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I contenuti di questo documento sono ricavati da informazioni di
pubblico dominio e in quanto tali possono contenere inesattezze o
non essere aggiornate.
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collaborazioni con enti locali, proloco e operatori del turismo, per
fornirvi informazioni sempre più aggiornate.
Vi ringraziamo fin da ora per la segnalzione di informazioni errate.
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1
INDICE
INDICE
Indice
1 Informazioni Generali
4
2 Geografia
4
3 Storia
4
4 Politica e situazione sociale
6
5 Economia
5.1 Lo zolfo di Riesi nel passato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
6
6
6 Religione
7
7 Gastronomia locale
8
8 Siti
8
9 Feste
8
9.1 Settimana Santa riesina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
9.2 Festa della SS. Madonna della Catena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
9.3 Festa di San Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
10 Libri su Riesi
11
11 Curiosità
12
12 Dove Mangiare
12.1 Ristoranti .
12.2 Osterie . . .
12.3 Pizzerie . .
12.4 Fast-Food .
12.5 Paninoteche
12.6 Pasticcerie .
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13 Dove Dormire
13.1 Hotel 4 stelle .
13.2 Hotel 3 stelle .
13.3 Hotel 2 stelle .
13.4 Affittacamere .
13.5 Bed Breakfast
13.6 Agriturismo . .
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14 Prodotti tipici
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14.1 Vendita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
14.2 Produzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
14.3 Panetterie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
2
INDICE
INDICE
15 Altri operatori
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15.1 Noleggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
15.2 Agenzie immobiliari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
15.3 Guide e accompagnatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
3
3 STORIA
1
Informazioni Generali
Riesi è un comune italiano di 11.666 abitanti
della provincia di Caltanissetta in Sicilia.
È situato nella Sicilia centrale vicino alla valle
del fiume Salso, a sud della provincia.
2
Geografia
Si trova 20 km a sud di Caltanissetta, 73 km da
Agrigento, 63 km da Enna, 104 km da Ragusa.
Si estende su una superficie di 6.667 ettari ed
è situato a 330 metri sul livello del mare. Sorge alle falde del Monte Santa Veronica. Riesi
era attraversata dalla Strada statale 190 delle
Solfare, oggi in variante con due bivi di accesso in città: Riesi Nord e Riesi Sud. A circa 5
km dalla città la SS190 incrocia la SS626 della Valle del Salso (Caltanissetta-Gela) Uscita
Iudeca.
3
Storia
Riesi è stata fondata nel XIII secolo. Il nome
deriva da una parola araba che significa -luogo
abbandonato, incolto-.
La circoscrizione territoriale di Riesi fu occupata dalle popolazioni già dal III-II millennio
a.C., dove, successivamente vi si insediarono
Sicani e Siculi. I sepolcri e loculi rinvenuti in
contrada Costa di Mandorle risalgono all’epoca dei sicani. Altri cenotafi sono stati ritrovati
nelle contrade Porco Spino e Birriggiolo. Con
4
l’avvento dei greci provenienti da Agrigento il
territorio fu ellenizzato infatti dai ritrovamenti
archeologici sono emersi alla luce elementi appartenenti a cascine dell’età ellenica. I Romani
prima e i Bizantini poi vi approdarono cosicchè le fattorie si immiserirono per cui i popoli
si diradarono e quando la sicilia fu conquistata
dagli arabi, questi si imbatterono in un luogo disabitato e trascurato perciò lo chiamarono Rahal-Met cioè casale abbandonato. Dopo
che i Normanni conquistarono la terra siciliana,
essa venne spartita e donata dal Gran Conte
Ruggero a discendenti e a quei cavalieri distintisi in battaglia. A Piazza Armerina, insieme
a Butera e ai casali di Mazzarino e Garsiliato,
fu conferita la potestà territoriale su Riesi, poi
concessa a Enrico Aleramico.
Nel 1296 Giacomo II di Aragona concesse i feudi di Riesi e Cipolla a Federico di Moac, per poi
affidare nel 1300 la loro proprietà a Francesco
I Ventimiglia, seguito da Ludovico d’Aragona,
Palmerio de Caro, per ritornare nuovamente al
Casato dei Ventimiglia. Il 12 febbraio 1392, Filippo I Ventimiglia - Maresciallo perpetuo del
Regno di Sicilia - nel suo testamento dettato a
Catania, divide i suoi beni fra i figli Filippo II,
Antonio, Nicola, Ilaria e Preziosa, beneficiando
la moglie Costanza Abbate di una rendita di 60
once d’oro annue. Coinvolti nella ribellione del
cugino Antonio I Ventimiglia, conte di Collesano, i figli e la moglie di Filippo I sono privati dei
beni nel 1397. Nel 1453 Riesi e Cipolla ritornano in possesso dei Ventimiglia, con l’investitura
a Filippo III Ventimiglia, Barone di Pettineo,
Riesi e Cipolla, nipote di Filippo I, figlio del
detto Francesco I conte di Geraci e Collesano.
Da Andrea Ventimiglia - figlio di Antonio di
Riesi - eredita la baronia di Riesi, nel 1474, il
nipote Francesco Gastone Castellar, probabilmente figlio di Ilaria II Ventimiglia, sorella di
Andrea, morto senza eredi. Giovanni Ruiz de
Calcena, cancelliere di re Ferdinando, che aveva ottenuto il territorio di Riesi e Cipolla dalla
moglie Giovanna Eleonora Castellar e Ventimiglia nel 1513, acquisì la licentia populandi
dal sovrano assieme al mero e misto impero.
3 STORIA
Anche se egli non rivendicò mai questo diritto,
poichè mai si recò in Sicilia ad assumere possesso delle sue terre.
Riesi, pertanto, rimase inalterata, continuò ad
essere quel piccolo borgo di contadini, per la
maggior parte stagionali, e coloni che si insediarono tra i piedi del Monte Veronica e la Capreria. Tuttavia, questo tentativo di popolare
Riesi da parte dei coloni si rivelò fallimentare
perchè i terreni erano paludosi e inoltre mancava la presenza di un castello che provvedesse a
difendere il villaggio dai continui saccheggi dei
briganti. Il paese rimase quindi disabitato per
circa un secolo finchè, tramite una molteplicità
di passaggi il feudo, a Pietro sopraggiunse Altariva il quale decise di farlo riabitare. Questa
decisione era suggerita dai privilegi politici che
un nobile acquisiva nel momento in cui faceva
nascere un nuovo paese con più di ottanta famiglie. Risiedendo in Spagna, Altariva gestì le
sue terre siciliane attraverso un amministratore
e un sostituto. Il curatore Pietro Gil stabilitosi
a Caltanissetta, rimase al servizio di Altariva
solo un biennio; nello stesso tempo Cristoforo
Benenati, in un primo momento colui che faceva le veci del Gil per la stipula di contratti, successivamente fu designato procuratore generale
ed è grazie a lui e al suo spirito di iniziativa se
il signore di Riesi riuscì a deliberare nel 1647
la licenza di popolamento del feudo concessa
a Giovanni Ruiz de Calcena 134 anni prima,
rendendola esecutiva. Il nuovo casale non sorse
nello stesso punto dove era nato nel 1513 perchè l’insediamento colonico si distanziò dalla
palude. Le prime case furono costruite al canale e si estesero di fronte il Monte veronica fino
a un punto chiamato Pietra-piatta. Da quel
momento in poi diversi contadini, artigiani e
burocrati dei vicini paesi di Butera, Mazzarino e Pietraperzia cominciarono a trasferirsi nel
nascente paese. Ad appena due anni dalla sua
fondazione, nel 1649 Riesi passò di proprietà a
Beatrice, figlia di Pietro Altariva e consorte di
Diego Moncajo. Il paese assunse un nuovo nome: Altariva, per volontà di Beatrice, in onore
del padre, nome che detense fino al 1700, anno
5
in cui prese di nuovo l’antico nome. Nel 1700
in Sicilia si verificarono una serie di tristi avvenimenti bellici che però non si fecero sentire a
riesi che continuò la sua regolare crescita. Nel
1714 Riesi passò al demanio del re; invece nel
1777 si trovò sotto il dominio della signoria di
Luigi Maria Pignatelli e Consaga. L’ultimo barone ad essere investito del territorio di Riesi
fu Giovanni Ermando. Nel 1812, con la nuova
costituzione, venne abolito il sistema feudale in
Sicilia. Nel 1819 comparve per la prima volta
la figura del sindaco aiutato nell’amministrazione del paese dai primi due eletti.
I moti rivoluzionari del 1820 e del 1848, che
recarono gravi danni alla Sicilia, incocciarono i
cittadini riesini preparati a lottare per la causa
siciliana e parteciparono alla lotta antiborbonica seguendo gli ideali del risorgimento italiano. Il XIX secolo, portò non solo alle rivoluzioni, ma anche malattie quali colera, tifo, febbre
petecchiale che determinarono la morte di parecchi cittadini. A queste piaghe si aggiunsero
anche la disoccupazione e la carestia. I generi
alimentari diminuirono e il carovita aumentò
vertiginosamente, tanto che fu necessario istituire nel 1886 il monte frumentario per attenuare le sofferenze dei cittadini più bisognosi.
Nel 1879 la fillossera devastò per intero i vigneti causando nuovi inconvenienti alla già debole economia riesina. La situazione parse peggiorata per quegli agricoltori che, non potendo adempiere al pagamento delle tasse, furono privati dei loro terreni, confiscati dallo Stato, e per gli zolfatai che con il loro stipendio
esiguo non erano in grado di sfamare le famiglie; gli animi esasperati erano pronti a tutto.
Nel 1893 vennero fondati i Fasci siciliani a cui
presero parte contadini, braccianti, zolfatai che
riuscirono a reclamare i loro diritti ottenendo
condizioni di lavoro più umane e retribuzioni
adeguate. Gli inizi del secolo XX furono pervasi da altri gravi episodi: nel luglio del 1914
un assembramento di fanatici mise in atto un
tentativo di ribellione e proclamarono la Repubblica di Riesi che però terminò nel giro di
un paio di giorni poichè l’ordine pubblico fu
5 ECONOMIA
tempestivamente ripristinato.
L’8 ottobre 1919 accadde un altro triste fatto,
quando i contadini, stufi dei soprusi, si radunarono per scioperare occupando le terre dei
latifondi e gridando: la terra ai contadini, però pure questa rivolta, culminata con la morte
di dodici riesini, fu presto repressa. Anni dopo
il paese fu travolto dall’avvento del fascismo
e dalla seconda guerra mondiale, mentre dal
1946 fu istituito il concorso del sindaco, valido
ancora oggi.
Fino agli anni ottanta molti degli abitanti della
città lavoravano nelle vicine miniere di zolfo di
Trabbia e Tallarita. I proprietari sfruttarono
molto la popolazione impoverita. Molte famiglie per sopravvivere furono costrette a mandare i loro figli a lavorare in miniera, che era ad
un’ora di cammino dal paese. Entrando nella
città si vede un grande monumento che ricorda
la sofferenza dei minatori.
Nel 1961 il pastore valdese Tullio Vinay fondò
il Servizio Cristiano per combattere la povertà.
All’inizio, lo scopo principale era promuovere l’alfabetizzazione tra bambini e adolescenti,
poi si aggiunse quello di favorire l’agricoltura e
la formazione. Oggi la Chiesa Valdese gestisce
un asilo nido, una scuola elementare, una pensione, un consultorio familiare e una piccola
fattoria.
4
no costretto diversi riesini ad emigrare. Tra le
destinazioni più frequenti, oltre alle grandi città italiane, il Belgio, la Francia, la Germania,
l’Argentina e la Svezia. Molti riesini lasciano ancora le proprie case una volta diplomati
per cercare lavoro o studiare in una delle grandi città italiane. Negli ultimi dieci anni si è
registrato un forte incremento degli stranieri,
soprattutto russi, ucraini, polacchi, rumeni e
cinesi in cerca di lavoro e fortuna.
5
Economia
Dopo il declino dell’industria di zolfo, solfato
di calcio e di barite il suo mercato è divenuto
soprattutto agricolo, con un’economia basata
sulla produzione di cereali, mandorle, uva, olive, carciofi, pesche e foraggi. Parecchio praticato è pure l’allevamento bovino, ovino e avicolo. Sono presenti una cooperativa e due frantoi
privati. La cantina sociale La vite della provincia si trova a Riesi, dove vi opera una pressa
meccanica. C’è anche una piccola produzione orafa e alcune piccole società di ingegneria
meccanica ed elettronica. Negli ultimi anni il
paese è stato protagonista di una crescita economica grazie alla nascita di fabbriche appartenenti al polo tessile, che di fatto, oggi non
esistono più e si è in una fase di calo economico
e demografico.
Politica e situazione so5.1 Lo zolfo di Riesi nel passato
ciale
Riesi è soffocata da una forte criminalità organizzata. Ogni anno, conflitti interni alla Mafia
con le cosche avversarie appartenenti rispettivamente a Cosa Nostra ed alla Stidda, danno
luogo ad incidenti e perdite umane. Nella primavera del 2006, il Presidente Giorgio Napolitano ha sciolto il consiglio comunale ed allontanato il sindaco dai propri incarichi a causa
degli evidenti legami tra questi ed il crimine
organizzato. La diffusa povertà prima della fine della seconda guerra mondiale e la difficile
situazione sociale protrattasi fino ad oggi han6
6 RELIGIONE
L’attività mineraria è quella che più di altre
ha segnato il passato di Riesi, nel cui territorio
sergevano grandi miniere dalle quali ogni giorno venivano estratte tonnellate di roccia solfifera. Dopo gli anni cinquanta la concorrenza americana sbaragliò la produzione solfifera
della provincia Nissena per cui la stragrande
maggioranza delle miniere, di lì a poco, fu costretta a chiudere i battenti.
Superato il centro abitato di Riesi, verso il confine con il comune di Sommatino, dopo circa 15
minuti di strada, in corrispondenza del ponte Muntina, sulla destra sorgono gli impianti
delle miniere di Trabia e Tallarita, una delle
più grandi solfare siciliane, dove in passato si
estraevano fino a 10.000 tonnellate per cantiere
di minerale solfifero ogni anno. Il grande bacino minerario, sito tra Riesi e Sommatino è attraversato dal fiume Imera Meridionale alla cui
sinistra si trova la Tallarita e alla destra la Trabia. Le miniere sfruttavano un giacimento solfifero incassato fra i sedimenti della cosiddetta
Formazione Gessoso-Solfifera del Miocene superiore, molto conosciuta e studiata dai geologi di tutto il mondo. Nella miniera Trabia,
conosciuta in passato anche come la Sulfara
ranni (Solfara grande) i primi lavori estrattivi
risalgono intorno al 1730; il minerale, a causa
della poca profondità, era così abbondante da
essere visibile senza bisogno di scavare per cui
bastavano una pala ed un piccone per raccoglierne grandi quantità. A partire dal 1830 però, grazie all’introduzione di nuovi mezzi meccanici l’attività assunse una maggiore rilevanza. Attorno alle miniere fu edificato pure un
villaggio presso il quale vi erano una stazione
dei carabinieri, un ufficio postale, una cappella, uno spaccio e gli alloggi per 300 dipendenti
e relative famiglie. Gli impianti consistevano
esternamente di una torre (o castelletto) sulla
quale era sistemato un argano che garantiva il
movimento verticale dei vagoncini che, riempiti di minerale nei cantieri sotterranei, venivano
trasportati all’esterno. Il minerale estratto veniva di seguito arricchito in stabilimenti che
spesso erano attigui alla miniera, dove, all’in7
terno di forni speciali, si procedeva alla separazione dello zolfo dalla roccia calcarea. All’interno della miniera, nelle viscere della terra, i
minatori scavavano incessantemente per tutto
il giorno e a causa della temperatura elevata
erano costretti a lavorare seminudi. Nel 1904
oltre all’introduzione di metodi meccanici venne costruita anche una teleferica lunga 10 km
che collegava la stazione ferroviaria di Campobello di Licata, della linea Canicattì-Licata
con il bacino minerario Trabia-Tallarita. Negli anni venti, nel pieno dell’attività estrattiva,
queste miniere davano lavoro a poco meno di
3.000 minatori. Nel 1957, in conseguenza di
una esplosione di grisou, franò un pozzo (Scordia) che causò molte perdite umane. La miniera fu chiusa nel 1975. Oggi gli antichi edifici nei
quali un tempo lavoravano migliaia di minatori
siciliani rappresentano soltanto ottimi esempi
archeologico-industriali, dove particolarmente
suggestivi sono i resti delle infrastrutture di lavorazione, tra i quali l’interminabile sequenza
dei forni Gill (sistema più moderno di fornaci
per la fusione). Spentasi l’industria mineraria
ai giorni nostri Riesi è una cittadina che fa dell’agricoltura la sua principale fonte di sostentamento. Dal 2010 nell’area mineraria è presente un Museo delle Solfare di Trabia Tallarita, un’esposizione multimediale permanente
dedicata all’epopea dello zolfo nisseno.
6
Religione
La religione prevalente è quella cattolica. Nel
XIX secolo, la Chiesa valdese, un’antica confessione protestante del Nord Italia, acquistò
una certa influenza grazie all’attività missionaria svolta in diverse parti della Sicilia. Per un
breve periodo, più della metà della popolazione si definì valdese pur continuando ad andare
a messa nelle chiese cattoliche ogni domenica.
Questo spinse la Curia ad inviare i Salesiani
di Don Bosco nell’isola al fine di riconvertire
quanti aderirono alla nuova confessione. Oggi,
la comunità valdese è ridotta ai circa 60 membri di chiesa ed alle rispettive famiglie. Gli
9 FESTE
emigranti ritornati in Sicilia dall’estero hanno
portato con sè nuove confessioni. Questa è la
ragione per cui sono presenti anche due chiese
pentecostali ed una sala del regno dei testimoni
di Geova.
7
Gastronomia locale
La gastronomia riesina trae le proprie origini
dalla cultura contadina ed è basata su piatti
semplici e genuini ove prevalgono i sapori della
tradizione e della dieta mediterranea. Le preparazioni tipiche sono tante, indistinte, povere, naturali provenienti soprattutto da usanze
contadine e appartenente alla tradizione siciliana. Importante anche la produzione vitivinicola che s’inserisce in varie parti del territorio
provinciale.
Taglierina con riso e legumi, taglierina fresca
con riso e legumi, preparata solitamente nel
giorno della festa di Santa Lucia;
Maccarruna alla carrittera, maccheroni freschi
conditi con olio, aglio fritto e cosparsi di abbondante pecorino grattugiato;
La cuccìa, grano cotto assieme a ceci e fave e
condito con olio, pepe e sale; tipico per la festa
di tutti i Santi;
Frittata di finocchi selvatici;
Frittata di fave, Insalata di arance (arance
sbucciate e tagliate a pezzettoni, conditi con
olio, pepe e origano;
Insalata di limoni, limoni sbucciati e tagliati a
fette, conditi con olio e pepe, in abbondante
acqua naturale;
Pane di San Giuseppe, pane lavorato in maniera tale da far assumere la forma dei Santi;
tipico per la festa di S. Giuseppe;
La fuateddra, focaccia imbottita con olio e sarde, o semplicemente schiacciata e cosparsa di
pecorino grattugiato;
I guasteddri, pane crudo fritto nell’olio e cosparso di abbondante zucchero;
Il muffuletto, pane lavorato con semi di finocchio, con pochissima mollica, conditi con olio,
sale e pepe nero; tipico della festa di S. Martino;
8
I mastazzoli, dolci lavorati con i frutti del carrubo; tipici per Natale;
Li gnucchitti, dolci lavorati con uova e farina,
fritti nell’olio e cosparsi di miele; tipici per Natale;
Il vurciddrata, pane o dolce con impasto di fichi secchi; tipico per Natale;
Il torrone, tipico per la festa della Madonna
della Catena;
I cuddireddri, dolci preparati con farina, zucchero e uova, manipolati con cura e foggiati in
maniera caratteristica, giacchè alla pasta si fa
assumere una forma rotondeggiante, costituita
da piccole corone, che vengono fritte; tipici per
la festa di S. Lucia;
Gli spingi, tipici per la festa di carnevale.
8
Siti
La Chiesa della Madonna SS.ma della Catena,
costruita nella prima metà del XVII secolo.
La Chiesa del SS. Crocifisso, costruita nel 1744.
La Chiesa Maria SS. del Rosario, costruita nel
XVIII secolo.
La Chiesa di San Giuseppe, edificata nel XIX
secolo.
La Chiesa evangelico-valdese, fondata nel 1898.
La Chiesa di San Giovanni Bosco, eretta nel
1962.
Il Monte degli Ulivi, complesso architettonico del Servizio Cristiano. Di proprietà della
Chiesa Valdese, fu costruito tra il 1961 ed il
1966 dall’architetto Leonardo Ricci ed è uno
dei massimi esempi di architettura italiana del
XX secolo. Il 16 gennaio del 2009 sulla GURS
(Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n◦ 3
del 2009) con decreto del 22 dicembre 2008 il
complesso architettonico del Servizio Cristiano ha ottenuto la Dichiarazione di importante
interesse artistico.
9
Feste
Settimana Santa, soprattutto il Venerdì Santo, con rappresentazioni della Passione di Ge-
9.1 Settimana Santa riesina
9 FESTE
sù, processioni e un rito popolare.
Festa della SS.Madonna della Catena, la seconda domenica di settembre, con riti folkloristici
e processioni.
Festa di San Giovanni Bosco, il 31 gennaio, con
processioni.
Festa di San Giuseppe, il 19 marzo e l’ultima
domenica di luglio, con processioni, altari e tavolate.
Festa dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre, con processioni.
9.1
Settimana Santa riesina
È la prima festività dell’anno che si contraddistingue in modo particolare per la sua solennità e per certe sue speciali costumanze. Si
articola in una serie di celebrazioni che durano
grosso modo una settimana: dalla Domenica
delle Palme alla domenica di Resurrezione o
di Pasqua. Tutta la festività è contraddistinta da una serie di cerimonie, di pratiche e di
consuetudini particolari. Esse, infatti oltre a
delineare alcuni dei pochissimi aspetti del sentimento religioso dei riesini, manifestano le più
9
profonde aspirazioni e predilezioni popolari che
di fatto sono repressi.
La domenica prima della Pasqua, verso le 10,
in piazza Crocifisso, una coreografica folla di
fedeli e un buon numero di fanciulli con gigantesche foglie di palme in mano, alcune alte
anche più di due metri, partecipa al rito della
benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo. Alle 10.30 dalla Madrice, al festoso ritmo
della locale banda musicale, prende il via la
prima processione della ricca ed intensa Settimana Santa riesina. Vengono portate a spalla
per le vie del centro storico, le statue di San
Pietro e San Paolo che alla fine degli anni cinquanta sostituirono i più caratteristici e popolari Sanpauluna censurati da un discusso veto
vescovile. Nei tre sabati che precedono la Pasqua, la chiesa del Santissimo Crocefisso apre
le sue porte per un sentito pellegrinaggio alle
cinque statue - Veronica, Gesù crocefisso, Ecce
Homo, Addolorata e San Giovanni - protagoniste della Settimana Santa. Al tramonto, un
lunghissimo filo di mortaretti, che percorre due
volte il perimetro della piazza, viene acceso in
un’interminabile maschiata che ricorda a tutti
il significativo giorno del periodo pasquale.
Il Lunedì e il Martedì Santo sono due giorni
così comuni da passare inosservati. Solo verso
il Mercoledì, infatti, le varie confraternite e il
popolo in genere cominciano a prepararsi psicologicamente alla baldoria e al chiasso che è
in programma a partire dalla serata successiva. Quindi nei primi tre giorni della Settimana
Santa non si registrano avvenimenti degni di
nota ma sono contrassegnate solo da tridui di
pentimento, da rosarii e questue.
Giovedì Santo
Il Giovedì Santo regala ai fedeli un’atmosfera
solenne grazie al parroco che fa rivivere con dodici ragazzi la lavanda dei piedi. Alla fine della celebrazione, dalla piazza si snoda un corteo
composto dal comitato, le autorità, giovani vestiti da romani e il popolo che si racano nella
chiesa del SS. Crocifisso, da cui escono, intorno
alle 20.00, le statue dell’Ecce Homo e di S. Giovanni. Portati a spalla arrivano alla scalinata
9.1 Settimana Santa riesina
9 FESTE
di S. Giuseppe dove viene recitata ’La Condanna’, alla fine vi è una fiaccolata e fuochi
pirotecnici. I simulacri percorrono diverse vie
del paese facendo delle soste, prima nella chiesa di Maria SS. del Rosario, poi, nella chiesa
Madre e infine rientrano intorno le 22.30 nella
chiesa del SS. Crocifisso.
Venerdì Santo
Il Venerdì Santo è l’orgoglio del popolo riesino. Dalle prime luci dell’alba fino alla mezzanotte, ininterrottamente, nell’inquietante atmosfera dei penetranti botti delle castagnole
e delle tristissime note della banda musicale,
ogni abitante rivive in un crescendo di indescrivibile emozione il giorno più tragico della
passione di Gesù Cristo.
Alle 5 ventuno assordanti colpi di cannone svegliano tutto il paese. Alle 5.30, preceduti da
una potentissima maschiata, escono dalla chiesa del crocifisso l’Addolorata e San Giovanni.
Intorno le 6 dall’alto di un balcone, nella zona
più antica del paese, il Canale, qualcuno recita una poesia alla Santa Madre che suo figlio
è stato condannato. Inizia così la disperata
ricerca in tutte le vie, le strade del paese, la
divina presenza viene segnalata dallo scoppio
continuo di castagnole. Alle 15, nei quattro
canti più importanti di Riesi, i Quattru Cantunera (l’incrocio tra corso Principe Umberto
e corso Vittorio Emanuele) avviene il doloroso
incontro - La giunta. Preceduto dal drammatico suono del tamburo e della tromba, San Giovanni corre verso Gesù con la croce e ritorna
dall’Addolorata. Dopo un ulteriore lancinante
squillo di tromba avviene la Giunta, la Madonna bacia la mano del Cristo: il fragore degli
applausi si unisce all’incontro tra la Veronica,
che asciuga il volto del Cristo e ad uno scoppio
della maschiata. Dopo la misericordiosa azione
della Veronica si prosegue verso il Calvario. Alle 16, sotto la struggente musica della lacrima,
Gesù viene crocifisso: molti fedeli rompono in
un incontenibile pianto. Alle 19, accompagnata dalle autorità locali, l’urna va a raccogliere
le sacre spoglie. Alle ore 20.30 avviene la scinnenza - deposizione; lungo il tragitto I Santa
10
Cruci, gruppo locale di cantori, intonano tristissime nenie funebri. Una fiaccolata rende
più solenne questo momento. Lo scarso chilometro che separa il Calvario dalla Madrice,
viene percorso in non meno di tre ore. Al caratteristico segnale della truccola (due pezzi di
legno che si urtano uno sull’altro) i portatori
dei simulacri muovono tre passi avanti e due indietro, al patetico ritmo della malinconica musica. Verso la mezzanotte prima che la sacra
Urna e i simulacri rientrano nella chiesa del SS.
Crocifisso, nella piazza principale antistante la
Basilica-Santuario Maria SS. della Catena, un
gioco pirotecnico, simbolo del consumarsi del
tempo e di Cristo che non è solamente morto
ma che risorge, conclude la serata.
Sabato Santo
Il paese è a lutto per la morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Non vengono celebrate messe
nè la mattina, nella quale avviene l’adorazione
della croce, nè il pomeriggio; intorno le 23.00
inizia la Veglia Pasquale che si conclude intorno all’una con fiaccolate, fuochi pirotecnici e
maschiate e scampanii di campane.
Domenica di Pasqua
A Pasqua, alle 10, davanti alla Matrice, San
Pietro e San Paolo fanno incontrare in una giunta di festa la Madonna con il Salvatore.
Una gioiosa processione annuncerà a tutti il
Cristo risorto. Alle 13.30 la giunta finale: nei
quattro canti di città, con il prezioso aiuto di
San Pietro e San Paolo, la Santa Madre riabbraccia il figlio di Dio. Ma quest’anno (2008)
per prolungare i festeggiamenti della Pasqua si
è spostata la giunta delle 13.30 alle 20.00 (un
ritorno ai tempi delle confraternite) e per concludere i festeggiamenti della Settimana Santa
vi è uno spettacolo di fiaccolate, fuochi pirotecnici, maschiate e la Spartenza, cioè la separazione dei simulacri in chiese diverse. La
Madonna della Giunta viene posta nella chiesa
di Maria SS. del Rosario, dove sta una settimana e il secondo lunedì dopo Pasqua viene
consegnata alla famiglia che la custodisce, S.
Pietro e S. Paolo nella chiesa Madre e Gesù
Risorto nella chiesa del Crocifisso.
10 LIBRI SU RIESI
Per assistere a queste manifestazioni, molti fe- ne per grazia ricevuta dal santo. Doni richiesti
deli vengono dai paesi limitrofi e addirittura da per episodi vari. Storie diverse ma intrecciate
altri Stati.
dalla grande fede per il patriarca della sacra
famiglia. L’altare è composto da una tavolata a più piani situata nell’angolo di due pareti
9.2 Festa della SS. Madonna in modo decrescente, apparecchiata con piatdella Catena
ti tipici e ornata da frutta e altre prelibatezze;
sopra l’altare è collocato un quadro di San GiuQuesta festività è sicuramente la più signifiseppe. Quanto è posto nei diversi piani della
cativa conferma dell’inclinazione dei resini al
tavolata sarà consumato dai poveri del paese il
grandioso e paradossale. La Madonna della
giorno della festa, inoltre viene imbandita una
Catena, festeggiata la seconda domenica di setricca tavola per i tre, sei, nove o i tredici santembre, è la patrona della città. La festa conti che partecipano alla cena. Questa tavolata
siste in una parata per le vie centrali del paese
si chiama Artaru, perchè i poveri che consuda parte della locale banda musicale.
mano il pranzo rappresentano rispettivamente
Il giorno della festa vede numerosissimi pellela Madonna, San Giuseppe e Gesù Bambino.
grini provenire dai paesi vicini, nella notte, al-San Giuseppe voli trafficu-, (ossia preparaziocuni a piedi scalzi. Da qualche anno i giovani
ne e fatica), è la frase rituale che si mormora in
delle comunità ecclesiali di Riesi si sono orgaogni casa nella quale, come da regola gli innunizzati per accogliere i pellegrini e pregare con
merevoli preparativi precedono la scenografica
loro. Alle due di notte i giovani si riuniscono
mensa sacra dedicata al santo.
alla periferia del paese e in un clima di preghieOltre alla tradizione, San Giuseppe è festegra, quando i pellegrini si sono radunati in gran
giato da tutta la comunità. Alla solenne celenumero, ci si incammina insieme verso il sanbrazione eucaristica presieduta dal vicario che
tuario dove, alle 4 del mattino viene celebrata
si svolge presso la chiesa di San Giuseppe sela Santa Messa. La processione viene celebrague una solenne processione del simulacro del
ta fra il tardo pomeriggio e la tarda serata.
santo per le vie del paese. Non manca poi,
Quando il simulacro della Madonna della Cacome ogni anno, l’abituale fiaccolata alla scalitena esce dal portone centrale della Chiesa Manata San Giuseppe e lo sparo di moschetteria;
dre ha luogo un violento frastuono; contempoSegue uno spettacolare Castiddu di fuocu (gioraneamente comincia a suonare la banda muchi pirotecnici vari), con musiche concertistiche
sicale e viene fatta una maschiata seguita da
nella serata successiva.
un’assordante suono di campane. Dopo aver
girovagato per le vie del paese il simulacro rientra nella chiesa madre splendidamente illumi- 10
Libri su Riesi
nato e seguito da un folto numero di parroci e
fedeli. Il lunedì successivo, alle ore 21,00, viene Riesi di Massimo Rosario Paterna
dato al popolo riesino un grandioso spettacolo Riesi e i Rijsani di Massimo Rosario Paterna
di giochi d’artificio.
Riesi nella storia di Giuseppe Testa
La repubblica di Riesi di Giuseppe Testa
Una terra, un tetto, una speranza di Salvatore
9.3 Festa di San Giuseppe
Michele Mirisola
La festa in onore del patriarca San Giuseppe, C’era -na vota Riesi di Giuseppe Paterna
che si festeggia il 19 marzo e l’ultima domeni- La storia di Riesi, dalle origini ai nostri giorni
ca di luglio, è per antonomasia la festa degli di Salvatore Ferro
artigiani. Sono molte le persone che dedicano Le opere,i giorni,i sentimenti di Giuseppe Pal’altare a San Giuseppe come atto di devozio- terna
11
11 CURIOSITÀ
Una Sicilia minore di Salvatore Michele Mirisola
Storia di Riesi a fumetti di Giuseppe Veneziano e Massimo Rosario Paterna
Riesi Kaputt Mundi di Nino Sanfilippo
-Li paroli di l’antichi sunu sacri e santi- dell’Istituto Comprensivo -Carducci- di Riesi
Uomini fatti e aneddoti nella storia di Riesi di
Luigi Butera
Il -Sorfaraio- di Gaetano Baglio
La leggenda di la Spatazza di Rosario Riggio
Opuscolo su Riesi di Giuseppe Testa
Giorni a Riesi di Tullio e Giò Vinay
Riesi e la Pirrera di Gaetano Carusotto e Marino Daniele
Riesi: Tra passato e Presente di Gaetano Carusotto e Marino Daniele
Riesi Motore Dell’Universo di Nino Sanfilippo
e Sarino Giambarresi
Mia Terra di Don Pino Giuliana
La mafia di un villaggio siciliano 1860-1900 di
Anton Blok
La Charta Memoriae di Riesi. Una falsificazione del XIX secolo di Giuseppe Cosentino
Il folclore di Riesi di Clelia Infuso
La malaria a Riesi nel 1911 di Giuseppe Jannì
Riesi in mutande di L. Carrubba
Il diritto nella storia. A proposito della rivendica dei diritti d’uso civico a favore della popolazione di Riesi di Pasquale Gaetano Pasqualino
Per una storia dei valdesi in Sicilia. La comunità di Riesi dal 1871 al 1920 di Massimo Rosario
Paterna
Riesi: viaggio nelle scuole del passato di Ezio
Fiorenza
Chistu Riesi di Piera Cutaia
La Miniera Trabia Tallarita, storie e lotte degli
zolfatari di Giuseppe Giancarlo Calascibetta
Un giorno forse ritornerò di Claudia Giarletta
Lo Blundo
Eventi, uomini, idee e testimonianze di Don
Pino Giuliana
La Cantina di Riesi di Salvatore Michele Mirisola
La Regina delle Vittorie di Giuseppe Testa
12
Un viaggio chiamato Riesi. I 50 anni del Servizio Cristiano di Jourdan M.
La Parrocchia di San Giovanni Bosco- 50 anni
di storia di Giuseppe Giancarlo Calascibetta
Festa di Popolo di Don Pino Giuliana
Ricordando Don Camilleri di Lillo Sciarrino
11
Curiosità
Un evento curioso e significativo negli anni della seconda guerra mondiale fu certamente il
passaggio del re Vittorio Emanuele III dalla
via principe Umberto (4 dicembre 1942).
Tra il 2007 e il 2008 fecero la loro comparsa a
Riesi, in contrada Figotto dei cerchi nel grano che avevano la forma di sei cerchi attorno
ad un cerchio centrale di 48 metri di diametro, nel maggio 2007, e di un fiore, nell’aprile
2008. Furono subito attribuiti a misteriosi extraterrestri atterrati sui campi con i loro dischi
volanti, appiattendo le messi; mentre è noto da
tempo che i cerchi nel grano sono opera di un
gruppo di artisti buontemponi inglesi. Uno di
loro, John Lundberg, ha perfino messo in rete
una guida per principianti. Sono note diverse loro opere in Italia, fra cui delle spiritose
enormi orme di Bigfoot (85x30 m) realizzate
nel 2005 in campi di grano a Milano, Roma e
Foggia.
Il 2 maggio 2009, dopo tre giorni di scavi, rilievi
e misurazioni, il pavimento di un appartamento in via Mazzini ha raggiunto i 100 gradi. Il
sindaco, Salvatore Buttigè, ha mobilitato più
forze possibili per accertare l’origine del fenomeno: tecnici e studiosi del centro di geofisica
e vulcanologia di Palermo, vigili del fuoco, addetti dell’Enel e della Siciliana Gas. Oltre settanta ore di monitoraggio continuo che si sono
concluse con un nulla di fatto. Il fenomeno
resta, e probabilmente resterà, un mistero.
12 DOVE MANGIARE
12
12.1
Dove Mangiare
Ristoranti
13
12.2 Osterie
12.2
12 DOVE MANGIARE
Osterie
14
12.3 Pizzerie
12.3
12 DOVE MANGIARE
Pizzerie
15
12.4 Fast-Food
12.4
12 DOVE MANGIARE
Fast-Food
16
12.5 Paninoteche
12.5
12 DOVE MANGIARE
Paninoteche
17
12.6 Pasticcerie
12.6
12 DOVE MANGIARE
Pasticcerie
18
13 DOVE DORMIRE
13
13.1
Dove Dormire
Hotel 4 stelle
19
13.2 Hotel 3 stelle
13.2
13 DOVE DORMIRE
Hotel 3 stelle
20
13.3 Hotel 2 stelle
13.3
13 DOVE DORMIRE
Hotel 2 stelle
21
13.4 Affittacamere
13.4
13 DOVE DORMIRE
Affittacamere
22
13.5 Bed Breakfast
13.5
13 DOVE DORMIRE
Bed Breakfast
23
13.6 Agriturismo
13.6
13 DOVE DORMIRE
Agriturismo
24
14 PRODOTTI TIPICI
14
14.1
Prodotti tipici
Vendita
25
14.2 Produzione
14.2
14 PRODOTTI TIPICI
Produzione
26
14.3 Panetterie
14.3
14 PRODOTTI TIPICI
Panetterie
27
15 ALTRI OPERATORI
15
15.1
Altri operatori
Noleggio
28
15.2 Agenzie immobiliari
15.2
15 ALTRI OPERATORI
Agenzie immobiliari
29
15.3 Guide e accompagnatori
15.3
15 ALTRI OPERATORI
Guide e accompagnatori
30
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