiscono a rendere convincente il discorso.
L’educazione sanitaria presuppone un rapporto fiduciario continuativo, quindi, in primo luogo
agli insegnanti e al personale socio-sanitario.
La scuola è la sede naturale dell’educazione socialmente organizzata. Ad essa, insieme alla
famiglia, è affidato il compito educativo primario per l’età evolutiva ed è, quindi, agli insegnanti,
che compete di integrare il proprio insegnamento con la “categoria” della difesa della salute.
Infatti da anni la ASL 13 collabora con le scuole nella promozione della salute. La mostra di oggi
nasce da una cooperazione con la ASL 1 di Torino e dalla prosecuzione di una ricerca sull’utilizzo
dei farmaci in età adolescenziale, approvata con determina n°11 del 17 gennaio 2001 del Direttore
della Direzione Controllo delle attività sanitarie Regione Piemonte.
L’iniziativa è stata affidata per la realizzazione operativa alle edizioni “Il Pennino”, specializzate in
organizzazione e gestione di eventi legati all'umorismo.
I testi dei fumetti sono stati scritti da Dino Aloi, mentre i disegni sono stati affidati alla mano di
Milko Dalla Battista.
Dino Aloi, vignettista laureato in semiologia, oltre ad aver collaborato con vari giornali tra cui La
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Gazzetta dello Sport e Radio Corriere Tv, organizza mostre sempre legate al disegno umoristico. Tra
le altre le antologie dedicate a Peynet, Jacovitti e recentemente Bruno Bozzetto. Ha al suo attivo un
centinaia di volumi pubblicati come editore ed una decina di libri sulla satira curati per altri come
Feltrinelli e il Museo Nazionale della Montagna.
Milko Dalla Battista, grafico e vignettista, ha collaborato con numerosi giornali e con agenzie
pubblicitarie. Da anni espone le sue opere in rassegne umoristiche nazionali dove
spesso ha riscosso premi e riconoscimenti. Numerose anche le sue personali.
Il pool di lavoro che si è creato intorno all'operazione (dalla supervisione al coordinamento, dal
controllo scientifico al difficile ruolo di sintetizzare i contenuti) ha permesso di realizzare un
prodotto gradevole per i ragazzi, con un mezzo particolare quale è il fumetto umoristico che riesce
a coniugare bene le esigenze di comunicare informazioni particolari ed importanti come i temi
espressi nell'opuscolo e nella mostra attraverso un canale comunicativo moderno e fresco, ma
soprattutto non banale e non serioso, risultando alla fine uno strumento didattico facilmente
recepibile dal target che si è voluto porre al centro del messaggio.
Un uso del fumetto lievemente diverso, che si astrae per una volta dal ruolo puramente intrattenitivo
senza nulla togliere all'efficacia della campagna informativa ma piuttosto rafforzandola,
ammorbidendola nei toni e permettendo ai ragazzi di coglierne le sfumature in modo divertente.
CONCLUSIONI DELLA RICERCA
I risultati sul consumo recente (ultimi 2 giorni) di farmaci mostrano che, quelli a cui i giovani
intervistati fanno maggiormente ricorso sono gli antidolorifici, seguiti dagli integratori alimentari
ed infine dagli antibiotici. Tale graduatoria conferma quanto ottenuto nella ricerca analoga
condotta nel medesimo territorio nel corso dell’anno scolastico 2000/2001.
L’analisi per sesso conferma anche che sono le ragazze a fare un più largo uso di antidolorifici; a
causa dei dolori mestruali e del mal di testa; quest’ultima è anche una delle principali cause di
utilizzo per i maschi insieme ai dolori di origine muscolo-scheletrica.
I farmaci catalogabili come “integratori alimentari” sono utilizzati complessivamente da quasi 2
ragazzi su 5, ma in maggior misura dai maschi rispetto alle femmine; i più utilizzati sono risultati
di gran lunga i complessi multivitaminici.
Diverse per i due sessi sono le cause di ricorso a questi preparati: i maschi individuano come
principale motivo il miglioramento delle prestazioni sportive ed infatti risultano utilizzatori quasi
esclusivi di aminoacidi ramificati. Le ragazze invece associano l’uso degli integratori
principalmente al “sentirsi bene” e alla “cura dello stress”, entrambi in maniera significativamente
maggiore rispetto ai maschi.
E’ interessante osservare che i motivi per i quali si ritiene che si faccia ricorso agli integratori non
sempre coincidono con le motivazioni addotte da coloro che ne fanno effettivamente uso: risulta,
infatti, una sovrastima da parte dei “non utilizzatori” degli usi specifici, quali il miglioramento
delle prestazioni sportive e del proprio corpo ed una sottostima di cause generali (“per sentirsi
bene”); in realtà, a sottolineare quanto questi farmaci possano rappresentare uno strumento a cui
ricorrono i giovani per superare situazioni di generico malessere, quasi la metà dei consumatori
(44,3%) dichiara di utilizzarli “per stare meglio”.
Per quanto riguarda il consumo generico di antibiotici, non si registrano differenze significative nei
due sessi: anche l’analisi specifica per “cause” di consumo di antibiotici non evidenzia differenze
tra maschi e femmine, ad eccezione della cistite che determina un consumo di antibiotici molto più
significativo nelle femmine rispetto ai maschi.
Un aspetto che si conferma di grande rilevanza è quello dell’autoprescrizione degli antibiotici:
circa un terzo di tutti i ragazzi intervistati dichiara di averli utilizzati senza prescrizione medica;
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inoltre l’autoprescrizione di questi farmaci risulta correlata ad un uso improprio in termini di
indicazione e di durata di somministrazione. Tenendo conto che, come visto nei risultati,
l’“influenza/raffreddore” è la condizione più spesso individuata da parte dei giovani come causa
di ricorso agli antibiotici, nonostante il loro utilizzo non sia di norma indicato per tali patologie,
l’autoprescrizione di antibiotici in corso di “influenza/raffreddore” rappresenterebbe un evidente
esempio di ricorso improprio ai farmaci da parte degli adolescenti con possibili ripercussioni a
livello di farmacoresistenza.
Osservando il consumo di farmaci nelle diverse tipologie di scuola sono emerse situazioni quasi
opposte nei due sessi. Infatti è apparso particolarmente elevato e significativamente diverso
rispetto alle altre scuole il consumo di antibiotici, antidolorifici ed integratori alimentari da parte
dei maschi delle professionali, mentre le femmine di queste scuole ne fanno un uso più contenuto
rispetto alle altre.
Effettuando un confronto circa le motivazioni per l’assunzione degli integratori alimentari in
funzione del tipo di scuola, non sorprende una minor associazione degli integratori con il
miglioramento dello studio da parte di coloro che frequentano le scuole professionali; i maschi
degli istituti tecnici e le ragazze delle professionali fanno uso o ritengono, rispetto a coloro che
frequentano le altre scuole, l’assunzione di questi prodotti maggiormente collegata al
miglioramento del corpo; le femmine dei licei la associano allo stress più degli altri adolescenti.
In termini generali questa indagine ha consentito di approfondire alcune tematiche relative al
consumo di farmaci tra i giovani, con particolare riferimento ai medicinali da loro più
frequentemente utilizzati, consentendo l’individuazione di informazioni utili allo svolgimento di
attività di educazione alla salute a questa età.
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