Agri Lodi
AGOSTO 2011
DATI METEO ............................................... 1
VISITA
AI CAMPI VARIETALI DI MAIS
RIAPERTI
I TERMINI DEL PROGRAMMA DI ATTUAZIO-
NE DELLA DIRETTIVA NITRATI
ENTRO
IL
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SETTEMBRE VANNO PRESENTATE LE
DOMANDE PER I CORSI DI FORMAZIONE
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GLI STRUMENTI DELLA MEMORIA: “EL VOLTAFEN” .. 3
ISTANTANEA DELL’IMPRENDITORIA AGRICOLA LODIGIANA ........................................................ 3
CORSO
“MULTI.................................. 4
DI FORMAZIONE PER LE AZIENDE
FUNZIONALI” LODIGIANE
IN UN ANNO 18 IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA ... 5
DATI METEO (1-31 LUGLIO)
ƒC
T min ((°C)
T max ((°C)
mm
25,0
pioggia (mm)
35,0
30,0
20,0
Mese
I tecnici del CRA della sezione di Bergamo che
parteciperanno alla giornata, insieme ai tecnici
di ARPA Lombardia esperti di agrometeorologia,
esporranno le caratteristiche quali-quantitative
degli ibridi di mais in prova in relazione anche
all’andamento meteorologico dell’annata agraria.
Otto i nuovi ibridi presenti nelle prove varietali di
quest’anno: SY SINCERO (Classe FAO 500);
SNH8605 - MAS 70.F - DKC6815 - KALIPSO - LG
30.681 - KAROLAS (Classe FAO 600); GDM757
(Classe FAO 700). A questi si aggiungono gli
altri ibridi, già testati nelle passate stagioni: NK
FAMOSO - CONSUELO (Classe FAO 500);
PR32F73 - PR32G44 - CARELLA (Classe FAO
600); PR31D24 - P1758 (Classe FAO 700). Il
campo varietale è situato sulla S.P. 107 LodiOssago, chi arriva da Lodi dovrà prendere la
stradina sterrata sulla destra poco prima del
distributore TOTAL. Tutti gli interessati sono
invitati all’evento.
Come da consuetudine, alla conclusione dei
lavori sarà offerto un gustoso rinfresco.
RIAPERTI I TERMINI PER LE ISTANZE DI ADESIONE
AL PROGRAMMA STRAORDINARIO DI ATTUAZIONE
25 0
25,0
15 0
15,0
20,0
15,0
10 0
10,0
10 0
10,0
5,0
5,0
50
0,0
,
0,0
,
1-10 lug
11-20 lug
21-31 lug
Media dei dati rilevati dalle capannine di Lodi, Cavenago
d’Adda e Sant’Angelo Lodigiano (fonte ARPA).
VISITA AI CAMPI VARIETALI DI MAIS
Il giorno 8 settembre 2011 alle ore 16,00 si terrà,
presso l’azienda agricola Franciosi Carlo di
Ossago Lodigiano (C.na Scapadina), la consueta
visita alle prove di confronto varietale di mais,
allestite dal Dipartimento Agricoltura e Ambiente
Rurale della Provincia di Lodi. L’attività fa parte
del “Progetto Grandi Colture”, istituito e finanziato
da ERSAF e da Regione Lombardia.
DELLA DIRETTIVA NITRATI
A partire dal 16 agosto scorso e per i 60 giorni
successivi sarà possibile presentare presso gli
uffici provinciali competenti per territorio le istanze per il finanziamento di progetti di investimento
finalizzati al contenimento del carico d’azoto prodotto attraverso l’ammodernamento delle strutture di stoccaggio connesse alla realizzazione di
impianti agroenergetici.
Nello specifico le tipologie di intervento finanziabili saranno le seguenti:
1) Impianti agroenergetici in abbinamento a impianti per la valorizzazione/contenimento dell’azoto che comprendano la copertura degli stoccaggi realizzati a livello di singola azienda o in
forma associata;
2) Impianti per la gestione comprensoriale degli
effluenti di allevamento: impianti agroenergetici
in abbinamento a impianti per la valorizzazione/
contenimento dell’azoto, ivi compresa la coper-
www.provincia.lodi.it
tura degli stoccaggi, che prevedono la gestione
degli effluenti a livello territoriale;
3) Integrazione di impianti agroenergetici esistenti: potenziamento impianto, copertura di stoccaggi, realizzazione di impianti per la valorizzazione/
contenimento dell’azoto;
4) Impianti energetici a fonti rinnovabili e/o impianti per la valorizzazione/contenimento dell’azoto,
funzionali al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale delle attività zootecniche.
In connessione alle prime 3 tipologie di intervento
sopraelencate sono ammissibili a finanziamento
anche:
a) strutture di stoccaggio dei liquami, comprensive delle coperture, non direttamente finalizzate
alla produzione energetica (stoccaggi finali);
b) impianti per la valorizzazione/contenimento
dell’azoto;
c) opere accessorie per la movimentazione degli
effluenti, incluse le reti di adduzione all’impianto
e di redistribuzione al campo per utilizzazione
agronomica;
d) macchine e attrezzature per la distribuzione
degli effluenti di allevamento a fini di utilizzazione agronomica che assicurano elevata efficienza
fertilizzante ed elevata sostenibilità ambientale
(iniezione diretta e/o contestuale interramento).
L’importo dell’investimento ammissibile a finanziamento va da un minimo di € 100.000 ad un
massimo di € 4.000.000 per programmi presentati da aziende singole e di €. 6.000.000 per quelli gestiti in forma associata. L’intensità dell’aiuto
concesso varia dal 10 al 20%, in maniera inversamente proporzionale alla potenza massima
installata, per quanto riguarda gli impianti agro
energetici, mentre è fisso al 40% per quanto concerne la parte di programma ascrivibile agli investimenti non direttamente collegati alla produzione di energia (di cui alle lettere a, b, c, d).
Gli aiuti verranno concessi solo sotto forma di
concorso al pagamento degli interessi alle aziende agricole, mentre Comuni e Consorzi di Bonifica potranno optare anche per la concessione in
conto capitale.
I tempi per la realizzazione degli investimenti previsti sono fissati in 18 mesi a decorrere dalla data
della comunicazione di ammissione a finanziamento e per analogo periodo di tempo rimarranno valide le domande ammissibili ma non finanziate per carenza di risorse.
Il testo del decreto con le norme attuative e la
modulistica per l’inoltro delle istanze è pubblicato sul BURL n. 33 (serie ordinaria) del 16 agosto
2011.
ENTRO IL 15 SETTEMBRE VANNO PRESENTATE
LE DOMANDE PER IL FINANZIAMENTO DEI CORSI
DI FORMAZIONE
Chiude il 15 settembre il periodo utile per
presentare la domanda di contributo ai sensi della
misura 111 del Piano di Sviluppo rurale (PSR)
per le azioni da realizzare nel corso del 2012. Si
ricorda in proposto che la misura 111 promuove
la formazione, l’informazione e la diffusione della
conoscenza presso gli operatori agricoli.
L’istituto contributivo prevede diversi campi
d’intervento a sostegno di iniziative promosse
a favore del sistema rurale. Tra esse, sul fronte
della formazione, si annovera la possibilità di
organizzare corsi brevi, di durata compresa
tra le 6 e le 30 ore di didattica, mentre sul
fronte dell’informazione la misura in oggetto è
stata spesso utilizzata per produrre opuscoli e
pubblicazioni di vario genere a contenuto tecnicodivulgativo.
L’intervento contributivo assume una certa
rilevanza soprattutto in relazione alla possibilità
di utilizzare le risorse regionali per organizzare
corsi di formazione propedeutici al rilascio
dell’autorizzazione all’acquisto e all’uso dei
fitofarmaci: il cosiddetto “patentino”. Si tratta di
corsi dalla durata di 15 ore d’attività didattica, la
cui frequenza è obbligatoria per quegli operatori
che, essendo nella necessità di maneggiare
fitofarmaci, non possono ottenere il patentino
senza dover frequentare corsi e sostenere il
conseguente esame. Si ricorda a tal proposito
che la dispensa al corso ed all’esame riguarda
coloro che sono in possesso di un titolo di studio
di indirizzo agrario.
La misura 111 può finanziare i costi sostenuti
dai soggetti organizzatori dei corsi, purché
detti soggetti siano degli enti di formazione
professionale accreditati presso la Regione
Lombardia. Tipicamente tali enti, per quanto
concerne la formazione in campo agricolo, si
identificano con le associazioni di categoria.
La misura in oggetto esclude, invece, dal lotto
dei beneficiari dei contributi le Amministrazioni
provinciali che, nel caso di Lodi, tradizionalmente
organizzavano i corsi per i patentini.
In realtà l’Amministrazione provinciale di Lodi,
a fronte di una necessità di formazione che si
Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente
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è costantemente manifestata sul territorio, ha
continuato a organizzare dei corsi per i patentini,
accollandosi interamente la spesa. La riduzione
delle disponibilità finanziarie che stanno colpendo
le provincie rischia però di mettere in forse la
possibilità di proseguire nel futuro l’erogazione di
un simile servizio.
L’invito, pertanto, che ci permettiamo di rivolgere
da queste pagine alle Associazioni di categoria del
mondo agricolo attive sul nostro territorio è quello
di farsi parte diligente presentando dei progetti
d’intervento ai sensi della misura 111 del PSR
specificatamente indirizzati all’organizzazione
di corsi propedeutici al rilascio dei patentini per
i fitofarmaci.
GLI STRUMENTI DELLA MEMORIA: VOLTAFIENO A
FORCHE, CON TRAINO EQUINO “EL VOLTAFEN”
Tra le prime grandi innovazioni tecnologiche,
introdotte dalla meccanizzazione agricola,
troviamo il cosiddetto “voltafieno a forche”
ovverosia lo spandifieno meccanico, a trazione
equina, chiamato in linguaggio locale “Voltafen”.
La macchina, alla sua comparsa, venne salutata
come una strabiliante innovazione tecnologica
proveniente, al pari di tante altre attrezzature,
dall’America. In quei territori di frontiera, infatti,
sin dalla metà del XIX secolo il voltafieno era
entrato in servizio sulle ali di un grande sviluppo
agricolo che tendeva ad adottare procedure quasi
“industriali” nei processi produttivi, nel tentativo di
ridurre il ricorso al lavoro manuale. Le condizioni
ambientali, ossia la presenza di ampie campagne
ed una cultura vocata all’innovazione facevano
dell’America il contesto ideale per introdurre nelle
pratiche agricole nuovi apparati tecnologici.
La relativa “leggerezza” dell’attrezzo e lo scarso
attrito provocato dagli apparati meccanici che
producevano il lavoro richiesto necessitavano
l’applicazione di una modesta forza motrice tanto
che il voltafieno era trainato da un solo cavallo.
All’incedere della macchina era associato il
moto di leve ed ingranaggi accoppiati, collegati
alle ruote, che nel procedere inducevano un
movimento verticale alternativo a sei forche
(a tre o quattro denti) finalizzato a spandere
meccanicamente il fieno o l’erba appena tagliata,
sollevandola da terra per poi lasciarla ricadere in
un soffice tappeto.
Le prime apparizione del voltafieno nel mondo
agricolo lodigiano risalgono all’inizio del 1900,
anche se la maggiore penetrazione è avvenuta
nel periodo tra le due guerre, pur rimanendo
in auge, in molte aziende locali, per diverse
motivazioni, ancora lo spaglio manuale, eseguito
con bastone.
Tra le marche più importanti di voltafieno a forche
ricordiamo: il voltafieno “Aquila” della ditta Franz
Richter di Dobeln, rappresentata in Italia dagli
ingegneri Sessa, Trona e Bertuzzi di Milano; il
voltafieno “Ambrosiano” della Casa J. U. Aebi di
Burgdorf, rappresentata in Italia dalla Bale Edvards
di Milano; il mezzo della Casa Walter Wood
rappresentata in Italia da A. Laviosa di Piacenza;
la macchina americana “Champion”, importata e
commercializzata dalla Ditta Carrara di Genova;
il voltafieno (anche lui americano) “Columbia”
della casa D. M. Osborne di Aubur (New Jersey),
rappresentata in Italia dall’Ingegner Farina di
Verona e il “Massey-Harris” della Casa MasseyHarris di Toronto (Canada), rappresentata in Italia
dalla ditta G. Secondo di Verona.
Voltafieno a forche - Testo e immagine conferiti dall’Arch.
Giacomo Bassi.
UNA “ISTANTANEA” DELL’IMPRENDITORIA
AGRICOLA LODIGIANA
Chi c’è a capo delle aziende agricole lodigiane?
Un unico comandante? Un pool familiare collettivamente impegnato dall’esercizio d’impresa?
Una donna?
Abbiamo interrogato l’archivio SIARL (Sistema
Informativo Agricolo Regione Lombardia) in cerca di risposta. L’indagine, non nuova poiché già
effettuate nel 2006 in occasione del Piano Agricolo Triennale, ha riguardato 1.413 imprese, ossia oltre il 90% di quelle che risultano avere sede
legale in provincia di Lodi ed al contempo avere
in disponibilità del terreno e/o degli animali d’interesse zootecnico. Sulla base dei sopramenzio-
Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente
3
nati criteri di selezione, sono state esaminate le
posizioni di 2.230 operatori attivi in veste di titolari
o contitolari nell’ambito del settore produttivo rurale lodigiano.
Ne è scaturita una fisionomia della classe imprenditoriale locale abbastanza interessante.
Oltre il 50% delle imprese agricole del nostro
territorio (754 sulle 1.413 indagate) risultano condotte da un unico titolare di sesso maschile. Potremmo, in questo caso, parlare a pieno titolo di
“un uomo solo al comando” giusto per prendere
a prestito una frase celebre dell’epopea ciclistica.
Dobbiamo prendere atto però, che in terra lodigiana non risulta infrequente anche la situazione
di “una donna sola al comando”. Sono ben 173 le
imprese lodigiane (si tratta dell’11,5% del totale)
condotte da imprenditrici che assumono in loro
l’intera responsabilità della conduzione.
Le altre aziende agricole locali sono condotte per
quasi il 20% da due figure imprenditoriali (nella
maggior parte dei casi riconducibili alla stessa
famiglia imprenditoriale) e per il 9% dei casi da
un pool di tre imprenditori. Solo in 72 casi (corrispondenti a circa il 5% del campione indagato) la
titolarità è riconducibile a più di 3 persone.
L’imprenditoria rurale può definirsi, nel migliore
dei casi, ricca d’esperienza. L’età media dei titolari d’impresa, infatti, risulta essere pari a 55,2 anni.
Questa età si innalza nei casi di imprese condotte
da un unico imprenditore o imprenditrice, poiché
raggiunge, nel primo caso, la soglia dei 58 anni,
mentre, nel caso di impresa condotta al femminile, l’età media arriva al traguardo dei 60 anni.
C’è da rilevare che il cambio generazionale al comando delle imprese agricole continua ad essere
difficoltoso. La stessa indagine condotta 5 anni fa
aveva certificato un’età media dell’imprenditoria
rurale lodigiana attestata sui 55,6 anni. Ciò sta
a significare che un certo ricambio generazionale è intervenuto, ma sta procedendo con molta
cautela.
Allo stato attuale i giovani imprenditori (con età
inferiore ai 40 anni) che operano in provincia di
Lodi rappresentano complessivamente solo il
18% di quelli complessivamente attivi.
CORSO DI FORMAZIONE SU ATTRATTIVE E TRADIZIONI DEL TERRITORIO PER LE AZIENDE “MULTIFUNZIONALI” LODIGIANE
Si svolgeranno il 14 ed il 15 settembre prossimi le
due giornate formative relative al corso di formazione, intitolato “Il Lodigiano: Storia, Arte e Terri-
torio” e destinato a fornire agli operatori lodigiani
del turismo rurale gli elementi di conoscenza per
la promozione del territorio che consenta loro di
ampliare ed integrare il servizio normalmente rivolto all’utenza.
Lo scopo dell’iniziativa, organizzata dal Dipartimento Agricoltura della Provincia, è quello di fare
in modo che agriturismi, fattorie didattiche e, più
in generale, tutte le realtà rurali potenzialmente a
contatto con il turista, siano dotate degli strumenti
necessari ad illustrare le peculiarità del territorio
provinciale in modo da creare una vera e propria
rete di promozione veicolo di informazioni univoche riguardanti le attrattive artistiche, naturalistiche e gastronomiche.
I seminari saranno tenuti, presso la sede dell’Amministrazione Provinciale di via Fanfulla a Lodi,
dall’architetto Giacomo Bassi che, durante il primo giorno, affronterà il tema delle bellezze architettoniche e naturalistiche effettuando contestualmente approfondimenti dedicati ai beni minori
situati nei pressi delle aziende dei partecipanti.
Nella giornata conclusiva, lo stesso Bassi, si produrrà, invece, in un excursus storico sull’origine
del Lodigiano e dei prodotti della sua terra. Gli
stessi prodotti che, in maniera semplice o inseriti
in preparazioni un po’ più elaborate, saranno destinati alle tavole della Rassegna Gastronomica,
alla quale per la prima volta saranno ammessi a
partecipare gli agriturismi (solo se certificati Lodigiano Terra Buona).
A questo proposito si precisa che l’appuntamento
formativo di cui si sta dando conto, oltre a rientrare tra gli obblighi formativi delle fattorie didattiche,
costituisce un adempimento obbligatorio anche
per le aziende aderenti al disciplinare della multifunzionalità “Lodigiano Terra Buona”.
Ad inizio corso verrà distribuita ai partecipati una
dispensa strutturata in tre parti riguardanti gli
argomenti principali: Storia e Tradizione, L’agricoltura e i suoi Prodotti, Arte e Architettura che
ciascun operatore potrà lasciare in consultazione
alla propria clientela.
Si elencano infine gli agriturismi certificati presso
i quali dal 16 settembre al 2 ottobre si potranno
gustare i menu della Rassegna Gastronomica:
- Le Cascine di Terranova dei Passerini
- Isolone di San Rocco al Porto
- San Gabriele di Caselle Lurani
- Gualdane di Lodi Vecchio
- Luna di Marudo
Per informazioni più dettagliate sull’evento consultare il sito: www.rassegnagastronomica.it.
Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente
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IN UN ANNO AUTORIZZATI 18 IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA IN PROVINCIA DI LODI
La Provincia di Lodi, a partire dal mese di maggio
dell’anno scorso e fino a giugno di quest’anno,
ha autorizzato la costruzione e l’esercizio di 18
impianti fotovoltaici a terra per la produzione di
energia elettrica.
Si tratta di impianti costituiti da moduli ubicati
al suolo che sfruttano la capacità di alcuni materiali semiconduttori, prevalentemente silicio,
di convertire l’energia della radiazione solare in
energia elettrica in corrente continua; i principali
vantaggi della tecnologia fotovoltaica si possono
riassumere in assenza di emissioni inquinanti, risparmio di combustibili fossili, costi di esercizio e
manutenzione ridotti al minimo.
Il fotovoltaico ha avuto un vero e proprio boom
anche in provincia di Lodi per effetto dei programmi di incentivazione della produzione di elettricità
da fonti energetiche rinnovabili: impianti fotovoltaici sono stati così realizzati in diversi comuni, da
Boffalora a San Rocco, da Valera Fratta a Turano
a Maleo.
Complessivamente in provincia di Lodi sono stati
autorizzati impianti per una potenza complessiva
di 22 megawatt. Una parte delle richieste di autorizzazione è stata presentata da imprese agricole, talvolta già dedite alla produzione di energia
rinnovabile, mentre la parte rimanente è pervenuta da altre imprese: nel primo caso come nel
secondo, l’energia prodotta sarà ceduta alla rete
di distribuzione.
Dei 18 impianti autorizzati, 15 sono ubicati in area
agricola e 3 in ambiti a destinazione diversa: tra
questi ultimi spicca il maxi parco fotovoltaico da
5,97 megawatt che sorgerà a San Fiorano sui
terreni della ex base NATO.
I progetti ubicati in aree agricole sono stati approvati a Maleo (3 impianti), San Rocco al Porto (2
impianti), Borgo San Giovanni, Lodi Vecchio, Valera Fratta, Turano Lodigiano, Casalpusterlengo
(2 impianti), Livraga, Santo Stefano Lodigiano,
Boffalora d’Adda, Sant’Angelo Lodigiano: complessivamente gli impianti autorizzati occupano
oltre 30 ettari di terreno agricolo.
Tutti i progetti approvati prevedono la posa dei
pannelli solari fotovoltaici sulla superficie del terreno mediante una struttura composta da profili in
acciaio o alluminio ancorata al suolo tramite pali
infissi direttamente nel terreno tramite battipalo a
percussione o mediante trivellazione, senza cioè
bisogno di realizzare fondazioni in calcestruzzo
se non in circostanze particolari. I pannelli fotovoltaici sono rivolti a sud e solitamente inclinati
di circa 30° rispetto all’orizzontale: fa eccezione
il progetto di un campo fotovoltaico sito nel comune di Casalpusterlengo, nel quale i moduli
fotovoltaici saranno installati su strutture ad inseguimento monoassiale Est-Ovest per ottenere un
incremento dell’energia elettrica prodotta rispetto
ad impianti convenzionali.
Dal punto di vista della occupazione di suolo agricolo, è bene sottolineare che si tratta di impianti
con una vita utile media di 20-25 anni e che le imprese autorizzate si impegnano a provvedere alla
dismissione degli impianti fotovoltaici e allo smaltimento dei materiali dismessi una volta conclusa
la vita utile degli impianti stessi e al ripristino dei
siti in condizioni analoghe allo stato originario, per
cui l’occupazione di aree idonee alla coltivazione
è solo temporanea.
Onde assicurare la conservazione della fertilità dei suoli interessati dalla posa dei pannelli e
garantire il loro reale recupero a un uso agricolo
tradizionale, ai soggetti autorizzati dalla Provincia di Lodi è fatto obbligo seminare e mantenere nel tempo, secondo la buona pratica agricola,
una copertura vegetale su tutta la superficie dell’area di impianto e monitorare, attraverso analisi
cadenzate nel tempo, l’evoluzione dei principali
parametri del terreno.
Benché il boom del fotovoltaico si sia almeno
momentaneamente concluso, a tutt’oggi sono
aperti 5 nuovi procedimenti di autorizzazione di
altrettanti impianti per una potenza complessiva
di 2,97 megawatt.
COME RICEVERE AGRILODI MESE
Il Bollettino AgriLodi Mese è prodotto in un
numero limitato di copie, reperibili presso
il Dipartimento Agricoltura ed ambiente rurale.
La divulgazione avviene principalmente a
mezzo posta elettronica.
La pubblicazione, infatti, viene inviata a
tutti coloro che ci segnalano il proprio indirizzo mail.
È possibile consultare AgriLodi Mese anche tramite Internet, scaricandone una copia direttamente dal sito del Dipartimento
Agricoltura ed ambiente rurale della Provincia di Lodi all’indirizzo: http://www.agri-
coltura.provincia.lodi.it
Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente
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