SOMMARIO
Rivista trimestrale della società
nazionale degli operatori della
prevenzione
NUMERO 33
aprile 1995
Autorizzazione Tribunale di Milano
n. 416 del 25/7186
Direttore respons.: Giancarlo D'Adda
Direttore: Laura Bodini
Vicedirettore: Alberto Baldasseroni
Prog - grafico e disegni: R. Maremmani
Redazione: Milano, via Mellerio 2
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Proprietà - Editore
Snop - Società nazionale
via Ciamician. 2 -Bologna
EDITORIALE
Giornate dense
di Laura Bodini
CORSIVO
Pensieri rarefatti
di Giallolimone
LETTERE
Guardare il futuro
di Giuseppe Leocata
CONTRIBUTI
Finalmente
di Ettore Brunelli
Consilium conca amianturn
di Franco Carnevale
EUROPEAN OUTLOOK
INIZIATIVE SNOP
Istantanee del riordino
di Francesco Garufi
e Fulvio Longo
Direttiva cantieri
di Flavio Coato
La parola agli operatori
di Luigi Salizzato
Cee e cave
ct Roberto Pattarin
Organising the change
ct Graziano Frigeri
Forum
LE NOTIZIE
L'Inail ci prova
Cronache dall'Europa
di Alberto Baldasseroni
Le streghe son tornate
DOC
Risultati Asp
di Celestino
Emanuela Bellotto,
Alberto Acqua e Ivo Daga77ini
IN POLTRONA
In copertina
3
"Per 80 centesimi" , (partic.), olio su tela,
Angelo Morbelli 1893-1895.
Civico Museo Borgogna, Vercelli.
4
Newsnop
Ammiriamo questa volta il bel dipinto di
Morbelli sul lavoro delle mondine, un dipinto di denuncia sociale eseguito giusto
un secolo fa, quando pare che una grave
crisi economica colpisse le attività agricole. Come dice il titolo il problema era
legato essenzialmente al fatto che bisognava lavorare molto per una paga piuttosto bassa. E incredibile come in soli cento
anni la vita possa cambiare così tanto nei
suoi aspetti fondamentali. In ricordo di
quella crisi e di quella fatica illustreremo
una parte di questo numero della rivista
con le mani, il più antico degli strumenti di
lavoro.
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I1
14
Sportello informazioni Snop
presso l'Istituto Ambiente Europa
via P. Finzi, 15 - 20126 Milano
Te]. 02/27002662
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l ' indirizzo a cui spedire la rivista.
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Dallo statuto SNOP
Art. I - E costituita l'associazione
denominata "Società Nazionale Operatori
della Prevenzione". in sigla SNOP, con
finalità scientifiche e culturali e con
l'obiettivo di:
- promuovere conoscenze ed attività che
sviluppino la prevenzione e la tutela del
benessere psicofisico dei lavoratori e della
popolazione in relazione ai rischi derivanti
dall ' attività produttiva:
- sostenere l'impegno politico e culturale per
lo sviluppo di un sistema integrato di servizi
pubblici di prevenzione negli ambienti di vita
e di lavoro, finalizzato alla rimozione dei
rischi derivanti dalle attività produttive;
- favorire lo scambio di esperienze e
informazioni fra gli operatori ed il confronto
sulla metodologia ed i contenuti dell'attività
per raggiungere l'omogeneità delle modalità
di intervento e della qualità di lavoro a
livello nazionale;
- promuovere un ampio confronto con le
istituzioni. le forze sociali e le altre
Associazioni scientifiche su questi remi;
diffondere l'informazione e la cultura della
prevenzione.
PER I SOCI SNOP
Le quote soc ial i (ferme dall' 85) sono cambiate per il 1995:
60.000 (sessantamila)
socio ordinario
socio sostenitore 100.000 (centomila)
GIORNATE DENSE
di Laura Bodini
IN QUESTO
NUMERO
1 primi giochi sono stati fatti sull'assetto
istituzionale nelle varie regioni e con i
decreti di recepimento delle direttive CEE
su ambiente e sicurezza, per tacere sulla
revisione delle norme sanzionatorie, la
rivoluzione avanza.
In Forum un primo dibattito sull'informazione pubblica quando succede un piccolo
o grande disastro ambientale.
Un aggiornamento sui Decreti sulle "altre" direttive (edilizia e cave).
Buona primavera.
SUL PROSSIMO
NUMERO
Operazione (Dipartimenti di) prevenzione
di Fulvio Longo e Francesco Garufi
Osservatorio direttive CEE e decreti
di Susanna Cantoni
Forum sulla prevenzione (2)
Un piano sulle acque
di Antonio Onnis
SNOP - CNA - ISPESL
626 e artigianato
di Giorgio Bollini e Laura Bodini
Malgrado mi avvicini a lunghi e lenti passi
al mezzo secolo, devo confessare che per
ora l'impatto quotidiano con il nuovo Decreto 626 mi ha ridato un certo entusiasmo
al lavoro. Quel "ritorno al futuro" di cui si
parla in altra parte di questo numero di
Snop. A parte la fatica di cambiare voce
per negarmi al telefono alle proposte di
partecipare all'ennesimo convegno e l'aria
melliflua per ottenere dal centro - stampa
dell'Azienda Usl le fotocopie del Decreto,
dei sinottici del Manuale di Ambiente e
Lavoro, del repertorio sugli indirizzi di
riferimento per le soluzioni, dei materiali
di Legnano sulle macchine utensili, mi
sembra che si sia innestata una marcia in
più. Questo "primo" ciclone legislativo unito al matrimonio (non sempre consumato) con altri servizi di prevenzione nelle
nuove Aziende Usl, sta permettendo letture comuni tra vecchi e nuovi colleghi, reti
di comunicazione, cartelline colorate ove
riporre materiali per comparti (schede tipo
di valutazione, bonifiche vecchie e nuove,
protocolli di sorveglianza sanitaria e ambientale), lunghe ore passate al computer
per inserire banche, supermercati, parrucchieri, aziende di nettezza urbana, dentisti,
termoidraulici, insomma la maggioranza
dei luoghi di lavoro del territorio che generalmente avevamo sino ad ora disdegnato.
Stimolanti incontri con i nuovi direttori
generali di aziende Usl, sindaci, direttori
di banca e di catene di supermercati,
associazioni artigiane, Camere del Lavoro
che credevamo chiuse, medici competenti
travolti da richieste di lavoro, delegati
volonterosi, imprenditori esasperati.
E poi i mille dubbi: quante e soprattutto
quali nuove aziende avrebbero dovuto già
applicare il Decreto? Quali iniziative di
informazione organizzare? I registri degli
eventi accidentali ci devono essere o occorre imporli con disposizioni? Come avvisare i medici dell'obbligo di segnalare
meglio i tumori professionali sentinella ?
"Movimentazione dei carichi", quando
valutare numericamente e dove trovo esempi di ausili di movimentazione? Ma noi
sappiamo fare formazione oppure la sa
fare solo l'onnipresente Stefano Beccastrin i ?
A rassicurarmi, le telefonate pluriquotidiane con Susanna Cantoni "madre di tutte
le direttive" e Rino Pavanello infaticabile
"testimoniai unico" per il mondo dei massmedia dal Sole 24 Ore al Manifesto, da
Italia Oggi al TG3, dall'Unità al Corriere
della Sera, uno degli esempi più antichi di
par-condicio.
L'impressione che insomma abbiamo (spero) tutti è la mancanza di noia. Dopo l'in-
digestione di ingegneria istituzionale, oggi
ci troviamo comunque di fronte a qualcosa
di diverso da prima. Tutto sta infatti cambiando: servizi che si uniscono, situazioni
nuove da studiare, dipartimenti di prevenzione e distretti che s'avviano, leggi che
nascono come funghi, direttori generali
che sventolano editti sui carichi di lavoro,
giornali e televisioni che martellano sulla
salute e sicurezza, agenzie regionali che
fanno qualche primo incerto passo.
Autocertificazioni, sistemi informativi più
solidi, programmi di dipartimento, archivi
bonifiche, indicatori di attività, valutazione del rischio, informazione e formazione.... si sono (re) inseriti a forza nel
nostro lavoro quotidiano. Ecco che allora
per i più informati stanno venendo utili i
materiali del nostro Convegno di Bussotengo, se vogliamo parlare di indicatori di
qualità per i servizi di prevenzione o gli
Atti sul Terziario arretrato perché finalmente dovremo pur occuparci di supermercati, aziende di igiene urbana o di
cimiteri. I manuali di Ambiente e Lavoro
sono su tutti i tavoli. Il documento sul
Decreto 626 del Coordinamento delle Regioni, a cui i singoli operatori Snop - doc
hanno dato un decisivo contributo, pone
con chiarezza i temi della "riconversione
informativa" dei servizi di prevenzione.
Ma come farlo capire ai nostri nuovi direttori generali?
Il Decreto 758 di modifica delle norme
sanzionatorie - aldilà delle difficoltà organizzative nella nostra cronica scarsità di
risorse (forse, ad esempio, era meglio lasciare alle cancellerie la riscossione delle
multe) - è coerente con quanto avevamo
affermato nelle tre iniziative torinesi dell'Osservatorio tra operatori della prevenzione e operatori della giustizia. La centralità dei servizi nella programmazione dei
controlli, l'obbligatorietà delle prescrizioni e della comunicazione alla Autorità
Giudiziaria, la necessità non "burocratica" ma autenticamente preventiva delle
verifiche. Questi i cardini di questo Decreto che giudichiamo positivo. E importante
interpretare a fondo lo spirito preventivo
delle nuove norme, tese a privilegiare la
rimozione dei problemi, piuttosto che la
semplice azione punitiva, sfruttando al
massimo le potenzialità offerte dalle nuove procedure. Questo deve essere di stimolo ad operare con la massima e interdisciplinare professionalità nel rilevare i problemi e valutare la congruenza delle soluzioni messe in atto. Standard di riferimento per comparti, banca dati bonifiche su
Internet, linee guida e centri di documentazione regionali: a questo dobbiamo puntare.
Ma non solo il campo della salute e sicurezza sul lavoro è scosso dalle fondamenta, tutti i campi della prevenzione sono in
pieno terremoto. Cito dall' ottimo Magrelli
al recente Convegno Snop - Lazio e
2
Legambiente "Dal marzo del 1994 sono
stati emanati 5 decreti legge di modifica
non marginale della disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli
insediamenti civili, altri 5 decreti (e relative norme tecniche) su il riutilizzo dei
residui derivanti da cicli di produzione o
di consumo, nonché in materia di smaltimento dei rifiuti. Sono stati modificati i
settori di vigilanza sugli alimenti e il Decreto Seveso sui grandi rischi. Così ogni
due mesi in qualche ponderoso decreto
omnibus, accanto agli interventi per la
salvaguardia della torre di Pisa, per l'ammodernamento del porto di Ancona ...vi
sono notizie varie di differimento di termini per catasto rifiuti, per gli scarichi dei
frantoi oleari, per il rilascio della certificazione prevenzione incendi, per l'adeguamento degli impianti elettrici, di
riscaldamento, alle norme di buona tecnica ai sensi della legge 46/90.
Al punto di dire che l'arrivo della Gazzetta
Ufficiale rappresenta oramai uno dei momenti più stressanti ed impegnativi della
giornata di lavoro dell ' operatore della
prevenzione...".
Le leggi sulla trasparenza e sulla semplifi-
cazione degli atti nella Pubblica Amministrazione non sembrano purtroppo ancora
incidere significativamente nel nostro lavoro. Questo dovrà invece diventare un
obiettivo su cui occorrerà lavorare in tutti
i dipartimenti di prevenzione per migliorare la qualità del lavoro, perché i servizi
siano accessibili, non si impongano pratiche e autorizzazioni vessatorie, perché si
accettino autocertificazioni e gli utenti clienti siano informati correttamente. D'altra parte come più volte sottolineato la
tendenza delle direttive europee sia in campo ambientale che della sicurezza nel lavoro è la massima responsabilizzazione
dell'impresa e non quella spesso deresponsahilizzante del "bollo" (autorizzazioni magari una volta per tutte) della
Pubblica Amministrazione.
Numerose in questi mesi in tutta Italia le
iniziative Snop che hanno felicemente tentato di "fare parlare gli operatori sul significato di fare prevenzione oggi", ma anche
di "ascoltare i testimoni privilegiati del
nostro lavoro": imprenditori, lavoratori,
ambientalisti, cittadini (sempre e solo?)
consu oratori. La sfida pubblico - privato ci
deve vedere non alla rincorsa di prestazio-
ni inutili ma più "efficienti", ma capaci di
proposte rivoluzionarie e coerenti con gli
obiettivi dei servizi di prevenzione: migliorare la qualità della vita e del lavoro,
della informazione nei vari campi.
Dopo l'alluvione legislativa, non possiamo più nascondere la necessità di formazione "nostra" per tutte le aree e per tutte le
figure professionali della prevenzione: si
parli di prelievi di alimenti, di valutazione
del rischio odi comunicazione di dati. La
Consulta Interassociativa per la Prevenzione sta riprendendo finalmente il suo
gruppo sulla formazione e il punto di partenza è ancora la "vecchia", ma mai superata "bozza Volturo". Nella circolare delle
Regioni sull'applicazione del 626 si parla
anche di Scuole regionali di prevenzione
ed era ora, perché non è possibile che
l'offerta formativa sia solo quella costosissima privata, quasi sempre distante dai
nostri bisogni.
Messi all'angolo dai risultati del referendum sulle competenze ambientali, operatori operosi ma silenziosi anche nelle settimane del colera e dell'amianto, delle
depenalizzazioni berlusconiane sulle leggi ambientali o della positiva entrata in
vigore delle direttive europee sulla sicurezza, spettatori di Prodi che parla di questi temi a Tempo Reale, lettori di decine di
articoli e speciali che su tutti i giornali del
regno stanno imperversando su questi temi,
dobbiamo imparare a comunicare, a uscire
dal silenzio. Credo che ripercorrere alcune
tappe fondamentali della nostra storia come
associazione sia oggi utile o almeno rassicurante.
Dai piccoli ai grandi numeri la felice
intuizione che sorresse il convegno Snop
di Rimini (1985!) allora riferita al sistema
informativo e alle indagini di comparto,
deve diventare il motivo oggi dominante
di piani di informazione, formazione e
comunicazione con le imprese, con il popolo inquinato, con i lavoratori.
All'ultima assemblea Snop - Lombardia
Emilio Volturo, past-past-past president e
promotore, tra altri, di quel Convegno di
Pisa del 1990 sulla comunicazione
auspicava i servizi di prevenzione come
una "casa comune" di chi vuole e deve
fare prevenzione.
E sorretti da queste parole d'ordine affronteremo anche questa nuova primavera di
lavoro.
PENSIERI
RAREFATTI
È bello uscire dalla lettura dell ' editoriale
di Lana avvolti da un 'atmosfera di grande
entusiasmo. L ' entusiasmo è positivo, non
c'è motivo di abbandonarlo in fretta e
dunque affrontiamo sereni un bel viaggio
fra gli entusiasti . Questo numero di snop si
caratterizza infatti per una salutare mancanza di noia e di tristezza. Evviva! Ammiriamo allora, beati, il pensiero del buon
Magrelli quando ci fa sapere trafelato ma
contento che il suo lavoro principale è
ormai quello di seguire le uscite della
Gazzetta Ufficiale. Non dimentichiamo
ancora l ' ottimo Volturo, il quale pensa
positivo da sempre e da sempre è certo che
un grande avvenire ci aspetta, anzi un
avvenire di grandi numeri, che poi è lo
stesso.
Sfogliando le pagine vi accorgerete anche
che in Sardegna son tutti allegri, leggerete
che in Puglia non lo sono meno e se non
sarete del tutto distratti troverete una certa qual beata spensieratezza anche nelle
parole degli operatori pistoiesi. Sia stato
il botto?
Invece quel che su questa rivista non troverete scritto, ma che certo sapete benissimo, è che pazzi di gioia sono molti dei cari
tecnici, a causa del fatto, mi dicono, che
oggidì va tanto di moda il mercato. Mal
che gli vada suoneranno l ' arpa o l'arpa
suonerà loro.
Il presidente di noi tutti è più cauto, bisogna riconoscerlo, mea pure lui scrive lettere venate di roseo ottimismo e non solo
entusiastiche cartoline da p iccione.
A esser ottimisti non siamo soli: Vincili,
come leggerete più avanti, non lo è meno
di noi, anche se per questo storico Ente il
buon umore è più prosaicamente favorito
dalla prospettiva di addentare la torta;
cosa che d'altronde viene dichiarata apertamente.
Vi consiglio infine di girare la pagina e di
aprire la lettera del gaio Leocata che, pur
sentendosi in obbligo di farci qualche pacata e paterna lezione di storia, guarda
ottimisticamente avanti, anche se è soprattutto quando si volge all ' indietro che
mostra un gran sorriso sulla bocca.
Tutti contenti, insomma: dev'essere il liberismo.
Ce l'avessero detto prima!
~-
Giallolimone
3
GUARDARE IL FUTURO
PERVINCERE IL PRESENTE
Una lettera/riflessione di Giuseppe Leocata
sulla " cosiddetta " prevenzione
Di recente si è ripreso a discutere di "certi
argomenti", bisogna però andare ancora
più in fondo e fare un po' di autocritica: gli
eventi incalzano ad un ritmo non determinato dagli operatori e degli ancor meno
che partecipano attivamente alla vita della
Snop; il direttivo, che svolge un'attività
dignitosa, è stato carente talvolta nella
tempestiva e costante informazione dei
soci al fine di avviare un intervento incisivo e realizzato da una assemblea e non dai
soliti volenterosi; la Snop non riesce ad
incrementare il numero di soci e molti
continuano a non versare la quota annuale...
Il desiderio che si apra un dialogo fra gli
operatori e non solo sul lavoro quotidiano
ma per riflettere sul senso, il contenuto e il
fine del nostro operare, mi ha spinto a
scrivere alcune riflessioni che forse risulteranno lapidarie, ma me lo sono imposto
per ragioni di spazio sulla rivista.
Parto dal lontano passato in cui ci si sentiva e forse si era avanguardie, in quanto
credo nell'importanza della "memoria storica", come punto di una spirale per una
crescita continua e come coscienza che
permette una lettura particolare del presente.
Chi ha vissuto "quei magnifici anni '60-
4
'70" (il "fausto ventennio ' 58- ' 78 " di Giorgio Cosmacini, ndr) forse non ha colto a
pieno l'unicità e l'irripetibilità di quei
momenti; è stato impegnato a compiere il
proprio "dovere" quotidiano, e probabilmente allora era giusto così, non considerando forse né allora né al momento
dell'istituzionalizzazione - da Smal a Uotsll
- l'importanza della trasmissione della
memoria storica da parte degli anziani ai
più giovani, una grossa occasione perduta! ....
Ripenso a "Vera e falsa prevenzione" di
Giulio Maccacaro (Sapere 9176): "Questa
medicina deve essere: preventiva, sociale,
collettiva, umana"; "non è più concessa
alla medicina nessuna neutralità, né illusione di averne"; "la nuova consapevolezza del rapporto tra fabbrica e territorio: cioè l'intelligenza della , fabbrica quale luogo di massima concentrazione di una
nocività complessiva, che si estende in
ogni `dove' sociale". E ancora: "mettere
'i lavoratori ' a soggetto di una lotta perla
salute, il ritiro della delega sanitaria, la
critica della medicalizzazione degli interventi di tutela della salute dei la v oratori in
fabbrica e del tecnicismo dei medici, il
rifiuto della monetizzazione del rischio e
la partecipazione " .
Tutti gli operatori dei Servizi, al di là della
loro specifica formazione professionale,
devono considerare che il soggetto dell'azione non sonala macchina o l'ambiente di lavoro in sé, ma l'Uomo, che deve
mantenere il suo stato di salute nei diversi
ambiti di lavoro e di vita (vedi anche:
"Laborem exercens -1981" di Giovanni
Paolo II).
Queste intuizioni sono attribuibili all'incontro di "alcuni medici del lavoro", perla
loro formazione culturale umanistica, con
i lavoratori ed il sindacato; oggi, però, non
è tanto importante conoscere la loro paternità quanto che queste diventino patrimonio culturale ed esistenziale dei più.
Errori sia di contenuto sia di elaborazione
teorica sono stati fatti, i medici del lavoro
si sono spesso sostituiti al sindacato anche
quando hanno iniziato ad operare in strutture istituzionali (situazione che crea non
poca confusione dei ruoli anche fra i diversi utenti dei Servizi) e i sindacalisti, in
molti casi, si sono appiattiti su questo
incongruo ruolo di supplenza.
Abbiamo, poi, pensato che fa Riforma
Sanitaria costituisse un cambiamento globale per l'affermazione di alcuni concetti,
quali la Prevenzione al primo posto c da
realizzarsi in tutti gli ambiti di Vita e di
Lavoro; non era possibile ottenere di più in
quel contesto politico se non che quei
principi entrassero a fare parte di un quadro legislativo e istituzionale. Ma quella
rivoluzione non è entrata fino in fondo a
fare parte del bagaglio esistenziale e culturale della gran parte dei cittadini italiani; la
833, inoltre, non ha avuto contemporaneamente e in sintonia con essa dei corrispettiv i
prodotti da parte di altri ministeri: lavoro,
industria, grazia e giustizia (quello
dell'ambiente ancora non esisteva). E risultata, quindi, un intervento monco che
non poteva avere la pretesa, e proprio nel
campo della tutela della salute in fabbrica
e del territorio, di poter modificare più di
tanto alcuni equilibri e per di più svolgere
un ruolo di efficace tutela esteso a macchia
d'olio
In questi anni, gli operatori "anziani" hanno elaborato interessanti modelli teorici,
quali ad esempio: gli " interventi di comparto", il "modello tridimensionale" e l'approccio integrato "dentro e fuori la fabbrica". Ma l'aspetto più concreto dell' attività
dei Servizi è stato quello di riuscire in
diverse situazioni a realizzare obiettivi
dignitosi in materia di tutela della salute
nei luoghi di lavoro e dell'ambiente; tale
attività spesso è rimasta nel silenzio delle
mura quotidiane e non ha visto la luce del
sole in pubblicazioni ad "alto contenuto
scientifico", il personale dei Servizi è da
sempre carente numericamente e il tempo
è tiranno! ... Gli obiettivi suddetti, almeno
in Lombardia, sono stati realizzati molto
spesso su forti basi motivazionali degli
operatori, con forze e mezzi precari.
Gli operatori hanno operato ed operano da
"controllori" molto spesso senza standard
minimi e senza una adeguata formazione
se non quella che ciascuno individualmente riesce a rosicchiare qua e là; in una
situazione caratterizzata dalle Ussl che
sostengono di non avere soldi per inviare
gli operatori neanche a corsi e convegni,
del resto sempre più costosi, essendosi il
privato sostituito in questa funzione alla
istituzione deputata alla formazione dei
suoi addetti.
La Regione dialoga poco con i Servizi e
non dà linee direttive, né i già citati standard minimi di attività, né ancora delle
procedure di intervento e una modulistica
unica. Essa non organizza più neanche
programmi organici di informazione e formazione degli operatori; inoltre, soltanto
di recente ha rinforzato il settore tutela
della salute nei luoghi di lavoro (TSLL)
del Servizio 1 dell'Assessorato Sanità regionale con tre operatori medici, ma nessun tecnico, cosa questa che sarebbe stata
senz' altro una buona occasione per riaprire un dialogo con i Servizi nella loro globalità.
Gli universitari sono ritornati a fare "ricerca", parlano della necessità di tutela dell'ambiente e del rispetto delle leggi senza
passare più attraverso la " repressione " e
anche del loro compito di studio e di approfondimento dei diversi aspetti del problema attraverso la scienza economica e
medica (meandri in cui la centralità dell'Uomo tende a scomparire). Traspare da
più parti una volontà di spegnere l'esperienza della TSLL, senza però creare un
valido e moderno modello alternativo. La
"classe operaia" e i consigli di fabbrica
sono ormai, e mi perdonino i lavoratori,
delle bestie rare! La fabbrica continua a
cambiare a ritmi molto rapidi, si è ridotta la
"committenza" che motivava gli Smal e
oggi sono in aumento i "colletti bianchi"
sempre più solitari e immersi nelle loro
realtà virtuali e con una nuova e imperscrutabile nocività ...
Dopo la caduta del classico "-ismo", in
diversi operatori sono tornate a venir fuori
le tentazioni di diversi "-ismi", "Chi può"
cerca al di fuori di un discorso collettivo di
trovarsi piccoli o grandi spazi di potere
individuale; altri percorrono, in modo più
o meno scoordinato, strade diverse.
Aumenta sempre di più la divaricazione
tra medici e tecnici: i medici non abbandonano lo scettro del comando, inventandosi
ingegneri o manager o altro ancora, e i
tecnici coltivano l'illusione di andare a
stare meglio in strutture senza medici
(l ' esclusione dei quali dall'Agenzia non è
scontata), proprio in un periodo di grossa
crisi istituzionale nel quale essi forse non
avranno egualmente lapossibilità di estrinsecare le loro capacità professionali. Bisogna affennare,comunque,che gli operatori non medici non sono stati e non sono per
nulla garantiti dal punto di vista salariale
allo stesso modo dei medici, né sufficientemente sostenuti neanche dalla Snop, che
rischia di trasformarsi nell'ennesima società medica (società scientifica e non sindacale ieri e oggi?); il loro crescente interesse verso l'Agenzia ("un limbo senza
medici") non deve, però, essere un alibi di
copertura della sacrosanta difesa di un
salario dignitoso.
Inoltre, in merito al timore del personale
tecnico dei Servizi di ridiventare appendici dell'ispettorato del Lavoro, è importante ribadire l'importanza culturale e politica del perseguire la pur difficile logica del
mantenimento e del potenziamento di un
modello unitario, integrato e interdisciplinare della prevenzione. Di conseguenza, è
necessaria oggi più di ieri anche una maggiore coscienza di un più corretto e
dialettico rapporto professionale tra medici e tecnici, in una reale ottica di "pari
dignità" e "pari opportunità", ben definite
anche da una legge. Se crediamo in un
obiettivo comune, mettiamo da parte le
logiche di potere e combattiamo insieme
l'emarginazione in cui il sistema cerca di
relegare la prevenzione. Perderemo la battaglia se riescono a dividerci!....
Il modello di intervento dei Servizi basato
anche sulla repressione, criticato pure da
alcuni operatori, è stato ed è certamente
utile ma ha anche creato all'interno dei
Servizi difficoltà in quanto soggetti nati
come operatori della prevenzione si sono
trovati a vivere dicotomie esistenziali dovendo svolgere - in alcuni casi quasi esclusivamente - il ruolo di poliziotti, in attesa
di ampliamenti degli organici che avreb bero permesso una più equa distribuzione
di questo compito e la possibilità per tutti
di potere sviluppare a pieno la propria
professionalità.
Oggi, il modello che il governo delle de-
5
stre ha cercato più degli altri di far passare
è basato sulla logica dei condoni, sullo
smantellamento dell'ente pubblico in
un'ottica del tutto economici sta e sul mettere in difficoltà - o comunque in condizioni di non nuocere - anche la magistratura.
Del resto, l'uomo-magistrato non può essere lasciato come carne da macello in
pasto ai nuovi-vecchi avvoltoi; egli non
può da solo risolvere tutte le situazioni di
inadempienza alle norme di igiene e sicurezza del lavoro e di tutela dell'ambiente,
come da soli non possono farlo gli operatori dei Servizi di prevenzione, né basta
soltanto ricorrere a norme scritte!
Bisogna uscire dalla nostalgia (úîoetioa
ritorno, 7io)v = discorso) di un passato/
presente che è un freno per non andare
avanti; non bisogna parlarsi più addosso,
ciò non contribuisce alla crescita reciproca, ci si arricchisce - come singoli e come
collettività - dialogando tra diversi e non
tra uguali; e per dirla come Zemeckis, è
giunto il momento di fare un salto: "il
ritorno al futuro", dalla nostalgia del passato a quella del futuro, spogliandosi dei
propri abiti, oggi piuttosto stretti, e aprendosi ad un dialogo reale con figure e strutture esterne: comuni, aree metropolitane,
bacini di utenza e anche il mondo della
scuola.
Tutto ciò per definire le diverse competenze e i diversi poteri istituzionali e una
loro integrazione per l'attuazione di una
reale tutela dell'Uomo e dell'Ambiente in
cui egli vive e lavora.
Recentemente mi è stato chiesto come
mai, se i Servizi di prevenzione hanno
funzionato, il Lambro da 20 anni in qua è
sempre più inquinato (non è da mortificare
l'attività dei Servizi bensì è da considerare
che si sono avuti dei limiti concreti nella
nostra attività, non dipendenti dalla nostra
volontà ma insiti nella struttura normativa
e burocratica italiana) e come mai succedono le catastrofi come quella del Piemonte e che pareri hanno espresso in proposito
i medici igienisti su piani regolatori, su
concessioni edilizie e su abitabilità/
agibilità.
Accettiamo con umiltà che i Servizi non
sono stati e non sono al centro dell'universo della tutela dell'uomo e del suo habitat
bensì solo una piccola parte di esso e
proprio per questo adesso non abdichiamo
al nostro ruolo.
Oggi ci sono pochi ideali e grande caos,
non bisogna, però, perdere la convinzione
che la capacità di riflettere e la crescita
culturale nel tempo pagano, il caos no; è in
questa ottica che dobbiamo impegnarci,
pur se faticoso e nonostante le contingenti
e amare sconfitte. E il gioco della vita e di
tutti i contesti umani: è misurandosi con
questo che si matura e si va avanti.
6
1m
cd
Z
O
u
FINALMENTE
Il punto di vista degli operatori dei servizi sul decreto
legislativo 758 che introduce modificazioni alla disciplina sanzionatoria in materia di lavoro
di Ettore Brunelli
Premessa
Finalmente! Dal 27 aprile 1995, entrata in
vigore del D.Lgs 758, il campo della prevenzione sarà sgombrato dalla diatriba,
peraltro del tutto fuori luogo e strumentale, dell'alternatività tra obbligo di rapporto all'Autorità Giudiziaria e diffida da
parte degli UPG della Ussl, e dal forzato
conflitto tra prevenzione e repressione. Vi
sono dei principi costituzionali che stabiliscono diritti dei lavoratori e dell' ambiente, normati da leggi sulla loro tutela e
quindi è a pieno titolo preventivo che la
Pubblica Amministrazione deve operare
per garantirne il rispetto. Non si capirebbe
altrimenti perché tanto parlare di 277 e 626
da parte degli operatori della prevenzione
se poi fosse pertinente sostenere che "noi
non siamo dei repressori ma preventori".
La prevenzione è l'obiettivo da raggiungere, anche e soprattutto attraverso la previsione dei rischi da parte dei datori di
lavoro con il concorso dei lavoratori e dei
loro rappresentanti. I servizi del Dipartimento di Prevenzione delle Aziende Ussl
devono concorrervi attraverso la programmazione della conoscenza dei rischi del
territorio e di coerenti piani di intervento
per la loro rimozione/riduzione, svolgendo anche e maggiormente in questa fase di
avvio attività di informazione, assistenza e
controllo. In questo quadro, il riferimento
alle leggi in materia di salute e sicurezza di
lavoro, che peraltro stabiliscono i livelli
minimi inderogabili di protezione da raggiungere, è strumentale a risolvere i problemi, cioè alla prevenzione.
111 D.Lgs 758: considerazioni generali
Tralasciando gli aspetti giuridici, che affronteremo sul prossimo numero dopo l'iniziativa di Torino, vediamo quali sono i
compiti che il D.Lgs 758 affida all'organo
di vigilanza definito dall'art. 19 (punto 1
comma b) come gli operatori UPG delle
Ussl:
• l'obbligo di prescrivere i tempi per la
regolarizzazione delle contravvenzioni
accertate, con la possibilità di imporre
specifiche misure atte a far cessare il
pericolo per la sicurezza e la salute dei
lavoratori;
• l'obbligo di verificare, in tempi certi, se
e come è stato risolto il problema;
• l'obbligo di ammettere al pagamento di
una sanzione amministrativa chi ha ottemperato;
• l'obbligo di segnalare all'Autorità
Giudiziaria le contravvenzioni rilevate e
l'esito della verifica di ottemperanza.
È del tutto evidente che agli operatori dei
servizi di prevenzione vengono assegnate
precise e nuove responsabilità e compiti
precedentemente di Procure e Cancellerie.
In particolare occorrerà operare con la
massima autonomia e professionalità non
solo nel rilevare i problemi ma anche nell'identificare i responsabili e valutare la
congruenza delle soluzioni messe in atto
dal datore di lavoro.
Allo stesso modo sarà necessario rivedere
l'organizzazione del lavoro del servizio
per garantire il rispetto delle scadenze previste.
Il tutto ispirato alla interpretazione autentica dello spirito preventivo delle nuove
norme, tese a privilegiare la rimozione dei
problemi piuttosto che la semplice azione
punitiva, sfruttando al massimo le potenzialità preventive offerte dalle nuove procedure.
Ricadute operative sui servizi di prevenzione
Una risposta positiva ai compiti cui siamo
chiamati presuppone che vengano poste
all' ordine del giorno e urgentemente risolte almeno le seguenti questioni:
• la definizione di standard di riferimento
per la prescrizione dei termini per la
regolarizzazione, in relazione alla qualità e complessità degli interventi tecnici,
organizzativi e procedurali (a tale proposito leggere la nota di Gianandrea Gino
sugli Atti di Torino 4 su tempi di bonifiche - tipo);
• l'organizzazione di una banca dati delle
soluzioni, come supporto per la
validazione delle bonifiche e la definizione di parametri per la dichiarazione di
ottemperanza;
• la revisione delle procedure operative
prevedendo sistematicamente, nei tempi
stabiliti dalla legge, il sopralluogo di
verifica nelle aziende contravvenzionate;
•• la riorganizzazione degli uffici amministrativi dell'Azienda Ussl a supporto dei
servizi, peraltro quasi ovunque molto
poveri di mezzi e risorse umane, per
garantire con la necessaria precisione e
tempestività il supporto agli operatori
nella preparazione e trasmissione degli
atti, considerando anche che dovranno
essere gestiti rilevanti aspetti economici;
• la revisione del sistema informativo prevedendo uno specifico scadenziario che
garantisca il corretto flusso informativo
verso le imprese c l'Autorità Giudiziaria.
Una considerazione a parte merita l'annoso e mai risolto problema della presenza
nei servizi di numerosi, la maggioranza,
operatori senza qualifica di UPG.
Pare del tutto inopportuno pensare allo
svolgimento "a tavolino" da parte
dell'UPG, sulla base di azioni svolte da
altri operatori, di atti così rilevanti che
comportano l ' esatta individuazione del
responsabile (v. D.Lgs 626!), la verifica
dell'adempimento con la relativa "certificazione" di ottemperanza e l'eventuale
autorizzazione al pagamento della sanzione amministrativa.
Inoltre, ammesso e non concesso, che sia
possibile compiere alcuni di questi atti "a
tavolino" e quindi accompagnare i reati
rilevati anche dagli operatori (Pubblici
Ufficiali) da una prescrizione impartita
dagli UPG, ci si troverebbe comunque di
fronte ad un collo di bottiglia già saturo
degli atti di Polizia Giudiziaria conseguenti al lavoro che quotidianamente ciascun UPG svolge e dall'attività di inchieste, infortuni c per malattie da lavoro,
anch'esse appannaggio esclusivo degli
UPG.
Si impone quindi la necessità, peraltro da
sempre all'ordine del giorno, di nominare
in tempi rapidissimi tutti o almeno la
stragrande maggioranza degli operatori
Ufficiali di Polizia Giudiziaria.
Non esiste infatti un "lavoro" di un operatore di prevenzione che possa tralasciare la
conoscenza anche di norme precise.
626194, che sia in grado di coinvolgerli
obbligatoriamente tutti;
• progettare al più presto un centro di documentazione regionale sui rischi e danni da lavoro con l'obiettivo prioritario di
costituire la banca dati sulle soluzioni di
bonifica, da mettere in rete con le esperienze già attivate in altre Regioni e
dall'Ispesl;
• prevedere e stanziare in tempi brevissimi
le risorse per l'acquisizione del personale e delle attrezzature necessarie (pensiamo banalmente anche a fax, videocamere,
sistemi informatici, macchine fotografiche) perché i servizi siano in grado di
assolvere anche questi ulteriori compiti
loro assegnati. A questo proposito si ricorda la notevole distanza tra il numero
degli operatori in servizio e gli standard
regionali a suo tempo deliberati a fronte
peraltro di ulteriori compiti assegnati negli ultimi anni con l'entrata in campo
della normativa europea;
• attivare da subito le procedure per la
nomina di tutti gli operatori ad UPG.
Rapporti tra Servizi e l'Autorità Giudiziaria
La rilevanza ed estrema delicatezza dei
compiti da svolgere, si pensi ad esempio
alla individuazione delle persone fisiche
cui attribuire la qualifica di "datore di
lavoro" e la responsabilità di quanto accertato, anche in relazione ad eventuali deleghe attribuite ad altre persone, ed ai criteri
con i quali "giudicare" gli interventi di
bonifica, impone a nostro avviso:
• che le Procure della Repubblica presso le
Preture svolgano un preciso ruolo di indirizzo, partecipando anche a momenti
informativi e formativi degli operatori su
questo tema;
• che si individuino dei canali diretti tra i
servizi e le Procure di riferimento per
affrontare tempestivamente i molti problemi interpretativi che si porranno ad
operatori dotati di una buona base tecnica ma eli una preparazione giuridica più o
meno sommaria, quasi sempre autodidatta;
• che i due sistemi informativi siano interfacciati.
Il ruolo delle Regioni
Come per altri campi di intervento, le
Regioni sono chiamate a svolgere l'importante ruolo di indirizzo, formazione e
programmazione (li risorse.
In particolare occorre che ogni Regione si
attivi per:
• l'elaborazione tempestiva di linee guida
che affrontino i vari aspetti giuridici e
indichino le procedure da attuare uniformemente su tutto il territorio regionale;
• compiere uno sforzo straordinario per la
formazione degli operatori, necessario
peraltro anche per una corretta interpretazione ed efficace applicazione del D .Lgs
7
CONSILIUM
CONTRA AMIANTUM
di Franco Carnevale
La diffusione in Europa delle molte opere
di argomento igienico scritte da arabi e le
trascrizioni-traduzioni dal greco in latino
delle opere di Galeno sono all'origine dei
tanti Regimina sanitatis medioevali, un
genere letterario orientato verso la divulgazione di regole di igiene individuale e
rivolto inizialmente alle persone di rango
e quindi anche ad altre più svantaggiate. Il
più noto di tali testi è sicuramente Il
Regimen sanitatis salernitanum.
In concomitanza con l'emergenza pestilenziale che caratterizzerà la seconda metà
del Trecento (la peste del Boccaccio è del
1348) e poi il secolo successivo i "regimi
di salute" evolvono in Regimina o Consilia
contra pestilentiam; si tratta di opuscoli
universali, rivolti cioè, non a caso, a tutti,
specializzati, dettati dall ' esperienza e dal
8
buon senso, anche se le conoscenze sull'agente causale della peste e sui meccanismi reali del contagio da cui prendono le
mosse sono ampiamente carenti o sbagliate. Famosi erano il Consilium de peste di
Gentile da Foligno che morirà di peste nel
1348 epoi "Consilio contro la pestilenza",
composto da Marsilio Ficino attorno al
1480, il cui ventitreesimo ed ultimo capitolo è intitolato, come è noto, "Fuggi
presto et di lungi et torna tardi".
La prima "Dissertazione intorno all ' amianto" la dobbiamo a tale Marchese Ubertino
Landi, piacentino, capitano della guardia
della Serenissima Duchessa Vedova di
Parma, Dorotea di Neoburgo Farnese, il
quale la recitò in un giorno del 1725 presso
l'Accademia Medico-fisica Matematica (la
stessa "Dissertazione" verrà pubblicata a
Venezia, presso Zane, nella famosa Raccolta del padre Calogerà, pp. 383--403,
s.d., ma prima del 1730). 11 Landi riporta
tutte le citazioni, letterarie e non, di coloro
che, dall'antichità, hanno menzionato
l'amianto; ne esalta due "prodigiose
proprietà"... "una che dagl'insulti del foca
immune andasse, l'altra che in fili svolgendosi e sgomitolandosi a tesser tele atto
indi fosse" (pag. 385). L'autore denuncia
anche la presenza di amianto nella Biblioteca Vaticana che dovrebbe (ancora?) trovarsi in un'urna funebre acquisita e regalata alla Biblioteca da Clemente X1(pp. 391392) e si preoccupa quindi, seguendo
Baglivi, di collocare quella "fibra " (il
linum vivum di Plinio) nel "regno dei
vegetabili": "L'amianto dunque è una
Piantarella che vegeta, cresce, e diramasi,
composta di tenui filamenti, dritti, bianchi, risplendenti, cristallini i quali agevolmente si separano, e i quali da una
radichetta come noce ritonda, spuntano, e
germogliano ed ella trovasi tra le Miniere
dell'Alume e perciò delle medesime
aluminose esalazioni viene spalmata..."
(pag. 396).
Più di due secoli dopo, nel nuovo mondo,
compare un'altra importante "Dissertazione" sull'amianto (D.V Rosato,
Asbestos, its industrial applications,
Reinhold Publishing Corporation, New
York 1959) che, "grazie alle informazioni
delle molte industrie che hanno favorito la
preparazione del volume" (pag. IV), illustra la sua inarrestabile fortuna e le migliaia dei suoi non più sostituibili impieghi.
Gli "Health and Safety factors" dell' amianto sono trattati in circa mezza pagina (pp.
21-22) su un totale di 207; mezza pagina
riempita di parole rassicuranti e quindi
niente spazio per citare i lavori di Hueper
o di Merewether o di Doli sui tumori
polmonari tra i lavoratori dell'amianto
oppure gli endoteliomi (mesoteliomi) di
Hochberg, oppure ancora i risultati (lei
Laboratori Saranac (commissionati dalle
"compan i es" dell'amianto) per troppo tempo rimasti "confidenziali" e preliminari
sulla cancerogenicità dell'amianto (vedi,
per la ricostruzione di alcuni avvenimenti:
D.E. Lilienfeld, The silente: the asbestos
industries and early occupational cancer
research, a case study, Am. J. Pub. Health,
81: 791-800, 1991).
Gli anni '60, i primi anni '60, vedono due
fenomeni procedere parallelamente: 1.
l'impossibilità di non poter più considerare come dubbia la cancerogenicità dell'amianto, specialmente dopo la pubblicazione dei risultati degli studi di Wagner del
1960 e dopo la pubblicazione, avvenuta
nel 1965, degli atti del Convegno, tenutosi
nel 1964 e che aveva visto la partecipazione attiva di tutti i paesi interessati ed anche
dell'Italia rappresentata da Vigliani, della
Academy of Science di New York (vedi,
per la ricostruzione di questi avvenimenti:
F. Carnevale ed E. Chellini, Evoluzione
delle conoscenze ... Rass. Med. Lav. 2930: 172-198, 1993); 2. un ulteriore grande
balzo in avanti (della quale rendono conto
le cifre delle importazioni del minerale)
nella diffusione, anche in Italia, dell' amianto, non soltanto nei materiali di costruzione e quindi come cemento-amianto, ma
anche nelle coibentazioni, a spruzzo, con
materiale friabile, di edifici pubblici e di
rotabili ferroviari e non tanto o non solo
con crisotilo di Balangero ("product of
ltaly"), quanto con amosite e crocidolite.
La nozione medico-scientifica della
cancerogenicità dell'amianto sembra subita più che digerita dagli addetti ai lavori,
al massimo relegata in pochi e gelosi ambiti sanitari ed accademici. La seconda
metà degli anni '60, ma anche il decennio
successivo, sembrano scorrere senza grandi
emozioni, almeno per quanto riguarda la
cancerogenicità dell'amianto; ad esempio, la coibentazione dei veicoli ferroviari
prosegue i mperterrita, almeno sino al 1976.
La cancerogenicità di alcune amine aromatiche suscita un dibattito forse più acceso che quella dell' amianto ed è fatta oggetto anche di iniziative di prevenzione sufficientemente adeguate (anche se concettualmente abbastanza semplici), tendenti
alla loro sostituzione, che culmineranno
con una norma, le famose circolari
ministeriali, capaci di congiungere conoscenze scientifiche e buone procedure tecniche applicative. Per l'amianto (ma anche per altri cancerogeni come alcuni composti del cromo, derivati del petrolio, ecc.)
il problema era ed è obiettivamente più
complesso, si tratta nel contempo di contrastare colossali interessi economici e di
convincere la "società civile" a rinunciare
a prodotti ritenuti utili, anzi indispensabili, nei confronti dei quali si è instaurata
anche una sorta di confidenza; il problema
risultava aggravato, oltre che dalla difficoltà di trasporre nella pratica della prevenzione delle particolari conoscenze
scientifiche, quelle sulla cancerogenicità,
dalla necessità di governare il "residuo" di
cancerogenicità rappresentato, non semplici scheletri in un armadio, dall'amianto
di già utilizzato e non facilmente rimovibile
ed in più dal fatto di doverlo sostituire con
altre sostanze meno versatili ed alle volte
più costose di quello e con prestazioni
nettamente inferiori e, per alcuni aspetti,
anche pericolose.
Ma il vero problema è rappresentato dal
genere di prevenzione che è richiesto per
controllare adeguatamente i possibili effetti di una sostanza cancerogena come
l'amianto. Tale attività di prevenzione deve
tener conto del fatto che la carcinogenesi si
sostanzia in un processo in più stadi aventi
ognuna una diversa caratteristica biologica; il primo o uno di questi stadi è rap-
presentato da una mutazione somatica e
cioè da una alterazione genetica irreversibile dovuta ad un agente cancerogeno.
Esiste una probabilità anche non elevata
(ma non si può ragionevolmente affermare che non esista) che quella mutazione
possa essere causata persino da una dose
bassa od anche molto bassa di cancerogeno; risulta pertanto estremamente difficile
l'individuazione di una dose-soglia capace con sicurezza di non produrre alcun
effetto. La difficoltà di individuare una
tale soglia la si incontra, dovendo soprattutto tener conto di differenti suscettibilità
individuali, anche nel caso di cancerogeni
che agiscono con meccanismi diversi da
quello genetico (cancerogeni epigenetici o
promotori o non mutageni).
I punti che seguono rappresentano i risultati dello sforzo (compiuto da alcuni tecnici della Azienda-Usl di Firenze) di congiungere le informazioni scientifiche disponibili a norme vigenti, sufficientemente coerenti (Decreto Legislativo 277191 e
Legge 257/92), al fine di stabilire indicazioni pratiche ed applicabili di prevenzione in una situazione reale, quella dei rotabili ferroviari accantonati in attesa che sia
messo definitivamente in sicurezza
l'amianto spruzzato che vi è contenuto.
1. La valutazione dell'inquinamento da
fibre di amianto aerodisperso nelle aree di
accantonamento dei rotabili dismessi contenenti amianto in matrice friabile, deve
essere effettuata con criteri scientifici, tenendo in debito conto la diversa tipologia
degli stessi.
2. La valutazione deve essere effettuata
nei luoghi circostanti, possibilmente accessibili ai lavoratori compresi gli eventuali addetti alla sorveglianza, al pubblico
e in prossimità di nuclei abitativi o di
utilizzo pubblici.
3. Qualora si dovesse evidenziare un inquinamento da fibre di amianto provenienti dai rotabili in quantità superiore
all'inquinamento di fondo dovranno essere individuate le fonti di emissione e assunti i provvedimenti del caso.
4. I rotabili coibentati dismessi dovranno
essere esaminati visivamente uno per uno
da personale specializzato ed istruito ad
eseguire questa particolare operazione e
dovrà essere compilata una scheda che
descrive la tipologia della coibentazione e
l'integrità della cassa, dei finestrini e dei
pannelli di sigillatura posti a sostituzione
di finestrini e porte rotti.
5. I rotabili dismessi ed accantonati con
presenza di coibentazione in amianto nel
sottocassa, se mettono in evidenza condizioni di degrado tale da poter rilasciare
parti di coibente debbono essere sigillati in
modo che sia garantita la sosta e l'eventuale movimentazione in condizioni di massima sicurezza.
6. Nel caso in cui vi siano fessurazioni,
rotture anche di piccola entità, che metto-
9
Questa pagina
no in comunicazione diretta l'esterno del
rotabile con la coibentazione, queste dovranno essere immediatamente tamponate. Lo stesso dovrà avvenire nei casi in cui
]a sigillatura sia stata manomessa per atti
vandalici o per indebito utilizzo dei rotabili.
7. Tutti i luoghi di accantonamento e deposito dei rotabili dovranno essere sottoposti
ad una costante ed accurata vigilanza onde
impedire l'accesso di chicchessia all'interno e permettere una tempestiva segnalazione per ripristinare la sigillatura.
8. Eventuali interventi di sigillatura o di
rispristino della stessa dovranno essere
effettuati in condizione di sicurezza per gli
addetti.
9. I rotabili coibentati dismessi e accantonati dovranno essere debitamente etichettati al fine di segnalare a tutti coloro che
dovranno intervenire per opere di manutenzione o riparazione ed a tutti quelli che
si trovino nelle immediate vicinanze, la
presenza di amianto in matrice friabile
nella coibentazione.
Qualsiasi confronto tra questi punti ed i
"consigli" alto medioevali contro la peste
appare irriverente ma almeno un po' suggestivo. Irriverente per tanti ed ovvi motivi ma anche perché i primi, "i consigli
contro l'amianto", a differenza dei secondi, scaturiscono da evidenze scientifiche,
sono necessari, praticabili e debbono risultare efficaci se applicati compiutamente, anche se, occorre ammetterlo, oltremodo cautelativi per la maggioranza delle
condizioni di rischio considerate. E possi-
viene letta da più
di 10.000 persone.
Non sono persone
scelte a caso, sono
operatori
della prevenzione,
ricercatori,
ambientalisti,
pubblici
amministratori,
sindacalisti,
imprenditori,
magistrati.
Questa pagina
serve a voi per
parlare con loro.
Per informazioni riguardo
alla pubblicità su SNOP:
Pier Luigi Offredi
H.P. P.ie.rre.
Tel. e Fax 021393I0484
IO
bile sostenere che le eccessive cautele,
sperequate per qualcuno, forse, rispetto
alla entità del rischio da controllare, potrebbero essere allentate, o meglio rese più
mirate e dirette, qualora conoscessimo tutto dei meccanismi di cancerogenesi ed in
particolare di quelli in cui possono essere
coinvolti i vari tipi di amianto. ll confronto
tuttavia può risultare anche suggestivo ed
anche utile, certo dichiarando di eccedere
volutamente in alcuni giudizi. Come in
tempo di peste, anche nel caso dell' amianto ha avuto libertà di azione una corte
molto variopinta di consiglieri più o meno
interessati che ci ha spiegato, mai precocemente: "Onde nasce la pestilenza et ove
"
"
regna ... Come si distende la peste ed in
quali persone"... " De ' i segni della
peste"..."Come si conserva dalla peste
per regola di vita...e per modo medicinale". Anche con l'amianto c'è stato chi
voleva continuare a mantenere dei privilegi acquisiti anche a scapito della salute
degli altri; c 'è chi ha gridato "all'untore" e
chi ha manifestato l'incapacità di collegare l'espressione delle proprie competenze
professionali con quella di altri tecnici; c'è
stato spazio per atteggiamenti poco scientifici se non proprio magici od alchenici.
Bisogna riconoscere infine che anche nel
caso dell'amianto, certo, in alcune realtà,
si sono riproposti episodi non dissimili a
quelli di cui parla Cipolla ne "Il burocrate
ed il marinaio" a proposito degli "Uffici di
Sanità", e cioè gli effetti di una vigilanza
ora severa, ora burocratica, ora compiacente, spesso inefficace.
SNOP
SHORT INTERIM
REPORT
February 1995
EUROPEAN OUTLOOK
SUMMARY
The period from July to September 1994
has been characterised by a slackening of
activities, due in part to normal summer
pause, and in part to the fact that most of
the project team has been involved in the
organisation of the 5th Work Hazard
Conference (Riccione, October 7th-9th),
even if Subsprint has been one of the issues
discussed in a specific workshop on
substitution in such a Conference.
Full time activities have restarted after the
Conference, and on October 21 st in Modena the first National Workshop has been
held, with the participation of more than
130 target people coming from the whole
Country. The National Workshops
represented a good opportunity to establish
new contacts for the future activities.
A part from this, a delay must be registered
in all activities involving schools, besides
the first three one (Istituto Leonardo da
Vinci, Istituto Aldini Valeriani, Istituto
San Zeno).
An attempt to have a schools'meeting,
organised by Istituto Leonardo Da Vinci,
was unsuccessful, and because of that many
tasks related to Result A have to be delayed.
On the other hand, most of the tasks related
to other Results have been reached or even
surpassed, and in some case also fina]
tasks have already been achieved.
Lost time regarding school connected
activities should be recovered before the
end of March 1995.
On the printing shops' side, activities are
going on and afterthelast summer seminar
(Perugia June 3rd) before the end of the
year at ieast three demonstrations and seminar will be organised printing shops.
Very interesting developments are going
on the authorities' side, also relating to the
recent (September 16th) introduction in
Italy of the Frarnework Direttive ori Health
and Safety at Work (CEE 89/391) which
oblige employers to substitute dangerous
substances with nondangerous or lessdangerous ones.
Besides a presentation held in Rome (June
23rd) for Lazio Region Occupational
Health Services (which in italy substitute
Labour lnspectorates regarding to the
application of Health and Safety laws), the
Prevention Department of Parma (to which
Occupational Health, Public Health and
Environmental Hygiene Services belong)
decided to adopt a sector project on graphic
industry, in which substitution of VOC
with VCA is part, in connection with
SUBSPRINT staff.
As an aspect of such plan, an OHS in the
Bologna region enforced the substitution
by supporting it in formai prescriptions to
employers.
There are yet some problems with the
industry employer association (Assografici) which tifi now refuse to support or
collaborate in the project, mainly for pure
"political reasons"; we trust to be able to
convince them to change their approach,
but it must be said that theirposition doesn't
affect critically the project, because single
printing shops (often even members of
Assografici), small and medium sized
enterprises' Associations and authorities
collaborate strongly.
New information sources and probable
partners have been identified, and new
products bave been analysed in order to
asses the composition, according to
Subsprint VCA criteria, and the Italian list
is continuously updated.
A study on the ergonomic aspects of using
VCA has been performed in collaboration
with ENEA (National Board for Alternative Energy), and has been distributed in
English at the Amsterdam meeting.
Three article on trade journals have been
published, while SNOP magazine (4000
copies every three months to target people)
regularly publish the Subsprint newsletter.
About information's gaps, stili we need to
know the exact composition of VCA
additives, in orderto evaluate their toxicity.
Updates of the workplan are needed about
school connected activities. Whole tasks
relating to result A should anyway be
reached before March 1995.
Also for result E3 (draft of
recommendations) a 5 months delay is
necessary (May 1995).
in December 1994 three further initiatives
were organised:
• a demonstration in a medium sized
printing shop in Fidenza (in which the
main Italian Occupational Health review
is a printed) , as apart of a wide project led
by the Prevention Department of the Parma area;
• a demonstration in a big printing industry,
which is very attive on the field of
Occupational Health, Safety and Environmental Protection matters (printing a
lot of texts and handbooks);
• a very successful demonstration in a
Newspaper Printing Plant in Florence:
"La Nazione", 200.000 copies every day .
In this printing plant workers found a
very interesting way to optimise the use
of VCA also from the point of view of
saving time with a new working
organisation during cleaning operations.
In February 1995 new subcontracts were
subscribed with two suppliers: Fora s.r.l.,
which distributes Novasol N, and Dic
Graphlito s.r.l., which distributes Vegeol.
A new successful demonstration in a
newspaper printing plant has been
organised on Feb. 24th in Verona: four
newspaper are printed daily, a total of
210.000 copies.
EUROPEAN
AFTER
THE 5TH
CONFERENCE
The 5th Conference has been, form the
organisational point of view, afu]] success:
more than 250 delegates joined Riccione,
coming from all European Countries,
jointly with observers from Belarus, USA,
Japan, South Africa, Brazil.
Fifteen workshops deeply discussed
specific issues, producing provisional
documents which were distributed, both in
English and Italian, in the final plenary
session on October 9th.
The final documents will be collected in
the proceedings, published by Emilia Romagna Region, and edited by Marco
Biocca, workshops' co-ordinator.
All members of the European Network
acknowledge the organisational efforts
performed by SNOP, a job which will be
hard to repeat,as admitted by ourEuropean
colleagues, in such way that during London
meeting (January 1995) the Dutch
Network, natural candidate to organise the
6th Conference after we gained the 5th in
Valencia on January 1993, asked to make
a feasibility study before deciding to
organise the next in Amsterdam. The fina)
decision will be taken next June in
Copenhagen and, as a consequence, the
6th Conference won't be held before 1997.
We have to thank all co-organisers for the
success: Emilia Romagna Region, Cgil
Ciel-Uil Trade Unions, Rimini Health
District. But, in particular, we want to
thank the persons who make possible the
success by their work, which sometimes
reached real stakhanovistic levels:
In Italy: Paola Bertoli (SNOP), Viviana
Montanari an Marco Tiboni (Adriapoint
Agency), Loris Fabbri (Rimini
Occupational health Service), Roberto
Battaglia and Gino Rubini (Cgil TU),
Marco Biocca (Emilia Romagna Region
Documentation Centre) and, let me say,
myself.
Abroad: Mick Williams,Simon Pickvance,
.lini Swan,PietervanBroekhuizen,Thomas
12
Jacobsen, Steen Sioland, Frank Barry,
Henning Wridt, Cornelia Peters, Gerhard
Elsigan, Rafael Gadea, Matti Sundquist.
A part form organisational matters, the
evaluation in order to contexts and goals is
more complicated.
About goals, it must be said that the
Conference recognised common and
different goals for the Network and for
SNOP.
The principal aim of the European Work
Hazard Network, to which SNOP belongs
since Copenhagen Conference (1990), is
to set up a network between experts and
workers in order to Occupational Safety
and Health matters, a part from (but not
against) traditional official channels, both
Academic and TU. ones.
The principle is to put in contact real
experts with real workers on the field of
Safety and Health at work, allo by
organising and supporting specific
subnetworks which should be able to
proceed alone.
Organising a big Conference every two
years has the aim to facilitate experts and
workers to meet each other, with the
objective to evaluate the work of the
subnetworks and to set-up new ones:
Subsprint project, for instance, is a "son"
of the Sheffield Conference.
From this pointofview the 5th Conference
has reached its goal: a two years preparatory
work permitted to join in Riccione having
a good background which was recognisable
in the final provisional documents
distributed at the end of the Conference.
In the saure time new issues were discussed
and new subnetworks have been set-up,
with continuos contacts, information
exchanges and activities: we ' 11 follow them
in the future and we'll inform you about
them by SNOP representatives directly
involved.
Furthermore we failed one important goal,
which were one of the reason to organise in
Italy the Conference: the opportunity to
enlarge the field of action of the Network
by involving Southern Countries,
particularly Spain, Portugal and Greece.
Wc thought that organising the Conference
in Italy could facilitate the participation
form those Countries, but wc wasn't
successful in it (a pari from Spain, which
was already a mcmber of the Network)
despite of the availability of money to
invite Southern Countries' representatives,
mainly because of the absolute lacking of
any contacts with such Countries.
We must say that wc trusted in a active
support by ltalian and Spanish Trade
Unions, but it wasn't the case: we think it
has been a lost opportunity.
The European Work Hazard Network is a
quite miscellaneous group, with a lot of
differences among its members and their
national contexts: in some cases, as in
Spain and Ireland, Tradc Unions directly
join the Network, even if by mean of
specific bodies or offices; in some cases
(Great Britain) we have institutions and
groups vcry dose to TU. oreven supported
by them (TUSC, SOHP, London Hazard
Centre, WHIN); in Denmark the AAA
Group is composed by experts and
technicians who are TU. "consultante"; in
OUTL00K
The Nethcrlands we have a spontaneous
network linked to Chemiewinkel and the
University of Amsterdam; in Finland and
Austria the Network is represented hy
Labour lnspcctors, Doctors and
Technicians withoutparticularrelationship
with TU.; in Germany the Arbeit and
Gesundheit Group is often in disagree meni
with TU.
In Italy we have the only case of a Scientific
Association composed by Prevention
Professionals, which often has a strict
collaboration relationship with TU., but is
completely independent from them, and
without direct relationship (as Association)
with single workers or grassroots groups.
As the main goal of the Network is to put
in contact workers and experts, one of the
5th Conferente tasks was to facilitate the
exchange of experience between Italian
workers and their foreign colleagues.
This should have been the sesse of the
involvement of TU. in organising the
Conference, besides the official opcning
specch made by Carlo Fabio Canapa and
the very important organisational and
financial suppor' pcrformcd by our TU.
friends Roberto Battaglia, Gino Rubini,
Gabriella Galli, Gloria Malaspina, Elisabetta Ratnat, Amalio Rosati, Cecilia Brighi, Luisa Bendettini and others.
In reality we failed also this goal.
The initial agreement was that at least 50%
of the Ital ian delegation should have been
organ ised hy Trade Unions, which actually
was trae; in reality about one third of the
TU. delegation was made by professionals
sent as TU. representatives, while the
remaining two thirds were quite entirely
TU. centra] and peripheral officers.
During the Conference we could see that
while in the largest foreign delegations
(British, Danish and Dutch ones) it was
possible tofindrea] workersbesides experts
and "academics" (ask to Claudio Calabresi
and Umberto Laureni about their hard
approach with Amsterdam docks workcrs),
it was very hard to meet "real" Italian
workers.
It could have been an extraordinary
opportunity, also for TU., to "socialise"
experiences at the European leve', in a
stimulating contcxt, among workers who
want to became protagonist in the filcd of
health and safety at work.
Also during the activists' meeting after the
end of the Conferente (mostly British,
Dutch and Danish delegates participated)
there were some complaints about the lost
opportunity to meet Italian workers, also
during workplaces' visits.
Maybe also we (SNOP) failed to underlined
more strongly, during our contacts with
TU., the need of a largcr involvement of
workers and delegates in the Conferente;
furthcrmore we think that this experience
musi be taken in account for the future.
SNOP wants to continue to be member of
the European Network, because wc trust in
their goals and principles: to create a
conceptual and "physical" piace in which
workers and expcrts can meet without the
mediation of academic, technical or TU.
structures.
This doesn't mean that we think that TU.
or Scientific Structures aren't necessary:
not at al]!.
But we believe that lnstitutions can't
completely fili the need by workers to
"take in their hands" their health, also by
directly contacting experts; and we think
that experts should sometimes directly meet
workers to properly test their practice and
theories.
The 5th Conferente represented a great
experience, both for participants and
organisers.
Besides criticism and evaluations, we
experienced agreat satisfaction both among
Italians and Foreign participants, due to
the consciousness to belong to a greater
family, in an Europe (and a world)
becoming more and more a global village.
We register great differences in practices
and cultures, but also a lot of common
point of v iew and a great need ofknowledge
and experience exchange.
People who participated in the workshops
and sector meetings, such as "singles" and
little groups keep in touch , an the European
Network represent an important support:
ant this is, actually, its mission.
We all must try to learn, also from errors:
in this way the Riccione Conferente will
represent a milestone in the process of
"Organising The Change" in the field of
relationship between work, health and
safety.
Graziano Frigeri
13
ISTANTANEE
DEL RIORDINO
Relazione presentata al convegno di Parma del 16.3.1995
dl Francesco Garufi e Fulvio Longo
Il compito affidatoci di descrivere la situazione si è presentato problematico per la
difficoltà di reperire notizie sulla reale
applicazione nelle Regioni della nuova
normativa prevista dal D.Lgs 517193 , stante
che buona parte delle Regioni hanno completato l'iter di approvazione solo l'ultimo
giorno utile, e cioè 1'8 marzo.
In questa relazione esamineremo essenzialmente la parte del sistema di prevenzione relativa al Dipartimento dato che,
per quanto riguarda le leggi regionali di
istituzione delle Agenzie regionali di cui
all'art. 3 della L.n. 61194 risultano ad oggi
approvate (mentre scriviamo) soltanto
quelle della Liguria, della Toscana, del
Piemonte, dell'Emilia Romagna e del
Lazio.
Dipartimento di Prevenzione
Gli elementi considerati per ogni regione
sono stati i seguenti:
• numero delle UU .SS .LL. prima e dopo la
legge del riordino;
• esistenza di una legge già approvata che
prevedesse il Dipartimento di Prevenzione;
• individuazione del numero e del tipo di
Servizi previsti nel Dipartimento, in rela-
l4
zione a quanto individuato dall'art. 8 del
D.Lgs 517193;
• grado di autonomia del Dipartimento
dall'azienda con particolare riferimento
all'autonomia finanziaria;
• rapporti tra Dipartimento e Distretto.
Alcuni di questi dati sono evidenziabili nel
quadro sinottico (pubblicato a pag. 15).
Abbiamo una complessiva e generalizzata
riduzione del numero delle USL in tutte le
regioni.
Sostanzialmente tutte le Regioni tranne
l'Abruzzo, il Molise, la Sicilia, le Marche
e la Provincia autonoma di Bolzano prevedono con una legge l'istituzione del Dipartimento; va precisato che per la Sicilia
l'assenza dell'articolato sul Dipartimento
nella Legge di riordino del Servizio sanitario è conseguenza dell'emanazione della
legge in data antecedente al D .Lgs 517193
e che comunque nella stessa legge si rimanda ad una contestuale istituzione dell'Arpa e del Dipartimento.
Nove Regioni prevedono l'autonomia finanziaria del Dipartimento; le altre danno
al Dipartimento un'autonomia di tipo funzionale.
Per quanto riguarda l'articolazione interna
in Servizi, per quelli sanitari quasi tutte le
Regioni prevedono tre Servizi come previsto dal D .Lgs 517193, tranne la Sardegna
(4) e la Campania (5); per i Servizi veterinari in sei regioni è previsto un numero di
Servizi superiore ad uno (articolato in tre
aree).
Dalla lettura dei testi delle leggi regionali
emergono alcuni aspetti interessanti c particolari.
La Regione Sardegna individua due dipartimenti per lo svolgimento delle attività
sanitarie dell'azienda USL e precisamente
il Dipartimento di Prevenzione ed il Dipartimento di diagnosi, cura e riabilitazione. In quello di prevenzione possono essere istituiti un massimo di sette Servizi
(quattro sanitari e tre veterinari).
In particolare si prevede, oltre ai Servizi
sanitari previsti dal D. Lgs 517193 anche
l'istituzione di un Servizio di "igiene urbanistica, edilizia e degli ambienti confinati"; inoltre il Servizio di Igiene e Sanità
Pubblica comprende anche l'epidemiologia, la medicina scolastica, la medicina
sportiva, l'educazione sanitaria e la medicina legale.
Nella stessa legge la figura del responsabile di Dipartimento ha funzioni di coordinamento delle attività dei Servizi e dei
settori nei quali si articolano i Servizi, ma
non è obbligatoria e può essere istituita dal
Direttore Generale per "esigenze funzionali".
La Regione Liguria individua come strutture fondamentali dell'azienda USL tre
Aree dipartimentali, tra le quali l ' area delle attività di prevenzione, che si articolano
in unità operative a loro volta subarticolate
in nuclei operativi; le U.O. individuate
corrispondono ai Servizi previsti dal D.Lgs .
517193; è da rilevare l'inserimento
nell'U.O. di Prevenzione e sicurezza negli
ambienti di lavoro del nucleo operativo
"Sicurezza impiantistica ed antinfortunistica". Questo nucleo operativo dovrebbe
recepire le funzioni dell'omologo Settore
del P.M.P, in transito verso l'agenzia Regionale.
L'Area dipartimentale di prevenzione è
diretta dal Direttore Sanitario dell'azienda
USL mentre le U.O. (dotate di autonomia
amministrativa,organizzativa, tecnico funzionale e tecnico operativa) sono dirette da
un dipendente del ruolo sanitario appartenente al secondo livello dirigenziale nominato dal Direttore Generale secondo i
criteri del D.Lgs 29193.
Tra i modelli che abbiamo riscontrato quello della Regione Toscana si presenta il più
"anomalo" rispetto al quadro nazionale, in
quanto il Dipartimento di Prevenzione si
articola a livello di "zona" in aree funzionali che raccolgono al proprio interno le
varie strutture organizzative prevalentemente monoprofessionali.
Ci troviamo di fronte ad uno sforzo di
valorizzazione delle diverse professionalità che operano ciascuno nel proprio specifico alla costruzione di quel processo
unitario che è la Prevenzione.
Quanto ciò possa favorire una cultura dipartimentale interdisciplinare, di superamento in sostanza di logiche di appartenenza (a Servizi o a professioni) è tutto da
verificare attraverso i regolamenti e soprattutto la prassi degli interventi quotidiani.
La Regione Umbria tra i Servizi del Dipartimento inserisce il Servizio di "Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di vita e
di lavoro" strutturato in aree funzionali sul
modello precedentemente esposto.
Tab. I : Stato di Attuazione della legge sui Dipartimenti di Prevenzione
Regioni
Piemonte
Liguria _
Lombardia
Veneto
Friuli
Prov. Bolzano
Toscana
Emilia Romagna
Lazio
Marche
Umbria
Sardegna
Puglia
Sicilia
Calabria
Campania
Abruzzo
Molise
Basilicata
n. ASL
Da 63 a 22
Da 20 a 5
Da 80 a 44
Da 36 a 22
Da 12 a 6
Da 4 a 4
Da 40 a I2
Da 41 a I3
Da 51 a 12
Da 24 a I3
Da 12 a 5
Da 22 a 8
Da 55 a 12
Da 62 a 9
Da 31 a I I
Da 61 a 13
Da 15 a 6
Da 7 a 4
Da 7 a 5
Servizi Dip
3 +I
3 +2 _
3 +I
3 +I
3 +I
No
3 +I
2 +I
3 +I
No
3 +I
4 +3
3 +3
No
_ 3 +I
5 +3
No
No
Al Psr
Autonomia Dip
Funzionale
Funzionale
Funzionale
Finanziaria
Finanziaria
No
Finanziaria
Finanziaria
Finanziaria
No
Funzionale
Funzionale
Finanziaria
No
Finanziaria
Finanziaria
No
No_
Finanziaria
15
L.R. Agenzia
Sì
Sì
No
No
No
No
Sì
Sì
Sì
No
No
No
No
No
No
No
No
No
No
Questo è uno dei rari casi di modifica della
denominazione di un Servizio, così come
prevista dal 517/93. L'inserimento della
parola "di vita" farebbe pensare ad un
tentativo di aggirare l'esito referendario
che ha cancellato tale edizione e le relative
funzioni dalla legge di riforma sanitaria
del 1978. Per queste ragioni il Commissario di Governo l'ha fatta cancellare dalla
Legge di riordino della Regione Puglia
che analogamente aveva inserito la parola
"di vita" nel testo della legge. Lo scopo di
questo inserimento, tuttavia, sarebbe un
altro e cioè quello di offrire il Servizio,
quello contenitore per il settore
impiantistico- antinfortunistico del P.M.P.
In questa panoramica dobbiamo citare
anche la Regione Emilia Romagna che ha
unificato il Servizio di Igiene Pubblica con
il Servizio di Igiene degli alimenti, riducendo a due quindi i Servizi dell'area
medica.
La Regione Campania prevede, invece,
ben otto Servizi del Dipartimento (5 Sanitari e 3 Veterinari); in particolare viene
previsto oltre al Servizio di Prevenzione e
Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, un
Servizio di Igiene e Medicina del lavoro le
cui funzioni non vengono meglio specificate. Anche questo rappresenta un tentativo di trovare una più congrua collocazione
al Settore impiantistico del PMP, rispetto
al passaggio nella Agenzia.
Gli aspetti sicuramente più problematici
relativi al funzionamento del Dipartimento sono rappresentati, come già evidenziato da Graziano Frigeri nella sua relazione
introduttiva del seminario sul Dipartimento tenutosi a Bologna nel marzo 1993. dal
rapporto Dipartimento/Servizio e nell'ambito dell' organizzazione USL dal rapporto
dipartimenti/distretti; su quest'ultimo
aspetto tra l'altro il D.Lgs 517193 non dà
alcuna indicazione.
A proposito di questi due aspetti Frigeri
affermava che bisognava tendere ad identificare sempre più nel Dipartimento e
sempre meno nei Servizi il centro pesante
ed il luogo di programmazione delle attività e a non pensare ad un'articolazione
territoriale in funzione meramente esecutiva bensì ad un ambito in cui si eserciti
attività di programmazione locale ovviamente nell'ambito della programmazione
dipartimentale.
Dalla lettura delle leggi si rivela come tali
aspetti organizzativi e relazionali vengano
demandati ad atti amministrativi quali linee guida a livello regionale e regolamenti
di USL; in qualche caso si rimanda al
Piano Sanitario Regionale
Si rileva nella legge della Regione
Campania un riferimento normativo quando si legge che si assegnano ai Servizi del
Dipartimento compiti di programmazione, coordinamento tecnico e controllo delle attività territoriali operative da svolgersi nei distretti.
Linee guida sono state già emanate dalla
Regione Emilia Romagna e sono in fase di
emanazione in altre Regioni quali tra le
altre il Veneto e la Puglia. Tali atti amministrativi rappresentano il vero strumento
operativo che può permettere il decollo
dell'attività del Dipartimento in una prospettiva caratterizzata dal superamento
della logica dei Servizi separati con l'attribuzione al Dipartimento degli aspetti programmatori e di integrazione attraverso
piani di lavoro comuni tra i Servizi, con
conseguenti procedure per la realizzazione delle attività.
E attraverso questi strumenti di indirizzo
che verranno delineati quei caratteri del
Dipartimento ("forte" o "leggero"), ad oggi
non desumibili attraverso la semplice lettura dei testi di legge.
Il quadro complessivo che scaturisce da
questa lettura mostra ancora una volta
quanto abbia prevalso la necessità di adattare una legge quadro alla realtà che si è
andata strutturando in forme diverse in
ciascuna Regione. Per cui abbiamo il
riazzonamento delle nuove USL, in alcuni
casi su base provinciale, in altre su base
intraprovinciale ed in altri casi in forma
mista. In alcune Regioni il nuovo modello
di riorganizzazione in forma dipartimentale rappresenta l'occasione per una ripresa dell'iniziativa in questo campo, pensiamo ad alcune Regioni meridionali, anche
se è difficile immaginare la costituzione
ex -novo dei cinque Servizi nella Regione
Campania dove siamo all'incirca all'anno
zero.
Stiamo assistendo a significative esercitazioni di ingegneria istituzionale attorno
all'ipotesi dipartimentale, tuttavia saranno i regolamenti e soprattutto i piani sanitari ed al loro interno i progetti obiettivi
specifici per la prevenzione, le cartine di
tornasole per la verifica delle volontà reali
di cambiamento e costruzione del nuovo.
Per questo è opportuno anche come Snop
aprire un osservatorio su quanto verrà completamente messo in atto in termini di
attribuzione di risorse, di personale e soprattutto per quanto riguarda i modelli
operativi che si affermeranno. I cambiamenti che abbiamo davanti sono tali che a
nostro avviso impongono da parte nostra
una nuova "Operazione Prevenzione" in
chiave dipartimentale, una specie di
autoradiografia del cambiamento.
Abbiamo di fronte l'occasione e la necessità di sviluppare al massimo il mandato
istituzionale attribuito al Dipartimento di
Prevenzione, quale casa comune degli
operatori della prevenzione, che in una
logica di unitarietà degli interventi, ma ora
anche in funzione dei processi economici
che sottendono l'aziendalizzazione delle
USL, devono fare crescere la cultura del
Dipartimento.
AGENZIE REGIONALI (Arpa)
Ad oggi risultano approvate le leggi solo
in Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Liguria e Piemonte; leggi che per altro devono ancora superare il vaglio del Commissario di Governo, nonostante per alcune
sia già passato da tempo il limite temporale stabilito dalla legge 61/94. In quasi tutte
le Regioni sono state elaborate proposte,
alcune delle quali sono in discussione nei
consigli regionali, di queste proposte esistono numerosissime bozze anche in una
singola Regione e pertanto è difficile avere un quadro completo cd esaustivo per
poter estrapolare dei dati univoci.
16
Pur nelle notevoli diversità delle proposte,
facendo riferimento temporale al gennaio
1995, dall'esame delle proposte delle Regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Puglia è possibile evidenziare alcuni punti in comune (pur avendo
presente la possibilità di essere già superati dagli eventi):
• multireferenzial ità dell 'agenzia regionale;
• obbligatorietà da parte di province, regioni, comuni, USL di avvalersi delle
strutture dell'Arpa con il divieto di creare una doppia rete di laboratori;
• distinzione tra funzioni amministrative
che rimangono in carico dei vari soggetti
istituzionali e funzioni tecniche svolte
dall'agenzia;
• personalità giuridica pubblica e autonomia tecnica, amministrativa e contabile
dell ' agenzia;
• comitati di indirizzo e coordinamento
previsti sia a livello centrale (regionale)
che decentrato (provinciale) per permettere il coordinamento tra prevenzione
ambientale e sanitaria.
Sullo sfondo di queste problematiche ruota la questione non meno importante della
collocazione del personale degli ex PMP
che dovrebbe secondo una interpretazione
letterale della Legge 61194 passare tutto
nell'Agenzia. Secondo, invece, una interpretazione della legge in un' ottica referendaria, il personale del settore impiantistico
- antinfortunistico svolgendo compiti prevalenti in materia di igiene e sicurezza del
lavoro potrebbe restare nel Dipartimento
delle USL.
Un'altra questione viene dibattuta con un
certo accanimento e riguarda l ' obbligatorietà di avvalersi delle strutture tecniche,
strumentali e di laboratorio delle Agenzie,
da parte delle USL e dei relativi Dipartimenti di Prevenzione. In regime di
aziendalizzazione, sia delle Agenzie, sia
delle nuove USL si introduce così un forte
vincolo dal risvolto anche economico, tale
da poter determinare un soffocamento delle già esigue risorse a disposizione della
prevenzione. Essendo l'Agenzia esterna
al SSN si avrebbe un regime di monopolio
a costi obbligati e senza quella garanzia di
qualità che solo in regime di concorrenza
(anche solo pubblica) è in grado di garantire. D'altronde tutte le prestazioni del
SSN oggi vengono erogate in concorrenza
tra loro e con il privato sia sul versante
della qualità che sul versante della economicità. Fermo restando il divieto di costituire ex - novo una rete parallela di laboratori, andrebbero utilizzati al meglio quelli
esistenti.
Non è stato possibile prendere visione
delle leggi approvate tutte mentre venivano redatte queste note e ne parleremo sul
prossimo numero.
DIRE 111VA 92157
CANTIERI
TEMPORANEI
O MOBILI
E in discussione in questi giorni il recepimento della direttiva cantieri: quando il
lettore leggerà queste note con ogni probabilità si saprà con certezza se i tempi
ristrettissimi che rimangono per il recepimento saranno stati sufficienti o dovrà
essere rimandato ulteriormente il recepimento .
Abbiamo avuto modo di esaminare alcune
bozze di recepimento approntate dal Ministero del lavoro. Ci sono stati anche incontri di consultazione con le parti sociali e le
Regioni. Snop è interessata anche come
componente della Consulta.
Le impressioni, che ovviamente non possono essere definitive, sono improntate
alla preoccupazione perché non sembra
che si stia costruendo uno strumento idoneo a perseguire l'obiettivo, che rimane
pur sempre la riduzione degli infortuni e
delle malattie professionali in un settore
che è ai primi posti nelle statistiche nazionali ed europee.
La novità sostanziale contenuta nella Direttiva della Comunità europea, riguarda
lo spostamento di responsabilità a livello
del committente, che deve incaricare dei
coordinatori in materia di sicurezza e salute già in fase di concezione dell'opera, con
il compito di progettare in sicurezza.
L'impresa dovrà seguire le linee indicate
dal committente il quale controllerà che
effettivamente siano rispettate durante la
fase esecutiva. Appare scontato inoltre
che l'impresa dovrà rispettare le regole
introdotte dal D.Leg. 626194, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento
dei soggetti protagonisti della prevenzione, e cioè il responsabile del servizio di
prevenzione e protezione, il rappresentante dei lavoratori in materia di sicurezza e
salute e il medico competente. Nella bozza
che sta circolando si prevede per il committente la possibilità di redigere, tramite
il suo coordinatore, il piano di sicurezza e
salute oppure di farlo redigere dall' impre-
17
sa appaltatrice; con questa possibilità di
delega si allontana di fatto la citata grande
novità voluta dalla Direttiva, cioè l'obbligo di programmare la prevenzione già in
fase di concezione dell'opera.
Il piano di sicurezza e salute è inoltre
considerato come il superamento di troppi
obblighi previsti dal 626; è previsto infatti
che sia inviato ai rappresentanti per la
sicurezza prima dell'inizio dei lavori, e
che questi possano semplicemente chiedere chiarimenti e formulare proposte, svuotando di importanza il coinvolgimento previsto dal 626.
Anche il medico competente può, a suo
esclusivo giudizio ,sostituire il sopralluogo
in cantiere con l'esame del piano.
Salta completamente lariunione periodica
di prevenzione e protezione dei rischi di
cui all'art. 11 del 626 per tutti i cantieri,
con durata inferiore all'anno.
Esiste un'ambiguità di fondo al campo di
applicazione, cioè al tipo di cantiere soggetto all'obbligo di notifica preliminare da
trasmettere all'Organo di vigilanza e per il
quale il committente ètenuto a designare il
coordinatore per la progettazione e poi,
prima di affidare i lavori, il coordinatore
per l'esecuzione: nella bozza infatti si restringe il campo ai cantieri con durata
presunta dei lavori superiore a 30 giorni
lavorativi e in cui sono occupati più di 20
lavoratori, oppure, ai cantieri che comportano rischi particolari, come da elenco
allegato, nel quale però è indicata una serie
di rischi talmente ampia da comprendere
ogni tipo di opera.
E chiaro a tutti che se si imposta una legge
a misura dei cantieri con più di 20 lavoratori e con durata presunta superiore al
mese, si sbaglia obbiettivo, poiché il 90%
delle Imprese italiane ha meno di 10 dipendenti e vi sono opere anche consistenti
che durano presumibilmente meno di un
mese. E sembra quantomeno singolare recuperare questa enorme massa di cantieri
solo con il mezzo dell'allegato.
Un'ulteriore limitazione di campo si prospetta quando si limita l'obbligo della riunione periodica prevista dall'art. 1.1 del D.
Leg. 626 ai cantieri con la durata presunta
superiore all'anno, negli altri casi vi deve
essere una motivata richiesta del rappresentante della sicurezza. Anche in questo
caso, se passasse questa impostazione, si
svuoterebbe di significato sia la Dir. 92157
sia il D. Leg. 626, poiché il bisogno maggiore di riunire i nuovi soggetti della prevenzione si ha proprio dove i cantieri sono
di piccole dimensioni e dove la sicurezza e
la salute dei lavoratori sono spesso trascurate.
Oltre alle osservazioni alle bozze di decreto di recepimento sopra illustrate Snop ha
già da tempo diffuso e portato a conoscenza del Ministero del lavoro tramite le Regioni e la Ciip alcune questioni che sono
sintetizzabili come segue.
18
L'obbligo di notifica preliminare (art. 3
della Direttiva) deve diventare uno strumento utile per programmare la vigilanza
del comparto.
A tale scopo la notifica all'USL deve essere tempestiva, cioè inviata contestualmente, o immediatamente prima, all'apertura
del cantiere e non genericamente "almeno
15 giorni prima" dell'inizio lavori. Solo in
questo modo si potrà avere un quadro reale
dei cantieri effettivamente operanti e della
tipologia di rischio presente in ogni momento sul territorio di competenza.
La notifica deve riguardare anche le piccole imprese, e per questo proponiamo un
limite di 3 persone per 5 giorni lavorativi,
escludendo solo i lavori piccolissimi, che
non saremmo comunque in grado di controllare. Il carico per le Imprese è di poco
conto ed i Servizi di prevenzione potranno
programmare la vigilanza scegliendo i
cantieri secondo criteri predefiniti.
Il fascicolo adattato di cui all'art.5 lettera
c della Direttiva è un importantissimo ele-
mento di novità: si prevede la costruzione
di una specie di libretto di manutenzione
per eseguire le opere successive in sicurezza e per la salvaguardia di chi userà il
manufatto. Sarebbe da definire fin da subito un elenco di elementi minimi da inserire
nel fascicolo per operazioni successive a
rischio (sicurezza per la manutenzione dei
tetti, pulizia di vetrate e facciate, scavi in
caso di pericoli di frane e con falde a
rischio, manutenzione di impianti elettrici, idraulici, ecc.), senza rimandare totalmente a decreti successivi l'individuazione dei contenuti. Il fascicolo dovrebbe
essere consegnato assieme all'opera.
Un ruolo importante deve essere previsto
per il medico competente che va coinvolto nell ' analisi dei rischi, nell ' attività di
informazione e di formazione dei lavoratori, e per il quale ve mantenuto l'obbligo
di visitare i cantieri dell'impresa (o almeno uno dei cantieri più rappresentativi del
tipo di opere svolte) due volte all'anno
come previsto dall'art. 17 h) del D. Leg.
626. Solo in tale modo ha la possibilità di
contribuire con il datore di lavoro e con il
servizio di prevenzione e protezione "alla
predisposizione dell'attuazione delle misure per la tutela della salute e dell' integrità psico-fisica dei lavoratori".
Il riferimento deve essere l'impresa e non
il singolo cantiere, altrimenti si renderebbe impossibile questo tipo di attività.
Si propone inoltre, data la complessità e la
variabilità dei rischi presenti nell'edilizia,
di inserire l'obbligo di un controllo sanitario annuale, fatto salvo l'obbligo di
periodicità più ravvicinate per rischi specifici normati da altre leggi.
Infine, in considerazione della difficoltà,
relativamente al rischio rumore, di appl icare il 277191 in edilizia a causa della
grande variabilità e aleatorietà dei tempi di
esposizione dei lavoratori e dell'assoluta
impossibilità dell'organo di vigilanza di
controllare questi tempi, mentre invece
non ha nessuna difficoltà misurare i livelli
sonori degli impianti e delle attrezzature,
sui quali ogni singola impresa può intervenire, se del caso, con la riduzione del
rischio alla fonte, si ritiene importante
inserire un articolo specifico così articolato:
"Le misurazioni del rumore dovranno riguardare i macchinari e gli impianti dell'impresa (non necessariamente del cantiere) e dovranno rispettare il disposto
dell'allegato VI del D.Leg. 277/91. Nel
caso di lavoratori adibiti ad operazioni e
compiti variabili nel corso della vita del
cantiere, per la definizione dell'esposizione quotidiana personale è possibile fare
riferimento ai tempi di esposizione per
mansione indicati da enti e organismi riconosciuti, riportandone il riferimento nel
rapporto di valutazione".
Flavio Coato
MODENA 1995
LA PAROLA
AGLI OPERATORI
Il 2 febbraio 1995 si è tenuto a Modena, su
iniziativa della Snop Regionale e con il
contributo dell' Assessorato alla Sanità della Regione Emilia Romagna, un seminario
sul tema: "Lavorare nell'area della prevenzione: distretto, dipartimento,
ARPA.ER . La parola agli operatori".
Nelle intenzioni dei promotori dell'iniziativa si voleva rendere disponibile agli operatori dei Servizi di prevenzione una tribuna da cui poter esprimere liberamente le
proprie riflessioni e proposte in relazione
ai profondi cambiamenti in atto nell'organizzazione del lavoro.
Il Direttivo Regionale della Snop aveva
invitato con comunicazione scritta, tutti i
responsabili dei Servizi di prevenzione
della Regione Emilia Romagna ad essere
presenti, non come oratori ma come pubblico per ascoltare le considerazioni svolte
dall'interno dei Servizi, da quelle professioni che concorrono tra loro a tutelare la
salute e la sicurezza della collettività.
Si è voluto quindi fermarsi a riflettere, per
cercare ed adottare soluzioni che consentano di non disperdere il patrimonio di
capacità e risorse umane cresciute in questi anni all'interno dei Servizi di prevenzione.
Quel giorno a Modena si sono visti in
proporzione più dirigenti che operatori,
c'è chi dice perché l'informazione non è
circolata, chi dà la colpa ai permessi che
non sono stati concessi, e chi pensa che la
mancanza dei soliti oratori ufficiali, di chi
conta sia per l'immagine che per il contenuto di ciò che dice, abbia abbassato la
forza di richiamo della manifestazione.
Qualche ben informato inoltre spiega che
gli operatori pensano che i giochi siano già
fatti, in questa rivoluzione dall'alto del
sistema di prevenzione regionale, e quindi
non valga la pena perder tempo a fare
osservazioni che resterebbero inascoltate
dai pochi che hanno realmente il potere di
decidere sul futuro dei Servizi e delle
professioni.
Se quest'ultima osservazione è fondata
magari solo in parte, come molti di noi
ritengono, è meglio rallentare la corsa, che
ci ha freneticamente coinvolto in questi
ultimi tempi per stare dentro al cambiamento in atto nel sistema sanitario e per cui
abbiamo accettato e cercato di giocare con
le nuove regole dell'aziendalismo e del
dirigismo, dimenticando o trascurando
l'importanza della partecipazione degli
operatori, ed anche dei cittadini, per l'affermazione di un metodo di lavoro migliore di quello finora conosciuto.
Senza il concorso attivo e propositivo di
chi lavora nei Servizi ,e di chi ne usufruisce,
l'affermazione di tutti quei dirigenti provenienti dalla sanità pubblica, che hanno
assunto funzioni di responsabilità in diversi livelli gerarchici della nuova organizzazione sanitaria, non sarà sufficiente a
far migliorare il sistema.
Modena non è stata però solo assenza, chi
è venuto infatti ha occupato lo spazio
disponibile ed ha chiaramente fatto intendere quanto gli operatori di diversa professionalità, presenti nei Servizi di prevenzione, siano consapevoli dell ' importanza
ed insostituibil ità delle singole professioni
nel processo di cambiamento in atto.
Tutti gli intervenuti , amministrativi, tecnici e laureati di diversa disciplina, non si
sono limitati a protestare ma hanno avanzato proposte, chi articolate e molto specifiche su singoli pezzi dell'opera di ingegneria organizzativa in atto, chi invece più
rivolte ad evidenziare un contributo specifico di competenze professionali diverse.
Di questi contributi, non riassumibili sinteticamente senza mortificarne il contenuto, sarà curata la pubblicazione degli atti.
Il seminario di Modena ci ha confermato
l'esigenza di cospicue ricchezze presenti
nel sottosuolo dei Servizi, ricchezze fatte
di competenza e di amore, o comunque
interesse, per il proprio lavoro, che vanno
sfruttate facendo attenzione a non farle
esaurire, perché senza queste ricchezze
non si può pensare di sviluppare un miglioramento duraturo del sistema sanitario.
Uno dei compiti che Snop si può assumere
in questo momento è quello di far circolare
le informazioni su quanto sta succedendo,
e continuare ad organizzare momenti d'incontro in cui fermarsi a riflettere e ragionare sulle tappe del nuovo percorso, senza
perdere di vista che tutto questo agitarsi
dovrebbe comunque avere come scopo la
promozione della salute e la tutela dell'ambiente di vita e di lavoro.
Il confronto continua a Parma il 16
marzo 1995
Abbiamo già pensato alla prossima scadenza che si terrà a Parma il 16 marzo
presso l'aula congressi dell ' azienda ospedaliera e sarà dedicata ad un confronto su:
"Il nuovo sistema per la prevenzione in
Emilia Romagna. Problemi, criticità, soluzioni " .
Gli strumenti legislativi di cui si è dotatala
Regione Emilia Romagna e i regolamenti
in corso di adozione da parte delle diverse
Aziende Usi regionali consentono di governare la transizione verso il nuovo assetto dei servizi sanitari ed ambientali, così
come stabilito dalla legislazione di rifor-
ma nazionale e dall'esito del referendum
sulle competenze ambientali. L ' opera di
ingegneria istituzionale è stata veramente
notevole, ed ha talmente assorbito i suoi
protagonisti da far correre il rischio di
lasciare in secondo piano, sottinteso e quindi potenzialmente trascurato, il motivo
ispiratore del sistema per la prevenzione e
cioè la tutela dell'ambiente e la promozione della salute dei cittadini.
Anche i momenti di reale partecipazione
all' interno e ali' esterno sono stati inferiori
alla necessità del momento. Riflettere oggi
sul sistema dei servizi per la prevenzione
in Emilia Romagna vuoi quindi dire riportare l'attenzione di tutti gli addetti ai lavori, ma anche degli interlocutori espressione della società civile, su come l'insieme
delle strutture preposte alla tutela della
salute e dell'ambiente può assolvere al
proprio mandato istituzionale, utilizzando
le soluzioni organizzative come strumenti
d'integrazione, finalizzati anche a logiche
di efficienza gesdonale , ma la cui efficacia
si misura soprattutto su obiettivi di miglioramento di qualità.
Su questo argomento la Regione Emilia
Romagna, l'ASL di Parma e Snop intendono fare il punto dei problemi, delle
criticità, delle soluzioni assieme ad operatori del sistema regionale di prevenzione
impegnati a diverso titolo nel processo di
riforma, e con il contributo propositivo di
un'esponente dell'OMS Europea, con le
cui ipotesi di lavoro si ritiene utile confrontarsi.
Inoltre è previsto uno spazio dedicato alla
informazione e valutazione su quanto sta
accadendo nelle altre regioni italiane.
La giornata sarà conclusa da una tavola
rotonda aperta al contributo critico ed alle
proposte di importanti espressioni della
società civile quali il sindacato, l'associazionismo ambientale ,le associazioni degli
imprenditori e quelle del volontariato.
Il prodotto finale auspicato dagli organizzatori non è l'aggiustamento di parti di un
modello ottimale dei servizi, che in quanto
tale non è proponibile, ma la focalizzazione
di punti critici di un sistema da presidiare
con un metodo di lavoro che consenta di
avere sempre bene in evidenza la tutela
della salute e dell'ambiente come scopo
del nostro operare e la soddisfazione sia
dei cittadini che degli operatori dei servizi
come indicatori fondamentali di buon funzionamento.
Luigi Salizzato
19
DIRETTIVE 92191 E 921104
IL SETTORE
ESTRATTIVO
È in avanzato stadio attuativo il recepimento delle Direttive CEE 92/91(trivellazione) e 921104 (attività estrattive in miniera e in cava).
Tali attività hanno sempre avuto riferimenti legislativi specifici, in ragione della
gravità e particolarità delle problematiche
di sicurezza, legate a fattori non solo dinamici (dipendenti da macchine e impianti),
ma soprattutto statici (legati cioè alla stabilità dei fronti e delle volte).
Le conoscenze necessarie sono infatti così
particolari da richiedere professionalità
specifiche (ingegneri e periti minerari) sia
nella gestione (direttore dei lavori) che nel
controllo di tali attività (ingegnere capo).
Per questo il DPR 128/59 affrontava sia le
procedure autorizzative (idoneità dei siti e
dei progetti di coltivazione e ripristino)
che le problematiche di prevenzione dei
rischi professionali (in dettaglio per la
sicurezza e parzialmente per l'igiene del
lavoro).
Le competenze venivano affidate al Ministero dell' industria attraverso il Corpo delle
Miniere, articolato in Distretti. Per ]'espletamento delle incombenze di ordine igienico sanitario previste dal Decreto all'ingegnere capo veniva indicato di avvalersi
degli ispettori medici del lavoro o di altri
sanitari della pubblica amministrazione
(articoli 4 e 5 del DPR 128159), e poi
successivamente dei medici del lavoro delle
USSL (art.l 1 della legge n. 271190).
Il legislatore aveva in questo modo previsto l'integrazione funzionale di esperti in
Igiene e Medicina del Lavoro da affiancare alle preminenti professionalità di sicurezza.
Negli anni ' 80, anche per il crescente emergere delle problematiche di impatto ambientale, fu data alla materia una nuova
ridefinizione, sostituendo al concetto di
miniera e cava quello di minerali di prima
e seconda categoria, a prescindere dalle
tecniche estrattive in sotterraneo o a cielo
aperto.
Le competenze sui minerali di prima categoria (per lo più coltivati in sotterraneo)
furono mantenuti al Corpo delle Miniere,
mentre quelli di seconda categoria (prevalentemente coltivati a cielo aperto e quindi
di maggior impatto ambientale) furono
affidati alle regioni in quanto enti di indirizzo e di controllo dei comuni nella programmazione del territorio.
Alcune regioni hanno poi trasferito il con-
20
trollo sui rischi professionali alle Ussl,per
garantire unitarietà alla prevenzione; altre, privilegiando gli aspetti ambientali e
di governo del territorio, lo hanno mantenuto a livello regionale (Uffici Cave Regionali) o delegato alle province (Uffici
Cave Provinciali).
Ne è derivato un quadro molto frammentario che, come spesso accade, ha favorito
solo incomunicabilità fra enti e prevalere
di attenzioni parziali.
Infatti, dove sono competenti le USSL, la
prevenzione è rimasta scollegata dalle problematiche dell'impatto ambientale e di
ripristino; dove sono competenti regioni e
province, hanno invece prevalso le problematiche di impatto ambientale legate agli
aspetti autorizzatori a scapito della sicurezza e, ancor più, dell'igiene del lavoro.
Le stesse indicazioni del legislatore sulla
necessità di attivare i medici del lavoro
delle USSL sono rimaste per lo più lettera
morta.
Ne è conseguito che mentre per le miniere,
dove anche per tradizione e per legge le
responsabilità aziendali prevedono un direttore dei lavori con professionalità tecnico-minerarie, la prevenzione ha mantenuto, almeno per la sicurezza, una certa vitalità, nel settore cave si è purtroppo determinato un pericoloso allentamento dell ' attenzione ai rischi professionali.
In ogni caso, per lungo tempo è mancato
anche un qualsiasi confronto fra le professionalità necessarie a gestire correttamente il problema.
Solo recentemente, alla luce delle gravi
conseguenze in termini di danni, ha cominciato a farsi largo la consapevolezza
della necessità di ridare slancio alla prevenzione in questo settore ed anche per
merito della Snop e dell'Anim (Associazione Nazionale Ingegneri Minerari), è
iniziato un costante confronto di merito fra
diverse culture e professionalità, e la consapevolezza della necessità di dar vita a un
lavoro di équipe.
Ma se questo positivo incontro può consentire di affrontare più unitariamente i
rischi professionali, carente è ancora la
collaborazione con le altre discipline coinvolte (Geologia e igiene Ambientale).
In questo quadro le citate Direttive - che
salvo alcune norme tecniche specifiche
ricalcano in generale lo spirito delle altre
Direttive Cee conseguenti alla 891391 rappresentano un'occasione storica per incentivare la prevenzione anche in questo
settore.
Il loro recepimento crea tuttora resistenze
e pone obiettivamente alcune difficoltà
alle aziende, soprattutto di cava, che per
troppo tempo, in vaste aree del territorio
nazionale, avevano vissuto ai margini di
quel processo di evoluzione della prevenzione, culminato nei D. Lgs.277/91 e 6261
94.
È comunque evidente che poiché, soprattutto per le cave, il settore è prevalentemente costituito da piccole aziende, potrà
finalmente essere favorito un discorso di
consorziazione e di attivazione di consulenti esterni qualificati che possano formare i responsabili interni.
Allo stato attuale, più che riaprire contenziosi sulle competenze, è più realistico
insistere con forza su alcuni punti qualificanti:
- coordinamento obbligatorio delle diverse professionalità reperibili negli organi di
controllo;
- definizione del Documento di Sicurezza
e Salute che deve comprendere la valutazione di tutti i rischi ed essere parte integrante del documento autorizzatorio che
indica le scelte di coltivazione in rapporto
alle caratteristiche del sito. Tale considerazione, che può apparire a prima vista
riduttiva, deriva dalla constatazione
realistica che in regime di forte contrazione degli organici è illusorio pensare al
potenziamento degli stessi a tutte le figure
professionali necessarie in uno specifico
organo di vigilanza (si tratti quindi di
geologi e ingegneri minerari nelle Ussl
piuttosto che di igienisti e medici del lavoro nel distretto minerario, in Regione o in
Provincia), e come quindi in questa congiuntura risulti fuorviante aprire conflitti
sulle attribuzioni di competenze, con la
classica furbizia tutta italiana di credere
che a ciò seguano poi corposi investimenti
pubblici.
E invece assolutamente scontato e dimostrato dall'esperienza che senza professionalità minerarie è quantomeno pericoloso
giudicare la stabilità dei fronti e i rischi
conseguenti per gli addetti , così come senza professionalità di igiene e medicina del
lavoro non è possibile tutelare seriamente
la salute degli addetti.
Puntare quindi sull'esplicita indicazione
del lavoro di équipe, attivando le competenze dove esse oggi es istono, rappresenta
una più modesta ma forse più realistica via
per bonificare anche questo settore senza
rimandare l'obiettivo a un improbabile
futuro. Le esperienze sul campo del Gruppo Nazionale Lapidei della Snop vanno in
questa direzione e nelle singole sedi hanno
già avuto positive concretizzazioni, a dimostrazione che laddove si accrescono i
propri sapori e si rispettano quelli altrui
alla fine si viene comunque attivati, al di là
delle competenze formali.
In questo senso la bozza licenziata dalla
Commissione Tecnica insediata presso il
Ministero dell'Industria, su delega del
Ministero del Lavoro, cui il Governo ha
affidato il coordinamento del recepimento
delle Direttive CEE di prevenzione, pur
confermando il quadro attuale di articolazione delle competenze di controllo, nel
merito appare, a una prima lettura, accogliere sostanzialmente queste istanze, ribadendo molto esplicitamente questi concetti. Ciò è anche merito delle osservazioni che Snop ed Anim hanno congiuntamente inviato alla Commissione, come
primo atto di un gruppo di lavoro congiunto che verrà proposto alla Ciip cd alla
stessa Anim.
Non è dato ovviamente sapere se questo
sarà il testo definitivo e quali saranno i
tempi di recepimento; se tuttavia l ' operazione si concludesse entro l'anno ne
beneficerà la salute degli addetti ed ai
servizi di prevenzione delle UssI verranno
comunque offerti nuovi strumenti per dare
un importante contributo concreto alla prevenzione anche in questo importante settore.
ACQUE SARDE
ISPETTORI
A OPORTO
La sezione Snop Sardegna, tra le più nuove, rappresenta anche come quadro soci
l'immagine della nuova Snop non solo
abbarbicata alla tutela della salute nei luoghi di lavoro, ma consolidata nelle varie
aree della prevenzione.
Non a caso si è tenuto il 18 febbraio 1995
a Sardara, indetto dalla sezione Snop Sardegna e dalla USL 15 di Giuspini, un
importante e affollatissimo Seminario su
"Acque destinate al consumo umano e
rischi per la salute".
Sul prossimo numero i colleghi isolani
hanno promesso un ampio servizio, per
ora segnaliamo che sono già stati stampati
gli Atti,un ricchissimo torno di 300 pagine
che va dal ciclo dell'acqua, alla sorveglianza delle risorse come strumento di
tutela della qualità, al problema del coordinamento tra le tante competenze, dalle
procedure operative dei controlli (dal dove
fare prelievi al come e al quando) ai controlli di qualità laboratori ali e interlaboratoriali, alle funzioni dei servizi di prevenzione del territorio.
Particolarmente interessanti i confronti tra
normativa italiana e linee guida OMS,
l ' approfondimento delle cause di inquinamento biologico e chimico (da composti
organoalogenati, pesticidi, metalli, nitrati) ed il loro impatto sulla salute: oggetto
principe del Seminario.
Innovativo lo spazio dedicato alla comunicazione del rischio e l'adozione di provvedimenti a tutela della salute pubblica,
non solamente carte che girano tra responsabili e sindacati, ma informazione al cittadino consumatore che deve sapere prima
da noi che dai giornali la qualità dell' acqua
ed i suoi problemi,
Le associazioni componenti il Cpe (Comitato permanente europeo delle associazioni degli ispettori del lavoro) vale a dire per
la Francia la Associazione V illermé, perla
Spagna 1'Upit, per il Portogallo 1'Apit e
perI'Italia, Snop (anche se la dizione" ispettori del lavoro " ci sta un po' strettina)
hanno tenuto la loro prima riunione ila e 4
febbraio a Oporto in Portogallo.
L'incontro si è concentrato sulla diffusione delle informazioni a livello nazionale
sul Cpe, sul confronto sullo stato delle
strutture di prevenzione e controllo in
materia di sicurezza e igiene del lavoro, le
loro metodologie operative; il recepimento della direttiva quadro nei vari paesi:
contenuti, ruolo delle parti sociali e della
pubblica amministrazione, ritardi, difformità. conseguenze sulla libera circolazione dei beni c il mercato unico.
Una parte importante della discussione si
è approfondita sulla centralità della "valutazione del rischio " : dal singolo rischio
nella singola azienda all ' approccio globale della prevenzione dei rischi in azienda e
nel territorio.
Si è parlato del ruolo del Cpe e delle
associazioni costitutive di fronte all'Unione Europea e verso le regioni europee
attualmente non rappresentate da questo
comitato.
Il prossimo appuntamento sarà in estate a
San Sebastian - Spagna, per preparare il
Congresso di Bilbao dell'inizio del 1996
sui vari temi: presentazione del Cpe e delle
tesi comuni delle associazioni, la centralità della valutazione del rischio.
A Bilbao ci saranno anche 4 ateliers su:
• la valutazione del rischio e le piccole e
medie imprese (affidata a Snop);
• l'intervento di prevenzione e vigilanza in
edilizia (Apit - Portogallo);
• l'ispettore del lavoro e gli attori della
sicurezza nelle aziende (Upit - Spagna);
• i sistemi pubblici di controllo in materia
di igiene e sicurezza in Europa (Ass.
Villermé - Francia).
In discussione un altro atelier relativo alla
valutazione dei rischi nelle aziende e negli
enti pubblici.
Come sempre grande interesse per l ' esperienza e l'originalità dei servizi di prevenzione italiani e la vivacità di Snop.
rif.
Antonio Onnis
USL n ° 15 di Guspini
Via Tirso, 71
09037 San Gavino (Ca)
tel. 070/9375204
fax 070/9375205
Domenico Taddeo
Roberto Pattarin
21
PROGETTO SUBSPRINT
Il 30 Novembre 1994 è stato redatto e
spedito alla Commissione dell'UE il secondo rapporto semestrale sul progetto
Subsprint in Italia, riguardante il periodo
3115-3011 1 1994.
II periodo in questione ha registrato un
piccolo rallentamento delle attività dovuto
in parte al periodo estivo, ed in parte al
fatto che molti componenti del team del
progetto sono stati impegnati nella organizzazione della Quinta Conferenza Europea sui rischi lavorativi, svoltasi a R iccione
nell'Ottobre 1994 nella quale, peraltro, il
Progetto Subsprint è stato preso in esame
da più di un gruppo di lavoro quale esempio di collaborazione internazionale nel
campo delle iniziative per il miglioramento dell'ambiente di lavoro e di vita.
Subito dopo la chiusura della quinta Conferenza si è tenuto a Modena (21 ottobre,
nell'ambito della Fiera Ambiente e Lavoro) il Primo Seminario Nazionale
Subsprint, che ha visto la partecipazione di
oltre 130 addetti al settore (tipografi, insegnanti ed istruttori grafici, operatori dei
servizi di prevenzione, produttori e fornitori di prodotti per l'industria grafica, imprenditori, sindacalisti).
Il Seminario ha fatto il punto del progetto
sia a livello Europeo (con l'intervento di
Ulrike Westphal del team di Amburgo, e
di Thomas Jacobsen della Università Tecnica di Copenaghen) che in Italia,lanciando le basi perle ulteriori iniziative previste
dal piano delle attività , da implementarsi
nel 1995 (il progetto avrà termine il 30
novembre 1995).
In particolare, per i servizi di prevenzione
si è discussa la possibilità di utilizzare
anche la "leva" normativa per favorire la
sostituzione dei solventi organici con agenti
pulenti a base di oli vegetali, ed in particolare l'articolo 3 comma 1 lettera e) del
D.Lgs. 626194 che fa obbligo ai datori di
lavoro di "sostituire ciò che è pericoloso
con ciò che non lo è, o è meno pericoloso".
Nel confermare lo spirito essenzialmente
partecipativo con il quale il progetto viene
condotto (sono stati presentati verbali di
prescrizione nei quali si informavano le
aziende della possibilità tecnica di sostituire i solventi organici con VCA, evitando in tal modo la necessità di complessi e
costosi impianti di aspirazione, misure antincendio e sorveglianza sanitaria) si è
osservato come la norma generale conte-
22
*
*
iint
*
European Community Programme for
Innovation and Technology Transfer
nuta nel 626/94 possa e debba essere utilizzata, dal momento che non esiste alcun
impedimento di natura tecnica, nell 'ambito della pulizia di caucciù, lastre e rulli
nella stampa offset (con esclusione delle
tecnologie che prevedono l'impiego di
inchiostri fissati con UV) per l'adozione
della nuova tecnologia.
Si è sottolineato una volta di più come la
conversione al nuovo metodo non debba
in alcun caso essere adottata autarchicamente (pena risultati deludenti) ma dopo
aver assistito ad una dimostrazione pratica
condotta da un istruttore appartenente al
team Subsprint.
Nel dicembre sono state organizzate tre
iniziative importanti:
- una dimostrazione presso la Tipografia
Mattioli di Fidenza (vi si stampa, tra
l'altro, la rivista "La Medicina del Lavoro"), nei quadro di un piano predisposto
dal Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda USL di Parma, che prevede
1' implementazione della nuova tecnologia in tutte le tipografie della provincia;
una dimostrazione presso la Maggioli
Modulgrafica di S. Arcangelo di Romagna, una delle principali case editrici
attive anche nel campo della manualistica
per la sicurezza sul lavoro e la tutela
dell'ambiente (per inciso è in corso una
trattativa per un accordo editoriale con
SNOP);
una dimostrazione presso gli stabilimenti grafici de "La Nazione" di Firenze,
200.000 copie quotidiane. E la prima
iniziativa, questa, che si svolge in Italia
(ed una delle prime in Europa) presso
grandi stabilimenti per la stampa di quotidiani, ed il suo successo è di grande
utilità non solo per il progetto a livello
italiano, ma a valenza europea.
Grande interesse ha suscitato in tutta Europa lo studio comparativo condotto da
Silvana Salerno, Riccardo Tartaglia,
Antonella Ciani Passeri ed altri, congiuntamente al gruppo dell'Istituto L. Da Vinci
di Firenze (Garzi,Gianelli,Biagioni) sugli
aspetti ergonomici legati all'uso dei solventi tradizionali e dei VCA: il testo inglese è stato interamente inserito nel report
semestrale del progetto, e distribuito ampiamente a tutti i partner, che hanno raggiunto il numero di 12: Italia, Germania,
Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Gran
Bretagna, Svezia. Spagna, Austria, Finlandia, Islanda.
Al momento della stesura di questo articolo (febbraio 1995), sono stati sottoscritti
due ulteriori subcontratti con altrettanti
distributori di prodotti rispondenti ai criteri definiti da Subsprint per l'adesione al
progetto: Fora s r.l. di Parma, distributrice
per l'Italia del Novasol N,eDIC Graphlito
di Milano, distributrice del Vegol.
Pertanto, i prodotti attualmente reperibili
sul mercato, rispondenti alle caratteristiche tecniche definite dal progetto, sono
tre: Feboclean Bio2 (Bòettcher),Novasol
N (Fora) e Vegol (DIC Graphlito).
Qualora altre ditte distributrici intendessero aderire al progetto, sono pregate di
contattare Suhsprint.
Inoltre, sono state organizzate ulteriori
due iniziative a Verona (24 febbraio), tra
cui una dimostrazione presso gli stabilimenti grafici Arena, ove si stampano i
quotidiani: L'Arena, 11 Giornale di
Vicenza, Brescia Oggi e Sole 24 Ore (per
il Nord), per un totale di 210.000 copie
giornaliere, con un consumo di solventi
organici pari a circa 15 litri giornalieri,
pressoché interamente inalati dagli addetti
alla pulizia (14 persone: più di un litro a
testa!).
Ulteriori iniziative in programma: un seminario di mezza giornata nell'ambito di
un convegno Europeo per Delegati Sindacali dell'Industria grafica (Verbania, 8
marzo), un seminario presso la Scuola
Grafica di Città di Castello, iniziative specifiche in Lombardia, Campania, Sicilia e
Sardegna (date da definirsi tra marzo e
aprile).
Per informazioni sulle iniziative e per ogni
ulteriore informazione sul progetto contattare:
Dr.ssa Paola Bertoli tel. (0521) 852710858163 fax: (0521)853723
Dr. Graziano Frigeri tel. (0521) 852712853045 fax: (0521)858279
Chi è dotato di Modem può collegarsi con
la BBS "Ambiente e Lavoro" della CGIL
di Bologna (051-240052) presso cui è
aperta un'area Subsprint; parametri
modem: 8N1.
SI^OP CNA ISPESL
A CONFRONTO
IN ATELIER
SNOP PUGLIA
Con l'uscita del Decreto 626 da più parti ci
è stato richiesto di fare un punto su quanto
in questi anni, anche dopo l'ottima esperienza di Pesaro (Convegno Snop - Epasa
Cna del 1991) è stato elaborato in termini
di linee guida per comparto, di soluzioni
tipo, di protocolli operativi di sorveglianza sanitaria e ambientale.
L'obbligo per tutte le imprese di valutare i
rischi e fare piani di bonifica, la semplificazione delle procedure per le piccole e
medie imprese e dall'altra parte il proliferare di squali che impongono ad artigiani
estenuanti, inutili e costose valutazioni
con check - liste degne di un impianto
nucleare, ci obbliga anche eticamente a
generalizzare le conoscenze che il mondo
dei servizi (si pensi al repertorio di Soluzioni o alle schede Ispesl) e delle imprese
(si pensi alle schede Cna) ha prodotto in
questi anni sui vari comparti produttivi.
Si sta quindi organizzando probabilmente
a fine settembre a Bologna un grande
atelier di lavoro e confronto tra operatori
della prevenzione (Snop - Ispesl) e Cna su
vari settori produttivi.
Con il buon Bottini abbiamo pensato di
dividere alcuni comparti più complessi
anche se notissimi sui quali lasciare uno
spazio di relazioni e presentazioni di esperienze al Convegno: metalmeccanica, grafica, legno, edilizia, stampaggio materie
plastiche, carrozzieri e meccanici.
Ed altre lavorazioni (più semplici), ad
esempio: parrucchieri ed estetisti, abbigliamento, imprese di pulizia, distributori
di benzina, lavanderie, galvaniche... sulle
quali organizzare solo una grande distribuzione - shopping di materiali informativi (schede di valutazione e bonifica, video,
opuscoli) prodotti dai servizi e dalle imprese.
Sulla meccanica ad esempio invitiamo sin
d'ora i colleghi di Legnano, Modena,
Vicenza e Trieste a confrontarsi.
Sul legno e sull'edilizia i gruppi di lavoro
Snop.
Sulla grafica gli operatori della Asl 31
della Lombardia (Cinisello) e del Progetto
Sub - Sprint.
Occorrerà procedere da subito alle (ri)
stampe dei tanti opuscoli prodotti dal
Cemoc e dai servizi.
Al lavoro. Vi faremo sapere le riunioni
preparatorie e scadenze intermedie.
È uscito il 1 ° numero del Foglio di informazione a cura della sezione pugliese della Snop.
Uno strumento che potrà offrire uno spazio aperto di informazione, confronto nel
mondo della prevenzione pugliese.
Nel primo numero un commento sulla
legislazione regionale nel campo della prevenzione, il resoconto del Convegno del
15 dicembre 1994 sul Decreto 626 indetto
dalle sezioni regionali di Snop, Ambiente
e Lavoro, Aias e da Cgil Funzione Pubblica.
Interessanti i risultati del monitoraggio del
piombo a cura della Usi TA 4 e la sintesi di
un lavoro di comparto (la lavorazione della pietra nel Leccese) a cura della Usi LEI
8.
In preparazione due Seminari Regionali
su Cancerogeni Professionali e sul Giudizio di idoneità al lavoro e l'organizzazione
di gruppi di lavoro tematici: pareri sui
nuovi insediamenti, vigilanza in edilizia,
apprendisti e minori, infortuni.
Per avere il bollettino, contribuire, iscriversi a Snop, fare riferimento a:
Fulvio Longo
Usl BA
Via Lecce 5
70010 Casamassima (BA)
tel. 080-674832
Roberto Giua
Usl TA
Corso Umberto 79
74100 Taranto
tel. 099-486235
fax 099-486276
23
ORGANISING
THE CHANGE
La Quinta Conferenza Europea
"Organising The Change" (Riccione 7-9
ottobre 1994) è stata, sul piano organizzativo, un grande successo: 250 sono stati.
complessivamente, i delegati che vi hanno
partecipato, provenienti da tutti i Paesi
Europei, con osservatori da Bielorussia,
Stati Uniti, Giappone, Sud Africa, Brasile.
I 15 gruppi di lavoro (workshops) hanno
discusso approfonditamente le tematiche
specifiche oggetto del Convegno, producendo documenti provvisori che sono stati
distribuiti, in Italiano ed in Inglese, subito
prima della sessione plenaria finale del 9
Ottobre.
I documenti finali dei Gruppi saranno raccolti negli atti, pubblicati dalla Regione
Emilia Romagna, ecurati da Marco Biocca,
che ha coordinato il lavoro dei workshops.
Nell'ambito del Network Europeo è stato
espresso unanime riconoscimento per lo
sforzo organizzativo compiuto da Snop
nel l' organizzazione della Conferenza, che
ha toccato sicuramente l'apice, da questo
punto di vista ,rispetto alle precedenti quattro (Amburgo, Strasburgo, Copenhagen,
Sheffield): un impianto organizzativo difficilmente ripetibile. come hanno riconosciuto i nostri colleghi europei, tanto che al
meeting di Londra (gennaio 1995) i colleghi Olandesi, candidati naturali alla prossima Conferenza dopo lo "scippo" da parte nostra compiuto nel gennaio 1993 a
Valencia, si sono riservati di effettuare
uno "studio di fattibilità" per l'organizzazione della Sesta Conferenza ad Amsterdam, tanto che la decisione finale sul luogo e sulla data sarà presa a Copenhagen in
giugno (e, quindi, la Conferenza si terrà
verosimilmente non prima del 1997).
Un grande successo, quindi, per il quale
occorre ringraziare naturalmente tutti i
coorganizzatori (Regione Emilia Romagna, Cgil-Cisl-Uil, Usl di Rimini) ma, in
particolare, le persone che con il loro impegno (che ha raggiunto livelli di vero
stakanov i smo) hanno concretizzato il successo; in Italia: Paola Bertoli, Viviana
Montanari e Marco Tiboni (Agenzia
Adriapoint), Loris Fabbri, Roberto Battaglia (Cgil di Rimini), Marco Biocca, Gino
Rubini e, consentitemi anche se non si usa,
il sottoscritto.
All ' estero: Mick Williams, Simon
Pickvance, Jim Swan, Pieter van
Broekhuizen, Thomas Jacohsen, Steen
24
Sioland, Frank Barry, Henning Wridt,
Cornelia Peters, Gerhard Elsigan, Rafael
Gadea, Matti Sundquist.
Se la Conferenza è stata, sul piano organizzativo, un indiscutibile successo, il discorso deve farsi un po' più cauto sul piano
dei contenuti e, in particolare, sulla valutazione in ordine al raggiungimento degli
obiettivi che ci si era prefissati. Qui il
discorso si fa inevitabilmente duplice, in
quanto la Conferenza presentava diversi e
non sempre coincidenti obiettivi per il
Network in quanto tale, e per Snop in
particolare.
Scopo "esistenziale" dell'European Work
Hazard Network, cui Snop ha aderito nel
1990 in occasione della terza Conferenza
tenutasi a Copenhagen, è quello di costituire una rete di collegamento a livello
europeo tra "esperti" e lavoratori in ordine
alla tutela della loro salute e sicurezza, al
di fuori (ma non contro) dei canali ufficiali
tradizionali, quali Società Scientifiche "accademiche" da un lato e Sindacati dall'altro.
11 principio fondamentale è di mettere in
contatto veri esperti con veri lavoratori,
attivi specificamente sul terreno della salute e sicurezza del lavoro.
Sul piano operativo l'attività del Network
è quella di attivare gruppi di lavoro
("subnetworks") tematici per rischio, settore, problematica, che siano in grado di
procedere successivamente "motu proprio".
L'organizzazione, ogni due anni, di una
Conferenza Europea ha lo scopo da un lato
di far incontrare fisicamente gli esperti coi
lavoratori, dall'altro di fare il punto sul
lavoro svolto dai subnetworks esistenti
(rilanciandone l'attività) e di proporne dei
nuovi sui terni via via emergenti, tanto per
fare un esempio, il progetto Subsprint, che
oggi viaggia con gambe proprie, è "figlio"
della Quarta Conferenza di Sheffield.
Su questo piano la Quinta Conferenza ha
raggiunto i suoi obiettivi: il lavoro di preparazione, durato quasi due anni, ha permesso al Network e ai vari gruppi di giungere a Riccione avendo alle spalle un bagaglio di contenuti e di riflessioni non
indifferente, che si è riversato in modo
riconoscibile nei documenti finali presentati a Riccione.
Contemporaneamente nuovi terni sono stati
affrontati, per molti dei quali si sono for-
mali veri c propri "subnetworks" che stanno programmando contatti, scambi di informazioni ed iniziative autonome, che
seguiremo nel tempo e di cui daremo notizia puntualmente, attraverso i rappresentanti Snop che vi partecipano direttamente.
La Conferenza, dal punto di vista del
Network, ha registrato invece il fallimento
rispetto ad uno degli obiettivi specifici,
che avevano costituito una delle motivazioni per la scelta dell'Italia quale Nazione
ospitante: la possibilità di allargare il "raggio d ' azione " del Network ai Paesi Mediterranei (Spagna, Portogallo, Grecia).
Si pensava che la collocazione centrale
dell'Italia rispetto a queste realtà avrebbe
potuto facilitare la partecipazione da questi Paesi, ma così non è stato, se si fa
eccezione per la Spagna, che comunque
giàpartecipava organicamente al Network.
Pur avendo a disposizione fondi per finanziare la partecipazione di rappresentanze
da questi Paesi, ciò non è stato possibile
per l ' assenza vera e propria di contatti.
Non ci nascondiamo che su questo punto si
contava anche sul supporto attivo del Sindacato Italiano e Spagnolo, che invece non
c'è stato: da questo punto di vista si è
trattalo di una occasione perduta. Il
Network Europeo è un organismo assai
composito, di cui fanno parte organizzazioni molto differenti, che si muovono in
contesti altrettanto differenti: in alcuni casi,
come la Spagna e l'Irlanda, è direttamente
il Sindacato (Comisiones Obreras, MSF)
che fa parte in quanto tale (seppure attraverso organismi "dedicati") del Network;
in altri casi (Gran Bretagna) si tratta di
organizzazioni collaterali al Sindacato
(Trade Union Safety Council, Sheffield
Occupational Health Project, London
Hazard Center, WH1N -Vork Health lnternational Newsletter); in Danimarca vi è il
gruppo AAA, formato da espe r ti e tecnici
consulenti del Sindacato; in Olanda si tratta di un Network locale spontaneo di esperti, facenti capo direttamente al
Chcmicwinkel (Dipartimento di Chimica
dell'Università di Amsterdam); in Finlandia ed Austria i rappresentanti del Network
sono ispettori del lavoro ed esperti impegnati a titolo individuale o formanti piccoli gruppi attivi (come il PPM austriaco)
senza particolari legami col Sindacato in
Germania addirittura il gruppo Arbeit und
Gesundheit (Lavoro e Salute) si trova spesso e volentieri in contrasto con il Sindacato
Ufficiale DGB.
In Italia, caso unico, è una intera Società
Scientifica di Operatori della Prevenzione
con un rapporto di collaborazione, spesso
stretta col Sindacato, ma indipendente dallo stesso e che non ha rapporti diretti, in
quanto associazione, con i lavoratori come
singoli o come gruppi attivi.
Poiché lo scopo del Network è quello di
mettere in contatto diretto esperti e lavora-
tori, uno degli obiettivi della Quinta Conferenza era il favorire l'incontro tra le
esperienze concrete e dirette sui luoghi di
lavoro Italiane con il resto d'Europa. Si
trattava di far incontrare fisicamente lavoratori italiani " veri " (quadri di base, delegati di reparto) con i loro colleghi europei.
Questo avrebbe dovuto essere il senso
della partecipazione del Sindacato Italiano alla Conferenza, al di là del discorso
ufficiale di apertura di Carlo Fabio Canapa
e a prescindere dall ' importantissimo lavoro di tipo organizzativo, preparatorio c di
supporto (anche economico) svolto egregiamente dagli amici del Sindacato che
hanno collaborato ali' iniziati va (Battaglia,
Rubini, Galli, Malaspina, Ramat, Rosati,
Brighi, Benedettini e altri).
In realtà anche questo obiettivo deve considerarsi, nella sostanza, fallito.
L'accordo iniziale era che almeno il 50%
della delegazione italiana fosse organizzata dal Sindacato, il che formalmente è stato
rispettato; nella realtà però circa un terzo
della delegazione sindacale era composta
di Operatori della Snop inviati a Riccione
in veste sindacale, mentre i restanti due
terzi era formato da dirigenti centrali e
periferici del sindacato.
Chi ha partecipato alla Conferenza ha potuto constatare come a fronte della presenza, specie nelle delegazioni più numerose
(Britannici, Danesi, Olandesi), di "veri"
lavoratori accanto ad esperti e sindacalisti
(epici gli approcci di Calabresi e Laureni
con i portuali di Amsterdam) di lavoratori
italiani autentici (quelli che timbrano ancora in fabbrica, per intenderci) non se ne
siano praticamente visti.
Eppure poteva essere una straordinaria
occasione, anche per il Sindacato, di " socializzazione" delle esperienze concrete,
quotidiane, di "affratellamento" a livello
europeo tra lavoratori che vogliono trasformarsi da oggetto passivo delle politiche e delle pratiche di salute e sicurezza sul
lavoro a protagonisti attivi in un contesto
sicuramente stimolante.
In effetti, nel meeting degli attivisti europei (in realtà per lo più Britannici, Olandesi e Danesi) tenutosi dopo la chiusura della
Conferenza, si è lamentata l'impossibilita
pratica di incontrare e parlare direttamente
coi lavoratori italiani, all'interno eall'esterno della Conferenza (durante le visite ai
luoghi di lavoro).
Certamente un po' di autocritica ce la
dobbiamo fare anche noi della Snop, per
non aver sottolineato a sufficienza la necessità che il Sindacato coinvolgesse maggiormente i lavoratori e i delegati nella
partecipazione alla Conferenza; tuttavia
riteniamo che le riflessioni sopra riportate
debbano costituire uno stimolo positivo
per il futuro.
Snop intende continuare a far parte del
Network, perché crediamo alle sue motivazioni di fondo: che debba cioè esistere
un luogo fisico e concettuale in cui esperti
e lavoratori si incontrano senza la mediazione di apparati e sovrastrutture, siano
esse di natura accademica, tecnica o si ndacale.
Ciò non significa negare l'essenziale funzione della ricerca scientifica da un lato, o
della organizzazione dei lavoratori nel sindacato dall'altro: ci mancherebbe!
Crediamo però che le istituzioni non esauriscano (e non sempre esaudiscano) il bisogno e il desiderio dei lavoratori di essere
protagonisti, di "prendere in mano" direttamente il governo della propria salute sul
luogo di lavoro, attraverso il contatto diretto con gli esperti; questi ultimi ,da parte
loro, è bene che ogni tanto si confrontino
direttamente coi soggetti per i quali, in
fondo, esercitano il proprio mandato istituzionale, scientifico o rappresentativo.
La Quinta Conferenza è stata per chi vi ha
partecipato e per chi l'ha organizzata, una
grande ed esaltante esperienza.
Al di là delle riflessioni critiche ed
autocritiche, abbiamo raccolto tra i partecipanti italiani e stranieri un grande senso
di soddisfazione conseguente alla consapevolezza di non esser soli, di appartenere
(lavoratori ed esperti) ad una famiglia sempre più grande, in una Europa (ma non
solo) che sempre più diviene, giorno per
giorno, un villaggio globale.
Grandi sono le differenze di esperienza,
pratica, cultura e politica sociale, ma altrettanto grandi sono le aree in comune ed
il bisogno di sapere, di conoscere il vissuto
reciproco.
I partecipanti ai workshop cagli incontri di
settore, così come numerosi "singles" e
"cani sciolti", continuano a tenersi in contatto, ed il Network costituisce un sicuro
punto di riferimento; questa, in fondo, è la
sua missione.
Cerchiamo di trarre insegnamento. tutti,
anche dagli errori e dagli insuccessi, perché solo così la Conferenza di Riccione
potrà costituire una significativa tappa nel
processo di "Organizzazione del Cambiamento" nel rapporto fra lavoro, salute e
sicurezza.
Graziano Frigeri
25
DA SNOP A:
'Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Sanità
Al Ministro del lavoro
Al Ministro per il Coordinamento delle
Politiche Comunitarie
Al Ministro di Grazia e Giustizia
Ai Presidenti delle Giunte Regionali
Agli Assessori Regionali alla Sanità
Agli Assessori Regionali all ' Ambiente
Alle Confederazioni Sindacali
Alle Istituzioni in indirizzo
Oggetto: Decreto Legislativo 626194 e
mandato istituzionale dei Servizi di Prevenzione
Il Direttivo Nazionale Snop, riunito a Bologna il giorno 19 Gennaio 1995, ha effettuato una riflessione sul dibattito in corso
circa i riflessi derivanti dalla implementazione del D.Lgs. 626/94 sul mandato istituzionale e sull'operato quotidiano dei
Servizi di Prevenzione e Sicurezza sul
Lavoro.
Snop, nel ribadire il giudizio positivo sul
recepimento della Direttiva Europea 89/
391, e delle altre direttive contenute nel
Decreto, sottolinea come i principi innovativi contenuti nelle norme comunitarie,
così come tradotte nell'ordinamento legislativo nazionale, possono e devono costituire un'importante occasione di impulso
e rilancio delle attività di prevenzione negli ambienti di lavoro.
Principi fondamentali quali la responsabilizzazione diretta dei datori di lavoro nella
valutazione del rischio, nella programmazione delle misure di tutela e nella predisposizione di iniziative di informazione e
formazione dei lavoratori (peraltro già presenti, sia pure in forma meno esplicita e
dettagliata, anche nell'ordinamento legislativo preesistente), unitamente a misure
quali l'istituzione del Servizio di Protezione e Prevenzione Aziendale, il Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza, il
Medico Competente, possono costituire
l'occasione, se correttamente e puntualmente applicati, per dare inizio ad una
nuova e interessante fase nelle politiche di
tutela del lavoro e della sua sicurezza.
In questo contesto, improntato innanzitutto alla cooperazione attiva fra i soggetti
produttori per l'obiettivo comune della
tutela della sicurezza e della salute dei
lavoratori, la Pubblica Amministrazione
e, in particolare, i Dipartimenti di Prevenzione attraverso i Servizi di Prevenzione e
Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, devono saper giocare un ruolo attivo quali
promotori di prevenzione, mettendo in
campo tutta l'esperienza e la professionalità che caratterizzano gli Operatori della
Prevenzione, anche attraverso le modalità
previste dall'art. 24 del D. Lgs. 626194 in
materia di informazione ed assistenza così
come prefigurato anche dal Coordinamento delle Regioni.
In questa ottica Snop rifiuta impostazioni
tendenti a configurare i Servizi di Prevenzione come meri organi di vigilanza e
controllo sul rispetto formale degli obblighi legislativi imposti dal D.Lgs. 626/94
(così come dell'intera legislazione sulla
sicurezza e la salute dei lavoratori), impostazione che prefigurerebbe da un lato
l'impoverimento professionale e culturale
degli operatori, e dall'altro lo stravolgimento del mandato istituzionale dei Servizi stessi mediante l'identificazione degli
stessi come appendici esecutive della
Magistratura.
Snop attribuisce grande importanza alle
funzioni di vigilanza esercitate dai Servizi
di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro, nel quadro delle attività di
Prevenzione, e denuncia come provocatoria, strumentale e priva di fondamento
(anche in termini giuridici) la pretesa, avanzata recentemente dall'Inail, di vedersi
attribuite tali funzioni
Tuttavia, pur nella condivisa necessità che
occorra, a distanza di anni, ridisegnare un
nuovo modello operativo di intervento di
prevenzione nei luoghi di lavoro (Snop ha
in programma iniziative di studio in tal
senso), si intende ribadire come le funzioni di vigilanza debbano costituire uno strumento per l'espletamento in maniera efficace delle attività di prevenzione.
Tale strumento è da intendersi trasversale
a tutte le attività esercitate dai Servizi, sia
pure in diversa misura e con diverse specificità.
In ogni caso la vigilanza non deve costituire ,almeno come principio operativo ,un'at-
26
tività fine a sé stessa: di qui la tenace
opposizione della Snop, oggi come nel
passato, alle ipotesi di costituzione di settori di vigilanza o, peggio, di distacco di
operatori presso preture o procure.
Riteniamo che il principio che identifica le
funzioni di vigilanza quale supporto alle
attività di prevenzione e, come tali, esercitate dal Servizio nel suo complesso, sia
tuttora valido e, anzi, costituisca l'unico
modo per garantire una reale efficacia alle
funzioni di vigilanza stesse, che altrimenti
si configurerebbero come mera attività di
repressione dei reati, senza alcuna connotazione preventiva.
La emanazione recente delle modifiche al
sistema sanzionatorio in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 758/94) costituisce del resto una ulteriore positiva conferma del primato della prevenzione rispetto
all'esercizio fine a sé stesso delle funzioni
di vigilanza.
Giova peraltro ricordare che le Direttive
Europee stabiliscono non già il massimo
livello di protezione cui tendere, ma esattamente il contrario, vale a dire i requisiti
minimi inderogabili di sicurezza.
Il rispetto di tali requisiti, pertanto, non è il
fine cui tendere ma il livello di base da cui
partire per sviluppare le iniziative di prevenzione e sicurezza.
Ne consegue che i Servizi, in quanto organi di vigilanza, dovranno far rispettare tali
livelli minimi mentre dovranno favorire,
anche mediante iniziative di informazione
e assistenza ,tutte le azioni tese a realizzare
condizioni di sicurezza e salute che si
collochino al di sopra dei livelli minimi
definiti dal Decreto.
Questa scelta riflette l'impostazione di
fondo con la quale i Servizi hanno operato,
operano e, ci auguriamo, continueranno
ad operare: considerare la prevenzione,
cioè il miglioramento delle condizioni
dell'ambiente di lavoro e la protezione
della salute dei lavoratori, come il fine
principale, e la vigilanza come uno dei
mezzi per conseguire tale fine.
Le Direttive Europee possono e devono
costituire un'occasione di potenziamento
e sviluppo delle attività di prevenzione.
Non possono in alcun caso costituirne un
limite, pena il tradimento palese dei principi della stessa legislazione europea. Si
tratta di operare perché esse rappresentino
l'inizio di una grande stagione di cooperazione tra produttori (imprese e lavoratori)
e pubblica amministrazione per l'obiettivo comune della tutela del lavoro e della
sua sicurezza.
p. Il Direttivo Nazionale Snop
Il Presidente
Graziano Frigeri
Bologna, 19 Gennaio 1995
L
p
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
AI Ministro della Sanità
AI Ministro dell ' Ambiente
AI Ministro per il Coordinamento delle
Politiche Comunitarie
Ai Presidenti delle Giunte Regionali
Agli Assessori Regionali alla Sanità
Agli Assessori Regionali all'Ambiente
Alle Confederazioni Sindacali
Alle Istituzioni in indirizzo
Oggetto: Dipartimenti di Prevenzione e
Agenzie per l'Ambiente
1l Direttivo Nazionale della Snop, riunito a
Bologna il 19 gennaio 1995, ha preso in
esame il processo di riorganizzazione istituzionale concernente le funzioni di prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro
e di tutela dell'ambiente, osservando come
ancora si sia lontani dalla istituzione, al di
là delle decisioni formali, dell'Agenzia
Nazionale per la Protezione dell'Ambiente che, allo stato attuale, risulta costituita
di fatto solo sulla carta.
La Snop, che pure si era dichiarata contraria alla separazione fra prevenzione collettiva e tutela dell'ambiente, non può che
denunciare come tale stato di fatto vanifichi
gli sforzi e tradisca le speranze di quanti in
buona fede ritennero, il 18 aprile 1993, che
la sottrazione delle competenze ambientali al Servizio Sanitario Nazionale potesse
tradursi in un impulso significativo alle
attività di tutela dell'Ambiente: non solo
ciò non è avvenuto ma, al contrario, solo
l'impegno e il senso del dovere degli Operatori e dei Servizi di Prevenzione (Servizi
di Igiene Pubblica, Presidi Multizonali di
Prevenzione) hanno fino ad oggi garantito
quantomeno il mantenimento dei livelli di
tutela preesistenti, livelli che nelle regioni
meglio organizzate erano e sono tutt'altro
che trascurabili.
Tuttavia l'incertezza istituzionale e l'inerzia che hanno caratterizzato i Governi che
si sono succeduti dal 18 aprile ad oggi,
rischiano di giorno in giorno di far precipitare la situazione.
Urge pertanto che il Governo dia corso
agli impegni assunti mettendo l'Agenzia
Nazionale per la Protezione dell' Ambiente in grado di funzionare e di interagire con
i livelli istituzionali regionali e territoriali,
al fine di creare una autentica "rete" di
servizi e presidi atti a migliorare significativamente i livelli quantitativi e, soprattutto, qualitativi delle attività di tutela ambientale, che non possono in nessun caso
ridursi ai meri controlli, ma devono prevedere la programmazione di interventi e
piani di protezione e risanamento.
Se l'inerzia del Governo è certamente grave, essa non può giustificare l'atteggiamento della maggior parte delle Regioni
che, a tutt'oggi, non hanno provveduto
alla istituzione delle Agenzie Regionali.
Snop ha sostenuto, e tuttora sostiene, la
tesi di un governo unico delle problematiche di prevenzione in campo sanitario ed
ambientale, e caldeggia soluzioni istituzionali che prevedano la possibilità di costituire Agenzie Regionali unitarie, secondo lo spirito del documento approvato 1' 1 1
Luglio 1994 a Venezia, sottoscritto dai
Presidenti delle Regioni ,dai Segretari delle Confederaziomi Sindacali e dalle Società Scientifiche dell'area della Prevenzione della Tutela Ambientale.
Tuttavia il dibattito e le divergenze di
opinione non devono costituire alibi per
l'immobilità: l'auspicio è che si proceda
speditamente alla istituzione delle Agenzie, secondo modalità che, al di là delle
possibili diverse soluzioni istituzionali,
garantiscano comunque a livello regionale
la possibilità di una programmazione e di
un governo unitari e sinergici delle politiche di prevenzione primaria collettiva e di
tutela ambientale.
In questo contesto Snop riterrebbe grave
qualsiasi tentativo di "sottralTe preventivamente" competenze e personale alle
Agenzie Regionali attraverso il ritiro sistematico degli Operatori in passato impegnati nel campo della tutela del l' ambiente,
o attraverso dichiarazioni "al ribasso" in
ordine alle percentuali di attività precedentemente destinate a tali funzioni. Delle
due l'una: o effettivamente prima del referendum pressoché nessuno si occupava di
ambiente (e allora avevano ragione i promotori del referendum) o, poiché così non
è, gli operatorie le strutture deputati alla
27
tutela dell'ambiente devono essere assegnati senza indugio alle Agenzie Regionali che vanno rapidamente costituite.
Ugualmente gravi sarebbero ipotesi organ izzative quali: assegnazione del personale tecnico alle Agenzie e del personale
medico ai Dipartimenti; costituzione di
unità operative o settori dedicati esclusivamente alle funzioni di vigilanza; costituzione, anche ali' interno dei Dipartimenti, di unità operative monoprofessionali
(soli medici o soli tecnici).
In tutti i casi si tratterebbe di un colpo
mortale inferto al concetto di prevenzione
come approccio globale alle problematiche della tutela della salute e della salvaguardia dell'ambiente, con disastrosi risultati in termini di qualità della vita dei
cittadini.
Nell'ambito dei necessari riassetti istituzionali ,particolare attenzione va posta alla
questione del destino delle strutture e del
personale dei Presidi Multizonali di Prevenzione.
L'opzione fondamentale sostenuta da Snop
(e ribadita nel citato documento di Venezia) rimane quella della creazione di un
sistema integrato della Prevenzione, che
preveda anche per le Agenzia una reale e
forte presenza sul territorio, nonché la
realizzazione di forti sinergie e collegamenti, sia in fase di programmazione che
di esecuzione degli interventi, con i Dipartimenti di Prevenzione.
Snop è contraria in ogni caso alla duplicazione delle strutture esistenti sul territorio,
e ribadisce la scelta della multireferenzialità
sia delle Agenzie che dei Dipartimenti,
nell'ambito della rete Regionale e Nazionale dei Servizi e Presidi di Prevenzione.
Anche per questo auspichiamo che si adottino soluzioni che permettano di non disperdere il potenziale di risorse e professionalità presenti nei Presidi Multizonali
di Prevenzione, operando in modo che tale
28
potenziale, a prescindere dalla specifica
collocazione istituzionale,possacontinuare a costituire patrimonio comune dell' intera area della Prevenzione e della tutela
dell'Ambiente: la costituzione di Agenzie
Uniche, in questa ottica, si configurerebbe
come la soluzione ottimale.
Una particolare riflessione merita il problema della collocazione dei settori impiantistici.
Qualora non si adotti il modello della
Agenzia Unica, Snop ritiene in via di principio che poiché le competenze relative
appartengono indiscutibilmente ai Dipartimenti di Prevenzione, strutture e personale dei settori impiantistici debbano transitare ai Dipartimenti stessi, adottando tuttavia soluzioni tese a salvaguardare e valorizzare le competenze e le professionalità
degli Operatori, mediante l'identificazione all'interno dei Dipartimenti di unità
operative flessibili che siano in grado di
rispondere ai bisogni complessivi del Dipartimento, e non dei soli Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di
Lavoro.
Snop constata con soddisfazione che, sia
pure con modalità e tempi diversi, in molte
regioni si va delineando la scelta di istituire Dipartimenti di Prevenzione dotati di
autonomia funzionale, comprendenti tutti
i Servizi previsti dal DL.vo 502192, come
modificato dal DL.vo 517193.
Peraltro sono ancora poche le situazioni
nelle quali il concetto di autonomia funzionale viene portato a compimento attribuendo ai Dipartimenti anche l'autonomia
finanziaria nell'ambito del bilancio unico
delle Aziende Usi, al pari dei Distretti e dei
Presidi Ospedalieri: Snop ritiene che quest'ultimo aspetto vada generalizzato, poiché l'autonomia funzionale non può non
presupporre autonomia nella negoziazione, allocazione e impiego delle risorse.
Snop si adopererà in ogni caso, nelle sedi
opportune, affinché i principi che sono
stati recepiti in molte legislazioni regionali disponibili, si traducano nella effettiva
realizzazione di Servizi e Presidi dotati di
risorse e professionalità adeguate rispetto
al territorio e alle competenze di riferimento. In questo senso Snop afferma che
il livello minimo al di sotto del quale
l'obbligo istituzionale deve ritenersi non
adempiuto, è costituito dalla attribuzione
ai Dipartimenti della intera quota capitaria
definita in sede nazionale per le prestazioni di prevenzione.
Su questo livello minimo "etico" Snop
eserciterà una attenta e puntuale opera di
vigilanza.
P. 11 Direttivo Nazionale Snop
Il Presidente
Graziano
Bologna, 19/1/95
Frigeri
FORUM
BOTTO E RISPOSTA
Un intervento sul problema
del diritto all'informazione
Torniamo sull'episodio dell'incidente di
Bottegone (vedi Bollettino n.32 p. 37) per
aprire un dibattito a più voci sul problema
dell ' informazione e della trasparenza delle pubbliche istituzioni. Partecipano al
dialogo il Comitato dei cittadini prontamente formatosi all 'indomani dell 'evento
e gli operatori del servizio della Usl responsabile per territorio (dott. Cesare
Ciapini del Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza e il dott. Michelangelo
Bolognini, del Servizio di Igiene Pubblica
e del Territorio). Lasciamo quindi la parola ai diretti interessati.
Ciapini
Il racconto pubblicato sul Bollettino n. 32
"Snopscoop Scoppia una fabbrica nel
pistoiese.... " ricostruisce (ottimo lo stile
letterario]) una situazione paradigmatica
che offre tutti i necessari spunti di riflessione: un incidente rilevante annunciato,
"il cittadino inerme di fronte alla nube di
veleno", "una piccola sfiorata catastrofe
ecologica",unamultinazionale, "tedesca",
che produce anche per l'industria militare,
l' improvvisazione delle autorità e del servizio pubblico, "tutti gli abitanti perfettamente coscienti della pericolosità di queli' impianto, una evacuazione mancata...".
Dal mio punto di vista, quello dell'operatore tecnico direttamente coinvolto nell ' accaduto, mi limiterò ad alcune brevi
puntualizzazioni.
1. L'incidente si è verificato a seguito del
decorso anomalo della reazione di bromurazione della resina epossidica con
tetrabromobisfenolo A. Ciò ha determinato, in ultima analisi, un aumento di pressione all'interno del reattore chimico, il
cedimento della sua chiusura, l'espulsione
del portello e la proiezione della massa
viscosa di resine contenute nel reattore,
nelle immediate vicinanze di questo, con
grave pericolo di infortunio.
Si é avuta inoltre emissione di sostanze, in
particolare acido bromidrico, fenoli e loro
derivati bromurati. Quantità infinitesimali
di bromodiossine, nell'ordine dei picogrammi/grammo, sono state reperite nel
materiale emesso, prelevato in prossimità
del reattore.
La sorveglianza sanitaria cui sono stati
tempestivamente sottoposti tutti gli addetti della fabbrica, ha evidenziato, allo stato
delle cose, solo disturbi di tipo irritativo.
2. Occorre ricordare la distinzione concettuale fra industria insalubre ed attività a
rischio di incidente rilevante: la prima è
"abitualmente" fonte potenziale di inqui-
namento, la seconda può essere causa di
un pericolo grave in conseguenza di avvenimenti "incidentali" di rilievo.
Si tratta dunque di ambiti distinti, che non
sono consequenziali e che solo in qualche
caso si sovrappongono.
3. La vicenda ha riaperto la discussione
sulla utilizzabilità dell'art. 3 del DPR 175,
i cui limiti ed ambiguità sono noti agli
addetti ai lavori.
La mia convinzione è che il rischio di
incidente rilevante derivi dalla presenza,
in deposito o in processo, di sostanze pericolose in quantità significative e non dalla
semplice appartenenza della attività industriale ad una voce dell'allegato I.
E auspicabile, a proposito dell'art. 3, un
chiarimento definitivo da parte delle autorità competenti, in termini di ambito di
applicazione e procedure da seguire.
4. Appare evidente ed è ormai convinzione
diffusa e pienamente condivisibile la necessità di lavorare alla costruzione della
struttura territoriale preposta alla gestione
dell'emergenza.
I Servizi della Usi, in questo caso, hanno
realizzato buone forme di coordinamento
fra loro e con l'Amministrazione Comunale, ma sicuramente non si configurano,
da soli, come Servizi di protezione civile.
29
Aldilà di polemiche su responsabilità nei
confronti di ciò che è accaduto, quali
pensi che siano i compiti e i debiti informativi che l ' ente pubblico preposto contrae
verso i cittadini che vengano coinvolti da
eventi di inquinamento accidentale?
Sull'altro versante, quello dei cittadini, è
giusto identificare sempre la Usi in modo
unitario, come se in essa non operassero
persone diverse, dotate ognuna di proprie
sensibilità ed anche di compiti e responsabilità diverse?
Comitato
L'ente pubblico, in caso d'incidente come
quello verificatosi a Bottegone, riteniamo
abbia innanzitutto il dovere di intervenire
in modo idoneo, tempestivo e capillare. A
ciò naturalmente si deve affiancare un'informazione chiara, obiettiva e rapida che
non drammatizzi e neppure minimizzi l'accaduto e capace di raggiungere la totalità
della popolazione interessata.
Riteniamo che questo compito non si esaurisca nell' immediatezza dell'incidente ,ma
vi debba essere anche un follow-up sulla
popolazione e sul territorio.
Comitato
Gli operatori di ogni settore devono assumersi la responsabilità delle proprie azioni
ed affermazioni, d'altra parte l'ente dal
quale dipendono attua nel suo insieme un
condizionamento al quale è difficile sfuggire. In ogni caso bisogna comunque affermare che ogni esperto si deve assumere la
responsabilità del proprio operato.
Ciapini
Il debito informativo verso il cittadino e la
collettività è ampio: riguardale conoscenze dell'accaduto, i rischi ed i modi per
proteggersi, i motivi dei provvedimenti
adottati, le attività compiute e quelle previste, i risultati delle indagini, gli eventuali
problemi.
E decisiva inoltre la tempestività dell'informazione - difficile se non impossibile
nelle prime fasi dell'emergenza - e la sua
completezza e comprensibilità in relazione alle esigenze specifiche, molteplici e
legittime, anche se non completamente
risolvibili.
La risposta data, pur tecnicamente corretta, può non corrispondere a quella attesa
dai creditori di informazione, e questo
moltiplica la conflittualità.
Bolognini
In merito ai compiti informativi, mi sembra del tutto evidente che l'ente pubblico
(l'Azienda Usl) debba informare la popolazione interessata, basta ricordarsi dell'esistenza del punto b) dell' art. 20 della L.
833178; che non è stata abrogata dal famigerato referendum sui controlli ambientali,
30
Ciapini
La Usl non è un soggetto unico ma un
insieme di persone, di professionalità e di
strutture che lavorano (o dovrebbero lavorare) su programmi comuni con obiettivi
condivisi.
Dal punto di vista dei cittadini, rispetto
alla soluzione dei problemi, è naturale
aspettarsi risposte univoche anche se comunicate con stili diversi.
Bolognini
Il problema di identità della Usl è cruciale,
i cittadini e spesso anche gli operatori di
altri settori della sanità non hanno alcuna
idea precisa su cosa siano o cosa facciano
le strutture pubbliche preposte alla prevenzione, già parlare di Usi significa, per
la gente, identificare il tutto con malasanità, lottizzazioni, tangenti, ecc., non a caso
l'esito del referendum dei controlli ambientali è stato quello che è stato: altro che
par-condicio.
Il problema è "mass mediologico"; è ridicolo credere di poter risolvere il problema
con l'opuscolino artigianale, le informazioni devono passare sui mezzi di comunicazione di massa e devono essere elaborate da professionisti del settore su precise
indicazioni degli operatori pubblici.
Dire sempre tutto, confessando anche dubbi, incertezze, timori del momento, derivanti da fasi anche convulse che si susseguono nell ' immediatezza di eventi così
drammatici, è sempre giusto? Qual è l'interlocutore giusto da mettere a parte di
tali preoccupazioni (tutti i cittadini
indiscriminatamente, quelli culturalmente dotati di mezzi per orientarsi nel caos
informativo, i medici di base, i cittadini
"esperti della materia")?
Comitato
A nostro parere è giusto dare un'informazione completa a tutti, in modo razionale e
responsabile. Per far questo riteniamo necessario che ci sia un'efficace collaborazione tra i responsabili dei vari servizi e
che vi siano dei bollettini ufficiali che
contengano informazioni sugli sviluppi
della situazione ed indicazioni sui comportamenti che la popolazione deve tenere. Particolare attenzione dovrebbe essere
rivolta al rapporto con i medici di base.
Inoltre sarebbe auspicabile l'istituzione di
un servizio sanitario specifico sul territorio, appositamente costituito.
Ciapini
Le circostanze non consentono selezioni
né il ricorso a procedure proprie dei tempi
normali; non è possibile filtrare la domanda né rispondere tramite l'ufficio informazioni. Il tecnico è quotidianamente a contatto diretto con la domanda, o meglio con
chi domanda e si trova nella necessità di
rispondere rapidamente al cittadino, al lavoratore, al comitato, al giornalista.
La richiesta di notizie è incalzante, concreta, di solito non rinviabile.
Al di là di una questione di correttezza e di
illecite censure, è buona regola dire tutto.
Dire la verità consente al tecnico comportamenti lineari, non dispersivi, positivi ed
efficaci, oltre che rispettosi degli interlocutori . Inoltre le bugie hanno le gambe
corte: i diversi soggetti tecnici competenti
sono sottoposti a richiestelverifiche contemporanee sui problemi aperti. Sarebbe
facile dunque cadere in contraddizione
con conseguenze disastrose sulla credibilità del servizio pubblico. E opportuno
cercare di dare a ognuno la risposta al
"suo" quesito nella forma più chiara.
Riguardo all'interlocutore giusto cui confessare incertezze, non credo possibile fare
selezioni: il tipo di interlocutore modula il
livello tecnico della risposta ma la sostanza delle cose (certezza-incertezza) passa
comunque.
Quanto al confessare dubbi, incertezze,
timori del momento, basta intendersi: le
incertezze di carattere psicologico del tecnico non hanno alcuna rilevanza esterna. Il
tecnico viene interpellato perché dia risposte tempestive ai problemi o indichi le
strade che si stanno percorrendo per risolverli.
Bolognini
Il problema informativo alla popolazione
nelle prime fasi convulse che si susseguono nell'immediatezza di eventi critici non
riguarda, in assoluto, direttamente i tecnici impegnati nell'emergenza, bensì una
centrale informativa unica alla quale i cittadini possono fare riferimento, mi sembrerebbe un compito specifico della protezione civile.
Per quanto riguarda i flussi informativi
successivi è obbligatorio coinvolgere tutte
le strutture sanitarie o rappresentative esistenti nel territorio (medici di base, organi
del decentramento comunale): rileggersi
al proposito il già citato art. 20 della L.
833178.
In questa vicenda, come in tante altre,
hanno avuto grande importanza i massmedia: qual è il vostro giudizio sul loro
intervento? Hanno esasperato i toni, hanno riferito voci non verificate, hanno esagerato, hanno minimizzato?
Comitato
I mass-media potranno aver commesso
anche degli errori, ma sicuramente hanno
avuto un ruolo determinante nel mantenere viva l'attenzione sull 'evento verificatosi. Infatti senza di questi gli enti pubblici,
gli operatori sanitari e l'azienda, con il
loro atteggiamento, avrebbero concluso in
breve tempo la vicenda facendo dimenticare l'incidente.
Ciapini
Niente di nuovo sotto il sole: grandi titoli,
lunghi articoli costruiti sulla base di fugaci
conversazioni telefoniche, la rappresentazione schematica del gioco delle parti, del
teatrino ,per fare audience con beneficio di
errori anche marchiani dettati da un approccio approssimativo e dalla necessità
di tenere a galla la notizia. Con poche
eccezioni.
Come suggerireste di comportarsi ad un
futuro
operatore della prevenzione dell ' ente pubblico che si trovasse ad affrontare analoga situazione?
Comitato
Agire tempestivamente e cercare di ottenere quanto prima la collaborazione e la
consulenza di personale altamente qualificato ed esperto a trattare simili situazioni.
Inoltre sarebbe opportuno che mantenesse
una stretta collaborazione con la popolazione.
Ciapini
La mia esperienza diretta e quello che so su
incidenti industriali dicono che è abituale
(inevitabile?) in questi casi un rapporto
conflittuale, di sfiducia e di sospetto nei
confronti dell'Ente pubblico.
E poco probabile la costruzione di un
rapporto di fiducia fra cittadini e istituzioni/strutture sanitarie nel corso di un evento
incidentale, se non c'è stato un lavoro
precedente di buone relazioni "in tempo di
pace". Allora occorre far questo, prima;
dare risposta tempestiva ed accurata fin
dalle prime richieste, ai primi segni del
problema.
Certo, la posizione dell'operatore di Igiene Pubblica è più problematica rispetto a
quella dell'operatore di Prevenzione nei
luoghi di lavoro che ha interlocutori precisi e bene identificabili.
Il suggerimento per l'operatore della prevenzione in circostanze analoghe: palla
lunga e pedalare. Anche qualche certezza:
poter contare su una rete di validi colleghi
ed un sistema informativo funzionante.
Bolognini
Per l'operatore della prevenzione: contribuire a risolvere l'emergenza secondo
scienza e coscienza in accordo con tutte le
professionalità e gli enti interessati.
Bolognini
La domanda sul comportamento dei mass
media in caso di incidente mi sembra di
un'ingenuità disarmante, il compito dei
mass media (giornali, Tv locali, Tv pubblica) è quello di vendere un prodotto, è
nella loro logica gridare una notizia non
quella di fare informazione asettica, a tale
proposito riterrei utilissimo per tutti che
fossero pubblicati gli atti del seminario
"La comunicazione dell'informazione"
organizzato dalla U.O. Epidemiologia della
Usi 10E il 10-1113193 che coinvolgeva su
queste tematiche giornalisti scientifici,
epidemiologi ed operatori di sanità pubblica.
31
Come suggerireste di comportarsi ai futuri gruppi di cittadini coinvolti in analoghe
circostanze?
Comitato
Muoversi subito organizzandosi in un
Comitato.
- Documentarsi in maniera approfondita
sull'accaduto.
- Coinvolgere il più possibile la popolazione.
- Confrontarsi con tutte le autorità coinvolte.
- Accettare meno compromessi possibili.
- Pretendere la verità e verificare quanto
detto ufficialmente ricorrendo anche a fonti
di parte.
- Se vi sono danni, costituirsi parte civile.
Bolognini
Per i cittadini organizzare una struttura
rappresentativa di pressione .possibilmente
coinvolgendo il comune o gli organi del
decentramento comunale.
Dando per acquisito che la situazione dei
lavoratori della fabbrica è in questi casi la
più difficile (come lavoratori perché colpiti essi stessi dai rischi, ma anche a rischio di perdita del posto di lavoro ed
inoltre molto spesso a rischio in quanto
anche cittadini residenti nelle immediate
vicinanze), quali pensate siano i doveri
informativi di questi ultimi? (riferire su
circostanze di malfunzionamenti non sfociate in incidenti, denunciare carenze di
manutenzione, di conduzione degli impianti; a chi rivolgersi, come garantire
1 'assenza di ritorsioni da parte dell ' azienda, ecc.)
Comitato
Riteniamo che la rigorosità del dovere
informativo in generale debba essere richiesta a tutti. Certamente per gli operai
assolvere a questo dovere risulta più difficile essendo una parte fortemente soggetta
a ricatti da parte del datore di lavoro. Si
devono evitare comunque, da parte degli
operai, atteggiamenti irrazionali e pregiudiziali. L'organo più idoneo a comunicare
ciò che si verifica all'interno di una industria riteniamo sia il sindacato e nel nostro
caso il responsabile della sicurezza e i
consulenti esterni.
Ciapini
La domanda è retorica quanto ai doveri
informativi dei lavoratori: evidentemente
essi li hanno. E i primi riferimenti sono
sicuramente le loro rappresentanze, il rappresentante alla sicurezza, la Usi..
La mia opinione è che i lavoratori, quando
sono consapevoli dei rischi, si battono per
eliminarli, mi sembra poco probabile una
anomala persistente convergenza di interessi contrapposti quando è in gioco la loro
salute.
32
Bolognini
Mi sembra che l'applicazione del D.L.
626194 possa rispondere al quesito, certo è
che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare,
il problema è sempre lo stesso; ed è enorme, che prezzo ha la salute? O quello che
crediamo sia la salute (spesso ridotta ad
uno status symbol puramente estetico).
Quali altri attori possono partecipare alla
'
rappresentazione: da parte dell azienda,
da parte dei lavoratori organizzati nel
sindacato?
Comitato
Fra gli attori di questa rappresentazione,
l'attore protagonista non si è ancora presentato sulla scena: l'azienda.
Ciapini
A questo proposito mi sono domandato il
perché del mancato invito a questo forum
di un rappresentante dei lavoratori.
Bolognini
Dire la società civile sarebbe velleitario.
mi sembrano in ogni caso importanti le
associazioni locali ed il volontariato.
In questo numero presentiamo le opinioni
dei primi due interlocutori. Nel prossimo
completeremo il giro con il contributo
della Dr.ssa Eva Buiatti, esperta per il
sindacato, e con una nota redazionale.
AvP,f
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INAIL CI PROVA
In una recente Conferenza stampa il nuovo
presidente dell'Inail, Pietro Magno, ed il
nuovo direttore generale Roberto Urbani
hanno candidato l'Istituto a essere il garante
e il "vero" controllore delle condizioni di
sicurezza e igiene del lavoro nelle imprese. L'lnail si candida a istituto "guida"
nella prevenzione degli infortuni sul lavoro, attaccando gli inefficienti servizi delle
Usl e gli Ispettorati del Lavoro.
Citando il presidente: "L'Inail è l'unico
Ente che ha strutture e capacità per fare
seriamente la prevenzione. Per ora in Italia, la prevenzione degli infortuni è fatta
poco e male. L ' Inail deve fare prevenzione
sia per i vantaggi sociali ai quali è finalizzata, sia per i risvolti economici sull ' attività assicurativa dell'ente".
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416 ro
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Gn2
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L'Istituto aspira insomma a svolgere i
compiti ora assegnati ai servizi Usl e all'Ispettorato del Lavoro.
In questi anni come Snop abbiamo apprezzato e sostenuto lo sforzo di modernizzazione dell'Istituto, nella gestione dei dati
su infortuni e malattie professionali, nel
trattamento delle informazioni per comparto produttivo (o meglio per codice Inail)
che permette alla singola impresa di "posizionarsi" nel settore di appartenenza tra
buoni e cattivi.
Si pensi ai contributi di Ortolani in molte
nostre iniziative.
Francamente non riusciamo a capire quindi i toni polemici. Ben più utile sarebbe
stato un atteggiamento di collaborazione,
la promozione di piani di lavoro comuni,
di obbligo di (inter) comunicazione.
DIRETTIVA
SEVESO DUE
11 sistema di gestione della sicurezza previsto dalla nuova direttiva "Seveso" in
discussione al Parlamento Europeo e che
dovrà essere approvata dalla UE entro
giugno 1995, è finalizzato alla realizzazione negli stabilimenti industriali di un processo permanente di autod iagnos i e potenziamento dei livelli di sicurezza e di tutela
ambientale, affidato alla diretta responsabilità dell ' impresa.
L'analisi storica degli incidenti accaduti
dal 1982 ad oggi negli impianti industriali
dei paesi maggiormente sviluppati (sino a
quelli dell'Atochem di Rho e della IsolaMas di Bottegone di Pistoia, segnalati nel
numero scorso di questa rivista) ha messo
in evidenza che la sicurezza non è il risultato di una procedura amministrativa di
autorizzazione "esterna" agli impianti. 11
"bollo" dell'autorità competente non può
che essere una statica presa d'atto della
situazione al momento dell'istruttoria, ma
non è garanzia di sicurezza nel tempo, che
dipende invece dalla qualità dell'esercizio
e della manutenzione degli impianti.
Il 90% degli incidenti è infatti riferibile
alla qualità e affidabilità del management
degli impianti a rischio, piuttosto che alle
(sole) caratteristiche degli impianti stessi.
L'estrema centralizzazione delle procedure italiane poi ha di fatto bloccato l ' esame
dei rapporti e quindi le stesse prescrizioni
di adeguamento.
Si pensi che gli organismi incaricati (V igili del Fuoco. Istituto Superiore di Sanità,
Ispesl,CNR e dal 1994 i comitati regionali
dei VVFF) hanno sino ad ora esaminato
meno della metà dei quasi 920 rapporti di
sicurezza delle imprese e sono pervenuti a
conclusioni per una cinquantina di essi.
In questa incertezza non sono certamente
avanzate iniziative e investimenti delle
imprese per la sicurezza degli impianti.
Come Snop abbiamo - anche se troppo
debolmente - sostenuto il decentramento
degli esami dei rapporti e soprattutto una
semplificazione delle procedure con una
maggiore responsabilità diretta delle imprese.
L'esperienza della Regione Toscana che,
con legge regionale, ha invece portato a
termine l ' esame in tempi contenuti di tutte
le dichiarazioni pervenute,risulta purtroppo isolata.
Oggi la revisione della direttiva Seveso in
sede europea punta appunto su un sistema
AMBIENTE E LAVORO.
E DINI LO PRESE
ALLA LETTERA!
digestione della sicurezza dove le imprese
certificano l'affidabilità degli impianti, i
programmi e l'organizzazione per la prevenzione dei rischi ambientali e degli incidenti, le procedure di informazione al pubblico sulla sicurezza degli impianti.1 documenti predisposti dalle aziende, che costituiscono un impegno legale, sono valutati da verificatori indipendenti e sottoposte successivamente alla autorità di controllo che mantiene ovviamente tutte le
sue prerogative di vigilanza. Si supera
l'istruttoria e si responsabilizza maggiormente l'impresa.
Con le norme sull'autocertificazione in
molti campi, con il Decreto 626 e la revisione della direttiva Seveso si spera che
anche in Italia, come già negli altri paesi
europei e negli Stati Uniti, crescano le
competenze nel campo privato della certificazione ambientale e di sicurezza.
La cancellazione nel Governo Dini del
Ministero dell'Ambiente, accorpato al
Ministero dei Lavori Pubblici, ha creato
qualche sconcerto e preoccupazione.
Neanche il precedente governo aveva osato tanto.
Ci si ricorda nel passato le battaglie ambientaliste contro la gestione cementificatrice e tangentizia del Ministro Prandini.
L'unificazione della gestione delle politiche del territorio e della salvaguardia ambientale in un unico Ministero del territorio e dell'ambiente avrebbe avuto un appoggio più solido.
La scelta è invece asimmetrica e sbilanciata sui lavori pubblici. Grandi opere pubbliche volano dell'economia?
La nomina di Emilio Gerelli come sottosegretario all' Ambiente ha però attenuato le
prime preoccupazioni.
Gerelli, direttore del dipartimento di economia pubblica e territoriale dell'Università di Pavia e da sempre teorico del binomio economia-ecologia, presidente del
gruppo economia ambientale dell'OCSE,
fu tra i primi a parlare in Italia di "tasse
ecologiche", ad esempio alla nascita di
Ambiente e Lavoro, Milano 10 marzo 1987 ,
ha delle carte in regola, insomma.
Citando Massimo Scalia "non appartiene
alla scuola di pensiero dominante tra gli
economisti secondo la quale le proposte
ambientaliste vanno scartate perché poco
redditizie".
Nello scorso numero di Snop, in piena
deregulation, condoni e silenzi, eravamo
preoccupati dell'impatto ambientale del
Governo Berluscon i. Oggi prendiamo tempo. Finirà prima il Governo Dini o potremo fare nel numero Snop dell'autunno un
piccolo, speriamo più positivo, bilancio
delle sue politiche ambientali?
33
INTEL '95
APPUNTAMENTO
CON ELETTRONICA E
AMBIENTE
Organizzato dall'ANIE (Associazione
Nazionale Industrie Elettroniche) in collaborazione con la Federazione Nazionale
Grossisti Distributori di Materiale Elettrico, si terrà a Milano dall' 8 al 12 giugno un
seminario sulla ricaduta ambientale dei
prodotti elettrici ed elettronici.
"
Canalizzazioni per impianti elettrici in
PVC senza stabilizzanti e relativi metalli
tossici come piombo e cadmio, ma che
mantengono ovviamente le caratteristiche
di resistenza a calore, urti ed invecchiamento. Queste canalizzazioni dovrebbero
garantire maggiormente il rispetto dell'ambiente dal momento della produzione, alla messa in opera sino al recupero
degli scarti..." così sostiene l'ANIE.
In questi mesi stanno tornando d ' attualità
le vicende legate alle decine di morti di
tumore da cloruro di vinile a Marghera e
quindi, quando si parla di PVC, non siamo
mai tranquilli e non solo per la presenza di
stabilizzanti tossici.
A conferma di ciò a Berlino è stato infatti
reiterato il bando all'uso del PVC nelle
CRONACHE
DALL'EUROPA
Un seminario a Lussemburgo
su potenzialità e limiti degli
accertamenti sanitari
preventivi e periodici per i
lavoratori
Si è svolto nello scorso mese di gennaio,
organizzato dal centro studi del sindacato
europeo, rappresentato da Karol Van
Damme e da Ludwin Kastelin, un seminario che ha avuto come tema al centro della
discussione le potenzialità ed i limiti degli
accertamenti sanitari preventivi e periodici per i lavoratori. Pur senza aprire nuovi
scenari rispetto a quelli già noti , il seminario è stato utile per favorire la conoscenza
e lo scambio di esperienze tra operatori sia
appartenenti all'ambito della ricerca, sia a
quello della pratica sanitaria sul campo. Di
34
costruzioni pubbliche (anche per il rischio
del rilascio di diossine in caso di incendio)
ed è stato deciso di eliminare i cavi elettrici
rivestiti in questo materiale entro la fine
del 1996.
A Intel '95 saranno presentati inoltre nuovi materiali (tessuti in alluminio elettrolitico accoppiato con film di poliestere) per
schermare radiazioni elettromagnetiche da
sistemi per telecomunicazioni e informatica (computer e stampanti ).
Così ci saranno "cronotennostati intelligenti" per risparmiare energia e rumore
nell'uso degli elettrodomestici.
Per quanto riguarda il rischio elettromagnetico, oltre alla direttiva che il Parlamento Europeo dovrà emanare, i verdi progressisti Mattioli e Scalia hanno presentato una proposta di legge per rivedere
i limiti, spostare i tracciati degli elettrodotti
a maggiore distanza dalle abitazioni, usare
tecnologie innovative come le linee compatte o l' interramento dei cavi. Uno sforzo
gigantesco se si tiene conto dei 50.000
kilometri di cavi ad alta tensione e del
quasi milione di cavi di altre linee, una che
consentirebbe oltre alla diminuzione del
rischio e un minore impatto ambientale e
paesaggistico, anche un risparmio dei costi di manutenzione e sostituzione.
Non è "archivio soluzioni questo"?
Per saperne di più:
Associazione Intel
Via Algardi 2
20148 Milano
fax 02-3264212
particolare interesse è stata la relazione di
Grcgory Wagner, del NIOSH di
Morgantown in West Virginia, il quale ha
esemplificato il significato che assume al
giorno d ' oggi la sorveglianza sanitaria di
popolazioni esposte a livelli molto bassi di
silice. Katerine Venables,del Saint George
Hospital di Londra ,ha invece puntualizzato
i limiti esistenti nel basare una pratica di
selezione del personale da adibire a lavorazioni con esposizioni a sostanze aller
gizzanti,su screen i ng allergologici. Robert
Lawerys, prestigioso conduttore di molte
delle sessioni, ha invece trattato, insieme
al più giovane Bernard, dei problemi inerenti la sorveglianza sanitaria di esposti a
cadmio. Molto stimolante anche l'intervento di un medico "competente" di fabbrica del Belgio, il quale ha ripreso in
esame un problema, quello del daltonismo,
spesso mal posto in sede di visite mediche
preassuntive . Egli ha infatti ricordato come
sia improprio per il medico, chiamato a
valutare i rischi perla salute che potrebbero venire al candidato nell'affrontare un
certo tipo di lavoro, sottoporlo ad un test,
quello della visione ai colori, quasi sempre
pertinente alle abilità lavorative, più che ai
rischi perla propria salute. Da parte italiana si sono riferite le esperienze di lavoro
nel campo dell'idoneità al lavoro per apprendisti e minori e alcune prime esperienze di sorveglianza sanitaria in lavoratori
pensionati ex-esposti a sostanze cancerogene. Gli interventi italiani con la ricca
esperienza presentata, hanno acceso un
notevole dibattito, segno di un'attenzione
ampiamente riconosciuta per questo genere di attività e soprattutto per le peculiarità
e potenzialità che il modello di prevenzione adottato finora nel nostro paese continuano ad avere all'estero.
Alberto Baldasseroni
CONCORSO A PREMI
"UNAVISITA
NON SI NEGA
A NESSUNO (E DUE
ANCORA MEGLIO)"
Segnalato massiccio afflusso di artigiani
meccanici, elettrauto, carrozzieri, gommisti presso i servizi di prevenzione delle Usi
al fine di ottenere il fatidico "certificato"
medico necessario (chissà perché?) all'esercizio della qualifica di responsabile
tecnico di centro autorizzato alla revisione
periodica delle autovetture ex legge 1221
92. Registrati episodi di cannibalismo presso alcuni servizi di igiene pubblica che alla
vista dei disorientati artigiani hanno subito provveduto alla somministrazione di
appositi bollettini (sic!) di conto corrente
postale da compilarsi e riscuotersi presso
sportelli postali per supposti diritti sanitari
in vista di improprie sane e robuste costituzioni. I malcapitati, chiarito l'equivoco,
sono stati poi indirizzati al Servizio di
medicina del lavoro dove hanno potuto
finalmente ottenere l'agognato pezzo di
carta da parte di un medico veramente
competente, previo, naturalmente ulteriore pagamento della prestazione.
Visto tutto ciò la Direzione del Bollettino,
LE STREGHE
SON TORNATE
Firenze, 4 e 5 maggio 1995
La salute della donna è oggetto di grande
attenzione non solo in riferimento ai temi
più specifici della salute femminile, ma
anche perché il movimento delle donne ha
sollecitato nuove prospettive nel modo di
guardare alla vita, alla salute e alla malattia.
Vi è oggi un crescente interesse aconsiderare dimensioni diverse da quelle strettamente "mediche" e a studiare la salute
della donna tenendo conto del suo impegno nella rete familiare, sociale e lavorativa.
Questi temi sono però assai poco dibattuti
nell'ambito della comunità scientifica
(come peraltro la maggioranza dei temi di
sociologia sanitaria) e modesta rimane la
riflessione sul significato che le nuove
acqu i n i z i on i della ricerca medica potranno
avere per la salute e la "qualità della vita"
e come il punto di vista femminile possa
orientare la ricerca stessa.
L'epidemiologia è una disciplina che si
pone come obiettivo la produzione di conoscenze soprattutto per la prevenzione e
la sanità pubblica: in ultima analisi per il
miglioramento delle condizioni sociali e
sanitarie della collettività.
Su questo tema si terrà a Firenze il 4 e 5
maggio 1995 un Convegno promosso dalla Associazione Italiana di Epidemiologia, in collaborazione con le Regioni Toscana e Emilia Romagna e il CSPO. A
questo appuntamento parteciperanno molti
e diversi interlocutori: dalla mitica
Stelmann della Columbia University a ricercatori di area sanitaria e sociale dell'Università e di vari Enti e Istituti quali
CNR, Biometria, IARC, Mario Negri.
Tra i temi: la salute della riproduzione
(assistenza alla gravidanza, interruzione
volontaria di gravidanza, frequenze e determinanti d ' uso dei contraccettivi,fertilità
e fattori di rischio associati); argomenti di
per celebrare degnamente l'inizio di un
nuovo filone di attività preventive che
promette grandi orizzonti per il futuro,
lancia un Concorso a premi tra tutti i lettori
per una composizione dal titolo "Quattro
buone ragioni per sottoporre a visita medica da parte dell ' Ufficiale Sanitario titolari e responsabili tecnici di autofficine,
elettrauto, carrozzieri, gommisti e quant'altro ai sensi dell'art. 7, comma 1, lettera e, della legge n. 122 del 5 febbraio
1992". Tra tutte le risposte pervenute saranno scelte le tre più intelligenti che verranno pubblicate sul Bollettino. Agli autori andrà un abbonamento gratuito alla rivista per i prossimi dieci anni. Si prega di
astenersi dall'inviare contumelie, espressioni in-iguardose nei confronti dell'Autorità Legislativa autrice del suddetto dettato, qualsivoglia facezia o lepidezza vacua.
Serietà colleghi ,qui si sta facendo Prevenzione!!
Firmato Rossovergogna
prevenzione: dall'infezione da HIV ai fattori di rischio per i tumori del seno.
Venerdì 5 maggio la sessione dedicata
all'ambiente di lavoro. Verranno presentati i risultati di ricerche epidemiologiche,
ad esempio lo studio europeo su malformazioni congenite e occupazione materna. Concluderanno il Convegno riflessioni sulle differenze tra uomini e donne, ma
anche diseguaglianze tra donne di fronte a
mortalità o migrazioni.
Un appuntamento importante anche per
noi, per rendere meno asettico e burocratico il nostro "valutare il rischio" (: sempre
uguale se maschi o femmine?) o applicare
una Sentenza (dimenticata?) della Cassazione.
rif. C.S.P.O.
Via San Salvi 12
50136 Firenze
fax 055-679954
35
V
O
ASP
ALCUNI RISULTATI
a cura di Celestino Piz*,
Emanuela Bellotto*,
Alberto Acqua**
e Ivo Dagazzini **
Obiettivo di questo studio è di sottoporre a
verifica l'utilità di elaborare i dati che i
medici di fabbrica forniscono ai Servizi di
Prevenzione. Sono stati considerati i parametri che possono fornire un'immagine
reale: dei rischi presenti nelle ditte,
della popolazione esposta a rischio,
della qualità dell'intervento sanitario,
dei danni presenti tra i lavoratori.
Dal 1989 le ULSS n. 5 Schio-Thiene e n.
6 Vicenza hanno collaborato con i medici
di fabbrica perché i dati sanitari dei lavoratori esposti a rischio fossero forniti, allo
SPISAL ed ai titolari d'Azienda, utilizzando la modulistica proposta dal Coordinamento dei responsabili SPISAL della
regione Veneto.
Verranno descritte di seguito le modalità
di conduzione di questo lavoro, i mezzi
impiegati, i risultati ottenuti e le problematiche messe a fuoco.
1) Dati raccolti ed elaborati
I due servizi si sono accordati sulle informazioni giudicate irrinunciabili, sulle
modalità di valutazione delle relazioni e
delle registrazioni dei dati, si è quindi
deciso di elaborarli per:
36
• anagrafe azienda e settore produttivo;
• numero di esposti a rischio (considerando: rumore, acrodispersi, sostanze chimiche, solventi e metalli);
• bonifiche eseguite o da eseguire (segnalate dal medico di fabbrica);
• lavoratori visitati;
• tipo di accertamenti svolti e relativi risultati (classificati in normali ed alterati);
• malattie professionali;
• qualità della relazione (in base a parametri concordati).
Ciascuna relazione, al momento dell'immissione in computer, viene valutata anche in rapporto alle precedenti. Alla valutazione può far quindi seguito la richiesta
di ulteriori informazioni. Si sono così contattati a più riprese e per un anno i medici
competenti perché le relazioni contenessero informazioni esaustive. Si controllava in tal modo che fossero corrette e complete anche le informazioni fornite ai lavoratori e al titolare dell'azienda.
2) Modalità di incremento del numero
di ditte conosciute
Nei due SPISAL esisteva un "archivio
base" contenente le ditte "storicamente"
conosciute per rischio e per addetti e che
inviavano regolarmente le relazioni sugli
ASPP.
Si è posto quindi il problema di incrementare questo patrimonio utilizzando:
A) l'archivio della Camera di Commercio;
13) le attività del Servizio (Ispezioni Nuovi Insediamenti Produttivi - Indagini
per Malattie Professionali - Richieste
per il raddoppio della periodicità di
visite ex art. 35 DPR 303156 - Interventi di Comparto etc.).
La ricerca delle nuove Ditte da conoscere
è avvenuta seguendo due criteri:
a)rilevanza e certezza dell'esistenza del
rischio. Questa direttrice è stata integrata poi con le iniziative svolte per il
D.L.gs 277/91 costituite da campagne
mirate alle esposizioni al rischio piombo cd amianto e da un indagine nelle
aziende ad elevata rumorosità.
Per inciso, i dati raccolti prima del D.L.gs
277 si sono rivelati di grande utilità per
individuare gli esposti ai rischi citati nel
decreto e quali ditte andassero contattate.
b) completamento della conoscenza di
comparti già indagati a campione. Per
entrambe le ULSS si è trattato di galvanica, metalmeccanica, legno, cave. Per
una ULSS si sono aggiunte attività particolari quali l'orafa, la serigrafia e la
fotoccramica.
3) Mantenimento del rapporto con le
ditte già conosciute
Il compito di inviare le relazioni è stato
affidato alle ditte attraverso l'informazione di tutti i medici d'azienda. Già dopo il
primo annodi registrazione si è però constatato che senza solleciti un terzo delle
aziende non inviava informazioni (o per
dimenticanza o perché le visite non venivano ripetute).
Persisteva quindi la necessità di informare
le aziende sulle modalità e sul significato
dell 'esecuzione delle A SPP, ricercando in
computer le ditte "inadempienti" per poterle contattare periodicamente.
Il primo contatto avviene mediante una
lettera alla quale fa seguito, in caso di non
risposta, dapprima una telefonata e poi un
sopralluogo.
Con questa procedura, dopo tre anni di
attività, si è riusciti ad ottenere una base
costante di aziende che inviano le relazioni, anche se un ristretto numero continua
ad attendere i nostri solleciti.
4) Risultati ottenuti
Nella tabella 1 si illustra la crescita nei vari
anni del numero di relazioni pervenute e
del numero di ditte ed addetti di cui sono
giunte notizie. Risulta evidente l'incremento dei dati numerici che per tutti i
parametri considerati supera il 60%. All'interno di questo aumento generalizzato
spiccano gli incrementi dei settori produttivi oggetto di uno specifico intervento di
Tab n. I
comparto, in particolare: tessile (+372%),
Relazioni
orafo (+221%), stampa editoria (+219%), Anno
legno (+137%).
1989
932
Nella tabella 2 si riporta il numero di
1990
1437
spirometrie ed audiometrie eseguite nei
1539
vari anni rapportato con il numero di esami 1991
1992
1689
risultati alterati, con la relativa percentuale. Confrontando il 1991 con il 1992 si può
notare che a parità di visite (+1,9%) si è
verificato un forte incremento di audiome- Tab n. 2
trie (+26,4%) e questo è stato indubbia- Anno
Spiro ALTIES
%
mente determinato dalla più precisa cono412/6291
I989
6,55
scenza della diffusione del rischio rumore
521/8089
6,48
conseguita con le rilevazioni stabilite dal 1990
1991
724/9870
7,47
D.L.gs 277/91.
Nella tabella 3, si riportano, solo per l ' an- 1992
536/8815
6, I 0
no 1992, il numero di accertamenti
biotossicologiei eseguiti, quelli risultati
alterati e le relative percentuali.
Tab n. 3
Nelle due ULSS, le attività che espongono
Anno
Metalli ALTIES
%
a metalli, sono le fonderie artistiche, la
galvanica e l'orafa ma è soprattutto in 1992
292/2578
II
quest'ultima che si riscontrano superamenti
dei limiti ammessi, determinati dalle caratteristiche biotossicologiche del cadm io. Tab n. 4
Nella tabella 4 sono illustrati i dati delle
A
B
audiometrie del 1991 suddivisi per attività
Danno rilevato
ed ordine decrescente delle % derivanti Rischio stimato
dai seguenti rapporti:
Marmo (75%)
Acciaieria (52%)
A) Numero di audiometrie eseguite rispet- Fornaci (67%)
Edili Stradali (50%)
to alle visite. Fornisce indicazioni su come Legno (60%)
Precompressi (46%)
è percepita l'esposizione a rumore dai Acciaieria (60%)
Legno (40%)
medici aziendali (rischio stimato). La magMeccanica
(49%)
Meccanica (35%)
gior "copertura" viene assicurata dai
marmisti con il 75% di audiometrie, seguiti dagli addetti alle fornaci (67%), metallurgia (60%), acciaieria (60%), legno Tab n. 5
(60%) e meccanica (50%).
A
B
B) Numero di audiometrie alterate rispetto Rischio misurato
Danno rilevato
alle totali; questo rapporto fornisce indicazioni sulla diffusione del danno. Nelle Precompressi (89%) Precompressi (55%)
Acciaieria (54%)
acciaierie il 52% degli esami risulta altera- Marmo (84%)
to. I lavoratori delle imprese edili stradali Acciaieria (76,5%) Ed. Stradale (50%)
contribuiscono con un 50% di alterazioni Legno (64,5%)
Fornaci (45%)
degli esami, mentre l'indice ricavato per il Sbavatura (63%)
Meccanica (37%)
comparto legno è 40%. Considerando l' in- Tessile (62%)
Legno (3 I %)
sieme dei settori risulta invece alterato un
terzo delle audiometrie.
I lavoratori delle acciaierie risultano quarti come livello di " copertura " ma primi
cazione del D.L.gs 277/91.1 risultati sono
nella colonna di frequenza del danno.
L'elevata percentuale di marmisti sotto- illustrati nella tabella n. 5
posti ad accertamenti non ha una altrettan- Si può notare che la misurazione del rumoto elevata percentuale di danno, essa si re e della esposizione dei lavoratori ha
riscontra invece nei lavoratori dell'edili- fatto emergere come lavorazione più a
zia stradale che risultano poco indagati. rischio quella dei precompressi (cemento)
Nei comparti legno e siderurgia esiste cor- che conferma la sua posizione anche per
rispondenza tra "copertura" e percentuale quanto riguarda la diffusione del danno. In
di danno. L'esame comparato delle tre precedenza il rischio in questa lavorazione
colonne può quindi risultare utile ad uno era misconosciuto o comunque gli esposti
SPISAL per valutare se l'intervento del non erano controllati con un esame audiomedico d'azienda ri su l ta "centrato" n spetto metrico. Le restanti attività, pur con alcualla valutazione del rischio rumore.
ne variazioni delle percentuali, confermaAbbiamo voluto ripetere questi confronti no la loro posizione e quindi che in preceanche con i dati del 1992 per far emergere denza l'attribuzione dell'esposizione a rieventuali variazioni indotte dalla appli- schio era corretta.
e
Ditte
Addetti visitati
614
874
1001
II09
14472
21250
23782
24233
Audio ALTIES
1669/5492
3082186I8
3241/9368
3866/11843
%
30,39
35,78
34,60
32,60
Solv. ALTIES
%
3211 140
2,8
5) Prime valutazioni
Il metodo di lavoro adottato, al di là dei
risultati numerici che comunque sono garanzia del rispetto delle normative, permette di costruire la prima base informativa generale sullo stato di salute nei luoghi
di lavoro, in relazione ai potenziali rischi.
Molto positiva risulta la possibilità di avere dati aggiornati con uno sforzo organizzativo non rilevante. l dati sono elaboratili
per ditta, settore produttivo, rischio e danno.
Essi hanno fornito le prime indicazioni per
approfondimenti da parte dello SPISAL,
ad esempio la necessità di:
• eseguire direttamente gli ASPP o gli esami sanitari integrativi per chiarire situazioni emerse in alcune ditte
• effettuare i rilievi ambientali. Oggi con
gli obblighi introdotti dal D. L.gs 626 si
entra nella prospettiva di chiedere la valutazione di rischio direttamente alle
aziende.
1 dati degli anni 1993-94, comprese le
denunce di malattia professionale, sono
praticamente sovrapponibili ad esclusione
di una lenta diminuzione della percentuale
di esami alterati peri metalli che si può con
facilità attribuire anche al nostro intervento.
6) Prospettive
Questi primi risultati positivi pongono le
basi per perfezionare il lavoro e per i
successivi passi da compiere quali:
• migliorare la definizione dei profili di
rischio e dei relativi protocolli di ASPP,
collaborando con i medici competenti;
37
• definire le tecniche di esecuzione e lettura degli esami svolti a completamento
delle visite mediche. Una prima indicazione in tal senso è contenuta nel D.L.g
277191 in merito alle modalità di esecuzione delle audiometrie;
• verificare la possibilità di classificare e
computerizzare i fenomeni morbosi anche in base alla loro gravità (ad es. con la
classificazione delle. audiometrie);
• valutare, partendo dai dati già in nostro
possesso, la possibilità di programmare
indagini epidemiologiche ad hoc , soprattutto per ricercare patologie attualmente
misconosciute (e che anche in questo
lavoro non sono emerse). Citiamo ad
esempio quelle dovute ali' utilizzo di strumenti vibranti o a posture o movimenti
ripetitivi e più in generale i danni rilevabili
con diagnostica clinica e non con accertamenti strumentali.
La valutazione del rischio cd altre indicazioni innovative (es. quelle riguardanti
l'uso dei VDT, il rischio biologico e la
movimentazione dei carichi) previste dal
DLgs 626194 dovrebbero costituire una
buona base di partenza.
via
*Spisal Ulss 6
IV Novembre, 46 - 36100 Vicenza
**Spisal Ulss 5
via Rasa, 9 - 36016 Thiene
Bibliografia
• Relazioni del 2116189 e 16/10/89 a cura
di Marcello Potì ULSS n. 20 per il Gruppo di Lavoro Regionale Veneto ASPP
• Relazione di Leopoldo Magelli, Convegno Snop 1985 Arezzo
• Relazione di B attev i -Bodini-Fantini Convegno Snop 1988 Roma
• Regione Toscana Dipartimento Sicurezza Sociale "Attività sanitaria e accertamenti sanitari preventivi e periodici",
relazione a cura di Sonia Bacetti 2017189
Firenze
• II medico del lavoro nei servizi di medicina e igiene del lavoro: competenze
specifiche e formazione professionale.
Di S. Candela-M. Maganani-F. Ferri seminario regionale Ferrara ottobre 1986
La modulistica per la raccolta dei dati è a
disposizione presso le due ULSS, si tratta
comunque di schemi ri assuntivi molto semplici.
38
z
O
J
O
d
z
Commissione Europea
Sistema di informazione
comunitario sulla sicurezza
e la salute nei luoghi di lavoro
JANUS
Quanti servizi conoscono questa rivista?
Spero molti.
A me è capitato per caso di vedere il
numero 17 regalatomi da Vera Squarcialupi, ex-parlamentare europeo, con la quale - correva l'anno 1976 - lavoravo intorno
alle prime direttive europee sulla sicurezza e che sa il mio amore verso la carta
stampata.
Solo i titoli degli articoli dei vari corrispondenti esteri: incidenti mortali nell' uso
degli elevatori a forca, muscoli e lavoro
ripetitivo, l'uso dei solventi in laboratorio,
affezioni della regione lombare in allievi
infermieri, valutazione delle condizioni di
lavoro nel settore industria grafica, un
sistema informatizzato di audit per analizzare e migliorare le condizioni di vita e di
lavoro nelle case di riposo ... e poi recensioni di congressi, audiovisivi, notizie dalle Commissioni europee, nuovi standard e
nuove direttive in dirittura d'arrivo e gruppi di lavoro internazionali, preziosi indirizzi di riferimento.
Una miniera di notizie agilissime (tra l'altro in lingua italiana) che in una trentina di
pagine informano non di ricerche accademiche e di buone intenzioni, ma del
lavoro reale in Europa, con un approccio
moderno e interdisciplinare.
Purtroppo la corrispondenza italiana si
1 imita a poco più di una paginetta dell'lspesl
sugli alberi cardanici.
Già in un precedente numero di Snop
avevamo amaramente polemizzato per il
black-out informativo del lavoro dei servizi nell'anno europeo sulla sicurezza.
Occorre riprendere voce in questo sistema
informativo comunitario.
La Commissione europea, Direzione "Sanità e sicurezza" propone un piano entro il
2000 basato su quattro temi prioritari:
- realizzazione, consolidamento, razionalizzazione e completamento della legislazione comunitaria;
- collaborazione extra-comunitaria;
- informazione, formazione e istruzione
con particolare attenzione per le piccole
e medie imprese;
- elaborazione di misure di accompagnamento non legislative volte a sostenere
gli obiettivi legislativi.
Vogliamo uscire dalle tane e collaborare
in futuro come servizi, come coordinamento delle Regioni, come Snop?
Laura Budini
Per avere Janus e contribuirvi, tempestare
di fax il silenzioso corrispondente italiano:
Mario Alvino
Ministero del Lavoro
Via Flavia 6
tel. 06-486520
fax 06-4819727
Cpt Torino
IL CANTIERE EDILE
Recentemente ho richiesto al Comitato
Paritetico Territoriale Prevenzione Infortuni, Igiene e Ambiente di Lavoro di Torino e Provincia informazioni in merito al
materiale da loro prodotto in questi anni.
Ho, così, ricevuto delle pubblicazioni a
mio avviso molto interessanti e utili per gli
operatori che intervengono nel settore.
Il Primo soccorso nel cantiere edile.
Manuale pratico
E un opuscoletto a colori che illustra con
estrema semplicità e chiarezza gli interventi di primo soccorso da attuare nei
confronti di lavoratori infortunati, in caso
di: ustione grave, trauma cranico, perdita
di coscienza, ferite e fratture. E stato prodotto anche un pieghevole su: visite mediche e vaccinazioni per i lavoratori edili
Scheda informativa OOVM-0694.
Conoscere per prevenire.
Manuale della sicurezza sul lavoro per
le maestranze edili
E in commercio l'edizione del 1989 e
contiene: le principali norme sui diritti e i
doveri dei lavoratori; immagini che illustrano l'abbigliamento e i mezzi personali
di protezione, i servizi igienico-assistenziali e il pronto soccorso; la segnaletica
generale di sicurezza e la cartellonistica di
rischio e di prevenzione.
Conoscere per prevenire/DL 277/91
Opuscolo di informazione per i lavoratori
sui rischi derivanti da esposizione a rumore, amianto e piombo metallico.
Manuale della sicurezza, dell'igiene e
dell'ambiente di lavoro nelle costruzioni edili/disposizioni di Legge coordinate
ed aggiornate con note tecniche, consigli pratici e norme di buona tecnica
Il volume edito nel '92 costituisce un prezioso ed esauriente vademecum per gli
operatori del settore; esso è diviso in sezioni: norme generali e norme speciali per la
prevenzione degli infortuni nelle costruzioni edili; norme speciali per la prevenzione degli infortuni nelle gallerie e nei
cassoni ad aria compressa; norme speciali
per la prevenzione degli infortuni ed impianti gestiti dall'Azienda autonoma delle
Ferrovie dello Stato; norme speciali per gli
impianti telefonici e la cinematografia e la
televisione; ed infine un'appendice che
illustra alcune norme generali: omologazione, smaltimento dei rifiuti, sistemi
anticaduta, prefabbricati, mole abrasive,
sicurezza degli impianti (legge 46/90), ri-
fornimento dei carburanti nei cantieri, rumore in ambienti abitativi ed esterno, rumore, amianto e piombo metallico (dl 277/
91), emissioni in atmosfera e piani sicurezza.
Piani delle misure per la sicurezza fisica
dei lavoratori/corso monografico per
dirigenti tecnici e responsabili di cantiere (2' edizione 1993)
La dispensa del corso illustra gli aspetti
generali di igiene e sicurezza; le norme
Cee; alcune norme legislative italiane (L.
55/90, DPCM 55/91, L. 203/91, DL 406/
91 ); un capitolo dedicato alla identificazione e ai compiti dei soggetti responsabili; di seguito sono definiti i piani di sicurezza e illustrati i criteri orientativi per la
loro redazione (CCNL 23.5.91).
Conoscere per prevenire /Valutazione
del rischio derivante dall'esposizione a
rumore durante il lavoro nelle attività
edili (DL 277/91)
Il volume edito nel '94 è il frutto di una
ricerca condotta sulla valutazione del rischio derivante dall'esposizione a rumore
durante il lavoro nel settore delle costruzioni, alla luce del dl 277/91; nel corso
della trattazione vengono illustrate le misure di protezione, le interpretazioni, le
deroghe, i criteri di prevenzione, le difficoltà specifiche di applicazione delle norme nei cantieri temporanei e mobili, la
valutazione del rumore nel caso di attività
temporanee (cantieri di costruzione ), gli
aspetti da curare in occasione dell'acquisto di nuove attrezzature, l'informazione
dei titolari e dei lavoratori.
La ricerca del CPT di Torino ha riguardato
un campione di 1756 cantieri variamente
ubicati, con diverse tipologie e fasi di
lavoro predeterminate che hanno comportato 2100 rilevazioni strumentali. Vengono illustrate le indagini sul campo, il prontuario dei rilievi strumentali, la mappatura
riepilogativa dell'agente rumore per esposizioni generiche e specifiche, la mappatura
dei livelli di esposizione personale riferita
ai gruppi omogenei di lavoratori edili, il
prontuario delle analisi spettrali, la
mappatura delle analisi spettrali e i dispositivi di protezione individuale, le istruzioni per l'uso della ricerca e gli esempi
pratici: situazioni di rischio a Lep crescenti, il rapporto di valutazione del rischio, le
lettere da inviare ai lavoratori, la comunicazione da inviare alla Ussl, le lettere
di coordinamento tra imprese, il dpcm del
marzo 91, la richiesta di autorizzazione in
deroga per i cantieri.
Gli interessati possono richiedere il materiale direttamente, in contrassegno, a:
Edizioni Edilscuola
via G. Quarello, 15/17 - 10135 Torino
Tel. 011/ 340043
LAVORO E SALUTE
NELL'INDUSTRIA
DELL'ABBIGLIAMENTO
È disponibile il Manuale "Lavoro e salute
nell'industria dell'abbigliamento: la prevenzione dei disturbi dell'apparato locomotore", nato dalla collaborazione tra il
servizio di medicina del lavoro di Seriate
(BG), EPM, Regione Lombardia e la
Lovable Italiana.
L'opuscolo illustra in una prima parte, tra
l'altro utilissima nella informazione e formazione di lavoratori e delegati sul rischio
da movimentazione dei carichi e relativi
disturbi posturali, informazione sempre
più "dovuta" dopo il Decreto 626. Si parla
del rachide e di quali sono le alterazioni
più comuni, dei disturbi della colonna
vertebrale, muscolari e dell'arto superiore
e delle loro principali cause lavorative.
Ma non solamente: in questa prima parte
sono illustrati i disturbi oculo-visivi e le
possibili cause lavorative.
Il settore dell'abbigliamento per l ' impegno di attenzione e la fissità posturale
richiesti, infatti, impegna soprattutto questi due sistemi.
Nel manuale sempre simpaticamente illustrato da Colombini 2 vengono indicati i
consigli per la prevenzione dei disturbi
durante le varie operazioni: cucitura a
macchina, stiratura, taglio manuale.
Grande spazio hanno i consigli per la prevenzione dei disturbi nella vita "extra lavorativa" durante il lavoro domestico, il
tempo libero (dalla guida della macchina
al riposo), in un concetto globale di salute
e di benessere, che nasce dall'occasione
del lavoro.
Per averlo:
EPM
Via Riva Villasanta 11
20145 Milano
tel 02-33029.747
fax 02-33029.667
Uotsll Ussl 30
Via Mazzini 13
24069 Trescore Balneario
I,ovable Italiana Spa
Via Boschetti 53/55
24050 Grassobbio (BG)
fax 035-678337
Giuseppe Leocata
39
Paolo Vineis, Stefano Capri
LA SALUTE NON E UNA MERCE
Efficacia della medicina e politica sanitaria
Bollati Bonnghieri - 994
£. 24.000
La nuova fatica di Paolo Vineis, stavolta
validamente affiancato da un economista
sanitario come Stefano Capri, si inserisce
in un coerente percorso intellettuale. Si
potrebbe definire il libro come di alta
divulgazione scientifica sui terni del diritto alla salute e sull'equità nella distribuzione delle risorse. Ma così facendo rischierebbe di essere ridotta la profondità
delle conoscenze scientifiche e delle esperienze culturali che sottendono necessariamente ad una così sapiente trattazione
dell'argomento. Spaziando nei diversi campi della medicina preventiva, con un occhio attento alle non poche esperienze
italiane sul tema, Vineis e Capri attaccano
nel primo capitolo le abusate credenze
circa le basi scientifiche di molte pratiche
medico-curative, dimostrando come viceversa non di rado siano le mode, i pregiudizi, una malintesa tradizione a guidare i
medici nelle loro scelte terapeutiche. Con
grave nocumento non solo della salute dei
pazienti in tal modo trattati ma anche della
comunità nel suo complesso, gravata di
inutili costi e privata di risorse da meglio
destinare. Essenziale ma estremamente
documentato, il capitolo seguente che si
occupa della "Prevenzione", descrivendo
il grado delle evidenze scientifiche che
sono ai giorno d'oggi raccolte per la prevenzione di malattie cardiovascolari, tumori, malattie dell'apparato respiratorio.
Non manca un cenno anche ad una stima
del potenziale preventivo insito negli interventi di prevenzione primaria nei luoghi di lavoro e nei confronti, più in generale, del fenomeno delle morti traumatiche. Nei successivi articoli gli autori descrivono i problemi del l'accesso alle strutture sanitarie (cap.3), la dipendenza della
diffusione della patologia dalla classe sociale di appartenenza (cap.4), la frequenza
e la distribuzione delle malattie in Italia e
nel mondo (cap. 5).11 libro nella sua parte
originale si conclude con un capitolo su "I
costi e l'allocazione delle risorse" che ne
rappresenta forse il contributo più importante. Vengono infatti presi in considerazione i diversi modelli di organizzazione
dei Sistemi Sanitari Nazionali, a partire da
una descrizione di quello del nostro paese.
In termini chiari e didattici vengono messe
a fuoco le caratteristiche e le scelti, di
fondo che stanno alla base delle diverse
scelte operate dai diversi paesi. Un'ampia
descrizione è dedicata a quello che va sotto
il nome di "Esperimento dell'Oregon",
vera e propria esperienza di "razionamento
delle risorse" su base di consenso democratico e partecipato. Tale esperienza viene analizzata in tutti i suoi aspetti,
40
evidenziandone pregi, ma anche limiti
insuperabili . II libro è concluso dalla riproduzione di un testo "Rapporto della Commissione governativa olandese" del 1992
dedicato proprio ai criteri di scelta delle
priorità nell'allocazione delle risorse che
si raccomanda alla lettura sia per il suo
contenuto, sia per il modo estremamente
esplicito e diretto con cui questioni così
complesse vengono trattate. Insomma, uno
sforzo ben riuscito di offrire alla portata cli
tutti argomenti convincenti e documentati
contro i nuovi "Signori della Sanità", manager di dubbia origine e capacità,
carrieristi della linea aziendale, novelli
Catoni dei presunti sprechi della sanità
pubblica. Infine un'osservazione per gli
autori: non sarebbe il caso di cominciare a
distinguere quando si mostrano le statistiche delle malattie nei paesi che una volta
appartenevano all'area sovietica, tra paese
e paese, senza fare di ogni erba un fascio
(tab. 5.3, pag.73)? Proprio seguendo le
diverse strade intraprese da ognuno di quei
paesi per uscire dalle tragedie dei regimi
scomparsi si può, a mio avviso, anche nel
campo della sanità, osservare una sorta di
"esperimento naturale" sull'efficacia di
questa o quella via.
Alberto Baldasseroni
Cedoc - Regione Toscana
LAVORO E GRAVIDANZA
Ricerca e formazione
luglio 1994
È disponibile da qualche mese questo indispensabile libro su lavoro e gravidanza,
tema riemerso dagli anni Settanta anche
grazie alla sentenza n. 58 della Corte Costituzionale e alla direttiva europea 85/92
di prossimo recepimento.
Alle basi normative della tutela della gravidanza sul lavoro è dedicato il primo
ampio capitolo (i testi per esteso delle
leggi sono negli allegati); seguono i dati
statistici demografici e sanitari per la Regione Toscana: natalità, mortalità, interruzioni volontarie di gravidanza , aborti spontanei e gli strumenti in uso: registri di
mortalità, registri-tumori, registri dei difetti congeniti.
Ampio spazio è dedicato alla salute riproduttiva nelle lavoratrici: dalla fisiologia
della gravidanza e aumentata suscettibilità
ai rischi occupazionali, alla patologia della riproduzione e cause di lavoro (i nfertil ità,
abortività "spontanea", malformazioni e
tumori infantili).
Vi sono schede specifiche sui principali
fattori di rischio: biologico, rumore, vibrazioni, solventi organici, metalli e fitofarmaci.
Interessanti la trentina di profili di rischio
per comparto ed i relativi riferimenti normativi specifici (Legge 1204 del 1971 e
DPR 1026 del 1976 ) per l'allontanamento
e spostamento dal lavoro delle lavoratrici.
Questo capitolo è di particolare attualità
non solo per una gestione informata da
parte delle strutture pubbliche della sentenza della Corte Costituzionale, ma anche della valutazione del rischio (sempre
uguale se maschi o femmine?) e sul peso
specifico del rischio cancerogeno in alcuni settori produttivi del recente Decreto
626, che all ' articolo definisce una particolare tutela di lavoratori particolarmente
suscettibili e crediamo che la condizione
di gravidanza tale debba essere considerata.
Conclude il capitolo sulla formazione e
l'informazione con tre progetti di corso di
educazione alla salute per le lavoratrici, di
formazione per gli operatori dei servizi di
prevenzione e di consultori e ospedali,
segno della particolare attenzione che
l'esperienza toscana ha sempre dato a questi temi.
da richiedere a Cedoc
Via degli Alfani 43
50121 Firenze
tel. 055-213279
fax 055-212127
in,.
CAMPANIA
Domenico della Porta
(segretario regionale)
via Posidonia, 53/C
84100 SALERNO
Tel. 089/756070
DIRETTIVO SNOP APRILE '95
EMILIA ROMAGNA
Graziano Frigeri
(presidente SNOP)
Azienda-USL Parma
distretto Sud - Est
piazza Garibaldi, 9
43013 Langhirano (PR)
Tel. 052 I /858279
Fax 0521/852712
TOSCANA
Alberto Baldasseroni
(segretario regionale
vicedirettore rivista)
SPISLL - USSL n. I O/D
viale Guidoni, I78/A
50125 Firenze
Tel. 055/4224407
Fax 055/4224405
LIGURIA
Stefania Silvano
(segretario regionale)
USL 19
Corso Sardegna
19100 LA SPEZIA
Tel. 0187/533741
Fax 0 1 87/5 3 3472
Franco Pugliese
(segretario regionale)
USL n. 2
%r.
corso Colombo, 26
29010 S.Polo di Podenzano (PC) Claudio Calabresi
Tel. 0523/302022
{ufficio di presidenza)
USL n. 15
Fax 0523/302066
via Molassana, 38
16138 GENOVA
Tel. 010/8365654
VENETO
Fax 0 1 0/83668 1 4
Flavio Coato
(vicepresidente SNOP)
Emilio Cipriani
FRIULI
(segretario regionale)
SPISAL-USL n. 26
Cristina Driussi
via Foro Boario, 28
(segretario regionale)
37012 Bussolengo (VR)
USL n. 6
Tel. 045/6769427
via Sottomonte, 8
33038 S. Daniele dei Friuli (UD)
Fax 045/6700347
Tel. 0432/955674
Fax 04321949355
Marcello Poti
SPISAL-USSL n,20
via P. Cosma, I
35012 Camposampiero (PD)
Tel 049/9 3 24 1 ! i
LOMBARDIA
Fax 049/9324343
^^Laura,Bpdini
rr (tiare dello rivista)
_WOTSLL _ ASL n. 3 I
via Oslavia, I
PIEMONTE
20099 Sesto San Giovanni (MI)
Te!. 02/26257631
VALLE D'AOSTA
Fax 02/26223083
Silvano Bosia
(segretario regionale)
Dario Tagini
via Baracca, 6
(segretario "regionale)
14100 ASTI
Tel. 02/98058517
Tel. 0141/392226
Fax 0141/21733
Enrico Cigada
(tesoreria)
Andrea Dotti
Servizio n. I - ASL n, 31
(SISL - USSL n. I
via Oslavia, I
via Lombroso, 16
10125 Torino
20099 Sesto San Giovanni (M I)
Tel. 01 1/6698822
Tel. 02/26257625
Fax 0€1/6503149
Fax 02/26223083
Domenico Taddeo
(vicepresidente SNOP)
SPISL - USL n. 5
via Fantozzi, 14
56025 Pontedera (PI)
Tel. 0587/2735 I2
Fax 0587/2735 19
LAZIO
Fabrizio Magrelli
(segretario regionale)
USL RM/3
via F. Meda, 35
00157 ROMA
Tel. 06/4 I 60 1 207
Fax 06/4 1 60 1 220
MARCHE
Roberto Scielzo
(segretario regionale)
Servizio n. I - USL n. 4
via Ceccarini, 6
61032 Fano (PS)
Tei. 0721/882573
Fax 0721/882548
UMBRIA
Armando Mattioli
(segretario regionale)
via del Campanile, 12/A
06034 Foligno (PG)
Tel. 0742/339580 - 339502
Fax 0742/340501
SARDEGNA
Antonio Omnis
(segretario regionale)
USL n. 15
via Tirso, 71
09037 S. Gavino (CA)
Te I. 070/9375204
Fax 070/9375205
CALABRIA
Cirillo Bernardo
(segretario regionale)
UOML
via Discesa Poerio, 3
88100 CATANZARO
Tel. 0961/8871 I I
Fax 0961/747556
PUGLIE
Roberto Giua
(segretario regionale)
USL TA 4
corso Umberto, 79
74 100 TARANTO
TEL. 099/486235
Fax 099/486276
Fulvio Longo
(vicepresidente SNOP)
USL BA/14
via Lecce, 5
70010 Casamassima (BA)
Tel. 080/674832
SICILIA
Paolo Ravalli
(segretario regionale)
USL 22
via Roma, 50
9701 I Acate (RG)
Tel 0932/8665 I 6
Fax 0932/8665 I4
ALTRI RIFERIMENTI
Antonio Cristofolini
Servizio Medicina del Lavoro
via Malta, 6
38100 TRENTO
Tel. 0461/230030
Fax 0461/894683
Stefan Faes
(laboratorio medico provinciale)
via Amba Alagi, 5
39100 BOLZANO
Tel. 047 I /286530
Fax 047 I /27263 I
Annamaria di Gianmarco
Usi n. 12
via della Stazione, I
65026 Scafa (PE)
Tel. 085/8541276
Fax 085/8543123
Sergio Scorpio
USL n. 01
via Conca Casale, 15
86079 Venafro (IS)
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Numero 33