IL MENSILE AL SERVIZIO DEI CITTADINI DI anno 2 numero 06 / Giugno 09 REZZO Bentornata E benvenuto a Play ASL Partorire senza dolore? Al San Donato è possibile Ogni anno 300 donne scelgono di sottoporsi a questa pratica che nella provincia di Arezzo è possibile solo all’ospedale del capoluogo. Ecco il percorso da seguire 2008 (nel 2006 erano state 275 e 304 nel 2007), all'interno di un rapporto equilibrato con il numero complessivo dei parti che si registrano, oramai in modo abbastanza costante nel tempo nei nostri ospedali: tra 2.500 e 2.800 all'anno. È l’ospedale di Arezzo a fare la parte del leone, con una media di 1.400/1.500 parti annui, anche in considerazione del fatto che sul San Donato si concentrano anche le nascite dei residenti della Valdichiana e della Valtiberina. La partoanalgesia gratuita con servizio 24 ore su 24, si pratica, in provincia di Arezzo, solo al San Donato. Nel 2005 ha interessato il 14% dei parti, mentre nel 2006 è salita al 19%, Solitamente è una donna sui trenta anni, colta e per lo più di origine europea. È questo il prototipo di chi sceglie la partoanalgesia, cioè il parto senza dolore, praticato nella nostra Usl all’ospedale San Donato di Arezzo. Si, perché partorire senza dolore si può. È un diritto delle donne che l'Azienda sanitaria, seguendo un preciso percorso, garantisce oramai da quattro anni, con un bilancio di questa esperienza molto positivo. Si tratta di un'attività che garantisce alle donne in maternità e che intendono superare il parto con minore dolore, di avere una assistenza qualificata, un percorso sicuro, una conoscenza profonda dell’intero processo. Da quattro anni la Regione Toscana ha inserito la partoanalgesia fra le prestazioni gratuite e questo rappresenta una scelta di grande valore sociale, poiché pone tutte le donne, aldilà del ceto e del censo, in condizioni di uguaglianza. Una opportunità che già nel primo anno - il 2005 - è stata colta da 189 donne, per giungere alle 315 del nel 2007 al 20% e nel 2008 al 21%. Da considerare che prima, quando era a pagamento, non raggiungeva il 3%. Un altro dato interessante è quello legato ai parti effettuati con taglio cesareo. C’è chi temeva, con l’arrivo della partoanalgesia “gratuita”, che ci fosse un aumento di cesarei. Così non è stato. Abbiamo avuto il 26 % nel 2003, il 24% nel 2006 e 24% è rimasto anche nel 2008. È leggermente aumentato il numero dei parti strumentali, ma gli esperti lo ritengono, in presenza di parto senza dolore, un dato fisiologico. LA VOCE DELLO SPECIALISTA 42 Anni WĂƌƟƚŽƚĂůŝ WĂƌƟƐƉŽŶƚĂŶĞŝ WĂƌƟĐĞƐĂƌĞŝ WĂƌƟĂŶĂůŐĞƐŝĂ 2005 1342 818 335 189 2006 1453 824 354 275 2007 1489 806 379 304 2008 1489 815 359 315 La partoanalgesia è per noi un'attività di eccellenza – commenta Claudia Recine, primario di anestesiologia-rianimazione del San Donato – di cui andare orgogliosi, perché incide profondamente sulla qualità della vita delle nostre utenti. In questo caso, in quella delle donne che si trovano in una condizione di particolare difficoltà e delicatezza, come è appunto il periodo della gravidanza. Molte donne riescono, se ben preparate, a controllare l'ansia e la paura legate al parto ed a controllare la percezione del dolore durante il travaglio. Per altre, invece, il dolore può rappresentare una difficoltà in più e un motivo di ridotta serenità al momento del parto stesso. Per queste donne c’è la partoanelgesia o terapia “dell'analgesia epidurale” – spiega ancora Claudia Recine – una tecnica che rappresenta un contributo all'umanizzazione del parto vaginale e che risponde al desiderio sempre più diffuso della donna di affrontare il parto con la possibilità di controllare efficacemente il dolore, ma partorendo comunque in modo naturale e spontaneo. Si tratta di una tecnica in atto da molti anni negli Stati Uniti e in gran parte dei paesi europei, ma poco praticata in tutto il territorio nazionale, per limiti di natura sociale, culturale e organizzativi, come la cronica carenza di anestesisti. Una tecnica introdotta in modo sistematico in Italia solo da poco tempo e che ad Arezzo ha finalmente ricevuto il giusto impulso all'interno di un più ampio progetto sull’ospedale senza dolore. Ma, contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta di una moda e non sta stravolgendo il rapporto tra parto naturale e parto assistito per il dolore. Non è avvenuto ciò che molti temevano e cioè che la gratuità di questo servizio avrebbe portato ad un aumento anomalo. Così non è stato, e i dati di attività lo confermano. 43 ASL Epidurale: cos’è, quando e chi la può praticare Tutte le informazioni utili sull’aanalgesia epidurale. Chi la può praticare e quale procedura è necessaria per fare questa scelta. L’accesso al servizio della Asl 8 COME FUNZIONA L'analgesia epidurale è una tecnica sicura ed efficace per controllare il dolore del travaglio e del parto. Essa determina in pochi minuti la scomparsa del dolore, lasciando inalterate tutte le altre sensibilità compresa quelle delle contrazioni uterine che continuano ad essere percepite in modo non doloroso. La partoriente è libera di muoversi e, a seconda della tecnica impiegata, anche di camminare. La forza muscolare non viene diminuita, per cui la partoriente mantiene in pieno la capacità di eseguire gli sforzi espulsivi, e il parto avviene con la piena partecipazione della futura mamma. CHE COS'È L'EPIDURALE? L'analgesia epidurale viene eseguita da un medico anestesista esperto in questa tecnica. Consiste nella introduzione attraverso un ago, a livello della regione lombare, di un sottilissimo tubicino di plastica (cateterino) che viene posizionato a circa 4-5 cm sottocute, a livello dello spazio epidurale. Questo spazio é formato dal tessuto grasso adiacente alle fibre nervose che trasmettono il dolore del travaglio. Attraverso il cateterino si somministra la soluzione analgesica. La procedura richiede pochi minuti e non è dolorosa, perché eseguita in anestesia locale. QUANDO VIENE PRATICATA? L'analgesiaepiduralevienerichiestadisolitodallapartorienteduranteoall'iniziodeltravaglio,mapuòessereeseguitasolodopouna valutazione delle condizioni ostetriche da parte del ginecologo. Può essere anche richiesta dal ginecologo stesso, nel caso di alcune malattie quali il diabete, l'ipertensione, la grave miopia con precedente distacco di retina, in quanto permette una riduzione dei rischi che, in questi casi possono essere connessi al parto. CHI PUO' RICEVERE L'EPIDURALE? L'analgesia epidurale può essere ricevuta dalla grande maggioranza delle partorienti. Vi sono però alcune condizioni in cui non è possibile eseguirla, come nel caso di gravi malattie emorragiche o in partorienti sottoposte a terapie anticoagulanti. Una visita specialistica con l'anestesista, alla 36esima settimana di gravidanza, servirà a controllare lo stato di salute della partoriente, ad evidenziare gli eventuali problemi personali e a controllare le analisi eseguite in gravidanza. Sebbene la deci44 sione di ricevere un'epidurale si prenda durante il travaglio, la richiesta ed il consenso a questa procedura vanno confermati in anticipo, in occasione della visita anestesiologica stessa. GLI EFFETTI COLLATERALI E LE COMPLICANZE Se correttamente eseguita l'analgesia epidurale è una tecnica sicura e non ha effetti collaterali spiacevoli. A seconda dei farmaci impiegati si può avere un modesto prurito, di breve durata. A volte, può insorgere, dopo il parto, un mal di testa che può durare qualche giorno. Inoltre, anche se in casi estremamente rari può associare disturbi neurologici destinati comunque a scomparire L’ACCESSO AL SERVIZIO Le donne che vengono avviate al parto senza dolore per ragioni terapeutiche o che intendono eseguirlo a pagamento scegliendo l'anestesista in libera professione, possono effettuarlo in tutte le strutture ospedaliere abilitate. Chi intende invece partorire senza dolore in forma gratuita come prevede la Regione Toscana, deve rivolgersi direttamente all'ospedale San Donato, punto di riferimento per l’intera provincia. Per la gestante c’è l’obbligo di partecipare agli incontri informativi sul percorso nascita che hanno luogo ogni ultimo giovedì del mese presso l’Auditorium A. Pieraccini del San Donato, dalle 16,00 alle 18,00 con accesso libero. Quindi dovranno sottoporsi a visita anestesiologica a partire dalla 36esima settimana di gestazione, da effettuarsi solo dopo la partecipazione all’incontro informativo e tramite prenotazione al Cup ottenibile con la richiesta del medico curante o del ginecologo. Durante gli incontri, alle gestanti vengono distribuiti opuscoli contenenti tutte le informazioni necessarie, sia sul piano tecnico-scientifico-sanitario, che su quello organizzativo e burocratico. Donazione del sangue del cordone ombelicale IL SANGUE CHE PUÒ RIDARE LA VITA Nel sangue del cordone ombelicale, abitualmente gettato via dopo il parto, sono presenti cellule capaci di generale altre cellule del sangue che, trapiantate, contribuiscono alla cura dei bambini e adulti affetti da gravi malattie del sangue come la leucemia. LE SICUREZZE La raccolta di sangue è effettuata dopo il taglio del cordone e quindi non comporta nessun rischio né per la madre né per il neonato. Le unità di sangue donato sono conservate presso le Banche di Cordone Ombelicale secondo criteri riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale. I relativi dati immessi in un registro internazionale collegato ai centri trapianto competenti. COSA FARE PER DONARE Se una donna decide di donare il cordone, deve fare un colloquio con un addetto alla raccolta e sottoporsi a un prelievo del sangue periferico al momento del parto e dopo sei mesi dalla donazione per escludere la presenza di malattie infettive trasmissibili. Inoltre, dopo aver ricevuto tutte le informazioni necessarie, la madre deve compilare e firmare il consenso informato. I TIPI DI DONAZIONE Esistono tre tipi di donazione: allogenica, dedicata e autologa. La prima è destinata a chiunque ne dovesse aver bisogno, la seconda è eseguita per un consanguineo in condizioni di rischio, mentre la terza prevede la raccolta del sangue del cordone ombelicale per se stessi. In questo caso la conservazione può essere effettuata solo presso strutture estere, in quanto in Italia è vietata l'istituzione di banche private del cordone ombelicale. Tale posizione si basa sul fatto che non ci sono dati scientifici che dimostrano l'utilità delle cellule staminali del sangue cordonale per la ricostruzione di organi danneggiati e che non è ancora noto se, a distanza di anni, queste cellule possono essere ancora utilizzate. DOVE DONARE Presso tutti i punti nascita della Regione, autorizzati a effettuare il prelievo del sangue del cordone ombelicale. Nella Asl 8 ci si può rivolgere ai reparti di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale San Donato di Arezzo, del S. Maria alla Gruccia di Montevarchi e all'Ospedale Civile di Bibbiena. PER SAPERNE DI PIU' Numero verde 800 556060 ADISCO Sezione Regionale Toscana Via del Lazzeretto, 68/115 Prato tel. fax 574 540002 cell. 351341929 e-mail: [email protected] Banca Toscana di Sangue Placentare Ematologia - Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi - Firenze tel. 055 947672 fax 055 947674 HPDLOFEE¿UHQ]H#GDFXQL¿LW Banca Cellule e Tessuti Immunoematologia 2 - Cisanello Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana tel. 050 95522 - fax 050 95521 e-mail: [email protected] 45