BILANCIO
SOCIALE
1988-2007
20 anni
di Solidarietà
a Carpi
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SOMMARIO
Presentazione
................................................................................... pag. 05
Nota metodologica ................................................................................ pag. 06
1.
IDENTITÀ
2.
LE RISORSE
ECONOMICHE E
FINANZIARIE
3.
IL GOVERNO
E LE RISORSE
UMANE
1.1.
Profilo generale dell’organizzazione ................................................ pag. 07
1.2.
Il contesto di riferimento
1.3.
La storia
1.4.
La missione e i valori ..................................................................... pag. 13
1.5.
Gli stakeholder ........................................................................... pag. 16
2.1.
Le risorse raccolte ed il loro
..................................................................
utilizzo
pag. 18
3.1.
La compagine sociale
3.2.
Il governo ed i processi di partecipazione
3.3.
Le persone che collaborano
...............................................................
con l’organizzazione
pag. 21
............................................................... pag. 07
................................................................................... pag. 07
......................................... pag. 20
3.3.1 Obiettori e servizio civile
.............................. pag. 20
........................................................... pag. 22
3.3.2 Servizio Volontario Europeo ............................................................ pag. 23
4.
IL PERSEGUIMENTO
DELLA MISSIONE
3.4.
La formazione dei volontari
4.1.
Promuove opere in favore delle persone in difficoltà, fornendo loro un sostegno morale e materiale per un personale cammino di promozione umana ...................................................... pag. 25
4.1.1. Centro di Ascolto
4.1.2. Gestione case
................................................. pag. 24
.............................................................. pag. 25
........................................................... pag. 28
4.1.3. Ricerca e orientamento
...................................................................................
al lavoro
pag. 30
4.1.4. Osservatorio sulle povertà
........................................................... pag. 31
4.1.5. Attività a favore dei nomadi ............................................................ pag. 34
4.1.6. Carcere
.............................................................................. pag. 35
4.1.7. Attività con le scuole ...................................................................... pag. 36
4.2.
Promuove uno stile di vita maggiormente consapevole della limitatezza delle risorse e del degrado dell’ambiente, evitando gli sprechi
.............................................................................. pag. 38
4.2.1. Dal vecchio magazzino, passando al Mantello, fino a Recuperandia ............................................................................ pag. 38
4.2.2. Recuperandia - raccolta, selezione, esposizione e vendita di materiale usato .......................................................................... pag. 40
4.2.3. Comunicazione e promozione ........................................................ pag. 43
4.2.4. Educare alla cittadinanza attiva verso il consumo critico e il rispetto dell’ambiente ................................................................... pag. 44
4.2.5 Laboratorio socio occupazionale ..................................................... pag. 47
3
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PrEsENTAzIONE
Porta Aperta compie vent’anni.
E’ diventata grande in età e in servizio. E’ partita nel 1988 con l’arrivo
dei primi immigrati bisognosi di tutto, dal mangiare al vestire, dalla casa al
lavoro; è partita dalla sensibilità di Romana Zelocchi che, con alcune amiche,
ha costituito il primo nucleo di Porta Aperta.
Oggi, dopo vent’anni ininterrotti di servizio verso chi vive in situazione di
bisogno e di disagio, l’associazione Porta Aperta sente l’esigenza di fare una
verifica di quanto già fatto per interrogarsi sul da farsi da oggi in poi.
Per questo motivo Porta Aperta ha redatto il bilancio sociale che è occasione
per rivedere il cammino percorso attraverso tantissime esperienze che, nel
tempo, hanno caratterizzato il servizio.
Porta Aperta… all’inizio, soprattutto per gli stranieri immigrati, poi rivolta
ai nomadi Sinti e a chiunque aveva ed ha ancora oggi bisogno di un aiuto
economico o anche solo di ascolto.
Distribuzione di alimenti, di vestiti, di mobili, ricerca di casa, ricerca del lavoro,
sono stati i servizi iniziali dell’associazione che ancora oggi si attuano, con
crescente afflusso di persone in difficoltà, sia italiani che stranieri.
Nel tempo Porta Aperta ha dato vita alla cooperativa sociale “Il Mantello”,
nata come cooperativa di tipo B per l’inserimento lavorativo di persone
svantaggiate e oggi cooperativa di tipo A e B per gestire anche servizi socioassistenziali ed educativi.
Successivamente, nel 2002, ha deciso di aprire “Recuperandia” per dare
ancora vita alle cose e per favorire l’acquisto a prezzi simbolici di mobili,
abbigliamento, casalinghi e altro, da chi è in difficoltà.
All’inizio della vita di Porta Aperta i volontari erano pochi ma nel tempo sono
aumentati e oggi circa 60 volontari collaborano con gli operatori specializzati,
organizzando anche, per e con le scuole, laboratori di falegnameria, di cucito
e manutenzione di biciclette vecchie o danneggiate.
E’ evoluta ed ora vuole fare il punto della situazione per verificare ciò che è
stato fatto finora e scoprire quale sarà il futuro che deve intraprendere per
rispondere, come sempre, ai bisogni vecchi e nuovi del territorio, mettendosi
sempre più in rete con i servizi situati sul territorio stesso (comune, fondazioni,
chiesa, associazioni datoriali, ecc..), per essere sempre più… Porta Aperta,
capace di ascolto e di sollievo dei bisogni.
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NOTA METODOLOGICA
Porta Aperta Carpi ha deciso di riprendere, in occasione del suo ventennale, il
percorso per la redazione del Bilancio sociale. Un percorso già avviato nel 2002 con
la redazione del Bilancio sociale del Progetto “Recuperandia”.
Il Bilancio 1988-2008 vuole rappresentare in modo sintetico quanto realizzato nei
primi venti anni di attività dell’associazione.
Il percorso di elaborazione del Bilancio, partito nella primavera del 2007, è stato
affidato ad un gruppo di lavoro composto da volontari1 e operatori2 dell’associazione,
coordinati dal direttore Stefano Facchini e accompagnati dai consulenti del Centro di
Servizio per il Volontariato di Modena3.
Il percorso ha visto il coinvolgimento e la collaborazione di diversi stakeholder:
• I volontari dell’associazione - durante il lavoro sono stati organizzati quattro
incontri nel corso dei quali il gruppo di lavoro ha aggiornato i volontari su quanto
fatto e ha interloquito su alcuni aspetti fondamentali quali, la missione, i valori e gli
stakeholder.
• I destinatari delle attività - nel corso del 2008 sono state realizzate distinte
attività di analisi sui fruitori delle attività del Centro di ascolto e di Recuperandia.
Rispetto al Centro di ascolto sono stati somministrati e raccolti 127 questionari, mentre
per quanto riguarda Recuperandia sono state raccolte valutazioni da 27 insegnanti,
351 studenti, 124 clienti del negozio e 62 cittadini che hanno conferito beni a
Recuperandia.
• I parroci - in considerazione della centralità di queste figure, l’associazione ha
incontrato e intervistato 13 parroci della Diocesi.
• Altri stakeholder - inoltre, al fine di ricostruire la storia, sono stati intervistati
alcuni interlocutori di questi 20 anni di storia. Tra gli altri ricordiamo 3 Vescovi, 2
Direttori della Caritas, 3 volontari, 2 utenti, 2 operatori, 2 assessori e 4 obiettori di
coscienza.
In alcuni casi non è stato possibile reperire le informazioni sociali ed economiche che
dessero conto di quanto realizzato.
Il faticoso percorso intrapreso ci ha permesso di fare il punto della situazione dopo
venti anni di intenso lavoro al fianco dei più bisognosi.
Visti i risultati, intendiamo dare continuità, da un lato alle opere intraprese e dall’altro
alla rendicontazione sociale come strumento per legittimare sempre di più la presenza
di Porta Aperta a Carpi e in tutta la Diocesi.
Questo lavoro fatto attraverso i questionari ci ha consentito di ottenere un interessante
punto di vista: quello delle persone alle quali si rivolge il servizio della nostra associazione. Le sintetiche note inserite nelle sezioni “cosa dicono di noi…” intendono dare
ragione dell’opinione di chi frequenta i nostri centri.
Bruna Lodi (ex-Presidente), Luisa Bignardi (Presidente, Elena Bergamini (volontaria)
Alessandro Gibertoni e Linda Oliviero (Centro di Ascolto), Roberto Zanoli
(Recuperandia)
3 Cristina Bianchi (Area Progettazione CSV Modena) e Giovanni Bursi (consulente).
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1. IDENTITÀ
1.1.
Profilo
generale
dell’organizzazione
1.2.
Il contesto di
riferimento
Porta Aperta Carpi è una organizzazione di volontariato nata nel 1988 su stimolo della
Caritas Diocesana e iscritta al Registro Provinciale dal ’99 (Atto 27 del 12/02/1999).
L’Associazione opera in ambito sociale e si occupa di emarginazione, povertà e
sviluppo sostenibile sul territorio di Carpi (Modena) e dei comuni limitrofi.
Nel corso del 2007 Porta Aperta ha potuto contare sul contributo di 60 volontari attivi, di
cinque dipendenti (di cui tre part-time) retribuiti e di oltre 230.000 euro di entrate.
Carpi negli ultimi vent’anni ha subito diversi cambiamenti, come molte cittadine del Nord
Italia.
Dal 1986 al 20074, il numero dei residenti a Carpi è passato da 60.614 a 65.837
(con un aumento dell’8%). Negli ultimi vent’anni la fascia d’età con il maggior numero
di cittadini è sempre rimasta quella tra i 40 e i 64 anni. È aumentata costantemente la
popolazione ultra sessantacinquenne (da 9.130 a 14.088), mentre è diminuita quella
tra i 20 e i 39 anni, oggi pari a 17.146 unità. Carpi dunque non sembra una cittadina
attrattiva per i giovani che decidono di acquistare casa e mettere su famiglia. Lo conferma
il numero di residenti tra gli 0 e i 19 anni diminuito di circa 2500 unità dall’86 ad oggi,
anche se ultimamente in lieve ripresa è la composizione media delle famiglie, passata da
una media di 2,41 a quella di 2,76 componenti.
La popolazione immigrata5 è più che raddoppiata: si è passati da 969 persone immigrate
del 1986 alle 2189 del 2007. Anche la percentuale di emigrazione è aumentata molto:
del 67% (da 854 si è passati a 1424 emigrati del 2007). Più della metà dei cittadini
stranieri provengono da Asia e Africa, in particolare dal Pakistan, dalla Tunisia e dal
Marocco.
Un dato interessante che può aiutarci a misurare l’integrazione è quello sui matrimoni misti.
I matrimoni misti celebrati a Carpi nel 2007 superano di ben 10 punti percentuali quelli fra
stranieri.
1.3.
La storia
Porta Aperta è espressione concreta della Caritas Diocesana di Carpi.
I primi passi risalgono al giugno 1988 quando si fa insistente nella chiesa di Carpi
(gerarchia e laici) il bisogno di :
• organizzare un servizio per i poveri che non sia solo beneficenza, ma ascolto,
promozione ed intervento per un recupero e uno sviluppo delle potenzialità di ogni
singola persona
• di creare, con urgenza, un punto di riferimento per gli stranieri, soprattutto
maghrebini, nigeriani e ghanesi che cominciano ad essere presenti nella nostra città
Il Vescovo Alessandro Maggiolini e la signorina Romana Zelocchi, insieme ad alcuni
volontari danno vita a questa esperienza.
Inizialmente le attività e i servizi di Caritas (il cui direttore era Don Gianpio Caleffi) e Porta
Aperta sono tutt’uno. I primi passi sono un po’ faticosi com’è naturale per ogni inizio di
cammino: struttura, volontari,risorse, programmi e formazione. Porta Aperta, all’inizio, si
qualifica principalmente per un servizio rivolto agli stranieri ma aperto, comunque e sempre
a tutte le persone in situazione di bisogno, materiale ed esistenziale.
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5
Dati dell’ufficio statistica del Comune di Carpi.
Per immigrata si intende tutta la popolazione italiana e straniera che arriva nella città di Carpi.
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LA PRIMA LOCANDINA DEL GIUGNO 1988 RECITA COSÌ:
Dopo circa due anni Porta Aperta diventa punto di riferimento
anche per la comunità Sinta (un centinaio di persone) residente
nella nostra città e per tanti carpigiani che sempre di più,
superando reticenze, vergogne, paura, trovano in Porta Aperta
risposte immediate ai propri bisogni non solo materiali.
Con corsi di formazione per volontari, sempre più mirati ai vari
servizi che piano piano nascono dall’attenzione alle nuove
emergenze, Caritas e Porta Aperta coinvolgono volontari adulti
sempre più numerosi e, nel tempo, giovani ed obiettori, poi
operatori qualificati fino ad arrivare ad oggi, con la presenza
di giovani impegnati nel servizio civile e nel volontariato
europeo.
Porta Aperta inizia il suo specifico cammino l’11/08/1991
quando si rende autonoma dalla Caritas costituendosi poi, il
16/11/1995, in associazione legalmente riconosciuta “con
finalità di solidarietà sociale nei seguenti settori: assistenza,
beneficenza, istruzione, formazione, attività di promozione
culturale, tutela dei diritti civili” (dallo statuto).
Nei primi anni l’impegno più importante di Porta Aperta fu
perciò quello di rispondere ai bisogni primari degli stranieri,
sempre più numerosi a Carpi.Si diede inizio a:
• servizio di ascolto trasversale a volte ai vari
servizi e caratterizzato anche dai tempi lunghi di
permanenza al centro degli utenti che, non avendo
altri luoghi in cui incontrarsi e stare in compagnia
tra loro e con alcuni carpigiani, si fermavano
fino a tarda sera in sede.
• un servizio distribuzione alimenti,
vestiario, mobilio favorito dalla generosità dei
carpigiani
• un servizio di ricerca casa a cui risposero
generosamente privati cittadini, diocesi, imprenditori,
Ente Pubblico mettendo a disposizione case private,
canoniche, prefabbricati, terreno, allacciamenti … fino ad
arrivare a 14 appartamenti dislocati tra Disvetro, Migliarina,
Gargallo, San Marino. Merita ricordare che le nostre case
furono abitate da subito, da famiglie o da singoli già in
attesa di imminente ricongiungimento.
Fu una scelta felice perché ci preservò da tanti problemi
legati alla convivenza obbligata di persone diverse. In
questi 20 anni furono ospitate nelle nostre case un centinaio
di famiglie straniere.
• un servizio di ricerca lavoro che favoriva l’approccio
tra imprenditore e operaio. E’ tutt’ora attivo due volte la
settimana ed offre un servizio prezioso a centinaia di
persone.
• un servizio di scuola d’italiano per dare allo
straniero lo strumento utile per capire e farsi capire, per
relazionarsi ed integrarsi. Significative furono le varie attività
extrascolastiche organizzate dalle insegnanti per favorire
una serena conoscenza di culture diverse (cene, festicciole,
gite a Mantova, Venezia, lago di Garda…)
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Per capire bene il movimento degli utenti dei primi anni è interessante
osservare la seguente tabella:
Tunisia
Marocco
Altre Nazionalità
Italiani
Totale
1988
12
16
5
15
48
1989
25
22
17
23
87
1990
72
68
45
25
210
1991
85
68
58
30
241
1992
44
55
95
45
239
Totale
238
229
220
138
825
Fin dai primi anni le persone e le famiglie che si rivolgevano al Centro di Ascolto
ricorrevano più volte, nel corso dell’anno, all’aiuto dei volontari.
Appare chiaro l’aumento degli stranieri e quanto ancora faticassero i carpigiani a servirsi
del nostro centro.
Significativa è invece la percentuale attuale degli italiani che raggiunge quasi il 35%.
Anche l’aspetto economico, nel tempo, ha subito variazioni significative che meritano di
essere ricordate. Lo slancio iniziale di solidarietà dei carpigiani verso gli stranieri e i poveri
in genere si concretizza in abbondanti e frequenti offerte in denaro che, piano piano, sono
andate scemando perché in molti, la generosità è stata sopraffatta dalla paura del numero
crescente e dalla diversità di cultura.
Oggi il finanziamento di Porta Aperta è legato, in parte, ancora ai privati che molte volte
si servono del nostro servizio come tramite per aiutare persone o famiglie nel bisogno, a
una parte dell’8 per mille, a finanziamenti di progetti da parte di enti pubblici, Fondazione
CRC, Caritas ITALIANA e oggi soprattutto dal progetto Recuperandia.
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Fare memoria storica della storia di Porta Aperta ci porta a ricordare i momenti e le attività
più importanti del nostro passato che hanno segnato un cammino sì faticoso ma sempre in
salita e rispondente alle esigenze del momento perché sorretto dalla passione per l’uomo,
dalla difesa dei suoi diritti e dall’attenzione alla storia.
Li elenchiamo perché danno spessore anche al lavoro di tanti volontari e operatori che con
generosità hanno donato e donano tempo, energie, competenze, idee, creatività …
LA FESTA
MULTIETNICA
10
Ricordiamo:
• la festa Multietnica: i primi tentativi di festa, già nel 1988, furono caratterizzati
da pranzi, cene, pomeriggi di spettacoli vari, poi, nel tempo, sfilate, convegni, tavole
rotonde, concerti, films, gare sportive… per 12 anni si organizzò, a fine primavera, la
festa multietnica “Una città, mille paesi”cercando sempre di coinvolgere, fin dall’inizio,
privati e associazioni italiane e straniere.
Il 2006 ricorda la 12ma e ultima festa multietnica organizzata da Porta Aperta.
A questa è seguito un periodo sabbatico per riflettere e chiederci se è ancora valida tale
festa oggi, quando tante associazioni di stranieri sono in grado di organizzare e gestire
feste simili. Per Porta Aperta il modello iniziale non è più valido, il nuovo è in gestazione.
RADIO AZZURRA
MERCATINO
NATALIZIO
SERVIZIO AI SINTI
COOPERATIVA
IL MANTELLO
MENSA
• Rete Azzurra: per alcuni mesi nel 1995, Porta Aperta gestì una radio privata, Radio
Azzurra, con un contributo economico offerto anche dall’Ente Pubblico. Le trasmissioni
diedero voce a stranieri, ad associazioni varie, a privati carpigiani, ad alcuni enti….
Fu organizzata dai giovani volontari di Porta Aperta, obiettori compresi, e da giovani
stranieri e carpigiani. Fu una forte esperienza di integrazione e di sensibilizzazione del
territori al problema immigrazione.
Musiche, canti, dialoghi, interviste, racconti di vita, usanze…la caratterizzavano.
• Mercatino natalizio: per 5 anni (due in collaborazione con il centro missionario) Porta
Aperta organizzò, in negozi sfitti e offerti gratuitamente da privati, un mercatino dell’usato
con vestiti, pizzi, oggettistica anche multietnica, mobili antichi o datati, manufatti…..
L’iniziativa era attesa dai carpigiani e ben valorizzata e costituiva una importante fonte di
autofinanziamento. Questa iniziativa, insieme all’utilizzo di magazzini presi in affitto per la
distribuzione di vestiario e mobilio furono il “seme” che portò all’attività di Recuperandia.
• Servizio ai Sinti: Porta Aperta collaborò e ancora collabora con l’opera Nomadi
prima e la Coop. Riparte poi, e con questa, con l’ente Pubblico per la gestione del campo
Nomadi di via Nuova Ponente e la ricerca e attuazione di percorsi nuovi che favorivano la
frequenza scolastica dei minori e la ricerca di una sistemazione lavorativa e abitativa.
I nomadi inoltre usufruiscono del servizio di distribuzione di alimenti, vestiti e aiuti
economici.
• Cooperativa Il Mantello: nel 1998 Porta Aperta, assieme a Caritas Diocesana, diede
vita alla coop. Il Mantello. Nata come cooperativa di tipo B per inserimento lavorativo di
persone svantaggiate, nel 2000 divenne anche cooperativa di tipo A per la gestione di
servizi socio-sanitari, assistenziali ed educativi.
• Mensa: nel 1999 si tentò di organizzare una mensa coinvolgendo, per il servizio,
tutte le parrocchie che risposero generosamente. L’iniziativa però non decollò perché non
rispondente al bisogno reale del nostro paese. Furono 20 i pasti distribuiti in 6 mesi.
11
I CENTRI
OPERATIVI
• Icentrioperativi: dopo varie assemblee con soci e volontari nelle quali si fece
una seria verifica sul nostro operato, sull’organizzazione, sull’incidenza educativa e di
sensibilizzazione del territorio, sui vari servizi e la loro gestione… si decise, nel 2002,
di dare vita a due centri operativi, ricchi di alcuni servizi, privilegiando, per quanto
era possibile, il tempo per l’accoglienza e l’ascolto e iniziative varie per il rispetto per
l’ambiente. Nacquero perciò, con servizi dislocati ma unificati nella stessa associazione
e dallo spirito che le univa fin dall’inizio il “Centro operativo d’ascolto” con sede in
via Peruzzi 38 (dove ha sede l’Associazione Porta Aperta) e il “Centro operativo di
Recuperandia” con sede in via Montecassino 10.
- IL CENTRO D’ASCOLTO: la suddivisione delle attività e dei servizi favorì
positivamente il servizio dell’accoglienza e dell’ascolto delle persone. Ambiente più
sereno e più tranquillo, tempi a disposizione più lunghi,volontari e operatori meno pressati
dal dare risposte concrete e immediate alle varie richieste favorirono percorsi e progetti
più personalizzati che portarono (e portano) a più frequenti soluzioni positive di tante
situazioni.
- RECUPERANDIA: la sua missione
è quella di promuovere uno stile di vita
maggiormente consapevole della limitatezza
delle risorse e del degrado dell’ambiente. Si
è evoluta l’iniziale attività della “distribuzione
vestiti e mobili” favorendo l’acquisto, a prezzi
simbolici, di vestiario, oggettistica, mobilio,
libri… salvaguardando sempre interventi
mirati e gratuiti per persone in situazione di
bisogno.
Si è dato (e si da) spazio e tempo a
progetti e percorsi educativi-formativi e
di sensibilizzazione per le scuole e le
associazioni, il territorio nel suo insieme.
Altre Caritas, in campo nazionale, sono
venute per vedere e conoscere questa
esperienza e realizzarla poi nelle loro
diocesi.
VITE IN
MOVIMENTO
12
• Viteinmovimento: nel 2006 si
caratterizzò la Festa Multietnica con
l’uscita di un libro “Vite in movimento”,
una raccolta di storie di vita raccontate
dalle persone conosciute a Porta Aperta.
Presenta esperienze significative di vite, di
integrazione, di speranza, di fatiche, di
delusione e di positività. Inviato a tutti gli Enti,
scuole, associazioni è uno strumento utile per
affrontare in modo più sereno e reale il tema
immigrazione.
CARITAS
OSSERVATORIO
DELLA POVERTA’
• Caritas, Osservatorio delle povertà: Porta Aperta
ha sempre collaborato con la Caritas diocesana
sostenendo e partecipando alle sue varie iniziative.
In particolare dal 1994 collabora con dati e
riflessioni alla pubblicazione annuale (curata per
anni dal Centro Ferrari di Modena) dell’opuscolo
“Osservatorio sulle povertà”
FORMAZIONE
• Formazione: merita una particolare sottolineatura
l’impegno costante e continuo di Porta Aperta per la
formazione dei suoi volontari e operatori. Strumenti
significativi sono state da sempre, le assemblee
settimanali e poi quindicinali, le équipes, i corsi
annuali di formazione con esperti (sulla conoscenza
di sé, sulle tecniche del servizio, sulle realtà del
territorio, sulle varie religioni…) convegni e incontri
tematici.
Oggi, dopo 20 anni di cammino, PORTA APERTA con serenità ma con sincerità
vuole “guardarsi” e confrontarsi con le realtà storica e socio-politica
del proprio territorio per gioire del positivo realizzato negli anni,
per riconoscere le proprie lentezze e/o insufficienze, per guardare al presente
e cogliere le emergenze, per progettare il futuro rispondendo sempre
alle sfide della storia e alle esigenze dei più bisognosi.
1.4.
LA MIssIONE
E I vALOrI
L’associazione si ispira al precetto evangelico della carità.
Porta Aperta nasce come diretta espressione della Chiesa diocesana di Carpi, in
particolare della Caritas diocesana, con lo scopo di promuovere nel territorio, opere e
servizi a favore di persone in condizione di bisogno. Ispirandosi al precetto evangelico
della carità, ricerca mezzi e strumenti idonei e rispondenti ai tempi per concretizzare le
opere di misericordia.
1. Promuove opere in favore delle persone in difficoltà, fornendo loro un sostegno
morale e materiale per un personale cammino di promozione umana.
L’associazione non ha fini di lucro e si propone l’esclusivo perseguimento di finalità
di solidarietà sociale nei seguenti settori: assistenza sociale, beneficenza, istruzione,
formazione, attività di promozione culturale, tutela dei diritti civili.
In particolar modo si propone di perseguire attività a favore di persone di qualsiasi
nazionalità, sesso, religione, razza, che si trovino in condizione di bisogno economico,
materiale e morale, al fine di promuovere la dignità umana, l’autonomia e l’indipendenza
possibile, la realizzazione personale all’interno della propria comunità, i percorsi di uscita
dall’emarginazione, l’integrazione nel tessuto sociale del territorio.
Promuove percorsi formativi per le persone che si rivolgono all’associazione.
Promuove ed organizza manifestazioni culturali al fine di favorire lo scambio tra culture
diverse.
Promuove lo sviluppo e la valorizzazione delle professionalità, capacità, competenze
e culture personali e nazionali, attraverso l’attenzione alla persona, la restituzione della
dignità perduta, il reinserimento nella comunità, la prospettazione di mete ulteriori rispetto al
ristabilimento delle condizioni di salute e/o benessere.
2. Promuove uno stile di vita maggiormente consapevole della limitatezza delle risorse e
del degrado dell’ambiente, evitando gli sprechi.
L’associazione offre la possibilità di far nascere un’attenta riflessione su ciò che oggigiorno
è compatibile con il consumismo e si impegna nel formare, a vario livello, la coscienza
critica del consumatore, intervenendo nelle sue normali abitudini di vita, cercando di
orientarlo verso un comportamento attento alla riduzione dei consumi e di avvicinarlo così
maggiormente al concetto di sobrietà.
13
I NOSTRI VALORI
Testimonianza cristiana
Fin dall’inizio dell’attività di Porta Aperta siamo stati animati dalla volontà di testimoniare
l’amore di Cristo verso il prossimo.
Sempre rispettosi, attenti a non giudicare e a non voler catechizzare.
Aiuto, solidarietà e condivisione
Per noi è fondamentale aiutare gli altri, impegnarsi ad aiutare qualsiasi persona che
manifesta un bisogno. Essere solidali non significa rispondere in modo positivo a tutte
le richieste, ma significa ascoltare, dare suggerimenti, indicazioni pratiche, cercare di
individuare il reale bisogno senza fermarsi alla prima apparenza.
Cerchiamo di condividere con le persone i problemi e le frustrazioni, di compatire
nell’accezione del “patire-con” senza tuttavia sostituirsi a chi deve affrontare i propri
problemi in prima persona.
Solidarietà significa anche donare ciò che non serve più ma che può essere ancora
utilizzato, avendo attenzione sia per le persone in difficoltà che per l’ambiente.
Accoglienza, ascolto e condivisione
Crediamo che vivere un cammino con altre persone richieda di capire come sono arrivate
ad essere ciò che sono, aiutandole magari a trarre lezioni di vita dal loro passato perché
non compiano gli stessi errori
Intendiamo la relazione, l’accoglienza e l’ascolto non solo quelle che avvengono nei
momenti e negli spazi formali, ma anche in colloqui informali e che si ritrovano in alcuni
atteggiamenti come quello di ricordarsi i nomi delle persone, nel non rimbrottare i
ritardatari, nel salutare affettuosamente, nel cercare di accogliere la persona per quello che
è, anche se non sempre è facile.
Solo attraverso un atteggiamento di disponibilità all’ascolto dell’altro, al confronto, si può
cercare di dare nuova vita non solo alle cosa ma anche alle persone. Ci impegnamo a
dare un senso più consapevole e pieno alla realtà e a mettere a disposizione gli strumenti
necessari per superare le difficoltà.
Siamo un luogo di incontro di uomini e donne di diversa razza, religione, lingua e cultura,
che nel rispetto reciproco decidono di percorrere insieme, anche se con motivazioni
diverse, lo stesso cammino di conoscenza nel tentativo di sperimentare la realtà
multiculturale.
14
Collaborazione e sussidiarietà
Nell’accezione più “politica” del termine; Porta Aperta ha tra i suoi valori fondanti quello di
sollecitare gli altri organi, soprattutto quelli pubblici, a fare tutto quanto è loro dovere fare.
Il valore della collaborazione implica un duplice aspetto: interno tra volontari e operatori
ed esterno con i soggetti che coinvolgiamo per la promozione del benessere delle persone
che incontriamo. Lo spirito collaborativo rappresenta un nostro tratto caratterizzante.
Nel nostro operare quotidiano si concretizza con un atteggiamento di disponibilità sia tra
colleghi, sia nei rapporti con i soggetti che interagiscono con il nostro lavoro.
Lo sviluppo di progetti ambiziosi come Recuperandia ha evidenziato la nostra attenzione a
sviluppare delle collaborazioni ad ampio raggio, sia in ambito pubblico che privato, che
associativo.
Il mettersi in relazione del nostro servizio implica non solo la relazione d’aiuto con l’utente
ma anche valorizzare la relazione con gli “attori” esterni che ruotano intorno a lui come la
famiglia, l’ambiente lavorativo, il padrone di casa ma anche i Servizi Sociali e gli altri enti
pubblici e privati che possono avere un ruolo nel cammino di questa persona.
Sobrietà
L’impegno di Porta Aperta su Recuperandia nasce anche come riflessione rispetto allo
stile di vita che ciascun cittadino oggigiorno conduce; pertanto il nostro impegno per
la promozione della sobrietà poggia su 4 imperativi “R”: Ridurre, ossia guardare
all’essenziale; Recuperare, ossia riutilizzare lo stesso oggetto finché è in servibile e riciclare
tutto ciò che può essere rigenerato; Riparare, ossia non gettare gli oggetti al primo danno;
Redistribuire il valore sociale ed economico generato da Recuperandia.
15
1.5. GLI
sTAKEhOLDEr
RISORSE
UMANE
STAKEHOLDER
DI MISSIONE
VOLONTARI
FRUITORI
DEL SERVIZIO
ENTI
PUBBLICI
NON
PROFIT
OPERATORI
CITTADINANZA
COMUNI
SOSTENITORI
E DONATORI
PARTNER
SOGGETTI
PRIVATI
ISTITUZIONALI
COOP
SOCIALI
ORGANIZZAZIONI
IMPRENDITORIALI
SOGGETTI
PRIVATI
IMPRESE
CITTADINANZA
VOLONTARI
IN SCV
GIOVANI
AUSL
VOLONTARIATO E
ASSOCIAZIONISMO
SPORTIVO
E CULTURALE
BORSE
LAVORO
MEDIA LOCALI
SCUOLE
CSV
GIOVANI
IN SVE
16
Gli stakeholder sono coloro che sono condizionati, direttamente o indirettamente, dalla
attività di Porta Aperta e/o a loro volta la condizionano.
Questa rappresenta una mappa schematica del nostro sistema di relazioni.
PROVINCIA
CHIESA
CHIESA
Di seguito diamo conto delle principali aspetti che intendiamo affrontare con i diversi
stakeholder
Le risorse umane
Volontari - proseguire l’investimento sulla “Carta del volontario”, sulle assemblee periodiche
e sulla formazione; sviluppare un migliore modello organizzativo.
Operatori - progettare percorsi di sviluppo del personale a livello formativo, retributivo e
organizzativo.
Volontari in servizio civile e in servizio europeo - valorizzare e promuovere la cittadinanza
attiva soprattutto tra i giovani; rafforzare il tutoraggio e la formazione dei volontari.
Borse lavoro - incrementare la capacità ricettiva in associazione e nei partner collegati.
Gli stakeholder di missione
Fruitori del servizio - rafforzare gli aspetti legati all’ascolto, all’orientamento e
all’accompagnamento delle persone; migliorare le modalità e gli strumenti di
comunicazione.
Cittadinanza e giovani - promuovere la diffusione di comportamenti solidali e sostenibili.
Media locali - divenire un punto di riferimento sul territorio rispetto ad alcune tematiche.
I partner e gli obbiettivi futuri
Enti pubblici6 - incrementare la collaborazione, nel rispetto dei ruoli, sia da un punto di vista
di condivisione delle informazioni che da un punto di vista progettuale.
La Chiesa7 - incrementare le occasioni di scambio e confronto; divenire un punto di
riferimento nella gestione degli aiuti alle persone bisognose.
I soggetti privati8 - stimolare i fornitori di beni (supermercati, Banco alimentare, ecc.) nel
calibrare meglio la distribuzione dei prodotti; migliorare la comunicazione; costruire
collaborazioni consolidate.
Non profit9 - incrementare la collaborazione su progetti specifici; affinare lo scambio di
informazioni sulla gestione di casi critici.
I sostenitori e i donatori
Istituzionali10 - incrementare e migliorare la progettualità innovativa.
Soggetti privati11 - incrementare e migliorare la progettualità innovativa; consolidare i
rapporti significativi.
Comuni del Distretto, Servizi sociali del Distretto Terre d’argine, Ser.T., SIMAP, Assessorati all’ambiente, Agenda 21 Provincia di Modena, Centri di Educazione Ambientale – CEA.
7 Caritas Diocesana di Carpi, Caritas Diocesana Reggiana, Parrocchie, Caritas Parrocchiali, Centri di Ascolto Regionali e Parrocchiali, Azione Cattolica, Gruppi sposi, Consultorio Familiare
8 Grande distribuzione organizzata (Coop, Conad), Menù, Agenzie interinali per il lavoro, Steel, BP Control, Confcommercio, CNA, Confesercenti, Federimpresa.
9 Coop Sociale il Mantello, Coop Sociale Riparte, Coop Sociale Nazareno, Coop Sociale Oltremare, Agape di Mamma Nina, Nuovi Orizzonti, Agesci Zona Carpi, Centro di Servizio per il Volontariato di Modena, US Carpine,
Circolo Cinematografico, Cineforum, Azione Solidale, Banco Alimentare, Banco Farmaceutico, B. Mora, San Vincenzo de Paoli.
10 Comune di Carpi, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Unione Europea.
11 Aimag, Imprenditori del territorio
6
17
2. LE RISORSE ECONOMICHE E FINANZIARIE
2.1. LE rIsOrsE rACCOLTE ED IL LOrO uTILIzzO
ENTRATE
2.007
2006
2005
2004
2003
2003-07
Recuperandia
154.823
168.334
137.348
112.980
141.474
714.959
Centro di Ascolto
24.746
52.688
24.220
29.726
30.340
161.721
4.000
4.000
Servizio Civile
SVE
5.145
9.433
7.718
2.000
24.295
1.417
2.736
2.997
3.042
2.030
12.221
611
285
807
702
5.340
7.743
Diocesi (8x1000)
20.000
40.000
35.000
59.160
154.160
Offerte
15.824
7.670
9.619
18.979
19.005
71.097
Caritas (Contributi
e rimborsi vari)
14.828
16.489
9.463
21.618
1.775
64.173
TOTALE
232.248
293.346
193.885
229.765
265.125
1.214.370
Finanziarie
Varie
Disavanzo
-21.345
Entrate
Il Centro operativo “Recuperandia” costituisce da anni la principale fonte di entrate
dell’associazione. Attraverso questo progetto siamo riusciti a coniugare il mantenimento
di un servizio gratuito ai bisognosi, l’apertura del servizio a tutta la città e la Diocesi, un
servizio educativo al riuso e riciclo degli oggetti rivolto alle scuole ed una fondamentale
risorsa di autofinanziamento per tutte le attività dell’associazione.
Un’altra importante fonte di entrate è costituita dai contributi di Diocesi e Caritas diocesana.
Importante continua ad essere la somma complessiva relativa alle offerte, anche se le cifre
raccolte possono differenziarsi molto di anno in anno.
Le altre entrate hanno a che fare con rimborsi da parte di enti per servizi particolari (SVEServizio Volontario Europeo, Servizio Civile) e per l’utilizzo della sede da parte di altri enti
(coop Il Mantello, Consultorio diocesano)
18
USCITE
2007
2006
2005
2004
2003
2003-07
Recuperandia
110.022
88.796
83.650
70.412
109.967
462.847
Centro di Ascolto
72.094
131.810
124.897
115.068
90.654
534.522
3.325
3.325
Servizio Civile
SVE
3.641
3.252
4.401
2.547
9.113
22.953
Associazione
2.770
5.385
1.662
871
286
10.974
Volontari
(assicurazioni RC
e infortuni)
1.130
1.882
621
171
646
4.450
TOTALE
189.657
231.124
215.231
189.069
213.990
1.039.072
Avanzo
42.591
62.222
40.695
51.134
Uscite
Recuperandia vede forti uscite legate al personale, all’affitto del magazzino, alle utenze
della sede, all’automezzo.
Il centro di ascolto ha anch’esso come voce principale di uscite quella legata al personale,
seguita dalle spese per la sede (tasse, utenze, manutenzione) e dai contributi economici
forniti a persone e famiglie che si rivolgono al centro di ascolto.
L’associazione ha poi altre spese riguardanti l’automezzo, le assicurazioni, la formazione…
L’implementazione del progetto Recuperandia ha consentito in questi ultimi anni di chiudere
quasi sempre gli esercizi in abbondante “attivo”. Tali risorse costituiscono, da un lato, una
necessaria “riserva” per poter continuare a garantire il nostro prezioso servizio anche in anni
meno fortunati. Dall’altro, ci offrono la possibilità di effettuare “investimenti” in progetti futuri.
Il principale di questi riguarda la ristrutturazione della palazzina sede dell’associazione,
finalizzata a rendere maggiormente fruibile il centro di ascolto ed i servizi ad esso collegati
ed a fornire risposte concrete al problema casa: un luogo dove ospitare persone e famiglie
che non hanno abitazione e che sono in attesa di trovare soluzioni definitive.
19
3. IL GOVERNO E LE RISORSE UMANE
3.1.
La compagine
sociale
“Porta Aperta” ha iniziato la sua attività caritativa nel 1988 ma la costituzione in
associazione è dell’11/12/1995.
I soci fondatori furono 12: Regattieri d.Dugles, Pellicciari G.Carlo, Lodi Bruna, Lanza
Rossana, Simoni Paolo, Bartoli Franca, Rota Giorgio, Vandelli Elio, Lugli Arnaldo, Vaccari
Vanna, Levoni Giulio, Manfredi Angela.
Da un verbale assembleare del 10/1/1996 risultavano essere presenti, oltre ai soci
volontari altri 11 soci.
Presidente dell’associazione era il sig. Pellicciari.
Dal verbale assembleare del 5/2/97 si evincono le dimissioni del sig. Pellicciari e la
nomina di Bruna Lodi.
Nel 1998 l’associazione ha regolarizzato la sua posizione a fronte di nuove normative
sulla legge del volontariato e in quell’anno risultavano 17 soci.
Il numero di soci è rimasto sempre intorno alle 20 unità , fino al 2004; in quest’anno furono
accolte parecchie adesioni ( e qualche recesso) sia come soci simpatizzanti, che come
volontari e collaboratori occasionali.
Al 2008 si contano 45 soci.
Mentre quasi tutti i volontari del centro di ascolto sono soci, parecchi volontari dei
Recuperandia ancora non lo sono.
3.2.
Il governo ed
i processi di
partecipazione
Operativamente l’Associazione si avvale di un Direttore che, insieme al Presidente e ai
responsabili dei due centri operativi, ne coordina l’attività. I centri operativi, Recuperandia
e il Centro di Ascolto, hanno strutture autonome dedicate e diversi gruppi di lavoro per
l’organizzazione delle diverse attività.
ASSEMBLEA
CONSIGLIO DIRETTIVO
DIRETTORE
Stefano Facchini
PRESIDENTE
Luisa Bignardi
UFFICIO DI DIREZIONE
Presidente, Direttore, Responsabile Centro di
Ascolto e Responsabile Recuperandia
GRUPPO COLLOQUI
Responsabile: Alessandro Gibertoni
Presidente, Direttore,
Responsabile Centro di Ascolto
Volontari del Centro di Ascolto e degli
alimenti, Volontari in SCV e SVE
20
STAFF RECUPERANDIA
Responsabile: Roberto Zanoli
Presidente, Direttore, Responsabile
Recuperandia, Operatori, Volontari
delegati, Volontari in SCV e SVE
Volontari Gruppo Scuola
3.3.
Le persone che
collaborano con
l’organizzazione
Al 31 dicembre 2007 risultano in forza a “PORTA APERTA” 60 volontari, alcuni in servizio
al Centro d’ascolto (10) e la maggior parte in servizio a “RECUPERANDIA” (44); altri
volontari (4) svolgono il loro servizio in ambedue i centri, 2 svolgono un servizio per
l’Associazione in senso generale, non circoscrivibile ad un centro operativo. A fianco dei
volontari operano cinque dipendenti, di cui tre a tempo parziale.
Dei 60 volontari, 31 sono di sesso femminile mentre 29 sono di sesso maschile.
Essi sono suddivisi per queste fasce d’età:
età
20/29
30/39
40/49
50/59
60/69
70/79
80/89
Totale
maschi
Femmine
1
3
1
4
10
8
2
29
2
3
2
3
13
8
0
31
In specifico andiamo ad elencare il numero di volontari impegnati per ogni servizio, nei
rispettivi centri operativi:
CENTRO D’ASCOLTO
Ascolto e colloqui
3
Lodi Bruna, Bartoli Franca, Facchini Stefano.
Ricerca lavoro
2
Bignardi M.Luisa, Massari Tiziana.
Magazzino viveri
4
Lugli Arnaldo, Rota Giorgio, Cavicchioli Mara, Soncini Flavia.
Ritiro alimenti
3
Lugli Claudio, Martini Giovanni, Maini Ivo.
Segreteria
1
Portioli Luciana
Assistente informatico
1
Tarabini Carlo.
Magazzino mobili e ritiri
9
Amadei G.Carlo, Facchini Giulio, Lasagni Mario, Fornasari Oreste, Marcato
Antonio, Martini Giovanni, Zini Giuseppe, Righi Lazzaro, Cavazzuti Davide.
Laboratorio ago e filo
6
Pellicciari Anna, Lugli Lia, Ferrari Mafalda, Zanoli M.Teresa, Tarozzi Marisa,
Vaccari Mara.
RECUPERANDIA
Smistamento
Manfredi Angela, Pullica Livia, Sgarbi Silvana, Sighinolfi Adalgisa, Vaccari
Vanna, Di Sisto Massimiliano, Rega Serena, Soncini Flavia, Corradini Giuseppe,
17
Pederzoli Laura, Bovoli Rosa, Orlandelli Sergio, Menozzi Barbara, Corradini
Paola, Malagola Cinzia, Malagola Paola, Caliumi Franca.
Cassa
5
Forti Sergio, Gelmini Dino, Guidi Giulio, Massari Tiziana,Mantovani Cleonice.
Libri
1
Varini Willer
Laboratorio Biciclette
2
Menegatti Lauro e Paratelli Ruggero.
Laboratorio Falegnameria
5
Vescovini Gabriele, Verrini Sonia, Fornaciari Giancarlo, Artioli Giuseppe,
Castelluccio Antonio.
Corsia
2
Facchini Stefano e Caleffi Claudia.
Visite mobili
1
Simoni Paolo.
SERVIZI GENERALLI
Contabilità
1
Lugli Leotina
Servizi vari
1
Bergamini Elena
21
VOLONTARI DIMESSI NEL 2006 E 2007
Nel corso del 2006 e 2007 hanno interrotto il loro servizio a Porta Aperta 21 volontari,
rispettivamente 12 maschi e 9 femmine. 18 di essi prestavano servizio a Recuperandia,
mentre 3 al Centro di Ascolto.
I volontari che hanno interrotto il loro servizio nel 2006 sono stati 13 ( un signore a causa
del decesso); altri 8 hanno interrotto il loro servizio nel 2007. Soltanto 3 su 21 erano
volontari da 4 anni almeno e due di essi facevano servizio al Centro di Ascolto.
CONSIDERAZIONI
Mentre esistono, e sono state documentate, le entrate e uscite dei volontari negli ultimi due
anni, manca un dettagliato riscontro per gli anni precedenti. In ogni caso possiamo dire
che, fino alla nascita di Recuperandia (2002), il numero dei volontari dell’associazione si
aggirava intorno alle 25 unità. Da quando ha aperto Recuperandia il numero di volontari
è progressivamente aumentato man mano che si attivavano nuovi servizi (laboratori,etc..).
Nell’ultimo anno il numero di volontari si è assestato sulle 60 persone, considerando i nuovi
ingressi e le uscite.
3.3.1.
Obiettori e
servizio civile
L’obiezione di coscienza e il servizio civile nascono come alternativa al servizio militare per
tutti quei cittadini che, opponendosi all’uso delle armi e all’arruolamento nelle Forze armate,
desiderano comunque adempiere al dovere costituzionale di difesa del proprio paese.
Porta Aperta, attraverso l’accoglienza di giovani in servizio civile, offre l’opportunità a
tanti giovani di mettersi alla ricerca di vie di pace e non violenza con cui difendere la
patria, rispondendo a quei principi che sentono imperanti nella propria vita. Obiettivo
dell’obiezione di coscienza è anche quello di formare giovani su tematiche di grande
rilevanza sociale quali la protezione civile, l’educazione alla pace e alla mondialità, la
solidarietà.
Gli obiettori che hanno svolto il proprio servizio a Porta Aperta fra il 1991 e il 2001 sono
stati 34. Porta Aperta ha inoltre ospitato un ragazzo in Servizio Civile Volontario nell’anno
2006-2007 ed uno nell’anno in corso. Recuperandia ha offerto la possibilità del Servizio
Civile a un ragazzo nell’anno 2005-2006, una ragazza nel 2006-2007 e una ragazza
nel 2007-2008.
Il giovane obiettore di coscienza presso l’associazione Porta Aperta spendeva il proprio
servizio nell’incontro con le persone, accogliendo gli utenti e prendendo parte ai colloqui.
Aiutava inoltre nello smistamento del materiale arrivato in dono, nella gestione dei locali e
nella distribuzione dei generi alimentari, nella raccolta di beni di prima necessità. Curava i
rapporti con il territorio e con le parrocchie e prendeva parte all’organizzazione di feste ed
eventi.
Ai giovani obiettori era inoltre offerta la possibilità di vivere un’esperienza di vita
comunitaria.
Con il passaggio al Servizio Civile Volontario, gestito da Caritas Diocesana, i ragazzi e le
ragazze che scelgono Porta Aperta come sede della propria esperienza, possono svolgere
il servizio presso l’Associazione o presso la sede operativa di Recuperandia.
Il ragazzo in Servizio Civile a Porta Aperta si occupa del ricevimento degli utenti del
centro d’ascolto, dell’aggiornamento e preparazione del materiale informativo, dei
rapporti coi servizi del territorio e della sensibilizzazione, della redazione di articoli e
dell’aggiornamento del sito internet.
Il giovane operativo presso Recuperandia gestisce la prima accoglienza agli utenti,
collabora nel ritiro e nella distribuzione del materiale, monitora l’utenza dei servizi e i
donatori, organizza e realizza attività di sensibilizzazione presso parrocchie e scuole.
I giovani in Servizio Civile presso Porta Aperta e Recuperandia sono accompagnati da
operatori locali di progetto, che seguono l’inserimento del ragazzo e garantiscono una
formazione specifica durante tutto l’anno.
22
3.3.2.
Servizio
Volontario
Europeo
L’ Unione europea sostiene opportunità di istruzione non formale per i giovani attraverso il
volontariato transnazionale, con il coinvolgimento attivo e diretto dei giovani in iniziative
volte a soddisfare le esigenze della società in una vasta gamma di settori.
La finalità del Servizio volontariato europeo può essere ricondotta a tre principi
fondamentali.
1- offrire ai giovani un’esperienza di apprendimento interculturale in contesti non formali, che ne promuova l’integrazione sociale e la partecipazione attiva alla società, ne migliori le capacità occupazionali e dia loro modo di esprimere solidarietà verso altre persone.
2- dare sostegno allo sviluppo delle comunità locali.
3- favorire la costituzione di nuove collaborazioni e lo scambio di esperienze e buone prassi tra i partner.
Ad oggi, dal 2003, sono stati ospitati 5 ragazzi e 1 ragazza. Due ragazzi hanno fatto
servizio presso il centro operativo di “RECUPERANDIA”, mentre gli altri quattro al Centro
di Ascolto. Nella maggioranza delle esperienze i ragazzi hanno dimostrato un buon
coinvolgimento nel servizio svolto, destando simpatia ed entusiasmo nei volontari di lunga
data della nostra associazione.
I ragazzi accolti hanno palesato sensibilità e consapevolezza molto differenti, a causa di
una non sempre impeccabile selezione da parte dell’organizzazione di invio.
Nel prossimo futuro non intendiamo accogliere altri ragazzi in quanto le strutture atte
all’ospitalità verranno probabilmente destinate ad altri fini.
23
3.4.
La formazione
dei volontari
Prima ancora di iniziare il servizio di Porta Aperta (PA), la prima responsabile, Romana
Zelocchi, coi primi (pochi) volontari hanno seguito un corso di formazione aperto ad altri
eventuali volontari.
Relatore: Alberto Caldana responsabile di PA Modena con 10 anni di esperienza,
obiettivo:
- necessità della formazione per un servizio serio
- finalità del nuovo servizio
- come impostare e vivere la relazione d’aiuto
- tempi, luoghi e organizzazione dei servizi utili
In questi 20 anni di servizio la formazione di volontari ed operatori è stata sempre un
obiettivo primario della programmazione annuale di PA.
Si sono realizzati:
- corsi di relazione d’aiuto per volontari e operatori vecchi e nuovi
- incontri con psicologi, sociologi, medici, sacerdoti, assistenti sociali e operatori vari per approfondire temi come:
• accoglienza del diverso
• significato e valore dell’ascolto
• lavoro in equipe
• rapporto volontari-operatori
• conoscenza delle problematiche legate all’alcolismo, alla droga, al gioco
• conoscenza delle culture e delle religioni diverse (Islam, buddismo, zingari…)
• conoscenze della realtà territoriale
Questi contenuti hanno segnato tutto il cammino formativo di questi 20 anni di servizio.
L’associazione è stata sempre convinta che ogni incontro favorisse:
- una sempre maggior conoscenza di sé e capacità di mettersi in discussione
- un miglior servizio
- una più qualificata e vera relazione tra volontari e utenti
Convegni Caritas, convegni regionali e nazionali, incontri del territorio e sui centri d’ascolto
hanno visto annualmente la presenza degli operatori e di qualche volontario.
Parallelamente ogni settimana e per ben 15 anni “l’incontro del mercoledì”, desiderato e
partecipato da tanti volontari era, ed è ancora oggi (seppur quindicinale), un momento
di incontro formativo durante il quale ci si conosce più a fondo e si dialoga, si viene
reciprocamente a conoscenza delle problematiche dei due centri operativi (Recuperandia
e Centro d’ascolto). Si verificano e/o modificano metodi, comportamenti, si ipotizzano
percorsi organizzativi nuovi, si affrontano temi vari di interesse comune legati sempre al
nostro servizio.
Consiglio direttivo, ufficio di direzione, gruppo colloqui e staff di Recupernadia,
incontrandosi mensilmente e al bisogno, sono altrettante occasioni di scambio, verifica,
progettazione e formazione.
24
4. IL PERSEGUIMENTO DELLA MISSIONE
La sezione è articolata per “macro-aree di attività istituzionali” che fanno diretto riferimento
al perseguimento della missione. In particolare, la rendicontazione è suddivisa in due parti:
1
Una prima dedicata a tutte quelle attività volte a “Promuove opere in favore delle persone in difficoltà, fornendo loro un sostegno morale e materiale per un personale
cammino di promozione umana”.
Queste attività sono riconducibili al Centro di Ascolto.
Una seconda contenente tutte le attività finalizzate a “Promuove uno stile di vita
maggiormente consapevole della limitatezza delle risorse e del degrado dell’ambiente,
evitando gli sprechi”.
Queste attività sono riconducibili al progetto “Recuperandia”.
2
4.1. Promuove opere in favore delle persone in
difficoltà, fornendo loro un sostegno morale e
materiale per un personale cammino di promozione
umana
4.1.1.
Centro
di ascolto
Il centro di ascolto è uno strumento pastorale, segno visibile dell’impegno della Caritas per
la cura dei poveri.
Ogni Diocesi (ancora meglio ogni Parrocchia) è auspicabile possa dotarsi del proprio
centro di ascolto per accogliere e ascoltare le persone in difficoltà e orientarle quindi verso
le strutture ecclesiali o civili competenti ad offrire il servizio richiesto. Il centro di ascolto è
un’espressione della comunità cristiana che ascolta coloro che si trovano in difficoltà: dalla
comunità riceve un mandato e ad essa “restituisce” le richieste di chi ascolta.
Questa restituzione implica il coinvolgimento della comunità.
Obiettivi dell’attività
Il centro di ascolto intende contribuire a far crescere nella comunità:
•
•
•
•
•
uno stile di prossimità, attento alla persona, capace di valorizzare le risorse umane;
la condivisione delle difficoltà di chi è emarginato;
le opportunità e le risorse che diano dignità a chi è in difficoltà;
la partecipazione alla vita del territorio, il senso di appartenenza sociale e culturale;
la valorizzazione e la collaborazione fra i servizi e le risorse del territorio.
Compito del centro di ascolto non è risolvere tutti i problemi, ma esprimere il primato
dell’ascolto come strumento di promozione della persona. E’ un luogo dove preferibilmente:
• non si offrono “servizi”, ma si aiutano le persone ad acquisire la propria indipendenza;
• si orienta verso altre realtà presso cui ricevere una risposta specifica;
• l’attenzione è rivolta alla persona più che al bisogno di cui è portatrice.
25
Come funziona
II centro di ascolto diocesano è aperto al pubblico 4 mattine e 4 pomeriggi alla settimana,
dalle 9,30/11,30 e dalle 16,30/18,30 e rivolge il proprio servizio a persone italiane e
straniere maggiorenni.
Attualmente i servizi attivi sono i seguenti:
•L’ASCOLTO,
•L’ORIENTAMENTO,
•ILSERVIZIODIDISTRIBUZIONEALIMENTI,
•ILSERVIZIODIRICERCADIUN’ABITAZIONE,
•ILSERVIZIODIORIENTAMENTOERICERCADELLAVORO,
•EROGAZIONIINDENARO(PERLOPIÙTRAMITEBUONISPESA).
La persona che si rivolge al centro di ascolto deve sentirsi accolta, capita, rassicurata,
aiutata a comprendere il suo problema reale. L’ascolto è finalizzato ad instaurare una
relazione di aiuto. Chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, nella
definizione di un progetto graduale che tende a promuovere la persona nella sua integrità
aiutandola ad affrontare e a gestire il suo bisogno.
All’interno del Centro operano due volontarie, due operatori e il direttore.
Partner
Il centro di ascolto raggiunge i propri obiettivi nella misura in cui fa sua la logica del
lavoro di rete. Il centro di ascolto è un nodo della rete dei servizi del territorio e come
tale non può prescindere dall’interazione con altri soggetti. Fondamentale per il lavoro di
rete la progettazione comune. Soggetti della rete istituzionale, sociale ed ecclesiale con
cui interagiamo sono: i servizi socio – sanitari (S.Soc, SIMAP, SER.T) le associazioni, le
Caritas parrocchiali, i centri di ascolto regionali. Soggetti della rete informale: famiglia,
parenti, amici, vicini, professionisti (avvocati, consulenti, medici, etc..) soggetti spesso poco
valorizzati ma dal grande potenziale.
Dati significativi
Nel corso del 2007 sono state 674 le persone e famiglie che si sono rivolte al centro.
Di queste circa il 69% sono straniere, mentre il 31% italiani.
Le nazionalità maggiormente rappresentate sono il Marocco, l’Ucraina, la Tunisia, la
Romania e la Moldavia. I colloqui totali sono stati 2.765, con una media giornaliera di
circa 14 colloqui nei 198 giorni di apertura al pubblico.
Gli italiani, mediamente, si rivolgono al centro con maggiore assiduità rispetto agli stranieri
(5,38 colloqui in media per anno, contro i 3,5 degli stranieri). Gli aiuti alimentari erogati
( tramite sporte viveri) sono stati 3.850, dato in consistente aumento rispetto all’anno
precedente (+ 28 %).
26
Sintetica valutazione
Il centro di ascolto ha consolidato, nel corso degli anni, la sua presenza nel territorio,
ponendosi come “naturale” approdo di primo ascolto e prima accoglienza per gli stranieri e
gli italiani che arrivano in città. Ha potenziato la sua disponibilità al pubblico con l’apertura
di 4 mattine e pomeriggi durante la settimana. Questo riconoscimento è tangibile anche dai
frequenti rapporti con i servizi socio-sanitari cittadini in un ottica di complementare risposta
alle difficoltà delle famiglie e delle persone.
Resta molto da fare, per ciò che concerne la collaborazione e la condivisione dei progetti
sulla persona, con le altre realtà caritative presenti sul territorio (Caritas parrocchiali,
associazioni di solidarietà, ecc. ).
Prospettive per il futuro
Il forte incremento di presenze al centro, con relative difficoltà, ha “pressato” gli operatori e
i volontari sull’esigenza di dare risposte immediate, a discapito di una maggiore attenzione
alla progettualità e al percorso di autonomia per la fuoriuscita dal bisogno. E’ auspicabile
un incremento dei volontari impiegati nell’ascolto (relazione d’aiuto) per liberare risorse
”tempo” da destinare alla co-progettualità con altri soggetti della rete.
Maggiore restituzione da parte del centro di ascolto alla comunità (cristiana, in particolare)
di quelli che sono i fenomeni legati alla povertà emersi dall’Osservatorio.
Questa restituzione implica un maggiore coinvolgimento della comunità stessa.
27
4.1.2.
Gestione
case
In questi ultimi anni il costante flusso migratorio
verso il nostro territorio, dal sud del paese e da
paesi extracomunitari, soprattutto per motivi legati
alla ricerca di un lavoro, unito all’ impennata dei
prezzi dei canoni per le locazioni di immobili,
ha accresciuto in modo drammatico la quantità
di risorse economiche familiari da destinare alla
gestione e al mantenimento del bene casa. La corsa
delle famiglie all’acquisizione di un alloggio tramite
mutuo, favorita dall’abbassamento momentaneo
del costo del denaro e un accesso al credito
poco soppesato, ha causato un indebitamento a
lunghissima scadenza. Al cospetto di uno scenario
che è andato velocemente mutando (aumento
del costo del denaro, recessione economica
generale e del nostro territorio, precarizzazione
dell’occupazione, ecc.) sono tante le famiglie in grave difficoltà.
Obiettivi dell’attività
• Reperire sul mercato privato abitazioni a canone sostenibile e destinarle a famiglie che
si trovano in particolare stato di difficoltà, per un periodo di tempo utile alla fuoriuscita dal
bisogno.
• Recupero morosità anni pregressi
Come funziona
Il servizio vede un operatore del Centro di ascolto che si dedica in concreto a:
- monitoraggio dell’offerta di appartamenti a canoni sostenibili in modo da offrire alle persone che si rivolgono al centro di ascolto qualche risposta concreta;
- assolvimento degli obblighi burocratici inerenti la stipula e la registrazione del contratto (durata massima due anni);
- cura il rispetto delle scadenze sia per i pagamenti, che per il rilascio dell’immobile;
- facilitare la risoluzione di eventuali problemi esistenti nel rapporto tra proprietario e inquilino;
- rientro dei crediti con alcune famiglie che hanno accumulato morosità risalenti a passati contratti di locazione;
- gestione di alloggi concessici a titolo gratuito da enti.
Partner
Il servizio si interfaccia con diversi soggetti, tra cui le famiglie con scarse disponibilità
economiche, che hanno difficoltà a reperire un alloggio tramite i canali del mercato privato
o pubblico, le agenzie immobiliari, gli enti ecclesiastici ed alcuni privati.
Dati significativi
Nei venti anni di vita dell’associazione Porta Aperta più di un centinaio di famiglie si sono
avvicendate negli alloggi che l’associazione stessa ha gestito. Le abitazioni gestite sono
state fino ad un massimo di 16 ( 4 a Migliarina, 4 al Cantone di Gargallo, 3 a Disvetro, 2
a Ponticelli, 1 a Budrione, 1 a Novi di Modena, 1 a Tramuschio ) mentre ora sono soltanto
due. Diverse sono le ragioni di questa contrazione per lo più originate da cambiamenti
di destinazione da parte dei proprietari. Dei due alloggi attualmente gestiti, uno è stato
reperito sul mercato privato in affitto e poi subaffittato al richiedente; il secondo ci è dato in
comodato gratuito e affittato ad un canone calmierato.
Altro discorso riguarda i contratti di locazione stipulati tra proprietari e inquilini, frutto del
nostro interessamento. Possiamo quantificare in una ventina i contratti stipulati grazie al
nostro lavoro di mediazione. Al momento sono 3 le famiglie che stanno “rientrando” da
morosità, accumulate in anni precedenti, mediante un piano rateale (senza interessi).
28
Sintetica valutazione
Il considerevole numero di alloggi sul mercato a prezzi piuttosto elevati, in particolar
modo dopo l’introduzione dell’euro, ha spostato il nostro sforzo non tanto sulla reperibilità
dell’alloggio in sé, quanto sulla sua economia, a fronte di una capacità reddituale della
famiglia basata su equilibri molto precari. Nel reperimento dell’alloggio, ha sicuramente
giocato la sua parte il rapporto di conoscenza personale (la raccomandazione, le
conoscenze in comune, etc.), grazie alla quale è stato possibile individuare i 3 alloggi nel
2007.
Prospettive per il futuro
Prospettive di miglioramento “indotte” potrebbero arrivare nel caso vi fosse una correzione
al ribasso dei prezzi delle locazioni, vista la stagnazione del mercato immobiliare.
Incrementare il nostro ruolo di mediazione nell’incontro tra domanda e offerta locativa,
“permutando” la nostra solvibilità e buon nome con condizioni vantaggiose per il
richiedente (prezzo e qualità dell’alloggio) è un altro orizzonte che si fa strada per il futuro.
29
4.1.3.
Ricerca e
orientamento
al lavoro
La mancanza di un lavoro rende incapace la persona e/o la famiglia ad accedere ai beni
di prima necessità fondamentali per la progettazione di una vita dignitosa e serena.
Il 60 % delle persone che accedono al nostro Centro di Ascolto sono alla ricerca di un
lavoro.
Obiettivi dell’attività
• Dotare il richiedente degli strumenti indispensabili per un’efficace ricerca
(es. curriculum vitae).
• Reperire un impiego per il richiedente attraverso la consultazione di elenchi, telefonate e
contatti diretti.
Come funziona
II servizio di ricerca e orientamento al lavoro viene svolto il martedì mattina e il venerdì
pomeriggio previo appuntamento. Dopo un colloquio di presentazione finalizzato alla
conoscenza delle attitudini e competenze del richiedente, si passa alla ricerca di un
impiego visionando le offerte di lavoro.
Per coloro che ne sono sprovvisti viene stilato un curriculum.
Il servizio è rivolto a cittadini italiani e stranieri con una conoscenza di base della lingua
italiana e in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Il servizio coinvolge due volontarie ( una al martedì e una al venerdì ) e gli operatori, solo
in caso di sostituzione delle volontarie.
Partner
Il servizio collabora con le agenzie di lavoro interinali di Carpi e Correggio e con alcune
aziende private.
Dati significativi
Nel corso del 2007 sono stati fissati 410 appuntamenti lavoro e 248 sono stati quelli
effettivamente svolti nei 10 mesi di attività (sospensione in luglio e agosto).
Circa il 25% degli appuntamenti viene richiesto da italiani, soprattutto persone che
provengono dal meridione. Risulta difficile sapere quante segnalazioni lavorative sono
andate a buon fine in quanto non abbiamo un ritorno dai richiedenti.
Possiamo stimare, approssimativamente, dai 10 ai 20 impieghi reperiti all’anno.
I destinatari del servizio sono tutto sommato soddisfatti, anche se, in alcuni casi, vorrebbero
un nostro intervento più diretto nel prendere contatto con l’offerente (a causa di problemi
economici, linguistici,relazionali). Il colloquio di ricerca lavoro assume una valenza
significativa poiché permette di meglio conoscere il richiedente, per accompagnarlo in
modo più efficace nelle difficoltà quotidiane.
Sintetica valutazione
Punto di forza dell’attività risulta essere la continuità e la possibilità di erogare un servizio
di minima comunque prezioso (orientamento, consigli, curriculum) per la ricerca di un
lavoro. Rende consapevole il richiedente delle sue possibilità di inserimento lavorativo
allo stato della richiesta e quali passi deve compiere per aumentare le probabilità di
inserimento.
Prospettive per il futuro
Occorre incrementare il numero di soggetti (privati, aziende, agenzie di collocamento
lavorativo, etc.) disposti a collaborare con la nostra associazione, affinché ognuno ne
tragga un beneficio.
Investire sul feed-back del richiedente, in caso di esito positivo.
30
4.1.4.
Osservatorio
sulle povertà
Esso rappresenta uno strumento che cerca di contribuire a capire meglio dove sono i
poveri, quali le cause della loro condizione, quali gli atteggiamenti culturali che entrano in
gioco nel momento delle scelte operative e politiche.
Obiettivi dell’attività
L’Osservatorio, promosso a suo tempo congiuntamente dalle Caritas delle diocesi di
Modena e Carpi con la collaborazione del Centro “F.L. Ferrari”, vuole essere, per le
chiese locali, uno strumento di conoscenza per seguire le dinamiche della povertà.
In particolare l’Osservatorio sulle povertà si propone i seguenti obiettivi:
• analisi del contesto socio-economico locale;
• analisi delle povertà e delle loro cause;
• analisi delle politiche locali e degli interventi di contrasto e prevenzione delle povertà;
• comunicazione verso l’opinione pubblica e verso la comunità ecclesiale dei risultati
dell’Osservatorio,
• definizione di strumenti di promozione della cultura dell’accoglienza per i diversi ambiti
formativi,
• costruzione della rete di quanti operano nell’ambito della carità.
Descrizione sintetica
È uno strumento attraverso il quale la comunità ecclesiale acquisisce una adeguata
competenza nella lettura dei bisogni, delle povertà e dell’emarginazione del proprio
territorio.
Nella prassi consolidata, raccoglie annualmente i dati dei centri di ascolto di Carpi,
Mirandola e Modena, proponendo una prima lettura degli stessi - anche in rapporto
ai dati degli anni precedenti - ed alcuni approfondimenti su temi specifici che sono in
rapporto col problema della povertà.
I primi destinatari dell’attività sono i media (giornali, radio, TV) attraverso i quali tentiamo di
inviare al territorio elementi, dati e prime valutazioni rispetto alle persone e famiglie che, di
anno in anno, si rivolgono ai centri di ascolto per ricevere aiuti di varia natura.
Destinatari successivi sono gli amministratori pubblici (sindaci ed assessori ai servizi sociali)
da un lato e parrocchie e comunità ecclesiale dall’altro. Ai primi forniamo alcuni elementi
che possono essere utili alla costruzione di politiche di contrasto alla povertà. Ai secondi
offriamo numeri che fanno riflettere anche la comunità ecclesiale, utili ad una maggiore
consapevolezza dell’urgenza di farsi prossimo a chi ha bisogno. Vuole essere anche uno
strumento attraverso il quale sollecitare una maggiore collaborazione tra centri di ascolto
“diocesani” e Caritas parrocchiali, coi servizi da queste promossi.
Da sempre sono coinvolti, nelle varie fasi di raccolta, analisi e diffusione dei dati, i
direttori/responsabili dei centri di ascolto, gli operatori e volontari degli stessi, soprattutto
coloro che fanno servizio di ascolto, che fanno colloqui con le persone e le famiglie.
Anche le funzioni di “archiviazione” e prima sistemazione dei dati su supporto informatico
coinvolge un operatore ed un volontario. Alle conferenze stampa e nei momenti principali
della diffusione dei dati, curata assieme a Caritas diocesana, partecipa sempre anche il
presidente dell’associazione. Sono 6-7 le persone che ci lavorano ogni anno.
Partner
Fin dall’inizio dell’esperienza, pur essendo garantita questa, sostanzialmente, dal lavoro
e dal servizio dei centri di ascolto, gli altri due partner principali sono stati, da un lato le
Caritas diocesane, che garantivano il finanziamento dell’Osservatorio e dall’altro il centro
culturale F.L.Ferrari di Modena, che ha sempre curato il lavoro di coordinamento delle varie
realtà coinvolte, una prima elaborazione e sistemazione dei dati e gli approfondimenti che
di anno in anno venivano suggeriti da Caritas diocesane e centri di ascolto.
La Caritas diocesana rimane partner fondamentale anche oggi per il legame con la
Diocesi e per la diffusione dei dati sui “media” e verso le parrocchie.
Col centro Ferrari di Modena, nel tempo, si è giunti ad un rapporto meno stretto.
Il Ferrari è stato coinvolto dalla delegazione Caritas dell’Emilia Romagna per curare un
rapporto sulle povertà “regionale”; i tempi di elaborazione degli approfondimenti e di
uscita del rapporto interdiocesano si sono andati allungando sempre più, rendendoli
eccessivamente tardivi per le nostre necessità.
31
La Caritas diocesana di Modena ha provveduto, negli ultimi anni, ad una ristrutturazione
del proprio centro di ascolto, e ciò ha comportato alcuni problemi ed alcuni ritardi nel
fornire i dati dell’Osservatorio.
La situazione attuale è quella di una uscita annuale dei dati “diocesani”, riferiti ai due centri
di ascolto di Carpi e Mirandola, che avviene nei primi mesi dell’anno successivo a quello
cui si riferiscono i dati, in collaborazione con la Caritas diocesana.
Il Centro Ferrari e le Caritas diocesane della regione, in collaborazione con la delegazione
regionale Caritas, curano una pubblicazione annuale che comprende i dati di tutte le
diocesi ed alcuni approfondimenti su temi legati alle povertà.
Dati significativi
Provenienza
Anno
Fruitori
1995
Italia
Nord
Africa
Africa
Europa
Orientale
Asia
SudAmerica
690
37,0%
42,0%
6,5%
9,0%
4,2%
0,0%
1996
580
38,5%
33,0%
10,0%
10,5%
6,5%
0,0%
1997
682
33,0%
49,0%
0,0%
9,0%
8,0%
0,0%
1998
724
33,0%
41,0%
11,0%
6,0%
7,0%
1,0%
1999
673
29,5%
38,0%
19,5%
7,0%
5,0%
0,0%
2000
804
20,0%
40,0%
5,5%
10,5%
22,0%
1,2%
2001
867
22,0%
38,5%
9,0%
9,0%
19,5%
1,5%
2002
810
24,0%
31,0%
6,0%
24,0%
14,0%
0,0%
2003
658
28,5%
23,0%
3,3%
28,5%
15,0%
1,5%
2004
751
24,5%
27,5%
6,0%
32,5%
8,5%
0,0%
2005
564
29,5%
27,1%
6,3%
23,5%
11,4%
1,5%
2006
568
34,0%
26,0%
6,5%
23,0%
8,5%
0,0%
2007
674
31,5%
25,5%
7,5%
28,0%
6,0%
1,0%
Il “picco” delle presenze al centro di ascolto dell’associazione si è avuto negli anni 20002002. Negli anni seguenti abbiamo assistito ad un consistente calo di presenze, dovuto
alla piena implementazione dell’altro centro operativo dell’associazione: Recuperandia,
dove in molti hanno scelto di rivolgersi per alcuni bisogni (vestiti, mobili, biciclette…)
direttamente, senza passare dal centro di ascolto, visti i prezzi molto contenuti.
Nel 2007 abbiamo assistito, rispetto all’anno precedente, ad una netta inversione di
tendenza, confermata nell’anno in corso, con un aumento del numero di persone che si
sono rivolte al centro di ascolto e soprattutto con un incremento considerevole del numero di
colloqui per ogni persona/famiglia che si presenta, segno evidente di un maggior bisogno
di essere ascoltati ed “accompagnati” in un periodo difficile della propria vita.
In merito ai paesi di provenienza possiamo notare come gli italiani non siano mai scesi
sotto il 20% dei fruitori e non abbiano mai superato il 40%, posizionandosi mediamente
ben sopra il 30%. Se pensiamo che a Recuperandia gli italiani hanno da tempo superato
il 50% delle presenze, possiamo concludere che i nostri due centri operativi vengono vissuti
come luoghi di piena integrazione.
Il nord africa è da sempre l’area di provenienza che contende all’Italia il primato delle
presenze; Marocco e Tunisia sono da sempre due paesi molto presenti al centro di ascolto.
L’altra area di provenienza importante numericamente è da anni quella dell’Europa dell’Est,
un dato legato sicuramente alla forte presenza di badanti nelle famiglie della nostra città e
diocesi.
32
L’Asia ha visto per alcuni anni percentuali a due cifre, legate soprattutto ad un solo paese,
il Pakistan, che nel giro di pochissimi anni ha superato di slancio Marocco e Tunisia come
paesi di maggiore immigrazione in città.
L’Africa subsahariana superava l’Asia alla fine degli anni ’90, prima dell’ondata migratoria pakistana. Quando quest’ultima si è stabilizzata - trovando evidentemente risposte nei
servizi pubblici o all’interno della medesima comunità pakistana maggiormente organizzata
e stabile – gli africani hanno di nuovo superato gli asiatici.
Il Sud America presenta, da sempre percentuali poco significative.
Sintetica valutazione
L’attività realizzata costituisce una importantissima fonte di informazioni sul nostro
servizio. Di volta in volta sono stati effettuati alcuni approfondimenti che interessavano
particolarmente. Buona la risonanza che hanno i dati, di anno in anno, sulla stampa locale.
Meno significative le ricadute dei dati sulla Diocesi, sulle parrocchie.
Prospettive per il futuro
L’attuale prospettiva riguarda la possibilità di elaborare i dati e farne una prima lettura
e diffusione già a livello diocesano, coi due centri di ascolto Porta Aperta di Carpi
e Mirandola. Ciò può avvenire in tempi rapidi, già entro il mese di marzo dell’anno
successivo a quello cui si riferiscono i dati. Una semplice pubblicazione ed una conferenza
stampa sono gli strumenti necessari a far conoscere i dati relativi ai due centri di ascolto
diocesani.
In merito ad approfondimenti che, di volta in volta, si dovessero individuare come
necessari, il riferimento principale continuerà ad essere il Centro F.L. Ferrari e la
Delegazione regionale Caritas.
Il livello interdiocesano del Rapporto è attualmente sostituito da una pubblicazione
regionale, fatta dalla Delegazione regionale Caritas diocesane in collaborazione con il
Centro F.L.Ferrari.
33
4.1.5.
Attività a
favore dei
nomadi
Fin dal 1997 PA, nella persona di qualche volontario, ha partecipato alla costituzione
dell’Opera Nomadi la cui finalità è stata sempre quella di integrare, nel territorio, la
comunità Sinta pur nel rispetto della sua cultura e identità.
Nel 1999 alcuni tra i volontari dell’Opera Nomadi, hanno dato vita alla cooperativa
sociale Riparte, tra le cui specifiche finalità c’è sempre stato un impegno per la difesa dei
diritti dei Sinti e la loro integrazione.
Obiettivi dell’attività
Nella persona della Presidente di PA, socia fondatrice e membro del consiglio direttivo
di Riparte, la nostra Associazione ha cercato sempre di offrire alla cooperativa
collaborazione per la soluzione di varie problematiche riguardanti:
• la frequenza scolastica dei minori Sinti
• il problema abitativo
• il problema lavorativo o avviamento al lavoro
• l’alfabetizzazione degli adulti
Come funziona
Fin dall’inizio la nostra associazione ha
cercato un rapporto è in special modo
con le donne Sinte, di leale scambio su
semplici elementi di vita sociale, familiare,
igienica e un più incisivo rapporto col
territorio sensibilizzandolo con articoli
sui giornali locali e convegni. (Per gli
insegnanti un corso sulla cultura dei Sinti,
per tutti “I nomadi, i nostri vicini scomodi”)
Mensilmente, e al bisogno, sono state consegnate sempre “sporte viveri”, buoni acquisto
per bici, biancheria, vestiario, oggettistica..sollecitando però gli utenti a non chiedere
aspettandosi tutto dall’associazione ma ad impegnarsi a sostenere, in buona parte, la loro
richiesta economica.
Interventi per contravvenzioni, viaggi, medici non di base…sono stati sospesi da tempo
dopo aver ben spiegato loro l’impegno a rispettare le regole e a servirsi delle opportunità
che il territorio offre a tutti i residenti quali essi sono (perché stanziali da tanti anni).
Ancora oggi ogni intervento è valutato ed elargito in base all’impegno dimostrato dal Sinto
richiedente; impegno per la scuola, il lavoro, il rispetto di certe regole.
Partner
L’associazione si è messa in rete
anche con la San Vincenzo, le parrocchie,
con i privati per elargire interventi economici
alle sole famiglie Sinte che si impegnavano
per la frequenza scolastica dei loro figli o per il lavoro.
34
4.1.6.
Carcere
Obiettivi dell’attività
- Mettere in comunicazione due mondi solitamente separati: quello del carcere - istituzione
totalizzante per definizione - col mondo esterno ad esso: associazioni, volontari, società
sportive, cooperative e altri soggetti del territorio.
- Creare occasioni di uscite dal carcere e di ingresso di esterni in esso (tornei di calcio,
ecc.)
Come funziona
Un primo volontario, Paolo Simoni, ha cominciato a frequentare il carcere, diventando uno
dei volontari con permesso di entrare in carcere per fare attività di socializzazione,
per prestare un servizio di ascolto e prossimità, un aiuto nella distribuzione di vestiti e
servizi interni al carcere.
Paolo è entrato subito in contatto con le due associazioni presenti in carcere (Carcere-città
e Porta Aperta al Carcere) contatto necessario anche per potervi entrare ed iniziare a
prestare il suo servizio dentro di esso. Ben presto è riuscito a coinvolgere enti e persone
esterne che hanno contribuito in vario modo al servizio: alcuni diventando volontari a loro
volta, altri facendo offerte, altri ancora offrendo il proprio contributo per la realizzazione di
attività (sportive, scolastiche, culturali…)
L’attività consiste nel fare alcuni servizi (es. guardaroba) interni al carcere e soprattutto nel
fare colloqui coi carcerati per ascoltarli e tentare di rendere meno “solitaria” e drammatica
la loro permanenza in carcere.
Nel corso degli anni si sono impegnati in questo servizio 5 volontari da Carpi e
Mirandola.
Partner
CSI, U.S. Carpine, Associazione Porta Aperta al carcere e Associazione Carcere città.
Dati significativi
Una serie di partite di calcio interne e soprattutto esterne al carcere - a Carpi e Mirandolaoccasione di uscita e di pranzo con volontari e calciatori esterni. Una serie di incontri con
le scuole superiori, di Carpi e Mirandola, sui temi legati al carcere, sono stati rese possibili
grazie alla sensibilità e disponibilità di alcuni insegnanti.
Sintetica valutazione
Con le poche risorse, umane ed economiche, messe in campo, si sono ottenuti grandi
risultati, anche se difficilmente misurabili, dal momento che hanno a che fare con una serie
di stati interiori di maggiore/minore benessere delle persone con cui si viene a contatto.
Prospettive o miglioramenti per il futuro
Il servizio, in diocesi e nell’associazione, è ancora molto legato alla figura di Paolo.
Sarebbe necessario, come ha sempre sostenuto anche Paolo, trovare nuove risorse
volontarie che possano affiancarlo per un orizzonte temporale di alcuni anni.
Necessariamente rimane un servizio più legato al territorio ed alla Diocesi di Modena.
35
4.1.7.
Attività con
le scuole
Nel 2004, in occasione della decima festa multietnica organizzata da Porta Aperta,
un’operatrice e una volontaria del Centro di ascolto cominciarono a proporre dei laboratori
nelle scuole medie. La diffusione del proprio operato e la sensibilizzazione al problema
della povertà e all’antirazzismo hanno dato vita negli ultimi quattro anni a interventi nelle
scuole materne, elementari, medie e superiori.
Obiettivo dell’attività
Offrire agli insegnanti e agli educatori uno strumento pratico e duttile per affrontare
tematiche vicine a Porta Aperta quali l’immigrazione, l’integrazione, la solidarietà e la
povertà.
Come funziona
L’attività si sviluppa su diversi livelli di scuola:
- scuole materne: l’attività si articola in due incontri di un’ora circa. Nel primo momento
si esegue la lettura di una favola o di un breve racconto su una famiglia povera con nomi
fittizi e si lancia la raccolta alimenti, il secondo incontro consiste nel coinvolgere i bimbi a
caricare gli alimenti da loro donati sul furgone
- scuole elementari: in un’ora e mezza si cerca di presentare il centro d’ascolto e le sue
attività, coinvolgendo i bambini affinché arrivino ad elaborare il concetto di povertà e
quello di solidarietà, esercitata in prima persona con la raccolta di viveri o una piccola
offerta. Vengono anche offerte alcune nozioni sull’immigrazione a Carpi
- scuole medie e gruppi parrocchiali: “immigrazione in movimento”. E’ un laboratorio
della durata di due ore che si articola in due parti. Nella prima si danno nozioni di
immigrazione a livello nazionale e non, ci si sofferma sulla storia dell’emigrazione italiana
e sul concetto di stereotipo, dopo di chè si fa un dibattito sulle provocazioni che vengono
lanciate dall’operatrice e che consentono di stimolare i ragazzi sul tema dell’immigrazione
e del razzismo.
- scuole superiori: su invito di un’insegnante di lettere, l’operatrice del Centro di Ascolto
ha fatto un’incontro con una classe quinta. I ragazzi erano stati adeguatamente preparati
dall’insegnante sul tema dell’immigrazione e sono stati partecipi nel dibattito scaturito
dall’intervento dell’operatrice. L’incontro ha previsto una breve presentazione di Porta
Aperta, una lettura e commento dei dati di OSPO ed infine la presentazione di un caso da
risolvere tutti insieme, che ha offerto lo spunto per il dibattito.
Partner
I volontari della “Bottega del Sole”, l’operatrice del CdA -Linda Oliviero- e la volontaria
Bruna Lodi; le scuole dalla materna alle medie e i gruppi parrocchiali (Azione Cattolica e
Scout Agesci)
Dati significativi
53 ore trascorse in classe e 10 ore per la pianificazione delle attività; 650 è più o meno il
numero degli studenti raggiunti da Porta Aperta grazie al suo impegno nelle scuole.
Le scuole elementari Pascoli, Bollitora, Giotto e Collodi hanno visto 175 alunni seguire il
laboratorio, oltre all’intera scuola elementare di Limidi di Soliera.
Al percorso per le scuole medie hanno aderito 6 classi della scuola Guido Fassi e 4 della
Alberto Pio. Complessivamente, gli alunni raggiunti dalle attività di Porta Aperta alle medie
sono circa 280.
L’offerta è stata avanzata anche nei confronti delle quattro scuole superiori della città di
Carpi. Hanno aderito il 50% di loro. In tutto alle superiori possiamo dire di avere visto 190
ragazzi tra i 18 e i 19 anni.
36
Sintetica valutazione
Le scuole rispondono discretamente alle nostre proposte soprattutto nei momenti forti come
in avvento o in tarda primavera per le medie. I gruppi parrocchiali richiedono, invece,
interventi più sporadici.
Al di là dei numeri l’attività promozionale è importantissima e trova l’approvazione degli
insegnanti; è un modo per raggiungere seppur brevemente tante famiglie e far conoscere
l’associazione. A ciò si aggiunga la divulgazione di temi a noi cari come la povertà,
l’immigrazione, la solidarietà.con le scuole elementari e materne abbiamo anche un
riscontro in viveri e/o denaro che vanno a sostenere il magazzino. Le spese si riducono
all’acquisto di una torta confezionata per il gioco della torta, all’impiego di un’operatrice
stipendiata e all’uso del furgoncino per gli spostamenti.
Prospettive o miglioramenti per il futuro
L’impegno dell’operatrice dedicata ad aggiornarsi continuamente per proporre dati e
modalità sempre accattivanti per i ragazzi e i bambini. La chiave per aumentare le scuole
coinvolte è individuare gli insegnanti sensibili a questo tipo di attività e far leva sul loro
interesse, questo però non è immediato e richiede tempo e diplomazia. Altra prospettiva
per il futuro è una collaborazione più stretta con le colleghe di Caritas e Recuperandia che si occupano di attività con e per le scuole - insieme alle quali verranno valutati tempi e
modalità della collaborazione, per proporre un “pacchetto formativo” complessivo.
COSA DICONO DI NOI ...
Questionari fruitori centro di ascolto
n° 124
Italia e Marocco sono le due nazionalità più presenti.
Sono soprattutto famiglie quelle che si rivolgono al centro di ascolto, con 3-4 componenti.
Più della metà dei fruitori vengono su indicazione di amici: il centro di ascolto Porta Aperta
è molto cresciuto ed il suo servizio è apprezzato da 20 anni.
Dai questionari emerge un dato molto interessante, già conosciuto da volontari ed operatori
dell’ascolto ma finora mai rilevato con precisione: il 20% delle persone che si rivolgono
al centro di ascolto viene inviato dai servizi sociali pubblici, anche se non esiste alcun
accordo, protocollo o convenzione.
Due paiono essere le motivazione all’invio:
- perché i servizi pubblici non sanno/non possono/non vogliono rispondere ad alcuni bisogni;
- perché riconoscono nel centro di ascolto un servizio competente, prezioso e complementare a quello pubblico.
Un altro dato importante, anche se più “scontato” è l’invio da parte delle parrocchia, dai
parroci, che inviano il 10% delle persone e delle famiglie.
La tendenza più frequente è quella di venire mediamente 2 volte al mese, alcuni vengono
più spesso ed altri invece vengono solo una volta, soprattutto le persone che sono di
passaggio.
Le richieste paiono abbastanza condizionate dall’offerta: si sa ciò che offriamo e le
persone vengono a chiedere quello! Nel caso del servizio di ascolto - il più importante per
noi - è proprio ciò che desideriamo.
Le risposte ai bisogni presentati vengono giudicate buone, utili, sufficienti da tutti.
L’accoglienza di volontari ed operatori viene giudicata buona e addirittura ottima dalla
quasi totalità del campione (oltre il 90%).
37
4.2. Promuove uno stile di vita maggiormente
consapevole della limitatezza delle risorse e del
degrado dell’ambiente, evitando gli sprechi
4.2.1.
Dal vecchio
magazzino,
passando al
Mantello,
fino a
Recuperandia
All’inizio e per molti anni, il magazzino dei mobili, vestiti e biciclette era strettamente
collegato al servizio di ascolto. Costituivano due servizi il cui accesso era filtrato dal
colloquio con gli operatori e volontari del centro di ascolto che, tra i servizi che potevano
attivare, c’erano anche quelli garantiti dal magazzino, dove erano stivati i mobili ed i vestiti
che la gente ci donava.
Il servizio rispondeva al bisogno - espresso quasi esclusivamente da persone e famiglie
straniere - di arredare le abitazioni, di vestirsi gratuitamente e di poter utilizzare una
bicicletta usata per gli spostamenti. Tali richieste erano motivate dalle condizioni di
indigenza in cui versavano molti stranieri e le loro famiglie.
Obiettivo dell’attività
Un aiuto “assistenziale” da prestare agli stranieri nei primi anni di inserimento nella nuova
realtà italiana.
Come funziona
Nei primissimi anni quanto veniva donato era accantonato nella sede o in posti di fortuna
che i volontari riuscivano a trovare.
In un secondo tempo, di fronte alla seconda sede dell’associazione, quella di via Curta
Santa Chiara, la Diocesi ci aveva consentito di utilizzare alcuni spazi dell’ex Liceo
scientifico. Grazie a questi grandi locali, ad un buon numero di volontari adulti e di
obiettori, all’acquisto di un furgone usato… siamo riusciti ad immagazzinare grandi
quantità di mobili e di vestiti. Successivamente, la quantità di vestiti che le persone ci
consegnavano era tale da non poter essere “smaltita” con la semplice consegna alle
persone e famiglie bisognose.
E’ da ricordare anche il fatto che la fine degli anni ’90 coincide con le guerre e i disordini
nella regione dei Balcani, seguiti alla dissoluzione dei regimi comunisti di quell’area.
Anche grazie agli appelli ed alle attività concrete promosse dalla Caritas diocesana, si è
assistito ad una grande mobilitazione di persone e famiglie, che hanno fatto dono, oltre
che di offerte in denaro, anche di vestiti,
oggetti utili e mobili. Croazia, Albania e
Kosovo sono state le realtà nelle quali la
nostra associazione ha dato un contributo
concreto, in collaborazione con Caritas
diocesana.
38
Anche da questa grande mole di vestiti che ci siamo trovati a dover gestire è nata
l’esigenza di trovare ditte che ci acquistassero gli indumenti usati in eccesso.
Quando si accumulava un grande quantitativo di vestiti, riempivamo un camion della ditta
GARC che consegnava la merce ad una ditta di Prato da loro individuata.
Il ricavato veniva utilizzato per le attività del centro di ascolto.
La grande quantità di vestiti che ci veniva consegnata ha fatto nascere all’interno
dell’associazione e della Caritas diocesana, l’idea di promuovere una piccola impresa
sociale: nel 1998 nasce la cooperativa sociale Il Mantello.
Anche altre Caritas diocesane, un po’ in tutta Italia, si stavano mobilitando; la nostra
è stata una delle prime a collaborare con i servizi pubblici responsabili della raccolta
e smaltimento rifiuti (CSR prima ed ora Aimag) ed a creare, allo scopo, una nuova
cooperativa sociale.
L’acquisto di un nuovo furgone (grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio
di Carpi) prima e la creazione della nuova cooperativa poi, sono stati gli strumenti concreti
che ci hanno consentito, da un lato, una nuova fonte di autofinanziamento per le attività
dell’associazione e, dall’altro, la possibilità di sviluppare una nuova attività lavorativa
anche a favore di soggetti “svantaggiati”.
Una parte della merce consegnataci da persone, famiglie e ditte - quella con caratteristiche
tali da non interessare più di tanto i poveri che si rivolgevano al centro di ascolto - veniva
accantonata dai volontari in vista del “Mercatino natalizio”.
Grazie alla disponibilità dei proprietari di un negozio di Corso Fanti, per alcuni anni, a
cavallo tra la fine del millennio scorso e l’attuale, siamo riusciti a fare questo mercatino,
che ci consentiva di vendere quella parte di materiale ed oggettistica non indispensabile
per le famiglie povere che si rivolgevano al centro di ascolto, ma che manteneva un certo
interesse per appassionati e famiglie per lo più italiane.
Il ricavato, alcune migliaia di euro, serviva per l’autofinanziamento dell’associazione.
Nell’attività era coinvolto, a vario titolo, un po’ tutto il personale dell’associazione:
dipendenti, volontari e giovani obiettori di coscienza.
Partner
La cooperativa sociale Il Mantello, creata dalla nostra associazione di comune accordo
con Caritas diocesana, nei primi anni era strettamente collegata con le nostre attività, in
particolare con quelle legate al magazzino: vestiti e mobili.
Partner fisso, praticamente in ogni attività è sempre stata e continua ad essere la Caritas
diocesana.
Collaborazioni occasionali venivano proposte o richieste con i seguenti soggetti:
parrocchie, Centro Missionario Diocesano, Bottega del Sole e Agesci.
Dati significativi
Tra il magazzino nei locali di via Curta Santa Chiara e l’inizio dell’attività di Recuperandia,
abbiamo affittato, per alcuni anni, a partire dall’anno 1999 un magazzino in via Alghisi,
dove ampliare la nostra attività di raccolta e smistamento di vestiti, mobili ed oggettistica,
nel frattempo molto cresciuta.
L’accesso al magazzino era sempre “filtrato” dal centro di ascolto e riguardava ancora
quasi esclusivamente stranieri.
Il personale era quasi esclusivamente volontario.
Per il servizio di raccolta di mobili ed elettrodomestici, abbiamo iniziato a proporre, prima
del ritiro, una visita a domicilio da parte di un volontario, tesa a verificare da un lato,
l’accessibilità dei locali, la presenza di scale, ecc. e dall’altro, la qualità della merce.
Quando si verificava che il servizio richiesto era troppo oneroso per noi o la merce non
era di nostro interesse, indicavamo alla famiglia la presenza della cooperativa Il Mantello
come soggetto che poteva svolgere il servizio richiesto.
39
Sintetica valutazione
L’attività in questione, dopo aver dato vita ad un nuovo soggetto - la cooperativa sociale
Il Mantello - è confluita in un vero e proprio “centro operativo” dell’associazione,
denominato Recuperandia. L’attività realizzata precedentemente è stata propedeutica alla
realizzazione dell’attuale progetto, mantenendone alcune delle precedenti caratteristiche.
Lo sviluppo dell’attività di magazzino e soprattutto le nuove attività formative e didattiche,
hanno consentito un consistente sviluppo del numero di volontari ed operatori presenti
nell’associazione.
Prospettive per il futuro
Con il progetto Recuperandia, in continua evoluzione, abbiamo raggiunto diversi obiettivi:
mantenimento della possibilità di fornire vestiti e mobili usati gratuitamente per le persone e le
famiglie che ne hanno bisogno;
grandissimo sviluppo dell’attività di raccolta e del numero di persone e famiglie che
acquistano direttamente al negozio ciò di cui hanno bisogno, visti i prezzi accessibili;
innovazione dovuta ai progetti formativi ed educativi rivolti ai minori.
4.2.2.
Recuperandia
raccolta,
selezione,
esposizione
e vendita di
materiale usato
Uno dei parametri più efficaci per misurare il livello di ricchezza materiale di una società è
la quantità di spazzatura prodotta al giorno per abitante. Quanto più una società è ricca,
tanto più ingombrante è la quantità di rifiuti che si accumulano nelle discariche per essere
poi smaltiti. Capita sempre più spesso che siano gettati tra i rifiuti oggetti usati che, però,
sono ancora in buono stato e che potrebbero essere facilmente recuperati.
Obiettivo dell’attività
Recuperandia si propone di intervenire in questo processo e di dare “Nuova vita alle
cose”. Offrire alla cittadinanza un Centro di raccolta - selezione - esposizione - vendita di
oggetti usati.
Come funziona
• RACCOLTA
- Informazioni telefoniche sulle modalità di raccolta
- Visita a domicilio effettuata da un volontario
- Raccolta del materiale effettuato presso il domicilio
- Ritiro del materiale direttamente a Recuperandia
• SELEZIONE
- Controllo Materiale
- Riparazioni
- Stoccaggio del materiale non riutilizzabile e sua cessione
- Definizione di un prezzo
• ESPOSIZIONE E VENDITA
- Esposizione della merce
- Vendita al pubblico
- Classificazione degli acquisti
Recuperandia è aperta a tutti gli abitanti dei comuni del distretto di Carpi e dei comuni
limitrofi.
Il servizio vede impegnati 39 volontari, 3 operatori, 1 giovane in servizio civile e 3
persona con borsa lavoro.
Partner
Caritas Diocesana di Carpi, Coop. Il Mantello
Dati significativi
Composizione VENDITE per categoria merceologica e per annualità in valore percentuale
40
Categorie
2002
2003
2004
2005
2006
2007
TOT.
Abbigliamento
42,78%
43,54%
46,38%
39,55%
46,39%
43,87%
43,75%
Oggettistica
15,55%
16,04%
13,81%
13,70%
12,55%
10,07%
13,62%
Elettrico
0,77%
2,72%
4,88%
3,27%
3,81%
4,57%
3,34%
Libri
0,72%
2,03%
3,92%
4,88%
4,89%
5,53%
3,66%
Mobilio
35,13%
29,57%
24,92%
31,06%
22,97%
23,16%
27,80%
Giochi
2,30%
1,92%
2,25%
2,71%
3,28%
5,16%
2,94%
Biciclette e Motorini
2,76%
1,40%
1,05%
1,58%
2,69%
2,73%
2,04%
Quadri
-
0,44%
0,86%
0,87%
1,07%
1,11%
0,73%
Stoviglie
-
2,29%
1,73%
2,08%
2,28%
3,56%
1,99%
Offerte per trasporti
-
0,05%
0,21%
0,31%
0,06%
0,23%
0,14%
Totali
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100,00%
Presenze
Categorie
TOTALI
%
Italiani
26.228
48%
Stranieri
24.437
45%
4.090
7%
54.755
100%
Non definiti
Totale
Aperture e media presenze
2002
2003
2004
2005
2006
2007
N. Aperture annuali
52
73
134
148
149
146
Media presenze
61
79
87
106
124
133
Sintetica valutazione dell’attività realizzata
Forte aumento di presenze e di materiale raccolto e ridistribuito nei primi anni di attività.
In questi ultimi anni un aumento leggermente ridimensionato.
Ora siamo maggiormente strutturati nelle fasi di recupero della merce e di riparazione,
grazie al maggior numero di volontari con competenze particolari.
Prospettive per il futuro
Trovare sinergie con gli altri centri di recupero, gestiti dalle Caritas, dell’Emilia Romagna.
41
COSA DICONO DI NOI ...
Questionari frequentatori
n° 351
Italia e Marocco sono le due nazionalità più presenti.
Età giovane e adulta. Le donne sono quasi il doppio rispetto agli uomini.
La quasi totalità delle persone frequenta spesso il centro: da tutti i giorni di apertura ad una
volta al mese. La clientela è pertanto “fedele”.
La merce è giudicata quasi da tutti buona o normale.
Il 10% la giudica di scarsa qualità.
I prezzi vengono giudicati giusti dalla maggioranza, con un 18% che li giudica addirittura
bassi. Il 25% li giudica troppo alti.
Il personale (volontari e operatori) viene giudicato positivamente.
Il 10% lo giudica sgarbato o distratto.
La maggioranza delle persone vengono a Recuperandia per risparmiare e per trovare
oggetti particolari ed interessanti.
Minore attenzione viene posta al tema “ecologico-ambientale”.
• Aspetti positivi: merce interessante, di qualità, a prezzi economici, con un buon fine
(ambientale e sociale), viene giudicato un bell’ambiente.
• Aspetti migliorabili: aprire più spesso, esporre meglio la merce, consegnare la merce a
domicilio, rinnovare i “reparti” del negozio.
La sensibilità verso il riutilizzo dei materiali è meno presente negli utenti, rispetto ai
conferitori.
Questionari conferitorin° 62
I conferitori sono coloro che ci portano il materiale o dai quali andiamo a prenderlo a casa.
Mediamente vengono/chiamano Recuperandia 2-3 volte l’anno e spesso, mentre portano
materiale usato, ne acquistano altro, rinforzando in tal modo il “circuito dell’usato”.
Per queste persone Recuperandia è una buona occasione per donare ciò che non si usa più
e, ancor di più, una occasione per contribuire al riuso delle cose.
42
4.2.3.
Comunicazione
e promozione
Comunicare è un atto naturale, in quanto ogni attività riflette una forma di comunicazione.
Per la sua importanza strategica, la comunicazione non può essere intesa solamente come
il momento finale di pubblicizzazione di una attività in quanto la comunicazione è un
elemento che accompagna tutte le fasi di progettazione, realizzazione e valutazione delle
attività.
La notorietà e credibilità di una organizzazione, quindi la possibilità di raggiungere gli
obiettivi che essa persegue dipende dalla efficacia del suo sistema di comunicazione.
La comunicazione è utile per esercitare un’azione di pressione sui policy maker, sugli
opinion leader di una comunità locale ma anche per coinvolgere l’opinione pubblica.
Obiettivi dell’attività
Promuovere la realtà di Recuperandia.
Rendere noto a tutti i cittadini gli obiettivi, i risultati e l’impatto di Recuperandia sul territorio.
Come funziona
Due operatori sono impegnati nella realizzazione di conferenze stampa, comunicati,
articoli e pubblicazioni, campagne d’informazione e newsletter mensile.
Partner
Centro Culturale F.L. Ferrari, Ufficio Stampa Diocesi di Carpi, Ologram.
Dati significativi
Nel corso degli anni sono apparsi sui media locali i seguenti articoli:
- Notizie (Settimanale della Diocesi di Carpi): “Passa da Recuperandia”; “Inaugurazione
di Recuperandia sabato 1 giugno”; “Porte aperte a Recuperandia”; “La sanatoria che
non convince”; “Recuperandia ... diario di viaggio”; “A Carpi non per caso”; “Investire
su se stessi”; “Al supermarket del riuso”; “Recuperandia: nuova vita alle cose e ... alle
persone”; “Recuperandia spegne tre candeline”; “Corsi di …recupero”; “Uno stile da ….
Recuperandia”; “Vestiti usati: dalla raccolta al recupero”.
- Gazzetta di Carpi: “Cose vecchie recuperate. Il laboratorio”; “Via a Recuperandia”;
”In 9mila a Recuperandia”; “Abiti usati, shopping dei poveri”; “L’usato diventa allettante”; “C’è Recuperandia”; “Recuperandia, tre anni e oltre 11 mila clienti”;
“Riciclare le bici a sostegno della Caritas”; “Dischi, mobili antichi ed enciclopedie al mercatino dell’usato di Recuperandia”; “Recuperandia per chi cerca usato e per chi vuole fare shopping a basso costo”; “Porta Aperta per mille poveri”
- Il Resto del Carlino di Modena: “Al Recuperandia si ricicla di tutto”; “Recuperandia, un
centro per gli oggetti dimessi”; “Recuperandia, con i prezzi elevati l’usato va a ruba”;
“Vecchia bici per i più deboli”; “Tre anni di aiuti per Recuperandia”;
“Poveri carpigiani che fatica arrivare alla fine del mese”
- Tempo (Settimanale locale): “Il vento dell’est”; “Recuperare per non sprecare”;
“Recuperandia: nuova vita alle cose e ... alle persone”; “Recuperandia, un’opportunità per
non sprecare”; “Scommetti che lo recuperiamo”; “E la classe media andò all’inferno …”;
“Premio a Recuperandia, in prima linea per l’ambiente”; “Carpigiani sempre più poveri”
- Voce (Settimanale locale): “Recuparandia, anno due”; “Recuperandia, dove le cose
riprendono vita”; “Recuperandia presenta il bilancio di due annate”; “Recuperandia:
aziende collegate”; “Povertà e bisogno ora sono anche italiani”
- Vivo (Settimanale locale): “Il buono di Recuperandia”; “Caritas, sempre più italiani
poveri”
- Avvenire: “Recuperandia. Al super del riuso”
- Il Mese di Modena: “Diamo nuova vita alle cose”
- Emilianet: “Recuperandia: nuova vita alle cose e ... alle persone”
- La voce de il Nuovo: “Bici vecchia? Non buttarla! Può fare il bene”
- La Fragola: “Recuperandia, un’opportunità per non sprecare”.
- VolontariaMo: “Io recupero, tu riusi”
43
Al fianco degli articoli il progetto Recuperandia è apparsa anche su diverse pubblicazioni:
- Centro di Educazione Ambientale Carpi-Novi- Soliera,
“Alfabeto Ambiente anno scolastico 2003/04”-2004/05” - 2005/06” - 2006/07”.
- Comune di Carpi, “La Città Visibile 2003-04” - 2004/05” - 2005/06” - 2006/07” - Itinerari educativi, laboratori, attività didattiche dalla scuola d’infanzia alla
scuola media superiore”.
- Caritas Italiana, “Aprirò una strada nel deserto verso un paese bello e spazioso - Itinerario per vivere la Quaresima 2004 in famiglia”
- Consulta C, Coordinamento volontariato sociale, Centro Servizi per il Volontariato Modena, Comune di Carpi,”Volontariato. Per un mondo senza Confini”.
- Caritas diocesana Carpi, “InformaCaritas” n.1 febbraio 2004.
- CISL, “Guida ai servizi CISL e ai negozi convenzionati 2004”.
- “Informa” Periodico d’informazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. “Recuperare il recupero”.
- Notiziario dell’Ufficio Nazionale CEI per i problemi Sociali e del Lavoro. Buone pratice.
Infine il lavoro di Recuperandia ha trovato spazio in oltre 20 siti web a livello locale e nazionale.
Sintetica valutazione
Migliorata la comunicazione, più attenta ed efficace rispetto ai primi anni.
Prospettive per il futuro
La newsletter di Recuperandia va maggiormente strutturata e data maggiore attenzione al
continuo aggiornamento dell’indirizzario
4.2.4.
Educare alla
cittadinanza
attiva verso il
consumo critico
e il rispetto
dell’ambiente
44
La società nella quale viviamo esalta i comportamenti consumistici e attraverso la pubblicità
fa leva sulle nuove generazioni per portarle a considerare ogni oggetto che già possiedono
come “fuori moda” quindi da cambiare. L’esito è che il pensiero di poter riutilizzare
qualcosa di già “vissuto” provoca nei giovani una reazione di fastidio e rifiuto. Assumere
però un atteggiamento più attento e critico nei confronti dei messaggi che vengono proposti
dai mass media può aiutare i ragazzi ad avvicinarsi ad alcune tematiche importanti.
Obiettivi dell’attività
Le sessioni didattico-informative per la scuola elementare, media inferiore e superiore, le
Parrocchie e le Associazioni, in base all’età e all’esperienza dei minori, sono volte a:
• Stimolarli a prestare maggiore attenzione a ciò che li circonda, in particolare nei loro ambienti di vita.
• Far scoprire le relazioni che possono instaurarsi con e grazie agli oggetti: cura e rispetto degli oggetti, possibilità di dono, scambio e condivisione.
• Aiutarli a comprendere la differenza che esiste tra un rifiuto e un oggetto usato e fra riciclare e recuperare.
• Avvicinarli al concetto di recupero e non spreco e alle motivazioni che lo rendono così importante, sia per ciò che riguarda la salvaguardia dell’ambiente che a livello sociale.
• Far conoscere Recuperandia come un luogo dove gli oggetti usati acquistano “nuova” vita,un negozio a portata di tutti.
• Aumentare la consapevolezza della realtà del nostro territorio e sulla possibilità di compiere semplici gesti che possono aiutare a migliorare la situazione.
Come funziona
I percorsi formativi proposti hanno una struttura flessibile, modificata in base alle necessità
dei beneficiari, che prevede: momenti di dialogo e confronto, piccoli lavori a gruppi,
attività di gioco, visita e informazioni su Recuperandia.
I percorsi sono affiancati da laboratori sul recupero, attraverso i quali i ragazzi possono
sperimentare, grazie all’insegnamento di volontari esperti, il recupero di oggetti e
materiali ritenuti spesso inadeguati attraverso l’acquisizione di un “saper fare” che li renda
protagonisti più autonomi attenti e responsabili.
L’attività coinvolge 10 volontari e 1 operatore.
Partner
Assessorati all’Istruzione, Assessorati all’ambiente, Centri di Educazione Ambientale,
Parrocchie, Associazioni.
Dati significativi
SESSIONI E LABORATORI – NUMERO STUDENTI
Anno
scolastico
20022003
Anno
scolastico
20032004
Anno
scolastico
20042005
Anno
scolastico
20052006
Anno
scolastico
20062007
Anno
scolastico
20072008
Totale
Sessioni
0
0
96
138
74
252
560
Sessioni
252
256
126
176
158
145
1.113
0
0
0
0
90
47
137
323
94
104
78
149
162
910
Laboratori
0
0
156
165
149
162
632
Sessioni
24
202
200
139
75
171
811
Laboratori
0
0
0
0
6
5
11
Sessioni
74
40
142
59
30
55
400
Laboratori
0
0
0
0
0
24
24
673
592
824
755
731
771
4.346
PARTECIPANTI
Scuola
Materna
Scuola
Elementare
Scuola Media
Inferiore
Scuola Media
Superiore
Associazioni e
Parrocchie
Laboratori
Sessioni
TOTALI
SESSIONI E LABORATORI – NUMERO CLASSI – ASSOCIAZIONI – PARROCCHIE
Anno
scolastico
20022003
Anno
scolastico
20032004
Anno
scolastico
20042005
Anno
scolastico
20052006
Anno
scolastico
20062007
Anno
scolastico
20072008
Totale
Scuola Materna Sessioni
0
0
4
5
3
11
23
Sessioni
11
12
6
7
7
6
49
Laboratori
0
0
0
0
4
2
6
Sessioni
15
4
4
4
6
7
40
Laboratori
0
0
6
7
6
7
26
Sessioni
2
9
9
6
3
7
36
Laboratori
0
0
0
0
1
1
2
Sessioni
5
2
6
2
2
3
20
Laboratori
0
0
0
0
0
3
3
33
27
35
31
32
36
194
PARTECIPANTI
Scuola
Elementare
Scuola Media
Inferiore
Scuola Media
Superiore
Associazioni e
Parrocchie
TOTALI
45
SESSIONI E LABORATORI – NUMERO INCONTRI
PARTECIPANTI
Anno
scolastico
20022003
Anno
scolastico
20032004
Anno
scolastico
20042005
Anno
scolastico
20052006
Anno
scolastico
20062007
Anno
scolastico
20072008
Totale
Scuola Materna
Sessioni
0
0
4
5
3
11
23
Scuola
Elementare
Sessioni
11
12
6
7
7
6
49
Laboratori
0
0
0
0
4
2
6
Sessioni
15
4
4
4
6
7
40
Laboratori
0
0
54
56
54
63
227
Sessioni
2
9
9
6
3
7
36
Laboratori
0
0
0
0
3
3
6
Sessioni
5
2
6
2
2
3
20
Laboratori
0
0
0
0
0
10
10
33
27
83
80
82
112
417
Scuola Media
Inferiore
Scuola Media
Superiore
Associazioni e
Parrocchie
TOTALI
Indicativamente ogni incontro necessita di due ore di tempo.
Sintetica valutazione
Coinvolgimento maggiore delle scuole nelle diverse fasi del progetto (esecuzione,
monitoraggio, valutazione) maggior numero di ragazzi coinvolti e di scuole interessate.
Prospettive per il futuro
Riuscire a contattare maggiormente le Parrocchie della Diocesi.
COSA DICONO DI NOI ...
Questionari insegnanti n° 27
E’ stata valutata sostanzialmente buona o più che buona da quasi tutti gli insegnanti la
qualità dei contenuti esposti e la metodologia utilizzata per esporli.
La nostra proposta è ancora purtroppo vissuta come qualcosa di “estemporaneo”, uno
strumento non inserito appieno nella programmazione pluriennale degli insegnanti e delle
scuole.
Questionari ragazzi laboratori
n° 176
Generale soddisfazione per i laboratori, anche se qualcuno necessita di miglioramenti.
Buona e più che buona viene giudicata la capacità degli insegnanti/esperti.
Buona anche la concretizzazione nella vita quotidiana di ciò che si è imparato ai corsi.
46
4.2.5.
Laboratorio
socio
occupazionale
Il SIL (Servizio Inserimento Lavorativo) del Comune di Carpi si occupa della formazione e
dell’inserimento lavorativo di soggetti invalidi, con handicap e/o svantaggio ai sensi della
Legge 381/1991.
Nell’ambito di una collaborazione con la Coop. Sociale Nazzareno - Progetto Point Job
che ha in convenzione questo servizio dal Comune di Carpi, sono state inserite alcune di
queste persone all’interno del progetto Recuperandia. L’inserimento lavorativo si prospetta
come una possibilità da sfruttare per coloro che stanno vivendo un periodo particolarmente
difficile e diventa uno strumento validissimo per reinserirli all’interno della società.
Oltre a questo servizio istituzionale vengono presentati casi di persone (sia dai Servizi
pubblici che da privati) che necessitano di servizi per socializzare, causa depressioni o altri
problemi socio-sanitari.
Obiettivi dell’attività
Permettere il mantenimento delle abilità manuali da parte dei soggetti svantaggiati e fare
acquisire loro nuove competenze e metodologie lavorative.
Responsabilizzare e valorizzare la persona all’interno di Recuperandia.
Descrizione sintetica
Il servizio, rivolto a persone seguite dai Servizio Sociali impegnati nelle Attività
Occupazionali Protette, prevede:
- La definizione del progetto d’inserimento lavorativo.
- L’individuazione del tutor.
- Il coinvolgimento del lavoratore all’interno del gruppo dei volontari.
- Costanti e periodiche verifiche del progetto a cadenza mensile.
Il servizio può essere anche attivato per persone in difficoltà ad inserirsi o a reinserirsi in un
contesto lavorativo o in un luogo di forte socializzazione.
L’attività coinvolge quattro volontari, un giovane in servizio civile e un operatore.
Partner
Servizi sociali dei comuni, delle “Terre d’Argine”, Point Job Coop. Nazareno.
Dati significativi
Dal 2006, otto persone hanno usufruito della borsa lavoro. Ognuno ha lavorato presso
Recuperandia per un periodo di circa un anno. Attualmente delle otto persone, due stanno
ancora lavorando presso il Centro.
Tre uomini residenti a Carpi si sono alternati tra il 2004 e il 2008 per svolgere un lavoro
socialmente utile.
Due minori sono stati inviati dai servizi sociali di Carpi e 9 ragazzi in sospensione
scolastica sono stati inviati dall’istituto Meucci e dal Leonardo da Vinci.
Nell’ultimo anno scolastico, Recuperandia ha accolto nei propri laboratori anche 11
ragazzi delle scuole superiori in stage, 3 ragazzi con difficoltà di apprendimento per un
progetto di alternanza scuola-lavoro.
Sintetica valutazione
Buoni i risultati, siamo riusciti sempre a coinvolgere e a rendere partecipe del nostro
cammino le diverse persone che hanno avuto contatti con il progetto. Si sono create reti
amicali tra i vari soggetti. Nel tempo abbiamo iniziato a predisporre per ogni persona
veri e propri progetti personali. Con i Servizi e la Coop. Nazzareno organizzato incontri
periodici di valutazione dell’intervento.
Prospettive per il futuro
Essere sempre più attenti alle persone ed al loro cammino.
47
www.apvd.it
I Centri di Servizio ricevono i finanziamenti dalle Fondazioni bancarie. Nella provincia di Modena sono presenti:
Fondazione Cassa Risparmio di Modena, Fondazione Cassa Risparmio di Carpi,
Fondazione Cassa Risparmio di Vignola, Fondazione Cassa Risparmio di Mirandola
ASSOCIAZIONE PORTA APERTA - ONLUS
41012 Carpi (MO) - Viale Peruzzi, 38 - Tel. 059 689370 Fax 059 6550219
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bilancio sociale 1988-2007