SCHELLING
• SE quello di Fichte era un idealismo
ETICO e SOGGETTIVO
• Quello di Schelling è stato definito
idealismo estetico o oggettivo
PERCHÉ?
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Idealismo oggettivo
• SCHELLING vede l’assoluto come
IDENTITÀ DI
IO e NON IO
Con tale identità egli intende spiegare la natura non
come puro ostacolo all’attività libera dell’Io, non
come pura necessità ma come
ELEMENTO INNERVATO DALLO SPIRITOSOGGETTIVITÀ
2
La filosofia della natura
Idee per una filosofia della natura, 1797; Intorno all’anima del mondo,
1798; Primo progetto di un sistema di filosofia della natura, 1799
• Il modello di spiegazione della natura è
basato su un organicismo finalistico
immanentistico: la natura è organismo con
un fine immanente dato dal principio
dinamizzante e vivificante dell’Assoluto.
Momenti dello sviluppo della natura sono
tappe del farsi spirito della natura stessa in
un passaggio progressivo dall’ inconscio al
conscio.
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LO SPIRITO INCONSCIO
E’ spontanea attività autocreatrice che esplica se
stessa in una serie infinita di creature in primis
DIALETTIZZANDOSI nelle due primigenie forze di
ATTRAZIONE E REPULSIONE
Queste danno luogo a
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LE TRE GRANDI MANIFESTAZIONI DELLA NATURA
MAGNETISMO- principio di coesione: le parti della natura
gravitano le une verso le altre
(forza attrattiva)
ELETTRICITÀ: principio di polarizzazione dialettica: il
mondo è sede dell’opposizione di elementi contrari
(forza repulsiva)
CHIMISMO: principio di metamorfizzazione: vi è in natura
un incessante metamorfosi e cambiamento dei corpi: il
mondo è una fucina dove si fabbricano le più svariate
realtà
(indifferenza di attrazione e repulsione)
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LE TRE POTENZE DELLA NATURA
Magnetismo elettricità e chimismo sono presenti come
elementi di determinazione e sviluppo delle tre
potenze della natura, precisamente i gradi attraverso i
quali la natura CRESCE dall’inorganico
all’autocoscienza:
MONDO INORGANICO – magn. - elettr. – chim
LUCE – è un fenomeno naturale a metà tra mondo
inorganico e organico (come una sorta di
smaterializzazione dell’inorganico che non è ancora
giunto alla vita) in cui la natura si fa visibile a se
stessa
MONDO ORGANICO sensibilità (magn.-attraz.) –
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irritabilità (elettr. -repuls) – riproduzione (chim.-indiff.)
La natura come cammino verso lo spirito
Nella sensibilità vi è un preannuncio
dell’autocoscienza che si manifesta
nell’uomo. L’uomo è il punto
autocosciente d’arrivo dello sviluppo
naturale, che corrisponde ad una
progressiva smaterializzazione e
spiritualizzazione della “cosa” naturale
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L’intento di Schelling in tale
frangente è quello di costruire una
FISICA A PRIORI
Non a prescindere dall’esperienza,
ma in cui i dati dell’esperienza
trovino la loro collocazione
razionale all’interno di un sistema
complessivo della natura
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FILOSOFIA TRASCENDENTALE
Sistema dell’idealismo trascendentale, 1800
•
•
Se la filosofia della natura parte dall’oggettivo per derivarne il
soggettivo mostrando il progressivo farsi intelligenza della natura
LA FILOSOFIA TRASCENDENTALE PARTE DAL SOGGETTIVO PER
DERIVARNE L’OGGETTIVO MOSTRANDO IL PROGRESSIVO FARSI
NATURA DELL’INTELLIGENZA
Nella fil. trasc. si scopre che i modi di autocostituzione dello spirito dalla
natura sono simmetrici e “identici” ai modi di autocostituzione della
natura dallo spirito.
Vi è un unico percorso attraverso cui
1) l’Assoluto viene visto dal suo lato soggettivo come natura che si fa
spirito – dall’oggettivo al soggettivo
2) l’Assoluto viene visto dal suo lato soggettivo come spirito che produce
e modella la natura – dal soggettivo all’oggettivo
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IO = autocoscienza= intuizione intellettuale:
conoscendo se stesso (avendo presente se
stesso) l’IO fa se stesso (fa presente se stesso)
COME IN FICHTE: nell’io è presente un attività per cui l’IO, nel
suo infinito porre, pone continuamente limiti a se stesso
(SCH. la chiama “attività reale”):
L’io produce il suo limite, il NON-IO, e lo avverte come
ostacolo;
ed un’attività per cui l’IO supera continuamente i limiti che si è
posto (SCH. la chiama “attività ideale”):
L’io si intuisce in ciò che ha prodotto e lo scopre come
dipendente da sé, funzione della sua attività
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3 EPOCHE DELLO SPIRITO
nel suo continuo processo di
autoposizione e autosuperamento
PRIMA EPOCA (attività reale, corrispondente
all’empirismo ingenuo)
1) dalla sensazione all’intuizione produttiva: nella sens. l’IO avverte
l’oggetto come affezione-patire. Nell’intuizione produttiva l’IO,
equilibrando il proprio patire con il proprio agire si coglie come
SENZIENTE cominciando a prendere coscienza della propria attività.
Questa attività, però rimane ancorata ad un oggetto-materia esterno a
sé. In tale attività conoscitiva vi è un andare consapevole verso un
oggetto che permane nella sua pura estraneità e materialità, questo
perché l’attività della produzione inconscia non è ancora completamente
rischiarata, chiarificata e permeata dall’Io.
La coscienza considera il proprio oggetto fuori di sé
INCONSCIO
11
Seconda epoca (attività ideale;
corrispondente al kantismo)
•
2) L’Io, pur intuendo gli oggetti rimane ancora immerso in essi, ma
procede verso una riflessione in cui, riflettendo su se medesimo
perviene ad un’intelligenza differenziata di sé.
In tale fase l’Io ha di fronte a sé la natura, non più come semplice
oggettività materiale, ma come organismo e comprende che è la sua
stessa intelligenza a permeare la natura e a rendere la natura stessa
viva, organica, attraversata da un’attività che progredisce verso la
coscienza. Dunque la coscienza riconosce se stessa nell’oggetto: un
riconoscimento questo che genera la consapevolezza dell’uomo come
essere intelligente in quanto vertice stesso del cammino della natura
RIFLESSIONE
COSCIENZA
•
IN QUESTE PRIME DUE FASI: spazio-tempo+ quantità, qualità,
relazione, modalità
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Terza epoca (attività morale,
in quanto
vertice e conclusione dell’attività ideale)
• 3) L’io, astraendo dagli oggetti, cioè concependo sé stesso
come il proprio oggetto, si coglie come VOLONTÀ e
SPONTANEITÀ, ossia come intelligenza che si autodetermina. Qui
l’intelligenza dell’Io si sgancia dagli oggetti e perviene all’attività
pratico-morale intesa kantianamente come indipendenza dai
condizionamenti esterni e naturali
SPONTANEITÀ
VOLONTÀ
ATTIVITÀ PRATICA
L’io si percepisce come quell’attività che modella, plasma, da forma al
reale che essa stessa ha prodotto. In questa attività la realtà intera
diventa il prodotto puro dell’azione dello spirito, una funzione
dipendente in toto dallo spirito che fa le cose, che dona loro sostanza,
forma ed essere senza dipendere da nulla oltre che da se stesso
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Il senso della filosofia
trascendentale
• In essa Schelling compie un’ANAMNESI
filosofica dello spirito che produce
inconsciamente la natura e se ne
riappropria teoreticamente fino a giungere
alla libertà dell’attività pratica
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DALL’ATTIVITÀ TEORETICA A QUELLA
PRATICA
Nella terza epoca l’IO si coglie come libertà
che si autodetermina. Ma tale libera
autodeterminazione sarebbe vuota se non
opponesse a sé un nuovo limite. Il limite
esigito dalla libertà per esplicarsi come
tale è quello delle altre libertà proprie degli
altri soggetti liberi.
Nella storia umana si dà questo rapporto tra
la libertà dell’Io e le altre libertà
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LA STORIA
IO=VOLONTÀ=AUTOCOSCIENZA=LIBERTÀ
incontra una
NECESSITÀ
sul piano storico ciò equivale a dire che la libertà individuale incontra la necessità data dalle
dinamiche intersoggettive e di convivenza tra le persone
LA STORIA è espressione del rapporto tra:
LIBERTÀ e NECESSITÀ SOCIALE-POLITICA
Questa appare 1) come destino cieco – grandi imperi dell’antichità
2) come legalità naturale – repubblica romana e Stato imperiale universale
3) come provvidenza= innervatura dello spirito nella necessità cioè una sorta di Regno
di Dio che compie una costituzione giuridica universale. Questo rimane una sorta di
ideale regolativo MAI REALIZZATO nella storia concreta
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IDEALISMO ESTETICO
Spirito = Natura
ma nella filosofia pratica e teoretica sono trattati separatamente:
l’ASSOLUTO non è colto nella sua attualità ma dedotto come identità di Io e nonIo solo mediatamente.
C’È PERÒ UN’ATTIVITÀ IN CUI DEVONO ARMONIZZARSI COMPLETAMENTE
SPIRITO E NATURA
Infatti
Infatti, se la realtà è identità assoluta di natura e spirito, allora la modalità di
conoscenza non potrà essere di tipo mediato, un ragionamento discorsivo
alla Platone. Viceversa, come la realtà è assoluta, anche il modo di
conoscerla dovrà essere immediato, coglibile con un'intuizione che
scavalchi tutte le differenziazioni e colga subito l'identità.
così è
L’ARTE
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Filosofia dell’arte
L’arte è organo della rivelazione
dell’assoluto nei suoi caratteri di
1)Infinità
2) Consapevolezza e inconsapevolezza
assieme
Infatti
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La creazione artistica
1)Nella creazione artistica c’è una forza
inconsapevole che agisce come
ISPIRAZIONE
(momento inconscio e spontaneo)
2)E c’è una forza consapevole che presiede
all’esecuzione conscia dell’opera
L’arte rivela l’infinità dell’assoluto producendo
un oggetto dagli infiniti significati e
dall’inesauribile possibilità di lettura
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L’opera d’arte
• La sintesi di conscio e inconscio si presenta
nell’opera d’arte come identità del suo aspetto
MATERIALE – inconscio (l’opera nella sua
cosalità)
e
IMMATERIALE - conscio (l’opera d’arte nel suo
significato spirituale, riguardante le suggestioni
circa il senso complessivo dell’esistenza, le
emozioni e la visione del mondo che da essa
scaturiscono)
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La fruizione estetica
La compresenza di conscio e inconscio si
manifesta nell’atto della fruizione dell’opera
d’arte:
infatti noi ci accostiamo consapevolmente
all’opera, tanto che ne possiamo studiare gli
aspetti tecnico-narrativi e storici con la massima
oggettività
MA
alla fine ci identifichiamo completamente con essa:
entriamo nell’opera dimenticando noi stessi e
superando la nostra soggettività cosciente.
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L’arte è un produrre spirituale in modo
naturale; è coscienza che innerva
radicalmente e completamente la natura e
che però SI MANIFESTA nella natura. E’
presenza ostensiva dell’infinito nel finito
che realizza l’identità di natura e spirito. Se
l’assoluto è il poeta cosmico, il poeta
umano è colui che incarna e concretizza il
modo di essere dell’assoluto
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Il problema più elevato della filosofia trascendentale
1) Nella filosofia teoretica (attività reale) l’oggetto appare come un
elemento che condiziona il soggetto
2) Nell’attività pratica (attività ideale) il soggetto invece si manifesta come
colui che condiziona l’oggetto
Quindi sembra che da un lato gli oggetti determinino le mie
rappresentazioni cioè che mi influenzino
dall’altro sembra che io, con le mie rappresentazioni agisca sugli oggetti
e che quindi influenzi gli oggetti
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L’armonia prestabilita tra teoretico
e pratico-estetico
•
•
•
Come è possibile che queste due cose accadano contemporaneamente? Come fa il
pensiero ad essere ad un tempo dominato dal reale e suo dominatore?
ESISTE UN’ARMONIA PRESTABILITA tra queste due attività:
a) il mondo reale che influenza le mie rappresentazioni è produzione del mondo
come produttività senza coscienza
b) Il mondo ideale che io produco con coscienza è libero agire come produttività
cosciente
IL VOLERE NON È CHE LA REALIZZAZIONE CONSCIA (NELLA MORALE)
DELL’INFINITA PRODUTTIVITÀ INCONSCIA (NELLA NATURA) DELL’ASSOLUTO
E’ la stesso Assoluto che produce la natura e continua IN ME a produrre con
coscienza
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Arte e natura 1
• ASSOLUTO
produzione inconscia: natura
produzione conscia: attività pratica
Il mondo ideale dell’arte e quello naturale degli
oggetti sono perciò il prodotto di una medesima
attività: la combinazione dell’uno e dell’altro –
cioè del conscio e dell’inconscio - senza
coscienza ci restituisce il mondo reale-naturale;
con la coscienza ci restituisce il mondo estetico.
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Arte e natura
• Cioè: quando nella produzione pur
essendovi un prodotto innervato dallo
spirito e dalla coscienza, prevale
l’incoscienza, il prodotto è il mondo
naturale.
• Quando nella produzione, pur essendovi
qualcosa di inconscio (come l’ispirazione),
prevale la coscienza si ha il mondo
dell’arte.
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LA FILOSOFIA DELL’IDENTITÀ
Esposizione del mio sistema, 1801 e 1802; Bruno o sul principio divino e
naturale delle cose, 1802
Se il primo Schelling partiva dalla natura e dallo spirito per giungere all’infinito o
Assoluto, ora intende partire dall’Assoluto per poi discendere al finito e al
relativo. Ciò perché nel frattempo ha guadagnato, attraverso l’estetica, l’idea che
l’Assoluto sia l'identità assolutamente indifferenziata, dove non è possibile
cogliere alcuna distinzione tra soggetto e oggetto.
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UNO-MOLTI
• Se è così, allora come si spiega la frantumazione della realtà? Che
cosa può aver dato origine alla molteplicità delle cose che ci
circondano?
• Questo è il problema del rapporto tra l’uno e i molti
•
•
NON C’È PASSAGGIO DALL’INFINITO AL FINITO SE NON SI
PRESUPPONE CHE
il finito sia già in Dio
Da Dio emanano livelli sempre più bassi di realtà fino alla condizione
della molteplicità frantumata di individui finiti: a ciò Schelling dà una
giustificazione mistica: questo processo di decadimento o caduta
deriva da una sorta di colpa originaria non meglio identificabile
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IL FINITO COME CADUTA
“Filosofia e religione”, 1804; “Ricerche filosofiche sull’essenza della
libertà umana” 1809
Ma da dove viene la possibilità ontologica del finito e del
male e dunque anche della possibilità umana di scelta
libera tra il bene e il male?
DA DIO STESSO in quanto realtà in divenire e sede di una
contrapposizione dialettica di contrari (irrazionalità-razionalità,
libertà-necessità; amore-egoismo). Qui sta il fondamento nella parte
negativa di ciascuno delle coppie di contrari sta la possibilità della
caduta, ed anche la possibilità che l’uomo ha di scegliere il bene e o
il male, cioè di isolarsi nel finito caduto, o rientrare in quel grande
processo della storia in cui l’infinito si riconquista e trionfa sul finito,
cioè in cui Dio redime l’esistenza.
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Dopo aver guadagnato l’assoluta identità di natura e spirito Schelling,
rivede il processo di costruzione di questa identità tentando di dare
meglio ragione dello status del finito, che appare essere propriamente
una caduta dall’infinito
assoluto
Ripresa del finito nel
processo del farsi dell’infinito
caduta
male
L’uomo sceglie di isolare il finito dall’infinito
finito
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DIO ha in sé il male
In Dio
a) c’è un fondo abissale e inconsapevole ma anche una
brama e un desiderio di essere
b) C’è ragione, consapevolezza, essere
L’essere è Dio che si fa emergendo dall’abisso. Dio è un
Dio vivente in divenire nella progressiva vittoria della
razionalità sull’irrazionalità. A ciò corrisponde il
processo cosmico e la storia del mondo come
TEOFANIA
Il male morale è possibilità umana data dalla presenza
latente del male in Dio che l’uomo rende effettiva,
scegliendo di separare il finito dall’infinito, isolandolo
dal processo storico in cui esso è continuamente vinto.
Anche nel male l’uomo sente il richiamo di Dio.
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La filosofia positiva
Filosofia della mitologia e Filosofia della rivelazione
(postume)
Contro Hegel, Schelling afferma che non è
possibile identificare reale e razionale
L’assoluto non è pura razionalità ma
indifferenza di idealità e realtà, di infinito e
finito. Non è possibile ridurre tutto al concetto. Al concetto come reale
pensabile va sempre aggiunto l’esistente come reale effettivo. Al pensiero
che studia la possibilità logica delle cose si deve aggiungere il pensiero che
pensa le condizioni effettive della sua esistenza.
L’esistenza non si costruisce razionalmente ma si
interpreta come una rivelazione che Dio fa di se stesso
in quanto NECESSITÀ come natura (--mitologia) è nella
sua LIBERTÀ come personalità (---rivelazione)
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