Anno accademico 2004-5 LA SECONDA PARTE DELLA DISPENSA RAPPRSENTA UN APPROFONDIMENTO ED E’ FACOLTATIVA AI FINI DELL’ESAME. CONTIENE TRE RICERCHE E RIFLESSIONI PSICOSOCIALI NELL’AREA DELLO SVILUPPO. Psicologia sociale, promozione della salute e dello sviluppo personale e sociale nell'arco di vita POTREBBE ESSERE UTILE (MA NON OBBLIGATORIO) LEGGERE E DISCUTERE ALMENO UNO DEI CONTRIBUTI INDICE 1. IL PIANTO DI NARCISO: LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE Dispensa per gli studenti del corso di Psicologia sociale 2 B INFANTILE di Deianira Tironi 2. LA COSTELLAZIONE RAPPRESENTAZIONE SECONDA PARTE pag. 3 MATERNA E LA SOCIALE DELLE COMPETENZE DEL BAMBINO di Maria Luisa Invernizzi pag. 25 3. I LUOGHI DELLA NASCITA, Igea incontra neonati e genitori. di Paride Braibanti, Eleonora Baroni, Maria Luisa Invernizzi, Teresa Pandolfo La presente dispensa è disponibile in rete alla pagina: http://www.unibg.it/struttura/struttura.asp? corso=25019&nomec orso=Psicologia%20sociale%202%20B Bibliografia pag. 44 pag. 101 IL PIANTO DI NARCISO: LA COSTRUZIONE SOCIALE inquietudine e domanda d’intervento specialistico nei caregivers, di DELLA DIAGNOSI DI DEPRESSIONE INFANTILE fronte alle differenze individuali e alla difficoltà d’interpretazione delle normali fluttuazioni nello sviluppo emozionale del piccolo. L’obiettivo è quello di studiare come si costruiscono le rappresentazioni a partire di Deianira Tironi dalle conoscenze rese disponibili dalla letteratura medico-psicologica e Oggi ci troviamo di fronte a vari sistemi d’oggettivazione propri dell’attuale paradigma medico occidentale, intesi come processi volti a trasformare dei concetti astratti in immagini, dandogli così consistenza concreta e oggettiva. Il fare diagnosi ad esempio non è altro che un modo per dare visibilità a ciò che è oscuro, anche quando si tratta di malattie mentali, disturbi difficili da definire in quanto non collocabili in una fisicità malata. Per questo secondo la visione costruzionista la malattia mentale deve essere considerata in base al contesto sociale in cui determinate condotte assumono carattere patologico, deviante rispetto i criteri culturali attuali (Gatti, 2003). Capararo (2003) sostiene che la ricerca scientifica crede in particolare di oggettivare la depressione attraverso la prova che determinati farmaci inibitori della serotonina agiscono sul cervello alleviando i sintomi depressivi. Da qui il presupposto che la depressione è una malattia mentale e che i soggetti depressi siano coloro che assumono tali psicofarmaci. In realtà secondo l’autore questa costruzione diagnostica ritenuta scientificamente provata, deriva essenzialmente dall’idea che ha la nostra cultura circa la felicità e l’infelicità sana. Quindi la diagnosi non dipende tanto dalle nuove scoperte, ma dalla costruzione sociale che viene fatta di determinati aspetti della vita come sintomatici e perciò indicatori di malattia mentale (Capararo, 2003). dai mezzi di comunicazione di massa, per cogliere al loro interno i processi di semplificazione, oggettivazione e ancoraggio, nonché i diversi criteri di diffusione utilizzati (diffusione, propagazione e ancoraggio), secondo il modello proposto da Moscovici (1961). Le rappresentazioni sociali infatti sono dei modi convenzionali di ragionare sui fatti quotidiani, degli schemi interpretativi che permettono la costruzione di un’area consensuale costituita dalle opinioni accettate senza dimostrazione dalle persone. Ponendosi a metà tra sociale e psicologico assumono le caratteristiche di una conoscenza pratica, atta alla costruzione sociale della realtà. Esse vengono elaborate in un gruppo, per il quale l’oggetto della rappresentazione è rilevante, sotto forma di una teoria del senso comune (Moscovici, 1961). Tali conoscenze derivano da una parte dal sapere prodotto spontaneamente da un gruppo sociale attraverso l’esperienza e dall’altra dalla rielaborazione delle teorie scientifiche (Moscovici e Hewstone, 1984). L’entrata della scienza nel senso comune determina un duplice processo, volto a rendere familiare lo strano e percettibile l’invisibile: • la socializzazione della scienza, • la razionalizzazione di tutti gli aspetti sociali. Tutto ciò può avvenire attraverso (Moscovici e Hewstone, 1984): • la personificazione delle teorie, • la sostituzione o l’aggiunta di immagini ai concetti (figurazione); Gli attuali processi d’oggettivazione • l’ontologizzazione. Scopo della presente ricerca è proprio quello di indagare gli attuali L’entrata della scienza nella nostra quotidianità avviene attraverso processi di oggettivazione della depressione infantile, volti a fornire l’intermediazione dei mass-media, che riprendendo le rappresentazioni un’immagine patologica della tristezza e del bambino, attivando così fornite dalla scienza le modificano. Questo studio ha richiesto così l’utilizzo di un metodo di ricerca Figura n° 1 Mesh (depression AND child) qualitativo, quale quello della Grounded Theory, secondo la procedura 100 introdotta originariamente da Glaser e Strauss (1967) e rielaborata 90 successivamente da Strauss e Corbin (1990), Pidgeon e Henwood (1997) 80 e Charmaz (1995) (Cicognani, 2002). Si tratta di un tipo di approccio preesistenti, in modo da creare un processo circolare fra raccolta e analisi dei dati, formulazione di ipotesi e verifica attraverso essi. In tale processo di interpretazione possono essere utilizzate varie procedure per gestire il materiale testuale: la codifica aperta, assiale e selettiva. 70 numero articoli volto a generare una teoria a partire dai dati anziché da ipotesi 60 Serie1 50 Poli. (Serie1) 40 30 20 10 0 Analisi quantitativa dei lavori di ricerca sulla depressione infantile nella letteratura medico-psicologica 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 anni Innanzitutto si è cercato di analizzare l’evoluzione quantitativa dei lavori Dependent Mth Rsq d.f. F Sigf b0 b1 b2 b3 ARTICOLI CUB ,772 35 39,40 ,000 9,7927 3,3675 -,2526 ,0057 di ricerca sulla depressione infantile per coglierne l’orientamento Successivamente è stata condotta un’analisi di frequenza delle parole attuale. Attraverso il sito degli Ospedali Riuniti di Bergamo sono stati chiave contenute nei vari articoli tramite il software Text Smarti di trovati 1195 articoli di Pubmed che rispondevano al criterio mesh SPSS, escludendo i termini “depression”, “child” e “psychology”, in “depression” e “child”. Dall’analisi della loro distribuzione temporale dal quanto presenti in tutti gli articoli 1965 a oggi si può cogliere come il numero di articoli che tratta l’argomento non abbia subito forti oscillazioni fino al 1990, mentre negli anni seguenti si è avuta una forte crescita (Figura n°1). (Figura n° 2). La percentuale di ogni cluster sul totale degli articoli di ogni anno è stata poi sottoposta all’analisi di regressione, l’andamento in funzione del tempo (Tab. n°1). per evidenziarne Analisi delle regressioni principali parole chiave articoli in funzione del tempo integrate nell’analisi Independent: ANNO Dependent Mth Rsq DIAGNOSI LIN ,133 EPIDEMIO LIN ,037 THERAPY LIN ,402 PERSONAL LIN ,290 EMOTION LIN ,056 PHYSIOLO LIN ,190 PSYCHOAN LIN ,176 ABUSE LIN ,453 INTERACT LIN ,213 LIFEVENT LIN ,394 METHOD LIN ,858 CONCOM LIN ,101 CHILDPSY LIN ,195 DEVELDIS LIN ,001 SOCIAL LIN ,227 Tab. n°1 F Sigf b0 5,84 ,021 -797,99 1,45 ,236 -264,98 25,51 ,000 1988,67 15,54 ,000 -1568,7 2,24 ,143 -228,12 8,92 ,005 876,763 8,09 ,007 448,879 31,46 ,000 -658,95 10,26 ,003 -899,60 24,75 ,000 -1108,6 230,46 ,000 -3806,1 4,29 ,045 813,900 9,20 ,004 -754,58 ,04 ,846 -15,062 11,17 ,002 -673,04 d.f. 38 38 38 38 38 38 38 38 38 38 38 38 38 38 38 delle degli b1 ,4313 ,1738 -,9807 ,8017 ,1181 -,4349 -,2233 ,3342 ,4682 ,5684 1,9353 -,3918 ,3856 ,0086 ,3449 I valori in grassetto si riferiscono ai cluster in crescita percentuale dal 1965 al 2004, quelli sottolineati sono i cluster in diminuzione nello stesso periodo, mentre emotion, epidemiology e developmental disabilities non hanno una forte significatività (Tab. 1). Da un’analisi più approfondita degli articoli scientifici sembra delinearsi uno scenario multiforme, nel quale emergono vari modelli in dialogo tra loro, anche se apparentemente in contraddizione l’uno con l’altro. Sembra essere superata la dicotomia tra interventi farmacologici e psicanalitici, con il predominio del primo e il conseguente studio degli aspetti fisiologici e biologici del disturbo. Appare invece un ampio ventaglio di prospettive da cui comprendere la depressione e che arricchiscono il quadro diagnostico, quali l’epidemiologia, ma anche la psicologia e la personalità del bambino, i possibili maltrattamenti a cui può essere sottoposto o le carenziali interazioni con i genitori e lo scarso supporto sociale, particolari avvenimenti portatori di cambiamento. L’approccio scientifico cerca quindi di spiegare il fenomeno, ma allo stesso tempo lo problematizza, non fornendo una risposta univoca e certa, ma lasciando spazio ad altri percorsi di ricerca, che possono Designare qualcosa come sintomo significa attribuire ad un semplice falsificare quanto fatto finora. comportamento il valore di segnalare che quel tratto, quel segno, quel Si è cercato poi di cogliere come nello specifico questi andamenti si comportamento non si inserisce nella rappresentazione di bambino concretizzino oggettivazione. sano propria di chi lo rileva; ciò significa quindi attribuirgli il valore di L’obiettivo non era tanto quello di discutere la legittimità dei criteri di all’interno degli attuali processi di segnale di malessere e di possibile componente di un quadro patologico classificazione diagnostica della depressione infantile, questione che va (Fava-Vizziello, 2003). chiaramente oltre l’orizzonte di questo lavoro, ma di capire se i processi di oggettivazione tramite la diagnosi, le spiegazioni eziopatogenetiche, 2. La classificazione imposta dalle categorie diagnostiche l’estensione dei modelli di trattamento clinico e farmacologico anche in Una volta che il paradigma medico attribuisce un senso a quelli che fase d’intervento vengono identificati come sintomi, si definiscono i criteri diagnostici specialistico negli stessi caregivers, le famiglie e gli insegnanti, di fronte precoce non attivino inquietudine e domanda appropriati che permettono di stabilire quanti e quali di questi devono alle differenze individuali e alle difficoltà d’interpretazione delle normali essere presenti per poter parlare di depressione infantile (Toolan e fluttuazioni nello sviluppo emozionale del bambino. Sperling, 1962; Glaser, 1967; Weinberg, 1973; McConville et al., 1973; Kreisler, 1977; Misès, 1990) . 1. Il primo passo per oggettivare la tristezza: definire i sintomi I vari studi condotti sull’argomento hanno cercato di evidenziare quali atteggiamenti o aspetti, non rispondenti alla normale immagine di bambino sano considerati propria come del indiziari paradigma di un medico, disturbo, potessero creando così essere una rappresentazione del fanciullo inteso non più come triste, ma come depresso (Castellazzi, 1993; De Negri,1993). Stark (1990) in particolare ha rilevato la presenza di 4 gruppi sintomatologici principali: Sintomi Sintomi Sintomi emozionali: cognitivi: motivazionali: Umore disforico; Umore collerico; Anedonia; Tendenza al pianto; Perdita di allegria; Non sentirsi amati; Autocommiserazione. Autovalutazioni negative; Senso di colpa Disperazione Difficoltà di concentrazione Indecisione; Ideazione morbosa; Fobie. Chiusura sociale; Ideazione e comportamento suicidari; Abbassamento rendimento scolastico. Sintomi fisici: Attualmente il sistema diagnostico maggiormente utilizzato è il DSM IV, Manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali, ideato e realizzato dall’American Psychiatric Association. Questo manuale permette il confronto tra diverse esperienze e ricerche attraverso l’uso di un linguaggio comune e creando nuove categorie diagnostiche, consente la formazione di un’univoca rappresentazione di bambino triste alla quale tutti i medici possono far riferimento. Per quanto riguarda la diagnosi di Disturbi Depressivi (Asse I), presente nell’attuale DSM IV, si hanno le seguenti tipologie (Rapoport e Ismond, 2000): Affaticamento; Perdita d’appetito e del sonno; Dolori e malesseri; Rallentamento o agitazione psicomotoria. - - Disturbo Depressivo Maggiore: - Episodio singolo (un episodio depressivo maggiore); - Ricorrente (due o più episodi); Disturbo Distimico - specificare se: Ad Esordio Precoce/Tardivo (prima dei 21 anni/a 21 anni o più tardi); - specificare se: Con Manifestazioni Atipiche; Disturbo Depressivo dell’Umore non altrimenti specificato. Il problema principale di tali tipi di criteri diagnostici, è che: Scale di autovalutazione: - sono disancorati da una chiara definizione eziologica; -Children Depression Inventory (CDI); - prescindono dalla considerazione del soggetto; -Children’s Depression Scale (CDS); - non considerano le regressioni e le trasformazioni del comportamento dovuti alla crescita, o l’evoluzione del disturbo, ma riprendono le categorie proprie dell’adulto con qualche variante. Può essere perciò considerato un modo temporaneo per fissare ciò che in realtà è in continua evoluzione. (Fabrizi, 2001). 3. Il ruolo degli strumenti di valutazione nella costruzione della rappresentazione di depressione infantile Un’altra serie di strumenti (scale di autovalutazione, questionari, -Test dell’ansia e depressione nell’infanzia e adolescenza (TAD). Scale di valutazione mediante intervista: -Children’s Depression Rating Scale (CDRS); -Interview Schedule for Children (ISC); -Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia for School-Age Children (K-SAD) interviste guidate e liste sintomatologiche) è volta a indagare il fenomeno a partire dai criteri diagnostici disponibili, quali ad esempio Queste scale sono state costruite per cogliere la presenza di quei quelli forniti dal DSM IV. Questi strumenti non hanno come scopo sintomi maggiormente osservabili e manifesti. In questo modo però quello di arrivare a una diagnosi, bensì quello di individuare il livello di riducono la complessità fenomenologica, facendola rientrare all’interno sofferenza depressiva, attraverso la definizione del livello di gravità del di poche categorie diagnostiche e, quindi, la oggettivano come disturbo e dell’intensità dei sintomi (Scafidi-Fonti, 2001). Alcune delle “sindrome” o “disturbo”. scale maggiormente utilizzate per lo studio della depressione nel bambino sono (Camuffo, 1985; Rapoport e Ismond, 2000): 4. L’oggettivazione del bambino triste attraverso gli interventi terapeutici A seconda del criterio di oggettivazione utilizzato cambierà di conseguenza anche la scelta degli interventi terapeutici da attivare per la cura della depressione. I principali tipi di intervento sono: a) Intervento farmacologico: Si basa sul presupposto di influenzare determinati tipi di neurotrasmettitori attraverso la somministrazione di farmaci inibitori (Cassano e Zoli, 1993). b) Intervento psicoterapeutico: La psicoterapia trae spunto dalla psicanalisi, ma per i bambini adotta particolari metodi e indicazioni diverse rispetto a quella prevista per gli 12 adulti per permettere al terapeuta di comprendere le fonti conflittuali ∼ Modello cognitivo-comportamentale: alla base della depressione vi proprie del bambino nonché le modalità per poterli superare. sarebbe una triplice configurazione cognitiva distorta, cioè una -Terapia cognitivo-comportamentale; elaborazione erronea delle informazioni che conduce i soggetti a una -.Terapia interpersonale; percezione negativa di sé, del mondo in cui vive e del futuro visto come immodificabile (Beck et al., 1979) - Terapia familiare. ∼ Modello sistemico: la famiglia viene considerata come un gruppo c) Trattamenti alternativi: -Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR- Greenwald, 1999); ∼ Modello socio-culturale: la modernità viene considerata come causa -Aiuto dei familiari e dell’ambiente circostante. principale della crescita degli episodi depressivi, soprattutto tra i bambini dei paesi sviluppati (Oatley,1997; Jenkins, Smith,1990). 5. Come il bambino triste viene oggettivato dalle diverse teorie Risulta evidente quindi come esistano molteplici teorie per spiegare il fenomeno della depressione infantile e a seconda dell’approccio considerato varierà anche la spiegazione eziologica ad esso associata. ∼ Modello organicistico: teoria che ricerca le cause della depressione nei fattori genetici e biochimici (Cassano, 1993; Castellazzi, 1993). Teoria genetica: i bambini provenienti da famiglie con disturbi depressivi hanno maggiori probabilità di soffrire degli stessi disturbi dei genitori (Kashani, Burk e Reid, 1985). Teoria biologica: la depressione è dovuta a disfunzioni a livello recettoriale: del sistema comunicazione distorta tra i suoi vari componenti (Arieti e Bemporand, 1980). -Sostanze naturali e omeopatiche; complesso all’interno del quale la patologia di uno dei suoi membri deriva da una noradrenergico, serotoninergico e dopaminergico (Infrasca, 2002; Guareschi-Cazzullo e Lenti, 1994). Teoria neuropsicologica: i disturbi depressivi derivano da un’alterazione dei rapporti funzionali tra diverse aree cerebrali e non da un deficit localizzato (Guareschi-Cazzullo e Lenti, 1994). ∼ Modello fenomenologico-esistenziale: la depressione viene vista come una malattia del tempo, ci si sente vittime di un presente Modello psicoanalitico: Molteplici sono state le teorie che hanno puntato l’attenzione sull’origine della depressione, ognuna cercando di delineare un modello di spiegazione della mente e dell’esperienza umana, offrendo anche uno specifico modello di bambino (Freud, 1917; Rado, 1928; Abraham, 1911; Klein, 1935; Bibring, 1953; Winnicott, 1958; Spitz, 1946; A. Freud, 1942; Fairbairn, 1952; Mahler, 1961; Bowlby, 1969; Adler, 1956). E’ innanzitutto il tema della perdita, del lutto a interessare i primi studi psicanalitici sulla depressione infantile (Freud, 1917). Nonostante queste prime forme di interessamento al mondo infantile, il bambino che emerge dalle teorie di Freud è ancora un bambino ricostruito all’interno della clinica adulta. È a partire da Sandor Rado (1928) che si ammette l’esistenza di meccanismi psicanalitici già in età precoce dai quali in età più matura si svilupperanno i conflitti depressivi. Bisognerà aspettare l’avvento della psicologia dell’Io e soprattutto il contributo di Anna Freud, affinché venga data maggior importanza al bambino reale piuttosto che a quello ricostruito (Scafidi Fonti, 2001). immutabile, di una sofferenza eterna che priva della capacità di agire e di decidere (Binswanger,1960; Minkowski, 1968). 13 14 Limiti del processo di oggettivazione scientifica codifica (aperta, assiale e selettiva) dei testi ripresi da articoli di Dall’analisi effettuata emergono i forti limiti di tale processo di giornale, libri non specialistici e da internet. oggettivazione e precocizzazione della diagnosi di depressione infantile che, in quanto tale: 1. Ricerca condotta su articoli di giornale e riviste - mortifica la dimensione evolutiva dell’emozione nel bambino; Sono stati selezionati 21 articoli tratti dagli archivi messi a disposizione - assimila gli stati emozionali a quelli adulti; - sottovaluta - o preclude la visione su internet dalle maggiori testate giornalistiche (Corriere della Sera, interattiva e sociale delle Espresso, Messaggero, Libero, Il Secolo XIX, La Provincia, Missioni manifestazioni emozionali e del loro sviluppo; Saveriane, Galileo, Insieme, Donna e Mamma, Io e il mio bambino, Qui riduce le differenze individuali a fattori biologici e temperamentali, Mamma) e da alcune riviste femminili (Donna Moderna, Grazia). enfatizzati come elementi di rischio e indicatori precoci di una deriva L’analisi effettuata evidenzia quasi l’esistenza di uno stesso schema patologica, anziché come fattori disposizionali chiamati ad una generale, utilizzato in tutti gli articoli (mapp. n°1): complessa interazione con i sistemi psicosociali e culturali coinvolti nello sviluppo; - restringe lo spazio di crisi e di riorganizzazione che caratterizzano lo sviluppo e lo riduce ad una linearità irrealistica che lo semplifica; - canalizza lo sviluppo del bambino verso un modello precostituito; - si pone nella linea della “medicalizzazione” del corpo e dello sviluppo del bambino ed esautora o deresponsabilizza i contesti familiari e sociali (e il bambino stesso) nella costruzione di uno sviluppo sano dei processi di autoregolazione. Tutto ciò contrariamente allo sviluppo del bambino, che appare invece più complesso e difficilmente riducibile a categorie patologiche predefinite. L’OGGETTIVAZIONE DELLA DEPRESSIONE INFANTILE FORNITA DAI MASS-MEDIA Il passo successivo consiste nel verificare se le varie rappresentazioni fornite dalla letteratura medico-psicologica vengono riprese e modificate dai mass-media, nonché il tipo si sistema di comunicazione da questi utilizzato, secondo il modello proposto da Moscovici (1961). Per far questo è stato utilizzato il metodo della grounded theory, attraverso la 15 16 SCHEMA RIASSUNTIVO ARTICOLI DI GIORNALE SULLA DEPRESSIONE E DEPRESSIONE INFANTILE (mappa n°1) Esperti Dati diffusione Situazione attuale problema Depress Depress Stato infantil attuale e Spiegazione caratteristiche False Depre convinzioni ss Depres infantil e Cause Proposte depres s Cura - Preven Terapia z Corriere della Sera Espresso Repubbli ca Messagge ro Libero Il Secolo XIX La Provincia Missioni Saverian e Galileo Donna Moderna Grazia Insieme Donna e Mamma Io e il Mio Bambino Qui Mamma -Attenzione ai casi singoli; -Si menzionano le opinioni. Questo ci mostra come effettivamente i giornali, ma in generale tutti i media, non possono essere considerati “specchi della realtà”, in quanto le notizie vengono da questi manipolate, strumentalizzate e selezionate per esigenze di tempo, spazio e di pubblico. Il sistema di comunicazione adottato da molti giornali, in particolare da “Espresso”, “La Repubblica”, “Galileo”, “Missioni Saveriane”, “Libero”, “Donna Moderna” e “Qui Mamma”, nei termini di Moscovici (1961), sembra essere quello della propagazione, in quanto tra queste testate non ho riscontrato forti punti di contraddizione, anzi vi è un atteggiamento quasi unitario nel delineare le proposte possibili di intervento e nella presentazione della depressione. Vengono fornite informazioni che permettono al lettore di assumere una posizione critica e consapevole delle caratteristiche del problema, della situazione attuale e degli interventi possibili. Viene criticata la situazione odierna mostrando le potenzialità però di quanto può ancora essere fatto dai vari interlocutori del discorso, viene favorito l’approccio psicanalitico. Invece il “Corriere della Sera”, il “Messaggero”, il “Secolo XIX”, “La Provincia” e “Grazia” assumono un approcio di tipo diffusivo, in quanto forniscono informazioni sull’intero panorama scientifico attuale, senza mostrare particolari orientamenti. 2. Analisi frame libri non specialistici Si è proceduto poi all’analisi dei frames riassuntivi del contenuto dei Tale schema corrisponde ai selettori tipici delle notizie indicati da libri non specialistici, trovati tramite il sito internet Errore. Il Luhmann (1996): segnalibro non è definito., che rispondevano al criterio depressione -Si cerca di produrre sorpresa; infantile (tot. 25) e depressione (tot. 27) ottenendo il seguente schema -Uso delle quantità; riassuntivo (Mapp. N°2): -Vengono evidenziati i conflitti; -Riferimento al locale; -Accenno alle infrazioni alle norme; 17 18 Mapp.2 Libri Depressione e depressione infantile I farmaci non bastano GUID A Come uscire dalla depressione post-parto Professio nisti Famili ari Diagnosi e sue difficoltà Alfabetizzaz Cure ione alternative emotiva Il terzo passo è consistito nel codificare i primi 20 risultati ottenuti da 5 motori di ricerca, rispettivamente: Altavista, Google, Lycos, Virgilio e Informazioni Spiegazio per ne riconoscimen malattia to, e terapie trattamento Trattame e prevenzione nto Consigli Psicotera per pia imparare a guarire Con l’aiuto di altri 3. Ricerca parole chiave primi 20 siti in 5 motori di ricerca Yahoo per un totale di 100 rimandi. Lo schema concettuale riassuntivo ottenuto è il seguente (Mapp. N°3): DEPRESSIONE Disturbo mentale Terapia cognitivocomportame ntale EMD Fenomeno sottostimato R Reinterpreta zione malattia Da soli Riconoscimento esperti negli ambiti: neurologia; psicologia; psichiatria; psicanalisi; neuropsichiatria; pedagogia. Malattia/affezio ne/fenomeno Diagnosi Cause Teorie fisicobiologiche Autoaiu Comprensione to di sè Teorie psicologicorelazionali Farma ci Tema presente Speranza anche nei di romanzi che cambiam trattano ento l’argomento I vari libri illustrano il disturbo depressivo come qualcosa che tutti Terapia psicoanalitica Consulenza e informazione Ricerche possono conoscere e dal quale è possibile guarire seguendo i consigli di questi stessi libri-guida. Avviene così il disancoraggio dalle teorie Internet fornisce una vasta serie d’informazioni riguardanti ambiti scientifiche, che risulterebbero altrimenti poco comprensibili. La anche diversi tra loro, facendo riferimento sia a teorie biologiche che di depressione viene perciò oggettivata come un disturbo sia infantile che tipo psicoanalitico, evidenza riscontrabile anche nelle proposte di dell’età adulta, diagnosticabile e riconoscibile nelle sue caratteristiche e trattamento quindi facilmente trattabile e prevenibile (processo di ancoraggio). Il un’impostazione rispetto a un’altra. Per questo tale sistema di fatto stesso però che si parli di guarigione, di terapie sottintende comunicazione può essere considerato, nei termini di Moscovici, l’esistenza di una patologia, senza la quale sarebbe inutile parlare di caratterizzato dal criterio della diffusione, perché le notizie vengono cure. La modalità di comunicazione utilizzata (proposta) è orientata a trasmesse ai lettori non in maniera unitaria e tale da permettere uno terapeutico, senza stimolare un atteggiamento positivo e attivo nei confronti del disturbo. 19 20 che in generale prevalga schieramento specifico e omogeneo a favore di una delle possibili letture della depressione infantile. L’analisi effettuata ha subito mostrato l’estrema eterogeneità delle informazioni fornite dai vari articoli. A parte l’ultimo volto maggiormente 4. Ricerca pagine dei siti internet citati più frequentemente dai a fornire raccomandazioni di carattere pratico e di sostegno psicologico e il secondo che presenta la terapia cognitivo-comportamentale, gli altri motori di ricerca Nell’ultimo passaggio si è proceduto ad analizzare in maniera più cercano di dare maggiori informazioni di tipo scientifico. Questi articoli dettagliata 5 dei siti che venivano citati più frequentemente nelle prime possono così essere divisi in due blocchi principali, quelli legati alle posizioni dai motori di ricerca presi in considerazione, ricavandone la teorie bio-mediche e quello di spiegazione delle teorie psicanalitiche. Tra seguente mappa riassuntiva (Mapp. N°4): questi si colloca l’ultimo pezzo che funge da loro collegamento, in Disturbi cognitivi TEORIE BIOMEDICHE Producono depressione di origine somatica Fattori intrinseci Caratterizzata da comorbidità Depressione come disfunzionalità neuronale tale da inceppare i meccanismi cognitivi Difficoltà di diagnosi in età evolutiva Deficit Analisi categoriale e serotonergico o noradrenergico dimensionale Trattamento farmacologico del disturbo Sintomi Cause Differen ze evolutiv e Disturbi affettivi relazionali Superamento false convinzioni TEORIE PSICOANALITICHE Prospettiva cognitivocomportamentale Fattori psicosociali Disturbi cognitivi 21 il malato a superare lo stato attuale di malattia e convincerlo a recarsi da uno specialista. propaganda, secondo i termini di Moscovici, a differenza dei motori di Linee guida per la somministrazione Tipi farmaci Mancanze relazionali del disturbo, per dispensare poi consigli ad amici e familiari per aiutare I vari articoli presi separatamente assumono più la struttura della di Stress Esistono 3 tipi di depressione quanto nella prima parte fornisce informazioni sulla diagnosi e le cause ricerca, in quanto ciascuno di esso sostiene le proprie idee come vere e esaustive del fenomeno. CONCLUSIONI Il panorama complessivo che emerge dai mass-media, così come nella letteratura medico-psicologica risulta essere così assai disaggregato e Aiuto di Convincerlo a familiari e rivolgersi a amici un medico confuso, in contrasto con la necessità di considerare con più attenzione i significati che le fenomenologie assumono nella concreta evoluzione di bambino e che sono oscurate da questi modelli. L’oggettivazione e la precocizzazione della diagnosi di depressione tende così, sia nella rappresentazione scientifica che mass-mediale, a Di natura genetica o biochim ica ricondurre lo sviluppo emozionale infantile entro categorie adulte. Infatti noi utilizziamo gli stessi termini per indicare sia le emozioni Terapia del problem solving provate dagli adulti che dai bambini, non comprendendo però che molto spesso le emozioni infantili hanno significati, conseguenze e origini diverse (Chess, Thomas, 1987). Le manifestazioni emozionali e il loro sviluppo vengono così ricondotte a una linearità irrealistica che le 22 semplifica e che ne esclude una visione interattiva e sociale, Anche l’emozione e la cognizione si influenzano reciprocamente: i restringendo inoltre lo spazio di crisi e di riorganizzazione proprio del mutamenti negli stati emotivi dipendono dalla maturazione di nuove processo evolutivo. Il bambino viene perciò canalizzato verso modelli funzioni cognitive, così come gli eventi assumono significato solo se precostituiti di crescita, che non tengono conto di una complessità amplificati da un’emozione. fortemente caratterizzata da differenze individuali e del fatto che lo Data l’estrema complessità insita nello sviluppo emozionale e i suoi sviluppo emotivo e di personalità non può essere facilmente suscettibile legami con le altre dimensioni evolutive appare evidente come non sia di una predittività che attraversa le diverse fasi di sviluppo. Sviluppo possibile caratterizzato al contrario dal principio di unitarietà (le sfere emotive, caratteristiche che differiscono da individuo a individuo. Queste devono sociali e cognitive fanno tutte parte dello stesso processo di sviluppo) e essere invece considerate come una manifestazione delle differenze di complessità emergente (il nuovo comportamento emerge da ciò che individuali, tendenza che sta sempre più prendendo piede negli attuali già esisteva, ma con proprietà qualitativamente diverse). studi di psicologia evolutiva (Brazelton, Greenspan, 2000). Così vi ridurre entro categorie fisse e predeterminate quelle possono essere bambini con un umore prevalentemente positivo e altri Complessità delle emozioni e differenze individuali con manifestazioni più negative, ma queste differenze devono essere La comparsa delle emozioni avviene secondo un percorso che parte dai colte lungo un continuum di normalità, in quanto qualsiasi forma di precursori neonatali fino a giungere alle forme emotive più complesse. oggettivazione preclude un’analisi complessa del fenomeno (Chess, Le emozioni si sviluppano a partire da un precursore, cioè un prototipo Thomas, 1987). Infatti che possiede una caratteristica fondamentale della prima, visibile nei tristi e demotivati può essere considerata una sindrome e perciò primi cinque mesi di vita. Questi precursori originano da reazioni oggettivata riflesse a un prolungato o moderato stato di attivazione. È solo a partire all’interno delle differenze individuali. Differenze che non derivano dalla seconda metà del primo anno che si avranno sentimenti di rabbia, esclusivamente gioia e paura. immutabili, ma da continui scambi tra molteplici fattori. In tutto ciò In questo percorso lo sviluppo emotivo è fortemente intrecciato a quello giocano un ruolo fondamentale gli atteggiamenti degli adulti, la loro sociale e cognitivo. È infatti grazie alla relazione con il caregiver che il capacità di coltivare la natura del piccolo, di far emergere le bambino caratteristiche di personalità specifiche di quell’individuo. Per far questo passa da una forma di regolazione emotiva diadica come necessarie la possibilità che alcuni bambini si sentano depressione infantile, o può essere esaminata da caratteristiche delle attenzioni genetiche sono bambino da un’eccessiva attivazione permette uno sviluppo flessibile e rispondere in maniera adeguata alle esigenze di crescita e di sviluppo adattivo del sistema nervoso infantile. Inoltre consente l’attuazione di del piccolo, favorendo così l’emergere di talenti e non di problemi, una prima forma di relazione oggettuale, considerabile come un primo restituendo al bambino la sua tristezza. emotivo permettono nuovi livelli di relazioni sociali e di partecipazione (Sroufe, 1995). 23 24 che permettano e all’autoregolazione. L’adulto di riferimento stimolando e proteggendo il tentativo di socializzazione. Dall’altra parte i progressi nello sviluppo particolari, predeterminate di LA COSTELLAZIONE MATERNA E LA divenga un “dialetto comune” (Palmonari, Cavazza, Rubini 2003). Rifacendomi a RAPPRESENTAZIONE ciò, ho cercato di compiere un percorso analogo per quanto riguarda le rappresentazioni delle competenze del bambino. Ho cercato di cogliere come e se il SOCIALE DELLE COMPETENZE DEL BAMBINO mutato paradigma a livello scientifico si traduca in modificazione delle rappresentazione sociali da parte delle mamme; come l’insorgere di mutazioni di Maria Luisa Invernizzi all’interno del corpo teoretico influenzi la visione del senso comune e le relative rappresentazioni. Indagare socialmente ciò, significa esplorare come i contenuti “Lo scopo di tutte le rappresentazioni sociali è quello di rendere qualcosa di delle nuove teorie sulla relazione madre bambino attraversino i contenuti proposti inconsueto, o l’ignoto stesso, familiare…L’’atto della rappresentazione è un mezzo dai media e se siamo in grado di penetrare e modificare vissuti delle madri. per trasferire ciò che ci disturba, ciò che minaccia il nostro universo, dall’esterno all’interno, da un luogo lontano ad uno spazio prossimo” (Moscovici,1984). LA COSTELLAZIONE MATERNA E LA RAPPRESENTAZIONE Con queste parole Serge Moscovici propone la definizione di ciò che, secondo lui, Volendo tracciare una breve rassegna sull’ev oluzione dei paradigmi scientifici costituisce il meccanismo che garantisce agli individui e ai gruppi la possibilità di attraverso i quali leggere ed interpretare la relazione madre bambino, possiamo orientarsi nel mondo sociale e di comunicare con altri individui o gruppi. Parlare di riscontrare l’emergere di un progressivo riconoscimento delle competenze del rappresentazioni sociali non significa fare riferimento semplicemente a idee, teorie o bambino. Si assiste ad un passaggio da relazioni simbiotiche e di stretta dipendenza immagini, ma richiama a dei veri e propri processi attraverso i quali ricostruire la del piccolo dalla madre, delineate dalla prospettiva psicoanalitica, al riconoscimento realtà sociale. La costruzione di determinate rappresentazioni può infatti avere di reciprocità tra i due soggetti della relazione. Da un bambino inerte, privo di implicazioni sulle modalità di interazione e di azione messe in atto dai soggetti. iniziative, in rapporto simbiotico con la madre, si giunge a una prospettiva Nello specifico del mio lavoro, è stato interessante vedere come una data relazionale, la quale fornisce una visione di bambino come essere altamente rappresentazione di sé, elaborata dalla donna diventata madre, possa avere competente, cioè un bambino attivo, che agisce e interagisce con il mondo esterno. implicazioni notevoli sulle modalità interattive messe in atto nei confronti del La teoria psicoanalitica, nelle sue diverse declinazioni, colloca l’attenzione sul proprio bambino e possa influire sul progressivo riconoscimento o misconoscimento crearsi di relazioni oggettuali tra madre e bambino, relazioni contraddistinte da un delle competenze di quest’ultimo. rapporto quasi fusionale del piccolo con la madre. Prevede forme di Prima di cogliere questa correlazione tra rappresentazione e predisposizione indifferenziazione e parassitismo dove la propensione a creare relazioni è funzionale all’azione e le relative implicazioni per la promozione della salute nella coppia al mantenimento di uno stato di benessere fisiologico. Nell’analisi freudiana infatti, madre/bambino, la madre costituisce l’oggetto della relazione, oggetto indispensabile al bambino in è stato necessario interrogarsi sulla genesi di queste rappresentazioni. Quali sono dunque i contesti, le dinamiche sociali, i costrutti quanto teorici, i contenuti mediatici che influiscono sul processo di costruzione di una indifferenziazione, dove il bambino si identifica con la madre, vede un’evoluzione rappresentazione? che porterà, secondo Spitz, alla costruzione di un vero e proprio rapporto oggettuale Nella sua analisi sulle rappresentazioni sociali della psicoanalisi, Moscovici aveva grazie alla comparsa degli “organizzatori dello sviluppo” vale a dire il sorriso, studiato il modo in cui la psicoanalisi era penetrata nella società francese e si era l’angoscia dell’ottavo mese e la padron anza del No. L’importanza di queste trasformata nel corso di questo processo di diffusione e cioè come una nuova teoria strutture, che si sviluppano in determinati periodi e nelle quali convergono diverse 25 in grado di procurare gratificazione. 26 Questo stato di iniziale linee di sviluppo, è riconducibile alla possibilità offerta al piccolo di sviluppare i dalle figure significative di riferimento. Stern sostiene, invece, che ciò che viene suoi sistemi personali fuoriuscendo così dallo stato di indifferenziazione iniziale interiorizzato sono soprattutto modelli intersoggettivi di relazione, che sono, in entro il quale si trovava. Queste teorie si sono arricchite, nel corso del tempo, di parte, il risultato delle interazioni reali con la figura materna. La costruzione del ulteriori ed interessanti contributi provenienti dall’etologia e dalla biologia. Nel mondo psichico ha quindi, per Stern, un’origine essenzialmente interpersonale e corso degli anni ‘60 e ‘70 inoltre, si assiste ad un’evoluzione in direzione sociale poggia su una concreta esperienza delle relazione che si stabiliscono tra il bambino e delle teorie sulla relazione madre bambino e Daniel Stern risulta essere uno dei le figure di accudimento. Contrariamente alle numerose teorie analitiche che parlano maggiori interpreti di questa tendenza. Le sue ricerche sulle interazioni precoci di fusione del bambino con l’oggetto madre, Stern mette in evidenza come il madre-bambino hanno avuto uno straordinario rilievo nell’a mbito della psicologia bambino sviluppi precocemente il senso di essere con l’altro e di una sua capacità di dello sviluppo. Basandosi sull’osservazione diretta del bambino e delle sue relazioni integrazione e di differenziazione. Già dai 7/9 mesi infatti, il neonato sperimenta con la madre e le figure d’accudimento, questi studi permettono di cogliere momenti di inter-soggettività quando, ad esempio,condivide un’attenzione reciproca l’emergere, la continuità e le trasformazioni delle prime percezioni es istenziali di sé, con la madre, un’intenzionalità. quelli che Stern definirà i “ sensi del sé” del bambino. Parlare di interazione con la madre in questi termini significa presupporre una forma Prima di indagare più in dettaglio la portata rivoluzionaria degli studi di Stern è di comunicazione a doppia via tra i due partner dell’interazione. Significa parlare di opportuno fare alcune premesse sulle situazioni cliniche oggetto di studio e di inter-soggettività e quindi di una influenza reciproca, biunivoca e dinamica tra i interesse da parte dell’autore. comportamenti della madre e quelli del piccolo, ma anche tra le rappresentazioni di Nell’analisi del sistema clinico madre bambino, dove per madre si intende la entrambe. persona che fornisce cure primarie, Stern mette in evidenza l’esistenza di elementi Le teorizzazioni di Stern si fondano su alcuni assunti chiave: diversi che compongono questo complesso sistema. Dapprima vi sono i reciproci → la relazione madre bambino non è più vista come relazione chiusa dove la madre comportamenti manifesti messi in atto dai due partner dell’interazione. L’azione costituisce l’agente modellante nei confronti del piccolo. Madre e bambino formano dell’uno (B act) e mediata e determinata dall’agire dell’altra (M insieme, un sistema che si autoregola reciprocamente. act) e viceversa. Da qui scaturiscono le prime forme di interazione che, in seguito al loro ripetersi nel I partner di questa relazione agiscono e si influenzano reciprocamente e il bambino tempo, determineranno la nascita di una vera e propria relazione. Nel presentare non è più il frutto tale esercita un’influenza decisiva sul proprio sviluppo e anche sulla ma dre. Questo è modello, l’autore pone particolare interesse alla dimensione delle dell’azione intenzionale esercitata dalla madre. Egli stesso rappresentazione dell’interazione che, sia la madre, sia il bambino, si costruiscono. uno degli aspetti centrali attraverso i quali comincia a delinearsi un’idea di La madre costruisce le proprie rappresentazione (Mrep) soggettivamente a partire bambino non più passivo, ma attivo o, come vedremo meglio in seguito, dall’elaborazione oggettiva degli eventi che scaturiscono nell’interazione con il “competente”. piccolo. Parallelamente alle rappresentazione della madre, anche il bambino → la diade madre bambino e le interazioni sociali che si vengono a creare costituiscono la radice dello sviluppo mentale del bambino. Attraverso il legame con sviluppa le sue(Brep). La portata epistemologica delle riflessioni di Stern, consiste infatti nell’aver rovesciato l’impostazione delle teorie psicodinamiche classiche, secondo le quali il mondo intrapsichico del bambino si fonda essenzialmente su un processo di interiorizzazione di “oggetti ”c he, nelle prime fasi dello sviluppo, sono rappresentati 27 la madre, il piccolo acquisisce schemi di interazione che gli consentono di entrare in rapporto cooperativo con gli altri e sviluppare quindi altre abilità cognitive. Si affermerà l’ipotesi secondo cui le relazioni sociali sono la vera radice dello sviluppo cognitivo e linguistico. 28 Diversi sono i contributi che in questo periodo provengono dalla ricerca evolutiva relazionale, cioè del loro nascere all’interno della sempl ice, ma grandiosa relazione che si occupa dello studio del bambino e delle sue competenze sociali e cognitive. tra una madre e il suo piccolo. Si verifica quello che Moscovici aveva definito come Tra questi, le riflessioni di D.Stern e di R. Schaffer, così come quelle di molti altri disancoraggio. Il riconoscimento della competenza infatti perde il suo nascere dalla autori, interpretano chiaramente la mutata tendenza la quale si orienta, come già e nella relazione. La madre anziché procedere nel riconoscersi competente e detto, alla dimensione relazionale dell’interazioni tra madre e ba mbino. L’attenzione nell’attingere da quello che di più naturale è in lei, sente la necessità di continue si concentra sulle capacità complesse che il bambino possiede sin dalla nascita e che conferme, di sostegni esterni, di saperi specialistici. L’ingenerarsi di ciò la rende gli consentono di attivarsi in maniera “competente”, cioè gli consentono di cogliere vulnerabile e la pone in balia delle parole autorevoli diffuse dai giornali e dagli e rispondere selettivamente alle stimolazioni che provengono dall’esterno. Oltre ad specialisti, parole che non fanno altro che assecondare nuovi dubbi i generare nuove una ricerca attiva degli altri si ha anche una differenziazione tra Sé e l’ambiente in incertezze. cui vive. Il bambino non è più passivo, cade quindi anche l’idea di rapporto simbiotico che il bambino svilupperebbe nei confronti della madre. Una analisi della diffusione sociale del concetto di “Bambino Competente” L’analisi condotta all’interno delle riviste comunemente consult ate dalle donne durante LA RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DELLE COMPETENZE NEI MEDIA E NELLE PAROLE DEI GENITORI la gravidanza e nella fase successiva al parto ha confermato ciò. Nei contenuti proposti dagli articoli infatti, è stato possibile individuare una duplice tendenza: da un lato queste riviste risultano essere interpreti delle mutate tendenze avvenute a livello teorico a cui L’insorgere di un corpo teorico innovativo che modifica la rappresentazione teoretica di un fenomeno non sempre e non necessariamente evolve di pari passo con le rappresentazioni esperite dal senso comune, non sempre infatti questi mutamenti teorici penetrano e modificano le rappresentazioni proprie del senso comune. L’esperienza della maternità si trova oggi a convivere con dinamiche e mutamenti complessi e problematici. Una struttura familiare sempre più flessibile e soggetta a continui mutamenti determina la ridefinizione di ruoli e pratiche educative. Spesso l’essere genitori e in particolare il divenire madre, viene privato di quell’intimo legame intergenerazionale capace di dare alla madre sicurezze e conferme attingendo direttamente dall’esperienza. Un tempo infatti l’esperienza diretta veniva considerata come generatrice di certezze e conoscenze, l’abitudinario era visto come strumento di continuità di pratiche educative e la madre poteva trarre sicurezza da queste ultime. La situazione attuale pone invece la madre di fronte alla necessità di dover coniugare fonti d’informazione diverse e spesso dissonanti tra loro e la colloca all’interno di quel processo di medicalizz azione oramai dilagante che promuove l’idealizzazione di un sapere specialistico. Tutto viene medicalizzato: il prima ho fatto riferimento e quindi sono attente a quell’idea di bambino e di genitore competenti, ma nel contempo promuovono una linea di diffusione finalizzata alla notiziabilità (Luhmann, 1996). Le riviste infatti tendono a divulgare informazioni privilegiando la categoria del “ sorprendente”. Tutto appare semplificato, ogni problema inerente la cura e l’educazione del piccolo trova, all’interno degli articoli, facili ed immediate soluzioni. Una semplificazione questa che sorprende la madre, in quanto è ben lontana dalla reale situazione esperita dalla neomamma la quale si trova invece a dover far fronte a dinamiche decisamente più complesse e tutt’altro che semplificate. Le riviste oggetto della mia indagine sono state tre, scelte tra quelle più acquistate dalle mamme, vale a dire “ Donna e mamma”, “ Io e il mio bambino” e “ Bimbi sani e belli”. Per ognuna di esse sono stati analizzati tre numeri relativi al periodo di pubblicazione compreso tra gennaio e marzo2004. Da ogni rivista sono stati estrapolati una serie di articoli,ai quali è stata applicata la procedura d’analisi prevista dalla Grounded theory. Per Grounded Theory si intende quella teoria sociologica che nasce dai dati della ricerca empirica. Si tratta, cioè, di una teoria che viene costruita sulla base degli elementi emersi durante lo svolgimento dell'analisi. bambino, il dolore, il parto, le stesse competenze sono espropriate della loro natura 29 30 Essa rimanda a tre livelli di codifica che prevedono dapprima lo scomporre i dati non si rendono ben conto di che cosa sia successo e, alla fin fine, si rendono confusi raccolti in unità semplici alle quali sono attribuiti dei codici, per poi individuare riguardo alla natura stessa del problema. A questo punto tendono a sentirsi in colpa e categorie sempre più ampie e legate alla tematica che si sta affrontando. I contenuti sono pronti a dare ascolto a chiunque parli con autorevolezza o dia loro ordini” proposti dagli articoli riguardano alcuni nuclei tematici quali l’allattamento, il parto, (Winnicot, 1993) l’alimentazione, il sonno e gli stili educativi da promuover e. Questo non fa altro che ispessire ed accentuare il senso di solitudine, di incapacità, di inadeguatezza e di abbandono della madre. La competenza materna finisce con l’essere Dall’analisi effettuata si può affermare come, quella proposta dai giornali, sia rappresentata come obiettivo di onnipotenza che, scontrandosi con la realtà concreta l’immagine di un bambino sostanzialmente competente, che agisce, interagisce ed è vissuta dalla madre, non fa altro che incrementare il suo sentirsi inadeguata e quindi anche in grado di influenzare i comportamenti delle persone a lui circostanti. altera il riconoscimento delle sue competenze e di quelle del suo piccolo. Un’immag ine ampia che non si limita a cogliere soltanto alcuni degli aspetti dello Questo senso di inadeguatezza, questa falsa percezione di sé, questo bisogno di affidarsi sviluppo del bambino, ma che considera tale sviluppo come un insieme complesso, fatto a saperi specialistici si riflette su quella che Stern definisce la costellazione materna. di componenti biologiche, psicologiche e relazionali. Ad agire non è solamente la Ogni donna che diventa madre, viene infatti a trovarsi in una situazione psicologica madre, ma sono entrambe i partner della relazione: madre e figlio insieme. Un’idea, nuova che orienta i suoi comportamenti, la sua sensibilità, le sue tendenze, i suoi timori quella proposta, tutt’altro che semplificata di bambino dove quindi si può leggere un e i suoi desideri, rimettendo in gioco le sue fantasie infantili. La costellazione materna riconoscimento e una presa di coscienza delle mutate tendenze in atto nelle riflessioni implica la creazione di una nuova organizzazione psichica che, per un periodo più o teoriche sul bambino e sulle sua capacità. Come già anticipato, nel proporre questi meno lungo, sostituisce quella precedente. L’attenzione della madre si sposterà quindi contenuti l’attenzione si concentra generalmente su ciò che la madre non è in grado di su nuove tematiche legate alla vita e alla crescita del piccolo, sulla creazione delle prime fare, su quello che deve imparare a fare attingendo dai saperi offerti dalle stesse riviste. relazioni, sulla costruzione di reti di supporto che le consentano di realizzare le Queste forme di comunicazione mediatiche non hanno di certo un effetto rassicurante condizioni per una crescita adeguata del bambino. Una madre che sperimenta e vive sulle madri ma, al contrario, alimentano un senso di inadeguatezza, di incertezza e di quel senso di inadeguatezza a cui prima accennavo, troverà difficoltà nell’affrontare ad distanza. Il destinatario delle riviste è infatti una donna, da poco madre, che si trova a esempio il tema della crescita del proprio piccolo. Il percepirsi più o meno competente gestire una situazione del tutto nuova, una donna alla ricerca di conferme e di di fronte alla responsabilità di far crescere il proprio bambino può modificare e influire rassicurazioni. Come afferma Winnicot sulle rappresentazioni che la madre ha del suo piccolo tanto che le sue attenzioni si “I genitori apprezzano soprattutto chi offre loro una spiegazione dei problemi che concentreranno soprattutto e prioritariamente sul soddisfacimento dei bisogni fisiologici stanno affrontando, consentendo loro di diventare più consapevoli delle cose che, di quest’ultimo. solitamente, già fanno d’intuito. Non si sentono tranquilli se sono lasciati ai loro dubbi, ossia in balia di tutto ciò che piomba loro addosso nei momenti critici, Il questionario inaspettatamente, quando non si ha il tempo di riflettere. Magari quei genitori hanno Descrizione delle finalità e delle modalità del questionario (sviluppare) dato al bambino uno schiaffo, un bacio un abbraccio, oppure gli hanno sorriso. E’ stato Le risposte al questionario somministrato a un gruppo di madri sembra confermare ciò. sicuramente giusto così, non si poteva fare di meglio. Nessuno avrebbe potuto dire loro Il questionario aveva come finalità quella di sondare se nelle parole scritte dalle madri che altro fare in quelle circostanze, poiché realisticamente non potevano essere emergesse il riconoscimento delle competenze del bambino e quindi fosse presente previste. In seguito, tuttavia, i genitori tornano a discuterne, si meravigliano e spesso l’idea di bambino competente. Dall’analisi delle risposte eme rgono alcuni dati molto 31 32 interessanti, che danno adito a riflessioni significative sulle rappresentazioni che le Possiamo dire che quella tracciata nei questionari è sostanzialmente un’immagine di madri hanno dei loro bambini. bambino, che in primo luogo, risulta essere dipendente e biologico più che competente. Premetto già come l’idea che progressivamente si delineerà prevede alcuni aspetti molto Con ciò non voglio oscurare le competenze riconosciute al bambino che più o meno ambivalenti, tesi talora ad attestare il riconoscimento di un bambino attivo e esplicitamente emergono dai questionari, ma semplicemente attribuire loro un ruolo di competente, talora invece a ridimensionare il ruolo di quest’ultimo riducendolo ad second’ordine rispetti agli aspetti fisiologici della crescita del piccolo. Il bambino organismo biologico avente bisogni che devono essere soddisfatti. delineato è quindi un essere che, soprattutto nei suoi primi mesi di vita, si trova in un Al bambino vengono riconosciute competenze e sfere d’a zione che trascendono rapporto di forte dipendenza e che in primo luogo necessita di risposte capaci di l’ambito prettamente fisiologico, anche se queste ultime, sebbene annoverate, vengono sopperire ai suoi più impellenti bisogni vitali. Il crearsi di questa rappresentazione da solitamente poste in secondo piano. Nel riconoscere lo stato di benessere dei bambini parte della madre ha anche implicazioni sulla creazione di quella che Stern definisce risulta indubbio il riferimento alla sera dei bisogni vitali del bambino quali la fame, il relazionalità primaria, cioè sulle forme di relazione che occupano i primi mesi e che sonno, lo stato di salute, l’essere pulito. All’interno delle risposte non sono tuttavia prevedono lo stabilirsi dei legami umani d’attaccamento, di sicurezza, d’affetto. estromessi i bisogni prettamente emotivi e sociali che il bambino ha. Questi bisogni Difficilmente infatti si potrà parlare di relazione madre bambino improntata sulla però, oltre ad essere generalmente menzionati dopo quelli di carattere fisiologico e ad reciprocità dei partner interattivi riconoscendo quindi al bambino un ruolo attivo e avere una frequenza inferiore rispetto a questi ultimi, risultano anche meno declinati e partecipe. quindi meno specifici. Lo stato di benessere o di malessere del piccolo viene generalmente legato al venire meno di condizioni in grado di soddisfare i bisogni Le parole delle madri primari e fisiologici di quest’ultimo. Al fine di giungere ad ulteriori chiarificazioni in merito al mondo delle rappresentazioni Il suo saper fare è legato soprattutto alla deambulazione, all’alimentazione e alle materne, mi sono avvalsa dei racconti di nove mamme alle prese con la loro prima espressioni gestuali. In particolar modo, nell’elenco di ciò che il bambino non sa fare, gravidanza. Passare attraverso i vissuti, le paure e le preoccupazioni di una donna da compare prioritaria l’incapacità del piccolo di muoversi, di nutrirsi da solo, di vivere poco diventata madre permette di fare luce sui contesti, le dinamiche, i luoghi e i non- autonomamente, sottintendendo quindi una sorta di dipendenza del piccolo dalla madre. luoghi della maternità che spesso inducono la madre a creare una falsa rappresentazione A conferma di ciò, alla domanda relativa alla definizione di cosa è la mamma per il di sé. Inoltre il rappresentarsi come inadeguata, incompetente e sola, può indurla a bambino, emerge l’idea di una madre che è tutto per il bambino, che costituisce il suo sviluppare un’analoga rappresentazione del proprio bambino, una rappresentazione che unico punto di riferimento e che soprattutto si identifica per il suo essere fonte di privilegerà il riconoscimento della dipendenza più che della competenza. nutrimento. Una tale definizione lascia ben poco spazio a competenze riscontrabili nel Le interviste effettuate hanno coinvolto l’asilo nido Oibò di Almenno S.Salvatore e la bambino è delinea più un rapporto di dipendenza fisiologica del piccolo dalla madre. scuola materna di Comenduno di Albino dove, mensilmente, un gruppo di mamme, con Inoltre nel descrivere quando e come il bambino è in grado di influenzare il i loro figli e mariti, si incontrano. La singolarità e, a mio parere, la bellezza di comportamento della madre, si fa riferimento esclusivamente alle situazioni nelle quali quest’ultima iniziativa scaturisce dalla sua spontaneità: lo spazio gioco di Comenduno il bambino piange, non sta bene, ha bisogno di essere allattato…Le capacità interattive infatti risponde al bisogno percepito spontaneamente dalle mamme di “… far incontrare del bambino, il suo essere in grado di influenzare il comportamento altrui sembrano i bambini, ma anche e soprattutto di incontrarci”. ” (Francesca, intervista II, essere ingenerate quasi esclusivamente da una situazione di malessere o mancanza. righe327,328). 33 34 Quella che segue ora è l’analisi dei dati raccolti e letti attraverso l’approccio della 10. Famigliari: frasi nelle quali viene riportata un’esperien za vissuta con alcuni Grounded Theory e pertanto si articola in tre livelli d’analisi. Le interviste, dopo membri appartenenti alla cerchia famigliare con particolare riferimento alla mamma essere state trascritte, sono state analizzate attribuendo ad ogni riga un codice che e alle sorelle delle mamme intervistate l’identificasse( codifica aperta) 11. Comportamento del bambino: frasi in cui viene descritto il comportamento dei Es: “… io la gravidanza l’ho vissuta benissimo, anch’io senza problemi, per dire, proprio neonato. solo la sensazione di avere la pancia…” (Silvia, intervista II, righe 395,396) 12. Ipotesi elaborate dalle mamme: frasi in cui si riportano idee ed ipotesi elaborate La prima riga è state codificata come gravidanza in quanto riporta il vissuto della per spiegare un comportamento del loro neonato mamma in merito a questa fase. Le due sottolineature invece sono state identificate 13. Senso comune: frasi nelle quali viene fatto riferimento a un patrimonio di con un altro codice: emozioni positive, dove la mamma non si limita a descrivere gli avvenimenti successi, ma esprime chiaramente vissuti ed emozioni provate durante informazioni comunemente e diffusamente condiviso 14. Dubbi: interventi in cui vengono espressi dei dubbi il periodo della gravidanza. 15. Sostegno: interventi in cui uno i partecipanti esprime esplicitamente sostegno nei Non riporto l’elenco dei 310 codici che sono stati attribuiti a ciascuna delle frasi confronti di un altro partecipante. dell’intervista, ma procedo elencando le categorie emerse dalla codifica assiale 16. Gruppo: frasi nelle quali l’elemento gruppo emerge quale strumento di utile confronto effettuata 17. Soggettività: interventi in cui i partecipanti riconoscono l’unicità di ogni 1. Corsi pre parto situazione. 18. Tentativi: frasi in cui vengono riportati i tentativi messi in atto per risolvere 2. Gravidanza Frasi con riferimento ad una di queste esperienze 3. Parto situazioni problematiche. 19. Risorse: frasi in cui si fa riferimento a proprie risorse possedute e utili per far fronte alle situazioni 4. Allattamento 20. Esperienze indirette: frasi nelle quali vengono riportate esperienze fatte da altre persone e di cui si è venuti a conoscenza 5. Sonno 21. Esperti: frasi un cui si viene riportata un’esperienza fatta direttamente con 6. Dopo parto 7. Emozioni/vissuti pediatra, ginecologa, ostetrica. positivi: frasi nelle quali sono riportate emozioni 22. Strutture: frasi in cui vengono riportati riferimenti alle strutture ospedaliere con positive esperite nei diversi momenti le quali si sono avuti contatti diretti 8. Emozioni/vissuti negativi: frasi nelle quali sono riportate emozioni o esperienze 23. Libri e riviste: frasi un cui viene riportato il proprio approccio a libri e riviste e il vissute negativamente e che hanno suscitato vissuti negativi (dolore, paure, giudizio su questi ultimi. solitudine, inadeguatezza…) Le categorie, ottenute dalla codifica assiale, sono delle categorie abbastanza generali 9. Marito: frasi nelle quali vengono riportate oltre alle esperienze fatte con il ed hanno tra di loro una stretta relazione tanto che talvolta si implicano l’un l’altra. proprio marito, anche il ruolo che questi ha esercitato nei diversi momenti della Il loro carattere generale anticipa quella che è stata la tappa successiva dell’ analisi: gravidanza e del parto, le sue idee e le sue preoccupazioni. vale a dire una codifica selettiva e più dettagliata delle categorie individuate. 35 36 Ho proceduto infatti attraverso una riorganizzazione delle categorie che mi ha 6. Gli Altri “vicini”: frasi in cui viene riportata un’esperienza fatta con o dal papà, permesso di distinguerle per nuclei tematici, per argomenti trasversali e per con la mamma, con fratelli e amici. (categorie assiali: 9,10). (cod. A.v.). funzioni d’intervento. Per ogni argomento trasversale e per ogni funzione viene “…mia mamma non mi ha mai lasciato…se ho allattato io lo devo a lei ” riportata la definizione, le categorie assiali che comprende, la sigla o il colore (Francesca, II intervista, righe 281,282 ). utilizzati per la codifica . Inoltre credo sia fondamentale “dare corpo” a queste 7. Gli Altri “lontani”: frasi in cui viene riportata un’esperienza fatta con esperti, o categorie, riportando alcune delle frasi emerse all’interno delle interviste. attraverso le quali vengono riportate esperienze indirette o convinzioni appartenenti al senso comune. (categorie assiali:13,20,21). (cod. A.l.). Nuclei argomentativi Sono nuclei attorno ai quali la conversazione si sviluppa. Come già evidenziato nella fase precedente della codifica, i principali nuclei tematici sono: 1. Contenuti dei Corsi pre parto(colore cod. azzurro) Es. “…so di una ragazza seguita da lui…” (Mamma2, III intervista, riga589). 8. Il gruppo: frasi in cui emerge il valore positivo attribuito all’incontro e al confronto all’interno di gruppi di donne che condividono medesime esperienze. Es. “…sì, avevo seguito un corso pre-parto a Bergamo…,” “hanno descritto il (cod.G.) parto come una cosa traumatica, dolorosa, che solo le donne possono capire” Es. “…serve come confronto con le altre coppie…” (Marta, I intervista, riga30). ). 9. Soggettività: interventi in cui viene riconosciuta l’unicità della propria 2. Gravidanza(colore cod. rosa) “…in (Francesca,II intervista, riga gravidanza , ogni momento è stato vissuto benissimo, rilassata…” situazione e della propria esperienza. (cod. Sogg) (mamma1, III intervista, righe 375,376). Es. “…Io invece ho avuto una reazione opposta…sarò l’unica mamma che dirà 3. Parto(colore cod. giallo) queste cose…” (Marta, I intervista, riga35 e 90 ). Es. “…durante il parto pensavo ancora un attimo, un po’ di pazienza, adesso è finita così la butto fuori e non ne parlo più…” (Mart a, I intervista, righe 12,13) 10. Comportamento dei neonati: frasi in cui sono descritti i comportamenti dei neonati. (cod. C.N.) Es. “…ogni tanto voleva a ttaccarsi…” (mamma3, III intervista, riga 615) 4. Allattamento (colore cod. rosso) Es. “…io non sono riuscita ad allattare…” (Silvia, II intervista, riga 342). 11. Risorse: frasi in cui si riconosce in un comportamento o in una situazione, un “…lo allattavo a richiesta, quando lui chiedeva…” (mamma 3,III intervista, riga aspetto positivo/facilitante.. (cod. Ris) 613). Es. “…viene una cosa talmente naturale che sembra che sei mamma da una vita…” (Mamma1, III intervista, riga 369) 5. Dopo parto(colore cod. verde) “…questa difficoltà che si incontra dopo il parto… è un momento di crollo generale e ti senti di una fragilità tale…(Francesca, III intervista, righe 225,230) 12. Sostegni esterni: frasi in cui si attribuisce un giudizio a fonti d’informazione(riviste/libri) e a delle strutture (Ospedale) con le quale si hanno avuto contatti. (categorie assiali:22,23). (cod.S.e.) Es. “…son tutte cose che ti riempiono la testa, ma che alla fine è meglio non Argomenti trasversali leggere…” (Veronica, II intervista, riga 288 ) All’interno delle interviste posso inoltre essere individuati degl i argomenti ricorrenti 13. Tentativi fatti: frasi in cui vengono riportati i tentativi messi in atto per in maniera trasversale nelle parole della mamme: risolvere una situazione problematica. (cod. T.F.) 37 38 Es. “…ho passato gran parte delle notti insonne finché l’ho messo nel lettone, quantitativi facilmente verificabili, ma sono frutto di interpretazioni, di letture che perché era impossibile alzarsi …” (Mamma3, III intervista, riga614 ). tuttavia hanno sempre cercato di rimanere fedeli a quando espresso dalle parole delle 14. Vissuti: frasi in cui i partecipanti riportano vissuti. (categorie assiali:7,8) (cod. mamme intervistate. Dopo aver illustrato quali sono stati i criteri d’analisi e le modalità Viss) di codifica delle interviste raccolte, procedo ora esponendo i risultati ottenuti. “…mi ricordo che la cosa più forte che ho provato nel guardarlo è stato un senso Interessante sarà vedere come, le parole pronunciate dalle madri, costituiscono di responsabilità e preoccupazione nel senso che nel vedere questa creatura che interessanti chiavi di lettura e strumenti di chiarificazione. adesso dipende completamente da te mi spaventava tantissimo…”. (Rosaria, II intervista,righe160-162 ) Rappresentazioni di sé … durante la gravidanza Funzioni L’immagine che la madre sviluppa di sé è soggetta a modificazioni d urante il periodo Modalità linguistiche che sono sottese ai contenuti espressi verbalmente, ma che arricchiscono gli stessi, definendo la pragmatica della comunicazione. Esse sono: 15. Ipotesi: frasi in cui vengono riportate idee ed ipotesi elaborate per spiegare un comportamento del loro neonato. (cod. Hp) Es. “…sicuramente non era solo per mangiare, probabilmente voleva anche il contatto...” (mamma3, III intervista, riga 615-616 ). 16. Tesi e spiegazioni: frasi in cui vengono riportate le convinzioni su cosa va fatto e cosa non va fatto. (cod. Th) della gravidanza, del parto e della fase successiva. Infatti la maggior parte delle donne intervistate descrive(salvo nei casi in cui si sono verificate complicazioni) il periodo dell’attesa e quindi quello della gravidanza attraverso emo zioni positive Emerge quindi uno stato di benessere alimentato dalle gioie dell’attesa. In questo scenario si collocano anche una serie di elementi esterni che esercitano un’azione non indifferente sulla creazione delle rappresentazioni della mamma, come ad esempio i corsi pre parto che tutte le mamme, da me intervistate, hanno frequentato. Molte sono le aspettative che le giovani mamme hanno nei confronti di questi corsi; Francesca, Es. “ …al meno nei primi tre mesi il bambino va con la mamma…” (mamma2, III parlando di essi dirà: “ mi servirà, mi dicono come andranno le cose…” in realtà il più intervista, riga 431 ). delle volte queste aspettative sono violate e non sono soddisfatte. Spesso le mamme 17. Sostegno: interventi in cui viene espresso esplicitamente sostegno nei confronti di un altro partecipante. (cod. Sost) fanno riferimento ai limiti, alla dimensione prettamente teorica dei corsi, e al divario constatato direttamente tra teoria e pratica La cosa che forse desta maggior interesse e Es. “…e poi mi sono ritrovata in lei(Rosaria)qu ando diceva di questa difficoltà che che risulta “ …una cosa abbastanza condivisa è la poca attenzione al prepararti dopo il si incontra dopo il parto…” (Francesca, II incontro, righe 224-225 ). parto… ” (Rosaria, II intervista, righe 337). Quindi vi sono evidenti critiche non tanto 18. Dubbio: interventi in cui emerge un dubbio. (cod. Dub) Es. “…leggevi, e tutto quello che sentivi, leggevi e dicevi, ma…mi sembra quello nei contenuti affrontati, quanto nel loro limitarsi ad un numero di tematiche ridotto. Altro aspetto a mio parere interessante è l’idea di parto che viene proposta all’interno di che sento io adesso, ma andrà bene, non andrà bene …” (Veronica, II incontro, questi corsi, Marta ricorda che il parto le è stato descritto “… come un’esperienza righe 286-287 ). traumatica, dolorosa… ” e a quelle parole la sua reazi one è stata “.. ma sarà veramente così doloroso? (Marta, I intervista, righe 50) Attraverso questi tre livelli di codifica ho quindi elaborato e selezionato progressivamente categorie più mirate e finalizzate ad indagare l’effettiva esistenza di fattori che influiscano negativamente sulle rappresentazioni che la mamma elabora del proprio bambino. Ovviamente i risultati ottenuti non hanno l’attendibilità di dati 39 Sulla naturale rappresentazione che la madre costruisce di sé e quindi su tutto quel complesso di modificazioni che D. Stern definisce Costellazione materna, agiscono i contenuti trasmessi all’interno di questi corsi, ma non solo. Come già detto, fattori altrettanto incidenti, sono le riviste e i libri consultati durante il periodo della 40 gravidanza. In merito all’utilità di questi ultimi, vi sono diversi pareri: tutte le mamme sviluppa di sé e quindi di riflesso del suo bambino, è quella relativa alla fase successiva raccontano di aver letto riviste o libri sebbene diverse siano stati i giudizi attribuiti a al parto. queste letture. C’è chi parla di strumenti per far passare il tempo di attesa e chi li … dopo il parto definisce come elementi che ingenerano ulteriori dubbi, perplessità e incertezze “…a me La rappresentazione di sé, che la maggior parte delle donne intervistate sviluppa nella era capitato di leggere dei libri…questa cosa mi metteva ancora più angoscia… ” fase successiva al parto,è caratterizzata da sentimenti di inadeguatezza, di mancata (Francesca, II intervista, righe 266,269). Oppure Veronica si sente confusa dai messaggi fiducia in sé stesse e di impotenza di fronte a situazioni nuove, non preventivate. Il contrastanti offerti dai diversi articoli tanto da giungere ad affermare. “… son tutte cose bambino ideale che occupava i loro pensieri nella fase della gravidanza, lascia spazio ad che ti riempiono la testa, ma che alla fine è meglio non leggere…” (Veronica, II un bambino reale, un bambino che soprattutto nei primi mesi di vita, ha innumerevoli intervista, riga 288). bisogni ed esigenze. Questa inadeguatezza è esperita dalle donne con diverse sfumature: Oltre a ciò, non dobbiamo dimenticare il ruolo importante che rivestono i modelli di Rosaria descrive questa fase come densa di “…tensioni e preoccupazioni, perché in riferimento contemplati all’interno del proprio amb ito famigliare o della cerchia delle effetti, superato quel momento, specialmente quando arrivi a casa, ti trovi un po’ sola, amicizie. Il sapere di esperienze vissute da altri costituisce un fattore rassicurante per la abbandonata, inesperta impreparata…ti porta ad essere molto sensibile, a cadere in futura mamma. Possiamo dunque dire che la rappresentazione sviluppata dalla madre effetti durante la gravidanza, è una rappresentazione tutto sommato di una mamma 157,158.166,167). Francesca confermerà quanto sostenuto dall’amica Rosaria competente, che vive naturalmente la propria gravidanza, senza troppe preoccupazioni e descrivendo quella situazione di fragilità sperimentata dopo il parto “… mi sono paure. Questa naturalità talvolta è turbata e messa in discussione dall’esperienza che le ritrovata in lei…quando diceva di questa difficoltà che si incontra dop o il parto…c’è un donne fanno con i media e durante i corsi pre parto. momento di crollo generale e ti senti di una fragilità tale, quasi da dire sono impotente, … durante il parto non riesco ad affrontare la realtà di questo bambino…” (Francesca, II intervista L’esperienza del parto è stata raccontata alle mamme centralizzando l’attenzione sul in qualche momento di depressione…” (Rosaria, II intervista, righe righe224,225 e 229-231 ). Altre mamme concentrano le loro inadeguatezze più su dolore di quei momenti, dolore vissuto attimo per attimo e dove la percezione della questioni di ordine pratico, sul cosa fare quando il piccolo piange, sulle difficoltà dimensione temporale viene alterata tanto da avere una dilatazione temporale. Le parole dell’allattamento, o sulle difficoltà legate alla cura del piccolo di Rosaria sono esemplificative di ciò “… sembrava non arrivasse mai la fine, che fosse lunghissimo che stessi soffrendo tantissimo” (Rosaria, II intervista, righe146,147) Nell’analizzare queste questioni, vorrei soffermarmi sulle strategie messe in atto dalle mamme per far fronte a questa percezione della propria inadeguatezza. Durante queste fasi il desiderio che tutto finisca è presente nelle mamme Ho potuto constatare come, nella maggior parte dei casi, le mamme sebbene si siano “… pensavo…ancora un attimo, un po’ di pazienza, adesso è finita…” (Marta, I sentite inadeguate, raccontano di aver avuto la fortuna di non essersi sentite sole. intervista, riga 12). Il racconto del dolore del parto scivola poi subito sulla gioia e incredulità data dal primo incontro con il proprio piccolo; la stessa Marta descriverà questo momento così “magico” con “…pianto, pianto, un’incredulità, una tenerezza… tenere in mano quel frugoletto…bellissimo”(righe14,15 ). Emozioni e ricordi che rimangono, nelle menti delle mamme, più vivi del dolore provato in quei momenti. Ma la fase, a mio parere più interessante per indagare le rappresentazione che la madre 41 L’ambiente famigl iare, i legami affettivi, l’esperienza diretta degli altri a loro vicini, funge da elemento riparatore di queste situazioni di crisi e di inadeguatezza. È il caso ad esempio di Francesca che descrive il suo sentirsi inadeguata, ma non sola: Francesca: inadeguata sì, da sola grazie a Dio no, perché vabè io non avevo sorelle ero abbastanza vicino a lei(Rosaria). Ma mia mamma non mi ha mai lasciato. Devo dire che mia mamma in quei mesi è stata… Veronica: una mamma Francesca: sì, sia per l’allattamento che non è stato facile e se ho allattato io lo devo a lei (Francesca, II intervista righe 276-281) 42 È importante riflettere sulla figura dalla madre della neo madre, la quale riveste un ruolo Questo bisogno di conferme, di scambio, di incontro, sentito dalla mamma, affinché il fondamentale in quella che Stern definisce la Trilogia materna. Infatti con la nascita del suo, forse in parte, naturale sentirsi inizialmente incompetente non sia rafforzato e piccolo si viene a creare una nuova triade psichica che prevede madre della madre, patologizzato dal sentirsi anche sola, necessità di risposte adeguate. madre e bambino. Gli interessi della neo mamma sono infatti rivolti a sua madre in Credo sia importante creare una rete di supporto alla maternità e alla genitorialità che quanto madre di lei bambina e ciò è stato più volte confermato dalle parole delle abbia come finalità non tanto e non solo quella di fornire conoscenza, ma che proceda mamme intervistate, le quali fanno spesso riferimento all’aiuto e al ruolo rivestito dalla nel riconoscere, confermare, sostenere le competenze già insite nella madre e nel suo propria madre soprattutto nel periodo successivo al parto. La propria madre spesso piccolo. Spesso le neomamme hanno semplicemente bisogno di qualcuno che sappia sopperisce a quel bisogno di conferme e di fiducia in se stesse di cui le neo mamme donare loro un gesto d’approvazione al loro agire, una parola di conferma che s ia da hanno bisogno. risposta ai loro dubbi e, come dice Rosaria, di “… una mano solo per dirmi stai Anche la vicinanza degli altri (marito, amici…) costituisce un fattore d eterminante per tranquilla se piange, o prendilo su, lascialo giù, non ti agitare… ” . far fronte alle situazioni destabilizzanti che fanno seguito al parto. La risposta Un sostegno, un incoraggiamento, delle conferme…possono fungere da elementi all’inadeguatezza sembra essere l’appello alla naturalità, all’esperienza diretta, ai riparatori ed evitare l’i ngenerarsi di quelle forme di depressione che tante volte racconti fatti dagli altri “significativi” le cui parole risultano più efficaci e penetranti di colpiscono le donne dopo il parto. quelle fornite da specialisti e riviste. Paradossalmente anche le parole di Marta, Credo che la madre abbia semplicemente bisogno si essere rassicurata in ciò che, in educatrice e mamma, la quale sostiene di non aver percepito questo senso di maniera del tutto naturale e competente, sa già fare. inadeguatezza, giunge come conferma a quanto sopra esposto. Ella infatti ha impedito che questo senso d’inadeguatezza avesse modo di insinuarsi nella sua esperienza di madre, attingendo dalla sua diretta e quotidiana esperienza con i piccoli bimbi dell’asilo nido Oibò presso il quale lavora. È attingendo da questo patrimonio personale che Marta, alla domanda: hai provato un senso d’inadeguatezza dopo il parto, risponderà: “ no, ti spiego, perché io lavoro con i bimbi” (Marta,I intervista, riga 81 ). È spesso questo senso di inadeguatezza, non opportunamente ridimensionato, supportato e relativizzato, che si annida nei pensieri di una mamma ad indurla a misconoscere le proprie competenze e a soffermarsi prioritariamente sui bisogni fisiologici del piccolo più che sulle sue competenze. La mancanza di un sostegno valido e reale, l’assenza di confronto, il venir meno di quella che Stern definisce la “ matrice di supporto”, vale a dire la presenza di altri significativi che sostengano la mamma, l’appoggino, la valorizzino, l’apprezzino, la consiglino, l’assenza quindi di una rete prot ettiva e benevola, pongono la mamma in balia di queste forze che alterano il suo percepirsi competente. 43 44 I LUOGHI DELLA NASCITA psicologica di un individuo viene collocata tra i 18 e i 24 mesi (Mahler, 1975) Igea incontra neonati e genitori parallelamente all’avvento del linguaggio. Consapevoli della necessità di contestualizzare sempre la comprensione dei processi di di Paride Braibanti, Eleonora Baroni, Maria Luisa Invernizzi, Teresa Pandolfo salutogenesi o patogenesi all’interno di una prospettiva temporale che abbracci l’intero arco della vita e di una visione sistemica dello sviluppo della vita e degli individui, crediamo che sia necessario non disgiungere lo sviluppo del genitore dallo sviluppo del neonato, ma che possa essere proficuo considerarli come partner reciproci in un processo evolutivo continuo. Per trattare esaurientemente la questione probabilmente ci Lenzuola bianche in un armadio sarebbe bisogno di un trattato di psicologia del ciclo di vita, obiettivo che va ben oltre Lenzuola rosse in un letto gli scopi di questo scritto. Tuttavia, nelle pagine che seguono, non ci limiteremo a Un figlio in una madre considerare il momento del parto, ma ci occuperemo del periodo che va dall’inizio della La madre nei dolori gravidanza ai primi mesi di vita del neonato seguendo la suddivisione proposta da Il padre davanti alla stanza Lorenzo Braibanti (1980; 1993) di questo arco temporale in endogestazione, La stanza nella casa nascita/parto, esogestazione. La casa nella città Un secondo chiarimento necessario riguarda la scelta dei luoghi. Perché occuparsi dei La città nella notte luoghi? Ognuno sa per esperienza quanto il luogo in cui si trova può influenzare il La morte in un grido vissuto interiore. Pensiamo alle case e all’abitare: E il figlio nella vita. “Gli architetti più avveduti cons iderano la progettazione come un processo che richiede una interazione molto significativa con le persone che dovranno "abitare" il manufatto J. Prévert – “Primo giorno” che intendono costruire. La determinazione formale (che rappresenta uno sforzo di oggettivazione delle condizioni dell'abitare) è successiva e secondaria rispetto alla La descrizione di una nascita: c’è il bianco delle lenzuola pulite ed il rosso del sangue, determinazioni soggettive per cui una persona o un gruppo sociale investe sui propri ci sono il dolore, le grida, la vita e la morte, ci sono un figlio, una madre ed un padre…e significati entro un contesto più ampio. L'abitare nella città, sulle montagne o sulle tutto questo dove si svolge? In un letto, in una stanza, in una casa, in una città, in una sponde del mare, tra gente ricca o di fronte alla povertà circoscrivono modi diversi in notte…questi i luoghi della nascita raccontati da Jacques Prévert a metà del ‘900. cui le persone impegnano e trascorrono il proprio "essere nel mondo". Così la casa, la Prima di iniziare a riflettere sui luoghi della nascita ci sembra rilevante definire la città finisce per raccontare (o nell'anticipare) la soggettività di chi la abita, il suo "star direzione e l’ampiezza del nostro sguardo. bene" e il modo di interpretarlo nelle dimensioni del quotidiano. L'abitare è, dunque, Qual è il momento della nascita di un individuo? una dimensione che riguarda il soggetto e le relazioni intersoggettive (…) che possono Si può dire che un bambino esiste molto tempo prima del suo concepimento, esiste già trovare una descrizione, ma non una spiegazione, nelle oggettivazioni formali nelle rappresentazioni (Ammaniti e Stern, 1991 e Stern 1995) che i futuri genitori architettoniche(…)I nsomma, l'abitare è un concetto che implica la presenza di un iniziano a costruirsi durante la propria infanzia, da un altro punto di vista la nascita soggetto che abita. Altrimenti è solo "abitabilità", costruzione di gusci vuoti che 45 46 possono ospitare una forma di vita, ma non sentirla e, soprattutto, non comprenderla.” ecografie e amniocentesi sanno emettere verdetti sulla normalità o meno dell’evoluzione (Paride Braibanti, e-mail ad Eleonora Baroni del 25/04/2001). della gravidanza e del parto. Se il luogo durante la vita quotidiana è fondamentale, possiamo immaginare quanto la E in tutto questo dove sono le mamme, i papà ed anche i neonati? Come fanno a pensare sua rilevanza aumenti in momenti di forte cambiamento e transizione, come il momento e a credere che la natura ha designato proprio loro come protagonisti di questo processo della transizione alla genitorialità. E’ plausi bile ipotizzare che i luoghi della nascita che determina l’inizio della vita? possano interagire con le direzioni di sviluppo di neogenitori e neonati. Spesso però Luoghi e non luoghi dell’Endogestazione questo aspetto viene trascurato, non considerato e quando lo si considera sono le Durante la gravidanza una nuova normalità si manifesta sul piano fisiologico ma anche necessità (almeno quelle che vengono presentate come necessità) legate alla tecnica negli aspetti psicologici, comportamentali e nel contesto sociale. Molte modificazioni medica ad essere privilegiate e non i bisogni dei protagonisti dell’evento…nei paragrafi psicofisiologiche sono destinate a rimodellare l'orientamento psicologico della donna, successivi, tratteggeremo la situazione attuale presente in Italia, in relazione alla nascita oltre che il suo corredo endocrinologico, verso la relazione col bambino. Anche se non e successivamente proveremo a delineare alcune proposte di Igea volte ad agire ci sono studi sperimentali conclusivi in proposito, sembra che possano essere lette in prevalentemente sul contesto. questa direzione, ad esempio, le modificazioni della percezione della temporalità, verso Torniamo a Prévert. Dai tempi della poesia sono passati poco più di 50 anni, ma il la fine della gravidanza. Sembra che questa nuova “normalità” consenta, insomma, alla panorama e la “geografia” della nascita si sono completamente trasformati: da una madre, durante la gravidanza, di rimodellare il proprio atteggiamento in modo da dimensione domestica, familiare è avvenuto un spostamento in consultori, ambulatori, renderlo pienamente adatto alla funzione di "specchio espressivo" nelle prime relazioni studi medici ed ospedali. sociali. L’inizio della gravidanza è sancito con un atto medico (sia esso il test da fare a casa o le Anche per questo, i percorsi che conducono dal concepimento alla nascita sono analisi del sangue in laboratorio) ed i nove mesi sono scanditi da visite ginecologiche, contrassegnati da una serie di vicissitudini e cambiamenti nell’ordine non solo analisi cliniche a ritmi veramente sostenuti…al settimo mese, arriva in genere il psicobiologico ma anche psicosociale e culturale. Questi cambiamenti accompagnano e consiglio da parte del medico di frequentare anche un corso di preparazione al parto, contrassegnano il passaggio verso la costruzione di una rappresentazione della maternità secondo una tabella di marcia organizzata e prestabilita…e al mome nto del parto c’è la e della genitorialità, che affianca, integra o riorganizza la percezione di sé e delle corsa all’ospedale, il ricovero della mamma, il monitoraggio del battito fetale, il lettino relazioni sociali dei coniugi. Anche se ciò è vero per entrambi i futuri genitori, questo ginecologico, cambiamento è più evidente per la donna. l’ostetrica, il ginecologo, l’infermiere, l’anestesista…magari il neonatologo…il padre a volte c’è, ma è alle spalle della mamma trasformato per Volendo schematizzare, si può dire che i luoghi dell’endogestazione sono l’occasione in un membro dello staff con l’abbigliamento sterile ad avvolgerlo, tutto è essenzialmente tre: sterile al momento della nascita… - E’ dubbio che lo spostamento della gravidanza e del parto in ambiente medico e lo l’unità mente -corpo della gestante. Un ambiente dinamico e protagonista attivo di sviluppo di tecniche diagnostiche e di intervento sempre più avanzate abbiano cambiamenti complessi, con cui il feto, attraverso i propri repertori comportamentali e parzialmente contribuito alla riduzione della mortalità materna ed infantile, alla psicologici nascenti, acquista crescente consapevolezza e confidenza. possibilità di sopravvivenza per neonati immaturi e la medicalizzazione della nascita ha - determinato un accentramento del potere nelle mani del medico, dell’ostetrica, costruzione dell’esperienza genitoriale tra i coniugi, costruendo nelle consuetudini Innanzitutto, per il feto, l’utero materno e l’ambiente uterino, e più in generale In secondo luogo, la casa, il luogo dell’incontro, della crescita e della ri- dell’infermiere, del tecnico di laboratorio…che posti di fronte a risultati di analisi, 47 48 quotidiane, nei discorsi e nelle rappresentazioni, un cammino di curiosità, incertezza, in cui si è accolti e quindi la competenza del ginecologo. Le differenze di arredamento, condivisione, cambiamento di collocazione e di ambientazione non riescono certo a far perdere all’ambulatorio il - sapore e la fisionomia di un non-luogo In terzo luogo, per la gestante, i luoghi dello scambio e dell’incontro con altre donne, che la accompagnano e le sono prossime nell’esperienza di cambiamento Sia nel pubblico che nel privato è possibile incontrare ginecologi preparatissimi alla condividendola nei discorsi (le altre gestanti, le compagne) o che le stanno di fronte comunicazione della gravidanza, alla spiegazione delle trasformazioni anatomiche e (ostare, da cui ostetrica) e l’attendon o, prendendosi cura e, di nuovo, discorrendo e fisiologiche che avverranno nel corso dei nove mesi, ma pochi risultano altrettanto ascoltando fino al momento del parto e della nascita del bambino. competenti nel fronteggiare gli aspetti emotivi e psicologici indissolubilmente legati alla Si può dire che questi “luoghi” costituiscano il quadro di riferimento per una ecologia gravidanza, quelli che sono in grado di farlo, devono questa competenza ad esperienze globale della gravidanza, e della nascita, a cui, però, si contrappongono sempre più personali più che alla formazione professionale. Come ci riferiva una ginecologa fermamente spaesamento romana “a noi mancano proprio gli strumenti…sappiamo che c’è bisogno di dell’endogestazione, certo, non è privo di conseguenze psicologiche e costruisce una qualcos’altro, ma non sappiamo proprio da dove cominciare!!!”. Naturalmente è dubbio traiettoria in cui i protagonisti della nascita troveranno crescenti difficoltà nella che si tratti di una questione di “strumenti”, quanto piuttosto di una questione di costruzione della propria salute. incontro con una fenomenologia, con una sensibilità, con una capacità di ascolto, Il primo non-luogo che accoglie la donna ed in cui la sua maternità viene sancita è lo dialogo attenzione alla complessità relazionale ed emozionale che anche il medico deve studio del ginecologo, talvolta all’interno del consultorio del Dipartimento Materno imparare a riconoscere come parte del proprio setting professionale. Ma allora va forse Infantile del SSN. I consultori sono “servizi di assistenza alla famiglia e di educazione messa in discussione e riconsiderata la configurazione dei contesti e delle pratiche alla maternità e paternità responsabili, rivolti alla salute della donna nelle varie fasi della sociali dell’accompagnamento sanitario dell’endogestazione. vita, ai problemi dell'infanzia e dell’adolescenza. Esistono 2.600 consultori di cui 2.300 Uscendo dallo studio del ginecologo i genitori si trovano con un lungo elenco di analisi circa sono stati istituiti dalle Regioni e 300 sono "liberi". Svolgono consulenze sulla vita e di accertamenti da fare, secondo un calendario ben definito, ma rimangono con mille sessuale e sulla contraccezione al singolo e alla coppia, visite ginecologiche, pap-test, dubbi ed incertezze su quello che sta per accadere, spesso si attivano e si rivolgono al corsi di preparazione al parto, assistenza alla gravidanza, certificazione I.V.G. contesto sociale di appartenenza (parenti, amici) o ad esperti (i medici in carne ed ossa o (Interruzione Volontaria della Gravidanza) e consulenze psicologiche. (…) I consultori virtuali , i manuali per la genitorialità, le riviste dedicate al tema), ma non troveranno, sono poco noti e poco frequentati. Quelli pubblici sono dipendenti dalle ASL ed ai cui tranne rare eccezioni un luogo dedicato ai nove mesi in cui poter incontrare altre servizi il cittadino può accedere gratuitamente e senza alcuna richiesta del medico di persone che stanno vivendo la stessa esperienza e condividere e scambiare con loro famiglia.” (Bello, 2003). emozioni, impressioni e sensazioni. Anche in seguito quando si recheranno presso In effetti è molto più frequente che la comunicazione di una gravidanza venga effettuata ambulatori ed ospedali per svolgere gli esami prescritti incontreranno figure in uno studio privato. In entrambi i casi sarà sempre un ginecologo a dare la notizia, professionali tecnicamente preparate e pronte a fornire spiegazioni sugli esiti degli preceduto forse soltanto dall’esito del test di gravida nza acquistato in farmacia. Le esami con un linguaggio in genere a loro incomprensibile, ma che comunque raramente differenze nei luoghi possono a volte essere sorprendenti: dai muri con le crepe, terranno in considerazione gli aspetti psicologici della questione. tinteggiati da almeno 10 anni, luci al neon e sedie da di paglia che caratterizzano alcuni Il luogo d’incontro e di scambio spesso viene “ prescritto” a partire dal 6°/7° mese di consultori, si passa a muri colorati con tinte calde, luci alogene e poltroncine in molti gravidanza. All’interno della tabella di marcia di una gravidanza normale viene proposta studi privati. Il luogo è rilevante, ma spesso è ancor più rilevante lo spazio psicologico la partecipazione a gruppi comunemente noti come corsi di preparazione al parto. 49 50 i non-luoghi della medicalizzazione. Questo Preferiamo la tendenza attuale a definirli gruppi di preparazione alla nascita che da un a quanti la dovrà far vedere?!”. La reazione della donna è stata quella di sentirsi piccola, lato elimina la dicitura corsi che sottintende la possibilità che si possa imparare a piccola e di obbedire immediatamente all’invito ad accelerare l’operazione.” partorire e a diventare genitori, e che, dall’altro lato, allarga un po’ lo sguardo oltre L’episodio lascia un notevole senso di disorientamento ed è emblematico l’evento parto, evento rilevante e cr uciale, ma decisamente limitato rispetto all’intero dell’atteggiam ento diffuso verso le gestanti (verso i papà la situazione è ancora percorso endogestazione-parto-esogestazione. peggiore, verso di loro non si pensa proprio di dover sviluppare un atteggiamento…ma Benché, come indicato sopra, le donne preferiscano essere seguite privatamente dal anche di questo parleremo più avanti). La donna non viene accolta né tutelata, il basilare proprio ginecologo, i luoghi della preparazione alla nascita sono quelli pubblici del diritto alla riservatezza viene negato e le viene ingiunto di fare delle cose e di farle Servizio Sanitario Nazionale, prevalentemente consultori oppure ospedali in cui velocemente…come potrà mai una donna trattata in questo modo credere di essere vengono formati gruppi di genitori che sono accompagnati a partire dal 6°/7° mese di esperta e competente nell’essere madre? gravidanza fino al momento del parto e in alcune occasioni anche per i primi mesi di I non-luoghi dell’endogestazione, sono come abbiamo detto de i luoghi medici e come vita del neonato . Questi gruppi sono in genere condotti dalle ostetriche e dagli psicologi tali riflettono la posizione e l’atteggiamento medico volto a porre l’altro in una a cui si affiancano di volta in volta vari “esperti” ginecologi, neonatologi, pediatri che posizione passiva, paziente, compatibile con l’ottimizzazione tecnica delle prassi espongono nozioni teoriche sull’andamento della gravidanza, sullo svi luppo del feto, mediche. sugli aspetti del parto. Oltre a questo vengono proposte tecniche di rilassamento (tipo L’ambiente fisico riflette inevitabilmente i presupposti e le rappresentazioni di chi ci RAT – Training Autogeno Respiratorio, cfr. Piscicelli, 1970) volte a controllare il lavora, ma ancora di più di chi lo ha pensato e progettato. E gli ambienti della dolore del parto. Sulla questione del dolore durante il parto e del significato di un suo medicalizzazione della gravidanza, lungi dall’essere luoghi in cui i neogenitori possono possibile controllo, torneremo nei paragrafi successivi. essere sostenuti nell’attesa e nella preparazione all’a ccoglienza del neonato, sono invece Lo sguardo di Igea ai luoghi dell’Endogestazione luoghi in cui i genitori vengono passivizzati, depotenziati e privati dell’importanza del Lo studio di un ginecologo, l’ambulatorio e la stanza di un ospedale, sono luoghi che loro ruolo. forse soddisfano criteri di funzionalità ed igiene necessari per l’espletazione delle Per raggiungere una trasformazione dei luoghi medici sarebbe necessario prima operazioni mediche. Ma siamo sicuri che la gravidanza sia leggibile prevalentemente sostenere una trasformazione della mentalità e dell’atteggiamento dei medici. come una questione appartenente al dominio bio-medico? Siamo sicuri che le gestanti Un’operazione di questo tipo è sicuramente ardita e complessa, comporterebbe che si presentano a visite ed esami diagnostici necessitino delle stesse condizioni offerte un’intenzione forte ed un’azione congiunta dei diversi soggetti politici, professionali e agli altri pazienti? E tra l’altro siamo sicuri che tutti i pazienti abbiano bisogno sociali. esclusivamente di queste condizioni? Ma poi soprattutto siamo sicuri che la gravidanza Relativamente a quest’area critica, lo sg uardo di Igea sembra volgersi verso un vada affrontata come una malattia? orizzonte complesso che include professionisti e contesti dell’endogestazione. “Qualche mese fa, una donna che è diventata madre per la prima volta ha raccontato un Si potrebbero proporre ai professionisti (medici, ostetriche, psicologi…) che sono episodio relativo al primo controllo di routine effettuato all’interno di un ospedale attualmente coinvolti nei percorsi medico-assistenziali della gravidanza e del parto romano durante la gravidanza. Mentre lei si stava spogliando prima di sdraiarsi sul incontri di gruppo finalizzati al confronto critico e alla riflessività sulla propria lettino del ginecologo ed esitava, vista l’esposizione del lettino vicina alla porta esperienza professionale alla luce delle tematiche dell’umanizzazione dell’assistenza (continuamente aperta e chiusa), un’infermiera, sicuramente con buone intenzioni, ha medica, nello specifico dell’assistenza alla gravidanza. La riflessione dovrebbe insistere provato ad incoraggiarla dicendole: “A signò’, mica se vergognerà…da adesso in poi sa specificamente sul posizionamento dell’esperienza professionale a servizio dei 51 52 protagonisti della gestazione e della nascita, possibilmente nei luoghi che sono loro gamma differenziata di servizi per l’infanzia che in molte parti d’Italia si stanno propri, cioè il luogo dell’incontro con l’altro, la casa e la quotidianità densa di sviluppando. Attualmente è in corso un’imponente trasformazione dei servizi per significati e rappresentazioni. l’infanzia che da realtà assistenziali si stanno trasformando in servizi sociali molto Uscire in modo risoluto e definitivo dagli itinerari di “addestramento” della gestante, articolate e flessibili che attuano in primo luogo scelte psicopedagogiche consapevoli spesso concentrati nei non-luoghi della cosiddetta “preparazione al parto”. (Honegger Fresco, 2003). Lo stesso asilo nido ha tra le proprie finalità quella di “dare - Accrescere la fiducia spazio ad un/a bambino/a che esprime una molteplicità di bisogni cognitivi, linguistico- - Accogliere l’ostilità e il conflitto tra odio e amore per aiutare ad affrontare le comunicativi, logici ed emotivi e che reclama di veder riconosciuto, fin dalla nascita, il insicurezze, più con l’ascolto che con la semplice informazione, sapendo che proprio diritto alla conoscenza ed alla creatività, alla socialità ed all’affettività”. (Dozza l’iperprotettività e l’aggressività nascono entrambe dall’insicurezza e Loiodice, 1994). Quindi un contesto che riconosce, rispetta, conferma e sostiene - Orientare la riflessione dei genitori sulla nascita (e sul parto) verso il l’espressione delle competenze, disponibile ad offrire il proprio spazio per questo, uno decondizionamento e il superamento di credenze inappropriate sulla gravidanza, il spazio spesso progettato per raggiungere questi obiettivi. Inoltre il Nido (e quindi gli parto, il neonato operatori del Nido) è un luogo che si orienta al bambino piccolo e deve necessariamente - Preparare allo sviluppo del legame col bambino relazionarsi con i genitori, è quindi uno spazio naturalmente predisposto al contatto con - Sostenere e promuovere l’allattamento fin dalla preparazione al parto i genitori e, negli orientamenti più attuali, a considerare i genitori dei partner importanti Un operatore attento e disponibile ai bisogni della donna e consapevole della nell’azione educativa e formativa. Pertanto offrire ai genitori la possibilità di trovare complessità dinamica e della unità della gravidanza, del parto, della nascita è in grado di uno spazio di incontro e di riflessione in un luogo non medico, naturalmente orientato andare al di là della tecnica di preparazione al parto e di assegnarle una posizione allo sviluppo della competenze, potrebbe essere un’esperienza importante e utile nel secondaria e strumentale, anche se importante. Egli scoprirà da sé quali adattamenti gettare le basi del rapporto con il figlio in arrivo. Una via concreta è quella di prendere sono necessari e quale tecnica di rilassamento è più adatta. L'importante è che si ponga in considerazione queste possibilità nel Piano di zona previsti dalla Legge 328/2001 di nella posizione giusta di fronte alla donna, consapevole che da questo dipende almeno riorganizzazione dei servizi sociali (o nei patti per la salute), nel quadro di reti di in parte l'esito del parto. Un operatore di questo tipo saprà anche comprendere la soggetti e di risorse, compresi, naturalmente, i soggetti e le risorse del servizio sanitario. rilevanza dei luoghi e sarà anche più incline a tentare delle modificazioni per renderli Tutto ciò ricordando, con Bauman, che la “rete”, a differenza de lla “struttura”, si più adatti al complesso processo in atto. qualifica per la possibilità di connessione e disconnessione, ciò che, almeno in parte, la L’operatore si farà dunque “ostetrica”, si porrà in tal modo in una posizione di mette al riparo da processi insidiosi di ri-istituzionalizzazione del territorio e di ri- accadimento accogliente e maieutico (altro termine derivato dall’arte ostetrica), medicalizzazione della genitorialità. dialogico con i genitori, rispettoso del percorso di costruzione della genitorialità e di cambiamento nel corpo, nella mente e nelle relazioni che caratterizza l’endogestazione. E’ dunque nello sviluppo di percorsi di sostegno alla geni torialità che andrebbe Luoghi e non luoghi del Parto collocata questa diversa attenzione. E’ in questo senso che si potrebbe sperimentare la La nascita è un momento di crisi e di transizione. Il suo valore antropologico è collocazione dei gruppi di incontro dei nuovi genitori in un contesto diverso da quello strettamente confuso con la portata degli accadimenti biologici che la determinano. La sanitario. Ad esempio, almeno in via transitoria, si potrebbero esperimentare i luoghi già nascita è di per sé momento della crisi e della costruzione di identità di, almeno, tre orientati al sostegno allo sviluppo come potrebbe essere l’Asilo Nido e, ancor di più, la persone: la madre, il padre, il neonato. La "rivoluzione in sala parto" sta tutta nel 53 54 tentativo di affrontare questa crisi, riassegnando ai suoi protagonisti diretti il ruolo che al., 1983; Vanassi, Buzzano, Edwards, 1989). Tra le cose che ostacolano la piena compete loro sulla scena e che sono troppo spesso considerati sostanzialmente secondari utilizzazione delle risorse fisiologiche della donna vi sono innanzitutto lo stato di ed epifenomenici. allarme, di soggezione ed ogni inutile interferenza col ritmo naturale del parto. Così come per la preparazione al parto, anche al momento del parto è necessaria la Purtroppo tutto, nella struttura ospedaliera, è fatto in modo da favorire lo stato di presenza dello stesso atteggiamento di rispetto e promozione. Uno dei punti di maggiore soggezione della donna, a partire dalla posizione del parto: qualunque persona, non solo importanza, a questo riguardo, è di accompagnare la donna in un’esperienza che la donna, messa coricata, a pancia in su, a gambe larghe e nuda di fronte ad altri in piedi, si tradizione vuole contrassegnata dalla sofferenza, ma che può al contrario essere trova in una condizione di impotenza tale che non può che delegare. Allo stesso modo la determinante per un’accoglienza positiva del bambino della madre e del padre. Anziché tricotomia o il clistere di routine, che non hanno alcuna indicazione reale nei casi essere vissuta nel segno della sofferenza, l’e sperienza del parto può divenire allora normali, e sono di limitata utilità nei casi in cui occorra l'intervento medico, mette le un’importante esperienza di crescita. La "sofferenza", del resto, non è legata donne in una condizione di subalternità. A questo contribuisce anche il contesto delle necessariamente solo al dolore, al quale la natura sa provvedere, ma piuttosto alle relazioni interpersonali, il dare del "tu" alla donna, la sbrigatività del parlare, l'assenza condizioni di tensione, di paura e di sottomissione che caratterizzano l'esperienza del di spiegazione di quel che accade, e così via. A questi atteggiamenti inutili e dannosi si parto, ai condizionamenti culturali e sociali che portano la donna a vivere questa può contrapporre il rispetto per le risorse della donna, per i tempi, i ritmi e i modi nei esperienza in modo alienato, ai tentativi di "negare" il dolore piuttosto che favorire quali si sviluppa l'eve nto nascita. l'azione naturale che esso determina nella fisiolog ia della madre e del feto e che Nella globalità di questa vicenda umana la questione del come partorire è strettamente comporta, in ultima analisi, anche il suo stesso superamento. Anche a questo ci si collegata a quella del dove ed anche in questo caso ci troviamo a confronto con i non dovrebbe riferire quando si parla di gravidanza consapevole, di gravidanza accettata, luoghi. A prima vista l'ospedale fornisce servizi, attrezzatura ed esp erienza che non voluta, libera da condizionamenti. E' chiaro però che idecondizionamenti non si sono immaginabili in un normale domicilio, tuttavia non si può affermare con sicurezza possono realizzare all'ultimo minuto, in sala parto e neppure, forse, durante la che ciò possa rappresentare la questione più importante. In realtà anche in altri campi gravidanza o al momento in cui la donna decide di essere una madre. Essi dovrebbero della medicina si va facendo strada la convinzione che non sempre un sofisticato essere fatti molto prima e più profondamente di quanto non consenta una preparazione equipaggiamento tecnico risulti proficuo rispetto alle esigenze globali del paziente. A al parto. volte lo sradicamento dalla realtà ambientale del paziente risulta altrettanto dannosa. La medicina ha tentato strade apparentemente più dirette per opporsi al dolore, con l'uso Non si può dare per scontato che l'ospedale sappia rispondere se mpre e comunque alle ad esempio dell'anestesia. In realtà questo modo di aggredire farmacologicamente il reali esigenze dei pazienti neppure laddove esistano conclamate patologie, soprattutto se problema del dolore trascura che la donna è preparata al parto dal punto di vista i fattori emotivi, socio-psicologici e di personalità svolgono nella patologia o nel suo fisiologico, attraverso la produzione di sostanze endogene, le endorfine, che è avvenuta superamento un ruolo determinante. Laddove poi non esistano reali urgenze dal punto di nel suo organismo nel corso dei lunghi mesi della gravidanza. Tutto questo rende dal vista strettamente patologico, com'è specificamente il caso della grande maggioranza punto di vista teorico sbagliato intervenire farmacologicamente, perché è molto più utile delle gravidanze e dei parti, è assolutamente dubbio che la struttura ospedaliera possa in e meno rischioso adottare comportamenti che non ostacolino o facilitino la qualunque modo compensare lo svantaggio derivante dallo deprivazione del contesto mobilitazione delle endorfine, l'unico anestetico sicuramente non dannoso né per la interpersonale e ambientale in cui queste esperienze sono per loro stessa natura donna né per il bambino (Petraglia, Facchinetti, Volpe e Gennazzani, 1985; Krieger e collocate. Martin, 1981; Petraglia et al. 1985; Goland, Wardlaw, Stark, Frantz, 1981; Abboud et 55 56 E' dubbio che la diminuzione della mortalità materna, perinatale ed infantile sia evitando al neonato la condizione traumatica di abbagliamento fonte di sofferenze attribuibile prevalentemente alla ospedalizzazione del parto. Va infatti considerato che inutili. Questo obiettivo può essere conseguito con estrema facilità, soprattutto questo importante risultato avviene simultaneamente a straordinari progressi sociali e a attraverso una diversa disposizione psicologica di fronte all’esperienza del parto e della radicali cambiamenti nella qualità della vita, delle condizioni economiche, igieniche e nascita da parte degli operatori in sala parto. alimentari. Inoltre anche le nuove acquisizioni tecniche, farmacologiche e diagnostiche Il neonato è dotato di capacità sensoriali altamente differenziate e ad elevata selettività non sono strettamente ed inevitabilmente correlate all'assistenza ospedaliera. Così se si ed è importante che esse siano poste immediatamente in grado di agire. Il termine considerano i tassi di mortalità perinatale e materna nei paesi occidentali, si può abbagliamento, che dà l'idea di un eccesso di stimolazione, in contrasto alle condizioni osservare che essi non sono correlati alla modalità assistenziale prevalente. Ad esempio precedenti, si riferisce a tutti i canali sensoriali. la Svezia e l'Olanda hanno i più bassi livelli di mortalità, ma mentre nel primo caso la L'abbagliamento visivo. L'enorme quantità di stimolazione visiva cui è sottoposto il quasi totalità dei parti avviene in ospedale, nel secondo il 50 per cento dei parti avviene neonato nell'esperien za ordinaria in sala parto rappresenta indubbiamente uno shock. a domicilio. Ciò induce a ritenere che i fattori che attualmente agiscono sui grandi Per quanto riguarda in particolare la luce, è estremamente facile evitare questa forma di numeri della mortalità materna ed infantile siano prevalentemente di natura extra- sovrastimolazione. medica o, comunque, fattori sui quali l'influenza dell'assistenza medica è soltanto L'abbagliamento acustico. E' possibile, senza alcuna fatica, evitare al neonato essere di indiretta. Uno di questi fattori è, ad esempio, il peso del neonato, rispetto al quale investito dalla confusione crescente e rumorosa rappresentata dagli stimoli uditivi l'influenza esercitata dall'intervento ospedaliero è comunque a posteriori, ma è assai esterni. I suoni che raggiungevano il feto, a certe frequenze, avevano comunque la dubbio che si possa imputare alla medicina una reale possibilità di intervento causale su prerogativa di essere ovattati e notevolmente attenuati dal medium del corpo materno. E' di esso. Se sono dati buoni standard assistenziali e una corretta preparazione del dunque in primo luogo necessario evitare ogni rumore superfluo, compreso il parlare a personale medico, non ci sono prove che cure prestate in ambiente ospedaliero possano voce troppo alta. L'esperienza di questo silenzio intenso, caldo non ha del resto significativamente avere influenza su fattori come l'asfissia intrauterina o le sindromi importanza solo per il bambino. La madre stessa trarrà beneficio dal potersi concentrare respiratorie, che rappresentano oltre il 70% delle cause di mortalità perinatali. C'è più serenamente sulla nascita del proprio bambino, sorretta anche dagli operatori, ma in inoltre da tenere in considerazione che la prassi ospedaliera corrente, rispetto ai modelli modo pacato, a bassa voce, anche attraverso comunicazioni non verbali. Nel silenzio di assistenza domiciliare, ha mostrato una notevole tendenza ad intervenire sul decorso relativo le parole stesse acquistano un valore profondamente diverso, non per il normale del travaglio soprattutto con metodi di induzione e accelerazione del travaglio significato che esse veicolano formalmente, ma per il contenuto affettivo che un tono che comportano di per sé un notevole incremento del tasso di depressione respiratoria calmo e rilassato riesce a trasmettere alla donna e al neonato stesso. del bambino (Chamberlain, R., Chamberlain, G., Howlet, B., e Clamaux, A., 1975). L'abbagliamento termico e tattile. La temperatura in cui il bambino è abituato a vivere è, Lo sguardo di Igea ai luoghi del Parto ovviamente, quella del corpo materno, tra i 36 e i 38 gradi, nettamente al di sopra di Naturalmente anche per poter effettuare cambiamenti nei luoghi del parto è necessario quella che si registra in qualsiasi sala parto. Questo improvviso abbassamento della cambiare la disposizione psicologica di chi assiste al parto, lo spazio psicologico per temperatura-ambiente è solo uno dei tratti che devono apparire come un sconvolgimento primo deve essere orientato al rispetto, all’ attesa e all’accoglienza. Una prima proposta della propria nicchia ecologica e determinare con ciò un notevole grado di è relativa ai cambiamenti che dovrebbero essere introdotti al momento del parto ed è disorientamento prima ancora che vengano messi in atto nuovi sistemi di adattamento. direttamente collegata alle proposte di Federic Leboyer (1974) e Lorenzo Braibanti L'altro appariscente sconvolgimento ecologico è rappresentato dalla perdita del mezzo (1980, 1993) sull’importanza dell’accoglien za naturale alla nascita che si manifesta liquido in cui il feto era completamente immerso, che gli permetteva di galleggiare e 57 58 muoversi liberamente sostenendolo ed accarezzandolo con dolcezza. Anche il fatto che Oggi è sempre più chiaro che "evitare gli abbagliamenti" significa far in modo che il l'utero, col crescere del feto, diventi sempre più angusto consente un contatto sempre neonato possa mettere in atto le sue specifiche capacità di adattamento alla nuova vita più diretto col corpo della madre, che secondo Leboyer costituisce una sensazione tattile extrauterina. piacevole per il bambino. Al momento delle prime contrazioni, più leggere, questo “Il neonato è molto preparato a nascere: noi non possiamo insegnargli quello che deve contatto corporeo ha l'apparenza di un carezzamento, che contemporaneamente prepara fare, è lui che insegna a noi come dobbiamo comportarci; allo stesso modo in cui noi il feto alle contrazioni più forti che dovranno aiutarlo a nascere. Restituire al bambino le non possiamo insegnare ad una donna a partorire perché è lei stessa che lo insegna a stimolazione termiche e tattili precedenti la nascita nella loro interezza è evidentemente noi. Se abbiamo capito questa verità scientifica il nostro atteggiamento diventerà molto impossibile, ma è necessario in primo luogo rendere più graduale il passaggio ed, in umile ed è in questo cambio di funzione dell'operatore sanitario che si completa la secondo luogo, mettere in atto quegli accorgimenti che possono almeno attuenuare la comprensione del messaggio di Leboyer” (Braibanti, L. 1993). portata e gli effetti traumatici del parto. Così è possibile, innanzitutto, porre Questi accorgimenti sono facilmente attuabili quando il parto è fisiologico, ma non sono immediatamente il bambino appena nato, con il funicolo ancora intatto, sul ventre della meno importanti in caso di parto distocico. Un importante principio generale è che, madre. Il bambino sull'addome materno è ancora protetto dalla vernice caseosa, che è contrariamente a quanto avviene nella pratica corrente, le distocie, gli interventi medici stata prodotta dalle ghiandole sebacee durante la vita endouterina. E' inoltre a contatto richiedono una maggiore attenzione all'umanizzazione del parto e della nascita. La con un corpo caldo che contribuisce ad attenuare lo scompenso termico. Ma è madre e il bambino devono a maggior ragione poter restaurare prontamente una soprattutto garantito il contatto cute-cute, la cute cheratinizzata della madre, che egli relazione diretta che sappia attivare le risorse naturali di riequilibrio e di risanamento. Il incontra sia passivamente che attivamente, con le prime attività esploratorie. Leboyer contatto precoce, l'allattamento effettuato il più presto possibile, l'attivazione tempestiva contrappone questa manipolazione dolce alla classica prensione del neonato per i piedi della madre nelle cure parentali, adeguatamente sostenuta dal personale assistenziale e che, egli sostiene, è comoda solo per gli ostetrici. soprattutto dal partner, hanno in questi casi una giustificazione più evidente. Il parto Il punto cruciale e più controverso è tuttavia il modo in cui Leboyer risolve il tema difficile, a rischio, che tende ad essere escluso dalle metodiche non violente, soprattutto dell'abbagliamento respiratorio. E’ ben presente nel dibattito in questo secolo l'esigenza per quanto attiene all'accoglienza perinatale, è quello che invece necessita delle di superare l'affl usso immediato dell'aria ai polmoni, per l'improvvisa interruzione della maggiori attenzioni. Queste non sono mai in contrasto con le esigenze assistenziali e di circolazione feto-placentare. Secondo Leboyer dilazionando il tempo di recisione del intervento, ma invece le integrano e, umanizzandole, le rendono maggiormente efficaci. funicolo, il passaggio alla respirazione esterna può avvenire in modo più graduale e non Occorrerà però in primo luogo far sì che la coppia madre e bambino possa attivarsi al traumatico. In pratica il bambino, benché ancora unito mediante il cordone alla placenta, più presto. tenta da solo e subito la respirazione, ma progressivamente. Il primo soffio d'aria è La seconda proposta che è possibile avanzare in relazione ai luoghi del parto è quella brevissimo e ad esso segue un piccolo grido; smette e riprova due o tre volte ed entro del parto a domicilio e della “domiciliarizzazione” della sala parto. Ciò che depone pochi minuti ha "imparato" a respirare, senza paura. maggiormente contro la soluzione ospedaliera è la rottura del ritmo unitario del parto, in "Contemporaneamente ci accorgiamo che il cordone non pulsa più: la seconda cui entrano in gioco particolari e delicatissimi fattori emotivi sia nella donna che nelle ossigenazione è cessata. In questo momento, anche se si "taglia" il cordone, in realtà persone che la circondano. Il fatto che risulti particolarmente dannoso interrompere non si "taglia" niente: è un legame già morto, caduto da solo che si separa. Madre e questo ritmo unitario, insieme alla considerazione che, in casi normali, la donna deve figlio possono essere divisi senza trauma" (ibid. p. 69). Così Leboyer nel 1974. poter vivere il proprio travaglio nelle condizioni più normali e naturali che sia possibile, porta non solo alla rivalutazione del contesto domestico, ma soprattutto al recupero di 59 60 quella solidarietà sociale e culturale che lo caratterizzava. Non si può d'altro canto disumanizzazione del parto e rappresentano una ingiustificata frattura in un percorso dimenticare che il parto a domicilio, soprattutto nel nostro Paese, era caratteristico di assistenziale che non può essere concepito se non come unitario. una cultura contadina e preindustriale e che il contesto delle relazioni umane e sociali è L'esperienza di Lorenzo Braibanti a Monticelli d’Ongina è, sotto questo riguardo, del da allora molto cambiato e ciò non lo rende immediatamente proponibile, soprattutto tutto particolare. Il carattere unitario della sua gestione, la mancanza di rigidità nelle grandi città. Naturalmente il modello Olandese, che riserva i parti in ospedale alle istituzionale ad ogni livello (non solo per le gestanti e per le madri, ma anche per i sole donne a rischio e che prevede una diffusa articolazione dei servizi territoriali e degenti delle altre sezioni), le piccole dimensioni, l'umanità del personale di assistenza d'assistenza anche durante il puerperio, può rappresentare una proposta moderna e sono condizioni eccezionali. Esse non sono però affatto impossibili da riprodurre. praticabile nel quadro di una revisione necessaria dei modelli assistenziali anche nel Certamente esse contrastano con l'ideologia corrente della politica sanitaria che mira nostro paese. Le esperienze coraggiose di parto a domicilio nel nostro paese (Comune di alla razionalizzazione delle strutture e alla introduzione di fattori di economia di scala, Roma ; l’esperienza del Melograno in diverse parti d’Italia, dell’associazione Nascita ma non rappresentano necessariamente condizioni di inefficienza. Se infatti è Attiva, di medici e di ostetriche che continuano ad esercitare questo diritto in diverse comprensibile e forse inevitabile che settori della medicina con un elevato input di parti del nostro paese) hanno pertanto un grande valore sia perché permettono di investimento tendano a concentrarsi in poche sedi a grande bacino d'utenza, è del tutto indagare sulle nuove condizioni e sulle nuove necessità per un ritorno alla domiciliarità da dimostrare, nel caso dei normali presidi sanitari, che i supposti vantaggi economici e del parto, sia perché, di riflesso, contribuiscono al mantenimento di una spinta al organizzativi delle grandi dimensioni assistenziali possano anche minimamente rinnovamento delle stesse condizioni di parto in ospedale. Se oggi, infatti, può risultare compensare la perdita del contatto umano, dell'adattamento alle condizioni territoriali, difficile generalizzare il parto a domicilio, risulta non solo possibile, ma necessario della elasticità e della attenzione che caratterizzano le piccole strutture sanitarie. "domiciliarizzare" l'ospedale. Come hanno dimostrato le esperienze di Odent a Pithivier, L'esperienza di tutti i giorni sta poi a dimostrare che l'aumento delle dimensioni di una di Lorenzo Braibanti a Monticelli d’Ongina, di Barbara Grandi a Poggibonsi, di struttura organizzativa complessa, come quella ospedaliera, agisce come moltiplicatore Padovani a Zevio, ed altre ancora, nulla vieta che l'ospedale predisponga per l'ambiente dei fattori di rigidità istituzionale e, in ultima analisi, della stessa inefficienza. In realtà dove la donna deve partorire qualcosa di diverso da quello che si crea per l'ammalato l'economia di scala, in medicina, oltre che essere di dubbia validità sul piano teorico, è medico, chirurgico o di altre specialità, cercando di dare al parto, evento fisiologico, un un mito sul piano pratico. ambiente idoneo per fatti fisiologici. Costruendo un ospedale occorrerebbe progettare la Un clima di attenzione, comprensione e dialogo possono consentire alla madre di sezione di maternità secondo criteri di ingegneria civile più che di ingegneria sanitaria, esercitare un certo controllo sugli eventi di cui è protagonista e di sentirsi “efficace”. E’ restaurando la fisionomia dell'abitazione e prestando grande attenzione al confort. la sensazione di perdita di efficacia e di controllo a determinare una percezione Naturalmente anche le strutture esistenti si possono con facilità adattare a questo sgradevole dell’esperienza del parto, più ancora della stessa esperienza di dolore. In modello ed è questione più di buona volontà che di grossi problemi economici o questa linea è bene che la sorveglianza ostetrica privilegi momenti di contatto diretto, architettonici. uno stile “prossimale”, piuttosto che affidarsi a tecniche di controllo strumentale di Come ognuno può capire l'importante tuttavia sta nella disponibilità umana e routine. Del resto la letteratura non riporta alcun vantaggio evidente del monitoraggio nell'atteggiamento globale che informa l'assistenza della gestante e del onato. ne Rigidi elettronico fetale continuo in termini di mortalità e morbosità neonatali, valori di Ph nel steccati tra l'ostetricia e la neonatologia e la pediatria, tra le strutture sanitarie sangue e apgar a 5' cfr. Prentice e Lind (1987). Inoltre la prevenzione della morte ospedaliere e i servizi socio-sanitari del territorio sono la condizione prima per la intraparto è legata al pronto riconoscimento della anormalità della frequenza cardiaca fetale, ma si è rivelata del tutto indipendente dal metodo impiegato per rilevarla. In 61 62 particolare, tuttavia, l'auscultazione intermittente condotta da un operatore su una sola comportarsi, che si decide se potrà nascere una madre equilibrata e serena, se il bambino paziente durante il travaglio con l'ausilio di un monitor ecografico manuale risulta che si apre alla vita sarà vivo, sano nel corpo e nel sistema nervoso, ma anche particolarmente efficiente e rappresenta perciò una valida alternativa al monitoraggio psicologicamente sano: si decide una parte importante del loro comportamento futuro. fetale continuo. Quest'ultimo manifesta infine alcuni potenziali svantaggi sul piano In quella stanza, inoltre, può nascere o non nascere un padre equilibrato e sereno. Oggi tecnico: a) è di elevata complessità e comporta un elevato livello di addestramento del sono essenzialmente tre i modi in cui si affronta il problema del padre. personale sanitario; b) riduce la frequenza con cui viene effettivamente effettuato dal Il primo, quello più tradizionale e, ci pare più ampiamente diffuso, è la pura e semplice personale sanitario il controllo diretto della frequenza cardiaca fetale; c) persiste un esclusione del padre dalla sala parto. Esso, in qualche modo, conferma il fatto elevato grado di disaccordo intra- e inter-osservatore nell'interpretazionedei dati di dell'esclusione del maschio dalla maternità, la sua inutilità ed impotenza di fronte alla monitoraggio anche se dopo una lunga esperienza; d) esiste un numero significativo sia trasmissione della vita, di cui resta solamente un indistinta memoria dell'atto di falsi positivi che di falsi negativi. (cfr. Grant, 1989). L’osservazione fecondante. comportamentale della madre e il rispetto delle varie fasi del travaglio e del parto hanno Il secondo è la concessione da parte degli operatori sanitari della possibilità di assistere dimostrato di poter supportare la valutazione della progressione del travaglio e sono da spettatore al momento del parto. Qui il senso dell'inutilità cambiasemplicemente estremamente efficaci alla costruzione di un clima positivo e protagonista. Ciò permette scena, ma, se possibile, viene ulteriormente rimarcato: egli è testimone, ma non peraltro di valorizzare la capacità della donna di esercitare un controllo più efficace nel protagonista di quanto avviene, la sua presenza conferma la delega verso l'operatore periodo dilatante, di mettere in atto le strategie di rilassamento e di assumere le sanitario e non può trasformarsi in una partecipazione al parto. posizioni più appropriate alla presentazione del bambino. Il terzo è la possibilità di una partecipazione attiva, ritualizzata al travaglio e al parto, in cui generalmente i momenti più significativi consistono nel sostegno alla donna, Esiste un luogo anche per il padre? nell'accoglienza al bambino, nella recisione del cordone ombelicale da parte del padree Il modo in cui la donna partorisce, i suoi interlocutori, la posizione del compagno, la trasmettono un senso di appartenenza, di continuità e di "compassione" con la propria qualità delle prime cure materne sono influenzati dal significato rituale del parto e dalle compagna e col nuovo bambino. aspettative sul nuovo tipo di relazione nella coppia, tra la coppia e il bambino, tra la La questione, pertanto, non può ridursi al fatto dell'ingresso in sala parto, ma è connessa famiglia e il contesto sociale allargato. Nella nostra cultura l'attenuazione del valore al modo in cui il padre ha vissuto la gravidanza, il genere di rapporti che ha saputo rituale del parto si accompagna e in parte si spiega col fatto che la tecnica ostetrica ha stabilire con la compagna, il tipo di percorso psicologico ed umano compiuto in quel imposto nuovi comportamenti e nuove routine. In un certo senso però, anche questi periodo. Infatti, come dice la Jacobson (1936) la nascita del figlio attiva nell'uomo ogni nuovi "gesti" possono assumere la forma di un "cerimoniale" che trasmette, forse genere di fantasie e conflitti, maturi e infantili, libidico-oggettuali e narcisistici. La inconsapevolmente, nuovi valori, come, per esempio, la marginalità della partecipazione partecipazione al parto può essere inutile e addirittura controproducente quando essa umana rispetto all'intervento tecnico. divenga parte di una regola rigida, soprattutto quando essa è condizionata al benestare Il ritorno del padre in sala parto può allora avere una grande importanza proprio perché dell'operatore sanitario e sirisolve in un giudizio cui l'uomo deve sottoporsi per rimette in primo piano il fatto affettivo ed umano che era lasciato tra parentesi. Nella accedere all'esperienza. Essa mantiene invece una profonda significatività quando è sala parto, nella stanza dove una donna partorisce, avvengono due fenomeni: uno, una frutto di una scelta consapevole della coppia, una scelta conseguente al modo in cui è donna partorisce, l'altro, un bambino nasce. Ma vi può essere anche un terz o fenomeno: stata vissuta dai due l'esperie nza della maternità. un padre diventa padre, se è presente. E' anche in questa stanza, nel modo di 63 64 In se stessa, infatti, la semplice presenza del marito non possiede alcun valore modalità, le posizioni, i luoghi e le persone che dovranno caratterizzare l'esperienza del taumaturgico e non produce alcun beneficio reale alla coppia (ma neppure alcun danno). parto. E' invece altamente significativa quando venga percepito come momen to importante di un percorso in cui prevalgono i momenti e la disponibilità allo scambio comunicativo ed Luoghi e non luoghi dell’esogestazione affettivo. E' l'accoglienza del bambino in questa situazione di comunicazione affettiva Dopo la nascita esiste un periodo che può essere considerato di naturale continuazione tra l'uomo e la donna che attribuisce alla presenza paterna unvalore di rilievo e che degli eventi della gravidanza: l’esogestazione. produrrà benefici, non tanto per sé, ma per l'atmosfera generalmente più favorevole alla Lorenzo Braibanti (1993) così come molti antropologi, hanno osservato che i neonati costruzione di un ambiente sereno e libero da conflitti. La presenza del padre, ma anche umani nascono così immaturi perché se completassero lo sviluppo del Sistema Nervoso di ogni altra persona realmente gradita alla donna, è poi molto importante perché essa Centrale all’interno dell’utero materno, la testa del neonato raggiungerebbe una non si senta sola di fronte alla macchina assistenziale che la sovrasta e la grandezza tale da rendere assai difficile o impossibile la fuoriuscita del bambino dal deresponsabilizza e perché possa trovare un sostegno affettivo nelle fasi in cui la canale uterino. sofferenza può essere più acuta, in particolare nel periodo prodromico e in quello Se il luogo dell’endogestazione è il corpo -mente della donna, il luogo principale in cui il dilatante. Chi partecipa al parto nelle sue diverse fasi condivide un percorso importante neonato trascorre questo periodo è il contatto con la madre. E’ solo ed esclusivamente in e di trasformazione che conduce al contatto fisico, diretto col neonato: tale esperienza questo contatto che il neonato può ritrovare la continuità con l’ambiente precedente e può essere riparatrice di ogni possibile sentimento di gelosia e di esclusione che talvolta solo la madre è il luogo in cui trova pressoché tutto ciò di cui ha bisogno per la emergono nei futuri rapporti tra padre e lattante e che spesso caratterizzano quelli tra il sopravvivenza e per la crescita. Il feto-neonato è protagonista di una vicenda in cui neonato ed i fratelli. Il fatto che questi ultimi partecipino al parto, se lo desiderano e se predominano il senso di abbandono e lacerazione dell'esistenza, che può lasciare a lungo sono stati preparati dai genitori a farlo, è dunque un fatto estremamente positivo, segni profondi e che non può essere sottovalutata solo per il fatto che non sa esprimersi considerato normale nei parti a domicilio e che si sta diffondendo in Italia. E' poi in modi riconoscibili. Il dolore del feto-neonato non può essere raccontato e ciò porta naturale e necessario che tale partecipazione non si concluda al momento del parto, ma semplicemente a negarlo. Come dice Alan Raddley (2004) la sofferenza prende forma prosegua nei primi giorni di vita. In realtà la condivisione dei momenti dell'immediato nella compassione dell’altro e questo legame sembra davvero manifestarsi fin dal primi puerperio può essere di grande sollievo e di concreto aiuto per la donna oltre a favorire istanti di vita. E’ forse in questo senso che l’atto della nascita costituisce il prototipo lo sviluppo di relazioni immediate tra il nuovo bambino e tutto il suo diretto ambiente dell’angoscia, che Freud (1915 -1917, lezione 25) attribuiva invece all’effetto tossico sociale. dovuto al passaggio dalla respirazione interna a quella esterna. L’angoscia è quella Non si può chiudere questo argomento senza però avvertire che alla donna deve essere sofferenza senza nome che non può essere pronunciata e che non riesce a prendere assicurata anche l'intimità, perché possa vivere l'esperienza della nascita e del parto forma in nessuna compassione, che accompagna un sentimento vago e inesprimibile di nella maggior libertà possibile. Essa non deve essere imbarazzata e deve poter mostrare perdita con quello dello spaesamento, di chi non può ritrovarsi in alcun luogo. anche le proprie debolezze senza che ciò rappresenti motivo di tensione interiore. L’operatore può riuscire a rappresentarsi questa lacerazione profonda, a riscoprirla nella L'esperienza tradizionale del parto tende a negare questa sua dimensione intima, che propria intimità costruendo su di essa un rapporto empatico ed affettivo assai intenso. invece riveste la massima importanza per una esperienza positiva e di crescita Ma soprattutto deve fare in modo che chi più è "esperto", la madre, possa esercitare nei personale. Occorrerà pertanto che alla donna sia consentito di stabilire in gran parte le confronti del piccolo un'azione di riparazione affettiva, ripristinando e restaurando con altri mezzi il legame madre-feto che la nascita ha così traumaticamente turbato. 65 66 E’ di Winnicot (1956; 1965) la concettua lizzazione di una mamma- ambiente per il affermano Thomson e Westreich (1989), in nessun caso si è potuto dimostrare che la neonato, una mamma sufficientemente buona, competente e in grado di provvedere alle restrizione del contatto materno-infantile, così comune nelle pratiche ospedaliere, abbia necessità biologiche, psicologiche e sociali presentate dal neonato. E’ interessante effetti positivi e tutti gli autori, compresi coloro che negano effetti di medio-lungo riflettere sulla funzione del padre, relegato spesso, nel senso comune ad una posizione periodo, alla fine consigliano di consentire il prolungamento e la precocità del rapporto marginale, che al massimo può fungere da appoggio per la propria compagna. La ricerca madre-bambino fin dalle prime ore di vita (Senechal, 1979). mostra come anche per il padre sia possibile individuare funzioni specifiche e l’ambiente che circonda il neonato sarà caratteri zzato dalla possibilità che anche al Lo sguardo di Igea ai luoghi dell’Esogestazione padre sia consentito mettere in atto le proprie competenze. Una particolare attenzione va quindi riservata alla necessità di abolire quello che, Questa esperienza umana di ricomposizione, di compassione, di nascita di una nell’esperienza dell’assistenza neonatale, costituisce forse il prototipo del “non -luogo”, competenza è certamente favorita se contenuta in un luogo, la casa, in cui sia la nursery. L'accoglienza al neonato non può veramente considerarsi completa se non rintracciabile il filo dei significati e in cui possa essere inscritta la storia del proprio continua con la piena attivazione della relazione con la madre fin dall'immediato essere nel mondo, insieme ad altri uomini e, quindi, in cui possa essere fondata la puerperio. Il bisogno di avere vicino il proprio bambino è inscritto nel profondo delle propria salute, l’intima adeguatezza con se stessi. donne: anche se dopo viene convinta che ha bisogno di riposo, lei è intimamente Contrapposti ai luoghi propri per l’esperienza unitaria di esordio dell’esogestazione, persuasa che il bambino le deve essere vicino. La vicinanza del contatto iniziale, la essa continua perlopiù a collocarsi nei nonluoghi della medicina, generalmente la convivenza è importantissima e determinante per la formazione del legame di nursery. Incapace di riconoscere l’intimità del legame madre -feto e madre-bambino, la attaccamento tra madre e bambino. L'abolizione della nursery deve essere totale e non medicina sembra allo stesso modo incapace di restaurare un’attenzione, una cura ci si deve certo lasciare abbagliare dalle chimere della nursery parziale. La nursery va unitaria e istituisce una fenomenologia della separazione lungo i confini della abolita in ogni luogo ove si nasce. specialistica dell’organo materno e della neonatologia. In questo modo la medicina Solo dopo questo passaggio nei non luoghi ospedalieri, il luogo che lo accoglie il prende possesso del corpo del bambino, dopo essersi ampiamente impossessato del bambino e i nuovi genitori è finalmente la casa. Ma, contrariamente a quanto ci si corpo materno, all’insegna della chiave patologica che orienta il suo sguardo, come ci potrebbe aspettare, questa stessa casa non ha sempre il carattere accogliente, non è il ha insegnato Foucault, verso le pratiche dell’esclusione. luogo della serenità e della sicurezza affettiva, ma quello dell’incertezza e dello La nursery, ancora presente nella gran parte degli ospedali italiani ed anche nelle spaesamento. Anche di questo, in qualche modo è responsabile il percorso cliniche private, si configura come un locale separato e ben distinto da quello di medicalizzato della nascita. degenza della madre. E’ consentito l’accesso della mamma solo negli orari di Se il luogo principale dell’Esogestazione sono, come illustrato nel par agrafo precedente, allattamento (fissati in modo rigido ed univoco per tutti i neonati) e al padre nell’orario i genitori che sono gli unici in grado di fornire al neonato le cure di cui ha bisogno, visite previsto per i parenti (al massimo un’ora al giorno), durante questo orario è allora Igea rivolgerà prevalentemente il suo sguardo verso di loro. Le proposte che possibile guardare i neonati attraverso un vetro, per garantire uno standard di igiene seguono sono profondamente influenzate da una particolare ed ormai comprovata ancora una volta dubbio. La nursery, così come la sala parto, risponde prevalentemente visione del neonato e dei suoi genitori, come di un sistema competente. Così come ad una logica volta a porre il paziente in una situazione di passività, il problema madre, padre e feto hanno le risorse e le competenze per affrontare l’endogestazione ed aggiuntivo per il neonato, rispetto a quanto accade per gli altri pazienti, è che le uniche il parto, altre competenze sono a loro disposizione per vivere il periodo cure di cui ha bisogno sono proprio quelle dei suoi genitori. In ogni caso, come dell’esogestazione. 67 68 Dal neonato “semplificato – inesistente”… determinano nel vissuto della donna tensioni e conflitti che si risolvono in rifiuto Nella prassi assistenziale talora il neonato è trattato come una macchina “cuore - manifesto o in forme indirette di rifiuto, come possono essere le ipogalattie e le polmone” – come un “tubo digerente”, privo di una specifica emozionalità e capacità di agalattie, da ciò spesso si trae conferma dell'incapacità materna di garantire al piccolo la adattamento, di relazione con gli altri e il proprio contesto bio-psico-sociale. Il neonato, sopravvivenza e le cure. in realtà, è dotato di una vita complessa, che lo rende protagonista di strategie di Le pratiche assistenziali, guidate sempre più dalla logica economica dei DRG, oggi adattamento specializzate per il contesto sociale entro cui la specie ha "scelto" di restituiscono il bambino e i genitori alla propria abitazione con grande celerità, per collocare l'espe rienza delle prime fasi di sviluppo. ridurre i costi di una ospedalizzazione protratta. E’ un bene, è un male? Anche in questo Questa caratterizzazione del neonato come essere biologicamente immaturo rispetto ad caso la logica “riparativa” di Panacea tende a rispondere in modo semplificatorio al altri animali, ma contemporaneamente dotato di una specificità adattiva nei confronti “rischio” rapprese ntato dalla pratica della dimissione precoce, con una “assistenza dell'ambiente sociale dà all'esogestazione unaisionomia f del tutto peculiare che non domiciliare” alla puerpera che, se affidata interamente alla logica delle cure mediche “a sempre trova udienza nei modi codificati di trattamento del bambino in tenera età. La domicilio”, rischia di risolversi in una medicalizzazione domestica della relazione di puericultura, ad esempio, ha sovente enfatizzato la povertà del neonato e la difficoltà accudimento. Noi sosteniamo che la via non possa essere quella Non si tratta di che il bambino incontra nel suo processo di crescita. Viene sottovalutato il fatto che i medicalizzare il “dopo”, ma di demedicalizzare il “prima”, di demedicalizzare l’intero primi mesi del bambino trovano nel contesto relazionale con la madre (per il quale percorso fisiologico della gravidanza, della nascita, dello sviluppo del bambino e della appunto il neonato è biologicamente, cognitivamente e socialmente preadattato) un genitorialità. potente momento di riequilibrio allo scarso livello di maturità. La debolezza individuale del bambino è tale, infatti, solo se le strategie di adattamento che ha a disposizione non …al neonato competente trovano il terreno biologico e sociale entro cui esercitarsi, ma si risolve in una A partire dagli anni ’60 sono state dimostrate alcune fondamentali competenze del straordinaria capacità di adattamento e sviluppo se adeguatamente sorretti dalla naturale neonato: nella vita di tutti i giorni il neonato comunica ed entra in relazione con le evoluzione del rapporto con l'ambiente. persone che lo circondano (i caregivers), utilizzando prevalentemente, canali non Appare poi del tutto ingiustificata l'estensione alla coppia madre -bambino della verbali: può rivolgere il viso verso l’altro, guardandolo, cercando di mantenere il sottovalutazione delle capacità del bambino. Così, sul piano fisiologico, l'aliment azione contatto tattile ed emettere qualche lieve vocalizzo, oppure, all’opposto, può evitare materna era considerata "insufficiente" quantitativamente e qualitativamente e, sul piano tutto questo e piangere vigorosamente. (Cecchini et al., 2000). delle relazioni psicosociali, si era portati a considerare madre e bambino reciprocamente L’insieme di questi studi (Stern, 1985 e Lichtenberg 1989) rimanda l’immagine di un incompetenti, soprattutto nei primi giorni di vita. Questa visione semplificata della neonato estremamente competente che vede chiaramente oggetti presentati ad una relazione madre-neonato e madre-bambino porta con sé un ridimensionamento dei distanza ottimale di circa 20 cm e che può dirigere volontariamente lo sguardo verso processi biologici e psicosociali caratteristici del primo anno di vita che è d'altra parte in uno stimolo e seguirne il movimento. Un neonato, inoltre, che sa discriminare i suoni, stridente contrasto col fatto che, dalla dimissione dell'ospedalein poi, la madre è di fatto utilizzare i vocalizzi ed il pianto per comunicare, ma anche coordinare intenzionalmente l'unica portatrice del carico di lavoro e di responsabilità nell'allevamento del bambino. le azioni mano-bocca, comunicare con il tatto, imitare comportamenti presentati Cosicché la madre, che è considerata e trattata come se fosse incapace di assicurare la dall’a ltro, ricordare situazioni, volti e testi. Un neonato che dorme e che forse…sogna, sopravvivenza del neonato, si trova bruscamente a dover sopportare nella solitudine ipotizzando per gli stati comportamentali del neonato una funzione di rielaborazione ogni problema di rapporto, di gestione del bambino piccolo. E quando questi problemi dell’esperienza (Braibanti, P. 1992; Braibanti in Maffei, 2000; Baroni e Cecchini, 69 70 2003). imitarne l’esatta espressione comportamentale. Esistono poi altri comportamenti competenti non consapevoli dei genitori come l’imitazione non intenzionale del I genitori competenti bambino, l’impegnare il bambino in un contatto visivo, l’accompagnare con parole Così come accade per le competenze del neonato, anche le competenze dei genitori sono l’attività del bambino, l’utilizzare procedure standardizzate e modelli verbali specifici spesso disconosciute e negate, in realtà anche la madre ed il padre sono in possesso di per segnare i diversi momenti della giornata, la regolazione delle interazioni con un un vasto repertorio che consente loro di relazionarsi al loro neonato in modo chiacchiericcio in cui si fanno le domande e si danno le risposte, l’uso soprattutto degli competente, probabilmente nel miglior modo possibile. aspetti prosodici del linguaggio senza essere consapevoli del potenziale didattico e La madre sviluppa un orientamento selettivo verso il proprio neonato, caratterizzato l’utilizzo del motherese (un particolare tipo di linguaggio caratterizzato da tono, dall’attivazione dei comportamenti parentali e dalla predisposizione ad apprendere. scansione temporale e prosodia costanti, ripetizione, utilizzo di sillabe e di parole Questo stato viene determinato nella madre, così come nel neonato, dalle modificazioni semplici). che hanno avuto luogo durante gravidanza e durante il parto (Braibanti, 1993). Durante i Quindi anche genitori sono estremamente competenti, proprio come i loro neonati…ma nove mesi di gravidanza la madre slitta verso modalità sensoriali più primitive (maggior quali sono i fattori che sostengono lo sviluppo pieno di queste competenze o che importanza del gusto, del tatto e dell’olfatto), verso una percezione del tempo più viceversa possono impedirlo? dilatata, quasi sospesa, verso un approfondimento della vita onirica, con sogni più vividi Le competenze e le capacità di adattamento del bambino, della madre e del padre sono, che segnalano contemporaneamente una più intensa elaborazione psichica e che contemporaneamente significative, importanti, ma anche delicate ed esposte ad alcune avvicinano la distribuzione degli stati materni a quelli fetali. Al termine della difficoltà. Il pieno sviluppo delle competenze del neonato è legato inevitabilmente alla gravidanza, quindi, la madre assomiglia psicofisiologicamente al neonato, è possibilità che anche le competenze genitoriali possano svilupparsi completamente. specificatamente recettiva alle stimolazioni infantili ed è predisposta ad “apprendere”. Le principali difficoltà che possono bloccare lo sviluppo delle competenze genitoriali E’ stata inoltr e riconosciuta l’esistenza della preoccupazione materna primaria sono probabilmente riconducibili ai tre livelli del paradigma bio-psico-sociale, quindi (Winnicott, 1956) cioè la capacità della madre, di sperimentare verso il proprio bambino possono essere legate a fattori organici (come malattie materne, paterne, un amore autentico caratterizzato da azioni semplici, continue e personali che intossicazioni…) a fattori psicologici (legati alla esperienza dei genitori nel corso della garantiscono al neonato un ambiente emozionale semplificato. loro vita) e a fattori sociali. Al padre oltre al riconoscimento tradizionale della fondamentale competenza a Attualmente è decisamente in aumento la diffusione attraverso siti web, riviste dedicate sostenere la madre, vengono riconosciute dalla letteratura anche alcune competenze a neogenitori e programmi di divulgazione scientifica della rappresentazione del specifiche, come l’assorbimento presentato dal padre nei confronti del figlio, (parallelo, neonato competente, tuttavia questa diffusione non sembra sufficiente a determinare la ma non identico alla preoccupazione materna primaria) o il coinvolgimento attivo nel trasformazione della rappresentazione sociale (Moscovici, 1976; Farr e Moscovici, gioco con una modalità specifica, più eccitante di quella materna. 1984) che ancora rimane legata al neonato semplificato inesistente. Perché? Una recente Esistono poi competenze sia della madre che del padre, sono essenzialmente ricerca, condotta presso l’Università di Bergamo, ha tentato di affrontare questo tema e competenze legate allo sviluppo della comunicazione con il neonato. Come la crediamo che sia utile darne brevemente conto. sintonizzazione degli affetti basilare per la formazione del Sé del neonato, per l’uso dei simboli e per l’acquisizione del linguaggio, che consiste nell’esecuzione di comportamenti che esprimono la qualità di un sentimento condiviso, senza tuttavia 71 72 La rappresentazione sociale delle competenze neonati dai giornali e dagli specialisti, parole che non fanno altro che assecondare nuovi dubbi i (Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la diffusione della rappresentazione generare nuove incertezze. sociale della competenze neonatali e infantili non è affatto una garanzia sufficiente di Un’analisi condotta sui testi di alcune riviste comunemente consultate dalle donne promozione di una relazione sana e serena tra genitori e bambini. Il modo, infatti, in cui durante la gravidanza e nella fase successiva al parto ha confermato ciò. Nei contenuti si sta costruendo questo costrutto collettivo è fortemente ancorato ad un senso di proposti dagli articoli infatti, è stato possibile individuare una duplice tendenza: da un espropriazione e a costrutti normativi della maternità che inducono ulteriore lato queste riviste risultano essere interpreti delle mutate tendenze avvenute a livello disorientamento e incertezza nella “mente e nelle parole” dei genitori. teorico a cui prima abbiamo fatto riferimento e quindi sono attente a quell’idea di L’insorgere di un corpo teorico innovativo che modifica la rappresentazione teoretica di bambino e di genitore competenti, ma nel contempo promuovono una linea di diffusione un fenomeno non sempre e non necessariamente evolve di pari passo con le finalizzata alla notiziabilità (Luhmann, 1996). Le riviste infatti tendono a divulgare rappresentazioni esperite dal senso comune, non sempre infatti questi mutamenti teorici informazioni privilegiando la categoria del “sorprendente”. Tutto appare semplificato, penetrano e modificano le rappresentazioni proprie del senso comune. ogni problema inerente la cura e l’educazione del piccolo trova, all’interno degli L’esperienza della maternità, come si è visto, si trova oggi a convivere con dinamiche e articoli, facili ed immediate soluzioni. Una semplificazione questa che sorprende la mutamenti complessi e problematici.) madre, in quanto è ben lontana dalla reale situazione esperita dalla neomamma la quale Una struttura familiare sempre più flessibile e soggetta a continui mutamenti determina si trova invece a dover far fronte a dinamiche decisamente più complesse e tutt’altro che la ridefinizione di ruoli e pratiche educative. Spesso l’essere genitori e in particolare il semplificate. divenire madre, viene privato di quell’intimo legame intergenerazionale capace di da re Dall’analisi effettuata si può affermare come, quella proposta dai giornali, sia alla madre sicurezze e conferme attingendo direttamente dall’esperienza. Un tempo l’immagine di un bambino sostanzialmente competente, che agisce, interagisce ed è infatti l’esperienza diretta veniva considerata come generatrice di certezze e anche in grado di influenzare i comportamenti delle persone a lui circostanti. conoscenze, l’abitudinario era visto come strumento di continuità di pratiche educative e Un’immagine am pia che non si limita a cogliere soltanto alcuni degli aspetti dello la madre poteva trarre sicurezza da queste ultime. La situazione attuale pone invece la sviluppo del bambino, ma che considera tale sviluppo come un insieme complesso, fatto madre di fronte alla necessità di dover coniugare fonti d’informazione diverse e spesso di componenti biologiche, psicologiche e relazionali. Ad agire non è solamente la dissonanti tra loro e la colloca all’interno di quel processo di medicalizzazione oramai madre, ma sono entrambe i partner della relazione: madre e figlio insieme. Un’idea, dilagante che promuove l’idealizzazione di un sapere specialistico. Come abbiamo quella proposta, tutt’altro che semplificata di bambino dove quindi si può leggere un osservato in precedenza, tutto viene medicalizzato: il bambino, il dolore, il parto, le riconoscimento e una presa di coscienza delle mutate tendenze in atto nelle riflessioni stesse competenze sono espropriate della loro natura relazionale, cioè del loro nascere teoriche sul bambino e sulle sua capacità. Come già anticipato, nel proporre questi all’interno della semplice, ma grandiosa relazione tra una madre e il suo piccolo. Si contenuti l’attenzione si concentra generalmente su ciò che la madre non è in grado di verifica quello che Moscovici aveva definito come disancoraggio. Il riconoscimento fare, su quello che deve imparare a fare attingendo dai saperi offerti dalle stesse riviste. della competenza infatti perde il suo nascere dalla e nella relazione. La madre anziché Queste forme di comunicazione mediatiche, probabilmente, non hanno di certo un procedere nel riconoscersi competente e nell’attingere da quello che di più naturale è in effetto rassicurante sulle madri ma, al contrario, alimentano un senso di inadeguatezza, lei, sente la necessità di continue conferme, di sostegni esterni, di saperi specialistici. di incertezza e di distanza. Il destinatario delle riviste è infatti una donna, da poco L’ingenerarsi di ciò la rende vulnerabile e la pone in balia del le parole autorevoli diffuse madre, che si trova a gestire una situazione del tutto nuova, una donna alla ricerca di conferme e di rassicurazioni. Come afferma Winnicott 73 74 “I genitori apprezzano soprattutto chi offre loro una spiegazione dei problemi che attestare il riconoscimento di un bambino attivo e competente, talora invece a stanno affrontando, consentendo loro di diventare più consapevoli delle cose che, ridimensionare il ruolo di quest’ultimo riducendolo ad organismo biologico avente solitamente, già fanno d’intuito. Non si sentono tranquilli se sono lasciati ai loro dubbi, bisogni che devono essere soddisfatti.) ossia in balia di tutto ciò che piomba loro addosso nei momenti critici, inaspettatamente, Al bambino vengono riconosciute competenze e sfere d’azione che trascendono quando non si ha il tempo di riflettere. Magari quei genitori hanno dato al bambino uno l’ambito prettamente fisiologico, ma che, sebbene annoverate, vengono solitamente schiaffo, un bacio un abbraccio, oppure gli hanno sorriso. E’ stato sicuramente giusto poste in secondo piano. Nel riconoscere lo stato di benessere dei bambini risulta così, non si poteva fare di meglio. Nessuno avrebbe potuto dire loro che altro fare in indubbio il riferimento alla sfera dei bisogni vitali del bambino quali la fame, il sonno, quelle circostanze, poiché realisticamente non potevano essere previste. In seguito, lo stato di salute?, l’essere pulito. All’interno delle risposte non sono tuttavia estromessi tuttavia, i genitori tornano a discuterne, si meravigliano e spesso non si rendono ben i bisogni prettamente emotivi e sociali che il bambino ha. Questi bisogni però, oltre ad conto di che cosa sia successo e, alla fin fine, si rendono confusi riguardo alla natura essere generalmente menzionati dopo quelli di carattere fisiologico e ad avere una stessa del problema. A questo punto tendono a sentirsi in colpa e sono pronti a dare frequenza inferiore rispetto a questi ultimi, risultano anche meno declinati e quindi ascolto a chiunque parli con autorevolezza o dia loro ordini” (Winnicott, 1993) meno specifici. Lo stato di benessere o di malessere del piccolo viene generalmente Questo non fa altro che ispessire ed accentuare il senso di solitudine, di incapacità, di legato al venire meno di condizioni in grado di soddisfare i bisogni primari e fisiologici inadeguatezza e di abbandono della madre. La competenza materna finisce con l’essere di quest’ultimo. rappresentata come obiettivo di onnipotenza che, scontrandosi con la realtà concreta Il suo saper fare è legato soprattutto alla deambulazione, all’alimentazione e alle vissuta dalla madre, non fa altro che incrementare il suo sentirsi inadeguata e quindi espressioni gestuali. In particolar modo, nell’elenco di ciò che il bambino non sa fa re, altera il riconoscimento delle sue competenze e di quelle del suo piccolo. compare prioritaria l’incapacità del piccolo di muoversi, di nutrirsi da solo, di vivere Questo senso di inadeguatezza, questa falsa percezione di sé, questo bisogno di affidarsi autonomamente, sottintendendo quindi una sorta di dipendenza del piccolo dalla madre. a saperi specialistici si riflette su quella che Stern definisce la costellazione materna In modo complementare (A conferma di ciò, alla domanda relativa alla definizione di (Stern, 1995) . Una madre che sperimenta e vive questo senso di inadeguatezza, troverà cosa è la mamma per il bambino,) emerge l’idea di una madre che è tutto per il difficoltà nell’affrontare ad esempio il tema della crescita del proprio piccolo. Il bambino, che costituisce il suo unico punto di riferimento e che soprattutto si identifica percepirsi più o meno competente di fronte alla responsabilità di far crescere il proprio per il suo essere fonte di nutrimento. Una tale definizione lascia ben poco spazio a bambino può modificare e influire sulle rappresentazioni che essa ha del suo piccolo, competenze riscontrabili nel bambino è delinea più un rapporto di dipendenza tanto che le sue attenzioni si concentreranno soprattutto e prioritariamente sul fisiologica del piccolo dalla madre. Inoltre nel descrivere quando e come il bambino è in soddisfacimento dei bisogni fisiologici di quest’ultimo. grado di influenzare il comportamento della madre, si fa riferimento esclusivamente alle Per comprendere meglio questo processo, è stato somministrato ad un gruppo di madri situazioni nelle quali il bambino piange, non sta bene, ha bisogno di essere allattato…Le un questionario. Il questionario aveva come finalità quella di sondare se nelle parole capacità interattive del bambino, il suo essere in grado di influenzare il comportamento scritte dalle madri emergesse il riconoscimento delle competenze del bambino e quindi altrui sembrano essere ingenerate quasi esclusivamente da una situazione di malessere o fosse presente l’idea di bambino competente. Dall’analisi delle risposte emergono mancanza. alcuni dati molto interessanti, che danno adito a riflessioni significative sulle Possiamo dire che quella tracciata nei questionari è sostanzialmente un’immagine di rappresentazioni che le madri hanno dei loro bambini. (Premetto già come l’idea che bambino, che in primo luogo, risulta essere dipendente e biologico più che competente. progressivamente si delineerà prevede alcuni aspetti molto ambivalenti, tesi talora ad 75 76 (Con ciò non vogliamo oscurare le competenze riconosciute al bambino che più o meno aspettative che le giovani mamme hanno nei confronti di questi corsi; Francesca, esplicitamente emergono dai questionari, ma semplicemente attribuire loro un ruolo di parlando di essi dirà: “mi servirà, mi dicono come andranno le cose…” in realtà il più second’ordine rispetti agli aspetti fisiologici della crescita del piccolo.) Il bambino delle volte queste aspettative sono violate e non sono soddisfatte. Spesso le mamme delineato è quindi un essere che, soprattutto nei suoi primi mesi di vita, si trova in un fanno riferimento ai limiti, alla dimensione prettamente teorica dei corsi, e al divario rapporto di forte dipendenza e che in primo luogo necessita di risposte capaci di constatato direttamente tra teoria e pratica La cosa che forse desta maggior interesse e sopperire ai suoi più impellenti bisogni vitali. Il crearsi di questa rappresentazione da che risulta “ …una cosa abbastanza condivisa è la poca attenzione al prepararti dopo il parte della madre ha anche implicazioni sulla creazione di quella che Stern definisce parto…” (Rosaria, II intervista, righe 337). Quindi vi sono evidenti critiche non tanto relazionalità primaria, cioè sulle forme di relazione che occupano i primi mesi e che nei contenuti affrontati, quanto nel loro limitarsi ad un numero di tematiche ridotto. prevedono lo stabilirsi dei legami umani d’attaccamento, di sicurezza, d’affetto. Altro aspetto interessante è l’idea di parto che viene proposta all’interno di questi corsi, Difficilmente infatti si potrà parlare di relazione madre bambino improntata sulla Marta ricorda che il parto le è stato descritto “…come un’esperienza traumatica, reciprocità dei partner interattivi riconoscendo quindi al bambino un ruolo attivo e dolorosa…” e a quelle parole la sua reazione è stata “..ma sarà veramente così doloroso? partecipe. (Marta, I intervista, righe 50) Al fine di giungere ad ulteriori chiarificazioni in merito al mondo delle rappresentazioni Sulla naturale rappresentazione che la madre costruisce di sé e quindi su tutto quel materne, ci si è avvalsi dei racconti di nove mamme alle prese con la loro prima complesso di modificazioni che Daniel Stern definisce costellazione materna (Stern, gravidanza. Passare attraverso i vissuti, le paure e le preoccupazioni di una donna da 1995), agiscono i contenuti trasmessi all’interno di questi corsi, ma non solo. Come già poco diventata madre permette di fare luce sui contesti, le dinamiche, i luoghi e i non- detto, fattori altrettanto incidenti, sono le riviste e i libri consultati durante il periodo luoghi della maternità che spesso inducono la madre a creare una falsa rappresentazione della gravidanza. In merito all’utilità di questi ultimi, vi sono diversi pareri: tutte le di sé. Inoltre il rappresentarsi come inadeguata, incompetente e sola, può indurla a mamme raccontano di aver letto riviste o libri sebbene diversi siano stati i giudizi sviluppare un’analoga rappresentazione del proprio bambino, una rappresentazione che attribuiti a queste letture. C’è chi parla di strumenti pe r far passare il tempo di attesa e privilegerà il riconoscimento della dipendenza più che della competenza. chi li definisce come elementi che ingenerano ulteriori dubbi, perplessità e incertezze Dall’analisi mediante i processi di codifica propri della Grounded Theory (Glaser e “…a me era capitato di leggere dei libri…questa cosa mi metteva ancora più Strauss, 1967; Strauss e Corbin, 1990; Cicognani, 2002; Cicognani in Mazzara, 2002), angoscia…” (Francesca, II intervista, righe 266,269). Oppu re Veronica si sente confusa emergono alcuni quadri di rappresentazione di sé che vale la pena di prendere dai messaggi contrastanti offerti dai diversi articoli tanto da giungere ad affermare. “… brevemente in considerazione son tutte cose che ti riempiono la testa, ma che alla fine è meglio non leggere…” Le Rappresentazioni di sé sono soggette a modificazioni durante il periodo della (Veronica, II intervista, riga 288). gravidanza, del parto e della fase successiva. Infatti la maggior parte delle donne Oltre a ciò, non dobbiamo dimenticare il ruolo importante che rivestono i modelli di intervistate descrive (salvo nei casi in cui si sono verificate complicazioni) il periodo riferimento contemplati all’interno del proprio ambito famigliare o della cerchia delle dell’attesa e quindi quello della gravidanza attraverso emozioni positive. amicizie. Il sapere di esperienze vissute da altri costituisce un fattore rassicurante per la Emerge quindi uno stato di benessere alimentato dalle gioie dell’attesa. In questo futura mamma. Possiamo dunque dire che la rappresentazione sviluppata dalla madre scenario si collocano anche una serie di elementi esterni che esercitano un’azione non durante la gravidanza, è una rappresentazione tutto sommato di una mamma indifferente sulla creazione delle rappresentazioni della mamma, come ad esempio i competente, che vive naturalmente la propria gravidanza, senza troppe preoccupazioni e corsi pre parto che tutte le mamme intervistate, hanno frequentato. Molte sono le 77 78 paure. Questa naturalità talvolta è turbata e messa in discussione dall’esperienza che le ordine pratico, sul cosa fare quando il piccolo piange, sulle difficoltà dell’allattamento, donne fanno con i media e durante i corsi pre parto. o sulle difficoltà legate alla cura del piccolo L’esperienza del parto è stata raccontata alle mamme centrando l’attenzione sul dolore Ci si può soffermare sulle strategie messe in atto dalle mamme per far fronte a questa di quei momenti, dolore vissuto attimo per attimo e dove la percezione della dimensione percezione della propria inadeguatezza. temporale viene alterata tanto da avere una dilatazione temporale. Le parole di Rosaria Nella maggior parte dei casi, le mamme sebbene si siano sentite inadeguate, raccontano sono esemplificative di ciò “…sembrava non arrivasse mai la fine, che fosse di aver avuto la fortuna di non essersi sentite sole. L’ambiente fa migliare, i legami lunghissimo che stessi soffrendo tantissimo” (Ro saria, II intervista, righe146,147) affettivi, l’esperienza diretta degli altri a loro vicini, funge da elemento riparatore di Durante queste fasi il desiderio che tutto finisca è presente nelle mamme queste situazioni di crisi e di inadeguatezza. È il caso ad esempio di Francesca che “…pensavo…ancora un attimo, un po’ di pazienza, adesso è finita…”(Marta, I descrive il suo sentirsi inadeguata, ma non sola: intervista, riga 12). Il racconto del dolore del parto scivola poi subito sulla gioia e Francesca: inadeguata sì, da sola grazie a Dio no, perché vabè io non avevo sorelle ero incredulità data dal primo incontro con il proprio piccolo; la stessa Marta descriverà abbastanza vicino a lei(Rosaria). Ma mia mamma non mi ha mai lasciato. Devo dire che questo momento così “magico” con “…pianto, pianto, un’incredulità, una tenerezza… mia mamma in quei mesi è stata… tenere in mano quel frugoletto…bellissimo”(righe14,15). Emozioni e ric ordi che Veronica: una mamma rimangono, nelle menti delle mamme, più vivi del dolore provato in quei momenti. Ma Francesca: sì, sia per l’allattamento che non è stato facile e se ho allattato io lo devo a la fase più interessante per indagare le rappresentazione che la madre sviluppa di sé e lei. (Francesca, II intervista, righe 276-281) quindi di riflesso del suo bambino, è quella relativa alla fase successiva al parto. È importante riflettere sulla figura dalla madre della neo madre, la quale riveste un ruolo La rappresentazione di sé, che la maggior parte delle donne intervistate sviluppa nella fondamentale in quella che Stern (1995) definisce la Trilogia materna. Infatti con la fase successiva al parto,è caratterizzata da sentimenti di inadeguatezza, di mancata nascita del piccolo si viene a creare una nuova triade psichica che prevede madre della fiducia in sé stesse e di impotenza di fronte a situazioni nuove, non preventivate. Il madre, madre e bambino. Gli interessi della neo mamma sono infatti rivolti a sua madre bambino ideale che occupava i loro pensieri nella fase della gravidanza, lascia spazio ad in quanto madre di lei bambina e ciò è stato più volte confermato dalle parole delle un bambino reale, un bambino che soprattutto nei primi mesi di vita, ha innumerevoli mamme intervistate, le quali fanno spesso riferimento all’aiuto e al ruolo rivestito dalla bisogni ed esigenze. Questa inadeguatezza è esperita dalle donne con diverse sfumature: propria madre soprattutto nel periodo successivo al parto. La propria madre spesso Rosaria descrive questa fase come densa di “…tensioni e preoccupazioni, perché in sopperisce a quel bisogno di conferme e di fiducia in se stesse di cui le neo mamme effetti, superato quel momento, specialmente quando arrivi a casa, ti trovi un po’ sola, hanno bisogno. abbandonata, inesperta impreparata…ti porta ad essere molto sen sibile, a cadere in Anche la vicinanza degli altri (marito, amici…) costituisce un fattore determinante per effetti righe far fronte alle situazioni destabilizzanti che fanno seguito al parto. La risposta 157,158.166,167). Francesca confermerà quanto sostenuto dall’amica Rosaria all’inadeguatezza sembra essere l’appello alla naturalità, all’esperienza diretta, ai descrivendo quella situazione di fragilità sperimentata dopo il parto “…mi sono racconti fatti dagli altri “significativi” le cui parole risultano più efficaci e penetranti di ritrovata in lei…quando diceva di questa difficoltà che si incontra dopo il parto…c’è un quelle fornite da specialisti e riviste. Paradossalmente anche le parole di Marta, momento di crollo generale e ti senti di una fragilità tale, quasi da dire sono impotente, educatrice e mamma, la quale sostiene di non aver percepito questo senso di non riesco ad affrontare la realtà di questo bambino…” (Francesca, II intervista ri ghe inadeguatezza, giunge come conferma a quanto sopra esposto. Ella infatti ha impedito 224,225 e 229-231). Altre mamme concentrano le loro inadeguatezze più su questioni di che questo senso d’inadeguatezza avesse modo di insinuarsi nella sua esperienza di 79 80 in qualche momento di depressione…”(Rosaria, II intervista, madre, attingendo dalla sua diretta e quotidiana esperienza con i piccoli bimbi dell’asilo precedente indica come la rete sociale, i media ed i professionisti che accompagnano la nido Oibò presso il quale lavora. È attingendo da questo patrimonio personale che nascita possono influenzare il tipo di rappresentazioni che le madri (ed è possibile Marta, alla domanda: hai provato un senso d’inadeguatezza dopo il parto, risponderà: ipotizzare un’influenza anche sulle rappresentazioni paterne) hanno delle competenze “no, ti spiego, perché io lavoro con i bim bi” (Marta,I intervista, riga 81 ). loro e dei loro neonati. Concordiamo pienamente con Leboyer (1974) quando dice che È spesso questo senso di inadeguatezza, non opportunamente ridimensionato, la prima cosa che dobbiamo imparare quando ci relazioniamo con la nascita è non supportato e relativizzato, che si annida nei pensieri di una mamma ad indurla a intervenire, misconoscere le proprie competenze e a soffermarsi prioritariamente sui bisogni accompagnamento possibile che può essere esercitato dalle figure professionali che fisiologici del piccolo più che sulle sue competenze. lavorano a contatto con il processo dell’endogestazione/parto/esogestazione è quello La mancanza di un sostegno valido e reale, l’assenza di confronto, il venir meno di legato al riconoscere, rispettare, confermare e sostenere le naturali competenze dei quella che Stern (1995) definisce la “matrice di supporto”, vale a dire la presenza di altri protagonisti di questo percorso. Per quel che riguarda l’esogestazione riportiamo alcune significativi che sostengano la mamma, l’appoggino, la valorizzino, l’apprezzino, la possibilità di intervento in questa direzione. aspettare, rallentare il tempo, perciò pensiamo che l’unico consiglino, l’assenza quindi di una rete protettiva e benevola, pongono la mamma in balia di queste forze che alterano il suo percepirsi competente. L’allattamento materno Questo bisogno di conferme, di scambio, di incontro, sentito dalla mamma, affinché il L’OMS sottolinea ripetutamente l’importanza dell’allattamento materno esclusivo a suo, forse in parte, naturale sentirsi inizialmente incompetente non sia rafforzato e richiesta per almeno i primi 6 mesi di vita. Con il termine allattamento materno patologizzato dal sentirsi anche sola, necessità di risposte adeguate. esclusivo è intesa un’alimentazione costituita da solo latte materno, senza aggiunta di Sembra importante creare una rete di supporto alla maternità e alla genitorialità che latte di formula o liquidi in genere, benché sia concesso l’utilizzo di vitamine, minerali abbia come finalità non tanto e non solo quella di fornire conoscenza, ma che proceda e/o medicine. Attualmente si raccomanda la prosecuzione dell’allattamento al seno nel riconoscere, confermare, sostenere le competenze già insite nella madre e nel suo anche dopo il divezzamento e, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, fino al secondo piccolo. Spesso le neomamme hanno semplicemente bisogno di qualcuno che sappia anno di vita o fino a che la mamma e/o il bambino stesso lo desiderino. donare loro un gesto d’approvazione al loro agire, una parola di conferma che sia da Le caratteristiche del latte di donna sono peculiari: infatti varia in composizione risposta ai loro dubbi e, come dice Rosaria, di “…una mano solo per dirmi stai secondo l’età gestazionale del neonato, il momento della giornata, durante la stessa tranquilla se piange, o prendilo su, lascialo giù, non ti agitare…” . poppata e nel corso complessivo dell’allatta mento, fornendo ad ogni singolo neonato un Un sostegno, un incoraggiamento, delle conferme…potrebbero fungere da elementi latte che risponde quanto più possibile alle sue esigenze. Il suo contenuto proteico è tale riparatori ed evitare l’ingenerarsi di quelle forme di depressione che tante volte da rispondere per qualità e quantità alle esigenze metaboliche del neonato. Contiene colpiscono le donne dopo il parto. lattosio, con il molteplice ruolo nella protezione verso le infezioni, particolarmente La madre probabilmente ha solo bisogno si essere rassicurata in ciò che, in maniera del gastrointestinali, e nel fornire energia e substrati per lo sviluppo cerebrale e grassi tutto naturale e competente, sa già fare. facilmente digeribili e assorbibili. E’ relativamente povero di minerali che il rene immaturo del neonato farebbe fatica a smaltire. Ha un contenuto ottimale di vitamine Lo sguardo di Igea allo sviluppo delle competenze (ad eccezione della vitamina K) e di fattori di crescita capaci di stimolare la maturazione Quanto detto fino a questo punto indica chiaramente come i protagonisti della nascita del sistema nervoso centrale e dell’intestino del lattante. siano portatori di importanti competenze. Inoltre, la ricerca riportata nel paragrafo 81 82 Sono ormai numerose le ricerche sperimentali ed epidemiologiche che documentano Dimissione precoce, protetta e rooming-in 93,50% vantaggi a breve, medio e lungo termine dell’allattamento al seno. Il latte materno ha Tabella 1. Effetti della modalità di dimissione sulla frequenza di allattamento materno 80,70% 69,30% effetti favorevoli sulla crescita del bambino e nella prevenzione di: malattie atopiche, alla dimissione, al primo e al terzo mese obesità e malattie cardiovascolari, diabete mellito, malattia celiaca, rettocolite ulcerosa, Morbo di Crohn e neoplasie, in particolar modo quelle linfatiche. Ha inoltre un ruolo Alcuni studi hanno focalizzato l’attenzione sulla relazione tra le modalità di accoglienza primario nello sviluppo dell’immunocompetenza e nella prevenzione delle infezioni perinatale e la durata dell’allattamento materno. Uno dei punti su cui si sta discutendo è degli apparati respiratorio, urinario e gastro-enterico. In particolare si segnala l’effetto se la dimissione precoce, introdotta prevalentemente per ragioni economiche, possa protettivo del latte di donna nei confronti dell’enterocolite necrotizzante nel neonato rappresentare un danno per la prosecuzione dell’allattamento La letteratura in proposito pretermine. Molto ben documentato è anche il vantaggio psicologico derivante al è particolarmente controversa. La maggior parte dei lavori focalizza l’attenzione sulla bambino dall’allattamento materno, inoltr e è stata evidenziata una relazione precocità della dimissione e segnala, in maggioranza, un effetto positivo di questa dell’allattamento con lo sviluppo cognitivo, misurato mediante le scale Bayley, con lo sull’allattamento. sviluppo del linguaggio infantile, con la minor incidenza di disturbi dell’apprendimento. In una ricerca condotta presso la Clinica Pediatrica dell’Università di Parma (Braibanti, Negli ultimi decenni, anche in Italia, si è assistito ad una ripresa dell’allattamento S., 2002, Bussolati et al. 2003) evidenzia che la riduzione della degenza ospedaliera non materno, soprattutto nelle prime settimane di vita del bambino e alla dimissione. Resta comporterebbe percentuali di allattamento inferiori rispetto a una dimissione più tardiva tuttavia molto alto il tasso di interruzione, in particolare nel II-III mese di vita del (tab. 1). Per quanto riguarda il solo rooming-in, esso non sembra determinare un bambino. incremento significativo dei tassi di allattamento se svolto in modo parziale. Il rooming- Spesso l’interruzione prec oce dell’allattamento ha a monte, ad esempio: in - un atteggiamento non sempre coerente lungo l’intero itinerario di parziale non appare modificare significativamente nemmeno la durata dell’allattamento materno esclusivo né la durata complessiva dell’allattamento al seno. accompagnamento della gravidanza, del puerperio del periodo neonatale La dimissione precoce protetta favorisce al contrario un più elevato tasso di allattamento - –materno esclusivo e misto– nei periodi dimissione, 1°, 3°, 6° mese di vita del bambino. la sfiducia di essere “sufficiente” ed “adeguata” alle necessità ali mentari del bambino In accordo con la letteratura, tale tendenza potrebbe verosimilmente anche essere - la credenza di non avere latte che alimenta la paura di “danneggiare” il bambino riconducibile alle politiche di promozione dell’allattamento, sempre più presenti negli - pratiche scorrette di allattamento durante le prime fasi di allattamento, acutizzate ultimi anni. Il successo dell’allattamento al seno è infatti influenzato in modo positivo dalla dimissione precoce (non protetta) e dalla solitudine durante la “montata lattea” dalla partecipazione della madre ai corsi di preparazione al parto, mentre al contrario La solitudine amplifica la difficoltà di interpretare il comportamento e i bisogni del l’utilizzo del succhiotto riduce il tasso di allattamento al seno e la sua durata bambino, di leggere contemporaneamente in modo adeguato gli stessi bisogni materni e complessiva. di coppia I dati contribuiscono a chiarire la differenza tra l’effetto attribuibile alla sola dimissione precoce, rispetto a quello della dimissione appropriata. Si può infatti notare come la dimissione 1° mese Dimissione tradizionale 3° mese 85,90% riduzione della durata della degenza ospedaliera comporti un calo delle percentuali di 75,40% 57,90% Dimissione precoce 80,80% 73,10% 57,70% Dimissione precoce e rooming-in 85,50% 65,50% 83 allattamento. L’introduzione del solo rooming -in non riesce ad arginare la riduzione dei tassi di 53,70% allattamento portati dalla dimissione precoce. Qualora invece al rooming-in e alla 84 dimissione precoce siano affiancate appropriate misure di accompagnamento e di delle regolazioni comportamentali del neonato (Braibanti, P, Panichi, L., Bertini, M., follow-up, sia in reparto, sia a domicilio e in cui venga generalizzata la pratica della 1994). In questa fase particolarmente significativa potrebbe essere molto importante preparazione al parto, i tassi di allattamento al seno subiscono un netto miglioramento. fornire alle madri e ai padri l’opportunità di una conoscenza delle attitudini relazionali e In conclusione si può affermare che il sistema di promozione più idoneo ad incentivare delle competenze neonatali. In questa direzione un intervento per la prevenzione dei l’avvio e la prosecuzione dell’allattamento materno è quello di inserire la madre in un disturbi dell’attaccamento in neonati pretermi ne (Cecchini M., Cataudella S., Langher percorso di sostegno che parte dagli incontri preparto, passa dal rooming-in e prosegue V., 2002) ha utilizzato una modalità volta a favorire l’osservazione ed il riconoscimento con adeguate misure di accompagnamento alla genitorialità e allo sviluppo del bambino delle competenze del neonato da parte dei genitori e a favorire alcuni comportamenti di nei primi mesi di vita. Sostenere l’allattamento materno, insomma, rinvia in modo “risposta”, ritenuti adeguati, da part e dei genitori (come ad es. imitazione dei movimenti consistente alle più generali condizioni di accoglienza, coerenza e sostegno delle risorse della bocca del neonato). Presi nel loro complesso questi dati suggeriscono ancora una materne che devono caratterizzare l’intera esperienza della gravidanza, del puerperio, volta che un’accoglienza attenta e competente, “senza violenza”, alla nascita della nascita e delle relazioni padre-madre-bambino nel primo anno di vita rappresenta un momento importante in grado di caratterizzare l'esperienza della madre, del padre e dello stesso neonato, inserito in un percorso che deve però essere Favorire, attraverso il contatto precoce, lo sviluppo delle autoregolazioni considerato unitario e inscindibile, dall'endogestazione all'esogestazione. La sua Come hanno mostrato numerosi studi (Klaus, et al. 1972; Greenberg et al., 1973; Klaus "efficacia" nella promozione non solo del benessere immediato del bambino, ma anche e Kennell, 1982) il tempo trascorso dalla madre col neonato è critico nel favorire del suo successivo sviluppo è proprio correlata in gran parte al tipo di legame che in l'attaccamento e lo stabilirsi della comu nicazione immediate tra madre e bambino e questo percorso si stabilisce e si consolida tra i protagonisti diretti della nascita. Cercare sembra avere effetti positivi a lungo termine sull'atteggiamento materno e sulla di irrigidire tutto questo in una tecnica è impossibile e sbagliato e il compito competenza, la quantità e la qualità delle cure parentali. Da alcune ricerche risulta che a dell'operatore si riduce a prestare attenzione perché nulla, nel proprio lavoro tre mesi anche il bambino mantiene una maggiore capacità di rispondere agli stimoli assistenziale, possa compromettere la forze naturale con cui questi legami fanno la loro sociali e appare meno soggetto a crisi di pianto. comparsa sullo scenario di una nuova vita. (La relazione precoce e prolungata tra madre e neonato ha sicuramente effetti positivi e di lungo periodo nelle madri ad alto rischio (O'Connor, 1982), a confermadel fatto che Le life skills per i neonati e i genitori la cosiddetta umanizzazione dell'ostetricia e della perinatologia, anziché essere Quanto detto fin qui, mostra che non ci si può occupare dei luoghi, senza occuparsi confinata ai casi normali e a basso rischio, ha un'indicazione specifica proprio laddove degli individui, né dei singoli senza tenere in considerazione le relazioni tra di loro e la le condizioni sono meno favorevoli ad una gravidanza, un parto e un modello di rete sociale, allo stesso modo non è auspicabile progettare percorsi separati per relazione madre-bambino positivi. E' in questi casi, infatti, che più difficilmente la l’endogestazione, il parto e l’esogestazione. E’ necessario relazionarsi al processo della natura può porre rimedio agli insulti e agli errori: nei casi normali la madre ed il nascita in modo sistemico, rispettandone l’ecologia e la complessità. bambino trovano, nella loro stessa relazione, le risorse per sopperire alla mancanza di Le competenze del bambino, della madre e del padre sono un patrimonio epigenetico, un contatto precoce; probabilmente ciò non può avvenire con altrettanta facilità nei casi dinamico e in crescita, non un’acquisizione innata e immodificabile. Per questo tali patologici o ad alto rischio, ed è allora che le condizioni di nascita e di accoglienza al competenze devono essere: bambino possono davvero risultare critiche ed irreversibili.???) Il contratto precoce tra · Riconosciute madre e bambino ha mostrato di influenzare le competenze materne nella facilitazione · Rispettate 85 86 · Confermate Alla base di tale azione promotiva vanno posti alcuni principi chiave, come ad esempio: · Sostenute · in ogni momento dell’accompagnamento della gestazione, del parto, della nascita e della cosiddetta “esogestazione” possedere · I protagonisti della nascita hanno bisogno di una RETE COMPETENTE in grado di · Confermare e sostenere le capacità di fronteggiare l’impegno della crescita e L’impor tanza nei processi di sviluppo del bambino dell’azione di incoraggiamento e consolidamento della fiducia di base · dello sviluppo · Valorizzazione delle potenzialità, risorse, capacità e abilità che il bambino mostra di Attenzione alle relazioni instaurate dal bambino con oggetti, bambini, educatori, genitori, partendo dal presupposto che gli interlocutori del bambino sono potenziali Offrire un supporto rispettoso ed attento alla soluzione dei problemi a cui la triade può andare in contro nei primi mesi di vita del bambino · Garantire un sostegno alla gestione della vita quotidiana, ove necessario · Sostenere l’autostima dei genitori e offrire loro un ad eguato supporto agenti di sviluppo · L’importanza di consolidare nei genitori i processi di fiducia in se stessi e nel proprio bambino · psicologico L’importanza di costruire rapporti di fiducia tra genitori ed educatori/operatori dei servizi e delle istituzioni per l’infanzia Esperienze internazionali e nazionali, come la “Lega per l’allattamento materno”, le · iniziative de “Il Melograno”, del Centro Nascita Montessori, delle Associazioni di Il rilievo che rivestono nello sviluppo del bambino i desideri, le paure e le aspettative e la speranza dei genitori donne e operatori (come Nascita Attiva), i “Percorsi nascita ” di alcune realtà italiane, i · Il valore dell’osservazione/attenzione alle attività per il bambino dispositivi legislativi di alcune Regioni, come l’Emilia -Romagna e le Marche (che · La flessibilità come caratteristica determinante per un corretto approccio educativo prevede tra l’altro anche ‘introduzione della Casa di Maternità come alternativa ai “non Costruzione di una rete di sostegno sociale sui temi della genitorialità e dello sviluppo luoghi della nascita”) mostrano come questo obiettivo possa essere perseguito mediante della prima infanzia – analisi degli stakeholders. L’integrazione dei diversi momenti il dispiegamento di un ventaglio di strumenti, di interventi, di occasioni di confronto e assistenziali e di supporto in uno scenario di continuità che riduca o annulli le cesure tra di scambio di esperienze. la gravidanza, il parto, il puerperio e i primi mesi di vita del neonato può essere Nell’ambito della Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute dell’Università perseguita con lo sviluppo di una rete territoriale volta a garantire un adeguato sostegno di Roma “La Sapienz a” e del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione sociale alla genitorialità e allo sviluppo della prima infanzia. Tale sforzo sarà sostenuto dell’Università di Bergamo, stiamo cercando di capire come queste riflessioni ed da un’analisi del contesto effettuata tramite l’a nalisi degli stakeholders, focus groups, esperienze possano facilitare lo sviluppo di un vero e proprio programma di Promozione interviste a testimoni privilegiati ed altri strumenti di analisi qualitativa che consentano delle life skills neonatali e della genitorialità, mediante un programma di ricerca-azione di delineare un profilo di comunità sui temi della genitorialità e dello sviluppo infantile. orientato ai seguenti obiettivi: Formazione di operatori sociali di base in grado di sostenere interventi Costruzione di percorsi di accompagnamento alla nascita, non circoscritti unicamente multidimensionali di promozione dello sviluppo e di sostegno alla genitorialità. Questa agli ultimi mesi di gravidanza secondo le linee indicate all’inizio del contributo (cfr. attività sarà destinata ad operatori (medici, psicologi, ostetriche, educatori, assistenti par. Lo sguardo di Igea ai luoghi dell’Endogestazione) sanitari, assistenti sociali) che nell’ambito del proprio ruolo istituzionale nei servizi Promozione di processi di self-empowerment e di sostegno multidimensionale alla sanitari, sociali ed educativi, sono chiamati ad accompagnare l’esperienza della genitorialità, con particolare riferimento all’individuazione e alla facilitazione delle gravidanza, del parto, dello sviluppo del bambino dalla nascita al terzo anno di vita. Il abilità personale e sociale della coppia genitoriale nelle prime fasi dello sviluppo modulo è orientato a favorire la costituzione di équipe territoriali multidimensionali 87 88 capaci di attivare progetti integrati di intervento di promozione della genitorialità e dello (Glaser e Strauss, 1967; Strauss e Corbin, 1990; Cicognani, 2002; Cicognani in sviluppo del bambino. I motivi generali, cui il modulo si ispirerà, sono quelli dettati da Mazzara, 2002), abbiamo incontrato per 3 volte un gruppo di genitori, neonati ed una concezione "positiva" di salute che tende a valorizzare le risorse esistenti più che a operatori, presso il consultorio di S. Nicolò, con l’obiettivo di far emergere le loro sottolineare gli errori. Seguendo strategie utilmente sperimentate in altri contesti, rappresentazioni sociali sui disturbi di sonno e valutare la possibilità che tale percorso le verranno forniti strumenti concreti per lo sviluppo delle cosiddette competenze potesse modificare. Dall’analisi delle trascrizioni degli incontri emerge che i genitori psicosociali (Life Skills), sia a livello personale sia a livello della coppia genitoriale o di considerano il disturbo di sonno uno tra i comportamenti caratteristici del loro neonato e gruppo. che sono attivi nella ricerca di “soluzioni”, ma non si percepiscono come esperti. Il Un punto di partenza: incontri con i genitori ed esplorazione di un nuovo ruolo gruppo offre un’occasione di confronto con le esperienze degli altri g enitori e con gli dell’operatore (psicologo, educatore) operatori, normalizzando la percezione del disturbo e avviando la modifica delle Le prime esperienze nate cercando di perseguire gli obiettivi indicati nel paragrafo rappresentazioni delle proprie competenze genitoriali. L’avvio di questo processo è precedente, sono state all’interno della Scuola di Specializzazione in Psicologia della facilitato dal clima di fiducia presente nel consultorio, clima sostenuto dallo psicologo Salute dell’Università di Roma “La Sapienza” e del Corso di Laurea in Scienze della salute. Il lavoro sembra rivolto più alla promozione delle life skills nel primo anno dell’Educazione dell’Università di Bergamo. Sono due lavori il cui scopo è stato quello di vita, che alla dis-regolazione degli Stati Comportamentali. di verificare la possibilità di offrire alla genitorialità percorsi di accompagnamento Il secondo tentativo si è inserito all’interno di uno studio sulla possibilità di all’interno dei servizi per l’infanzia ed un loro ampliamento a partire dalla gravidanza e cooperazione tra caregivers nel contesto dell’Asilo Nido e sull’influenza di tale magari anche prima. Entrambi i lavori sono lavori di ricerca perché concordiamo con la cooperazione sul miglioramento del clima e dell’ambiente di sviluppo del bambino considerazione di Stern (in Solano, 1999) secondo cui molto spesso un setting di ricerca all’interno del nido. A tal fine si sono incontrati per 3 volte genitori ed operatori di un può essere il più utile quando si voglia lavorare con genitori e neonati, perché il asilo nido (Pollicino) e di un nido in famiglia (Gli gnomi) di Bergamo. Anche in questo rapporto è più paritario, non si chiede alle persone di aver bisogno dell’esperto, anzi!, è caso è stata utilizzata la metodologia di ricerca della Grounded Theory e attraverso proprio l’esperto che ha bisogno di loro in qualità di esperti. l’analisi delle trascrizioni degli incontri effettuati si è giunti ad individuare come core (Inserire qui una sintesi dei lavori di Eleonora e Teresa (questo soprattutto sul, tema del category, ovvero come categoria centrale che condensa le principali dimensioni “gruppo sostenitore di emozioni”) e richia mare il lavoro di Maria Luisa – richiamare la dell’analisi delle interviste (Demazière, Dubar, 2000) quella del gruppo come proposta dell’accompagnamento della genitorialità nei servizi per l’infanzia a partire contenitore di emozioni. Di nuovo quindi genitori ed operatori individuano nel gruppo dalla gravidanza o anche prima.) un mezzo centrale una rete di sostegno a maglie larghe, che mentre abbraccia e conforta, Un primo tentativo di applicazione di questi presupposti è stato effettuato all’interno di libera e incoraggia l’autonomia (abbraccia e conforta, libera ed incoraggia). Inoltre uno studio volto ad approfondire l’effetto delle relazioni tra genitori e neonati sulla emerge una rappresentazione del gruppo come un luogo di cooperazione, di dialogo, di regolazione degli Stati Comportamentali. La regolazione degli Stati Comportamentali, promozione della comunicazione, di scambio, in cui è possibile ottenere forza e fiducia mediata dallo sviluppo del SNC e dalla relazione tra neonato e partner evolutivi, implica e raggiungere un equilibrio armonico. in modo rilevante le rappresentazioni sociali (Farr e Moscovici, 1984). Una dis- Entrambi i lavori ci portano ad identificare il gruppo composto da genitori e da operatori regolazione in genera determina il ricorso da parte dei genitori ad “esperti”, il cui come intervento si volge prevalentemente agli aspetti biologici e psicologici trascurando endogestazione/parto/esogestazione). uno dei luoghi centrali quelli sociali. Utilizzando la metodologia di ricerca qualitativa della Grounded Theory 89 90 della nascita (percorso Il confronto con un gruppo consente a genitori ed operatori di mettere in gioco le fosse divenuto consapevole di questi processi e fosse possibile rintracciare una domanda proprie rappresentazioni e di rendersi disponibili a modificarle, affinché questo sia di continuare ad incontrarsi, potrebbe essere utile prendere in esame la possibilità di possibile è necessario che le persone che partecipano possano provare fiducia nel trasformarlo in un gruppo indipendente dalla figura professionale che le ha dato gruppo. L’acquisizione della fiducia è considerata essenziale per lo sviluppo dell’essere l’avvio…in fin dei conti, volendo continuare con il parallelismo tr a lo sviluppo di un umano dai teorici dell’Attaccamento (Bowlby, 1979; Parkes et al., 1991) e da Erik neonato e quello di un gruppo la seconda qualità che Erik Erikson indica per lo sviluppo Erikson (1963), come sostenuto da Mario Bertini in occasione di diversi incontri. psicosociale è quella dell’autonomia! Erikson sostiene che la prima qualità dell’Io che il bambino deve raggiungere al termine In fondo il gruppo di genitori che si è costituito durante e mediante gli incontri e che è del primo stadio psicosociale (0 – 12 mesi) è proprio quella della fiducia, fiducia nei divenuto per i partecipanti un “contenitore di emozioni” non è altro che una forma genitori. Il raggiungimento dello stadio è possibile solo se i genitori si mostrano particolare di Cultura Locale (Carli R., 2000) che, espressa e rivelata attraverso le parole amorevoli, prevedibili ed attendibili. delle persone, si origina e costituisce a partire dal modo in cui il gruppo elabora e Potrebbe perciò essere utile considerare come primo obiettivo evolutivo di gruppi di condivide le emozioni. genitori ed operatori nel percorso nascita, lo sviluppo di un clima di fiducia. Il passo Una Cultura Locale dei genitori o, per meglio dire, una Cultura Locale di tutti gli agenti successivo è cercare di capire cosa dovrebbe fare l’operatore della salute e l’educatore di sviluppo. (mi sembra necessario specificare qui anche la figura dell’educatore se poi nel paragrafo Dunque una volta che il gruppo diventa Cultura Locale, esso è perfettamente in grado, della conclusione Eleonora vuole che ci siano anche delle considerazioni sull’educatore) se i partecipanti lo desiderino, di auto gestirsi ed auto regolarsi senza la presenza dello per permettere che i soggetti che partecipano al gruppo possano raggiungere questa psicologo della salute o dell’ educatore Queste azioni sono riconducibili ad un possibile fiducia, probabilmente niente di più di ciò che fanno i genitori: fornire al gruppo quello modello d’intervento di Psicologia della Salute in quanto non terapeutiche, né educative che Winnicott (1956) chiama un ambiente sufficientemente buono. ma volte a sollecitare un processo di costruzione attiva e condivisa della conoscenza, a Uno dei contributi principali di tutti i soggetti che partecipano ad un gruppo è l’essere riconoscere, sostenere e promuovere le risorse esistenti, rispettando comunque le scelte portatori di rappresentazioni sociali (Farr e Moscovici, 1984), è essenziale che gli dei soggetti (Braibanti, 2003). operatori della salute sostengano la costruzione della narrazione nelle prime fasi del gruppo, in questo modo le rappresentazioni di cui ogni soggetto è portatore potranno Consultori e asili nido sono luoghi di relazione e devono puntare proprio a lavorare essere esplicitate e confrontate. In un ambiente che comunque facilita, è rispettoso e sulla complessità delle reti che si costituiscono tra operatori, educatori e genitori disponibile, lentamente il gruppo inizierà a lavorare alla decostruzione delle attraverso incontri come quelli avvenuti a S. Nicolò e a Bergamo. rappresentazioni precedenti e alla costruzione di nuove rappresentazioni, questa volta Non basta però possedere un luogo “fisico” in cui vedersi, è necessario che le persone condivise da tutti i partecipanti. Questo sembra essere accaduto nell’esperienza con i che decidono di incontrarsi, credano nella cooperazione e nella partecipazione attiva di genitori e gli operatori di S. Nicolò e di Bergamo, ma è fondamentale non trascurare in ciascuno di loro per arrivare ad edificarsi in un gruppo in cui tutti i membri si entrambi i casi l’influenza della cultura condivisa preesistente tra le persone. Qualora sostengano e si assistano l’un l’altro. questa fosse meno rilevante, allora sarebbe necessario lavorare con più attenzione alla Si creazione di questa fiducia, sostenendo soprattutto la fase di decostruzione. responsabilizzazione) che divenga un contributo significativo nella costruzione Proseguendo su questa linea di intervento, una volta che la fiducia si fosse consolidata, dell’identità genitoriale di ciascun partecipante. tratta di arrivare ad una progressiva il processo di costruzione di rappresentazioni sociali condivise fosse avviato, il gruppo 91 92 responsabilizzazione (e auto- Gli interrogativi e le preoccupazioni di ogni genitore che prendono forma nelle parole nido e del nido in famiglia, ai sentimenti e alle emozioni, alle rappresentazioni che tutti delle persone diventano, durante incontri di questo genere, più concreti, più “reali”, più hanno in merito alla struttura, alle educatrici ed ai bambini. circoscrittivi e circoscrivibili e, quindi, più affrontabili perché relativizzati all’interno Incontri di questo genere sono proficui per giungere a: della dimensione-gruppo. · una maggiore sensibilità nel cogliere i molteplici segnali del bambino; Il gruppo è “una sorta di rifornimento affettivo (per i genitori ma anche per i bambini, · una maggiore capacità e consapevolezza nell' offrire risposte pertinenti a tali ndr) durante la marcia, piuttosto che un pieno di energia da accumulare prima di partire” segnali; (Fortunati A., 1998). · È un percorso non solo teorizzabile ma anche possibile dato che si è verificato sia a S. funzionali e concreti; Nicolò che a Bergamo. · Incontri di questo genere permettono di giungere a molte e importanti conquiste: genitore si è creato intorno alla struttura-nido, al bambino e al suo sviluppo, alle · una maggiore sensibilità nel cogliere i molteplici segnali del bambino; educatrici, potendo in questo modo rielaborare e inserire queste rappresentazioni in un · una maggiore capacità e consapevolezza nell' offrire risposte pertinenti a tali percorso progressivo e condiviso di smitizzazione, liberazione dai pregiudizi e una maggiore prontezza ed abilità nell'adottare comportamenti insieme la possibilità di portare all'interno del gruppo le rappresentazioni che ciascun segnali; concretizzazione fertile perché, come afferma Stephen Frost in "Voci Multiple", "Le · parole non sono trasparenti, non dicono solo quello che dicono"; una maggiore prontezza ed abilità nell'adottare da parte dei genitori comportamenti insieme funzionali e concreti; · · la possibilità di portare all'interno del grup po le rappresentazioni che ciascun I genitori sono apparsi consapevoli della complessità dei bisogni educativi dei loro figli la possibilità di condividere con altri la propria esperienza di genitore. genitore si è creato intorno, per esempio, alla struttura-nido che ospita il suo bambino, al e della necessità di dialogare e di condividere la responsabilità sia con chi si è formato bambino e al suo sviluppo, alle educatrici, agli operatori, potendo in questo modo professionalmente (riconoscendo in questo modo il ruolo e la qualità del mestiere rielaborare e inserire queste rappresentazioni in un percorso progressivo e condiviso di dell'educatore) sia con altri genitori. Si e' reso evidente in questi incontri, attraverso le smitizzazione, liberazione dai pregiudizi e concretizzazione fertile perché, come parole dei genitori, che, come un bambino assorbe ed impara dal genitore le cose più afferma Stephen Frost in "Voci Multiple": "le parole non sono trasparenti, non dicono evidenti (a camminare, a parlare, a mangiare, a lavarsi ecc.) e le cose meno evidenti solo quello che dicono"; (l'uso dei meccanismi di difesa, le modalità relazionali, ecc.), così, anche il genitore · la possibilità di condividere con altri la propria esperienza di genitore. reimpara dal proprio figlio osservandolo, comunicando con lui con parole e gesti. I · la possibilità di abbandonare convinzioni e credenze, lette magari sui giornali o genitori in questo modo hanno la possibilità di abbandonare le loro convinzioni, lette discusse con amici e parenti, per edificare nuove rappresentazioni del bambino e del magari sui giornali o discusse con amici, e di edificarne altre nuove, rappresentazioni di genitore come persone attive e competenti. un bambino competente e soggetto attivo. A loro volta queste ultime rappresentazioni sono cadute e si sono riedificate durante l’incontro attraverso il dialogo con altri genitori e quindi conoscendo altre esperienze. Un lavoro di ricostruzione lungo e spesso difficile Sembra che da questi incontri con i genitori di entrambe le strutture siano risultati uno che si colloca all'inizio. Questi incontri potrebbero essere letticome la prima pietra del scambio ed un dialogo ricchi e produttivi sia tra i genitori sia tra genitori ed equipe ponte che collega genitori tra loro e i genitori con le educatrici e la responsabile del educativa per condividere i reciproci punti di vista relativamente alla scelta dell'asilo nido. 93 94 E’ il ponte del dialogo e della relazione. A rifletterci bene, il nido si fonda proprio sulla sull'interdipendenza (Lewin, 1948) prevede, dunque, che tutti i suoi membri Si pedagogia della relazione, una pedagogia che mentre tiene conto della complessità della sostengano e Si assistano l'un l'altro soprattutto nei momenti di difficoltà. All'interno del relazione tra bambino e gruppo (di bambini) e tra bambino ed educatore, deve anche gruppo ogni persona ricerca e trova un sostegno, un appoggio, un luogo in cui dialogare. puntare e lavorare sulla complessità della relazione tra educatori e genitori. Dimenticare Le preoccupazioni, i timori e le ansie, messe in comune, condivise, vengono contenute. questo significa non considerare il bambino come soggetto con una storia e facente E’ l'unione che dà la forza per affrontare gli interrogativi che normalmente sorgono nei parte di un contesto, ma vedere il bambino solo come soggetto da accudire nell'hic et genitori. Quello che avviene nell'incontro tra genitori e tra genitori ed eq uipe educativa nunc dell'esperienza educativa nel nido, solo nel nido. è il concretizzarsi di una nuova figura di genitore, Un genitore attento, che non delega Tutti, educatori, bambini, genitori, devono apprendere e modulare comportamenti e all'istituzione -nido lo sviluppo e l'educazione dei propri figli, ma che si "prende carico" relazioni. Questi genitori vedono nel nido un'ottima struttura educativa non solo per il delle sue responsabilità, agendo nella struttura, partecipando, presenziando. Ritengo che proprio bambino ma anche per loro. Dalle educatrici possono e vogliono ricevere questa progressiva responsabilizzazione (e auto-responsabilizzazione) divenga per i consigli e suggerimenti, desiderano essere confortati e 'tranquillizzati ". Desiderano, in genitori un contributo significativo nella costruzione della loro identità genitoriale, altre parole, dialogare tra loro. Ma questo "lavoro" non e' possibile farlo solo nei pochi rendendoli, indubbiamente, meno fragili e più consapevoli. minuti in cui il genitore porta o viene a prendere il proprio bambino al nido; non e' Ma il gruppo può divenire "contenitore di emozioni" solo se, alla base di esso, risiede il sufficiente. Sono necessari incontri più profondi, in cui ogni persona, genitore o dialogo. E’ infatti il dialogo a permettere il raggiungimento della consapevolezza che educatore, abbia la possibilità di "mettersi in gioco", di parlare liberamente, di dialogare ansie, paure ed "errori" dei genitori sono comuni a tutti. I problemi e le preoccupazioni con altre persone che, come lui o con lui, vivono l'esperienza -nido. di ogni genitore, prendendo forma nelle parole, diventano, durante incontri di questo Solo in questo modo genitori ed equipe educativa possono costituirsi in un gruppo e genere, più concreti, più "reali", più circoscritti e, quindi, certamente difficili da vivere diventare un punto di riferimento forte per i bambini, in grado di assicurare loro la ma comunque affrontabili perché relativizzati. Per rendere più chiare la funzione e serenità necessaria per intraprendere questa avventura fuori casa. l'importanza del gruppo, si potrebbe dire che il gruppo è: "una sorta di rifornimento Il compito dell'ultima delle tre codifiche proposte dalla Grounded Theory (Glaser e affettivo per il bambino e per i genitori, (ndr), durante la marcia, piuttosto che un pieno Strauss, 1967; Strauss e Corbin, 1990; Cicognani, 2002; Cicognani in Mazzara, 2002), di energia da accumulare prima di partire” Aldo Fortu nati (1998, pag. 51). ovvero la codifica selettiva, prevedeva l'elaborazione di una categoria centrale (core Ecco il grande valore e la fantastica innovazione che si dovrebbe attivare all' interno category) attorno alla quale possano essere raggruppate ed integrate le altre. Il risultato delle strutture nido: creare una rete che tenga uniti bambini, educatrici e genitori. Una e' una categoria centrale ed un fenomeno centrale (Cicognani, 2002). Ebbene, la core rete a "maglie larghe" che mentre abbraccia e conforta, libera e incoraggia 1'autonomia. category della mia ricerca, la categoria centrale che condensa le principali dimensioni Cito ancora Aldo Fortunati (1998, pag. 52): "E' un altro modo di accompagnare il dell'analisi (Demaziere, Dubar, 2000) è la categoria: "Il gruppo come contenitoredi bambino, di costruire relazioni multiple significative con diversi interlocutori sociali, emozioni". Genitori ed equipe educativa, incontrandosi e conversando intorno a temi adulti, coetanei e non” che reputano centrali, arrivano a costituirsi in un gruppo che nel suo essere contiene in (Ma per riuscire a comprendere a quali conclusioni sono giunta alla fine della mia Sé principalmente la capacita di divenire un contenitore di emozioni. ricerca, e' necessario fare un passo indietro.) Le persone che creano il gruppo lo fanno in quanto credono nella cooperazione e nella Le domande iniziali della ricerca erano legate al desiderio di conoscere le partecipazione attiva di ciascun membro al fine di giungere ad edificarsi quale base, rappresentazioni che i genitori dell'asilo nido e del nido in famiglia hannoin merito a se "mattone", basamento dell' istituzione -nido. Il gruppo in quanto totalità dinamica basata stessi in quanto figure genitoriali, alla loro esperienza-nido, ai bambini e alle educatrici 95 96 che lavorano all'interno del nido, per poter giungere, poi, a comprendere se sia possibile Theory), hanno portato a delineare una categoria centrale: il gruppo che, in fin dei conti, creare, qualora non esista già, una cooperazione, un "gioco di squadra", tra genitori e non e' altro che la Cultura Locale di cui parlavo prima. In definitiva, il gruppo, in quanto genitori ed equipe educativa al fine di promuovere uno sviluppo armonico del bambino. contenitore di emozioni, costituisce una Cultura Locale che, espressa e rivelata Le rappresentazioni raccolte tramite le interviste narrative, sono state analizzate attraverso il linguaggio, Si origina e costituisce a partire dal modo in cui il gruppo mediante l'approccio della Grounded Theory, che ci haportati ad evidenziare una elabora e autoregola le emozioni. Quella che si e' resa evidente, alla fine della mia categoria centrale ("Il gruppo in quanto contenitore di emozioni") da cui si sviluppano ricerca, e' la Cultura Locale dei genitori ma potrebbe essere anch e quella degli educatori queste riflessioni conclusive. Come sostiene Carli (2002) "ogni produzione linguistica, o, per megho dire, la Cultura Locale di tutti gli agenti di sviluppo. Proprio quest'ultima così come ogni altro atto comportamentale, e' ricondu cibile anche all'espressione del Cultura Locale ha iniziato a delinearsi durante i due incontri di restituzione, in cui erano modo d'essere inconscio della mente". Le parole che costituiscono gli atti comunicativi contemporaneamente presenti genitori ed educatrici, ed e' giunta a promuovere lo sono portatrici di emozioni e dunque possono essere definite "parole dense", Si sviluppo del bambino. presentano cosi come "polisemiche". La polisemia della parola, in quanto gesto Concludendo con le parole di Stern (in Solano, 1999): "il modo più giusto per lavorare emozionale (Carli, 2000 o 2002 AET???), risiede nel fatto che essa può avere infiniti nella prima infanzia è fare ricerca", ricerca con i genitori, ed è proprio in questa significati. La parola in Sé è "puro significante, senza vincoli specifici ed univoci di prospettiva di ricerca/azione che l'educatore può rintracciare la doppia finalità del suo significato. Significante che ha senso solo entro la dinamica collusiva, in quanto atto di ruolo. comunicazione emozionale infinita" (Carli R., 2000). E’ solo il contesto linguistico, L'educatore, dunque, come: dunque, a limitare la polisemia delle parole, permettendo cosi Ia comunicazione. Le - esploratore di risorse negli altri e in se stesso; parole inserite in un contesto linguistico e seguendo le condizioni poste dal ricercatore, - tessitore di relazioni. fondano la cosiddetta Cultura Locale. Attraverso queste due finalità 1'educatore riscopre la centralità del "mestiere Se queste considerazioni, tratte da Renzo Carli, vengono riportate all'interno della dell'educare" poiché egli diventa, allo stesso tempo, promotore della Cultura Locale, ricerca e quindi all'interno delle interviste narrative , si arriverà ad individuare come permettendo ai genitori di incontrarsi e costituirsi in un gruppo, ma anche anello di "contesto che raggruppa le persone intervistate" (Carli, 2000) la richiesta, da me questa Cultura Locale poiché egli stesso è parte integrante di questo gruppo.) avanzata, di far parlare i genitori in merito alla loro esperienza-nido, e si potranno individuare alcuni raggruppamenti di parole, tenuti insieme dallo stesso significante Orizzonti futuri emozionale, che forniscono le informazioni proprio sulla Cultura Locale di cui questi Una riflessione successiva sul lavoro di S. Nicolò, ci ha portato a pensare che limitare genitori sono portatori senza saperlo. Come sostiene ancora Carli, i gruppi sociali sono l’area di confronto alle sole dis -regolazioni di sonno, potesse essere limitativo e potesse caratterizzati ciascuno da una Cultura Locale e nel caso della mia ricerca i gruppi sociali rivelare la presenza in noi che lo proponevamo, di un desiderio di prevenire disagi in erano rappresentati dai due gruppi di genitori, collocati all'interno di uno specifico aree specifiche della vita del neonato e dei genitori, più che di promuoverne la salute , di "contesto ambientale", l'asilo nido ed il nido in famiglia, e all'interno di uno specifico fatto genitori ed operatori ben presto si erano autonomamente allontanati dal tema del "contesto linguistico" definito dalle mia domanda di ricerca. sonno ed avevano iniziato ad occuparsi delle diverse aree che componevano la vita con Ma come rintracciare la Cultura Locale a partire dalle interviste narrative da me il neonato, pertanto crediamo che possa essere più utile orientare un intervento di questo condotte con i genitori? Rinveniamo in queste interviste le "parole dense", portatrici di tipo alla promozione delle life skills nel primo anno di vita, che non alla sola dis- emozioni, che, raggruppate in categorie (tramite le tre codifiche della Grounded regolazione degli Stati Comportamentali, questa convinzione ha trovato confermato 97 98 anche nel lavoro immediatamente successivo lavoro negli Asili Nido di Bergamo. Con (incontri in altri luoghi, o nello stesso luogo in momenti diversi) e lentamente questo contributo è stata inoltre sottolineata la necessità di non vedere il bambino solo dirigere con i genitori l’attenzione su questi processi. E’ ovviamente impossibile nell'hic et nunc dell'esperienza educativa, ma di considerare la complessità di relazioni indicare i tempi necessari a questo, è possibile solo indicare le direzioni che lo circondano e di guardarlo in quanto soggetto con una storia e facente parte di un processuali da seguire, perché ogni gruppo è un gruppo a sé, nel suo contesto e contesto. nella sua dimensione storico-culturale… Sembra quindi essenziale rivolgere lo sguardo alla complessità degli aspetti che costituiscono l’esperi enza dell’endogestazione/parto/ esogestazione per tutti • L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di rendere il gruppo autonomo dallo i psicologo della salute, quindi alla fine del percorso lo psicologo dovrebbe andar protagonisti coinvolti (genitori, neonati, operatori), rispettando la dimensione storica e via ed il gruppo potrebbe proseguire autonomamente, costruendosi in modo contestuale di ogni situazione. In conseguenza di queste riflessioni sembra che autonomo la propria storia, magari avviando anche altri gruppi nella direzione un’ulteriore evoluzione di questo percorso esplicitamente volta al sostegno delle skills dell’empowerment. di genitori e neonati durante il 1° anno di vita del neonato potrebbe essere la seguente: • Offrire ai genitori la possibilità di partecipare ad un percorso di sostegno alla genitorialità dal concepimento al 1° anno di vita del neonato all’interno di un consultorio, di un asilo nido o di un altro contesto in grado di favorire l’aggregazione ed il confronto . • Proporre degli incontri di un gruppo di genitori a cadenza mensile coordinati dagli operatori del consultorio, dagli educatori dell’asilo nido (o dalle figure professionali presenti nel contesto specifico) insieme ad uno psicologo della salute. L’obiet tivo del lavoro dello psicologo della salute dovrebbe essere all’inizio la costruzione di un clima di fiducia e successivamente il sostegno all’autonomia del gruppo. • L’organizzazione potrebbe prevedere un incontro iniziale da dedicare alla presentazione di tutti i partecipanti alla discussione delle aspettative relativamente al percorso. Si potrebbe poi iniziare (ma solo iniziare) con un paio di incontri a tema . Negli incontri successivi, si potrebbero sostenere le naturali richieste dei genitori: quindi, ad esempio, se venisse espresso il bisogno di discutere con un ginecologo, potrebbe essere sostenuta la loro attivazione ad invitare un ginecologo scelto dal gruppo. • Per quel che riguarda lo psicologo della salute egli dovrebbe essere presente a tutti gli incontri, così come gli operatori e, come abbiamo già detto, dovrebbe sostenere la nascita del clima di fiducia, parallelamente dovrebbe prestare attenzione ai segnali che i genitori lanciano nella direzione dell’autonomia 99 100 Bibliografia - - - - - - - - - Abbond, T.K., Faruk, S., Hung, T.T., Khoo, S.S., Varaklan, L., Henriksen, E., Noueihed, R., Goebelsmann, U.. Effects of epidural anesthesia during labor on maternal plasma beta-endorphin levels. Anesthesiology, 59, 1983:1-5. Abraham K. (1911), Notes on the psychoanalitycal investigation and treatment of manic-depressive insanity and conditions, in Selected Papers of Karl Abraham, Basic Books, New York, 1953; trad. it., Note per l’indagine e il trattamento psicoanalitici della follia maniaco-depressiva e di stati affini, in Opere, vol. I, Bollati Boringhieri, Torino, 1975. Adler A. (1956), The individual psychology of Alfred Adler: a systematic presentation in section from his writings, in Ansbacher R.R. (a cura di), Basic Books, New York. Ammaniti M., Stern D.N. (1991) Rappresentazioni e Narrazioni Laterza Editore. Arieti S., Bemporad J.R. (1980), The psychological organization of depression, American Journal of Psychiatric, 137. Baroni E., Cecchini M. (2003) Il Sonno del neonato. La Comunicazione Tattile e gli Stati Comportamentali. Edizioni Psicologia. Beck A.T., Rush A.J., Shaw B.F., Emery G. (1979), Cognitive therapy of depression, Guilford Press, New York, trad.it, Terapia cognitiva della depressione, Astrolabio, Roma, 1987. Bello F. (2003) Dalla Clinica alla Salute. Un percorso attraverso la salute mentale. Tesi di Specializzazione. Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute, Università degli Studi “La Sapienza”, Roma. Bertini M. (2001) Da Panacea ad Igea: verso il delinearsi di un cambiamento di paradigma nel panorama della salute umana. in L’Arco di Giano, 30: 11 –31. Bibring E. (1953), The mechanism of depression, in Affective disorders. Psychoanalytic Association, 39, 25-34. Binswanger L.(1960), Melanconia e mania, trad. it., Boringhieri, Torino, 1971. Bowlby J. (1969), Cure materne e igiene mentale del fanciullo, Giunti-Barbera, Firenze. Braibanti L. (1993) Parto e nascita senza violenza. RED. Braibanti L. e Braibanti P., Nascere Meglio, Editori Riuniti, 1980 Braibanti P. (1992) Processi omeostatici di regolazione Veglia-Sonno nel primo anno di vita - studio longitudinale. Progetto di Ricerca, Università di Roma “La Sapienza”, 1992 Braibanti P. (2002) Pensare la Salute. Orizzonti e nodi critici della Psicologia della Salute. Franco Angeli. Braibanti P., Baroni E., Braibanti S. (2003) L’ACCOGLIENZA DELLA NASCITA E DELLA MATERNITA’. Promozione dello sviluppo del bambino e della genitorialità dalla gravidanza al primo anno di vita” in Braibanti P. (a cura di) Il labirinto di Kos: nuovi argomenti per la psicologia della salute, Celsb Editore, Bergamo. Braibanti P., Panichi L., Bertini M. Interazione madre-bambino e sonno neonatale. Presentato a I Congresso Nazionale della Società Italiana di Ricerca sul Sonno, Milano, 11-12 marzo 1996. 101 - - - - - - - Braibanti, S., Effetti del rooming-in e della dimissione precoce protetta sull’allattamento materno nei neonati a termine sani, Tesi di Laurea, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Parma, 2002. Brazelton T. B (1982), Infants and Mothers: differences in development, Delacorte Press, N.Y, trad. it., Masson, Milano, 1997. Bussolati G, Bevilacqua G, Volante E, Gambini L, Braibanti S, Salvini P, Lottici C. (2003) Dimissione precoce appropriata ed allattamento al seno. Atti dei 3° Convegno Regionale della Società Italiana di Neonatologia - Sezione Emilia Romagna; 64-67. Camuffo M. (1985), Le scale di valutazione della depressione in età evolutiva, in Psich. Infanz. Adolesc., 52, 219-230. Carli L. (a cura di) (2003) La genitorialità nella prospettiva dell’Attaccamento. Linee di Ricerca e nuovi servizi. Franco Angeli. Carli R., Paniccia R.M. (2002) L’analisi emozionale del testo, Franco Angeli, Roma. Cassano G., Zoli S. (1993), E liberaci dal male oscuro, Tea edizioni, Milano. Castellazzi V. L. (1993), La depressione. Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza , Las, Roma. Cecchini M., Cataudella S., Langher V. (2002) Valutazione di un intervento preventivo dei disturbi dell’attaccamento in un gruppo a rischio Edizioni Psicologia, Roma. Cecchini M., Langher V., Cataudella S., Frasca L., Loporcaro M. F. (2000) La comunicazione nelle prime ore di vita. Edizioni Psicologia, Roma. Chalmers, I., Enkin, M., Keirse, M.J.N.C., (a cura di), Effective care in pregnancy and childbirth. Oxford: Oxford University Press, 1989 Chamberlain, R., Chamberlain, G., Howlet, B., e Clamaux, A. British Births 1970. London: Heinemann Medical Books, 1975 Chess S., Thomas A. (1987), Know your child. An authoritative guide for today’s parents, Basic Books Inc., New York, trad. it., Conosci tuo figlio. Un’autorevole guida per i genitori di oggi, Giunti Editore, Firenze, 1989. Cicognani E. (2002) L’approccio qualitativo della Grounded Theory in psicologia sociale: potenzialità, ambiti di applicazione e limiti. in Mazzara B. Metodi qualitativi in Psicologia Sociale. Carocci Editore. Cicognani E. (2002) Psicologia sociale e ricerca qualitativa. Carocci Editore. Comune di Roma & Il Melograno (2003) Quando nasce un bambino. Un sostegno sicuro. Progetto legge 285/97 “Raggiungere gli Irragiungibili” Opuscolo informativo a cura dell’Assessorato alla Politiche di promozioni dell’infanzia e della famiglia. De Negri M. (a cura di) (1993), Neuropsichiatria infantile, Bozzi Editore, Genova. Dozza L., Loiodice I., (1994) 0-6 anni manuale di didattica, Editori Laterza Erikson E. H. (1963) Childhood and society. New York: Norton. (trad. it. Infanzia e società. Roma, Armando Editore, 1972). Fabrizi A. (2001), Disturbi affettivi, in Ammaniti M. (a cura di), Manuale di psicopatologia dell’infanzia , Raffaello Cortina ed., Milano. Fairbairn W.R.D. (1952), Studi psicoanalitici sulla personalità, Boringhieri, Torino, 1970. Farr R., Moscovici S. (a cura di) Social representations. Cambridge University Press, 1984 (trad. it. Rappresentazioni sociali. Il Mulino, 1989). Fava-Vizziello G. (2003), Psicopatologia dello sviluppo, Il Mulino, Bologna. Francescato D., Leone L., Traversi M. (1993) Oltre la psicoterapia. Nuova Italia Scientifica. 102 - - - - - - - - - Freud A., Burlingham D. (1942), Young children in war-time, Allen and Unwin, Londra, 1942. Freud S. (1915-1917) Introduzione alla Psicoanalisi. OSF, vol. 8, Boringhieri. Freud S. (1917), Lutto e melanconia, vol. VIII, Bollati Boringhieri, Torino, 1976. Glaser B., Strauss A. (1967) The discovery of Grounded Theory. Aldine, Chicago. Goland, R.S., Wardlaw, S.L., Stark,R.I e Frantz, A.G.. Human plasma Betaendorphin during pregnancy, labor and delivery. J clin Endocrinol Metab, 52, 1981, pp 74-78. Grant, A., Monitoring the fetus during labour. In Chlamers, I. et al., Effective care in pregnancy and childbirth, op.cit., 1989, pp 846-882. Greenberg J., Morris N. (1974) Engrossment: The newborn’s impact upon the father. in American Journal of Orthopsychiatry, 44: 520-531. Greenberg, M., Rosenberg, I., Lind, J. First mothers rooming-in with their newborns: its impact upos the mother. Am J Orthopsychiat, 43, 1973, pp. 783-788. Guareschi Cazzullo A., Lenti C. (1994), Aspetti psicobiologici della depressione nel bambino e nell’adolescente, in Lanzi G. et al., La depressione nel bambino e nell’adolescente , Armando Editore, Roma. Honegger Fresco G. (2003) Essere genitori. Red Edizioni - Collana EQ, Novara. Infrasca R. (2002), Dall’infanzia alla depressione. Tragitto psicopatologico e intervento terapeutico, Edizioni Scientifiche Magi, Roma. Ippocrate, Lettere sulla follia di Democrito, ed. it., Liguori, Napoli, 1998. Jakobson E., Beitrag zur Entwicklung des weiblichen Kindwunsches, Internationale Zeitschrift fur Psychoanalyse, 1936, vol. 22, 371-379. Jenkins J.M., Smith M.A.(1990), Factors protecting children living in disharmonious homes: maternal reports, in Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 29. Kashani J.H., Burk J.P., Reid J.C. (1985), Depressed children of depressed parents, Canadian Journal for Psychiatric n°30. Kitzman H., Lorrie Yoos H., Cole R., Korfrmacher J., Hanks C. (1997), Prenatal and early childood home-visitation program processes: a case illustration, Journal of community psychology, 25, (1): 27-45. Klaus M.H., Kennell J.H. (1976) Maternal-Infant Bonding: the impact of early separation or loss on family development. in Klaus M.H., Kennel J.H. (1982) Parentinfant bonding. 2nd ed., St. Louis, MO: Mosby. Klaus, M.H., Jerauld, R., Kreger, N.C., McAlpine, W., Steffa, M., Kennell, J.H.. Maternal attachment: importance of first postpartum days. New England Journal of Medicine, 286, 1972, pp. 460. Klein M. (1948), Sulla teoria dell’angoscia e del senso di colpa, in Scritti, Boringhieri, Torino, 1978. Klibansky R., Panofsky E., Saxl F. (1983), Saturn and Melancholy. Study in the History of Natural Philosophy Religion and Art, Nelson and sons Ltd, London, trad. it., Saturno e la melanconia, Einaudi Editore, Torino. Kreisler L. (1977), La depressione del lattante, in Lebovici S., Weil-Halpern F, Psychopathologie du bébé, Presses Universitaires de France, Paris, 1989, trad. it. Psicopatologia della prima infanzia. 2-Disturbi relazionali e patologie organiche, Bollati Boringhieri, Torino, 1994. Krieger, D.T., Martin, J.B.. Brain peptides. Part I. N Engl J Med, 304, 1981, pp. 876885. 103 - - - - - - - - - - Leboyer, F., Pour une naissance sans violence. Paris: Seuil, 1974 (Trad. It. Per una nascita senza violenza, Bompiani, 1974). Lichtenberg J. D. (1989) Psychoanalysis and Motivation The Analytic Press, Hillsdale, New Jersey, USA (trad. it. Psicoanalisi e sistemi motivazionali. Raffaello Cortina Editore, 1995). Luhmann N. (1996), Die realität der Massenmedien, Westdeitscjer Verlag, Opladen, trad. it., La realtà dei mass media, Franco Angeli, Milano, 2000. Maffei, F., Primo cibo, primo amore, Franco Angeli, 2000 Mahler M. (1961), On sadness and grief in infancy and childhood, in Psychoanalitic Study of the Child, 16, 332-354. Mahler M., Pine F., Bergman A. (1975) The Psychological Birth of the Infant. Symbiosis and Human Individuation. Basic Books, New York (trad. it. La Nascita Psicologica. Boringhieri 1978). Mc Conville et al. (1973), Three types of childhood depression, in Canadian Psychiatric Association Journal, 18, 133-138. Minkowski E. (1968), Il tempo vissuto, trad. it., Einaudi, Torino, 1971. Misès R. (1990), Classification français des troubles mentaux de l’enfant et de l’adolescent, in Neuropsychiatrie de l’Enfance , 38. Moscovici S. (1976) La psychoanalyse, son image et son public. PUF, Paris. Moscovici S., Hewstone M. (1984), Dalla scienza al senso comune, in Moscovici S. (a cura di), Psychologie sociale, Presses Universitaires de France, Parigi, trad. it., Psicologia Sociale, Borla, Roma, 1996. Oatley K. (1997), Psicologia ed emozioni, Il Mulino, Bologna. O'Conno r, S. Mother-infant interaction and child development after rooming-in: Comparison of high-risk and low-risk mothers. Prevention in human service, 1, 1982, pp. 25-43. Olds D., Kitzman H., Cole R., Robinson J. (1997), Theorethical foundation of a program of home visitation for pregnant women and parents of young children, Journal of community psychology, 25, (1): 9-25. Parkes C.M., Stevenson-Hinde J., Marris P. (1991) Attachment across the life cycle. Tavistock-Routledge, (trad. it L’attaccamento nel ciclo d ella vita. Il Pensiero Scientifico Editore, 1995). Petraglia, F., Facchinetti, F., Volpe, A. e Gennazzani, A.R.. La placenta come organo endocrino. Federazione Medica, 5, 1985, pp. 518-531. Piscicelli (1970) Il training autogeno respiratorio. Piccin Editore. Prezza M. (1987) Partorire oggi: dalla gravidanza al ritorno a casa. Bulzoni Editore. Rado S., The problem of melanchonia (1928), in International Journal of PsychoAnalisys, 9. Rapoport J. L., Ismond D.R. (2000), DSM IV – Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza , Masson, Milano. Salvi S., Pandolfo T., Busi M., Bianchi S., Braibanti P. Le Life skills in Asilo Nido. in corso di pubblicazione. Scafidi Fonti M.G. (2001), La depressione nell’età dello sviluppo: modelli psicoanalitici a confronto, in Scafidi Fonti M.G. (a cura di), Sul precoce e insostenibile mal d’essere , Franco Angeli, Milano. Senechal, P.K.. (1979) Long term effects of early mother-infant contact. Journal of family practice, 8(3), pp. 511-516. 104 - - - - - - Solano L. (1999) La valorizzazione delle risorse nel pensiero di Daniel Stern e in generale negli interventi bambino/genitore. in Psicologia della Salute, 2: 49-57. Sroufe L.A. (1995), Emotional development, University Press, Cambridge, trad. it., Lo sviluppo delle emozioni, Cortina Editore, Milano, 2000. Stark K. (1990), Childhood depression. School-based intervention, The Guilford Press, New York, London, trad. it., La depressione infantile. Intervento psicologico nella scuola, Erickson, Trento, 1995. Stern D.N. (1995) The Motherhood Constellation. An Unfied View of Parent-Infant Psychotherapy, Basic Books, New York (trad. it. La costellazione materna. Il trattamento psicoterapeutico della coppia madre-bambino. Bollati Boringhieri, Torino, 1995). Stern D.N., The interpersonal world of the infant, Basic Books, New York, 1985 (trad. it. Il mondo interpersonale del bambino. Bollati Boringhieri, Torino, 1987). Strauss A., Corbin J. (1990) Basics of Qualitative Research. Grounded Theory Procedures and Techniques. Sage, Newbury Park. Thomson, M. e Westreich, R. (1989) Restriction of mother-infanct contact in the immediate postnatal period. In Chalmers, I. et al., Effective care in pregnancy and childbirth, op.cit., pp.1322 -1329. Toolan T.M.(1962), Depression in children and adolescents, in Am. J. Orthopsych., vol. 35. Vanassi, G., Buzzano, C., Edwards, T,. (1989) Effects of physical activity on maternal plasma beta-endorfin levels and perception of labor pain. Am J Obst Gynecol, 3, pp. 707-712. Weinberg N.A, Rutman J., Sullivan L. et al (1973), Depression in children reffered to an educational diagnostic center: diagnosis and treatment, in J. Ped., 83, 1065-1072. Winnicott D.W. (1956) Primary maternal preoccupation (trad. it. La preoccupazione materna primaria) in Through paediatrics to psycho-analysis. Hogarth Press 1958, London (trad. it. Dalla pediatria alla psicoanalisi. G. Martinelli & Co. Editore, 1975). Winnicott D.W. (1958), Dalla pediatria alla psicanalisi, Martinelli, 1975. Winnicott D.W. (1965) The Maturational Processes and the Facilitating Environment. Study in the theory of Emotional Development. Hogarth Press, London (trad. it. Sviluppo Affettivo e Ambiente, Armando, 1970). 105