Il problema ei prezzi Le principali variabili di Contabilità Nazionale sono misurate in termini di VALORE Cioè si ottengono moltiplicando (merce per merce) la quantità (prodotta o consumata o etc…) per il prezzo unitario Ad esempio l’ammontare della spesa per Consumi per un generico anno t è calcolata come segue Ct qit pit Dove la sommatoria è estesa a tutte le merci consumate. Poiché sia le quantità consumate che i prezzi dei beni subiscono variazioni nel tempo, l’ammontare della variabile può cambiare da un anno all’altro sia perché variano le quantità sia perché variano i prezzi. Questo significa, ad esempio che il VALORE dei consumi potrebbe essere aumentato, ma l’insieme delle merci acquistate potrebbe essere diminuito in termini di quantà. Abbiamo il problema di valutare separatamente la variazione delle due componenti (prezzi e quantità), o se si vuole di “depurare” la variazione “lorda” da uno dei due effetti. Prezzi costanti e indici di prezzo Dal punto di vista teorico il problema è semplice, basta “tenere ferma” una delle due componenti (ad esempio i prezzi) se fissiamo i prezzi ad un certo anno b (b sta per “base”), avremo due valutazioni del valore dei consumi per l’anno t: Consumo dell’anno t ai prezzi dell’anno t (detto “a prezzi correnti”) Ct ,corr qit pit Consumo dell’anno t ai prezzi dell’anno “base” b (detto “a prezzi costanti” o “deflazionati”) Ct ,cost qit pib Quindi una misura della variazione delle quantità tra l’anno t e l’anno s corretta per l’effetto dei prezzi sarà Ct ,cost ioè Cs ,cost q q it pib is pib La “Deflazione” E’ interessante notare che il rapporto tra le C (correnti e costanti) riferite allo stesso anno è una misura della variazione (depurata dall’effetto quantità) complessiva dei prezzi cioè è un NUMERO INDICE DI PREZZO da b a t, spesso chiamato DEFLATTORE IMPLICITO Ct ,corr Ct ,cost q q it pit it pib b I tP Poiché di solito sono disponibili valori a prezzi correnti e Indici di prezzo, spesso sfruttiamo questa relazione per “passare” da una valutazione a prezzi correnti ad una a prezzi costanti. Ct ,cos t Ct ,corr 1 P I b t Cioè si moltiplica il valore a prezzi correnti per il reciproco dell’indice di prezzo (spesso chiamato anche coefficiente di rivalutazione) Alcune considerazioni importanti L’operazione di deflazione descritta è CORRETTA solo se le quantità delle merci considerate per il calcolo del numero indice e quelle presenti nell’aggregato sono identiche. In caso contrario si introduce una distorsione, in generale l’operazione introduce tanta meno distorsione quanto più il “paniere” (cioè l’insieme dei beni su cui è calcolato l’indice di prezzo) è “simile alla composizione dell’aggregato da deflazionare tanto maggiore quanto più diverse sono le quantità. L’Istat calcola indici di prezzo per svariate finalità, e con diversi insiemi di merci di riferimento. Ad esempio l’Indice dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è calcolato su un paniere che è formato dai beni di consumo delle suddette famiglie; Quello per l’intera collettività nazionale (NIC) è basato sul paniere di consumo di tutte le famiglie italiane; Poiché è disponibile l’insieme dei conti nazionali sia a prezzi correnti che a prezzi costanti, sono disponibili anche Numeri Indice (calcolati come deflattori) riferiti ai principali aggregati di Contabilità Nazionale Dettagli sul sistema di calcolo degli indici e file di dati dell’indice più utilizzato (NIC) A questo link http://www.istat.it/it/archivio/90055