ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI Diploma d’onore del Parlamento Europeo Palazzo Serra di Cassano - via Monte di Dio 14, Napoli - www.iisf.it - Posta elettronica: [email protected] GIORNATA DEDICATA ALLA ACCADEMIA VIVARIUM NOVUM RICERCA Michael von Albrecht dell’Università di Heidelberg parlerà sul tema CULTURA SOCRATICA DI SENECA LA RICERCA SCIENTIFICA IN Il dislivello costante venutosi a creare tra la rete scientifica del Nord e quella del Sud fu studiato da Antonio Ruberti e dalla Commissione da lui istituita nel 1989 per la ricerca nel mezzogiorno. Ruberti segnalò che «nel Mezzogiorno operano 35 ricercatori per ogni 100.000 abitanti e nel Centro-Nord 243, con un rapporto di 1 a 7» e sostenne che «se, ad esempio, si volesse pervenire in 10 anni dall’attuale 1,45% sul PIL al 2,5% o al 3%, occorrerebbe un aumento delle risorse destinate alla ricerca del 5,6% all’anno e rispettivamente del 7,5% in termini reali. Se in questa ipotesi si volesse passare dall’attuale ripartizione (93% al Centro-Nord e 7% al Sud) ad una ripartizione rispettivamente del 70% e 30%, occorrerebbe concentrare nel Sud quasi tutto l’incremento di risorse, più precisamente l’aumento annuo dovrebbe essere pari a 3% nel Centro-Nord e 23% nel Sud». Ciò che si è verificato è, invece, l’esatto contrario. Infatti, le fauci degli speculatori si sono spalancate di fronte alla creazione del fondo FAS, il Fondo per le Aree Sottoutilizzate, istituito con legge finanziaria n. 289 del 2003 e nel quale convergono centinaia di miliardi, sia di fondi nazionali sia di fondi europei, per la politica di coesione. Tale fondo, che era stato pensato esclusivamente «con finalità di riequilibrio economico e sociale» tra le regioni, dunque al fine di risanare il tessuto sociale, culturale e scientifico delle aree svantaggiate come il Mezzogiorno e per porre fine a questa situazione di profonda ineguaglianza, è partecipanti vennero concretamente evidenziati gli impulsi che guidarono sin dal Rinascimento i grandi ricercatori e studiosi in tutti i campi del sapere, dalle discipline tecniche alle scienze umanistiche, alle scienze naturali. In questo momento storico si sente prepotente il bisogno di sostenere, proprio nell’Italia meridionale, centri come l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e l’Accademia Vivarium novum che si dedicano completamente e costantemente alla ricerca delle radici della cultura moderna nell’antichità e nell’epoca dell’Umanesimo, sino ai suoi sviluppi ulteriori. Questi Istituti riuniscono i ricercatori di tutte le discipline e delle più disparate nazionalità e così facendo rinnovano di continuo il grande splendore culturale del Mezzogiorno e mettono in evidenza l’importantissima funzione di “ponte culturale” da sempre propria del Sud dell’Italia e della Sicilia. Le personalità del spiritus rector Gerardo Marotta e del praeceptor Europae Luigi Miraglia garantiscono da sempre una grande unanime adesione internazionale a questo progetto di enorme importanza. Per quanto riguarda la nostra opinione, il fatto più importante è che si tratta di scuole profondamente italiane, degne del fortissimo impulso rinascimentale ed umanistico proprio della nostra cultura attuale. In queste scuole si ripete l’esperienza fatta dai ricercatori del Rinascimento, i quali, studiando i testi latini e greci, appresero a scoprire la realtà del mondo intorno a loro e a fondare le scienze naturali moderne: infatti, la lettura attenta dei testi li preparò alla lettura sperimentale del libro della Natura sino alle scoperte, nel macrocosmo, delle galassie più remote e, d’altra parte, di studiare nel microcosmo i misteri e gli abissi della mente e del cuore umano. Proprio l’assenza di presupposti dogmatici nei testi antichi esercitava ed esercita tuttora un effetto liberatore nel pensiero e nella creatività dei giovani. Mentre gli animali nascono quasi perfetti e maturano abbastanza presto, esser uomo non è I TALIA stato utilizzato invece «come provvista finanziaria per i più disparati scopi», generalmente per sostituire la spesa ordinaria nel Mezzogiorno e per le cosiddette “grandi opere”, appaltate ad imprese industriali residenti al Nord, come il ponte sullo Stretto di Messina, il Mose di Venezia, la Tav, ma anche per le cosiddette “emergenze” e per la crisi economica. In questo modo i fondi per il Mezzogiorno non solo sono stati restituiti ai redditi delle regioni più ricche, ma sono stati letteralmente depredati. Questi problemi furono riportati alla luce nelle sale del CERN, in occasione della mostra sull’opera del Cesi che, per desiderio del fisico Edoardo Arnaldi - tra i fondatori del Centro di Ricerche Nucleari -, l’Accademia dei Lincei e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici portarono nel 1988 a Ginevra, nel tentativo di lanciare un appello agli scienziati per ripristinare l’unità fra le scienze della natura e lo spirito dell’umanesimo, secondo le indicazioni del direttore dell’Istituto, Giovanni Pugliese Carratelli, che ne descriveva così il principio ispiratore: «Vorrei ricordare che questo Istituto si è caratterizzato per una visione non settoriale degli studi, per una visione includente così gli studi umanistici come gli studi naturalistici; e non chiamo questi ultimi ‘scienze’, perché tutti i cultori di studi sono costruttori di scienza». Partì da Napoli, dai saloni di Palazzo Serra di Cassano, una ciclopica impresa di formazione nelle scienze mediche, matematiche, fisiche e naturali, un intensissimo lavoro di ricerca e di diffusione di cultura scientifica ad opera di studiosi di fama mondiale e premi Nobel che all’Istituto vennero a discutere i risultati dei loro più recenti studi grazie alla mediazione di “ un dono ma un compito. Uomini non siamo, ma diventiamo. E l’educazione classica ci fornisce i mezzi non solo per conoscere noi stessi, ma anche per diventare noi stessi, per diventare uomini e donne indipendenti; ed inoltre per scoprire l’altro, dimensione di sè, questa, spesso seppellita sotto gli egoismi di un mondo dominato dal profitto economico. Questa dimensione umana è indispensabile anche per la vita sociale e politica, in quanto la formazione umanistica è indispensabile anche per divenire buoni cittadini. Per dirla con le parole di Cicerone: «populi grati est praemiis afficere bene meritis de re publica» (Cic. Mil. 82). Tuttavia i due Istituti di cui oggi parliamo non cercano dei “premi” per loro stessi, ma unicamente per la gioventù! E voglio esprimere il mio accordo con le parole del Rettore dell’Università di Bologna: «Il destino del Paese è legato a quello della scuola. Questo ce lo ricordano e ce lo chiedono l’Europa, la società e l’articolo 34 della Costituzione». In effetti, lo Stato per sopravvivere ha bisogno di scuole che formino cittadini responsabili; reciprocamente, le scuole hanno bisogno dell’aiuto dello Stato. In tal senso, sono convinto che l’educazione non solo sia una spesa ben fatta, ma che piuttosto è la migliore di tutte e la più importante di tutte. S’auspica che le autorità preposte e i governanti sia della Regione Campania che della Repubblica italiana vogliano dimostrarsi sensibili a questa, ch’è un’esigenza morale e culturale sentita da più parti in Europa e nel mondo per un rinnovamento che si basi sulla ricchezza d’un patrimonio culturale millenario di valore inestimabile». Il destino del Paese è legato a quello della scuola. Questo ce lo ricordano e ce lo chiedono l’Europa, la società e l’articolo 34 della Costituzione. In effetti, lo Stato per sopravvivere ha bisogno di scuole che formino cittadini responsabili; reciprocamente, le scuole hanno bisogno dell’aiuto dello Stato. In tal senso, sono convinto che l’educazione non solo sia una spesa ben fatta, ma che piuttosto è la migliore di tutte e la più importante di tutte. S’auspica che le autorità preposte e i governanti sia della Regione Campania che della Repubblica italiana vogliano dimostrarsi sensibili a questa, ch’è un’esigenza morale e culturale sentita da più parti in Europa e nel mondo per un rinnovamento che si basi Michael von Albrecht sulla ricchezza d’un Università di Heidelberg, Germania patrimonio culturale millenario di valore inestimabile. Antonio Ruberti «Seguiamo da molti anni l’ammirevole attività di Gerardo Marotta e di Luigi Miraglia ed il fruttuoso lavoro culturale e pedagogico che stanno compiendo l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e l’Accademia Vivarium Novum. È questo un contributo importantissimo alla soluzione dei tanti problemi posti dall’attuale situazione culturale: infatti, col promuovere l’attività dei due centri di ricerca si riesce non soltanto nel nobile intento di avvicinare tanti giovani, spesso provenienti da paesi poveri di benessere materiale od anche di vivacità spirituale, ad un’educazione che consenta loro, inevce, di inserirsi dialetticamente nella cultura moderna e italiana, ma, inoltre, anche a quei valori che, dal Rinascimento ai nostri giorni, hanno reso grande l’Italia e l’hanno elevata sino al ruolo che luminosamente ha rivestito nella cultura europea. Queste scuole educano decine di studenti a costruire un mondo realmente moderno, partendo dalla stupenda facoltà rigeneratrice dimostrata soprattutto dall’Italia sin dall’epoca dell’Umanesimo. Gli altri paesi europei osservano con ammirazione la prestigiosa attività di questi Istituti, considerando ciò motivo degno di felicità per lo Stato italiano ed augurandosi che questi esempi trovino il debito riconoscimento pubblico in patria e sempre nuovi e più discepoli negli altri paesi d’Europa e d’oltre. Le numerose e prestigiose attività culturali dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e dell’Accademia Vivarium novum si sono dimostrate molto fruttuose già nei decenni passati. Per citare un solo esempio recente, il convegno Litterarum vis tenutosi tra Seghedino e Budapest nel luglio del 2008 è stato specchio, ed al contempo appello, d’una concezione del valore dell’humanitas di altissimo respiro ed animata dalla entusiasta e disinteressata collaborazione tra scienziati di molteplici discipline e provenienti da molti paesi del mondo. Dagli interventi dei Michael von Albrecht Sabato 28 novembre alle ore 10.30 in Palazzo Serra di Cassano e col patrocinio della Società filosofica italiana - Sezione napoletana Il dislivello costante venutosi a creare tra la rete scientifica del Nord e quella del Sud fu studiato da Antonio Ruberti e dalla Commissione da lui istituita nel 1989 per la ricerca nel mezzogiorno. Ruberti segnalò che «nel Mezzogiorno operano 35 ricercatori per ogni 100.000 abitanti e nel Centro-Nord 243, con un rapporto di 1 a 7» e sostenne che «se, ad esempio, si volesse pervenire in 10 anni dall’attuale 1,45% sul PIL al 2,5% o al 3%, occorrerebbe un aumento delle risorse destinate alla ricerca del 5,6% all’anno e rispettivamente del 7,5% in termini reali. Se in questa ipotesi si volesse passare dall’attuale ripartizione (93% al Centro-Nord e 7% al Sud) ad una ripartizione rispettivamente del 70% e 30%, occorrerebbe concentrare nel Sud quasi tutto l’incremento di risorse, più precisamente l’aumento annuo dovrebbe essere pari a 3% nel CentroNord e 23% nel Sud» grandi personalità dotate della capacità di dialogare con i più diversi settori scientifici, come Antonio Barone, Eduardo Caianiello, Alfonso Maria Liquori e Ruggiero de Ritis. Basti fare il nome di Kenneth Arrow per l’economia, Joseph Brodsky per la letteratura, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini per la fisiologia e la medicina, e ancora per la fisica, Abrikosov, Ginzburg, Glashow, Gross, Koshiba, Leggett, Moessbauer, Rubbia, Salam, Segrè, Weinberg, e ancora John Wheeler, George Sudarshan, Enrico Bellone, Bruno Coppi, Leon van Hove, Dennis Sciama; matematici come Paul Erdös, René Thom e Giancarlo Rota; biologi come Francisco Ayala, Giorgio Bernardi, Eduardo Boncinelli, John Guardiola, Maurizio Iaccarino, Alberto Monroy, Pietro Omodeo, e nel 1996, Christian Barnard e D. P. Burkitt. In questo fervido laboratorio di scienziati germinarono momenti di altissimo confronto, come il memorabile convegno sull’opera di Richard Feynman inaugurato da una relazione di Sergio Fubini del CERN, o quello dedicato alle “Nuove prospettive nelle teorie dei quanti e della relatività generale” cui parteciparono, fra gli altri, J. Bell, P. Budinich, E. Caianiello, V. De Alfaro, R. E. Marshak, C. ” Rebbi, E. C. G. Sudarshan, Leon van Hove, B. Zumino, i cui atti divennero un numero monografico della prestigiosa rivista «Physics Report», o ancora il convegno internazionale tenutosi a Mosca nel 1997, con un comitato scientifico d’eccellenza di cui facevano parte P. Griffith (direttore dell’Institute for Advanced Study di Princeton), M. Henneaux, J. Stasheff, C. Becchi, A. M. Vinogradov, e i cui atti furono pubblicati dall’American Mathematical Society sulla rivista «Contemporary Mathematics». L’entusiasmo con cui vennero accolte simili iniziative incoraggiò i loro ideatori ad accrescere l’impegno in questa direzione, con la creazione di una collana scientifica dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, in cui furono pubblicati testi di clinica medica, di biologia, di fisica quantistica, di astronomia, e di numerose Scuole di Alta Formazione, in particolare, le Scuole Internazionali di Biofisica e Biocibernetica dirette da Cloe Taddei Ferretti. dall’opuscolo: Milena Cuccurullo, I problemi della ricerca scientifica in Europa Napoli 2009