I Comuni e la programmazione dei Fondi Europei 2014 – 2020: strumenti, impegni, opportunità Torino, 6 dicembre 2013 Francesco Monaco Area Mezzogiorno e cooperazione internazionale ANCI Dipartimento Progetti Speciali IFEL Ma SOMMARIO • Scenario e bilancio 2007-2013 • La politica di coesione 2014-2020 − Risorse finanziarie − Ruolo dei territori − Temi − Metodi • Allegato: STRATEGIA NAZIONALE AREE INTERNE (DPS) 2 Scenario e bilancio 2007-2013 Risorse disponibili per infrastrutture • Patto di stabilità interno • Crisi economica e finanziaria • Ulteriori tagli per Fiscal Compact -73% Fonte: SRM su dati ISTAT 3 16,000 investimenti Comuni anni 2007-2012 valori in milioni di euro 15,500 15,000 14,500 14,000 13,500 13,000 12,500 12,000 11,500 11,000 2007 2008 2009 2010 2011 2012 INVESTIMENTI FISSI LORDI DEI COMUNI 2007-2012 Valori in milioni di euro Valori assoluti Variazione % annua 2007 15.679 2008 14.742 -6,0% 2009 15.049 2,1% 2010 12.719 -15,5% 2011 12.041 -5,3% 2012 11.284 -6,3% Variazione cumulata 2007-2012 -4.395 -28,0% fonte: elaborazioni IFEL su dati ISTAT Per rispettare gli stringenti vincoli di bilancio imposti, i Comuni hanno ridotto del 28% gli investimenti negli ultimi 6 anni Scenario e bilancio 2007-2013 Risorse disponibili per spesa sociale Manovre finanziarie 2008-2013 − Drastiche riduzioni: • Fondo per le politiche sociali (FNPS): da 939,8 a 44,6 Meuro • Fondo per le politiche per la famiglia: da 346,5 a 31,4 Meuro • Fondo per le politiche giovanili: da 137,4 a 26,1 Meuro − Azzerati: • Fondo per non autosufficienza • Fondo per inclusione immigrati • Fondo per servizi dell’infanzia • Fondo per le pari opportunità Fonte: CIPU, 20.3.2013 5 Scenario e bilancio 2007-2013 Debito pubblico italiano circa € 2.000 mld, oltre il 120% del PIL(*) Fiscal Compact (approvato 2.3.2012) riduzione di 1/20 all’anno sino a raggiungere il 60% del PIL Necessità di ridurre il debito (a parità di PIL) di circa € 1.000 mld in 20 anni Una manovra finanziaria da €50 miliardi ogni anno (*) Ad oggi il debito è al 133% sul PIL 6 Ottobre 2013 La spesa certificata presentata il 31 ottobre dall’Italia a Bruxelles nell’attuazione dei programmi finanziati dai fondi comunitari ha raggiunto il 47,5% della dotazione totale superando di 4 punti il target nazionale Le Regioni più sviluppate raggiungono il 57,1% della spesa certificata, mentre le Regioni meno sviluppate si fermano al 43,1%, anche se per queste ultime è necessario tener conto della presenza di significative opere infrastrutturali che richiedono tempi di attuazione più lunghi. Dunque…. 1 Riduzione delle risorse per investimenti degli enti locali in infrastrutture e per spesa sociale 2 Peggioramento della situazione per effetto del “Fiscal Compact” approvato a livello europeo 3 Bassissima capacità di spesa dei fondi UE Necessità di ripensare completamente metodi e obiettivi della spesa dei fondi UE per garantire un uso più efficace nel periodo 2014-2020 8 SOMMARIO • Scenario e bilancio 2007-2013 • La politica di coesione 2014-2020 − Risorse finanziarie − Ruolo dei territori − Temi − Metodi 9 Quadro finanziario Proposta di bilancio UE 2014-2020 (Consiglio d’Europa, 8 febbraio 2013) (960 Miliardi di euro) Politica di coesione economica, sociale e territoriale Altre politiche (agricoltura, ricerca, politiche estera, ecc.) 34% (326 miliardi di euro) 66% (634 miliardi di euro) 10 Quadro finanziario -1 Budget Politica di Coesione Miliardi di euro % 162.6 48,6 Regioni di transizione 38.9 11,6 Regioni più sviluppate 53.1 15,8 Fondo di coesione¹ 68.7 21,2 Cooperazione territoriale 11.7 2,5 Regioni ultraperiferiche e aree scarsamente popolate 0.9 0,3 336.0 100,0 Regioni meno sviluppate Totale ¹ 10 miliardi euro Fondo di coesione destinati alle infrastrutture di trasporto nell’ambito del meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility) Tuttavia persistono disparità tra le regioni PIL/pro capite* < 50 Media 2006 - 2007 – 200 *indice EU27=100 75-90 50-75 100-125 90-100 > 125 Il superamento di tali divari rimane il principale obiettivo della politica di coesione Canarie Guyana Riunione Guadalupa/ Martinica Madeira Azzorre Malta © EuroGeographics Association for the administrative boundaries Ma è ancora così la mappa dopo la crisi? Total allocations of Cohesion Policy 2014-2020* (million €, 2011 prices) ERDF and ESF Cohesion Fund Less developed regions Transition regions Special allocation for outermost and sparsely populated regions - More developed regions 868 Territorial Cooperation - - BG 2.384 4.623 - - - 145 7.153 CZ 6.562 13.646 - - 79 298 20.585 DK - - 64 - 230 199 DE - - 8.750 - 7.609 847 EE 1.123 2.198 - - IE - - - - 869 148 1.017 EL 3.407 6.420 2.105 - 2.307 203 14.443 ES - 1.858 12.201 432 10.084 542 25.116 FR - 3.147 3.927 395 5.862 956 14.288 HR 2.676 5.225 - - - 128 8.029 IT - 1.004 - 7.006 998 29.341 388 - 231 Total BE 20.333 962 ERDF 49 494 17.207 3.369 CY 286 - - - LV 1.412 2.742 - - - 82 4.236 LT 2.145 4.189 - - - 100 6.434 LU - - - - 39 18 HU 6.313 - - 416 318 MT 228 NL AT - 13.452 - 441 - - - - - 66 - - 29 2.061 15 703 57 20.498 684 908 342 1.250 - 823 226 1.114 - 2.017 615 72.823 PL 24.274 45.917 PT 3.000 15.008 1.148 108 19.599 RO 7.251 13.773 - - 405 397 21.826 SI 939 1.134 - - 763 55 SK 4.361 8.489 - - 40 196 13.086 FI - - - 272 911 142 1.325 SE - - - 184 1.355 300 1.840 UK - 2.126 2.335 5.144 760 10.364 66.362 164.279 32.085 49.271 8.948 232 103 - interregional cooperation Total 500 *The youth employment initiative (top up) of EUR 3 billion is not included in the table 1.387 2.891 500 322.332 Risorse finanziarie Budget politica di coesione 2014-2020 per l’Italia (Consiglio d’Europa, 8 febbraio 2013): € 29,6 mld Regioni più sviluppate Cooperazione internazionale 1 mld 7 mld Regioni in transizione 1 mld Regioni meno sviluppate 20,5 mld 14 BUDGET COESIONE UE ITALIA TAVOLA A: confronto tra contributo comunitario 14-20 e 07-13 L’importo assegnato all’Italia (al netto della cooperazione territoriale) sarebbe così complessivamente equivalente nel 2014-2020 a quanto assegnato nel ciclo corrente (2007-2013), sebbene molto superiore (+2 miliardi di euro, circo il 40% in più dello scorso ciclo) per le regioni più sviluppate corrispondenti al Centro-Nord e inferiore sia per le 3 regioni in transizione (- 350 milioni, circa il 26% in meno) e sia per le 5 regioni meno sviluppate (-1,4 miliardi, circa il 6,5% in meno) che complessivamente corrispondono al Mezzogiorno FONDI UE (FESR + FSE) (solo contributo comunitario, milioni di euro) Italia REG più sviluppate REG in transizione REG meno sviluppate Cooperazione territoriale ITALIA (netto Cooperazione territoriale) DIFF [14-20 meno DIFF % [14-20 2014-2020 2007-2013 * 07-13] meno 07-13] 29.201 28.811 391 6.972 4.977 1.996 40,1 999 1.348 -349 -25,9 20.236 21.640 -1.404 -6,5 995 846 28.207 27.965 CO-FINANZIAMENTO NAZIONALE LEGGE STABILITA’ 2014 – Cofinanziamento nazionale di programmi dell’Unione Europea Si provvede agli obblighi di co-finanziamento dei programmi dell’Unione Europea, così come previsto del regolamento di coordinamento sui fondi strutturali comunitari (FESR, FSE, FEARS, FEAMP) La legge di stabilità stabilisce che ad assicurare il cofinanziamento nazionale provvede il Fondo di dotazione ex Legge n°183\87 nella misura massima del 70% degli importi previsti nei piani finanziari dei singoli programmi. Il rimanente 30% sarà a carico dei bilanci di Regioni, Province autonome e altri organismi pubblici (compresi i Comuni, ndr) partecipanti ai programmi. ART.8 Secondo stime del Governo (ma le cifre non sono indicate nel corpo di legge) la quota di compartecipazione ai programmi ammonta a 24 miliardi di euro. FONDO PER LO SVILUPPO E LA COESIONE LEGGE STABILITA’ 2014 – Risorse per lo sviluppo In attuazione del comma 5, art.119 della Costituzione e del comma 2, art.5 del D.Lgs n°88\2011 per il periodo 2014-2020 è stanziata la dotazione aggiuntiva del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (ex-FAS) di 54,81 miliardi di euro da ripartire secondo la chiave di riparto 80% alle aree del Mezzogiorno e 20% nelle aree del Contro-Nord. Con la legge di stabilità si iscrive a bilancio l’ottanta per cento del predetto importo secondo questa articolazione annuale: 50 milioni di euro per il 2014, 500 milioni di euro per il 2015, 1.000 milioni di euro per il 2016. ART.3 SOMMARIO • Scenario e bilancio 2007-2013 • La politica di coesione 2014-2020 − Risorse finanziarie − Ruolo dei territori − Temi − Metodi 19 Ruolo dei territori 1. Città metropolitane 2. Città medie 3. Sistemi di piccoli comuni Programma Operativo Nazionale Programmi Operativi Regionali Strategia Nazionale Aree Interne 20 Il ruolo dei territori La risposta del 2014-2020 − Previsto ampliamento responsabilità delle amministrazioni comunali “importanti” nella progettazione e attuazione della politica di coesione − ….utilizzando direttamente i Programmi operativi plurifondo (FESR + FSE) per dare piena attuazione a quanto richiesto dai Regolamenti CE in materia di inclusione sociale − …semplificando, nei limiti di quanto consentito dalle regole UE, i meccanismi procedurali e amministrativi per accelerare il processo decisionale 21 Il ruolo dei territori Le città medie (“titolari di importanti funzioni urbane”) – Decisione sul ruolo spetta ai Programmi Operativi Regionali, che dovrebbero destinare una linea d’azione specifica (tipo PIU’ Europa) – Disponibile, da Regolamenti CE, lo strumento degli investimenti territoriali integrati (ITI) – …che prevede delega di gestione e attuazione 22 Il ruolo dei territori Piccoli Comuni − All’interno dei PO regionali eventualmente attraverso “progetti pilota” con applicazione del Community Led Local Development − Comunque nella forma di Associazioni di Comuni che gestiscano in forma associata anche i servizi Con lo scopo di: • integrare politiche ordinarie di gestione dei servizi pubblici e investimenti aggiuntivi attraverso fondi UE • favorire attuazione spending review (L. 135 del 7.8.2012) 23 SOMMARIO • Scenario e bilancio 2007-2013 • La politica di coesione 2014-2020 − Risorse − Ruolo dei territori − Temi − Metodi 24 25 Temi Gli obiettivi tematici (comuni a tutti i fondi) Intelligente 1. Ricerca e innovazione 2. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) 3. Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI) Sostenibile 4. Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio 5. Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione dei rischi 6. Tutela dell’ambiente ed efficienza delle risorse 7. Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali infrastrutture di rete Inclusiva 8. Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori 9. Inclusione sociale e lotta alla povertà 10. Istruzione, competenze e apprendimento permanente 11. Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche efficienti 25 Temi Temi prioritari • Proposta di Regolamento FESR (approvata il 14.3.2012) prevede stanziamenti minimi per alcuni temi prioritari • Nelle regioni più sviluppate e in transizione: – almeno 80 % risorse FESR a livello nazionale per efficienza energetica, energie rinnovabili, innovazione e sostegno alle PMI • Le regioni meno sviluppate potranno scegliere tra più priorità, che riflettano l’ampiezza delle loro esigenze di sviluppo – Dovranno comunque destinare almeno il 50 % risorse FESR per efficienza energetica, energie rinnovabili, innovazione e sostegno alle PMI 26 Temi Città metropolitane e città medie: paradigma delle Smart Cities & Communities − Avvio (o prosecuzione) dei piani di investimento per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia delle infrastrutture di rete e dei servizi pubblici • Per fornire migliori servizi a cittadini residenti ed utilizzatori (pendolari, turisti) • Sviluppando i nuovi servizi legati alle SMART CITIES (IT) − Sviluppo di pratiche per l’inclusione sociale dei segmenti di popolazione più debole e per aree e quartieri disagiati • target: minori, anziani, disabili, migranti • utilizzando gli strumenti della micro-progettualità partecipativa − Rafforzamento dei segmenti locali pregiati di filiere produttive globali 27 SOMMARIO • Scenario e bilancio 2007-2013 • La politica di coesione 2014-2020 − Risorse − Ruolo dei territori − Temi − Metodi 28 Metodi Commissione Europea, Governo Italiano Proposte di Regolamento FESR, FSE, FEASR, FEAMP, Fondo di Coesione 2014-2020 Documenti di indirizzo del Ministero della Coesione Disposizioni comuni approvate il 6.10.2011 e poi in parte emendate • “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi strutturali 2014-2020 ” (27.12.2012) • “Accordo di Partenariato” (versione del 9.4.2013) 29 Il circuito della nuova programmazione Bilancio interventi 2007-2013 “EUROPA 2020” Proposte legislative 6.10.2011 e 14.3.2012 Trattato di Lisbona (2008), Libro Verde sulla Coesione Territoriale (2008), Rapporto Barca (2009), Carta di Lipsia (2007) e Copenaghen (2012) etc. Negoziato con gli Stati membri 30 Quadro strategico Comune Position Paper IT Metodi e Obiettivi (dicembre 2012-febbraio 2013 Accordo di partenariato (dicembre 2013) Programma Operativi Nazionali e Regionali (primavera 2014) Risorse finanziarie ACCORDO DI PARTENARIATO Fabbisogni, Risultati, Obiettivi + PROGRAMMI OPERATIVI FESR, FSE, FEAMP, FEASR Governo Italiano, attraverso Dipartimento per lo Sviluppo Economico (DPS), sta completando negoziato sulla politica di coesione 2014-2020 Approvazione dell’Accordo e dei Programmi Operativi da parte della Commissione marzo 2014 dicembre 2013 verrà definita, a livello di documento programmatico è prevista ad Entro e contabile, la dotazione finanziaria complessiva 31 Metodi 1 3 TEMPI 6 4 VALUTAZIONE PARTENARIATO 7 5 PRESIDIO NAZIONALE RISULTATI ATTESI 2 AZIONI TRASPARENZA 32 Metodi Strumenti per lo sviluppo locale PROGRAMMI URBANI COMPLESSI Programmi di riqualificazione urbana Programmi di rigenerazione urbana • L. 179/92: Programmi Integrati di Intervento (PII) • • L. 493/93: Programmi di Recupero Urbano (PRU) • DM.LL.PP. 8.10.1998: PRUSST • L. 179/92 e DM. 21.12.1994: Programmi di Riqualificazione Urbana (PRIU) • URBAN – Iniziativa Comunitaria dal 1994 “di prima generazione” DM.LL.PP. 22.10.1997: Contratti di Quartiere “di seconda generazione” PROGRAMMI PER LO SVILUPPO TERRITORIALE Programmazione negoziata L. 662/1996: • Intesa Istituzionale di Programma • Accordi di Programma Quadro • Contratti d’Area • Patti Territoriali • Contratti di Programma Programmi cofinanziati da UE • LEADER – Iniziativa Comunitaria dal 1991 • CE 1996: Patti territoriali europei • PIT (2000-2006): Progetti Integrati Territoriali • PIU Europa (2007-2013) • ITI, LLCD (2014-2020) 33 Le Aree Interne dell’Italia: Una Strategia di Sviluppo Sabrina Lucatelli DPS-UVAL Coordinatrice Comitato Tecnico Aree Interne* * DPS, ISTAT, BANCA D’ITALIA, MINISTERO DELLA SALUTE, MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, MINISTERO DELL’AGRICOLTURA, INEA, ISMEA, ANCI Comitato Tecnico Strategia Nazionale per le Aree Interne del Paese: il Processo «Una parte maggioritaria del territorio italiano caratterizzata dalla aggregazione dei cittadini in Centri Minori, anche assai piccoli, spesso con limitata accessibilità a servizi essenziali». La «specificità» e separatezza di questo modo di vita è colto definendo questi territori «aree interne», interne rispetto alle aree (per lo più pianeggianti) dei grandi e medi centri urbani e alle loro reti di collegamento» Giugno/Luglio 2012 Forte Volontà Politica di Lavorare su questo tema Dichiarazioni del Governatore della Banca d’Italia sull’importanza di ricollocare «la manutenzione del territorio» al centro della riflessione sul Paese In Europa: La Coesione Territoriale e l’Azione Pilota sui Rapporti CittàCampagna Strategia Nazionale per le Aree Interne del Paese: Le Principali Tappe Settembre 2012 – Nasce il Comitato Tecnico Aree Interne DPS, ISTAT, BANCA D’ITALIA, MINISTERO DELLA SALUTE, MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, MINISTERO DELL’AGRICOLTURA, INEA, ISMEA, ANCI 15 Dicembre 2012 – Seminario «Nuove Strategie per la programmazione 2014-2020 della politica regionale: le Aree Interne»; Risultati: Consolidamento della metodologia di «definizione» delle Aree Interne Impegno politico verso una Strategia Nazionale per le Aree Interne di cinque Ministri Prima Versione del Documento «Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020 » Strategia Nazionale per le Aree Interne del Paese: l’Alleanza col Territorio 14 Marzo 2013 – in collaborazione con ANCI – Forum Aree Interne di Rieti: - Si individuano i «Fattori Latenti»; - Salute, Scuola e Mobilità come «requisiti minimi sine qua non»; - I Comuni e i Sindaci come I soggetti chiave per lo sviluppo delle Aree Interne - Si mette a fuoco il requisito della necessità di spingere sull’Associazionismo dei Comuni … - Si parte da alcuni Progetti Esistenti …. - La Piattaforma e l’idea di «Rieti per sempre» - Riflessione con UPI su Mobilità e Area Vasta Riunioni «mirate» con le Regioni … 9 Aprile Prima Bozza di Accordo di Partenariato Ma di quali Aree Stiamo Parlando? • Le aree interne vengono definite rispetto alla loro distanza da Centri d’offerta di servizi di base (Comuni o Aggregazioni di Comuni); • L’offerta dei servizi considerata comprende: • Presenza di scuole secondarie superiori (tutti i tipi); • Presenza di almeno 1 ospedale sede di DEA (Dipartimento d'Emergenza e Accettazione ); • Presenza di una stazione ferroviaria di tipo almeno «Silver» • Non esiste una corrispondenza necessaria tra la dimensione “fisica” del centro e la capacità di offrire determinati servizi • Viene individuata una rete di Poli/Centri d’offerta di Servizi di dimensione «media» (12 000 abitanti) che offrono un offerta di servizi di «medio» livello: a questo stadio nessun riferimento alla qualità effettiva dei servizi; Italia – Classificazione del territorio Classi Poli di attrazione urbani Poli di attrazione inter-comunali Aree di cintura (t < 20’) Aree intermedie (20’ < t < 40’) Aree interne Aree periferiche (40’ < t < 75’) Aree ultra-periferiche (t > 75’) Autostrade Fonte: elaborazione UVAL-UVER-ISTAT-Ministero della Salute Variazione di popolazione per Regione e classe di comuni Fonte: Elaborazioni Dps su dati Istat – Censimenti 1971 – 2011 Italia – Quota della popolazione anziana sul totale della popolazione 2011 Fonte: ISTAT – Censimento della popolazione 2011 AREE INTERNE Poli urbani, poli intercomunali e cintura CENTRI Aree intermedie, periferiche e ultraperiferiche Obiettivi generali della Strategia Paese per le Aree Interne 1)Tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura -Interventi sporadici ed emergenziali creano un problema di gestione ordinaria del territorio, degli invasi idrici e dei boschi: aumento del rischio (e.g. frane) e dei costi; 2)Promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo all’esterno -Mantenere e valorizzare il policentrismo e la diversità di dialetti, culture e tradizioni -Sfruttare positivamente la presenza di popolazioni assortite (giovani e vecchi; residenti fissi e temporanei, immigrati di ritorno e globali ) 3)Rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l’uso di risorse potenziali sotto utilizzate - Valorizzazione adeguata delle Aree Interne conduce a nuove opportunità di produzione e sviluppo - Ridisegno del modello di stato sociale (salute, istruzione) porta a migliori servizi, nuove opportunità di lavoro, maggiore attrattività dei luoghi e minori costi Chi Fa Cosa … Chi Fa Cosa … Grazie dell’attenzione [email protected] [email protected] 45