SPAZIO OBERDAN MIC Museo Interattivo del Cinema AREA METROPOLIS 2.0 FESTIVAL 13. EDIZIONE Partner istituzionali T Festival organizzato da civm.cinetecamilano.it Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Cineteca Milano @cinetecamilano 1 2 Il cinema italiano visto da Milano 19 - 26 APRILE 2015 13. Edizione http://civm.cinetecamilano.it 1 Il cinema italiano visto da Milano 13. edizione 19-26 aprile 2015 T Partner istituzionali Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo In collaborazione con Partner tecnici Mediapartner Per l’omaggio ai 70 Anni dalla Liberazione Presidente: Gabriele Mazzotta Direzione artistica: Enrico Nosei, Matteo Pavesi Segretario generale: Luisa Comencini Responsabile Concorso Paderno Dugnano: Silvia Pareti Ufficio Stampa: Margherita Giusti Hazon Comunicazione Web: Licia Punzo Redazione e schede film: Marco Lovisato Logistica e organizzazione: Lorena Iori (responsabile) Archivio e movimento copie: Luigi Boledi, Roberto Della Torre Proiezioni: Amedeo Liberti, Fulvio Lombardi, Marcello Seregni, Lorenzo D’Orio Personale di sala: Achille Cezza, Pina Le Noci Si ringraziano 01 Distribution, Adriana Chiesa Enterprises, ANPI, Asap Cinema Network, Banca Intesa San Paolo, Bolero Film, Cattleya, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Cine Video Corporation, Except, Far Out Films, Fondazione Aem-Gruppo A2A, Good Films, Imperiale Delizie, INSMLI, H-57, K-48, Karta Film, Lumière & Co., Magda Film, Mariposa Cinematografica, Mescalito Film, Microcinema, Mir Cinematografica, Nexo Digital, Officine Artistiche, Rai Cinema, Red Post Production, La Règle du Jeu, Shortcut Productions, Sky Arte, Lo Scrittoio, Studio Punto & Virgola, Sugar, TVM. Tommaso Agnese, Claudio Amendola, Leone Balduzzi, Viviana Ballotta, Marco Bechis, Bruno Bigoni, Gaetano Blandini, Barbora Bobulova, Carlo Brancaleoni, Giulio Bursi, Gianfranco Cabiddu, Maria Pia Calzone, Maccio Capatonda, Guido Casali, Caterina Caselli, Lionello Cerri, Duccio Chiarini, Adriana Chiesa, Giulia Ciniselli, Matteo Civaschi, Cristina Comencini, Barbara Costa, Alessio Cremonini, Marco Dalbesio, Lorenzo Damiani, Antonietta De Lillo, Rossana De Michele, Andrea De Onestis, Brando De Sica, Sara Di Pietro, Franco Di Sarro, Sara El Debuch, Alessandro Faes Belgrado, Fabrizia Falzetti, Minnie Ferrara, Cesare Fragnelli, Gabriele Genuino, Caterina Giargia, Bianca Giordano, Cristina Gramolini, Barbara Guieu, Silvia Innocenzi, Fariborz Kamkari, Maurizio Leonardi, Xilda Lepardhaja, Antonella Loconsolo, Rosanna Lombardo, Silvia Maggi, Alberto Martinelli, Erika Mazzucchelli, Francesco Melzi d’Eril, Luca Musella, Mauro Pagani, Gianfilippo Pedote, Omar Pedrini, Marina Peluso, Anna Pomara, Massimo Popolizio, Silvia Radicioni, Massimo Righetti, Luca Rossi, Andrea Saba, Simona Santandrea, Simone Scafidi, Matteo Scifoni, Stefano Senardi, Carlo A. Sigon, Lorenzo Sportiello, Filippo Sugar, Riccardo Tozzi, Domenico Trapani Lombardo, Fabrizio Trisoglio, Fabio Tucci. Due ringraziamenti particolari: al Premio Letterario Galdus (Nicoletta Stefanelli, Luigina Mastrolia) per la collaborazione nell’organizzazione degli incontri degli artisti nei licei, e ai cinque licei milanesi che ospiteranno le lezioni di cinema di Maria Pia Calzone, Maccio Capatonda, Cristina Comencini, Fariborz Kamkari, Massimo Popolizio: Liceo Scientifico Statale Alessandro Volta (Dirigente prof. Domenico Squillace); Liceo Artistico Statale Umberto Boccioni (Dirigente prof. Pietro Calascibetta); Liceo Classico Statale Giosuè Carducci (Dirigente prof. Michele Monopoli); Liceo Classico Statale Giuseppe Parini (Dirigente prof. Giuseppe Soddu); Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci (Dirigente prof.ssa Luisa Francesca Amantia). Info: 02.87242114; [email protected] Spazio Oberdan: 02 – 77.40.63.16; Area Metropolis 2.0: 02 – 918.91.81 http://civm.cinetecamilano.it http://metropolis.cinetecamilano.it http://mic.cinetecamilano.it http://oberdan.cinetecamilano.it www.cinetecamilano.it Progetto grafico Francesco Galanti - Effigie 2 Questa nuova edizione del festival, la 13., conferma la vocazione della manifestazione di fare ogni anno il punto sullo stato della nostra cinematografia dandone un quadro sintetico ma incisivo attraverso la proiezione di lungometraggi, cortometraggi, documentari e incontri con gli autori. Le opere in programma, anteprime e riproposte, sono selezionate soprattutto in funzione della qualità e originalità ma, in qualche caso, anche della loro popolarità o del loro essersi imposte come fenomeni di costume. Un festival quindi che intende mescolare “alto” e “basso”, mettere a confronto ravvicinato autori affermati ed esordienti, film di budget medio-alto e produzioni indipendenti, per sottolineare la doppia anima del cinema, a un tempo apparato culturale e sistema industriale. Il nostro auspicio è di riuscire in tal modo a coinvolgere ogni tipo di pubblico, e soprattutto gli spettatori più giovani, verso i quali la Cineteca ha già fatto un mossa importante in questo 2015 offrendo, in collaborazione con il Comune di Milano, a tutti i residenti che nell’anno compiono 18 anni la “Card 18”, tessera di libero ingresso alle proprie proiezioni che ha riscosso notevole successo. Di seguito una sintesi del programma. Concorso “Rivelazioni” La selezione del concorso di questa edizione del festival presenta tutti lungometraggi di finzione e tutti all’insegna di una significativa maturità narrativa ed espressiva. Valore ancora più importante se si considera che si tratta di cinque opere prime, in alcune delle quali i rispettivi autori hanno saputo fare riferimento a generi cinematografici consolidati rivisitandoli e arricchendoli con aperture all’insegna di una consapevole autorialità. Come sempre i titoli in concorso, programmati sia a Spazio Oberdan che in Area Metropolis 2.0 (Paderno Dugnano), saranno valutati da una giuria del pubblico raccolta attraverso iscrizione on line. Quello che ci ha fatto davvero piacere è stato constatare ancora un volta l’interesse che questa sezione suscita negli spettatori, soprattutto i più giovani e gli studenti: la risposta al nostro invito di far parte della giuria è stata infatti massiccia, costringendoci a respingere centinaia delle richieste pervenuteci in poche ore. Fuori concorso: film e documentari in anteprima In questa sezione saranno presentati lungometraggi e documentari in anteprima per Milano e in presenza dei registi o degli attori per incontri con il pubblico in sala. Segnaliamo innanzitutto il film in calendario nella serata inaugurale del festival, Pitza & Datteri (Fariborz Kamkari), una storia d’integrazione divertente e ironica sullo sfondo di una delle città orientali più occidentali, Venezia, con Giuseppe Battiston fra i protagonisti. Quindi Let’s go (Antonietta De Lillo), opera piena di umanità in cui il protagonista Luca Musella ripercorre la propria vita, da Napoli, sua città natale, a Milano, il luogo della nuova esistenza che conduce da quando da fotografo professionista e scrittore si è ritrovato nullatenente. Ancora, Tutte le scuole del regno (Marco Bechis, Caterina Giargia) - film ambientato a Palermo con al centro una dirigente scolastica che da tutta la vita lavora nelle scuole in uno dei quartieri più difficili della città; L’internazionale del risparmio - Vita e pensiero di Filippo Ravizza (Giulia Ciniselli) - documentario che attraverso le testimonianze dei figli e di una ricca documentazione d’archivio ripercorre i momenti salienti della vita di Filippo Ravizza, pioniere dell’insegnamento commerciale e fondatore nel 1951 della Scuola Italiana di Pubblicità; Welcome Home (Silvia Maggi, Silvia Radicioni) - che racconta l’esperienza della casa di riposo Lebensort Vielfalt, nel quartiere Charlottenburg di Berlino, che dal 2012 ospita anziani appartenenti alla comunità LGBT (Lesbiche, gay, bisessuali, e transgender); e infine Eva Braun (Simone Scafidi), grottesco viaggio attraverso il potere, il sesso e la disponibilità dei protagonisti a sottomettersi a qualsiasi umiliazione pur di ottenere i loro scopi. Segnaliamo infine anche tre appuntamenti con altrettante opere dedicate a protagonisti della nostra scena musicale. Il primo, Prog Revolution (Rossana De Michele), è il racconto di una città, Milano, nel periodo che va dal 1969 al 1979, l’epoca d’oro del Rock Progressivo, che vede come protagonisti grandi musicisti, tra i quali la PFM, gli Area ed Eugenio Finardi, fotografi e discografici. Il secondo, Faber in Sardegna (Gianfranco Cabiddu), ripercorre il rapporto d’amore tra Fabrizio De Andrè e la Gallura, a partire dalle canzoni concepite tra i campi dell’Agnata reinterpretate da artisti e amici del cantautore genovese come Teresa De Sio, Gianmaria Testa, Ornella Vanoni, Lella Costa, Rita Marcotulli, Morgan. Il terzo appuntamento sarà un omaggio a Pino Daniele, con un esperimento di contaminazione per il quale si veda nella sezione “Eventi speciali” di questa introduzione. Cortometraggi Sia a Spazio Oberdan che in Area Metropolis 2.0, abbinati alle proiezioni dei 5 film del concorso “Rivelazioni”, verranno presentati i 5 cortometraggi realizzati con le storie di cinque aspiranti sceneggiatori che lo scorso novembre hanno vinto il contest in occasione di “Cortology. Icone che fanno cinema”, la mostra-evento realizzata dallo studio milanese H-57 e composta dalle celebri tavole realizzate con il format delle ministorie targate Shortology. Le cinque storie più belle sono state ora effettivamente prodotte: quattro da una vera casa di produzione cinematografica, K-48, con la regia di altrettanti professionisti affermati, e una realizzata in motion graphic dai creativi di H-57. 3 Fuori concorso: i migliori film dell’anno Come ogni anno, nelle giornate del festival verranno riproposti anche alcuni dei lungometraggi più interessanti della stagione. Ricordiamo i titoli che saranno presentati in presenza di registi e attori. Italiano medio (Maccio Capatonda, presente in sala), Latin Lover di Cristina Comencini (presente in sala), Anime nere di Francesco Munzi (presente in sala l’attrice Barbara Bobulova), Noi e la Giulia di Edoardo Leo (in presenza dell’attore Claudio Amendola), Zanetti Story, con un intervento dei registi Simone Scafidi e Carlo A. Sigon. In questa sezione segnaliamo anche: due “piccoli” film indipendenti che a dispetto del loro valore non hanno avuto la visibilità che meritavano, Banana (Andrea Jublin) , La Sapienza (Eugène Green); Sull’anarchia (Bruno Bigoni); e un appuntamento con la serie rivelazione del 2014, Gomorra, di cui saranno proiettati i primi due episodi in presenza dell’attrice Maria Pia Calzone e del produttore Riccardo Tozzi. Eventi speciali Come detto in precedenza, uno degli appuntamenti speciali del festival sarà un omaggio a Pino Daniele, scomparso nel gennaio 2015. Per ricordare il grande cantautore e musicista presenteremo nella serata conclusiva della manifestazione un classico del cinema muto napoletano, Napoli è una canzone (Eugenio Perego, 1927), in una versione restaurata e rimusicata dalla Cineteca con le canzoni di Pino Daniele dedicate alla città partenopea. Il secondo evento speciale è una tavola rotonda dal titolo Milly-Melato, due generazioni a confronto dai palcoscenici (milanesi) agli schermi cinetelevisivi organizzata dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano e in cui verranno ripercorse le carriere delle attrici Milly e Mariangela Melato attraverso materiali video, testimonianze e approfondimenti di critici, studiosi e docenti universitari. A seguire sarà proiettato Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (Lina Wertmuller). 4 Ritrovati e restaurati Ogni anno il festival ha in calendario un lavoro di restauro realizzato nella stagione in corso. In questa edizione sarà presentato in anteprima nazionale il restauro a cura di Cineteca Italiana e Fondazione Aem-Gruppo A2A di Cabina ricevitrice Sud – Milano (in costruzione), documentario del 1934 proveniente dagli archivi della Aem (Azienda Elettrica Municipale di Milano) sulla costruzione della stazione di arrivo di un elettrodotto proveniente dalla Valtellina, stazione detta appunto “Ricevitrice Sud”. Il film, muto, sarà proiettato con accompagnamento musicale dal vivo. Nel corso dell’appuntamento sarà presentato anche il dvd La ricevitrice: luce, modernità e consenso. I documentari AEM 1929-1936 editato nella collana “I tesori del MIC”. Ex cathedra: gli autori tornano a scuola Proseguendo l’esperienza della scorsa edizione, che ha dato risultati davvero eccellenti, saranno organizzati presso cinque licei milanesi (Volta, Boccioni, Carducci, Parini, Leonardo Da Vinci) altrettanti incontri tenuti da protagonisti della nostra cinematografia ospiti di questa 13. edizione del Festival: Cristina Comencini, Maccio Capatonda, Riccardo Tozzi con Maria Pia Calzone, Massimo Popolizio, Fariborz Kamkari. Retrospettiva e mostra fotografica: Milano Città aperta. I 70 anni dalla Liberazione Un altro importante appuntamento del festival, è la celebrazione del 70. anniversario della Liberazione, realizzata in collaborazione con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) e INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia della Liberazione). Due le inziative in ricordo del 25 aprile 1945. Una mostra fotografica dal titolo “Milano città aperta”: 70 scatti partigiani provenienti dagli archivi storici dell’ANPI, dell’INSMLI e di Fondazione Cineteca Italiana che saranno esposti dal 21 aprile al 3 maggio nella sala adiacente l’atrio del cinema Spazio Oberdan. In mostra anche i testi storici che raccontano gli eventi legati alla Liberazione del 24, 25 e 26 aprile 1945 nella città di Milano. Una rassegna cinematografica con dieci classici firmati da maestri del nostro cinema (da Roberto Rossellini, Nanni Loy, Francesco Maselli a Paolo e Vittorio Taviani, Giorgio Diritti, Florestano Vancini, Gianfranco De Bosio) e due rari documentari dedicati al tema della resistenza e della lotta per la Liberazione (Con i partigiani sull’Appennino e Il Ribelle). Enrico Nosei Direttore programmazione Fondazione Cineteca Italiana Matteo Pavesi Direttore generale Fondazione Cineteca Italiana CONCORSO RIVELAZIONI 5 BOLGIA TOTALE Italia, 2014, 97’. Regia e sceneggiatura: Matteo Scifoni. Fotografia: Ferran Paredes Rubio. Montaggio: Francesco De Matteis. Musica: Stefano Fresi. Interpreti: Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Xhilda Lapardhaja, Ivan Franek, Gianmarco Tognazzi, Manuela Mandracchia, Katia Greco, Luca Angeletti. Produzione: Mescalito Film, Oh!Pen, in collaborazione con Red Post Production. Distribuzione: Asap Cinema Network. Roma, estate. L’ispettore Cruciani, vecchio, drogato e alcolizzato, si fa sfuggire il pericoloso spacciatore Michele Loi. L’ispettore Bonanza decide di aiutare Cruciani dandogli tre giorni di tempo per ritrovare il criminale, prima di denunciarne l’evasione. Loi nel frattempo sta programmando la sua fuga dal Paese, per raggiungere un amico che lo attende in Costarica. Ma sulle tracce del criminale non c’è solo Cruciani, già afflitto dai suoi problemi: anche un suo vecchio socio in affari vuole regolare i conti con lo spacciatore una volta per tutte. Al fianco di Loi rimane Zoe, bellissima prostituta muta con la quale il criminale vive un rapporto turbolento. Concorso rivelazioni Dichiarazione del regista «Ho sempre avuto una passione viscerale per il noir, per la “crime fiction”, che non è un genere. È un colore, uno stato d’animo, una sensazione. Il noir più che indicare un genere specifico designa un tono generale, una serie di motivi, un insieme di sottogeneri. E mi hanno sempre affascinato le storie di personaggi marginali, di perdenti, sconfitti, di persone che hanno “fallito” secondo gli standard della società. Mi hanno sempre molto colpito e interessato i barlumi di umanità spesso paradossale che sono a volte nascosti in questo tipo di personaggi. Da queste due passioni è nato Bolgia totale, la storia di due uomini che sostanzialmente cercano di sopravvivere. Una storia volutamente semplice ed essenziale, quasi archetipica (nella speranza che, proprio per questo, sia universale e universalmente comprensibile), con toni che vanno dal tragicomico al picaresco al malinconico. L’intenzione, mentre scrivevo il film e poi lo giravo, era quella di rielaborare in modo personale tutto un immaginario filmico e letterario, quello appunto della “crime fiction”. 6 Matteo Scifoni Nato a Roma nel 1982, laureatosi al D.A.M.S. nel 2009 con una tesi sul cinema di Paul Thomas Anderson, è sceneggiatore e regista indipendente e autodidatta. Amante del cinema di genere, si è distinto nel campo del cortometraggio con i thriller-horror Spaghetti Haiku (2005), Mesa verde (2007) e il misterioso Betty Boop (2012). Nel 2005 ha anche pubblicato il suo primo romanzo, Strani giorni (edito da Terre Sommerse). Bolgia totale segna il suo esordio nel lungometraggio, e la prima incursione nel genere noir. BORDER Italia, 2013, 95’. Regia: Alessio Cremonini. Sceneggiatura: Alessio Cremonini, Susan Dabbous. Fotografia: Stefano Di Leo. Montaggio: Andrea Bonanni. Interpreti: Dana Keilani, Sara El Debuch, Wasim Abo Azan, Sami Haddad, Abdul Ahmed, Jamal El Zohbi. Produzione: Memo Films. Distribuzione: Good Films. Siria, Aprile 2012. Aya e Fatima sono due giovani sorelle siriane profondamente religiose. Una mattina la loro quotidianità viene spezzata dall’arrivo di Muhammad, un fiancheggiatore di quei ribelli che da mesi combattono contro il governo. Muhammad rivela loro che il marito di Fatima ha deciso di disertare dall’esercito e di unirsi all’Esercito Siriano Libero. La conseguenza della sua decisione pone Aya e Fatima davanti un bivio: continuare e vivere nella loro casa a Baniyas e rischiare di esporsi alla vendetta dei servizi segreti e degli shabiha (la milizia che sostiene l’esercito regolare) oppure trovare riparo in Turchia. Le due ragazze scelgono la seconda soluzione, ma il loro viaggio sarà irto di pericoli. Alessio Cremonini Nato a Roma nel 1973, è sceneggiatore, regista e produttore. Nel 1997 presenta il cortometraggio Marta alla Mostra del Cinema di Venezia; il film segna l’inizio della collaborazione con Camilla Costanzo, con la quale scrive e dirige le due fiction RAI Una famiglia per caso (2002) e La notte breve (2006). Nel 1998 assiste Ettore Scola sul set di La cena (1998). Come sceneggiatore debutta nel 2000 adattando il romanzo Voci di Dacia Maraini per la regia di Franco Giraldi, e nel 2004 scrive la sceneggiatura di Private di Saverio Costanzo, vincitore del Pardo d’Oro al Festival del Cinema di Locarno. Border segna il suo esordio nel lungometraggio. Concorso rivelazioni Dichiarazione del regista «Io sono italiano. Damasco si trova a poche ore di volo da Roma. Alcune città della Siria ospitano scavi archeologici Romani importanti. Spesso i rifugiati restano nascosti in grotte che millenni prima erano tombe Romane. Sei papi nel Medioevo provenivano da queste zona dell’Asia. Tutti questi fatti mi hanno fatto capire che la Siria non è poi così distante da me. Ho sempre pensato che il cinema fosse come un aeroplano, in grado di svelare il mondo e le tragedie in esso, che altrimenti rimarrebbero ignorate. Quando mi hanno parlato di due sorelle siriane venticinquenni, donne che indossano il niqab (il velo tradizionale), costrette a fuggire verso la Turchia dopo che il marito di una delle due ha disertato l’esercito e si è unito ai ribelli, ho pensato che quella era una storia che valeva la pena di essere raccontata e che questo fosse il mezzo, l’”aeroplano” che avrebbe permesso agli spettatori di osservare da vicino una delle realtà più drammatiche degli ultimi anni.» 7 INDEX ZERO Italia, 2014, 84’. Regia: Lorenzo Sportiello. Sceneggiatura: Lorenzo Sportiello, Claudio Corbucci, Francesco Cioce. Fotografia: Ferran Paredes Rubio. Montaggio: Giuseppe Trepiccione. Musica: Lorenzo Sportiello, Alex Campedelli. Interpreti: Simon Merrells, Ana Ularu, Antonia Liskova, Bashar Rahal, Ralitsa Paskaleva, Mya-Lecia Naylor, Velislav Pavlov, Meto Jovanovski, Ivo Tonchev, Plamen Manassiev, Alexandra Lopez. Produzione: Cine Video Corporation, con il contributo del MiBACT. Anno 2035. Kurt e Eva vivono in un mondo che, in seguito alla crisi globale, ha assunto i contorni di uno scenario distopico. Considerati “non sostenibili” sono costretti a vagabondare da un luogo all’altro. Quando Eva rimane incinta la fuga verso l’Europa sembra l’unica opzione disponibile alla coppia, ma una volta superato il confine i due vengono catturati, separati e imprigionati in due diversi campi di detenzione. Ma la voglia di ricongiungersi alla compagna prevale: Kurt evade, riesce a liberare Eva e provoca la rivolta dei “non sostenibili” contro i propri discriminatori. Concorso rivelazioni Dichiarazioni del regista «Index Zero lo considero un film di fantascienza umanista. Ho voluto lavorare a un film di genere con un approccio intimista, europeo. La messa in scena è realistica, rendendo la rappresentazione del futuro il più naturalistica possibile. Anche il notevole impiego di effetti visivi è invisibile, al servizio della storia. La narrazione è in una rigorosa soggettiva. Cercando di evitare ogni didascalia, lo spettatore è accompagnato a scoprire le regole del mondo in cui si muovono i protagonisti vivendo gli eventi insieme a loro. Attraverso lo sguardo di due immigrati, infatti, abbiamo voluto raccontare i temi più attuali legati al futuro degli Stati Uniti d’Europa e alla sostenibilità delle economie e dei popoli. La sostenibilità, attualmente percepita come valore positivo, nel film è declinata nelle sue estreme applicazioni e conseguenze. Usare il genere per metaforizzare l’attualità, del resto, è la possibilità più intrigante della fantascienza. Index Zero non vuole essere una rappresentazione distopica del futuro, ma una proiezione realistica del nostro presente distopico.» 8 Lorenzo Sportiello Barese, classe 1978, Lorenzo Sportiello è sia regista e sceneggiatore sia produttore e compositore. Laureatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, fa il suo esordio nel campo dei cortometraggi con Rossocarnoso e Candore, entrambi del 2004. Seguono Noi siamo seta (2005), Fib 1477 (2006), Io non esisto (2007) e Col sangue agli occhi (2008). Ha girato spot e videoclip per Trussardi, Louis Vuitton, BMW e MTV. I suoi lavori sono stati presentati al Festival di Venezia, al Los Angeles Short Films Fest e al Festival del Cinema di Roma. Index Zero è il suo primo lungometraggio. MI CHIAMO MAYA Italia/Francia, 2014, 90’. Regia: Tommaso Agnese. Sceneggiatura: Tommaso Agnese, Massimo Bavastro. Fotografia: Davide Manca. Montaggio: Marco Careri. Interpreti: Matilda Lutz, Valeria Solarino, Carlotta Natoli, Melissa Monti, Giovanni Anzaldo, Giada Arena, Laura Adriani, Laura Gigante, Asia Nevi, Arianna Milone. Produzione: Magda Film, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, EMC Productions. Distribuzione: Red Post Production. In seguito ad un tragico evento, Nicole, 16 anni, decide di fuggire dalla casa famiglia cui è stata affidata, portando con se la sorellina Alice di soli 8 anni. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un’utopica libertà, attraverso la Roma conosciuta e quella sconosciuta, incontrando persone molto diverse tra loro: punk, artisti di strada, cubiste...Una “traversata iniziatica” che, tra mille difficoltà, traghetterà Niki e Alice verso una nuova vita... Tommaso Agnese Laureatosi nel 2006 in Storia, scienze e tecniche dello spettacolo, nello stesso anno realizza, con Remo Remotti, il cortometraggio Senza Sosta, vincitore del festival Unishort e in concorso al David di Donatello 2007. Sempre nel 2007 realizza Gli albori del cinema, documentario in tre parti sulla storia del cinema, e il cortometraggio Appena giovani, vincitore del Festival Internazionale di Salerno e distribuito da Rai Cinema. Nel 2012 dirige la docu-fiction La vita contro, e nel 2013 cura la regia della mini-fiction in quindici puntate Così è la vita: entrambi i lavori sono stati trasmessi da Rai Uno. Mi chiamo Maya è il suo primo lungometraggio. Concorso rivelazioni Dichiarazioni del regista «Il film Mi chiamo Maya, rappresenta per me il risultato di un viaggio capillare all’interno dell’adolescenza metropolitana contemporanea. Attraverso una serie di opere audiovisive con finalità socio culturali e anche di intrattenimento, ho cercato nel corso degli anni di affrontare e mettere in luce disagi, difficoltà, bisogni e stili di vita delle nuove generazioni. (…) Storie di un mondo che vive tentando di imitare quello degli adulti, ma che in molti casi è autonomo, fine a stesso. Lo scopo ultimo di questo film è infatti quello di descrivere questo mondo reale spesso sottovalutato, dove gli adulti sono per la maggior parte figure di passaggio, persone lontane e avulse dal contesto. I protagonisti sono loro, i giovani, ragazzi dai 12 ai 21 anni, con i loro stili di vita e modi d’essere, unici o omologati che siano. La protagonista del film attraverserà tutto questo, come fosse un’inconsapevole reporter che fotografa la vita con gli occhi.» 9 SHORT SKIN Italia, 2014, 86’. Regia e sceneggiatura: Duccio Chiarini. Fotografia: Baris Ozbicer. Montaggio: Roberto Di Tanna. Musica: Woodpigeon. Interpreti: Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Miriana Raschillà, Bianca Nappi, Crisula Stafida, Francesco Acquaroli, Bianca Ceravolo, Michele Crestacci, Lisa Granuzza di Vita. Produzione: La Règle du Jeu, con il sostegno di Biennale College Cinema, Toscana Film Commission. Distribuzione: Good Films. Pisa. Edoardo è un giovane diciassettenne alle prese con tutti i tipici problemi dell’adolescenza, più uno: sin dall’infanzia soffre di uno spiacevole problema al pene, per cui la pelle del prepuzio è troppo corta per lasciar uscire il glande durante l’erezione. A causa di questa malformazione Edoardo è estremamente timido e impacciato, e la sua insicurezza supera il livello di guardia quando è in prossimità della bella Bianca, la ragazza della quale è innamorato. Edoardo si trova dunque davanti a un bivio: arrendersi alla natura del proprio corpo, o superare le proprie insicurezze una volta per tutte per riuscire a sentirsi un ragazzo come gli altri. Concorso rivelazioni Dichiarazioni del regista «L’idea nasce da un’epifania che mi è venuta leggendo il fumetto di Gipi La mia vita disegnata male: leggendo la parte della visita andrologica mi sono ricordato che da ragazzino anch’io avevo vissuto un’esperienza analoga. Andando a quegli anni, ho recuperato memorie mie e di amici, lettere nei cassetti, foto. Ho sentito il bisogno di raccontare la dicotomia tra interno ed esterno, tra la sessualità rappresentata e quella che vivevi in quegli anni con le tue fragilità. Mi sembrava che quel problema specifico riguardo a quella che ti insegnano essere la tua parte più significativa, il tuo pisello, poteva essere lo strumento narrativo più forte per indagare gli anni più delicati di vita di un adolescente. L’idea è raccontare le fragilità e le debolezze del sesso maschile, troppo spesso rappresentato facendo esclusivo riferimento agli stereotipi del machismo». 10 Duccio Chiarini Nato e cresciuto a Firenze, dopo la laurea in legge si trasferisce in Inghilterra per studiare cinema alla London Film School. Fine stagione (2006), il suo saggio di diploma, trasmesso da Rai Uno, è stato realizzato con la consulenza dello scrittore Hanif Kureishi. Fra i suoi cortometraggi ricordiamo You Don’t Remember (2001), Alone Together (2003), Too Hot for Birillo (2004) e Lo zio (2008) presentati in diversi festival internazionali. Ha lavorato come assistente per Peter Del Monte (Nelle tue mani, 2007) e Spike Lee (Miracolo a Sant’Anna, 2008). Nel 2011 realizza il documentario Hit the Road, nonna, presentato con successo a Venezia e vincitore del premio del pubblico al 52mo Festival dei Popoli, con menzione speciale ai Nastri d’Argento. Short Skin è il suo primo lungometraggio. CORTOMETRAGGI 11 CORTOLOGY: CINQUE CORTOMETRAGGI Cinque cortometraggi realizzati con le storie di cinque aspiranti sceneggiatori che lo scorso novembre hanno vinto il contest in occasione di “Cortology. Icone che fanno cinema”, la mostra-evento realizzata a Spazio Oberdan nel novembre 2014 dallo studio H-57 di Milano e composta dalle celebri tavole realizzate con il format delle ministorie targate Shortology. Il concorso per aspiranti sceneggiatori consisteva nel cimentarsi nella scrittura di una sceneggiatura per la realizzazione di un cortometraggio. Il caso, oltre alla fantasia, ha determinato gli elementi fondamentali delle mini storie: il sito forniva infatti, a ciascun partecipante, attraverso un meccanismo simile a quello delle slot machine, una serie casuale di 4 icone shortology con le quali costruire la trama. Drammatico, sentimentale, thrilling, poliziesco: ogni genere cinematografico era ammesso, purché la storia fosse brillante e originale. Le cinque storie più belle e intriganti, a insindacabile giudizio degli autori di Shortology, sono state ora effettivamente prodotte: quattro da una vera casa di produzione cinematografica, K-48, con la regia di altrettanti professionisti affermati, e una realizzata in motion graphic dallo studio creativo H-57. CORTOMETRAGGI Sul tram Sceneggiatura: Enrico Audenino. Regia: Leone Balducci. Italia, 2015, 5’. Una romantica storia d’amore nata su un tram. Non senza di me Sceneggiatura: Ilaria Floreano. Regia: Brando De Sica. Italia, 2015, 13’. Il rapporto morboso e malato fra un padre e un figlio. L’attesa Sceneggiatura: Emiliano S. Verga. Regia: To Guys. Italia, 2015, 3’. Un omicidio tanto bizzarro quanto involontario. Finché morte non ci separi Sceneggiatura: Iacopo Carapelli. Regia: Francesco Calabrese. Italia, 2015, 11’. Un thriller a sfondo passionale. Starsheep Troopers Sceneggiatura: Luca Sorrentino. Motion Graphic: H-57. Italia, 2015, 5’. Una pecora che sogna di diventare regista. 12 H-57 H-57 è uno studio milanese che, se fosse un film, sarebbe molto difficile da inquadrare in un genere. Infatti, si occupa di graphic design, tipografia, animazione, advertising e diverse altre cose, tra le quali pubblicare libri come Shortology e Filmology. Tra i lavori più rilevanti ci sono: videoclip per Elio e le Storie Tese, animazioni video per Wired, GQ, Leroy Merlin, Fiat, Coca Cola, Genertel e Sony Music. Packaging per Coca-cola, Coop e birrificio Ex-Fabrica. Lavori di tipografia per Lucas Film, Vodafone, Ariete e Peugeot. Campagne adv per Segugio.it, Chanteclair, Malibù e Fineco. A questi lavori hanno fatto seguito le mini-storie illustrate del mondo di Shortology: l’idea nasce proprio dalla volontà di raccontare i momenti più significativi della Storia e la vita dei personaggi famosi tramite pochi ma azzeccatissimi pittogrammi. Il successo di vendita del primo libro (più di 80.000 copie in tutto il mondo), i prestigiosi premi che ha ottenuto e le ottime recensioni, oltre che la frequentatissima pagina Facebook, hanno portato alla pubblicazione di Filmology: una carrellata sulla storia del cinema tra capolavori assoluti e b-movie di culto, tutti da indovinare. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI 13 ANIME NERE ITALIA/FRANCIA, 2014, 103’. Regia: Francesco Munzi. Sceneggiatura: Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco. Fotografia: Vladan Radovic. Montaggio: Cristiano Travaglioli. Musica: Giuliano Taviani. Interpreti: Marco Leonardi, Barbora Bobulova, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane, Anna Ferruzzo, Giuseppe Fumo. Produzione: Cinemaundici, Babe Films, Rai Cinema. Distribuzione: Good Films. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI La storia di tre fratelli calabresi, Luciano, Rocco e Luigi. Quest’ultimo, il più piccolo dei tre, è un trafficante internazionale di droga, mentre Rocco, milanese d’adozione, è un imprenditore grazie ai soldi sporchi di Luigi. C’è poi Luciano, il maggiore, che si culla ancora nell’idea di una Calabria preindustriale e dialoga con i morti. Leo è il figlio ventenne di Luciano, un giovane senza identità, che per una lite banale compie un atto intimidatorio nei confronti del bar del clan rivale. Altrove sarebbe stata una cosa di poco conto, ma qui siamo in Aspromonte. Luciano è costretto di nuovo a rivivere il dramma per la morte del padre e gli altri due fratelli tornano al paese d’infanzia per affrontare nodi irrisolti del passato. 14 «Anime nere di Francesco Munzi è un film straordinario per forza emotiva e coerenza narrativa, una specie di tragedia elisabettiana ambientata nella parte più cupa della Calabria, dove il destino che incombe su una famiglia finisce per chiedere il suo inevitabile tributo di sangue. Ma è insieme un ritratto finissimo e preciso di un modo di vivere che sembra sfidare i secoli e le leggi, ancorato a vecchie tradizioni e usanze immodificabili che aggiunge al dramma un altro e più concreto livello di lettura, quasi da antropologia dei costumi. Un incontro raro, tra storia e contesto, tra forza della finzione e concretezza del reale, che fa del film una splendida riuscita. » Paolo Mereghetti, Corriere della sera. BANANA Italia, 2014, 82’. Regia: Andrea Jublin. Sceneggiatura: Andrea Jublin. Fotografia: Gherardo Gossi. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musica: Nicola Piovani. Interpreti: Marco Todisco, Beatrice Modica, Camilla Filippi, Gianfelice Imparato, Giselda Volodi, Anna Bonaiuto, Giorgio Colangeli, Daniele Protano, Lauryn Luccarini. Produzione: Good Films, con il contributo del MiBACT, Garance Capital, con il sostegno della Regione Lazio, in associazione con Banca Popolare di Sondrio. Distribuzione: Good Films. «Su spartito tragicomico, Jublin riesce a comporre un samba di formazione inconsueto per il nostro cinema, soprattutto negli esiti felici: mutatis mutandis, Banana è quel che avrebbe voluto essere L’intrepido di Amelio, forse pure II ragazzo invisibile di Salvatores. Dice verità (in)confessabili sul nostro sopravvivere oggi e offre almeno due chicche: l’Iliade come fosse una partita di calcio, con Achille e Agamennone in attacco, e le stelle, che vediamo brillare ma potrebbero già essere morte, come metafora della nostra resa. Da non perdere.» Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Il quattordicenne Giovanni è chiamato dagli amici “Banana” per due motivi: per la maglietta del Brasile che indossa sempre e per quei piedi così poco brasiliani da mandare spesso il pallone nel cortile di un terribile e misterioso vicino, che lo squarcia ogni volta. Ma quello che importa a Banana è vivere alla brasiliana: cercare sempre di essere felici, in ogni momento. E la felicità per Banana ha il volto della bella Jessica, che lo snobba ed è in odore di bocciatura. Banana farà di tutto per far promuovere la ragazza, in modo di averla di nuovo come compagna di banco; anche se questo vuol dire sfidare la temibile professoressa Colonna, vera e propria mangiastudenti. 15 EVA BRAUN (ANTEPRIMA) Italia, 2014, 82’. Regia e sceneggiatura: Simone ScafidiMontaggio: Francesco Gatti, Michela Menichelli. Interpreti: Andrea De Onestis, Susanna Giaroli, Federica Fracassi, Adele Raes, Giulia Faggioni, Gabriella Riva, Nathan Macchioni, Gabriele Falsetta. Produzione: La Via della Mano Sinistra. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Riflessione in chiave grottesca sul Potere e sul suo fascino affabulatore, il film è anche un ritratto di un Paese macchiato dagli scandali sessuali e dalla mercificazione di anime e corpi. Ispirato dal marchese de Sade, Scafidi segue Pier, ricco e potente, e la sua mistress Romy nella spirale di perversione che finirà per coinvolgere le persone intorno a loro, tutte disposte a sacrificare la loro dignità pur di giungere al successo. Chiusi nella villa di Pier, come in un Decamerone moderno, daranno sfogo a tutta la loro perversione. 16 Dichiarazione del regista «Eva Braun è un film che prende spunto dalla realtà contemporanea per reinterpretarla attraverso una lente metafisica e al contempo umanista. È il racconto delle macerie lasciate dai Potenti e nelle quali si devono muovere persone che adesso non hanno più scelta: per avverare i propri sogni, bisogna mettere in gioco la propria anima. E il proprio corpo. È la storia di un’educazione alla vita, attraverso i compromessi e gli slanci di speranza che ogni percorso individuale incontra. È il racconto di un uomo che assicura il raggiungimento dei propri ideali e in cambio chiede solo amore. Seppure sotto una forma disperata e cruenta. (…) Eva Braun è un concerto per piano che sfocia in una canzonetta pop. È il luogo dove ascolti Beethoven, ma sai tutto di Amy Winehouse. È la battuta scherzosa che gela il sangue più di qualsiasi condanna a morte.» FABER IN SARDEGNA (ANTEPRIMA) Italia, 2015, 60’. Regia, soggetto e trattamento: Gianfranco Cabiddu. Fotografia: Enzo Carpineta. Montaggio: Letizia Caudullo. Musica: Fabrizio De André. Interpreti: Fabrizio De André, Dori Ghezzi, Renzo Piano, Paolo Fresu, Danilo Rea, Morgan, Lella Costa, Teresa De Sio, Rita Marcotulli, Ornella Vanoni, Gianmaria Testa. Produzione: Clipper Media in collaborazione con Microcinema e Rai Cinema. Distribuzione: Microcinema. «Mi sento più contadino che musicista. Questo è il mio porto, il mio punto d’arrivo. Qui voglio vivere, diventare vecchio “. Così parlò il più grande cantautore della nostra storia patria, volato via troppo presto, ormai quasi vent’anni fa: Fabrizio De André. Che in Gallura, nell’Agnata, nella Sardegna più profonda e ancestrale volle rifissare le sue radici. Ne amava la natura aspra e incantata, le leggende impastate di millenni sempre uguali, i colori e le sensazioni sconfinate. Quell’aria capillarmente premoderna, e quell’indigenza rurale che poteva farsi disumana, ferina, da pura legge della giungla. (…)”Quando arrivai in Sardegna e acquistai la casa a Portobello di Gallura, mi innamorai subito sia della natura che della gente La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso “. Parola di Fabrizio De André.» Maurizio Di Fazio, il fattoquotidiano.it. «C’è chi ha il mal d’Africa: io ho il mal di Sardegna.» Dagli appunti di Fabrizio De André. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Un documentario che alterna passato e presente. Il passato evocato dalle rare immagini d’archivio che ritraggono De André all’Agnata, fotografie e spezzoni di filmati familiari, testimonianze che raccontano un De André privato e intimo, un uomo che, smessi i panni dell’artista conosciuto da tutti, indossa quelli dell’allevatore e del contadino. Il presente che si concentra sulla sua musica, suonata oggi dai tanti artisti che ogni anno si ritrovano per il piacere di cantare insieme le sue canzoni. Tra le interviste, varie personalità della cultura - tra cui Renzo Piano – e della musica e molti amici sardi del cantautore genovese. Molti, inoltre, i musicisti che rendono omaggio dal vivo a De Andrè, ripresi durante i vari concerti all’Agnata: tra questi, insieme a Cristiano De André, Paolo Fresu, Danilo Rea, Gianmaria Testa, Lella Costa, Maria Pia De Vito, Rita Marcotulli, Morgan. 17 FINO A QUI TUTTO BENE Italia, 2014, 80’. Regia: Roan Johnson. Sceneggiatura: Roan Johnson, Ottavia Madeddu. Fotografia: Davide Manca. Montaggio: Paolo Landolfi, Davide Vizzini. Musica: I Gatti Mezzi e Zen Circus. Interpreti: Isabella Ragonese, Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Ilaria D’Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Paolo Giommarelli. Produzione: Roan Johnson in collaborazione con gli attori, gli autori e la troupe del film. Distribuzione: Microcinema. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Pisa. Cinque amici e coinquilini, Cioni, Vincenzo, Francesca, Andrea e Marta, si apprestano da laureati a vivere il loro ultimo fine settimana insieme. In breve tempo, infatti, prenderanno strade diverse: chi tenterà la carriera all’estero, chi tornerà a vivere dai genitori, chi è già alle prese con relazioni e gravidanze. La casa in cui hanno vissuto è stata teatro dei momenti più felici della loro vita; e ora i ragazzi sentono che l’età della spensieratezza è giunta alla fine. Ma prima di affacciarsi al mondo degli impegni e delle responsabilità bisogna godersi fino in fondo questo ultimo weekend. 18 «Il titolo è stato suggerito al regista Roan Johnson dalla battuta finale dell’ Odio di Mathieu Kassovitz ma interpretata col comune sentimento grottesco dei giovani Italiani in crisi. (...) Tipi diversi ma non banali, gioventù e goliardia non stereotipate, nel film circola aria piacevole di verità e dalla finestra aperta, come nel vecchio cinema, entra diretta la vita. (...) Una commedia non volgare, spiritosa che può aiutare a portarci fuori dalle secche dei telefonini bianchi e dei soliti noti: questi attori ignoti son pronti a prendere il posto.» Maurizio Porro, Corriere della Sera. IL GIOVANE FAVOLOSO Italia, 2014, 137’. Regia: Mario Martone. Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo. Fotografia: Renato Berta. Montaggio: Jacopo Quadri. Musica: Sascha Ring. Interpreti: Elio Germano, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Edo Natoli, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Sandro Lombardi, Iaia Forte, Federica De Cola, Giovanni Ludeno, Giorgia Salari, Raffaella Giordano, Gloria Ghergo. Produzione: Palomar, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, con il sostegno di Regione Marche, Regione Lazio, Marche Film Commission. Distribuzione: 01 Distribution. «Ironico, ribelle, inquieto e vagabondo, sfrontato, dirompente. In altre parole, contemporaneo come una rock star. Così è il Leopardi raccontato ne Il giovane favoloso (il titolo del film è mutuato da una poesia di Anna Maria Ortese) da Mario Martone. (...) Il regista prosegue così la sua personale riflessione sull’Ottocento italiano evitando le trappole di luoghi comuni che avrebbero portato dritto alle più scontate reminiscenze scolastiche. Sceneggiato dallo stesso Martone insieme a Ippolita Di Majo a partire dai testi del poeta, dalla lettere e dai documenti che parlano di lui, il film ci restituisce un uomo più vivo e vero che mai, pieno di passione e furore, dolcezza e rabbia, diviso tra commoventi slanci vitali e profonde malinconie.» Alessandra De Luca, Avvenire. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Il film racconta la vita del grande poeta Giacomo Leopardi, dalla reclusione giovanile nella casa- prigione di Recanati, sotto lo sguardo vigile e severo del padre, all’arrivo, ventenne e spaesato, nell’alta società fiorentina. Dopo aver passato la giovinezza sui libri, intento a sognare un mondo fuori dalle mura della propria villa, il poeta fa la conoscenza dell’intellettuale Antonio Ranieri e della bella Fanny, con i quali inizia un triangolo amoroso che porterà i due uomini a trasferirsi a Napoli. Qui Leopardi rimane incantato dalla vitalità della città e dal brulicare delle persone, ma si ammala di colera e muore tra le braccia dell’amico . 19 GOMORRA LA SERIE (Episodi 1 e 2) Italia, 2014, 100’ Regia: Stefano Sollima. Sceneggiatura: Stefano Bises. Fotografia: Paolo Carnera. Montaggio: Patrizio Marone. Musica: Joshua Berman. Interpreti: Salvatore Esposito, Maria Pia Calzone, Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Walter Lippa, Ivan Boragine, Claudio Corinaldesi, Fabio De Caro, Mimmo Esposito, Marco Palvetti, Massimiliano Rossi, Elena Starace. Produzione: Gina Gardini, Domenico Procacci, Riccardo Tozzi. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI I primi due episodi della serie rivelazione del 2014, ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che figura anche fra gli ideatori della serie stessa, e al film tratto da esso e diretto da Matteo Garrone. Episodio 1. L’impero criminale di Pietro Savastano, potente boss della camorra napoletana, è minacciato dal clan rivale, guidato da Salvatore Conte. Così Don Pietro incarica il suo fedele e ambizioso braccio destro Ciro di bruciare la casa di Salvatore Conte a scopo di intimidazione. Questo gesto sfocia in una serie di ritorsioni e sanguinose vendette. Episodio 2. Don Pietro Savastano è preoccupato per la guerra scoppiata fra i clan rivali. Inoltre scopre che uno dei suoi uomini ha tradito, facendo una soffiata alla finanza che ha portato al sequestro di un carico di cocaina. Intanto per suo figlio Genny, viziato e debole, è giunto il momento dell’iniziazione. 20 Dichiarazionie di Roberto Saviano «La sfida era raccontare il male dal suo interno, mantenendo credibilità, alleggerendo la narrazione senza suscitare mai empatia. Non volevamo raccontare la camorra al mondo, ma al contrario raccontare il mondo attraverso la camorra. (…) Tutti cattivi? Sì, in quel mondo non ci sono personaggi positivi, il bene ne è alieno. Nessuno con cui lo spettatore può solidarizzare, nel quale si può identificare. Nessun balsamo consolatorio. Nessun respiro di sollievo. Lo spettatore, in maniera simbolica, non doveva avere tregua, come non ha tregua chi vive nei territori in guerra. Nessuna salvezza per nessuno. Nessuna via di fuga narrativa, nessuna quota di bontà pari a quella della cattiveria. Non una serie in cui ci sono il cattivo irredimibile, il cattivo che si redime, un buono con delle ombre e il buono redentore. Questa dialettica così classica e così scontata non serve più a un paese che è andato culturalmente oltre.» Roberto Saviano, repubblica.it HUNGRY HEARTS Italia, 2014, 113’. Regia e sceneggiatura: Saverio Costanzo, dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso. Fotografia: Fabio Cianchetti. Montaggio: Francesca Calvelli. Musica: Nicola Piovani. Interpreti: Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, David Aaron Baker, Dennis Rees, Victoria Cartagena, Ginger Kearns. Produzione: Wildside, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT. Distribuzione: 01 Distribution. «Hungry Hearts è un film davvero molto bello, ma è anche difficile e indigesto, proprio nel senso che non si lascia consumare e via. Ferisce, lascia la sua traccia dolorosa. Formidabile l’incipit. (...) Basta questo inizio per farci capire che ci stiamo infilando in un film che non si farà dimenticare. (...) Da notare che dei quattro lungometraggi fiction realizzati dal regista romano quarantenne tre siano di matrice letteraria. E che questo non gli abbia impedito di esprimere il massimo di originalità di sguardo e di personalità di stile. (...) Non sono soltanto l’ambientazione, il titolo, la non italianità del cast di questo film (tolta la coraggiosa Alba) a farci riflettere sulla naturale dimensione internazionale dell’autore. Che porta nelle sue scelte assonanze molto stimolanti (con il polacco Kieslowski per dirne una) ma senza ombra di rinuncia al proprio netto profilo.» Paolo D’Agostini, La Repubblica. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI New York. Jude incontra l’italiana Mina in un ristorante cinese. Tra i due scoppia un grande amore, che li porterà al matrimonio e alla nascita di un figlio. Ma la serenità della famiglia viene minata dall’ossessione morbosa di Mina nei confronti del piccolo: una veggente le ha infatti detto che il nascituro è un “bambino indaco”, cioè dotato di capacità speciali e soprannaturali. Mina si convince che il bambino non debba uscire di casa e debba essere nutrito solo con determinati cibi, che però rischiano di bloccargli la crescita. Jude si risolve a consultare un medico, che non può non constatare le pessime condizioni del piccolo. Il braccio di ferro tra i due genitori avrà esiti drammatici. 21 L’INTERNAZIONALE DEL RISPARMIO – VITA E PENSIERO DI FILIPPO RAVIZZA (ANTEPRIMA) Italia, 2014, 26’. Regia: Giulia Ciniselli. Fotografia: Corrado Zacchi. Montaggio: Giulia Ciniselli. Musica: Maria Silvana Pavan. Produzione: Mir Cinematografica per Intesa San Paolo. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Filippo Ravizza fu pioniere dell’insegnamento commerciale e fondatore nel 1951 della Scuola Italiana di Pubblicità. Poliglotta e propugnatore dell’esperanto, importò dagli Stati Uniti l’attenzione a temi quali il marketing, la formazione del personale, le tecniche di management. Nel 1924 fu l’animatore del Primo Congresso Internazionale del Risparmio, voluto dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, dal quale originò la Giornata Mondiale del Risparmio che si celebra ancora oggi il 31 ottobre. Dal 1925 al 1948 diresse l’Istituto Internazionale del Risparmio, con sede a Milano. Il film, prodotto dalla MIR per l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo, ripercorre i momenti salienti della sua carriera giovandosi di una ricca documentazione e delle testimonianze dei figli. 22 « Una Milano illuminata, considerata punto di riferimento in Europa tra le due guerre, è il contesto che dà vita all’Internazionale del risparmio, istituzione promossa dalla Cariplo con un congresso che riunì nel 1924 alla Ca’ de Sass 497 delegati di 6714 Casse di risparmio di 27 paesi. Nacque così anche la giornata mondiale del risparmio che si celebra ancora oggi il 31 ottobre di ogni anno. L’archivio storico di Intesa Sanpaolo ricostruisce gli avvenimenti attraverso la storia di un uomo, Filippo Ravizza, che fu l’artefice di quel congresso e guidò l’Internazionale per circa vent’anni. (…) Un documentario realizzato dalla regista Giulia Cisinelli, nipote dello stesso Ravizza (…) ha portato alla luce fonti manoscritte e a stampa di grande rilievo e rarità, in particolare gli opuscoli degli anni Venti del 900 sui temi del marketing, dell’organizzazione commerciale delle aziende, della formazione del personale, temi introdotti a Milano da Ravizza fra il 1920 e il 1926 a seguito di due viaggi negli Stati Uniti.» Paola Pica, Corriere.it. ITALIANO MEDIO Italia, 2014, 90’. Regia: Maccio Capatonda (Marcello Macchia). Sceneggiatura: Marco Alessi, Luigi Luciano, Marcello Macchia, Sergio Spaccavento, Daniele Grigolo, Danilo Carlani. Fotografia: Massimo Schiavon. Montaggio: Giogiò Franchini, Marcello Macchia. Musica: Chris Costa, Fabio Gargiulo. Interpreti: Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Franco Mari, Ivo Avido, Nino Frassica, Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia. Produzione: Lotus Production. Distribuzione: Medusa Film. due personalità si combatteranno con esiti esilaranti. «A rendere Italiano medio qualcosa di più e di meglio di uno sketch esteso è una riuscita partitura corale, unita a un’architettura formale inedita per operazioni del genere. Italiano medio è un film a tutti gli effetti, che piuttosto che camuffare la sua modestia qualitativa la sottolinea nel tipico modo di Capatonda. Quest’ultimo riesce a combinare i punti di forza della sua comicità – svarioni linguistici, dialoghi da analfabeti, svuotamento dei codici filmici, paralisi facciale – con un canovaccio narrativo più articolato e adatto al lungometraggio. Il risultato, invece che annacquare le sue doti, le esalta, regalandoci una commedia che mancava e una declinazione dell’idiotismo mai fine a se stessa, lucida anzi nella rivisitazione vandalica di modelli cinematografici e televisivi pregressi. Il medio proporzionale tra l’italiano impegnato e quello debosciato e qualunquista è – sembra suggerire Capatonda – il medium, un blob dirompente e vischioso che trascina via tutto, la commedia piccoloborghese e la tv trash degli ‘80, la volgarità dei cinepanettoni e l’arte della macchietta alla Sordi.» Gianluca Arnone, cinematografo.it. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Giulio Verme è un uomo pieno di ideali, ambientalista e socialmente impegnato, il quale vede però frustrati tutti i suoi sforzi per approntare un miglioramento al Paese. Giulio si lega all’associazione ambientalista Mobbasta per cercare di salvare un parco cittadino; ma quando anche questa iniziativa va a rotoli, Giulio cade in una profonda crisi depressiva. Avvilito e furioso, la sua vita cambia quando l’amico Alfonzo gli dà una pillola che consente di utilizzare solo il 2% del cervello umano. E così Giulio si trasforma da idealista intellettualoide a “italiano medio”, frivolo, individualista e ossessionato dal sesso e dai reality show. Novello Dr. Jekyll, le sue 23 LATIN LOVER Italia, 2014, 104’. Regia: Cristina Comencini. Sceneggiatura: Cristina Comencini, Giulia Calenda. Fotografia: Italo Petriccione. Montaggio: Francesca Calvelli. Musica: Andrea Farri. Interpreti: Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Virna Lisi, Marisa Paredes, Candela Peña, Jordi Mollà, Lluís Homar, Neri Marcorè, Francesco Scianna, Toni Bertorelli, Claudio Gioè, Cecilia Zingaro, Ippolito Chiarello, Isabella Ragno, Produzione: Lumière & Co., Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, in associazione con Banca Popolare di Bari, Essequamvideri, con il sostegno di Fondazione Apulia Film Commission. Distribuzione: 01 Distribution. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Il leggendario Saverio Crispo, grande attore del cinema italiano, è morto da dieci anni quando le sue cinque figlie, avute con donne diverse da ogni parte del mondo, si ritrovano nella vecchia villa di famiglia. Nessuna delle donne, che sono rispettivamente italiana, francese, spagnola, svedese e americana, ha mai conosciuto veramente il padre, mitizzato sin dalla tenera età. A gettare nuova luce sulla sua personalità ci pensano le due vedove del divo: la prima, italiana, dalla quale Saverio aveva divorziato e che l’aveva accudito nella vecchiaia; e la seconda, spagnola, sposata negli anni Sessanta. A complicare il rendez-vous ci pensa la controfigura Pedro Del Rio, che sembra aver conosciuto Crispo meglio di chiunque altro. 24 «Cristina Comencini torna alla commedia e fa centro. (...) Sullo sfondo di un teatrino di scontri ed equivoci popolato anche da discrete presenze maschili, il film ripercorre la carriera del defunto attraverso un montaggio di finte pellicole che diventa un excursus sul nostro cinema e su storici “latin lover” quali Mastroianni e Gassman. Ma l’omaggio è lungi dall’avere carattere retrò o cinefilo: figlia del grande Luigi, la Comencini quel mondo l’ha respirato fin dall’infanzia e lo ripropone con affetto come un modo per invitarci (in ogni senso) in seno alla “famiglia”.» Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa. LET’S GO (ANTEPRIMA) Italia, 2014, 55’. Regia: Antonietta De Lillo. Sceneggiatura: Luca Musella, Antonietta De Lillo, Giovanni Piperno. Fotografia: Giovanni Piperno, Luca Musella. Montaggio: Giogiò Franchini. Musica: Daniele Sepe. Interpreti: Luca Musella, Elizabeth Cristina Almeida, Vincenzo Arvanno, Brahim Ati Baha, Miriam Ati Baha, Paolo Ciarchi, Sirlei De Fatima, Simone Gennaro, Dian Slutu, Cheriti Mohammed Wajdi, Abdul Mecit Erbi, Elena Teresa Rossi, Roberto De Francesco. Produzione: Alice Mariani e Renato Lambiase per Marechiaro Film, Rai Cinema, Istituto Luce Cinecittà. Distribuzione: Mariposa Cinematografica Dichiarazione della regista «Let’s go è la storia del mio amico fotografo Luca Musella che ha avuto la generosità di mettersi a nudo di fronte alla telecamera in un momento di difficoltà. Gli ho chiesto di raccontare la sua “caduta” in un testo-lettera che è diventato voce narrante del film e che si alterna al suo racconto in presa diretta ripercorrendo la storia del suo slittamento da un universo borghese a un sottoproletariato fatto di marginalità e clandestinità. Due linguaggi diversi e necessari perché il protagonista e autore diventi specchio di chi guarda. Le sue paure, le sue debolezze sono le nostre, anche se ci troviamo in condizioni meno estreme della sua. Le immagini del film – alcune di queste girate dallo stesso protagonista – sono frutto di uno sguardo capace di soffermarsi sulla miseria e sulla fragilità che ci circondano perché proiezione di una condizione individuale, diventando anche ritratto di un’Italia smarrita e impoverita. Quello che mi ha spinto a raccontare la storia di Luca è soprattutto la sua capacità di vivere la sua nuova condizione con pudore, con dignità, senza rancore e senza piangersi addosso. Un esempio commovente dell’intelligenza e della sensibilità di chi capisce che l’unica possibilità di riscatto è nel vivere “con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”.» LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Luca Musella, fotografo e operatore di un certo successo negli anni Novanta, accoglie la richiesta della regista, sua amica, e si mette a nudo di fronte alla cinepresa, il mezzo che conosce meglio di ogni altro, con una toccante lettera personale. Il film documenta Musella durante un periodo difficile della propria vita, quando ha visto sfumare davanti ai propri occhi, a causa della crisi, quanto aveva raccolto in quarant’anni di vita. Da Napoli, sua città natale, a Milano, dove Musella sopravvive tra lavori occasionali, il film segue il proprio protagonista disegnando uno straordinario ritratto di umanità. 25 LA MOSSA DEL PINGUINO Italia, 2013, 94’ Regia: Claudio Amendola. Sceneggiatura: Claudio Amendola, Edoardo Leo, Michele Alberigo, Giulio Di Martino. Fotografia: Antonio Grambone. Montaggio: Alessio Doglione. Musica: Giorgio Federici. Interpreti: Edoardo Leo, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari, Ricky Memphis, Francesca Inaudi, Sergio Fiorentini, Emanuele Propizio, Elisa D’Eusanio, Damiano De Laurentiis, Barbara Scoppa. Produzione: DAP Italy - De Angelis Group, con il contributo del MiBACT e con il sostegno di Istituto per il Credito Sportivo, Film Commission Torino Piemonte. Distribuzione: Videa. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Bruno, trentenne squattrinato e sognatore con moglie e figlio a carico, si sente a un punto morto della sua vita. In cerca di nuovi stimoli scopre il curling, sport invernale poco noto che gli ricorda il proprio mestiere, ossia il pulitore di pavimenti. Insieme all’inseparabile amico Salvatore, all’ex vigile Ottavio e al mago del biliardo Neno raduna quindi una squadra con l’obiettivo di partecipare alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Ma dovrà scontrarsi con mille altri problemi, primi tra tutti la mancanza di preparazione e lo scetticismo della moglie. 26 «È un felice esordio da regista quello di Claudio Amendola che dirige gli “amici” attori con delicatezza e complicità in una storia che esige proprio queste due doti, con una coloritura sociale - è gente vera - che non scade nel volgare o nel folk. Nel genere del clan di sfigati alla Full Monty (ma è citata non a caso L’armata Brancaleone) che inseguono sogni pure per raddrizzare la vita. (...). Schema classico che viene dal cinema americano, ma molto ben reso, con finezze espressive, da Edoardo Leo e Ricky Memphis, Francesca Inaudi, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari.» Maurizio Porro, Corriere della Sera. NOI E LA GIULIA (ANTEPRIMA) Italia, 2014, 115’. Regia: Edoardo Leo. Sceneggiatura: Edoardo Leo, Marco Bonini, dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei. Fotografia: Alessandro Pesci. Montaggio: Patrizio Marone. Musica: Gianluca Misiti. Interpreti: Edoardo Leo, Carlo Buccirosso, Luca Argentero, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Anna Foglietta, Mattia Sbragia, Federico Torre. Produzione: Fulvio e Federica Lucisano per Italian International Film e Warner Bros. Ent. Italia. Distribuzione: Warner Bros. Italia. «Al netto di un pugno di stereotipi di troppo, il terzo film di Edoardo Leo (...) è una commedia intelligente, superiore al livello medio e mediocre. (...) il film migliora strada facendo, finisce con la didascalica tirata sui mali morali e si avvale di un gruppo di ottimi attori tra cui spicca la misura di Carlo Buccirosso e Claudio Amendola.» Maurizio Porro, Corriere della Sera. «L’opera terza di Edoardo Leo è la migliore commedia italiana del 2015, se non della stagione: nulla di eclatante, sia chiaro, ma interpretazioni (Buccirosso è superbo), ritmo e “la morale della favola”, ovvero l’elegia scanzonata di rischio, coraggio e libera intrapresa nell’Italia sdraiata e bambocciona, mettono nel motore della Giulia cavalli inediti per il nostro cinemino.» Federico Pontiggia, Il Fatto Quotidiano. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Diego, Claudio e Fausto vengono da mestieri ed esperienze differenti: il primo è un venditore d’auto timido e frustrato, il secondo il titolare di una gastronomia finita in bancarotta e il terzo è un piazzista televisivo inseguito dai creditori. Insieme decidono di aprire un agriturismo, ma subito si trovano alle prese con mille problemi, primo tra tutti un insolito clan di camorristi, con a capo lo strambo Vito, che esigono il pizzo. Al trio si aggiungono anche Sergio, sessantottino deluso, ed Elisa, giovane ed esuberante ragazza incinta. Col tempo il gruppo capirà che solo unendo le forze potranno far fronte agli imprevisti. 27 PITZA E DATTERI(ANTEPRIMA) Italia, 2014, 92’. Regia: Fariborz Kamkari. Sceneggiatura: Fariborz Kamkari, Antonio Leotti. Fotografia: Gogò Bianchi. Montaggio: Mirco Garrone. Musica: Orchestra di Piazza Vittorio. Interpreti: Mehdi Meskar, Giuseppe Battiston, Hassan Shapi, Maud Buquet, Giovanni Martorana, Esther Elisha, Alessandro Bressanello, Andrea Pergolesi, Daniela Foa, Gaston Biwole, Hafida Kassoui, Monica Zuccon, Paola Glaucia Virdone, Hamarz Vasfi. Produzione: Far Out Films, Adriana Chiesa Enterprises, Mestiere Cinema, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, con il sostegno di Camera di Commercio di Venezia, Venice Film Fund, Regione Veneto. Distribuzione: Bolero FIlm LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Il giovane afgano Saladino è un ragazzo musulmano che viene mandato dal proprio imam a Venezia per prendersi cura della comunità islamica locale. Qui si trova per la prima volta a contatto con il mondo occidentale, e troverà un insolito sostegno in Bepi, esuberante veneziano convertitosi all’islam per protesta contro il capitalismo. Affascinato da Venezia, Saladino comincia a subire con sempre più forza la sensualità della città e della bellissima parrucchiera Zara, mal vista dalla comunità araba per la sua decisione di divorziare dal marito e di trasformare la moschea locale in un salone di bellezza. 28 Dichiarazione del regista «Il tono ironico di Pitza e datteri deve molto all’influenza della commedia all’italiana, uno stile che ha avuto un enorme impatto sul cinema mediorientale e nella mia esperienza personale. Trattare temi molto seri e importanti con leggerezza dà la possibilità di toccare questioni assai delicate senza essere necessarimente provocatori.» I PONTI DI SARAJEVO BOSNIA-ERZEGOVINA/FRANCIA/SVIZZERA/ITALIA/GERMANIA/ PORTOGALLO/BULGARIA, 2014, 110 Regia: Aida Begic, Leonardo Di Costanzo, Jean-Luc Godard, Kamen Kalev, Isild Le Besco, Sergej Loznitsa, Vincenzo Marra, Ursula Meier, Vladimir Perisic, Cristi Puiu, Angela Schanelec, Marc Recha, Teresa Villaverde. Produzione: Cinétévé, Obala Art Centar, in coproduzione con Bande À Part Films, Mir Cinematografica, Unafilm, Ukbar Filmes, The First World War Centenary Mission, France 2 Cinéma, Rai Cinema, Rts Radio Télévision Suisse. 13 registi europei offrono la loro visione della città di Sarajevo: ciò che questa città ha rappresentato nella storia europea degli ultimi 100 anni e quello che è Sarajevo oggi in Europa. L’album (A. Begic) - La Sarajevo di oggi raccontata attraverso il ricordo dei suoi abitanti. Les Ponts des soupirs (J.-L. Godard) - Un saluto malinconico alla Sarajevo cristallizzata in un secolo di violenza reale e simbolica. Ma Chère nuit (K. Kalev) - Durante un bagno in piscina, un uomo viene avvisato da uno sconosciuto di un imminente attacco terroristico nei suoi confronti. Little Boy (I. Le Besco) - Un bambino di 5 anni è rimasto solo e a occuparsi di lui c’è solamente la nonna. Durante il giorno vaga nella città di Sarajevo per dare da mangiare ai cuccioli in strada e andare a lezione di pianoforte e karate. Di notte, invece, è solo nella nebbia. Reflexions (S. Loznitsa) - La vita nella Sarajevo contemporanea riflessa sui vetri che proteggono le fotografie in bianco e nero scattate dal fotografo bosniaco Milomir Kovačević nel 1992, durante l’assedio della città. Silence Mujo (U. Meier) - Durante un allenamento di calcio nello stadio Zetra, il piccolo Mujo fallisce un calcio di rigore mandando il pallone oltre la recinzione, nel cimitero adiacente. Mentre i compagni scherzano sulle sepolture cattoliche e musulmane, Mujo indugia fra le tombe. Reveillon (C. Puiu) - Il signor Popescu spiega a sua moglie la Storia, unendo insieme pezzi di un puzzle eternamente incompleto. Zan’s Journey (M. Recha)- Zan ha 21 anni è un ragazzo timido e tranquillo che vive in un villaggio nel nord della Catalogna insieme alla famiglia. Zan è nato a Sarajevo nel 1991. Quando lui aveva 8 mesi la città è stata assediata e la famiglia ha deciso di fuggire rifugiandosi a Banyoles. Princip, Texte (A. Schanelec) - Una giovane coppia legge estratti di un’intervista con Gavrilo Princip. Sara et sa mère (T. Villaverde) - Sarajevo, 2014. Sara ha sei anni e sta cambiando casa insieme alla mamma. Con l’aiuto di un amico di famiglia, madre e figlia spacchettano le loro cose, piene di ricordi. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI L’avamposto (L. Di Costanzo) - Prima guerra mondiale. In una trincea scavata nella roccia del Monte Pasubio è asserragliato un piccolo plotone di militari italiani, per lo più ragazzi, sotto il tiro di un cecchino. Il ponte (V. Marra)- Majo e Fatima, cinquantenni, sono arrivati a Roma vent’anni fa fuggendo dall’assedio di Sarajevo. Lei è cristiana. Lui musulmano. Il loro fragile equilibrio costruito negli anni viene rotto dalla notizia della morte del padre di Majo. 29 PROG. REVOLUTION (ANTEPRIMA) Italia, 2014, 65’ Un film di: Rossana De Michele. Regia: Jacopo Rondinelli. Sceneggiatura: Rossana De Michele, Valentina De Ceglie, Omar Pedrini. Fotografia: Alvise Tedesco. Montaggio: Erica Capellani, Rossana De Michele. Interpreti: Mauro Pagani, Franz Di Cioccio, Franco Mussida, Paolo Tofani, Eugenio Finardi, Lelli & Masotti, Stefano Senardi, Monica Palla, Franco Avona, Franz Di Cioccio, Franco Mussida, Patrick Djivas. Produzione: Except per Sky Arte HD. Distribuzione: Sky Italia. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI 1969-1979: il decennio del progressive a Milano. Gruppi come gli Area e la PFM hanno contribuito a rendere grande la musica rock in Italia, e sono tutt’ora ammirati sia nel Belpaese che all’estero. Il documentario ripercorre le tappe di questo magico decennio, con spezzoni d’epoca e interviste ai protagonisti del genere progressive in Italia, soffermandosi su come l’esplosione di nuove idee e sonorità abbia contribuito a cambiare sensibilmente i gusti del pubblico e il modo stesso di approcciarsi al rock, non più solo passatempo per “ribelli” ma autentica forma d’arte. 30 «In quegli anni (grosso modo tra il 1969 e il ‘79) cominciava ad arrivare una nuova musica dagli Usa, prima attraverso i film, poi con i dischi. È la scoperta del rock, e molti ne restano fulminati. Emulazione, senso di libertà, entusiasmo per un modo nuovo di esprimersi musicalmente che pian piano si sovrappone alla necessità di esprimere anche idee nuove in politica e nei rapporti sociali. I festival di musica sulle orme di Woodstock diventano occasioni di confronto su tutti i piani, nell’Università Statale si tengono concerti: quando arrivano gli Area, ricordano gli artisti interpellati, la porta dell’Aula Magna era stata murata per motivi “politici” ed era stato necessario aprirla a picconate. La musica, spiegano, andava ormai oltre l’intrattenimento, diceva molto di più. E in quegli anni le balere chiudevano e diventavano teatri, sedi di concerti, dove i ragazzi andavano anche a sedersi per terra, pur di ascoltare i musicisti e partire assieme a loro per un viaggio meraviglioso verso una nuova consapevolezza. E compariva una nuova categoria importante nella società: i giovani». Mariella Tanzarella, repubblica.it. LA SAPIENZA Italia/Francia, 2014, 97’. Regia e sceneggiatura: Eugène Green. Fotografia: Raphael O’Byrne. Montaggio: Valérie Loiseleux. Interpreti: Fabrizio Rongione, Christelle Prot, Arianna Nastro, Ludovico Succio. Produzione: Alessandro Borrelli e Martine de Clermont-Tonerre per La Sarraz Pictures, Mact Productions, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Roma Lazio Film Commission. Distribuzione: La Sarraz Pictures. Dichiarazione del regista «ll progetto di questo film nasce da una doppia ispirazione. Da un lato, il desiderio vecchio di trent’anni di evocare con i mezzi del cinema l’opera e la vita dell’architetto barocco Francesco Borromini. Dall’altro, un interesse per l’architettura e l’urbanesimo contemporanei, ambiti dai quali potrebbero nascere alcuni rimedi a certi mali della nostra civiltà, ma che spesso, nella pratica corrente, non fanno che esacerbarli. (…) In questa vicenda riguardante due coppie, un uomo e una donna, un fratello e una sorella, viene fatta luce sulle relazioni umane, poi approfondite con l’espediente della separazione, un concetto mutuato da una lunga tradizione occidentale della conoscenza tramite il nulla, e della presenza tramite l’assenza. Al cuore della storia si trova anche il problema della trasmissione della tradizione, eterna preoccupazione dell’uomo, che si rivela però particolarmente grave nel contesto della civiltà europea contemporanea. Per quasi un quarto di secolo ho provato a fare teatro con una compagnia a cui ho dato il nome di Teatro della Sapienza.» LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Alexandre Schmidt è un architetto in profonda crisi artistica. Con la mogle Aliénor, psicologa, intraprende un viaggio a Stresa, luogo di origini del Borromini, sua vecchia fonte di ispirazione. Qui la coppia fa la conoscenza di due giovani fratelli: Gerardo è uno studente che si appresta a iniziare il corso di architettura, mentre Lavinia è una bella ragazza sofferente di una debilitante malattia nervosa. Per i coniugi Schmidt l’identificazione scatta immediata e inevitabile; e proprio questo incontro darà alla coppia nuovi stimoli, sia creativi che sentimentali. 31 SULL’ANARCHIA Italia, 2014, 60’. Regia e sceneggiatura: Bruno Bigoni. Sceneggiatura: Bruno Bigoni. Fotografia: Roberta Ferrara, Simona Ruggeri, Bruno Bigoni. Montaggio: Valentina Andreoli. Interpreti: Maurizio Maggiani, Pino Cacucci, Conxa Perez Collado, Stefano Boni, Sarah Cereghini, Alessio Lega. Produzione: Minnie Ferrara, Bruno Bigoni, Crowdfunding Eppela . LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Il documentario affronta il tema dell’anarchismo e le diverse forme dell’idea anarchica, con particolare attenzione alle esperienze libertarie nel mondo attuale, straordinarie se pensiamo a come l’età contemporanea sia sempre più soggiogata dal fantasma del dio denaro. Il documentario fa ampio uso di testimonianze e immagini per restituire tutte le sfaccettature di un modo di vivere e pensare il proprio posto nel mondo in modo indipendente da partiti e chiese. Per pensare l’anarchia come un modo diverso e costruttivo di vivere il mondo. 32 «Io sono veramente libero solo quando tutti gli esseri che mi circondano, uomini e donne, sono ugualmente liberi. La libertà degli altri, lungi dall’essere un limite o la negazione della mia libertà, ne è al contrario la condizione necessaria e la conferma.» (Michail Bakunin) «Malatesta dice che l’anarchia è un metodo. Ma non credo che sia un metodo scientifico; il materialismo storico e quello dialettico sono forse delle scienze, l’anarchismo non è un metodo scientifico. Ma è il metodo migliore che io conosca, per trasformare la mia vita di uomo che cerca di cavarsela, nella vita di un uomo che ha lo sguardo lungo. E a una vita non c’è niente di meglio da augurare che uno sguardo abbastanza lungo per andare oltre il fascista che ti sta davanti.» (Maurizio Maggiani) TORNERANNO I PRATI Italia, 2014, 80’. Regia e sceneggiatura: Ermanno Olmi. Fotografia: Fabio Olmi. Montaggio: Paolo Cottignola. Musica: Paolo Fresu. Interpreti: Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria, Camillo Grassi, Niccolò Senni, Domenico Benetti. Produzione: Cinemaundici, Ipotesi Cinema, Rai Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. «Lungi dall’essere consolatorio, il titolo dell’ultimo film di Ermanno Olmi, “torneranno i prati”, ha un senso amaro: allude all’ipocrisia della Storia riguardo le migliaia e migliaia di vittime sepolte sotto la neve durante la Grande Guerra, di cui tutti saranno pronti a dimenticarsi al primo riapparire dell’erba, ovvero in tempo di pace. E insieme a quei corpi sarà rimosso l’orrore assoluto di una guerra ingiusta e inaccettabile come qualsiasi altra guerra. (...) Il film inscena una specie di fantasia onirica, un affresco fra l’astratto e l’espressionista nutrito dell’humus di una zona che non solo è stata feroce teatro di scontro e abbonda di ossari, steli, croci; ma è anche il luogo di vita e riflessione dell’autore, come si sa asiaghese d’elezione. Racconti paterni a parte, Olmi si è familiarizzato con la guerra girovagando nei boschi intorno a casa, conversando davanti al fuoco con l’amico “sergente della neve” Mario Rigoni Stern, e ascoltando i paesani a partire dal “recuperante” Tony Lunardi. » Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento. 33 TUTTE LE SCUOLE DEL REGNO (Anteprima) Italia, 2015, 60’. Regia: Marco Bechis, Caterina Giargia. Soggetto e sceneggiatura: Marco Bechis, Antonio Bellia, Caterina Giargia. Fotografia: Giuseppe Trenta. Montaggio: Davide Gambino. Produzione: KartaFilm e Rai Cinema. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Palermo. Marisa Cordone è la preside di tre scuole situate tra due dei quartieri più difficili della città, la Vucciria e Ballarò. Per Marisa la scuola è tutto, e nella sua vita ha affrontato molti sacrifici per mantenerla un luogo pubblico e di vera formazione, libera dalla corruzione e dal degrado. Il film è il ritratto agrodolce dell’ultimo anno a scuola della Cordone prima della pensione. La sua passione e la sua forza hanno spesso sopperito a uno Stato poco efficiente ed esageratamente burocratico, in una città dove l’insegnamento è particolarmente difficile e il richiamo della strada è molto forte per i ragazzi. 34 Dichiarazione dei registi «Tutte le scuole del regno è stato girato nell’arco di un anno. La troupe ha convissuto per mesi con la preside Marisa Cordone e i suoi ragazzi, all’interno degli edifici scolastici. L’idea era quella che dimenticassero la nostra presenza, quasi fossimo parte integrante di quell’universo labirintico e kafkiano. Le riprese sono iniziate solo dopo che abbiamo imparato a conoscere e chiamare per nome ogni singolo studente, ogni singolo lavoratore della scuola, ogni professore.» WELCOME HOME (Anteprima) Italia/Germania, 2014, 30’ Regia: Silvia Maggi. Sceneggiatura: Silvia Maggi, Silvia Radicioni. Fotografia: Silvia Maggi. Montaggio: Silvia Maggi. Musica: Nicola Di Croce, Anna Perenna, Stefano Calvano, Alessandro Taddei, Jean e la Plastique, Jon Becker. Produzione: Silvia Maggi e Silvia Radicioni via crowdfunding. Dichiarazione delle registe «Quando abbiamo iniziato le interviste e le riprese di Welcome Home, nel luglio 2013, la comunità stava festeggiando il primo compleanno con una giornata di teatro e performance e una festa con musica a seguire. Aprire Lebensort Vielfalt significava celebrare tanti impegni e sacrifici, quasi 10 anni di iniziative per raccogliere fondi e sostegni di vario tipo. Alla fine ce l’hanno fatta. (…) Ci affascinava esplorare ulteriormente il concetto focalizzandoci su persone in cui ci identifichiamo, gente che proviene dall’attivismo per i diritti degli LGBT . Per molti di loro andare in una casa di riposo significa rischiare di essere discriminati, dover tornare nascosti di nuovo. E non ci si può appoggiare a reti informali di cura. Sicuramente la Germania e Berlino sono diverse dall’Italia, ma non bisogna pensare che ci siano grandi differenze per quanto riguarda gli anziani. Anche in Germania la cura ricade principalmente sulle donne della famiglia, o resta qualcosa che viene dall’esterno, medicalizzato, e molto costoso. E così l’esempio della Lebensort è un esempio non unico ma importante di anziani che si prendono cura gli uni degli altri.» LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI La casa di riposo Lebensort Vielfalt, nel quartiere Charlottenburg di Berlino, ospita dal 2012 anziani appartenenti alla comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgeneder). Divisi in 40 stanze, i 24 ospiti dell’istituto partecipano insieme a tutte le attività, di qualsiasi genere. Al Vielfalt non ci sono “diversi”: ogni aspetto della routine quotidiana dei pazienti è deciso dagli ospiti stessi, così come le varie attività che nel centro si svolgono. La comunità vuole infatti rappresentare uno spazio sicuro, che rappresenti l’ideale di Casa, dove ci si prende cura gli uni degli altri, e dove invecchiare significa trasmettere cultura, esperienze e conoscenza. Perché la voglia di vivere non conosce età. 35 ZANETTI STORY Italia, 2014, 78’. Regia: Simone Scafidi, Carlo A. Sigon. Sceneggiatura: Rudi Ghedini, Simone Scafidi, Carlo Sigon. Fotografia: Ivan Marasco, Patrizio Saccò, Sebastián Sarraute. Montaggio: Fabio Capalbo, Michela Menichelli. Musica: Riccardo Cammalleri, Angelo G. Mauro. Interpreti: Javier Zanetti, José Mourinho, Lionel Messi, Roberto Baggio, Fiorello, Paula Zanetti, Michele Serra, Beppe Severgnini, Gad Lerner, Massimo Moratti, Esteban Cambiasso, Ivan Ramiro Cordoba, Sebastian Rambert, Sandro Mazzola, Giuseppe Bergomi. Produzione: Luchino Visconti di Modrone per Enormous Films. Distribuzione: Nexo Digital. LUNGOMETRAGGI E DOCUMENTARI Javier Zanetti è stata una delle ultime bandiere del calcio mondiale, con i suoi vent’anni di militanza nell’Inter, squadra della quale è stato il capitano più amato. Una carriera iniziata da gregario e conclusa da vincente, da Buenos Aires, dove era giudicato troppo gracile per lo sport, a Madrid, dove ha alzato la Coppa dei Campioni. Il film di Scafidi e Sigon racconta la storia di Zanetti legandola all’opera di Albino Guaron, scrittore argentino che proprio al calciatore ha dedicato il suo ultimo libro. Con una preziosa serie di interviste a grandi personalità del calcio mondiale. 36 «El Tractor, l’uomo che nessuno in campo riesce a fermare senza ricorrere a una scorrettezza, racchiude nel suo gesto sportivo la più limpida delle metafore esistenziali. Sull’apparente ossimoro di un eroe “normale” gioca il film di Sigon e Scafidi, celebrando, con il rispetto del tifoso e la curiosità del cineasta, la parabola di un Clark Kent che non ha mai sentito il bisogno di trasformarsi in Superman. Il film, con l’umiltà che è mancata al Messi di De La Iglesia, ottiene il suo scopo di testimonianza e souvenir, per non dimenticare mai che gli albi d’oro sono costruiti sulle fondamenta di gregari di lusso almeno quanto sul genio e la sregolatezza di campioni estrosi e chiacchierati. Una lectio moralis che difficilmente può vantare modelli naturali di idoneità pari a quella di Javier Zanetti.» Emanuele Sacchi, Mymovies.it. EVENTI SPECIALI 37 MILLY- MELATO: DUE GENERAZIONI A CONFRONTO DAI PALCOSCENICI (MILANESI) AGLI SCHERMI CINETELEVISIVI EVENTI SPECIALI Un appuntamento organizzato dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano in cui attraverso approfondimenti, materiali video e testimonianze verranno ripercorse le carriere in campo cinematografico, teatrale e televisivo di Milly e Mariangela Melato. Interventi di: Filippo Crivelli (Il mio lavoro con Milly); Raffaele De Berti, Elena Mosconi (In “Tempo massimo”. Milly dal varietà al cinema); Emilio Sala (Milly come performer intermediale nella Milano degli anni ’50-’60); Maurizio Porro (Mariangela, recitar ridendo e recitar piangendo); Maria Gabriella Cambiaghi (Mariangela Melato e Luca Ronconi: il caso di “Quel che sapeva Maisie”); Silvia Tisano (I due volti di Mariangela Melato al Teatro Stabile di Genova: tra classico e contemporaneo); Cristina Formenti (Travolti da un’insolita diva di nome Mariangela nell’azzurro mare della commedia italiana); Michele Sancisi (Lo schermo Melato. Mariangela si racconta nel (o sul) piccolo schermo: 40 anni di interviste e partecipazioni tv). 38 Al termine dell’incontro, proiezione Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto Regia e sceneggiatura.: Lina Wertmuller. Fotografia: Giulio Battiferri. Montaggio: Franco Fraticelli. Musica: Piero Piccioni. Interpreti: Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Riccardo Salvino, Eros Pagni, Isa Danieli, Aldo Puglisi. Produzione e distribuzione: Medusa. Italia, 1974, 120’. Una ricca signora milanese, Raffaella Pavoni Lanzetti, è in crociera nel Mediterraneo. La donna non si fa scrupolo di maltrattare crudelmente l’equipaggio, ma quando naufraga su un’isola deserta con l’unica compagnia del marinaio Gennarino Carunchio, siciliano rude e comunista, la gerarchia di poteri si capovolge totalmente. RICORDO DI UN GRANDE ARTISTA: NAPOLI È UNA CANZONE RIMUSICATO CON BRANI DI PINO DANIELE La presente edizione del festival si chiuderà con un omaggio a Pino Daniele, il grande cantautore e musicista scomparso nel gennaio 2015. Per ricordarlo in modo non banale abbiamo pensato di utilizzare alcuni suoi brani per “dar voce” alle immagini di un classico del cinema muto partenopeo, Napoli è una canzone. Apparentemente l’accostamento tra una pellicola degli anni Venti e l’universo sonoro di Pino Daniele può sembrare dovuto solo dall’assonanza tra il titolo del primo, Napoli è una canzone, e il brano più celebre del secondo, appunto il notissimo Napul’è. Uno sguardo più attento, tuttavia, dovrebbe rivelare che in effetti ciò che il film di Eugenio Perego afferma ostensivamente, e cioè il riassumersi del folklore napoletano nella sua tradizione canora, descrive con una certa esattezza l’operazione magari solo implicita nella musica del cantautore partenopeo. Film e canzoni, insomma, si iscrivono facilmente in una comune, profonda, storia culturale; esibendola baldanzosamente, nel primo caso, rinnovandola dall’interno, con le numerose contaminazioni che tutti sappiamo e che non è il caso qui di ricordare, nel secondo. Lavorando a questa inedita sonorizzazione, la nostra scelta non è caduta sui titoli forse più noti, ma ha privilegiato le musiche che ci sembravano più appropriate e che appartengono, quasi senza eccezione, alla prima fase della carriera di Daniele. Quella che, significativamente, ci pare ricadere sotto l’orgogliosa rivendicazione espressa dalla sua prima raccolta, che non a caso porta il titolo di Terra mia. Regia: Eugenio Perego. Interpreti: Leda Gys, Angelo Ferrari, Carlo Reiter, Grethel Stein, Giuseppe Gherardi, Gennaro Sebastiani, Lorenzo Solderini. Italia, 1927 - 2015, 80’, muto con musica e canzoni di Pino Daniele inserite nel film a cura di Fondazione Cineteca Italiana (Luigi Boledi) Rossella, lavandaia canterina, vive con il nonno, che è uno degli ultimi “pazzarielli” napoletani. Un giorno la ragazza trova lavoro presso un facoltoso americano, giunto a Napoli per curare la melanconica figlia Mary. Se Napoli è una canzone, questa canzone è un’infallibile medicina dello spirito. Rossella e Mary diventano amiche; sopravviene Max, fratello di Mary, di cui Rosella si innamora, mentre il giovane, che ha scommesso con alcuni amici mille dollari che avrebbe conquistato la ragazza, pensa solo a vincere la posta in gioco. Ma il sorriso e la giovinezza di Rossella avranno, dopo qualche schermaglia e qualche ripicca, il sopravvento e la storia si concluderà con un viaggio di nozze a New York. EVENTI SPECIALI NAPOLI È UNA CANZONE 39 RITROVATI E RESTAURATI: CABINA RICEVITRICE SUD – MILANO (IN COSTRUZIONE) (ANTEPRIMA) Presentiamo in anteprima assoluta il restauro effettuato da Fondazione Cineteca Italiana e Fondazione Aem-Gruppo A2A di un documentario del 1934 proveniente dagli archivi storici Aem che illustra la nascita, dalla costruzione all’inaugurazione, di un edificio fondamentale per la produzione e la distribuzione elettrica della città di Milano: la ricevitrice Sud. Nel corso dell’appuntamento sarà presentato anche il dvd La ricevitrice: luce, modernità e consenso. I documentari AEM 1929-1936 editato nella collana “I tesori del MIC”. Cabina ricevitrice Sud – Milano (in costruzione) (Arrigo Cinotti, Italia, 1933-1934), muto La proiezione sarà accompagnata dal vivo con musiche originali composte da Francesca Badalini ed eseguite da: Lydia Colona (clarinetto), Davide Martinelli (percussioni), Francesca Badalini (pianoforte). EVENTI SPECIALI «Nel 1932 Arrigo Cinotti inzia la sua collaborazione con Aem per documentare i grandi eventi ufficiali e le opere in 40 corso di costruzione per la distribuzione dell’energia elettrica prodotta dalle nuovi centrali Aem in Valtellina. Fu così che nacque il primo e unico “colossal” di Aem, un film diviso in otto parti di quasi due ore di durata, incentrato sulla costruzione di uno degli edifici simbolo della crescita industriale di Milano e della retorica architettonica di quegli anni: la ricevitrice sud di Morivione. Monumento alla forza modernizzatrice dell’impresa, la Cabina ricevitrice sud - Milano (in costruzione) documenta, settimana dopo settimana, mese dopo mese, tutte le fasi dei lavori dal 1933 al 1934, fino al giorno dell’inaugurazione, ed è oggi di grande interesse come testimonianza visiva di un’importante fase del mutamento del territorio della zona sud di Milano e per la sorprendente qualità “estetica” di un lavoro di solo apparente documentazione, sicuramente non destinato alle sale cinematografiche.» (Giulio Bursi) RETROSPETTIVA MILANO CITTÀ APERTA I 70 ANNI DALLA LIBERAZIONE FILM E MOSTRA FOTOGRAFICA 41 Un altro importante appuntamento del festival, è la celebrazione del 70. anniversario della Liberazione, realizzata in collaborazione con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) e INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia della Liberazione). Il 25 aprile 1945 fu un giorno fondamentale per la storia del nostro paese, un simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la Seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista. Due le inziative in ricordo del 25 aprile 1945: 1) Una mostra fotografica dal titolo “Milano città aperta”: 70 scatti partigiani che saranno esposti dal 21 aprile al 3 maggio nella sala adiacente l’atrio del cinema Spazio Oberdan. Le fotografie esposte provengono dagli archivi storici dell’ANPI, dell’INSMLI e di Fondazione Cineteca Italiana. In mostra anche i testi storici del 24, 25 e 26 aprile 1945 che raccontano gli eventi legati alla Liberazione nella città di Milano. 2) Una rassegna cinematografica con dieci classici firmati da maestri del nostro cinema (da Roberto Rossellini, Nanni Loy, Francesco Maselli a Paolo e Vittorio Taviani, Giorgio Diritti, Florestano Vancini, Gianfranco De Bosio) e due rari documentari dedicati al tema della resistenza e della lotta per la Liberazione (Con i partigiani sull’Appennino e Il ribelle). CON I PARTIGIANI SULL’APPENNINO Italia, 1944-1945, 24’. Regia, fotografia e montaggio: Marino Cantoni. Restauro e sonorizzazione: Giancarlo Bocchi. Distribuzione: Imp Distribuzione. Girato tra il novembre del 1944 e l’aprile del 1945, restaurato e sonorizzato dal regista Giancarlo Bocchi, in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, questo prezioso documentario in 8 mm raccoglie immagini uniche della lotta al nazifascismo, con autentiche scene di battaglia tra partigiani e fascisti per il controllo della città di Parma. Uno dei rari esempi di documentario girato all’interno del movimento partigiano di Resistenza e unico film esistente sulle brigate partigiane che combatterono nella zona di Parma. MILANO CITTÀ APERTA ERA NOTTE A ROMA 42 Italia/Francia, 1960, 120’. Regia: Francesco Maselli. Sceneggiatura: Sergio Amidei, Diego Fabbri, Brunello Rondi, Roberto Rossellini. Fotografia: Carlo Carlini. Montaggio: Roberto Cinquini. Musica: Renzo Rossellini. Interpreti: Giovanna Ralli, Paolo Stoppa, Renato Salvatori, Sergej Fëdorovič Bondarčuk, Leo Genn, Peter Baldwin, Enrico Maria Salerno, Laura Betti, Sergio Fantoni, Hannes Messemer, Rosalba Neri, George Petrarca, Carlo Reali, Giulio Calì, Leopoldo Valentini, Marcella Rovena. Produzione: Giovanbattista Romanengo per International Golden Star e Film Dismage. Per aiutare tre soldati - un inglese, un americano, un russo - nella Roma occupata dai tedeschi, una bella ragazza del popolo affronta molti rischi. Il suo fidanzato viene fucilato e la ragazza sa con certezza che qualcuno ha fatto la spia. Quando arrivano gli alleati, il soldato inglese individua il traditore e lo uccide. IL GENERALE DELLA ROVERE Italia, 1959, 132’. Regia: Roberto Rossellini. Sceneggiatura: Sergio Amidei, Diego Fabbri, Indro Montanelli. Fotografia: Carlo Carlini. Montaggio: Cesare Cavagna. Musica: Renzo Rossellini. Interpreti: Vittorio De Sica, Vittorio Caprioli, Hannes Messemer, Giovanna Ralli, Sandra Milo, Maria Greco, Herbert Fischer, Anne Vernon, Franco Interlenghi, Linda Veras. Produzione: Morris Ergas per Zebra Film e S. N. E. Gaumont. Nella Milano del ‘43 Bertone, un anziano truffatore, viene arrestato dalle SS tedesche. All’alto ufficiale che lo interroga viene l’idea di valersi dell’abilità di truffatore dell’imputato per raccogliere le confidenze dei prigionieri politici detenuti nel carcere di San Vittore, e gli propone di spacciarsi per il generale badogliano Della Rovere, procurando così alle SS preziose informazioni. Il vile Bertone accetta per salvarsi la vita; ma la vicinanza di gente valorosa lo convincerà a lottare e soffrire insieme alla Resistenza. GIORNI DI FURORE Italia, 1963, 106’. Regia e sceneggiatura: Isacco Nahoum, Giovanni Canavero, Alfieri Canavero, Gianni Dolino. Montaggio: Mario Serandrei. Musica: Giancarlo Chiaramello. Produzione: Società Cooperativa XXV Aprile. Documentario di montaggio, realizzato in occasione del ventennale della Liberazione, prende l’avvio dai primi movimenti fascisti in Italia e, in una rapida sintesi, illustra i principali avvenimenti politici e sociali in Italia fino al 1940, soffermandosi sulle vicende di Mussolini e Hitler, la guerra di Spagna, le battaglie d’Africa e di Russia, i massacri delle SS, i campi di concentramento e la lotta antifascista. Il tutto con il commento di Italo Calvino. LA LUNGA NOTTE DEL ‘43 Regia: Florestano Vancini. Sceneggiatura: Ennio De Concini, Pier Paolo Pasolini, Florestano Vancini dal racconto Una notte del ‘43 di Giorgio Bassani. Fotografia: Carlo Di Palma. Montaggio: Nino Baragli. Musica: Carlo Rustichelli. Interpreti: Belinda Lee, Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, Gino Cervi, Andrea Checchi, Nerio Bernardi, Loris Bazzocchi, Raffaella Carrà, Alice Clemens, Carlo Di Maggio, Isa Querio, Silla Bettini. Produzione: Antonio Cervi e Alessandro Jacovoni per Ajace Film e Euro International Film. Dopo l’8 settembre del ‘43 il partito fascista di Ferrara stringe le fila, ma è lacerato tra due diverse tendenze: quella del moderato federale Bolognesi e quella del fanatico Aretusi. Bolognesi inizia una relazione con la giovane Anna, legata a un uomo costretto su una sedia a rotelle. Ma l’idillio finisce quando Aretusi fa assassinare Bolognesi e, attribuendo il delitto agli antifascisti, scatena una violenta rappresaglia, facendo fucilare undici ostaggi. MILANO CITTÀ APERTA Italia/Francia, 1960, 105’. 43 LA NOTTE DI SAN LORENZO Italia, 1982, 105’. Regia: Paolo e Vittorio Taviani. Sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Tonino Guerra, Giuliani G. De Negri. Fotografia: Franco Di Giacomo. Montaggio: Roberto Perpignani. Musica: Nicola Piovani. Interpreti: Omero Antonutti, Margarita Lozano, Claudio Bigagli, Miriam Guidelli, Massimo Bonetti, Enrica Maria Modugno, Sabina Vannucchi, Giorgio Naddi, Renata Zamengo, Micol Guidelli, Massimo Sarchielli, Giovanni Guidelli, Mario Spallino, Paolo Hendel. Produzione: Giuliani G. De Negri. In una notte di San Lorenzo del ‘44, in un paesino della campagna toscana, i tedeschi, che stanno evacuando, convincono il vescovo a raccogliere la gente nella chiesa con la promessa di lasciare tutti in vita. Ma una parte della popolazione dà retta a Galvano, un fiero contadino che ha fiutato l’inganno e che preferisce la fuga. LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI Italia, 1962, 124’. MILANO CITTÀ APERTA Regia: Nanni Loy. Sceneggiatura: Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Nanni Loy. Fotografia: Marcello Gatti. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Musica: Carlo Rustichelli. Interpreti: Raffaele Barbato, Charles Belmont, Regina Bianchi, Silvana Buzzanca, Luigi De Filippo, Domenico Formato, Enzo Cannavale, Aldo Giuffrè, Curt Lowens, Pupella Maggio, Rosalia Maggio, Lea Massari, Jean Sorel, Franco Sportelli, Enzo Turco, Gian Maria Volontè, Georges Wilson, Frank Wolff, Raf Vallone. Produzione: Goffredo Lombardo per Titanus. Dal 28 settembre al 1° ottobre 1943, il popolo napoletano mette in fuga i tedeschi prima dell’arrivo degli alleati. Terminata la battaglia, chi vi ha preso parte torna a casa e la rivolta diviene solo un ricordo. Restano i nomi dei morti, tra cui quello di Gennarino Capuozzo, un bambino di dieci anni ucciso sulle barricate mentre combatteva contro chi voleva invadere il suo Paese. 44 IL RIBELLE Italia, 2011, 72’. Regia: Giancarlo Bocchi. Sceneggiatura: Giancarlo Bocchi, Marco Colli. Riprese originali: Andrea Filippicci, Eugenio Vatta. Montaggio: Leonardo Rigon. Sonorizzazione: Federico Tummolo. Voce narrante: Valerio Mastandrea. Interpreti: Francesco Pannofino (solo voce). Produzione: International Media Production. Distribuzione: Imp Distribuzione. “L’uomo che terrorizzò Mussolini”, ”il comunista troppo ribelle per Stalin”. Così è stato definito Guido Picelli, comandante rivoluzionario che ottenne nel 1922 la prima vittoria militare sul fascismo in Europa, liberando Parma dall’assedio di diecimila uomini al comando di Italo Balbo. Eroe popolare e coraggioso, si rese protagonista di memorabili beffe (come quando issò un’enorme bandiera rossa sul Parlamento) e teorizzò con Antonio Gramsci la struttura della rete clandestina di resistenza al regime. La sua storia è raccontata da due voci d’eccezione: Valerio Mastandrea e Francesco Pannofino. ROMA CITTÀ APERTA Italia, 1945, 103’. Regia: Roberto Rossellini. Sceneggiatura: Sergio Amidei, Federico Fellini, Celeste Negarville, Roberto Rossellini. Fotografia: Ubaldo Arata. Montaggio: Eraldo Da Roma. Musica: Renzo Rossellini. Interpreti: Aldo Fabrizi, Anna Magnani, Marcello Pagliero, Vito Annicchiarico, Nando Bruno, Harry Feist, Giovanna Galletti, Francesco Grandjacquet, Eduardo Passarelli, Maria Michi, Carla Rovere, Carlo Sindici, Joop van Hulzen, Ákos Tolnay, Alberto Tavazz. Produzione: Excelsa Film. Nella Roma del 1943-44, dichiarata “città aperta” nel mezzo dell’occupazione nazifascista, la lotta, le sofferenze, i sacrifici della gente sono raccontati attraverso le vicende di una popolana, di un sacerdote e di un ingegnere militante nella Resistenza. GLI SBANDATI Italia, 1955, 78’. Regia: Francesco Maselli. Sceneggiatura: Eriprando Visconti, Francesco Maselli e Ageo Savioli. Fotografia: Gianni Di Venanzo. Montaggio: Antonietta Zita. Musica: Giovanni Fusco. Interpreti: Lucia Bosé, Jean-Pierre Mocky, Isa Miranda, Leonardo Botta, Antonio De Teffè, Goliarda Sapienza, Ivy Nicholson, Mario Girotti. Produzione: Antonio Pellizzari per C.V.C. Un gruppo di ragazzi di buona famiglia, ritrovatosi sfollato in campagna dopo l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio tra l’Italia e le truppe alleate, è indeciso se intraprendere la via della Resistenza partigiana o tentare la fuga in un altro Paese. Chi decide di unirsi alla Resistenza lo farà al costo della vita, mentre gli altri fuggiranno al sicuro in Svizzera. IL TERRORISTA Italia/Francia, 1963, 100’. L’UOMO CHE VERRÀ Italia, 2009, 115’. Regia: Giorgio Diritti. Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Giovanni Galavotti, Tania Pedroni. Fotografia: Roberto Cimatti. Montaggio: Giorgio Diritti, Paolo Marzoni. Musica: Marco Biscarini, Daniele Furlati. Interpreti: Maya Sansa, Alba Rohrwacher, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Maria Grazia Naldi, Stefano Bicocchi, Eleonora Mazzoni, Orfeo Orlando, Diego Pagotto, Bernardo Bolognesi, Stefano Croci, Zoello Gilli, Timo Jacobs, Germano Maccioni, Raffaele Zabban, Francesco Modugno. Produzione: Simone Bachini e Giorgio Diritti per Arancia Film e Rai Cinema. Alle pendici di Monte Sole, sui colli appenninici vicini a Bologna, la comunità agraria di Marzabotto vede i propri territori occupati dalle truppe naziste e molti giovani decidono di organizzarsi in una brigata partigiana. Per la piccola Martina tutte quelle continue fughe dai bombardamenti hanno poca importanza: da quando ha visto morire il fratellino fra le sue braccia, ha smesso di parlare e vive nell’attesa di averne uno nuovo. Ma la tragedia incombe: le SS organizzano una spedizione punitiva nei confronti degli abitanti del villaggio. MILANO CITTÀ APERTA Regia: Gianfranco De Bosio. Sceneggiatura: Gianfranco De Bosio, Luigi Squarzina. Fotografia: Alfio Contini, Lamberto Caimi. Montaggio: Carla Colombo. Musica: Piero Piccioni. Interpreti: Gian Maria Volonté, Philippe Leroy, Raffaella Carrà, Tino Carraro, Anouk Aimée, Giulio Bosetti, José Quaglio, Cesare Miceli Picardi, Carlo Bagno, Roberto Seveso, Mario Valgoi, Gabriele Fantuzzi, Neri Pozza, Giuseppe Sormani. Produzione: Tullio Kezich e Alberto Soffientini per 22 Dicembre e Societé Cinematographique Lyre. Nella Venezia del 1943, Renato Braschi, esponente del Partito d’Azione a capo dei partigiani, sceglie di continuare le sue azioni di sabotaggio contro i fascisti nonostante gli inviti dei superiori alla prudenza e alla sospensione degli attentati. Ma anche tra i compagni più fidati possono nascondersi i traditori. 45 Finito di stampare nel mese di aprile 2015 da pixartprinting Srl 46 L’ULTIMA PUBBLICAZIONE DI FONDAZIONE CINETECA ITALIANA NELLA COLLANA “I TESORI DEL MIC IN DVD” Un dvd con preziosissimi filmati d’epoca provenienti dagli archivi storici Aem restaurati da Fondazione Cineteca Italiana e Fondazione Aem-Gruppo A2A che documentano la nascita, dalla costruzione all’inaugurazione, di due edifici fondamentali per la produzione e la distribuzione di elettricità nella città di Milano: le ricevitrici Nord e Sud, fulcri della modernità del ventennio fascista. In distribuzione da marzo 2014. Acquistabile in tutti i migliori negozi, presso Fondazione Cineteca Italiana e anche on-line su http://cinestore.cinetecamilano.it 47 Il cinema italiano al centro del nostro impegno www.raicinema.it www.01distribution.it www.raicinemachannel.it 48