Latteria Sociale di Raveo
(1883-2013)
a cura di Giacomo Bonanni e Gianfranco Pittino
Comune di Raveo
2013
Le fotografie riprodotte sono di: Archivio Latteria sociale di Raveo, Archivio
Renato Simonetti, Archivio Gilberto Simonetti, Astrid Doretto, Giacomo Bonanni,
Gianfranco Pittino. Altre provengono da raccolte private e sono state gentilmente messe
a disposizione dai singoli proprietari. La riproduzione delle fotografie, anche parziale,
deve essere preventivamente autorizzata dall’Amministrazione comunale.
Si ringraziano per la collaborazione:
Elio Ariis, Valerio Lorenzini e famiglia, Parrocchia di San Floriano di Raveo,
Osvaldo Puicher, Valerio Puicher, Nives Valmassoni, Luisa Vriz, Mauro Vriz, Astrid
Doretto, Roberto Candotti, Albergo diffuso il Grop di Ovaro.
Presentazione
Nella Raveo di fine Ottocento, l’allevamento bovino rappresentava l’elemento
fondamentale per la sopravvivenza delle famiglie, essendo l’anello più importante della
catena alimentare. Esso forniva il latte che tout court e sotto forma di prodotti derivati,
costituiva il principale nutrimento. Non secondario era poi il suo contributo in termini
di carne e di siero vaccino, utilizzato principalmente per l’alimentazione del maiale,
vera e propria miniera di cibo per la famiglia.
Il salto di qualità avviene con l’istituzione, nel 1883, della latteria sociale, che diventa, nei suoi quasi cento anni di attività, il centro economico e sociale del paese. La
latteria sociale di Raveo, una delle prime società mutualistiche in Carnia, rappresenta
per la nostra comunità il motore della cooperazione: non solo un ente economico in
grado di contribuire a risollevare le misere condizioni delle famiglie, ma anche una
realtà morale e sociale, che funge da scuola, da centro di formazione e di aggregazione.
Con questa pubblicazione e grazie alla preziosa collaborazione dei curatori, Giacomo Bonanni e Gianfranco Pittino, abbiamo voluto recuperare questo patrimonio e
questa dimensione di vita della nostra comunità, non solo per farla rivivere ma anche
per trasmetterla alle nuove generazioni, nella speranza che lo spirito mutualistico che
ha animato i padri fondatori possa diventare un esempio di saggia lungimiranza da riscoprire e valorizzare.
ll Sindaco del Comune di Raveo
dott. Daniele Ariis
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ll prof. Luciano Bonanni, invitato ad esprimere un parere sul libro Raveo-dalla
leggenda alla ricostruzione, nel lontano 6 settembre 1987 riguardo ai benemeriti volenterosi che hanno contribuito alla stesura dei testi, alla raccolta dell’iconografia,
all’impaginazione e quindi all’ordinamento della materia…li avrebbe chiamati i
CUSTODI DELLA MEMORIA.
Alla stessa maniera, invitati dall’Amministrazione comunale, anche su sollecitazione dell’assessore Mauro Vriz, a raccontare le vicende della latteria sociale di Raveo
attraverso 130 anni di storia, anche noi potremmo essere considerati tali.
Per noi sicuramente è stato un impegno non indifferente dal momento che la documentazione storica era scarsissima e l’unico mezzo per conoscere la vita della latteria
era quello di consultare alcuni faldoni contenenti verbali, manoscritti e poche fotografie.
Ma, al di là di ogni attesa, le notizie ricavate sono state determinanti per conoscere
gli aspetti più significativi di una società molto solida con più pregi che difetti.
Poi, attraverso alcune testimonianze che ci sono state fornite gentilmente da alcune
persone che hanno vissuto intensamente il percorso storico della latteria, alle quali è
rivolto un grazie sincero per la disponibilità, il passo è stato più agevole per portare a
compimento un opuscolo che ricordi un passato molto intenso tale da far comprendere
alle attuali e future generazioni il significato dell’impegno dei nostri avi in una vita
fatta di sacrifici e lavoro sino, con la cessione a titolo gratuito del fabbricato al Comune,
all’ ultima nobile destinazione del fabbricato a favore della popolazione.
Un ringraziamento particolare vada anche al fotografo Renato Simonetti di Villa
Santina per la disponibilità e collaborazione nel fornirci prezioso materiale fotografico.
Per noi, custodi della memoria, è stata un’esperienza irripetibile perché ci ha fatto
conoscere aspetti inconsueti della Latteria con uomini e donne che hanno portato avanti
un’attività con grande spirito di solidarietà e soprattutto con la concordia.
I curatori dell’opuscolo
Giacomo Bonanni
Gianfranco Pittino
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Nascita delle latterie
Negli ultimi decenni dell’Ottocento in tutta l’area alpina e prealpina del Friuli si
svilupparono velocemente le prime forme di associazione per la lavorazione del latte.
In Carnia la prima latteria sociale vera e propria (‘Società cooperativa per la lavorazione
del latte’) fu fondata il 19 settembre 1880 a Collina di Forni Avoltri, piccolo paese ai piedi
del Coglians, per l’interessamento e l’azione del maestro elementare Eugenio de Caneva.
Da quella prima latteria il fenomeno della lavorazione del latte si estese nella nostra
Regione dove trovò terreno fertile. In Carnia sorsero nel giro di pochi anni diverse
latterie tra le quali quella di Raveo nel 1883 che si colloca tra le più vecchie. L’attività
casearia trovò quindi la sua forza nella cooperazione e si sviluppò quasi in tutti i paesi.
Premessa all’attività casearia di Raveo
Come riferisce nella sua tesi di laurea in Storia economica “La Cassa Rurale di Tolmezzo tra economia e società (1906-1945)” il dott. Daniele Ariis, attuale sindaco di
Raveo, nel XVIII e XIX secolo Raveo ha la fisionomia tipica della comunità di villaggio,
struttura basilare della società contadina in Carnia, presentandosi come un agglomerato
d’abitazioni e edifici rurali - stalle fienili, legnaie – assiepati gli uni sugli altri, circondato da “bearzi”, orti e terreni posti a coltura. Il fondamento della sua economia è rappresentato dall’agricoltura, dall’allevamento e dallo sfruttamento dei boschi …
Raccolta fieno in Quàs (Foto Gilberto Simonetti)
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L’ampia superficie ricoperta da prati e pascoli, consente l’allevamento di un buon
numero di capi, la cui importanza nell’ambito dell’economia locale è documentata
dal loro raddoppio in ottant’anni.
In effetti dalla tabella qui sotto riportata, che lo stesso Ariis include nella sua tesi,
è possibile stabilire che l’allevamento del bestiame era una pratica consolidata nel
tempo e contribuiva in parte al sostegno dell’economia locale.
Tabella 3 – Consistenza del patrimonio zootecnico nel comune di Raveo al 13 febbraio 1881. Fonte: Censimento del bestiame asino, bovino, ovino, caprino e suino esistente nei comuni della Provincia di Udine
alla mezzanotte del 13 e 14 febbraio. Relazione della Giunta Provinciale di statistica al Ministero di agricoltura, industria e commercio, Roma 1882, p.49.
Tabella consistenza patrimonio zootecnico al 13 febbraio 1881
Piazza del Municipio un tempo
Il concorso fra le Latterie Sociali del Canale di Gorto, svoltosi ad Ovaro il 14 aprile
1907, vide la partecipazione di 18 latterie che furono premiate con medaglie d’oro,
d’argento e di bronzo e con diplomi d’incoraggiamento di £ 20 e 25.
Distese di prati in Valdie
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Al pascolo in Valdie
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Osvaldo Puicher, presidente della Latteria di Raveo, il 21 luglio 1980 nel richiedere
alcuni contributi a vari enti, per riparare l’edificio danneggiato dagli eventi sismici
del 1976, ne traccia sinteticamente la storia, fino alla sua chiusura obbligata, che di
seguito viene riportata testualmente:
Nel lontano 1883 parte della popolazione di Raveo si costituì in Società Semplice
per la costruzione di un locale per la lavorazione del latte con la denominazione di
“Latteria Sociale di Raveo”.
Da allora questo piccolo centro di lavorazione, tra alternanze di periodi di difficoltà e periodi di prospera attività, proseguì fino ai nostri giorni l’opera per la quale
era stata costituita.
Nel 1952, essendo il vecchio locale divenuto inadeguato alle nuove tecniche di
lavorazione del prodotto caseario, i soci, con un notevole sforzo finanziario, progettarono e costruirono un nuovo fabbricato che nel 1954 venne inaugurato.
In questo nuovo complesso l’attività casearia proseguì fino al 1976, precisamente
fino al 15 settembre, data in cui una forte scossa tellurica rese il fabbricato inagibile.
Da allora il latte prodotto nel paese viene convogliato nella grossa latteria di
Enemonzo.
Nella vecchia Latteria
La storia della Latteria di Raveo è fatta di lavoro intenso, di grande associazionismo, di uomini fermi nel loro proposito ma anche protagonisti di lunghe e vivaci discussioni anche per le decisioni poco importanti e tutto per il bene comune che era
più che sacrosanto.
L’onore prima di tutto e l’onestà ed anche qualche spiacevole episodio, che fa
parte comunque della natura umana, hanno attraversato per tanti decenni generazioni
intere creando i presupposti per una irreprensibile conduzione di una latteria che costituiva non solo l’orgoglio del paese ma anche un esempio per la Carnia intera.
L’edificio (ora sede municipale) che ospitava, negli
scantinati, la prima latteria
Panorama di Raveo
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Sono lontani i tempi in cui si svolgevano le riunioni dell’Assemblea e del Consiglio d’Amministrazione della Latteria e, con grande partecipazione dei soci, si discutevano i problemi che di giorno in giorno si presentavano. Problemi che assumevano
importanza ed impegno anche se si trattava di aumentare il tasso di lavorazione del
latte o di concedere il munto al parroco ed al cappellano di Raveo.
Nei confronti degli iscritti infedeli l’Assemblea ed il Consiglio prendevano delle
decisioni nette e con marcata severità come quando nella seduta assembleare del
15.12.1913 visto come… l’ex presidente della Latteria Sociale nell’esercizio 19111912 ingiustamente ebbe la temerarietà di levare dalla Latteria Sociale tutti i registri
dell’esercizio 1911-12 nonché il libretto postale della Latteria unito alle £ 10, alla medaglia menzione che alla Latteria Sociale di Raveo furono concessi nella mostra dei
prodotti di Caseificio tenutasi ad Ampezzo nel 1911 più lo Statuto Regolamento di
questa Latteria, delibera che il suaccennato Presidente della Latteria Sociale venga
espulso come socio della Società stessa e ciò fino a quando egli abbia consegnato nel
locale della Latteria al Consiglio d’Amministrazione del cessato esercizio 1912-13 il
conto consuntivo dell’esercizio 1911-12.
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Successivamente, nella seduta del Consiglio d’Amministrazione del 27 febbraio
1926, presieduta dal presidente Giovanni Busolini, alla presenza del vice-presidente
Silvio Vriz e dei consiglieri Emilio, Vito, Floreano ed Agostino Bonanni, Silvio Pecol,
Pietro Cimenti, Luigi e Felice Ariis, Giacomo Zanier ed il segretario Luigi Vriz, l’ex
presidente verrà ammesso quale lattaro, su proposta del consiglio, perché con questi
pacifici e generosi sentimenti, checché si dica per le vie, per le piazze e per le osterie
di Raveo il Consiglio d’Amministrazione, che non è mai stato sorgente di odio alcuno,
neppure sotto le imposizioni e le minacce recenti, presenti la detta proposta all’approvazione dell’Assemblea con l’augurio che la Latteria sociale di Raveo, che s’avvicina al suo 50° anno di vita con l’amore e la concordia di tutti i suoi soci possa
conquistare il suo meritato posto.
Verrà così riammesso il socio che era stato espulso!
Interno libretto: latte portato e prodotto spettante
Frontespizio libretto dei Soci
Scorci caratteristici di Raveo
Nel mese di maggio 1925 si era verificato un caso di adulterazione del latte per
cui l’Assemblea deliberava di modificare l’art. 16 dello Statuto come segue: chi portasse latte impuro, scremato, “inacquato” verrà punito con £ 700 (settecento) di multa
più le spese d’analisi e verrà senz’altro espulso dalla Società senza alcun diritto d’appello. Sempre nello stesso anno, in novembre, essendosi verificato un nuovo caso si
procedette alla modifica dell’art. 16 fissando in £ 2.000 l’importo della multa.
Con grande senso di umanità e solidarietà, come consuetudine della Latteria, veniva assegnato 1 litro giornaliero di latte alla Suore a titolo gratuito.
Gli argomenti all’ordine del giorno riguardavano più o meno i vari problemi che
di volta in volta si presentavano per deliberare con l’approvazione soluzioni valide per
la continuità e regolarità dell’attività casearia.
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La nomina del casaro e del segretario era
soggetta ad approvazione dei soci come nel
1927, essendo Silvio Vriz presidente, veniva
nominato casaro Emilio Bonanni di Antonio
e segretario confermato Luigi Vriz.
Con deliberazione del 17 luglio 1927 si
deliberava inoltre quanto segue:
Per i soci che devono dare o avere in
burro il prezzo al Kg da conteggiare è fissato
in £ 12 pel I burro e in £ 10 pel II.
L’aliquota quale spesa di lavorazione è
fissata in £ 2,20 % e per le spese motore in
0,60.
Nella seduta del 28.12.1928 viene stabilito, tra l’altro, di ordinare al signor Zilli n.
10 bacinelle di rame perché insufficienti le
presenti.
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Sempre nel 1928, il 28 dicembre, alla presenza del presidente Giovanni Busolini
e del Segretario Domenico Bonanni viene deliberato che per la pesatura del latte
venga incaricato il giovane Giovanni Vriz.
Girandola di casari nel 1929: dapprima il signor Luigi Lorenzini, con la paga giornaliera di £ 10, poi Pietro Beorchia di Trava (per l’esercizio 1929/1930), ed infine definitivamente ancora Luigi Lorenzini.
Nella seduta del 26 novembre 1932, presieduta da Pio De Marchi viene stabilito
di dare gratuitamente un litro di latte giornaliero alle Suore dell’Asilo e ½ litro ad Erminia Bonanni.
Vengono nominati i signori Pietro Cimenti e Giovanni Ariis, unitamente al casaro,
verificatori del latte.
Il 7 giugno 1931 il Consiglio d’Amministrazione deliberava quanto segue:
-la spesa di lavorazione è fissata, come l’anno precedente in £ 3,50 al quintale;
-il salario del casaro viene fissato in £ 10,50 giornaliere più una gratificazione
da stabilirsi alla chiusura del II esercizio se il prodotto sarà soddisfacente;
-lo stipendio del Segretario viene fissato in £ 3 giornaliere fino alla chiusura del
II esercizio;
-viene poi deliberato di acquistare n. 2 secchi di rame pel trasporto del latte e di
sostituire quello di latta per la pesatura del latte perché screziato;
-il prezzo della cenere è stabilito in £ 0,80 al (pesenale).
Il 18 ottobre vengono trattati i seguenti argomenti:
-approvazione dei conti 1930-31
-compenso al casaro.
La Latteria giornalmente distribuiva del latte alle suore dell’Asilo di Raveo
Il 29 ottobre del 1933-XI Luigi Vriz fu Luigi, segretario da oltre vent’anni della
Latteria Sociale di Raveo, presenta le dimissioni da segretario profondamente amareggiato, dovute, secondo quanto asserisce, alla mancanza di carattere e di sincerità
che… ha constatato specialmente in questi ultimi due anni nella maggioranza dei
Soci… Alla distanza di un anno (forse perché è stato cambiato il presidente) quanti
consiglieri hanno alzato la voce in difesa del Segretario? Pochi davvero! Quanti Soci?
Pochissimi!
… Checchè si dica, il sottoscritto, ha una sola ambizione: il completo riconoscimento della propria coscienza per il dovere compiuto in oltre 20 anni di servizio alle
dipendenze della Latteria Sociale di Raveo.
Dal popolo ingrato di Raveo che facilmente si è dimenticato delle lotte che il sottoscritto ha dovuto sostenere per la giustizia e nell’interesse della Società non è possibile attendersi maggiori e migliori soddisfazioni morali.
Conto consuntivo 1930- 1931
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Nel 1934 si presentano alcuni problemi per quanto riguarda la scrematrice che
mettono a dura prova i consiglieri. Si tratta di decidere se far venire o no un meccanico
da Udine per la sua riparazione. Si decide per l’intervento della Casearia di Udine
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ma visto il parere del meccanico mandato da Udine il quale dice come la macchina
abbia bisogno di moltissime riparazioni e che dette riparazioni non si possono fare
se non si porta la scrematrice a Udine…, il consiglio, presieduto da Pio De Marchi
delibera di stare a quanto dice il meccanico e accetta un’altra scrematrice che la Casearia lascia alla latteria per non interrompere la scrematura del siero durante la riparazione dell’altra.
Ancora problemi per la scrematrice nel 1935 che riguardano la sostituzione del
pezzo di ricambio: si invita il casaro a recarsi a Pesariis per vedere se possono aggiustarla con risultato negativo. Infine stante l’urgenza si delibera il 25 gennaio 1935 di
consegnare l’albero a Bonanni Domenico di Paulett e tentare un’ultima prova portandolo alla rettifica a Tolmezzo.
La scrematrice viene riparata e pare funzionare ma poco dopo si guasta nuovamente e si interpella l’ing. Facchini di Udine per un sopralluogo al fine di verificare i
difetti della macchina.
Ritenuto impercorribile l’intervento del professionista di Udine si decide di rivolgersi direttamente alla ditta Antonio De Mori di Milano per chiedere se abbia in magazzino i pezzi di ricambio necessari (albero verticale e ingranaggio elicoidale). Anche
la zangola presenta preoccupanti segni di usura per cui si pensa di far venire sul posto
un esperto di Villa Santina che possa consigliare qualche intervento. Invece il Consiglio
d’Amministrazione… decide di mandare a prendere la zangola a Udine, nuova.
Vengono proposti per andare ad acquistarla Bonanni Emilio e il segretario Vriz
Riccardo. I due suddetti vengono ammoniti di fare tutto il possibile per acquistarla a
buon prezzo e di interessarsi presso parecchie ditte e di farsi dare un anello di gomma
di ricambio.
…Siccome i pezzi della scrematrice non sono ancora giunti si delibera di sollecitare l’invio.
…Essendo oggi giunti parte dei pezzi di ricambio della scrematrice ed avendo il
Consiglio constatato che vanno bene si delibera di attendere anche gli altri tanto più
che ci scrissero che sono in dogana e attendono giorno per giorno lo svincolo.
Nel corso dell’Assemblea dei Soci del 1° gennaio 1935, presieduta da Massimo
Mazzolini con l’assistenza del Segretario Riccardo Vriz, viene comunicato ai soci l’offerta di 130 piante di abete per costruire la latteria e l’assemblea accoglie l’offerta
con entusiasmo. Da’ quindi facoltà al Consiglio di provvedere al taglio e trasporto di
dette piante nonché alla vendita.
Animata la seduta del 23 aprile 1939 per il munto del cappellano.
Il rappresentante del Segretario Politico prende per primo la parola e si lamenta
come forse due o tre soci perché non intendono fare il munto del Cappellano vadano
spargendo fra gli altri il malumore.
Richiama ai medesimi l’obbligo della franchezza fascista per dire in faccia e non
per i crocicchi il loro pensiero.
Dopo aver illustrato l’opera del cappellano nel paese e le strettezze finanziarie in
cui versa propone per alzata di mano di approvare il munto nel modo seguente: quei
soci che non vogliono fare il munto non hanno che avvertire il casaro il quale pesa il
latte per conto del socio.
Il nuovo Statuto-Regolamento
della Latteria
Le donne di Raveo prestavano la loro opera vicendevolmente con un grande spirito
di solidarietà nei boschi, in latteria e nei lavori di campagna.
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Il 15 aprile del 1940, Riccardo Vriz, segretario di Latteria, faceva richiesta di deposito presso lo Studio notarile del dottor Attilio Venier Romano, iscritto presso il Collegio notarile di Udine, dello Statuto Regolamento della Latteria Sociale di Raveo,
composto di n. 67 articoli e sottoscritto dai soci. L’art. 1 riporta: E’ costituita in Raveo
fino dall’anno 1883 una Società per la lavorazione in comune del latte, che porta il
nome di Latteria Sociale di Raveo.
L’ art. 2 prevede che la Latteria si aprirà il 1° dicembre, la confezione del latte
cesserà col 15 giugno successivo.
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Lo Statuto pone in
evidenza alcuni aspetti
che denotano la serietà
e l’impegno che devono essere posti per il
buon andamento del
caseificio.
All’art. 25 si legge:
ogni socio dovrà portare il proprio latte in
Latteria senza verun
chiasso, né potrà soffermarsi oltre il tempo
necessario né fare osservazioni al personale
di servizio e molto
meno rimproverare il
Casaro o qualsiasi
altro. Se ha qualche osservazione da fare o richiamo, si rivolga alla
rappresentanza incaricata a ciò.
All’art. 26: ogni
Socio avrà l’obbligo di
portare alla Latteria nel
giorno fissato, pel servizio di turno, quella sufficiente quantità di
legna bel asciutta e sarà
La prima pagina dell’atto notarile del 1940
inoltre obbligato a prestare regolare servizio.
Più severe le disposizioni all’art. 27: la persona di servizio bisogna sia adatta altrimenti l’Amministrazione potrà respingerla. Essa deve trovarsi al Caseificio all’ora
fissata, deve curare la massima pulizia tanto ai pavimenti, quanto agli utensili e non
potrà allontanarsi se non dopo aver disimpegnato con zelo le proprie mansioni.
Nell’Assemblea del 10 ottobre 1948 il presidente (Antonio Ariis) … per costringere tutti i Soci ad intervenire alle assemblee propone agli intervenuti che l’art. 58
venga modificato come segue: ogni socio che, per non giustificati motivi si astenesse
di intervenire all’Assemblea, verrà multato ogni volta con £ 200 (duecento).
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Nuovo caseificio
Il 1951 si apre con una importante novità che è l’approvazione del progetto per
la costruzione di un fabbricato ad uso caseificio ed acquisto macchinario occorrente
e relativa domanda di contributo da parte dello Stato.
Il presidente (Antonio Ariis), nell’Assemblea straordinaria dei soci indetta per l’otto
agosto 1951, spiega agli intervenuti le condizioni infelici del fabbricato in affitto in
cui oggi si lavora e si conservano i prodotti del latte, unica ricchezza del paese, e l’urgenza di provvedere alla costruzione di un moderno e ben attrezzato caseificio per una
razionale e migliore lavorazione di un prodotto che è la base dell’economia Carnica.
Fa presente le disposizioni legislative che lo Stato, conscio della necessità di aiutare
tutte le iniziative che hanno per fine un miglior ordinamento delle aziende agricole, ha
emanato ed i contributi che si possono ottenere per dette opere. Dopo ampia discussione,
alla quale prendono parte numerosi soci, l’Assemblea, considerato che è urgente e necessario provvedere alla costruzione di un fabbricato ad uso caseificio che abbia tutte
le comodità ed esigenze all’uopo indispensabili e sia dotato di moderno macchinario,
che tale fabbricato deve essere costruito tenendo presente una lavorazione massima
giornaliera di Hl 12 di latte, delibera di approvare il progetto in data 1,7,1951 compilato
dal geom. Santellani Giovanni di Villa Santina comportante una spesa complessiva di £
8.710.000 (ottomilionisettecentodiecimila), di dotare detto fabbricato delle macchine
necessarie acquistandole dal Consorzio Agrario Provinciale di Udine con una spesa di
£ 1.052.400; di delegare il Presidente a fare tutte le pratiche necessarie per ottenere per
detti lavori ed acquisti il contributo dello Stato a’ sensi della Legge 13.2.1933 n. 215.
Il 15.11.1952 nella rubrica La Parola del Parroco del Bollettino parrocchiale
“L’Angelo” si dice: Latteria Nuova. Durante le vacanze de l’Angelo (il n. 1 era uscito
il 29.8.1952 ndr) è sorta la cantina e si sono gettate le fondamenta della NUOVA LATTERIA: congratulazioni ed auguri.
Bollettino parrocchiale n. 12/1952
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Il 29.12.1953 sempre nella Rubrica – La parola del Parroco del bollettino L’Angelo
si dice:
Il 3 gennaio 1954 si festeggia l’inaugurazione dei nuovi acquedotto e Latteria.
Ne sia ringraziato il Signore! Alle rispettive Amministrazioni che hanno saputo realizzare queste due grandi opere, di cui c’era veramente bisogno, ed al paese intero, le
mie più vive congratulazioni.
Bollettino parrocchiale n. 23/1953
Posa prima pietra: benedizione del parroco don Enrico Mareschi
Cin cin beneaugurante per la nuova Latteria!
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L’anello, formato dalle condutture d’acqua che circonda il paese, sia simbolo e
stimolo di quell’amore cristiano e di quella concordia sociale che ci stringa tutti in un
cuor solo ed in un’anima sola; il nuovo edificio della Latteria, colla sua armonia architettonica, sia anch’esso un continuo richiamo ad una rinnovata vita cristiana, senza
la quale non ci possono essere né concordia né amore.
A dimostrazione della concordia tra le amministrazioni della parrocchia e della
latteria nel 1957 il parroco così scriverà sul bollettino L’Angelo (ANNO VI° n. 14
del 15 agosto): alla voce -ASILODomanda: Perché l’attuale intensa campagna del Parroco in favore dell’Asilo?
Risposta: Nel 1952 l’Amministrazione della Latteria di Raveo per non creare imbarazzo e concorrenza, ha aspettato che fosse ultimato il primo lotto dei lavori dell’Asilo, prima di dare inizio alla costruzione del nuovo caseificio.
Dall’inizio del 1953 ad oggi il Parroco, per compensare la gentilezza ricevuta, ritirò
l’intensità della propaganda per l’Asilo in attesa di tempi migliori. Disgraziatamente oggi
l’Amministrazione dell’Asilo stesso non può attendere più oltre, senza pericolo di perdite.
La Latteria si rende protagonista in diverse occasioni di iniziative umanitarie con la
fornitura del seguente quantitativo di latte giornalmente alle seguenti persone: l 1 di latte
alle Rev.de Suore dell’Asilo; l. 0,5 al Rev.do Parroco; l. 0,250 alla sig. Antonipieri Maria;
l. 0,250 alla sig. Bonanni Teresa; l. 0,250 alla sig. Pecol Maddalena (giusta deliberazione
del Consiglio d’Amministrazione n. 2 del 11.02.1951); con l’offerta “pro alluvionati”: di
mettere a disposizione del Comitato Comunale “pro alluvionati” n. 3 forme di formaggio
residuato del 1° esercizio Gennaio-Giugno 1951 (giusta delibera n. 6 del 2 dicembre 1951.
Riguardo il munto l’arcivescovo, il 1° febbraio 1957, in occasione della visita pastorale, vista la situazione deficitaria della chiesa parrocchiale stabilirà ed approverà
che il guadagno della vendita dei prodotti del metà munto S. Floriano passi alla chiesa
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parrocchiale con l’onere per quest’ultima di una ufficiatura funebre annua per le
Anime del Purgatorio (“L’Angelo”- Anno Vi n. 8 del 29.04.1957).
Nella seduta del 4 gennaio 1953, presieduta da Antonio Ariis con l’assistenza del
rinominato segretario Luigi Vriz si delibera di chiedere ai soci un contributo singolo
di £ 10.000 (sia in legname-manod’opera gratuita o contanti per la continuazione dei
lavori a marzo. Per i Soci-soli in famiglia- il Consiglio esaminerà caso per caso per
l’esenzione del contributo. In tal caso il Socio rinuncerà a ogni diritto presente e futuro
sui beni mobili ed immobili della Società; di ricorrere a un prestito privato di tre milioni – al tasso del 6%- per poter portare a termine i lavori del fabbricato.
Inaugurazione
In data 18 dicembre 1953, alle ore 18 il Consiglio d’Amministrazione della Latteria, presideduta da Antonio Ariis, con l’assistenza del segretario verbalizzante Luigi
Vriz, alla presenza dei consiglieri Giovanni Ariis, Attilio Bonanni, Giovanni Busolini,
Giuseppe Bonanni, Daniele Mazzolini, Lino Iaconissi, Giovanni e Silvio Vriz, Osvaldo
Puicher di Emidio, Luigi ed Antonio Puicher così deliberava:
I - L’inaugurazione del nuovo locale sociale è fissata per domenica 3 gennaio 1954,
nello stesso giorno in cui è fatta l’inaugurazione del nuovo acquedotto. Ciò di comune
accordo con l’Amm.ne Comunale per evitare spese maggiori. La Latteria mette a disposizione la somma di £ 10.000 (diecimila) da versare al Comune quale quota per il pranzo.
II - Ad unanimità viene approvata la seguente dedica – in considerazione della
fattiva opera prestata dal Presidente Sig. Ariis Antonio per la realizzazione del nuovo
locale che verrà murata sopra la porta d’accesso la sala di lavorazione:
L’epigrafe in marmo a ricordo della costruzione del nuovo edificio
Estratto dal verbale del Consiglio d’Amministrazione del 18.12.1953
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Il 3 gennaio 1954 puntualmente, com’era stata preannunciata, ci fu l’attesa cerimonia d’inaugurazione della Latteria Sociale di Raveo e nel contempo dell’acquedotto.
Alla cerimonia religiosa della benedizione delle due opere è seguito il taglio del nastro
alla presenza di numeropse autorità civili e religiose.
La banda di Buja diretta dal maestro Luigi Vriz ha rallegrato la festa che ha visto
la partecipazione di tutta la popolazione del paese.
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Il maestro Luigi Vriz di Buja, originario di Raveo, con la
sua Banda (Filarmonica) composta da bambini ed adulti
Foto ricordo davanti all’ingresso della nuova Latteria: (in prima fila da sinistra: Giovanni
Ariis, Agostino Bonanni, Daniele Mazzolini; in seconda fila da sinistra: Giovanni Busolini,
Attilio Bonanni, Antonio Ariis, Luigi Vriz e Giovanni Vriz; in terza fila: Giuseppe Bonanni)
Un’ occasione questa anche per celebrare il 70° anno di fondazione della latteria
che nonostante le traversie di periodi difficili di indigenza, dovuta anche alla prima ed
alla seconda guerra mondiale, ha raggiunto il prestigioso traguardo distinguendosi per
operosità
La Latteria è stata un punto di riferimento per tutta la gente che ha trovato modo
attraverso l’agricoltura di superare difficoltà a volte insormontabili.
L’edificio che ospita l’attività casearia à frutto anche di sacrifici che i numerosi
soci si sono accollati mettendo a disposizione anche denaro proprio.
La Piazza gremita di gente intervenuta per le inaugurazioni
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Nella seduta del 17 gennaio del 1954, tra l’altro, il Presidente invita il Consiglio
ad elevare un pensiero di riconoscenza alla memoria del compianto Sindaco Osvaldo
Antonio Puicher che a soli cinque giorni dall’inaugurazione del nuovo locale ci ha lasciati per sempre e ricorda l’opera sua disinteressata ed intelligente, svolta a beneficio
di tutti i Soci quale direttore dei lavori per la costruzione del nuovo locale. Il Consiglio
si associa alle espressioni di cordoglio e di riconoscenza del Presidente.
29
30
Tutto il paese all’inaugurazione della Latteria
Un momento dell’inaugurazione
La benedizione impartita dal parroco don Enrico Mareschi
Discorsi delle autorità
31
Ancora un altro Statuto
Nel 1956 l’Assemblea dei Soci approva il Nuovo Statuto della Società e delega i
soci Lorenzini Luigi e Bonanni Giuseppe, soci della Società, a firmare i fogli intercalari
(lo statuto è in allegato bollato che viene registrato all’Ufficio di registro di Tolmezzo).
Frontespizio dell’atto di approvazione dello Statuto della Latteria Sociale di Raveo
32
Hanno approvato con
una certa importanza e con
evidente orgoglio i numerosi
soci intervenui all’assemblea: Luigi Vriz fu Luigi,
Iside Iaconissi ved. Bonanni,
Sebastiano Ariis fu Luigi,
Giovanni Rugo di Giovanni,
Gaetano Bonanni fu Gio
Batta, Agostino Bonanni fu
Floriano, Luigi Puicher fu
Giovanni, Teresa Duratti fu
Giovanni, Attilio Antonipieri
di Antonio, Marianna Vriz
ved. Puicher, Giovanni Romano di Giovanni, Lino
Ariis fu Giovanni, Sante
Ariis fu Felice, Maddalena
Bonanni fu Antonio, Giacomo Romano di Domenico,
Ida Pecol fu Antonio, Vittorio Bonanni fu Luigi, Giacomo Iaconissi fu Luigi,
Maria De Marchi fu Ermenegildo, Gallo Vriz fu Leonardo,
Rita Cimenti fu
Libretto dello Statuto registrato a Tolmezzo il 16.1.1957
Giovanni, Marianna Puicher
fu Luigi, Domenico Bonanni
fu Giacomo, Adele Bonanni fu Floriano, Lino Romano di Giovanni, Giuseppina Ariis
fu Luigi, Giuseppe Bonanni fu Giusto, Michele Antonipieri fu Pietro, Maria Cimenti
fu Giacomo, Gino Ariis fu Felice, Domenico Lorenzini fu Pietro, Eugenio Bonanni
fu Vito, Giovanni Bonanni fu Leonardo, Giovanni Romano fu Romano, Daniele Stefani fu Giuseppe, Giacinto Lorenzini fu Giacinto, Mario Ariis fu Agostino, Giovanni
Pecol fu Gio Batta, Maria Castellani fu Tomaso, Ignazio Vriz fu Domenico, Felice
Ariis fu Giovanni, Attilio Bonanni di Vittorio, Giovanni Vriz fu Domenico, Angelina
Bonanni fu Gio Batta, Agostino Bonanni fu Giovanni, Angelina Facchin fu Gio Batta,
Maria Bonanni fu Giovanni, Teofano Bonanni fu Ignazio, Caterina Lorenzini fu Pietro, Domenico Ariis fu Maurizio, Antonio Ariis fu Agostino, Italo Stefani fu Domenico,
Dante De Marchi fu Pio, Daniele Mazzolini fu Massimo, Teresa Stella fu Salvatore,
Emilio Bonanni fu Giac., Giulio Bonanni fu Antonio, Pietro Stefani fu Lorenzo, Filippo
Bonanni fu Domenico, Silvio Pecol fu Daniele, Giovanni Ariis fu Pietro, Antonio Bonanni fu Fortunato, Amedeo Romano fu Romano, Elena Indrigo fu Luigi, Teresa Bo33
nanni fu Giacomo, Giusto Ariis fu Luigi, Giovanni Busolini fu Luigi, Maria Pecol ved.
Bonanni, Emidio Puicher fu Antonio, Osvaldo Puicher fu Giovanni, Giacomo Zanier
fu Giacomo, Antonio Ariis fu Luigi, Giuseppe Iaconissi fu Luigi, Giovanni Pietro Bonanni fu Gio Batta, Dante Zanier fu Giovanni, Lino Iaconissi fu Nicolò, Silvio Vriz fu
Domenico, Maddalena Romano di Domenico, Aldo Bonanni fu Domenico, Valentino
Romano di Domenico, Agostino Ariis fu Giorgio, Sante Rugo di Giovanni, Francesco
Vriz fu Pietro. Ha presieduto l’Assemblea il presidente sig. Antonio Ariis con l’assistenza del segretario comunale sig. Zappetti geom. Argeo.
L’inventario
Si ha notizia di un inventario della Latteria fatto negli anni Sessanta dal quale risulta la seguente attrezzatura:
caldaie n. 3, bacinelle di rame per latte n. 62, sechie di rame per latte n. 3 e n. 1
di latta, pesa con sechia di latta e colino n. 1, presse con dischi in alluminio n. 6, fasse
in alluminio n. 11, barile per lavorazione burro n. 1, mottori per scrematrice e pegna
n. 2 e vecchia fuori uso n. 1 (venduto), scrematrice n.1, tavole n. 2, tavolini n. 2, scrivania n. 1, sedie vecchie n. 2 e nuove n. 15, casellario libretti n. 1, repustiglio burro n.
1, provini per latte n. 3, stuffe deteriorate n. 2, mescole per levare la panna n. 1, desco
per recuperare la clagate n. 2, cinghie per mottori n. 2, dischi in legno per le forme di
formaggio n. 15, tele per investire il formaggio n. 20, termometro di servizio n. 1, pesa
vecchia n. 1, vasca di rame per il siero n. 1, lavagna per annotazioni varie n. 1, stampi
per burro-pesc. Timbro Raveo (deteriorati), scanzia archivio n. 1, lampadari luce n. 5
e n. 6 a globo, scansia n. 1, pompe per disinfezione n. 2, stuffa elletrica n. 1, martello
e tenaglie n. 2, frigorifero n. 1, mastello in plastica con tavola n. 1, orologio n. 1.
E’ stato aggiunto all’inventario ulteriore materiale: miscelatore automatico per
formaggio con motorino n. 1, bruciatore per caldaie n. 1, stufa in ferro verniciata n.
1, stufetta in ghisa n. 1.
1.
3.
1. Bacinella in rame, stampi e materiale
per il confezionamento dei prodotti della
Latteria
Le donne di Raveo erano sempre in prima fila nei lavori riguardanti
l’allevamento del bestiame. (nella foto Caterina Lorenzini)
34
2.
2. Mobiletto per il travaso del latte nei
secchi posti nella parte inferiore
3. Orologio in dotazione della Latteria
35
Gli ultimi anni di attività
Sempre nel 1961 (seduta del 2 dicembre) il Consiglio d’Amministrazione, presieduto da Daniele Mazzolini, nomina il signor Bonanni Marino fu Giulio segretario della
Latteria Sociale di Raveo.
Gli anni successivi non presentano novità in merito alla gestione della Latteria.
Nel 1965 si provvede a concedere al Comune due locali in affitto per la sistemazione provvisoria di due aule scolastiche.
Il 22 agosto 1967 il Consiglio ha accettato le dimissioni del casaro Lorenzini Luigi
che però dovrà rimanere in carica fino al 31.12.1967. E’ stata accettata la domanda
del Sig. Lorenzini Giacinto (Sisto) che assumerà l’incarico il giorno 1.1.1968 con lo
stipendio del Contratto di Lavoro.
Grande la soddisfazione per la concessione alla Società della Latteria per anzianità della Medaglia d’oro. Il Consiglio ad unanimità ha devoluto parole di riconoscimento verso la Camera di Commercio, Industria e Agricoltura ed ha incaricato il
Presidente di inoltrare i documenti e il ritiro a Udine del premio stesso.
Si parla ancora della scrematrice nella seduta del Consiglio di Amministrazione
del 7 dicembre 1969. Il presidente informa il Consiglio che la scrematrice è rotta e bisogna comperare una nuova .Fatto lo spoglio di n. 11 votanti è risultato n. 8 per l’acquisto della scrematrice n. 2 no e una bianca… Il Consiglio ha dato l’incarico al
Presidente di rivolgersi al signor Pecoraro di Udine per l’acquisto.
Il 27.12.1970, nel corso del Consiglio presieduto da Dante De Marchi vengono
aperte le lettere pervenute in merito alla trasformazione della Latteria da Società Semplice in Società Coop. Sociale di Raveo. Si sono pronunciati a favore del cambiamento
della Società n. 73, contrari n. 6 in riserva n. 5.
Il Consiglio d’Amministrazione nel 1971
Diploma di benemerenza
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Nel 1973, in una nota del 15 maggio, alcuni soci venuti a conoscenza che presso
la latteria verrà assunto un casaro non qualificato e che pertanto non può dare la garanzia di confezionare un prodotto conforme alle aspettative dei soci a norma dello
Statuto Sociale si rifiutano di conferire il latte fino a quando non sarà trovato un casaro
munito dei requisiti richiesti.
37
Chiusura della Latteria
per gli eventi sismici e suo ripristino
I terremoti del 1976 saranno fatali per la Latteria soprattutto con la botta del 15
settembre che porterà alla chiusura definitiva degli impianti dopo l’ultima cotta fatta
proprio in mattinata.
L’ultimo casaro ad operare nella Latteria di Raveo fu Domenico Lorenzini, che
ebbe si può dire, la sfortuna di non poter portare a termine la lavorazione del latte
quella mattina del 15 settembre 1976 quando una terribile scossa di terremoto danneggiò gravemente l’edificio e mise fuori uso i macchinari che tanto erano costati. Da
allora, purtroppo, la latteria non si riprenderà più perché il terremoto aveva messo fuori
uso molte stalle e da parte dei vecchi soci non c’era più la grinta d’un tempo né tanto
meno i giovani ritenevano allettante l’allevamento delle mucche.
1976: la Latteria danneggiata (lato anteriore)
1976: la Latteria danneggiata (lato posteriore)
38
Chiusura esercizio al 15.9.1976-Rendiconto delle Entrate e delle Spese
39
L’Amministrazione comunale di Raveo, per mezzo del suo sindaco Elio Ariis, si
era interessata per trovare una soluzione a questa improvvisa interruzione di attività
ma le vicende del terremoto molto pesanti per la popolazione ridotta in ginocchio e le
notevoli difficoltà che si frapponevano hanno certamente influito sul destino della latteria che come destinazione d’uso cesserà di esistere.
Ma i soci comunque non si disinteresseranno per le sorti della loro Società chiamata ad ulteriori sacrifici. Il 26 maggio 1977 intervengono all’ assemblea per decidere,
tra l’altro, sulla sistemazione del fabbricato.
L’assemblea, presieduta da Dante De Marchi con l’assistenza del segretario Marcello Iaconissi, è lunga ed animata ma, su proposta del socio Pecol Daniele, confortati
anche dal parere espresso del signor Mario Ros-funzionario della Regione F.V.G.,
presso il Comune di Raveo, espressamente invitato dal Consiglio d’Amministrazione,
nella seduta del 22/5/977, viene deciso all’unanimità di provvedere alla riparazione
del fabbricato lesionato, dando mandato al Consiglio d’Amministrazione per l’inizio
e l’espletamento di ogni formalità burocratica al riguardo,.
Il Consiglio di Amministrazione, riunitosi in data 23 giugno 1978 conferisce l’incarico al suo presidente Osvaldo Puicher di provvedere alle necessarie incombenze
riguardanti l’appalto e l’esecuzione dei lavori di ripristino del fabbricato della Latteria danneggiato dai terremoti del 1976, per il cui ripristino l’Assessorato Regionale
competente ha già messo a disposizione della Società la somma pari al 50% della
spesa ammessa a contributo.
A tale scopo il predetto consiglio di Amministrazione nomina, fra i suoi componenti, un comitato di persone con lo scopo di coadiuvare il presidente nelle incombenze
relative all’esecuzione dei predetti lavori di ripristino.
Detto comitato è composto dai seguenti consiglieri:
Attilio Pecol, Italo Iaconissi, Giacinto Lorenzini, Daniele Mazzolini, Andrea Puicher.
Raveo dopo il terremoto del 1976
Progetto di ripristino della Latteria (frontespizio)
40
Il 9/9/1978 il Sindaco del Comune di Raveo Elio Ariis rilascia la concessione edilizia
n. 49 per l’esecuzione dei lavori di recupero dell’edificio ad uso Latteria. Gli interventi
–come da relazione- in progetto (redatto dalla Comunità Montana della Carnia) si prefiggono di eliminare le conseguenze dovute all’evento tellurico in modo da permettere
la ripresa produttiva casearia almeno per il tempo necessario all’attuazione del programma stralcio del settore lattiero caseario predisposto dalla Comunità Montana della
Carnia nell’ambito del piano comprensoriale previsto dall’art. 8 della L.R. n.35…
41
Nel 1980 il presidente Osvaldo Puicher così riferisce nella sua relazione che
accompagna la richiesta di contributo alla Provincia ed alla Cassa di Risparmio di
Udine: … Gli amministratori della Società profusero ogni sforzo al fine di reperire
i mezzi per la riparazione del fabbricato tanto gravemente danneggiato.
La Regione Friuli-Venezia Giulia concesse, ai sensi della L.R. 29/7/1976, n. 35
un contributo di lire 26.128.837 ed un altro contributo di £ 5.500.000 venne elargito
dalla Comunità Montana della Carnia di Tolmezzo. L’esecuzione dei lavori di riparazione vennero eseguiti dalla Cooperativa di Lavoro “L’Unione” di Enemonzo
con un aumento sulla base d’asta del 12% e per un totale complessivo di spesa
dell’importo di lire 37.703.780.
… la Latteria Sociale di Raveo, corrisposti all’ Impresa costruttrice gli importi
dei due suindicati contributi, rimane debitrice verso la medesima della somma di
lire 6.074.943.
Al momento attuale (1980) il locale della latteria è adibito unicamente a centro
di raccolta del latte, dal quale non proviene alcuna entrata. Tra l’altro i circa cento
soci della Società hanno avuto nella totalità la propria casa gravemente danneggiata o distrutta dai ben noti eventi sismici, e pertanto è da considerarsi già un
grosso sacrificio se gli stessi possono contribuire al pagamento del debito residuo…
Momento difficile per il debito accumulato
Per sopperire alle maggiori spese incontrate per la riparazione dell’edificio il
presidente aveva proposto la possibilità di una eventuale sistemazione dell’Ufficio
Postale di Raveo nei locali della latteria dato che il fabbricato si è reso libero per
cessata attività casearia.
Altra iniziativa, dolorosa e tale da abbandonare la possibilità di ripresa dell’attività casearia,è stata la cessione delle mastelle di rame (all’incirca una sessantina)
ai soci della Latteria intenzionati ad acquistarle. Nell’avviso ai soci del 22 dicembre
1980 veniva riportato che i soci che avessero intenzione di acquistare una mastella
(una per socio) dovranno prenotarsi presso il segretario della Latteria Sig. Iaconissi
Marcello… le prenotazioni si chiuderanno alle ore 12 di Sabato 27 dicembre 1980…
Il prezzo delle mastelle è fissato in circa 40.000 (quarantamila) cadauna e la vendita avrà inizio alle ore 14 di domenica 28 dicembre presso il locale della Latteria,
mediante estrazione.
42
Una mastella acquistata da un socio per £ 40.000
Efficace, per affrancare la Latteria dal debito contratto per la riparazione, l’impegno del presidente Osvaldo Puicher, genero dell’indimenticabile maestro Luigi Vriz
(maestri di Mini), segretario per molti anni, zelante ed ineccepibile nella sua moralità
ed onestà. Si è prodigato con tutte le forze sospinto a questo dai soci che hanno creduto
nelle sue capacità.
Portato a compimento con successo il suo incarico in un momento particolarmente
delicato determinato dal disastro degli eventi sismici del 1976 ha ritenuto successivamente di passare il testimone ad altra persona che potesse decidere i destini della Latteria per una sua utilizzazione più consona ai tempi moderni.
Il 31 gennaio 1982 l’assemblea dei Soci eleggeva nuovi consiglieri nelle persone dei signori:
Bruno Antonipieri, Duilio Bonanni Vriz, Giacomo Bonanni fu Luigi (Bete), Marino Bonanni fu Vittorio, Dante De Marchi, Domenico Gubeila, Italo Iaconissi, Marcello Iaconissi, Giacinto Lorenzini, Daniele Mazzolini, Attilio Pecol, Daniele Pecol,
Osvaldo Puicher, Italo Stefani e Ignazio Vriz.
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Giacomo Bonanni: nuovo presidente
Il presidente uscente sig. Puicher Osvaldo… dà immediatamente inizio alle votazioni, mediante scheda segreta, per l’elezione del presidente. A votazione e successivi
scrutini ultimati risulta eletto alla carica di presidente il Sig. Bonanni Giacomo fu
Luigi… Il Consiglio decide inoltre, considerata l’esiguità del lavoro da svolgere nell’amministrazione della società, anche su insistenza del segretario della Latteria Sig,
Iaconissi Marcelllo, di non avvalersi dell’opera del segretario stesso… Nel ringraziarlo per il servizio svolto per oltre cinque anni (dal novembre 1976) con diligenza e
senza alcun compenso, ribadisce e conferma all’unanimità quanto deliberato nel precedente Consiglio di Amministrazione nella seduta del 1° dicembre e cioè di accettare
il Sig. Marcello Iaconissi nuovo socio della Latteria Sociale di Raveo a tutti gli effetti
e con eguali diritti.
I locali della Latteria intanto vengono messi a disposizione della gente colpita dal
sisma, per il deposito di masserizie per il tempo necessario per la riparazione delle
case, e negli anni 1987-1988-1989 e 1990 sono stati utilizzati come Centri estivi per
accogliere ragazzi provenienti da diverse zone del Friuli Venezia Giulia (Trieste, Gemona) e del Veneto (Iesolo S. Donà, Venezia…). Ci sono state prenotazioni nel 1992
anche dalla lontana città pugliese di Lecce.
Per i soci della Latteria il fabbricato, non avendo più scopo d’esistere, doveva per
forza di cose trovare una soluzione definitiva circa la destinazione e l’utilizzo dei locali.
Con una nota del 5 gennaio 1996 il sindaco Flavio Solari chiedeva formalmente
la disponibilità del fabbricato adducendo come ragione il fatto che il comune, come
vari soggetti privati, tramite l’obiettivo 5B potesse accedere a finanziamenti nel settore agricolo, turistico ed artigianale.
Il direttivo della Latteria, nella seduta del 26 aprile 1996, presieduta dal signor
Giacomo Bonanni, presenti i consiglieri Osvaldo Puicher, Bruno Antonipieri, Ottavio
Ariis, Duilio Bonanni Vriz, Giovanni Concina, Marino Bonanni, Italo Stefani, Daniele
Pecol, Marcello Iaconissi, Angelica Bonanni, Italo Iaconissi, Attilio Pecol e Antonio
Bonanni (assente giustificato Sisto Lorenzini) aveva prospettato come soluzione ottimale quella di destinare i locali ad attività di carattere pubblico e soprattutto di proprietà pubblica e non privata. La scelta, conseguentemente, era caduta sul Comune
che aveva già manifestato il suo interessamento alla gestione del fabbricato. Si era
deliberato che una donazione a favore del Comune sarebbe stata la scelta migliore…
Per poter definitivamente chiudere l’alterna ed oramai stanca vicenda della società
Latteria di Raveo che da vent’anni non ha più la sua ragione di essere quale raccolta
e lavorazione del latte e per dare l’opportunità che la stessa riviva con uno scopo ed
utilizzo attuali per i nostri tempi, il Consiglio direttivo ha scelto di orientarsi sulla donazione del fabbricato al Comune.
Nella seduta del 26 aprile 1997 il Consiglio d’Amministrazione, presieduto da
Giacomo Bonanni, ribadisce la volontà di donare il fabbricato, già destinato ad uso
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centro lavorazione latte fino al 15.9.1976, all’Amministrazione comunale di Raveo.
Nell’optare per la donazione si è precisato che si intende proporre all’Assemblea che
questa fissi delle “condizioni”, “termini”, “finalità” sula destinazione del bene quali:
- che sia usufruito per attività di interessi sociali e collettivi;
- che non possa mai essere alienato a privati;
- che resti ad esclusivo servizio della Comunità di Raveo capoluogo, qualora il
Comune dovesse venire soppresso, accorpato, fuso ecc. ad altre realtà contermini.
Data molto importante per la Latteria il 15 maggio 1997 quando presso l’Osteria
“da Amerigo” ex “da Santin” si riuniscono in Assemblea i seguenti Soci: Giacomo Bonanni, quale presidente uscente, Attilio Pecol, Pietro Beorchia, Domenico Lorenzini,
Giovanni Concina, Marino Bonanni fu Giulio, Ida Bonanni, Marino Bonanni fu Vittorio,
Giacinto Lorenzini, Dante Antonipieri, Giulio Bonanni fu Angelo, Italo Stefani, Franco
Ariis, Bruno Antonipieri, Antonio Bonanni, Anita Bonanni, Serena Lorenzini, Giulio
Bonanni fu Antonio, Ida Pecol, Mario Zanier, Giovanni Pecol e Giovanni Bonanni.
Atto di volontà
della donazione
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Viene opportunamente presa in considerazione la proposta di donare al Comune
di Raveo i locali della Latteria per un loro uso e funzione più pertinente e consono
alle necessità della popolazione... Alla luce di quanto sopra viene illustrata la necessità
tecnico/legale di ricostituire il Consiglio di Amministrazione almeno nella formazione
minima della nomina del solo presidente, come deliberato già in precedenza con atto
del 17.02.1982, questa volta coadiuvato da un Segretario per la sola incombenza dell’espletamento della pratica della donazione del bene al Comune di Raveo.
A tal fine, a votazione segreta, viene eletto Presidente il sig. Lorenzini Giacinto
con l’incarico specifico di gestire il passaggio di proprietà del bene al Comune di
Raveo.
In ciò verrà assistito dal sig. Bonanni Giacomo che viene designato Segretario
del sodalizio.
Subito dopo il comune con deliberazione consiliare n. 17 del 23.05.1997 accettava
la proposta di donazione del fabbricato ex Latteria con conseguente accrescimento del
proprio patrimonio immobiliare.
La donazione dell’ immobile
al comune di Raveo
Il 28 dicembre del 2000, davanti al notaio dott. Pietro Moro, compaiono il geom.
Romano Martin di Enemonzo, intervenuto in qualità di liquidatore legale rappresentante della Soc. Latteria Sociale di Raveo, Società Semplice e Giacomo Bonanni di
Raveo in veste di responsabile del Servizio Finanziario e legale rappresentante del Comune di Raveo, i quali convengono quanto segue:
La Latteria Sociale di Raveo Società Semplice con sede in Raveo, via Norsinia n.
41 – come sopra rappresentta – cede a titolo gratuito al Comune di Raveo, con sede
in Raveo, via Norsinia n. 16, che – come sopra rappresentato – accetta per il valore
di L. 108.200.000 (centoottomilioniduecentomila) il fabbricato così censito al
N.C.E.U. del Comune di Raveo: Fg. 10 Mn. 440 Via Naulan n. 3 (p.S1/T/1). Cat. D/1.
RCL. 2.060.000 giusta denuncia di accatastamento presentata all’U.T.E. di Udine in
data 24.01.2000 con scheda prot. n. L00113/00.
Frontespizio atto di cessione gratuita dell’immobile ex Latteria
46
47
TESTIMONIANZE
Osvaldo Puicher
Vecchia cartolina di Raveo: panorama
Vecchia cartolina di Raveo: in primo piano la latteria
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Con i suoi ottanttott’anni Osvaldo rappresenta una figura emblematica e carismatica nella storia della Latteria
Sociale di Raveo.
Già da piccolo a scuola di disegno ha appreso subito
il mestiere di falegname che lo ha portato a lavorare un po’
dappertutto persino in Toscana dove ha trascorso dieci
anni impegnativi.
Di sani principi morali ha sposato Maria, figlia di
Luigi Vriz (maestri di Mini) che per diversi anni ha espletato le funzioni di segretario della Latteria Sociale di
Raveo. Ha condotto una vita
irreprensibile in una famiglia che, come tante altre a Raveo, allevava una-due mucche per il sostentamento familiare. Sulla moglie Maria incombeva il compito di condurre questa piccola azienda agricola con tutti gli impegni che comportava (raccolta
fieno, mungitura, pulizie varie, abbeveraggi, pasti…).
Il suocero Luigi certamente ha inculcato in lui sani principi morali quali l’onestà,
la sagacia propria dei benpensanti e soprattutto la generosità d’animo manifestata in
diverse occasioni.
Osvaldo da bambino in Malga Avedrugno
49
Dopo i catastrofici eventi sismici del 1976 con la sua autorevole oculatezza e lungimiranza, prima come consigliere e poi come presidente, si è adoperato con molto impegno
per la risoluzione del problema relativo al ripristino della Latteria seriamente danneggiata.
Dal momento che era rimasto un consistente debito da saldare all’impresa costruttrice
si è dato da fare per reperire i fondi rivolgendosi ad alcuni enti e, purtroppo a malincuore,
ricorrendo anche alla vendita delle bacinelle di rame ai soci e di altro materiale.
Azzerato il debito ha creato le premesse per alienare a titolo gratuito l’edificioin favore del Comune di Raveo purchè, a perenne ricordo dell’intensa attività lattiero-casearia
della comunità locale, fosse usufruito per scopi sociali e di interesse collettivo; che non
fosse mai alienato a privati e che restasse ad esclusivo servizio degli abitanti di Raveo.
Dopodichè, raggiunto lo scopo, ha aiutato il neoeletto presidente Giacomo Bonanni, con grande soddisfazione ed orgoglio, nelle graduali operazioni che hanno portato alla cessione definitiva della Latteria che resta e rimarrà comunque la maggiore
testimonianza di una storia intensa fatta di grandi valori ed impegni sociali.
A distanza di tanti anni Osvaldo costituisce tuttora un baluardo storico non indifferente per l’impegno nel sociale perché si è prodigato non solo per le sorti della Latteria ma anche per i vari interventi come falegname nelle varie chiese di Raveo
(banchi nuovi, intervento nell’altare…).
Nel ripercorrere le tappe della sua vita un po’ di nostalgia lo assale ancora perché
i tempi passati per le sorti della Latteria erano lo specchio di una società contadina
sana ed animata di buoni propositi molto differente da quella odierna che mostra apertamente i suoi limiti.
Vecchia stadera
Valerio Puicher
ed un certo quantitativo di legna per alimentare il fuoco della caldaia di cottura
del latte. L’attività iniziava verso le cinque e trenta del mattino: il casaro in
prima battuta prelevava la brume
(panna) das masteles (bacinelle), che
contenevano il latte depositato nella
giornata precedente e che nei mesi estivi
venivano parzialmente immersi nell’acqua fresca per agevolare la formazione
della panna stessa.
La brume veniva messa nella
pegne, un mostruoso attrezzo rotante
che permetteva di consolidare parte
della panna in burro mentre il latte veniva versato nella caldaia di cottura.
Preparati tutti gli attrezzi per la successiva fase della lavorazione del formaggio, iniziava l’operazione di
pesatura del latte portato da ogni singolo
socio. Ognuno entrando nel locale con
il proprio secchio in rame (ultimamente
in alluminio), prelevava dall’apposito
Quelle splendide mattinate nella latteria a fare il formaggio
Non c’è nulla da meravigliarsi se le nuove generazioni non sanno come veniva
esercitata l’attività di lavorazione dei prodotti caseari nel fabbricato della latteria, sino
alla fatidica data del terremoto del 1976, che ha sancito la chiusura dell’attività. Anche
noi, non più ventenni, nulla sappiamo della lavorazione che veniva effettuata nella
vecchia latteria situata nello scantinato dell’attuale municipio sino al 1953.
Da protagonista, come tanti coetanei, di quelle indimenticabili esperienze ritengo
doveroso documentare le operazioni che venivano effettuate in quei locali anche in ricordo e rispetto delle tante persone amiche con le quali abbiamo condiviso tali esperienze e che purtroppo non sono più con noi.
L’attività si basava su di un sistema a rotazione:ogni giorno le famiglie dei soci
alternandosi dovevano aiutare il casaro nelle varie fasi di lavorazione del latte e confezionamento dei prodotti derivati.
Obbligo del socio di turno era quello di portare alla latteria un fasciot (fascina)
50
Stampo per i panetti di burro
Panetto di burro nella ricostruzione di Nives Valmassoni
51
armadio il suo libretto ove il casaro segnava la quantità di latte pesato e di seguito passato nel colino. Uno sgabello alternante a due secchi, permetteva al ragazzo di servizio
di soddisfare con una certa rapidità l’operazione di pesatura e quindi di depositare il
latte tas masteles, ove veniva lasciato riposare per il giorno successivo.
Verso le sette iniziava la fase di lavorazione del formaggio. Il casaro, versata la
soluzione di cali (caglio) nella cjalderie contenente il latte ed accertato che il contenuto
si fosse coagulato, invitava gli aiutanti ad alimentare il fuoco per far cuocere la cagliata.
Allorquando venivano liberate dagli strengidòrs le forme di formaggio confezionate
il giorno prima, dagli stampi sbordava sempre qualche cordella di formaggio fresco
che veniva confezionato dai presenti.
gnello in legno. Arrotolato il lato corto della sachere in un’asta di ferro molto elastica,
aiutato al lato opposto, immergeva con gesto di raccolta le poderose braccia nella cagliata e ritirandosi faceva emergere quel sacco ripieno di formaggio gocciolante di
siero ancora fumante.
2.
1. Mobiletto
Arnese usato nella caldaia per la produzione del formaggio
1.
2. Cancelleria della Segreteria della Latteria
3. Mobiletto (casellario) per la custodia
dei libretti della Latteria
3.
La stanza di lavorazione a questo punto assumeva il classico aspetto di laboratorio
dinamico e rumoroso che, specialmente nei periodi invernali, per la forte differenza
termica con l’esterno s’impregnava di vapori e rumori tali da paragonarlo ad una sorta
di camera di inalazione.
Terminata la cottura il casaro s’apprestava ad eseguire l’operazione di prelievo.
A questo punto non si può fare a meno di ricordare l’austera figura del cav. Luigi
Lorenzini mentre con stivali e camice impermeabili si arrotolava le maniche della camicia e, per meglio raschiare il fondo della cjalderie (caldaia), montava su uno sca52
La sachere ripiena veniva depositata nei talc’s (stampi in legno ed alluminio) che
posti sotto pressa permettevano di far assumere al formaggio la classica forma di piece.
Finita l’operazione di prelievo della cagliata nella vasca grande rimaneva il sìr ottimo
alimento per maiali che allora venivano allevati quasi in ogni stalla. Il sìr (siero) mediante una pompa aspirante veniva passato nella scrematrice, una macchina molto rumorosa che mediante un processo centrifugo permetteva di estrarre una ulteriore parte
di panna la quale veniva utilizzata per fare il burro nella giornata successiva. Attraverso
una condotta il sìr veniva convogliato in una vasca di cemento posta nello scantinato
ed alle nove veniva distribuito ai soci richiedenti i quali si recavano a prelevarlo con
due secchi sostenuti dal buinc’.
53
Stampo per il burro a forma di pesce
(forse da un simbolo religioso)
Il talc’ con i bicchieri usati in Latteria
Ultimata la lavorazione del formaggio il casaro prelevava dalla pegne il burro
sfuso, lo divideva in parti di eguale peso e con uno stampo in legno lo confezionava
in blocchetti che venivano avvolti in carta prestampati i cui lembi venivano fissati con
una punzonatrice a fermi circolari.
Il pesce di burro nella ricostruzione
di Nives Valmassoni
Altra mansione del casaro era quella di intagliare con apposito taglierino la data
sulle forme di formaggio confezionate nella giornata precedente. Le forme poi venivano depositate nelle apposite scaffalature delle sale di stagionatura, ubicate nello scantinato.
A turno i soci avevano l’obbligo di provvedere alla pulitura delle forme poste a
stagionare e con queste azioni dovevano garantire la buona conservazione del prodotto
che ogni tre mesi veniva distribuito ai soci o trattenuto dalla latteria e venduto a conguaglio.
Verso le nove e trenta dopo aver pulito accuratamente il locale e gli attrezzi usati
per le lavorazioni il turno finiva e mentre tas masteles si formava la panna per il giorno
dopo ognuno tornava alla propria abitazione per continuare i compiti che aveva lasciato. Se questo succedeva nei periodi estivi il lavoro continuava nei prati ove attendevano las sols da spandi.
A distanza di diversi anni molti particolari di quelle splendide mattinate sfuggono
dalla mente! Allora semplici fantasie e grandi aspettative riempivano i nostri pensieri.
In ricordo di quelle esperienze fondamentali che hanno forgiato il nostro carattere, rendendoci ora responsabili dell’avvenire della comunità, dobbiamo impegnarci a far rivivere quei locali se non altro in pieno rispetto delle parole scolpite sulla lastra di
marmo installata nell’atrio dell’ingresso che ricorda la tenacia del presidente Antonio
Ariis fu Luigi.
Carta per avvolgere il burro
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Il fedâr
Criche il dì vie par Naulàn,
da penombre dal lampion
l’è cà il fedâr
scivilant simpri di corse
cu las clâs prontes ta man.
Ogni dì:
da San Pauli fint a Madins
cu la nêf e ta creure
cu la ploe e cul bontimp.
Ogni dì:
un cuc al pît da puarte
ca no fos qualchi dispiet:
Chês fantates di servizi
a son plenes di matez.
Mauro Vriz
Rive l’ore di portâ il lat:
ogni bandin à la so part!
La Pinù a ore pasade
a scierave la pesade.
Novitâz di ogni sorte
par chês corz e chês contrades,
la purcite apene trate
a svelave un gnûf amôr.
La cjampane, sa ere grande,
saludave un di nô.
Matedaz e curiosez
dut passave pal fedâr
e cusì portât il lat
l’ere let encje il gjornâl.
Il fedâr Luigi Lorenzini
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Luisa Vriz
Luisa da giovane nella fontanella di Intivis in Valdie
Negli anni Sessanta operò a lungo nella Latteria Sociale di Raveo a servizio per
i soci che non potevano essere presenti ai turni loro assegnati.
Alle 5/5.30 di ogni mattina iniziava l’attività in latteria dove il casaro Luigi Lorenzini (Vigj di Corse) si preparava per una giornata intensa di lavoro.
Dopo aver acceso il fuoco con la legna portata dai soci (3 fascine e 3 refe di legna)
per alimentare la caldaia di cottura del latte si procedeva alla scrematura del latte posto
nelle bacinelle di rame per la preparazione del burro. Prodotto nella pegne (zangola)
è sempre stato d’ottima qualità tant’è vero che anche gli esse di Raveo (biscotti a forma
di esse) di Emilio Bonanni, padre di Aldo che ha tenuta stretta la sua preziosa ricetta,
hanno raggiunto una meritata fama.
Certamente la spongje (burro) è stata un ingrediente determinante per la buona
riuscita dei biscotti che ora vengono distribuiti dappertutto.
Mentre la giovane provvedeva a lavare tutte le bacinelle di rame, verso le sette,
veniva conferito il latte del mattino.
Le operazioni per la preparazione del formaggio erano seguite con particolare attenzione dal casaro soprattutto durante la fase delicata della cagliatura (coagulazione
del latte ottenuta per mezzo del caglio).
Alle 9 poi si procedeva alla distribuzione del siero in base al latte conferito.
Luisa nel ricordare Luigi lo descrive come una persona riservata, meticolosa fino
all’inverosimile nel lavoro ma che aveva con le ragazze, che hanno prestato servizio
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in latteria (Iole, Delia, Alba, Irma, Cecilia, Anita…), un rapporto umano bellissimo.
Parlava loro con un tono confidenziale come quella volta quando non trovando le
fascine e la legna per accendere il fuoco aveva avanzato qualche sospetto: evidentemente sapeva già che da giovanette di belle speranze com’erano, andavano sovente a
ballare!
Ma poi diceva jodèt frutes ch’al vàl un prin che cent dopo:la sèso stades iersere?
Il periodo passato in Latteria ha permesso a Luisa di raccogliere prima di tutto
una valida esperienza di vita e di apprezzare anche un lavoro inusuale che le ha permesso anche di guadagnare qualcosa.
passeggiate per le vie del paese tra un susseguirsi di domande e risposte tanta era la
pazienza che aveva, solitamente inusuale per un primo cittadino. Nell’elogiare l’impegno a favore della popolazione, per la quale non ha lesinato sacrifici rimettendoci
anche di tasca propria, la forte fede religiosa e l’onestà ci tiene pure a precisare che
per il suo paese avrebbe sacrificato anche la vita. Nell’ultimo periodo bellico, quando
il paese di Raveo era preso di mira dai tedeschi per la presenza di molti partigiani e
minacciato di essere incendiato, fece un voto alla Madonna che consisteva in un percorso in ginocchio sino alla Madonna del Castellano qualora il paese fosse stato salvato
dalla furia vendicativa tedesca. Il paese fu risparmiato e lui mantenne la parola!
Nel libro di Cristina Rigamonti e Mario Ros Carnia, incontro e scoperta si parla
del lungo successo politico di Luigi Lorenzini, un segreto che ovviamente supera i dati
più esteriori e facilmente convincenti della straordinaria simpatia epidermica, della
bonomia e della essenziale generosità d’animo…
Luigi Lorenzini nel ricordo dei parenti e della gente
Valerio, figlio di quel Luigi, che per tanti anni
fu casaro nella Latteria di Raveo, ha un ricordo
bellissimo del papà per il suo modo di operare pacato ma efficace.
Racconta che il genitore certamente ha lasciato un ricordo bellissimo nella gente perché nell’espletamento del suo lavoro in Latteria e poi
anche come sindaco per molti anni della piccola
comunità raveana ha lasciato una bella impressione sia per il suo modo di presentarsi sereno e
paziente che per la sua umanità e socievolezza legata anche ad una radicata fede cristiana.
Il cav. Luigi Lorenzini, per lungo
I suoi consigli erano sempre appropriati in una
tempo primo cittadino di Raveo
famiglia numerosa, dedita all’allevamento di tre
mucche, ove il lavoro aveva la precedenza su tutto.
Ricorda poi quelle volte in cui il papà gli diceva saggiamente: Va a tòr tant che tu
vùls però a matine va a lavorà! Se lo trovava a letto infatti erano guai!
Non ha fatto mai pesare il fatto che fosse il primo cittadino di Raveo perché era
per natura una persona umile ma degna della massima stima e molto amata.
Si ritiene veramente orgoglioso di lui ed ora che non c’è più, a distanza di tanto
tempo, può a buona ragione dire che i suoi insegnamenti erano sacrosanti! In cuor suo
è dispiaciuto che molti si siano dimenticati di lui.
Luigina, la nipote, ha un dolce ricordo dell’infanzia quando il nonno con tenerezza
e mille attenzioni la guidava con il bastone, con il quale si aiutava nel camminare, nelle
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Il cav. Luigi Lorenzini durante una cerimonia
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Il cav. Luigi Lorenzini, il sindaco per antonomasia, era incapace di rancore: amava
urlare in faccia le cose. Qui la formula del successo. Questi protagonisti meriterebbero
un libro a parte. Gli aneddoti sul carattere franco di Lorenzini, sarebbero numerosissimi,
tutti carichi di profonda umanità e drammatici o spassosi, senza vie di mezzo. Ad un’intima bonomia, univa senz’altro un connaturato senso dell’umorismo, tanto spontaneo
che, quasi sempre, lui stesso non se ne accorgeva. Così e tanto interiormente dotato, superò da vero protagonista i momenti più drammatici della famiglia e della comunità…
Osvaldo Puicher, amico di Luigi e dello stesso schieramento politico, non lesina
parole di lode nei suoi confronti sia per la lealtà che per la pazienza che lo caratterizzava.
Era dotato di un animo gentile e di una generosità esemplare. Si interessava molto delle
necessità dei cittadini ed andava persino, se c’era bisogno, nelle stalle ad aiutare o a dare
consigli quando dovevano nascere i vitellini.
La sua fede cristiana lo rendeva poi protagonista di belle iniziative rivolte alla conservazione dei beni e delle opere d’arte delle varie chiese con particolare riguardo alla
chiesa di Valdie.
Elio Ariis, ex sindaco di Raveo, nelle elezioni antecedenti il terremoto del 1976, era
avversario di Vigj, ma per il suo impegno per tanti anni a favore della popolazione lo
chiamò in giunta come assessore riconoscendo in lui meriti e capacità. La coerenza
espressa nelle varie sedute del Consiglio o della Giunta ha visto Luigi ancora una volta
operare a favore della gente in particolar modo dei bisognosi e dei sofferenti a tal punto
che meriterebbe di essere ricordato a buon diritto tra i maggiori benefattori della comunità
di Raveo.
Giacomo Bonanni
È considerato l’artefice del passaggio della Latteria Sociale al Comune di Raveo,
un autentico traghettatore che ha permesso l’utilizzo dell’edificio per scopi sociali,
culturali e ricreativi a servizio esclusivo della comunità raveana.
Il percorso è stato molto lungo perché gli ostacoli che si frapponevano erano tali
da far apparire, specie all’inizio, un’impresa ardua.
Assunta la presidenza del Consiglio d’Amministrazione della Latteria è riuscito a
ricucire ogni strappo conquistando la fiducia non solo dei soci ma anche degli abitanti
che vedevano di buon occhio un diverso utilizzo dell’immobile, dato che la lavorazione
del latte da tempo era stata abbandonata.
Giacomo aveva in sé tutte le credenziali per condurre in porto questa impresa perché il paese di Raveo per lui era sempre posto in primo piano a tal punto da prestare
anima e corpo per portarne in alto il nome.
In tutti i campi, dalla cultura alle opere parrocchiali, dalle manifestazioni alle tradizioni, il suo volontariato è stato e lo è tuttora molto attivo, con l’ aiuto di tante persone come ad esempio il suo caro amico compianto Giuseppe Bonanni (Bepi di Tee).
Né ha mai voluto sapere di rimborsi né ha preteso nulla in cambio.
Così è stato per la Latteria che lui ha preso particolarmente a cuore dedicando alla
causa tutto se stesso e riuscendo a rintuzzare ogni tentativo di insuccesso.
Ha espletato le funzioni di presidente e di segretario del Consiglio d’Amministrazione sino a quando, spalleggiato da tutti i soci che hanno caldeggiato l’iniziativa,
l’edificio è stato donato al Comune di Raveo.
Con grande pazienza è riuscito a convincere tutti i soci e a renderli partecipi di
questo grande passo in nome di un utilizzo consono alle necessità della popolazione
e tale da poter ricordare perennemente quanti si sono sacrificati prima nella costruzione
della Latteria, inaugurata il 3 gennaio 1954, e poi, dopo gli eventi sismici del 1976,
nella sua riparazione per la quale la Società è andata incontro ad impegni gravosi con
un debito abbastanza consistente che poi è stato onorato.
Contando sulla sua esperienza amministrativa e su un’ampia conoscenza delle
varie leggi ha fatto in modo che il passaggio di proprietà del bene al Comune di Raveo
si realizzasse nel migliore dei modi.
Non è stato facile perché qualche ostacolo si poneva sempre davanti ma alla fine,
con grande soddisfazione di tutti, il 28 dicembre del 2000, è stato firmato, l’atto di donazione della storica e gloriosa Latteria. (G.P.)
Anche il latticello (sîr) veniva diligentemente annotato in un apposito libretto
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Verso il nuovo Millennio
Il nuovo Millennio si apre dunque nel migliore dei modi per i Soci della Latteria
che vedono finalmente esauditi tutti gli sforzi protesi, in tanti anni di conduzione della
Latteria che a lungo è stata centro di aggregazione e di interessi, in nome di un’ attività
che ha conosciuto non solo momenti felici, soprattutto negli anni Trenta, ma anche periodi difficili dovuti alle guerre, ai terremoti… La volontà di portare avanti il pesante
fardello comportante responsabilità a non finire ha fatto in modo che le lunghe assemblee dei vari consigli d’amministrazione, sorretti comunque appieno da decine e decine
di soci, riuscissero a dare concretezza nella gestione dell’attività casearia sia per la competenza dei vari presidenti che si sono alternati negli anni sia anche grazie ad esperti
segretari in grado di controllare le varie fasi di lavorazione e di affiancare i dirigenti.
L’edificio ora di proprietà del Comune di Raveo (Murale di Roberto Candotti)
Foto invernale della ex Latteria
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Murale posto all’esterno della Latteria (di Roberto Candotti)
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Destinazione dell’immobile ex Latteria
Piano rialzato
(a cura di G.B.)
In seguito al passaggio di proprietà del fabbricato ex Latteria di Raveo censito al
NCEU F. 10 mapp. 440, via Naulan n. 3 cat. D1, giusta contratto di cessione gratuita
stipulato dal notaio dott. Pietro Moro di Tolmezzo in data 28.12.2000, rep. N.
124143/39915 di racc. l’Amministrazione comunale nel tempo ha così deliberato:
- con atto della Giunta comunale n. 28 del 12.04.2002 ha espresso l’indirizzo per dare
avvio alla realizzazione dei lavori di sistemazione del fabbricato ex caseificio per ubicare
in detto fabbricato una nuova attività produttiva da dislocare al piano terra, finanziata
dall’Amministrazione provinciale di Udine con provvidenze a favore della montagna;
- con atto della Giunta comunale n. 44 del 17.06.2002 si è provveduto all’approvazioen del progetto preliminare del 17.06.2002 redatto dall’ing. Serse Tacus con studio
in Ovaro, che prevedeva una spesa di € 65.000,00 a fronte di un contributo provinciale di € 30.987,71 devoluzione di un mutuo in corso d’ammortamento di
€ 14.125,10 e fondi propri di € 19.887,49;
- con atto della Giunta comunale n. 62 del 09.09.2002 veniva approvato il progetto
definitivo/esecutivo ed i lavori venivano appaltati alla ditta artigiana Corva Bruno
di Raveo con contratto rep. n. 503 del 14.03.2003.
Successivamente, non andando a buon fine l’assegnazione e l’avvio di attività produttive entro l’immobile, è stato deciso di allestire una saletta riunioni e conferenze
(Centro civico) nonché di trasferirvi la locale Biblioteca civica. Questo fu oggetto di
deliberazione del 08.02.2009 della Giunta comunale, composta dal Sindaco Daniele
La sala per le riunioni
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Ariis e dagli assessori Giulio Bonanni, Arrigo Danelon e Mauro Vriz, essendo ricordato
che i locali posti al piano rialzato sono stati recentemente recuperati per attività di
servizio connesse alla promozione ed allo sviluppo dell’attività turistica.
La Biblioteca
Tavolo riunioni ricavato dalla caldaia
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Destinazione del primo Piano
Il Consiglio comunale con atto n. 36 del 26.10.2002, insieme ai comuni di Ovaro
e Prato carnico aderiva all’iniziativa Progetto integrato di Vallata relativo alla zona
geografica omogenea Bassa Val Degano-Val Pesarina per la realizzazione di iniziativa
di consolidamento di Albergo diffuso e conseguentemente con deliberazione del Consiglio comunale n. 80 del 22.11.2002 il Comune deliberava di avvalersi, per la realizzazione dei lavori di recupero dei vani a tal fine destinati, dei contributi previsti dal
DOCUP OBIETTIVO 2 2000-2006 Azione 4.3.3 sviluppo di iniziative di Albergo diffuso in alternativa ai benefici di cui alla sottomisura S2-Rinnovamento e miglioramento
della struttura e valorizzazione del patrimonio edificato ai fini turistici (asse 2, misura
S, nel piano di sviluppo rurale per gli anni 2000-2006).
Con atto della Giunta comunale n. 84 del 29.11.2002 veniva approvato il progetto
redatto dal geom. Romano Martin con studio in Enemonzo per una spesa prevista di
€ 170.000,00.
Il Servizio autonomo per lo Sviluppo della Montagna in data 26.03.2003 concedeva
un contributo in conto capitale di € 106.978,64. La restante spesa veniva affrontata con
un mutuo di € 36.000,00 (anno 2004) e con il contributo provinciale (determina 5269
del 01.08.2005 fondo montagna 2005 di € 20.000,00) e fondi propri di € 27.021,36.
A seguito di precisazioni operative da parte del medico delegato del Dipartimento
di Prevenzione dell’Azienda per i Servizi sanitari n. 3 (Alto Friuli) veniva rielaborato
il progetto dall’ing. Serse Tacus in data 31.12.2003 e riapprovato con atto della Giunta
comunale n. 27 del 28.02.2004 con opere appaltate alla ditta Coradazzi Renato di Tolmezzo con rogito 521 del 07.07.2004 e successiva perizia di variante.
Albergo diffuso: cucina appartamento (Foto Astrid Doretto)
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Albergo diffuso: camera (Foto Astrid Doretto)
Albergo diffuso: camera
(Foto Astrid Doretto)
Salottino (Foto Astrid Doretto)
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Completamento funzionale dell’edificio
In data giugno 2007 per il completamento funzionale dell’edificio ex Latteria veniva redatto un progetto preliminare dal raggruppamento temporaneo dei professionisti
arch. Vanessa Gressani (capo gruppo), geom. Leandro Agostini, p.i. Bruno Dorigo, p.i.
Mauro Florit e p.i. Aldo Stefani con sede in Tolmezzo. Successivamente con atto consiliare n. 29 del 24.08.2007 veniva approvato con una previsione di spesa di
€ 250.000,00 e per sostenere la spesa era prevista la contrazione di un mutuo di pari
importo. Il Comune beneficierà di un contributo ventennale di € 17.000,00 erogato
dalla Regione Friuli Venezia Giulia con delibera n. 1781 del 28.07.2006.
L’approvazione definitiva del progetto redatto dagli stessi professionisti veniva
perfezionata con atto della Giunta comunale n. 40 del 13.05.2008 nonché la contrazione
del mutuo ventennale con la Cassa Depositi e Prestiti con ammortamento dal 2009
pari ad € 250.000,00.
I lavori sono stati appaltati all’impresa Bidoli Gian Paolo con sede in Comeglians
con rogito n. 593 del 20.04.2009.
Piano seminterrato
L’Amministrazione comunale otteneva una contribuzione aggiuntiva da parte
dell’Amministrazione provinciale di Udine concessa il 17.02.2009 pari ad € 10.000,00
(fondo montagna 2009) per finanziare il reale completamento funzionale dell’intero
fabbricato, destinando i locali del piano seminterrato ad uso deposito, magazzino e
ripostiglio a servizio delle altre due unità già presenti nell’immobile destinato a Centro
civico ed Albergo diffuso, così infatti si legge sull’atto giuntale n. 30 del 27.03.2008
che approvava detto intervento, su progettazione del Tecnico comunale in data
21.03.2008, per un onere complessivo di € 30.000,00.
L’edificio restaurato
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Verso il futuro...
Le Frecce tricolori su Raveo: buon auspicio per la popolazione
Non vi è dubbio che le Amministrazioni comunali, che si sono avvicendate, rappresentate dai sindaci, prima da Flavio Solari e poi dal dott. Daniele Ariis, attualmente
in carica, nell’utilizzare i locali della Latteria abbiano avuto davanti a loro sempre
l’obiettivo di promuovere iniziative a favore della collettività che privilegiassero gli
interessi meramente sociali e fossero rivolti soprattutto ai cittadini di Raveo a ricordo
di tutti quegli allevatori che con molti sacrifici per oltre un secolo hanno contribuito
al sostentamento di tante famiglie. Nella memoria comunque rimarrà sempre impressa
l’immagine di uomini e donne, con pregi e difetti, che hanno fatto la storia di un paese
attivo e meritevole di menzione.
Oggi l’edificio, all’interno, come detto, nel piano rialzato ospita in locali spaziosi
e luminosi la Biblioteca comunale ed il Centro civico per le riunioni pubbliche. Nel
piano superiore c’è l’Albergo diffuso, facente parte del Grop che unisce tre comuni
diversi: Ovaro, Raveo e Prato Carnico, complesso questo dotato di tutti i servizi tipici
dell’albergo, in grado di fornire agli ospiti tutti i comforts e di poter offrire una bella
vacanza in un borgo unico per l’ambiente, la quiete, l’arte e lo svago.
——————————————————————————————————
Guardando ora l’ex Latteria, caratteristica costruzione in mezzo all’abitato di
Raveo, proprio nei pressi della Chiesa di S. Floriano e del Municipio, dove a lungo
operò quella vecchia, non può non sorgere un po’ di nostalgia per un mondo rurale
che ora non c’è più ricordando che in fin dei conti nonostante le guerre, i terremoti e
le carestie la gente era serena se non proprio felice ma in grado di affrontare ogni traversìa, mossa da uno spirito di solidarietà che oggi è pressocchè inesistente a causa
della modernità che avanza e tende a favorire l’indifferenza e l’egoismo.
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L’Amministrazione comunale di Raveo ha deciso all’unanimità di ricordare in
un’epigrafe il 130° anno di fondazione della Latteria Sociale di Raveo, tappa miliare
per la storia di una comunità che non vuole dimenticare il proprio fecondo passato:
A ricordo perenne
della tenacia ed operosità
di tutti i soci
della Latteria Sociale di Raveo.
Nel 130° della sua costituzione,
questi locali, ora di proprietà comunale,
siano luogo di ricerca e confronto
per le nuove generazioni.
Con l’aiuto di Dio
si possa ritrovare quello spirito
di solidarietà e concordia
che ha contraddistinto i nostri avi
e la nostra comunità.
1883
2013
Luglio 2013
Il Segno Litografia
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Nascita delle latterie