N. 125 Inverno 2014 del servizio dentario scolastico Congresso annuale delle OPD: un arrichimento per le lezioni [ 3 ] R isultat i del sondagg io t r a l e OPD [ 8 ] Look [ 12 ] Corsi [ 15 ] [ 2 ] Attualità EDITORI A LE Rolf Hess, presidente della Fondazione per le OPD e membro del comitato della SSO Fra poco, nel canton Vaud, si voterà su un’iniziativa che chiede un’assicurazione obbligatoria per le cure dentarie, da finanziare con una deduzione salariale a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro, come avviene con l’AVS. Cure dentarie pagate? Probabilmente un’idea allettante per molti vodesi, ma va detto che un’assicurazione di questo genere non è gratuita, anzi! Un’assicurazione obbligatoria per le cure dentarie implicherebbe un aumento della burocrazia e più spese. Complessivamente i costi aumenterebbero e, con la deduzione salariale, molte persone che hanno cura della loro salute orale si vedrebbero costrette a pagare molto più di quanto spendono attualmente. Care OPD, voi sapete che i danni ai denti si possono evitare. Chi pulisce accuratamente i denti risparmia sui costi per le cure dentarie. Con un’assicurazione basata sul principio della solidarietà, come quella richiesta dall’iniziativa vodese, tutti sarebbero costretti a pagare le cure dentarie delle poche persone che non curano la loro igiene orale. Ma è giusto? Per nessun’altra patologia, o quasi, la correlazione tra comportamento personale e insorgenza della malattia è così netta come nel caso della carie e della parodontite. Il nostro modello di assistenza odontoiatrica si fonda sulla responsabilità del singolo. Il modello svizzero è vincente e lo dimostra il fatto che negli ultimi 50 anni la carie tra gli allievi è diminuita. Il vostro compito all’interno di questo modello, care OPD, è molto importante: siete proprio voi a trasmettere ai bambini le conoscenze necessarie affinché, una volta diventati adulti, siano consapevoli della responsabilità che hanno nell’ambito dell’igiene orale. Certo, anche un modello di provata efficacia può essere migliorato. Ma non con una costosa assicurazione obbligatoria fondata sul principio dell’innaffiatoio, che inoltre ridurrebbe l’importanza della profilassi. IMPR ES S U M Editrice: Fondazione per le Operatrici di Prevenzione Dentaria (OPD), www.serviziodentarioscolastico.ch. Redazione/abbonamenti: Moussonstrasse 19, 8044 Zurigo, [email protected], CHF 40.– all’anno. Periodicità: 4 numeri all’anno. Redazione: Dr. F. Magri e Dr. med. Melinda Spiesshofer, Fondazione per le OPD, Sandra Küttel, Gabriela Troxler e Rahel Brönnimann, Servizio stampa e d’informazione SSO. I contributi senza sigla o senza nome dell’autore e nome della ditta rispecchiano il parere degli autori, che non deve necessariamente corrispondere all’opinione della redazione. Layout: Claudia Bernet, Berna. Stampa: Jordi Medienhaus, 3123 Belp. Tiratura: 550 esemplari. Fotografie: Martin Bichsel, Getty Images © La redazione si riserva tutti i diritti. Vietata la riproduzione e la diffusione di interi numeri. È permessa la riproduzione previa indicazione della fonte. n. 125 / in v er no 2014 Videoclip della CRS Con un nuovo videoclip, la Croce Rossa Svizzera CRS vuole sensibilizzare i migranti sull’importanza dell’igiene orale. Il filmato trasmette, senza parole ma con un linguaggio universale, alcuni messaggi importanti: pulire i denti dopo ogni pasto, acquistare e consumare prodotti «amici dei denti», bere acqua e prestare attenzione alla salute orale dei più piccoli: www.redcross.ch/salutedentale Opuscolo: «Bocca sana in corpore sano.» Con il materiale elaborato per la campagna dell’Azione Salute orale in Svizzera, le OPD possono rendere attenti i loro allievi sulla correlazione tra salute orale e stato di salute generale. Un’igiene orale insufficiente favorisce sia l’insorgenza di una parodontite che di malattie sistemiche, come i problemi cardiocircolatori, le malattie delle vie respiratorie e il diabete. Gli opuscoli della campagna possono essere ordinati allo shop della SSO (031 310 20 81 o www.sso-shop.ch). Per ulteriori informazioni sui temi della campagna: www.boccasana.ch. n. 125 / In v er no 2014 Il congresso delle OPD [ 3 ] ^ Anche quest’anno partecipazione è stata ottima. Ampliare l’orizzonte per le lezioni Il 4 novembre, a Olten, ha avuto luogo il terzo congresso annuale delle OPD che, con i suoi circa 200 partecipanti, anche quest’anno è stato un successo. Oltre al tema principale, ossia «Alitosi e pulizia della lingua», il programma prevedeva i seguenti temi: «Le allergie nella vita quotidiana», «Il rafforzamento della salute psicosociale dei bambini» e «Compiti e sfide delle direzioni scolastiche». Melinda Spiesshofer Il congresso è iniziato con un’interessante relazione sull’alitosi da parte del professor Andreas Filippi dell’università di Basilea. L’alitosi è un odore sgradevole proveniente dalla bocca. Dato che noi esseri umani ci abituiamo agli odori che emaniamo, spesso le persone che soffrono di alitosi non sono consapevoli del loro problema. Purtroppo i test autovalutativi, come alitare nelle mani o odorare il filo interdentale, non funzionano. L’unico sistema affidabile è quello dell’airbag, ossia: soffiare in un sacchetto di plastica inodore, di oltre sette litri di volume (in pratica più grande del volume dell’aria espirata). In seguito chiudere il sacchetto, spostarsi in un locale ben arieggiato oppure odorare del caffè per neutralizzare il naso e, piano piano, svuotare il sacchetto sotto il naso. Da dove viene l’alito cattivo? Il 25% circa della popolazione ha l’alito pesante in determinati momenti della giornata, mentre il 6% soffre di alitosi cronica. Nel 90% dei casi le cause sono da ricercare nel cavo orale, e nella metà di questi casi l’alitosi è dovuta alla patina che si forma sulla lingua, a una gengivite, a una parodontite o a una combinazione di queste cause. Negli altri casi, l’alitosi ha origine nella regione ORL (infiammazioni delle tonsille o dei seni paranasali) e solo raramente nel tratto gastro-intestinale. In alcuni casi, invece, è da ricondurre a una patologia psichiatrica. L’alito cattivo è causato dalla decomposizione di materiale organico (per esempio saliva, resti di cibo e cellule epiteliali morte) da parte di batteri anaerobi, ossia di microrganismi in grado di moltiplicarsi in assenza di ossigeno. I composti sulfurei volatili che ne risultano hanno un ruolo fondamentale nell’insorgenza dell’alitosi. Il 60% circa dei microrganismi presenti nel cavo orale si trova sulla lingua. Dato che la Continua a pagina 4 [ 4 ] n. 125 / in v er no 2014 Il congresso delle OPD superficie della lingua è particolarmente ruvida, i batteri si insediano in profondità nelle papille, dove vi è assenza di ossigeno. Di conseguenza, sulla lingua si forma una patina visibile, un biofilm spesso. I batteri anaerobi si insediano anche nelle tasche parodontali di oltre 4 millimetri di profondità, dove si moltiplicano indisturbati ed emanano un cattivo odore. L’alito cattivo è inoltre causato da altri fattori. Tra questi ricordiamo: una salivazione ridotta, il consumo insufficiente di acqua, il consumo eccessivo di caffè, il fumo, la respirazione attraverso la bocca, il fatto di russare, lo stress, il consumo di bevande alcoliche, il sovrappeso e un consumo abbondante di carne. La decomposizione delle proteine presenti nella carne, infatti, libera degli aminoacidi, che rappresentano un alimento ideale per i batteri anaerobi. La salivazione, invece, può diminuire a causa dell’assunzione di determinati farmaci, della radioterapia o di altri motivi. Anche il numero di pasti influisce sull’insorgenza dell’alitosi: meglio cinque piccoli pasti che tre abbondanti, perché durante ogni pasto il biofilm sulla lingua viene per così dire raschiato via e ingerito. Non esistono terapie standard Per effettuare una diagnosi, il paziente deve compilare un questionario sulle terapie seguite in passato e sul disagio causato dall’alitosi. Durante la diagnosi orale il dentista osserva accuratamente il colore, lo spessore e l’estensione ^ I relatori: il professor Andreas Filippi dell’università di Basilea, Julia-Tatjana Maul dell’ospedale universitario di Zurigo... della patina presente sulla lingua, misura le tasche parodontali, verifica la presenza di corone e ponti e misura il grado di salivazione. Per ovviare all’alitosi non esistono terapie standard, perché la cura dipende dalla causa. Dato che i microrganismi presenti nel cavo orale sono la causa principale dell’alito cattivo, in primo luogo occorre affidarsi alle cure di un dentista. In questo caso è importante cercare uno studio medico dentistico specializzato in alitosi, perché sono pochi i dentisti esperti in materia. Nell’ambito dell’igiene orale quotidiana, dopo aver lavato i denti si consiglia di pulire anche la lingua. A tale scopo basta del normale dentifricio e uno spazzolino specifico, con il quale passare sulla superficie della lingua. Pulendo tutti i giorni la lingua dopo aver lavato i denti si riduce in maniera drastica il numero di Streptococcus mutans, il batterio in gran parte responsabile dell’insorgenza della carie. I dentifrici speciali per la lingua andrebbero usati solo in caso di trattamento mirato dell’alitosi. La pulizia della lingua dovrebbe far parte dell’igiene orale sin dall’infanzia. In questo caso, basta che dopo aver pulito i denti i bambini passino con lo spazzolino sulla lingua. In questo modo si abituano presto a questa operazione. n. 125 / In v er no 2014 Le allergie nella vita quotidiana Nella sua relazione, la dottoressa JuliaTatjana Maul, del reparto di dermatologia dell’ospedale universitario di Zurigo, ha parlato delle allergie, ormai sempre più diffuse tra la popolazione. Oggi, in Svizzera, una persona su cinque soffre di un’allergia e una persona su dieci di eczema. Al momento si stanno valutando diverse cause che potrebbero essere alla base dell’aumento degli allergici, ma pure i motivi per cui un’allergia si manifesti in una persona piuttosto che in un’altra. I bambini che sin da piccoli entrano in contatto con le infezioni perché, ad esempio, hanno fratelli e sorelle più grandi o frequentano un asilo nido, soffrono meno frequentemente di allergie. Anche vivere vicino a una fattoria durante lo sviluppo del sistema immunitario rappresenta un fattore positivo. Il sistema immunitario, infatti, deve entrare in contatto al più presto con diversi corpi estranei per evitare di considerarli in un secondo momento «estranei», reagendo con un’allergia. Secondo le ultimissime teorie, la mania dell’igiene ricorrendo ai più moderni agenti detergenti potrebbe avere effetti tendenzialmente controproducenti. Il processo che scatena una reazione allergica è complesso, e ne esistono di diversi tipi. La liberazione di istamina provoca i sintomi allergici, per questo motivo spesso la terapia prevede la somministrazione di un preparato antistaminico. Se una persona ha una reazione allergica a un frutto o un ortaggio Il congresso delle OPD ^ ...Susanne Anliker della Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale e Albert Arnold, membro del comitato direttivo dell’Associazione svizzera dei direttori scolastici. crudo, ma non allo stesso frutto od ortaggio cotto, dipende dal fatto che durante la cottura la struttura cellulare viene denaturata e l’alimento non è più recepito come un allergene dal sistema immunitario. Attenzione: ciò non vale per i crostacei! Teoricamente qualsiasi cosa può scatenare una reazione allergica, spesso però l’allergene non va cercato nella sostanza principale dell’alimento, ma negli additivi, per esempio nei conservanti. Non tutte le reazioni sono di tipo allergico: un piccolo gonfiore rosso nel punto d’iniezione di una vaccinazione o di una puntura d’insetto, per esempio, è normale. Ciononostante, tutte le reazioni allergiche vanno prese sul serio e segnalate al medico di famiglia o allo specialista, perché vi sono anche reazioni allergiche più serie che possono tra l’altro provocare choc anafilattici. I pazienti che sanno di poter avere gravi reazioni allergiche, per esempio alle punture di api o vespe, portano sempre con sé un set di emergenza ricevuto dal medico curante. Sul sito del Centro Allergie Svizzera (www.aha.ch) trovate ulteriori informazioni interessanti sul tema. [ 5 ] Il progetto ESSKI Susanne Anliker, lic. phil., ha presentato con dovizia di particolari il progetto d’intervento e di ricerca ESSKI («Eltern und Schule stärken Kinder», ossia i genitori e la scuola rafforzano i bambini), che si prefigge appunto di rafforzare le competenze psicosociali dei bambini. La salute psichica è una delle componenti della nostra salute, tanto quanto gli aspetti sociali e fisici, e può essere riassunta in dieci competenze di vita: consapevolezza di sé, empatia, gestione dello stress e delle emozioni, capacità comunicativa e relazionale, senso critico, creatività, capacità decisionale e di risoluzione dei problemi. Queste competenze di vita sono basilari per promuovere la salute a scuola e in famiglia. Grazie al programma d’intervento ESSKI i bambini dovrebbero venir rafforzati sia a casa che a scuola. Nell’ambito del progetto pilota, gli insegnanti hanno seguito un corso di perfezionamento professionale per migliorare le proprie competenze, mentre i genitori sono stati contattati e formati per telefono, e hanno ricevuto un DVD. L’obiettivo era renderli più sicuri nell’affrontare le questioni educative, aumentare la fiducia nelle loro competenze ed evitare lo stress dovuto al loro compito educativo. In questo modo si vuole favorire ulteriormente lo sviluppo dei bambini e ridurre i problemi comportamentali. Il progetto si prefigge di promuovere un buon rapporto con i bambini grazie al tempo, al dialogo e all’affetto. Lo svi- [ 6 ] n. 125 / in v er no 2014 Il congresso delle OPD luppo del bambino va promosso lodandolo in maniera mirata e sincera, assicurandogli le necessarie attenzioni e proponendogli attività interessanti. Nell’ambito del progetto, grazie al materiale didattico «Fit und stark durchs Leben» (affrontare la vita sani e forti) i bambini si sono avvicinati, tra l’altro, all’educazione affettiva. Il programma intende rafforzare la stabilità dei bambini in caso di influenze sociali negative, nonché le loro competenze generali di vita. Dalla valutazione del progetto pilota risulta che per tutte le parti coinvolte (genitori, bambini e insegnanti) il progetto ha sortito risultati positivi. Nel frattempo, il progetto è stato ulteriormente sviluppato e adottato più volte anche per sostenere i bambini provenienti da classi socioeconomiche svantaggiate. Sul sito web www.esski.ch trovate ulteriori informazioni su questo progetto molto concreto. < Le pause sono state anche l’occasione di rifornirsi di materiale didattico e di gadget per gli allievi... …e di scambiare opinioni con gli sponsor della Fondazione per le OPD. Compiti e sfide delle direzioni scolastiche Da ultimo, Albert Arnold, che ha lavorato nelle scuole per decenni e per molti anni è stato direttore scolastico, ha illustrato il ruolo, non sempre facile, del direttore scolastico. Nella sua relazione Arnold ha spiegato che cosa significhi trovare un equilibrio tenendo conto delle esigenze degli insegnanti, degli allievi e dei genitori e, non da ultimo, anche di quelle personali del direttore. I presenti hanno così potuto rendersi conto che a volte questo esercizio rappresenta un compito quasi impossibile. Il direttore di una scuola si trova nella complessa situazione di dover essere vicino agli insegnanti, mantenendo però le dovute distanze. Nella maggior parte dei casi, infatti, egli è direttore, quindi il «capo», ma nel contempo insegnante, quindi un «collega». Quando accettano questo incarico, molti direttori sognano una scuola ideale per gli allievi e per gli insegnanti, ma poi si rendono gradualmente conto della portata di questa sfida, che consiste nell’impostare la scuola in base ai programmi prescritti dalle autorità e nel trovare insieme la strada giusta. Albert Arnold ha accennato al crescente numero di casi di burn-out tra gli insegnanti e tra i direttori scolastici, motivo per cui occorre disporre di una buona formazione e di una buona rete di contatti, frequentare regolarmente corsi di perfezionamento professionale e avere una buona igiene psicologica. Da diversi decenni, il servizio dentario scolastico svolge un ruolo importante nelle scuole, che – ammette Albert Arnold – non viene sempre apprezzato come dovrebbe. Le direzioni scolastiche dovrebbero dare molta importanza a questo servizio e coadiuvare le OPD durante l’organizzazione della loro attività, per esempio fissando le date di presenza a scuola delle OPD, obbligando gli insegnanti a partecipare alla lezione di profilassi dentaria (nella misura in cui l’OPD stessa lo desideri), promovendo spuntini sani per la ricreazione e portando avanti progetti di promozione della salute in collaborazione con le OPD. Non va inoltre dimenticato che la direzione elabora le disposizioni contrattuali riguardanti l’assunzione dell’OPD. Va tuttavia sottolineato che non è la direzione della scuola che decide quante visite vengono fatte in ogni classe. Questa decisione spetta all’autorità comunale, mentre la direzione della scuola ha unicamente una funzione operativa. Sul sito www.serviziodentarioscolastico.ch, sotto «OPD novità», trovate altre impressioni sul congressso. IGIENE ORALE COMPROVATA IN UN NUOVO DESIGN! MBINI A B R PE TIRE A PAR NI. N DA I 6 A [ 8 ] n. 125 / in v er no 2014 Il son daggio tra le OPD Risultati del sondaggio 2013/14 tra le OPD I dati raccolti con il sondaggio condotto tra le operatrici di prevenzione dentaria dalla Fondazione per le OPD in collaborazione con l’Azione Salvadenti sono stati oggetto di una prima valutazione. Un aspetto rallegrante è certamente l’alta partecipazione al sondaggio, che ha permesso di raccogliere dati importanti sull’attività delle OPD e di confrontarli con quelli rilevati dieci anni fa. Felix Magri In media, un’OPD segue 17 classi, tiene 66 lezioni all’anno e guadagna 35 franchi all’ora: ecco alcuni dei primi risultati che scaturiscono dalla seguente tabella. I risultati del sondaggio verranno illustrati in maniera più dettagliata nel prossimo numero del Bollettino. Tabella 1 Risultati del sondaggio sull’esame di pulizia dei denti Circa un terzo delle persone interpellate è tendenzialmente favorevole a un esame di pulizia dei denti, mentre i restanti due terzi sono piuttosto contrari. La metà dei contrari motiva principal- Materiale pervenuto e valutato Inviti a partecipare al sondaggio online inviati alle OPD per mail 700 Questionari ritornati e reazioni502 Questionari utilizzabili per la valutazione 468 * Numero di OPD che hanno risposto di persona 437 ** Numero di comuni, di cui si occupano le OPD, citati nelle risposte 971 *** * Pari al 66,8% dei questionari inviati: un risultato ottimo per questo tipo di sondaggi. ** 18 OPD hanno inoltrato un «questionario collettivo» per due o più comuni, mentre 81 (pari al 18%) delle 437 OPD che hanno partecipato al sondaggio si occupano di due, tre o più comuni e hanno compilato diversi questionari. Pertanto, il numero di questionari utilizzabili per la valutazione non corrisponde al numero di OPD che hanno partecipato al sondaggio. Lo stesso vale per i comuni in cui operano le OPD, che sono più numerosi rispetto alle OPD che hanno inviato le loro risposte. *** 310 dei 971 comuni in cui sono attive le OPD si trovano nei cantoni GR, SH e BL. Per questi cantoni è stato inviato un unico questionario. Il sondaggio non ha quindi permesso di rilevare quante OPD sono attive in questi cantoni, di conseguenza il loro numero è stato valutato in base ai dati precedentemente a disposizione. Queste sovrapposizioni e differenze non permettono sempre di calcolare le medie, le percentuali ecc., per cui a volte i valori possono solo essere stimati. Tuttavia, grazie ai numerosi dati a disposizione, questi valori sono abbastanza corretti e non modificano in alcun modo le conclusioni a cui si può giungere. mente la propria posizione con il fatto che i bambini sono già abbastanza sotto pressione, stressati e hanno molte verifiche. Il 55% dei partecipanti al sondaggio giudica adeguati le medaglie e i premi di consolazione, mentre l’11% preferisce le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. Gli esami di pulizia dei denti sono in parte già previsti, spesso sotto forma di «colorazione dei denti – con l’ausilio delle pastiglie rivelatrici di placca – dopo averli puliti e controllo». Secondo le persone che hanno partecipato al sondaggio, il momento ideale per gli esami di pulizia dei denti è il terzo e/o il sesto anno di scuola. I risultati del sondaggio e la letteratura specializzata mostrano che la cosa migliore da fare è sottoporre agli allievi solo un questionario, evitando così la pressione dell’esame, e prevedere una ricompensa e un feedback verbale. Invece di un esame, è molto più adatto un «concorso per la pulizia dei denti»: per esempio dieci domande teoriche sotto forma di quiz più la colorazione dei denti con le pastiglie rivelatrici di placca dopo aver lavato i denti, da proporre agli allievi che frequentano il sesto anno scolastico. Per premio, tutti gli allievi ricevono una medaglia. Resta da chiarire in che misura si potrebbero coinvolgere i genitori. Anche se la proposta ha riscontrato un tiepido successo, vi è un numero sufficiente di OPD disposte a partecipare a un progetto pilota. n. 125 / In v er no 2014 Tabella 2 [ 9 ] Il son daggio tra le OPD Riassunto dei principali risultati del sondaggio sull’attività delle OPD In blu figurano i dati del sondaggio del 2003/2004, nella misura in cui erano stati rilevati. Classi rilevate dal sondaggio Risposte utilizzabili * Valore medio per OPD Minimo Massimo 1 Classi seguite Negli ultimi dieci anni, la media di classi seguite da un’OPD in tutti gli ordini di scuole è passata da 16 a 17, aumentando una sola unità. di Scuola dell’infanzia 3599 402 4 41 1172 294 I-III anno scolastico 5556 412 6 61 1319 626 IV-VI anno scolastico 3920 3988 61 1131 289 VII-IX anno scolastico 1374 128 Tutti gli ordini di scuola 2 L ezioni (con pulizia dei denti) all’anno media il numero di lezioni per anno In scolastico... Scuola dell’infanzia 4034 41 172 42 I-III anno scolastico 399 IV-VI anno scolastico 3824 41 150 35 VII-IX anno scolastico 3 Durata delle lezioni in minuti ...è rimasto stabile sui valori di dieci anni fa, tanto quanto la durata media delle lezioni. Un’OPD tiene in media 66 lezioni all’anno (v. punto 4). Scuola dell’infanzia 403 4545 2010 9090 I-III anno scolastico 399 4545 1215 6060 IV-VI anno scolastico 379 4545 1515 6060 VII-IX anno scolastico 4545 2020 6060 4 Totale lezioni Il tempo trascorso in classe è leggermente aumentato, il che permette di concludere che negli ultimi dieci anni la media delle lezioni per OPD è leggermente cresciuta. Il ricorso alle OPD è molto stabile: in media la percentuale di lavoro non ha praticamente subito variazioni. Il risultato dei punti 1-4 è particolarmente interessante. Totale lezioni incl. esercitazioni di pulizia dei denti in aula 442 66 14459 ** 8 71 1134 49 22244916 171 1514 920 4 41 160 39 932 41 145 45 95 1 1525 Ore (nette) trascorse in aula all’anno428 45 49 2 1144 Ore di lavoro (prima e dopo le lezioni) all’anno (in 68, pari al 17%, comuni su 400 vengono pagate in media 10 ore all’anno) 358 10 10 0 280 5 Retribuzione (CHF) Complessivamente, le retribuzioni sono legger mente aumentate. Il salario delle OPD pagate per le ore di lavoro prestate è sensibilmente aumentato. In generale, la retribuzione media si aggira sui 35 franchi all’ora, con differenze anche abbastanza importanti tra importo minimo e massimo. L’auspicio è che, in occasione del prossimo sondaggio, si registri un aumento maggiore della retribuzione media (e questo anche grazie al nuovo modello di contratto!). a lezione (lavoro prima e dopo pagato a parte)138 32.0034.45 per tutte le ore di lavoro prestate 104 35.80 24.70 70.00 6 Attività Gli anni di attività delle OPD – a partire dal corso introduttivo – sono leggermente au mentati, anche se alcune di loro svolgevano l’attività di OPD già prima di partecipare al corso. La partecipazione ai corsi di formazione continua registra invece un certo calo. L’età media e il numero di figli delle OPD non è praticamente cambiato. Anni di attività fino a fine 2013 (a partire dal corso introduttivo)369 4,3 7 1 32 Corsi di formazione continua seguiti all’anno (corsi e congressi annuali)336 3 2 1 12 forfait per lezione (compreso il lavoro prima e dopo)164 30.0040.00 7.5020.00 58.0064.00 12.0012.00 45.0070.00 sotto forma di salario mensile (convertito in ore) 30 35.50 22.55 60.00 Età 393 44 46 22 65 Numero di figli 371 2 2 1 12 Continua a pagina 10 [ 10 ] n. 125 / in v er no 2014 Il son daggio tra le OPD 7 Contesto scolastico La partecipazione alla pausa caffè a scuola è uno dei fattori che illustra al meglio il rapporto con gli insegnanti e con l’organiz zazione della scuola. Questo aspetto è sempre molto importante per il buon funzionamento della promozione della salute orale a scuola e, fortunatamente, la partecipazione alla pausa caffè è migliorata. Lo spazzolino rimane a scuola 436 363 (83%) 60 (14%) Possibilità di usare materiale e apparecchi presenti a scuola 408 383 (94%) 25 (6%) Pausa con gli insegnanti 406 383 (87%) 53 (13%) 8 Formazione e pianificazione Risposte utilizzabili SìNoEntrambi 13 (3%) Negli ultimi dieci anni, la percentuale di OPD Formazione di assistente dentale 387 215 (55%) 172 (45%) che ha seguito la formazione di assistente Piano annuale delle lezioni 210 = 45% delle 468 OPD dentale è aumentata di 13 punti e il numero di OPD con tale formazione è quasi raddopAltre attività sociali o funzioni all’interno del comune 173 = 40% delle 468 OPD piato. Fondamentale per il lavoro di un’OPD è il contatto con i bambini e gli insegnanti, di conseguenza pure in futuro dovranno poter svolgere questa attività anche le persone vantaggio, tuttavia le conoscenze di base per mande del questionario lavora con un piano che non hanno seguito una formazione di la profilassi nella scuola dell’infanzia ed annuale delle lezioni. Analogamente all’ultimo assistente dentale, ma che hanno una predielementare si possono acquisire facilmente sondaggio, al momento il 40% delle OPD sposizione per questo tipo di contatto. grazie al materiale a disposizione. Circa la svolge anche un’altra attività nel proprio Disporre di conoscenze odontoiatriche è un metà delle OPD che hanno risposto alle docomune o in un altro comune. «Non si può dimenticare l’importanza sociale delle cliniche dentarie scolastiche!» Gabriela Troxler sottovalutano il lavoro svolto nelle cliniche dentarie scolastiche e giudicano peggiore il livello delle cure proposte in tali strutture», afferma Yvonne Wagner, responsabile della Clinica dentaria scolastica di San Gallo e da un anno presidente della KLIKO. In realtà, i medici dentisti attivi nelle cliniche dentarie scolastiche hanno un’ottima formazione, usano le tecniche più recenti e spesso sono veri specialisti nel loro settore. Garantire la profilassi nel tempo Oggigiorno le cliniche dentarie scolastiche attive in Svizzera sono spesso confrontate con sfide molto simili tra loro. Per discuterne e trovare insieme delle soluzioni, una volta all’anno, i circa 25 responsabili delle cliniche, provenienti soprattutto dalla Svizzera tedesca e francese, si incontrano alla Conferenza dei direttori delle cliniche dentarie scolastiche (KLIKO). In futuro, la KLIKO vorrebbe elaborare raccomandazioni desti- ^ I membri della Conferenza dei direttori delle cliniche dentarie scolastiche con la presidente Yvonne Wagner (seconda fila, terza da destra). nate a tutte le cliniche dentarie scolastiche e, nel contempo, rafforzare la loro posizione. Al momento, infatti, le opinioni dei professionisti del settore odontoiatrico sono discordanti. «Molti colleghi Negli ultimi anni, sempre più cliniche dentarie scolastiche hanno dovuto chiudere per motivi economici. Yvonne Wagner auspica quindi una maggiore solidarietà da parte dei medici dentisti, perché non si può dimenticare l’aspetto sociale delle cliniche dentarie scolastiche. Tutti i bambini devono poter beneficiare di una buona assistenza odontoiatrica. Se gli allievi e le allieve di 12 anni non presentano praticamente alcuna carie lo si deve agli sforzi pluridecennali profusi nell’ambito della profilassi. La presidente teme che se altre cliniche dentarie scolastiche dovessero chiudere, la situazione potrebbe cambiare. Anche le cliniche al di fuori delle grandi città vanno mantenute, altrimenti il modello svizzero di profilassi dentaria è seriamente in pericolo. Una cura dei denti di qualità che diverte i bambini! Setole flessibili a V per una rimozione accurata della placca anche negli spazi interdentali Testina piccola per una pulizia profonda di tutti i denti Protezione efficace contro la carie Impugnatura antiscivolo con incavo per il pollice Rinforza efficacemente lo smalto dei denti Con fluoruro e calcio Contenuto di fluoruro adatto all’età (1450 ppm F) Con un delicato gusto di menta LP Lucky Punch ENTERTAINMENT ©2012 Lucky Punch, Rainbow, March Entertainment. Con una simpatica ventosa Grazie alla sua grande esperienza nell’igiene orale quotidiana dei bambini, Signal garantisce una pulizia delicata e una protezione sicura − e con gli eroi di Mia&me e Beyblade porta il divertimento in bagno. [ 12 ] n. 125 / in v er no 2014 G uardaroba Dell’arte oramai persa di vestirsi con stile Nel suo libro, «The Lost Art of Dress», la storica Linda Przybyszewski parla dei tempi in cui le donne in America sapevano ancora vestirsi con stile. A tale scopo, facevano propri i consigli delle cosiddette «dress doctor», consigli che, secondo l’autrice, sarebbero tuttora preziosissimi, tenendo conto della sciattaggine dilagante. Rahel Brönnimann Ultracinquantenni vestite come teenager, donne che escono a bere un caffè in tuta da ginnastica o che fanno a chi si mette la gonna più corta: per Linda Przybyszewski non c’è praticamente nulla da salvare nello stile «sciatto» con cui si vestono oggi le donne in America. Nel suo libro, la storica parla dei tempi in cui le donne americane si vestivano invece in modo semplice, ma elegante, insomma dei tempi in cui a scuola si imparava ancora che cosa significasse sapersi vestire. Fino a una cinquantina di anni fa, l’arte di vestirsi non era solo una materia scolastica, se ne parlava anche nelle trasmissioni radiofoniche, nelle associazioni femminili, sulle riviste e in centinaia di opuscoli e libri. Linda Przybyszewski chiama le «insegnanti» di quest’arte «dress doctor», ossia dottoresse dell’abito. Nei primi decenni del XX secolo, esse insegnavano che «vestire bene non è una questione di denaro, ma di conoscenza e abilità» e che gli abiti dovevano permettere alle donne di muoversi, quindi era opportuno evitare le gonne strette, i modelli scomodi e le scarpe con i tacchi alti, con cui era praticamente impossibile camminare. I cinque principi del «sapersi vestire» Le «dress doctor» basavano il loro insegnamento su cinque principi estetici, ai quali potremmo rifarci anche oggi: armonia, ritmo, proporzione, equilibrio ed enfasi. Tutte le componenti di un look erano concepite come un tutt’uno armonioso, che si combinavano a livello di forma, di fattura degli abiti, di concezione e di colori. Secondo il primo principio, la forma degli abiti doveva seguire i movimenti del corpo. Tutto ciò che disturbava questa naturalezza, come le spalline imbottite, disattendeva il principio dell’armonia. Le «dress doctor» insegnavano inoltre alle allieve a prestare attenzione che i colori e i materiali si combinassero bene tra loro e, soprattutto, che fossero adeguati alla situazione e a chi li indossava. Il ritmo di un abito attira l’attenzione e va quindi adeguato all’evento e alla persona che lo indossa. Il ritmo si crea, per esempio, con la ripetizione, con le sequenze di immagini o con il cambiamento. Secondo le «dress doctor», era preferibile optare per una linea chiara, perché troppi ritmi diversi tra loro confondono e stancano l’occhio. Per quanto riguarda il principio dell’equilibrio, le «dress doctor» avevano previsto due possibilità: quella più semplice e più formale era la simmetria perfetta, ossia abiti che al centro si riflettevano in maniera perfetta e che erano adatti alle occasioni formali. L’altro tipo di equilibrio era invece più semplice: un vestito con la spalla sinistra plissettata veniva controbilanciato, per esempio, dalle pieghette sul fianco destro; questo equilibrio informale dava l’idea di frivolezza e di movimento, ma non era mai unilaterale o poco armonioso. Il principio delle proporzioni doveva ricordare alle allieve di vestirsi appunto «in proporzione» al loro fisico, per esem- pio le donne di bassa statura non dovevano scegliere borse gigantesche che le facevano sembrare ancora più basse e, a volte, persino infantili. L’ultimo principio era quello dell’enfasi o del «punto focale» di un look: se non si rispettava questo principio, si rischiava di rovinare tutto il look. Per le «dress doctor», una «mise» era considerata riuscita se l’occhio non si soffermava sul seno, sui fianchi e sui gioielli, ma saliva fino al viso. Tutto ciò che in un abito distoglieva lo sguardo dal viso non era considerato un buon design. Come vestirsi sul lavoro «Dopo la scomparsa delle «dress doctor», oggi molte donne non sanno più come vestirsi per andare al lavoro», scrive la Przybyszewski. «Sono tantissime le giovani che si presentano a un colloquio per un posto di lavoro con le infradito da spiaggia o in canotta». Secondo le «dress doctor», l’abito che le donne indossavano sul lavoro doveva essere femminile, ma nel contempo mostrare in modo chiaro che la donna fa parte del mondo del lavoro: l’abito doveva essere discreto, formale, dignitoso, non dare all’occhio e segnalare rispetto e distanza per chi si incontrava. Inoltre, «i vestiti da lavoro» non dovevano svelare troppo sulla persona, quindi stando a questa regola gli indumenti troppo personali, come un pullover fatto a mano, raffigurante un husky e indossato da un’amante dei cani, andrebbero usati solo nella vita privata. Secondo la Przybyszewski, per avere n. 125 / In v er no 2014 G uardaroba > Le «dress doctor» desideravano che le loro allieve fossero così: semplici ed eleganti. un look adatto al mondo del lavoro basta seguire una regola molto semplice, ossia cercare il pendant con gli abiti degli uomini d’affari: «In questo modo, non si vedrebbero più scollature, vestiti senza maniche e altre invenzioni tipicamente femminili come le scarpe aperte in punta». Prendere sul serio il proprio ruolo Oggigiorno non abbiamo più le «dress doctor» che ci dicono quali abiti sono adeguati e quali, invece, potrebbero far arricciare il naso ad allievi e insegnanti. Ma di tanto in tanto possiamo porci le seguenti domande: il mio abbigliamento è adeguato al lavoro che svolgo? Gli allievi mi percepiscono come una persona da rispettare? In caso di dubbio, conviene cercare di essere il più «neutri» possibile, quindi coprire i tatuaggi, truccarsi in maniera discreta e ricordare che i motivi semplici conferiscono un’aria più seria di un look mimetico o tecno. Nello scegliere i vestiti da indossare possiamo pensare in maniera pratica, per esempio: quanto è profonda la mia scollatura, in altre parole che cosa vedono gli allievi se mi piego in avanti? Alla vista del tanga quando vi piegate o delle ascelle non depilate quando portate un top, gli allievi non proveranno rispetto nei vostri confronti, ma molto probabilmente si divertiranno alle vostre spalle. Nello scegliere i colori e i materiali vale magari la pena di riflettere sul seguente punto: se alzo le braccia per mostrare qualcosa, si vedono gli aloni di sudore? Chi si presenta davanti a una classe dovrebbe prendere sul serio il fatto di essere un modello: con abiti troppo succinti o non curati, un’OPD non otterrà mai il rispetto che desidera dai propri allievi. [ 13 ] Profilassi della carie per un futuro sano! EMOFORM ® Senza: • sostanze allergeniche • coloranti • conservanti • dolcificanti artificiali • laurilsolfato di sodio da 0-5 anni dai 6 anni Dr. Wild & Co. AG, 4132 Muttenz www.wild-pharma.com n. 125 / In v er no 2014 A zion e S alvaden ti [ 15 ] Amico dei denti: molto più che «senza zucchero» Nella pubblicità di molti prodotti si punta parecchio sul fatto che sono «senza zucchero». Ciò, tuttavia, non significa sempre che questi alimenti siano anche «amici dei denti». Solo i prodotti con il logo del dentino felice sotto l’ombrello hanno la garanzia di non essere dannosi per i nostri denti. Per produrre alimenti «amici dei denti» non basta evitare lo zucchero. Altri ingredienti, come per esempio gli acidificanti, svolgono un ruolo altrettanto determinante. Sia le tanto amate bibite acide, che le caramelle acide contengono acidi della frutta, che agiscono direttamente sulla superficie dei denti, indebolendo lo smalto e causando una perdita di sostanza dura del dente. Tra i vari acidi, risulta particolarmente demineralizzante l’acido citrico. Tuttavia, proprio questo acido viene spesso aggiunto alle bevande perché esalta in modo efficace gli aromi della frutta e, riducendo il valore pH, ne assicura una lunga conservazione, anche una volta aperte. Di conseguenza, anche gli alimenti senza zucchero possono aggredire i denti. Chi vuole andare sul sicuro e comprare prodotti veramente «amici dei denti», dovrebbe quindi acquistare solo i prodotti con il logo del dentino felice, il marchio che caratterizza i prodotti che hanno superato uno specifico test scientifico. Testati scientificamente Il test del pH della placca è condotto da cliniche universitarie indipendenti. Possono quindi fregiarsi della dicitura «amico dei denti» solo i prodotti che non sono né cariogeni né erosivi. Il potenziale cariogeno si riferisce a determinati tipi di zuccheri e indica che il prodotto può causare la carie. Il potenziale erosivo, invece, si riferisce agli acidi contenuti nel prodotto. Se si può escludere qualsiasi influenza negativa sui denti, è possibile apporre sull’imbal- laggio il marchio del dentino felice. In tal modo i consumatori hanno la garanzia che il prodotto in questione sia un vero e proprio «amico dei denti»! • I bambini piccoli sono particolarmente a rischio: i denti da latte appena spuntati, infatti, sono oltremodo sensibili. Di conseguenza, tra un pasto e l’altro evitate di dare ai vostri bambini prodotti contenenti zucchero. I consigli del dentino felice • Ad essere determinante non è la quantità di zucchero ingerita, bensì la frequenza con cui viene consumato. Infatti, se l’apporto di zucchero è costante, le sostanze contenute nella saliva non riescono a remineralizzare lo smalto. Nel caso degli acidi, invece, oltre alla frequenza del consumo è importante anche la loro concentrazione. • «Senza zucchero» di per sé non significa «amico dei denti»! Quando acquistate dolciumi, cercate il dentino felice: l’unico marchio di qualità a garantire che un prodotto non causi né carie né erosioni. L’Azione Salvadenti, l’associazione di utilità pubblica del dentino felice, da quasi trent’anni premia i prodotti «amici dei denti». Oltre ai dolciumi, diversi té per bebè, fitofarmaci e addirittura un ciuccio si fregiano ormai del marchio del dentino felice sotto l’ombrello. Per ulteriori informazioni sul dentino felice e sull’Azione Salvadenti: www.zahnfreundlich.ch. [ 16 ] n. 125 / in v er no 2014 PRODOT T I GABA News n. 4 /2014 Letto per voi: nuove ricerche scientifiche sul gel elmex® La fluorizzazione intensiva si è oramai affermata come un metodo efficace per prevenire la carie e per curare una carie incipiente. Da tempo la GABA Svizzera SA mette a disposizione delle scuole il gel elmex ®, che contiene gli efficaci fluoruri di ammina, per la profilassi intensiva della carie. Questo gel garantisce infatti la fluorizzazione, la remineralizzazione e l’indurimento a lungo termine dello smalto dentario decalcificato. Già oggi, il gel elmex® è quasi certamente il gel ai fluoruri sul quale si sono fatte il maggior numero di ricerche. Ciononostante, per dimostrarne l’efficacia e la sicurezza gli studi e le ricerche sul gel elmex ® continuano. In Inghilterra, sono stati studiati gli effetti preventivi sull’arco di due anni del gel elmex ® su 1075 allievi. Per lo studio sono stati scelti appositamente allievi provenienti da classi socioeconomiche basse e con un alto rischio di carie, che in passato avevano già avuto lesioni cariose ai molari permanenti, perché questi allievi possono approfittare al massimo del gel elmex ®. Lo studio si prefiggeva di analizzare le modifiche nell’incidenza della carie in caso d’igiene orale senza l’ausilio di un gel ai fluoruri e qualora, invece, il gel elmex® venga applicato una volta, o persino due volte, a settimana. Purtroppo per i ricercatori non è per nulla stato facile condurre lo studio su questo gruppo di popolazione: molti allievi non sono stati «compliant», cioè non hanno applicato regolarmente il gel ai fluoruri, come pattuito inizialmente. era stato chiesto di applicare il gel ai fluoruri presentavano in media quasi due nuove carie che raggiungevano la dentina (valori D3FT). Negli allievi che avevano invece applicato il gel elmex ®, l’incidenza della carie era diminuita proporzionalmente all’uso del gel: negli allievi che nei due anni avevano applicato il gel elmex ® più di 60 volte, le lesioni cariose profonde erano infatti diminuite del 29% rispetto al gruppo di controllo. Questo studio dimostra ancora una volta l’efficacia delle raccomandazioni circa l’uso del gel elmex ®. Applicandolo una volta a settimana, l’incidenza della carie diminuisce considerevolmente. Nessun altro gel ai fluoruri può vantare un così ampio ventaglio di dati sulla sua efficacia. Dove richiedere il gel elmex®: in alcuni cantoni (TI, ZH, VS, AR, SZ, UR, NW, OB, GL e SH) il gel elmex ® da usare nell’ambito della profilassi della carie nelle scuole può essere ordinato direttamente dalla GABA. Negli altri cantoni va acquistato in uno studio medico dentistico o in farmacia. Ciononostante, i dati dello studio forniscono alcune informazioni utili. Gli allievi, infatti, sono stati suddivisi a posteriori in gruppi, in base alla regolarità con cui avevano applicato il gel elmex ® durante lo studio. Dopo due anni, gli allievi che avevano continuato a lavarsi i denti seguendo le loro abitudini e ai quali non Studio: Stokes E, Ashcroft A, Burnside G, Mohindra T, Pine CM. Caries Res 45 (2011), 475-485. Il gel elmex ® previene la carie, cura le carie incipienti e i colletti sensibili. Per i rischi e gli effetti collaterali vi preghiamo di leggere il foglietto illustrativo o di rivolgervi al vostro medico o farmacista. n. 125 / In v er no 2014 In memoria [ 17 ] Strappata alla vita nel fiore degli anni In memoria di Bea Berger (26 febbraio 1951 – 2 settembre 2014) Al congresso annuale delle OPD il suo posto era vuoto. Sicuramente quel giorno avrebbe proposto nuovi progetti e discusso appassionatamente le questioni più scottanti che ruotano attorno all’attività delle OPD. Ma Bea Berger non c’è più. Il 2 settembre 2014 Bea ne n’è andata, troppo presto, a causa delle conseguenze di una grave crisi di asma, dopo aver vissuto una vita davvero piena. Bea era membro del nostro Consiglio di fondazione e la sua scomparsa ha lasciato un gran vuoto. Bea Berger aveva seguito la sua formazione di assistente dentale a Zurigo. Pochi anni dopo, aveva completato il suo iter formativo seguendo un corso per diventare assistente di profilassi. Per oltre 30 anni aveva poi lavorato nel suo campo, dapprima nel canton Zurigo e in seguito, dopo aver conosciuto il marito, nel canton Berna. Nel 2006 aveva iniziato la sua attività di OPD nella scuola comunale di Köniz e anche nella scuola speciale. Negli anni seguenti, in collaborazione con Ulrich Rohrbach, allora presidente della SSO, aveva elaborato un manuale destinato alle OPD attive nei comuni bernesi. Bea era sempre interessata alle novità del suo ambito professionale. Forniva informazioni alle colleghe, e organizzava corsi di formazione continua e incontri per scambiarsi esperienze. Bea ha sempre svolto la sua attività di OPD con molta passione. Spesso, preparava lei stessa il materiale illustrativo e didattico. Nel corso degli anni, nella sua casa di Oberwangen bei Bern aveva creato un vero e proprio archivio di materiale per le lezioni. Bea aveva poi messo a disposizione le sue competenze professionali anche alle scuole professionali, fungendo da perito durante gli esami finali di assistente dentale. Inoltre, ricopriva una carica onorifica: il 17 giugno 2003 era entrata a far parte del Consiglio di fondazione della Fondazione per le OPD, dove si è data da fare fino alla scomparsa. Anche la SSO ha sempre potuto contare sul suo sostegno: Bea, infatti, ha collaborato a diversi eventi mediatici, per esempio in occasione del lancio della campagna «Znünibox» (la scatoletta per la merenda) oppure a un evento sulla pulizia dei denti presso la scuola di Oberwangen. Nel 2012, per l’Azione Salute orale in Svizzera, Bea aveva presentato alla stampa una lezione con esperimenti scientifici destinata agli allievi della scuola media. A pochi anni dalla scomparsa del suo amato marito, anche Bea ha concluso la sua esperienza terrena. Lascia due figli maggiorenni, Sarah e Stephan, ai quali vanno le nostre più sentite condoglianze. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi, Bea! Dr. med. dent. Rolf Hess Presidente del Consiglio di fondazione Per una pulizia professionale anche negli spazi interdentali. Le setole di pulizia più corte rimuovono la placca dalla superficie dentale PRO FESSIONAL Le setole interdentali più lunghe e finissime puliscono in profondità tra un dente e l’altro n. 125 / In v er no 2014 CORSI [ 19 ] Corsi introduttivi proposti dalla Fondazione per le OPD 21 maggio 2015, Zurigo Corso preparatorio di un giorno 2 e 3 giugno 2015, Zurigo Corso introduttivo di due giorni www.serviziodentarioscolastico.ch > Le OPD nelle regioni Regioni 17 gennaio 2015, Aarau Formazione continua della VFSZP 21 gennaio 2015, Sursee Formazione continua per le OPD www.serviziodentarioscolastico.ch > Le OPD nelle regioni La campagna Mese della salute orale Colgate® sostiene le OPD Lo scorso mese di settembre ha avuto luogo la decima edizione della campagna «Mese della salute orale». Per ogni prodotto Colgate ® per l’igiene orale venduto in Svizzera, la GABA Svizzera SA ha donato cinque centesimi alla Fondazione per le operatrici di prevenzione dentaria da destinare alla formazione delle OPD. Anche quest’anno, nell’ambito di questa campagna, alla Fondazione per le operatrici di prevenzione dentaria sono stati versati 20’000 franchi. spon sor della Fon dazion e per le OPD Philips Sonicare For Kids Favorisce una sana e autonoma pulizia dei denti Tecnologia sonica brevettata Come tutti gli spazzolini della linea Sonicare, il modello Sonicare For Kids si avvale della tecnologia sonica brevettata con 31‘000 movimenti dello spazzolino al minuto. Migliora la rimozione della placca Rimuove fino al 75 % di placca in più rispetto a uno spazzolino manuale per bambini.* Adatto per i bambini e sicuro Due modalità di pulizia adatte per i bambini che garantiscono una pulizia dei denti e delle gengive delicata e adatta all’età. Consigliato a partire dai quattro anni. Otto diversi adesivi Con gli otto adesivi ogni bambino può configurare il proprio spazzolino Sonicare For Kids come preferisce. KidTimer + Musica Aiuta i bambini a raggiungere la durata consigliata della pulizia di due minuti. Alcune melodie segnalano al bambino di passare all‘area di pulizia successiva o di terminare il lavaggio dei denti. Due testine adatte all’età L’impugnatura è compatibile con due grandezze di testine per spazzolino e fa sì, per così dire, che lo spazzolino cresca insieme ai bambini. Impugnatura ergonomica L’impugnatura sta perfettamente nella mano del bambino e ha due zone antiscivolo. * Studi clinici hanno effettivamente dimostrato che Sonicare For Kids può rimuovere fino al 75 % di placca in più nelle zone difficili da raggiungere rispetto a uno spazzolino manuale per bambini ed è risultato sicuro e delicato per i bambini di età compresa tra i quattro e i dieci anni.1,2 Pertanto non c’è da stupirsi che il 91 % dei genitori intervistati, che sono anch’essi dentisti, scelgano Sonicare For Kids per i loro figli.3 Maggiori informazioni su www.sonicare.ch oppure per telefono al numero: 0800 422 944 (gratuito da rete fissa, i prezzi da cellulare possono divergere). 1) Pelka M, DeLaurenti M, Master A, et al. Int J Pediatr Dent. 2009;19:s1 2) Milleman J, Putt M, Olson M, et al. Int J Pediatr Dent. 2009;19:s1 3) Sonicare in-home survey of U.S. dental professionals with children ages 4-10