COMUNE DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA
Provincia di Grosseto
Rassegna Stampa
Venerdì 9 ottobre 2010
CASTIGLIONE A CONFRONTO SUI
TEMI AMBIENTALI Parola ai cittadini
con i forum Agenda 21
AMBIENTE, economia, sociale. Associazioni, imprese e
cittadini sono invitati ad esprimere il proprio punto di vista e a
proporre soluzioni in un
confronto con gli amministratori locali. L’occasione arriva con i
prossimi forum di «Agenda 21» che a Castiglione si terranno
(dalle 18 alle 20) mercoledì al Bar del Sole, martedì 26 al bar I
Macchiaioli e mercoledì 17 novembre al Bar Ciro. «Entro il 31
dicembre — ricorda l’assessore Bulleri — le proposte dei cittadini
verranno rielaborate in modo da confluire in un Piano di azione
locale».
IL TIRRENO
L’incidente in un cantiere edile Si
amputa un dito mentre è al lavoro
PUNTA ALA. Incidente sul lavoro, ieri intorno alle 11, a Gualdo
vicino a Punta Ala, nel comune di Castiglione della Pescaia.
L’incidente è avvenuto in un cantiere che stava eseguendo dei
lavori di ristrutturazione di un’abitazione. Mentre stava
utilizzando una sega circolare elettrica per tagliare una tavola,
un apprendista di 27 anni di origine rumena, residente a
Grosseto e dipendente con regolare contratto di lavoro di
un’impresa edile del capoluogo, si è amputato il dito indice della
mano destra. Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118, che
hanno provveduto a trasportare il ragazzo all’ospedale di
Grosseto, dove è stato sottoposto ad accertamenti clinici.
Sono intervenuti anche i tecnici del servizio Prevenzione, igiene
e sicurezza sui luoghi di lavoro della zona grossetana del
dipartimento di prevenzione dell’azienda Usl 9 di Grosseto, che
stanno verificando le dinamiche dell’incidente e il rispetto della
normativa sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro.
Castiglione della Pescaia Alla grande
mostra "Signori di Maremma" Il museo
archeologico di Vetulonia protagonista
a Firenze
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA - Il museo archeologico di
Vetulonia protagonista alla grande mostra di Firenze: "Signori di
Maremma". Un grande ruolo da protagonista quello riservato al
museo archeologico di Vetulonia per la grande mostra
inaugurata ieri mattina al Museo Archeologico Nazionale di
Firenze. La mostra "Signori di Maremma", dopo il grande
successo dell'allestimento del 2009 a Grosseto nel Museo
Archeologico e d'Arte della Maremma, viene riproposta a
Firenze al Museo Archeologico Nazionale di piazza Santissima
Annunziata. Il museo è aperto dal martedì al venerdì dalle 8,30
alle 19, mentre il sabato e la domenica dalle 8,30 alle 14. Esposta
con successo al Museo Archeologico e d'arte della Maremma nel
2009, la mostra come nella prima edizione grossetana,
ripercorre attraverso reperti di straordinaria importanza e
bellezza la vita e la morte dei "Signori di Maremma" ovvero di
quelle aristocrazie locali che emersero nella società etrusca nel
periodo di massimo splendore di questa civiltà, l'Orientalizzante,
e che hanno lasciato testimonianze di particolare rilievo nell'area
maremmana. I Signori, o Principes, come preferiscono definirli
gli archeologi, erano proprietari terrieri, capi militari e politici,
forse anche religiosi, che accumularono enormi ricchezze con il
commercio dei metalli, di cui la costa toscana e l'Isola d'Elba
abbondavano, ricevendo in cambio raffinati prodotti artigianali
delle civiltà del Mediterraneo e del vicino Oriente: veri e propri
tesori, simboli di potere e di prestigio in vita come in morte. I
materiali in mostra a Firenze provengono anche dal museo di
Vetulonia (oltre a Populonia, Marsiliana d'Albegna, Poggio
Buco-Pitigliano e Vulci) come la bellissima tomba del Duce, che
in precedenza a Grosseto era stata proposta al pubblico solo in
solo in forma antologica.
IL TIRRENO
Al Leccio espone il grande Lacquaniti
Oggi la “Sesta Giornata del
Contemporaneo”
CASTIGLIONE. Oggi si svolge in tutta Italia la Sesta Giornata
del Contemporaneo, il grande evento annuale promosso da
Amaci, Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, e
dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Quest’anno
sono 1.031 i musei, le gallerie e i luoghi d’arte pubblici e privati
che aprono le loro porte.
E lo fanno gratuitamente, per presentare artisti e nuove idee
attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze. Con l’edizione
2010, Amaci si propone infatti di incrementare il numero degli
aderenti e di potenziare l’azione locale dell’associazione e dei
musei associati, al fine di incentivare lo sviluppo del tessuto
culturale territoriale.
In Maremma il cuore pulsante della manifestazione batte al
podere il Leccio in località Buriano, nel comune
di Castiglione della Pescaia, dove il bioarchitetto Rodolfo
Lacquaniti è l’artista ideatore e realizzatore di “Viaggio di
ritorno”, esposizione di opere d’arte contemporanea,
installazioni e videoart. Un percorso inverso in direzione della
realtà del codice genetico. Scrive il critico Mauro Papa:
«“Viaggio di ritorno” è un progetto globale d’espressione
artistica che accomuna esperienze creative eterogenee legate a
un unico obiettivo, quello di sollecitare l’uomo a prendere
coscienza della propria natura vitale e primordiale, liberata dalle
angosce e dalle sovrastrutture imposte da un ambiguo concetto
di civiltà».
Con le sue istallazioni povere perchè realizzate con materiali di
scarto e di recupero, Lacquaniti fornisce di nuovi significati
quegli oggetti che il ciclo produttivo ha escluso dalla comune
concezione di pregio e di valore, opponendosi fermamente al
pregiudizio che riconosce come utile solo ciò che è funzionale al
processo produttivo di consumo.
L’esposizione è visitabile gratuitamente nel pomeriggio di oggi
dalle 15 alle 21. Info: 0564 948904, 335
5247472,www.podereilleccio.com.
Anche quest’anno Amaci è sostenuta dalla Direzione Generale
per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte
Contemporanea del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
dalle più importanti istituzioni italiane.
La Giornata del Contemporaneo non è, però, soltanto arte, ma
anche impegno sociale. Oggi Amaci affianca la Lila, Lega Italiana
per la lotta contro l’Aids, nella campagna di conoscenza e
prevenzione dell’infezione da HIV e delle sue conseguenze
cliniche e sociali. Per dare un contributo, si può fare un
versamento sul conto corrente
IT42X0832910900000000300721 intestato a Lila Nazionale
Onlus.
Nove anni fa la tragedia di Pegaso Una
cerimonia a Tirli per ricordare
NOVE ANNI fa l’eliambulanza «Pegaso», durante un volo
notturno, si schiantò contro la collina di Tirli e i cinque
occupanti dell’elicottero persero la vita: pilota, copilota, medico,
infermiera e paziente. Oggi l’Amministrazione comunale
di Castiglione ricorderà quella tragedia che toccò duramente
tutta la Maremma con una cerimonia che si svolgerà nel punto
dell’impatto.
Geotermia: «La Regione dica dove vuol
perforare»
SULLE NUOVE perforazioni nelle zone geotermiche, i
consiglieri regionali del Pdl, Claudio Marignani e Nicola
Nascosti, hanno presentato un’interrogazione per essere
informati in quali aree si vorrebbe perforare e se si intende
tenere conto dei pareri contrastanti degli enti locali. «La
coltivazione geotermica sull’Amiata presenta criticità per la
popolazione — chiariscono i due consiglieri — come del resto la
stessa Regione ha riconosciuto piano energetico regionale del
2008. Nonostante questo sembra che la Giunta sia intenzionata
ad esprimere parere favorevole». Una posizione incomprensibile
secondo i consiglieri del Pdl, stando alle prese di posizione di
alcuni enti locali. «Chiediamo, quindi, al presidente Rossi quali
siano le aree interessate dalle nuove richieste e se si intende
tenere conto dei pareri dei Comuni», hanno concluso Marignani
e Nascosti.
IL TIRRENO
Il Pdl: in Regione troppi dirigenti Per
Rossi solo bugie
L’opposizione sostiene che il 54% degli impiegati ha ruoli di
comando. Il governatore: solo il 24%
FIRENZE. Troppi dirigenti e alti funzionari alla Regione
Toscana: il 54% dei dipendenti totali (2184), più della metà
dunque. La denuncia arriva dalle file dell’opposizione dove il
gruppo del Popolo della Libertà ha deciso di radunare cifre e
statistiche riguardanti la macchina amministrativa regionale in
un dossier dall’inequivocabile titolo, “Dirigentopoli”. Al centro
del capo d’accusa, oltre alla proliferazione delle posizioni
dirigenziali, anche la «sovrapposizione di competenze e
deleghe».
Una situazione riscontrabile secondo il Pdl, sia a livello di
personale, sia a livello di strutture burocratiche. Immediata la
replica del governatore Enrico Rossi, che contesta le cifre.
«A cosa servono nel campo dell’agricoltura - domanda Paolo
Marcheschi, curatore del rapporto - le agenzie speciali Artea e
Arsia se esiste già un’area coordinamento sviluppo rurale dal
costo di quasi 3 milioni di euro annui?». Stesso discorso secondo
il rappresentante del Pdl varrebbe anche per il settore del
turismo dove assieme alle Apt che comportano una spesa annua
di 8 milioni 940mila euro, convivono l’agenzia Toscana
Promozione, 2 milioni 459 mila euro, e la specifica Area di
coordinamento interna alla Regione da 1 milione e 19 mila euro
annui. «Al di là dei costi comunque esorbitanti e ingiustificati puntualizza Marcheschi - ciò che denunciamo è l’inefficienza che
deriva dalla presenza dei doppioni».
Quanto ai dirigenti, Marcheschi punta soprattutto il dito contro
le loro modalità di nomina: La stragrande maggioranza di queste
figure da oltre 100mila euro annui ciascuna è salita ai piani alti
della struttura regionale per ‘meriti di servizio’, attraversando
cioè selezioni interne, senza dover superare un concorso
pubblico come ha invece finalmente imposto il ministro della
Funzione pubblica Brunetta». Un capitolo a parte dell’analisi è
direttamente riservato a “tutti gli uomini del presidente”: 357
unità di personale, secondo la ricerca targata Pdl, ricadrebbero
infatti sotto le esclusive dipendenze di Rossi.
«E’ ovvio - attacca il capogruppo Alberto Magnolfi - che questo
pletorico esercito non può interamente occuparsi dell’agenda del
presidente della Regione: serve bensì a sovrintendere a una
macchina organizzativa, che a seguito di decenni di decisioni
assurde, non è più in grado di funzionare da sola». La situazione
secondo Magnolfi, si è ormai fatta “deplorevole”: «Non si può
fingere di risolvere il problema tagliando semplicemente qualche
gettone di presenza, azione peraltro dovuta perché imposta dalla
legge nazionale. Ciò che occorre è una razionalizzazione totale di
una struttura talmente pesante e sclerotica: la nostra - aggiunge
- vuole essere una battaglia a favore dei dipendenti che lavorano
tanto e guadagnano poco, e contro certi dirigenti che
organizzano né più né meno, loro stessi». Un’istanza, la
definisce la portavoce del Popolo della Libertà in Consiglio
regionale, Stefania Fuscagni, «che vuole essere civile, ancor
prima che politica».
La sottolineatura del costo totale di funzionamento della
Regione, fatto di personale, affitti, utenze ecc., arriva dal vicepresidente della Commissione Sanità Stefano Mugnai: «600
milioni di euro, una cifra da capogiro, attorno a cui dover
riflettere prima di dire che il Governo non manda soldi alle
Regioni». Per favorire la ripresa economica, secondo Mugnai
occorre infatti che la politica faccia vari passi indietro: «Le
risorse per alimentare simili strutture, utili soltanto per dare
un’irresponsabilità diffusa e creare consenso, non ci sono più.
E’ l’ora - rincara la dose - che Rossi ne prenda atto: altrimenti
significa far perdere al comparto produttivo regionale punti
strategici di competitività».
Ma Rossi non ci sta: «La matematica non può essere
un’opinione - dice il governatore - I dirigenti della Regione sono
135, meno del 5% di tutto il personale e in diminuzione anno
dopo anno. Se aggiungiamo i 527 funzionari con posizione
organizzativa, che dirigenti però non sono, non arriviamo al
24%. Neppure metà della percentuale sbandierata».
il Giornale della Toscana
Pdl: troppi dirigenti in Regione, ci
costano 12milioni l’anno
Èguerra di cifre sui costi della macchina regionali: per il Pdl il
54%dei dipendenti della Regione Toscana sono dirigenti o
funzionari di alta professionalità, per il governatore Rossi invece
i dirigenti sono meno del 5% di tutto il personale e anche
sommando i funzionari si arriva al 24%. Per il Pdl i dirigenti
costano 12,8 milioni di euro all’anno e sono così tanti da
generare confusione nelle competenze. «Da tempo diciamo
queste cose, oracominciamo a portare i numeri», ha detto
Magnolfi, aggiungendo che adesso «ben venga la medicina
amara che il governo saggiamente impone agli enti locali, perché
tutti dovranno riflettere su un assetto passato che non può
essere mantenuto».Mail governatore Rossi replica: «I dirigenti
della Regione sono 135, meno del5%di tutto il personale e in
diminuzione anno dopo anno. Seci aggiungiamo i
527funzionaricon posizione organizzativa, che dirigenti però non
sono, non arriviamo al 24%». Èguerra di cifre sui costi della
macchina regionali: per il Pdl il 54% dei dipendenti dellaRegione
Toscanasono dirigentio funzionari di alta professionalità, per il
governatore Rossi invece i dirigenti sono meno del 5% di tutto il
personale e anche sommando i funzionari si arriva al 24%. A
scatenare la polemica è stata una conferenza stampa del gruppo
del Pdl in Consiglio regionale dove ieri sono state messe nel
mirino le spese della Regione. Presenti il capogruppo Alberto
Magnolfi, e i consiglieri regionali Paolo Marcheschi, Stefania
Fuscagnie StefanoMugnai chehanno snocciolato le cifre a partire
dal fatto che i dirigenti costano 12,8 milioni di euro all’anno e
sono così tanti da generare confusione nelle competenze. «Da
tempo diciamo queste cose, ora cominciamo a portare i
numeri», ha detto Magnolfi, aggiungendo che adesso «ben
venga la medicinaamara che il governo saggiamente impone agli
enti locali, perché tutti dovrannoriflettere su un assetto passato
che non può essere mantenuto ». Per il consigliere Paolo
Marcheschi «il presidente Rossi invece di prendersela col
governo per il taglio delle risorse farebbe meglio a guardare
all’interno della propria macchina », perchè «ci sono dirigenti
molto bravi, ma che il 54% dei dipendenti della Regione siano
dirigenti è una stortura del sistema. Si è creato un sistema che,
piùche all’efficienza, serviva a gestire inmodoclientelare uncerto
numero di persone, in mododaavereunconsensopoliticosempre
più ampio». Marcheschi ha poi citato i casi di sovrapposizione
nelcampodel turismo con l’Apet e le Apt, e dell’agricoltura con
l’Arsia e l’Artea, che gravano sul bilancio della Regione insieme
alle sue stesse strutture. «È frequentissimo - ha detto ancora
Marcheschi specificando di non voler portare avanti una crociata
contro i dipendenti - che funzioni assegnate anche a dirigenti
regionali, già pagati dai 110.000 ai 135.000 euro, siano svolti
anche da agenzie o, peggio ancora, appaltati all’esterno con
costosissime consulenze. Mala patologia èancora più evidente
quando s’indaga come queste figure abbiano raggiunto questa
posizione: la stragrande maggioranza di queste figure è salita ai
piani alti della struttura regionale per “meriti di servizio”».
Insomma un «modello toscano» che «si nutre di grandi apparati
», come lo ha definito Mugnai. Scarso interesse invece per il
tema sollevato dalla lettera del “Corvo” che denunciava un
sistema di favori sessuali: «Le lettere anonime si cestinano - ha
detto la consigliera Stefania Fuscagni - scoprire che il mestiere
più antico del mondo èunononmisembraunagrande scoperta: e
sulle modalità con cui prendono forma alcune vicinanze, non
sarebbe la prima volta che accade. È un problema secondario
rispetto alla sovrabbondanza caotica di competenze». Un caso,
quello del “Corvo” di cui invece si èoccupato il
settimanalePanoramaconunservizio dal titolo “Scandalo rosa
nella regione rossa” contro cui si è scagliato il presidente Enrico
Rossi che ha annunciato di aver incaricato l’Avvocatura
regionale «di prenderetutte le iniziative necessarie per tutelare
l’immagine e la correttezza della Regione». Il governatore ha
anchereplicatoainumeridiffusi dal Pdl: «La matematica non
puòessere un’opinione -hadetto Rossi -. I dirigenti della Regione
sono 135, meno del 5% di tutto il personale e in diminuzione
anno dopo anno. Se ci aggiungiamo i 527 funzionari con
posizione organizzativa, che dirigenti però non sono, non
arriviamo al 24%. Neppuremetàdella percentuale sbandierata
dal Pdl». Ma Marcheschi controreplica accusando Rossi di
«interpretare i numeri a suo comodo» e invitandolo «asnellire
l’elefantiacamacchina regionale riducendo le spese e
sburocratizzando il sistema, come ha imposto a tutte le Regioni
il Governo nazionale».
il Giornale della Toscana
Il Pdl in piazza per il governo del fare
Villa: «Distribuiremo ai cittadini gli
opuscoli per spiegare le riforme
realizzate dall’esecutivo Berlusconi»
Tornano in pizza i Promotori della Libertà di Firenze per
spiegare ai cittadini i risultati raggiunti dal governo Berlusconi.
Oggi dalle 10.30 alle 18 in cinque piazze del quartiere 1 (Santa
Croce, Via Galliano, S. Lorenzo,Via Roma, e Piazza Strozzi fino
alle 13), i Promotori della Libertà insieme al Pdl scendono fra la
gente per illustrare ai fiorentini le riforme approvate dal
Governo Berlusconi. «Un’occasione importante - commenta
Tommaso Villa, Consigliere regionale Pdl e responsabile dei
Promotori della Libertà di Firenze – per stare in mezzo ai
cittadini e informarli sull’operato governativo ». Villa spiega che
«ottenuta e rinnovata la fiducia del Parlamento verso il Governo,
adesso passiamo alla fase comunicativa per smentire tutta
l’ondata di menzogne che la sinistra getta contro il Presidente
del Consiglio ed i Ministri dell’esecutivo». Riprende dunque la
grande campagna informativa: «Distribuiremo - prosegue
l’esponente del Pdl - un opuscolo che in 32 pagine riassume le
misure attuate dal Governo per superare la crisi economica, e
tutte le emergenze risolte. I Promotori della Libertà, dopo aver
risposto all’appello del Premier la scorsa domenica a Milano
partecipando al suo comizio, allo stesso modo incontrano i
cittadini per smentire le false accusa della sinistra e rilanciare il
progetto del Popolo della Libertà». Ed entrando nello specifico:
«In tutte e cinque le zone del quartiere 1 (nelle prossime
settimane andremo ad incontrare gli altri quartieri) i cittadini
troveranno i Consiglieri Comunali e di Quartiere del Pdl pronti a
rispondere alle domande sui problemi della città - spiega ancora
Villa -, e altrettanto pronti a presentare le soluzioni che stanno
portando avanti nelle sedi Istituzionali. Il Pdl è vivo e vegeto, e la
presenza attiva dei Promotori della Libertà in tutto il territorio
fiorentino dimostra che ci siamo e che cresciamo sempre di
più». Dal consigliere regionale non manca infine un affondo nei
confronti di Palazzo Vecchio: «Firenze non ha bisogno di
demagogia. Firenze ha bisogno di risposte e di confronto reale
sui problemi della città. I Promotori della Libertà e il Pdl si
muovono in questa direzione, cercando un contatto diretto con
la popolazione, affrontando anche le zone politicamente più
ostiche di Firenze. Attuare la politica del fare significa questo. Al
sindaco Renzi lasciamo i 100 punti e i 100 luoghi, a noi
interessano i fatti », conclude Villa.
Pdl, Panorama e gli scandali rosa in
Regione Rossi querela: «Così
nascondono i loro guai»
Perfettamente sincronizzati Pdl e Panorama (il settimanale di
propietà di Berlusconi) ieri hanno sferrato un doppio attacco alla
Toscana. L’accusa lanciata dai consiglieri regionali berlusconiani
è che in Regione ci sono troppi dirigenti: il 54% di tutto il
personale per un costo di 12,8 milioni ha conteggiato il
consigliere Paolo Marcheschi. Dati riportati anche da Panorama
a corollario di un lungo servizio sulle accuse lanciate tempo fa da
una lettera anonima su un presunto scambio di sesso in cambio
di promozioni in Regione. “Scandalo rosa nella regione rossa” è
appunto il titolo cromatico di Panorama. Contro cui però il
presidente Rossi annuncia di aver dato mandato all’Avvocatura
regionale «di prendere tutte le iniziative necessarie per tutelare
l'immagine e la correttezza della Regione ». «Sono bombe di
distrazione di massa - spiega Rossi - tipiche del berlusconismo e
del suo dominio sui media, a partire dai giornali e le tv di
famiglia. Mi dispiace che anche il Pdl toscano si sia accodato a
questa falsificazione». Pdl che gli replica che lui invece si
nasconde dietro il solito antiberlusconismo. Ma sui numeri
Rossi fa notare che «la matematica non può essere un’opinione:
i dirigenti della Regione sono 135, meno del 5% di tutto il
personale e in diminuizione anno dopo anno. Se ci aggiungiamo
i527funzionari con posizione organizzativa, che dirigenti però
non sono, non arriviamo al 24%. Neppure la metà della
percentuale sbandierata dal Pdl».
Signori all'attacco del Comune: "Con
una mano dà alla Caritas e con Patirà
riprende". E dalla Regione arrivano 6
milioni per allentare il Patto di stabilità
Scoppia il caso politico sulla Tarsu alle parrocchie GROSSETO (g.d'o) Si aggireranno intorno ai 6 milioni di euro le risorse che
la Regione cederà al Comune di Grosseto per consentirgli
margini di manovra più elastici rispetto ai paletti del Patto di
stabilità. Lo ha annunciato ieri l'assessore Paolo Borghi dando
conto, in consiglio comunale, degli equilibri di bilancio. La
giunta Bonifazi ne aveva richiesti 15 milioni sul totale di 60
messi a disposizione da Firenze, ma Borghi si dice soddisfatto
perchè la quota di Grosseto è comunque proporzionata. Il vice
sindaco ha commentato in positivo anche i numeri delle finanze
dell'ente, sostenendo che l'Amministrazione ha raggiunto il 45%
degli obiettivi fissati nel Piano di gestione contando di arrivare
all'80% entro dicembre. Sciorinando le cifre, Borghi ha
confermato un incremento degli oneri di urbanizzazione di
700.000 euro, evidenziando poi il risparmio di oltre 500.000
euro per personale e ammortamento mutui. Risorse che
verranno ridistribuite in altri settori. Resta da stabilire, invece,
come sarà impegnato l'avanzo di amministrazione libero. Borghi
ha dovuto beccarsi gli attacchi dell'opposizione. Stefano Dragoni
(Pdl) ha lanciato bordate proprio sugli obiettivi raggiunti
dall'Amministrazione. "Nono sono il 45% come detto da Borghi,
ma 45. Il dato preoccupante è che il 60% risulta in corso di
attuazione ma solo perchè i vari settori non hanno fornito la
documentazione necessaria a verificare il reale stato di
avanzamento degli obiettivi. A conti fatti gli obiettivi raggiunti
non arrivano al 17%". Ma è stato Giorgio Signori ad animare la
polemica dichiarando di trovarsi in "grande difficoltà da
cattolico" per la serie di contenziosi aperti dal Comune nei
confronti delle parrocchie cittadine rispetto al pagamento della
Tarsu. La questione è annosa. Per legge i luoghi di culto e altri
locali che rispondono anch'essi ad esigenze di culto che sono
esenti dal pagamento della tassa. Ma il Comune ha contestato
alla diocesi il mancato versamento di soldi per locali sui quali è
controversa la destinazione. Un approccio che Signori contesta.
"Da una parte il Comune dà i soldi alla Caritas e dall'altra se li
riprende chiedendoli alle parrocchie attraverso la Tarsu".
L'assessore ha replicato annunciando che nei giorni scorsi sono
stati definiti i criteri per il calcolo della Tarsu nelle parrocchie da
alcuni esperti del Comune e rappresentanti della Diocesi. "Ci
chiediamo perche' - replica il consigliere Gabbrielli - non si sia
dato seguito alle interpellanze di quei consiglieri di entrambi gli
schieramenti che chiedevano d'identificare come luoghi di culto
la chiesa e tutti quegli spazi dove si svolga attività di assistenza
per le famiglie ed attività educative e di catechismo per i
bambini".
La curiosità Bonifazi, il bon ton e il
democratico dissenso
GROSSETO - Ma in Consiglio il pubblico può dissentire senza
che gli amministratori si arrabbino? E' successo anche questo
nella seduta di ieri. Mentre Bonifazi illustrava i termini della
convenzione col consorzio Acli per la lottizzazione al Casalone,
un cittadino fra il pubblico ha espresso dissenso con una smorfia
"condita" di un commento che al primo cittadino non è andato
giù. E non gliel'ha mandato a dire. A difesa del pubblico è
intervenuto Luca Montemaggi (Pdl), che ha accusato il sindaco
di scarso senso democratico. Il sindaco ha risposto tacendo,
salvo poi consegnare alla stampa copia dell'articolo 59 del
regolamento del Consiglio, che testualmente impone al pubblico
di 'astenersi da ogni manifestazione di assenso o dissenso dalle
opinioni espresse dai Consiglieri o dalle decisioni adottate dal
Consiglio".
La proposta Tei contro i tagli 'Patto
anche con le imprese per dare servizi ai
più deboli"
GROSSETO - "I tagli del Governo in campo sociale sono
politicamente infami, ma non posso accontentarmi della
denuncia, chiedo che il Consiglio individui alcune priorità
assolute per dare riposte a chi sta peggio". Lo ha detto Giancarlo
Tei (Psi) intervenendo in Consiglio mentre infuriava la polemica
sollevata dal Pdl sugli obiettivi centrati o meno
dall'Amministrazione Bonifazi. Tei ha fornito dati sicuramente
preoccupanti della situazione di alcune fasce sociali dell'area
socio-sanitaria grossetana. "Ci sono 2500 utenti ultra 75enni di
cui 1600 bisognosi di assistenza domiciliare e con 2300 nuove
domande". Di fronte a questi numeri per il consigliere socialista
"la denuncia non basta, serve una proposta. Individuiamo
insieme due o tre misure a cui dare priorità assoluta
impegnandoci a finanziarle anche facendo accordi con la città
privata. Se la Regione non avesse più la possibilità di mettere a
disposizione 60 milioni per venire incontro ai Comuni impigliati
nelle maglie del Patto di stabilità - ha concluso - avremmo
conseguenze disastrose".
Regione, «c’è anche un dirigente per gli
stalloni» Dossier sugli sprechi del
personale. Replica il presidente Rossi:
«Numeri sbagliati»
di SANDRO BENNUCCI
— FIRENZE —
IL CORVO è in gabbia. Però si sussurra che il suo «cra cra» sugli
scambi sessuali per far carriera in Regione, qualche effetto sui
prossimi concorsi potrebbe averlo. E ieri gli ha rubato la scena il
cavallo. Non sul piano strettamente sessuale: su quello della
riproduzione. Si è scoperto che chi ha la responsabilità degli
stalloni di proprietà regionale, e della produzione e distribuzione
del seme equino, guadagna 113mila euro l’anno. Questa spesa
figura fra le «voci» inserite nel corposo fascicolo di situazioni e
numeri diffuso ieri dalPdl su «spese e sprechi» della Regione.
Paolo Marcheschi, consigliere che segue da tempo il
funzionamento della «macchina», richiama l’attenzione sul
numero dei dirigenti, compreso colui che si occupa degli stalloni.
«Il 54% dei dipendenti della Regione Toscana sono dirigenti o
funzionari di alta professionalità», dichiara Marcheschi, seduto
al tavolo della conferenza stampa, insieme al capogruppo
Alberto Magnolfi (arrivato in ritardo perché intrappolato dagli
studenti in corteo), alla portavoce Stefania Fuscagni, a Stefano
Mugnai. Secondo il Pdl, i dirigenti regionali costano 12 milioni e
800 mila euro l’anno e il loro numero non aiuterebbe «la
macchina a muoversi meglio», ma la appesantirebbe «per la
confusione delle competenze».
Ancora Marcheschi: «Invece di prendersela col governo per il
taglio delle risorse, il presidente Rossi farebbe meglio a
considerare le cifre: cinque direzioni generali più l’avvocatura;
2.184 dipendenti, di cui ben 357 alle dirette dipendenze del
governatore, fra i quali brilla un’agenzia di comunicazione con
58 persone; 155 milioni di euro è il costo annuo delle agenzie
regionali, che hanno funzioni di doppione rispetto alla struttura
della giunta. Non basta: è frequente che le funzioni di dirigenti
regionali pagati lautamente (dai 110 mila ai 135 mila euro
l’anno) siano svolti anche da agenzie o addirittura appaltati
all’esterno attraverso costose consulenze». Pausa. Quindi
Marcheschi alza il dito accusatore: «La patologia è ancora più
evidente quando s’indaga come queste figure abbiano raggiunto
la posizione dorata senza adeguato curriculum o titolo di
studio... E’ ovvio che il Pdl non fa crociate contro i dipendenti,
anzi la nostra battaglia è fatta per valorizzare quelli che
dimostrano grande professionalità». Conclusione? Tutti
d’accordo, la Fuscagni, Magnolfi, Marcheschi e Mugnai nel dire
che «Rossi per essere credibile dovrebbe partire dalla riduzione
della sua macchina prima di razionalizzare le spese della
Regione come gli ha imposto il governo».
Irritata la replica del governatore. Che prima di tutto annuncia
di aver dato incarico all’avvocatura di prendere «tutte le
iniziative» per tutelare l’immagine della Regione nei confronti di
un settimanale che ha parlato di «Scandalo rosa nella regione
rossa», con riferimento alla «vecchia» lettera del corvo. Poi,
prendendo di petto i consiglieri del Pdl, Rossi attacca:
«Sviliscono la Regione per mascherare i loro problemi. Queste
sono solo bombe di ’distrazione’ di massa, tipiche del
berlusconismo e del suo dominio sui media. Riguardo ai
dirigenti, in tutto sono 135, meno del 5% di tutto il personale e in
costante diminuzione. Se aggiungiamo i 527 funzionari con
posizione organizzativa, che però non sono dirigenti, si arriva al
24%. Nemmeno la metà della percentuale sbandierata dal Pdl».
Rossi non parla di corvi e stalloni. Ma chissà, produzione e
distribuzione del seme equino potrebbe essere voce attiva del
bilancio.
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Settemila studenti maremmani sul
piede di guerra Il centro di Grosseto
invaso dagli alunni in rivolta No ai tagli
e alte privatizzazioni
GROSSETO - La Maremma si è unita al resto della Penisola
nella protesta nazionale contro la riforma dell'istruzione. Sono
stati più di 2mila (7mila in provincia), secondo gli organizzatori,
gli studenti di tutte le superiori della città che ieri mattina dalle
9,30, dopo un breve comizio, hanno sfilato lungo le vie del
centro storico accompagnati da slogan come "Diritto allo studio,
diritto al futuro", "Protesto. Propongo. Io non me ne frego" e
"Distruggono la scuola, ma non i nostri sogni". Non sono
mancati i tradizionali cori per invitare i passanti a unirsi al
corteo e ognuno sullo zaino o in bella vista sulla maglietta aveva
un adesivo con il volto del ministro dell'Istruzione, Mariastella
Gelmini barrato di rosso. Tuttavia lo sciopero non è stato
volutamente connotato dal punto di vista politico. Le uniche
bandiere sventolanti, infatti, erano quelle della Rete degli
studenti medi, che ha gestito la mattinata. Le proteste dei
ragazzi sono state chiare e hanno riguardato il diritto allo studio,
l'edilizia scolastica, la didattica, le privatizzazioni, i
licenziamenti, le discriminazioni e i finanziamenti. I tagli
"Manifestiamo contro i tagli della riforma - ha tuonato dal
megafono Marcello Rossi - che con 8 miliardi di euro in meno
hanno distrutto le nostre scuole, rendendole luoghi vuoti, privi
di una funzione sociale. Dicono che non ci sono soldi, ma poi
stanziano 23 miliardi di euro per l'apparato militare, 5 miliardi
per le grandi opere e 700 milioni l'anno per le scuole paritarie.
Di contro, le spese a carico delle famiglie quest'anno tra costo
dei libri arrivato a circa 400 euro a testa, dei trasporti, dei corsi
di recupero e delle attività extracurriculari hanno raggiunto cifre
esorbitanti. Perché' tutti quei soldi non vengono destinati a noi,
al nostro futuro e alle nostre vite? Chiediamo misure di sostegno
al reddito con un investimento di almeno 150 milioni di euro,
facilitando per tutti l'accesso all'istruzione per non tornare a
un'educazione soltanto per ricchi". L'edilizia scolastica Problemi
ci sono pure per le strutture: "Il 40 per cento degli edifici - ha
commentato Jacopo Baffigo - è stato costruito tra il 1940 e il
1974 e necessita di interventi urgenti, sebbene non ci sia denaro
nemmeno per la manutenzione ordinaria. Vogliamo che vengano
modernizzate le strutture, creati laboratori e palestre, mancanti
nel 45% dei plessi, e investiti 20 miliardi in 3 anni, affinché
nessuno debba più morire sotto le macerie di una scuola". Nel
mirino della protesta anche il nuovo sistema di valutazione
relativo al voto in condotta e all'accesso all'esame di maturità e
alle università a numero chiuso, che secondo i giovani è solo
un'operazione demagogica e non valorizza veramente il merito.
"La scuola che ci stanno lasciando - ha sottolineato Giulio Garosi
- ci dà sempre meno. Non abbiamo opportunità per il futuro,
però ci viene chiesto di pagare corsi di recupero e attività
integrative, di essere a posto con il saldo dei debiti a fine anno e
di fare attenzione alla roulette del voto in condotta e delle troppe
assenze. I nostri istituti non possono essere gestiti come aziende
in dissesto economico e il sapere non può essere considerato
come un capitolo di bilancio da tagliare per fare cassa". La
didattica La riforma delle superiori ha comportato in molti casi
riduzione delle sperimentazioni, cambiamenti negli indirizzi di
studio, riduzione di ore e, quindi, di materie: "Al magistrale - si è
lamentato Antonio Meacci - hanno sostituito l'indirizzo 'scienze
sociali' con quello di 'scienze umane'. Il risultato è che nel nostro
diploma non risulterà che abbiamo studiato diritto, quando
invece fa parte delle materie di valutazione. Questo riordino ha
comportato solo caos. Riteniamo che occorra abbandonare il
sistema delle lezioni frontali a favore delle nuove tecnologie,
sradicare l'idea che gli istituti tecnici e professionali siano scuole
di serie B, incentivare l'alternanza scuola-lavoro e alzare
l'obbligo scolastico a 18 anni". I diritti Un secco no è stato
espresso per privatizzazioni, licenziamenti e discriminazioni. In
particolare, gli studenti chiedono l'eliminazione del Comitato
scientifico che lascerebbe in mano agli imprenditori e ai privati
le scuole, una maggiore rappresentanza studentesca, insegnanti
preparati e con contratti a tempo indeterminato in modo da
garantire continuità alla didattica, integrazione di disabili e
immigrati: "La finanziaria - ha affermato Carlotta Simoni azzera le forme di sostegno agli allievi disabili e in più è stato
istituito un tetto del 30% per gli stranieri. Stanno eliminando le
classi e i ragazzi delle zone periferiche saranno costretti a fare
chilometri per studiare. Per non parlare delle condizioni precarie
in cui versano le università. Nonostante questo non molleremo,
poter prendere una laurea è un nostro diritto e ormai è diventata
una tappa obbligatoria della formazione per poter accedere a
percorsi realmente qualificanti". Insomma, per cambiare la
situazione ci vorrebbero un'istruzione libera, grazie alla quale
ognuno possa realizzare i propri sogni: "Potersi esprimere hanno gridato i manifestanti in coro - è il presupposto
fondamentale per un futuro svincolato dalle catene del
precariato, del lavoro nero, dello sfruttamento e dell'ignoranza.
Per questo pretendiamo che gli investimenti nei settori della
conoscenza vengano aumentati almeno al livello degli altri paesi
europei". Danila Ansaldi
La Maremma firma la "carta del
turismo"
SORANO - Il Touring Club Italiano Firma con i sindaci italiani
la "carta del turismo 10 e lode" e la Maremma diventa
protagonista con i comuni di Sorano e Pitigliano. E' stata
sottoscritta ieri la "Carta del Turismo 10 e lode" tra il Touring
Club Italiano, nella persona del Presidente Franco Iseppi, e circa
70 sindaci dei comuni riuniti nell'Associazione dei Paesi
Bandiera arancione, che in questa occasione hanno riaffermato il
loro impegno nella valorizzazione e nella difesa del patrimonio
culturale e paesaggistico del proprio territorio. Sono 174 le
località italiane insignite della Bandiera arancione, il marchio di
qualità che il Touring Club assegna ai piccoli borghi e ai centri
storici dell'entroterra che si distinguono tanto per il loro
patrimonio artistico, culturale e ambientale, quanto per la
capacità di garantire un'offerta turistica di qualità e
un'accoglienza speciale. Distribuiti in tutta Italia, i comuni
Bandiera arancione hanno aderito insieme alla sottoscrizione
della "Carta del turismo 10 e lode", un documento che vuole
suggerire alcune linee generali di comportamento che
rappresentano un concreto e quotidiano impegno per le
amministrazioni locali. L'intento è quello di focalizzare l'attività
amministrativa dei prossimi anni su 10 punti fondamentali per
lo sviluppo della qualità turistico-ambientale a beneficio non
solo dei territori interessati, ma anche dell'intero Paese. La
Giornata Touring 10-10-10, che si svolgerà
contemporaneamente nei borghi certificati con la Bandiera
Arancione, coinvolgerà i seguenti comuni di Pitigliano e Sorano
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Rassegna Stampa - Comune di Castiglione della Pescaia