DIPARTIMENTO DI
SCIENZE DEL FARMACO
PIANO STRATEGICO
DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL FARMACO
PER IL TRIENNIO 2016-2018
Il Dipartimento di Scienze del Farmaco (DSF) si è posto n. 6 obiettivi strategici che, nel
loro insieme, rappresentano la programmazione strategica del Dipartimento per il
triennio 2016-2018.
1) Valorizzazione dell’offerta didattica
Responsabili: Prof. Giovanni Sorba, Prof. Giovanni Battista Giovenzana.
Gruppo di Lavoro: Proff. Giovanni Battista Appendino, Jean Daniel Coisson, Carla
Distasi, Franca Rossi.
Il corpo docente del DSF è attualmente costituito da 40 unità tra professori di I e II
fascia, ricercatori e ricercatori a tempo determinato. Il DSF articola la sua offerta
formativa nei Corsi di Laurea magistrale a ciclo unico di Farmacia e Chimica e
Tecnologia Farmaceutiche (CTF), oltre che nella partecipazione attiva al Corso di
Laurea triennale interdipartimentale in Biotecnologie, tenuto in cogestione con la
Scuola di Medicina e il Dipartimento di Scienze della Salute e al quale il DSF dà un
contributo estremamente rilevante sia in termini di docenti incardinati che di attività
didattica. I CdLM di Farmacia e CTF rappresentano efficacemente l’offerta formativa
del Dipartimento, sviluppata negli anni attraverso interventi determinati sia dai
necessari adeguamenti alle normative che da una continua spinta al miglioramento
attraverso l’ottimizzazione del percorso formativo.
Il CdLM Farmacia completa nell’a.a. 2015-16 l’attivazione dell’intero ordinamento
revisionato nell’a.a. 2011-2012, mentre il CdLM CTF ha operato una significativa
revisione dell’ordinamento nell’a.a. corrente. Entrambi i CdLM hanno raggiunto una
consolidata identità, che negli anni ha visto stabilizzare i propri parametri. Negli ultimi
4 anni il CdLM Farmacia vede un numero di iscritti totali costantemente compreso tra
le 500 e 600 unità, mentre il CdLM CTF conta stabilmente su un numero compreso tra
le 330 e le 390 unità. Il dato occupazionale è di particolare pregio, allocandosi
nonostante la situazione economica internazionale su percentuali estremamente
elevate, che raggiungono la quantitatività (quasi il 100%) dopo 3 anni dal
conseguimento del titolo. Negli ultimi anni si è notata una flessione del numero di
matricole per il CdLM Farmacia, il cui numero è sceso non consentendo di coprire
interamente il contingente previsto di 100 unità. Tale dato tuttavia contrasta sia con
la costanza del numero di iscritti totali che con l’aumento del numero dei laureati,
cresciuto fino a raggiungere nel 2014 un valore doppio rispetto al corrispondente
parametro del 2011. Il CdLM CTF mostra negli anni oscillazioni più limitate nel numero
di immatricolazioni, attestandosi su valori generalmente più stabili.
L’analisi delle ragioni di questo andamento apparentemente anomalo sono molteplici
e consentono di avanzare una strategia di azione per il CdLM Farmacia. La variabilità
del numero di matricole è determinata dalla sensibilità di questo parametro per
situazioni contingenti che coinvolgono corsi di laurea dell’ambito biologico e medico,
anche forse per la minore attrattività del relativo titolo di studi e sicuramente per una
grande competizione da parte di Atenei vicini (nonché per un cannibalismo interno
da parte di corsi di Laurea che non prevedono al momento il numero programmato
quali Biotecnologie triennali e Biologia triennale). La costanza del numero di iscritti è
d’altra parte dovuta ad un fattore compensativo positivo determinato dai
trasferimenti in ingresso da altre sedi (principalmente Milano) e dai passaggi da CdL
dello stesso Ateneo, nonché da iscrizioni ad anni successivi al primo di persone già in
possesso di altre lauree.
Il Dipartimento prevede di potenziare le diverse azioni di Orientamento allargandone
il raggio di azione. Il territorio novarese storicamente fornisce una buona percentuale
di studenti, la copertura è ampia ma può essere ulteriormente allargata e anche le
province di Vercelli e VCO offrono discreti margini di miglioramento. È inoltre
necessario riservare un’attenzione particolare all’attrazione di potenziali studenti
provenienti dal popoloso bacino d’utenza delle limitrofe province lombarde di Milano
e Varese. La dimensione del bacino, il fenomeno costante dei trasferimenti in ingresso
provenienti in larga parte dall’Università di Milano e la ridotta distanza chilometrica
dalla sede formativa di Novara, unita alla collaudata rete di collegamenti stradali e
ferroviari renderebbero le azioni di Orientamento in queste sedi particolarmente
proficuo.
Il potenziamento dell’attività di Orientamento si può articolare su diverse linee di
azione:
1) Realizzare e inserire nel sito web del Dipartimento filmati rivolti alla
presentazione dei corsi di studio magistrali, contenenti tra l’altro interviste a
docenti, studenti e laureati anche durante lo svolgimento della loro
professione. Il materiale potrebbe essere in aggiunta diffuso tramite i principali
social network e direttamente inviato agli Istituti medi superiori in sostituzione
o in accompagnamento ai classici opuscoli divulgativi e brochure.
2) Realizzare attività di orientamento con attività di laboratorio dal vivo o virtuali,
esperimenti e dimostrazioni scientifiche che coinvolgano gli studenti con una
modalità interattiva; queste attività, oltre a essere svolte durante i Saloni di
Orientamento dell’Ateneo (AreaLab), potranno essere proposte negli incontri
di orientamento presso Istituti medi superiori e nel corso di altri eventi (ad es.
La Notte dei Ricercatori).
3) In stretto rapporto con il comune di Novara, migliorare la pubblicizzazione e la
visibilità presso la popolazione generale degli eventi collegati all’orientamento,
e della loro calendarizzazione, attraverso un’azione più incisiva che faccia uso
dei canali d’informazione classici, quali inserzioni su notiziari on-line (es.
Novaranews), ed attività di affissione di annunci pubblicitari sui mezzi di
trasporto locali, regionali e interregionali.
4) Valutare la possibilità che, anche per i Corsi di Laurea in Farmacia e in CTF, si
possa eliminare l’accesso programmato a 100 studenti per Corso di Studio. Tale
possibilità potrà essere valutata di anno in anno anche in base alle esperienze
sviluppatesi nel corso del tempo.
Proposta di Attivazione di Nuovi Corsi di Laura Specialistici
La efficace programmazione nel tempo da parte del nostro Dipartimento, sin dalla sua
attivazione, delle risorse didattiche disponibili in termini di personale docente fa sì
che attualmente il DSF riesce a coprire completamente i requisiti indispensabili per la
sua offerta formativa, sia per quanto concerne i due corsi di Laurea specialistica a ciclo
unico che la partecipazione (con un notevole contributo – 4 docenti incardinati) al
corso di Laurea triennale in Biotecnologie. Nonostante ciò, esiste, da un punto di vista
strettamente numerico, anche la possibilità di attivare un ulteriore corso di Laurea
Specialistico, sebbene non sia trascurabile il fatto che i docenti del nostro
Dipartimento siano in gran parte oberati da un carico didattico notevole.
Si valuterà pertanto la possibilità di richiedere l’attivazione di un nuovo Corso di
Laurea Specialistico in lingua inglese (eventualmente in congiunzione anche con
Atenei stranieri), nel settore delle Biotecnologie Farmaceutiche (anche con aspetti
economico-gestionali) o nel settore della Nutraceutica e della Chimica degli Alimenti.
E’ attualmente al vaglio la valutazione di tale possibilità, sia in termini di fattibilità
(requisiti necessari qualitativi oltre che quantitativi) che in termini di disponibilità da
parte dei nostri docenti. Il design di queste nuove opportunità, in particolare
considerando il potenziale respiro internazionale delle stesse, è comunque assicurato
dalla rete di expertise internazionali del Corpo Docente strutturato del DSF, così come
dimostrato dalla produzione scientifica, dai numerosi rapporti di scambio didatticoformativo e da alcune cariche internazionali coperte al momento dai suoi Docenti.
Proposta di Istituzione della “Scuola di Studi Avanzati Amedeo Avogadro”
Come detto, la qualità dell’offerta didattica, assicurata anche dal numero chiuso e
dimostrata anche dalla capacità di attrarre iscritti in uscita dal bacino milanese, non
è pienamente valorizzata. In particolare, sebbene saranno messe in atto strategie atte
ad incrementare il numero degli iscritti e a saturare i posti disponibili annualmente, è
intenzione del DSF di contribuire attivamente alla valorizzazione e all’individuazione
di studenti di estrema qualità. Per raggiungere tale obiettivo il DSF si propone di
divenire parte attiva per la istituzione da parte dell’Ateneo di una Scuola di Studi
Avanzati.
Finalità: integrare gli insegnamenti specifici dei Corsi di Studio con una serie di
insegnamenti di interesse trasversale (es: sviluppo sostenibile, processi decisionali,
mutamenti climatici, mutamenti demografici, tossicodipendenze, flussi migratori,
politiche sanitarie, nutrizione funzionale e sostenibile, circular economy, etc.) legati
alle grandi problematiche della società contemporanea.
Iscrizione: I corsi saranno diretti ad un numero di studenti altamente meritevoli (una
ventina per anno accademico) e selezionati in base ad un concorso nazionale, in
analogia al regolamento di scuole analoghe già attivate, in modo non autonomo
rispetto all’alma mater, in 11 altri atenei italiani (per una lista completa, vedasi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_superiore_universitaria). Gli studenti saranno
ospitati gratuitamente in strutture accademiche o convenzionate, ed il rinnovo
dell’iscrizione sarà subordinato all’eccellenza di performance nei Corsi di Laurea cui
afferiscono, valutata come numero di esami sostenuti e votazione conseguita.
Corpo docente: professori di UPO e ricercatori e studiosi di provenienza extramurale,
inclusi i visiting professor.
Didattica: organizzata in cicli di seminari multidisciplinari afferenti a due aree (scienze
umane e scienze naturali). Ogni studente selezionerà il proprio percorso formativo
complementare a quello dei Corsi di Laurea, e sosterrà i colloqui di apprendimento al
termine dei cicli seminariali.
Potenziamento dell’organizzazione delle attività didattiche e delle strutture
didattiche
Le strutture didattiche, che si sono sempre più potenziate nel corso degli anni,
rappresentano un fiore all’occhiello del Dipartimento, soprattutto se si confrontano
con analoghe strutture in altri Atenei italiani, soprattutto vicini al nostro. Nonostante
ciò ci si propone di ulteriormente migliorare sia le strutture che l’organizzazione
dell’attività didattica.
Nuova architettura tecnologica
Il Dipartimento di Scienze del Farmaco dispone di n. 12 aule multimediali per la
didattica, ottimamente attrezzate dal punto di vista tecnico-informatico.
Recentemente l’Ateneo ha deciso di acquistare un nuovo software per la gestione
dei calendari di erogazione della didattica e, in generale, di tutti gli aspetti logistici
legati all’occupazione delle aule. Si prevede che il nuovo sistema gestionale, unico
per tutti i Dipartimenti di Novara e dell’Ateneo, entri in funzione nei primi mesi
dell’anno 2016, in coincidenza con l’inizio delle lezioni del II semestre dell’a.a.
2015/2016.
Questo nuovo sistema risponde all’esigenza di avere uno strumento con cui gestire
al meglio la pianificazione dell’erogazione della didattica agli studenti; il
Dipartimento di Scienze del Farmaco dispone di un solo monitor sito nell’atrio di
ingresso, che canalizza tutte le comunicazioni sullo stato di occupazione delle varie
aule di Dipartimento.
Il progetto di potenziamento dell’attuale architettura tecnologica, prevede che
vengano implementati monitor di servizio all’esterno di ciascuna aula per agevolare
gli studenti e far sì che essi possano immediatamente avere chiara la situazione
dell’occupazione dell’aula per tutta la giornata, leggendo direttamente quale
lezione, esame o altro evento sia in programma e a che ora.
Il sistema garantisce una comunicazione puntuale e precisa verso gli studenti e
anche verso il personale docente, consentendo altresì il monitoraggio da parte del
personale amministrativo dell’uso delle risorse; può accadere infatti che una
numerosità di partecipazione degli studenti ad un dato insegnamento superiore o
inferiore a quella prevista, richieda una immediata riallocazione ottimale degli spazi.
La nuova architettura tecnologica si inserirebbe perfettamente, aumentandone
nettamente l’efficacia, nel nuovo sistema informatico di gestione delle aule
acquistato dall’Ateneo, garantendo una efficace comunicazione degli eventi (lezioni,
esami e loro variazioni, spostamenti o annullamenti) in particolare verso gli studenti.
Adeguamento tecnologico dell’Aula Magna del DSF
L’Aula Magna rappresenta senza dubbio un nodo cruciale nelle attività didattiche,
scientifiche e di public engagement del Dipartimento. Lì si svolgono le discussioni
delle tesi di laurea, gli esami finali di Dottorato e di Master, i convegni e seminari
organizzati dal Dipartimento, ma anche viene affittata per eventi proposti da
organizzatori accademici e non.
Nonostante le condizioni dell’aula siano assolutamente molto buone, il passare degli
anni ha indubbiamente messo in evidenza la relativa obsolescenza della parte video,
di ripresa e di registrazione dell'aula stessa. Attualmente ad esempio, l'impianto di
videocamere e registrazione è in bassa definizione, per cui sarebbe auspicabile
portare la risoluzione in linea con gli ultimi standard proposti dalla tecnologia.
2) Sviluppo Master
Responsabile Prof. Armando Genazzani.
Gruppo di Lavoro: Proff. Marco Arlorio, Pier Luigi Canonico, Claudio Jommi.
Il nostro Dipartimento negli ultimi 8 anni ha organizzato il Master di II livello in
discipline Regolatorie e Market Access in Ambito Farmacologico e Biotecnologico”. Il
Master, in tutte le edizioni, ha portato ad utili e soprattutto ha accresciuto la notorietà
del Dipartimento in campo nazionale nell’ambito del farmaco. Inoltre, il Master ha
portato all’inserimento nel mondo del lavoro, nazionale e internazionale, di quasi 100
studenti principalmente attraverso stage obbligatori.
Da questi successi, economici e culturali, uniti alla difficoltà oggettiva di poter attivare
più di un Corso di Laurea nei prossimi 3 anni, viene la necessità di dover attivare
ulteriori Master, che possano sfruttare il know-how del Dipartimento per accrescerne
l’impatto sul territorio locale, regionale, nazionale e internazionale. A questo
proposito, si immagina di poter attivare un Master diretto ai lavoratori del settore
pubblico (es. Farmacisti ospedalieri, Direttori sanitari) sulla valutazione delle
tecnologie sfruttando le competenze dei settori BIO/14, SECS-P/07 e MED/42, di
poter attivare un Master Europeo sulle discipline regolatorie, nonché di poter
riproporre un master di scienze alimentari, alimentari e nutraceutiche sfruttando le
competenze principalmente del settore CHIM/10.
Il Master Internazionale in Qualità degli Alimenti – Processi fermentativi, attivato per
9 anni in partnership con la Università della Borgogna (Dijon, Francia) e Haute Ecole
Condorcet (Belgio) (ad oggi non più attivato, che ha portato più di 150 studenti
internazionali presso le strutture del DiSF fino al 2013) pone le basi per la
strutturazione sostenibile di un nuovo corso di Master in Qualità e sicurezza degli
alimenti e dei nutraceutici. Potrebbe essere sfruttata sinergicamente anche la rete
della Food Chemistry Division di EuCheMS (European Association for the Chemical and
Molecular Sciences), che vede rappresentato il suo Chairing Office proprio nel DSF).
In ultimo, le competenze non facilmente spendibili in un corso di Master, quali ad
esempio la chimica organica, la chimica farmaceutica, e la biologia strutturale
(BIO/10) potrebbero essere spese con corsi di perfezionamento rivolti sia a colleghi di
altri Atenei sia al settore privato.
L’incremento dell’offerta formativa post-laurea non impatterebbe significativamente
sulle capacità organizzative del Dipartimento ma avrebbe il vantaggio oggettivo di
aumentarne significativamente la visibilità, di aumentare le interazioni sia con il
settore pubblico che con il settore privato, di fornire un servizio ancora migliore di job
placement, di aumentare gli sbocchi professionali, e di aumentare le entrate del
Dipartimento.
3) Politica di sviluppo della ricerca
Responsabile: Prof. Pier Luigi Canonico.
Gruppo di Lavoro: Proff. Marco Arlorio, Mariagrazia Grilli, Luigi Panza, Menico Rizzi,
Antonio Sica, Gian Cesare Tron.
Le attività di ricerca del DSF ruotano per la quasi totalità attorno al farmaco in senso
lato, includendo con questo termine anche i prodotti nutraceutici, alimentari e gli
ingredienti funzionali per alimenti a fine medico speciale, i vaccini, le terapie cellulari,
le sonde molecolari per diagnostica e i nuovi materiali per utilizzi medici. E' di
particolare rilevanza quindi che l'intera filiera del farmaco sia coperta dalla expertise
di ricerca dei membri del Dipartimento: (i) vari gruppi si occupano di individuare
nuove molecole (sintetiche o estrattive) con proprietà bioattive e di caratterizzarle da
un punto di vista biologico; (ii) il gruppo di biochimica e il gruppo di chimica
farmaceutica hanno competenze di cristallografia e di rational drug design; (ii) vari
gruppi si occupano di individuare nuovi bersagli terapeutici potenzialmente sfruttabili
in terapia; (iii) il gruppo di tecnologia farmaceutica di occupa di formulazioni
innovative; (iv) alcuni farmacologici hanno un interesse anche nel disegno dei trial
clinici; (v) vi sono interessi di ricerca nell'ambito delle discipline regolatorie in ambito
farmaceutico e alimentare; (vi) vi è un gruppo di ricerca che ha iniziato ad occuparsi
di farmacoepidemiologia, farmacoutilizzazione, farmacogenetica e farmacovigilanza;
e (vii) vi sono forti competenze di politica del farmaco e di valutazione di impatto
economico delle tecnologie sanitarie applicate al mercato nazionale e locale e di
politica sanitaria. Nell’ottica di collaborazioni all’interno dell’Ateneo, è importante
segnalare anche le competenze per l’identificazione di possibili target terapeutici e
degli studi epidemiologici relativi al mesotelioma, rilevanti per l’attività del Centro
Studi sull’Amianto.
Il Dipartimento ha quindi expertise nella quasi totalità della filiera del farmaco, e
questo è ben rispecchiato dal numero di collaborazioni di ricerca con il settore privato.
Vi sono inoltre altre attività di ricerca importanti al di fuori di questo ambito del
farmaco, che spaziano dalla fisica delle particelle all’igiene, alla statistica, etc. Questi
ultimi aspetti, oltre al “farmaco” è stato sin dall’inizio un elemento trainante per il
DSF, sia a livello nazionale che sovranazionale.
Obiettivi di ricerca pluriennali
L'obiettivo triennale di ricerca del Dipartimento di Scienze del Farmaco, anche alla
luce del piano strategico di Ateneo, è rappresentato dalla promozione della ricerca di
eccellenza, sia essa di base o applicata, e dal miglioramento della qualità media del
Dipartimento. Tale obiettivo verrà a essere perseguito attraverso almeno 4 macroaree di interventi ed è auspicabile che porterà anche ad un miglioramento della
performance del Dipartimento nel contesto della VQR 2015-2018.
AREA 1. VALORIZZAZIONE DEI GIOVANI E DELLE ECCELLENZE
In un’analisi interna svolta, è risultato palese che la maggior parte dei fondi disponibili
fa capo a poche persone, con molti ricercatori non estremamente attivi nella richiesta
di finanziamenti. Incrociando i dati di h-index con questi dati, è risultato che vi sono
anche docenti qualificati che non partecipano o non hanno successo a bandi
competitivi.
Poiché la richiesta di finanziamento di molti Enti non richiede il passaggio dagli uffici
centrali, non è al momento possibile ottenere una precisa proporzione di coloro che
fanno domande di finanziamento. E' in ogni caso impressione che molti dei ricercatori
del dipartimento potrebbero essere competitivi nella ricerca di finanziamenti ma che
al momento non siano attivamente impegnati sistematicamente in tale ricerca. In
questo contesto riteniamo che vi debba essere un obiettivo specifico che miri ad
aumentare il numero di grant-seeker e di conseguenza il numero di grant-holder e il
numero di grant totali del dipartimento.
Obiettivo 1a. Avere almeno tre Principal investigator (PI), definiti come detentori di un
fondo di ricerca, ottenuto attraverso un bando competitivo di almeno 50,000 euro, nel
corso del triennio a venire che non abbiano ottenuto un finanziamento a nome proprio
nel triennio precedente.
Strumenti: Per raggiungere questo obiettivo si vincoleranno parte delle risorse
dipartimentali e distribuite dall'Ateneo alla struttura solamente a coloro che avranno
presentato e vinto un progetto come Principal investigator (vedi dopo). Inoltre,
qualunque documento inerente una domanda di finanziamento non su fondi di
Ateneo che arrivi alla firma del Direttore dovrà necessariamente prevedere una copia
per l'ufficio Ricerca (che spesso vede solo i finanziamenti ottenuti). Questo
permetterà di valutare il numero di richiedenti totali e stabilire il success rate.
In Italia si sta stabilendo una politica di incentivazione all'indipendenza da parte di
personale strutturato e non strutturato under 38. Sono esempi di questa politica i
bandi SIR, Futuro in ricerca, Telethon, AIRC così come bandi di svariate Società
Scientifiche. Il dipartimento ritiene che questa politica possa essere estremamente
utile per valorizzare i giovani di qualità (per guardare al futuro con ottimismo) e che
vi siano giovani di elevata potenzialità già sufficientemente maturi nel dipartimento.
In questa ottica il DSF ha già ottenuto riconoscimenti importanti, ma bisogna
ulteriormente incentivare tale politica. Riteniamo inoltre che un maggior confronto
competitivo nazionale e internazionale dei giovani non strutturati con l'esterno possa
essere di primaria importanza per l'autovalutazione obiettiva della propria carriera,
molto spesso carente.
Obiettivo 1b. Aumentare di almeno tre Unità il numero di personale non strutturato
finanziato indipendentemente dai relativi PI.
Strumenti: Ai non-strutturati verranno circolate le informazioni inerenti i bandi.
Inoltre, annualmente si terrà un seminario di mezza giornata rivolto agli assegnisti e i
dottorandi per aiutarli nella stesura dei progetti. In effetti, già nell’ultimo anno
accademico, visiting Professor, di elevata esperienza in questa ottica, hanno tenuto
veri e propri corsi rivolti ai dottorandi sulla stesura dei progetti. In ultimo, si cercherà
di spronare i giovani ritenuti di talento a partecipare a bandi competitivi, anche
stimolando il loro coinvolgimento attivo in Congressi scientifici nazionali ed
internazionali.
AREA 2. SUPPORTO ALLA RICERCA
Il DSF e l'UPO sono relativamente giovani ed hanno avuto accesso nei primi anni a
fondi per le grandi strumentazioni, che sono quindi tutte presenti. Malgrado ciò,
alcune stanno invecchiando e stanno emergendo nuove tecnologie che sono
indispensabili per mantenere la competitività del Dipartimento. Questa necessità
viene a essere ostacolata dalla difficoltà a inserire in progetti di ricerca costi per
strumentazioni, sia per l'alto costo delle stesse sia per l'ormai comune prassi di
finanziare la percentuale di utilizzazione e l'ammortizzato nel tempo. Tale difficoltà
ovviamente non è solamente del nostro Dipartimento ma in ogni caso richiede un
intervento preciso. In effetti alcuni gruppi di ricerca hanno già potenziato i loro
laboratori con apparecchiature estremamente costose su fondi propri, ma ciò avviene
con estrema difficoltà.
Obiettivo 2a: Aumentare annualmente la disponibilità di apparecchiature con un costo
superiore a 20.000 euro e con accesso non vincolato ai componenti del dipartimento.
Strumenti: Il dipartimento negli ultimi due anni, attraverso residui di cassa, è riuscito
a co-finanziare alo 50% strumentazione con un costo tra i 10,000 e i 120,000 euro
acquistata da più gruppi scientifici. Intende perseguire questa strategia se vi saranno
risorse disponibili poiché la disponibilità al co-finanziamento coagula interessi da più
gruppi che, in assenza dello stesso, probabilmente non sarebbero in grado di
procedere all'acquisto. Si cercherà inoltre di incentivare in tal senso la politica di
Ateneo, soprattutto per le apparecchiature (grandi apparecchiature) il cui costo rende
estremamente difficile il co-finanziamento al 50%.
A tal riguardo, il DSF ha identificato come estremamente importanti per mantenere
la sua competitività a livello internazionale le seguenti apparecchiature:
- Spettrometro multinucleare NMR
- Spettrometro di Massa ad alta risoluzione
- Sistema di matrici di multielettrodi (MEA) per la registrazione di attività elettrica
in cellule eccitabili
- Multiplate Reader ad alta capacità
L'internazionalizzazione è senza dubbio un aspetto cardine dei nostri obiettivi, anche
perché rappresenta uno degli obiettivi dell'Ateneo. Al momento abbiamo molti
docenti che hanno avuto esperienze lavorative di ricerca di almeno 1 anno all'estero
nella loro carriera e vari assegnisti e dottorandi stranieri. Dall'analisi del numero di
pubblicazioni con almeno un ricercatore straniero, il nostro Dipartimento è in ottimo
stato per qualità di network. Tale dato emerge anche dal rapporto ANVUR sull'Ateneo.
Questo è un buon indice che suggerisce che docenti del Dipartimento sono attivi nel
ricercare collaborazioni internazionali. Dato corroborato anche dalla presenza di
docenti tenutari di progetti Europei finanziati. Il Dipartimento, e l'Ateneo in genere,
sembrerebbero al di sotto della media Italiana per attrazione di docenti stranieri di
qualità che vengano per brevi/medi periodi. In questo contesto, vorremmo porre
come obiettivo l'ingresso a regime di almeno due visiting professor all'anno che
svolgano lavoro di tutor per dottorandi e assegnisti e che presentino cicli di seminari.
Il lavoro di tutor consisterà in colloqui individuali in cui si analizzeranno gli aspetti di
carriera del personale junior e gli aspetti di ricerca. Un visiting professor, per il
presente documento, è uno studioso straniero che passerà un periodo di almeno tre
mesi nel nostro Dipartimento.
Obiettivo 2b. Aumentare il numero di visiting professor in entrata.
AREA 3. TERZA MISSIONE DEL DIPARTIMENTO
Il Dipartimento di Scienze del Farmaco è attivo in molti ambiti di interesse della terza
missione. Appare evidente che alcune delle attività inerenti la terza missione non
sono applicabili ad un Dipartimento che incentra i propri interessi attorno al mondo
del farmaco e della salute.
Le tematiche di salute delle quali si occupa il dipartimento e l'expertise nella ricerca,
sviluppo e accesso al mercato dei farmaci e dei prodotti border-line (nutraceutici,
cosmetici, etc.) mettono i ricercatori del Dipartimento in una posizione ottimale per
generare fruttifere collaborazioni pubblico-privato o creare nuova impresa.
L’interazione con il mondo industriale, e in particolar modo il settore farmaceutico,
chimico, alimentare e nutraceutico pertanto rappresenta sicuramente un punto un
punto di forza del DSF. Testimonianza di questo sono il numero di brevetti e le entrate
conto terzi, nonché i numerosi convegni organizzati, i seminari e gli inviti a relazioni.
Tra i brevetti, è altresì importante notare che negli 11 brevetti del triennio 2011-2014
presentati sono rappresentati 13 docenti, che equivale a circa il 33%, segno di un
coinvolgimento di molti gruppi di ricerca. Queste attività sono research-driven e
quindi ben correlano con la produzione scientifica. Riteniamo quindi che questa
opportunità debba essere sfruttata appieno e intendiamo porlo come obiettivo.
Obiettivo 3a. Mantenere il valore delle collaborazioni pubblico-privato (incluse le
prestazioni conto-terzi) elevato nel triennio, con un valore attorno al mezzo milione di
euro. Stato attuale: Nel 2013 il conto terzi, valutato come incassato, era di 448.000
euro mentre nel 2012 era di 645.000 euro. Riteniamo che, oltre alle normali
oscillazioni, un valore di 500.000 euro possa essere appropriato come obiettivo.
Il nostro Dipartimento storicamente ha organizzato congressi Scientifici in svariate
discipline ma si è poco occupato, a livello locale, della public understanding of science
e del public engagement. In effetti, il Dipartimento è coinvolto in numerose attività,
soprattutto a livello nazionale, di public engagement. Un esempio è rappresentato da
un convegno annuale di Economia e Politica del Farmaco e delle Tecnologie Sanitarie
che si svolge ogni anno presso il DSF patrocinato dall’Associazione Italiana di
Economia Sanitaria. Malgrado ciò, un punto di debolezza è rappresentato dalla non
organicità di queste diverse attività, da un mancato coordinamento e da un
monitoraggio delle attività condotte all’interno e all’esterno della struttura molto
incompleto. E’ importante d’altra parte notare che docenti del Dipartimento hanno
tenuto numerosi seminari aperti al pubblico, tra cui all’Università della terza età,
hanno organizzato convegni su tematiche di interesse generale (ad esempio, negli
ultimi anni, sulla contraffazione dei farmaci e sulle cellule staminali, nonché convegni
nazionali ed internazionali di economia sanitaria, di nutraceutica e di chimica degli
alimenti, di neurofarmacologia, etc.). In ambito alimentare, ad esempio, il DSF è
attualmente impegnato nella organizzazione del congresso internazionale EuCheMS
Chemical Reaction in Foods (6-9 Settembre 2016, Praga, Repubblica Ceca).
Vari docenti scrivono inoltre su riviste italiane non prettamente scientifiche su temi
divulgativi (ad esempio, Giovanni Appendino e Federica Pollastro: La medicalizzazione
del gusto, La Chimica e L’Industria (Settembre 2013) 1-5). Come detto in apertura,
però, il monitoraggio è incompleto e questo richiederà un migliore coordinamento
nei prossimi anni.
Intendiamo, inoltre, perseguire la prosecuzione delle attività congressuali per
specialisti, perché valorizzano il Dipartimento e aiutano nella formazione del
personale, e aggiungere però attività di legame con il territorio attraverso eventi
aperti.
Obiettivo 3b. Aumentare annualmente il numero di eventi sia scientifici per addetti ai
lavori ma anche di eventi che parlano di ricerca creati per un pubblico di non esperti.
L’Università sino al 2014 non era accreditata per l’educazione continua in medicina e
quindi il nostro Dipartimento non ha erogato crediti formativi. Alcuni docenti del
nostro Dipartimento, però, sono estremamente attivi nel partecipare in qualità di
docenti o di responsabili scientifici ad eventi ECM e FAD per medici, medici specialisti,
farmacisti e biologi. Il Prof. Canonico (farmacologo), il Prof. Genazzani (farmacologo)
e il Prof. Jommi (economista sanitario) si distinguono per l’intensità di tale attività,
che può essere stimata in oltre 20 eventi annuali a testa. Oltre ai tre menzionati, si
stima che almeno un terzo dei docenti (soprattutto dei settori chimico alimentare e
tecnologico farmaceutico) è annualmente coinvolto in attività di formazione continua
in primis per medici, farmacisti, ma anche per dietisti, biologi, tecnologi alimentari e
altre figure correlate al campo sanitario.
Obiettivo 3c. Aumentare annualmente il numero di eventi ECM per medici e farmacisti.
Nel Dipartimento non vi sono figure attualmente convenzionate con il SSN e quindi
non si svolgono trial clinici né vi sono biobanche accreditate al Ministero. Seppur
questo è vero, il Dipartimento ha costituito il Centro di Ricerca Interdipartimentale in
Farmacogenetica
e
Farmacogenomica
(CRIFF;
http://www.farmacogeneticanovara.it/) che si occupa di valutare l’impatto delle
variazione genetiche sulla risposta individuale ai farmaci. Questi studi necessitano di
studi clinici retrospettivi e prospettici e della costituzione di collezioni di banche di
DNA. Ovviamente tale attività è vincolata all’ottenimento di autorizzazioni da parte
dei Comitati Etici di riferimento e a collaborazioni scientifiche tra colleghi. Quindi,
malgrado che non rientrino nella definizione specifica di terza missione, il
Dipartimento è attivo in collaborazioni scientificamente proficue che necessitano di
studi clinici e di banche di DNA. Studi clinici sono attivi nell’area della neurologia, della
nefrologia, della radioterapia, del dolore e dell’oncologia.
Obiettivo 3d. Promuovere la cultura del trasferimento tecnologico e generare nuovi
spin-off e start-up.
Spin-off, start-up e brevetti rimangono uno degli obiettivi di Ateneo e riteniamo che
gli ambiti scientifici nel quale si muove il Dipartimento possano essere fertili. In questi
ultimi anni il DSF ha contribuito in maniera significativa alla creazione di vari spin-off.
AREA 4. ANALISI PUNTUALE DELLA PRODUTTIVITA' SCIENTIFICA E INNALZAMENTO
DELLA QUALITA' MEDIA.
Dall'analisi svolta, in particolar modo tenendo in considerazione la VQR, risulta
evidente che il nostro Dipartimento è un buon dipartimento nell'ambito della ricerca,
in media con altri Dipartimenti simili nell'Ateneo e con Dipartimenti simili in Italia, ma
presenta dei margini di miglioramento importanti anche in assenza di ulteriore
reclutamento. Appare comunque evidente che un reclutamento mirato possa
contribuire sia a migliorare le performance dei gruppi di eccellenza sia a promuovere
in qualche modo l'attività dei gruppi apparentemente più deboli (aumento della
massa critica, maggiori interazioni con gruppi nazionali e internazionali, riequilibrio
della didattica, accesso a maggiori finanziamenti, accesso a expertise diverse).
E' ovvio che la libertà di ricerca, intesa come ambito e come intensità, sia un valore
assoluto e prezioso. Inoltre, è ovvio che i diversi ricercatori presentano compiti
didattici diversi per qualità e quantità e si trovano a livelli diversi di crescita, di
motivazione, e di situazioni personali. Fermo restando queste considerazioni, risulta
evidente che è una prerogativa del Dipartimento cercare di migliorare la ricerca in
generale, poiché tale miglioramento avrà ricadute di qualità, culturali, di didattica e
economiche.
Durante l'elaborazione di questo testo si sono prese in considerazione due possibilità:
(i) migliorare la ricerca di eccellenza già svolta nel dipartimento; e (ii) migliorare la
ricerca svolta nel dipartimento che per qualche motivo ricade al di sotto della media.
Per quanto riguarda la prima possibilità, il dipartimento si propone di migliorare i
servizi di supporto (si veda sopra). Per il secondo, invece, propone un obiettivo
specifico che vada a monitorare strutturalmente la ricerca dei singoli per evidenziare
possibili aree e modalità di intervento.
Obiettivo 4a. Creazione di report annuali sull'andamento della ricerca dei singoli
docenti con incontri e colloqui con il Direttore e gli altri ricercatori per definire
problematiche specifiche e approcci alla loro soluzione.
Strumenti: La valutazione della ricerca è uno degli ambiti più complicati e laboriosi.
Lo strumento da noi identificato è un'estrazione automatica dei dati da Scopus che
prenda in considerazione il numero delle pubblicazioni e il numero delle citazioni,
fissando i cut-off di non-problematicità in termini sia di numerosità dei lavori
pubblicati, che di numero di citazioni e, ove possibile, di IF. Se tali parametri dovessero
risultare inferiori per un singolo docente, si creerà un alert che porterà ad una
valutazione per stabilire le possibili cause e possibili fattori di correzione. E'
importante notare che varie cause non inerenti alla qualità, ad esempio la presenza
di un brevetto non ancora pubblicato e l'embargo sui prodotti, potrebbero sottendere
al mancato rispetto dei parametri prefissati.
Gli incontri ed i colloqui potranno indirizzare a definire nuovi obiettivi per il docente
e definire possibili strategie per un miglioramento, tenendo anche in considerazione
una valutazione della posizione globale del docente nella didattica, nell'attività
amministrativo/gestionale e nell'interazioni con il mondo produttivo. Tali colloqui
potranno essere anche utilizzati per indirizzare il docente verso collaborazioni intrao extra-dipartimentali o razionalizzare l'offerta formativa.
Una modalità ulteriore sarà costituita dalle modalità di attribuzione dei fondi di
Ateneo per la ricerca (vedi paragrafo successivo).
Utilizzazione Fondi di Ateneo per la ricerca
Premessa
Un bando di ricerca, quasi per definizione, dovrebbe andare a finanziare coloro che
hanno un track-record migliore e che presentano progetti con maggior impatto. In
altre parole dovrebbero mirare a finanziare l’eccellenza. Questo è il leitmotiv della
maggior parte dei bandi competitivi che mirano a finanziare la ricerca.
Talora, però, ci si può discostare da queste regole generali, anche prendendo in
considerazione la fonte dei finanziamenti e modificando l’orizzonte temporale degli
obiettivi. Nel caso specifico l’Ateneo ha assegnato dei fondi al nostro Dipartimento
che derivano, in gran parte, dalla valutazione positiva che il nostro Ateneo ha ricevuto
nella precedente VQR. La VQR non aveva velleità di identificare i centri o i singoli che
contribuissero maggiormente all’avanzamento delle conoscenze in Italia ma mirava a
individuare le maggiori sacche di inefficienza del paese. E’ immaginabile che le future
VQR gradualmente alzeranno l’asticella e quindi la nostra capacità di miglioramento
sarà fondamentale per valutazioni positive (e quindi ulteriori attribuzioni di fondi) nel
futuro.
Obiettivi e idee ispiratrici
E’ nell’interesse del Dipartimento fornire uno strumento economico aggiuntivo ai suoi
ricercatori motivati per innalzare l’impatto della propria ricerca.
Il DSF nel corso degli ultimi anni, con successo, ha stimolato i propri ricercatori ad
accedere a bandi competitivi ma è risultato evidente in fase di rivalutazione che
fornire uno strumento economico aggiuntivo (inteso come start-up o restart-up
grant) possa significativamente aumentare la competitività di quei docenti che non
hanno tratto vantaggio da queste iniziative.
D’altro canto, l’unica finalità di questa iniziativa è il potenziamento della ricerca del
Dipartimento per renderla globalmente eccellente. I criteri di aggiudicazione non
potranno quindi essere basati esclusivamente sulla necessità dei singoli, poiché i
ricercatori che utilizzano fondi pubblici per la ricerca devono oggigiorno essere guidati
dai principi di responsabilità, trasparenza e dalla necessità di rendere conto del
proprio operato (accountability). Ne consegue come questa iniziativa non possa
prevedere una parcellizzazione delle risorse, poiché richieste troppo esigue non
possono portare a significativi miglioramenti nella ricerca dei singoli.
Valutazione
Il criterio principale di valutazione sarà dato dal valore incrementale che il progetto
può dare alla ricerca del/dei proponenti e/o del Dipartimento.
Per valutare tale valore incrementale, tra gli altri elementi, si dovranno valutare i
seguenti parametri:
1) potenzialità di miglioramento dell’impatto della propria ricerca;
2) strategia descritta per migliorare l’impatto della propria ricerca;
3) impatto che il finanziamento può avere per raggiungere gli obiettivi proposti;
4) potenzialità di effetto volano per ulteriori finanziamenti in bandi competitivi al
proponente.
5) track-record del ricercatore/i;
6) possibilità di consolidamento di una linea di ricerca.
L’attività della Commissione incaricata di selezionare i progetti vincitori (composta da
tre membri del Consiglio di Dipartimento, nominati dal Direttore, che non presentano
per l’anno specifico progetti di ricerca inerenti il bando in oggetto), coadiuvati da due
componenti esterni all’Ateneo di chiara fama, avrà come scopo quello di valutare il
progetto nella sua globalità, dando particolare risalto al potenziale di miglioramento
della ricerca, ai suoi output e all’impatto che il finanziamento potrà avere. In questo
contesto, si valuterà anche (i) perché il progetto non è possibile in assenza del
finanziamento all’interno del gruppo di ricerca; (ii) quali strategie si metteranno in
atto per portarlo a compimento con successo (collaborazioni multidisciplinari,
collaborazioni con gruppi già consolidati, assunzione di personale); (iii) quali
cambiamenti operativi si metteranno in atto per modificare l’impatto della propria
ricerca; (iv) come tale progetto potrà modificare gli output di ricerca (pubblicazioni,
proprietà intellettuale, finanziamenti) del proponente. I candidati dovranno inoltre
inserire milestone e achievement ambiziosi ma raggiungibili, che saranno quindi
utilizzati per valutare ulteriori progetti nel futuro in cui è richiesto un contributo da
parte dell’Ateneo.
E’ evidente che questa iniziativa si inserisce in una iniziativa dell’Ateneo che ha posto
ulteriori criteri che devono essere rispettati per l’utilizzo dei fondi.
4) Scuola di Specializzazione di Farmacia Ospedaliera
Responsabile: Prof. Fabrizio Condorelli.
Gruppo di Lavoro: Proff. Franco Pattarino, Claudio Jommi.
La Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera risponde alle norme generali
delle Scuole di Specializzazione dell’Area Servizi clinici, Classe della farmaceutica,
della Facoltà di Farmacia (aggiornate sulla base del recente DM n.68 del febbraio
2015) con lo scopo di assicurare ai laureati in discipline farmaceutiche la formazione
professionale rivolta ai due distinti settori della Farmacia ospedaliera di quella
territoriale.
In tale ottica la nostra Scuola è stata strutturata in modo da equipaggiare lo specialista
in Farmacia Ospedaliera con conoscenze teoriche, scientifiche e professionali nel
campo della farmacia clinica, della farmacoterapia e dell’utilizzo delle tecnologie
sanitarie, della valutazione economica dei farmaci nonché della legislazione sanitaria,
con particolare riferimento al settore farmaceutico, utili all’espletamento della
professione nell’ambito delle strutture farmaceutiche ospedaliere e territoriali del
Servizio Sanitario Nazionale. Sono specifici ambiti di competenza la gestione dei
farmaci e dei dispositivi medici, la produzione di farmaci anche a carattere
sperimentale, l’informazione e documentazione sul farmaco, la vigilanza sui prodotti
sanitari, la vigilanza sull’esercizio farmaceutico.
Punti di forza della Scuola
Da un punto di vista della didattica, la nostra Scuola offre una completezza di
formazione senza pari nella realtà Nazionale. Infatti, accanto alle competenze tipiche
dei settori scientifici disciplinari “caratterizzanti” (CHIM/08, CHIM/09 e BIO/14), il
nostro corpo docente consente di coprire tutte gli insegnamenti fondamentali ad una
comprensione “globale” del farmaco a partire dai suoi aspetti chimico/molecolari fino
alla sua gestione applicativa. In tal senso, rappresentano fondamento di questa Scuola
le competenze nell’ambito delle discipline ricomprese nei SSD Chimica farmaceutica,
Farmaceutico tecnologico applicato, farmacologia, Chimica degli alimenti, Biochimica,
patologia clinica e Microbiologia e Microbiologia clinica.
Inoltre, a conferire unicità alla nostra Scuola, contribuisce la presenza di un docente
di Farmacoeconomia le cui competenze rappresentano una opportunità unica nella
formazione del Farmacista Ospedaliero per comprendere le dinamiche che
sottendono alla formulazione del prezzo, alla gestione degli acquisti ed alle politiche
di rimborsabilità del farmaco.
Sul piano delle attività professionalizzanti, le aziende sanitarie inserite nella rete
formativa della Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera dell'Università del
Piemonte Orientale coprono un territorio equivalente all'area regionale
sovranazionale nord-orientale, ovvero includono quattro Aziende Sanitarie Locali
(ASL Biella, ASL Novara, ASL Vercelli ed ASL Verbano-Cusio-Ossola) ed un'Azienda
Ospedaliero-Universitaria (AOU Maggiore della Carità di Novara). Il percorso
formativo degli studenti viene, pertanto, arricchito da un iter professionale che copre
tutte le attività previste anche dal più recente DM del febbraio 2015.
Nello specifico tutte le ASL sono sede di Farmacie Ospedaliere e di Farmaceutiche
Territoriali, mentre presso l'AOU di Novara vi è la sede del Comitato Etico
Interaziendale di quadrante, riconosciuto come tale nella riorganizzazione dei
Comitati Etici di cui al D.M. 8.2.2013.
Le attività professionalizzanti vengono ripartite tra ASL, AOU e Comitato Etico, in
modo tale da consentire agli studenti di acquisire, progressivamente nei quattro anni,
le conoscenze e le competenze necessarie a svolgere attività di Farmacista
Ospedaliero o di Farmacista Territoriale del SSN. In particolare, tutti i laboratori delle
Farmacie Ospedaliere rispondono ai requisiti della Farmacopea Ufficiale rispetto alle
Norme di Buona Preparazione, ed allestiscono preparati sterili e non sterili, con
monitoraggio del preparato e coinvolgimento dei clinici finalizzato ad una galenica
personalizzata sulla base di esigenze cliniche e terapeutiche altrimenti non
soddisfatte dall'industria farmaceutica.
La logistica e le attività di distribuzione diretta agli utenti vengono svolte da tutte le
strutture presenti nella rete formativa, e sono spesso accompagnate da attività di
counseling al paziente. I Servizi Farmaceutici Territoriali svolgono le attività di
monitoraggio delle prescrizioni, di vigilanza sulle farmacie e sugli esercizi commerciali,
impostano azioni di appropriatezza prescrittiva collegata ad attività di formazione ed
informazione ai medici di medicina generale ed agli specialisti ospedalieri.
Infine, gli studenti frequentano la segreteria del Comitato Etico interaziendale,
partecipando alla preparazione delle sedute, allo svolgimento delle stesse e a tutte le
attività correlate al ruolo del farmacista in un percorso di comitato etico.
Possibili potenziamenti
 La possibilità di creare dei fondi di finanziamento delle borse per gli
specializzandi, sia in collaborazione con le ASL consociate alla Scuola che con
Aziende private (del comparto farmaceutico) attraverso la creazione di progetti
di Farmacoutilizzazione, Farmacoepidemiologia, Farmacovigilanza e
Valutazione Economica dei Farmaci di interesse pubblico per il territorio
collegato alla Scuola (ovvero nelle province di Alessandria, Biella, Novara,
Vercelli, VCO) utili anche per un miglior sfruttamento delle risorse regionali in
materia di Sanità.
 Ricollegato alla creazione o potenziamento della rete di Farmacovigilanza
regionale, il percorso formativo degli specializzandi si potrebbe arricchire di
una partecipazione diretta alle attività del Centro di Farmacovigilanza in fase di
creazione da parte del nostro Dipartimento
 La possibilità di creare dei network di “macro-area” che coinvolgano le
omologhe Scuole di Torino e di Genova, al fine di offrire delle esperienze
formative più complete attraverso l’accesso a strutture Ospedaliere
diversificate per competenze ed esperienze assistenziali.
 Sempre nell’ottica creare una figura professionale che contribuisca ad un
migliore impiego delle risorse sanitarie regionali, si lavorerà per potenziare
l’acquisizione di specifiche competenze finalizzate alla ricerca, identificazione
ed archiviazione dell’informazione biomedica attraverso l’utilizzo di banche
dati al fine di applicare le metodologie della Evidence-Based Medicine, della
Evidence-Based Health Care e dell’Health Technology Assessment (HTA).
5) Centro regionale di Farmacovigilanza
Responsabile: Prof. Armando Genazzani.
Gruppo di Lavoro: Prof. Francesco Barone Adesi, Dr. Salvatore Terrazzino.
Poiché le conoscenze di efficacia e sicurezza nella fase pre-marketing di un farmaco
sono necessariamente limitate, è fondamentale valorizzare il ruolo della
farmacovigilanza, attiva e passiva, post-marketing. A questo proposito, il modello che
viene proposto in quasi tutta Europa è un’agenzia nazionale che coordina le attività
di farmacovigilanza (per l’Italia, l’AIFA), delle stazioni intermedie (per l’Italia, i Centri
Regionali di Farmacovigilanza), e quindi delle Unità di farmacovigilanza locali (in Italia,
all’interno delle ASL coordinate dalla Regione). Per molti anni le stazioni intermedie,
che si occupano sia di un’armonizzazione delle segnalazioni spontanee che di
coordinare attività di formazione/informazione e di ricerca vera e propria, non sono
state approntate, ma vari casi eclatanti ne hanno evidenziato l’importanza. Quindi,
con il DL 95/2003 i Centri Regionali di Farmacovigilanza sono stati inseriti nel sistema
italiano della segnalazione spontanea, e sono diventati poi operativi all’interno della
Rete Nazionale di Farmacovigilanza nel 2006 (DL 219/2006).
In questo contesto, la Conferenza Permanente Stato-Regioni ha poi sancito un
accordo con il Governo il 28 ottobre 2010 in cui si ribadiscono gli indirizzi per la
realizzazione di un programma di farmacovigilanza. In tale documento, è descritto il
forte interesse dell’AIFA all’istituzione e al mantenimento dei Centri Regionali di
Farmacovigilanza (CRFV) al fine di migliorare questa attività nel nostro paese. In quel
momento, i Centri di Farmacovigilanza Regionali erano 8, a cui via via se ne sono
aggiunti altri. Ad oggi, la maggior parte delle Regioni hanno istituito o stanno
istituendo un proprio Centro Regionale di Farmacovigilanza.
Recentemente, la Comunità Europea ha modificato la normativa europea in materia
di farmacovigilanza con l’adozione nel 2010 del Regolamento UE 1235/2010, la cui
applicazione è diventata operativa nel luglio 2012. E’ importante che in tale
documento emerga che la farmacovigilanza deve diventare una disciplina pro-attiva,
e non più solamente l’attesa di segnalazioni spontanee. Ancora una volta, tale attività
è di difficile attuazione in sede locale o in sede nazionale, e quindi sono i CRFV i meglio
collocati per essere adibiti a questa funzione.
Il presente documento rappresenta quindi una bozza di discussione sull’opportunità
che la Regione Piemonte si doti di un Centro Regionale di Farmacovigilanza che
affianchi le strutture al momento preposte a questa attività, valorizzandone gli sforzi.
Nella maggior parte delle altre Regioni, il CRFV è esterno alla Regione, e spesso
inserito in un contesto Universitario, e questo è quindi il modello proposto.
Modello e Governance
La proposta è quella di istituire un Centro inter-Ateneo costituito ad hoc dai due
Atenei piemontesi interessati a queste problematiche (Università di Torino,
Università del Piemonte Orientale), con coordinamento da parte del DSF. Al Centro
potranno afferire docenti interessati a problematiche di farmacologia, farmacovigilanza, farmaco-epidemiologia e farmaco-economia. Inoltre, il Centro si potrà
avvalere di personale esterno con competenze specifiche sul tema. Dopo
l’accreditamento regionale e nazionale, saranno possibili audit da parte dell’AIFA e
degli uffici competenti della Regione Piemonte.
I docenti afferenti al Centro nomineranno un Comitato Tecnico-Scientifico costituito
da 3 rappresentanti. Il Comitato Tecnico-Scientifico eleggerà al suo interno un
Presidente. Il Comitato Tecnico-Scientifico sarà responsabile della struttura e della
conduzione delle attività. Sulle attività del Centro Accreditato vigilerà un Comitato di
indirizzo, che avrà anche il ruolo di proporre linee di indirizzo sulle progettualità. Il
Comitato di indirizzo sarà costituito dal Presidente del CRFV, dal Responsabile
Regionale di Farmacovigilanza, da due rappresentanti dei responsabili locali di
farmacovigilanza (elencati nel sito dell’AIFA) e da un Direttore CRFV di un’altra
Regione, individuato dal Presidente. Tale Comitato potrà, una volta insediato,
decidere di ammettere altri rappresentanti di società scientifiche o stakeholder (ad
es., Associazioni di pazienti) che ne facciano richiesta. Il Presidente stilerà inoltre una
relazione annuale sulle attività che sarà presentata al Comitato per l’approvazione.
Le finalità del Centro saranno le seguenti:
1) Promuovere la formazione e l’informazione sul corretto uso dei medicinali nella
pratica clinica;
2) Promuovere programmi e studi di farmacovigilanza attiva con i Medici di medicina
generale, i Pediatri di libera scelta, le Società Scientifiche, gli Ordini e Associazioni
Professionali e le Strutture Universitarie;
3) Promuovere progetti di studio che vadano a valutare le segnalazioni spontanee sul
territorio, anche attraverso le banche dati di farmacovigilanza nazionali ed europee;
4) Favorire l’attività di analisi del profilo rischio-beneficio di particolari medicinali,
fungendo da supporto ad altre realtà regionali, ai Medici di medicina generale, ai
Pediatri di libera scelta, alle Società Scientifiche, agli Ordini ed alle Associazioni
Professionali e le Strutture Universitarie;
5) Sviluppare modelli matematici e supporti informatici per lo studio delle
segnalazioni delle reazioni avverse;
6) Fornire un supporto alle attività di farmacovigilanza obbligatoria durante la
sperimentazione clinica indipendente nella Regione.
Attività
1) Organizzazione di convegni e seminari.
2) Creazione di un portale di farmacovigilanza regionale, anche in collaborazione
con altri CRFV.
3) Collaborazione con il sito www.farmacovigilanza.eu realizzato da altri CRFV
(Toscana, Campania, Lombardia, Veneto) e stesura di una newsletter
elettronica su base regionale.
4) Analisi delle segnalazioni spontanee sulle banche dati regionali, nazionali ed
europee.
5) Analisi della letteratura scientifica in materia di sicurezza dei medicinali.
6) Sviluppo di progetti specifici di farmaco-epidemiologia inerenti l’efficacia e
sicurezza dei medicinali post-marketing.
7) Armonizzazione e miglioramento della qualità dei dati inviati attraverso le
segnalazioni.
8) Sviluppo di progetti specifici a supporto della sperimentazione clinica dei
medicinali.
9) Sviluppo di modelli matematici e supporti informatici.
10) Valutazione dell’uso dei medicinali sia in ambito territoriale che in ambito
ospedaliero.
11) Implementazione di ricerche corollarie sugli eventi avversi, ove opportune,
con studi di farmacogenetica.
12) Coordinamento con gli enti Regionali, ove opportuno, per attività specifiche.
13) Coordinamento con il Centro regionale di farmacovigilanza Veterinaria, ove
opportuno.
14) Fornire agli operatori risposte su quesiti specifici.
Nel contesto delle finalità esposte e, anche attraverso le attività e gli strumenti
riportati, il Centro, una volta accreditato, avrà anche i seguenti compiti istituzionali:
1) Verifica delle segnalazioni inserite nella Rete della Regione Piemonte.
2)
3)
4)
5)
6)
7)
Supporto e riferimento dei responsabili locali per problemi relativi alla rete.
Inserimento in rete su richiesta delle segnalazioni.
Valutazione del nesso di casualità delle reazioni avverse.
Supporto ai responsabili locali dell’attività di formazione.
Supporto all’attività di formazione/informazione dell’AIFA.
Analisi semestrale dei potenziali segnali relativi alle reazioni avverse di
medicinali e vaccini presenti nella rete nazionale di farmacovigilanza, in
collaborazione con AIFA.
8) Supporto alle attività di farmacovigilanza dell’AIFA.
Progetti di interesse iniziale:
- nella fase iniziale del Centro, si stabiliranno delle collaborazioni con centri di
Farmacovigilanza Regionali già radicati, sia per la formazione del personale sia
per la partecipazione a progetti già in essere. Tra i progetti pro-attivi nel primo
anno di attività, si potranno instaurare progetti sui farmaci biosimilari, farmaci
oncologici biotecnologici o terapie target antineoplastiche, altri farmaci
biotecnologici, farmaci anti-diabetici, cardiovascolari, anti-infiammatori e
immunosoppressori, etc. Potranno anche essere intrapresi progetti per
valutare il ruolo del genere nella sicurezza dei farmaci, nonché studi di
farmacogenetica/genomica e di farmaco-epidemiologia.
- In una fase successiva, si potrà valutare l’opportunità di approfondimenti nel
settore della sicurezza alimentare e dei dispositivi medicali.
6) Incremento e Valorizzazione del personale docente e di ricerca
Responsabile: Prof. Pier Luigi Canonico.
Gruppo di Lavoro: Proff. Giovanni Sorba, Giovanni battista Giovenzana, Armando
Genazzani, Menico Rizzi, Dott. Carlo Muzio.
Nonostante gli ottimi risultati ottenuti dal DSF, sia per quanto riguarda la didattica
che la ricerca, il mantenimento ed il miglioramento di tale eccellenza non possono
prescindere da un incremento dell’organico e dalla valorizzazione del personale già
esistente.
A tale scopo il Dipartimento si propone di:
1) Incrementare l’organico utilizzando soprattutto le nuove disposizioni inserite
nell’ultima Legge di Stabilità (Fondo Giulio Natta per reclutamento di eccellenza
per “chiamata diretta” di Professori Universitari).
2) Incrementare l’organico di giovani ricercatori (RTD) e di assegnisti di ricerca,
utilizzando fondi di ricerca derivanti da progetti di ricerca dei singoli docenti o
da altre fonti pubbliche o private.
3) Facilitare l’upgrade del personale docente strutturato utilizzando tutte le
modalità disponibili: a) utilizzazione dello stanziamento di fondi aggiuntivi per
il piano straordinario per il reclutamento di Professori di I Fascia di soggetti che
hanno conseguito l’abilitazione o l’idoneità (Emendamento La Forgia
dell’ultima legge di stabilità); b) utilizzazione di fondi di ricerca derivanti da
progetti di ricerca (o attività conto terzi) dei singoli docenti o da altre fonti
pubbliche o private.
4) Acquisizione di ulteriori posti per il Dottorato di Ricerca mediante: a)
utilizzazione di fondi di ricerca derivanti da progetti di ricerca (o attività conto
terzi) dei singoli docenti o da altre fonti pubbliche o private (ad esempio,
fondazioni bancarie o assicurative); b) accordi internazionali per finanziamento
di posti di Dottorato aggiuntivi.
5) Prevedere ove possibile il potenziamento dell’organico tecnico-amministrativo
del DSF, soprattutto in aree attualmente scoperte (ad esempio, ricerca).
Scarica

piano strategico del dipartimento di scienze del farmaco per il