PAROLE E FATTI DALLE SCUOLE LIBERE.
Marzo 2014 | Anno XXIV n.63
“L'universale
è racchiuso
nel particolare„
C’è universalità quando c’è apertura di tutto se stessi
capace di cogliere e abbracciare ciò che vale sempre,
in ogni luogo ed ogni tempo, comune ad ogni uomo
perché intrinseco al cuore di ciascuno.
 EDITORIALE
 L’Open Day per l’Istituto
L’Aurora è innanzitutto una festa:
la festa dell'apprendimento insegnato e della conoscenza, aperta a
tutti. Si compie in un determinato giorno come sintesi e richiamo per coinvolgere il più possibile quanti hanno a cuore
l’educazione attraverso l’istruzione. “In
un giorno determinato” come momento
esemplificativo di quello che proviamo a
compiere e a vivere ogni giorno. Abbiamo infatti la consapevolezza che se una
scuola non è aperta giorno dopo giorno,
molto probabilmente non si sta configurando come una comunità, ma come
una caserma. Apertura alle famiglie, che
della nostra scuola sono partner, al territorio e agli uomini e le donne che in esso
vivono e lavorano. Apertura e tensione
verso tutto ciò che è autentico valore.
La scelta del titolo "L'universale nel particolare" è figlia di questa consapevolezza,
è una delle gemme di quel meraviglioso
albero della cultura e dell’educazione
che rinasce dalla "lentissima esplosione
di un seme", titolo dell'OD dello scorso
anno.
C’è universalità quando c’è apertura di
tutto se stessi capace di cogliere e abbracciare ciò che vale sempre, in ogni luogo
ed ogni tempo, comune ad ogni uomo
perché intrinseco al cuore di ciascuno.
Pensiamo, per esempio, alla bellezza,
alla "grande bellezza". Non è forse il
“bello” come universale che tutti affascina e che tutti cerchiamo nei particolari
del quotidiano? E in che cosa consiste
segue a pag. 2
Non fermatevi. Guardate al cuore delle cose
Tu sei in Rete: catturato o libero?
Lunedì 24 febbraio 2014 presso l’auditorium della scuola, genitori e docenti hanno
desiderato approfondire quanto emerso in novembre alla prima parte del convegno
dedicato ai new media.
::: Francesco Fiori
 Nel giro di una settimana, l’auditorium della
scuola Aurora Bachelet si riempie nuovamente ad
orari non particolarmente usuali per questo luogo.
Dopo l’appuntamento della precedente settimana,
la partecipazione è numerosa e varia anche per
l’incontro dal titolo “Tu sei in Rete: catturato o libero? E i tuoi figli?” In seguito al primo incontro
“New media: inganno o risorsa”, genitori e docenti
segue a pag 3
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••••INTERVISTA
••••••••••••••••••••••AL
••••••NUOVO
••••••••••••••DIRETTORE
••••••••••••••••••••••••••
Dialogo
scuola-famiglia.
Un cardine essenziale
per la crescita
armonica del bambino
 In una breve intervista, il direttore Paolo Moraschini racconta i primi mesi della sua nuova avventura.
Da settembre è il nuovo coordinatore
della scuola primaria L’Aurora. Una
storia recente o con radici più profonde?
Ricordo gli inizi della nostra scuola: un
segue a pag 5
2
LETTERE
IN
REDAZIONE
L'universale è racchiuso
nel particolare
::: SEGUE DALLA PRIMA
l'educazione se non accompagnare ogni piccolo dell'uomo nell'avventura della conoscenza, il
cui frutto è incontro continuo con il bello in sé,
cercato e scoperto nel reale e nelle testimonianze dei grandi autori di ieri e di oggi?
Senza tensione a cogliere l'universale non c'è
conoscenza, ma solo informazione. Per questo
la scuola come comunità, che intende educare
attraverso l'insegnamento e l'apprendimento,
non dispensa nozioni chiuse e sterili e neppure addestra a comportamenti da assumere in
certe situazioni. Introduce, invece, ed accompagna ogni alunno ad incontrare e lasciarsi affascinare dal bello, come anche dal vero e dal
buono e da ciò che è universale, nel particolare
(esercizio, problema, pagine da studiare, libro
da leggere, regola da memorizzare…) di ogni
materia.
In questo modo è più facile che bambini e
ragazzi non si fermino al singolo frammento,
ma guidati dai loro docenti puntino a cogliere
i nessi tra i particolari e il tutto. È più probabile che imparino a conoscere il frammento
in relazione al tutto, a non accontentarsi della superficie, ad andare al "cuore delle cose",
come richiama la frase di Lewis che campeggia
nell’atrio della scuola.
Lo ricorda molto bene James Joyce, in una sua
lettera da cui abbiamo ricavato il titolo per
l’OD di quest’anno: «Per quanto mi riguarda,
io sempre scrivo di Dublino, perché se io posso
arrivare al cuore di Dublino posso arrivare al
cuore di tutte le città del mondo. Nel particolare è racchiuso l'universale (In the particular is
contained the universal)»
Ma non è solo lo scrittore irlandese ad affermare questa legge della conoscenza, dell’arte, della scienza, anzi del vivere umano. Da Omero in
poi l’ arte e la cultura fanno rima con universale. Ogni uomo in qualsiasi tempo e in qualsiasi
latitudine tende sempre a ciò che è universale,
perenne, comune in tutti e per tutti. Ce lo rammenta molto bene Eugenio Corti, morto recentemente. Ad uno dei personaggi più riusciti
del suo capolavoro “Il cavallo rosso”, Manno,
fa dire: «L'arte è l'universale nel particolare».
Lo ribadisce anche in una delle sue ultime interviste: «“Cos’è l’arte?” Una domanda fondamentale per una vita come la vostra (e come la
mia!)… “È l’universale nel particolare”. Cosa
deve fare un autore, allora? Cantare l’universale nel particolare».
L’OD de “L’Aurora” e della “Bachelet” questo anno intende timidamente unirsi al coro
dei grandi uomini che hanno cantato e cantano, non solo nell’arte, ma anche nella scienza
e nella tecnica che l’universale è sempre in un
particolare, che a sua volta è in uno spazio e
in un tempo illuminati da ciò che è universale.
Bambini e ragazzi dell’Istituto L’Aurora, aiutati ed accompagnati dai loro docenti, sabato 22
marzo racconteranno cosa hanno imparato e
come stanno imparando al riguardo. 
L’ambiente digitale
Caro Aquilone,
si è parlato di ambiente (media - giardinetti), di relazione
e rapporto tra gli uomini che interviene anche nell'ambiente "digitale"; a proposito di questo prendo spunto da
un'omelia di Papa Francesco dove dice, parlando della
confessione, che non esiste un rapporto ideale con Dio,
non ci si può confessare guardando il cielo e parlando con
lui ma occorre metterci la faccia di fronte ad un fratello
in carne e ossa e sentire il disagio, fisicamente davanti a
qualcuno; insomma il rapporto esiste e cresce sempre con
davanti un volto, un uomo. A questo punto la mia domanda è: ma qual è questa faccia, questo uomo nell'ambiente
digitale? è possibile educare ed educarsi ad un rapporto
"umano" senza avere gli occhi di uomo davanti a sé?
Ho sentito una frase di Matisse che mi ha molto provocato: "Io sono fatto di tutto ciò che ho visto".
Giorgio Orsi
“In rete: catturato o libero? E tuo figlio?”
Caro Aquilone,
nonostante sia al 32°
anno di "frequentazione"
del campo informatico,
non finisco mai di educarmi sull'uso di questo
affascinante mondo, soprattutto quando ha a che
fare con la quotidianità
sia personale sia quando
ci coinvolge nel nostro
ruolo di genitori.
comunemente visti come secondari: il tema dei giochi (online) ed il tema della dispersività... è vero... si va in un
social/sito internet con un obiettivo preciso e ci si trova
spesso a vedere e ricercare altro che con l'obiettivo ha poco
o nulla di attinente.
Mia moglie è rimasta molto colpita dalla frase/richiamo:
"... che piaccia o no, che interessi o meno, il compito del
genitore è occuparsene... è la sua missione"; scuoterci dalla
nostre "pigrizie" abbraccia non solo questo tema ma ci
richiama ad uno sguardo universale che è quello dell'essere
genitore e della bellezza e della fatica che ciò implica.
Al termine della serata, parlando con uno dei genitori che
hanno organizzato l’incontro, riflettevo se poteva
essere utile a noi adulti oltre a confrontarci a
parole su queste tematiche il vederle anche sul
Riceviamo e volentieri
campo; mi spiego meglio, tutti noi abbiamo chi
pubblichiamo due lettere
più e chi meno una esperienza con i new media,
giunte in redazione il giorno
ma è una esperienza spesso esclusiva alla nostra
sfera di interessi; questo comportamento ci porta
dopo l’assemblea del 24
a "frequentare" solo alcuni luoghi/ambiti che
febbraio
molto probabilmente non sono propriamente gli
stessi dei nostri ragazzi; usiamo entrambi, ad
esempio, Facebook (il luogo) ma spesso non ci
Mi ha colpito molto
"incrociamo" con gli ambiti (le pagine Facebook); quindi
l'aderenza e la continuità
conosciamo Facebook ma non ne conosciamo i vari ambiti.
con il precedente convegno
Conoscere e provare sul campo insieme (unendo le diverse
del 12 Novembre dal titoesperienze e facendoci aiutare), concretamente (pc aperto
lo ”New media: risorsa o
e connesso), secondo me, amplierebbe la nostra visione e
inganno?” e con gli artil'efficacia della nostra azione; anche questo è imparare la
coli pubblicati sul numero
grammatica della rete.
dedicato dell'Aquilone;
direi che il percorso ed
I nostri ragazzi cavalcano l'onda della novità e sono
il metodo intrapreso sia
pronti a coglierla al volo; però quello che chiamiamo onda
quello giusto; non è così
della novità è una onda che si forma molto prima che
scontato, come sembra,
novità lo diventi.
affermare ciò; l'argomenFarci aiutare a capire "cosa bolle in pentola", andare e
to è talmente vasto che il
"toccare" là dove le onde si formano (ed insegnarci il merischio di stare nella sua
todo per ricercarle), ci permetterebbe di non farci trovare
periferia è molto concreto
del tutto ignoranti ed ignari quando i nostri ragazzi le
ed il richiamo ad andare
faranno proprie.
sempre al cuore delle cose
Non dico che dobbiamo diventare esperti, ma dobbiamo
è attuale e costituisce la
imparare a gettare uno sguardo e tenerlo aperto su ciò che
stella polare per non perpotrà avvenire in futuro, avremo una possibilità in più per
dersi.
formulare un giudizio ed una apertura notevole che gioverà
Devo
complimentarmi
non solo ai nostri figli ma anche a noi stessi.
con i relatori per la chiaAnche alla luce di questa riflessione, trovo molto interesrezza e l'incisività oltre
sante e degna di trovare concretezza l’idea del Rettore di
che per le finalità della
re-incontrarci intorno ad un tavolo (imbandito...) con le
loro azione.
persone che hanno dato voce all'incontro di ieri per proseNotevole ed incisivo l'inguire il lavoro di riflessione e dargli un seguito.
tervento del Prof. Bellina
Il "metodo tavola imbandita" è un ottimo metodo... e per
(vedi box); ha affrontafavorire la convivialità... prometto di portare la birra di
to e messo in evidenza
mia produzione:-)
un paio di aspetti molto
Fabrizio Caremoli
importanti e secondo me,
3
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new media
•••••••••••••••••••••DOPO
••••••••••••••••IL•••••convegno
••••••••••••••••••••••••••••SU
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Tu sei in Rete...
::: SEGUE DALLA PRIMA
hanno voluto continuare il
dialogo con esperti in merito
all’esperienza che i nostri ragazzi possono fare attraverso
la rete. Per individuare al
meglio la problematica, sono
state invitate la dott.ssa Morena Menegatti e la dott.
ssa Monica Secondino,
entrambe appartenenti a Girl
Geek Dinners Milano.
È proprio la prima ospite ad
illustrare brevemente l’attività dell’associazione di cui fa
parte, non lasciando alcun
dubbio in merito alla conoscenza del cuore dell’argomento trattato durante la
serata.
Passa quindi la parola alla
relatrice Monica Secondino,
la quale inizia un’ampia panoramica sulle problematiche, pregi, difetti, pericoli ed
opportunità che la rete offre
insistendo soprattutto con gli
adulti presenti in sala (genitori e docenti) sulla conoscenza
di questi “ambienti virtuali”,
che ormai stanno prendendo
sempre più tempo ai ragazzi che frequentano la nostra
scuola e non che, a differenza del pubblico presente in
sala, si possono definire nativi digitali, e quindi naturalmente portati all’utilizzo di
determinati strumenti.
Tra i vari momenti toccati
durante l’ampio discorso, la
dott.ssa Secondino sottolinea
l’importanza dell’accompagnamento che gli adulti sono
tenuti a dare ai giovani, in
particolar modo durante i
primi approcci a questi nuovi ambienti virtuali, che assumono diversi nomi e forme e
che cambiano ad una velocità decisamente importante e
non controllabile.
Tra i nomi fatti emergono i
più famosi Facebook, Twitter, Whatsapp, Youtube e
Instagram, quelli tristemente
saliti agli onori delle cronache (Ask.fm) e i più sconosciuti e nuovi come Snapchat
(sistema di messaggistica che
elimina il messaggio dopo
pochi secondi dall’invio o
dalla ricezione) e Tumblr (social network molto in voga
tra i più giovani che permette la stesura di un diario
personale arricchito di filmati, fotografie, commenti di
“amici”, dove però la privacy
non è contemplata).
Proprio a partire dalle caratteristiche di ognuno di questi
ambienti si snoda la restan-
te parte dell’intervento, che
mira ad informare in merito
a modalità di utilizzo, possibili contenuti e molti altri
aspetti, quali la riservatezza
dei dati.
Ulteriore spunto per una futura discussione è poi stato
lanciato in merito alle regole
da imporre ai ragazzi circa
l’uso dei social network, regole facilmente eludibili nel
momento in cui i ragazzi
non si trovano sotto stretta
vigilanza da parte dei genitori o di altri adulti.
Gli argomenti in merito sono
numerosi, i rischi altrettanto
ma sono emersi anche benefici che il mondo di giovani e
adulti può trarre dall’utilizzo
di Internet e dei social network, quali la facilità nella
raccolta e ricerca di materiale e di informazioni precise,
grazie al numero di persone
molto alto che si può raggiungere in pochi clic.
Terminato l’intervento della dottoressa Secondino, la
cartina di tornasole dell’interesse, dell’attualità e della validità degli argomenti trattati
sono gli interventi di genitori
e docenti, dai quali emerge il
ruolo fondamentale in questo momento dell’educatore
che, come recita la frase di
Lewis che detta il tema di tutto l’anno e come sottolineato
dal rettore Rosario Mazzeo,
è indispensabile per puntare
all’essenza delle cose.
In primo luogo, ogni persona che ha a cuore il bene dei
propri figli e studenti deve
comunicare dei punti certi e
imprescindibili per la crescita del ragazzo, in particolar
modo oggi, in un momento
in cui tutto (e mezzi e modalità stanno crescendo a dismisura) vuol farsi percepire
come fondamentale e indispensabile.
E proprio su questa comunicazione di certezze si concentrano gli ultimi interventi
del pubblico che esplicitano
quanto noi adulti dobbiamo
essere chiari e insistenti, visto
che ogni seme gettato è tale,
anche se il frutto non è immediato o immediatamente
percepibile ai nostri occhi.
È quindi essenziale un lavoro personale da parte di
noi adulti che, nonostante
esistano milioni di ambienti
virtuali, rimaniamo ancora
un punto a cui i nostri ragazzi continuano a guardare. E
di questo non ci rimane che
ringraziare. 
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del prof. Giovanni Bellina, docente di arte
••••••••••••••Intervento
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Tre domande per non restare
impigliato nella Rete
Nell'approcciarsi al mondo dei nuovi media non
dimentichiamoci quello che il convegno del 9 novembre ci ha
fatto scoprire, ossia che il Web, che i Social Network, non sono
strumenti ma "luoghi".
Questo ci aiuta a toglierci dall'angoscia di non sapere di cosa si tratta, ci invita
ad entrare in questo mondo, ma non occorre esserne esperti per poter dare un
giudizio. La mia esperienza di insegnante mi dice che l'adulto deve avere in
mente il percorso di un seme, un giudizio su un comportamento, ad esempio,
dato oggi da un adulto, anche se sembra non attecchire, matura nella testa e nel
cuore dei ragazzi.
Tre semplici domande che consiglierei ai ragazzi quando si affacciano al mondo
in rete:
 Chi sono io? È facile inventarsi altre personalità e impersonare una vita
non propria.
 Cosa sto facendo in Rete? Il sistema dei link nel web è di per sé dispersivo, aiutiamoci a non perdere tempo.
 Ho raggiunto lo scopo che mi ero prefissato andando in Rete? Occorre dare un giudizio su quello che si fa.
Infine due considerazioni su due "luoghi", qui non approfonditi per mancanza
di tempo.
Il primo luogo sono i cosiddetti giochi di ruolo online (Clash of Clans, Hobbit Kingdomes of Middle Heart etc) che sono oggettivamente affascinanti, ben
progettati ma che nascondono diverse insidie; anzitutto il tempo che assorbono,
in secondo luogo la presenza di una chat senza regole e senza controllo. Occorre
quindi dare dei tempi all'utilizzo dei giochi.
Il secondo "luogo" invece in positivo che suggerisco sono i forum tematici. Sono
previste regole, moderatori, interlocutori in teoria motivati ad argomentare: è
una modalità interessante di utilizzo soprattutto per i ragazzi più grandi.
sfide & genitori
“La sfida del figlio”
nell’era
di Facebook
Incontro con il dott. Luigi Campagner, autore del libro “Figli! O del
Vantaggio di Essere Genitori” martedì 8 aprile ore 21, Auditorium
Istituto L’Aurora di Cernusco.
 Che essere genitori
sia un vantaggio è un’asserzione che suscita stupore, insieme a curiosità. L’idea oggi
prevalente è di segno opposto: essere genitori si configu-
ra come difficoltà, problema,
fatica, peso. Invece si tratta
di un vantaggio concreto,
reale.
Ce lo documenterà il dott.
Luigi Campagner rac-
contandoci la sua esperienza
di psicoanalista e di padre
che in questi anni ha svolto
un’intensa attività di formazione e di incontro con docenti e genitori. 
4
open day 2014
nel particolare l'universale
Leggere, scrivere e contare: avventura da favola
«Al principio c’è già tutto»
In occasione dell’Open Day le tre classi prime della scuola primaria presentano i due nuclei principali su cui si fonda
il lavoro di lingua e di matematica: la scrittura e l’attività di classificazione.
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••••Bambini
••••••••••••••••come
••••••••••••noi
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
::: Sara Dottori
 E AD UN TRATTO…RACCONTO
Ascoltiamo la storia di
Tore, il passerotto viaggiatore che ha voglia di
scoprire cosa c’è al di là
del mare, viviamo insieme delle belle esperienze
che non vogliamo dimenticare. E allora scriviamo,
ciò che è scritto non può
perdersi, rimane. E se per
il momento, ancora non
so scrivere, copio i segni
che la maestra traccia
alla lavagna. Lo so che
sono lettere, ne conosco
qualcuna, ma ancora
non mi dicono un granché.
Sono solo segni. Piano,
piano però quei segni
iniziano a parlarmi, alcuni sono uguali. Poi mi
accorgo che alcune lettere sono in tutte le frasi,
non mancano mai e se
proviamo a toglierle, ci
accorgiamo che non si
riesce neanche più a parlare, è divertente ma non
si capisce più niente!
Imparo che queste letterine si chiamano vocali
perché basta la voce per
pronunciarle. Il nostro
amico passerotto ha con
sé una borsetta e troviamo sempre delle belle
sorprese: ci ha presentato
gli abitanti del paese delle vocali, non tutti ci possono entrare, se ti chiami
Ada, Alberto o Andrea
hai libero accesso al paese della A, ma se ti chiami
Emanuele, Ester o Eleonora sarai ben accetto nel
paese della E!
Un giorno è arrivata una
Bullerby
un mondo
per scoprirsi
::: Alessandra Fascendini
 La lettura del libro di Astrid Lindgren "Il libro di Bullerby" ha a tal punto
coinvolto i bambini delle classi seconde che
è nata l'esigenza di realizzare il plastico del
villaggio di Bullerby all'interno del quale
veder rivivere le avventure dei protagonisti.
I bambini raccontano: è un libro bellissimo,
ci ha interessato molto, è stato piacevole,
divertente, avventuroso, ci siamo immedesimati a tal punto da riconoscerci nei personaggi principali, bambini come noi.
letterina dal sindaco del
paese delle vocali, il signor Aurelio che ci ha
chiesto aiuto. Avremmo
dovuto far tornare le
vocali in un paesello lì
vicino, perché un vento
dispettoso le aveva fatte
volare via e nessuno riusciva più a comunicare,
per questo, lì, tutto era
triste e buio.
Niente paura. Ci siamo
messi al lavoro e abbiamo superato tante prove,
ma alla fine ci siamo riusciti: abbiamo riportato
le vocali nel paese delle
consonanti che non potevano più suonare senza
di loro. Un suono amico
vicino ad un altro suono
amico ed ecco che formo
delle parole; parola con
parola e nasce la frase.
Mi piace scrivere perché
posso raccontare e non
dimenticare le cose belle
che vivo.
1,2,3…SCOPRO
L’ORDINE INTORNO A ME!
Osserviamo le conchiglie e i sassi raccolti sulle
spiagge in estate, e le foglie che hanno ricoperto
le strade in autunno, ci
poniamo domande, scopriamo colori, forme e
materiali.
Tra bottoni, nastri e tappi troviamo somiglianze
e differenze: quante cose
si possono notare! Poi,
come quando ho finito di
giocare nella mia cameretta, arriva il momento
di mettere tutto in ordine
e così troviamo insieme
un modo per mettere in
relazione gli elementi.
Raggruppiamo per colore, per forma, per materiale…è bello vedere il
lavoro finito!
Troviamo nuove strade
per mettere in ordine
e raggruppare. Ci accorgiamo che possiamo
ordinare anche in base
alla quantità, da quella
minore alla maggiore, o
viceversa.
I numeri mi indicano
una quantità e anche
loro hanno un ordine. Mi
guardo intorno, osservo
la natura, il passare dei
giorni e delle stagioni e
scopro che l’ordine c’è
già, basta svelarlo.
5
Il ritratto: una descrizione senza parole
Guardiamoci
negli occhi
Dialogo scuola-famiglia...
::: SEGUE DALLA PRIMA
I ragazzi di quinta imparano a disegnare e a interpretare il volto.
::: Vera Gafforelli
 Il percorso inizia guardandoci negli occhi. Tra una
risata e una smorfia spiego ai
ragazzi di quinta che avrebbero avuto l'occasione di fare il
ritratto al compagno che hanno di fronte.
Insieme cerchiamo un modo
semplice e utile per sintetizzare
la complessità di un volto. Poche linee di riferimento e nella
prima lezione tutti impostano
un abbozzo del volto del compagno... e i commenti di alcuni
di loro raccontano della giusta
insoddisfazione: "Sembro un
mostro! Io un robot...", ma
d'altra parte il lavoro è appena
cominciato!
Con la seconda lezione arriva
la svolta. Finalmente i ragazzi
rifiniscono lo sguardo, il sorriso, il naso (la parte più complessa) e la capigliatura, i loro
ritratti prendono vita, alcuni
risultano davvero somiglianti.
È così interessante vederli uno
di fronte all'altro che penso di
proporre loro qualcosa che li
aiuti a cogliere ancora meglio
le caratteristiche, sia fisiche
che caratteriali, del compagno:
così introduco la caricatura.
Con l'ausilio del proiettore
osserviamo simpatiche caricature, da quelle mostruose
di Leonardo ad alcune fatte a
personaggi attuali, in sintesi i
ragazzi colgono che tutte han-
no in comune
la deformazione e l'esagerazione di alcuni
elementi del
volto.
A questo punto si mettono
a loro volta in
gioco cercando
di capire come
modificare il
loro ritratto,
se allungare il
naso, diminuire la bocca,
arrotondare il
viso o aggiungere tantissimo
volume ai capelli... questo
momento ci
diverte tutti.
Alcune caricature ricordano
molto l'originale!
Finora gli strumenti usati sono
matita e pennarello nero, occorre introdurre un po' di
colore. Perciò, con piacere,
dedichiamo quasi una lezione
intera ad osservare alcuni ritratti di grandi artisti per capire le differenze tra uno stile
e l'altro.
Notiamo come il colore, la
forma, la pennellata siano
fondamentali per far intuire
qualcosa del carattere e delle
emozioni della persona ritrat-
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
al dott. Moraschini
••••••••••••••••••••••••••Intervista
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
gruppo di genitori, di amici
che desideravano per i figli
un’educazione ed un’istruzione in sintonia con i valori
cristiani e le scelte culturali delle famiglie. Fui tra i
soci fondatori dell’Aurora
quando iniziò questo cammino, allora imprevedibile;
un seme che in lunghi anni
si è sviluppato, fino ad oggi.
Quando i miei figli frequentarono prima la scuola elementare, poi la scuola media
compresi, vivendolo quotidianamente, che un dialogo
aperto, una vera compartecipazione tra scuola e famiglia
è un cardine essenziale per la
crescita armonica del bambino. Così per molti anni partecipai al Consiglio di Amministrazione dell’Aurora,
un modo per non scordare
ciò che mi aveva convinto al
primo passo.
Il suo lavoro di insegnante si è svolto finora, e sono
tanti anni, nella scuola
statale. Come mai ha accettato questo incarico?
Non è in contrasto con le
scelte precedenti?
La mia prima risposta già
spiega in parte questa scelta,
ma non basta. Intanto posso
affermare che sono passato
da una scuola pubblica statale ad una scuola pubblica paritaria, cioè sono rimasto in
una scuola pubblica. Adesso,
come prima, mi sento un
educatore; a volte i bambini
mi chiamano ancora maestro; io mi sento rincuorato,
non per nostalgia, ma perché
questo termine (con la m
minuscola) dice di un rapporto unico. Chi non ricorda
l’insegnante della scuola elementare?
ta, inoltre concordiamo che
un quadro comunica sempre
anche l'identità del suo autore.
Il percorso si conclude quindi
con "l'interpretazione del ritratto", grazie alla quale ogni
ragazzo sceglie il suo "maestro" artistico e ne segue la tecnica, i colori, le forme.
Da ultimo decidiamo che valga la pena impreziosire le opere realizzate da ciascuno con
una cornice d'oro, lieti così di
mostrarle in occasione del vicino Open Day. 
Il lavoro di coordinatore
comporta però un ruolo
diverso. Come ci è arrivato?
Una svolta importante nel
mio lavoro è arrivata circa
una quindicina di anni fa.
Partecipai allora alla formulazione dei test nazionali per
le scienze per conto dell’INVALSI (l’ente nazionale per
la valutazione esterna delle
scuole). Questa esperienza mi convinse che dovevo
“giocarmi” a fondo nel mio
lavoro scolastico. L’incontro
con persone che mi sono
state “maestre” mi ha aperto nuove strade. Da allora
ho costruito e provato nuovi percorsi didattici in area
scientifica, ho tenuto corsi di
aggiornamento per gli insegnanti, ho pubblicato molti
lavori. Poi la nostra scuola mi
ha chiesto: “Vieni a lavorare
con noi!”
Le scienze, quindi, sono
un suo “pallino”?
Racconto sempre questo fatto. I miei bambini di prima
volevano vedere da vicino il
fico nel cortile della scuola;
allora li condussi ad osservarlo. In cerchio guardavano l’albero e rispondevano
alle mie domande. Chiesi ad
una bimba: “Di che colore
è il tronco?” “Marrone!”,
rispose. Anche gli altri, con
il classico coretto dei bambini, dicevano: “È marrone, è
marrone!”. Come gli alberi
dei loro disegni! La invitai a
toccare con il dito la parte
marrone. Mi guardò piena
di stupore: “Non è marrone,
è grigio!”. Vedere non vuol
dire guardare, è molto di più.
Il metodo scientifico, quando non sia scientismo, è un
abbraccio alla realtà. O, per
dirla con Lewis: “La natura
spesso si rende evidente in
risposta alle domande che
le poniamo”. Una domanda
ben posta è uno dei compiti
dell’insegnante.
Come si trova nella scuola, come pensa di svolgere
il suo nuovo lavoro?
Uno dei momenti più intensi
che ho vissuto da coordinatore dell’Aurora è stato durante l’affidamento. In cortile i bambini formavano un
grande cerchio: ai “grandi”
di quinta venivano affidati i
“piccoli” di prima, quelli che
una volta erano i “remigini”:
una mano tesa e un regalino,
uno che ti accompagna. Poi
venne il turno delle maestre,
quelle di quinta con le insegnanti di prima. Mi sentii
chiamare e vidi il Rettore
Rosario Mazzeo che mi veniva incontro e mi abbracciava. Così si fa nelle famiglie.
Perciò la prima cosa che desidero è confermare ciò che
mi ha convinto tanti anni fa.
Ritengo bellissimo il compito racchiuso nella frase che
ci guida durante quest’anno:
una scuola di persone che
vanno al cuore delle cose. A
volte sarà difficile, o faticoso,
ma per mano e conoscendo
la direzione del cammino.
A cura della redazione
6
La bellezza della quotidianità
È tempo di svegliarvi dal sonno…
Ogni risveglio ha qualcosa di unico e speciale. Si tratta di un gesto semplice e quotidiano, che si rinnova, per grazia,
ogni mattina, e costruisce impercettibilmente la persona di ciascuno, fino a svelarne nel tempo la storia. È così familiare che lo si può guardare perfino con delicata ironia.
::: Daniela Bernardi V A
Perché vale la pena
aprire gli occhi ogni
mattina e affrontare la
giornata? Non c’è ombra di dubbio, per ognuno dei ventisette alunni
di V A: “Per guardare al
cuore delle cose!”
L' ora X scatta alle sei e cinquanta. Nella stanza c'è una
luce abbagliante, si sentono
dei passi salire le scale, il mio
sogno diventa un incubo, mi
sveglio di colpo... ed è solo
mio papà. Mi fiondo giù a
fare colazione, di solito a base
di merendine. Mi lavo, mi vesto, mi metto il giubbotto, le
scarpe, prendo la cartella e
vado con mio fratello al punto di ritrovo del viaggio di andata, dove mi aspettano degli
amici per accompagnarmi a
scuola. Nel viaggio in macchina discuto con Tommaso
Bonetti di Clash of Clans,
un gioco per Ipad. Arrivati a
scuola chiacchiero con i miei
compagni, fin quando è ora
di entrare in classe. Percorro
il corridoio tenebroso, salgo le
scale della morte, entro nella
stanza oscura e passo direttamente all' "inferno", dove
a volte si comincia con una
bella verifica.
(Riccardo)
Tutto ha inizio quando alle
ore 7:00 la voce suadente di
mia mamma e quella squillante di mio papà mi svegliano e mi incoraggiano ad
alzarmi. Il risveglio non è
sempre uguale, quando so
che la giornata sarà bella mi
sveglio subito, invece se so
che nella giornata non acca-
drà niente di speciale mi alzo
meno volentieri. La prima
cosa che faccio è vestirmi con
i capi scelti personalmente la
sera prima. Questo accade
lentamente perché sono ancora mezza addormentata.
Qualche volta prima di fare
colazione mi pettino con cura
ma purtroppo capita solo
quando sono di buon umore.
Dieci minuti dopo arriva il
momento di fare colazione. A
me personalmente non piace
cambiarla, anzi sono abbastanza abitudinaria. Quando
ho terminato torno in camera
mia nel mio bagno e capita
che mi isoli da tutto. Se sono
serena canticchio anche! Mi
lavo, mi sistemo e passo in
camera dei genitori per fargli
un saluto anche se mio papà è
già andato al piano inferiore.
Scendo, mi metto le scarpe
e mi copro quanto serve. A
questo punto con mio fratello e un genitore sono pronta
ad uscire per andare a scuola.
Il tragitto non è molto lungo,
arrivata a destinazione mi
dirigo verso l'edificio e qui
termina la mia movimentata sveglia. Nel week-end il
mio risveglio è più disteso e
tranquillo, qualche volta mi
dimentico anche di fare colazione. Il mio fine settimana
è molto stimolante e quindi
non ho proprio tempo da perdere! (Alice)
Ore 7:10 mia mamma mi
sveglia con calma, ma la frase
ricorrente che esce dalla mia
bocca è: ”Ancora cinque minuti! ” ed io mi alzo alle 7:15.
Quando è una bella giornata
io non vedo l’ora di incominciarla. Sempre, appena sveglia, mi fiondo in cucina a far
colazione. Mangio un muffin,
quando c’è, o il latte con i biscotti e i cereali al cioccolato.
Più tardi vado a lavarmi e a
vestirmi, i capi a volte li scelgo io, altre volte li prepara la
mamma. Più o meno quando
mi sto mettendo le scarpe
arriva Mary, una mia amica
e compagna, e suo fratello.
Giungono quando mio fratello è ancora in bagno a fare
quello che può fare solo lui.
Quando siamo tutti pronti
per andare a scuola, alle 7:50
saliamo in macchina: a volte
ascoltiamo la musica e chiacchieriamo. Arriviamo a scuola sempre al pelo, e, quando
entriamo in classe, abbiamo
giusto il tempo di prepararci,
che suona la campanella e da
quel momento siamo sotto le
grinfie della maestra. TA TA
TA TAN!!!
(Matilde)
7:45 Questa è l'ora cruciale,
è l'istante in cui la voce di
mia mamma invade la stanza
con le sue urla per farmi alzare. Io allora prendo i vestiti
preparati dalla sera prima e
li indosso facendo fatica a riconoscere il colore e la forma
del capo: per via degli occhi
ancora irritati e socchiusi
dalla corta dormita. In seguito cerco gli occhiali, e dopo
averli indossati scendo dalle
scale per fare finalmente colazione a base di una fetta di
torta e un succo di pesca sano
e nutriente, ma quando mi va
male prendo un kinder e un
bicchiere d'acqua. Successivamente con fare ancora più
frettoloso mi lavo la faccia, i
denti e mi spazzolo i miei corti capelli castani. Infine con
mia mamma mi incammino
verso scuola, con il muso così
lungo che potrei inciampare nelle labbra; entrata nelle
"porte del terrore" - la classe
- poso la cartella e metto le
mani giunte per iniziare la
giornata con una bella preghiera.
(Aurora)
La mia giornata inizia così:
mio papà arriva alle 7.00 e
dice: “Andrea, svegliati!!!”.
Ma non c'è niente da fare, io
non mi alzo... Poi mi tira giù
dal letto tirandomi per i piedi,
vado spedito a far colazione e
divoro una tazza di latte con
i biscotti. A pancia piena, mi
vesto e vado a lavarmi denti,
faccia, mani, e con il “gel”
faccio la cresta. Poi entro in
macchina alle 7.20 e approfitto del viaggio di 13/14 km
per dormire. Arrivati vicino a
scuola, mi faccio una camminata per raggiungere il cortile, così almeno mi sveglio un
po' di più. Giunto a scuola incontro Luca, Giorgio, Stefano
Federico… Entro in classe e...
(Andrea)
Io non ho mai saputo a che
ora mi sveglio ma mi desto
grazie alla mia mamma. Mi
alzo subito pur essendo ancora mezzo addormentato,
scendo dal letto e dalle scale
per lavarmi e vestirmi. I vestiti li sceglie mia mamma ed io
mi accontento di mettere gli
abiti che ci sono. Fatto questo
vado a gustarmi la colazione
con latte freddo da frigorifero
e una brioche, ricordandomi che dopo devo lavarmi i
denti. Nel mio risveglio, per
sapere l’ora guardo i cartoni animati e in base ad essi
so cosa devo fare. Dopo co-
lazione appunto guardo un
po' i programmi per bambini
nell’attesa che Natalia, una
mia amica, mi venga a prendere per portarmi a scuola. In
macchina la mamma di Nati
spara parole di fuoco contro
gli automobilisti che non le
danno la precedenza. Arrivati
a scuola, nell’attesa che aprano le porte, incontro Gabriele e Benny, due miei amici.
Quando varco la soglia, capisco che il risveglio è finito e
inizia il tempo del lavoro.
(Leonardo)
La mia sveglia è mio padre,
sempre puntuale alle 7:15 che
mi dice: "Alberto, svegliati!",
ma io: "Ancora cinque minuti!”. Quando mi sveglio vado
in bagno a fare i miei bisogni
poi mi catapulto in cucina, mi
gusto la mia solita colazione
che è composta da latte, biscotti pan di stelle e intanto
mi guardo la mia serie preferita e voglio che tutti stiano
in silenzio. Finita la colazione
prendo le vitamine e vado a
lavarmi i denti. Mi vesto con
gli abiti che mi ha scelto la
mamma, esco per andare a
scuola, invece la domenica
vado a Messa. Mio papà è
sempre l’ultimo a salire in
macchina. Entrati in auto,
mio papà ci racconta alcune
cose sul suo lavoro e dice sempre alla mamma di schivare
le buche della strada: ogni
volta che ne prende una io
rimbalzo a destra e a sinistra.
Facciamo tappa alla metro e
il mio papà scende dalla macchina, così ci travolge un silenzio tombale. Infine sbarco
a scuola e li avverrà qualcosa
di sorprendente.
(Alberto)
7
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SCIENZE
Dal profondo del suolo
all'immensità della pianura
Prosegue sul sito
www.aurorabachelet.it
con interventi di
Natalia, Tommaso,
Letizia, Chiara,
Daniele, Margherita
Ore 6:56. Il mio risveglio è
tranquillo: la sveglia non solo
mi avvisa che è ora di alzarsi ma ricorda anche a mia
mamma che è ora di prepararmi i vestiti. Per prima cosa
mi lavo la faccia e mi vesto
in tutta fretta. Raggiunta la
cucina mi attende una tazza
di latte caldo e cacao; accompagnata da diversi biscotti.
Sette giorni su sette ho la possibilità di gustare questa fantastica colazione che mi dà
l'energia giusta per affrontare
la giornata che verrà. Tutte
queste azioni le svolgo quasi
inconsciamente poiché sono
ancora mezzo addormentato; sono più conscio quando
entro nell'auto dell'architetto
Filippo. Qui vengo accolto
dai suoi figli: Teresa e Benedetto e da una nuova arrivata
nella scuola L'Aurora, Valentina. Mi fa piacere stare con
loro e chiacchierare durante il
viaggio. Ore 7:50. Arriviamo
a scuola. Fortunatamente abbiamo molto tempo per giocare prima delle lezioni. Ore
8:15. Inizio la lezione sveglio
e arzillo grazie al gioco e alla
super-colazione.
(Gabriele)
Ma allora perché vale
la pena aprire gli occhi
ogni mattina e affrontare la giornata? Non c’è
ombra di dubbio, per
ognuno dei ventisette vivaci e appassionati alunni di V A la risposta è:
“Per guardare al cuore
delle cose!”
Lo studio sugli ambienti, nelle classi terze, si
è sviluppato in un percorso interdisciplinare
che ha permesso di scoprire la complessità
del reale: ogni passo ha portato sempre oltre
ciò che era previsto.
::: Annalisa Ruffato
 "Sai che esiste un filo che unisce le cose?" è l'inizio di una canzone,
diventata lo slogan per le classi terze.
È infatti uno stile, quest'anno cercare
il filo che unisce una cosa ad un'altra e
questo legame si è reso particolarmente evidente nel percorso di geo-scienze.
Lo studio della geografia in classe terza è orientato alla conoscenza degli
ambienti e del rapporto che l'uomo
ha, nel tempo, instaurato con essi. Il
percorso è partito dalla collina, in seguito ad un'uscita didattica, ed è continuato con la montagna e la pianura.
Nel corso dello studio sulla pianura, si
è subito reso necessario un esperimento che rendesse maggiormente comprensibili i concetti legati alla permeabilità del suolo, in quanto risultavano
piuttosto astratti.
In seguito si è pensato di approfondire
anche lo studio del suolo: si è aperto
un mondo! Grazie ai mezzi a disposizione è stato possibile proiettare un
documentario che spiega l'origine del
suolo. Si è poi passati all'osservazione
diretta che ha permesso di scoprire,
con un altro semplice esperimento,
che nel suolo c'è aria e che esso è abitato da minuscoli organismi.
Il desiderio di conoscere ha continuato
a portare sempre più in là. Così da qui
alla catena alimentare il passo è stato
breve. Per approfondire ulteriormente
è stato creato anche un terrario per i
lombrichi, infaticabili e importanti lavoratori della terra. Si è già osservato,
in questi giorni, che essi hanno reso
soffice la terra nella quale sono stati posti, a conferma di ciò che si era
studiato.
Il lavoro è culminato nella realizzazione di un plastico, ancora in divenire,
che oltre a favorire lo studio di alcuni
elementi degli ambienti, è risultato essere la sintesi del percorso. 
8
Lavorare come gli scienziati: seguendo il metodo scientifico
::: Maria e alunni classe III B
 Durante lo studio
della pianura ci siamo
chiesti: "quanti tipi di
terreno esistono?".
Abbiamo portato a scuola
vari tipi di suolo: l'argilla e
la sabbia dalla vacanza in
Liguria di Raffaele, la ghiaia
dall'atrio della scuola e la terra dal giardino della maestra.
Li abbiamo osservati attentamente e abbiamo scoperto
che la loro consistenza è molto diversa: la ghiaia è formata
da tanti sassolini separati tra
loro, nella sabbia i granelli sono più vicini e piccoli,
l'argilla è come polvere, non
riusciamo a distinguere i granelli da cui è formata. Nella
terra invece abbiamo trovato
molte cose interessanti: piccoli insetti morti, foglie secche,
legnetti... tutto questo forma
l'humus. Abbiamo studiato
che alcuni terreni sono impermeabili, ci siamo chiesti
cosa volesse dire, così abbiamo eseguito un esperimento.
Abbiamo preso dei piccoli
imbuti e abbiamo posizionato
dentro i vari tipi di suolo, poi
vi abbiamo rovesciato sopra
dell'acqua. Abbiamo osservato che l'acqua attraversa
la ghiaia velocemente, meno
velocemente attraversa la sabbia e non attraversa l'argilla,
ma stagna, come nelle paludi
Le meraviglie del suolo
Partendo dalle domande dei bambini – spiega la maestra Maria della
III B - mentre studiavamo la pianura mi sono mossa e ho iniziato con
loro il cammino attraverso una strada che si chiama metodo scientifico. L'utilizzo di questo metodo è stato molto utile non solo per questo
argomento: il cammino deve essere chiaro, preciso e ordinato. Senza
un ordine l'esperimento non può riuscire e quindi la ragione non può
conoscere. È stato un dare ordine alla loro naturale curiosità, alle loro
domande inesauribili.
archiviamo tutto sul nostro
quaderno con dei disegni che
spieghino meglio.
Ecco alcuni stralci dei nostri quaderni:
"Il giorno 28 gennaio a scuola
abbiamo fatto un esperimento scientifico con la maestra
Maria" (Angelica)
"La prima fase è stata prendere il materiale e farci qualche
domanda" (Beatrice)
"Eravamo curiosi di vedere
come l'acqua attraversa la
ghiaia, la sabbia e l'argilla"
(Elisabetta)
"Ci siamo posti una domanda:
perché l'acqua non attraversa
l'argilla?" (Maddalena)
"È stato bellissimo perché da
questo esperimento ho capito che alcuni strati del suolo
sono impermeabili, altri no"
(Raffaele)
"Infine eravamo tutti felici
perché avevamo scoperto
qualcosa di nuovo" (Chiara)
che abbiamo studiato. L'argilla è un terreno impermeabile.
Infine i vari tipi di suolo li
abbiamo messi in una botti-
glia piena d'acqua, l'abbiamo
scossa e dopo alcune settimane abbiamo visto formarsi degli strati: sotto la ghiaia, poi la
sabbia, l'argilla ed infine l'humus che galleggiava.
Il nostro lavoro da scienziati
non è ancora finito, adesso
"...abbiamo fatto lo stesso con
la sabbia ma abbiamo notato
due cose: che l'acqua scende meno velocemente e che
quando la sabbia si bagna diventa più compatta"
(Benedetta M.) 
Gli animali invertebrati e vertebrati
Quanta varietà
nella natura…
proviamo a fare
ordine!
L’uscita d’inizio anno della scuola elementare al Parco
del Curone (Lc) è stata il punto di partenza in scienze
per lo studio degli animali. Gli alunni della classe quarta
hanno imparato a conoscere le caratteristiche di alcune
specie, per poi aprirsi alla scoperta di invertebrati e vertebrati. Così raccontano il loro percorso.
::: Maria Rodella e le classi IV
 Durante l’uscita d’inizio anno
al Parco del Curone abbiamo osservato diversi animali e ci siamo incuriositi: ci sarebbe piaciuto approfondirne le
varie caratteristiche.
In classe abbiamo elencato i nomi di
tutti gli animali visti e poi abbiamo ini-
ziato a classificarli secondo criteri scelti
da noi: “Volano?”, “Nuotano?”, “Con
quante zampe si muovono?”, “Di che
cosa si nutrono?”,… In seguito la maestra ci ha chiesto quali avremmo voluto studiare e a quel punto abbiamo iniziato con la mantide religiosa, perché
era quella che destava più domande in
noi e in quel periodo a qualcuno era
I cartelloni utilizzati nelle
presentazioni a tutta la classe.
successo di vederne alcuni esemplari.
Dopo la mantide e la farfalla, siamo
passati alla lumaca e al ragno, ma in
un modo differente dal precedente
lavoro: abbiamo formato dei gruppi.
Alcuni di noi, infatti, hanno portato
animali imbalsamati ed esoscheletri,
per osservarne meglio le particolarità.
Dopo una lettura attenta dei libri, che
ciascuno di noi aveva ricercato nella
libreria di casa oppure in biblioteca,
abbiamo selezionato alcune informa-
zioni seguendo delle voci
stabilite insieme (classe, habitat, descrizione, nutrizione…) e le abbiamo esposte
su cartelloni, uno per ogni
gruppo, che sono stati presentati a tutta la classe.
Studiare questi animali ci
ha aiutato a comprendere
le caratteristiche degli invertebrati,
imparando ad utilizzare dei criteri
scientifici di classificazione.
Poi siamo passati ai vertebrati, partendo dai pesci, che abbiamo cercato
di conoscere ancora più nel dettaglio,
infatti ciascun gruppo si è dedicato ad
approfondire un pesce tipico del fiume, del lago, del mare e degli abissi. E
ora…si continua in modo sempre più
appassionato!
9
Osservando si impara
La nostra Lombardia
Quest’anno, in geografia, i ragazzi di classe quarta studiano i principali ambienti d’Italia: paesaggi alpini, di pianura,
degli Appennini, urbani, fluviali, lacustri e marini. Al termine della scoperta di ogni paesaggio, affrontano lo studio
di una regione italiana. Così, dopo aver conosciuto le caratteristiche dei paesaggi di pianura, hanno studiato la Lombardia.
::: Giulia Muzzi
 Il lavoro è iniziato
con l’uscita didattica nello
splendido parco del Curone
in provincia di Lecco dove
i bambini, passeggiando tra
prati, boschi e vigne, hanno
osservato l’ambiente collinare
lombardo. Il loro sguardo si è
posato sugli ambienti incontrati caratterizzati da particolari tipi di flora e fauna.
Questa uscita è stata significativa perché in classe ha dato
avvio al lavoro di geografia.
In seguito gli alunni hanno
approfondito lo studio del
paesaggio di pianura, descrivendo la cartina fisica d’Italia
e facendo il lucido delle pianure italiane.
Quest’ultimo gesto li ha portati ad osservare la cartina
con molta attenzione e a far
emergere alcune considerazioni.
Ad esempio: la Pianura Padana è la più vasta d’Italia, è attraversata dal fiume Po - che
nasce dal Monviso e sfocia
nel Mar Adriatico - e si trova
a nord, mentre le altre pianure italiane sono di piccole
dimensioni e si trovano vicino
alla costa perciò sono bagnate
dal mare.
Successivamente i bambini
hanno iniziato lo studio della Lombardia partecipando
all’uscita didattica al Duomo
di Milano. Hanno conosciuto la storia del Duomo attraverso il racconto della vita di
persone che nei secoli hanno
contribuito, con i più svariati doni, alla messa in opera
Successivamente gli alunni
hanno steso la “carta di identità” della regione usando la
carta geografica.
Leggendo la cartina politica
hanno individuato i confini,
il capoluogo di regione e le
province; osservando la cartina fisica hanno evidenziato
fiumi, laghi, pianura, Alpi,
monti, passi e colline. Alcuni
bambini dopo aver osservato
la cartina e aver realizzato il
lucido, erano già in grado di
nominare alcuni fiumi, laghi
e monti lombardi, sapendoli
anche posizionare correttamente.
Partendo dalle caratteristiche
dell’aspetto fisico gli alunni
hanno affrontato l’aspetto
economico per giungere infine a scoprire i personaggi famosi, le tradizioni, le feste, le
maschere e i piatti tipici della
Lombardia.
Per affrontare quest’ultima
parte è stato utile l’aiuto di
nonni e genitori lombardi che
hanno raccontato ai bambini
usanze e tradizioni della loro
della Cattedrale. Poi hanno
visitato l’interno del Duomo,
la facciata e sono saliti sulle
terrazze dove hanno gustato
il panorama.
Questa uscita li ha portati a
scoprire che la Cattedrale è
uno splendido esempio di arte
e fede e che in essa ogni particolare ha la sua bellezza e
prende senso dentro la storia.
famiglia o del loro paese.
Lo studio della Lombardia ha
permesso a tutti noi, alunni e
insegnanti, di conoscere meglio e scoprire la regione in
cui viviamo.
Perciò ci sentiamo di dire che
questo studio è in divenire
perché andrà arricchendosi
di tutte le esperienze e le scoperte che faremo.
10
Missione Europea “Rosetta”. Ospiti eccezionali alla Bachelet l’Ing. Molina e “La signora delle comete”
Siamo niente ma grandi perché
"Il mondo
è piccolo per noi":
questa è l'eccezionale
scoperta che i ragazzi
che studiano alla
Scuola Secondaria di
Primo Grado
V. Bachelet di
Cernusco sul Naviglio
stanno vivendo nel
lavoro proposto dalle
discipline attraverso
incontri con personalità
di eccezione, studio,
riflessioni, momenti
di approfondimento
e preparazione di un
Open Day.
Attraverso questa
modalità di conoscenza
della realtà gli alunni
stanno toccando con
mano ciò che lo stesso
J. Joyce sosteneva e cioè
che "nel particolare è
contenuto l'universale".
::: Gisella Peraboni
trivellarne la superficie alla ricerca
di eventuali molecole organiche primordiali e che, proprio grazie alle
comete, potrebbero essersi diffuse
nel cosmo fin dalla sua nascita dando origine alla vita. La Professoressa,
in collaborazione col Politecnico di
Milano e la Selex ES di Nerviano
(l'azienda presso cui lavora l'ingegner
Molina), ha infatti progettato la trivella che permetterà di analizzare la
 In attesa dell'Open Day del 22
marzo 2014, i ragazzi di terza media
della scuola Bachelet, dopo essersi
appassionati al progetto di esplorazione spaziale denominato "Rosetta"
grazie a due interventi dell'Ingegner
Marco Molina avvenuti presso la nostra scuola lo scorso Gennaio, hanno
avuto il piacere e l'onore di incontrare Sabato 1 Marzo
2014 in Auditorium
U n rac conto appassionato ed
la scienziata di livello
sull' evoluzione
internazionale Amalia avvinc ente
Ercoli Finzi.
dell' esploraz ione
spaz iale,
Primo ingegnere aerodai
prim
i
del
N
ovec
ento ad
spaziale donna in Italia, laureata cum laude oggi . U na c opia fedele in
al Politecnico di Mila- sc ala della trivella spaziale
no, moglie e madre di
cinque figli, primo do- esposta alla Bac helet.
cente universitario di
composizione del nucleo della comemeccanica orbitale, medaglia d'oro
ta ed i pannelli solari che avranno
alla Presidenza della Repubblica
il delicatissimo compito di fornirle
per meriti scientifici, premio Malina
l'energia.
dell'International astronautal federaL'incontro con la professoressa Finzi
tion, membro del Consiglio Tecnico
è stato per i ragazzi e i docenti un
Scientifico dell'Agenzia Spaziale Itaracconto appassionato ed avvincenliana, referente nominata dal goverte sull'evoluzione dell'esplorazione
no di un progetto europeo dallo straspaziale, dai primi del Novecento ad
tosferico valore di 90 miliardi di euro,
oggi, in cui l'intelligenza, la passione
e davvero tanto tanto altro, la Prof.
e l'ingegno umani si sono rivelati gli
ssa Finzi è definita da tutti i media "la
incontrastati protagonisti. La proSignora delle comete". Infatti, oltre
fessoressa ha spronato i ragazzi a
ad occuparsi da più di cinquant'anni
non arrendersi di fronte alle prime
di dinamica e sistemica del volo spadifficoltà perché, dove c'è passione e
ziale, attualmente è anche responsadesiderio di conoscenza, non ci sono
bile scientifico dell'esperimento SD2
limiti, come dimostra la vita di Tsioldella missione europea Rosetta che,
kowsky, scienziato non udente dalla
dopo dieci anni di viaggio all'internascita ma definito, per i suoi studi,
no del sistema Solare, ha l'ambiziopioniere dell'astronautica e del volo
so obiettivo di agganciare la cometa
spaziale umano.
67/P Churymov-Gerasimenko e
Raccontando la propria vita di progettista spaziale, la prof.ssa Finzi ha
ricordato come il lavoro e la sete di
conoscenza dell'uomo hanno finora
portato a decifrare il 4% della materia presente nell'Universo, che può
certamente essere considerato un
grandissimo traguardo ma che allarga lo sguardo verso un orizzonte
ricco di nuove e future esplorazioni.
Per questo motivo la Professoressa
ha definito i ragazzi presenti "il suo
futuro" perché è la gioventù di oggi il
substrato su cui investire e scommettere per una vita migliore.
La Professoressa ha inoltre sottolineato come uno scienziato debba prima di tutto avere un atteggiamento
di rispetto e di umiltà perché il suo
lavoro lo mette ogni giorno di fronte alla propria piccolezza rispetto
alla grandezza dell'Universo. Ma in
questa piccolezza, in questo niente,
noi uomini siamo grandi, eccezionali, perché dotati di sentimento e
di intelligenza, fatti cioè ad immagine di Dio. Quel Dio che ci fornisce quell'invisibile ma onnipresente
attrazione gravitazionale, forza alla
quale l'uomo si affida per allargare
i confini della propria conoscenza,
proprio come ha fatto la sonda Rosetta nei suoi dieci anni di vita con
i suoi numerosi ed incredibili fly-by.
E proprio durante l'Open Day del 22
Marzo, una copia fedele in scala 1:1
della trivella (presente nel lander di
questo progetto spaziale) per gentile concessione della Selex ES, verrà
esposta e presentata in biblioteca,
spazio che sarà dedicato al racconto
dell'intero percorso di astronomia affrontato in tutte le classi terze medie
della scuola Bachelet.
11
••••••••••••••••••••••l’inglese
••••••••••••••••••••studentesse
•••••••••••••••••••••••••••superiori
•••••••••••
imparare
•••••••••••••••••••••••••••••••con
•••••••••••••••••••••••••••••••••••delle
••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
immagine di Dio A new project:
"Let's speak!"!
L'attività opzionale in lingua inglese "Let's speak" ha
avuto inizio da una collaborazione fra L'Aurora e l'istituto Superiore Itsos. L'attività di questo periodo ha avuto
come sottotitolo "Let's go shopping";
::: Teacher Erica
Nella stessa aula sarà possibile visionare
anche alcuni modellini di veicoli spaziali
che un modellista carugatese, il sig. Valerio Nassi, ha presentato ai ragazzi di
terza media sempre nella giornata di
Sabato 1 Marzo 2014. Attraverso la descrizione e la conoscenza di questi oggetti spaziali, gli alunni hanno compreso le
principali tappe dell'intelligenza umana
volta alla conquista dello spazio: dalle
capsule Mercury alle Gemini, l'ApolloLem, l'Apollo+Soyuz (la prima missione
congiunta USA-URSS), la stazione spaziale MIR e l'attuale ISS, senza dimenticare le missioni Saturn V e Shuttle.
Questi modelli, gentilmente messi a disposizione dei ragazzi per l'Open Day da
parte dell'autore stesso, sono l'occasione
per far comprendere quanto il progresso
scientifico sia strettamente legato al pro-
gredire della tecnologia e profondamente intriso di una componente storica.
Personalità come la professoressa Finzi,
l'ingegner Molina, il sig. Nassi, la conoscenza delle tecnologie spaziali e di una
missione così innovativa come quella di
"Rosetta" sono per tutti testimoni d'eccezione per ricordare quanto "il mondo
sia piccolo per noi" e quanto valga la
pena investire sull'intelligenza dell'uomo
al servizio della conoscenza. Per questo
estendiamo a tutti l'invito di poter scoprire la bellezza, la ricchezza e la complessità della realtà universale che ci circonda
anche attraverso i particolari presentati
dai ragazzi della Bachelet durante la
mattina di Sabato 22 Marzo presso la
Biblioteca della scuola sita in via Buonarroti 60 ang. Via Masaccio a Cernusco
sul Naviglio. 
 Dopo aver imparato alcuni
vocaboli e strutture fondamentali
per i dialoghi nei negozi, i bambini
vengono accompagnati dalle loro
"mamme" ad andare a fare la spesa chiedendo alla shop assistent di
poter comprare e pagare la merce
acquistata.
Sempre in lingua inglese, e con
l’aiuto delle ragazze delle superiori, i bambini partecipano ad attività ludico-motorie per consolidare
il vocabolario appreso, aiutano a
costruire la scenografia dei negozi
e procurano diverso materiale per
l'allestimento degli stessi.
Ecco cosa dicono alcuni bambini coinvolti:
"Questo laboratorio mi piace molto
e adoro la mia "mamma". Imparare l'inglese con la teacher Erica e le
ragazze mi fa essere felice: non mi
annoio mai.” (Giulia IV A)
"Mi piace molto fare Let's go shopping perché ho imparato molte
parole inglesi che non conoscevo e
perché sto conoscendo nuove amiche della scuola Itsos."
(Matteo IV A)
"Mi piace questa attività perché
posso conoscere tante ragazze parlando in inglese e stringere una bella amicizia con loro soprattutto con
Laura e Gaia."
(Chiara IV A)
"A me piace fare l'attività pomeridiana del martedì intitolata Let's go
shopping perché imparo i nomi di
molti cibi in inglese."
(Stefano IV A)
"Quest'anno il laboratorio di inglese è stato meglio di quello dell'anno
scorso. La novità è la presenza di alcune ragazze dell'Itsos che, insieme
alla maestra Erica, ci stanno aiutando ad imparare l'inglese."
(Riccardo IV B)
"A me piace frequentare questo laboratorio. All'inizio volevo cambiare la famiglia in cui ero stato messo
perché non c'erano amici ma poi ho
iniziato a divertirmi anche senza di
loro. La maestra Erica organizza
sempre dei bei laboratori."
(Alessandro IV B)
Ecco cosa riportano alcune ragazze delle superiori:
"Devo dire che ero convinta, ancor
prima di incominciare a intraprendere questa esperienza, che sarebbe
stato piacevole; stare a contatto con
dei bambini mette di buon umore
chiunque! Passando questi pomeriggi insieme a loro ho potuto notare che questi bambini sono molto
vogliosi di imparare e molto curiosi di scoprire una nuova lingua. È
stato semplice ed emozionante fin
dall'inizio avere un rapporto con
loro e conoscerli. Devo ammettere
che mi dispiace che questa esperienza stia già per finire."
(Gaia)
"Questa esperienza è stata fantastica; stare a contatto con dei bambini
così svegli e vivaci ed insegnar loro
una lingua bella come l'inglese mi
ha fatta sentire appagata e mi ha
resa entusiasta. È di certo un'attività
che ripeterei volentieri, in quanto
vedere i bambini felici di apprendere e di passare delle ore insieme a
noi è stato davvero speciale: ho insegnato e ho imparato. Sono state
ore meravigliose."
(Laura)
Guardare una ragazza più grande e
imparare con lei l'inglese è un'esperienza affascinante e coinvolgente,
sicuramente da riproporre!
(Teacher Erica) 
12
Dall’incontro nasce la riflessione
“Noi siamo il futuro”
Il percorso di scienze
ha permesso alle terze
medie di incontrare
personaggi di spicco
dell’ingegneria
aerospaziale. Ecco i
loro pensieri.
::: Prof. Peraboni
e gli alunni di III A
 Mi ha colpito molto
la frase con cui la prof. Finzi
ha voluto incominciare il suo
incontro: ci ha detto che il
motivo per cui si trovava con
noi quel giorno è perché noi
siamo il suo futuro e il futuro
dell'ingegneria aerospaziale
mondiale. Ci ha spiegato il suo lavoro così
che potessimo appassionarci e, magari,
tra qualche anno, essere in grado di ricevere "il testimone" di
tutti i progetti attuali
e futuri. Ha poi concluso l'incontro con
una bellissima frase:
ci ha fatto vedere la
foto del nostro pianeta che
dimostrava la nostra piccolezza, ma ha poi sottolineato
come questa piccolezza si
contrappone alla nostra grandezza, determinata da intelligenza e sentimento.
(Miriam Cernigliaro)
Mi ha stupito come questa
donna, premiata come miglior docente mondiale due
anni fa e prima donna ingegnere aerospaziale in Italia,
abbia conoscenze ed amicizie
sparse in tutto il mondo.
(Lorenzo Beretta)
Mi hanno colpito molto la
grinta e l’allegria con cui
questa donna parla del suo
lavoro, dimostrando così di
amarlo. Noi studenti di terza
media abbiamo avuto una
grande fortuna a poterla incontrare perché nonostante i suoi numerosi impegni,
grazie
all’interessamento
dell’ing. Molina, è riuscita a
dedicare a noi un po' del suo
preziosissimo tempo.
(Caterina Masieri)
S tupore,
i m medesim az ione
e il desiderio di
diventare grandi.
Grazie alla proiezione del
video dell’assemblaggio in
orbita della Stazione Spaziale Internazionale ci siamo resi conto di quanto sia
interessante ma complicato
il mestiere di progettista aerospaziale. (Matteo Selli e
Matteo Tremolada)
Mi ha colpito molto come
la prof.ssa Finzi sia riuscita,
parlando di ingegneria aerospaziale, a trasmetterci anche
messaggi morali e dei consigli
interessanti per rendere più
bella la nostra vita.
(Lisa Dell’Orto)
Questo incontro mi ha aiutato a dar credito alle aspet-
tative che ho sul mio futuro e
ha confermato la mia grande
passione per le scienze. Sentendo parlare la prof.ssa Finzi,
dentro di me sono nati sogni e
desideri che cercherò di realizzare nella mia vita. Sono
rimasta sorpresa e onorata
dall’opportunità di incontrare un personaggio di questo
calibro e di essere stata scelta
dai miei docenti per
consegnarle il mazzo di fiori. (Giorgia
Bombelli)
Mi ha colpito molto
come la prof.ssa Finzi, nonostante i suoi
76 anni e la splendida carriera alle
spalle, ricca di soddisfazioni, suppongo
anche economiche, scelga ancora di lavorare dimostrandoci che la passione per ciò che
si fa è una tra le più grandi
gioie della vita.
(Sofia Fanelli)
La prof.ssa Finzi è riuscita
non solo a raccontarci il suo
lavoro in modo semplice ed
efficace ma anche ad appassionarci al suo mestiere di
progettista di missioni spaziali. (Davide Tamiozzo)
Grazie alla professoressa
Finzi sono riuscita ad appassionarmi all’astronomia. Ho
inoltre potuto capire i progressi dell’ingegneria aerospaziale dagli anni Sessanta
13
Le terze incontrano il modellista Valerio Nassi appassionato di aerei e astronavi.
 Modelli spaziali
ad oggi: Gagarin aveva a malapena lo
spazio per respirare mentre oggi riusciamo a coltivare piante a gravità zero.
(Maria Sciascia)
Mi ha interessato tantissimo ciò che la
Prof.ssa Finzi ci ha raccontato anche
perché molte di queste cose non le conoscevo. Piacerebbe anche a me un giorno
andare nello spazio. So che a volte i desideri non si avverano ma, visto che adoro
le scienze, mi impegnerò per realizzarlo.
(Alessia Casiraghi)
È stata un’esperienza unica incontrare
una donna così importante a livello internazionale. (Laura Finazzi)
Il racconto della prof.ssa Finzi, veloce,
incalzante e ricco di aneddoti e di battute spiritose, mi ha letteralmente rapito!
Non mi è quindi difficile capire il perché
sia stata premiata come miglior docente
al mondo. (Anna De Bernardi)
L’incontro col sig. Nassi mi ha colpito
perché ci ha confessato che ha iniziato
a costruire modellini di ingegneria aerospaziale perché, non avendo una vista
perfetta, non ha potuto inseguire il suo
sogno di diventare astronauta.
(Francesca Bertini)
I modellini del sig. Nassi sono stupendi!
Precisi e ricchi di particolari. Mi è piaciuta molto la sua storia perché, non potendo andare fisicamente nello spazio a
causa di un difetto fisico, ci è andato con
la fantasia. (Sara Montagna)
Mi è piaciuto vedere e toccare con mano
la passione e la cura di quest’uomo nel
fare ciò che, fin da bambino, lo ha appassionato. 
::: Giorgia Sangalli
e Matteo Villa IIIC
 Il 1 marzo ’14 le classi
terze hanno avuto l’occasione
di incontrare il sig. Valerio
Nassi appassionato di modelli
di aerei e di navi spaziali. Ci
ha raccontato che da giovane
come tanti altri bambini della sua generazione sognava
di diventare pilota di aerei
per poi diventare
un astronauta, ma
dovendo mettersi
gli occhiali all’età
della scuola media
ha dovuto rinunciare a perseguire
quel sogno. Non
potendo volare ha
deciso di costruire
i modelli e, in questo modo, approfondire gli studi di
questi argomenti.
Ci ha quindi mostrato la sua flotta, partendo dai
modelli di aerei
usati per superare
i limiti di velocità
e ha spiegato che
in America i primi
astronauti erano
piloti collaudatori,
ad esempio Armstrong. Abbiamo
quindi osservato
i diversi moduli
che
formavano
Apollo 11 e la
zona dell’ allunaggio, completo di
astronauti,navetta e bandiera,
poi ci ha fatto vedere un modellino dello Sputnik.
Abbiamo visto i modelli della
stazione spaziale internazionale, vedendo come da pezzi
di una missione precedente russa sono stati aggiunti
i nuovi moduli. Si è quindi
soffermato su alcuni modelli
di astronave e li ha comparati con lo Shuttle che doveva
essere, almeno teoricamente,
uno strumento più economico per raggiungere lo spazio.
Questo incontro ci ha aiutato
a studiare, perché pur avendo
ascoltato alcune spiegazioni
di come è fatta una navicella,
vedere dei modelli così accurati dal vivo ci ha aiutato molto di più a capire, come erano
le astronavi e come lavoravano gli astronauti. 
14
Non costa quasi nulla eppure è una cosa magnifica
Dall’acquario agli ecosistemi
::: Classe IC
 Nel prepararci alla visita abbiamo letto un brano
dell’etologo Konrad Lorenz
(“L'Anello di Re Salomone”
1949) in cui viene descritta la
bellezza del costruire un acquario.
L’autore spiega che “L’acquario è
infatti un universo, dove, come in
uno stagno o in un lago naturale, insomma come in un qualsiasi
luogo del nostro pianeta, creature
animali e vegetali vivono insieme
creando un equilibrio biologico”.
Inoltre sostiene che “Davanti
all'acquario si può star delle ore assorti in fantasticherie, come quando si contemplano le fiamme del
caminetto o le rapide acque di un
torrente. E si imparano molte cose
durante questa contemplazione.”
È nato così il desiderio di fare anche noi questa esperienza.
Avevamo deciso di ricostruire
l’ambiente del Naviglio della Martesana, ma essendo senza acqua
per lavori di risistemazione delle
sponde, non è stato possibile realizzarlo.
Abbiamo allora ritenuto opportuno, prima di provare a ricostruire
un ambiente naturale, capire quali
siano le caratteristiche da tenere
presenti per la realizzazione di un
acquario. È quindi iniziato lo studio sul testo e il lavoro per preparare l’ambiente adatto ad accoglie-
La preparazione di un acquario è un’esperienza per lo studio di un piccolo ecosistema, per imparare a riconoscere quali fattori determinano un ambiente.
15
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••Uno
••••••••••••studio
••••••••••••••••••••interdisciplinare
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C’era una volta
in America
La voglia di conoscere apre sempre nuove porte: una studentessa di terza media racconta il desiderio della sua classe di comprendere gli Stati Uniti nella
loro totalità.
re un pesce rosso (Carassiusauratus),
pesce che tutti conosciamo: robusto
e capace di adattarsi a temperature
dai 15° ai 30°. Abbiamo scoperto
che ne esistono numerose varietà,
frutto delle selezioni operate dai numerosi appassionati di acquari.
Riempita la vasca di acqua e di
ghiaietto opportunamente trattato,
seguendo le indicazioni degli esperti,
abbiamo messo un filtro per permettere la vita degli organismi.
Dopo una settimana abbiamo inserito le piante: Anubias lanceolata.
Abbiamo quindi cercato di capire la
qualità dell’acqua studiando le sue
caratteristiche: temperatura, pH,
durezza.
Nella prossima settimana verrà fatta l’analisi per vedere la quantità di
batteri presenti, per poter accogliere
il pesce. Nel giorno dell’Open Day
presenteremo il lavoro svolto e il nostro acquario.
Nel frattempo abbiamo approfondito le caratteristiche biotiche e
abiotiche dei diversi ecosistemi visti
all’Acquario di Milano, abbiamo
riprodotto gli organismi studiati
utilizzando quanto imparato in arte
(copia di animali da foto) e in tecnologia (riproduzione in scala).
Lo studio di questo piccolo ecosistema è la tappa iniziale per poter
conoscere i diversi biomi presenti
nel nostro pianeta e per poter capire
maggiormente la sua complessa, ma
meravigliosa ricchezza.
::: Laura Dragoni III B
 Quest'anno, per l'Open Day,
abbiamo deciso di presentare la nascita e lo sviluppo degli Stati Uniti
d'America sotto diversi punti di vista
(storia, musica, inglese, geografia...).
Il desiderio è nato studiando la Prima
Guerra Mondiale; ci siamo interrogati sul perché questa nazione fosse
divenuta così potente da cambiare
le sorti di una guerra e quale fosse la
sua storia.
Abbiamo così approfondito questo
argomento sia con la nostra professoressa di storia che con la professoressa di inglese che, in lingua inglese,
ci ha parlato della geografia e delle
vicende principali di questo straordinario popolo.
Più il nostro studio proseguiva e più
si aggiungevano aspetti interessanti
quali quelli musicali; la professoressa
di musica, infatti, ci ha presentato dei
canti, nati negli Stati Uniti, che erano espressione delle le varie epoche
storiche.
Ecco, quindi, la voglia di presentare
anche ad altri il nostro lavoro.
Ci siamo, così, divisi in gruppi per
approfondire le informazioni e, successivamente, abbiamo composto i
cartelloni con i testi precedentemente scritti e le immagini trovate.
Finiti i cartelloni ci siamo dedicati all'esposizione orale cercando di
mettere insieme tutte le materie, formando così un discorso unico e interdisciplinare.
Le maggiori difficoltà che abbiamo
incontrato sono state quelle di trovare i nessi logici tra le varie materie e
mettere insieme tutte le informazioni. Per aiutarci in questo abbiamo
lavorato con le professoresse di storia
e di musica e, annotando alla lavagna
ciò che ciascuno di noi riteneva importante, siamo arrivati a ricreare il
percorso studiato e a dare ordine e significato a tutto quello che avevamo
imparato.
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Dallo spazio al punto
::: Prof. Pietro Bonfanti
  “Questo percorso presenta il lavoro svolto
dalle classi prime e da alcune seconde della scuola media
sulla riduzione in scala. Partendo dalla sfida di trovare una
diversa disposizione dell'arredamento scolastico all'interno
dell'aula, è da subito emersa la necessità di rappresentare
in scala; gli studenti hanno dovuto riprendere e applicare
quanto imparato nella scuola primaria, in particolare in merito alla misurazione. Tra i vantaggi della riduzione in scala,
è emersa la possibilità di confrontare spazi tra loro lontani:
ci si è quindi chiesti quanto più grande dell'aula fossero la
biblioteca della scuola e i campi da gioco, decidendo di realizzare dei modellini per rispondere alla domanda.” 
Partendo dalla vita quotidiana,
è nata una riflessione sulla
riduzione in scala.
16
Riflessioni sullo studio dell’epica
Capire le similitudini
L’Iliade e i suoi aspetti
poetici
Passione fa rima con fatica e impegno? Secondo questi giovani studenti vanno a braccetto.
::: Beatrice Giorla e Lorenzo
Pedrazzi II A
 All’Open Day la II A presenterà un particolare della lingua italiana
e della letteratura:la similitudine. Si è
deciso di scegliere questo argomento
in seguito alla lettura dell’Iliade che
è un’opera ricchissima di similitudini.
I ragazzi hanno scelto quelle giudicate
più belle, sono state trascritte e spiegate. All’interno di esse si sono individuate le parole meno note e meno
usate, si è ricercata l’origine etimologica e si è fatta un’analisi dei termini
cercando sinonimi, contrari e modi di
dire che li contengono.
Questo è un esempio di particolare
che contiene tutto l’italiano perché
per capire una similitudine occorre
ricostruire l’ordine sintattico, bisogna
capire i termini ed è un lavoro sul
lessico, e nello stesso tempo si gusta
un’opera di poesia, perché si apprezzano immagini evocate da Omero nella sua opera.
Omero, il dettaglio
segnato dalla bellezza
I ragazzi recitano alcuni passi del primo libro dell'Iliade.
::: Prof. Mirella Castelli
 Quando in collegio docenti si
è iniziato a parlare dell’Open Day e
dei lavori che ciascuna classe avrebbe
potuto presentare, per la prima B, la
classe in cui insegno italiano, ho immediatamente pensato alla recitazione
di alcuni versi di Omero, perché ero
rimasta stupita dalla passione con cui i
ragazzi della classe stavano studiandoli a memoria. Mi aveva colpito quello
che una mamma mi aveva detto al ritiro della pagella, che cioè la figlia e
alcune compagne, durante una festa di
compleanno, si erano messe a recitare
i versi della lite tra Achille ed Agamennone. Non è decisamente consueto
che dei dodicenni facciano una cosa
simile, che può sembrare da "fuori di
testa".
Mi sono trovata a chiedermi come
mai può accadere un fatto del genere
(ogni insegnante sa che ha del miracoloso), cosa può appassionare i ragazzi
rendendoli capaci di affrontare una
fatica così importante come lo studio
a memoria; insomma è stata l' occasione per chiedermi se ha ancora senso
oggi proporre un testo che ha più di
duemila anni e proporne la recitazione a memoria. Non voglio adesso enucleare tutte le ragioni che ho ritrovato,
compresa quella strettamente linguistica, ma in poche parole descrivere
quella più inerente al titolo dell'Open
Day, a partire dalla citazione scelta per
tutte le classi che presentano un lavoro
su Omero. È una frase detta da Eugenio Corti in una intervista nella quale
identificava la lettura del poema greco
come un momento particolarmente
importante non solo per la sua vita di
scrittore, ma di uomo. Nella sua semplicità e linearità Omero ha la capacità di parlare al cuore di ogni uomo, di
svelargli i sentimenti più profondi, di
fargli scoprire le domande più radicali
che lo costituiscono. I ragazzi ancora
oggi lo riconoscono, lo sentono vero e
per questo si appassionano.
Perché studiare a memoria? Perché
favorisce il trattenere immagini, parole, sentimenti, che si fissano nella memoria e ritornano alla mente in altri
momenti, dandoci parole non banali
per dire un'esperienza, descrivere un
fatto..., oltre a dare il senso del ritmo
della frase.
Comunque se entrerete numerosi nelle aule in cui i ragazzi sono i protagonisti del lavoro sul testo, vi accorgerete
della verità di quanto ho brevemente
accennato, e anche voi sarete trascinati nella piana di Troia con Achille ed
Ettore.
Le parole del po
“"Io sono diventato scrittore alla fine della quinta
elementare quando mi sono trovato tra le mani il
testo di Omero, leggendo le sue pagine sono rimasto
folgorato e ho detto: questo autore trasforma in
bellezza tutte le cose di cui parla. Anch'io voglio fare
come lui.” (Eugenio Corti)
::: Francesco Sturaro e
Alessandro Piffer II C
 Studiando a memoria abbiamo la possibilità di stare insieme
al testo. E più passiamo del tempo
con lui, più lo possiamo conoscere in ogni sua parte: i suoi luoghi,
i suoi protagonisti e le loro gesta.
L'epica ci parla di un mondo diverso e lontano dal nostro, ma grazie
anche allo studio a memoria noi riusciamo a entrare in quel mondo e
scopriamo che ciò di cui parla non
è poi così distante da noi.
Interpretando Ettore nel dialogo
con sua moglie Andromaca, alcuni
di noi hanno detto di essersi immedesimati nell'eroe troiano. Anche a
Eugenio Corti è capitata la stessa
cosa alla nostra età. In un'intervista dice: «C’è un eroe dell’Iliade
che amo più di tutti gli altri, Ettore.
Incarna l’uomo che non si arrende. E non teme la sconfitta, perché
dà sempre tutto se stesso». È bello
immedesimarsi in un grande eroe
come Ettore, e questo lo possiamo
fare perché abbiamo imparato a
leggere i versi di Omero.
Abbiamo iniziato a conoscere il
racconto epico alla fine della Quinta elementare, quando abbiamo
letto “Il ragazzo con la cetra”.
Questo racconto illustra l'origine
dell'epica classica, narrando la giovinezza di Omero e il suo apprendistato poetico. Il protagonista è infatti un ragazzo cieco, che ha come
maestro un aedo col quale viaggia
per tutta la Grecia, e dal quale apprende i principali miti classici.
All'inizio della prima media abbiamo quindi incominciato la
lettura dell'Iliade, che si conclude quest’anno, in seconda media.
L'Iliade si apre con l'invocazione
alla Musa da parte di Omero, seguita dal proemio, che presenta il
contenuto del poema: l'ira funesta
di Achille, che è causa di molti lutti tra soldati achei, e che risale alla
contesa con Agamennone il re degli Achei.
Il testo è ricco e complesso e richiede una lettura molto attenta.
Per favorire la comprensione dei
contenuti in classe viene svolto un
lavoro di parafrasi puntuale sui
versi selezionati dal professore. In
prima media questa operazione di
analisi appariva faticosa e lenta,
ma, col tempo, stiamo acquisendo
un metodo che ci aiuta nella lettura
individuale del testo. Dopo avere
fatto proprio il contenuto, lo studio
a memoria risulta più immediato e
meno meccanico.
Di seguito riportiamo alcune
esperienze vissute durante il
lavoro di recitazione di versi
tratti dall’Iliade e delle poesie
di Giovanni Pascoli:
“Ho scoperto che una poesia può
avere diversi significati, dipende
dalle persone che la cantano, perché a seconda dell’intonazione
la poesia viene interpretata in un
modo diverso.”
(Giacomo Brambilla)
“È un modo per capire meglio il
testo ed entrare di più in quello che
esso racconta.” (Irene Cigada)
“Mi hanno detto che se una materia non ti entusiasma bisogna lavorarci ancora di più. Ho voluto verificare questo consiglio e mi sono
proposta per partecipare al lavoro
di epica per l'Open Day. Adesso
sono sicura di quello che mi hanno
detto, infatti mi sto appassionando
allo studio a memoria dell'Iliade
che prima non mi piaceva e non
trovavo interessante.”
(Claudia Sala)
“L'esperienza dello studio di poesia
è molto entusiasmante. Attraverso
lo studio della poesia posso riflettere sul pensiero del poeta e riesco a
comprendere i suoi sentimenti. La
poesia mi consente di sviluppare
la fantasia, per esempio attraverso
l'uso delle metafore che ho conosciuto grazie a Pablo Neruda e che
mi aiutano a spiegare la realtà con
un paragone.” (Mattia Troisi)
“Quando studio a memoria la mia
testa si concentra solo su ciò che c'è
scritto nella poesia, così facendo
mi immedesimo nel testo al punto
che mi sembra di essere in un film
e grazie a questa immedesimazione riesco a studiare meglio e più
facilmente. Le poesie di Pascoli mi
presentano delle immagini molto
chiare e, come è accaduto ne "I due
fanciulli", ritrovo persino esperienze personali vissute.”
(Matteo Priore)
17
oeta sono le mie
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con grandI personaggi della Letteratura
••••L’incontro
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La Natura canta il poeta
Due ragazze di Seconda Media raccontano l’approccio
ad una nuova disciplina attraverso i componimenti di
Giovanni Pascoli.
::: Viola Tullii e Chiara Marinoni II C
“Questo lavoro mi sta aiutando a esercitare la memoria e poi mi diverte vedere i miei genitori che si scervellano
per impararle insieme a me.”
(Matteo Pittino)
“Rileggendo e esercitandomi a memoria capita che riesco a capire di più il
testo e, a volte, l'esperienza del poeta
si avvicina alla mia.” (Luca Asinari)
“Per me studiare a memoria significa
immedesimarsi nel poeta o nel protagonista dei versi e vivere, o meglio,
percepire le sue emozioni. Condividere con il poeta qualcosa.”
(Samuele Marchesi)
“Si comprende a pieno una poesia
quando si riesce a vivere l'esperienza
in essa descritta. Ecco perché il lavoro
dello studio a memoria per me è importante, perché se mi capitasse di vivere l'esperienza del poeta, questa mi
riporterebbe alla sua poesia; facendomela capire davvero.” (Viola Tullii)
“Lo studio a memoria trovo che mi
aiuti essenzialmente a capire il significato del testo letto, infatti dando un’intonazione alla poesia e leggendola più
volte capisco quel che dice; come è stato detto “Una poesia non spiegata può
essere ugualmente compresa se chi la
legge o la recita, la rispetta nel suo ritmo fatto di intonazione e silenzi.”
(Anna Campi)
“I poeti usano un linguaggio un po'
difficile da comprendere e questo porta delle difficoltà nello studio a memoria. Con l'aiuto del lavoro in classe,
però, ho cominciato a capire sempre
di più, e ad apprezzare ciò che i poeti ci vogliono trasmettere attraverso i
loro versi. Lo studio a memoria è sicuramente un esercizio positivo, visto
che, ancora oggi, dopo tanti anni, i
miei genitori ricordano alcune poesie.” (Carlotta Milo)
“Ogni volta che studio a memoria,
all’inizio, faccio fatica, ma poi il testo
comincia a piacermi e noto cose in più
rispetto alla lettura iniziale. Capendo-
lo riesco a dare anche un’intonazione
e anche questo mi avvicina al significato.” (Antonio Iaquinta )
“Lo studio a memoria di alcuni brani di epica mi è piaciuto molto; infatti
anche se ha richiesto impegno, fatica,
concentrazione, ora mi accorgo che
queste pagine sono e saranno mie per
sempre, e che per sempre mi faranno
compagnia. Inoltre se all'inizio del lavoro di memorizzazione facevo fatica
ed ero lento, adesso, dopo tanto esercizio, sono diventato più sicuro, riesco
a recitare con più facilità e con più gusto.” (Francesco Sturaro)
“Per me lo studio a memoria è importante per due motivi, il primo è che mi
fa entrare veramente nel brano e mi
rende partecipe di esso. Ad esempio,
nelle poesie di Pascoli, mentre recito
X Agosto mi sento come se io stessa
fossi triste per la morte del padre, perché recitando entro nella mente e nel
cuore sconsolato del poeta. Il secondo
aspetto è il semplice fatto che lo studio a memoria mi fa capire meglio il
testo. Delle poesie studiate potrei spiegare tutti i loro aspetti senza difficoltà,
perché per studiarle bisogna leggerle
e rileggerle e ciò te la fa comprendere
perfettamente.”
(Chiara Marinoni)
“Lo studio a memoria mi è molto utile
per capire meglio il testo ed eventualmente fare una parafrasi migliore.”
(Alessandro Piffer )
“Per me, lo studio a memoria è un percorso che si compie in compagnia di
un poeta che si fa conoscere. Più sono
attratta dal poeta e dalla poesia, meglio mi riesce lo studio a memoria.
Un testo è sempre un racconto, una
narrazione, la storia di una persona,
di una pianta o animale sulla quale il
poeta posa il suo sguardo.”
(Chiara Eisner)
“Lo studio a memoria è facilitato
dall'interesse, ma è pur vero che posso
iniziare lo studio svogliata e concluderlo soddisfatta.” (Cecilia Teruzzi)
 "L'immagine non è questo o quel significato
espresso dal regista, bensì un mondo intero che si riflette
in una goccia d'acqua, in una goccia d'acqua solamente." Questa affermazione di Andrej Tarkovskij, descrive
bene l'esperienza fatta durante la lettura delle poesie di
Giovanni Pascoli. Guardando, attraverso le sue parole,
i suoi paesaggi emiliani di fine Ottocento, lo abbiamo
conosciuto.
Una delle caratteristiche principali che abbiamo scoperto di questo poeta è proprio il suo interesse verso la
natura. In diverse poesie, Pascoli la descrive: “La terra
ansante, livida, in sussulto; / il cielo ingombro tragico
disfatto”, e ancora: “pendono qua e là dalla corona /
i nidietti della primavera.” Quest'ultimo verso è tratto
dalla poesia: "La quercia caduta". Qui, come in tanti altri componimenti, l’autore ci presenta piccole diapositive
della sua terra. Descrive un albero gigante che è caduto,
gli umani che gli sono attorno, un nido che pende, la capinera che non trova più la sua casa. Pascoli parla di quel
che vede e così facendo comincia a parlare anche di sé.
In altre poesie, invece, c’è un nesso esplicito che collega
la natura con il suo cuore: “Ponte gettato sui laghi sereni, / per chi dunque sei fatto e dove meni?". Con questi
versi tratti da “Mare”, il poeta pone una domanda direttamente al riflesso della luna, chiedendogli dove lo condurrà la sua vita. Anche in “Fides” è presente una natura
dentro la quale si scorge un mistero. È visibile già nel
titolo che, con una semplice parola, descrive una grande
esperienza: la fiducia tra una madre ed un figlio. Analizzando più a fondo questa poesia abbiamo compreso il
contrasto tra la bellezza del paradiso e la drammaticità
del mondo. Questo stacco tra cielo e terra lo abbiamo
incontrato più volte, per esempio in “Nido” dove è descritto un cielo pieno di bellezza, “Un ultimo concento /
salì raggiando e dileguò nell’aria”, e una terra “in cui le
foglie / putride stanno”.
Così, una poesia dopo l'altra, Pascoli si è fatto gradualmente conoscere fino a quando non è uscito allo scoperto completamente raccontandoci la sua storia di ragazzo. Egli, in “X Agosto”, esprime con un paragone la sua
tristezza: una rondine uccisa durante il tragitto verso il
suo nido è paragonata a un uomo, un padre, suo padre
che viene ucciso mentre sta tornando dalla famiglia. Il
collegamento più evidente tra l’uomo e la rondine è il
concetto di nido, usato dal poeta per indicare un luogo
accogliente e di protezione. Un altro aspetto di questa
poesia è l’attesa, un’attesa vana da parte dei rondinini
e dei figli: ad entrambi era destinato un dono, mai ricevuto.
A conclusione del lavoro, siamo andati a cercare dove
è nato l'interesse di Pascoli per la poesia e abbiamo incontrato un cantore di vecchia conoscenza: Omero. Per
Pascoli la poesia nasce proprio da lui, dalle sue opere.
Pascoli, nei suoi Poemi Conviviali, scrive un componimento che parla proprio della nascita della poesia: “La
cetra di Achille”. Qui si narra dell’ultima notte del grande guerriero acheo. L’eroe canta le sue gesta finché non
giunge da lui un aedo condotto dal suono della cetra del
Pelide. Quest’uomo nella mente di Pascoli probabilmente impersona Omero: “Rendi dunque all’aedo la sua
cetra”. D'ora in poi non sarà più l'eroe a cantare le sue
stesse gesta. Ci penserà il poeta.
18
Un interessante approfondimento sul linguaggio
Oltre il buio...
Partendo da piccoli particolari - le parole originali di un autore - è possibile cogliere il significato profondo di un testo
e incontrare i personaggi.
::: A cura delle prof.sse Barzaghi e
Zucchetti
Poter leggere un testo o un brano in
lingua originale è una modalità per
dialogare direttamente con la fonte.
Mossi dalla domanda di capire la differenza tra il titolo scelto dalla autrice
"To Kill a Mockingbird" e la versione
in italiano, "Il buio oltre la siepe", i ragazzi della III A hanno letto e quindi
analizzato i passi più utili per trovare
una risposta. La prima scoperta è che
Harper Lee sceglie il titolo per riferirsi
a due episodi precisi della storia.
Atticus: “Shoot all the bluejays
you want, if you can hit 'em, but
remember it's a sin to kill a mockingbird." That was the only
time I ever hear Atticus say it was
a sin to do something, and I asked
Miss Maudie about it. "Yoùre father's right," she said. "Mockingbirds don't do one thing but make
music for us to enjoy. They don't
eat up peoplès gardens, don't nest
in corncribs, they don't do one
thing but sing their hearts out for
us. That's why it's a sin to kill a
mocking bird." (capitolo 10)
Scout: “Well, it’d be sort of like
shootin’ a mockingbird, wouldn’t
it?” (capitolo 30)
"Abbiamo notato che il titolo "Il buio
oltre la siepe" non fa un riferimento
diretto al testo, mentre "To kill a mockingbird" sì, perché in una parte precisa del libro dice che uccidere un pettirosso è un peccato perché esso non fa
niente di male ma solo del bene, canta per gli altri, li fa sentire bene. Per
questo noi abbiam fatto il paragone
tra Boo e un pettirosso, perché anche
questo personaggio non fa del male
ma solo del bene." (Sara)
A questo punto si sono aperte ulteriori domande: perché Atticus chiede ai
suoi figli di non sparare a questi uccelli? Quali sono le caratteristiche di un
mockingbird? La versione italiana traduce mockingbird con "merlo", mentre lo stesso termine in inglese presenta
altri significati tra cui "pettirosso", che
è più adeguato alla descrizione appena riportata. Quindi, quando alla fine
della storia la piccola protagonista cita
e capisce la richiesta del padre paragonando il suo misterioso vicino, Boo
Radley, al mockingbird-pettirosso, il
lettore italiano non riesce a cogliere
fino in fondo i termini del paragone,
perciò il messaggio lanciato dall'autrice. Questo è solo un esempio di un
lavoro poi esteso ad altri passaggi che
ha reso evidente come nel testo, proprio nelle parole scelte, emerga il significato preciso che lo scrittore vuole
comunicare; per questo la traduzione
gioca un ruolo importante, perché può
anche non riuscire a trasmettere quel
dettaglio che dà senso all'intero testo.
L'analisi puntuale dei brani scelti ha
permesso a ragazzi e docenti di scoprire un'importante chiave di lettura che
ha poi gettato luce sui significati degli
episodi narrati e sul comportamento
dei personaggi principali.
I testi dei ragazzi rivelano le nuove
conquiste, anche nel metodo di lavoro.
"Ci siamo confrontati in classe sugli
aspetti che più ci hanno colpito; ci siamo messi in cerchio e abbiamo aperto
un vero e proprio dialogo. L'aspetto
del lavoro che più mi ha interessata e
motivata è stato il fatto che il dialogo
“We dedicated some lessons to work
on the book “To Kill a Mockingbird”
with both the English and the Italian
teachers. This was very interesting
because we had the possibility to understand something that before was
not clear.
In fact, reading the quotations from
the English book I understood some
passages that before I didn’t consider,
but then I realized their importance.
For example, it was involving to analyze the differences between the Italian
text and the English one, because the
English words are clearer and more
touching then the Italian words.
For example when Miss Maudy explains to Scout why it is a sin to kill
mockingbirds, the lady says “They
sing their heart out for us”; in the Italian version this expression is not translated "i merli... cinguettano soltanto".
Another good example is the title because in Italian it is “Il buio oltre la siepe” whereas in English the title is “To
Kill a Mockingbird”. I preferred the
English title because it refers to some
parts of the texts, while in Italian it’s
not clear.” (Maria)
“I liked it very much when we compared the Italian text to the English one
because there are some differences
and the meaning of some sentences
changed. A work I never did in English when we tried to understand a
character by analyzing his behavour
and his actions.” (Davide T.)
non aveva un programma prestabilito,
una traccia da seguire, ma quest'ultima è stata costruita da noi man mano
che tiravamo fuori domande, episodi della storia da riprendere, dubbi,
osservazioni. Un altro aspetto della
modalità di ripresa del libro è stato il
lavoro di compresenza con la prof.ssa
di Inglese. È stato davvero interessante capire come il traduttore ha deciso
di impostare il romanzo in italiano,
in particolare il titolo, che in inglese è
completamente diverso. Non ho trovato particolari difficoltà perché abbiamo ripetuto molte volte le osservazioni, così sono riuscita a trattenere tutto
ciò che si è detto in classe. Posso dire
che questo lavoro, come tanti altri, mi
ha dato modo di rendermi conto che
siamo trattati da grandi, e forse sto
veramente realizzando di essere già in
terza media." (Lisa)
"Possiamo capire con poche parole il
rapporto che c'è sempre stato tra Boo
e i due ragazzi. La scrittrice fa emergere pienamente i sentimenti, il dolore, il desiderio che ha sempre avuto
Boo di incontrare Scout e Jem.
Quando la protagonista si trova per
la prima volta sotto il portico di casa
Radley, scopre che l'uomo, da quel
punto, riesce a vedere tutto quel che
succede, ma soprattutto il cortile dove
loro ragazzi giocano e vivono la loro
vita. Scout ripercorre tutti i momenti
dell'anno passato, rendendosi conto
del dolore che Boo ha provato: osservava ogni giorno, ogni mese dei
ragazzi che erano diventati i suoi più
grandi amici col desiderio di stare
con loro, ma la consapevolezza che
questo sentimento non poteva essere
ricambiato.
Il suo dolore aumentava quando i due
ragazzi si divertivano e lui non poteva
divertirsi con loro; quando erano tristi gli si struggeva il cuore guardandoli senza far nulla, ma il suo momento
preferito era quello in cui loro lo cercavano, erano curiosi di conoscerlo."
(Silvia) 
19
"Les choristes" della nostra scuola
Sette note...
una sola
lingua
Attraverso una breve sintesi le insegnanti di musica
della “Bachelet” illustrano i punti – chiave del percorso triennale della loro disciplina.
::: Proff. Beltrami e Piazza
 Gli alunni all'inizio della classe prima arrivano con
esperienze musicali diverse. Il
lavoro dell’insegnante inizia
con un'impostazione che poi
proseguirà per il triennio. Si
parte con la lettura e il riconoscimento dei segni peculiari e universali del linguaggio
musicale, quindi inizia un lavoro sull'intonazione e il canto corale.
Il percorso di canti proposto
durante il primo anno è stato
scelto da un repertorio popolare, classico e moderno: melodie orecchiabili e semplici
da cantare per poter permettere un immediato gusto e un
risultato adeguato ai ragazzi.
Accanto ai canti popolari
vengono eseguiti canti sacri.
Con le classi seconde si propone un assaggio del percorso ritmico che viene eseguito
a più voci, l'ascolto di due
ballate irlandesi e due canti
in francese tratti dal film "Les
choristes". Il livello di difficol-
tà aumenta ma segue di pari
passo la bellezza dei canti.
In questo percorso esperienziale i ragazzi e i docenti possono imparare che al di là del
tempo storico, della lingua e
del luogo geografico l'uomo,
attraverso l'elaborazione di
un linguaggio non verbale,
ha sperimentato il gusto di
comunicare ciò che vive in
un modo straordinariamente
efficace e unico.
Ha così potuto valorizzare
attraverso questa espressione
artistica e culturale la preghiera, gli affetti, i desideri
e le speranze che abitano
e muovono il cuore di ogni
uomo avvicinandosi così
all'infinito universo.
Un’amicizia vera
Dear friends...
C'è un grande entusiasmo in aula quando i ragazzi delle classi prime raccontano di sé in una lettera... Semplici ma
curate righe: sono per i loro pen-friends kenioti. Le lettere parlano da sole: che meraviglia scoprire il nome dei nuovi
amici e poter dialogare con loro!!!
working as hard as I can” scrive Diana; “ I always pray for you because of
your friendship and your love that you
have for me. I work hard in order to
achieve my future goals,” scrive Brian).
Ciò ci ha permesso di riflettere sul fatto che per questi ragazzi non è scontato andare a scuola, anzi è una grande possibilità per il futuro, un grande
dono di cui essere grati. E grazie a loro
scopriamo che questo è un dono anche per noi.
::: Le docenti di lingua inglese
 Durante l'estate sono arrivate le
coloratissime lettere da alcuni alunni
della Little Prince, la scuola con cui
l'istituto Aurora-Bachelet è gemellato.
Le lettere sono state distribuite nelle quattro prime. Ogni classe è stata
poi suddivisa in gruppi e a ciascuno
di essi è stata assegnata una lettera da
leggere. E così è partita questa reale
corrispondenza che ha ancora il sapore antico del cartaceo, tempi di attesa
compresi!
Tutto ciò che fino a quel momento
era stato solo un'esercitazione sul quaderno dei compiti, improvvisamente è
diventata comunicazione reale. Questo ha messo in moto i ragazzi che si
sono totalmente implicati nel lavoro
in classe. La serietà di questo lavoro
emerge nella bellezza evidente delle
lettere scritte tanto in Kenia quanto
qui in Italia.
Infatti, la frizzante dedizione ha preso
forme diverse: disegni di grandi fiori,
bandiere africane, personaggi della
fiaba di Pinocchio (che gli amici della
Little Prince stavano leggendo a scuola), le foto di classe. La risposta dei
nostri studenti è stata altrettanto bella
e variegata: poesie studiate in classe o
cercate dai singoli ragazzi, adesivi e
decorazioni natalizie, il racconto di sé,
della propria famiglia e dei propri interessi. E le loro foto, perché la lettera
potesse avere un volto.
Siamo rimasti tutti commossi dalla
gratitudine che i ragazzi di Nairobi
hanno dimostrato nei nostri confron-
ti (“May God bless
you all”, scrivono i
ragazzi della Little
Prince) e dal fatto
che ci tenevano a
farci sapere che si
stanno impegnando
a studiare seriamente. (“At school I'm
INCONTRO CON L’ASTRONAUTA
SABATO 22 MARZO
alle ore 21.00
Teatro Agorà - via Marcelline 39
Cernusco sul Naviglio
Al termine
della conferenza ci sarà
la premiazione delle
Borse di Studio e
Premi di Laurea 2013.
Per informazioni:
[email protected] o tel.
02.92114299
INGRESSO LIBERO
EVENTO REALIZZATO DA
21
famiglie
in azione
La felicidad
No necesita mucho para ser feliz
Encuentro con
Federica, que ha
hablado de la vida
de las chicas en su
esquela en Perù.
::: Chiara Sangalli, III C
 Il giorno 19 febbraio abbiamo incontrato Federica.
Lei è nata a Brugherio, ma ha vissuto
in Perù per dieci anni. In Perù si parla
lo spagnolo ed è in questa lingua che
lei, con l'ausilio di alcune foto, ci ha
raccontato la sua vita in questo paese.
Il paese dove vive, che si trova a 3300m
d’altezza, sulla Cordigliera delle Ande,
si chiama Sapchà, e vi abitano circa
300 famiglie.
Il Perù ha due facce: il centro della capitale, Lima, è moderno, le casa hanno
tutte le comodità, l’acqua, la luce e i
ragazzi hanno opportunità di studiare
nelle scuole private e di frequentare
l’università.
In periferia invece la situazione è
tutt’altra: le case, se possono essere definite tali, hanno il pavimento di terra,
i muri di fango secco e il tetto di paglia tenuto su alla meglio, ma che dopo
un po' d’anni comincia a far passare
l’acqua e scioglie la casa. Ovviamente queste famiglie non dispongono di
luce, acqua corrente e molto spesso i
figli non riescono ad andare neppure a
scuola. Quelli che ci vanno comunque
non imparano molto, spesso sono maltrattati da insegnanti spesso violenti, a
volte alcolizzati.
Molta di questa gente si trasferisce
nelle grandi città cercando ricchezza e
opportunità, ma il più delle volte si trovano in condizioni identiche a quelle
da cui scappavano.
In questa situazione Federica, con tre
sue amiche, ha aperto una scuola femminile dove vivono 31 ragazze dai 10
ai 13 anni.
Queste ragazze vengono da famiglie
poverissime peruviane e vengono accolte nella casa di Federica, dove hanno la possibilità di vivere in condizioni
migliori di quelle che le loro famiglie
possono permettersi, di ricevere una
buona educazione, ma anche di imparare un lavoro.
In particolare in questa scuola d’arte si
insegna a lavorare il vetro o a tessere.
Finita la scuola, dato che spesso non
possono permettersi l’università, le
ragazze hanno l’opportunità di guadagnarsi da vivere autonomamente come
tessitrici o realizzando oggetti in vetro.
Queste bambine appena arrivate
hanno dovuto imparare come pulire,
cucinare, coltivare l’orto sul retro della casa, ma in ogni cosa che fanno ci
mettono molta buona volontà e molto
impegno.
Ogni giorno si fa a turno: due di loro
cucinano, altre lavano la casa, un altro
gruppo coltiva l’orticello ed altre fanno
il pane.
Il sabato e la domenica sono giorni di
svago, vanno a fare passeggiate, pescano nei torrenti a mani nude e poi fanno grigliate di pesce e giocano con il
poco che hanno. Queste bambine non
hanno molti giochi e spesso fanno cose
semplici, ma nelle foto che ci ha mostrato Federica non era un problema,
ma anzi le spingeva a inventare nuove
attività da fare insieme.
Un giorno alla settimana si va in visita
a un povero e gli si dà una mano, per
esempio si va a prendere l’acqua, oppure si cucina per lui, altre volte si aiuta
qualcuno a ricostruire o a sistemare la
casa.
La cosa che mi ha colpito di più è stato quando una signora anziana aveva
la casa sul punto di crollare. Si era rivolta alla scuola di Federica, ma non
c’erano soldi e lei con dispiacere non
ha potuto fare niente. Le sue bambine
però l’hanno convita a preparare torte e biscotti da vendere fuori da Messa
per guadagnare soldi e darli a questa
signora. Hanno lavorato tutto il giorno,
cucinando, impastando e infornando
dolci ma nelle foto che abbiamo visto la
prima cosa che si notava era la felicità
riflessa nei loro occhi e nei loro sorrisi.
Grazie a loro ho capito che la vera felicità non sta nell’avere tutto, ma sta nel
donare il poco che si ha.
22
Prime nello sport e nello studio
Ex alunne della Bachelet
campionesse nazionali di atletica
::: Nicolas
 Caterina Dell’Orto e
Alessia Lecchi sono due ex
alunne della Bachelet; il 16
Febbraio ad Ancona, insieme
ad altre due loro compagne di
squadra, hanno vinto il titolo
nazionale allieve nella staffetta 4x200; insieme a questo
hanno anche fatto il record
nazionale di questa specialità segnando un tempo di
1.43.14, prestazione davvero
eccezionale.
Per raggiungere questo importante risultato Caterina e
Alessia si sono allenate duramente con il loro allenatore
Giorgio Cortellazzo, anch’esso stupito del tempo record
ottenuto, e con la fortissima
squadra della Pro Sesto, a cui
sono iscritte da quando erano
in seconda media. Sono stati
infatti i risultati ottenuti durante gli anni delle medie che
le hanno sempre più convinte
che l’atletica era il loro sport.
La loro passione nasce infatti
durante le gare che la Bachelet organizza in primavera.
La grande capacità di queste
ragazze è quella di coniugare
risultati sportivi e scolastici
sempre ad alto livello. Infatti
entrambe non sono solo velociste agguerrite ma ottengono
anche ottimi risultati a scuola,
grazie anche agli allenatori
sempre attenti ad incitarle su
questo.
Chiedendo a loro se tutto ciò
è difficile hanno confermato
che mettere insieme sport a
livello nazionale e studio aiuta ad organizzare il tempo e
rende sempre piena la vita!
Una proposta allettante per bambini e ragazzi
ESTATE
una vacanza
sportiva
da vivere
alla grande
bellezza. Durante la settimana sarà favorito l’incontro
con artigiani del luogo.
Gli insegnanti garantiscono
 La vacanza nasce
una presenza attenta e prodall’interesse che alcuni
positiva in ogni momento
insegnanti di educazione
della giornata.
fisica hanno per lo sport e
L’albergo offre cadalla sperimentata
mere confortevoli,
certezza che anche
Anche quest’anno l’associa- un menu con ampia
in vacanza una precisa conduzione e
zione sportiva Multisport or- scelta e ampi spazi
ad ospitare
un’attenta cura dei
ganizza nel mese di luglio dei adeguati
gruppi.
particolari rendano
campi estivi riservati ai bam- Per ulteriori inforpossibile l’attuarsi di
una proposta signifibini delle scuole elementari e mazioni si rimanda
al sito dell’associacativa.
ai ragazzi delle scuole medie. zione:
Durante la settimana
www.multisportvavengono
proposte
canzesportive.it
alcune
particolari
discipline sportive quali il no la possibilità di scoprire e sul quale saranno consultabitiro con l’arco, la canoa e il apprezzare luoghi del terri- li i volantini descrittivi delle
roller-blade nonché la pos- torio che sono di suggestiva iniziative Multisport.
::: Stefano Guazzarri,
Giuseppe Campanale
sibilità di confrontarsi in
avvincenti tornei di calcio,
badminton, basket, pallavolo, ping-pong e molto altro.
Il tema conduttore tiene unite le proposte sportive, l’animazione serale e le gite offro-
Località e date della vacanza 2014
4 - 10 Luglio DRUOGNO(VB)
riservato ai bambini di III, IV e V elementare
13 - 18 Luglio CASTIONE DELLA PRESOLANA
riservato ai ragazzi di scuola media
23
SABATO 10 MAGGIO 2014 IN PIAZZA S. PIETRO A ROMA
Tutti a Roma...
per educarci ad educare
“Cari ragazzi, se adesso vi facessi la domanda:
perché andate a scuola, che cosa mi rispondereste? Probabilmente ci sarebbero molte risposte secondo la sensibilità di ciascuno. Ma penso
che si potrebbe riassumere il tutto dicendo che
la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si
cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare,
di percorrere la strada della vita. Come vi aiuta
a crescere la scuola? Vi aiuta non solo nello sviluppare la vostra intelligenza, ma per una formazione integrale di tutte le componenti della vostra
personalità”.
Papa Francesco, novembre 2013
::: Francesca Cozza
 Da sempre la Chiesa si
è mostrata particolarmente
attenta alla questione educativa e al mondo della scuola
che ne costituisce uno dei
luoghi privilegiati. Sua preoccupazione è sempre stata
che attraverso l’educazione
l’umano fosse coltivato in tutti
i suoi fattori perché ogni ragazzo crescesse libero, capace
di giudizio critico, pronto a
dare il suo contributo ad una
società giusta e aperta. Oggi,
con la crisi economica che
colpisce anche i beni di prima necessità e con un diffuso
disorientamento a crescere le
nuove generazioni, difendere
la scuola e metterla nelle condizioni di svolgere pienamente il suo compito è ancora più
urgente. Prendersene cura è,
dunque, un compito condiviso da chi opera nella scuola
stessa, dalla famiglia e dalla
comunità cristiana. Educare
è un atto di speranza. Con
questa certezza e questa consapevolezza invitiamo tutti
coloro che sono coinvolti nella
grande avventura della scuola
e dell’educazione all’incontro
con Papa Francesco. Non c’è
testimone migliore per rendere evidente che la Chiesa
intende promuovere la scuola
per il bene di tutti. Il Santo
Padre ha invitato tutto il mondo della scuola statale e paritaria, genitori, alunni, insegnanti, dirigenti, gestori, per
la Giornata Nazionale della
Scuola in Piazza San Pietro,
sabato 10 maggio dalle ore
15 alle ore 17. Appuntamento
immancabile che vorrà sensibilizzare l’opinione pubblica
sul tema della scuola per farne apprezzare il valore, l’importanza per il futuro di ogni
persona e dell’intera società
e soprattutto per sollecitare
la promozione di una cultura
chiara sulla scuola pubblica
paritaria. La giornata sarà
dunque l’occasione per incontrare il Santo Padre dalle
cui parole siamo certi trarremo stimolo e incoraggiamento per l’impegno educativo
che ogni giorno coinvolge
insegnanti e genitori. Questo
gesto può essere occasione di
condivisone e amicizia tra le
famiglie della scuola, anche
per testimoniare la bellezza
della nostra esperienza scolastica. Noi vogliamo essere
presenti per testimoniare la
presenza e la vivacità della Scuola cattolica e la sua
importanza all’interno della
Scuola pubblica italiana.
LETTERE
IN
REDAZIONE
Maschio e femmina li creò
Caro Aquilone,
desidero raccontarti di una cosa che sta accadendo.
Ho partecipato il 18 febbraio 2014 a un incontro organizzato dal centro culturale Newman di Cernusco sul Naviglio,
sulla teoria del Gender a cui erano presenti, come relatori,
la dottoressa Chiara Atzori medico bioeticista e l’avvocato
Gianfranco Amato, presidente dell’associazione Giuristi per
la Vita.
I due relatori hanno esposto in modo chiaro ed illuminante
come, attraverso una campagna mediatica imponente e a
livello legislativo – con l’apparente scopo di eliminare discriminazioni - sia in atto l’introduzione anche nel nostro
paese della teoria del gender .
La teoria del gender è un pensiero filosofico secondo il quale la nostra identità psicologica maschile o femminile non
è legata al sesso con cui nasciamo biologicamente, bensì è
indotta dall’educazione e dalla cultura in cui ci troviamo
a vivere: perciò ognuno di noi dovrebbe essere lasciato libero
di scegliere continuamente se vivere ed agire come uomo o
donna, o tutte e due insieme, anche se tutto il suo organismo
– a partire dal DNA, il sistema ormonale, le caratteristiche
delle funzioni cerebrali ecc. e gli organi genitali è fin dal
concepimento ben distinto in maschile o femminile. Si tratta
della negazione di un dato di realtà, quello fisico in favore
di un pensiero “onnipotente”, che opera una scissione del
corpo – fino a negarlo – dal pensiero. Così, genere (identità
soggettiva) e sesso (identità oggettiva) non sono più coincidenti. Il genere, così, descrive un mero comportamento definito dalla sigla LGBT (GAY, LESBICA, BISESSUALE
E TRANSESSUALE/TRANSGENDER).
Il pensiero dell’uomo, per quanto lo si voglia onnipotente,
tuttavia si scontrerà sempre con l’oggettività della realtà, con
quello che l’esperienza gli comunica. Dunque, per sostenere questo pensiero onnipotente sarà necessario esercitare un
intervento artificioso e violento che alteri ciò, che per natura,
l’uomo è. La natura (l’esperienza) ci insegna che la vita di
ogni essere umano è necessariamente originata da due gameti
differenti ben definiti nella loro differenza – maschile e femminile - e questo è un dato immodificabile anche nel caso di
una procreazione artificiale come la fecondazione assistita o
l’utero in affitto. Nessun uomo può essere generato e ricevere
la vita, senza l’apporto sia di un uomo che di una donna.
Tale differenza – uomo/ donna - è iscritta nel DNA di ogni
essere vivente e rimane un dato imprescindibile; la confusione
di genere tra dato biologico e dato psicologico non è fisiolo-
gica, ma patologica.
L’avvocato Amato ha invece spiegato come questa teoria,
che culturalmente si è già diffusa nel nostro paese attraverso
l’opera dei mass media, in attesa di essere legittimata attraverso l’approvazione – al Senato – del DDL “Scalfarotto”
detto anche legge antiomofobia, è divulgata per via burocratica dall’UNAR un ente sovra ministeriale che fa capo al
ministero delle pari opportunità.
Opuscoli finanziati con soldi pubblici, sono stati redatti
dall’istituto Beck che fa capo a organizzazioni LGBT e
poi distribuiti in molte scuole statali. Con il pretesto di
contrastare il fenomeno del bullismo, gli opuscoli in realtà
contenevano esplicitazioni della teoria gender e riferimenti
diretti e quesiti sulla conoscenza del fenomeno omosessuale
maschile e femminile, arrivando ad affermare che la famiglia tradizionale uomo donna è uno stereotipo da superare
e individuando quali fonti del pensiero discriminatorio gli
insegnamenti religiosi.
L’introduzione di una così massiccia campagna di indottrinamento nelle scuole (a partire da quelle materne) per
iniziativa di un organo amministrativo, cioè per via burocratica, in assenza di una norma – cioè in aperta violazione
delle regole elementari della democrazia – e senza che siano
state consultate, come previsto dalla legge, le rappresentanze
dei genitori e degli insegnanti, è un fatto di gravità inaudita.
Come ha sottolineato l’avvocato Amato, a livello educativo
ciò rappresenta il tentativo di espropriare i genitori di un
loro primario e imprescindibile diritto/dovere, quello della
responsabilità educativa. Ma non solo, l’approvazione del
DDL Scalfarotto, costituirà il necessario supporto legislativo
a quanto già si sta approntando a livello amministrativo,
attraverso le direttive impartite dall’UNAR agli operatori
della scuola, dell’informazione giornalistica, delle politiche
del lavoro e delle carceri. Con il pretesto di arginare e contrastare un presunto fenomeno di discriminazione – smentito
dai dati delle statistiche –si sta verificando in realtà la
violazione non solo dei diritti costituzionali individuali e
delle famiglie, ma anche della dignità stessa della persona,
così come universalmente riconosciuta e riaffermata a partire
dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo:
Art. 26... 3: I genitori hanno diritto di priorità nella
scelta di istruzione da impartire ai loro figli….
Art. 18: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà
di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare,
isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la
propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle
pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Art. 19: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e
diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza
riguardo a frontiere.
Lorenzo Moscon
OPEN DA
201
Supplemento a "Libertà di educazione"
Autorizzazione Trib. di Milano n. 153 del 15/4/1997
Direttore responsabile: F. Tagliabue
Impaginazione e grafica: Cobri Sas
Stampa: Jona Srl - Paderno D. (Mi)
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