Sqitti sull'anima TRATTATOSULLAPOSSEILITADI UNIONIE E INTELLETTO AGE,NTE TRA iNTELLETTO MATERLALE, NEL CORSODELLA VITA CORPOREA42 (nprsrolnnvenovs) mentato nel libro Dell'animaaa, dalmomento che tal questione vi è trattata al termine. Questa tesi si dimostra con tre metodi. Pnrrr.ro METODo Nel nome di Dio ciemente e misericordioso.Dice il giurista Abu'Abd Alla, figlio del dottore, giurista,sapiente,del cadì, dei maestro, delf incomparabile Abu -l-\X/alidMuhammad ibn Ahmed Muhammad ibn Rushd: il nostro proposito in questo trattato è di evidenziaretutti i rnetodi chiari e le dirnostrazioni solide che ci portano a conoscerela gran questione e a raggiungerela massimafelicità, cioè se I'intelletto materiale si unisce con quello agentedurante la vita corporea, in modo che in questo stato la differenzaspecificadell'uomoar, vale a dire la sua sostanza, siasotto tutti gli aspetti eguale alle sostanzeseparate.Questo è il problema che il Filosofo promise di trattare nel suo libro Dell'animl, ma di cui nulla ci è pervenuto al riguardo. Quanto dimostro in questo trattato l'ho preso dal mio signoree maestro (che Dio prolunghi la sua vita). Pertanto suo sia il merito di tutto ciò che vi è di razionalee mia la colpa di eventualierrori, Riconoscoche questo luogo non è il mio, ma ci sono stato condotto dall'obbe dtenzaai suoi ordin i , i n o c c a s i o n ed i u n a c o n f e r e n z as u l l a q u e s t i o n e .D a l momento che egli ha scritto di ciò in vari luoghi, mi è sembrato convenienteraccogliereil rutto in un trattato, ivi compreseosservazioniche non erano statemai messeper iscritto; pertanto ho aggiunto in questo opuscolo tutto quanto di nuovo è stato oggetto della conferenza o materia di speculazione al riguardo. Diamo infine per scontato quanto argo- Ne parla Alessandro di Afrodisia nel suo trattato De intellectua5 indtcando esserequello seguito dal Fiiosofo. Dice così. Già è stato dimostrato nel De anima che con l'intelletto succede come con il senso.Corne nel sensosi richiedono tre elementi (la potenza ricettiva sensibile;qualcosa fuori dell'anima in atto, che è il sensibilepercepito; infine I'immagine o rappresentazionedella cosapercepita che si produce nella potenza sensitiva),altrettanti se ne richiedono nelf intelletto: potenza ri c et t iva, che è l'int ellet t o m at er iale, sim ile alla potenza se nsit ivanel senso;poi che si pr oduca in quest a potenza,ciò che è simile all'immagine delle cosesensibilineila potenza intellettiva (e questo è I'intelletto speculativoo in abito); infine unaterza cosa,fuori dell'anima in atto, che occupa nella percezioneintellettuaieil posto delle cosesensibili nella percezionesensibiie,in modo che questa,che si trova nelf inteiletto materiale, pervenga ad effetto soltanto per mezzodi quelf intelletto che è analogo ai sensibili. Non essendovifuori dell'anima qualcosa in atto della speciedelf intelletto, poiché fuori dell'anima esistonosoltanto forme nella materia, cioè inteiligibili in potenza e non in atto, seguenecessariamente che ciò a cui si relazionain realtà f intelletto materiale è intelletto in atto, colrìe Ia potenzasensitiva al senso.Così stando le cose,f intelletto materiale si relaziona soltanto all'agente, che è intelletto in atto; solo che iniziaimentelo percepiscecon esistenzaimperfetta (in cui consiste l'intelletto in abito, che è la forma degli esserimateriali) e 170 171 AvEnnoÈ Suitti sull'anima con perfezione completa. Solo considerato successivamente sotto quest'ultimo aspettosi chiama acquisito,I-linteiletto in abito, che è la forrna degli esserimateriali e come un medio tra questi e I'intelletto agente,possiede,rispetto agli esseri, un'esistenzapiù nobile di queila materiale e, rispetto ali'intelIetto agente,un'esistenzainferiore alia perfetta, in cui non c'è alcuna potenza.Tale è il rnetodo usato da Alessandro,straordinariarnentesolido e, secondola sua testimonianza,identico a quello del Filosofo, il suo primo atto è causadel secondo e quest'ultimo svolge in rapporto al prirno i-l ruoio di fine, E così perché la saggezza divina e la giustizia deI Signore esigono che nessunaspecie degii esseri né modo di esistenzaresti privo dt attuazione e, dal momento che l'intelletto in abito, costifuito dagli intelligibili in potenza, appartiene alJ,a categoria delle esistenzepiù nobili, essodeve uscire dalJ,apotenza all'atto. Appartenendo al generedell'intelletto, deve assolutamenteuscire in atto per mezzodi qualcosache già lo sia,anteriore a lui per dignità ed esistenza,cioè delf intelletto agente. Dopo l'intelletto agente,si pone il primo, che sono le conoscenzespeculative,come causadel suo atto ultimo - la percezionedella propria essenza;vale per essola caratteristica delle altre intelligenzeseparate,cioè che Ia propria essenza stail loro fine e possegganoun altro atto, mezzo per 7a produzione di quella sostanzache è I'intelletto particolare. Se non fossecosì,se f intenzionato da quell'atto che procede daif intelletto agente,in cui consistel'intelletto in abito, fosse la sua essenza,non il suo esserecome mezzo per altro, seguirebbe un'assurdità:il più nobile (l'intelletto agente)esisterebbe a causadei rneno nobile (f intelletto in abito), posto che I'atto è i-lfine dell'agentee il fine è piir nobile di ciò che è anterioread esso.Contempla quanto sia degno di ammirazi one e sotti l e tai e rnist er o divino. I nt or no all'int ellet t o è quanto di più nobile se ne possadire, appartenendoal genere dei ragi onarnent ichiam at i analit ici, più eccellent i dei cosiddettisintetici. SpcorvooLGToDo Già si è dimostrato nel libro Dell'anima che vi sono tre intelletti: in potenzao materiale,materialeperfezionatoo in abito o sua capacità,agente,che fa sì che gli intelligibili in potenza si attualizztno. [Inoltre] che f intelletto agentepossiededue atti: uno, in quanto separato,consisteneli'intendere la propria essenza,secondola proprietà delle intelligenzeseparate di intendere la loro stessaessenzastantef identità sotto tutti gli aspetti di chi comprende e di chi è compreso;I'altro nelI'intendere gli intelligibili che esistononelf intelietto materiale portandoli dalla potenza all'atto. Questo intelletto, vogiio dire l'agente,si uniscecon i'uomo e per lui è come forma; per suo rnezzoI'uomo opera, cioè intende, quando vuole. Temistioa6ne parla e io trascrivo.La ragioneè che, quando I'uomo intende la totalità degJiintelligibili che sono nell'intelletto in abito e non gli resta nessun intelligibile in potenza che possa arrivaread attualizzarsi,hasolo due: alternative:o non possiede più nessunatto (restandounito a noi)a7o ne possiedeun altro. E assurdoche resti unito a noi senzaoossederealtri atti: non restaperciò ahraviasenon che egli póssiedaun secondo atto, cioè l'in telligenza dellap rop ria essenza ; necessariamente 172 Tlnzo METoDo D eri va dal l e nozi on i di pot enza e at t o. E evident e che la potenza,in quanto potenza, si dice tale soltanto in relazione 173 AvennoÈ Scitti sull'anima all'atto. Essendo I'intelletto materiale un inteiletto in potenza, deve esserlorispetto a un intelletto in atto, in cui non sia potenza alcuna. Siccome quello in abito è un intelletto in potenza, non in atto, seguenecessariamenteche f inteiletto materiale è in potenza soltanto rispetto all'altro intelletto in atto in cui non è potenza alcuna. Se esso,in un tempo determinato, restain potenza rispetto a un intelletto che non è in afto, 1osaràsoltanto per prepararsiin tal modo a ricevereun intelletto senzaalcuna mescolanzadr potenza. Posto che sia in potenza rispetto a un simile intelletto e che futta Ia potenza necessariamenteescain atto, deve infine intenderlo grazie all'intelletto separato,voglio dire all'agente,e in questo senso si chiama acquisito. L'-intelletto in abito, costituito dalle conoscenzespeculative, è poi evidentementeun inteiletto in potenza, posto che esistain potenzal'oggetto per esso,che è la forma intelli gibile, a differenza dt quel che capita con i sensi,i quali sono in atto perché il sensibileda essipercepito è sensibilein atto. Per questa parteil sensoè, sotto un certo aspetto,più nobile dell'intelletto in potenza,cioè l'esseredel percepito dal senso è in atto rxentre l'intelletto è in potenza; crònonostante,sebbene quello in abito sia un intelletto in potenza, considerato in assolutoè più nobile del sensoper il fatto che è universale e I'universaleè in potenza,mentre il sensibileè particolare e il particoiareè in atto. Quando la potenza sensitivapercepisceil sensibile,si produce in essala rappresentazionedi un individuo sensibile e concreto in atto e su di esso ricade la percezione;invece, quando uno degli intelligibiii, che sono rappresentazioni universali,si unisce con l'intelletto materiale,come per esempio la forma di un triangolo in quanto triangolo, la rappresentazíone comprende in sé la forma di un numero potenzialmen- te infinito di individui, ciò che costituisce scienzain potenza riferendosi a cose conosciute in potenza. Così I'uomo conosce,per esempio,che gli angoli di ogni triangolo sono eguali a due retti, senzaconoscereper questo una figura individuale tracciatae immaginabile: lo sa in potenza e lo ignora in atto, perché conosceil triangolo in quanto tale, non un triangolo determinatoin atto, come awiene per il senso.Per tale ragione la nostra unione con l'intelletto agentenon è altro che percepirein atto qualcosadi astratto n'e1l'unirrersale, simile a ciò che percepiamo con il senso. Stando così le cose, è proprio dell'intelletto materiale, per sua essenzae in quanto intelietto, comprendere ciò che essenzialmenteè intelletto in atto e gli risulta accidentaie ciò che gli accadein prirno luogo, ossiadi comprendere qualcosache non 1osia,per esempiol'intelletto in abito. Capirai ora la ragione di quanto afferma Temistioa8,quando dimostra che I'intelletto materiale comprende il separato:intendendo l'intelletto materiale ciò che non è in sé intelletto. è ancora più proprio che intenda ciò che 1o è. Del pari esartesono le affermazioni al riguardo di Alessandroae,quando paragona testualmentela potenza delf intelletto materiale a quella di camminare nel bambino: come questa potenza arriva infine all'atto di camminare, così quella arriva'da ultirno a intendere le sostanzeseparate. Uintelletto in atto, che l'uomo infine riescea intendere e che si chiama acquisito, è la perfezione, complemento e atto, rispetto a cui la materiaprima è in potenza; per tal causa ogni volta che in essasi produce una forma si produce anche una perfezione.,potenza e possibilità per un'altra forma ultima, in modo che vada di perfezione in perfezione e da una forma a un'altra più nobile e prossima all'atto, fino a pervenire a uno stato in cui non vi sia alcuna mescoianzaù. Dotenza 174 175