Anno V 11 NOV NOV 13 Monthly/Mensile IL SOLE 24 ORE SPA by Ortofrutta Italiana www.freshpointmagazine.it Mensile – Poste Italiane S.p.A. – sped. A.P. – D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì • Active packaging Active packaging • Apples Mele • Pears Pere • Organic kiwi fruit Kiwi bio • Radicchio Radicchio • Isr: quality standard Gdo: standard qualità • Isr: Gelson’s (Usa) Gdo: Gelson’s (Usa) • Italian market survey Indagine sul mercato italiano the buyer’s magazine / la rivista del buyer 4 focus/focus 4 Even packaging is functional now Anche il packaging diventa funzionale Duccio Caccioni 10 market/mercato 10 Apple and pear. Exports riding high Mele e pere. Export a gonfie vele Mario Schiano lo Moriello 16 VIP, environment friendly production Vip, la produzione rispettosa dell’ambiente Duccio Caccioni 20 A new deal for La Trentina Un nuovo assetto per La Trentina Carlo Bridi SUMMARY SOMMARIO 11 NOVEMBER/NOVEMBRE 13 heading/rubriche 3 editorial/editoriale 58 commercial news/le aziende informano 22 Long shelf-life apple’s big advantage La longevità della mela. Un grande vantaggio Carlo Bridi 26 Fuji, Japanese native thrives in Emilia Fuji, passione emiliana di origini giapponesi Anna Parello 30 US trade deal a chance for Abbé Fétel Aperto il mercato Usa, opportunità per l’Abate Fetel Jessika Pini 32 Organic kiwi from Lazio whets the appetitive of Italian consumers Kiwi bio del Lazio alla conquista del consumatore italiano Sara Andersen Scotti Anno V - n. 11 - november/novembre www.agricoltura24.com Editor/Direttore responsabile: Mattia Losi Assistant editor/Vice direttore: Beatrice Toni Editorial staff/In redazione: Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami, Gianni Gnudi (editor-in-chief/capo redattore), Alessandro Maresca, Giorgio Setti (editor-in-chief/capo redattore), Lorenzo Tosi Editorial office/Segreteria di redazione: Phone/tel. (+39) 051 6575.847 Fax. 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Cover’s image/immagine di copertina: Marina Alberghini - AM&QR, Bologna Graphic/Ufficio grafico: Emmegi Group Srl Design/Progetto grafico: Lizart Comunicazione visiva – Bologna Editorial Director/Direttore editoriale Business media: Mattia Losi Owner and Editor/Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. Registered office/Sede legale: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Chairman/Presidente: Benito Benedini Managing Director/Amministratore delegato: Donatella Treu Operative office/Sede operativa: Via Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI) - Phone/tel. (+39) 02 3964.61 Advertising/Ufficio Pubblicità: Phone/tel. (+39) 051 6575.822 - Fax (+39) 051 6575.853 [email protected] Traffic Department/Ufficio Traffico: Phone/tel. 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Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Forlì” Iscrizione R.O.C. n. 6553 del 10 dicembre 2001 ISSN 1827 – 577X Associato a: Big retail rallies to produce sustainability La sostenibilità dell’ortofrutta sfonda anche nella gdo Fabio Lunati 48 Printed by/Stampato da: Faenza Industrie Grafiche - Via Vittime civili di guerra, 35 - Faenza (RA) Subscriptions/Abbonamenti: www.shopping24.it - [email protected] Phone/tel. (+39) 02 or 06 3022.5680 – fax (+39) 02 3022.5402 Customer service/Servizio clienti periodici: [email protected] Yearly subscriptions abroad. Foreign subscription by priority mail/ Estero. 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Dec. 196/03 regarding access, deletion, correction and so forth by requesting said exercise from the Head of its Data Handling Department, Customer Services, at the main offices of Il Sole 24 ORE S.p.A. located in Via Goito 13, 40126 Bologna, Italy. Articles and photographs submitted to The Publisher shall not be returned, even if unpublished. All rights reserved. No part of this publication shall be reproduced, stored or transmitted in any way of form whatsoever, whether digitially, electronically, via photocopy or mimeograph machines, without written consent from the publisher. The complete, up-to-date list of all Heads of the Data Handling Department is available at Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milan. Il Sole 24 ORE may share your data with staff in its Order, Marketing, Customer Services and Administration departments and with affiliate companies of Gruppo 24 ORE for the purpose of exchanging said data with independent companies that are responsible for mailing the publication and printed advertising matter to subscribers. Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. 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Dec. 196/3 is the office of the Head for Personal Data Handling, secretarial desks of coordinating editors (fax. 051-6575.856)”. “La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista Fresh Point Magazine rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax. 051-6575.856)”. editorial editoriale Curbing waste less quantity, more quality Contro gli sprechi meno cibo, ma di qualità Duccio Caccioni One of the latest buzz-words today is wastage. The economic downturn has brought to the fore as never before the enormous wastage we indulge in as a society. Energy, natural resources and food are all there. Indeed, ours will perhaps go down in history not so much as the consumer society but as that of waste, on a large, nay, huge scale. Surveys and studies of this subject have proliferated in recent years. It has been calculated that limiting food wastage could easily feed approximately a billion peoplethe very same number that today go hungry and suffer from malnutrition on our planet. Another facet of waste that leads to enormous health and social damage is over-eating. This too is a condition that more or less affects another billion people. A more parsimonious world, one more careful about consuming, could keep a greater distance from the ghosts of Malthus and the planetary tragedy forecast by the worst of doom-sayers. But let’s keep to every-day habits, especially when it comes to produce. It’s true that consumers are more and more cautious about the quantities they buy and will be even more so in future. One approach that can be put into practice today is to recommend that shoppers purchase less quantity and more quality. The era of throwing away 20-30% of our purchased produce is over. Yet this is not to say that fruit and vegetables must be cheap. It’s their quality that has to be emphasised and the consuming public, even the least attentive segment, made aware of it. Consumers must always be able to find wholesome, flavourful items of proper shelf-life on the market. Buy less but buy better in the words of the famous (George Bryan) ‘Beau’ Brummell. (English version by David Verzoni) Una delle parole chiave degli ultimi anni è spreco. La crisi economica ha messo in luce, ora più che mai, quanto la nostra società sia caratterizzata da enormi sprechi. Sprechi di risorse energetiche e naturali e di cibo. Più che come società dei consumi la nostra epoca passerà presumibilmente alla storia come la società degli sprechi su larga, larghissima, scala. Negli ultimi anni gli studi su questo tema si sono moltiplicati. Qualcuno ha calcolato che limitando gli sprechi alimentari si potrebbe agevolmente nutrire circa un miliardo di persone, ovvero l’esatto numero di coloro che soffrono la fame e la sotto-nutrizione nel nostro pianeta. Un altro spreco che comporta enormi danni sanitari e sociali è quello della sovraalimentazione: anche in questo caso sarebbero coinvolte, più o meno, un altro miliardo di persone. Un mondo più parsimonioso, ovvero più attento ai consumi, potrebbe quindi ancora tenersi lontano dai fantasmi malthusiani e dalla tregenda planetaria vaticinata dalle peggiori Cassandre. Ma veniamo alla pratica di tutti i giorni, ovvero al nostro settore ortofrutticolo: è vero che i consumatori sono sempre più attenti alla quantità di quello che comprano, e lo saranno sempre di più. Una strategia praticabile già da oggi è di indirizzare i consumatori all’acquisto di minori quantità di cibo, ma di maggiore qualità. Sono finiti i tempi quando di una spesa di ortofrutta si buttava il 20-30%. Non è però detto che i prodotti ortofrutticoli debbano per forza costare poco e la qualità dev’essere valorizzata e fatta comprendere anche ai consumatori più disattenti. Il consumatore dovrà quindi avere la possibilità di trovare sul mercato prodotti sempre buoni dal punto di vista gustativo e con una adeguata shelf-life casalinga. Buy less but buy better (compra meno, ma compra meglio) diceva il famoso Lord Brummel. [email protected] Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 3 focus focus Even packaging is functional now Anche il packaging diventa funzionale Duccio Caccioni In addition to being eco-friendly and vehicles of information, the latest-generation containers enhance product shelf-life and quality Oltre ad essere eco friendly e veicoli di informazioni, i contenitori di ultima generazione migliorano la shelf-life e la qualità del prodotto hat are the emerging trends in produce packaging? Pinpointing developments on the cutting-edge is no easy matter. There are, though, three well-defined instances for produce – the environmentally sustainable and shelflife extending W In addition to the growth of re-usable packaging, there’s a growing trend in the use of recyclable types. A fianco dell’incremento degli imballaggi riutilizzabili si nota una notevole propensione anche verso quelli riciclabili. 4 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 uali sono le tendenze per il packaging dei prodotti ortofrutticoli? Individuare gli assi di sviluppo nell’attuale crisi economica non è facile. Di certo per il packaging ortofrutticolo si possono notare due tendenze ben chiare: quella della sostenibilità ambientale e quella della limitazione degli sprechi e dell’aum e n to della shelf-life. Si deve inoltre aggiungere la necessità di incrementare la sicurezza alimentare attraverso sistemi sempre più sofisticati di rilevamento e tracciabilità. L’imballaggio ideale dovrebbe quindi essere prima di tutto ecofriendly, contribuire ad aumentare la shelf life e la qualità dei prodotti ed essere intelligente, ovvero capace di portare informazioni sul prodotto contenuto; informazioni che devono contribuire alla gestione ottimale della sicurezza alimentare. Si aggiunga, ma si tratta per molte categorie merceologiche oramai di un pre-requisito, che una Q focus focus for reducing wastage. We should also add the need to boost food safety via increasingly sophisticated systems of detection and traceability. Ideally, packaging should first of all be eco-friendly and help to enhance produce shelf-life and quality while being intelligent, i.e. being able to convey product information as a way of achieving optimum food safety control. And even though it’s already a prerequisite for The prerequisite of any kind of packaging is practicality. Il pre-requisito di ogni tipologia di packaging è la praticità. many categories of merchandise, let’s also add that a package should be “smart”, meaning that it should be practical and make the product easy to use. Re-usables and recyclables If we look at sustainability, we see that re-usable packaging like Cpr, Ifco, Steco, Eps, and so on, is on the rise everywhere in the EU and are used more and more by the big retail chains. This kind of packaging has experienced exponen- confezione deve essere anche “smart”, ovvero assolutamente pratica e agevolare l’uso del prodotto. Riutilizzabili e riciclabili Per quanto riguarda la sostenibilità è da evidenziare la crescita in tutta Europa degli imballaggi riutilizzabili (e.g. Cpr, Ifco, Steco, Eps, ecc.) che sono sempre più preferiti dalle catene della grande distribuzione. Si tratta di una tipologia d’imballaggi che ha visto negli ultimi quindici anni una crescita esponenziale e che si sta forse avviando alla maturità di mercato, perlomeno se si ragiona in termini della sola gdo. Si potrebbe però prevedere che nei prossimi anni questo tipo di imballaggio potrà sbarcare anche presso i grandi mercati all’ingrosso e quindi presso il dettaglio tradizionale. A fianco dell’incremento degli imballaggi riutilizzabili si nota una notevole propensione anche verso quelli riciclabili. Per esempio spesso le vaschette in polietilene sono sostituite da vaschette in cartone o ancora in materiali plastici biodegradabili. Si tratta di una tendenza ben rilevabile oggi, soprattutto nell’ambito delle linee premium (biologico incluso) che, a prescindere dalla crisi economica, potrebbe ulteriormente estendersi. In questo senso la ricerca tecnologica sta facendo passi da gigante e l’offerta di materiali plastici che non solo sono perfettamente biodegradabili, ma che sono anche ottenuti in maniera sostenibile (es. da materiali agricoli o da sottoprodotti) si sta ampliando. L’active packaging Se la sostenibilità è oggi una tendenza macrosco- KINDS, MATERIALS AND TECHNIQUES OF ACTIVE PACKAGING. microperforated, microporous plastic films of specific permeability manca traduzione TITOLO (IN ARRIVO) films of differing permeability depending on temperature (mono-layer/multi-layer) release of compounds inside the packaging to extend shelf-life and/or act as anti-microbial agents incorporation, lining, absorption, neutralising of active compounds directly in the plastic polymers use of polymers with intrinsic properties like nano-porosity for scavenging ethylene TIPOLOGIE DI ACTIVE PACKAGING, MATERIALI E TECNICHE. film plastici con permeabilità definita, microperforati, microporosi film con permeabilità differente a seconda della temperatura (monostrato/pluristrato) immissione all’interno dell’imballaggio di sostanze capaci di prolungare la shelf life e/o avere capacità antimicrobica incorporazione, rivestimento, assorbimento, immobilizzazione di sostanze attive direttamente nei polimeri plastici utilizzo di polimeri con capacità intrinseche (es. polimeri nano porosi per l’assorbimento dell’etilene) 6 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 focus focus tial growth rates over the last 15 years and may be edging towards market maturity, at least for the big supermarket chains. Yet we may well see it being used in future by the big municipal wholesale markets and even trickling down to local retailers. Re-usables are not the only type in demand. We’re also seeing a greater inclination towards recyclable types. For example, PE punnets are often being replaced by those in cardboard or biodegradable plastics. This kind too is showing an evident growing trend today, especially in premium lines, including organics, that could strengthen still despite the economic slump. It’s also a field where technological research is making great strides, and the supply of plastics that are not only biodegradable but made from sustainable sources like crops and their by-products is expanding. Active packaging If sustainability has become a macroscopic trend by now, we’re starting to see the onset of growth for active packaging. While the use of packaging designed to increase product shelf-life and quality qua microbiological and merchandising properties is limited to 1-1.5% of the worldwide market, here too scientific and high-tech research efforts are proceeding rapidly and new products are constantly being brought to the market. Active packaging consists of the use of ‘functional’ plastic films that interact with the conditions affecting a given food’s storability or by releasing gases/volatile compounds and scavengers within it, thereby acting as an anti-microbial and/or retarding agent vis à vis the processes of senescence that an item of produce is heir to (see boxes). Traceability Last, but not least, let’s mention the growth of ‘smart’ systems. This is an instance of giving retailers and consumers more salient information about a given item and its quality and sanitary-safety traits. Traceability systems are in fact becoming smarter and the use of bi-directional codes is beginning to spread. RFID technology, while very promising in principle, still appears to be too expensive for the produce trade. But if we look at convenience/ready-to-use items, the trend is towards the use of specific software employed right from the handling lines for traceability, safety and quality control. (English version by David Verzoni) 8 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 pica è da rilevare un’iniziale crescita dei sistemi di packaging attivo (active packaging). A oggi l’applicazione di sistemi capaci d’incrementare la shelf life e la qualità (intesa dal punto di vista merceologico e microbiologica) dei prodotti è ancora abbastanza limitata (circa l’1/1,5% del merACTIVE PACKAGING AT WORK / ALCUNE FUNZIONE DELL’ACTIVE PACKAGING oxygen scavengers / assorbimento ossigeno carbon dioxide scavengers / assorbimento anidride carbonica carbon dioxide emitters / emissione anidride carbonica moisture scavengers / assorbimento umidità moisture emission / emissione umidità ethylene absorbers / assobimento etilene ethylene inhibitors (e.g. metylcyclopropene) / inibizione produzione etilene (es. metilciclopropene) ethanol emitters / emissione etanolo sulphite emitters / emissione anidride solforosa anti-microbial films / film antimicrobici cato mondiale), ma anche in questo caso la ricerca scientifica e tecnologica sta facendo notevoli passi avanti e nuovi prodotti vengono continuamente proposti sul mercato. L’active packaging consiste nell’impiego di film plastici “funzionali”, che interagiscono con le condizioni di conservabilità dell’alimento o con l’immissione all’interno della confezione di gas/sostanze volatili e assorbitori capaci di avere un’azione antimicrobica e/o di rallentare i processi di senescenza di un prodotto ortofrutticolo (vedi box). Sistemi di rintracciabilità In ultimo bisogna rammentare la crescita dei sistemi “intelligenti”. In questo caso si deve fornire al distributore e quindi al consumatore un sempre maggior numero di informazioni sul prodotto e sulle caratteristiche qualitative e igienico-sanitarie di questo. I sistemi di rintracciabilità si stanno in questo senso evolvendo ed è iniziata la diffusione di codici bidirezionali. La tecnologia Rfid, teoricamente assai promettente, pare invece ancora troppo costosa per il settore. Per quanto riguarda per esempio i prodotti convenience/ready to use vi è la tendenza all’uso di software specifici fin dalle delle linee di lavorazione dei prodotti per la tracciabilità, la sicurezza alimentare e il controllo di qualità. market mercato Apple and pear Exports riding high Mele e pere Export a gonfie vele Mario Schiano lo Moriello - Ismea Excellent results from July 2012 to August 2013. Apple rises to unprecedented heights Ottimi risultati tra luglio 2012 e agosto 2013. Per le mele le quotazioni medie si sono attestate su ivelli mai raggiunti in precedenza he 2013/14 marketing season of apple and pear is getting under way with a strong tail wind due to the good news from growers and exporters. Italy’s, and even Europe’s, crop is projected to rise over last year’s, and should by all accounts reach average quantities that pose no problems in matching demand. On the export front US and Italian authorities have signed a deal setting the stage for Italian apple and pear exports to the US. So it’s time to take stock of last year’s marketing season and focus our attention first on the excellent performance of exports. Receipts booked from August 2012 through July 2013 exceeded €700 million for apple and €165 million for le pear. Compared to the year before, these figures reflect a shortfall in supply that sent average prices higher and sales hit record peaks despite declining export volumes, i.e. down 18% for apple and 27% for pear. In actual fact, apple prices rose higher than ever before and pear’s hit peaks at levels not registered since the 2008/09 and 2010/11 seasons. If we look at the 2012/13 apple exports first, we see that monthly volumes were consistently lower than those of the preceding year (figure 1). Overall exports were just shy of the 800 thousand-ton mark, against the nearly one million tons exported over the two preceding years (table 1). While average wholesale prices per kilo were €0.74 in 2010/11 and €0.71 in 2011/12, the provisional figures for the season just ended point to an average of €0.91, with prices rising from a low of €0.78 in August 2012 to a high of €1.06 in June 2013. T 10 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 a campagna di commercializzazione 2013/14 di mele e pere muove i primi passi incoraggiata dalle buone notizie che giungono dal fronte della produzione e da quello dell’export L TAB. 1 – ITALY’S APPLE EXPORTS BY SEASON (AUGUST-JULY) TAB. 1 – EXPORT DI MELE DELL’ITALIA PER CAMPAGNA (AGOSTO-LUGLIO) Export by volume / Export in volume .000 kg Export by value / Export in valore .000 € Avg unit value / Valore medio unitario €/kg 2008/09 686.128 489.695 0,71 2009/10 777.496 505.450 0,65 2010/11 963.527 711.977 0,74 2011/12 966.702 689.325 0,71 2012/13* 766.220 699.551 0,91 * updated to june 2013 / * dato aggiornato fino a giugno 2013 Source: Istat data reworked by the author / Fonte: elaborazioni dell’autore su dati Istat TAB. 2 - ITALY’S PEAR EXPORTS BY SEASON (AUGUST-JULY) TAB. 2 – EXPORT DI PERE DELL’ITALIA PER CAMPAGNA (AGOSTO-LUGLIO) Export by volume / Export in volume .000 kg Export by value / Export in valore .000 € Avg unit value / Valore medio unitario €/kg 2008/09 133.323 157.490 1,18 2009/10 140.347 139.685 1,00 2010/11 123.125 146.940 1,19 2011/12 193.838 145.832 0,75 2012/13* 140.498 165.999 1,18 * updated to june 2013 / * dato aggiornato fino a giugno 2013 Source: Istat data reworked by the author / Fonte: elaborazioni dell’autore su dati Istat Figure 1 - Apple exports: last two seasons compared (ton, avg €/kg price) Figura 1 - Export mele: confronto delle ultime due campagne (in t e prezzo medio €/kg) market mercato 1.10 120000.0 1.00 100000.0 0.90 80000.0 60000.0 0.80 40000.0 0.70 20000.0 0.60 0.50 aug / ago sept / set 2011/12 oct / ott nov / nov dec / dic 2012/13 jan / gen feb / feb mar / mar 2011/12 (avg price / prezzo medio) apr / apr may / mag jun / giu jul / lug 2012/13 (avg price / prezzo medio) Source: Istat data reworked by the author / Fonte: elaborazioni dell’autore su dati Istat Prices had hit a plateau hovering between €0.95 and €0.97 a kilo from November 2012 to March 2013, while volumes never went higher than 90 thousand tons, against the 122-thousand peak they hit in March 2012. Italy’s major export partners, which together hold a 72% share by volume, are in the EU. Germany Figure 2 – Main apple export markets (% by volume) Figura 2 – Export mele: principali mercati di sbocco (% in volume) Russia / Russia 3% Norway / Norvegia 3% Denmark / Danimarca 3% Other / Altri 23% Germany / Germania 29% Saudi Arabia / Arabia Saudita 3% Sweden / Algeria / UK / Svezia Algeria France / Regno Unito Francia 4% 5% 4% 5% Spain / Spagna 11% Libya / Libia 7% Source: Istat data reworked by the author / Fonte: elaborazioni dell’autore su dati Istat 12 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 L’offerta italiana, ma anche quella europea, è stimata in ripresa rispetto alla campagna precedente, ma in ogni caso si attesterà su valori medi che non determineranno difficoltà di collocamento del prodotto. Sul fronte dell’export invece, si segnala la sottoscrizione da parte dei competenti organismi di Usa e Italia del piano operativo con il quale viene definito il programma finalizzato all’esportazione di mele e pere italiane verso gli Usa. È tempo quindi di tracciare un primo bilancio della campagna commerciale che ci siamo lasciati alle spalle e in particolare di focalizzare l’attenzione sugli ottimi risultati conseguiti sul fronte dell’export. Tra agosto 2012 e luglio 2013 gli incassi derivanti dalle spedizioni hanno superato 700 milioni di € per le mele e 165 milioni di € per le pere. Questo risultato è stato raggiunto a seguito della riduzione dell’offerta rispetto alla campagna 2011/12 che ha determinato un’impennata dei prezzi medi e di conseguenza gli introiti hanno raggiunto picchi record nonostante la riduzione dei volumi spediti (-18% per le mele e -27% per le pere). Nel caso delle mele, le quotazioni medie si sono attestate su livelli mai raggiunti in precedenza, mentre per le pere sono stati eguagliati i picchi di prezzo delle campagne 2008/09 e 2010/11. Per quanto concerne le mele, nella campagna 2012/13, i volumi esportati mese per mese sono stati costantemente inferiori a quelli della campagna precedente (figura 1). Nel complesso le esportazioni hanno sfiorato le 800mila t, Figure 3 - Pears exports: last two seasons compared (ton, avg €/kg price) Figura 3 - Export pere: confronto delle ultime due campagne (in t e prezzo medio € /kg) market mercato 30000.0 1.70 25000.0 1.50 20000.0 1.30 15000.0 1.10 10000.0 0.90 5000.0 0.70 0.50 aug / ago sept / set 2011/12 oct / ott nov / nov dec / dic 2012/13 jan / gen feb / feb mar / mar apr / apr 2011/12 (avg price / prezzo medio) may / mag jun / giu jul / lug 2012/13 (avg price / prezzo medio) Source: Istat data reworked by the author / Fonte: elaborazioni dell’autore su dati Istat imports 222 thousand tons of Italian apple for a share of 29% (figure 2), followed by Spain holding 11%, Libya 7%, France and Algeria 5%, Sweden and the UK 4%, and Saudi Arabia 3%. If we focus on non-EU markets, we find a rising trend for Libya and Algeria, which have respectively increased share by 17 and 24%, and a declining one for Figure 4 – Main pear export markets (% by volume) Figura 4 – Export pere: principali mercati di sbocco (% in volume) Slovenia / Slovenia 2% Romania / Romania 3% UK / Regno Unito 4% Hungary / Ungheria 2% Other / Altri 14% Germany / Germania 44% Russia / Russia Libya / 5% Libia 5% Austria / Austria 6% France / Francia 15% Source: Istat data reworked by the author / Fonte: elaborazioni dell’autore su dati Istat 14 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 mentre le due campagne precedenti si erano chiuse con volumi prossimi a un milione di t (tabella 1). I prezzi medi erano stati di 0,74 €/kg nel 2010/11 e di 0,71 €/kg nella campagna 2011/12, mentre i dati della campagna da poco conclusa (anche se provvisori) indicano un prezzo medio di 0,91 €/kg con quotazioni in progressivo aumento da 0,78 €/kg dell’agosto 2012 a 1,06 €/kg di giugno 2013. Tra novembre 2012 e marzo 2013, le quotazioni si sono stabilizzate tra 0,95 e 0,97 €/kg. I volumi mensili non hanno mai superato le 90mila t contro le 122mila t di marzo 2012. Per quanto riguarda i mercati di sbocco, il 72% dei volumi esportati dall’Italia è destinato ai Paesi dell’Unione europea. La Germania importa 222mila t di mele dall’Italia, che corrisponde a una quota del 29% delle esportazioni italiane di questo prodotto (figura 2). A seguire si piazzano Spagna (11%), Libia (7%), Francia (5%), Algeria (5%), Svezia (4%), Regno Unito (4%) ed Arabia Saudita (3%). Se si focalizza l’attenzione sui mercati extra europei, si osserva una tendenza positiva per Libia ed Algeria che incrementano le importazioni di mele dell’Italia rispettivamente del 17 e del 24%; mentre calano le spedizioni verso Arabia Saudita (-6%), Russia (-52%) ed Egitto (-70%). La campagna 2012/13 delle pere è stata caratterizzata da una cospicua riduzione dell’offerta rispetto alla campagna precedente e ciò ha inevitabilmente determinato la (English version by David Verzoni) riduzione dei volumi esportati (dalle 194mila t del 2011/12 alle 140mila t della campagna 2012/13) e l’aumento dei prezzi (tabella 2). Il confronto dei dati mensili mostra che, ad eccezione di ottobre e novembre 2012, i volumi esportati sono stati sempre inferiori a quelli della campagna 2011/12 (figura 3). L’aumento del prezzo medio delle pere è proceduto in maniera regolare da 0,90 €/kg di agosto 2012 a 1,54 €/ kg di maggio 2013. Per quanto riguarda i mercati di sbocco, le destinazioni dell’Unione europea costituiscono l’86% delle esportazioni complessive. La Germania è il primo mercato di sbocco con una quota del 44% in volume, seguita da Francia (15%) e poi a maggior distanza da Austria (6%), Libia e Russia (5%), (figura 4). In termini di volume, sono diminuite le spedizioni verso tutti i principali mercati di sbocco. Le maggiori flessioni sono state registrate per le esportazioni verso Grecia, Romania e i Paesi dell’Europa dell’Est (Polonia, Ungheria, R. Ceca e Slovacchia). Tutti questi Paesi mostrano un’elevata elasticità della domanda rispetto al prezzo. Di contro, la contrazione delle spedizioni ha risparmiato Russia, Svizzera e Paesi Bassi che hanno registrato un aumento delle importazioni di pere dall’Italia rispetto alla campagna precedente. market mercato Saudi Arabia (-6%), Russia (-52%) and Egypt (-70%). The 2012/13 pear season was marked by a notable shortfall in supply on the year, which inevitably led to lower export volumes, down to 140 thousand tons from 194 thousand in 2011-12, and higher prices (table 2). A comparison of monthly figures indicates that, excepting October and November 2012, export volumes were always lower than they had been in 2011/12 (figure 3). The average price for pear rose at a steady pace from €0.90 a kilo in August 2012 to €1.54 by May 2013. Italy’s major pear export markets are EU partners, which together hold an 86% share of the total. Germany leads the field with a 44% share by volume, followed by France with 15% and, at greater remove, Austria with 6%, Libya and Russia with 5% (figure 4). A look at volumes shows that they were down almost across the board. The steepest declines were recorded for Greece, Romania, Poland, Hungary, the Czech Republic and Slovakia. All of these eastern EU partners exhibit a notably elastic demand vis à vis price. By contrast, pear registered increased exports on the year to Russia, Switzerland and Holland. market mercato VIP, environment friendly production Vip, la produzione rispettosa dell’ambiente Duccio Caccioni The Val Venosta association ensures top-quality apple, promoting it by targeted marketing initiatives L’associazione della Val Venosta garantisce mele di ottima qualità e le promuove attraverso un’intensa attività di marketing IP is a Val Venosta-based association of 7 fruitgrower cooperatives with 1,800 members whose apple orchards range in elevation from 500 to 1,000 metres above sea level. The natural alpine environment is perfectly suited to growing the highest quality crop of apple with firm, deliciously crispy flesh and long shelf-life. Enironmentally friendly orchard practices like integrated pest management (IPM) make it possible to minimise chemical inputs. Some 93% of he apple crop grown in Val Venosta is picked according to strict IPM standards and the remaining 7% under organic practices. While this year’s harvesting started about 2 weeks late, said Vip CEO Josef Wielander, he also expects to see a crop of 330-340 thousand tons, a quantity in line with the average of the last five years. «Despite higher quantities than last year’s crop - noted Wielander – size has suffered somewhat. Yet the fruit itself is of top quality as colouring, firmness and sugar-acid ratio are perfectly in line with Vip’s quality standards». The year’s organic crop too looks good, said Vip organic manager Gerhard Eberhöfer. «We expect to see a higher crop than last year’s. It should come in at 20-21 thousand tons. In effect, the marked day-night temperature difference just before picking began gave the apples that typical bright red colour that consumers like so much». V Network of markets Sales manager Fabio Zanesco said that Vip covers no fewer than 48, including such major ones as Italy, Germany, Scandinavia, Spain, the Mediterranean Basin, and exports account for nearly 45% of its turnover. «Exports have become a key compo- 16 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 ip è l’associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta che riunisce sette cooperative e 1.800 produttori che coltivano mele a un’altitudine compresa tra i 500 e i 1.000 metri sul livello del mare. L’ambiente naturale alpino rende possibile la produzione di mele di altissima qualità, dalla polpa soda e particolarmente croccante, di grande serbevolezza. Metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente come il sistema di lotta integrata permettono la minimizzazione dell’uso di fitofarmaci. Il 93% delle mele prodotte nella Val Venosta è raccolta secondo le direttive della lotta integrata e il restante 7% è di produzione biologica. Le raccolte di quest’anno sono partite con un ritardo di circa due settimane, come spiega Josef Wielander, direttore di Vip che stima un raccolto nella norma, intorno alle 330-340mila t, una produzione regolare in media con l’andamento quinquennale. «Nonostante il numero dei frutti sia superiore allo scorso anno - commenta Wielander - è mancata un po’ di pezzatura. I frutti risultano comunque di ottima qualità: dal punto di vista della colorazione, della pressione, del grado zuccherino e dell’acidità sono perfettamente in linea con gli alti standard qualitativi di Vip». Anche per il bio la produzione 2013 appare buona, come racconta Gerhard Eberhöfer, responsabile bio Val Venosta. «Supereremo le quantità dello scorso anno raggiungendo circa le 20-21mila t. Inoltre, le forti escursioni termiche dei giorni antecedenti la raccolta hanno fatto sì che le mele rosse acquisissero quel colore tipico rosso acceso, molto apprezzato dal consumatore». V Una presenza capillare Dal punto di vista commerciale Fabio Zanesco, responsabile commerciale, spiega che la Vip è presente in ben 48 mercati diversi (tra i principali Italia, Germania, Paesi Scandinavi, Spagna e Mediterraneo), con un export che rappresenta market mercato nent of success circa il 45% del giro for every marketd’affari. «L’export è ing year. While the oramai divenuto una domestic market chiave fondamenstill remains our tale per il successo priority sales tardi ogni campagna. get, other EU and Il mercato nazionale as well as non-EU resta il primo e priomarkets make up ritario settore di vena significant share dita, ma una parte of sales. significativa della The EU as a whole nostra produzione is given the highviene convogliata est priority as to su mercati europei share and service ed extraeuropei. Some 93% of Val Venosta apples are grown under IPM rules and 75 under input but we’re Prioritariamente doborganic standards. obviously looking biamo mantenere Il 93% delle mele della Val Venosta proviene dalla lotta integrata e il 7% è di to expand into new produzione biologica. le nostre quote in areas. In fact, in Europa e la nostra addition to, say, Russia, countries in Africa and the capacità di servizio, ma ovviamente stiamo guardando ad Middle East are becoming important targets of our ogni nuova area di espansione; in questo senso, oltre alle strategic planning for the next decade». consuete destinazioni come la Russia, l’Africa e il Medio When it comes to marketing, Vip supports its retailers Oriente stanno divenendo un punto cardine per ogni strathrough high-profile campaigns in its major markets. tegia di sviluppo nel prossimo decennio». Dal punto di vista The idea is to back retailers with targeted promo- del marketing Vip sostiene i suoi canali di distribuzione con tions at outlets while raising consumer awareness of programmi significativi nei maggiori mercati. L’obiettivo its brand with unconventional, innovative advertising principale è offrire un sostegno ai rivenditori con programmi efforts. mirati ad attività nei punti vendita. Inoltre Vip cerca di far crescere la conoscenza della marca con iniziative innovative The youngest e non convenzionali. Given the success it garnered last year, Vip will again focus on new events and other projects for children Attenzione ai più piccoli and their world in 2013-14. Visto il successo riscontrato nella passata stagione, anche One of these will be the new Crocville product line for per la stagione 2013-14 Vip si concentrerà sul mondo the young. It comprises 6 Val Venosta Gala apples in dell’infanzia esplorando nuove attività e iniziative dedicate ai a punnet of lively colouring featuring characters from più piccoli. È il caso della nuova linea di prodotti Crocville, Crocville, a happy “apple world”. The fun, however, is una linea pensata per il pubblico più giovane: è composta not destined to end at the retail outlet as kids and adults da sei mele Gala Val Venosta racchiuse all’interno di un can go on line to Crocville.it, an interactive site saturated colorato e allegro vassoio raffigurante i personaggi del with bright lively colours where the fun continues. mondo Crocville, un divertente “mondo di mele”. Il divertiVip is also well aware of the importance of quality crop mento non deve però finire nel punto vendita: a integrazione production in its area-marketing strategy. This is where della linea è stato creato Crocville.it sito interattivo e ricco di Eos comes in. It’s a contest that seeks to explain to con- colori vivaci e brillanti, pensato per grandi e piccoli. sumers the wholesomeness of South Tyrol food products Vip è anche ben cosciente dell’importanza delle produzioni by promoting the entie area, including tourism. So, when agricole di qualità nel marketing territoriale. È il caso del you purchase apples, speck, bread, milk and other dairy concorso Eos che vuole spiegare ai consumatori la bontà products, all bearing the Qualità Alto Adige label, you dei prodotti dell’Alto Adige, promuovendo l’intero territorio have the chance to take part in a fantastic constest called e quindi anche il turismo. Così acquistando mele, speck, “Una spesa che cambia la vita” (Shopping that Changes pane, latte e prodotti caseari tutti a marchio Qualità Alto Your Life) which goes on till 31 December. The first prize Adige, si avrà l’opportunità di partecipare al fantastico is truly wonderful: a week-long holiday in South Tyrol for Concorso “Una spesa che cambia la vita” che si protrarrà 15 years in the relaxing comfort of one of the Vitalpina fino al 31 dicembre dando la possibilità di vincere una straHotels Südtirol. There are also many instant-win prixes: ordinaria vacanza in Alto Adige per una settimana per ben 160 gift packages with a selection of quality products and 15 anni, nel relax di uno dei Vitalpina Hotels Südtirol, e tanti a thousand cookbooks of local-food recipes. premi instant-win: 160 confezioni regalo con diversi prodotti (English version by David Verzoni) di qualità e mille ricettari tipici. 18 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 Simone Pilati e Marco Menegoni market mercato Simone Pilati Ceo of the PO La Trentina Direttore della Op La Trentina Marco Menegoni President of the PO La Trentina Presidente della Op La Trentina A new deal for La Trentina Un nuovo assetto per La Trentina Carlo Bridi We interviewed the president and the CEO of the PO that handles most of the produce outside the Valle di Non Intervista al presidente e al direttore dell’Op che gestisce il grosso della produzione ortofrutticola extra Valle di Non M ost of the produce grown outside the Valle di Non is handled by “La Trentina”: a producer organisation (PO) of 2,500 members with an average yearly overall crop of more than 100 thousand tons of apple and 5 thousand of bush fruit, kiwi, cherry, plum and strawberry. President Marco Menegoni and Ceo Simone Pilati gave us their views on the PO’s fruit trade and current trends. a produzione ortofrutticola extra Valle di Non è organizzata prevalentemente da “La Trentina”: 2.500 soci, una produzione annuale media che supera le 100mila t di mele e le 5mila t di piccoli frutti, kiwi, ciliegie, susine e fragole. Facciamo il punto del settore frutta extra Val di Non con il presidente Marco Menegoni e il direttore Simone Pilati. First of all, how’s business since you set up your centralised marketing arm a couple of years ago and what kind of performance are you seeing? Since we established the new sales office in time for the 2007/2008 season, our Consortium has taken on a unified marketing profile and pursued a strong branding strategy to back up the 100 thousand ton apple crop we sell in our domestic and export markets. It’s an approach that has paid off handsomely. Our PO is now the fourth biggest in Italy and the EU and our export operations cover some 40 countries in Europe, North Africa and the Middle East. Having a centralised sales team geared to handle warehousing, markets and product pricing is a way to make sure all our members get a fair deal as well as streamlining red tape and clearing contacts and transactions carefully. Needless to say, the results have also been good for turnover. Innanzitutto come vanno i primi anni di vendita in forma unitaria del prodotto, a che punto è l’integrazione e quali i risultati? A partire dalla campagna 2007/2008 il Consorzio si presenta sul mercato con un nuovo assetto di vendita che prevede una commercializzazione unica e una forte politica di marca, in modo tale che un unico interlocutore sia in grado di offrire le 100mila t di mele prodotto su diversi mercati, sia nazionale che esteri. Tale politica è stata vincente per affermarci come quarto produttore di mele sul territorio nazionale ed europeo conquistando i mercati di 40 Paesi stranieri distribuiti tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente. La presenza di un unico ufficio commerciale, che gestisce il prodotto nei magazzini, il mercato da seguire e i prezzi per la vendita, ha permesso di sostenere equamente le potenzialità di tutti i soci, oltre a garantire una maggiore rapidità e precisione nei contatti e nelle transazioni con risvolti postivi sul fatturato. How did the 2012-2013 business season go? We closed the year in July on strong demand and very good prices. The general picture was one of a low 2012 crop that kept demand for our apples up at 20 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 L Come si è conclusa la campagna vendite del 2012-2013? La campagna si è conclusa a luglio con una domanda sostenuta e prezzi molto buoni. In generale la bassa pro- One of your PO’s bottlenecks is the surplus production of Golden in the valley bottom. How far have you got in variety diversification? We started recasting our variety profile three years ago. The idea is to exploit the variations in microclimate of the different valley areas, all of which are highly suitable to apple growing, and concentrate Golden in the hillsides and replace it in the zones of the valley bottom with Gala, Granny Smith, Red Delicious and Fuji. It’s a six-year programme and we’re now at the mid-point. La Trentina and its member growers have got to keep apace in orchard renewals so that we’re always in line with market demands and emerging trends. How are your proposed business relations progressing with Melinda and South Tyrol? We’re working closely with the POs in the South Tyrol apple districts. As a matter of fact, we’re members of and proprietary partners in Vog Products, the EU leader in apple processing. So too are we continuing with our joint marketing deal through FROM in Russia, India and as of this year even in the US, where the trade ban on Italian apples has been lifted. (English version by David Verzoni) duzione del 2012 ha determinato una domanda costante e continua delle nostre mele con risultati molto positivi. La Trentina, con un decumulo programmato, ha assicurato per tutta la stagione la fornitura regolare ai propri clienti storici e strategici. Uno dei problemi della vostra Op è l’eccessiva presenza della Golden in fondo valle; a che punto è il progetto di trasformazione varietale? Da tre anni La Trentina è impegnata a modificare il proprio assetto varietale, puntando a sfruttare la diversa vocazione e microclima delle nostre valli di produzione, concentrando la Golden nelle zone collinari e sostituendo lo stesso nelle zone di fondo valle con Gala, Granny Smith, Red del e Fuji. Il progetto, che ha un arco temporale di sei anni, è a metà strada e La Trentina con i propri soci agricoltori deve tenere alta l’attenzione sul rinnovo, proprio per avere una composizione varietale più consona ad affrontare al meglio le esigenze di mercato. Come va la collaborazione con Melinda, e con l’Alto Adige. A che punto è questa ipotesi d’intesa? Con le op del distretto melicolo dell’Alto Adige, siamo soci e partner in Vog Products che è ormai l’azienda leader in Europa per la trasformazione ad uso industriale delle mele. Continua la vendita congiunta attraverso From in Russia, in India e da questa stagione anche per gli Stati Uniti, vendita resa possibile dal superamento del divieto di importazione di mele italiane. market mercato a steady rate so that turnover was very good. With the product scheduling we’ve got now, La Trentina kept up a steady supply stream throughout the season to its major, strategic customers and trade partners. Georg Kössler market mercato Georg Kössler President PO Vog Presidente Op Vog Long shelf-life apple’s big advantage La longevità della mela Un grande vantaggio Carlo Bridi According to FROM President Georg Kössler, it’s apple’s fail-safe trait in these hard economic times Grazie a questa caratteristica, secondo il presidente di From, Georg Kössler, la mela supererà indenne questo difficile momento di crisi OG is the EU’s biggest Producer Organisation. Its more than 5 thousand members in 16 associated coops produced more than 500 thousand tons of apple in 2012. The PO’s president is Georg Kössler, who also heads FROM, the commercial arm the region’s associated coops set up to sell their apples in new markets like Russia, India and the US. We asked him for his views about today’s South Tyrol fruit industry, its strategies and outlook in relation to the projections reported at Prognosfruit 2013. V How are sales doing now that Vog has brought together so many participating coops in a single marketing enterprise? When we set our new strategy in place three years ago, all our operations went through a complete restructuring. Vog’s 15-member coops were grouped into four hubs to make room for the Bio Südtirol coop to handle the organic crop. A special management team consisting of a representative from each hub and presided over by the Consortium’s chief operating officer was then established to coordinate the work of the hubs. The team is charged with setting policy and strategy for sales, warehousing, despatching, and marketing vis à vis earnings targets. Once the road-test stage ended in 2010, Vog’s overall strategy engine is now running smoothly. We’ve achieved excellent levels of efficiency, streamlining and customer service. 22 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 og è la Op più grossa d’Europa, con gli oltre 5mila soci delle 16 coop aderenti che nel 2012 hanno prodotto oltre 500mila t di mele. Alla presidenza si trova Georg Kössler che ricopre anche l’incarico di presidente di From, la cooperativa di terzo grado, costituita fra le Op della regione per la commercializzazione delle mele sui nuovi mercati di Russia, India, e gli Stati Uniti. A lui chiediamo di farci il punto sulla situazione della frutticoltura in Alto Adige, sulle strategie e sulle prospettive del settore anche alla luce di quanto emerso dal Prognosfruit 2013. V A che punto siamo con la concentrazione dell’offerta fra le cooperative aderenti a Vog per la vendita in forma unitaria del prodotto? Tre anni fa, con l’introduzione della nuova strategia, la nostra struttura organizzativa ha subito una profonda riorganizzazione. Le 15 cooperative aderenti a Vog sono state riunite in quattro poli a cui si aggiunge la cooperativa Bio Südtirol con la competenza per la produzione biologica. L’attività dei poli è coordinata da un gruppo di lavoro centrale, formato da un rappresentante per ciascun polo e presieduto dal direttore del consorzio. Questo team ha il compito di definire la strategia commerciale, i piani di decumulo e le strategie di marketing a sostegno degli obiettivi di fatturato. Dopo un’iniziale fase di rodaggio, oggi la strategia Vog 2010 viaggia a pieno regime. Abbiamo ottenuto importanti risultati in termini di efficienza, semplicità e servizio ai clienti. Now that the Gala harvest is in full swing, how do you see the overall South Tyrol crop this year as to quality and quantity given the hail storms that devastated entire areas in mid-July? We’re expecting an on-tree crop of nearly 1 million 50 thousand tons, up 10.7% on the year, although the damaged part has to be subtracted from that figure. All told, it looks like we’ll see a 5% rise over 2012 in the crop delivered to our packinghouses. What’s the market outlook? «Since we should see an EU-wide crop that’s back to its usual volume, prices should level off to what they were in 2010-2011. In other words, the lower prices will let the market absorb the higher volumes. If we just look at Vog, since we export some 60% of our apple crop, looking for new markets is a strategic must for us. We’re currently focusing on Mediterranean rim countries, including the North African, where we’ve lately posted strong growth. Germany’s still are biggest importer in the EU bloc, but we also do well in Holland, Denmark, the UK and Scandinavia. In Spain, on the other hand, where we’ve hit a peak of 47 thousand tons in sales volume, our objective now is to consolidate our market share and put more emphasis on brand advertising. You are also president of FROM, the Consortium set up by Vog, ViP, Melinda, la Trentina and Vog Products. How is business after the first four years? We’re pretty satisfied with performance so far. The consensus of opinion is that today FROM has achieved a balanced overall operating profile and we can look to a future that’s bright and promising where growth is concerned. One of FROM’s targets was to gain a greater share of the Russian market. What were your exports like last year? There was a shortfall in last year’s field crop and quality was not always what it should have been Come sta andando Vog Products, la vostra cooperativa per la lavorazione del prodotto industriale? È fra i leader europei nel settore della trasformazione e lavorazione della mela. Il suo assetto proprietario è suddiviso tra 20 cooperative e le quattro più importanti Op italiane nel mondo delle mele, ovvero Vog, Vip, Melinda e La Trentina. Ogni anno trasforma circa 390mila t di frutta, per un giro d’affari che supera i 90 milioni di €. Qualche mese fa Vog Products, che opera prevalentemente nel segmento del business to business, ha deciso di fare un passo avanti lanciando il marchio Leni’s, con cui si rivolge direttamente ai consumatori finali. Siamo certi si tratti di una operazione azzeccata, che va nella direzione della massimizzazione del valore della materia prima conferita dai soci. Come si presenta, in pieno raccolto della Gala, la produzione 2013 in Alto Adige per qualità e quantità, considerate le grandinate che hanno devastato intere zone? In Alto Adige la produzione in pianta raggiungerà circa 1 milione e 50mila t, segnando un +10,7%. Da questa cifra andranno dedotte le perdite sostanziose subite a causa delle grandinate di metà luglio. In totale, i quantitativi da immagazzinare saranno del 5% superiori a quelli del raccolto 2012. Quali le prospettive di mercato? «Con un ritorno del raccolto europeo a volumi normali, anche i prezzi si stabilizzeranno ai livelli del 2010 e 2011. In linea, dunque, per smaltire i maggiori volumi. Per quanto riguarda Vog esportiamo circa il 60% delle nostre mele e, di conseguenza, l’esplorazione di nuovi mercati è per noi una questione strategica. In particolare guardiamo con estremo interesse ai Paesi del bacino del Mediterraneo e al Nordafrica, dove siamo cresciuti molto in questi ultimi anni. In Europa la Germania rimane il nostro più importante mercato di sbocco ma puntiamo anche ai Paesi Bassi, Danimarca e Inghilterra e Scandinavia. In Spagna, invece, dopo aver toccato il tetto delle 47mila t di mele vendute, l’obiettivo è consolidare la nostra quota di mercato e lavorare sempre di più sulla notorietà della nostra marca. Lei è anche presidente di From, il consorzio costituito fra Vog, ViP, Melinda, la Trentina e Vog Products; qual è il bilancio del quarto anno di attività? Possiamo dirci soddisfatti dell´esperienza di From. Nello specifico, oggi From ha raggiunto un condiviso ed equilibrato sistema di regolamentazioni che permette di guardare con spirito positivo e fiducia al prossimo futuro e all’ulteriore sviluppo di questa esperienza. Fra gli obiettivi di From c’era quello di rafforzare la presenza sul mercato russo, qual è la quantità esportata nell’ultima campagna? A causa della minore disponibilità di prodotto e di una qualità che non sempre ha permesso di fornire le lunghe destinazioni, nell’ultima campagna i volumi totali esportati Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 23 market mercato What about Vog Products, your processing division? It’s among EU leaders in apple processing. In actual fact, it’s owned by 20 member coops and Italy’s four biggest apple POs–Vog, Vip, Melinda and La Trentina. It handles nearly 390 thousand tons of fruit a year for a turnover of more than €90 million. While usually operating on a business-to-business basis, a couple of months ago it launched Leni’s, a label designed expressly for retail consumers. We’re confident it’s a winner and it should help to yield maximum value on the crop our members deliver for processing. market mercato if you want to send it to long-haul markets. So our export volumes to Russia were down about 50% but wholesale prices were decidedly higher than average. Yet, while FROM’s export volume fell from 31,500 to 18,500 tons on the year last season, it was still higher than overall Italian exports. And, since the turnover-to-sales volume was in fact strong, it shows that our customers are well aware of the added value Trentino-South Tyrol apples embody compared to those of our rivals. Have you expanded in the Russian market beyond Moscow and St Petersburg? FROM has long been extending its sales efforts beyond these two big metropolitan areas. Let me note, though, that they still remain key sales targets in the Russian market since they have a combined population of some 18 million people. dall´Italia alla Russia si sono ridotti di circa il 50% e i prezzi di vendita sono risultati decisamente più alti della media. In questo scenario, i volumi commercializzati da From, con 18.500 t rispetto alle 31.500 dell´anno precedente, hanno subito un calo meno consistente rispetto alle esportazioni italiane. Al contempo il fatturato, in rapporto al volume di vendita, è decisamente più sostenuto; ciò dimostra il riconoscimento da parte dei clienti del valore aggiunto delle mele del Trentino Südtirol rispetto al prodotto della concorrenza. Il mercato in Russia è andato oltre le grandi città di Mosca e San Pietroburgo? Già da tempo gli sforzi commerciali di From vanno ben oltre le città di Mosca e San Pietroburgo. Queste due città rimangono comunque due centri di rilevante importanza per le attività di vendita su questo mercato, essendo la loro popolazione stimata in circa 18 milioni di abitanti. How are things shaping up in new target markets for FROM like India, China and the US? Right now India is still the focus of our efforts in new market development. Volumes this year are in line with those of past years despite decidedly higher prices. It’s one reason why we think this market has the future growth potential we want. Then there’s the US market. This year, for the first time, the plant-health barrier that’s been a real obstacle to trade so far will be more flexible and we’ll have the chance to market Italian apples in the US market. Here too we’ll be counting on the synergies and joint forces we’ve built into FROM to handle the entire shipment from the Trentino Südtirol coop. Come vanno le cose sugli altri mercati, dall’India alla Cina, agli Stati Uniti, tutti Paesi che vi eravate posti come obiettivi di From? Per quanto riguarda gli altri mercati, oggi l’India continua a essere il primo ulteriore mercato di sviluppo. Quest’anno i quantitativi si sono mantenuti in linea con gli anni precedenti nonostante i prezzi decisamente sostenuti. Per questo motivo riteniamo che questo mercato abbia le potenzialità per crescere ulteriormente in futuro. Per quanto riguarda gli Usa, quest’anno, per la prima volta, avremo la possibilità di cercare di aprire le barriere fitosanitarie che sinora, di fatto, non permettevano di commercializzare le mele italiane su questo mercato. Anche qui abbiamo deciso di sfruttare le sinergie e la forza derivanti dalla commercializzazione comune, affidando a From il compito di affrontare questo mercato per la totalità della produzione cooperativa del Trentino Südtirol. Do you think FROM can help to spearhead penetration in new markets where the various POs are acting on their own, individually? When you plan and set up a joint operation as complex and as important as FROM, you’ve got to take things one step at a time. So any further expansion will have to come at that pace so as to ensure gradual and consistent growth in this type of collaborative arrangement. Pensa che From possa diventare anche uno strumento di penetrazione su altri mercati dove ad oggi le varie Op si muovono singolarmente? Quando si sviluppa una collaborazione così importante e complessa qual è From è importante anche fare con coscienza un passo alla volta. Eventuali ulteriori allargamenti verranno quindi di volta in volta valutati al fine di garantire una crescita graduale e costante a questa cooperazione allargata. We’re experiencing a general down turn in markets. What do you see as the key to marketing apple since it does indeed have its place in a balanced and healthy diet but it’s still not a fundamental foodstuff? Apple has one big advantage over other produce items, That’s its long shelf-life. If we add the fact that it’s a simple, healthy and tasty fruit, I think it will come through the current hard times with flying colours. Nella crisi generale che stiamo attraversando quale può essere lo spazio per un prodotto come la mela che non è un bene fondamentale per l’alimentazione, pur considerando la sua importanza ai fini di una dieta equilibrata e salutistica? La mela ha un grande vantaggio rispetto ad altri prodotti ortofrutticoli: una lunga vita. Per questo e per le sue caratteristiche, che ne fanno un prodotto semplice, salubre e dal gusto piacevole, credo che supererà indenne questo momento economico difficile. (English version by David Verzoni) 24 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 market mercato Fuji, Japanese native thrives in Emilia Fuji, passione emiliana di origini giapponesi Anna Parello Agronomo, consulente SG Marketing Agroalimentare Today Fuji ranks 7th among Europe’s and 4th among Italy’s most cultivated varieties Oggi la Fuji rappresenta la VII varietà prodotta livello europeo e la IV in Italia pple is one of the world’s most widely grown crops. It boasts nearly 7 thousand cultivars that have adapted to the most disparate macro-climates while differing one from another by colouring, flesh firmness, flavour and nutritional properties. Italy alone has no fewer than 2 thousand cultivars, both native and commercial, although the varietal range is dominated by a restricted number of cultivars that have become popular with growers, wholesalers and consumers the world over. The most outstanding of these top ten varieties is Fuji, a Japanese cultivar bred way back in 1939 from a Rall’s Janet and Red A 26 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 l melo rappresenta una delle colture maggiormente diffuse nel mondo potendo vantare circa 7mila varietà che nel tempo si sono adattate ai più disparati ambienti macroclimatici, differenziandosi tra loro per colore, consistenza, sapore e contenuti nutrizionali. In Italia si annoverano ben 2mila varietà tra autoctone e commerciali, anche se il panorama varietale attuale è dominato da un numero ristretto di cultivar, che a livello globale hanno incontrato i favori di produttori, commercianti e consumatori. Tra queste 10 varietà spicca la Fuji, nata in Giappone nel lontano 1939 dall’incrocio tra la Rall’s Janet e la Red Delicious. Inizialmente colti- I vata in Giappone, poi largamente diffusa in tutti i Paesi del Sud Est asiatico, dove è la varietà più prodotta e consumata in assoluto, è stata introdotta con successo in Nuova Zelanda, Stati Uniti, Brasile e agli inizi degli anni ‘90 ha cominciato a diffondersi anche in Europa, principalmente in Francia e in Italia, grazie alle buone caratteristiche gustative, all’elevata produttività e alla lunga conservabilità. Oggi la Fuji rappresenta la 7a varietà prodotta livello europeo e la 4a a livello nazionale, collocandosi subito dietro la Golden Delicious, la Gala e la Red Delicious. Ad eccezione del raccolto 2012, la Fuji mostra un trend di crescita sostenuto e regolare sia nella Ue, sia in Italia. La sua rapida ascesa, in particolare nello scenario italiano, è dovuta da una parte alle sue caratteristiche organolettiche, dall’altra alla sua adattabilità ad ambienti diversi. Croccantezza, succosità, sapore dolce stemperato da una leggera nota acidula sono gli elementi che la caratterizzano, tutti molto apprezzati dai consumatori tanto da essere diventati i requisiti must per le nuove varietà lanciate sul mercato globale da vivaisti e istituti di ricerca varietale. Fuji in a flash Fuji started turning up in Italy’s lowland and foothill orchards in the 1990s, though official statistics list its introduction no earlier than 1997. Its adaptability to lowland plantings is the key to the variety’s especially widespread popularity with growers in Emilia-Romagna, an area that was a real ‘ground-breaker’ for this apple in Italian orchards. It is most at home in the lowland districts of Ferrara Province, an area with a long-standing tradition and professional expertise in the fruit industry that became something of an incubator for Fuji in Italy. Caught between a decline of the apple sector in the late 1980s for macro-economic reasons and a stagnation of sales for varieties whose qualities were no longer in demand by consumers, not to mention the consequent loss of market competitiveness looming for the local fruit industry as a whole, a group of growers – independents and cooperative members – joined forces to reboot apple growing in the most suitable areas of Emilia-Romagna while putting the production end and seasonal employment calendars on a more balanced footing. Yet these dual objectives would only be attainable if they had a species that picked in autumn and could be marketed through winter. So they first had to find a cultivar that met these requisites, that was capable of fully expressing its cropping potential in lowland districts and that met then emerging market demands. All at the same time. In the end these efforts led to the MelaPiù (‘ApplePlus’) initiative, which gave rise to the consortium and brand of the same name in 1995. La storia La diffusione della sua coltivazione è avvenuta nel nostro Paese intorno al 1990 (le statistiche ufficiali la inseriscono solo a partire dal 1997), con uno sviluppo intenso sia nelle zone pianeggianti che in quelle pedemontane. La sua adattabilità alle zone pianeggianti è all’origine della grande diffusione che la varietà ha avuto in particolare in Emilia-Romagna, terra che si potrebbe definire “pioniera” nella coltivazione di tale mela in Italia. In particolare è il Ferrarese, zona di forte tradizione, esperienza e professionalità frutticola, l’incubatrice della Fuji italiana. Stretto tra il declino della melicoltura della fine degli anni ‘80 (dovuto ad una serie di motivazioni macro economiche, ma anche all’impasse dei consumi di varietà e di qualità poco richieste dal consumatore) e il conseguente rischio di una perdita di competitività di tutto il settore ortofrutticolo locale, un gruppo di aziende – private e cooperative – si uniscono con l’obiettivo di rilanciare la melicoltura nelle zone vocate della pianura emiliano-romagnola e di ristabilire un equilibrio tra l’assetto produttivo e la stabilizzazione dei calendari occupazionali. Duplice obiettivo possibile solo con una specie a maturazione autunnale e commercializzazione invernale. Da qui, prima la ricerca di una varietà che rispondesse a tali esigenze e al contempo fosse ben accetta al mercato e in grado di esprime al meglio le proprie potenzialità produttive nelle zone di pianura, poi la nascita del progetto MelaPiù, che vedrà nel 1995 la nascita dell’omonimo Consorzio e del brand. Dai primi test di mercato avviati nel 1994 sono stati portati avanti con impegno e con costanza programmi di assistenza tecnica, attività di introduzione e promozione della cultivar e del brand nei confronti del trade, Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 27 market mercato Delicious cross. Originally confined to orchards in the country, it soon spread throughout South-East Asia, where it became the most popular cultivar with growers and consumers alike, and then to New Zealand, the US, Brazil and, by the early 1990s, to Europe, where it has proved especially successful in France and Italy because of its flavour qualities, high cropping and long shelf-life. Today Fuji ranks 7th among Europe’s and 4th among Italy’s most cultivated varieties, coming behind Golden Delicious, Gala and Red Delicious. Excepting the 2012 crop, Fuji has exhibited a steadily growing trend in the EU and Italy. Its rapid climb up the ladder of popularity, particularly in Italy, has been due in part to its taste and flavour properties and in part to its environmental adaptability. Crispiness, juiciness, sweetness tinged with a sourish note are its distinguishing features, and they are all prized by consumers to such an extent as to become the must-have requisites for any new varieties of future commercial release in today’s global market by nurseries and breeders. market mercato As the first market surveys got under way in 1994, so did introduction and initial promotion of the cultivar and brand name in the trade, efforts that were linked as well to more efficient extension services, training in improved field-management practices for growers, better post-harvest storage techniques for packers, varietal comparison tests, quality surveys and promo/ advertising campaigns. At home ‘twixt Lowlands and foothills The commitment and energy that Emilia-Romgana and the consortium representing them have put into this initiative is also underscored by the many conferences for dissemination of information and the notable, long-term collaborations with Bologna University, the National Research council and the Navarra Foundation. All of these efforts have of course been, and are still, aimed at improving field practices for achieving a crop with all the traits of excellence. Today Fuji is number 4 on the domestic market’s top-ten apple chart, and as such ita is an item that is a must for all produce retailers, whether big or small. Then too its cultivation mirrors its history since the acreage it covers is concentrated in only a few regions ranging between lowlands and highlands: the lowland districts of Emilia-Romagna rank second with 1,100 ha behind the highland belt of Trentino-South Tyrol with its 1,573, according to official Istat figures dating to 2007. While the marked specialisation in apple growing of Trentino-South Tyrol’s districts has shifted Fuji’s production and commercial leadership from the lowlands to the highlands, the apple pipeline in EmiliaRomagna is still robust. It can still spot and at times even be a step ahead of emerging market trends while always looking for novel cultivars to meet new demands of both growers and consumers and monitoring their introduction and development in the field. In short, Emilia-Romagna is an incubator of novel ideas and cultivars. Its fruit industry is also attuned to the new watch-word of sustainability and new approaches to the International marketplace: the recent introduction of Modì and Fujon on one hand and the newly established Consorzio Pera Italia are eloquent testimony to the fact. And that’s just in the pome-fruit sector. (English version by David Verzoni) 28 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 piani di studio di miglioramento delle tecniche colturali in campagna e in post conservazione, confronti varietali, indagini qualitative e attività promo-pubblicitarie. Tra pianura e montagna L’impegno e la passione dei frutticoltori emilianoromagnoli e del Consorzio che li rappresenta sono testimoniati anche dalla realizzazione di eventi di divulgazione e da tante prestigiose e durevoli collaborazioni (Università di Bologna, Cnr, Fondazione Navarra), sempre al fine di meglio orientare le scelte produttive agronomiche dei soci e di ottenere un prodotto dalle caratteristiche eccellenti. Oggi, la Fuji è la 4a mela più apprezzata dal mercato nazionale, una referenza che non può assolutamente mancare dagli scaffali dei pdv di qualsiasi dimensione e format e la sua coltivazione rispecchia la sua storia, essendo le superfici investite concentrate in poche regioni, spartite tra pianura e montagna, e vedendo l’Emilia-Romagna al secondo posto con 1.100 ha dietro il Trentino Alto Adige con 1.573 (ultimi dati Istat disponibili 2007). La forte specializzazione melicola del Trentino Alto Adige ha spostato la leadership produttiva e commerciale della Fuji dalla pianura alla montagna, ma resta forte la capacità della filiera pomicola dell’EmiliaRomagna di seguire e a volte anticipare il mercato, di ricercare sempre nuove cultivar che rispondano alle esigenze della produzione e del consumo e di monitorarne introduzione e sviluppo in campagna. L’Emilia-Romagna insomma si conferma incubatrice di idee e cultivar, attenta anche al nuovo diktat della sostenibilità e ai nuovi doverosi approcci al mercato internazionale: espressioni ne sono il recente lancio di Modì e di Fujon da una parte e l’appena costituito Consorzio Pera Italia, per parlare solo dell’ambito delle pomacee. market mercato US trade deal a chance for Abbé Fétel Aperto il mercato Usa opportunità per l’Abate Fetel Jessika Pini This variety is an absolute novelty for US consumers. Emilia-Romagna regional authorities strike a promotion deal with the State of Delaware Questa varietà è assolutamente nuova per i consumatori statunitensi. E la Regione EmiliaRomagna stringe un accordo per la promozione dell’export con lo stato del Delaware n mid-October American consumers in several cities of the eastern seaboard could buy the first delivery of Italian apples and pears. It’s the first concrete result of the plant-health accord signed in late August that frees up Italian exports of these two crops to the US market. The announcement of the deal was made at the opening conference – New EU-US Relations: An Opportunity for the Produce Industry – of the Macfrut 2013 trade show by Alessandro Dalpiaz, head of Assomela, which together with industry services organisation CSO oversaw the shipment to destination. As a first trialrun, the apple varieties Gala, Golden, Granny Smith and Fuji were packed from 55,84 ha of orchards in Trent-South Tyrol and Abbé Fétel pear from 238 ha in Emilia-Romagna, for a combined total of nearly a thousand tons. The results of the initial plant-health were well in line with US regulations. «This pact – noted Emilia-Romagna Region’s Agricultural Commissioner Tiberio Rabboni – opens a door of opportunity for Italy and our region, which produces 65% of the domestic pear crop. It should help us push up the slide in domestic consumer spending and in exports to our usual EU trading partners like Germany and the UK». I 30 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 metà ottobre è arrivate sulle tavole dei consumatori statunitensi di alcune grandi città della fascia Est la prima partita di mele e pere italiane. Il primo risultato concreto dell’intesa fitosanitaria, siglata a fine agosto, per l’esportazione da parte dell’Italia di questi due frutti sul mercato Usa. Lo ha annunciato al convegno inaugurale di Macfrut 2013, Nuove relazioni tra Stati Uniti e Unione europea: opportunità per il sistema ortofrutticolo, Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela, che insieme al Cso, ha seguito la produzione destinata al mercato d’oltreoceano. Come prima sperimentazione produttiva sono stati investiti 55,84 ha di mele varietà Gala, Golden, GrannySmith e Fuji in Trentino Alto Adige e 238 ha di pere Abate Fetel in Emilia-Romanga con l’obiettivo di collocare circa mille t di prodotto. I primi test fitosanitari hanno dato risultati positivi in linea con le esigenze del mercato di destinazione. «Questo accordo – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni – apre scenari rilevanti per l’Italia e per la nostra regione, da cui proviene il 65% della produzione di pere nazionale, per superare la flessione dei consumi interni e il calo delle esportazioni verso i mercati europei tradizionali, cioè Germania e Regno Unito». A Ttip This deal is part of the current EU-US Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) negotiations. «The trade deal for apple and pear – said Nunzia De Girolamo, the Letta Government’s Agriculture Minister – is just the start. The real challenge is the overall package in the EU-US talks and we have to make sure our produce keeps a distinctive profile because we’re a country known for its good food. Since Italy has a €52 million al location under the EU’s 2014-2020 CAP accords, we can rewrite our farm policy but we must stand united in the EU and everywhere else. It’s the only way we can protect and promote the growth of our agriculture industry. The future lies in the International marketplace and the government must make available all the support needed by the small and medium enterprises that join forces to succeed in a global economy». According to estimates of Dg Trade, the TTIP freetrade pact should be worth more than €100 billion in profits for EU businesses and a rise in Union GDP of 0.5-1% per annum. (English version by David Verzoni) Tante ragioni di sviluppo Al termine del convegno l’assessore Rabboni ha inoltre firmato un accordo con lo stato del Delaware (Usa), rappresentato dal segretario all’agricoltura, Edwin Kee, per promuovere l’esportazione di pere Abate Fetel e di altri prodotti d’eccellenza dell’EmiliaRomagna (vino, aceti, Parmigiano Reggiano, formaggi e salumi). «Il mercato statunitense – ha affermato Rabboni – rappresenta un’occasione in particolare per i produttori emiliano-romagnoli della Abate Fetel perché si tratta di una varietà assolutamente nuova per i consumatori Usa. Sarà perciò un impegno della Regione attuare, insieme agli altri soggetti economici coinvolti, una campagna di comunicazione negli Stati Uniti per farla conoscere». Molta disponibilità verso i prodotti regionali e italiani è stata manifestata da Kee che ha offerto supporto agli operatori per permessi e procedure d’ingresso per le merci e ha presentato la lunga esperienza del Delaware nell’importazione di ortofrutta dal Sud America, facendo da canale d’accesso e di distribuzione per 200milioni di consumatori tra Usa e Canada. Sulle potenzialità del mercato statunitense per pere e mele si è soffermato anche Alessandro Dalpiaz: «Negli Usa, le mele sono al terzo posto in valore nelle vendite di frutta e verdura; il consumo pro capite è di 7 kg/ anno per il prodotto fresco e raddoppia per quello trasformato (succo di frutta, IV gamma, ecc.). A favore di un probabile spazio di crescita della penetrazione di pere e mele anche la presenza di un’ampia comunità di origine ispanica (circa il 20% della popolazione) che nel 2050 costituirà il 30% degli abitanti e gli 8milioni di persone di origine italiana che vivono nelle principali 10 aree metropolitane della Federazione». Il Ttip Questo accordo si attua in concomitanza con la discussione, in corso tra Usa e Ue, sul Parternariato transnazionale su commercio e investimenti (Ttip). «Lo sblocco di mele e pere – è intervenuta il ministro dell’Agricoltura del governo Letta, Nunzia De Girolamo – è solo l’inizio. La sfida maggiore è rappresentata dal negoziato tra Usa e Unione Europea in cui noi dobbiamo distinguerci per la nostra produzione agroalimentare perché siamo il Paese del gusto. Con i 52 milioni di € assegnati all’Italia nella Pac 2014-2020 possiamo riscrivere la politica agricola italiana, ma dobbiamo presentarci uniti sia in Europa che nel mondo, solo così riusciremo a difendere l’agricoltura italiana e a crescere. Il futuro è nell’internazionalizzazione e lo stato dovrà fornire gli strumenti di supporto alle piccole aziende che si mettono insieme per affrontare il mercato globale». Secondo le stime della Dg Trade dell’Ue il cosiddetto accordo sul libero scambio con gli Usa porterebbe più di 100 miliardi di € di profitti per l’Unione e una crescita del Pil tra lo 0,5 e l’1% all’anno. Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 31 market mercato Many flavours of growth At the end of the conference Commissioner Rabboni also signed an agreement with the State of Delaware’s Agricultural Secretary Edwin Kee to promote the export of Abbé Fétel and other produce of Emilia-Romagna like wine, vinegar, packed meat, Parmigiano Reggiano and other cheese that bear the seal of excellence. «The US market – said Rabboni – is a special opportunity for our region’s Abbé Fétel growers because this pear will be an absolute novelty for American consumers. Indeed, as a member of the regional authorities, let me say we’ll be ready to undertake, along with industry and business organisations, an advertising campaign in the US that targets consumer awareness of this variety». Mr Kee also offered the strong support of his office to businesses dealing in regional and Italian produce items. He said he would help expedite import permits and streamline Customs red tape, noting too that Delaware has long been an import gateway for South America produce, which is then distributed to some 200 million consumers in the US and Canada. The potentialities offered by the US market were also the subject of remarks by Alessandro Dalpiaz. «Apple is the third biggest selling produce item in the US, where per-capita consumption is 7 kilos a year for the fresh item and double that for processed ones like juice, fresh-cut, sauce and so forth. When we realise that nearly 20% of the US population today is Hispanic and by 20150 it will be 30%, as well as the fact that there are 8 million Italian-Americans living in the country’s 10 largest metropolitan areas, it looks like the apple and pear trade has quite a lot of room for growth». market mercato Organic kiwi from Lazio whets the appetitive of Italian consumers Kiwi bio del Lazio alla conquista del consumatore italiano Sara Andersen Scotti A survey by Apofruit Italia indicates that 47.6% of those interviewed buy organic produce once or twice a week. When shopping for kiwi, 52% of those polled favour domestically grown fruit, yet few really know the best growing districts Da un’indagine promossa da Apofruit Italia emerge che Il 47,6% degli intervistati acquista ortofrutta bio una o più volte a settimana. Al momento dell’acquisto del kiwi il 52% del campione fa attenzione alla provenienza nazionale, ma pochi sanno realmente quali sono le zone di produzione vocate azio is one of Italy’s key produce growing areas as 6% of the overall gross marketable crop comes from there. Kiwifruit is such an important cash crop in the region as to both quantity and quality that it’s become the main fruit grown in the districts around Latina, whose favourable soil and weather conditions endow kiwi with excellent taste and flavour properties that put it high on the market demand list of European wholesalers. Consumers, however, still know little about all this. So, in order to boost consumer awareness and spending for Lazio’s organic kiwi in the domestic market, Apofruit Italia launched a two-year advertising campaign through its Canova l Lazio è una delle regioni più importanti per le produzioni ortofrutticole italiane, con il 6% della produzione lorda vendibile ortofrutticola nazionale. Il kiwi, in particolare, rappresenta un prodotto di punta della produzione regionale sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, tanto da essere diventato la specie frutticola principale nell’areale di Latina, dove la pianta ha trovato condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli, che contribuiscono a ottenere una produzione dalle eccellenti caratteristiche organolettiche e merceologiche note agli operatori commerciali europei, ma poco al consumatore finale. Proprio per aumentare la conoscenza e i consumi del kiwi biologico del Lazio in tutto il Paese, Apofruit Italia ha promosso, grazie ai fondi del Psr regionale, un progetto durato due anni durante i quali, tramite la controllata Canova (che commercializza i prodotti biologici con il marchio Almaverde Bio), ha attuato campagne promozionali presso i punti vendita della distribuzione moderna (azioni di push sui responsabili acquisti per orientare la scelta d’acquisto) e azioni educative presso le scuole elementari (per informare il consumatore di domani sulle proprietà qualitative del kiwi biologico e sul metodo di coltivazione). L I One of the stands used at the hyper-and supermarket promos for Lazio organic kiwi. Uno degli stand allestiti all’interno di super e ipermercati per far conoscere il kiwi bio del Lazio. Nei punti vendita e nelle scuole Grazie alla collaborazione con alcune tra le principali realtà distributive nazionali, Apofruit ha realizzato 694 settimane promozionali su 571 negozi, tra iper e supermercati. Nei punti vendita è stato allestito uno spazio per la vendita del kiwi laziale: ai frutti erano affiancati materiali informativi (depliant, cartoline, gadget) e in alcuni casi è stata presente 32 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 At outlets and in schools In collaboration with some of the country’s biggest retail chains, Apofruit held 694 promotion weeks at 571 hyper- and supermarket outlets. The special display set up at each out sold the fruit and offered interested consumers brochures, postcards and gadgets; sometimes there was even a promoter to offer tastings. It is estimated that in the end the message got to more than 2.1 million household buyers. Running parallel to this promotional effort was the educational campaign in elementary schools, where workshops were held on special days for children, teachers and parents. Here a nutritionist explained the nutritional properties of kiwi, what organic growing methods are and mean and offered alternative ideas for snack-times, showing how they could be done and eating the fruit together in the educational setting of the workshop. The educational workshops, which ran from 2012 to 2013, involved 20 schools in the regions TAB. 1 - ORGANIC FRUIT AND/OR VEGETABLE PURCHASE FREQUENCY TAB. 1 - FREQUENZA DI ACQUISTO DI FRUTTA E/O VERDURA BIOLOGICA Once a week / 1 volta a settimana 30,9% Once a month or less / 1 volta al mese o meno 27,9% One every 15 days / 1 volta ogni 15 giorni 20,5% Twice or more a week / 2 o più volte a settimana 16,7% Never / Mai 4,0% Total / Totale 100,0% una promoter per guidare l’attività di degustazione. Con tale azioni si stima che il messaggio del progetto sia arrivato ad oltre 2,1 milioni di responsabili acquisto. Parallelamente, nelle scuole elementari sono state organizzate delle giornate formative rivolte ai bambini, agli insegnanti e ai genitori, durante le quali una nutrizionista ha spiegato quali sono le caratteristiche nutritive del kiwi e il significato della produzione biologica e ha proposto idee alternative di merende, realizzandole e consumandole insieme all’interno del percorso educativo. Tra il 2012 e il 2013 sono stati coinvolti 20 plessi scolastici dislocati in Lazio, Umbria, Toscana, Marche ed Emilia-Romagna, per un totale di 105 classi e di 2.030 alunni coinvolti attivamente. Grazie alla somministrazione di un questionario in pre e post attività è stato possibile verificare che ben il 42,8% dei bambini coinvolti nel progetto educativo non consuma la quan- market mercato subsidiary, which markets its organic produce under the Almaverde Bio label. The idea had a two-fold purpose: to use a promotional push at outlets of the big supermarket chains to encourage household buyers into purchasing the fruit and to set up educational projects for children in schools so that tomorrow’s consumers will become acquainted with the qualities of organic kiwi and how its grown. market mercato of Lazio, Umbria, Tuscany, the Marches and EmiliaRomagna for a total of 105 classes and 2,030 pupils. The responses to a pre- and a post-workshop questionnaire showed that no less than 42.8% of the participating children eat the daily amount of fruit recommended by the World Health Organisation and that only 21.2% eat fruit as a snack. The questionnaires also showed that 45.3% of the children said they never eat kiwi, the reasons adduced being they don’t like the taste, it’s not offered at home or because it’s hard to peel. Illustrating the properties of kiwi and preparing fruit snacks with it encouraged them to eat it and overcome some of their dislikes. Indeed, in the end 67.3% of the children said they would eat kiwi more often and 74.6% said they would help prepare a kiwi snack like that offered at school with their parents at home. Meet the growing areas As part of its campaign, Apofruit surveyed consumers and a sample group of big retailers about what they know and the market profile of Lazio kiwifruit. Using computer-assisted web interviews, the survey found that 88.6% of the one thousand consumers polled each year said they bought organic foods and that penetration of organic produce was even higher, to the point that only 4% said they never bought it. It also found that 47.6% buy organic produce once or twice a week, and that 61% buy at supermarkets, 34.7% at hyper-markets and 27.4% at specialist shops (Tab. 1). No less than 95.8% said they eat kiwi and 63% said they were regular consumers. The period of peak consumption is winter, 73%, the season when the domestically grown fruit is marketed, although kiwi is available today even off-season. Only 38.5% of those polled knew where the best kiwi growing districts are, although many cited more than one growing area. When shopping for kiwi, the interviewees attribute less importance to how it’s grown (35.6% organic) and price (41.3%) than to its tità di frutta quotidiana raccomandata dall’Oms e che solo il 21,2% degli intervistati consuma la frutta come merenda. Il 45,3% dei bambini dichiara di non mangiare mai il kiwi, in parte per il gusto non gradito, in parte perché il frutto non viene offerto a casa e in parte per la difficoltà di consumo (pelatura). La presentazione delle proprietà del kiwi e la preparazione della merenda a base di frutta ha favorito l’assaggio e il superamento di taluni pregiudizi, tanto che il 67,3% dei bambini ha dichiarato che mangerà più spesso il kiwi e il 74,6% che preparerà anche a casa con i genitori la merenda proposta a scuola. Poco conosciute le zone vocate All’interno del progetto Apofruit ha realizzato delle indagini ad hoc sul vissuto e sul posizionamento del kiwi bio del Lazio, intervistando i consumatori e una selezione di operatori della distribuzione moderna. In particolare, dalle mille interviste consumer realizzate ogni anno con metodo Cawi (Computer assisted web interview) è emerso che ben l’88,6% dei consumatori intervistati dichiara di acquistare prodotti biologici e la penetrazione dell’ortofrutta bio risulta ancora più alta, tanto che solo il 4% del campione dichiara di non acquistarne mai. Il 47,6% degli intervistati sono forti acquirenti (acquisto ortofrutta bio una o più volte a settimana). Il luogo d’acquisto più frequentato per l’approvvigionamento di ortofrutta bio è il supermercato (61%), seguito da iper (34,7%) e negozi specializzati (27,4%) (Tab. 1). Il 95,8% degli intervistati dichiara di consumare kiwi e il 63% sono addirittura forti consumatori. Il periodo di massimo consumo è l’inverno (73%), ovvero il periodo in cui è disponibile il prodotto nazionale, anche se ormai il consumo appare destagionalizzato. Solo il 38,5% degli intervistati dichiara di conoscere le zone di produzione vocate per il kiwi, ma in realtà molti di questi citano poi zone in cui non si produce tale frutto. Al momento dell’acquisto del kiwi gli intervistati non danno molta importanza al tipo di produzione (bio con il 35,6%) e al prezzo (41,3%), quanto all’aspetto (55,8%), alla provenienza italiana (52,3%) e alla stagionalità (46,8%). TAB. 2 - APOFRUIT KIWI PRODUCTION TAB. 2 - PRODUZIONE APOFRUIT DI KIWI Total kiwi / Kiwi totale Organic kiwi / Kiwi bio Total acreage / Superfici investite totali Apofruit company data / Dati aziendali Apofruit 1.774,9 ha 316,5 ha Total acreage in Lazio / Superfici investite in Lazio 1.078,2 ha 130,4 ha Tons from Lazio*/ Quintali conferiti nel Lazio 203.051 q 2,898 t Incidence %* / Incidenze %* Lazio kiwi at 49.6% of Apofruit marketed total/ Il kiwi del Lazio rappresenta il 49,6% del totale commercializzato da Apofruit Organic kiwi at 18% of total Apofruit marketed kiwi–47.2% of organic kiwi supplied by Lazio. / Il kiwi bio rappresenta il 18% del kiwi totale commercializzato da Apofruit. In particolare il 47,2% del kiwi bio proviene dal Lazio. Member growers / Soci 51% of 750 member kiwi growers in Lazio / Su 750 soci coltivatori di kiwi il 51% sono nel Lazio 29% of 108 member organic-kiwi growers in Lazio / Su 108 soci coltivatori di kiwi bio il 29% sono nel Lazio Apofruit Italia data, avg. 2011-2013/ Dati Apofruit Italia, media 2011-2013 (*) Average crop 2010-2012 / (*) Per il raccolto media 2010-2012 34 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 Figure 1 – KIWI SHOPPING: KEY DRIVER Figura 1 – ACQUISTO DEL KIWI: KEY DRIVER market mercato 5% 2% 9% 6% 4% 4% 1% 8% 5% 3% 4% 15% 20% 23% 34% 37% 3% 8% 3% 2% 6% 27% 33% 3% 2% 8% 46% 41% 41% 39% 41% 56% 52% 47% 36% 28% 25% 9% Seasonality/ Staginalità Growing-district provenance/ Provenienza da una zona vocata Italian provenence/ Provenienza italiana Organic production/ Produzione biologica Not know - No answer/Non sa - Non risponde Private Label/ Private Label Not at all/Per niente 41% 20% In promotion/ In promozione Low/Poco Fruit appearance/ Aspetto dei frutti Mid/Abbastanza Price/ Prezzo High/Molto appearance (55.8%), domestic provenance (52.3%) and seasonality (46.8%). Nearly half of those interviewed said it was important to know that the kiwi came from Lazio and no fewer than 63% said they had eaten organic kiwi over the last year. What we see on the consumer front, then, is the importance of communicating such value factors of kiwi as best growing areas and organic cultivation method in order to raise consumer awareness in their shopping habits. Circa la metà del campione intervistato ritiene comunque importante sapere al momento dell’acquisto che il kiwi proviene dal Lazio e ben il 63% degli intervistati dichiara di aver consumato kiwi biologico nel corso dell’ultimo anno. Sostanzialmente sul fronte consumer emerge l’importanza di comunicare gli elementi di valorizzazione del kiwi (zona di produzione vocata e metodo di produzione biologica) per compiere un percorso di educazione alle scelte d’acquisto consapevoli. Room for growth in big retail Of the 15 big chains surveyed, all said they’ve seen a rising trend in organic produce sales and estimate that it will hold steady or rise further over the next three years–organics account for about 2% of the overall produce receipts. That organic kiwi holds an average 6.3% share of overall organic produce sales indicates room for growth. Note too that the organic kiwi’s share of the organic produce trade is much higher than that of its conventional counterpart’s 3.6%. When it comes to organic Kiwi’s provenance, the 15 chains were basically on the same wavelength: 45% of supply from Lazio, followed by Emilia Romagna, Veneto, Chile and New Zealand. In fact, organic kiwi is markets 12 months of the year now. Overall, the trade interviews show an increase in organic produce, a good market profile for kiwi in the supply chain and an alignment of big retail marketing policy with Apofruit’s promotional message in its campaign for Lazio kiwifruit as exhibited by the special stands and information material. Nella dm spazio di crescita per il bio Per quanto riguarda le evidenze scaturite dal lato trade, tutte le 15 insegne intervistate dichiarano di aver registrato un trend positivo per l’ortofrutta bio e stimano che tale tipo di evoluzione si mantenga o addirittura si rafforzi anche nel prossimo triennio (oggi l’incidenza media dei volumi di ortofrutta bio sul totale è dell’ordine del 2%). La percentuale di kiwi bio sui volumi trattati di ortofrutta bio, media 6,3%, lascia intuire ulteriori possibilità di crescita. Da notare come l’incidenza del kiwi bio sui volumi ortofrutta bio sia molto più alta rispetto al prodotto convenzionale (3,6%). Relativamente all’origine del kiwi bio trattato, le 15 realtà intervistate mostrano un sostanziale allineamento: la maggior parte proviene dal Lazio (45%), seguito dall’Emilia Romagna, dal Veneto, dal Cile e dalla Nuova Zelanda. Il prodotto bio è infatti una referenza in assortimento 12 mesi all’anno. Nel complesso le interviste al trade ci consegnano un’immagine in crescita dell’ortofrutta bio, una buona presenza del kiwi bio in tale offerta e un allineamento delle politiche di valorizzazione della gdo alla strategia di comunicazione impostata da Apofruit per il kiwi bio del Lazio (allestimento corner dedicati, distribuzione di opuscoli informativi). (English version by David Verzoni) 36 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 product prodotto Radicchio, crossing more and more borders Radicchio, sempre più oltre i confini Davide Bernieri Demand has grown beyond its Veneto home and is rising in both domestic and cross-border markets I consumi sono usciti dalla zona di origine, il Veneto, e interessano in maniera crescente tutta l’Italia e anche nuovi mercati esteri ales of radicchio keep climbing throughout Italy. This is especially true of the EU origincertified varieties which are the pride of Veneto, a region that ranks at the top of the acreage and production charts. It’s a trend that started a couple of years ago and has continued despite the economic downturn. In effect, radicchio has been riding the promotional wings of Italian chefs renowned for their emphasis on native regional foods into export markets, where consumers are drawn to items that are typical of local Italian cuisine yet sometimes S 38 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 ontinua l’ascesa dei consumi di radicchio nel nostro Paese. In particolare delle varietà tutelate, fiore all’occhiello della produzione orticola del Veneto, regione che detiene il primato nazionale per superfici e produzione. Una tendenza iniziata già da qualche stagione a questa parte, che gli effetti della crisi economica in atto non hanno scalfito. Anzi, sulle ali della ristorazione, in particolare degli chef tricolori che puntano sulla cucina regionale, i radicchi stanno conquistando anche i mercati stranieri, sempre più affascinati dalla tipicità italiana a tavola, anche di quella più nascosta agli occhi dei più. Secondo dati Istat, rielaborati C Crossing boundaries As we mentioned, Veneto is the cradle are of radicchio. It’s a region that has skilfully combined a cash crop and gourmet dishes to go with it, a tradition that until recently had remained largely an affair of this geographical area. Today Veneto’s more than 8,600 ha under radicchio add up to 56% of the national total. Three other regions that can claim significant acreage stretch along the Adriatic coast: Apulia with 1,800 ha, Abruzzo with 1,400, and Emilia-Romagna with about 900. While showing notably different acreage profiles, these four regions account for 80% of the country’s crop acreage. Although Veneto is still the leader by far in open field crop with over 55% of acreage, the other three regions are slowing catching up. In 2012, Apulia increased its share to 12%, Abruzzo rose to 9%, and then Emilia-Romagna and Marche respectively increased share to 6% and 5%. A look at Istat-Cso figures for tunnel acreage shows that Lombardy is the leader with nearly 30%, overtaking the 21% of former-leader Veneto, followed closely by Campania and Lazio, both at 19% and exhibiting a good dynamic trend. Even Emilia-Romagna has shown its muscle, going from a 5 to a 7% share of national acreage. Domestic market growth Radicchio continues to garner greater popularity with the country’s consumers, who are voting with their trolleys. It’s a trend that’s shown no signs of stopping since 2007. It appears to be quite resilient to the ongoing recession and even to the sometimes head-strong search for the lowest prices, at times to the detriment of quality, that is becoming a mark of today’s consumer habits. Indeed, sales of radicchio by volume rose by over 500 tons from 2001-2012 to 55 thousand t, up 2% over 2011. Receipts show a similar trend, with retail sales having risen from €122 to €145 million, up 19% in one year alone. Today the average domestic retail price of radicchio is €2.64 a kilo. «Despite the recession – said Cesare Bellò, managing director of the Opo Veneto producer organisa- product prodotto under the radar screen of many discerning eyes. According to official ISTAT figures reworked by CSO produce industry analysts, national radicchio acreage stood at more than 15,400 hectares in 2012, showing a slightly seesaw trend since 2009 while slipping 2% on the year, for a crop of over 225 thousand tons, mostly managed in open field. Given the unseasonably rainy spring this year, current projections indicate that many growers are shifting to radicchio as a cash crop and this will likely result in increased acreage. dal Cso, Centro Servizi Ortofrutticoli, nel 2012 le superfici coltivate a radicchio in Italia hanno superato i 15.400 ha, la quasi totalità in pieno campo, per una produzione complessiva che supera le 252mila t. Di fatto le superfici coltivate sono sostanzialmente stabili dal 2009, con un andamento lievemente altalenante. Nel 2012 si sono contratte del 2% rispetto all’anno precedente. Quest’anno, i primi report evidenziano come, a causa di una primavera estremamente piovosa, molte aziende agricole abbiano preferito puntare su queste varietà, alla ricerca di redditività, con un inevitabile innalzamento della superficie dedicata. Oltre i confini Come anticipato, il Veneto rimane la culla del radicchio. Questa regione ha saputo costruire una cultura produttiva e gastronomica legata a questi prodotti che, fino a qualche stagione fa, rimaneva strettamente confinata in quest’area geografica. Il Veneto, con gli oltre 8.600 ha coltivati, catalizza il 56% degli investimenti nazionali. Altre regioni importanti, che si dipanano lungo la costa adriatica, sono la Puglia, con 1.800 ha coltivati, l’Abruzzo, che raggiunge quota 1.400 ha, e l’Emilia-Romagna, attestata intorno ai 900 ha. Queste quattro regioni, che hanno un profilo produttivo molto differente tra loro, rappresentano l’80% della coltivazione nazionale. Nella coltivazione in pieno campo, il Veneto continua a vestire la maglia da primatista, con una quota superiore al 55%, seguito da altre regioni che stanno accrescendo, seppur lentamente, la loro incidenza sul mercato. La Puglia, per esempio, nel 2012, è salita a quota 12% del totale, seguita dall’Abruzzo, in crescita anch’esso, ma che arriva al 9% degli investimenti totali. Bene anche Emilia-Romagna e Marche, che seppur a passo lento, guadagnano terreno e si attestano, rispettivamente, al 6 e al 5%. Sul versante coltivazione in serra, sempre secondo i dati Istat elaborati dal Cso, a salire sul gradino più alto del podio per superficie coltivata è la Lombardia, che raggiunge all’incirca il 30% del totale e scalza il Veneto, che fino a qualche stagione fa deteneva il primato e che oggi si ferma al 21%, incalzato da vicino dalla Campania e, soprattutto, dal Lazio, che si fermano entrambe a quota 19%, ma che mostrano una buona dinamicità. In crescita gli investimenti dell’Emilia-Romagna passati, in un solo anno, dal 5 al 7% del totale. Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 39 product prodotto tion and vice-president of the Managing Consortium for PGI Treviso Radicchio Rosso Tardivo – the big supermarket chains have realised that this item has the power to attract consumers because of it unique flavour properties and versatility in the kitchen. Right now we’re going ahead with promotional events designed to expand our consumer base». Outlook for exports Since the dark days of the market crash in the early 2000s, when Italian radicchio exports plunged from 70 to 40 thousand tons in a few years, the market is again looking up as 2012 exports by volume rose above 47 thousand tons, up 4% on the year. Receipts were also on the rise: 2012 sales amounted to more than €51 million, up 8% on the year, with the average wholesale price per kilo rising to €1.08, up 4% over 2011. It’s a good sign for growers since they are being squeezed by rising overhead and lower cash-flow. Almost all these exports – 92% by volume – are earmarked for EU markets, which can be readily and quickly reached by road transport. Italy’s leading radicchio export partners are Germany at over 20 thousand tons, or a 41% share of the trade, followed at some remove by France, Austria, the UK and Holland. Exporters are also beginning to cast a more attentive eye on markets beyond the EU, though certain logistical issues need to be resolved before that interest turns to actual trade. «We’re looking at a very good trend that is crowning all the effort expended over the past few years – concluded Bellò. – Radicchio has moved beyond its consumer area of origin and is gaining in popularity just about everywhere in the country. Then too, thanks to the chefs of international renown, whether Italian or not, who cook Italian foods, the profile of our origin-certified radicchio keeps growing. Indeed, its sales are expanding not only in our traditional export markets but even in new ones that are farther afield and require greater logistical efforts to deliver it. The signals we’re seeing tell us that exports will play a key role in our radicchio trade». (English version by David Verzoni) 40 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 Mercato domestico in crescita Continua a marcia trionfale del radicchio, che entra sempre più spesso nelle scelte dei nostri connazionali. Una tendenza che non conosce sosta dal 2007 a oggi, piuttosto insensibile ai morsi della crisi economica in atto, e a quel fenomeno di ricerca spasmodica della convenienza, talvolta anche a scapito della qualità, che sta caratterizzando il comportamento di acquisto del consumatore contemporaneo. Così, dal 2001 al 2012, le vendite di radicchio a volume sono salite di oltre 500 t, attestandosi a quota 55mila t complessive, il 2% in più rispetto al 2011. Analogo il trend riguardante le vendite in valore, lievitate da 122 a 145 milioni di € in un solo anno, con un incremento del 19%. Oggi il prezzo medio del radicchio sul mercato italiano ha raggiunto i 2,64 €/Kg. «Nonostante la crisi – dichiara Cerare Bellò, consigliere delegato di Opo Veneto e vicepresidente del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso Tardivo di Treviso Igp – le catene della distribuzione si sono accorte della capacità di questo prodotto di attrarre i consumatori per le caratteristiche organolettiche uniche e per la sua versatilità. Oggi proseguiremo in una serie di operazioni promozionali che mirano ad allargare la base dei consumatori». Il futuro dell’export Dopo il profondo nero dei primi anni 2000, quando le esportazioni di radicchio italiano hanno subito un brusco e significativo stop, passando in pochi anni dalle 70mila alle 40mila t, oggi l’export sta rialzando la testa, tanto che i volumi complessivi veicolati oltreconfine nel 2012 hanno superato quota 47mila t, il 4% in più rispetto al 2011. In crescita anche il controvalore delle esportazioni: nel 2012 le vendite oltreconfine hanno fruttato oltre 51milioni di €, l’8% in più rispetto al 2011, con un prezzo medio che è salito fino agli 1,08 €/Kg, il 4% in più rispetto al 2011. Un dato molto appetibile per i produttori, anch’essi alle prese con un incremento dei costi di produzione e con una compressione della redditività. Naturalmente, il 92% dei volumi esportati prende la strada dei paesi europei, che possono essere facilmente e velocemente raggiunti via terra. Il partner più importante per i radicchi tricolori rimane la Germania, che assorbe oltre 20mila t, il 41% dell’export totale. Seguono, a debita distanza, Francia, Austria, Regno Unito e Paesi Bassi. Ma grande interesse stanno suscitando anche i mercati extra Ue che, a fronte di difficoltà dal punto di vista logistico, assicurano un grandissimo interesse. «Siamo di fronte a una tendenza molto interessante che premia tutti gli sforzi fatti in questi anni – conclude Bellò – i consumi di radicchio sono ormai usciti dalla zona di origine e stanno interessando, in maniera crescente, un po’ tutto il Paese. Non solo: grazie all’impiego dei nostri prodotti da parte di chef di rango internazionale, italiani e stranieri, la notorietà di questa produzione tipica tutelata si è andata espandendo, non solo sui mercati stranieri tradizionalmente nostri partner, ma anche sui mercati di nuova apertura, per i quali è necessario uno sforzo logistico più intenso per fare loro giungere il prodotto. Visti i segnali, possiamo dire che l’export rappresenterà un importante canale di ricezione per i nostri radicchi». isr gdo Big retail rallies to produce sustainability La sostenibilità dell’ortofrutta sfonda anche nella gdo Fabio Lunati Nomisma, Bologna Increasing product quality standards to meet environmental and social demands means a market edge for businesses with foresight Crescerà il peso dei requisiti di qualità del prodotto capaci di garantire esigenze ambientali e sociali. Gli operatori in grado di prevederli saranno favoriti rispetto alla concorrenza resh fruit and vegetables are one of the key merchandising categories of the food industry in supermarkets throughout Europe. Supermarkets are typical outlets of big retail, a sales system that now has more than 200 groups and at least three as many logos, including Rewe, Carrefour, Sainsbury and so forth, in Europe. Self-service retail outlets today account for 50-60% of all produce sales in Mediterranean and more than 80% in northern Europe. The economic power of supermarkets has increased the importance of the purchasing offices of the big chains. Indeed, the latter, because of the huge volumes of produce they handle every day, have thus ei supermercati di tutta Europa la frutta e gli ortaggi freschi sono una delle più importanti categorie merceologiche dell’assortimento alimentare. I supermercati sono una tipologia di vendita caratteristica della grande distribuzione, un sistema organizzativo che in Europa conta oggi oltre 200 gruppi e un numero di insegne (Rewe, Carrefour, Sainsbury...) almeno tre volte superiore. I punti di vendita a libero servizio complessivamente detengono, nel segmento retail, una quota delle vendite di frutta e ortaggi che spazia dal 50-60% nei Paesi dell’area del Mediterraneo ad oltre l’80% in quelli dell’Europa del Nord. Il maggiore peso economico dei supermercati ha accresciuto l’importanza degli uffici acquisti delle principali insegne che, in conseguenza dei sempre più grandi volumi di prodotto trattati giornalmente, hanno assunto un forte potere contrattuale verso i fornitori, soprattutto quelli di più piccola dimensione. Oggi un ristretto numero di buyer è chiamato a gestire gli acquisti di reti commerciali complesse ed articolate, composte da un elevato numero di punti vendita, fatto non solo di supermercati classici, ma anche di piccoli supermercati e discount. F N Big retail increasingly picks suppliers that can assure the safety of their produce. Per frutta e ortaggi sempre più la gdo sceglie i fornitori che garantiscono la sicurezza del prodotto. Selettività negli acquisti Grazie alla posizione di forza raggiunta nel tempo, anche le politiche di acquisto di frutta e ortaggi sono diventate sempre più selettive. Al parco fornitori viene infatti periodicamente richiesto di adeguare l’offerta alle richieste della controparte commerciale sia per quanto riguarda le caratteristiche del prodotto, sia per i servizi associati alla vendita. Le più importanti insegne lavorano dunque con fornitori selezionati, in 42 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 Big retail in Italy has features that make it distinct from its EU counterparts. First of all, the industry is highly fragmented. This promotes a proliferation of supermarket logos in a given macro-area and, hence, a low level of sales concentration compared to the rest of the EU. Only of late, with the advent of cross-border companies in the country, has the domestic retail trade become more modern and better structured. Yet even such a delayed start has not proved much of a barrier in that nearly 50% of domestic fruit sales, or about €2-3 billion in receipts, were rung up at hyper-and supermarkets in 2012. The fruit carrying the highest market value in the chains are apple and pear, the pome category, which together with table grape, kiwi and persimmon accounted for 28.5% of household purchases in 2012 (table 1). Next come citrus at 17.5%, tropical fruit at 13.8% and stone fruit at 13.6%. Fresh-cut fruit on the other hand is till a marginal item in overall sales. The continuing recession had a depressing impact on all these categories, which were down more than 10% over 2011, the only exceptions being a combined rise of 4.4% for stone fruit, nuts, and dried and tropical fruit. In effect, while big retail had until recently been a key launching pad for the success of innovative products with high added service like isr gdo Italy’s big retail chains La grande distribuzione italiana fresh-cut fruit, the current general decline n consumer spending means that these self-service chains must realign themselves with a new social and economic setting wherein quality is not unconnected to affordable prices and locally grown produce carries an added value that boosts sales of in-season items. It is a scenario that works to the advantage of retail outlets in Italy, where many are of small, neighbourhood-catering size and located in city centres. These factors promote better retail penetration as the chains can turn to local wholesalers and municipal markets for supplies. (DV) In Italia la gdo ha una struttura con caratteristiche peculiari rispetto al resto della Ue. Infatti, nel nostro Paese la frammentazione dei gruppi distributivi è molto alta e questo favorisce il proliferare delle insegne a livello di macro-area con un conseguente basso livello di concentrazione degli acquisti rispetto al resto d’Europa. Solo di recente, con l’ingresso anche in Italia di alcune insegne estere, anche il sistema distributivo nazionale è più moderno e meglio strutturato. I ritardi non hanno impedito comunque che, attraverso gli ipermercati e i supermercati, nel 2012 sia transitato circa il 50% degli acquisti nazionali di frutta, per un valore stimabile intorno ai 2-3 miliardi di €. La categoria di frutta di maggior valore commercializzata lungo questo canale sono le pomacee (mele e TAB. 1 - ITALY: MARKET SHARE OF MAIN FRUIT CATEGORIES AT BIG RETAIL (2012) TAB. 1 - ITALIA: ANDAMENTO DEI PRINCIPALI GRUPPI FRUTTICOLI NELLA GDO (2012) Fruit category Share % Gruppi merceologici Quota % di vendita 2012 (*) Stone(peach, apricot, etc) / Frutta a nocciolo (pesche, albicocche...) 13,6 Tropical (banana, pineapple, etc...) / Frutta Esotica (banane, 13,8 ananas...) Citrus / Agrumi 17,5 Pome (apple, pear, etc...) / Frutta continentale (mele, pere, ecc...) 28,5 Other / Altra frutta 26,0 Convenience (Fresh-cut) / Prodotti convenience (IV gamma) 0,5 pere) che assieme a uva, actinidia e kaki hanno pesato per il 28,5% sugli acquisti delle famiglie nel 2012 (tabella 1). Subito dopo gli agrumi (17,5%), la frutta esotica (13,8%) e quella a nocciolo (13,6%). I prodotti di IV gamma a base di frutta risultano essere invece ancora marginali come vendite complessive. La stagione 2012, a causa della crisi economica, è stata negativa per quasi tutti gli aggregati merceologici menzionati, tutti arretrati di più del 10% rispetto al 2011, con la sola eccezione della frutta a nocciolo (4,4%) e della voce residuale dell’altra frutta (frutta in guscio, secca, tropicale). In effetti, se fino a pochi anni fa la grande distribuzione è stata un trampolino importante per il successo di prodotti innovativi ad alto contenuto di servizio come la frutta di IV gamma, ora, col calo generalizzato dei consumi, le strutture di vendita a libero servizio debbono riflettere un nuovo contesto sociale ed economico che alla ricerca di una qualità non disgiunta dalla convenienza valorizzi le produzioni locali, con l’incremento del consumo della frutta di stagione. In questo caso la struttura di vendita del mercato italiano, dove molti supermercati sono di piccole dimensioni (piccoli supermercati di vicinato) e localizzati non lontano dal cuore delle città, favorisce una migliore penetrazione dell’offerta che può appoggiarsi per i prodotti del territorio alla rete dei grossisti locali e ai centri agro-alimentari. (FL) Share variation % Var. % quota di mercato 2011/2012 1,6 Econ. Var. % Var. % congiunturale 2011/2012 4,4 -1,0 -14,3 -1,0 -2,2 2,5 0,03 -12,7 -14,4 1,9 -2,7 (*) on sales receipts / (*) sul valore delle vendite Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 43 isr gdo acquired considerable bargaining power vis à vis suppliers, especially the small-scale ones. Today a limited number of buyers are responsible for the purchases of complex commercial networks, which include your textbook supermarkets as well as small ones and discount locations. grado di garantire la qualità della merce e il rigido controllo dei costi, cioè una maggiore efficienza complessiva del sistema di approvvigionamento. Gli operatori che non sono in grado di rispondere alle precise regole dei committenti corrono il rischio di perdere uno sbocco di mercato importante. In realtà, le richieste che Selective buying le insegne avanzano ai The powerful position propri fornitori spesthese chains have acquired so altro non sono che translates into increasingly la traduzione in requisiti selective buying practices di condotta contrattualfor produce. Suppliers are mente vincolanti di nuovi periodically confronted bisogni o sensibilità colwith the requests by the lettive della società civichains to raise the standle (driver), alle quali esse ards of their commodities adeguano prontamenand the attendant retail te le proprie politiche di services they offer. The acquisto per non perdere biggest chains are thus terreno sul mercato nei highly selective about their In the EU legal norms are integrated with others that also reflect confronti della concorrensuppliers, choosing those consumer expectations. za. In quanto espressione who can assure quality In Europa i requisiti di legge sono integrati con altri che riflettono di esigenze provenienti items and strict cost con- anche le aspettative dei consumatori. dalla società civile, i dritrol so as to deliver greater overall efficiency of supply performance. The players ver influenzano la scala dei valori di tutte le imprese, that cannot comply with the standards the chains set anche di quelle commerciali. Se per i generi alimentari run the risk of losing a lot of business. In actual fact, di largo consumo il prezzo di acquisto è un criterio the demands made by the big chains vis à vis their importante nella scelta dei fornitori, nel caso di frutta suppliers are nothing but the other side of the coin of e ortaggi è fondamentale la sicurezza del prodotcontractual obligations needed to meet the emerging to, che deve essere garantita dal rispetto di rigide social and market demands of consumers–the drivers. procedure in fase di coltivazione (ad esempio, la In other words, big retail must answer to these collective certificazione Global Gap è spesso richiesta) e da un demands promptly, refashioning its policies so as no to sistema di monitoraggio che non di rado richiede un lose market share to competitors. Since their demands numero limitato e quantità massime di residui (Qmr) are the expression of our collective consumer society, molto inferiori alla soglia di legge. D’altra parte, casi the drivers can influence the scale of values of all busi- di allarmi alimentari sono stati spesso trattati con nesses, even purely commercial ones. If list price is a sensazionalismo dai mezzi di informazione; il sospetto key criterion in the choice of supplier for mass-market sull’intera categoria dei prodotti ortofrutticoli ha poi grocery items, food safety becomes a key factor for pro- fomentato comportamenti irrazionali dei consumatori, duce, items which must measure up to strict standards con danni economici di consistente entità per tutti gli of field-management practices, like those certified by operatori della filiera. GlobalGap, and of maximum residue levels (MLRs) that can be well below the legally set threshold. On the other La sicurezza richiesta in Europa hand, food-poisoning scares have often been blown up In Germania, Paese tradizionalmente importatore, out of all proportion by the mass media. This has then dove solo il 18% della frutta e il 48% degli ortaggi put the produce industry as a whole under suspicion, consumati ogni anno è di provenienza nazionale, leading in turn to irrational reactions by consumers and l’associazione che raggruppa gli operatori del comconsiderable economic damage for all of the supply mercio ortofrutticolo (Dfvh), molti dei quali lavorano giornalmente con le insegne della grande distribuziochain’s businesses. 44 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 isr gdo Consumer spending slump no barrier to Conad’s growth Il calo dei consumi non ostacola la crescita di Conad While official ISTAT figures show that 2012 was a tough year for household budgets, with spending down 4.3%, Conad bucked the market trend and closed its books with a plus sign. The coop chain’s year-end turnover rose 7.3% to €10.9 billion, a robust performance that pleased its 2,828 business members in 3,067 outlets in 108 of Italy’s 110 provinces. New opening also helped it to a 0.7% gain in market share, bringing its overall position to 11.3%. Conad employs 46,120 people at its outlets, cooperatives, consortium and distribution hubs, not to mention spin-off business. Productivity at its retail outlets was above the trade’s average, and the company strengthened its leadership in supermarkets with its 17.9% share and in small grocery stores at 14.6%, a sector in steady growth over the last few years. It has also improved its asset holdings: its net assets were valued at €1.8 billion in 2012, up €150 million on the year and is the basis for future growth. (DV) In un anno difficile per i bilanci delle famiglie e per i consumi, scesi del 4,3% a fine 2012 (fonte Istat), Conad registra dati in controtendenza rispetto al mercato e chiude il bilancio con risultati positivi. Il suo giro d’affari ha raggiunto, nel 2012, i 10,9 miliardi di €, in crescita rispetto al 2011 (+7,3%), realizzato con 2.828 soci imprenditori e 3.067 EU safety standards Germany is a traditional produce importer since its domestic production covers only 18% of fruit and 48% of vegetable demand. DFVH, its national association of produce wholesalers, many of whom work on a daily basis with the big chains, started a permanent MLR monitoring system some time ago and in 2012 alone tested 16,059 fruit and vegetable samples from 66 countries, including Germany. It’s the peak figure of a trend that began in 2006 with 6,458 samples, for a total of more than 77 thousand up to 2012. As the number of tests was rising exponentially, the number of results exceeding legal MLRs was progressively declining from 2.9 to the current 1.3%. If food safety is to be viewed as an absolute criterion, it’s also true that the number and kind of business operators working in the supply pipeline from country to country affect the strategic options of a given supermarket chain and, hence, even the nature of the demands made on suppliers (see Boxes). The legal norms throughout Europe carry additional requisites that sometimes take into account the needs of business and at others the expectations of consumers as collective social and economic drivers. Generally speaking, the nature of demands made upon suppliers can vary depending on member state and even on the supplier if the produce is imported. In effect, there is even an ethical dimension to imported goods as embodied in the Fairtrade movement 46 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 punti vendita, presenti in 108 delle 110 province italiane. Grazie alle nuove aperture, la quota di mercato è cresciuta del 0,7%, attestandosi all’11,3%. Conad dà lavoro a 46.120 addetti tra punti vendita, cooperative, consorzio e centri di distribuzione, senza considerare l’indotto. La produttività dei punti vendita è stata superiore alla media di mercato e l’azienda ha rafforzato la propria leadership nei supermercati con il 17,9% di quota e nel libero servizio con 14,6%, in crescita costante negli ultimi anni. È migliorata anche la solidità patrimoniale: nel 2012 il patrimonio netto consolidato ammonta a 1,8 miliardi di €, in crescita di 150 milioni rispetto all’esercizio precedente, ed è alla base dei progetti di sviluppo per il futuro. (FL) ne, ha avviato da tempo un sistema di monitoraggio permanente del rispetto dei livello delle Qmr; nel 2012 ha analizzato 16.059 campioni di frutta e ortaggi provenienti da 66 Paesi (Germania compresa). Si tratta di un numero di controlli che costituisce il punto più alto di un trend iniziato nel 2006 (6.458 campioni analizzati) e che ha garantito nel periodo 2006-2012 oltre 77mila analisi. Nel periodo considerato, alla crescita esponenziale del numero delle analisi, ogni anno ha corrisposto una quota sempre più piccola di campioni dove i Qmr di legge risultavano superati, quota che è progressivamente scesa dal 2,9 all’1,3%. Se la sicurezza deve essere ritenuta un requisito assoluto, è però vero che da Paese a Paese il numero e la tipologia degli operatori presenti lungo la filiera condizionano anche le scelte strategiche delle insegne e, di riflesso, anche la natura delle richieste fatte ai fornitori (vedi box). In tutta Europa i requisiti di legge sono integrati con altri aggiuntivi che riflettono in alcuni casi i valori dell’azienda commerciale e in altri le aspettative della clientela, intesa come espressione della società civile. In linea di principio, ai fornitori possono essere fatte richieste di natura diversa a seconda del Paese membro e, se il prodotto è importato, a seconda del fornitore. Nel caso dei prodotti d’oltremare il concetto di socialità può anche venire declinato in termini etici come l’equilibrata ripartizione dei guadagni lungo la filiera (commercio equo e solidale), le condizioni di sicurez- (English version by David Verzoni) za del lavoro e il ricorso alla manodopera minorile. In futuro, i requisiti aggiuntivi saranno però sempre più spesso di natura sostenibile cioè in grado di coniugare contemporaneamente esigenze ambientali e sociali in una cornice di efficienza economica dell’attività d’impresa, che rimane comunque il requisito imprescindibile del rapporto commerciale. In concreto, la sostenibilità potrà poi venire declinata in vari modi che spaziano dall’uso di imballaggi riutilizzabili, alla riduzione dei livelli di CO2 emessa nel processo produttivo, alle tecniche di coltivazione per ridurre lo spreco di acqua ottimizzandone il consumo. Naturalmente questo processo è in divenire e di non facile realizzazione. Ad esempio, nella Ue non vi è uno standard comune per gli imballaggi riutilizzabili e, dal momento che i maggiori operatori hanno una clientela differenziata, l’aggravio logistico pur mantenendo una sua efficienza economica può generare indesiderate ricadute sull’ambiente. I requisiti di sostenibilità riflettono comunque uno scenario mondiale caratterizzato da risorse scarse e costituiscono dunque una forma di adattamento delle imprese commerciali ai cambiamenti dell’ambiente competitivo. Il loro numero e la loro natura si modificano nel tempo e quindi possono offrire nuove opportunità di business agli operatori che li sappiano prevedere in anticipo rispetto alla concorrenza. isr gdo supporting even-handed profit distribution, proper workplace safety norms and a ban on child labour. In future, however, additional requirements will often be aimed at sustainability in an effort to combine at once environmental and social demands in a framework of business efficiency, which remains a must for all commercial enterprises. Practically speaking, sustainability can be parsed in different ways ranging from the use of recyclable packaging to lower carbon footprints in processing and to water scheduling in crop irrigation systems to reduce runoff. This is, of course, still a work in progress and not easy to achieve. For instance, the EU has no common standard for recyclable packaging and, given that the biggest business players have different kinds of customers, operational logistics can be a burden that generates undesirable environmental fallout while remaining efficient business-wise. Whatever the case, standards of sustainability mirror a world-wide situation of scarce resources and, hence, represent a certain adaptability to changes in the competitive environment for businesses. The number and nature of these standards will change over time and can offer new business opportunities for enterprises that see the writing on the wall before their rivals. isr gdo The entrance of a Gelson’s store. L’ingresso di uno degli store di Gelson’s. Gelson’s one of the best anywhere Gelson’s tra i più belli nel mondo Daniele Tirelli Its renowned value, service and quality are the envy even of other chains that have now become rivals I suoi valori, servizio e qualità, piacciono anche ad altre insegne con cui ha cominciato a fare i conti e a rivaleggiare t was 1951 when Eugene and Bernard Gelson, two young Iowa natives and aspiring retailers, put the family name to a small outlet in Burbank, California, a town that today is separated from Los Angeles only by the Hollywood Hills. After having practiced their skills with stores of gradually larger sizes, they finally realised their dream by opening a 3,000-m2 super- I 48 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 ra il 1951, quando Eugene e Bernard Gelson due giovani aspiranti retailer dell’Iowa diedero il proprio nome a un piccolo punto di vendita di Burbank (Ca), una cittadina oggi separata da Los Angeles solo dalle Hollywood Hills. Dopo varie esperienze su dimensioni progressivamente crescenti, il loro sogno si materializzò con l’apertura di un supermercato di nuova con- E Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 49 isr gdo market of innovative concept. cezione di 3mila m2. Disegnato Designed by the firm of Stiles dallo studio Stiles/Clements Clements, it had the enticing air proponeva un accattivante stile of a building set in a tropicaltropical-googie, entrato nella googie location and became storia iconografica di Gelson’s, an icon in Gelson’s history. The la catena oggetto del nostro store’s façade had full glass interesse. La sua facciata adotfronting, unusual for the industava infatti ampie finestrature di try at the time, and its interior cristallo, insolite in quegli anni, had air conditioning and spee i suoi ambienti a temperatura cially designed fixtures enhanccondizionata erano vivacizzati ing its customer appeal. Yet it da decorazioni molto curate. Soprattutto i suoi assortimenwas above all the selection of ti cominciavano ad enfatizzare items that emphatically showla qualità del prodotto fresco cased the quality of product nell’epoca trionfale delle carni e freshness in an era when tinned delle verdure in scatola . meat and vegetables reigned Da subito Gelson’s avrebbe supreme. messo in luce due caratteristiRight from the start Gelson’s che rimaste immutate sino ai would put the spotlight on two nostri giorni. La prima era la features that have remained ricerca dell’eccellenza qualitatiunchanged ever since. The va che a quel tempo si esprimefirst is the pursuit of excelEven in small-sized stores there’s always a shop-within-the-shop, i.e. the bakery/coffee house. va offrendo tanti nuovi prodotti lence in quality, which then Anche nelle strutture di ridotte dimensioni, non “scoperti” e amati dai militari was a matter of offering myriad manca uno shop-within-the-shop cioè la americani sparsi per il mondo a new foods ‘discovered’ by US bakery/coffee house. combattere la seconda guerra troops stationed all over the world during and after WW II. The other was conti- mondiale. L’altra era la continuità di un management nuity of a management team whose executive suite fedele custode dei valori dei fondatori. remained true to the values of the company’s found- Robert Stiles, il presidente che si è ritirato nel 2012, ers. Robert Stiles, the president who retired in 2012 svolse 51 anni di lavoro nella catena partendo da semand held the chain’s helm for over 51 years, started plice commesso sino a diventare, nel 1996, il numero off as an ordinary floor attendant and rose to the top uno dell’azienda. Sotto la sua guida la compagnia ha of the executive ladder in 1996. Under his leadership portato a 18 i suoi store, conquistando un forte posiGelson’s expanded to 18 locations and positioned zionamento nella fascia alta del suo mercato nell’area itself at the high end of the market in the Los Angeles di Los Angeles. area. Then, too, even Bernie Briskin, the CEO of D’altra parte anche Bernie Briskin, il Ceo dell’Arden Arden Group and the parent of Gelson’s, took over Group di cui Gelson’s entrò a far parte, entrò in carica the helm in 1970. Such longevity of top management nel 1970: insomma una sorprendente anomalia per is something of an anomaly in an America that’s il sistema americano sempre più aduso a “bruciare” used to ‘revolving’ chairs in the executive suite of its manager a ritmi vertiginosi. La cosa sorprende perché dal punto di vista finanziario big corporations. It’s also surprising form the financial point of view. Arden è una società quotata allo Stock Exchange che, Arden, a corporation on the Stock Exchange, initially dopo aver conosciuto un lungo periodo di crescita tranwent through a gradual period of growth and then quilla, godette della vertiginosa ascesa del valore delle saw a rocketing of its share price from $8 in 1992 sue azioni passate dagli 8 $ del 1992, ai 40 $ del 1998 to $40 in 1998 and on up to $199 on 19 September sino a raggiungere la vetta dei 199 $ il 19 settembre 2008. The price then slumped to $80 during the 2008. Tornata a 80 $ durante la bufera dell’autunno autumn as the 2008 meltdown started but quickly 2008, è ritornata rapidamente a 130 $. Comunque, per chi non abbia vissuto per qualche rebounded to $130. Yet, for anyone who hasn’t lived for a spell in LA and tempo nella regione attorno a Los Angeles, è probabile its environs, the Gelson’s name and logo will likely che il nome dell’insegna Gelson’s non dica nulla. Infatti, draw a blank. In effect, while it’s a place where wealthy pur essendo frequentata dai ricchi consumatori della Southern California consumers and Hollywood stars California del Sud e dalle star hollywoodiane, è costume do their shopping, management policy is to keep a della sua direzione tenere un profilo basso e non spendere risorse in comunicazione. low profile and a low advertising budget. isr gdo Good profits Gelson’s supermarkets showed a 10.4% net profit margin in 2007 despite a rise in receipts of a mere 1%. What’s more, while it posted the same level of earnings in 2004, Arden paid shareholders a $20 dividend per share and converted class B shares to class A, giving stakeholders a further, conspicuous advantage. How was it possible to do all this while the US retailing industry as a whole was slumping? For the few market analysts who follow it and its many loyal customers, Gelson’s has an image of total, peerless quality, one that keeps growing over time and outpaced its rivals long ago. “Our goal is to spoil our customers” was something President Bob Stiles was fond of saying. In short, it all boils down to practicing ‘extreme customer service’. And it’s all accomplished despite the fact that Gelson’s is not a real specialty store but a gourmet foods chain of some 20 locations in places like Beverly Hills, Tarzana, Pasadena, Marina del Rey, Calabasas and Santa Barbara. Gelson’s is the supermarket that stands for quality, cleanliness, order and the very essence of service, a mission that it has pursued since it first opened and that has made it without rival in the industry. Indeed, it is a peerless position that has given rise to a number of statements that would be embarrassing for other retailers to voice. To give you an idea of just how clean the floors of its stores are, for example, there’s a video showing an attendant-cum-gymnast running and then sliding up an aisle for a dozen metres or so. And, to emphasise the quality of its fruit, the company has invited the most famous photographers, as well as any interested amateurs, to take pictures of its fresh produce and other fresh foods. In effect, the gift baskets contain picture-perfect fruit items that have been so carefully selected that not even a single strawberry shows a slight bruise. Not to mention the fact that their flavour quality is assured since anyone can ask to taste any item on sale before buying it. Buoni profitti I supermercati Gelson’s nel 2007 realizzarono un margine netto del 10,4% sebbene l’entità delle loro vendite fosse aumentata meno dell’1%. Per di più, nel 2004, rimanendo sempre sugli stessi livelli di redditività, il gruppo aveva distribuito un dividendo aggiuntivo di 20 $ per azione e convertito le azioni di classe B in classe A, con un ulteriore cospicuo vantaggio per gli shareholder. Ma com’è stato possibile aver conseguito simili risultati in un contesto di generale sofferenza del retailing americano? Gelson’s ha, per i suoi pochi osservatori e i suoi tanti clienti fedeli, un’immagine di qualità totale e crescente nel tempo che a lungo non ebbe rivali. “Our goal is to spoil our customers” era un’affermazione abituale del presidente Bob Stiles, in breve occorreva praticare un “extreme customer service”. Tutto ciò avviene pur non essendo un vero e proprio specialty store, ma una At the service of customers Another mark of the chain’s distinction is that the cashiers at the check-out registers unload baskets and trolleys and pack them for customers. It’s a service that makes shopping at Gelson’s more pleasure than chore and adds a stimulus to the idea of food shopping. In addition, since store shelves are restocked during the day, staff are always in the aisles ready to help customers with their requests. So, for example, when you go to the Butcher’s counter, you can ask for cuts that are not on display. And, on certain dates, there’s a free wrapping service for gift boxes. Gelson’s will also try to meet a customer’s demand, within reasonable limits, for an item or items it doesn’t normally stock. The chain has also responded to the growing demand catena con quasi una ventina di supermercati in località come Beverly Hills, Tarzana, Pasadena, Marina del Rey, Calabasas, Santa Barbara. Essere il supermercato che in termini di qualità, pulizia, ordine e spirito di servizio non teme confronti fu appunto la semplice missione perseguita sin dalla prima apertura. Tutto questo si è tradotto in una serie di affermazioni e di dimostrazioni che sarebbe imbarazzante sostenere per altri retailer. Per dare un’idea della pulizia dei pavimenti di questi store, ad esempio, circola un video in cui un addetto-ginnasta prende la rincorsa, poi si butta per terra e scivola per una decina di metri. Per declamare la qualità della propria frutta, l’insegna rende noto che i più famosi fotografi di frutta e vegetali e anche quelli dilettanti hanno libero accesso al reparto dei freschi per eseguire i loro scatti. Le composizioni delle ceste-regalo contengono, 50 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 The kitchen with an array of gourmet foods is always open for customers. La cucina con varie specialità è sempre a disposizione dei clienti. Style-setting decor This careful attention to even the smallest details cannot but include the same careful approach to visual merchandising and overall atmospherics. The façades of the buildings housing the chain’s supermarkets usually hew to an eclectic style in harmony with the various landscapes of the towns surrounding Los Angeles. The aesthetics of a Gelson’s store is always marked by the careful choice of location, building materials, colours and fixtures. The chain in short likes to vary the spatial volumes of its stores compared to the big-box model that’s long been an industry mainstay. The buildings themselves reflect the setting they are in, the broad background landscape of pastels that the buildings have, including the use at times of fieldstone and often of faux windows and kiosks that have neoclassical-like lines for displaying advertising in elegant style. Elsewhere we find other stores in obvious Hollywood styles with small towers, porticos, arcades, eaves and decorative stucco-work that let you know you’re not looking at the usual hangar crammed with cheap merchandise. In others you’ll find nods to googie style, which was very popular in the California of the 1950s or explicit rendering at its Santa Barbara location of motifs taken from nearby Mexico. Another example is the West Hollywood store, one of the chain’s smallest at 2 thousand m2. It was derived from a refurbishing of an old Mayfair Market and completely redesigned by Mcg Architecture. Today the building has a faux brownstone façade and false, three-dimensional styrofoam walls covered with highquality paint so as to give a false sense of space and create illusions of perspective. The idea is to call to mind the ambience and trappings of the city’s big movie sets. Even the decoration is notably sophisticated: neo-art-deco with reliefs depicting the sun and clouds–again in styrofoam–floating on ceilings painted in the blue and azure tones of California skies. Well done too are the murals indicating the succession of aisles and merchandise areas each with its distinctive embossed-lettering. The only thing to be added here that this store too, despite its small size, has a shopwithin-the-shop, i.e. the bakery/coffee house. Needless to say in light of all this that the store interi- infatti, frutti picture-perfect, selezionati attentamente e tali da dare l’assoluta garanzia che non conterranno neppure una fragola ammaccata. La loro qualità gustativa è invece certificata dal fatto che chiunque può chiedere di assaggiare tutto ciò che è in vendita. A disposizione dei clienti Un’altra distinzione dell’insegna è che gli addetti alle casse si prendono cura del cestello o del carrello, vuotandolo essi stessi e impacchettando i prodotti invece di lasciare questo compito ai clienti: così l’esperienza dello shopping è qualcosa di piacevole e stimolante che riduce al minimo il fastidio del fare la spesa. Inoltre, dato che il caricamento degli scaffali avviene durante il giorno, gli addetti sono sempre a disposizione dei clienti per ogni loro richiesta. Così, nel reparto macelleria, è possibile chiedere tagli speciali che non siano presenti negli espositori. In determinate occasioni, il servizio di wrapping (dei pacchi regalo) è gratuito. Soprattutto quando il cliente ha una richiesta che non può essere soddisfatta, Gelson’s si impegna, nel limite del ragionevole, a reperire la merce desiderata. Per rispondere alle crescenti preoccupazioni d’ordine salutistico, particolarmente sentite da una clientela sofisticata e alla moda come quella californiana, la catena prevede l’assistenza in ogni negozio di un dietista e di uno chef disponibile a illustrare i criteri di preparazione dei menu offerti dal reparto della gastronomia pronta e del catering. Naturalmente tutti i piatti esibiti possono poi essere consumati nelle food court interne ai vari supermercati. Egualmente il reparto Floral prevede la possibilità di avere magnifiche composizioni floreali personalizzate, assieme ai consigli di fioriste professionali. Estetica in stile Ovviamente in un clima simile non può non manifestarsi un’estrema cura del visual merchandising e dell’atmospherics in generale. L’esterno di questi supermercati si ispira in genere ad uno stile eclettico che si adatta ai vari contesti delle cittadine del circondario di Los Angeles. Ovunque la cifra estetica di Gelson’s è sempre indice dell’impegno profuso nella scelta dei siti, dei materiali, dei colori e degli accessori. L’insegna predilige insomma masse volumetriche diversificate rispetto ai big-box di lunga tradizione. Esse sono valorizzate nel paesaggio circostante a volte dalle scelte cromatiche delle grandi campiture color pastello, a volte dall’uso della pietra, in cui si inseriscono, spesso, finestre cieche ed edicole che alludono a riferimenti neoclassici per ospitare invece pubblicità discrete ed eleganti. In altre occasioni troviamo invece stili prettamente hollywoodiani con torrette, portici, arcate, cornicioni e decori in stucco a enunciare che non si è di fronte all’ennesimo hangar stracolmo di merce a poco prezzo. In altre ancora si possono trovare cenni al googie style, così popolare nella California degli anni ‘50 oppure, come a Santa Barbara, espliciti richia- Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 51 isr gdo for what’s healthy, especially evident in a wealthy and sophisticated clientele like that in California, by staffing each of its stores with a dietician and a chef, who shows customers how Delicatessen department’s menus of ready-to-eat dishes and catering service. And, of course, all the dishes on display there can be eaten in the food courts within each store. The same holds in the Floral Department, where you can ask for the flower arrangements you want and even advice from the professionals there on the floor. isr gdo ors also aspire to a perfection of décor design. Most of the walls are painted in warm yellows, ochres and earth hues that help to enliven the use here and there of brighter colours. And, as we’ve notes, sometimes the ceilings are painted to resemble the sky. This rather artful atmosphere is the backdrop to shelving in dark hardwood that perfectly and blends in and the units are elegantly aligned even when the aisles take a path that bends round here and there. A competitive market Of late, however, these high standards have failed to shield Gelson’s from the competitive bite of chains like Trader Joe’s, which pushes the price button, and Whole Foods, which stocks a greater variety and has an irresistible image despite its higher prices and fewer services. When coupled with the slimmer profits it’s been booking, the situation has become disappointing to the extent that its parent Arden Group seems willing to seek a buyer for the chain while undertaking cost-cutting restructuring. One immediate consequence has been the closing of the nearly 4,000-m2 Pasadena store, a flagship of Gelson’s, the reason being a lack of parking space that impeded customer access. While the decision raised an unheeded hue and cry from the clientele and local authorities, it’s a case study that merits special mention. Set within Paseo Colorado, an outdoor shopping mall designed by Ehrenkrantz, Eckstut and Controversy over the closing of a store whose fresh foods area had a spectacular false-ceiling depicting a kind of gigantic still life. Polemiche per la chiusura di uno store della catena dove l’area dei freschissimi presentava una spettacolare controsoffittatura su cui era stampata una sorta di gigantesca natura morta. 52 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 mi agli stilemi del Messico poco distante. Un altro esempio è quello di West Hollywood, uno degli store più piccoli (2mila m2) derivato dalla ristrutturazione di un precedente Mayfair Market, completamente ridisegnato dalla Mcg Architecture. Oggi si presenta con pareti in faux brownstone e falsi muri tridimensionali in styro-foam con verniciature di altissima qualità con cui si è operato il trucco di falsare gli spazi e si sono create illusioni prospettiche. L’obiettivo era richiamare l’ambiente delle grandi scenografie dei set cinematografici della città. Anche la decorazione è particolarmente raffinata nella sua ispirazione neo-deco, che prevede motivi in rilievo a raffigurare il sole e le nuvole (anch’esse in styrofoam) che fluttuano sui soffitti affrescati in blu e azzurro a simulare il cielo della California. Pregevoli sono anche i vari murales che scandiscono la successione delle varie aree merceologiche assieme ad un embossedlettering differenziato per ciascuna di esse. Va aggiunto infine che anche in questo store, nonostante le ridotte dimensioni, non manca uno shop-within-the-shop cioè la bakery/coffee house. Alla luce di quanto detto discende che anche gli interni della catena puntano alla perfezione del design. Per le pareti predomina l’uso delle note calde dei gialli, delle ocre e delle terre e per ravvivare ulteriormente, qua e là, da inserti di altri colori vivaci. In certi casi, si è detto, esse si completano con i soffitti colorati a simulare il cielo. In questa atmosfera raffinata sono collocate dunque le scaffalature in legno scuro e massiccio, altrettanto eleganti e perfettamente raccordate tra loro, anche là dove la pianta è movimentata da tracciati sinuosi. Mercato competitivo In verità questi standard, in tempi recenti, non hanno reso immune Gelson’s dalla corrosione competitiva di catene come Trader Joe’s (che ha giocato sul lato dei prezzi) e di Whole Foods che, pur praticando prezzi superiori e minor servizio, offre una varietà e un richiamo d’immagine irresistibile. Per questa ragione i pingui profitti del passato sembrano ridimensionarsi e aver deluso la holding di controllo che parrebbe disposta a cedere la catena e a procedere ad alcune ristrutturazioni volte a ridurne i costi. Una conseguenza è stata la recentissima chiusura dello store di circa 4mila m2 di Pasadena (Ca), un flagship di Gelson’s. La motivazione è stata la scarsità di parcheggi che limitava l’afflusso dei clienti. La decisione ha suscitato il palese rimpianto e gli appelli inascoltati della clientela e delle autorità locali e perciò questo punto di vendita merita una menzione speciale. Collocato nel Paseo Colorado: un piccolo outdoor mall concepito, nel 2001, dallo studio Ehrenkrantz, Eckstut and Kuhn Architects, presentava alcune rimarchevoli peculiarità. Il Paseo è un lavoro di rivisitazione eclettica con evidenti riferimenti allo stile Beaux Arts e razionalista di quell’Edward H. Bennett, che, nel 1923, realizzò il Pasadena Civic Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 53 isr gdo Kuhn Architects in 2001, it had several Center. Si tratta di un luogo ai outstanding features. Paseo is an eclecnostri occhi un po’ strano che tic work that revives and clearly evokes ripropone le atmosfere note del the Beaux Arts and rationalist style of freddo rigore razionalista italiano Edward H. Bennett, the architect who degli anni ‘30, addolcite tuttavia designed the Pasadena Civic Center in dall’l’armonia cromatica dei colori 1923. It’s a place that looks a bit strange chiari e delicati degli edifici, delle today as it has an air of the cold, Italian scalinate e dalla piazza pedonarationalist rigor of the 1930s yet attenule vivacizzata da mosaici floreaated by the chromatic harmony of the li. Gelson’s era parte integrante delicate, pale colours of the buildings degli edifici prospicienti il mall di and stairways and a pedestrian plaza cui era divenuto un anchor-store rendered spritely with floral mosaics. frequentatissimo. Il supermerGelson’s was an integral part of the mall’s cato evidenziaA promise printed on its shopping bags: a visit to other supermarkets will be disappointing. va come proprio buildings and had become its very popuSulle shopping bag una promessa: la visita ad altri lar anchor-store. The supermarket’s most tratto distintivo la supermercati sarà deludente. distinctive feature is its wealth of eclecticricchezza degli deco ornamentation, crowned white columns, floorornamenti in stile eclettico-deco, le colonne bianche ings in materials ranging from earthenware tiles to incorniciate, i pavimenti in materiali diversi e che vanno marble and a particularly sophisticated use of lightdal cotto, al marmo e l’illuminazione particolarmente ing as shown by the heavy, over-sized metal candle curata nelle finiture, quali i candelieri in metallo pesanholders in the check-out area. In short, it’s something te over-size nell’area del check-out. Si tratta di un right out of The Great Gatsby. The floor area that ambiente alla Great Gatsby, per intenderci. L’area dei displayed fresh items stood out for its spectacularly freschissimi si caratterizzava, in particolare per l’eleelegant use of false-ceilings made from high-quality ganza spettacolare della controsoffittatura, ottenuta moulded laminates on which was printed a kind of utilizzando laminati stampati di altissima qualità sui quali gigantic still life pointedly illuminated here and there era stampata una sorta di gigantesca natura morta e in by spotlights. The idea was to emphasise the concept cui sono inseriti diversi punti luce rafforzativi. L’obiettivo of the array of foods and the primacy of freshness era rendere effettivo il concetto dell’imbandigione e dei the picture-perfect foods embody. It was in all likelitrionfi di freschezza dei suoi prodotti picture-perfect. hood the finest display of produce ever designed. Probabilmente era una delle più belle esposizioni di Curiously, this air of 1930s-1940s sophistication is ortofrutta realizzate. La cosa curiosa è che questo being revived today in the most recent store openambiente raffinato, ispirato agli anni ‘30-40, viene riproings of other chains like New York City’s Morton & posto oggi nelle più recenti aperture di altre catene Williams. Here too the idea is to come up with design come la newyorkese Morton & Williams. Anch’esse atmospherics that that take the boring lines out of the sono infatti alla ricerca di un’atmospherics che cancelli textbook mass-consumption supermarket. la noia del classico supermercato massificato. All this attention to atmospheric details and customer Concludendo, tutte queste attenzioni nei confronti della services undoubtedly makes the company’s mission clientela concretizzano indubbiamente la promessa statement a concrete reality, even to the point of implicita nella missione aziendale, al punto da scriverla proudly printing on its shopping bags its imperative to sulle shopping bag, che orgogliosamente dichiarano “make visiting other supermarkets a disappointment l’impegno a: “rendere deludente la visita ad altri superfor anyone who wants the best in quality, cleanliness, mercati per coloro che desiderano il massimo in fatto convenience and service”. The idea goes beyond the di qualità, pulizia, convenienza e servizio”. L’obiettivo ambitious as many California-based chains are also è più che ambizioso poiché molte catene californiane committed to fulfilling the highest quality standards. lottano per mantenersi anch’esse su standard qualiBristol Farms is a good case in point. It too declares tativi elevatissimi. Basti pensare che un’altra insegna a no less impressive mission supported by presconcorrente, Bristol Farms, enuncia finalità non meno tigious awards from the authoritative gourmet food temerarie, forte com’è dei prestigiosi riconoscimenguide Zagat. So, although there’s not the shadow ti ottenuti dall’autorevole guida gastronomica Zagat. of a doubt that it ranks among the most elegant and Concludendo, Gelson’s, nonostante possa collocarsi beautiful supermarkets in the world, Gelson’s must senz’ombra di dubbio tra i più eleganti e bei supermerstill vie with other, rival logos that have also realised cati del mondo dovrà comunque rivaleggiare con tante the determining value of service and quality and have insegne che, riscoprendone il valore determinante, built their marketing strategies to suit. vogliono fare del servizio e della qualità l’asse portante (English version by David Verzoni) delle loro strategie. New consumers a must for growth Per crescere conquistare nuovi consumatori Jessika Pini The trade’s lower penetration index than self-service bulk’s is the row that Aiipa IV Gamma and executives of several big chains in Italy say needs to be hoed to expand consumer base. They offer a few strategies L’indice di penetrazione inferiore rispetto all’ortofrutta a peso variabile è un terreno su cui per Aiipa IV gamma e i rappresentanti di alcune delle maggiori catene della gdo in Italia di può lavorare per allargare il bacino d’acquisto. Ecco alcune strategie he economic downturns has prodded consumers to seek savings when shopping: 30% buy less, 54% only what’s really essential, and 52% look for items promotion and discounted. The numbers of the first 8 months of 2013 show lower volumes and fewer sales. The model-consumer we’re seeing has a lighter trolley and has changed assortment by buying T more private-label, promotional or ever more often discounted items. Given this weak demand, the pace of promotions has risen to nearly 29% of all grocery purchases from January-August 2013. As the end of the fifth year of the down turn approach- 54 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 on la crisi economica i consumatori hanno assunto comportamenti nell’acquisto più razionali: il 30% compra meno, il 54% solo l’essenziale e taglia il superfluo e il 52% cerca prodotti in promozione e scontati. Nei primi 8 mesi del 2013 è confermato un calo dei volumi a cui si aggiunge un’erosione dei fatturati. Siamo di fronte a un consumatore che nel tempo ha impoverito il carrello della spesa e ha cambiato mix di acquisto aumentando i prodotti private label, preferendo il discount e sempre più spesso comprando in promozione. La pressione promozionale, a fronte di una domanda debole, continua a crescere e raggiunge quasi il 29% degli acquisti (totale grocery gennaio-agosto 2013). Sul finire del quinto anno di crisi, con una flessione dei consumi che ha colpito anche il settore alimentare, si può continuare a dire che nel complesso la quarta gamma tiene. Da un’indagine Nielsen Italia, presentata al Macfut all’interno del convegno/tavola rotonda “Quali opportunità per la IV gamma in tempo di crisi? Produzione e distribuzione a confronto”, organizzato a Aiipa IV gamma emerge come, per questo comparto, l’immobilità del mercato sia stata evitata anche attraverso una costante pressione promozionale che ha favorito i consumi, ma ha anche eroso i margini di produzione e distribuzione e compromesso le esigenze di crescita degli agricoltori e dei produttori. C es, we can still say that the Fresh-cut trade has held its own despite slumping consumer spending for groceries in general. Nielsen Italia reported its latest survey at Macfrut during the conference/round table “What opportunities does the Fresh-cut trade see in times of crisis? Production and retail compare notes” organised by Aiipa IV Gamma. The data indicate that the trade has escaped the market doldrums, a fact attributable in part to keeping up promotional pressure to stimulate spending. Yet the figures also show that the trade has eaten into production and retail profit margins and, hence, has sidetracked potential growth for growers and processors. As of early September fresh-cut sales were down 1%, average prices off 3.2% but volumes were up 2.3% compared to the same period a year ago. Shelf space keeps expanding: it hit 20 m in hyper- and 10 m, in supermarkets by April 2013, or a combined 6 m more for both compared to 2007. The survey also found that from July 2012 to July 2013 71.6% of Italian households purchased fresh-cut items for receipts of nearly €30 a year per household. The numbers show too that discount chains are investing more in fresh items and expanding stock range at very competitive prices. Private-label items currently hold a 65% share of the fresh-cut trade. While promotions of these items are fewer than the average in the overall grocery industry, private labels are running promotions at an average pace of 25% even though the average, non-promotion price is coming down. Product innovation is now worth 13% of turnover, and it’s notable that the prices of novel items are €1 less than their debut prices a year ago. Still room for growth «The picture we see –concluded Simone Nucci, Nielsen Italia’s client service director – shows Freshcut has room to grow. The market data indicate that volumes were up over the last year and that the retail chains are pushing these items. This is especially so for discount operations. While they are still relatively A inizio settembre 2013 le vendite di IV gamma hanno registrato un calo in valore dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un aumento in volume del 2,3% e il prezzo medio è diminuito del 3,2%. Continua ad aumentare lo spazio a scaffale che, ad aprile 2013, raggiunge i 20 m negli iper e 10 nei supermercati (complessivamente, iper+super, 6 m in più rispetto ad aprile 2007). Il 71,6% delle famiglie italiane ha acquistato nell’ultimo anno (luglio 2012-luglio 2013) IV gamma per un valore di circa 30 €/anno. Tra i canali distributivi va rilevata la crescita dei discount che stanno investendo molto nel fresco, aumentando l’assortimento a prezzi estremamente concorrenziali. Nel settore si conferma la preponderanza della private label che detiene il 65% del mercato. Le promozioni sui prodotti fresh cut sono minori rispetto alla media del grocery ma, sono le private label a trascinare con una pressione promozionale media del 25% anche se il prezzo medio non in promozione sta calando. L’innovazione di prodotto vale il 13% del fatturato, da notare che i prezzi delle nuove referenze sono inferiori di 1 € rispetto ai prezzi dei lanci dell’anno prima. Ancora spazio di crescita «In questo quadro – ha concluso Simone Nucci, client service director di Nielsen Italia – c’è spazio di crescita per la IV gamma: Il mercato nell’ultimo anno ha presentato comunque una variazione positiva a volume e un’attenzione sempre maggiore da parte della catene, in particolare dei discount che però hanno ancora un peso relativamente basso sulla categoria, quindi margini di sviluppo importanti e da cavalcare. Inoltre, la penetrazione tra le famiglie sembra non aver ancora raggiunto il suo punto più alto, soprattutto se paragonata alla penetrazione delle verdure a peso variabile e il consumatore riconosce ancora il valore dei prodotti ad alto contenuto di servizio, ponendo l’accento su time saving e contenimento degli sprechi, ma con un occhio sempre attento al prezzo». Critico sulla leva del prezzo per incentivare i consumi Umberto Galassini, presidente del gruppo prodotti ortofrutticoli di Aiipa IV gamma: «Esercitare la leva promozionale su un prodotto che ha 6 giorni di shelf Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 55 small players in the trade, they have room for potential growth and the day must be seized. In addition, product penetration in households doesn’t seem to have reached a peak. This becomes evident if we compare the penetration rate of self-service bulk vegetables. Then too consumers are well aware of the value of highservice items since here the emphasis is on time- and wastage-saving, although an eye on price is still a factor». A critic of price-cutting to stimulate consumer spending is Umberto Galassini, President of the Aiipa IV Gamma produce growers’ group. «Using promotion prices for an item that has a shelf-life of 6 days means destroying its value». Aiipa IV Gamma Vice-president Giuseppe Battagliola noted the particular nature of fresh-cut merchandise. «Although these items are sold in the produce department, they are marketed, unlike the bulk produce, as packaged products. They’ve got a list price since they’re not seasonal and not sold by the kilo ». In following up the Nielsen report, Conad sales manager Francesco Avanzini, Billa sales manager Andrea Colombo, Coop Italia’s head of own-label fresh product Marco Malferrari, and Unicomm (Gruppo Selex) sales manager Giancarlo Paola said shunned using promotions for fresh-cut items and noted that a policy of price-cutting for these products is not sustainable. life significa distruggerne il valore». Il vice presidente di Aiipa IV gamma, Giuseppe Battagliola sottolinea la particolare natura merceologica del fresh cut: «La IV gamma è venduta nel reparto ortofrutta, ma, a parte la materia prima, segue le regole del marketing dei prodotti confezionati: non è stagionale, non si vende a kg e ha un listino». Stimulating consumer-spending Francesco Avanzini sees boosting private-label profile vis à vis price and product service content as the best path to push up sales. «Fresh-cut items are a key sector for us. They’re a mark of distinction. That’s why we try to showcase them through category display, planned stock assortment and selection of suppliers. We leave promotion out of the equation». Billa, which has 70 of its 140 locations in city centres, puts a lot of store by out-of-home meals in the form of salads in bowls, microwave heat-’n’-eat dishes and desserts. «We’ve set up – said Andrea Colombo – a corner at the entrance of each outlet for out-of-home meals. It’s a way of expanding assortment by keying it to the demand of customers living in urban areas. It also comes with ad hoc services like keeping stores open as late as 11pm. Come incentivare i consumi Per incentivare i consumi Avanzini (Conad) punta su un miglioramento del posizionamento della private label basato sul prezzo e sul servizio: «La IV gamma è per noi un settore strategico che rappresenta un elemento di distintività. Per questo cerchiamo di valorizzarlo al massimo puntando sul dimensionamento della categoria, sulla razionalizzazione dell’assortimento e sulla selezione dei fornitori e non sulle promozioni». Billa, per la localizzazione nel centro città di 70 dei suoi 140 punti vendita in Italia, punta sul segmento dei pasti fuori casa (ciotole di insalata, primi da scaldare nel microonde e dessert): «Abbiamo creato – ha spiegato Colombo – l’angolo del pasto fuori casa all’ingresso dei punti vendita. In tal modo abbiamo allargato l’offerta tarandola sulle esigenze di clien- 56 Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 Rispetto alla panoramica fatta da Nielsen Francesco Avanzini, direttore commerciale Conad, Andrea Colombo, direttore commerciale Billa, Marco Malferrari, responsabile freschi della direzione prodotto a marchio Coop Italia, e Giancarlo Paola, direttore commerciale Unicomm (Gruppo Selex) hanno respinto l’elevato ricorso alla promozione sui prodotti di IV gamma e hanno rilevato che la politica dei ribassi su questa tipologia di prodotti non è sostenibile. We’ve found that this restyling of our product range while eschewing promotions has resulted in increased sales volumes. We’ve still got to work more on packaging. For despite showcasing our private-label items, the big industry brands do a better job of advertising products to consumers». Marco Malferrari put the accent squarely on the value of service factors packaged in fresh-cut items. «We’ve invested a lot in product innovation, including packaging, but a lot of this effort has come to nought because of weak advertising. I’m still confident about the trade’s future, though. I think we can recoup penetration and reach a lot more consumers. It’s also a matter of keeping up changing consumer life-style trends like demand for out-of-home meals and ready-to-eat items». Giancarlo Paola sees attracting new consumers as the best way ahead. «Whilst novel products always do well with habitual consumers, it’s novel consumption habits that need to be stimulated. Private labels didn’t exist forty years ago and consumers saw them as bulk products we sold but now packaged. The price difference per kilo of fresh-cut compared to bulk produce has to be explained to consumers. It’s a matter of advertising, communication. It’s the only way to induce new consumers to purchase fresh-cut items». (English version by David Verzoni) ti che vivono nelle aree urbane, dando loro anche servizi ad hoc, come un orario di apertura fino alle 23. Con il restyling dei pdv e senza nessuna spinta promozionale abbiamo registrato un aumento delle vendite in volume. Dobbiamo però ancora lavorare sui packaging perché, nonostante il ruolo di primo piano della private label, quelli delle marche industriali comunicano meglio il prodotto al consumatore». Sulla valorizzazione degli elementi di servizio dei prodotti di IV gamma ha insistito Malferrari di Coop Italia: «Abbiamo investito molto in innovazioni, anche nel packaging, ma molte ce le siamo bruciate perché non le abbiamo comunicate a sufficienza. Sono fiducioso sul futuro del comparto: credo ci siano una penetrazione da recuperare e tanti consumatori da raggiungere; bisogna continuare a seguire i cambiamenti degli stili di vita dei consumatori (consumo fuori casa, piatti pronti)». Una forte spinta a intercettare nuovi consumatori è la strategia di Paola (Selex): «Mentre i prodotti innovativi vanno da sé con i consumatori abituali, occorre stimolare nuovi consumi. Fino a quarant’anni fa le private label non esistevano, per il consumatore è stato come se avessimo confezionato un prodotto che vendevamo sfuso; la differenza di prezzo al kg della IV gamma rispetto all’ortofrutta sfusa va spiegato. È un problema di comunicazione. Solo così potremo portare altri consumatori ad acquistare fresh cut». commercial news le aziende informano Klippa robot repairs pallets Il robot Klippa ripara i pallet Chep Italia, Italian branch of the world leader in pallet and containers pooling solutions, announces it has made operative the Klippa robot to repair automatically pallets at the Service Centre of Massalengo, in Lodi district. Chep sends, gathers, repairs and resends more than 300 thousand pallets and containers through a worldwide network of service centres, helping its own customers to operate in different sectors and to deliver punctually their products to suppliers and points of sale. In order to guarantee the best quality as ever, all Chep’s pallets are carefully selected and supplied to customers only after having been submitted to strict internal and external quality controls. Before delivering pallets to customers, all of them are controlled in detail by one of Chep’s Service Centres and, if necessary, regenerated, so to assure high quality standards ever and ever. In Italy, there are 14 Chep’s Service Centres, at the present time, placed in different geographic regions. Among them, the Centre in Massalengo, built up at the end of 2005, represents one of the most important and it manages all the area of Lombardy by 1,175 suppliers and 161 breeders. 75% of pallet collection is carried out within 80 km from the Centre itself, as well as 60% of deliveries from production companies is carried out within 80 km, by a full management of trucks handling and the highest amount of dealings, in Italy. Now, the Service Centre in Massalengo is an excellent example of automation, efficiency and effective procedure, thanks to Klippa robot. Klippa robot is an automated cell that cuts the damaged elements in pallets by means of a hydraulic system: once it has identified, the defective part of the pallet is cut and, then, dropped on a belt and conveyed at the discarded container. Immediately after, the pallet is manually repaired with spare parts. The up-to-date technology and the strict mechanical controls on Klippa robot allow to remove pallets’ defects, from splinters 58 to breaks and other irregularities, by supplying to customers pallets that are always in compliance with the technical specifications. «To us, in Chep, quality is a strategic and important target to meet our customers’ needs, either industrial or large-scale retail trade», said Paola Floris, Country General Manager Chep Italia. «Service quality, as well as product quality, is what we are trying to guarantee by Klippa innovation that contributes by the automation of repairing process, to be always proactive towards our customers’ needs» Floris ended. «To Chep, the three operating pillars “quality, innovation and safety” are inflected every day by our work together with our suppliers», Federica Ferrario, Senior Manager Plants Operations at Chep Italia, went on. «Quality, to assure service to our customers and the good condition of pallets, by quality standard protocols and repairing processes. Innovation, by means of automation of our service centres, such as Klippa project. Safety in processes and in plants». The Service Centre in Massalengo counts an average of 20 trucks in and out, every day. Every year, at the centre, equipped with a warehouse area of 13,900 square metres and 1,700 Sq.M. of plant, they examine more than two million pallets and they repair nearly one million of pallets. Thanks to the constant and non-stop work carried out at the Service Centre in Massalengo, Chep can always guarantee the best quality and innovation and it has exponentially increased its customers’ satisfaction: San Pellegrino, P&G and Lauretana are an excellent example of that. «The tooling up quality is very important in food sector and, so, that is a “must” for us. We cannot absolutely set aside quality, either of product or of the equipment that goes with it» said Sara Facchinetti, Supply Chain Project Manager at San Pellegrino Group. «Furthermore, the sustainability concept is implied in the definition of pallets for rent, which is obviously Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 sustainable as regard the returnable pallets. Since few years ago, with Chep, we have implemented projects of logistics synergy that want to drastically cut down the number of empty trucks, which travel on our roads, in order to aim not only to costs efficiency, but also to s greater environmental sustainability». «The excellent quality of Chep’s pallets allows us to reduce the incoming controls and to avoid stops on packaging lines» underlined Pasquale Spina, Pallet & Chep JBP Project MGR, Chep Management & PSQ Network Leader at Procter & Gamble. «At the present time, we are working together with Chep to cut down logistics costs and that has an environmental impact too, because we are able to reduce the transport of pallets inside the supply chain, by using the same road haulage and optimizing loadings aw well». «Chep help us rising our efficiency, because it let us getting rid of some problems and to awaken our customers, even the smallest ones, towards the adoption of technology and pallets that make the supply chain more efficient» assured Leandro Mondino, Buying Manager at Lauretana. «Now, thanks to Klippa robot, we are proud to offer to our customers higher quality service by the maximum technological innovation available at the moment on the market and it makes us stand out among our main competitors» Paola Floris concluded. For further information: www.chep.com (English version by Ilaria Nanni) Chep Italia, filiale italiana del leader mondiale nelle soluzioni di pooling di pallet e contenitori, annuncia di aver reso operativo il robot Klippa per la riparazione automatizzata dei pallet presso il Centro servizi di Massalengo, in provincia di Lodi. Chep spedisce, raccoglie, ripara e spedisce nuovamente oltre 300 milioni di pallet e contenitori tramite una rete mondiale di service center, aiutando i propri clienti operanti in diversi settori a consegnare «Per noi in Chep la qualità è un obiettivo strategico importante per soddisfare i nostri clienti, siano essi dell’industria che della grande distribuzione», dichiara Paola Floris, country general manager Chep Italia. «Qualità del servizio, ma anche qualità del prodotto, è ciò che cerchiamo di garantire con l’innovazione Klippa che contribuisce con l’automatizzazione dei processi di riparazione, a essere sempre proattivi verso le esigenze dei nostri clienti» conclude Floris. «Per Chep i tre pilastri operativi “qualità, innovazione e sicurezza” vengono declinati tutti i giorni nel nostro lavoro insieme ai nostri fornitori», continua Federica Ferrario, senior manager plants operations Chep Italia. «Qualità per assicurare il servizio ai nostri clienti e la buona condizione del pallet, attraverso i protocolli di quality standard e i processi di riparazione. Innovazione attraverso l’automatizzazione dei nostri centri di servizio, come il progetto Klippa. Sicurezza nei processi e negli impianti». Il Centro Servizi di Massalengo conta in media ogni giorno 20 camion in entrata e in uscita. Ogni anno presso il centro, dotato di una superficie del magazzino di 13.900 mq e di una superficie impianto di 1.700 mq, vengono ispezionati più di due milioni di pallet e riparati circa un milione di pallet. Grazie al lavoro costante e continuativo del Centro servizi di Massalengo, Chep garantisce sempre la massima qualità e innovazione e ha aumentato in modo esponenziale la soddisfazione dei propri clienti: San Pellegrino, P&G e Lauretana sono un eccellente esempio. «La qualità dell’attrezzatura è molto importante nel settore alimentare e quindi per noi è veramente un must. Non possiamo assolutamente prescindere dalla qualità sia del prodotto sia dell’attrezzatura che lo accompagna», afferma Sara Facchinetti, supply chain project manager del Gruppo San Pellegrino. «Inoltre, il concetto di sostenibilità è insito nella definizione di pallet a noleggio, che è di per sé ovviamente sostenibile rispetto a quello che è il pallet a rendere. Con Chep, da qualche anno abbiamo implementato dei progetti di sinergia logistica, che vanno a ridurre drasticamente il numero dei camion a vuoto che percorrono le nostre strade e che quindi mirano non solo a un’efficienza di costo, ma anche a una maggiore sostenibilità ambientale». «L’ottima qualità dei bancali di Chep ci permette di ridurre i controlli all’ingresso e di evitare fermi sulle linee di confezionamento», sottolinea Pasquale Spina, Pallet & Chep jbp project mgr, Chep management & psq network leader di Procter & Gamble. «Attualmente stiamo lavorando insieme a Chep per ridurre i costi logistici e ciò ha un impatto anche a livello ambientale, in quanto riusciamo a ridurre il trasporto dei bancali all’interno della supply chain utilizzando gli stessi trasportatori e ottimizzando allo stesso tempo i carichi». «Chep ci aiuta a crescere soprattutto in efficienza perché ci permette di eliminare alcune problematiche e di sensibilizzare i nostri clienti, anche i più piccoli, verso l’adozione di tecnologia e di bancali che rendono la supply chain molto più efficiente», assicura Leandro Mondino, responsabile acquisti Lauretana. «Grazie al robot Klippa siamo orgogliosi di poter offrire oggi ai nostri clienti un servizio qualitativamente più elevato con la massima innovazione tecnologica attualmente disponibile sul mercato e che ci distingue dai nostri principali concorrenti» conclude Paola Floris. Per informazioni: www.chep.com Zero emissions by Hortech’s picker Da Hortech la raccoglitrice a zero emissioni “Greener” vegetables thanks to Slide Eco, the first electric picker produced by Hortech, the innovative company that deals with horticultural mechanization sector. Its debut was at Macfrut in Cesena, where the company gained a large agreement for the creation of the first electric picker – therefore, zero gas emission – devoted to leaves vegetables. Slide Eco was born to eliminate the gas pollution level produced by endothermic engines, replacing them with electric engi- nes, in order to increase the value added of vegetables cropped in accordance with organic and eco-friendly methods. Slide Eco has an electric engine that develops 30 KW power, supplied by a dynamo that has 14 working hours endurance. Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 59 commercial news le aziende informano puntualmente i prodotti a distributori e punti vendita. Per garantire sempre la massima qualità, tutti i pallet di Chep vengono accuratamente selezionati e forniti al cliente solo dopo essere stati sottoposti a rigidi controlli di qualità interni ed esterni. Prima di essere inviati ai clienti, tutti i pallet sono controllati in dettaglio da un Centro servizi Chep e, se necessario, rigenerati per assicurare sempre standard qualitativi elevati. I Centri servizi di Chep in Italia sono attualmente 14, dislocati in diverse regioni geografiche. Di questi il centro di Massalengo, nato alla fine del 2005, rappresenta uno dei più importanti e gestisce tutta l’area lombarda con 1.175 distributori e 161 produttori. Il 75% della raccolta di pallet viene effettuata in un raggio di 80 km dal centro, mentre il 60% delle consegne alle aziende di produzione avviene sempre in un raggio di 80 km, con una gestione completa della movimentazione dei camion e il più alto volume di traffico in Italia. Il Centro servizi di Massalengo è oggi un ottimo esempio di automazione, efficienza e procedure efficaci grazie all’introduzione al proprio interno del robot Klippa. Il robot Klippa è una cella automatizzata che taglia gli elementi danneggiati del pallet attraverso un sistema idraulico: una volta identificato, il pezzo difettoso del pallet viene tagliato e poi lasciato cadere su un nastro e trasportato nel contenitore degli scarti. Immediatamente dopo, il pallet viene riparato manualmente con i pezzi di ricambio. La tecnologia all’avanguardia e i controlli meccanici rigorosi del robot Klippa permettono di rimuovere i difetti dei pallet, dalle schegge alle rotture, ad altre irregolarità, fornendo quindi al cliente pallet sempre conformi alle specifiche tecniche. commercial news le aziende informano Slide Eco has an electric engine that develops 30 KW power, supplied by a dynamo that has 14 working hours endurance. Slide Eco ha un motore elettrico che sviluppa una potenza di 30 Kw, alimentato da una batteria che consente un’autonomia di 14 ore lavorative. Recharging lasts 3 hours and it can be made by an issued cable of 10A, which can be connected to a normal domestic cable of 220 V. The average life of the dynamo is equal to 1,500 recharges that can be translated in more than 4 years of non-stop job. Bides the swerve angle up to 45/47 degrees, Slide Eco has a moving speed that reaches 10 km/h, by no vibrations in all conditions of use, so, it implies an improvement in quality conditions of workers. Because of these reasons, and thanks to its mechanical features, Slide Eco is a machine that produces economic profits, as it remarkably reduces the consumption costs, besides offering eco-friendly solutions and ergonomics of use. «We thought it right to start to interpreter the technological innovation across a new perspective – said Luca Casotto of Hortech –. We believe that a company that wants to define itself innovative cannot just stop to the application of new generation technology, exclusively at process, but it also has to consider the new and shared needs linked to environmental respect and consumers’ health. Therefore, Slide Eco represents a starting point that looks to the future. A small revolution for vegetables sector and the top for vegetable growers, who are inclined to carbon free imprint, by this kind of mechanization that gets rid of exhaust gas». For further information: [email protected]; www.hortech.it (English version by Ilaria Nanni) Ortaggi più ‘verdi’ grazie a Slide Eco, la prima 60 macchina raccoglitrice elettrica prodotta da Hortech, azienda innovativa che opera nel campo della meccanizzazione del comparto orticolo. Il debutto è avvenuto al Macfrut di Cesena, dove l’azienda ha ottenuto ampio consenso per la creazione della prima raccoglitrice dedicata alle colture orticole per foglie da taglio a funzionamento elettrico e, pertanto, a zero emissioni. Slide Eco è nata per eliminare il livello di inquinamento prodotto dai gas di scarico dei motori endotermici, sostituendo quest’ultimi con motori elettrici, in un’ottica di potenziale aumento del valore aggiunto delle colture orticole coltivate con metodologie biologiche o ecocompatibili. Slide Eco ha un motore elettrico che sviluppa una potenza di 30 Kw, alimentato da una batteria che con- sente un’autonomia di 14 ore lavorative. La ricarica dura 3 ore ed è effettuabile con il cavo da 10A in dotazione, collegabile a una normale presa domestica di 220 V. La durata media della batteria è di 1.500 ricariche, dato che si traducono in oltre 4 anni di lavoro continuativo. Oltre all’angolo di sterzata che arriva fino a 45/47 gradi, Slide Eco ha una velocità di trasferimento che raggiunge i 10 km/h, con vibrazioni assenti in tutte le condizioni di utilizzo, comportando così un miglioramento della qualità delle condizioni di lavoro degli operatori. Per questi motivi e grazie alle sue caratteristiche meccaniche, Slide Eco è una macchina che, oltre a offrire soluzioni ecosostenibili e di ergonomia di utilizzo, produce anche vantaggi economici poiché riduce notevolmente i costi dei consumi. «Abbiamo ritenuto opportuno cominciare a interpretare l’innovazione tecnologica lungo una nuova prospettiva – dichiara Luca Casotto di Hortech – Riteniamo che un’azienda che vuole definirsi innovativa non può più fermarsi all’applicazione della tecnologia di ultima generazione esclusivamente al processo, ma deve considerare anche le nuove e condivise esigenze legate al rispetto dell’ambiente e alla salute del consumatore. Per questo motivo Slide Eco rappresenta un punto di partenza che guarda al futuro. Una piccola rivoluzione per il comparto e il top per gli orticoltori che con questo tipo di meccanizzazione che elimina l’inquinamento dai gas di scarico tendono all’impronta carbon free». Per informazioni: [email protected] www.hortech.it Slide Eco was born to eliminate the gas pollution level produced by exhaust gas of endothermic engines, replacing them with electric engines. Slide Eco è nata per eliminare il livello di inquinamento prodotto dai gas di scarico dei motori endotermici, sostituendoli con motori elettrici. Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 Six engagements to face the crucial challenges for the Planet and the world population. A full and ambitious plan, with measurable targets that can be easily reached within 2020. A focus on the efficiencies of natural resources, environment and rural communities. Syngenta drew up six engagements to face the global challenge of food safety. “The Good Growth Plan – The actual engagements for the agricultural future” has specific, ambitious and quantifiable targets turned to boost the efficiency of natural resources, to reinvigorate the ecosystems and to reinforce the rural communities. 1. To make crops more efficient: to rise by 20% the average productiveness of the most important crops worldwide, without exploiting more soil, water nor agricultural products. 2. To preserve more the arable land: to improve the fertility of 10 million hectares of agricultural lands at the risk of deterioration. 3. To favour the development of biodiversity: to enrich the biodiversity by 5 million hectares of agricultural lands. 4. To make small growers stronger: to reach 20 million of small breeders by letting them increase the agricultural productiveness by 50%. 5. To contribute to people’s safety: to form 20 million farmers on industrial safety, in particular on the developing Countries. 6. To take care of every single worker: to commit themselves to obtain equal conditions of work all along the suppliers’ chain. Mike Mack, CEO at Syngenta, declares: «We have always been perfectly conscious that our business could rise only by guaranteeing a sustainable agriculture. We continuously try to transmit such awareness to the attention we pay to the land, to technology and to people. Now, the moment is come for rising the level of our contribution and that represents the driving force which will lead the announced engagements». The Good Growth Plan - The actual engagements for the agricultural future expresses Syngenta’s conviction that there is a need of increasing the agricultural productiveness to succeed in feeding a global population that rises by 200 thousand persons, every day. At the same time, the agricultural lands are going to exhaust because of urbanization and soil erosion, while the water supply are more and more exploited. The rural communities – in charge of food production – are often prisoners of poverty. During a series of launching events all over the world, Syngenta met the opinion leaders to discuss these challenges and it fixed the contribution it wants to give to face them. A wide research pointed out the common vision of the Company, according to which agriculture needs to become more responsible. While the governments are mainly considered responsible to assure a safe supply of food, Syngenta considers that is up to firms to carry out a more important role on approaching food safety promotion, on the long run. This means, to make use of conspicuous investments on Research and development to promote technologies not only to protect, but also to improve the environment, giving benefits to rural communities. Mack went on: «To carry out these engagements it will not be easy, because of the contrasting opinions of the society on agriculture and food production. The Good Growth Plan - The actual engagements for the agricultural future represents our joint engagement as a Company that wants to make the difference and wants to give a contribution to improve the status quo. We are conscious that we cannot solve these problems by ourselves, and it’s because of this that we are involving the stakeholder worldwide, to share our aims and to take advantage of their contributions». For further information: www.goodgrowthplan.com (English version by Ilaria Nanni) Sei impegni per affrontare le sfide cruciali per il pianeta e la popolazione mondiale. Un piano completo e ambizioso con obiettivi misurabili da raggiungere entro il 2020. Un focus sull’efficienza delle risorse naturali, l’ambiente e le comunità rurali. Syngenta ha elaborato sei impegni per affrontare la sfida globale della sicurezza alimentare. “The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura” ha obiettivi specifici, ambiziosi e quantificabili volti a potenziare l’efficienza delle risorse naturali, rinvigorire gli ecosistemi e rafforzare le comunità rurali. 1. Rendere le colture più efficienti: aumentare la produttività media delle colture più importanti del mondo del 20%, senza utilizzare più suolo, acqua e prodotti per l’agricoltura. 2. Preservare più terreni agricoli: migliorare la fertilità di 10 milioni di ettari di terreni agricoli a rischio di degrado. 3. Favorire lo sviluppo della biodiversità: arricchire la biodiversità di 5 milioni di ettari di terreni agricoli. 4. Rendere più forti i piccoli produttori: raggiungere 20 milioni di piccoli produttori consentendo loro di aumentare la produttività agricola del 50%. 5. Contribuire alla sicurezza delle persone: formare 20 milioni di agricoltori sulla sicurezza sul lavoro, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. 6. Prendersi cura di ogni singolo lavoratore: impegnarsi per ottenere eque condizioni di lavoro in tutta la nostra rete di fornitori. Mike Mack, Ceo di Syngenta, ha dichiarato: «Siamo sempre stati perfettamente consapevoli che il nostro business possa crescere soltanto garantendo un’agricoltura sostenibile. Cerchiamo continuamente di trasferire questa consapevolezza nell’attenzione che rivolgiamo alla terra, alla tecnologia e alle persone. È arrivato il momento di aumentare il livello del nostro contributo e ciò rappresenta la forza trainante che guiderà gli impegni annunciati». Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 61 commercial news le aziende informano Syngenta launches The Good Growth Plan Syngenta lancia il progetto The Good Growth Plan commercial news le aziende informano The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura esprime la convinzione di Syngenta della necessità di incrementare la produttività agricola per riuscire a nutrire una popolazione mondiale che aumenta di 200mila persone ogni giorno. Allo stesso tempo, i terreni agricoli si stanno esaurendo a causa dell’urbanizzazione e dell’erosione del suolo, mentre le risorse idriche sono sempre più sfruttate. Le comunità rurali – responsabili della produzione del cibo – sono spesso prigioniere della povertà. Nel corso di una serie di eventi di lancio a livello mondiale, Syngenta ha incontrato gli opinion leader per discutere di queste sfide e ha stabilito il contributo che intende dare per affrontarle. Un’ampia ricerca ha evidenziato la comune visione della società secondo cui l’agricoltura ha bisogno di diventare più responsabile. Mentre i governi sono considerati principalmente responsabili di garantire una sicura disponibilità di cibo, Syngenta ritiene che spetti alle imprese svolgere un ruolo più importante nella promozione di un approccio a lungo termine per la sicurezza alimentare. Questo significa utilizzare i nostri cospicui investimenti in Ricerca e sviluppo per promuovere le tecnologie che non si limitino a proteggere, ma migliorino l’ambiente dando benefici alle comunità rurali. Mack ha proseguito: «Portare avanti questi impegni non sarà facile a causa dei pareri contrastanti della società su agricoltura e produzione alimentare. The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura rappresenta il nostro impegno collettivo come azienda che vuole fare la differenza e dare un contributo a migliorare lo stato delle cose. Siamo consapevoli di non poter risolvere da soli questi problemi ed è per questo che stiamo coinvolgendo gli stakeholder di tutto il mondo per condividere i nostri obiettivi e beneficiare dei loro contributi». Per informazioni: www.goodgrowthplan.com. WorldFood Moscow’s global appeal strengthens Si rafforza nel mondo l’attrattiva di WorldFood Moscow The 22nd edition of WorldFood Moscow took place on 16-19 September 2013 at the Expocentre in Moscow. The exhibition yet again proved its global importance as national groups from Poland, Tunisia, Dubai, Palestine, Brazil, Romania, the UK and South Africa exhibited for the first time. Furthermore, the show witnessed the highest amount of exhibitors and unique visitors to date. Over four days, 1,634 companies congregated to showcase brands from 69 countries, increase their business and learn more about the growing Russian market. This year, South Africa had a large presence, exhibiting for the first time with 25 companies. The national group showcased 62 appetising South African exports, including wines, preserves, fruit, and other popular cuisines from the country. Trade associations EBLEX, MATRADE, Brazilian coffee roaster and AWEX also premiered at the event. Fabio Mauro, Director of Wallonia Foreign Trade & Investment Agency (AWEX) commented, «This is our first time exhibiting at WorldFood Moscow. There are a lot of markets which are developing at the moment, Russia is one of them. Overall the impression is great so we will definitely come back next year». Both Indonesian and Vietnam national group stands had a two-fold increase in their Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 representation. In addition, Spain vastly increased their exhibition space, and Italy and Greece had a large presentation. An extensive business programme took place alongside the exhibition, which this year included the Product of the Year, the Food Forum and the New Product Showcase. In addition, live cooking demonstrations brought the show to life, as exhibitors and visitors experienced the smells, sounds and tastes of the produce on offer. As well as the aforementioned events, the Retail Centre returned to the show. This dedicated service enables companies to directly negotiate with Russia’s leading retail chains and national supermarkets. Richard Green, International Sales Manager, Coombe Castle, UK, stated: «We have seen a fantastic amount of customers from nearly every different sector of the food industry, including the top five retailers in Russia, who have been around our stand. Already we have had direct responses, and we have signed a contract with a new distributor. WorldFood Moscow has been a great success». International support and presence at the event was also strong. Speakers at the opening ceremony included: Mr Mandisi Mpahlwa, Ambassador of South Africa in Russia; Mr Owen Patterson, UK’s Secretary of State for Environment, Food and Rural commercial news le aziende informano Affairs; and Sergey Doronin, Deputy Chairman from the State of Duma, Russia. Their presence was further enhanced with international buyer delegations eager to find out more about Russia’s food and drink market. Tony Higginson, Head of Sales, ITE Group plc, said, «We are delighted with the increased amount of exhibitors this year; this is testament to WorldFood Moscow and Russia’s increasing global importance. We’ve received positive feedback from our participants regarding this dynamic market, many of whom have had successful negotiations onsite. I look forward to next year’s edition of the show – which I am sure will be another success». The 23rd edition of WorldFood Moscow will take place on 15-18 September 2014. For more information, please visit the website: www.world-food.ru. Dal 16 al 19 settembre 2013 si è tenuta all’Expocentre di Mosca la 22ma edizione di WorldFood Moscow. Anche quest’anno la manifestazione ha visto confermata la sua importanza sul piano mondiale: vi erano rappresentati infatti per la prima volta Polonia, Tunisia, Dubai, Palestina, Brasile, Romania, Regno Unito e Sudafrica. Rispetto alle edizioni precedenti, inoltre, si è registrato il record di espositori e di visitatori: nel corso di questi quattro giorni, le 1634 compagnie che si sono date convegno qui hanno esposto in vetrina i marchi di 69 paesi diversi, dando impulso al proprio business e cogliendo l’opportunità di conoscere più da vicino il mercato russo e la sua crescita. Di particolare rilievo la partecipazione del Sudafrica, al suo debutto nella manifestazione, con 25 espositori. A rappresentare il meglio dell’esportazione sudafricana, vini, confetture, frutta e altri rinomati prodotti della gastronomia locale. L’evento ha visto per la prima volta la presenza anche di associazioni di settore come Eblex (divisione dell’agriculture and horticulture development board (Ahde), ente non governativo per lo sviluppo dell’industria agroalimentare, che sostiene la filiera delle carni bovine e ovine inglesi (N.d.T.), Matrade (Malaysian external trade development corporation, l’agenzia che promuove il commercio estero della Malesia)., l’Associazione brasiliana torrefattori di caffè e la Awex. Fabio Mauro, direttore della Awex, agenzia per il commercio estero e investimenti della Vallonia, ha commentato: «Questa è la prima volta che partecipiamo a WorldFood Moscow. Ci sono molti mercati in espansione in questo momento, tra cui la Russia. L’impressione complessiva è molto positiva, l’anno prossimo torneremo senz’altro». Gli spazi espositivi in rappresentanza di Indonesia e Vietnam sono raddoppiati, quello della Spagna Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 63 commercial news le aziende informano WorldFood Moscow 2013 Statistics I dati di WorldFood Moscow 2013 • • • • • Exhibitors: 1,634 Visitors: 26,666 National & regional groups: 96 Countries represented: 69 The exhibition is divided into the following product sectors: Meat and Poultry, Fish and Seafood, Fruit and Vegetables, Confectionery and Bakery, Groceries, Oils, Fats and Sauces, Frozen Products, Preservation, Dairy, Tea and Coffee, Drinks, Equipment & Packaging, Frozen Foods, Halal, Food Products, Kosher Food Products, Organic and Health Foods, Tinned Foods, Tobacco, Private label, Private Label Goods. 64 • • • • • Espositori: 1634 Visitatori: 26.666 Gruppi nazionali e regionali: 96 Paesi rappresentati: 69 Questi i settori e i prodotti rappresentati a WorldFood Moscow: Carne e pollame, prodotti ittici, prodotti ortofrutticoli, prodotti da forno e dolciari, alimentari in genere, oli, grassi e salse, prodotti surgelati, conservazione dei cibi, latticini, tè e caffè, bevande, attrezzature e packaging, alimenti surgelati, alimenti halal e kosher, alimenti biologici e salutistici, cibi in scatola, tabacco, private label e prodotti private label. Fresh Point Magazine n.11 – november/novembre 2013 è significativamente aumentato e anche Italia e Grecia hanno avuto ampia visibilità. Nel corso della manifestazione si è svolto un ricco programma di iniziative, che quest’anno includevano Il Prodotto dell’anno, il Food Forum e la Vetrina dei nuovi prodotti. Inoltre, le dimostrazioni culinarie in diretta hanno dato un tocco di vivacità offrendo a espositori e visitatori la possibilità di apprezzare profumi, caratteristiche e sapori dei prodotti presentati. Ha confermato la sua presenza anche il Retail Centre, un servizio tramite cui le aziende possono stringere rapporti commerciali diretti con le principali catene di vendita al dettaglio e supermercati russi. Richard Green, International Sales Manager di Coombe Castle, Regno Unito, ha dichiarato: «Abbiamo avuto la possibilità di incontrare tantissimi clienti, praticamente di ogni settore dell’industria alimentare, che hanno visitato il nostro stand, compresi i primi cinque rivenditori al dettaglio della Russia. Abbiamo ottenuto un responso immediato e abbiamo anche siglato un contratto con un nuovo distributore. Il WorldFood Moscow è stato insomma un grande successo». Notevoli poi la partecipazione e il sostegno internazionali: tra gli interventi alla cerimonia di apertura ricordiamo quelli di Mandisi Mpahlwa, ambasciatore del Sudafrica in Russia, del segretario di stato per l’Ambiente e l’agricoltura del Regno Unito, Owen Paterson, e quello di Sergey Doronin, vicepresidente della Duma per l’Agricoltura. Alla loro presenza si è aggiunta quella delle delegazioni dei buyer internazionali, desiderosi di conoscere meglio il settore Food&Drink del mercato russo. Tony Higginson, direttore vendite di ITE Group plc, organizzatore dell’evento, ha detto: «L’incremento del numero di espositori registrato quest’anno è una grande soddisfazione per noi, ed è la riprova di quanto WorldFood Moscow e la Russia e stiano crescendo sul piano internazionale. Dai partecipanti, molti dei quali vi hanno portato a termine con successo trattative commerciali, abbiamo ricevuto feedback positivi su questo mercato dinamico. Ora stiamo pensando già alla prossima edizione che – ne sono certo – sarà un altro successo». La 23ma edizione di WorldFood Moscow si terrà dal 15 al 18 settembre 2014. Per saperne di più, visitate il sito: www.worldfood.ru Per informazioni: www.ite-exhibitions.com (Traduzione di Maria Schiavoni)