sito diretto da fabrizio bottini -1/22 - http://mall.lampnet.org Josephine P. Reynolds Il commercio suburbano in America (1958) Nella prima fase di affermazione dei grandi centri commerciali contemporanei nell’insediamento diffuso, una panoramica dei caratteri generali, e una in qualche modo “profetica” comparazione europea. Town Planning Review, aprile 1958 Titolo originale: Suburban Shopping in America – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini Lo sviluppo dei cosiddetti “centri commerciali regionali ad ambiente controllato” in America è di grande interesse per gli urbanisti britannici, perché pone la questione se questi centri si realizzeranno, o se debbano realizzarsi, anche nel nostro paese. É difficile rispondere in modo diretto a questa domanda, ma uno studio sull’organizzazione del commercio in America, e sulle condizioni in cui esso si evolve, rappresenta un buon punto di partenza, dato che i centri di scala regionale possono essere considerati, come vedremo, il risultato di questa evoluzione. La fenomenale crescita suburbana Americana, insieme all’enorme incremento del numero delle automobile private e alla crescita del potere d’acquisto, rappresenta la principale ragione dello sviluppo dei centri commerciali regionali. Tali centri, però, sono soltanto casi particolari dei numerosi complessi suburbani pianificati che sono cresciuti rapidamente all’esterno delle città americane. Inoltre, i cambiamenti nelle abitudini dei comportamenti di spesa si sono tradotti in un considerevole sviluppo di commercio spontaneo all’interno così come all’esterno dei vecchi centri minori assorbiti nell’espansione suburbana. Di particolare interesse, i cosiddetti “centri di fascia” e i supermercati, su proporzioni che non abbiamo ancora sperimentato in Gran Bretagna 1 . Questo articolo esamina l’evoluzione futura del commercio al dettaglio in Gran Bretagna, e dopo aver descritto la situazione suburbana Americana cerca di delineare e anticipare le possibili tendenze britanniche. 1 A beneficio dei lettori britannici, si precisa che il termine “supermercato” indica un solo grande negozio self-service, mentre un centro commerciale regionale è un gruppo di negozi che si caratterizza per dimensioni e organizzazione. sito diretto da fabrizio bottini -1/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -2/22 - http://mall.lampnet.org Premesse generali La popolazione degli Stati Uniti è aumentata dai 123 milioni di abitanti del 1930 ai 169 milioni del 1956 2 , e in questo periodo le aree metropolitane 3 sono cresciute in abitanti e superficie sino a contenere al 1950, concentrati al loro interno 84 milioni di abitanti 4 . La crescita dei suburbi, già in pieno corso negli anni ‘30, si è considerevolmente accelerata fra il 1940 e il 1950, e ancor più negli anni fra il 1950 e il 1955. Nel periodo 1940-1950 la popolazione complessiva ha avuto un incremento del 14% nelle aree metropolitane, e le fasce esterne di queste regioni contavano per oltre tre quinti di tale crescita. Sempre in questo periodo, meno di un quinto delle città centrali è cresciuto più rapidamente delle altre zone nelle 168 aree metropolitane 5 . Fra il 1950 e il 1955, la popolazione si è riversata nei sobborghi esterni alle aree urbane, che hanno avuto un incremento pari a tre volte e mezzo quello della popolazione delle aree metropolitane 6 . Le zone metropolitane oltre a crescere in popolazione si sono anche ampliate in superficie. In particolare, i confini della crescita urbana si sono spostati mentre la popolazione si diffondeva su una superficie più ampia 7 . Insieme a questa crescita, si è avuto un incremento nel numero delle auto private. Fra il 1929 e il 1956 sono cresciute da 23 milioni a 54 milioni 8 . Indagini di consumo mostrano come all’inizio del 1949 circa il 51% delle unità di spesa possedesse almeno un’auto, e il 3% due; nel 1957 le percentuali equivalenti erano rispettivamente del 7% e del 10% 9 . Questa crescita del numero delle auto private rispecchia un elemento importante per lo sviluppo del commercio, perché indica l’ascesa del potere d’acquisto, che è un’evidente necessità per l’espansione delle attività al dettaglio 10 . 2 New York Times, 1 febbraio 1957. Nell’ambito del presente articolo l’americana “area metropolitana” si considera equivalente alla Britannica “conurbazione”. Si parla di area metropolitana in riferimento all’America, e di conurbazione in riferimento alla Gran Bretagna. 4 Bollens, John C., The States and the Metropolitan Problem. A Report of the Governor's Conference. New York, 1956, p. 6. 5 Bollens, Op. Cit., p. 9. Vedi anche Bogue, D. J., Population Growth in Standard Metropolitan Areas, 1900-1950. United States Housing & Finance Agency, Washington 1953. 6 Bollens, John C., Metropolitan Areas, Puzzle. and Challenge, Public Management, Vol. xxviii, maggio 1956, n. 5, p. 98. 7 Thompson, Warren C., Growth and Changes in Californian Population, The Haynes Foundation, Los Angeles, California, 1955, p. 263; Blumenfeld, Hans, The Tidal Wave of Metropolitan Expansion, Journal of the American Institute of Planners, inverno 1954. 8 Winston, Clement and Smith, Mabel A. , Pattern of Buying of Consumer Goods. Survey of Current Business, maggio 1957. U.S. Department of Commerce, Office of Business Economics, p. 9. 9 Board of Governors of the Federal Reserve System, 1957 Survey - Housing and Durable Goods,. Federal Reserve Bulletin, giugno 1957, Washington, p. 634. 10 Winston, Clement; Smith, Mabel A., Op. Cit., p. 13. 3 sito diretto da fabrizio bottini -2/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -3/22 - http://mall.lampnet.org Lo sviluppo commerciale in America a quanto pare è avvenuto in due modi. Il primo, che riguarda l’insediamento “non pianificato”, consiste di catene di grandi magazzini urbani che aprono filiali sia nei vecchi centri che in spazi propri nei sobborghi. Talvolta sono definiti negozi “lupo solitario”. Ulteriore variante di questo tipo è l’insediamento a fascia [strip centre] che consiste in un gruppo di negozi collocato lungo una strada principale, ad una certa distanza dalla città. A questo primo genere di espansione si deve aggiungere l’enorme incremento del numero di supermercati, dato che essi rappresentano un cambiamento nelle modalità della spesa locale e di quartiere. Il secondo tipo di evoluzione è il centro suburbano “pianificato”. L’aumento del traffico nei nuclei urbani era già oggetto di preoccupazione nel 1926. Anche a quell’epoca la gente evidentemente spendeva meno nei quartieri commerciali centrali, preferendo per quote molto maggiori della propria spesa le aree suburbane. Si riconosceva già allora che, nel momento in cui i negozi si spostavano verso i vecchi centri suburbani, essi venivano presto soffocati dal traffico. Da questa acquisizione, nacque l’idea di un nuovo tipo di centro: “Il centro moderno deve essere concepito per adeguarsi alle condizioni di oggi, prima fra tutte la decisione delle persone di far compere in automobile. ... L’esercizio suburbano può offrire spazi a parcheggio adeguati a clientela e dipendenti, a costi ragionevoli. Ampi spazi di sosta di proprietà del negozio, dove le auto dei clienti possano essere lasciate in sicurezza, sono una cosa oggi tanto insolita e desiderabile, da costituire un convincente messaggio pubblicitario” 11 . Da queste origini si sviluppa infine il centro commerciale suburbano pianificato, con spazi a parcheggio e negozi progettati insieme, e in genere costituenti un’unica proprietà immobiliare. 11 American City, agosto 1956, Vol. XXXV, n.2. Articolo relativo al rapporto della Beeler Organization. sito diretto da fabrizio bottini -3/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -4/22 - http://mall.lampnet.org Centri commerciali pianificati Possono essere suddivisi in numerose classi a seconda delle dimensioni, del numero dei negozi principali, della quantità di posti a parcheggio e della popolazione servita 12 . Tipo di centro Negozio principale Regionale Uno o due grandi magazzini Classe I Centro commerciale di distetto Classe II Centro commerciale locale Classe III Centro commerciale di servizio Grande magazzino “junior” “Variety Store” Supermercato Superficie totale di pavimento mq da 45.000 a 90.000 da 15.000 a 20.000 da 4.500 a 9.000 da 1.800 a 3.500 Dimensioni complessive ettari 40 20 da 2 a 4 da 1 a 2 Spazi a parcheggio numero di auto da 2.500 a 8.000 da 1.000 a 2.000 da 500 a 800 da 300 a 400 Bacino di popolazione da 250.000 a 1.000.000 da 50.000 a 200.000 da 30.000 a 50.000 da 7.000 a 15.000 IL CENTRO REGIONALE – FATTORI DI LOCALIZZAZIONE Il centro commerciale regionale è pensato per attirare frequentatori sia dalle aree residenziali immediate che dal settore o quadrante della regione urbana in cui è situato 13 . Si ritiene generalmente che i bacini di riferimento di questi centri siano determinati dalla quantità di persone che abitano entro un raggio di circa 30 minuti in macchina, talvolta un po’ meno 14 . Di conseguenza i centri sono localizzati quasi sempre sulle superstrade veloci o le arterie di grande comunicazione che offrono facile accesso in auto dalle grandi aree residenziali in termini di velocità e semplicità. Nella scelta della località si deve cercare un equilibrio fra un’area (l) che comprenda una popolazione fra 250.000 e 1.000.000 di abitanti; (2) in cui le abitazioni siano di dimensioni tali da indicare un livello di reddito e conseguente disponibilità di potere d’acquisto, infine (3) dove esistano buone strade, preferibilmente superstrade, in grado di attingere a una zona il più vasta possibile. Luoghi che rispettino tali condizioni, e 12 Hoyt, Homer, Suburban Shopping Center Effects on Highways, Traffic Quarterly, aprile 1956, Vol. 10, n.2. 13 Kelley, Eugene J., Shopping Centers, Locating Controlled Regional Centers. The Eno Foundation for Highway Control, Saugatuck, Connecticut, 1956, p. 65. 14 Loc. cit., vedi anche Brown, George H. (a cura di), Readings in Marketing. Fortune, 1951, p. 47. sito diretto da fabrizio bottini -4/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -5/22 - http://mall.lampnet.org Fig. 1 – I due centri commerciali regionali di Peabody e Framingham, e l’insediamento a fascia di Chestnut Hill in relazione alla zona centrale commerciale di Boston e al resto dell’area metropolitana. sito diretto da fabrizio bottini -5/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -6/22 - http://mall.lampnet.org altre, in genere si trovano molto decentrati, in aree suburbane esterne dove probabilmente saranno disponibili terreni liberi a sufficienza. La quantità dei centri del genere realizzati sinora appare limitata dall’esistenza di tali condizioni. Quindi per esempio a Boston, si considera che la popolazione di 2.369.986 persone possa sostenere tre centri così. A Detroit, popolazione 3.016.197 abitanti, ce ne sono ancora tre, mentre nella regione urbana New York-Nord-Est Jersey con una popolazione di oltre 12.911.994, ce ne sono cinque 15 . Questi fattori di localizzazione generali si possono descrivere meglio facendo riferimento ad esempi concreti. Ad ogni modo, visto che è già disponibile uno studio particolareggiato relativo a questo aspetto dei centri commerciali regionali, qui verrà dato un solo esempio 16 . Si tratta del North Shore di Peabody ora in corso di costruzione, che si trova a circa 27 km dalla zona commerciale centrale di Boston. Si tratta del secondo centro regionale dell’area, il primo, Shoppers World, è situato a Framingham, sulla fascia occidentale dell’area metropolitana 17 . É localizzato al nodo fra la Route 128, superstrada tangenziale, e la Route 114, che si collega a una radiale verso l’esterno di Boston. Pochi chilometri a est si trova la U.S. Route One, autostrada che attraversa Boston e si dirige a nord verso il Maine. Tutte queste arterie portano un traffico eccezionalmente intenso, e da esse si irraggia una rete di strade minori che si articolano nei grandi suburbi residenziali del distretto. UN elemento aggiuntivo di attrazione è che questo centro si trova nei pressi di un’area turistica sulla costa, che si può raggiungere attraverso la Route 128. I promotori affermano che si potranno offrire servizi commerciali a una popolazione di 1.557.600 abitanti, di cui circa il 28% ha un reddito di 6.000 dollari 18 . (Fig. 1). La superficie complessiva del sito è di 45 ettari (Figg. 2 e 5). C’è spazio per parcheggiare 10.000 automobili, con una capacità giornaliera di circa 35.000 che consente di fermarsi circa due ore, dato che il centro viene pubblicizzato come “one stop”, perché offre una grande varietà di servizi (sedi di catene di Boston) un grande magazzino junion, molti negozi specializzati, negozi a prezzo fisso, un supermercato e una considerevole 15 Dati dal Censimento della Popolazione USA, 1950, Number of Inhabitants, Washington Bureau of the Census, 1952, Vol. I. Va forse ribadito qui che sistono molti piccoli centri suburbani. 16 Kelley, Eugene J., op. cit. Discute i fattori localizzativi di: Shoppers Word, Framingham, Cross County, Yonkers, New York, Roosevelt Field, Long Island, e Northland, Detroit, citati in questo saggio. 17 Sia Shoppers World, Framingham, costruito nel 1951, che il North Shore Centre hanno Jordan Marsh, grande magazzino di Boston, come negozio principale. 18 Opuscoli Allied Stores Corporation e Federated Department Stores informative sul North Shore Centre. La cifra di 1.557.600 esclude la popolazione di 801.444 persone della circoscrizione urbana di Boston. I 1.557.600 sarebbero quelli che abitano in un raggio di un’ora in auto dal centro. sito diretto da fabrizio bottini -6/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -7/22 - http://mall.lampnet.org serie di piccoli esercizi. Complessivamente ci saranno settanta fra negozi e servizi (tintoria, calzolaio, ecc.). Un elemento di particolare interesse è costituito da un terreno di 40 ettari adiacente al complesso. É di proprietà dei promotori e sarà affittato per attività di manifattura leggera o uffici. É stato indicato, a titolo di elemento di attrazione per gli industriali interessati, che il centro può offrire il tipo di ambiente downtown per dipendenti che è invece assente quando le imprese si localizzano in aree suburbane esterne. Fig. 2 – Planimetria del centro commerciale regionale North Shore a Peabody. La superficie complessiva è di poco più di 40 ettari. Contrassegnate da puntini, le aree pedonali, tratteggiate quelle per i parcheggi. Gli edifici A sono i grandi magazzini. (Scalimetro in piedi). sito diretto da fabrizio bottini -7/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -8/22 - http://mall.lampnet.org IL CENTRO REGIONALE - FORME E PROGETTO L’organizzazione fisica di un centro commerciale regionale si caratterizza per la grande area a parcheggi. Altri elementi sono il percorso pedonale commerciale, o mall, che separa il traffico dei pedoni da quello dei veicoli, e l’aspetto architettonico dell’edificio. Certo questi centri non sono in alcun modo uniformi, ed esiste una notevole varietà nei particolari di progetto di ciascun gruppo di fabbricati commerciali. Ma esiste un modo simile di approccio generale, il che fa di questi centri un “tipo edilizio”. Ad esempio, in gran parte dei casi esistono uno o più grandi magazzini a dominare il gruppo di edifici, singoli negozi in blocchi da uno o due piani. L’intero complesso di solito è isolato dentro il grande parcheggio, che lo circonda. Quest’area è accessibile dall’arteria di scorrimento veloce attraverso ingressi accuratamente studiati, sottopassaggi dal lato opposto della strada, o corsie di decelerazione. Le zone a parcheggio sono organizzate e contrassegnate per numeri, a facilitare il recupero dell’automobile una volta terminato il giro dei negozi. In genere la massima distanza da percorrere a piedi dal lato più lontano dei parcheggi è di circa 150 metri 19 . Uscito dall’auto, il cliente entra nel mall pedonale o da ingressi diretti, o attraverso negozi che hanno due affacci. Il grande percorso pedonale di solito è un’area pavimentata e arredata a verde, coperta da una galleria, che consente alle persone di passeggiare guardando le vetrine con qualunque tempo. Talvolta, come al Roosevelt Field o al Northland, Detroit, e concepito con una struttura a piazze collegate, particolarmente adatta a quanto pare per i centri con un solo grande magazzino dominante (Figg. 8 e 11). Per i collegamenti fra grandi magazzini e negozi minori, appare importante il tipo di progettazione del centro. Il successo dell’insieme dipende da quanto funzionano questi negozi minori. Dato che i grandi magazzini generano attrazione, gli esercizi più piccoli sono considerati in posizione migliore quanto più sono vicini ad essi. Quindi quando ce n’è soltanto uno l’organizzazione migliore è quella di collocare i negozi più piccoli tutto attorno. Quando i grandi magazzini sono due, si ritiene che debbano essere posizionati alle due estremità del mall, così che la clientela si sposti su e giù da uno all’altro, e passi davanti agli esercizi minori. Seven Corners, a Washington, e Cross County, a Yonkers, New York, sono stati organizzati in questo modo, anche se nell’ultimo caso il magazzino Wanamakers è abbastanza indipendente dal resto. In entrambi questi centri, e anche a Stonestown, San Francisco, il negozio Woolworths è collocato a metà del mall. Dunque il tipo di organizzazione è simile a quello usato in Gran Bretagna. A Liverpool, per esempio, Marks & Spencer sta vicino al principale grande magazzino nel 19 Brown, George (a cura di), Readings in Marketing, Fortune, 1951, p. 46. sito diretto da fabrizio bottini -8/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -9/22 - http://mall.lampnet.org cuore del quartiere commerciale centrale. É anche interessante notare come, di regola, in un centro commerciale regionale si trovi un solo supermercato. Questo esercizio in genere viene considerato un servizio di carattere locale. I principi generali di organizzazione fisica sono illustrati con più precisione nel caso di Northland, Detroit, a meno di 20 km dal centro città (Fig. 3 ). Fig. 3 – Planimetrie di Northland, Detroit (sopra) e Cross County, Yonkers, New York. Tratteggiati i piazzali a parcheggio; punteggiati i percorsi pedonali. Gli edifici A sono grandi magazzini; gli edifici S sono supermercati. sito diretto da fabrizio bottini -9/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -10/22 - http://mall.lampnet.org A Northland, uno dei più riusciti esempi di shopping centre regionale, il blocco di edifici è situato al centro di uno spazio di 65 ettari. L’area a parcheggio è organizzata a spine di pesce organizzate in modo chiaramente distinto (Fig. 6). Inoltre, c’è una fermata degli autobus provenienti dal centro di Detroit e da altre zone della città (Fig. 7). L’edificio principale, magazzino della J.L. Hudson che ne ha uno anche in centro a Detroit, domina l’intero complesso con le sue dimensioni e altezza. Attorno ad esso si raccolgono i negozi più piccoli, tutti collegati a piazze pedonali pavimentate e arredate a verde, le quali a loro volta si collegano a ingressi e uscite attraverso percorsi coperti. I percorsi offrono anche spazi espositivi aggiunti, e sono grandi a sufficienza per contenere anche automobili in mostra (Figg. 11 e 13). Sotto il mall si collocano le aree carico-scarico, con ingressi e uscite separate dal resto del flusso veicolare e dei pedoni. Sotto il gruppo di edifice si trovano anche gli spazi comuni, che consistono in una sala con 250 posti a sedere e una da banchetti attrezzata di cucine, che possono essere affittate. Ci sono anche gli uffici amministrativi e gli spazi riscaldamento e aerazione. Dal piano sotto l’edificio del grande magazzino c’è una comunicazione col parcheggio, così che i clienti possano caricare le macchine con gli acquisti (Fig. 7). CENTRI MINORI I centri commerciali suburbani pianificati di dimensioni minori replicano l’organizzazione di quelli di dimensione regionale riguardo alla disposizione dei parcheggi. In genere sono organizzati coi negozi rivolti verso la strada principale, anche se ben arretrati a offrire parcheggi sul fronte. Ora comunque si sta affermando la tendenza a progettarli secondo il principio del percorso pedonale 20 . Centri minori si trovano in molte zone suburbane. A New York e in New Jersey fra il 1955 e il 1957, ne sono stati aperti 14 di questo tipo. Gli spazi occupati vanno dagli 8 ai 18 ettari, con parcheggi da 750 fino a 3.600 posti 21 . Centri spontanei LA FASCIA COMMERCIALE [STRIP CENTRE] Due centri di questo tipo si trovano a Chestnut Hill, Boston (Fig. 9) e al Miracle Mile di Manhasset, Long Island, stato di New York. Comprendono grandi magazzini allineati lungo un’arteria principale, ma indipendenti l’uno dall’altro. A volte possono avere un solo spazio a parcheggio sul 20 Baker, Geoffrey; Funaro, Bruno, Shopping Centers, Design and Operation, New York, 1951. Architectural Forum, January, 1956, p. 141-143. Progetti di Victor Gruen per due centri con un supermercato come elemento principale, con un mall pedonale. 21 Shopping Centers and Branch Stores, Ristampa per Women's Wear Daily, dicembre 1956, p. 3. sito diretto da fabrizio bottini -10/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -11/22 - http://mall.lampnet.org retro, e ingressi diretti da questo parcheggio, attraverso la parte posteriore dei negozi. Non esiste un mall pedonale, come nei centri regionali, egli spazi a parcheggio non sono tanto estesi. Ma il fatto di avere i negozi rivolti verso la strada dà a questi centri un notevole potere di attrazione, dato che basano il proprio giro d’affari sul traffico di passaggio. Nello stesso modo dei centri regionali, però, non si rivolgono in particolare ai quartieri. Recarsi in una di queste fasce commerciali sembra essere uno spostamento ad hoc. Forse si può dire che lo strip centre si rivolge a fasce di reddito più elevate, anche se è difficile trarre conclusioni definitive da questo punto di vista. Non c’è dubbio però che il pubblico femminile apprezza questi centri, dato che sono facilmente raggiungibili in auto e offrono un tipo di shopping da quartiere centrale, senza la scomodità dei parcheggi in centro città. Sembrano particolarmente adatti alla signora di una certa età, disposta a rinunciare alle solite abitudini in cambio di un facile parcheggio. É davvero interessante osservare come questo gruppo di età si è adattato alle nuove condizioni: ma va ribadito come lo sviluppo di sedi staccate dei grandi magazzini nei suburbi è un processo che avviene da parecchi anni, e quindi non si tratta affatto di fenomeno del tutto nuovo. I SUPERMERCATI I progettisti britannici conoscono bene i negozi self-service che hanno cominciato a spuntare numerosi negli ultimi due anni. Si tratta di imitazioni dei supermercati americani. La versione inglese però, eccetto alcuni casi, è soltanto una copia di dimensioni minori, e dà solo un’idea parziale delle proporzioni secondo cui è costruito un supermarket davvero grande. Quelle che seguono sono alcune note a descrivere i caratteri particolari di questo tipo di insediamento, che in America costituisce parte importante del sistema di distribuzione suburbana, e nello shopping a scala di quartiere. I primi supermercati d’America apparvero durante la depressione degli anni ’30, trovando posto a volte dentro a fabbriche in disuso 22 . Il selfservice fu introdotto per tagliare i costi, e si ottenevano profitti in base al principio “Ammucchiane molto e vendi a poco”. A partire da questa idea, nonché da quella secondo cui “ciò che non si vede resta invenduto”, si è sviluppato il modo in cui vengono progettati i supermercati, e organizzata al loro interno l’esposizione della merce 23 . Quando le condizioni lo permisero, e l’idea del supermarket prese piede, ci furono degli sviluppi. I supermercati erano particolarmente adatti per le zone di nuovo insediamento residenziale, e ci fu un movimento parallelo all’espansione suburbana, e insieme nuovi e migliori metodi di confezione e 22 Zimmerman, M. M., The Super Market, A Revolution in Distribution, New York, 1955, p. 18. 23 Op. Cit., p. 183. sito diretto da fabrizio bottini -11/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -12/22 - http://mall.lampnet.org refrigerazione dei prodotti, che rappresentano il tratto tipico di questo genere di commercio. Quando si iniziarono a proporre cose come dentifricio, articoli per la casa e cartoleria, il supermercato divenne molto amato dalle casalinghe, che riuscivano così a fare tutta la spesa settimanale con un solo viaggio. I formati più nuovi consistono in un edificio con un affaccio in vetro, progettato per attirare il traffico in transito. Insegne note a caratteri alti oltre un metro, indicano qual’è il marchio presente (Fig. 4). I migliori supermercati sono forniti di eccellenti parcheggi, e alcuni sono dotati di passaggi per caricare direttamente i pacchi dal negozio. Fare la spesa qui risulta interessante, ed è ben organizzato. Le superfici variano notevolmente. Nel 1956 nel New England quelli delle grandi catene coprivano complessivamente in media 1.500 mq, di cui 900 di area vendita 24 . Altra indicazione dimensionale è il numero delle casse, e nella medesima zona quello delle grandi catene era di 9 25 ; le cifre degli operatori indipendenti sono in qualche modo inferiori. É anche difficile valutare il numero di supermercati in proporzione, ma ad esempio nel 1956 l’area metropolitana di Boston con circa 2.200.000 persone aveva 341 negozi del genere, 18.500 abitanti ciascuno 26 . Si tratta di cifre che riguardano solo le grandi catene, con l’esclusione dei numerosi esercizi indipendenti e piccoli self-service. Un’impresa di medie dimensioni dell’area di Boston, ha realizzato una serie di supermercati le cui dimensioni sono mostrate nella tabella di seguito. Principalmente in questo caso si cercano superfici libere da circa un ettaro. La stessa catena ha negozi in varie parti del Massachusetts, Connecticut e Rhode Island. Sceglie in modo sistematico le localizzazioni, studiando le tendenze demografiche, densità, distribuzione del reddito e potere d’acquisto. Vengono anche effettuate ricerche sulla rete commerciale esistente nella località prescelta, e delle tendenze nelle modalità di spesa. C’è molta concorrenza, naturalmente, fra marchi rivali, e non pare che la pianificazione urbanistica riesca a controllare localizzazione e numero di tali esercizi in un’area. Concorrenza significa anche molta pubblicità sulle radio e la stampa locali. Dietro la superficie brillante di questi grandi supermercati, esiste un organizzatissimo sistema di magazzini, confezione e refrigerazione. La catena di Boston già citata, ha uffici e depositi non lontano dal centro della città. Comprendono uffici amministrativi e sezioni dedicate a gestione, commercializzazione, organizzazione dei negozi, gestione immobiliare, analisi e ricerche di mercato, progettazione e costruzione dei complessi. Questa catena impiega varie professionalità, fra cui un urbanista per 24 Shopping Centers and Branch Stores, Op. cit., p. 15. Loc. cit. 26 Boston Globe Research, Chain Grocery Stores in Boston, 1956. 25 sito diretto da fabrizio bottini -12/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -13/22 - http://mall.lampnet.org scegliere le localizzazioni. Merita attenzione la dimensione dei reparti dedicati a immagazzinaggio, confezione e refrigerazione. Nel rapporto annuale non si esagera a descrivere I prodotti deperibili nei termini che seguono. “I carichi di merci arrivano su vagoni merci ed entrano nell’edificio su rotaie o tramite muletti elettrici. Vengono distribuiti fra congelatori, refrigeratori e stanze di maturazione, e poi trasferiti su camion a temperature controllate. All’arrivo nei negozi sono (i cibi) nelle condizioni migliori “ 27 . Gli alimenti vengono poi confezionati all’interno del supermercato prima della distribuzione, anche se in alcuni casi si possono avere tagli particolari di carne al momento. I supermercati in America sono un’istituzione. In qualche caso rappresentano in sé veri e propri centri commerciali di vicinato, dato che offrono un tabellone per gli annunci, ufficio postale, possibilità di cambiare assegni. Servono comunità dove molte donne di casa lavorano, le famiglie sono numerose e il servizio domestico non è cosa frequente; in ogni casa c’è un frigorifero, e si va a fare la spesa soltanto poche volte. Supermercati realizzati da una catena di Boston fra il 1955 e il 1956 28 Località Superficie commerciale in mq 2.800 Parcheggi numero di auto 400 Stafford Square, Fall River 1.430 200 Dedham 1.590 200 Webster Square, Worcester 1.570 335 Vining Square, Salem 1.570 250 Glendale, Everett 1.440 220 Fellaway, Medford Fig. 4 – Supermercato con una superficie di circa 3.000 mq, e parcheggi per 400 auto. Localizzato a un trafficato incrocio fra U.S. Route I and Route 28. (vedi Figura 1). 27 28 . Stop & Shop, Annual Report, 1956 Op. Cit. sito diretto da fabrizio bottini -13/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -14/22 - http://mall.lampnet.org Effetti del nuovo insediamento suburbano Se osservato dalla prospettiva di un urbanista britannico, il tipo di sviluppo descritto solleva una serie di questioni riguardanti il futuro delle consolidate aree commerciali centrali urbane, dei centri urbani minori e dei quartieri. Parlando in generale, però, qualunque osservazione sulle trasformazioni del sistema commerciale deve essere considerate non definitiva, dato che la situazione si evolve continuamente con l’espansione suburbana. Nondimeno, notizie da varie fonti sembrano indicare che i quartieri commerciali centrali di alcune aree metropolitane stanno subendo un declino, e la stessa cosa vale per le zone centrali delle cittadine minori. Uno dei metodi per valutare la situazione dei centri commerciali è quello del volume di vendite. Se si guardano queste cifre in tutte le aree metropolitane d’America, i quartieri commerciali centrali e quelli dei complessi suburbani mostrano un incremento nel volume totale delle vendite 29 . Ma compaiono grosse differenza fra zone interne ed esterne. Per esempio, a St. Louis, è stato stimato che le vendite dei grandi magazzini nella zona del centro siano calate di un quarto fra il 1946 e il 1956 30 . Le notizie da altre città mostrano risultati simili 31 . Nell’area di New York, nonostante il volume complessivo sia cresciuto nel 1956, gli incrementi maggiori sono stati per le zone suburbane; i grandi magazzini nella fascia più orientale di Long Island e della Westchester County sono cresciuti del 36%. Anche nelle aree metropolitane minori dello stato di New York, ad esempio a Buffalo, le vendite suburbane hanno avuto un incremento del 16% 32 . Effetti più diretti dei cambiamenti nella distribuzione commerciale appaiono dalla chiusura dei negozi. A Boston nell’estate del 1957 hanno chiuso tre grossi esercizi nei quartieri centrali, e la ragione principale indicata è la crescita del commercio suburbano 33 . D’altro canto un rappresentante del principale magazzino di Boston, che ha due filiali suburbane e ha riorganizzato la sede del centro, ritiene che pur con un costante calo delle attività centrali, esiste ancora un giro d’affari sufficiente per mantenere entrambe le posizioni. 29 U.S. Department of Commerce, Metropolitan Shifts in Sales Growth, 1948-54. Area Development Bulletin, Vol. III, n.1, febbraio-marzo 1957. 30 Federal Reserve Bank of St. Louis, Monthly Review, settembre 1956, Vol. XXXVIII, n.9, p. 105. 31 Federal Reserve Bank of Minneapolis, Monthly Review, Vol. 13, n.1, 31 gennaio, 1957, p. 11. Federal Reserve Bank of San Francisco, Monthly Review, luglio 1956, p. 88. 32 Federal Reserve Bank of New York, Monthly Review of Credit and Business Condition, Vol. 39, febbraio 1957, n.2. 33 Altri dei motivi citati sono le elevate tasse immobiliari nella zona centrale di Boston, la crescente concorrenza degli esercizi discount e la particolare collocazione dei negozi rispetto alla zona commerciale centrale. sito diretto da fabrizio bottini -14/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -15/22 - http://mall.lampnet.org Fig. 5 - Modello del centro commerciale North Shore di Peabody. Fig. 6 - Northland, Detroit: una parte del parcheggio, sul lato occidentale. Fig.7 - Northland. In alto, fermata dell’autobus. Di sotto carico diretto della spesa dai magazzini Hudson. sito diretto da fabrizio bottini -15/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -16/22 - http://mall.lampnet.org In generale questo sembra l’orientamento di massima dei centri circostanti. La popolazione si riversa in queste zone, gli affari evidentemente aumentano, ma l’incremento di domanda rende possibile anche per i vecchi complessi prosperare quanto i nuovi, nonostante questi ultimi abbiano una migliore attrezzatura per i parcheggi. Per esempio a Cincinnati nel 1954, esisteva un solo insediamento commerciale spontaneo situato a circa due chilometri dal nucleo della cittadina di Cheviot, in crescita fin dagli anni ‘30 34 . In un primo tempo, quando fu aperto il nuovo centro, ci fu un declino negli affari del più vecchio, ma poi gli esercenti si organizzarono in associazione, migliorarono l’organizzazione dei parcheggi, e lanciarono varie campagne per attirare di nuovo clientela ai loro negozi. Naturalmente tutti ammettono che non è possibile ignorare il nuovo centro, ma ritengono che ci siano affari a sufficienza per entrambi. Fig. 8 – Passeggio pedonale al centro Roosevelt Field di Long Island, New York Nelle città più grandi, ora si sostiene la ricostruzione delle aree centrali commerciali, nella speranza di arrestarne il declino. A Boston, una compagnia assicuratrice sta realizzando un complesso di uffici, alberghi, appartamenti e negozi su una superficie di 12 ettari sopra a degli scambi ferroviari non lontano dal centro, e a Detroit il nuovo centro civico con parcheggi sotterranei, vicino all’arteria commerciale principale, forma parte di un grande piano di recupero urbano. E il Penn Center di Filadelfia 34 Schapker, John C. , Effect of a Planned Shopping Center on an Older Center Serving the Same Area, Journal of Marketing, Vol. XXI, 1 luglio 1956, p. 71. sito diretto da fabrizio bottini -16/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -17/22 - http://mall.lampnet.org è un notevole esempio di intervento in zone centrali. Questo tipo di operazioni a volte è sostenuto anche dallo Urban Renewal Programme. Fig. 9 - Chestnut Hill, Boston. Negozi affacciati sulla strada di servizio, parallela all’arteria principale (Route 9). I parcheggi sono alle spalle dei negozi. Figg. 10, 11, 12, 13 - Northland Detroit, la fig 10 mostra il giardino d’inverno. fig. 11 magazzino Hudson ed esposizione di automobili figg. 12 e 13, particolari delle sculture e degli arredi del centro commerciale. sito diretto da fabrizio bottini -17/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -18/22 - http://mall.lampnet.org Conclusioni – Cosa aspetta la Gran Bretagna É stato osservato che sviluppo e caratteri delle conurbazioni nelle isole britanniche si possono paragonare a quelli delle aree metropolitane d’America, in particolare per quanto riguarda Londra 35 . Inoltre, nonostante la diffusione della proprietà di auto private sia molto inferiore a quella statunitense, si ritiene che essa crescerà, se non a raggiungerne i livelli, almeno a sufficienza per sostenere un cambiamento dell’organizzazione nella distribuzione commerciale per i prossimi anni. Tenendo ben presente questi presupposti, è possibile esaminare questo tipo di evoluzione in una delle conurbazioni britanniche: Merseyside, sulla costa inglese nord-occidentale. Nel 1951 la popolazione del Merseyside era di 1.382.443 persone, per una superficie totale di circa 38.000 ettari, ovvero con una densità di 36 ab/ha 36 . Appare comunque evidente come l’influenza del Merseyside si estenda molto oltre i confini della conurbazione così come fissati dalle linee censuarie 37 . I caratteri di Merseyside sono determinati dal fiume Mersey che con moli e approdi su entrambe le sponde rappresenta il fattore unificante dell’area. Centro dominante la conurbazione è la città di Liverpool. Qui si trova il complesso commerciale principale, con sei grandi magazzini e una considerevole quantità di negozi variety, specializzati, di piccole dimensioni e servizi. Si trovano riuniti attorno ad un punto centrale leggermente discosto dal quartiere degli affari, vicino alla stazione di testa della ferrovia sotterranea della Mersey. Esiste poi un altro shopping centre più esterno del tipo che si trova in parecchie città inglesi, con grandi magazzini junior e un gran numero di esercizi minori 38 . Esistono anche altri tre nodi commerciali di cui dar conto. Il primo è Birkenhead con due grandi magazzini, e poi ci sono Chester e Southport appena all’esterno del confine della conurbazione, e che nel caso di Chester estendono il servizio anche a Wirral e Nod Galles. Southport è un centro turistico, ma contiene anche zone residenziali di livello superiore, e si rivolge al Lancashire sud-occidentale attirando persone da una vasta area. Entrambi i centri contengono negozi specializzati e non, antiquari, gioiellerie, in un ambiente in sé gradevole. I nuclei commerciali dei suburbi sono del solito tipo che si trova nella maggior parte delle cittadine inglesi, ma le cose stanno cambiando col movimento di popolazione verso la fascia suburbana. Lo si capisce dai negozi vuoti nelle vecchie cittadine lungo il fiume Mersey, e dai nuovi 35 Clark, Colin, Transport-Maker and Breaker of Cities, The Town Planning Review, Vol. XXVIll, n.4, gennaio 1958, p. 237. 36 Censimento 1951, Inghilterra e Galles, Report on Greater London and Five Other Conurbations. H.M.S.O., London, 1956. 37 Smith, Wilfrid (a cura di), Merseyside: A Scientific Survey. British Association, 1953. 38 Op. Cit. sito diretto da fabrizio bottini -18/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -19/22 - http://mall.lampnet.org esercizi che aprono nei centri esistenti dei sobborghi in crescita, oppure nei centri servizi posti nel cuore dei complessi di edilizia economica che stanno spuntando alla periferia della conurbazione. In alcune delle cittadine suburbane, dove la popolazione per un motivo o l’altro resta stabile, la quantità di esercizi non è aumentata, ma in altre dove la popolazione cresce manca spazio per ampliare i centri che esistono, specie spazio per i parcheggi. Fig. 14 – Merseyside Rapporto dei supposti nuovi centri commerciali suburbani con la rete attuale sito diretto da fabrizio bottini -19/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -20/22 - http://mall.lampnet.org Al momento, parlando in generale, si può dire si sta verificando un cambiamento nel commercio in alcune zone suburbane, ed esiste un declino nei piccoli esercizi nelle aree di più antico insediamento della conurbazione, mentre restano stabili i nuclei commerciali centrali di Liverpool, Birkenhead e Chester-Southport. In realtà, a Liverpool, il commercio nella zona centrale aumenta, con l’apertura di un grande negozio specializzato di un marchio di Londra, la ricostruzione su dimensioni maggiori di un grande magazzino, contemporaneamente all’inaugurazione di un grosso negozio variety e per ordinazioni su catalogo nel cuore della città. Sembrerebbe dunque che la possibilità di aprire dei centri commerciali di scala regionale sia remota. L’unico motivo per accettare la possibilità di sviluppi del genere, è il problema dei parcheggi. Al momento, giudicando secondo criteri americani, nonostante esistano alcune difficoltà a Chester e Southport, il problema non è ancora acuto a Liverpool e Birkenhead. Non si usano a sufficienza le automobile per motive di shopping da far pensare che siano dietro l’angolo fondamentali evoluzioni. Più ragionevole, forse, è ipotizzare una serie di stadi successivi, col movimento verso la fascia suburbana che continua, insieme all’incremento nelle auto private, e soprattutto la clientela inizia ad essere condizionata da nuove abitudini. In primo luogo nei centri suburbani dove non esiste più spazio per un’ulteriore ampliamento commerciale, e la popolazione è in crescita, si insedierebbero complessi della Classe III in grado di servire fra i 20.000 e i 50.000 abitanti: vale a dire, centri commerciali locali con un negozio variety come esercizio principale. Si collocherebbero fra due centri suburbani, ad esempio Heswall e West Kirby, Bebington e Ellesmere Port. Ci sarebbe bisogno di superfici complessive da 1 a 2 ettari. Altri centri di questo tipo si localizzerebero lungo il fiume Mersey tra Formby e Hightown, o tra Hightown e Southport. Tutti, sulle strade princiali dove esiste anche il trasporto pubblico, dato che nelle fasi iniziali sarebbe poco accorto basarsi esclusivamente sulle auto private (anche a Northland, Detroit, si ricorderà, ci sono buoni collegamenti del trasporto pubblico sia coi sobborghi che con la città). Questi nuovi centri avrebbero qualche effetto sulle strutture commerciali che già esistono, ma si ritiene che ci sia un giro d’affari sufficiente a sostenerne una quantità limitata. Il pericolo per la rete attuale è l’insediamento di troppi nuovi complessi. Si deve comunque sottolineare che anche una piccola quantità di nuovi centri tenderebbe a modificare i caratteri di quelli esistenti, che sono un punto di aggregazione sociale su cui gravita la popolazione. Quando questo sistema si sarà consolidato, lo stadio successivo potrebbe anche essere l’emergere del tipo più grande di centro suburbano. Questo tipo di sviluppo sarà accelerato dalla realizzazione di nuove grandi arterie, come le superstrade, parallelo alla modernizzazione di quelle esistenti. Gli spazi per questo tipo di centri si devono trovare vicino a strade di grande sito diretto da fabrizio bottini -20/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -21/22 - http://mall.lampnet.org comunicazione, quindi su quelle che si dipartono da Liverpool per collegarsi alle zone residenziali, portando così entro il proprio bacino di utenza anche aree sinora esterne a quello dei quartieri commerciali centrali. Se si dovesse fissare un bacino di riferimento secondo un criterio di tempo/distanza, si dovrebbe cercare una quantità di popolazione sufficiente entro, diciamo, mezz’ora di strada in auto. Forse sarebbe possibile anche di meno, tenendo conto del fatto che l’insediamento residenziale in genere è più denso di quanto non avvenga nei suburbi delle aree metropolitane americane. A sud del fiume Mersey una localizzazione adatta potrebbe essere l’imbocco del proposto attraversamento del Dee. Questa strada dà accesso a zone che ampliano l’area di riferimento, a comprendere bacini di popolazione dai centri costieri del nord Galles che al momento attuale distano oltre un’ora di guida da Liverpool. Un centro così potrebbe servire tutto lo Wirral, complessivamente una popolazione di oltre 500.000 persone. Sul lato nord del Mersey una posizione adatta è sulla strada per l’est Lancashire. Potrebbe rivolgersi alla fascia nord-orientale del Merseyside, ma attirare anche da Warrington e St. Helens: due importanti centri industriali. E servire anche i sobborghi occidentali della conurbazione del Lancashire meridionale, che ha Manchester come centro dominante. Una posizione circa a mezza via sulla strada East Lancashire si troverebbe circa in posizione baricentrica fra Liverpool e Manchester, con una popolazione di 1.000.000 di persone. Sarebbe un vero e proprio centro regionale, dal punto di vista delle persone servite, mentre da quello delle automobili si tratterebbe di un complesso di Classe I con un grande magazzino, un esercizio variety, un supermercato e negozi minori, diciamo 60 in tutto. Una terza posizione adatta potrebbe essere vicino a Ormskirk, rivolta al West Lancashire (Fig. 14). Si noti che le due ultime localizzazioni si trovano al di fuori dei confine della conurbazione. Le superfici necessarie sarebbero di circa 30 ettari ciascuna. Sono più piccolo degli equivalenti americani, ma si presume che comunque in Gran Bretagna continueremo a usare auto più piccole 39 . Queste importanti necessità riguardo alle superfici, sia per i centri regionali che per quelli più piccoli, sollevano naturalmente la questione dei terreni disponibili. Che sono molto limitati nel Merseyside, se si considerano l’agricoltura e le proposte per le Green Belt. Ma ci sarà sicuramente pressione per realizzare questi centri, e anziché vederli emergere in modo spontaneo non pianificato, come avviene frequentemente in America, sarebbe meglio prevedere in qualche modo spazi per la loro crescita. In questo modo, si conserverebbero i caratteri migliori del commercio esistente, e i nuovi centri offrirebbero servizi aggiuntivi alla comunità. 39 Baker, George; Funaro, Bruno, Op. Cit., p. 41 per i criteri del parcheggio auto commerciale in America, e Bamford, P.M. Car Parking in Office Areas, Town Planning Review, Vol. XXVIII, n.4, p. 291. sito diretto da fabrizio bottini -21/22 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -22/22 - http://mall.lampnet.org Il commercio svolge un ruolo essenziale nella vita economica e sociale della Gran Bretagna, e quando cominciano ad emergere cambiamenti significativi è sempre meglio tentare di prevedere come e dove si organizzeranno gli sviluppi futuri. S spera che queste note abbiano offerto una base per la discussione. É evidente che la situazione della Gran Bretagna è molto diversa da quella dell’America, e quindi sarebbe un errore attendersi cambiamenti dell’entità di quelli americani, in particolare riguardo alle dimensioni delle superfici dei grandi centri commerciali suburbani. D’altra parte, l’organizzazione dei centri potrebbe restare molto simile a quella che esiste in America, in particolare per quelli più grandi che dipendono da una serie di attività, del tipo che possiamo paragonare a un quartiere commerciale urbano. Dunque con ogni probabilità gli sviluppi in Gran Bretagna possono essere considerati forse come una evoluzione dell’attuale per quanto riguarda la quantità dei centri, le localizzazioni, le superfici dei negozi, ma più simile al modello americano per il tipo di offerta. Infine, se adeguatamente localizzati, i nuovi centri possono entrare in concorrenza con la rete esistente, che a sua volta potrebbe essere obbligata a migliorarsi, a vantaggio sia della comunità che del settore commerciale. Nota: file pdf allegato alla raccolta di testi storici sull’urbanistica e l’insediamento commerciale (f.b.) sito diretto da fabrizio bottini -22/22 - http://mall.lampnet.org