www.informatoreagrario.it Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. © 2011 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. DIFESA DELLE COLTURE ● INTRODUZIONE ACCIDENTALE O LEGATA ALL’ATTIVITÀ UMANA Lattuga e giacinto d’acqua invadono la Campania Le due specie caratterizzate da elevata capacità invasiva (propagazione e competizione) sono dannose dal punto di vista economico, in quanto possono ostruire canali e pompe di irrigazione di A. Stinca, G. D’Auria, G. Bonanomi, A. Migliozzi, E. Ucciero, R. Griffo, R. Motti L e piante in condizioni ambientali favorevoli tendono naturalmente a colonizzare nuovi territori. La diffusione dei vegetali, oltre a dipendere dalla presenza di barriere geografiche invalicabili (oceani, catene montuose, ecc.) e dalle caratteristiche ecologiche delle diverse specie (modalità di propagazione, capacità di produrre semi o propaguli, ecc.), è legata alle attività umane che ne possono favorire direttamente o indirettamente la dispersione. In particolare, l’enorme incremento dei traffici commerciali e turistici verificatosi negli ultimi anni ha favorito la dispersione di animali e vegetali tra i diversi continenti. Una specie che, per cause antropiche (dovute all’uomo) accidentali o volontarie, viene a trovarsi al di fuori del suo areale di diffusione naturale viene definita aliena oppure esotica, alloctona o nonnativa (Pyšek et al., 2004). Quelle specie che nei nuovi ecosistemi presentano elevati tassi di propagazione, e che determinano squilibri funzionali nelle comunità native, vengono definite invasive. A livello mondiale la tematica delle invasioni biologiche è di grande attualità per le ricadute negative sulla biodiversità (Sala et al., 2000) e sugli aspetti socioeconomici (Pimentel et al., 2001) e sanitari della popolazione umana (Belmonte e Vilà, 2004). Al fine di ottenere un quadro completo della presenza delle piante esotiche in Campania, nel corso del 2010 è stata avviata una collaborazione tra il Servizio fitosanitario regionale e l’Università di Napoli Federico II attraverso il progetto Piante aliene della Regione Campania Particolare delle foglie di lattuga d’acqua (a sinistra) e di giacinto d’acqua (sopra) (Parc). Nell’ambito di tale ricerca sono state recentemente individuate alcune specie vegetali caratterizzate da elevate capacità invasive: la lattuga d’acqua e il giacinto d’acqua. Lattuga d’acqua La lattuga d’acqua (Pistia stratiotes L.) è un’idrofita natante (pianta acquatica galleggiante non ancorata al fondo) appartenente alla famiglia delle Araceae, gruppo tassonomico comprendente anche alcune piante comunemente coltivate in Italia come la calla [Zantedeschia aethiopica (L.) Spreng.] e l’anturio (Anthurium spp.). Diffusione. L’areale di origine della specie è incerto, ma sembra corrispondere alle aree tropicali di Africa, America e Asia. Tale monocotiledone predilige i corpi idrici ricchi di sostanze nutritive (ad esempio canali irrigui), lentamente fluenti ed è presente in gran parte del globo. L’espansione della lattuga d’acqua, soprattutto in tempi recenti, è stata favorita direttamente dall’uomo per le sue caratteristiche ornamentali di pianta acquatica (acquari, vasche e giardini acquatici). In Italia è stata accertata allo stato spontaneo in Lombardia, Veneto, Emilia- Romagna (Celesti-Grapow et al., 2010) e in Toscana (Ercolini, 2008). In Campania, individuata inizialmente nel comune di Villa Literno in provincia di Caserta (Del Guacchio, 2010), si è poi rapidamente diffusa nei corsi d’acqua non lontani dalla foce, del settore meridionale della pianura alluvionale del Volturno dove è chiaramente invasiva. Il suo attuale areale campano comprende i territori di Castel Volturno e Villa Literno in provincia di Caserta e di Giugliano in Campania nel Napoletano. Per la sua elevata capacità di propagazione e di competizione con le specie indigene, Pistia stratiotes è inclusa nell’Alert List dall’Eppo (European and mediterranean plant protection organization). Come riconoscerla. L’elemento che rende facilmente riconoscibile la lattuga d’acqua è dato dalle foglie spatolate e disposte a rosetta, che ricordano quelle della comune lattuga coltivata. Esse sono di colore verde chiaro, presentano nervature parallele rilevate e possono superare la lunghezza di 20 cm. La fitta presenza di peli, soprattutto sulla pagina inferiore, ne permette il galleggiamento e le conferisce una consistenza apparentemente spugnosa. I fiori sono scarsamente visibili e disposti in infiorescenza a spadice. L’apparato radicale è di tipo fascicolato e costituito da un elevato numero di radici secondarie, lunghe fino a 80 cm. 15/2011 • L’Informatore Agrario © 2011 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. 67 DIFESA DELLE COLTURE Nei nostri climi questa pianta si propaga per via vegetativa mediante stoloni, costituendo popolamenti densissimi, mentre rimane da accertare la propagazione per seme. Per queste caratteristiche la lattuga d’acqua è dannosa sia da un punto di vista idraulico, in quanto è in grado di ostruire i corsi idrici e le relative infrastrutture (canali irrigui, pompe, ecc.), sia da un punto di vista ecologico, in quanto può alterare la struttura delle comunità vegetali e animali dei corsi d’acqua invasi. Sistemi di lotta. Nei luoghi dove questa specie ha già causato forti squilibri ecologici (Australia, Sud Africa, Usa, ecc.) sono state applicate diverse tecniche di lotta. Queste pratiche comprendono la rimozione meccanica della biomassa, l’applicazione di erbicidi e il controllo biologico. Gli interventi che prevedono l’asportazione fisica della lattuga d’acqua sono attuabili solo su piccole superfici e non sono risolutivi in quanto, dai frammenti di stoloni o radici lasciati sul posto, possono originarsi nuove piante. L’uso di mezzi chimici è da valutare molto attentamente per le ricadute negative sui corsi d’acqua e sulle relative biocenosi (popolazioni di specie che vivono in uno specifico ambiente). Buoni risultati si sono ottenuti, invece, con l’utilizzo di antagonisti naturali sia in Sud Africa, dove è stato impiegato il coleottero curculionide Neohydronomus affinis Hustache (Cilliers, 1991b), sia in Nuova Zelanda, mediante inoculazione del fungo Sclerotinia sclerotiorum (Lib.) de Bary (Waipara et al., 2006). Giacinto d’acqua Il giacinto d’acqua [Eichhornia crassipes (Mart.) Solms.] è una pleustofita (pianta acquatica galleggiante non ancorata al fondo) appartenente alla famiglia delle Pontederiaceae, originaria del Brasile, ma in forte espansione in tutto il mondo. Diffusione. La sua attuale diffusione in Italia comprende Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia (Celesti-Grapow et al., 2010). Alla fine del 2010 è stata ritrovata anche in Sardegna presso lo stagno di Cabras (Oristano) e in Campania nel settore meridionale della provincia di Caserta, nel territorio del comune di Castel Volturno al confine con Villa Literno. La sua presenza nelle località campane è senz’altro da ricondurre a immissioni volontarie o accidentali da parte dell’uomo. Come riconoscerlo. Il giacinto d’acqua è una pianta quasi del tutto glabra 68 Corso d’acqua completamente ricoperto dalla lattuga d’acqua (con pochi peli) caratterizzata da elevati tassi di accrescimento in corpi idrici ricchi di nutrienti. Il carattere diagnostico che rende agevole il riconoscimento di questa specie è rappresentato dalla presenza di foglie disposte a rosetta dotate di un picciolo lungo fino a 50 cm, più o meno ingrossato, piriforme e con funzione idrostatica (galleggiamento) perché ricco di parenchima aerifero. La lamina fogliare ha forma obovata (forma di uovo con larghezza massima verso l’apice), diametro fino a 20 cm, apice acuto e presenta una colorazione verde lucida. I fiori sono molto appariscenti, raggruppati in spighe lunghe fino a 10 cm. Ciascuno di essi presenta 6 tepali di colore blu violaceo o rosa lavanda e solo quello superiore mostra una vistosa macchia gialla circondata da un alone violaceo. La parte sommersa della pianta è costituita da radici fascicolate di colore nero bluastro lunghe fino a 3 m, ricche di ramificazioni secondarie. Per questa specie è nota sia la propagazione per seme sia la moltiplicazione agamica mediante stoloni all’apice dei quali si originano nuove piante. Rispetto alla lattuga d’acqua, il giacinto sembra essere più sensibile alle basse temperature registrate nel periodo invernale. Sistemi di lotta. Per i gravi danni arrecati agli ecosistemi, Eichhornia crassipes è considerata dalla Iucn (International union for conservation of nature) tra le 100 specie più dannose al mondo (Lowe et al., 2000) ed è inserita nella lista A2 dell’Eppo, tra le specie considerate da quarantena e per le quali la stessa Organizzazione raccomanda ai Paesi aderenti l’adozione di specifiche misure per prevenirne l’introduzione o la diff usione. In Campania, anche sulla base di tali raccomandazioni, è in corso il monitoraggio del territorio regionale al fine di delimitare l’areale di diffusione e di programmare gli interventi più adeguati. Nei Paesi dove questa invasiva ha già ar- L’Informatore Agrario • 15/2011 © 2011 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. recato danni consistenti, sono stati adottati piani d’azione fondati sull’impiego, anche combinato, di mezzi meccanici, chimici e biologici. Tra questi è risultato soddisfacente il controllo mediante l’utilizzo di alcuni coleotteri come Neochetina eichhorniae Warner (Cilliers, 1991a; Center, 1994) e del lepidottero Niphograpta albiguttalis Warren (Julien et al., 2001). Monitoraggio e informazione La presenza della lattuga e del giacinto d’acqua in Campania ha spinto i ricercatori degli enti partner del progetto Parc a intraprenderne il monitoraggio sull’intero territorio regionale. Allo scopo di informare la popolazione campana sulla problematica delle piante aliene e di attivare gli altri enti predisposti alla salvaguardia della natura, sono stati realizzati opuscoli informativi. Sono stati anche avviati esperimenti di laboratorio diretti a testare l’efficacia di agenti di biocontrollo, al fine di pianificare gli appropriati interventi di contenimento o di eradicazione di queste specie. Adriano Stinca, Giuliano Bonanomi Antonello Migliozzi, Riccardo Motti Dipartimento di arboricoltura, botanica e patologia vegetale Università degli studi di Napoli Federico II Giuseppe D’Auria Eduardo Ucciero, Raffaele Griffo Servizio fitosanitario regionale Regione Campania Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivete a: [email protected] Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografia: www.informatoreagrario.it/rdLia/ 11ia15_5705_web DIFESA DELLE COLTURE ● ARTICOLO PUBBLICATO SU L’INFORMATORE AGRARIO N. 15/2011 A PAG. 67 Lattuga e giacinto d’acqua invadono la Campania BIBLIOGRAFIA Belmonte J., Vilà M. (2004) - Atmospheric invasion of non-native pollen in the mediterranean region. American Journal of Botany, 91 (8): 1243-1250. Bottero P., Venegoni E., Riccio G., Vignati G., Brivio M., Novi C., Ortolani C. (1990) - Pollinosi da Ambrosia artemisifolia in provincia di Milano. Folia Allergologica et Immunologica Clinica, 37 (2): 99-105. 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