N. 125 Inverno 2014
del servizio dentario scolastico
Congresso annuale delle OPD:
un arrichimento per le lezioni [ 3 ]
R isultat i del sondagg io t r a l e OPD [ 8 ] Look [ 12 ] Corsi [ 15 ]
[ 2 ]
Attualità
EDITORI A LE
Rolf Hess, presidente della Fondazione
per le OPD e membro del comitato
della SSO
Fra poco, nel canton Vaud, si voterà su un’iniziativa
che chiede un’assicurazione obbligatoria per le cure
dentarie, da finanziare con una deduzione salariale a
carico dei lavoratori e dei datori di lavoro, come avviene
con l’AVS. Cure dentarie pagate? Probabilmente
un’idea allettante per molti vodesi, ma va detto che
un’assicurazione di questo genere non è gratuita, anzi!
Un’assicurazione obbligatoria per le cure dentarie
implicherebbe un aumento della burocrazia e più spese.
Complessivamente i costi aumenterebbero e, con la
deduzione salariale, molte persone che hanno cura
della loro salute orale si vedrebbero costrette a pagare
molto più di quanto spendono attualmente.
Care OPD, voi sapete che i danni ai denti si possono
evitare. Chi pulisce accuratamente i denti risparmia sui
costi per le cure dentarie. Con un’assicurazione basata
sul principio della solidarietà, come quella richiesta
dall’iniziativa vodese, tutti sarebbero costretti a pagare
le cure dentarie delle poche persone che non curano
la loro igiene orale. Ma è giusto? Per nessun’altra patologia, o quasi, la correlazione tra comportamento
personale e insorgenza della malattia è così netta come
nel caso della carie e della parodontite.
Il nostro modello di assistenza odontoiatrica si fonda
sulla responsabilità del singolo. Il modello svizzero
è vincente e lo dimostra il fatto che negli ultimi 50 anni
la carie tra gli allievi è diminuita. Il vostro compito
all’interno di questo modello, care OPD, è molto importante: siete proprio voi a trasmettere ai bambini le conoscenze necessarie affinché, una volta diventati adulti,
siano consapevoli della responsabilità che hanno
nell’ambito dell’igiene orale. Certo, anche un modello
di provata efficacia può essere migliorato. Ma non
con una costosa assicurazione obbligatoria fondata sul
principio dell’innaffiatoio, che inoltre ridurrebbe
l’importanza della profilassi.
IMPR ES S U M
Editrice: Fondazione per le Operatrici di Prevenzione Dentaria (OPD), www.serviziodentarioscolastico.ch.
Redazione/abbonamenti: Moussonstrasse 19, 8044 Zurigo, [email protected], CHF 40.– all’anno.
Periodicità: 4 numeri all’anno. Redazione: Dr. F. Magri e Dr. med. Melinda Spiesshofer, Fondazione per le
OPD, Sandra Küttel, Gabriela Troxler e Rahel Brönnimann, Servizio stampa e d’informazione SSO. I contributi senza sigla o senza nome dell’autore e nome della ditta rispecchiano il parere degli autori, che non
deve necessariamente corrispondere all’opinione della redazione. Layout: Claudia Bernet, Berna. Stampa:
Jordi Medienhaus, 3123 Belp. Tiratura: 550 esemplari. Fotografie: Martin Bichsel, Getty Images
© La redazione si riserva tutti i diritti. Vietata la riproduzione e la diffusione di interi numeri.
È permessa la riproduzione previa indicazione della fonte.
n. 125 / in v er no 2014
Videoclip della CRS
Con un nuovo videoclip, la Croce Rossa Svizzera
CRS vuole sensibilizzare i migranti sull’importanza
dell’igiene orale. Il filmato trasmette, senza parole
ma con un linguaggio universale, alcuni messaggi
importanti: pulire i denti dopo ogni pasto, acquistare
e consumare prodotti «amici dei denti», bere acqua
e prestare attenzione alla salute orale dei più piccoli:
www.redcross.ch/salutedentale
Opuscolo: «Bocca
sana in corpore
sano.»
Con il materiale elaborato per la campagna dell’Azione Salute orale in Svizzera, le OPD possono rendere attenti i loro allievi sulla correlazione tra salute
orale e stato di salute generale. Un’igiene orale
insufficiente favorisce sia l’insorgenza di una parodontite che di malattie sistemiche, come i problemi
cardiocircolatori, le malattie delle vie respiratorie e
il diabete. Gli opuscoli della campagna possono
essere ordinati allo shop della SSO (031 310 20 81
o www.sso-shop.ch). Per ulteriori informazioni sui
temi della campagna: www.boccasana.ch.
n. 125 / In v er no 2014
Il congresso delle OPD
[ 3 ]
^
Anche quest’anno
partecipazione è stata
ottima.
Ampliare l’orizzonte
per le lezioni
Il 4 novembre, a Olten, ha avuto luogo il terzo congresso annuale delle OPD che,
con i suoi circa 200 partecipanti, anche quest’anno è stato un successo. Oltre al tema
principale, ossia «Alitosi e pulizia della lingua», il programma prevedeva i seguenti
temi: «Le allergie nella vita quotidiana», «Il rafforzamento della salute psicosociale dei
bambini» e «Compiti e sfide delle direzioni scolastiche».
Melinda Spiesshofer
Il congresso è iniziato con un’interessante relazione sull’alitosi da parte del
professor Andreas Filippi dell’università
di Basilea. L’alitosi è un odore sgradevole proveniente dalla bocca. Dato che
noi esseri umani ci abituiamo agli odori
che emaniamo, spesso le persone che
soffrono di alitosi non sono consapevoli
del loro problema. Purtroppo i test autovalutativi, come alitare nelle mani o
odorare il filo interdentale, non funzionano. L’unico sistema affidabile è quello
dell’airbag, ossia: soffiare in un sacchetto di plastica inodore, di oltre sette
litri di volume (in pratica più grande del
volume dell’aria espirata). In seguito
chiudere il sacchetto, spostarsi in un
locale ben arieggiato oppure odorare
del caffè per neutralizzare il naso e, piano
piano, svuotare il sacchetto sotto il naso.
Da dove viene l’alito cattivo?
Il 25% circa della popolazione ha l’alito
pesante in determinati momenti della
giornata, mentre il 6% soffre di alitosi
cronica. Nel 90% dei casi le cause sono
da ricercare nel cavo orale, e nella metà
di questi casi l’alitosi è dovuta alla
patina che si forma sulla lingua, a una
gengivite, a una parodontite o a una
combinazione di queste cause. Negli
altri casi, l’alitosi ha origine nella regione ORL (infiammazioni delle tonsille o
dei seni paranasali) e solo raramente
nel tratto gastro-intestinale. In alcuni
casi, invece, è da ricondurre a una patologia psichiatrica.
L’alito cattivo è causato dalla decomposizione di materiale organico (per
esempio saliva, resti di cibo e cellule
epiteliali morte) da parte di batteri anaerobi, ossia di microrganismi in grado
di moltiplicarsi in assenza di ossigeno.
I composti sulfurei volatili che ne risultano hanno un ruolo fondamentale
nell’insorgenza dell’alitosi. Il 60% circa
dei microrganismi presenti nel cavo
orale si trova sulla lingua. Dato che la
Continua a pagina 4 [ 4 ]
n. 125 / in v er no 2014
Il congresso delle OPD
superficie della lingua è particolarmente ruvida, i batteri si insediano in
profondità nelle papille, dove vi è assenza di ossigeno. Di conseguenza,
sulla lingua si forma una patina visibile,
un biofilm spesso. I batteri anaerobi si
insediano anche nelle tasche parodontali di oltre 4 millimetri di profondità,
dove si moltiplicano indisturbati ed emanano un cattivo odore.
L’alito cattivo è inoltre causato da altri
fattori. Tra questi ricordiamo: una salivazione ridotta, il consumo insufficiente
di acqua, il consumo eccessivo di caffè,
il fumo, la respirazione attraverso la
bocca, il fatto di russare, lo stress, il
consumo di bevande alcoliche, il sovrappeso e un consumo abbondante di
carne. La decomposizione delle proteine presenti nella carne, infatti, libera
degli aminoacidi, che rappresentano un
alimento ideale per i batteri anaerobi.
La salivazione, invece, può diminuire a
causa dell’assunzione di determinati
farmaci, della radioterapia o di altri
motivi. Anche il numero di pasti influisce sull’insorgenza dell’alitosi: meglio
cinque piccoli pasti che tre abbondanti,
perché durante ogni pasto il biofilm
sulla lingua viene per così dire raschiato
via e ingerito.
Non esistono terapie standard
Per effettuare una diagnosi, il paziente
deve compilare un questionario sulle
terapie seguite in passato e sul disagio
causato dall’alitosi. Durante la diagnosi
orale il dentista osserva accuratamente
il colore, lo spessore e l’estensione
^
I relatori:
il professor Andreas Filippi
dell’università di Basilea,
Julia-Tatjana Maul
dell’ospedale universitario
di Zurigo...
della patina presente sulla lingua, misura le tasche parodontali, verifica la
presenza di corone e ponti e misura il
grado di salivazione.
Per ovviare all’alitosi non esistono terapie standard, perché la cura dipende
dalla causa. Dato che i microrganismi
presenti nel cavo orale sono la causa
principale dell’alito cattivo, in primo
luogo occorre affidarsi alle cure di un
dentista. In questo caso è importante
cercare uno studio medico dentistico
specializzato in alitosi, perché sono pochi i dentisti esperti in materia.
Nell’ambito dell’igiene orale quotidiana,
dopo aver lavato i denti si consiglia
di pulire anche la lingua. A tale scopo
basta del normale dentifricio e uno
spazzolino specifico, con il quale passare sulla superficie della lingua. Pulendo tutti i giorni la lingua dopo aver
lavato i denti si riduce in maniera drastica il numero di Streptococcus mutans, il batterio in gran parte responsabile dell’insorgenza della carie. I dentifrici speciali per la lingua andrebbero
usati solo in caso di trattamento mirato
dell’alitosi.
La pulizia della lingua dovrebbe far
parte dell’igiene orale sin dall’infanzia.
In questo caso, basta che dopo aver
pulito i denti i bambini passino con lo
spazzolino sulla lingua. In questo modo
si abituano presto a questa operazione.
n. 125 / In v er no 2014
Le allergie nella vita quotidiana
Nella sua relazione, la dottoressa JuliaTatjana Maul, del reparto di dermatologia dell’ospedale universitario di Zurigo, ha parlato delle allergie, ormai
sempre più diffuse tra la popolazione.
Oggi, in Svizzera, una persona su cinque soffre di un’allergia e una persona
su dieci di eczema. Al momento si
stanno valutando diverse cause che
potrebbero essere alla base dell’aumento degli allergici, ma pure i motivi
per cui un’allergia si manifesti in una
persona piuttosto che in un’altra. I
bambini che sin da piccoli entrano in
contatto con le infezioni perché, ad
esempio, hanno fratelli e sorelle più
grandi o frequentano un asilo nido, soffrono meno frequentemente di allergie.
Anche vivere vicino a una fattoria durante lo sviluppo del sistema immunitario rappresenta un fattore positivo.
Il sistema immunitario, infatti, deve
entrare in contatto al più presto con
diversi corpi estranei per evitare di
considerarli in un secondo momento
«estranei», reagendo con un’allergia.
Secondo le ultimissime teorie, la mania
dell’igiene ricorrendo ai più moderni
agenti detergenti potrebbe avere effetti
tendenzialmente controproducenti.
Il processo che scatena una reazione
allergica è complesso, e ne esistono di
diversi tipi. La liberazione di istamina
provoca i sintomi allergici, per questo
motivo spesso la terapia prevede la
somministrazione di un preparato antistaminico. Se una persona ha una reazione allergica a un frutto o un ortaggio
Il congresso delle OPD
^
...Susanne Anliker della
Scuola universitaria
professionale della Svizzera
nord-occidentale e
Albert Arnold, membro del
comitato direttivo
dell’Associazione svizzera
dei direttori scolastici.
crudo, ma non allo stesso frutto od
ortaggio cotto, dipende dal fatto che
durante la cottura la struttura cellulare
viene denaturata e l’alimento non è più
recepito come un allergene dal sistema
immunitario. Attenzione: ciò non vale
per i crostacei! Teoricamente qualsiasi
cosa può scatenare una reazione allergica, spesso però l’allergene non va
cercato nella sostanza principale dell’alimento, ma negli additivi, per esempio
nei conservanti.
Non tutte le reazioni sono di tipo allergico: un piccolo gonfiore rosso nel
punto d’iniezione di una vaccinazione
o di una puntura d’insetto, per esempio,
è normale. Ciononostante, tutte le reazioni allergiche vanno prese sul serio e
segnalate al medico di famiglia o allo
specialista, perché vi sono anche reazioni allergiche più serie che possono
tra l’altro provocare choc anafilattici. I
pazienti che sanno di poter avere gravi
reazioni allergiche, per esempio alle
punture di api o vespe, portano sempre
con sé un set di emergenza ricevuto dal
medico curante. Sul sito del Centro
Allergie Svizzera (www.aha.ch) trovate
ulteriori informazioni interessanti sul
tema.
[ 5 ]
Il progetto ESSKI
Susanne Anliker, lic. phil., ha presentato con dovizia di particolari il progetto
d’intervento e di ricerca ESSKI («Eltern
und Schule stärken Kinder», ossia i genitori e la scuola rafforzano i bambini),
che si prefigge appunto di rafforzare le
competenze psicosociali dei bambini.
La salute psichica è una delle componenti della nostra salute, tanto quanto
gli aspetti sociali e fisici, e può essere
riassunta in dieci competenze di vita:
consapevolezza di sé, empatia, gestione dello stress e delle emozioni, capacità comunicativa e relazionale, senso
critico, creatività, capacità decisionale
e di risoluzione dei problemi. Queste
competenze di vita sono basilari per
promuovere la salute a scuola e in famiglia.
Grazie al programma d’intervento ESSKI
i bambini dovrebbero venir rafforzati sia
a casa che a scuola. Nell’ambito del
progetto pilota, gli insegnanti hanno
seguito un corso di perfezionamento
professionale per migliorare le proprie
competenze, mentre i genitori sono
stati contattati e formati per telefono, e
hanno ricevuto un DVD. L’obiettivo era
renderli più sicuri nell’affrontare le questioni educative, aumentare la fiducia
nelle loro competenze ed evitare lo
stress dovuto al loro compito educativo. In questo modo si vuole favorire
ulteriormente lo sviluppo dei bambini
e ridurre i problemi comportamentali.
Il progetto si prefigge di promuovere un
buon rapporto con i bambini grazie al
tempo, al dialogo e all’affetto. Lo svi-
[ 6 ]
n. 125 / in v er no 2014
Il congresso delle OPD
luppo del bambino va promosso lodandolo in maniera mirata e sincera, assicurandogli le necessarie attenzioni e
proponendogli attività interessanti.
Nell’ambito del progetto, grazie al materiale didattico «Fit und stark durchs
Leben» (affrontare la vita sani e forti)
i bambini si sono avvicinati, tra l’altro,
all’educazione affettiva. Il programma
intende rafforzare la stabilità dei bambini in caso di influenze sociali negative,
nonché le loro competenze generali di
vita.
Dalla valutazione del progetto pilota
risulta che per tutte le parti coinvolte
(genitori, bambini e insegnanti) il progetto ha sortito risultati positivi. Nel
frattempo, il progetto è stato ulteriormente sviluppato e adottato più volte
anche per sostenere i bambini provenienti da classi socioeconomiche svantaggiate. Sul sito web www.esski.ch
trovate ulteriori informazioni su questo
progetto molto concreto.
<
Le pause sono state
anche l’occasione
di rifornirsi di materiale
didattico e di gadget
per gli allievi...
…e di scambiare
opinioni con gli sponsor della
Fondazione per le OPD.
Compiti e sfide delle direzioni
scolastiche
Da ultimo, Albert Arnold, che ha lavorato nelle scuole per decenni e per molti
anni è stato direttore scolastico, ha illustrato il ruolo, non sempre facile, del
direttore scolastico. Nella sua relazione
Arnold ha spiegato che cosa significhi
trovare un equilibrio tenendo conto
delle esigenze degli insegnanti, degli
allievi e dei genitori e, non da ultimo,
anche di quelle personali del direttore.
I presenti hanno così potuto rendersi
conto che a volte questo esercizio rappresenta un compito quasi impossibile.
Il direttore di una scuola si trova nella
complessa situazione di dover essere
vicino agli insegnanti, mantenendo
però le dovute distanze. Nella maggior
parte dei casi, infatti, egli è direttore,
quindi il «capo», ma nel contempo insegnante, quindi un «collega». Quando
accettano questo incarico, molti direttori sognano una scuola ideale per
gli allievi e per gli insegnanti, ma poi
si rendono gradualmente conto della
portata di questa sfida, che consiste
nell’impostare la scuola in base ai programmi prescritti dalle autorità e nel
trovare insieme la strada giusta. Albert
Arnold ha accennato al crescente numero di casi di burn-out tra gli insegnanti e tra i direttori scolastici, motivo
per cui occorre disporre di una buona
formazione e di una buona rete di contatti, frequentare regolarmente corsi di
perfezionamento professionale e avere
una buona igiene psicologica.
Da diversi decenni, il servizio dentario
scolastico svolge un ruolo importante
nelle scuole, che – ammette Albert Arnold – non viene sempre apprezzato
come dovrebbe. Le direzioni scolastiche dovrebbero dare molta importanza
a questo servizio e coadiuvare le OPD
durante l’organizzazione della loro attività, per esempio fissando le date di
presenza a scuola delle OPD, obbligando gli insegnanti a partecipare alla
lezione di profilassi dentaria (nella misura in cui l’OPD stessa lo desideri),
promovendo spuntini sani per la ricreazione e portando avanti progetti di
promozione della salute in collaborazione con le OPD. Non va inoltre dimenticato che la direzione elabora le disposizioni contrattuali riguardanti l’assunzione dell’OPD. Va tuttavia sottolineato
che non è la direzione della scuola che
decide quante visite vengono fatte in
ogni classe. Questa decisione spetta
all’autorità comunale, mentre la direzione della scuola ha unicamente una
funzione operativa.
Sul sito www.serviziodentarioscolastico.ch,
sotto «OPD novità», trovate altre impressioni sul congressso.
IGIENE ORALE COMPROVATA
IN UN NUOVO DESIGN!
MBINI
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DA I 6 A
[ 8 ]
n. 125 / in v er no 2014
Il son daggio tra le OPD
Risultati del sondaggio 2013/14
tra le OPD
I dati raccolti con il sondaggio condotto tra le operatrici di prevenzione dentaria
dalla Fondazione per le OPD in collaborazione con l’Azione Salvadenti sono
stati oggetto di una prima valutazione. Un aspetto rallegrante è certamente l’alta
partecipazione al sondaggio, che ha permesso di raccogliere dati importanti
sull’attività delle OPD e di confrontarli con quelli rilevati dieci anni fa.
Felix Magri
In media, un’OPD segue 17 classi, tiene
66 lezioni all’anno e guadagna 35 franchi all’ora: ecco alcuni dei primi risultati che scaturiscono dalla seguente
tabella. I risultati del sondaggio verranno
illustrati in maniera più dettagliata nel
prossimo numero del Bollettino.
Tabella 1
Risultati del sondaggio sull’esame
di pulizia dei denti
Circa un terzo delle persone interpellate è tendenzialmente favorevole a un
esame di pulizia dei denti, mentre i restanti due terzi sono piuttosto contrari.
La metà dei contrari motiva principal-
Materiale pervenuto e valutato
Inviti a partecipare al sondaggio online inviati alle OPD per mail
700
Questionari ritornati e reazioni502
Questionari utilizzabili per la valutazione 468 * Numero di OPD che hanno risposto di persona
437 **
Numero di comuni, di cui si occupano le OPD, citati nelle risposte
971 ***
* Pari al 66,8% dei questionari inviati: un risultato ottimo per questo tipo di sondaggi.
** 18 OPD hanno inoltrato un «questionario collettivo» per due o più comuni, mentre 81
(pari al 18%) delle 437 OPD che hanno partecipato al sondaggio si occupano di due,
tre o più comuni e hanno compilato diversi questionari. Pertanto, il numero di questionari utilizzabili per la valutazione non corrisponde al numero di OPD che hanno
partecipato al sondaggio. Lo stesso vale per i comuni in cui operano le OPD, che sono
più numerosi rispetto alle OPD che hanno inviato le loro risposte.
*** 310 dei 971 comuni in cui sono attive le OPD si trovano nei cantoni GR, SH e BL. Per
questi cantoni è stato inviato un unico questionario. Il sondaggio non ha quindi permesso di rilevare quante OPD sono attive in questi cantoni, di conseguenza il loro
numero è stato valutato in base ai dati precedentemente a disposizione.
Queste sovrapposizioni e differenze non permettono sempre di calcolare le medie, le
percentuali ecc., per cui a volte i valori possono solo essere stimati. Tuttavia, grazie ai
numerosi dati a disposizione, questi valori sono abbastanza corretti e non modificano
in alcun modo le conclusioni a cui si può giungere.
mente la propria posizione con il fatto
che i bambini sono già abbastanza sotto
pressione, stressati e hanno molte verifiche.
Il 55% dei partecipanti al sondaggio
giudica adeguati le medaglie e i premi
di consolazione, mentre l’11% preferisce le medaglie d’oro, d’argento e di
bronzo. Gli esami di pulizia dei denti
sono in parte già previsti, spesso sotto
forma di «colorazione dei denti – con
l’ausilio delle pastiglie rivelatrici di
placca – dopo averli puliti e controllo».
Secondo le persone che hanno partecipato al sondaggio, il momento ideale
per gli esami di pulizia dei denti è il terzo
e/o il sesto anno di scuola.
I risultati del sondaggio e la letteratura
specializzata mostrano che la cosa
migliore da fare è sottoporre agli allievi
solo un questionario, evitando così la
pressione dell’esame, e prevedere una
ricompensa e un feedback verbale. Invece di un esame, è molto più adatto
un «concorso per la pulizia dei denti»:
per esempio dieci domande teoriche
sotto forma di quiz più la colorazione
dei denti con le pastiglie rivelatrici di
placca dopo aver lavato i denti, da proporre agli allievi che frequentano il
sesto anno scolastico. Per premio, tutti
gli allievi ricevono una medaglia. Resta
da chiarire in che misura si potrebbero
coinvolgere i genitori. Anche se la proposta ha riscontrato un tiepido successo, vi è un numero sufficiente di OPD
disposte a partecipare a un progetto
pilota.
n. 125 / In v er no 2014
Tabella 2
[ 9 ]
Il son daggio tra le OPD
Riassunto dei principali risultati del sondaggio sull’attività delle OPD
In blu figurano i dati del sondaggio del 2003/2004, nella misura in cui erano stati rilevati.
Classi rilevate
dal sondaggio
Risposte
utilizzabili *
Valore medio
per OPD
Minimo
Massimo
1
Classi seguite
Negli
ultimi dieci anni, la media di classi
seguite da un’OPD in tutti gli ordini di
scuole è passata da 16 a 17, aumentando
una sola unità.
di
Scuola dell’infanzia
3599 402 4
41
1172
294
I-III anno scolastico
5556 412 6
61
1319
626
IV-VI anno scolastico 3920 3988
61
1131
289
VII-IX anno scolastico 1374 128 Tutti gli ordini di scuola 2
L ezioni (con pulizia dei denti) all’anno
media il numero di lezioni per anno
In
scolastico...
Scuola dell’infanzia 4034
41
172
42
I-III anno scolastico 399
IV-VI anno scolastico 3824
41
150
35
VII-IX anno scolastico 3
Durata delle lezioni in minuti
...è
rimasto stabile sui valori di dieci
anni fa, tanto quanto la durata
media delle lezioni. Un’OPD tiene in
media
66 lezioni all’anno (v. punto 4).
Scuola dell’infanzia 403
4545
2010
9090
I-III anno scolastico 399
4545
1215
6060
IV-VI anno scolastico 379
4545
1515
6060
VII-IX anno scolastico 4545
2020
6060
4
Totale lezioni
Il tempo trascorso in classe è leggermente
aumentato,
il che permette di concludere
che negli ultimi dieci anni la media delle
lezioni per OPD è leggermente cresciuta. Il
ricorso
alle OPD è molto stabile: in media la
percentuale
di lavoro non ha praticamente
subito
variazioni. Il risultato dei punti 1-4 è
particolarmente interessante.
Totale lezioni incl. esercitazioni di pulizia
dei denti in aula
442 66 14459 **
8
71
1134
49
22244916
171
1514
920
4 41
160
39
932
41
145
45
95
1 1525
Ore (nette) trascorse in aula all’anno428
45
49
2
1144
Ore di lavoro (prima e dopo le lezioni) all’anno
(in 68, pari al 17%, comuni su 400 vengono
pagate in media 10 ore all’anno)
358
10 10 0 280
5
Retribuzione (CHF)
Complessivamente,
le retribuzioni sono legger
mente
aumentate. Il salario delle OPD pagate
per le ore di lavoro prestate è sensibilmente
aumentato. In generale, la retribuzione media
si aggira sui 35 franchi all’ora, con differenze
anche
abbastanza importanti tra importo minimo
e massimo. L’auspicio è che, in occasione
del
prossimo sondaggio, si registri un aumento
maggiore della retribuzione media (e questo
anche grazie al nuovo modello di contratto!).
a lezione
(lavoro prima e dopo pagato a parte)138 32.0034.45
per tutte le ore di lavoro prestate 104 35.80 24.70 70.00
6
Attività
Gli
anni di attività delle OPD – a partire dal
corso
introduttivo – sono leggermente au
mentati, anche se alcune di loro svolgevano
l’attività di OPD già prima di partecipare
al corso. La partecipazione ai corsi di formazione continua registra invece un certo
calo.
L’età media e il numero di figli delle
OPD non è praticamente cambiato.
Anni di attività fino a fine 2013
(a partire dal corso introduttivo)369
4,3
7
1
32
Corsi di formazione continua seguiti all’anno
(corsi e congressi annuali)336
3
2
1
12
forfait per lezione
(compreso il lavoro prima e dopo)164 30.0040.00
7.5020.00
58.0064.00
12.0012.00 45.0070.00
sotto forma di salario mensile
(convertito in ore)
30
35.50
22.55
60.00
Età 393
44
46
22
65
Numero di figli 371
2
2
1
12
Continua a pagina 10 [ 10 ]
n. 125 / in v er no 2014
Il son daggio tra le OPD
7
Contesto scolastico
La
partecipazione alla pausa caffè a scuola
è uno dei fattori che illustra al meglio il
rapporto con gli insegnanti e con l’organiz
zazione della scuola. Questo aspetto è
sempre
molto importante per il buon funzionamento della promozione della salute
orale a scuola e, fortunatamente, la partecipazione alla pausa caffè è migliorata.
Lo spazzolino rimane a scuola 436
363 (83%) 60 (14%)
Possibilità di usare materiale e
apparecchi presenti a scuola
408
383 (94%)
25 (6%)
Pausa con gli insegnanti
406
383 (87%)
53 (13%)
8
Formazione e pianificazione
Risposte utilizzabili SìNoEntrambi
13 (3%)
Negli
ultimi dieci anni, la percentuale di OPD
Formazione di assistente dentale 387
215 (55%)
172 (45%)
che ha seguito la formazione di assistente
Piano annuale delle lezioni
210 = 45% delle 468 OPD
dentale è aumentata di 13 punti e il numero
di OPD con tale formazione è quasi raddopAltre attività sociali o funzioni
all’interno
del comune
173 = 40% delle 468 OPD
piato. Fondamentale per il lavoro di un’OPD
è il contatto con i bambini e gli insegnanti, di
conseguenza pure in futuro dovranno poter
svolgere questa attività anche le persone
vantaggio, tuttavia le conoscenze di base per
mande del questionario lavora con un piano
che non hanno seguito una formazione di
la profilassi nella scuola dell’infanzia ed
annuale delle lezioni. Analogamente all’ultimo
assistente dentale, ma che hanno una predielementare si possono acquisire facilmente
sondaggio, al momento il 40% delle OPD
sposizione per questo tipo di contatto.
grazie al materiale a disposizione. Circa la
svolge anche un’altra attività nel proprio
Disporre di conoscenze odontoiatriche è un
metà delle OPD che hanno risposto alle docomune o in un altro comune.
«Non si può dimenticare l’importanza
sociale delle cliniche dentarie scolastiche!»
Gabriela Troxler
sottovalutano il lavoro svolto nelle cliniche dentarie scolastiche e giudicano
peggiore il livello delle cure proposte in
tali strutture», afferma Yvonne Wagner,
responsabile della Clinica dentaria scolastica di San Gallo e da un anno presidente della KLIKO. In realtà, i medici
dentisti attivi nelle cliniche dentarie scolastiche hanno un’ottima formazione,
usano le tecniche più recenti e spesso
sono veri specialisti nel loro settore.
Garantire la profilassi nel tempo
Oggigiorno le cliniche dentarie scolastiche attive in Svizzera sono spesso confrontate con sfide molto simili tra loro.
Per discuterne e trovare insieme delle
soluzioni, una volta all’anno, i circa 25
responsabili delle cliniche, provenienti
soprattutto dalla Svizzera tedesca e
francese, si incontrano alla Conferenza
dei direttori delle cliniche dentarie scolastiche (KLIKO). In futuro, la KLIKO vorrebbe elaborare raccomandazioni desti-
^
I membri della Conferenza
dei direttori delle cliniche
dentarie scolastiche con la
presidente Yvonne Wagner
(seconda fila, terza da destra).
nate a tutte le cliniche dentarie scolastiche e, nel contempo, rafforzare la loro
posizione. Al momento, infatti, le opinioni dei professionisti del settore odontoiatrico sono discordanti. «Molti colleghi
Negli ultimi anni, sempre più cliniche dentarie scolastiche hanno dovuto chiudere
per motivi economici. Yvonne Wagner
auspica quindi una maggiore solidarietà
da parte dei medici dentisti, perché non
si può dimenticare l’aspetto sociale delle
cliniche dentarie scolastiche. Tutti i bambini devono poter beneficiare di una
buona assistenza odontoiatrica. Se gli
allievi e le allieve di 12 anni non presentano praticamente alcuna carie lo si deve
agli sforzi pluridecennali profusi nell’ambito della profilassi. La presidente teme
che se altre cliniche dentarie scolastiche
dovessero chiudere, la situazione potrebbe cambiare. Anche le cliniche al di
fuori delle grandi città vanno mantenute,
altrimenti il modello svizzero di profilassi
dentaria è seriamente in pericolo.
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n. 125 / in v er no 2014
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Dell’arte oramai persa di vestirsi
con stile
Nel suo libro, «The Lost Art of Dress», la storica Linda Przybyszewski parla dei tempi
in cui le donne in America sapevano ancora vestirsi con stile. A tale scopo,
facevano propri i consigli delle cosiddette «dress doctor», consigli che, secondo l’autrice,
sarebbero tuttora preziosissimi, tenendo conto della sciattaggine dilagante.
Rahel Brönnimann
Ultracinquantenni vestite come teenager, donne che escono a bere un caffè
in tuta da ginnastica o che fanno a chi
si mette la gonna più corta: per Linda
Przybyszewski non c’è praticamente
nulla da salvare nello stile «sciatto» con
cui si vestono oggi le donne in America.
Nel suo libro, la storica parla dei tempi
in cui le donne americane si vestivano
invece in modo semplice, ma elegante,
insomma dei tempi in cui a scuola si
imparava ancora che cosa significasse
sapersi vestire.
Fino a una cinquantina di anni fa, l’arte
di vestirsi non era solo una materia
scolastica, se ne parlava anche nelle
trasmissioni radiofoniche, nelle associazioni femminili, sulle riviste e in centinaia di opuscoli e libri. Linda Przybyszewski chiama le «insegnanti» di
quest’arte «dress doctor», ossia dottoresse dell’abito. Nei primi decenni del
XX secolo, esse insegnavano che «vestire bene non è una questione di denaro, ma di conoscenza e abilità» e che
gli abiti dovevano permettere alle donne
di muoversi, quindi era opportuno evitare le gonne strette, i modelli scomodi
e le scarpe con i tacchi alti, con cui era
praticamente impossibile camminare.
I cinque principi del «sapersi vestire»
Le «dress doctor» basavano il loro insegnamento su cinque principi estetici,
ai quali potremmo rifarci anche oggi:
armonia, ritmo, proporzione, equilibrio
ed enfasi.
Tutte le componenti di un look erano
concepite come un tutt’uno armonioso,
che si combinavano a livello di forma,
di fattura degli abiti, di concezione e
di colori. Secondo il primo principio, la
forma degli abiti doveva seguire i movimenti del corpo. Tutto ciò che disturbava questa naturalezza, come le spalline imbottite, disattendeva il principio
dell’armonia. Le «dress doctor» insegnavano inoltre alle allieve a prestare
attenzione che i colori e i materiali si
combinassero bene tra loro e, soprattutto, che fossero adeguati alla situazione e a chi li indossava.
Il ritmo di un abito attira l’attenzione
e va quindi adeguato all’evento e alla
persona che lo indossa. Il ritmo si crea,
per esempio, con la ripetizione, con le
sequenze di immagini o con il cambiamento. Secondo le «dress doctor», era
preferibile optare per una linea chiara,
perché troppi ritmi diversi tra loro confondono e stancano l’occhio.
Per quanto riguarda il principio dell’equilibrio, le «dress doctor» avevano previsto due possibilità: quella più semplice e più formale era la simmetria
perfetta, ossia abiti che al centro si
riflettevano in maniera perfetta e che
erano adatti alle occasioni formali.
L’altro tipo di equilibrio era invece più
semplice: un vestito con la spalla sinistra plissettata veniva controbilanciato,
per esempio, dalle pieghette sul fianco
destro; questo equilibrio informale dava
l’idea di frivolezza e di movimento, ma non
era mai unilaterale o poco armonioso.
Il principio delle proporzioni doveva
ricordare alle allieve di vestirsi appunto
«in proporzione» al loro fisico, per esem-
pio le donne di bassa statura non dovevano scegliere borse gigantesche
che le facevano sembrare ancora più
basse e, a volte, persino infantili.
L’ultimo principio era quello dell’enfasi
o del «punto focale» di un look: se non si
rispettava questo principio, si rischiava
di rovinare tutto il look. Per le «dress
doctor», una «mise» era considerata
riuscita se l’occhio non si soffermava
sul seno, sui fianchi e sui gioielli, ma
saliva fino al viso. Tutto ciò che in un
abito distoglieva lo sguardo dal viso
non era considerato un buon design.
Come vestirsi sul lavoro
«Dopo la scomparsa delle «dress doctor», oggi molte donne non sanno più
come vestirsi per andare al lavoro»,
scrive la Przybyszewski. «Sono tantissime le giovani che si presentano a un
colloquio per un posto di lavoro con
le infradito da spiaggia o in canotta».
Secondo le «dress doctor», l’abito che
le donne indossavano sul lavoro doveva
essere femminile, ma nel contempo
mostrare in modo chiaro che la donna
fa parte del mondo del lavoro: l’abito
doveva essere discreto, formale, dignitoso, non dare all’occhio e segnalare
rispetto e distanza per chi si incontrava.
Inoltre, «i vestiti da lavoro» non dovevano svelare troppo sulla persona,
quindi stando a questa regola gli indumenti troppo personali, come un pullover fatto a mano, raffigurante un husky
e indossato da un’amante dei cani,
andrebbero usati solo nella vita privata.
Secondo la Przybyszewski, per avere
n. 125 / In v er no 2014
G uardaroba
>
Le «dress doctor»
desideravano che le loro
allieve fossero così:
semplici ed eleganti.
un look adatto al mondo del lavoro basta seguire una regola molto semplice,
ossia cercare il pendant con gli abiti
degli uomini d’affari: «In questo modo,
non si vedrebbero più scollature, vestiti
senza maniche e altre invenzioni tipicamente femminili come le scarpe aperte
in punta».
Prendere sul serio il proprio ruolo
Oggigiorno non abbiamo più le «dress
doctor» che ci dicono quali abiti sono
adeguati e quali, invece, potrebbero far
arricciare il naso ad allievi e insegnanti.
Ma di tanto in tanto possiamo porci le
seguenti domande: il mio abbigliamento
è adeguato al lavoro che svolgo? Gli
allievi mi percepiscono come una persona da rispettare?
In caso di dubbio, conviene cercare di
essere il più «neutri» possibile, quindi
coprire i tatuaggi, truccarsi in maniera
discreta e ricordare che i motivi semplici conferiscono un’aria più seria di un
look mimetico o tecno. Nello scegliere
i vestiti da indossare possiamo pensare
in maniera pratica, per esempio: quanto
è profonda la mia scollatura, in altre
parole che cosa vedono gli allievi se mi
piego in avanti? Alla vista del tanga
quando vi piegate o delle ascelle non
depilate quando portate un top, gli allievi non proveranno rispetto nei vostri
confronti, ma molto probabilmente si
divertiranno alle vostre spalle. Nello
scegliere i colori e i materiali vale magari la pena di riflettere sul seguente
punto: se alzo le braccia per mostrare
qualcosa, si vedono gli aloni di sudore?
Chi si presenta davanti a una classe
dovrebbe prendere sul serio il fatto di
essere un modello: con abiti troppo
succinti o non curati, un’OPD non otterrà mai il rispetto che desidera dai
propri allievi.
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Amico dei denti: molto più che
«senza zucchero»
Nella pubblicità di molti prodotti si punta parecchio sul fatto che sono «senza
zucchero». Ciò, tuttavia, non significa sempre che questi alimenti siano
anche «amici dei denti». Solo i prodotti con il logo del dentino felice sotto l’ombrello
hanno la garanzia di non essere dannosi per i nostri denti.
Per produrre alimenti «amici dei denti»
non basta evitare lo zucchero. Altri ingredienti, come per esempio gli acidificanti, svolgono un ruolo altrettanto
determinante. Sia le tanto amate bibite
acide, che le caramelle acide contengono acidi della frutta, che agiscono
direttamente sulla superficie dei denti,
indebolendo lo smalto e causando una
perdita di sostanza dura del dente. Tra
i vari acidi, risulta particolarmente demineralizzante l’acido citrico. Tuttavia,
proprio questo acido viene spesso aggiunto alle bevande perché esalta in
modo efficace gli aromi della frutta e,
riducendo il valore pH, ne assicura una
lunga conservazione, anche una volta
aperte. Di conseguenza, anche gli alimenti senza zucchero possono aggredire i denti. Chi vuole andare sul sicuro
e comprare prodotti veramente «amici
dei denti», dovrebbe quindi acquistare
solo i prodotti con il logo del dentino
felice, il marchio che caratterizza i prodotti che hanno superato uno specifico
test scientifico.
Testati scientificamente
Il test del pH della placca è condotto
da cliniche universitarie indipendenti.
Possono quindi fregiarsi della dicitura
«amico dei denti» solo i prodotti che
non sono né cariogeni né erosivi. Il potenziale cariogeno si riferisce a determinati tipi di zuccheri e indica che il
prodotto può causare la carie. Il potenziale erosivo, invece, si riferisce agli
acidi contenuti nel prodotto. Se si può
escludere qualsiasi influenza negativa
sui denti, è possibile apporre sull’imbal-
laggio il marchio del dentino felice. In
tal modo i consumatori hanno la garanzia che il prodotto in questione sia un
vero e proprio «amico dei denti»!
• I bambini piccoli sono particolarmente a rischio: i denti da latte appena
spuntati, infatti, sono oltremodo sensibili. Di conseguenza, tra un pasto e
l’altro evitate di dare ai vostri bambini
prodotti contenenti zucchero.
I consigli del dentino felice
• Ad essere determinante non è la
quantità di zucchero ingerita, bensì la
frequenza con cui viene consumato.
Infatti, se l’apporto di zucchero è costante, le sostanze contenute nella saliva non riescono a remineralizzare lo
smalto. Nel caso degli acidi, invece,
oltre alla frequenza del consumo è importante anche la loro concentrazione.
• «Senza zucchero» di per sé non
significa «amico dei denti»! Quando
acquistate dolciumi, cercate il dentino
felice: l’unico marchio di qualità a garantire che un prodotto non causi né
carie né erosioni.
L’Azione Salvadenti, l’associazione di utilità
pubblica del dentino felice, da quasi trent’anni
premia i prodotti «amici dei denti». Oltre ai
dolciumi, diversi té per bebè, fitofarmaci e
addirittura un ciuccio si fregiano ormai del
marchio del dentino felice sotto l’ombrello.
Per ulteriori informazioni sul dentino felice
e sull’Azione Salvadenti: www.zahnfreundlich.ch.
[ 16 ]
n. 125 / in v er no 2014
PRODOT T I
GABA News n. 4 /2014
Letto per voi: nuove ricerche scientifiche
sul gel elmex®
La fluorizzazione intensiva si è oramai affermata
come un metodo efficace per prevenire la carie e
per curare una carie incipiente. Da tempo la GABA
Svizzera SA mette a disposizione delle scuole il gel
elmex ®, che contiene gli efficaci fluoruri di ammina,
per la profilassi intensiva della carie. Questo gel
garantisce infatti la fluorizzazione, la remineralizzazione e l’indurimento a lungo termine dello smalto
dentario decalcificato. Già oggi, il gel elmex® è quasi
certamente il gel ai fluoruri sul quale si sono fatte il
maggior numero di ricerche. Ciononostante, per
dimostrarne l’efficacia e la sicurezza gli studi e le
ricerche sul gel elmex ® continuano.
In Inghilterra, sono stati studiati gli effetti preventivi
sull’arco di due anni del gel elmex ® su 1075 allievi.
Per lo studio sono stati scelti appositamente allievi
provenienti da classi socioeconomiche basse e con
un alto rischio di carie, che in passato avevano già
avuto lesioni cariose ai molari permanenti, perché
questi allievi possono approfittare al massimo del
gel elmex ®. Lo studio si prefiggeva di analizzare le
modifiche nell’incidenza della carie in caso d’igiene
orale senza l’ausilio di un gel ai fluoruri e qualora,
invece, il gel elmex® venga applicato una volta, o persino due volte, a settimana. Purtroppo per i ricercatori non è per nulla stato facile condurre lo studio su
questo gruppo di popolazione: molti allievi non sono
stati «compliant», cioè non hanno applicato regolarmente il gel ai fluoruri, come pattuito inizialmente.
era stato chiesto di applicare il gel ai fluoruri presentavano in media quasi due nuove carie che raggiungevano la dentina (valori D3FT). Negli allievi che
avevano invece applicato il gel elmex ®, l’incidenza
della carie era diminuita proporzionalmente all’uso
del gel: negli allievi che nei due anni avevano applicato il gel elmex ® più di 60 volte, le lesioni cariose
profonde erano infatti diminuite del 29% rispetto al
gruppo di controllo.
Questo studio dimostra ancora una volta l’efficacia
delle raccomandazioni circa l’uso del gel elmex ®.
Applicandolo una volta a settimana, l’incidenza della
carie diminuisce considerevolmente. Nessun altro
gel ai fluoruri può vantare un così ampio ventaglio
di dati sulla sua efficacia.
Dove richiedere il gel elmex®: in alcuni cantoni (TI, ZH, VS, AR,
SZ, UR, NW, OB, GL e SH) il gel elmex ® da usare nell’ambito
della profilassi della carie nelle scuole può essere ordinato
direttamente dalla GABA. Negli altri cantoni va acquistato in
uno studio medico dentistico o in farmacia.
Ciononostante, i dati dello studio forniscono alcune
informazioni utili. Gli allievi, infatti, sono stati suddivisi a posteriori in gruppi, in base alla regolarità con
cui avevano applicato il gel elmex ® durante lo studio.
Dopo due anni, gli allievi che avevano continuato a
lavarsi i denti seguendo le loro abitudini e ai quali non
Studio: Stokes E, Ashcroft A, Burnside G, Mohindra T, Pine CM. Caries Res 45 (2011), 475-485.
Il gel elmex ® previene la carie, cura le carie incipienti e i colletti sensibili. Per i rischi e gli effetti collaterali vi preghiamo
di leggere il foglietto illustrativo o di rivolgervi al vostro medico o farmacista.
n. 125 / In v er no 2014
In memoria
[ 17 ]
Strappata alla vita nel fiore degli anni
In memoria di Bea Berger (26 febbraio 1951 – 2 settembre 2014)
Al congresso annuale delle OPD il suo
posto era vuoto. Sicuramente quel
giorno avrebbe proposto nuovi progetti
e discusso appassionatamente le questioni più scottanti che ruotano attorno
all’attività delle OPD. Ma Bea Berger
non c’è più. Il 2 settembre 2014 Bea ne
n’è andata, troppo presto, a causa delle
conseguenze di una grave crisi di asma,
dopo aver vissuto una vita davvero piena.
Bea era membro del nostro Consiglio
di fondazione e la sua scomparsa ha
lasciato un gran vuoto.
Bea Berger aveva seguito la sua formazione di assistente dentale a Zurigo.
Pochi anni dopo, aveva completato il
suo iter formativo seguendo un corso
per diventare assistente di profilassi.
Per oltre 30 anni aveva poi lavorato nel
suo campo, dapprima nel canton Zurigo
e in seguito, dopo aver conosciuto il
marito, nel canton Berna. Nel 2006
aveva iniziato la sua attività di OPD nella
scuola comunale di Köniz e anche nella
scuola speciale. Negli anni seguenti, in
collaborazione con Ulrich Rohrbach,
allora presidente della SSO, aveva elaborato un manuale destinato alle OPD
attive nei comuni bernesi.
Bea era sempre interessata alle novità
del suo ambito professionale. Forniva
informazioni alle colleghe, e organizzava
corsi di formazione continua e incontri
per scambiarsi esperienze. Bea ha
sempre svolto la sua attività di OPD con
molta passione. Spesso, preparava lei
stessa il materiale illustrativo e didattico.
Nel corso degli anni, nella sua casa di
Oberwangen bei Bern aveva creato un
vero e proprio archivio di materiale per
le lezioni.
Bea aveva poi messo a disposizione le
sue competenze professionali anche
alle scuole professionali, fungendo da
perito durante gli esami finali di assistente dentale. Inoltre, ricopriva una
carica onorifica: il 17 giugno 2003 era
entrata a far parte del Consiglio di fondazione della Fondazione per le OPD,
dove si è data da fare fino alla scomparsa. Anche la SSO ha sempre potuto
contare sul suo sostegno: Bea, infatti,
ha collaborato a diversi eventi mediatici,
per esempio in occasione del lancio
della campagna «Znünibox» (la scatoletta per la merenda) oppure a un evento
sulla pulizia dei denti presso la scuola
di Oberwangen. Nel 2012, per l’Azione
Salute orale in Svizzera, Bea aveva presentato alla stampa una lezione con
esperimenti scientifici destinata agli
allievi della scuola media.
A pochi anni dalla scomparsa del suo
amato marito, anche Bea ha concluso
la sua esperienza terrena. Lascia due
figli maggiorenni, Sarah e Stephan, ai
quali vanno le nostre più sentite condoglianze.
Grazie per tutto quello che hai fatto per
noi, Bea!
Dr. med. dent. Rolf Hess
Presidente del Consiglio di fondazione
Per una pulizia professionale anche
negli spazi interdentali.
Le setole di pulizia
più corte rimuovono
la placca dalla
superficie dentale
PRO
FESSIONAL
Le setole interdentali
più lunghe e finissime
puliscono in profondità
tra un dente e l’altro
n. 125 / In v er no 2014
CORSI
[ 19 ]
Corsi introduttivi proposti dalla
Fondazione per le OPD
21 maggio 2015, Zurigo
Corso preparatorio di un giorno
2 e 3 giugno 2015, Zurigo
Corso introduttivo di due giorni
www.serviziodentarioscolastico.ch > Le OPD nelle regioni
Regioni
17 gennaio 2015, Aarau
Formazione continua della VFSZP
21 gennaio 2015, Sursee
Formazione continua per le OPD
www.serviziodentarioscolastico.ch > Le OPD nelle regioni
La campagna Mese della salute orale
Colgate® sostiene le OPD
Lo scorso mese di settembre ha avuto luogo
la decima edizione della campagna «Mese
della salute orale». Per ogni prodotto Colgate ® per l’igiene orale venduto in Svizzera,
la GABA Svizzera SA ha donato cinque
centesimi alla Fondazione per le operatrici
di prevenzione dentaria da destinare alla
formazione delle OPD. Anche quest’anno,
nell’ambito di questa campagna, alla Fondazione per le operatrici di prevenzione dentaria sono stati versati 20’000 franchi.
spon sor della Fon dazion e per le OPD
Philips Sonicare For Kids
Favorisce una sana e autonoma
pulizia dei denti
Tecnologia sonica brevettata
Come tutti gli spazzolini della linea Sonicare, il modello Sonicare
For Kids si avvale della tecnologia sonica brevettata con 31‘000
movimenti dello spazzolino al minuto.
Migliora la rimozione della placca
Rimuove fino al 75 % di placca in più rispetto a uno spazzolino
manuale per bambini.*
Adatto per i bambini e sicuro
Due modalità di pulizia adatte per i bambini che garantiscono
una pulizia dei denti e delle gengive delicata e adatta all’età.
Consigliato a partire dai quattro anni.
Otto diversi adesivi
Con gli otto adesivi ogni bambino può configurare il proprio
spazzolino Sonicare For Kids come preferisce.
KidTimer + Musica
Aiuta i bambini a raggiungere la durata consigliata della pulizia
di due minuti. Alcune melodie segnalano al bambino di passare
all‘area di pulizia successiva o di terminare il lavaggio dei denti.
Due testine adatte all’età
L’impugnatura è compatibile con due grandezze di testine per spazzolino e fa sì, per così dire, che lo spazzolino cresca insieme ai bambini.
Impugnatura ergonomica
L’impugnatura sta perfettamente nella mano del bambino e ha due
zone antiscivolo.
* Studi clinici hanno effettivamente dimostrato che Sonicare For Kids può
rimuovere fino al 75 % di placca in più nelle zone difficili da raggiungere
rispetto a uno spazzolino manuale per bambini ed è risultato sicuro e
delicato per i bambini di età compresa tra i quattro e i dieci anni.1,2 Pertanto
non c’è da stupirsi che il 91 % dei genitori intervistati, che sono anch’essi
dentisti, scelgano Sonicare For Kids per i loro figli.3
Maggiori informazioni su www.sonicare.ch oppure per telefono al
numero: 0800 422 944 (gratuito da rete fissa, i prezzi da cellulare
possono divergere).
1) Pelka M, DeLaurenti M, Master A, et al. Int J Pediatr Dent. 2009;19:s1
2) Milleman J, Putt M, Olson M, et al. Int J Pediatr Dent. 2009;19:s1
3) Sonicare in-home survey of U.S. dental professionals with children ages 4-10
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Bollettino delle OPD n. 125 (documento pdf, 6.4 MB)