Prof. ENRI CO CAPOI~ALI lp .. d. •4 ( I 1. { 1_1 C! oCa C!hiara T(eligione degli flnliclericali :Jfaliani • confrontata con la nebbiosa tedesca di ROMOLO MURAI (della. pubblica opinione modern:torc) Supplemento al" fascicolo di Ottobre 1916 della Rivista fiorentina "LA RIFORMA ITALIANA,, Fondata nel 1912 ·11o 1> r TironHA1''1A "rl"IJBRTE mm I , ,· .J Prof. ENRICO CAPORALI ! ') ( IJ . L F ~ oCa Chiara 'i(eligione degli flnliclericali .Jfaliani ~ confrontata con la nebbiosa tedesca di ROMOLO MURAI (della pubblica opinione moderator e) Supplemento al fascicolo di Ottobre 1916 della Rivista fiorentina " LA RIFORMA ITALIANA,, Fondata nel 1912 TODI TIPOURAFIA 'lTDERTE 1916 LA CHIARA RELIGIONE degli ANTICLERICALI ITALIANI confrontata con la nebbiosa di Rom o I o M urri 11) Lettera aperta al Sig. Romolo Murri In generale gli Anticlericali non sono atei, ma credono di poter rivolgersi a Dio, di andare verso Lui, lo adorano e con fiducia aspettano da Lui protezione. Sono essi in errore? Ella pretende di sì e a pag. 40 di un suo Opuscolo intitolato: «Il Cristianesimo e la Religione cli domani» dice che « l'erl'ore di tutte le 1·eligioni /'u di ai;el' fissato un Dio oggetto, 1Jersona esteriore e tipo» . Ci sembra strano che lUl Metafisico, uso a proclamare la dinnità trascendente coi soliti argomenti ontologico, cosmologico, morale e teleologico, si sia poi tanto persuaso delle antinomie che vi opponeva uel 1781 il prussiano Emanuele Kant, da pas:;are le Alpi e da eutrare supino nella mentalità cle1 suoi Epigoni &hleiermacher, Fichte, 8chelliny, Hegel. La vanità Pha condotto alla neblùosità, alle chimere ed agli assurdi. (1 ) Il Sig. Romolo Jlw·ri che come ex prelato modcruisla ha fatto parlare molto tli se addottorato nella Teologia e nella :Metafisica tomista e rosminiann, ò stato scru1tlld1zzato quando ha visto nella mia Opern mtitolata e Lct Sapienza ltalica • 3 volwui, Todi, 19H a l!JlG, alcuni capitoli sul Naturalismo italico. Non essendo mai stato abituato all' usservazàono esperimentale, non avendo studiato le scienze positive, che, come il Croce, lo ritiene utili soltanto per fare degl'ingegneri, dei medici, dei fo.rmncisli, <lei veterinari, degli artiglieri, degli agricoltori, dei tecnici, dei u1cccauici, egli pensa che il Naturalismo non possa mai din.nto.re una filosofia. Allorchè si spogliò della veste talare, egli studiò qualche metafisico tedesco tradotto e diventò vittima della propngnu.ta hegeliana, non scoprendone i difetti, perchò il sno pensiero è alquanto debole. Intanto nel rn12 il negoziante di quadri Sig. Uacla110 Uonte, che ha pallsato dieci auui in America, foceu<losi amico <legh Lnitnri o Sociniani, fonda,·a -- 4 - Però il Naturalism,o Pitagorico che Ella considera come inetto a filosofare trova, nell'osservare bene addentro la Natura sotto ogni aspetto, prove positive della continua azione dell'Essere Eterno, consapevole, sapientissimo e di grande bontà, e questo già da 25 secoli. L'etrusco Pitagora fondatore del Naturalismo Italico induceva l'esistenza di Dio dalla ·legge universale di tutta la Materia cli tendere ad unirsi ed a formare numericamente Unità sempre più elevate. Questa :filosofia fu sviluppata da Gio1·dano Bruno, da Galilei e dal 1883 in poi nella mia Rivisla La Nuova Scienza, poi nell'Epitome 1911, e nei tre volumi sulla Sapienza Italica 1914 a 1916 stampati a Todi dalla Casa Editrice Atanòr. L'Universo è fatto da una Forza o -Volontà e Ragione eterna, tra.scendente nella sua Unità, ma immanente nelle sue estrinsecazioni: bene inteso che il Dio immanente non è mai fenomeno, non cade sotto i sensi, ma è Noumenon, è psichico, è una preparazione della Natura che si farà e delle sue modificazioni ·che avverranno. Ce lo assicurano i vari rami del sapere scientifico, come brevemente verrò esponendo, più per il popolo che per Lei. -5dell'Universo, sarebbe fallace tutta la Meccanica. Se non fosse reale il Moto assoluto sarebbe fallace tutta l'astronomia. Tutto cambia, e nessun cambiamento può avvenire se il tempo non fosse una realtà. Non sono fantastici spazio e tempo, perchè assoggettano come sistemi inalte1·abili di punti e d'istanti, a regole certe, le azioni e le resistenze. Il fondo eterno non può essere che uno. La sistemazione dei punti di spazio e degli istanti di tempo rende precisi tutti i moti, che senza di essa sarebbero confusi. I punti dello spazio e gl'1stanti del tempo sono separati gli uni dagli altri, sono fiwri gli uni dagli altri con intervalli minutissimi, ma non nulli. Infatti ogni moto curvilineo deve variare la direzione con un nuovo impulso ad ogni istante. Ogni pimto ed ogni istante sono discernibili e nume1·ati. Le proprietà dello spazio dipendono dalle proprietà del numero. Dunl1ue il sommo Matematico è consapevole. Nella Fisica. Lo spazio, il tempo, gli atomi, sono la molteplicità del .Mondo, che non può essere fatta che da uua Uuità Spirituale che ci pensi, ossia dalla Volontà e Ragione eterna, e non mai da un Assoluto Inconsapevole come un sonnambulo. La realtà dello spazio è il da mihi ubi consistam della filosofia scientifica. La realtà del tempo è dimostrata vera da molte leggi. Se non vi fosse un centro immobile Come non sono continui lo spazio e il tempo, così non è continua la 1lfate1·ia e se lo fosse non opporrebbe resistenza. Gli Alomi resistono e si associano. Sono punti cli energia che la Volontà Ragione eterna si contrappone. La coesione è universale a piccola distanza e non è mai un moto, nè fatta da moti esterni: e se viene disturbata sorge il moto disordinato del calorico che irradia e si disperde. Ogni goccia di acqua viene fatta da moltissimi milioni di molecole nelle quali poco più di un decimo è idrogeno e quasi nove decimi sono ossigeno. in Firenze una Associazione cli Liberi C1·edenfi che pubblica un Bollettino o Rivisto. mensile. A presidente fu nominato il Prof. Alessandro Cliiappelli, a vicepresidente dell'Associazione fui nominato io. A Redattore della Rivista che ~i chiama. La .Rifo1·ma Il~tia11a, il Rig. Conte nell'aprile 19U prese il .M. urri il quale Vl scnveva .una pie.cola Bibliografia di Letteratura religiosa. Molto a torto 11 Jìlurn nel passato agosto 1916 volle farci entrare i miei 3 Volumi sull.a S~pienza Italica, nei quali non mi sono occupato cli Religione, ~a soltanto di Fil.o~ofia scientifica, e m un articoletto superficiale mi accusava di e.vere trascurat1 i problemi gnoseologici. Si~come i~ avea con~acrati alla Gno~eologia dieci capitoli (1 nel Yol. I e 9 nel \ ol. Il) facendo anzi uua gnoseologia dcl tutto nuova crit1cantlo a foudo quella del Kant fondata sopra In mancanza di realtà. dello 'spazio e del tempo. Sic~ome io av~va cl~vuto te~1er~ il ~lebito conto delle scoperte fatte intorno agli organi dei sensi da van fisiologi e specialmente dall' Hehnhollz, mi parve doveroso di spedire al Sig. O. Conte una breve gentile Rettifica. - Ma il lrfurri si rifiutò di pubblica.ria e nel fascicolo di settembre 1916 scrisse che non si pnò ammettere unn. gnoseologia foudn.ln. sopra la fisiologia o che vi è una sola filosofia, cioè ln. Metafisica, che parte sempre dall'idea e dal pensiero e non dai fatti. Accortosi il Sig. Gaetano Conte delln differenza frn. le due scuole, mi invitò n. trattarne in un .Articolo apposito. Però egli volevn restringerlo a quattro pagine e Lramava che io criticassi il }.furri con frasi cosparse di miele. K on potendo io accettare tante restrizioni pubLlico ora I 'Articolo come JS1111plcme11lo nl fase. di Ottolire 1916 della Ri/omia Italica, .Articolo che constderando la babele filo:;ofìca cho regna in Italia , ei;iterà al popolo cli cadere nei tranelli, di essere ubbinclolato e di intedescarsi nel pensiero e nel sentimento religioso, mentre i suoi figli ver;iauo il loro sangue per la ca.mm, della civiltà. Nella Matematica. - (j - Dal moto disordinato <lel calorico gli atomi, tendendo all' ordine fanno r elettricità che è un conLrnsto di correnti bipartite. La luce' deriva da vibrazioni elettriche trasversali e perpendicolari ai raggi. . Attrazione e Coesione sono forze primitive della origrnana tendenza all'Unità degli Atomi, i quali (derivando dalla Forza-Ragione eterna) tendono a ritornare all'Unita. La gravitazione non ~i ~itera, non devia per l7 interposizione di qualsiasi sostanza, non s1 nfiette, non si rifrange, non si trasforma e;ome la luce, non può essere un moto non può derivare da un moto. 1\'eicton dichiarò assurda ogni dottrina che attribuisse la gravitazione a pressioni e moti clell' Etere, lasciando intendere che derivava dalla volontà degli Atomi o cli Dio. Gli atomi eterei si rav\'icinauo e formano un tutto elastico che trasmette vibrando il calorico, l'elettricità e la luce a grandi distauze con la \elocità persino di 300.000 chilometri al minuto secondo. Allorchè la temperatura si abhassa le soluzioni minerali, alzandola alquaIÌto, dispongono le molecole in ordine geomet1·ico formando i cristalli, che sono sistemi di equilibrio stabile fra i contrasti elettrici. -7- I. Nella Biologia. La vita non sta mai nelle sostanze chimiche, ma nella tendenza a formare unità più alte. L'agente della vita non è nna pretesa forza vitale staccata. dagli Atomi, ma sta nel!' eleYarsi delle loro molecole ad Unità pii1 elevate, a sensazioni pii1 gradite: così si formano i primi biomori o gramùi invisibili e poi il bioplas111a reticolato visibile col microscopio, e da qnesti poco a poco i plastùluli ed i citodi che si concentrano in cellttle. Tale concentrazione mille volte folta e mille volto disfoLta nei mari del periodo Laurenziano, ha finito per durare e ne usci tutta la Natura Organica sopra la 'l'erra. Tutte le forze fisiche e el1imic.:he cooperano nella, formazione di una cellula, intente atl accrescere e migliorare la loro sensazione, e ad organizzarsi. Il protoplasma cli ogni pianta si assimila le sostanze favorevoli che incontra. Ed ogni cellula clà alle materie che assorbe il sno tipo e respinge le altre. Il protoplasma è una continua a,ft'ermazione della Unità reale: della Natw·a che si /ic • Quando nna cellula è ben nutrita e si gonfia, si raddoppia, dividendo le sue molecole in due segmenti, che diventano ciascuno eguali alla cellula madre. La vita (che è la tendenza al piacere), fa dal di dentro al di fuo1·i le strnttnre atle a nutrirsi ed a respirare, clisccrnenclo quello che è dannoso da quello che le giova. I fermenti sono vitalizzA.zioni od unificazioni di succhi, e ve ne sono in ogni protoplasma vi"\'ente. Accrescono la forza unitaria ciel piaCBre, comunicando alle materie assimilate il sentire e il \'Olere comune. Le piante sono colonie o colletti,·ismi di amehi protoplasmici, che fanno prevalere la funzione nntritfra sulla semo\ente. Le zoospo1·e (animaletti microscopici} riuniscono in sè la energia morfologica delle piante primitiYe. Nelle Alghe imperiori comincia la divisione delle spore in femmine e in maschi. Il polline è un surrogato delle anterozoidi delle Crittogame, e non ha l'aspetto di amebo, ma ne ha la virtit. Nelle antere, nei pistilli dei fiori è evidenle la vita animale. Il fattore delle maggiori trasformazioni ò stato l'amore, ossia il gra.n piacere cieli' Unità, così nelle piante, come negli animali . La maggior cernita fn fatta nella sintesi goclnta nei piaceri intimi della Natu.ra che si fa, nelle mutazioni del sistema riproduttivo. . DoYe la pianta ha vita att.Ì'n\ è aerobia ed animale, come nel seme che germina, nella gemma che si RYilnppa, nella foglia che cresce, nel fiore che matura in frutto: e consuma molto ossigeno riscaldandosi. Le piante (e Ye ne sono pii1 di centomila specie) si son formate per sen.mzione e 1:olo11tà e non mai per un assoluto inconscio come crede,ra Schelli ng. La formazione lenta e perse\erante degli organismi per fuggire il dolo1·e e procurarsi il piacere è uniYersale. Essa fa le funzioni e le consolida in organi, ripetendo i moYimenti piace\·oli, e non modifica le sue fonzioni senza essere consapei:ole della modificazione voluta dalla Natura che si fa. L'Inconscio è sempre un risultato della perseYeranza del conscio nell'attivare nuove funzioni. Nessun fat.to può addursi per dimostrare che dallo Inconscio esca il Conscio. Ex nihilo nihil. }falla sintesi erotica si trasmette la legge sociale del collettivi?O;mo organico, concentrandola in poc.:he cellule pil1 vitalizzate. Negli animali inferiori tale eonce11Lrazione è ancora debole, tanto è vero che la prole non diventa. mai subito simile ai genitori, ma -9- -8consiste in embrioni nati avanti tempo, e si sviluppano con metamorfosi (come nel baco clfl. seta). Soltanto negli animali superiori la prole somiglia ai genitori forniti cli ovuli e di spermatoz oicli. Le larve degli insetti sono appunto embrioni nati avanti tempo: in essi vi è l'inconscio istinto fat.to poco a poco dal conscio degli antenati. Nella Fisiologia dei sensi. Ogni senso è stato fatto in lunga evoluzione dall' attenzione ad un fenomeno speciale di moto (vibrazioni di solidi, cli liquidi, delP aria o dell'etere), col mandare alla periferia delle co1Ten Li sensi ti ve. La desiderata fnzione speciale ad una classe cli fenomeni, ripetuta migliaia di volte ha formato poco a poco gli organi dei sensi. Allorchè il Nournenon o Natura che si f'a si concentra sopra un senso, lo affiua e lo rende delicato e squisito, facendo più pronte_ analisi e sintesi di sapori, di odori, di suoni, di colori o delle linee a delle forme delle cose toccate - a seconda degli scopi che l' individuo si propone e che i suoi discendenti continuano a proporsi con perseveranza. La sensazione è una reazione sintetica della Unità organica. Il dominio della Unità sul molteplice è sempre proporzionato agli eccitamenti. Il persiste1·e della Unità è la causa dell'ordine che risplende in ogni organismo sano, e questa Unità della Coscienza degli Organismi è un riflesso della Unità divina cosmica e prova la realtà della Volontà e Ragione onnipossente. Nella 1:isio11e, le minutissime divisioni dello spazio fotografate e dalla Percezione raccolte nelle cellule grigie del cervello, vengono unificate dalla Unità Nurrw·ante e confrontante. Nella audizione le minutissime divisioni del tempo fonografate e portate dalla Percezione nei registri della memoria, vengono unificate dalla medesima Unità inte1·na, riflesso della Volontà e Ragione eterna, Conscia. La differenza delle lunghezze, dei pesi, degli sforzi fatti col proprio senso muscolare è più o meno sentita dagli animali. Lo spazio ed il tempo in cni agiscono sono specialmente valutati dagli Insetti e dai Vertebrati. Ella dirà che questa non è Metafisica e comincerà a stancarsi. Ma abbia ancora m1 po' di pazienza. tt Dalla Psicologia . La interiorità psichica che ha fatto la evoluzione di ogni specie, si mostra capace anche negli animali di cernita, di scelta. Il centro conscio scintilla dove si cambia il sentimento in Volontà; è l'ultimo portato della tendenza naturale all'Unità. La coscienza dell'Uomo (qllell' Io che i metafisici tedeschi credettero potesse trarre dal suo fondo l'Assoluto), non è altro che un perfezionamento delle Unità degli Antenati animali Primati. L'individuo psichico è formato dal fondersi d'individui più semplici, e dalla divisione del lavoro fra essi, divenuti psichi passive o corpo. La psiche passiva sente, desidera, vuole e muove, anche allorchè l'attiva, ossia la con&el'genza grmerale, che dà la coscienza umana, non si avverte. Le abitudini e gl' i.o;;finti sono sintesi benfatte che si conservano, si ereditano, e fanno l'automatismo della psiche passiva, che è Natura fatta e va come un Meccanismo. Quando io cammino non penso al moto delle gambe. La psiche attiva ha fatta e modificata la passiva gradatamente iu molti secoli di evoluzione. La eredità comunica dai genitori ai figli tutti i moti r iflessi , tutti gli i.-;tinti, tutte le attitudini ben ripetute per lunga attenzione dei genitori. Come gl'istinti sani si ereditano anche i morbosi, moltissime malattie sono ereditarie negli animali e nell'uomo. Il carattere 'Tizioso, l'imbecillità, la propensione al stùcidio: la psiche disordinata dà origini ad epilettici, a scrofolosi, ad idioti, a melanconici, ad isterici, ad alcoolici, a meretrici, ad assassini. Tra le attitudini ereditate dal col'po la più importante è quella della convergenza nervosa che f'a la coscienza generale, riattivando la psiche attiva e facendo rinascere ad ogni bisogno di attenzione il nost1·0 Io . Se debole, l'attenzione si stanca presto, se forte può durare anche delle ore. L'Io è la sublimazione di questo processo; unifica il passato col presente, giudica e delibera, per il bene proprio. La luce intellettuale è tanto maggiore quanto più si confronta unificando, ossia ri- flettendo la Unità suprema del Cosmo. Il sentimento è il governo del Collettivismo organico, ed è piacevole o doloroso. I sentimenti esprimono a fondo la Unità Nume1·ante perchè sono fatti da confronti di proporzioni per scegliere il modo di condursi e di agire. L'armonia del piacere fa espandere - 10 - le energie. La disarmonia del dolore le costringe ad estinguersi. Ogni piacere aumenta la forza mnscolare, prova che ogni energia tende ad ascendere. La felicità corporea sta nell'accumulare forza nervosa. Il seutimento religioso c·i innalza verso la Unità Centrale e conscia del illondo; Gesìì fu il maggior genio del Sentimento e non cerca va mai (come i Tedeschi che Ella copia) di gonfiarsi, di tirar fnori dal suo profondo la divinità dell'Assoluto inconsapevole che Ella sogna. La Volontà in tutto llnello che fa è misul'ante, sa proporzionare i mo\'imenti grazie al senso muscolare. Il riso è un'esplosione cli libertà del volere, di superiorità e di vittoria, e la vera lfoligione è una libertà di volere e di vincere, sempre però facendo la volontà di Dio che protegge tutti e non noi soli, e vuole la giustizia e l'amore. San Paolo scriveva ai Filippesi, 4, 1: «Rallegratevi del continuo nel Signore, da capo dico l'allegrated ''. Percependo le cose sentite noi facciamo i concetti di esso classificandole e cambiando la r1nalità in quantità per poter numerarle. Cercando il concetto nello scopo cli nna cosa non si può mai formarsene un'idea divina che la faccia diventare, come credevano i Metafisci platonici ed oggi gli hegeliani. Hegel fece della Logica una Ontologia, perchè la sostanza delle cose era per lui il Perisiel'o. Ma la sostanza vem è la sola coscienza <livina e le sue riflesse nel mondo, sentire, volere, anche con debolissimo pensiero. I!egel considerava a torto il Sentire ed il Volere come due forme del pensiero. Hegel voleva ridurre persino la Unità dell'Io alla legge logica. Ma questa Unità la si vive, ma non si definisce. Anzi Schellin,q, Sclwpen~auu, flartmann ed i filosofi minori che pullularono in Germama dopo la morte rli Ilegel, considerarono la Volontà come Ù'J'azionale ed opposta al Pensiel'o. Tutti. i grandi scopritori furono mossi dalla ricerca dell'Unità e dell'Armonia, all'opposto della ricerca hegeliaua della Opposizione e della Contraddizione. Concetti, ginclizi ed ipotesi sulle cause, ossia le tre maniere con le quali l~ Unità intima ala.bora le cose percepite e ricordate, si posi:;ono ridurre alla ricel'ca del simile, alla continua af1'e1'mazione della prop1·ia Unità nume1·ante, l'i(lesso della Unità 0 Ragione eteJ'na clivina. ' La Unità numerante arriva alla scienza affermando le verità trova~e, ~limi:iando le contraddizioni. Ogni cognizione finisce con equaziom ossia con somiglianze, estratte da differenze che le accompagnano e ridotte ad equivalenze. La energia logica assimila il sa- - 11 - pere armonico, le idee astratte si appoggiano, se vere, sulle concrete. Sia nel concepire cambiando la qualità in quantità, sia nel giudicare riunendo in modo quantitativo i concetti, sia nel creare le vere cause facendo ipotesi sulla persistenza dell'Essere nelle metamorfosi dei fenomeni, la Unità intima tutto sintetizza e va sistemando alla luce della Ragione eterna divi-nei. Chi numera sostanzializza ed obbiettiva l'Essere sLesso delle cose, senza riferirsi alla qualità. Con semplici ragionamenti matematici Galileo Galilei potè inventare il telescopio che ci aprì i misteri del firmamento e potè creare la scienza meccanica e dire che il Nume1·0 è la ossatura delle forze. Tutte le coscienze sentono e pensano con la loro coscienza che 1·if!ette la Unità supl'ema divina, la duonadum Monas» di Giordano Bruno. La Matematica fa tutto a priori. Ma non mai con le contraddizioni hegeliane che sono chimere ed assurdità. La Unità nostra non è un fenomeno, ma fa i fenomeni della sensazione e del moto; essa rimane, i fenomeni fuggono. Essa è un cenfro di confronto che persiste e condiziona le sensazioni, le volizioni ed i movimenti. Essa è il divino immanente che gode o soffre, analizza, sintetizza, delibera, decide e liberamente sceglie la sua via. Nella Sociologia. L'eminente giurista senatore Pessina, che si è spento da pochi giorni, nella Prolusione alle sue Lezioni nella Università di Napoli tennta nel 1894, e stampata in un Opuscolo col titolo: e Il principio organico della scienza sociale», a pagine 11 a 16 seguiva quanto io aveva già sostenuto nelle otto annate della mia Rivista G La Nuova Scienza», affermando la impossibilità che lo Inconscio abbia fatto o possa mai fa.re il Conscio. È col pensiero consapevole che gli uomini piì1 ingegnosi e più forti iniziano le formazioni e le modificazioni sociali, e solamente dopo che si rafforzano e divengono corpo sociale diventano in parte inconscia e formano un meccanismo, una disciplina. Le società sono organismi fondati dalla simpatia e da una coscienza comune: crescono e si sviluppano come ogni organismo, differenziando le parti e arrivando alle strutture soltanto dopo molti tentativi e molte ripetizioni degli atti più utili e più piacevoli. Lo Stato è la unità mol'ale di una nazione. L'arte politica è una Estetica superiore che si serve della scienza politica ed economica, mirando alla prosperità, felicità e potenza nazionale. Il centro di - 12 - una nazione è il suo pensiero e sentimento 1·eligioso e morale, che foggia t1~tto il dù·itto, precisando quella parte della libertà che va garantita e protetta per il bene comune. Quando Pidea di Dio è bassa {come nella Germania in seguito alle teologie dell'Assoluto Inconscio da Lei ammirate e adottate), tutti i sentimenti religiosi si vanno perdendo e si arriva al Materialismo e alla Brutalità pe<lan tasca. Quando è elevata e viva, se i sacerdoti non vi mischiano interessi di casta e scopi politici, i popoli prosperano e si inciviliscono sempre più. La vita sana di un popolo è sempre ricca di speranza, di gloria, di piacere, come avviene oggi in Italia, ad onta della tremenda guerra che ci darà i con:fini naturali. Cm·lo Renouvie1' nella sua Philo.r;ophie Analytique de l' Ilistoire provò con ampio studio <lei fat,ti della Storia antica e moderna, che crescono e si sviluppano bene gli Stati morali e religiosi, come l'antica Roma, il moderno Giappone, mentre gli Stati immorali decadono presto, riuscendo impotenti gli uomini migliori ad impedire la corruzione del Governo e del popolo. La Chiesa evangelica della Germania ha una gran parte di colpa della superbia, della pretesa di assoggettarsi l'Europa, dei macelli di milioni di giovani avvenuti dall'agosto 1914 in poi e che continueranno anche l'anno venturo, finchè non sia fiaccata la forza mili tare prussiana. Dalla Filosofia Scientifica. La Filosofi.a non è una semplice coordinazione delle singole scienze, ma è l'assimilazione di esse, ossia la riduzione dei vari rami dello scibile alla Unità vivente, e cerca il potenziale di tutte le forze, quindi si fonda sopra la totalità e non sopra una parte sola del1' Esperienza e sull'idea dell'Essere. Così facendo, essa trova che anche nella Natura inferiore vi è il Nonnienon che inizia i fenomeni. Vi sono due Nature, quella che si fa e quella fatta. Questa è soggetta al determinismo, ossia è necessitata; se ne trovano le leggi in tutti i manuali scientifici di qualsiasi ramo del sapere. È la parte massima del mondo, mentre invece la Natura che si fa è la parte minima di esso, e non è mai fenomeno, ma è sempre Noumenon, ossia non si vede, non si tocca. La Natura fatta è una conseguenza della Natura che si faceiia, è un Meccanismo che è stato figurato poco a poco, desiderato voluto; e si è formato col ripetere i movimenti utili a qualsiasi' fon- - 13 - zione di piacere e cli vita, è l'Universo visibile, tangibile, necessitato, che nasconde la unità che sente e si esplica movenclo. La psi!:ogenia fa la somagenia. Il numero intimo fa i rapporli numerici. È il Noumenon che anche nella Natura inferiore vede, ode, odora, gusta poichè gli organi dei sensi sono suoi stromenti. Esso è la unità attiva che confronta, giudica e misurando dispone e decide. Vita e Piacere sono comunicati dalla Volontà Ragione eterna che è la Maggior Realtà. La scienza induce dall'osservazione dei fenomeni la esistenza della Volontà Ragione Eterna, come conscia e personale. Il Numerante è il primo fattore della conoscenza, questa è la bussola che guida la Filosofia Italica. L'Io confrontante e misurante (mens a mensum) riflesso della Unità cosmica, non ci dà idee innate (come credettero i Metafisici greci e i moderni tedeschi), non ci dà il contenuto delle idee: ma fa separare quello che è simile da quello che è diverso nell'atto di percepire, e questa è la vera fonte delle idee con le quali noi ordiniamo l'Esperienza, è il solo Apriori che abbiamo, è una facoltà sintetica che va dal tutto alle parti, le separa, le analizza col confronto. Il Numero riflesso di Dio è la prima forma dell, intuizione. La Unità divina è provata dalla Unità del Cosmo, dalla tendenza cli ogni essere anche minimo a formare più alta unità, assurgendo verso la Unità suprema, e dalla Unità delle forze fisiche, biotiche e psichiche. In altre parole è provata cosi dalla Unità di origine e di composizione di tutte le energie, come dalla Unità di tendenze e di aspi1·azioni delle medesime j per cui tutto l'Universo è numero ed armonia che noi non dobbiamo trascurare (come Ella fa, per correr dietro alle chimere). La natura fatta è sempre il risultato di tendenze volute, della ricerca cli sensa.zioni più gradite, perchè piil unificate, cli movimenti ripetuti molte volte nelle direzioni che danno più vitalità e quindi maggior godimento, movimenti che resistono a chi vuol contrariarli e fanno quella che si dice Materia. Questo godimento è fatto dalla libertà, dall 1aspirazione verso un centro cli maggior vita, di maggiore realtà il cui focolare supremo è precisamente la Coscienza massima di Dio. Io ho fatta la filosofi.a scientifica veramente Italiana, la sola che non abbia preso alcuna idea dalla Allemagna, la sola che sia conforme alla tradizione laica di Pitagora e di Giordano Bruno. - I Maestri del Murri. Dove ha Ella imparato che Dio nou può essere Pe1wona consapevole e che è invece un Assolnto pensiero Inconscio? Tra i filosofi Italicini nessuno ha imaginato una stranezza simile. Per cinei Lettori che non conoscono la filosofia alemanna indicherò sommariamente quale strada fecero le rapide ali della imaginazioue tento. . . mca per arnvarci. Leibnitz pose il germe della filosofia tedesca moderna nel J 704 ma la sua opera per varie vicende 11011 venne pubblicata che sessanta anni dopo, nel 1764. Egli suppose un Pensiero Inconscio in tutte le Monadi o psichi minime clell'Unirnrso. Non era più Dio (come in C(//·tesio ed in Spinoza) che dava agli uomini le idee, ma ogni l\Ionade ern specchio cli tulle le coso. Tutte le idee, diceYa LPibnitz sono innate, e si snebbiano e si chiariscono co~ la 8empl.ice elaborazione intel'na, gi~icchè per il mondo esterno noi non abbiamo finestre. Se andiamo cl' accordo con esso è per una prestabilita Al'monia. Senza nulla dare e nulla ricevere' ma co; solo. chiari~e il f'on~lo oscuro della coscienza, si scopre il vero'. . L. ;espene~a, 1 osser:az1one sono soltanto un modo di fare questo sch1ar1mento 1 g1acchè noi realmente altro non sentiamo che noi· stessi. Kant. nella « C1·itica della Ranione " · )JUl'a » , 1,.,181 , e prec·isamen t e nella Logica tra~cendente, ritenne che la nostra Ragione crea i feno1 meni, fa la qualità, la quantità 1 le cause 1 gli e.cretti' w · 1 t u tt o 1·1 monco sensibile, beuchè (p_er nn avanzo di prudenza) poi nella Dialettica trascendentale la H.ao'ione come impoten t,e ne11 a 11ce1ca .· . ,..., . considerasse , o cl e11 a 1..1osa m se. Pichte entrò invece direttamente nella l\Ietar. · .us1ca specu 1ati· \·a proclamaudo che la Cosa in sè era l'Assoluto Inconscio. Egli trass~ tntLa la sua filosofia cla/l~ s~la 0oscie11za, l'Io ei·a la tesi, il non-Io (ossia il .Mondo) era 1 Aut1tes1 1 e la Verità. era la Sintesi·. col , d· t · · · · . · p1 ocesso 1 es1, ant1tes1 e sm~es1 venne sciorinando una progressiva moralità dell 1 Assoluto Inconscio. cercò , questa .sinfPsi e la trovò nell Ist'm t 0 c h e egl'1 . Schelling .[! 1 e11sse .1.a• tutto e puo tutlo:• sicchè 1 invece d e11a conoscenza concettuali' d1 Kant, egli invitava ad elevarsi alla conosc · t · · . . enza in m 1iva: . . h , e d ice' a c e l Assoluto Inc.:ons010 ha due atti·i'bu•~. p · e w.. enstero e ,;7 ~ 0. . 1onta. o Moto; polo ideale e polo reale dell' Assoltlto e , .[! l · , . · osi rece a fil osofia d ell 'Id entita fra Pensiero e l\Iateria. 1 - 14 - l 15 - Venne allora Hegel ad investigare 1 mulinando nel suo dedalico ingegno, quale potesse essere stato il processo seguito dall'Assoluto Inconscio per svilupparsi e fare il mondo. E battendosi la fronte esclamò l'ho trovato: Eui'el.:a, deve essere stato un processo di concetti contradditort, per cui le cose erano e non erano nel tempo stesso, ossia diventavww. Naturalmente per procedere sicuro egli ridusse la 'Volontà ad un semplice modo del Pensiero, e con aria di gran sapiente si pose a descrivere quella che chiamò la Selbstbeu·egung des Begrilf's, cioè il movimento proprio del Concetto cli contraddizione, che incomincia dal puro concetto dell'Essere, al quale si oppone il Nulla, e dal loro abbracciarsi esce il Divenire. L'individuo è una riunione del finito coll'infinito, la nostra Coscienza è una funzione dell' A:usoluto Inconscio, che si fa conscio lll noi. Pensando l'Assoluto siamo Dei, la Religione è il sapere dello Spirito finito che egli è essenzialmente lo Spirito Assoluto. Le menti deboli (come quella del dott. l\Iuni) si inebriarono della capacità così intraveduta cli penetrare nelle essenze incaliginate1 di elevarsi al rango di superuomini, di semidei, di poter strappare dagli occhi del popolo ogni benda di consolanti illusioni religiose . Quanto il prof. Hegel aveva magnificato il Pensiero e il suo processo illogico di contraclclizioui continue (che egli naturalmente chiamava Logiche 1 pretendendo cli immedesimw·e l'Ontologia con la sua Logica contradd itoria, altrettanto A 1·lu 1·0 Schopenlw uer (figlio di un ricco banchiere di Dauz1ca 1 vantò la Yoloutà sopra il Pensiero. La Cosa in -'iè di Jùrnt, egli disse, non è altro che la Volontà eterna stupidissima, poichè c.:erca il piaeere e trova il dolore; e nou ha uè coscienza, nè ragione, nè moralità. Il suo pessimismo rovesciò le cattedre hegeliane. 11 congresso dei natmalisti fecles0h1 tenuto a GotLinga nel 1854 abbandonò ogni Idealismo e dichiarò perfet.ta menzogna e ciarlataneria lo hegelismo e da allora la Meta.fisica ebbe seri rivali e nemici anche m Geunania. Si dd:l.'nsero le opere iuateriahste cli Biichner, di i'ogt, di J.liole.~·clwtt; 1 Ebreo Ca1·lo ,lfa1'.1.J serisse la sua opera stù Capitale e fondò il socialismo iuternazionale 1 gli operai tedeschi uscirono in massa dalle chiese. Il riso delhi poesia fo volto in pianto, l'orizzonte ideale delle menti teclesc.:he anelò imbruneudos1 1 Bal111se11 dettò la sua Cha1·acte- - 16 - rologie estremamente pessimista, dipingendo il mondo come un inferno; Hartmann tentò invano di fare una Filosofia dell'Assoluto Inconscio che dal 1868 in poi ebbe sedici edizioni, e mirava a persuar dare i credenti nell'Assoluto Inconscio che l'uomo (suo ultimo portato) essendo finalmente divenuto conscio) pote·va e doveva redimere dalla volontà cattiva l'Assoluto e divenire Deicida. Verso la fine del secolo passato sorse Nietzsche a respingere qualsiasi misticismo, tanto il Cristiano quanto quello dell'Inconscio di HMtmann ed a deridere ogni scrnpolo religioso e morale, suggerendo ai Tedeschi una superbia sconosciuta nell'Umanità e spingendoli ad escogitare i mezzi pii1 acconci per dare alla Germania il dominio della Terra intiera. Scuole scandalose di boria: un popolo di Dei che avea dissipato quella nube che avvolge il passaggio dal Nulla all'Essere, doveva riuscire, preparandosi molte munizioni ed una ferrea disciplina militare, ad annodare al carro della vittoria ge1·manica le bandiere dei popoli Latini e Slavi, come avevano fatto gli Antichi Romani con le Divinità dei popoli vinti. Le incresciose apparenze del lutto universale non li distolsero: erano malinconici, divennero terroristi. Vollero spaventare i popoli pacifici, facendo piombare nel fondo dei mari centinaia di navi a vapore, legando i loro comodi agli stenti dei loro vicini, la loro fastosa prosperità alle lagrime, agli strazi delle stirpi che non li ubbidivano; mirarono a mietere migliaia di vite con poche falciate, a conquistare come le orde barbariche per ferro e per fuoco. La sua Religione nebbiosa. Studiando l'uno o l'altro di questi Metafisici e forse il Schleie1·macher che mori due anni dopo Hegel (cioè nel 1834) e si occupò più degli altri della l{eligiono, Ella si è persuaso che agl'Italiani mancava un'idea preziosa: quella dell'Assoluto Inconscio) e se ne fece apostolo. Ma si è appoggiato ad una chimera. Prima di tutto l'.Assolitto non si può pensarlo, perchè è impossibile proseguire una serie infinita di atti psichici per arrivare ad un Assoluto che non sia più relativo a nulla, come ha benissimo dimostrato nei suoi o: Problemi della &ienza » , Bologna 190G, il presidente della Società Filosofica Italiana prof. Ji'ederico Enriquez. La Unità Uosmica Conscia 11011 può essere assoluta, perchè è legala a quello che sapientemente ha pensato e fatto e non può contraddirsi. - " ' 17 - Svaporando l'Assoluto, cade buona parte della sua Religione nebbiosa. Ma non esiste nemmeno il Pensiero Inconscio. Il vero pensiero è sempre conscio) come lo ha dimostrato il senatore Enrico Pessina nell'Opuscolo citato a proposito della Sociologia. L'Inconscio non è mai creatore, non è mai iniziatore. Quando noi sogniamo non siamo capaci di pensare, di prendere delle risoluzioni definitive perchè la convergenza nervosa nel cervello è soltanto parziale, è confusa. I Romani dicevano che chi non è compo.Y suae mentis non può far nulla bene. Non è vero che le opere d'arte sgorghino dal pensiero inconscio; anzi il bello è sempre più o meno il frutto di lunghe meditazioni. pensiero inconscio di Dio poi è una sciocchezza. Ohi la insegna è costretto a ricorrere alle idee eterne di Dio insegnate da Platone. Un Dio inconsapevole, che non conosce sè stesso, che non conosce noi) è un Dio di nebbia tedesca. La sua Religione nebbiosa, il suo Dio Assoluto Inconscio ha il piccolo difetto di non esistere) è caduto per terra in Germania, sua patria, ha inebriate di superbia le menti irreligiose, ha confuso le turbe che prima erano religiose, e credevano nel Dio buono e generoso e lo pregavano di darci il pane quotidiano, di perdonarci i peccati, di liberarci dai mali. Il suo Dio Assoluto Inconscio non può dar nulla di tutto questo, non viene pregato da alcuno ma sta nascosto nel fondo, da cui Ella invita a tirarlo fuori (1). n (1) Ecco (iu via di esempio , alcune frasi con le quali il Dott. Romolo Murri invita qualunque balordo a superarsi, a tirar fuori dalla sua intima coscienza quell'Assoluto Inconscio che ha fatto il mondo senza saperlo. Indiohiamo con la sillaba Op. 1'0puscolo sopra citato intitolato: • Jl Cristianesimo e la religione cli domani•, e con la sillaba Riv. il fascicolo di aprile 1914 della Hi(ornia Italiana di Firenze, uel quale il Murri espose il suo programma. Op. pag. 18: • Yia via che il nostro pensiero si aguzza in rapporti sempre più • intimi con gli altri, facciamo quello che si dice in termine • generico Dio, cioè ì1 concepire la occulta vita dello spirito, e come il massimo della universalità., ecc. •. 19: • L'ideale religioso Dio è posto dalla fede e uon dalla ragione: • è una sintesi, ncchezza di vita, che però non esiste ancora, e ma diventa)), 20: • La fede crea, è un continuo nascere, è il fiore della vita, capace cdi generare Uri Dio•, -10: • L'errore dì tnlte le rel igioni fu di a\'er fissato un Dio oggetto, e persona esteriore e tipo •. - 18 - Ella si dice mio amico, e come tale non disaggradirà queste mie modeste, rispettose, fraterne osservazioni: Amicus Plato, amicus Aristoteles, secl rnagis a mica Ve1·itas. Recentis31mi giudizi sull'ultima mia Opera Dalla mia villa di Todi, ottobre 1916. Suo D ev.mo Dott. ENRrco CAPORALI. Dalla Università <li Nnpoli: L'illustre sociologo Napoleone Colajanni nella sua Rhista quindicinale del 30 settembre 1916 pubblica nn Articolo del valentissimo filosofo Mario Pilo, che dice: «Nei tre volumi della sua Opera La Sapienza Italica l' in« signe nostro filosofo Enrico Caporali studia le dottrine del primo «grande pensatore Italiano Pitagora e le fa rivivere, rifiorire, rie splendere, ripalpitare alla luce e al calore della Scienza moderna, "'e riproclama la Suprema Verità che tutto l'Universo è armonia e «numero. "È qui, signori miei, non nel Platonismo, o nel fumo di Hegel, «la bussola della filosofia Italiana, della filosofia vera, della filoso"' fia unica, della filosofia che la gente assennata deve seguire. «Lasciate da parte il verbalismo astratto, la filosofia pneuma« tica del manicomio teutonico, della metafisica delirante, che ha « scombuiata l'intera mentalità. di una razza intelligente e lavora« trice e l7 ha condotta a quella ipertrofia di coscienza, a quella me« galomania di propositi che ha scatenato nn furore omicida. "La Natura infatti procede per sintesi sempre pii1 alte, per «associazioni e combinazioni di atomi o di molecole, di poliedri e integranti e di cristalli, di bionti ''egetali ed animali, di famiglie, « di tribù, di nazioni. Impulsi e voleri animano dal di t1entro al «di fuori la Natu,ra che si fa e non si chetano che nella Natura "fatta ecc. ». - Sono tre colonne di recensione. Dalla Università di Bologna: Nella Rivista dell7 istruzione superiore intitolata: L' Cnhe1·sità Italiana,, diretta dal prof. senatore J>. Albe1·toni e dal chiar. professore Raffaele Gurrieri, questo dice: (Fascicolo di ottobre 1916): «La Sapienza Italica del prof. E. Caporali, Opera pretta« mente e profondamente Italiana, che ha avuto le approvazioni mag« giori 7 e continua ad averle dai pii1 alt.i c1ùtori delle Scienze, i quali "'trovano nella dottrina pitagorica, qnale viene ec;posta dal Caporali e una base filosofica ai loro studi. Questa dottrina viene a collegare «e a fondere fra loro le Yarie. apparentemente disparate branche e della Scienza e conduce a sintesi che aprono ~empre pii1 l'angolo °'visuale dello studioso ecc. ~. - C'è ancora tma pagina cli recensione. & Op. pag. 4l: •L'aver ricondotto la religione nella interiorità (s'intende Dio che •era fu.ori dell' nomo, bisogna 01·a cercarvelo dentro è :>tata . la grande conquista spirituale della scienza moderna • ! ! 60: •Bisogna che gl' Ita riani· si· ri·t·accia.no . una coscienza religiosa ca.e y~ce di essere il substrato di un nuovo organismo Cattoli~o •. Rtv. pag. l: e Il dwmo è i11te 1· · ·1, · wri a nostra, da cercarsi in uno sforzo di su• paramento •. • 2 (mezzo : •La fede è 1·1 p10.en . ' ders1. dell'Essere spiritunle . . verso la e SU!\ ulteriore H,ealtJ. 1· 1 D. 1. • . u • 1 10 cue viene tirato fuoriJ. 2 (fine) : •Noi vogliamo tt' .. . . . a mgere i· valar1· assoluti nelle origini dci • .piu mt11ni moti dell'an1'1uo , vogi·rnmo arncc · J11rc1 • · e <l'l i atare • il 11ostro essero vero • 3 (in fine)· I Cristian· · ·ù 11 · I mossi a a fede uscirono di sè e :si ritro• varou o e si accoi·<l a10110 . · que11 'uno Sp1rzto . . che è in . tuftt m e occulto e pre.çente • . 4 (capoverso 5 · • Fac d 1 . . . . · cn o a smtes1 superiore delle nostre attività. e DOl cerchiamo n1·0· c1·e<le . D" . .fi cari.fare d"i l 111. noi~ . , re in 10 s1gni stessi•. 5 (linea 6 : • Le chi es · . . . . e g1o>ano so I tanto mtroùucenùo l' 1ndiv1duo • p1·esso quell' m · t imo · D io · che egli ospita e nou conosce •. .. I Altre 01•cre •lello stesso Aut.01·e : La Nuova Scienza, otto annate (18iH a (restano poche copie) lSD~), 3100 pagi1w Epitome di filosofia Italiana, H!l 1 (esaurito) 370 pugi11e. La Sapienza Italica: VoL. I - La Natura secondo Pitagora » II - L'Uomo secondo Pitagora » ill - Il Pitagorismo confrontato con le altre Scuole - 55~ pagine L. !IU.UU » f>,UU » 2,f)< l » ~,f>O > ~,fJ(J Tutte queste Oper e furono pubblicalo i11 Todi. Veggansi a pag. 19 due rec·o11tissimi giudizi :-;ull'ultirnn. Prezzo del presente Cent. Cinquanta •