- Spedizione in abbonamento postala Gruppo III N. 6-7 31 Luglio 1957 - O R G A N O MENSILE D E L L B A S S O C I A Z I O N E I T A L I A N A PER IL C O N S I G L I O .. DEI C O M U N I D'EUROPA Il P a l m o dei Congressi, sulla Mosa, p a l e apparirà agli ammiinistratori locali che parteciper*anno agli Stati Generali di Liegi Una risolumione pol16ica della Sezione Iialiana del Consiglio dei Comuni d' Europa m% - Mercato Comune europeo :ed Euratom: aspetti positivi e insufficienze cesperienza positiva della CECA Comunità europea di Credito comunale Ente Regione, autonomie locali e unificazione europea Necessità di piani finanziari straordinari per la scuola Comunità politica (europea Rilancio dell'Appello di Esslingen per l'Assemblea costituente europea La rappresentanza delle comunità locali nelle istituzioni soprannazionali europee Doveri culturali e politici degli amministratori locali - - - - - - - I l Consiglio Direttivo della Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa, riunito a Roma 1'11 giugno 1957 sotto la presidenza del Sindaco Peyron, alla presenza di amministratori locali convenuti da ogni parte d'Italia, ha approvato all'unanimità, dopo una discussione arricchita da numerosi interventi - relatore il segretario generale, consigliere comunale Serafini - la risoluzione, che riportiamo di seguito. I1 resoconto delì'importante riunione trovasi in altra parte del giornale. La Sez'one italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa non può non aderire ai fini &e si propongmo il Trattato del MEC e quello de119EURATOM: cioè, appunto, la mdituzio'ne di un mercato mmune europeo e una politica economica unitaria per il razionale e rapido sviluppo della produzione dell'emergia nucleare. Indubbiamente è legittimo constatare gravi insufficienze nei due Trattati ai fini del raggiungimito degli scopi prdlssi, soprattutto per 19abba,ndonodel principio della sopramzionalità, che risultati msì pwitivi ha dato per la CECA: ma non sempre la d r u z i a n e degli edifici storici avviene per le vie più razionali e convenienti, e i due Trattati in questione servono - quanto mena -- a suscitare un m o r me interewe dcl'opinione pubblica, generica e qualifimta, intorno ai rispettivi problemi e a porre in moto una serie di iniziative, che senza dubbio concomnct a facilitare l'unifimzione su basi federali del17Europa. La Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa mette in guardia contro la prospettiva di una m a di libero scambio, che sia avanzata p e ~ ritardare l'urgente formazione del mmcato comune europeo: e oltre a ciò denuncia il protezionismo e le discriminazioni, che si vorrebbero mntrabbandare, di fatto, attraverso la zona ipotizzata. Questa, infatti, mentre prevede un più libero scamlbio dei prodotti industriali a favore di nazioni forti economicamente, nel loro stesso interesse mantieme il protezianismo agrioolo, con la conseguenza di aumentaire le sperequazioni e o m m i c h e e sociali europee, a tutto svantaggio dei Paesi deboli o sottosviluppati. (continua a pog. 2) E' uscito, con un messaaggio di a u g u r i e di appoggio del Ministro degli M a r i Interni, on T a m h n i , il primo numero di Amministrazione civile *, Tivista di studi ,e politica a m i n i s t ~ a t i v adiretta da Luigi Giovenco, un assai preparato funzionario del Ministero stesso. Questa rivista vuole essere terreno d'incontro e d i discussione fra amministrati, amministratori periferici e centrali, uomini di dottrina e uoanini palitici: e ci sembra una buona intenzione, specie in Italia. Da noi infatti c'è una tradizionale dissociazione fra cultura e politica, pur nel rispetto delle relative autonomie (ci sono invece casi non infrequenti di subosrdinazione t m t c o u ~ tdella cultura alla politica); c'è uno scarso dialogo fra amministrati ed amministratori; c'è una distorta interpretazione del senso profondo dell'opposizione e di qualsiasi dialettica ' costituzionale ., che vengono intese (o sottintese) nel Parlamento e nei r a p porti fra Potere centrale e Poteri locali, o fra il cittadino e qualsiasi Potere pubblico, ccune alternativa tra conformismo o trasformismo e sovversione. In Italia o si sta e al Governo o si pensa a un futuro, nuovo Stato, da creare, nel quale ci si procaccerà tutto il potere, per attuare integralmente i propri schemi mentali Analogamente una maggioranza quaisiasi tende da noi a identificarsi senz'altro col Potere pubblico nel quale agisce, poco disposta a riconoscere la illuminata eminenza = - per usare un termine filosofico - di o~gniPotere pubblico in sé :che è di tutti i cittadini, maggioritari e minoritari) sulla maggioranza affermatasi nei suoi organi legislativi o esecutivi. E' interessante che questa iniziativa editoriale venga dal Centro: sta agli amministratori locali, come ai cittadini tutti, di non deludere una intelligente dimostrazione di buona volontà. Non sottaceremo poi che a Amministrazione civile D - organo mensile - è ricca di una documentazione pregevole e di rassegne, dove si respira anche aria europea. Nel n. 1, anno I (giugno 1957) della rivista segnaliamo importanti articoli di Massimo Severo Giannini, Pietro Gasparri, Elio Gizzi, del no~stroMicara (su I1 Consiglio dei Comuni d'Europa D ) e di altri. . . . La s e g r e t e r i a dell'A.1.C.C.E. rimarrà c h i u s a per i soci dal 1" al 31 a g o s t o p.v. 31 Luglio 1957 COMUNI D'EUROPA (con~inunzione di pag. I ) In particolare la Sezione italiana del ChnQgli0 dei Comuni d'Europa guarda col più vivo intemesse alla prevista costituzione della Banca europea di investiunenti e a quella di un Fondo sociale, perché entrambe unitamente ai capitali che a smpo sociale destina b CECA - assumono la più gramde importanza per il lavoro con essi collegata, che potranno svolgere ia Comunità europea di Credito comunale e il piriogetkah Istitubo europso di Creditcu comunale. I due Trattati, posti di f m b e all'opiniom pubblica, siolio serviti e servomo indubbiamente per smascherare una prima serie di iilogici e arcaici intereasi privil'egiati, che prosperano nei vari S h t i nazimdi ewr@: i quali interessi, peraltro occorre sothlim s l o realisticamente -, sono riusciti ad attenuare largamente gli aspetti positivi dei Trattati. In ogni modo ia politica. per una Comunità economica eumpea quali che siano gli strumenti oggi prorpacti, che awpic h i o siano ratificati, malgrado l e &e riserve, per poter pmmdere subito oltre è stata assunta da 6 Gwerni europei e ha trovato, nel ciompleaso, larga e favorevole eco nei rispettivi Parlamenti: ciò va salutato c m gioia e oCti@mo. Tuttavia ciò comporta che le sbmtture e le istituzioni nazionali, coemntemente, vengano adeguate alle prospettive di una Comunità europea. Per quel che riguarda la Sezione italiaaa del Consiglio dei C m u n i d'Europa ossierveremo che la realizzazion,e del19EmteRegione, previwh dalla Cos t i h i z h repubbliaama, di un più coraggioso decentramemto gerarchico e di un reale dem t r a m e n t o autarchiw, cioè la creazione di un agile sisitema di autonomie, favorirà l'hserimlmto di tu.tDa l'Italia m1 MEC e un piem godimento dei sud benefici. Nob~enuialtresì per qu~ellegame che spesso sussiste (ed è mevisto dituzionalmente) tra gli Enti hiitoriaii l a l i ,e l>edu<)azione pubblica (spiecEe l'istruzione professionale. l'cdumzione d w l i adulti, l'ass&tenza simicile nel suo indiri& più mode-, ecc.) che l'integrazime economiaa eutropa p d u l a per l'Italia. piani fimmiari scolastici s t r a o r d i , iiaziondi, regionali, lmocaii,per portare il nostro Paese a un decoroso -o di capacità competitiva con gli altri della Comunità. Ma ci preme soprattutto che la prossima tappa che ci aspetta, e per la quale dobbiamo mddoppiare i nostri sforzi, è quella dRll'unificazione politica de1l9Europa, « sola garanzia efficiente D tmr usare recenti tih e del Presidente ~ m c h i « per -un s w e n i r e di ~rosweromnella libsrtà e nella pace;. &mi6 ci&iare i comuni iìni economici dai problemi della p o l i t h &TB e della sicurezza del19Eumpa? Come m eraarie le istituzioaii sopranaziamli, che ehardinino politica econrnnioa, politica sociale e p o l i h a e t e r a europee? La giusta condanna di awmimmti quali lo strazio dell9Unighena e l'oppwsime dei suoi citkadini, della sua c l a w lavoratrice e dei su& intellettuali, la giusta critica di Custituzioni che, a somiglianza di quella &dica, sano falsamente federali e m democmtiche (&. per W. 3 suoi larticoli 126 e 141), iìnim m o per suomare come vuote ipocrisie se gli europei si liniibranno a rincorrere gemeriche intese intergovemative, per salvare i resti di un loro prestigio tnmmkato, senza avere il colraggio di togliere il potere a gruppi privilegiati e nazionciìisti, che sono incapaci di impostare la ricostruzione interna del19Eumpa e i suoi apporti con gli altri contimenti e i temitori s00606Vilu~wti (srbecie l'Africa) su basi aounpletammk- nuove e veramente democratiche: soprattutto suoneranno ipocrite e semm senso se gli europei nxni sapranno darsi una m u n e Costituzione feàearale. La Sezione italiana rivendica a tutto il Consiglio dei Comuni d'Europa il merito di avere dato il via - nell'oscum ottobre 1954 . e col eoncoimo di albe mille ammiinistratori locali europei alla ripresa delle iniziative per l'Europa unita, m n l'inmraggiammto d i un memorabile messamio dell'allora Presidente Einaudi, rigorosa-&nte indicando come fine primo quello della «costituzione di uiig Comiinità politica europea con poteri limitati ma reali, sui piani politico, economico e sociale, e sottoposta al controllo d e m m t i c o - - - - - - ~~ - . - RICORDO D1 CELESTE BASTIANETTO Gli inizi del Consiglio dei Comuni d'Europa sono stati un atto di fede. Quando vennero sollecitazioni in Italia, per partecipare alla sua fondazione, sia da parte di federalisti francesi che dal gruppo svizzero attorno alla De Jager, ed io mi assunsi il compito non semplice di formare la delegazione italiana per l'Assemblea costitutiva del CCE - e più tairdi organizzai la creazione di una autonoma sezione italiana con l'aiuto quotidiano e l'incitamento di alcuni federalisti europei e di alcuni militanti in favore della democrazia locale e comu,nitaria, a cui dovrà continuare a rivolgemi anche in futuro tutta la nostra memore gratitudme, ebbi, costante, l'incoraggiamento d i Celeste Bastianetto: non posso davvero dimenticare la sua cordiale e appassionata collaborazione, il suo entusiasmo, la sua modestia. Ora che il Consiglio dei Comuni d'Europa è diventato una delle maggiori organizzazioni europee sembrano così lontani i pur recenti tempi in cui, nel mio studio di via di Porta Pinciana. discutevamo c m l'amico Bastianetto delle prospettive avvenire della nostra Associazione. del ruolo dei Comuni e delle c m u nità locali nella costruzione deL1'Europa. Purtroppo la salute già non lo assisteva più completamente, ed Egli venne troppo presto a mancare ai nostri lavori. Mi sia permesso, oggi che si è percorso tanto cammino, di rievocue brevemente questo fervente democratico e federalista eurodeeli anni difficili ,. ~ e l e & e - ~ & i a & ? o era nato a - s a n Donà di Piave nel 1899 e, compiuti gli studi a Pmsagno e a Treviso. si era laureato in giurisprudenza a Padova. Valwoso combattente sul Piave e mmmnh dal suffraeio universale dimetto P. Grappa nella prima guema mondiale, fu Sumessivamate, da ksslingen a m Nedc~, il sul gravemente ferito nell'ottobre 1918, a soli 19 Cansielio dei C m & d'EUrcma ha lanciato anni, e venne decorato al valor militare. Fu due appelli per la Comunità politica europea fra i fondatm-i del Partito Popolare di Venezia. e per la eunvowzione del17Assemblea costi- e di esso l'ultimo Segretario provinciale, nel tuente europea, uno ai Governi - che ebbe 1926, prima dello scioglimento. Comigliere proriqmste tutte del massimo interesse - e vinciale di Venezia nel 1919 e nel 1923, Bastial'altro agii amministratori looali di tutta netto f u anche Presidente della Sezione del dell'Associazione nazionale MutiEuropa ormiai disc11sso. e ratiiicato mi Bassoe Bave Invalidi di guerra, e ricoperse inoltre Consigli comunali di centinaia di città eum lati varie cariche nelle associazioni cattoliche: nel pee Oggi la S e z h e italiana del Consiglio 1921 fu Presidente della Gioventù cattolica di &i Comuni d'Europa afferma che gli appeili Treviso, nel 1931 di quella di Venezia, e f u vamm rilanciati com ri3movato vigore. quindi segretario regionale per il Veneto. Fu La Sezione ilaliama del Consiglio d d Co- anche segretario wgionale dell'unione nazionale muni d'Europa è d'avviso, iiaoltre, che il Reduci di guerra fino alla soppressione ad opera Consiglio dei Comuni d'Europa, mll'approsdel fascismo. simarci al 1zuomento in cui sarà reda* da Ponte di sole e Grazie, Due volumi, un Parlamento europeo la Costituzione degli Mauro testimoniano il suo senso di socialità Stati Uniti d'Eurm>~:& utile che offra La e il suo anelito alia riabilitazione umana. Nel sua collaborazione,-pkmuuvendostudi o p p y - 1925. attratto dai suoi studi di sociologia, fece tuni a m r d i n a r e l'e~mriemza degli m- un primo viaggio in vari Stati d'Europa, che nistratori W l i e ia dqatrina dei &ridi, per integrò poi successivamente spingendosi negli far valere, nell'ambito 1dR1iaC d i t u z w n e fe- Stati d'America e partecipando inoltre a nurnenazionali e internazionali di derale, i priltcipi delia « C a d a europea delle rosi Congressi penitenziario e oriminologia. libertà locali D e, in generale, le richieste diritto Fu tra i prirni aderenti per la costituzione iartituzianali fatte dagli Stati Weraii di Ver- del Partito della Democrazia Cristiana e, du~ailles,di Venezia e d i Franmforbe sul Meno rante la Resistenza, fece parte dell'Esecutivo - Bad Hamburg. A quarto propocjito r b Militare Regionale Veneto e quindi del Comando grazia il Presidemte dRl11'Assenblea oanniltiva Regionale Veneto del C.V.L., assumendo fundel Cunsiglio d'Europa, Dehousss, che - nelia zioni delicatissime e di grande responsabilità. sua r s l a z h e su a: Una Autorità politica enro- Arrestato il 7 aprile 1944. rimase in carcere pea », presedata a l C -d'Europa, che sotto le SS tedesche molti mesi, sempre sotto la minaccia d i essere fucilato. Dopo la liberasi svolge so* gii auspici del MovimianQ Europeo a Roma -, trattando di un Parla- zione, nello stesso aprile 1945, venne nominato mento biciameraie europeo e citando l'opera, Vice Prefetto di Venezia, e nel 1946 fu Deputato alla Costituente, mentre per cinque anni, a suo avvisa banumiehta del C d g l i o W dal Comuni d'Europa, ha aiTermato 1 ' 0 ~ 1947.~ricopease la carica di Sindaco di San in di far posto nella seconda Camera a i Donà di Piave. Nel 1949 si recò a -grado alla preparazione di un accordo c m wppresentanti delle mllettività M i (Co- relazione Jugoslavia circa la pesca in Adriatico, e nel muni ed Enti ferritoriali M i maggiori). la 1950 sedeva al Consiglio d'Europa. Nel 1948 era inoltre la Seziane italiana del Consiglio dei stato eletto Senatore della Repubblica. Comuni d'Europa afferma, in lima gemerale, Fu europeista convinto già tra le due guerre che, se il giurista per ripetere b a u h - mondiali e guidò la Delegazione italiana, che voli, recenti parole del1 Presidente della C m h nei gennaio 1951 partecipò a Ginevra all'AssemC u s t i t u z h d e italiana, Azzariti può e deve blea costitutiva del Consiglio dei Comuni di dare la sua opera pcw la C o s t i h z i m del- Europa. Sfortunatamente non molto dopo ragioni di salute lo cominciarono a tener lontano l'Europa unita, in q w m h agli non è s 0 1 ~ un semplice shumRliibq un chmiiìcatore di dalla politica attiva, e ne dovemmo piangere ~wamtee di istituzioni, anche, secomdo la perdita nell'ottobre 1953, quando più avel'esempio della giurisprudenza ~ounana,il pro- vamo bisogno della Sua opera fattiva, esperta, disinteressata f e t a che prevede la loro e v o l u z i m e l @ t m migliore maniera di onorare la memoria degli d r u ~ n m t iatti atiia realizzazime, a saa diLaCeleste Bastianetto è quella di continuare volta l'amministratone l d e m è un san- a lavorare ogni giorno per l'Europa, non aspetplioe mspansabile di atti anminktmtivi, ma tando che la sua unità ci venga come un regalo l'animatore di base della democrazia e colui dall'alto, ma contribuendo viceversa ad essa &e vivendo a contatto quotidiano degli nei nostri posti di lavoro - importanti o monei Consigli comunali, prouomini - della democrazia vede spesso Le desti che siano caremze più profrn.de e le esigenze più lon- vinciali e regionali, in tutte quelle strutture di bam: egli ha oggi, duiique, mmi h t o il diritto base, a cui Bastianetto - asserime di una autentica democrazia pluralista - credeva proquanto il dovere di dare il suo m m m attivo, f ondamente. intellettuale e plitioo, alla fannanioaie dellor . - -. . D . 3, - - - - - deau>craeYa federaie emopea. -. UMBERTO SERAFINI 31 Luglio 1957 3 COMUNI D'EUROPA IL CONGRESSO D'EUROPA A ROMA resto ha il merito di essere stato il primo divulgatore di questa idea). I1 Presidente della Assemblea Con,sultiva. del Consiglio d'Europa h a affermato che l'evoluzione delle cose inciterà gli Stati che partecipano alle attuali All'apertura del Congresso d'Europ'a il Preistituzioni euro'pee, a sostituire alla nozione di sidente Gronchi h a pronunciato un discorso, il Assemblea que~lladi un Parlamento bicamerale cui tono dovrebbe suo'nare a vergogna di molti eurolpeo, comprendente, a fianco di una Camera europeisti ufficiali e che ha su,scitato u n a certa meraviglia fra la maggioranza di coloro i quali, eletta a suffragio universale, una Camera che rappresesnterà gli Stati come tali. Simile strutconvocati dal Movimento Europeo, hanno partura si imporrà anzitul,to pres'so i sei Paesi della tecipato - parlamentari e no - al Congresso CECA. Conviene riflettere sin da ora - h a d'Europa (Roma, Palazzo dei Congressi all'EUR, affermato Dehous,se - a ciò che sarà la seconda 10-12 giugno). Camera euro'pea. E ha continuato testualrnei~te: Mentre numerosi parlamentari di partiti cosiAffermare che vi si :rappres'enteranno gli "indetti europeisti camminano nella costruzione teressi na,zionali7' è u n po' poco. Oltretutto glj dell'Europa, molto più lentamente di quel che Stati come tali non hanno il monopolio di questi vorrebb'e l'opinione pub'blica, ormai matura; ultimi. Nelle democrazie d'occidente altre entità mentre non po'chi dirigenti di movimenti eurohanno il diritto di essere prese in considerazione. peisti ammoniscono ancora alla prudenza, quasi che gli Stati Uniti d'Europa ra~ppresentassero E' il caso, soprattutto8, delle collettività lo'cali (Enti territoriali loscali maggiori e Cosmuni), un salto nel buio, il Capo di uno Stato nazioalle quali sarà opportuno dare u n posto impornale ha detto chiaro e tondo che occorre fare tante. La simpatia chie esse hanno votato fin presto. Io voglio dirvi come sia necessario che dall'inizio all'idea eursopea, il concorso efficace da parte degli uomini politici ... si accelerino. i che esse no'n hanno cessato di apportare per il tempi, poiché il tempo non aspetta e gli avvenitramite di o'rganismi come il Co~nsiglio dei menti hanno un loro corso che non possiamo Co'muni d'Euro'pa, ve le hanno già preparate. sperare di interrompere ed anche soltanto d i Poche altre collettivita a l di fuori dello Stato, rallentare =. lo sono allo stesso grado. Io aggiungo che, nel Più in là il Presidente Gronchi ha detto: Io seno di una seconda Camera, le collettività locali penso che l'Europa abbia una missione da comcontribuiranno a fare prevalere u n migliore di interessi equilibrio tra le diverse categorie Sarebbe u n ~uosto nazionali nel mondo, s,e la La risoluzione finale del Congresso di Roma Europa rinunziasè stata estremamente timida e soprattutto non se a questa sua ha impegnato i partecipanti - parlamentari e missione, che non no - a nes'suna specifica azione politica in relaè limitata a l nastro zione ai voti fatti nella relazione stessa. Si è continente, ma è ammessa la necessità di una politica comune proiettata inevitaeuropea, di istituzio'ni politiche europee dotate bilmente verso i di poteri reali, di elezi'oni a suffragio universale problemi di tutti di deputati europei. ecc.: ma non. si è andati i popoli. Ecco la al di là della ssperanza di una lenta e automatica ragio,ne per cui cotevoluzione delle minciando, richiaistituzioni attuali, mavo la necessità per opera di no'n di procedere con si sa quali forze la maggiore ranaturali. No~nsi e pidità consentita accennato alla nedalle possibilità di cessità di una forciascuno, p o i C h e za sopranazicrnale, g l i yvenimenti che ubbidisca pricamminano e non ma alla dis'ciplina è saggio seguirli e u r o p e a che a con passo tro'ppo quella dei partilento... L'integrazione economica ha una grande coiarismi nazionaimportanza, e così pure gli accordi particolari li, e che - pur nei vari settori; ma l'Europa non sarà Euro'pa co'i dovuti accore non conterà d i nuovo nel mondo fino a che gimenti e senza essa non avrà acquistato l'unità politica ... B. bisogno d i rizzare I1 Presidente Gronchi ha concluso che occorre le barri'cate rendere chiaro alla coscienza delle singole nadetermini un'auzioni l'urgenza dell'unità politica europea. S e tentica pressione, essa non si formasse, poiché gli avvenimenti autonoma, sui Gocerto non si arrestano', potrebbe darsi, o signori, verni, sui Parlache noi arrivassimo troppo tardi; e s e arrivasmenti e sui Partiti simo Frosppo tardi, non sarebbe solo in gioco nazionali, offrendo quello che può dirsi, i n largo senso, il problema una concreta alternativa politica nelle varie nazionale d i ciascun paese: sarebbero in gioco vicissitudini della politjca quotidiana e facendo, quei principii fondamentali della nostra civiltà per la prima volta, dell'europeismo qualcosa senza dei quali si piomba nelle autocrazie che di inconciliabile col quieto vivere, sì d a far distruggono, con la libertà politica, le libertà cadere, se non preso nella debita considerafondamentali per la dignità e la vita di ciascuno zione, i Governi, le Segreterie dei Partiti, la di noi Z . disciplina dei Gruppi parlamentari. L'insufficienza della risoluixone finale del Congresso di Roma h a spinto u n grziy~podi federalisti europei I lavori del Congresso; la proposta - con alla testa l'on. (Giacchero, membro dell'Alta Autorità della CECA e Presidente del di Dehousse; la risoluzione finale; Comitato Centrale dell'Union Européenne des il discorso di Micara Fédéralistes, e Alexandre Marc, Presidente del Bureau esecutivo dell'UEF - a esprimere la I1 Congresso si è aperto con una relazione propria oppoir;izione. nella votazione svoltasi per dell'ex Ministro degli Affari Esteri d'Olanda, divisione, al paragrafo della relazione relativo Beyen, il quale ha parlato dello sviluppo della alle istituzioni europee e a l modo di ottenerle. integrazione europea. Son seguite tre relazioni: e ad astenersi nella votazione sul comvlesso la prima di Dehousse, Presidente dell'Assemblea della risoluzione. consultiva del Consiglio d'Europa, su Una I1 sindaco di Frascati Micara a l termine del Autorità aolitica euroaea B: la seconda d i KiesCongresso, ha offerto uii simpatico ricevimento siiiger, m6mbro del ~Uiidestage Vice Presideiitc a tutti i partecipanti pronunciando u n brillante della Assemblea coiisultiva del Consiglio di e garbato diyorso. nel quale osservava che il Europa, su a Come concepire e realizzare una Consiglio dei Comuni d'Europa si è ripetutapolitica estera europea? =; la terza di Teitgen, mente pronunciato a favore dell'Assemblea Coex Vice Presidente del Consiglio dei Ministri stituente europea. ed ex Ministro dei Territori d'oltremare della Repubblica Francese su = Problemi dell'associaL'ammonimenito di Pio XII zione dell9Europa e ' delllAfrica =. La relazione di Dehousse, se è risultata trolppo timida. e ai coq~essisti conformista circa il passaggio dagli Stati nazioI1 Papa ha ricevuto i n Vaticano i pa~tecipanti nali alla Comunità politica sopranazionale a l Cong~esso d'Europa e ha rivolto loro u n Dehousse non si è posto il problema della disco~so,d i cui riportiamo la prima parte. Offorza politica europea, che dosvrà costringere jviamo le parole di Pio XII alla meditazione gli Stati nazionali alla rinuncia formale alla d i coloro che non hanno ancora chiari i finz sovranità politica su affari che competono allo istituzionali della Fe.de.irazione europea. Stato federale -, ha tuttavia offerto una proa Siamo lieti di ricevervi, signori, i n occasione posta istituzionale del più grande interesse per il Consiglio dei Comuni d'Europa (che del del Congresso d'Europa che si è riunito per I1 discorso del Presidente della Repubblica . ,). . . iniziativa del Consiglio italiano del Movimento Europeo. Avete vo'luto contribuire, con i vostri lavori, al rafforzamento della collaborazione tra l e organizzazioni e le forze politiche allo scopo di costituire, senza indugio', l'unità d'Europa. Vo,i sapete con quale sollecitudine, No'i seguiamo il prosgresso dell'idea europea e degli intenti concreti che tendono a farla penetrare sempre di più negli intelletti e a darle, secondo le presenti pomssibilità, un inizio di attuazione. P u r passando attraverso alternative di successo e di difficoltà, essa ha guadagnato, nel corso degli ultimi anni, molto terreno. Fino a quando, infatti, l'idea europea non si era ancora in'carnata i n istituzioni comuni, dotate, in u n certo qual modo, di autorità pro'pria ed indipendente da parte dei Governi nazionali, essa poteva es'sere considerata come un ideale indubbiamente molto bello. ma più o meno inaccessibile. Ora, nel 1952, i Parlamenti di sei Paesi dell'Europa occidentale hanno approvato la formazione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), i cui risultati si rivelano oggi inco'raggianti sul piano economico e sociale. Al contrario. la Comunità difensiva europea (C%D), che doveva impegnare gli sforzi di unificazione sul piano militare e politico, incontrò vive resistenze che la fecero fallire. Allora molti pensarono che le prime speranze per la unità avrebbero tardato molto a rinascere. In ogni caso, il momento di affrontare direttamente il problema di una Comunità sopranazionale non era ancora venuto, e si dovette ripiegare sulla formula della Unione delllEuropa Occidentale (UEO), la quale. osltre all'assistenza militare, aveva il compito di favorire la collaborazione nel cam,po sociale, culturale ed economico. Ma, poiché il principio della decisione a maggioranza del Consiglio dei ministri è sotto~postoa rigorose limitazioni, e l'Assemblea non è capace di. imporre la sua volontà e di esercitare il controllo parlamentare. essa non puo essere considerata un fondamento sufficiente per edificarvi una vera comunità di Stati. Fin dalla primavera del 1955 ebbe inizio ciò che viene chiamato " i l rilancio europeo "; il quale si concludeva il 25 marzo 1957 con la firma dei trattati per 1'Euratom e il Mercato comune. P u r essendo limitata nel campo economico, questa nuova comunità può condurre, p e r . l'estensione stessa di tale campo di azio'ne, ad affermare fra gli Stati membri la coscienza dei loro comuni interessi, senza dub'bio dapprima sul so810 piano materiale, m a se il successo sarà confo'rme alla aspettativa, essa potrà, in un secondo tempo, estendersi altresi ai setto'ri che riguardano maggiormente i vaiori spirituali e mo'rali. I1 vostro Co'ngresso ha guardato con franchezza a l futuro ed ha esaminato, in primo luogo, il punto decisivo d a cui dipende la costituzione di una comunità nel senso proprio: lo stabilimento di una autorità politica europea, il p o s s e s s o di un reale potere che imaegni la s u a questo punto di . " vista, l'esecutivo d e l l a Comunità economica europea (CEE) segna un regresso nei riguardi di quello d e l l a Comunità carbosiderurgica, ove l'Alta Autorità gode d i poteri relativamente vasti e non dipende dal Consiglio dei ministri se non in alcuni casi determinati. Tra gli uffici che vi attendono ora, c'è prima di tutto la ratifica, da parte dei diversi Parlamenti, dei suddetti trattati firmati a Roma il 25 marzo; poi dovrete cercare i mezzi per provvedere al potenziamento dell'esecutivo nelle comunità esistenti, per arrivare infine a prospettare la costituzione di u n organismo politico unico. Voi avete altresì studiato la questione d i una politica estera comune ed avete osservato, a questo riguardo, che, per essere applicabile e per poter produrre o'ttimi risultati, essa non suppone necessariamente che l'integrazione economica sia già u n fatto compiuto. Una politica estera europea comune, suscettibile d'altra parte di ammettere differenziazioni, a seconda che essa si eserciti nel quadro di questo o di quell'altro organismo internazionale. p o g g i a egualmente sulla coscienza di interessi comuni economici, spirituali e culturali; essa diviene indispensabile '- COMUNI D'EU ROPA 4 in un mondo che tende a raggrupparsi in blocchi più o meno compatti. Fosrtunatamente non mancano punti di a,ppoggio per metterla i n opera nelle istituzioni europee esistenti, ma essa attende ancora uno strumento efficace di elaborazione e di applicazione. Infine, avete co'ns,iderato i problemi dell'Associazione dell'Euro~pa e dell'Africa, ai quali il recente trattato del Mercato comune ha riservato un posto notevole. Ci sembra necessario che l'Europa mantenga in Africa la possibilità di esercitare la sua influenza educatrice e formativa e che, alla base di quest'azione, essa apporti un aiuto materiale vasto e comprensivo, che contribuisca ad innalzare il livello di vita dei popoli africani e a valorizzare le ricchezze naturali di quel continente. Così essa dimostrerà che l a sua vo'lontà d i formare una comunità di Stati non costituis'ce un ripiegamento egoistico~, che essa non viene determinata d a un riflesso di difesa contro l e potenze esterne minaccianti i suoi interessi, ma che procede soprattutto da movimenti costruttivi e disinteressati p . Opinioni : ( Un problema posto in maniera delinitiva e non p i i eludibile ..... Che il problenia della Germania do'mini, e nel modo più drammatico, il destino dell'Europa, e quindi le stesse sorti nostre, è ormai verità notoria ed accettata da tutti ..... .....Asso'ciare la Germania alla Francia e agli altri paesi o'ccidentali è operazione delicata ed in,quietarite; asso'ciare ai prosblemi nostri le oscurità che celano l'orizzonte tedesco è operazione rischiosa. Ma è l'unica operazione ragionevo'le, quella che offre i maggiosri vantaggi e dà maggior forza ad una politica di pace e di progresso economico e so'ciale, quella che limita i ri,schi, poiché inquadra e vincola l a libertà di movimento' della Germania, ed apre ad essa prospettive pacifiche di soluzione del suo maggior problema naziomnale. Senza Germania la creazio'ne di un'Europa federale non è pensabile in termini politici, militari ed economici. E la rapida formazione di un primo nucleo federale è l'unico mo'do, l'unici, strumento per a,ssicurare ai no'stri paesi capacità autonoma di difesa, vitalità politica ed economica, coatrollo autonomo della politica europea di pace di fronte ad ogni possibile fluttuazione deila politica dei grandi blocchi che dominano la scen,a del mondc', per ar~restareil proces,so di disgiegazione earo'pea e riequilibrare la vita mondiale, che soffre di questa carenza... .. .....I1 processo dfi organizzazione e unificazione noln sarà agevole: colpi d'arresto' potranno sopravvenire, crisi potranno scompigliarci. Ma se non erriamo la ruota del volano ha superato il momento d'inerzia, e la macchina si è mossa ..... O sopravviene la guerra a travolge~ciforse irreparabilmente. o il problema dell'organi~zazion~ federale dell'E~u-opaè posto in maniera delfinitiva e non più eludibile. Questa unificazione europea costituisce il modo e lo strumento', il so'lo a nostra portata, per o~rganizzarela nostra pace, per tute'lare il no'stro sviluppo pacifico'. E' il modo e lo strumento per garantire la nostra indipendenza, e la libertà, prima di tutto, del nostro spirito naizionale. L'acredine di Mosca, e, per sua procura, del co'munis:mo, nemico d i ogni solidificazio'ne, ci avverte nel modo più esatto che siamo sulla buona strada. Le altre altemative, attentamente considerate, lasciano ciascuno dei t r e maggiori paesi dell'occidente europeo esposti a l riflusso del provincia~lismopsicologico, del nazionalismo politico, delll'isolazionismo autarchico, e quindi d i involuzioni interne, al termine delle quali sta la perdita di importanza e il vas,sallaggio, in u n primo tempo verso' l'America, forse in un momento successivo verso la Russia. Ma la strada è buona, se intendiamo l'impe,gno dure~volee protfondo ch'essa comporta, più forte e tenace degli scacchi e degli scoraggiamenti... Modi (eloquenti) di non fare l'Europa Sotto questo testuale titolo e Mondo economzco B del 22 giugno 1957, ha pubblicato un comine?ito, di cui riportiamo due tratti ,essenziali: Quai1d.o il Presidente Gronchi ebbe finito di pronunciare il suo eloquente appello per l'unità europea si poteva dire che il solenne Congresso internazionale del Movimento Euro'pe'o che egli inaugurava all'EUR non avesse più nulla da dire.. Ed invero non allineò altro che invo'cazion~,generiche e gratuite. Questo Movime,nto'*, fu una creazione del perio'do marshalliano quando occorreva scuotere 1'Eurot~anella s u a convalescenza postbellica di fronte alla pressiomne so'vietica. E poiché restava su un piano generico e propa,gandistico, diplomatico-militare e non organizzativo, l ' I n , g h i l t e r r a ne prese la testa, e Churchill s e n e servi come di tribuna. E s s o .poté così contribuire a creare u n c e r t o stato di spirito. Passò. ~ i ùtardi, nell'e m a n i di Spaak, con prospositi più definiti di lavoro. Ma, fallita la CXD e seppelliti i progetti della Comunità Politica Europea, cadde praticamente in co~me letargo. Ora se ne tenta il " rila,ncio suppo'rto della nuosva posfitica dei ~ r a t t ' a t i del Mercato Comune e dellEuratom. Ma S'paak, pagato il suo debito europeo co'n la plreparazione dei due Trattati, è passato alla NATO, mentre la presidenza internazionale del Movimento è stata affidata a Franqois-Po'ncet. Nosn crediamo sia s'tato un guadagno. Rieonsclidate l e comunità nazionali, il Mo'vimento è tornato a riunirsi a Roma. Son p~assati sette-otto anni d a quando a Strasbprgo. Paul Reynaud pronunciava il dilemma s'unir ou perir" e le parole d'ordine ed i motivi oratori sono rimasti gli stessi, così come Teitgen h a puntualmente risfo'derato per la politica euroafricana " Le plan de Strasboury ". Costanza d i declamazioni. Ma che si è fatto sul terreno' concreto?... Non gioca all'effica,cia d i una pro'paganda pur anche generica una trascrizione in termini internazionali di modeste politiche governative. E neppure gioiva in una situazione nuova riprendere gli stessi motivi d i iniziative fallite O superate. Perché l'accolta rolmana di illustri difensori de1l'Europ.a non si è messa piuttosto d'accordo su impegni concreti e definiti, e sia pur modesti, dell'attuale politica europea che significassero uno sblocco delle istituzioni esistenti, o un passo avanti nella creazione degli stnimenti della costruzione europea? No'n saremmo obbligati a s,crivere che le omelie no'n valgono molto per fare l'Europa P . . . Abbonatevt a Comuni d'Europa 31 Luglio 1957 FERRUCCIO PARRI . ~(Dall'opuscolo Per L'unità federale europea n, pubblicato dal Movimento Federalista Europeo, nel 1952). . che ormai si poteva acquisire coine sterile ogni tentativo di cre'are Società delle Nazioni = consistenti in confederazioni di Stati sovrani, laddove era tangibile il successo che si era altrove ottenuto nella trasformazione di Stati sovrani i n Durante gli anni incivili del regime fascista provincie di u n unico Stato federale. l'Europa era più facile trovare delle buone letture t r a federale soltanto potrà darci la realizzazione più libri usati delle bancarelle che fra le novita economica della divisione del lavoro, con la nelle vetrine dei negozi. F u così che venimmo caduta di tutte le barriere doganali ... E l a trai n possesso d i = Gli ideali di u n economista 3 di Luigi Einaudi, quaderno 50-51 (e~ditonel 1921) sformazione gigailtesca del mercato nazionale in mercato continentale farà sì che gli industriali, della serie IV dei Quaderni della Vo'ce, a l cui subito dopo il primo periosdo di riorganizzazione, numero 46 si trovava E Tro'ppi avvoscati! B d i troveranno davanti a s é tali capacità d i assorCalamandrei, mentre ai numeri 34 e 36 della I11 serie si trovavano due volumi di Salvemini, bimento che le industrie ne riceveranno lo stesso gigantesco impulso' d i cui fece prova l'industria rispettivamente s I1 minis,tro della malavita B e americana dopo la guerra di secessione 2. Sem,La po'litica estera di F. Crispi D. pre nel volume della FIAT si ricorda che nel I1 libro di Einaudi consis'teva in una raccolta pensiero di Giovanni Agnelli, quale risulta nelle di articoli comprendente quattro sezioni, di cui pagine di Cabiati, tro~viamoperfino anticipato oggi vogliamo rico~rdare la seconda, intitolata il punto quarto B del programma Truman sulle Politica, Impero Britannico e Società delle zone depresse. Nazioni B. In questa sez:ione era riportata una Moltissimi anni sono passati dal tempo del recensione uscita n e La Riforma Sociale del volumetto di Agnelli e Cabiati e moltissimi d a novembre-dicembre 1918: si trattava del libro quello di altri s,critti d'avanguardia di Luigi Federazione Europea o Lega delle Nazioni? D, Einaudi (questi ultimi si trovano raccolti nel scritto in co~llab~orazione dal prof. Attilio Cabiati volume La Guerra e l'Unità europea n) ; molti e dall'industriale Giovanni Agnelli, e,d edito dai sono anche passati dai tempi della bancarella: fratelli Bo'cca (Torino, 1918). nel frattempo si è svolta una seconda guerra Quel libro trovato su una bsancarella negli fratricida e siamo arrivati all'èra atomica. Baanni di apprendistato universitario e quella sterebbe riandare a tale passato, rimeditare la recensione ci so~notofrnati in mente i n questi saggezza d i chi ha visto giusto prima del disagiorni. risfogliando il vo~lume « I cinquant'anni stro, per rendersi conto di tutta l'irresponsabilità deiin FiAT: 1899-1949», edito d a Arnoldo Mondi coloro che, ancora oggi, vogliono arrivare per lentissima evoluzione e attraverso meschini patdadori (1951). Nel capitolo Documenti del pen: teggiamenti all'unio'ne euro'pea. Oggi è tempo di siero politico-sociale di Giovanni Agnelli si ricorda che Agnelli parlava di una Eurospa fede#- Assemblea Costituente europea: oppure l'attuale classe dirigente politica ed eco'nomica si merirale già nel 1916; e si ricorda anche che il libro da noi sopra citato uscì anche a Parigi, n e l 1919, terà in pieno la definizione di irresponsabile 2 . edito da Giard e Brière. Cabiati riportava nella Argo prefazione a l libro, da~tata agosto 1918, che Agnelli verso la fine del 1916 gli aveva affermato che non era tutto vincere il prussianismo, ma era un debito d'o'nore verso le generazioni future PLANS ET PROGRAMMES REGIONAUX conquistare l a sicurezza\, dare losro l'assicurazione che una distruzione così terribile di uomini D'EXPANSION ECONOMIQUE e d i co'se non sarebbe giù possibile: = e allora, (Supplément aux Cahiers de l a Conférence per processo di selezione D, - riferiva Cabiati Nationale des Colmités Régionaux d'E#dudes) Agnelli veniva alla còriclusione che, eliminate tutte le soluzio~nimedie g'ossib'ili,il solo e diretto E' u n opuscolo che riporta l'essenziale delle mezzo di raggiungere tale scopo era quello d i fare capo a una Euro~pafederale D. Questa idea giornate nazionali d i studi per la messa in valore della Francia e l'aménayement d u ter= ardita e nuova attrasse l'attenzione di Cabiati che, do,po matura riflessione, si convinse della ritoire, svoltesi a Saint-Brieuc (17-18-19 marsua giustezza: di qui l'migine dello storico zo 1956): f r a i contributi noteremo quello di Guy de Carmoy, l'autore dell'eccellente Forlibretto. Le tesi d i Agnelli e dli Cabiati, rievocate nel tune d e l'Europe B (Domat, Paris 1953). La Con(conrlnua a pag. 11) volume s u l cinquantennio della FIAT, wano . i . . . . . . 6 31 Luglio 1957 COMUNI D'EUROPA 10N]E A §]E S Q= 5 liNN]E S del bureau internazionale del CCE Critiche all'incerto atteggiamento dei rappresentanti dei Governi nazionali circa la Conferenza europea dei Poteri locali Prospettive dei gemellaggi Appoggio del CCE al Mercato Comune I rapporti con la CECA I IV Stati generali Plauso al Presidentc della CECC, Sindaco Peyron Preparazione del CCE per una grande campagna in favore dell'unitri politica dellYEuropa - - - - I1 7 e 1'8 luglio si è riunito a Cannes, sotto l a presidenza del Vice Presidente del 'CCE, Cravatte, il bur,eau internazionale del Consiglio dei Comuni d'Europa. Partecipavano: per l'Austria: Lugger; per il Belgio: Denis, Ronse e (quale osservatore) Marique; per la Francia: Bareth, Dardel. Duvert, de Mongascon; per la Germania: Munch, Muntzke, Sauer, Schaub; per l'Inghilterra (in qualità di osservatori): Hay, Rippon. Skeffington; per l'Italia: Brugner, Mica~ra, Peyron, Serafini; per il Lussemburgo: Cravatte; per l'Olanda: van Wijck; e inoltre Baloup quale osservatore nel Consiglio d'Europa. Avevano scusato la propria assenza: Berrurier, Chaban-Delmas, Hanlilius. Hansen, Merlot, Trémintin. I1 bureau h a dato il benvenuto, ai tre rappresentanti inglesi presenti (tra i quali figurano i responsabili delle Commissioni enti locali rispettivamente del partito conservatore e del partito laburista) e li h a investiti dell'incarico ufficiale di formare un comitato provvisorio inglese del CCE: per ora non si tratta di creare una vera e propria sezione inglese, con adesione di enti territoriali locali, ma piutttosto di un gruppo di amminis'tratori lo'cali che aderiscono a titolo invidividuale. E' stata poi esaminata la situaziosne olandese del CCE, di cui si spera pro~ssima una soluzione so'ddisfacente, e si è prospettata una riorganizzazione ed un rilancio della Sezione svizzera, da ottenere in o'ccasione delle giornate culturali che il CCE promuoverà nel Canton Ticino (probabilmente a Lugano) nel prossimo autunno. E' noto che malgrado il successo della Conferenza europea dei Poteri locali, svoltasi nello scorso gennaio a Strasburgo nel quadro del Consiglio d'Euro'pa, i delegati dei Governi di vari Paesi nel Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa hanno sollevato difficoltà per rimuovere il finanziamento della Conferenza, dell'Assemmalgrado il parere favo~revolis~simo blea consultiva. I1 burelau del CCE h a deciso di impegnare le diverse Sezioni nazionali per un'azione energica e tempestiva presso i rispettivi Governi, affinché, alle parole favorevoli in molti ambienti governativi - e parlamentari delle rispettive maggioranze - pronunciate sulla Conferenza, seguano. coerentemente, i fatti e sia dato mandato imperativo ai deleg,ati dei Ministri del Comitato di Strasburgo, perché approvino il versamento dei modestissimi fondi necessari e perché soprattutto non prevalgano manovre che contro la Colnfe~enza sono state condotte da parti interes,sate. Si è poi trattato brevemente del Congrelsso d'Europa, svoltosi recentemente a Roma sotto gli auspici del Movimento Europeo, e si sono sottolineati i punti positivi e i limiti di questo Co'ngresso. Proprio in considerazione dei limiti di detto Congresso - che a detta di un memblro del bureau, si è svolto o troppo tardi o troppo presto - si è deciso di rimandare all'Assemblea dei delegati del CCE lo svolgimento della parte dell'ordine del ,giorno di Cannes, che tolccava più propriamente dell'attività dei Poteri locali in rapporto all'unità politica europea. L'Assemblea dei delegati dovrebbe svolgersi a Vienna nell'ottobre: solo allora, dopo la ratifica presumibile da parte di tutti i Parlamenti interessati dei Trattati per il Mercato comune e per l'Euratom, il CCE lancerà la sua campagna per la Comunità politica europea, mentre nel frattempo si andrà preparando accuratamente a questa campagna, precisa,ndone i metodi, diffondendo un questionario costituzionale presentato dal respon,sabile del comitato omonimo, Serafini, d'accordo col Presidente della Commissione p.er gli affari eurompei, Dardel, e infine riunendo (a fine settembre) la Commissione stessa per presentare successivamente all'Assemblea dei delegati proposte precise, efficaci e tali da avere l'appoggio concorde di tutti i membri del CCE. Si è poi svolta una discussione teorico-pratica sui gemellaggi. Questi soil0 appoggiati più efficacemente che altrosve dal Gomverno francese, che vi destina molti milioni di franchi, con una sovvenzione interministeriale. I1 delegato tedesco Muntzke h a parlato a favore di gemellaggi non fra singoli Comuni, ma fra raggruppamenti di Comuni, parlando di àmbiti regionali P: mcome si è chiarito durante l a discussione, egli si riferiva piuttosto ad un ente territoriale locale, il lcreis (deli'ampiezza di uno dei nostri . - . vecchi circondari - v. Comu,ni d'Eurospa n n. 5, 1957, pag. 1: I Landkr,eise di Hans Muntzke), sconosciuto quanto meno in Francia e in Italia; e d'altronde non vodeva con il suo intervento sminuire l'importanza dei gemellaggi fra singoli Comuni. Da parte italia,na si è sottolineata la importanza di interessare ai gemellaggi tutte le organizzazioni europee di settore, che abbiano struttura decentrata e quindi uffici o sezioni locali (Comitati detlla produttività, Associazio'ne euro'pea degli insegnanti, assomciazioni studentesche, ecc.), di modo che gli incontri parziali, che già avvengono fra sezioni locali di queste organizzazio~ni,siano potenziati e coordinati nel quadro di un gemellaggio comunale, che implica l a messa a raffronto di tutte le altre attività del territorio. IL Presidente Cmravatte ha quindi riferito dei rapporti che. su mandato del Consiglio di Presidenza del CCE, sono stati d a lui intrattenuti con l a CECA. Qui si 2: accesa una breve discws'ione, nel senso che i membri del1 bureau del CCE non si sono trovati colncordi se la collaboraziolne con l a CEC,A debba essere solo. d i carattere tecnico o anche una vera e propria alleanza politica, trattandosi dell'unica istituzione eurofpea che. s,ia pure in un limitato settore, ab'bia carattere veramente sovranazionale e poteri reali. Si è quindi fatto il punto sulle ratifiche nei diversi Parlamenti dei Trattati del Mercato comune euro'peo e d,ell'Euratom, congratulandosi con quei Parlamenti che già hanno operato la ratifica o stanno per farlo e dolendosi con quelli che vanno perden'do preziose settimane. I1 birreau del CCE è sucoessivame~ntepassato a questioni organizzal,ive, trattando soprattutto delle sue pubblicazio1n.i a stampa, in particolare di quelle periosdiche che servono a ma,ntenere vivo il colloquio cori gli associati. Si è poi trattato delle giornate europee della cultura, che si dovrebbero s.vo'l'gere in autunno nel Canton Ticino (tema: Attrezzatura culturale e sociale dei Comuni e, i n generale, degli Enti territoriali locali di base) e, dopo lunga e dettagliata discussione, !;i è approvata una relazione dell'italiano Brugner sull'inizio delle attività dell'1stituto europeo di studi e di relazioni intercomunali. Finalmente si so'no approvati i quattro temi dei prossimi Stati generali, che si svolgeranno a Liegi nel luglio 1958. I1 primo tema: Solo il Comune autonomo può mettere l e tecniche del XX secolo al servizio dell'uomo B avrà per relatore un tedesco, te appro'fondirà anche, in questo punto con la collaborazione degli inglesi, la problematica degli Enti territoriali rurali, . che consorzian,~- in u n àmbito di sufficiente ampiezza dai rurali, -Landkreise, villaggi e comuni-polvere contee, ecc.). I1 (circonmondo tema: a I1 Me~rcatoco'mune rappresenta l'avve; nire degli Enti territoriali locali d'Europa D sara trattato da un francese, e coordinato con la problematica dito comunale.della 11 terzo comunità tema: europea e Gli enti di terriretomriali lo'cali nelle istituzioni politiche europee 8 sarà trattato d a un belga. I1 quarto tema: I Comuni, focolai di s~piritoeuropeo e d i com,prensione fra gli uomini D sarà trattato da un italiano, e tratterà della missione culturale dei Comuni, dello sviiuppo dei gemellaggi e d,egli scamb'i intercomu,nali, ecc. L e rispettive Sez,ioni nazio'nali interessate dovranno designare i relatori eiitro il lo ottobre p.v.: i n ogni modo tutte l e relazioni dovranno essere frutto d i una discussione collcgiale e dovranno es'sere, prima degli Stati generali, conos'ciute e ratificate dasgli organi competenti del CCE. A questo punto è stata interrotta la discussione sugli Stati generali di Liegi per fare una visita alle attrezzature stabili congressuali d j Cannes, città candidata per gli Stati generali del 1959, non 'senza aver prima as'co,ltato una relazione di un rappresentante .dell'Amministrazione della, città sulle garanzie generali che Cannes puo dare p~er una grande m,anifestazione come quella promossa periodicamente dal CCE. Sia l a relazio,ne che la visita alle attrezzature sono sembrate positive ai membri del bureau, per cui - coln ogni probabilità a fine settembre 1959 - si terranno a Cannes i Vi Stati generali. S'i è quindi ripresa la discussione sugli Stati generali di Liegi, trattando lungamente problemi relativi alle spese di viaggio e di sioggiorno e alle quote di iscrizione dei partecipa,nti: gli ultimi dettagli sono stati demandati al Consiglio di Presidenza del CCE, ma in ogni caso, è stato raccomandato di prendere in considerazione l a posizione dei piccoli Comuni alla estrema periferia d'Europa, che debbono w m piere spese non indifferenti per traversare il Continente. Dompo aver deciso di perfezionare la posizione del CCE in seno al Movim'ento europeo, il bureau ha affrontato il problema dei rapporti con 1'Union Internationale des Maires (Franco Allema~ids). In seguito a lu,nghissima discussione, trovandosi il bureau di fro,nte ad un,a controproposta, n o n tempestivam,e,nte conosciuta, della Segreteria dell'UIM rispetto a l progetto di fusion,e dei due o'rganismi, che era stato preparato dal Cons,iglio di Presidenza del CCE, è stato deciso, a ma,ggioranza,. di ri~nviare la questione ad una prossima riunio'ne. Dopo aver trattato di Mon,de Bilingue e del Congresso di città d a esso organizzato, cui il CCE si è o'pposto. e si continua ad otpporre per la confiisione che questa manifestazione inge; nera fra gli amministratori locali europei tutti vodti alla integrazione continentale, il bureau ha ascoltato una relazio~ne del Sindaco Peyro'n sulle attività della Co'm,unità europea di Credito comunale, che egli presiede: a nome di tutti i presenti il Presidente Cravatte si è vivamente congratulato con il Presidente Peyron e con la Città di Torino, ed ha espresso. la riconoscenza unanime dei membri del CCE verso questa attività, di così fo~ndamentaleimportanza. (continua a pag. 8 ) COMUNI CSEUROPA 6 (memento ai soci titolari e individuali dell'AICCE) h e p a r a r s i politicamente, tecnicamente (anche rinfrescando l e proprie eventuali nozioni d i lingue europee) ed economicamente a partecipare agli Stati generali, che si svolgeranno nel luglio 1958 a Liegi e che segneranno una data storica per l'unità europea (ricordate il Manzoni? O giornate del nostro riscatto, o dolente per sempre colui / Che da lunge, dal labbro d'altrui / Come un uomo straniero l e udrà D). . Verificare se si è formalmente in perfetta regola con l a propria iscrizione all'AICCE, perché entro l a fine dell'anno si svolgerà il nostro Congresso nazionale. Non avanzare come scusante che il prolprio Comune non può pagare le modeste quote sociali, perché è deficitario: si può sem,pre ricorrere a una sottoscrizione popolare, doverosa se veramente si vuole contribuire alla unità europea. . Per il nostro periodico Comuni d'Europa n l'attuale parola d'ordine è d a organo dei Comuni e degli Enti territoriali locali ad organo anche d i tutti i consiglieri eletti e dei funzionari B ; se questi amici si abbonassemro in massa, sovvenzionerebbero una più larga distribuzione = in omaggio .,per tutta Italia, del nostro periodico. oltre a poter seguire puntualmente l e iniziative del CCE: la diffusione delle nostre idee ne avrebbe un grande slancio. (< Inviare tutti, tramite l'AICCE, la propria adesione alla Comunità europea di Credito comunale: come per le altre comunità europee s i tratta d i una battaglia, che non si può vincere in un giorno, ma che h a bisogno d i u n plebiscito d i appoggi consapevoli e tenaci. Ratificare, i n sedute pubbliche, nei Consigli comunali, provinciali e regionali la Carta europea delle libertà locali D e l'* Appello di Esslingen n per l'Assemblea Costituente europea. Comunicare le ratifiche avvenute in lettere d a inviare a colleghi francesi. tedeschi, belgi, olandesi. lussemburghesi. Partecipare a l Piano Smithers d i scambi intermunicipali. Organizzare gemellaggi con altri Comuni europei, e dare ad essi tutta la solennità, tutta la concretezza e tutto il seguito possibili. Collaborare con le Sezioni periferiche del Movimento Federalista Europeo, con la Campagna europea della gioventù, col Comitato di iniziativa per il Congresso del popolo europeo, con tutte l e organizzazioni che lottano senza compromessi per l'unità d'Europa. Collaborare con la Association Européenne des Enseignants (AEDE) e con tutti gli insegnanti del proprio Comune, per dibattere i problemi della Federazione europea: i Sindaci dwrebbero raccogliere intorno a sé gli insegnanti europeisti, promuovere loro conferenze sotto gli auspici del Comune, favorirli in ogni modo possibile. Informare l a stampa locale e tecnica sul CCE, i suoi scopi, le sue iniziative. Ottenere l'adesione della maggioranza dei Comuni del proprio circondario, della propria provincia, della propria regione all'AICCE. Promuovere convegni locali per esaminare i problemi della propria zona (industriali, agricoli, commerciali. turistici, professionali, ecc.) nel quadro europeo. O Approfondire l a conoscenza delle esperienze amministrative europee più avanzate. Esporre nei giorni festivi, nei Municipi, nei palazzi della Provincia e della Regione, l a bandiera con la E verde deli'Euroga. 31 Luglio 1957 VITA DEL CONSIGLIO La riunione del Direttivo dell'AICCE dell'l l giugno L'l1 giu,gno si è riunito, nella sede sociale di A questo punto il Presidente Peyron, chiaRo'ma, il Consiglio Direttiva dell'AICCE. Erano mato à a impegni nella sua qualità di Delegato presenti: Borruso, Bfigner, Guasco, Jori, La al Congresso d'Europa, si scusa con i presenti Ferlita, Micara, Missiroli, Musano Musatti, e prega i1 Vice Presidente Brugner d i assumere Peyron, Ricciotti, Scipia~ne, Serafini, ' ~ o ' l i ;prela presidenza per il resto della seduta. Il Diretsiedeva: Peyron. E' sta~to approvato e svolto tivo prende atto di una comunicazione di Sera1'o.d.g. seguesnte: 1) apl?rovazione del vemrbale fini sui lavori svolti a Ginevra, il 28 aprile della seduta precedente; 2) nonne per la valipresso il Centre Européen de la Culture, da dità delle riunioni ddl1A1CCE; 3) voto in faparte degli organi dirige,nti della Commissione vore della regolare periodicità della Conferenza culturale del CCE, che ha proposto (per il euro'pea dei Poteri locali, e di un intervento' prossimo autunno) lo svolgimento di alcune in tal senso del Rappresentante del Governo giornate di studio sulla attrezzatura culturale italiano p r e s o il Comitato dei Ministri del e so'ciale del Comune e, più precisamente, della Consiglio d'Europa; 4) Congresso dell'Uniom cellula amministrativa di b'ase. Le giornate di Internationale des Ville:? a 1'Aja; 5) Congmsso studio si dovrebb'ero svolgere nel Canton Ticino,, d'Europa, indetto dal Movimentof Europeo', ed presso la sede dell'Istituto, di cui Brugner rifeesame della congiuntura euro'pea; 6 ) pro'posta risce subito do'po. Serafini rileva anche come per una r i s o ~ l ~ z i o ~dell'AICCE ne .sul Mercato a Ginevra si sia sottolineato il grande interesse comune e sulla Comunità politica eurompea; che h a oggi, soprattutto nella prospettiva del 7) relazione sui lavori della Colmunilà europea Mercato comune, l'esame dei problemi urbanidi Credito comunale, svo'ltisi a Torino nei giorni stici e della educazio'ne popolare su scala euro30 e 31 maggio c.a.; 8) esame dei principali pea; e accenna alla utilità di un,a attiva collapunti al1'o.d.g. del Bureau internazionale del borazione fra il CCE e l'dssociation Européenne CCE convo'cato a Cannes: in luglio; 9) C ~ ~ n g r e s s o des Enseignants (AEDE). nazionale dell'AICCE e progettato Convegno Brugner fa il punto sull'Istituto europeo per internazionale sull,a Comunità eco~nomicaeurogli studi e le relazioni intercomunali, che gode pea; 10) rinvio del Convegno Esperti; 11) sidi tutta la simpatia del Governo del Canto'n tuazione finanziaria dell'AICCE; 12) situazione Ticino e che potrà disimpegnare una serie di siciliana dell'AICCE; 13) progetti della Comservizi culturali e tecnici, assai apprezzabili non solo nell'ambito del CCE. ma a8nche da parte di altri Enti, quali g l i Istituti di Urbanistica, i Comitati nazionali e locali della produttività, ecc. S i esamina quindi brevemente il presumibile Tutti i Comuni, aderenti all9AICCE1 0.d.g. del prossimo Bureau internazionale di Cannes, e in particolare: a ) si approvano i quattro che desiderano prentlexe l'iniziativa per temi proposti per i pro~ssimi Stati generali e affratellamanti (junnelages) con altri che a Cannes dovranno essere ratificati (1. Solo il Co'mune autonomo può mettere le tecniche Comuni europei sano invitati, per evidel XX secolo al servizio dell'uomo; 2. I1 Mercato. comune rappresenta l'avvenire degli Enti denti ragionì di cavardinamento delle territoriali locali d'Europa - questo tema verrà coordinato con la p~roblematicadella Comunità numerose iniziative itn corso a per docueuropea di Credito comunale; 3. Gli Enti territoriali locali nelle istituzioni politiche eurommemtazione della Sejpteiria dellYAICCE pee; 4. I Comuni, focolai di spirito europeo e d i comprensione fra gli uomini); b ) si raccoe del Comitato europeo degli affratelmanda ai delegati italiani di cercare di ottenere uno sgravio di spese per i piccoli Comuni perilamenti, a tenersi in collegamento con ferici, i cui amministratori converranno da lontano ai pro'ssimi Stati generali; C ) si decide la Segretaria di v.ha Lombardia 30 e fin da ora di chiedere a suo tempo u n contripeT essa con l'ing. Renato Briigite~, but,o al Ministero degli M a r i Esteri italiano per la partecipazione della delegazione italiana vice-presidente del19AiCCEaddetto alle a i IV1 Stati generali; d) si raccomanda che le relazioni ai prossimi Stati generali siano frutto Commiwioni di studio e agli affrateldi lavoro collegiale; e) si raccomanda che i delegati italiani a l Bureau internazionale si lamenti. ispirino, nella trattazione dei vari punti all'o.d.g., alla risoluzione politica votata nella presente seduta del Direttivo dell'AICCE. Il Direttivo ascolta quindi la bozza d i questionario costituzionale n, che Serafini ha preparato missione culturale del CXE e Istituto europeo su incarico della Commissione per gli Affari per l e relazioni interccvmunali; 14) varie ed europei del CCE e che presenterà al prossimo eventuali. Bureau internazionale di Cannes, e l'approva. I1 Direttivo si è rallegrato col Sindaco Micara I1 Consiglio Direttivo 11a espresso l a sua viva per l'onere che il Comune d i Frascati è disposto istanza perché sia garantita la periodicità anad accollarsi ne~llaorganizzazione del pro'ssimo nuale della Conferenza eiuropea dei Poteri locali Congresso nazionale dell'AICCE; e col Sindaco e perché il Comitato dei Ministri del Consiglio Centazzo per l'onere che il Comune di Udine d'Europa approvi l'aumento di credito richiestogli per la organizzazione della C ~ n f e r e n z a si è addossato nella organizzazione di un Constessa. A proposito del Congresso i n Olanda vegno internazionale sul Mercato comune europeo e i Poteri locali, d,a tenere subito dopo la dell'Union Inte~nationaledes Villes si sono laentrata in vigore del Trattato. I1 Segretario mentati i rapporti tuttora non buoni f r a il CCE amministrativo Scipione fa quindi il punto sulla e 1'UIV. Quest'ultima organizzazione continua a situazione finanziaria dell'AICCE: sulla relarestare al di fuori dello spirito e della lettera zio'ne Scipione il Sindaco di Catania La Ferlita, della Convenzione, che tloveva regolare i raposserva che, per u n ideale così elevato come porti fra l e due Associazioni internazionali. quello dcll'unità europea, occorre che tutti i Esaminando i temi all'ordine del giorno del Poteri locali si impegnino a tangibili sacrifici, Congresso d'Europa, che si svolge contempoanche finanziari. raneamente all'EUR, i membri del Direttivo sottolineano che, nell'avvicinarci al momento della unificazione politica europea, il compito dei Comuni nella preparazione allo storico evento è di enorme rilievo. Dopo una ampia relazione politica del Segretario generale Serafini e una discussione, nella quale sono partiI1 Consiglio comunale di Castell1Alcolarmente intervenuti RIicara, Zoli e Scipione, si 15 votata l a risoluziorie politica, che riporfero (Asti) e quello di Frinco (Asti) tiamo nella prima pagina di questo giornale. Successivamente il Sindaco Peyron, che è anche hanno ratificato la Carta europea delle Presidente della Comunità europea di Credito comunale, h a riferito sui lavori del Bureau e libertà lmali e I'Applello di Esslingien dell'Assemblea della CE,CC, svoltisi a Torino il 30 e 31 maggio c.a. 1)i questi avevamo già per l'Assemblea Costituente eumpea. dato parziale relazione a pag. 3 del n. 511957 d i Comuni d'Europa D , e l'integriamo in altra parte del presente numero del giornale. . 31 Luglio 1957 COMUlrll D'EUROPA 7 I COMUNI D'EUROPA ASSOCIAZIONE BELGA PER IL C.C.E. (Assemblea generals - Le relazioni di Marique e di Van den Eynde Il grand dessein eommunaldi Merlot) - I1 22 giugno si è svolta al Municipio di Ostenda l'Assemblea generale dei soci dell'Associazione belga per il CCE. I1 Segretario generale, Marique, ha svolto il rendiconto sulle attività dell'Associazione. Egli h a ricordato il contributo che il Presidente Ronse e i Vice Presidenti Merlot e Janssens hanno dato alla diffusione dell'idea europea attraverso i Poteri locali. Ha poi rife'rito sulla partecipazione dei delegati belgi alle istanze internazionali del CCE; h a sottolineato le importanti affermazioni che il CCE h a conseguito o sta per conseguire presso le istituzioni europee attuali (Consiglio d'Europa, CECA) ; ha sottolineato l'importanza del Piano Smithers di scambi intermunicipali; si è compiaciuto dei fraterni rapporti ormai stretti fra la ABCCE e 1'Union dos Villes et Communes Belges; h a elencato i numerosi gemellaggi a cui hanno preso parte Comuni belgi; ha ricordato che ormai numerosi Comuni belgi possiedono e possono esporre nei gio,rni di festa la bandiera d'Europa; h a ricordato la feconda collaborazione col Collège d'Europe di Bruges; ha soprattutto sottolineato che la Sezione belga del CCE è tutta impegnata nella preparazione di una edizione veramente eccezionale degli Stati generali (quelli che si svolgeranno a Liegi nel luglio 1958). Marique h a concluso che non si può co'ncepire una evoluzione politica dell'Europa né una trasformazione degli Stati senza l'aiuto efficace delle Amministrazioni locali, e ha indic,ato una serie di obiettivi immediati per gli aderenti al CCE: ratifica della Carta europea delle libertà locali da parte dei Consigli comunali, ecc.; ospitalità accordata nel quadro del Piano Smithers e restituzione delle visite; collaborazione con la scuola per una educazione eurospea; esposizione nei Municioi della bandiera dlEurooa in tutte le festivi2à: nemellagni di ciascun c o m u n e aderente . continuato riferendo dei lavori del Comitato costituzionale e della Commissione per gli Affari europei del CCE, che si sono svolti a Puteaux il 7 aprile U.S. e che sono terminati con la risoluzione. ctve si conclude che a non ci sarà vera o r g i h i i : z i z i o n g d e l l ' ~ & 6 ~senza Potere politico sopranazionale n. Merlot h a poi ricordato alcuni pareri concreti forniti dalla Conferenza europea olei Poteri locali ed è quindi passato all'esame della posizione di fondo, che si troveranno ad avere gli Enti territoriali locali nella società dell'Europa Federata. E' indubbio, h a osservato Merlot, che i Poteri locali non vorranno attribuirsi funzioni politiche statuali, molte delle quali anzi - che interessano tutta la popolazione europea - andranno trasferite al Potere politico sopranazionale: saranno necessari una moneta comune, un regime fscale europeo, un Dipartiniento europeo degli Affari esteri e del commer~:ioco'n l'este~o, un regime europeo di dogane, ecc. L'autonomia locale non sarà uno strumento di divisione dell'Europa: al contrario ess,a'assicurerà l'unio'ne e la coesione. Ciò che deve essere cambiato - è qui che appare e si impone lo spirito novatore dei comunalisti d'Europa D - 6 la rappresentanza regionale n ; e la Regione non può essere una divisione amministrativa tracciata dai geometri, separando co'ntrade e assoggettando a gestioni e a controlli separati popolazioni che hanno gli stessi interessi e subiscono lo stesso destino'. Io mi spieghero piìi ancora nel dettaglio dicendo .,ha pro'seguito testualmente Merlot, a che nella concezione comunale del XVIII secolo e dell'inizio del XIX :secolo il Comune riuniva uno o più villaggi, avendo alla sua testa u n Consiglio comunale eletto dalla popolazioi~e, con un esecutivo liberamente scelto dagli eletti comunali e una amministrazione comunale che provvede ai bisogni locali: stato civile, popolazione, milizia e tutti i servizi di protezione immediata della popolazione. Nessuno pensa a sopprimere queste istituzioni locali, che restano praticamente una grande organizzazione farni- .. europea di Credito comunale, Mossé: Bareth ha fatto una esposizione del ruolo dei Comuni nella costruzione europea. Erano anche presenti il locale Prefetto, il Presidente del Consiglio Generale, parlamentari e personalità del Dipartimento, insieme ai 370 Sindaci che hanno partecipato agli importanti dibattiti. I1 Comitato direttivo delllAFCCE si è riunito il 19 maggio, sotto la presidenza del Sindaco Chaban-Delmas. In questa riunione si è constatato che, data l'estensione delle attività dell'Associazione francese per il CCE, occorrerà cominciare a decentrarne l'organizzazione, particolarmente servendosi. come intermediari, di Comitati dipartimentali. SEZIONE TEDESCA DEL C.C.E. (Riunione di Lindenfels, di Oppsnheim e di Darmastadi Risoluzione sul Mercafo comune e la Comunità politica europea Collaborazione con I'Association Européenns dea Enseig~~ames (AEDE) - - In base a una riunione del dicembsre 1956 (a Lindenfels nell'odenwald) gli organi nazionali della Sezione tedesca del CCE hanno stabilito di tenere una Assemblea generale dei soci (probabilmente a Kassel) dopo l e elezioni al Bundestag. Frattanto l a presidenza della sezione tedesca risulta così costituita: Presidente Hoose, Direttore di Città. a Hemer (Westfalen); Vice Presidenti il L a n d r a t Munch (Wangen im Allgau), il Landesdirektor Schaub (Kassel) , l'oberburgermeister Sauer (Ravensburg), l'oberburgermeister Horn (Bad Homburg v.d.H.), il Burgermeister Kobel (Russelsheim); Segretario Muntzke, Direttore della Dieta comunale (Gemeindetag) del Land dell'Assia e Presidente del Kreistag di Offenbach sul Meno. A cura della Sezione tedesca ael CCE è stata pubblicata una relazio'ne particolareggiata della prima Conferenza europea dei Poteri lo,cali, svoltasi nel gennaio a Strasburgo, nella rivista: Der Gemeindetag * del marzo '57: questa relazione è stata consegnata a tutti i Ministeri interessati sia federali che dei Lander. I1 21 febbraio 1957 si è riunita a Oppenheim sul Reno la preside'nza della Sezio,ne tedesca del CCE. I n questa occasione è stato discusso il progetto di bilancio per l'anno contabile 1957 ed è stato deciso un aumento delle quote sociali; è stata anche proiettata una pellicola documentaria dei 111' Stati generali, realizzata dal Borgomastro Desch (Laubach) per la Dieta comunale dell'kssia. La Presidenza della Sezione tedesca del CCE si è riunita a Darmstadt il 12 aprile 1957. In questa occasione ha approvato una risoluzione in favore del Mercato comune eurospeo: nella risoluzionc si dice, fra l'altro, che con l'avviamento verso un Me'rcato comune europeo è stata realizzata una delle richieste che da più di sei anni sono state avanzate dal Co'nsiglio dei Comuni d'Europa in merito ad uno spazio economico europeo unitario e finalmente ad una Comunità politica europea n. La risoluzione prosegue chiedendo la ratifica rapida da parte dei Parlamenti nazionali del Trattato, poiché questo passo non sopporta alcuna dilazione; sottolinea che i parlamentari come anche i membri dei' Governi dovranno dare un ulteriore sviluppo ai Trattati del MEC e dell'Euratom nella direzione di un Parlamento europeo unitario, con la inclusione di altri Paesi dell'Europa; sottolinea che durante l'esecuzione dei Trattati la struttura economica di numerosi Comuni, Circondari e Regioni sarà grandemente modificata per quel che concerne l'industria e l'agricoltura, e perciò richiede urgentemente una collaborazione dei Rappresentanti dei Comuni, e in generale delle Associazioni territoriali, nelle Comunità europee; e conclude affermando la grande importanza delle forze che si battono per l e libe-a locali nella costruzione della Comunità politica europea. Sempre nella riunione di Darmstadt i dirigenti della Sezione tedesca del CCE hanno preso nota con soddisfazione delle trattative centrali fra il CCE e l'Union Internationale des Maires francoallemands). Infine è stato deciso di stabilire un collegamento permanente con l'Associazione Europea degli Insegnanti (AEDE), e co! suo Vice Presidente, il tedesco Heinrich Krieger. La presidenza della sezione tedesca del .CCE h a rilevato che è assolutamente necessario di risolvere su base europea gli importanti problemi della scuola e delle istituzioni parascolastiche, soprattutto nel campo dell'istruzione professionale, dell'edilizia scolastica, delle abitazioni per gli scolari, gli studenti e i giovani operai, dell'inserimento di coloro che sono inadatti alle normali professioni, all'educazione popolare in genere. dell'unione della gioventù europea. Gli incontri e i a gemellaggi progettati nell'ambito delle classi e delle scuole andranno utilmente inquadrati nei più comprensivi gemellaggi f r a Comuni europei, dei quali i gemellaggi scolastici potranno essere una articolazione. . . precedenti attività non sufficientemente redditizie). ecc.. Alla lunea B h a detto l'assessore di ~ e i s i e l ' ~ u r o p adiverrà verosimilmente uno Stato con Provincie che avranno cessato di essere francesi, tedesche, italiane, olandesi, lussemburghesi o belghe - per non parlare che dei Paesi facenti parte della CECA n. L'Euratom contribuirà alla formazione e alla crescita rapida di industrie nucleari euro'pee, alla elevazione del livello di vita negli Stati membri e allo sviluppo di scambi con Paesi terzi: le sue ripercussioni si avvertjranno i n tutti i Comuni, quali che siano le loro attività, agricole, industriali o commerciali. La Comunità economica europea - ha proseguito Van den Eynde ha per compito attraverso la realizzazione di un mercato comune e il riavvicinamento progressivo delle politiche economiche degli Stati membri, di promuovere uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell'ambito della Comunità: il Mercato comune non sarà soltanto u n vasto sbocco, a l quale le industrie dei diversi Paesi potranno meglio adattare la loro produzione, ma esso dovrà essere anche e prima d i tutto una potente unità di produzione e d i scambi. Occorre fin da ora precisare quale sarà la posizione degli Enti territoriali locali di fronte a questa grande rivoluzione economica. Van den Eynde ha terminato sottolineando la eccezionale importanza del Credito comunale europeo. Ha quindi tenuto la sua relazione l'on. Merlot, Borgomastro di Seraing, sul tema I Comuni e le Regioni nelle istituzioni politiche europee; permananza dell'inteavento dei Poteri locali n. N L'esposizione del collega Van den Eynde n, h a esordito Merlot, n ha preparato il mio intervento: ci occorrerà u n Parlamento europeo per creare 1'Eurolpa e in questo Parlamento i COmuni, che hanno già formato le Nazioni, costituiranno con tutta naturalezza il fondamento delle istituzioni politiche europee B. Merlot h a . liare stretta tra colo~roche vivono giornalmente nelle medesime vie e nei medesimi luoghi, e dove essi devono trovare grazie alle iniziative dei loro rappresentanti il conforto pubblico proprio di una popolazione che vive in un mondo civile. Ma dal :XX secolo i Comuni hanno formato - per la forza delle cose, per il gigantismo industriale e per l a solidarietà sociale regimi che uniscono forze economiche e realizzano in favore della popolazione opere umane di previdenza e di protezione del lavoro. L'abitante non è più soltanto un amministrato, esso è inoltre un agente !~ell'economia regionale B e un creditore sociale. L'insegnamento, l'educazione civica, la sanità pubblica, l'organizzazione del tempo libero appartengono ormai alla amministrazione regionale I1 benessere della popolazione, che è l a ragion d'essere dell'amministrazione pubblica, :riposa sullo sviluppo della capacità economica della regione e dei mezzi di farvi regnare la giustizia sociale. Se la Regio,ne è divenuta una entità, nello stesso tempo, amministrativa, econolmica e sociale, essa deve essere amministrata da una rappresentanza ido,nea e questa deve: emanare da una assemblea che riunisca i rappresentanti comunali. Ecco ciò che costituirà ormai i Comuni e le Regioni nelle istituzioni pubbliche europee D. Merlot ha concluso che questa problematica (il grand dessein communal B) andrà portata all'ordhe del giorno dei prossimi Stati generali di Liegi. - . . 0. . ASSOCIAZIONE FRANCESE PER IL C.C.E. I1 19 maggio, a l Congresso dell'kssociazione dei Sindaci e degli Assessori dell'Isère. hanno presenziato il Segretario generale del CCE, Bareth, e il Segretario generale deila Comunità COMUNI D'ELIROPA 8 31 Lugllo 1957 ricordando il parere n. 4 della Conferenza europea dei Poteri locali, nel quale questa ha espressa unanime il suo desiderio di essere convocata annualmente dal Consiglio d'Europa; rallegrandosi della raccomandazione che l ' h semblea Consultiva ha votato nel maggio ultimo, (Piano Smirhers) per la quale, appoggiandosi sul citato parere, l'Assemblea chiede al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa i mezzi necessari alla per il Consiglio dei Comuni d'Europa) e l e L'Assemblea Consultiva del Consiglio d'Euconvocazione della Conferenza nel 1958; invita a parteciparvi coi loro membri; ropa ha adottato, il l o ottobre 1955, un Piano europeo di Scambi interrnunicipali (detto Piano attirando l'attenzione sulla responsabilità che 2) l e Associazioni nazionali dei Poteri locali Smithers). Questo Piano è stato messo a punto prenderebbero di fronte all'Europa e alla edicomunicano il Piano, accompagnato da un quedalla Commissione degli Affari comunali e ficazione della sua unità i Governi, che ostastionario in doppio esemplare, alle collettività regionali (ora Commissione dei Poteri locali) colassero u n voto formulato congiuntame'nte e locali aderenti e le invitano a partecipare come della Assemblea Consultiva, in stretta col1abo'- parti invitanti (v. in fondo); unanimemente dall'Assemblea Consultiva e dalla razione con le due grandi organizzazioni interConferenza europea dei Poteri lo'cali; 3) l e dichiarazioni di partecipazione a tito~lo nazionali dei Poteri locali: il Consiglio dei profondamente convinto che la Conferenza di parte invitante così come i questionari debiComuni d'Europa e 1'Union Internationale des europea dei Poteri locali costituisca una delle tamente riempiti sono ricevuti dalle AssociaVilles et des Pouvoirs locaux. realizzazioni più no~tevoli della cooperazione Questo Piano ha per obiettivo lo sviluppo zioni naziotnali (nel nostro caso l'AICCE), che europea sul piano dei Quindici e che l'attegtrasmettojno queste dichiaxazioni alla Segreteria in Europa di scambi tra Consiglieri eletti e giamento dei Governi in felazione all'avvenire generale del Consiglio d'Europa a Strasburgo; funzionari degli Enti territoriali locali. Non di questa Confetrenza puo essere preso come solo tali contatti contribuiscono in assai larga 4) la Segreteria generale del Consiglio di un criterio della lo'ro buona volontà al riguardo misura a fare penetrare nella vita locale l'idea Europa raggruppa le liste ricevute da ciascuna di questa cooperazione; di una Comunità europea, ma essi presentano Associazione nazionale un un Annuario, che lancia, alla vigilia della decisione che il Comianche seri vantaggi per il miglioramento delle essa indirizza a tutte l e Associazioni nazionali tato dei Ministri del Consiglio d'Europa deve tecniche di amministrazione locale, tanto per partecipanti (questo Annua-io è aggiornato ogni prendere a questo proposito, un appello solenne gli scambi di inforinazione che per i confronti anno) ; a i quindici Governi interessati perché essi acdi esperienze che suscitano. E' sembrato che 5) le Associazioni nazionali portano questo cettino il principio della co~nvocazioneannuale un gran numero di persone interessate alla Annuario a conoscenza d,ei loro membri; gestione delle collettività locali e che viaggiano della Conferenza e accordino i crediti necessari già all'estero, sia per passami le loro vacanze alla sua convocazione nel 1958, crediti che sono 6 ) il Consigliere o il funzionario locale si che ,per affari, sono state liete delle facilitastati valutati in media per ogni Paese a una rivolge - in base allJAnnuario - al Sindaco somma inferiore a 600.000 franchi francesi; zioni speciali che erano loro offerte in vista del Comune che egli desidera visitare: gli predello studio della amministrazione locale dei cisa la data eventuale della sua visita così come invita le Delegazioni nazionali che hanno Paesi da esse visitati; per altre persone il Piano l e questioni che egli desidera particolarmente partecipato alla I Conferenza, nel gennaio 1957, è stato e sarà uno stimolo a viaggiare oltre affrontare: esso indica infine se è accompagnato a rimettere il testo di questo appello, di coafrontiera. o no da un congiunto; certo con le organizzazioni dei Poteri locali dei Un certo numero di Consiglieri o funzionari loro Paesi, alle Autorità nazionali competenti. 7) il Sindaco indica al visitatore il nome e delle collettività lo'cali, urbane e rurali, chial'indirizzo della persona invitante. mate nel Piano parti invitanti, si dichiarano pronte a ricevere un Consigliere o un funzioL a Segr,eteria de1l'AIC:CE invierà il queRisoluzione sulla congiuntura politica europea nario di una collettività locale straniera, di stioimrw a tutti i Soci titolari che ne faranno passaggio sul loro territorio: e su alcuni compiti attuali del C.C.E. richiesta, perché disposti a divenire parti invitanti e resta a disposizione per fornire tutte a ) questo Consiglielre o funzionario (perle informazioni utili, precisando fin da ora che I1 Bureau internazionale del Consiglio dei sona invitante) si impegna a esporre al suo entro il 31 dicembre 1957 i moduli riempiti Comuni d'Europa, riunito a Cannes il 7-8 luospite il funzionamento della Amministrazione dovranno essere stati rilrasmessi da Roma a glio 1957, Jocale della sua propria collettività e a faciliStrasburgo ed ivi perveizuti. tare il soggiorno; proclamando di nuovo la devozione dei Comuni d'Europa alla causa della realizzazione b) l'offerta di ospitalità di una persona invidell'unità europea, tante vale per tre notti al massimo e può estendersi al congiunto del Consigliere o funzionario rallegrandosi della prossima ratificazione dei visitatore; Trattati del 1Mercato comune e dell'Euratom, C ) ogni collettività locale che si dichiara salutando l'estrema importanza per l'avvenire parte invitante fissa il numero massimo di visidel movimento comunale europeo della Risotatori che essa p u ~ avallare ogni anno. doven~~UCO,' luzio,ne del Congresso interparlamentau-e europeo di Roma, che proclama la necessità di un dosi poi rispettare strettamente questo massimo. Parlamento europeo bicamerale, di cui la seconda Camera rappresenterebbe gli Enti territoriali locali maggiori e i Comuni così come SVOLGIMENTO DEL PIANO Le Nazioni, IlPIANO EUROPEO 01 SCAMBI INTERMUNICIPALI b ., d288anateui al nahtta 8alletc B il mada @Li beUPhplkX? e oanneta pez fi~$~tenezoi nella 1) I1 Segretario generale del Consiglio di Europa. in collaborazione con l e organizzazioni internazionali dei Poteri locali, comunica il Piano alle Associazioni nazionali dei Poteri locali (nel nostro caso l'Associazione italiana I SESSIONE A, CANNES (Conrinunnione dalh pug. 5) Una lettera del sen. *khiavi SENATO DELLA REPUBBLICA Roma, 11 giugno 1957 Pro~f.Umberto Serafini Direttore di Comuni d'Europa P Via Lombardia, 30 - Ro~ma Caro Serafini, leggo sul numero di marzo di quest'anno di << Comuni d'Europa 2 , l'articolo di Scipione, i1 quale prospetta una so~luzione a mio avviso veramente interessante, e degna della più attenta considerazione. Mentre desidero compiacermi con Lei e con Scipione per l'apporto quotidiano di idee e di lavoro che, con entusiasmo e competenza, date al Consiglio dei Comuni d'Euro'pa, co'lgo l'occasione per precisare che il pro,getto di Statuto per un Istituto europeo di credito comunale - e relativa relazione illustrativa politica e'd economica - che fu presentato agli Stati Generali di Versailles, fu completamente ed esclusivamente opera di Scipione. Talvolta sia il progetto che la relazione sono stati erroneamente attribuiti a me. unicamente perché ho avuto occasione di patromcinare in differenti sedi (vedere per esempio il n. 12 del 1954 della Nuova Rassegna interamente dedicato agli Stati Generali di Versailles, pagina 939). Con i inigliori auguri di buon lavoro gradisca, caro Serafini, i miei più cordiali saluti. . 8, Sen. Alessandro Schiavi In esecuzione, infine, di quanto convenuto nella prima parte dei lavori il bureau ha approvato due risoluzioni, una sulla Conferenza europea dei Poteri local-i e l'altra sugli strumenti di integrazione europea attualmente in esame da parte dei Governi e dei Parlamenti nazionali (riso~luzioniche ripoptiamo di seguito). I1 bureau ha altresì delegato il responsabile del Comitato costituzionale del CCE, Serafini, d'intesa col Presidente della Commissiolne affari europei, Dardel, a mettere a punto il testo del questionario cotstituzionale, cominciandone subito l'invio agli aderenti al CCE: le risposte al questionario, unitameilte ad u n preambolo del prof. Serafini, dovranno servire di primo orientamento per la Cominissione affari europei (che dovrà radunarsi - come sopra detto alla fine del prossimo settembre) sui temi della Comunità politica e della Assemblea costituente europea, e per poter xrrivare accuratamente preparati all'hssemblea dei delegati del CCE, la quale - radunandosi in autunno a Vienna, dopo la presumibile ratifica, da parte di tutti i Parlamenti interessati, dei Trattati del Mercato comune europeo e 1dell'Euratom - dovrà lanciare la campagna del CCE per l'unità politica dell'Europa e per la partecipazione dei Poteri locali al Potere sopranazionale, euro'peo. Risoluzione sulla Conferenza europea dei Poteri; locali I1 Bureau internazionale del CCE, riunito a Cannes il 7 e 1'8 luglio 1957, all'unailimità dei suoi niembri austriaci, belgi, francesi, inglesi, italiani, lussemburghesi, olandesi e tedeschi, - Domanda: a ) la messa i n applicazione rapida dei Trattati del Mercato comune e dell'Euratom, b) la stretta Associazio~ne delle collettività locali alle Istituzioni del Mercato comune, C ) la applicazio~ne delle disposizioni della Raccomandazione votata dall'Assemblea Consultiva (del C ~ ~ n s i g l id'Euro~pa) o dopo consultazione della Commissiolne sociale dell'Assemblea comune (della CECA). Raccomandazione che prevede i n particolare l o stabilimento di rapporti diretti fra l'Alta Autorità della CECA e l e collettività locali così cosme l'assistenza finanziaria della CECA agli investimenti degli Enti territoriali locali i n materia di alloggi, di creazione di nuove attività e di messa i n opera delle attrezzature che vi si riferiscomno. d) l'inserimento, nel quadro del raggrup: pamento delle Istituzioni europee attuali, a cui il CCE annette una importanza tutta particolare. di una rappresentanza dei Poteri locali as,sicurata conformemente alla Risoluzione del Congresso di Roma, e) il riconoscimento dell'Istituto europeo di Credito comunale come elemento di collegamento, presso le collettività locali, della Banca europea degli Investimenti e del Fondo sociale europeo, previsti dal Trattato del Mercato comune; I1 - Incarica il Presidente della Commissione affari europei del CCE di mettere a punto tutti gli studi e progetti necessari alla messa in opera di questa Risoluzione; I11 - Invita insistentemente tutte le Sezioni nazionali del CCE, in stretto rapporto co8n l e diverse organizzazioni di Poteri locali, a vegliare, in questo momento cruciale in -cui i Trattati sono chiamati a prendere la loro forma definitiva, a che gli scopi fondamentali del CCE siano presi in considerazione dai legislatori europei. 31 Luglio 1957 COMUbII D'EUROPA 9 DI UI PROBLEMA EBE NO! E' PARG T IO 1 A R EA11'AlfO ADIGE Invitiamo gli amministratori locali d i lingua tedesca e di lingua ztaliana dell'dlto Adige sui temi sollevati da questo passo di Luigi Einaudi. (N.d.D.). - Sud Tyrol - di intervenire Dalle no'tizie dei giornali e dai comunicati alla stampa appare che gli altoatesini di lingua tedesca richieggono', fra l'altro', sia limitata nella provincia di Bo'lzano la immigrazione dei cittadini della Repubblica, dei quali l a lingua materna non sia l a tedesca. Si teme che l'aumento, che si afferma artificioso sia in passato che oggi, e che autorevo~lmentesi ribatte essere ormai r ~ d o t t oa misura assai modesta, dei cittadini di lingua italiana attenui o guasti la unità del gruppo etnico tedesco', sicché un po' per volta la maggio'ranza della popolazioae diventi italiana e sia messa i n pericolo l'indole tedesca della provincia. La richiesta non ha fondamento né nello statuto della regione Trentino-Alto Adige né nel testo dell'eccordo De Gasperi-Gruber; ed è in netto contrasto con il chiaro precetto dell'art. 16 della Costituzione italiana: < Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per ragioni di sanità e sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche B. Non esistono ragioni di sanità e sicurezz,a, le quali consentano di vietare la immigrazione nella provincia di Bolzano di italiani nati o residenti in a,ltre provincie della Repubblica. Le ragioni particolari d i sanità e di sicurezza, le quali vieterebbero l'entrata nella provincia debbono essere constatate dalle autorità competenti in ogni caso singolo e la decisione deve essere presa a no'rma delle leggi vigenti. Nessuna legge dichiara o potrà mai dichiarare che i cittadini di lingua italiana siano incapaci in generale di risiedere per ragioni di sanità o di sicurezza nelllAlto Adige. Se la richiesta, cosi come è formulata, è priva di qualsiasi fo'ndamento. si deve riconoscere che a suo favore si possono addurre due ragioni. L a prima parmi sia stata formulata cosi: non hanno forse taluni comuni italiani il diritto di concedere o negare il permesso di re~sidenzae quindi d i lavoro ai cittadini italiani provenienti da altre parti del territorio nazionale? Le migrazioni interne non sono assoggettate a vincoli, a permessi. ad autorizzazioni dell'autorità pubblica? S e co'sì è, perché la città di Bolzano, di Bressanone, di Brunico, ecc. ecc. non debbono avere la medesima potestà, che esse eserciteranno per ragioni ed entro limiti di convenienza economica o so~ciale non diversi da quelli invalsi nelle altre città italiane? Perché alle autorità regionali e provinciali della regione non deve essere rico'nos:ciuta la medesima facoltà di dar pareri, vincolanti o meno., che sia esercitata altrove dalle autorità locali? Esposta cosi, la tesi degli altoatesini di lingua tedesca, è inoppugnabile. Non v'ha alcuna ragione che legittimi un diverso trattamento delle città altoatesine in tonfi-o'nto alle altre città italiane. Non v'ha motivo perché l'attuazione delle norme regolatrici delle migrazioni interne ad opera degli uffici statali avvenga in maniera diversa da una regione all'altra, da una provincia all'altra. Poiché l e migrazioni interne sono vinco'late a criteri di po~ssibilità di accoglimento e di lavoro nelle città di immigrazione; e poiché l'opinione d i queste h a di fatto dappertutto u n peso spesso determinante, così nessuna facoltà può correttamente essere negata alla provincia di Bolzano che d i diritto o di fatto sia invalsa nelle altre parti d'Italia; e se è opinio'ne degli altoatesini che l'immigrazione di cittadini di lingua italiana debb'a essere ristretta o del tutto negata, di questa ospinione deve essere tenut'o co'nto, non ad arbitrio delle autorità statali, ma a norma delle regole osservate in generale nel territorio della Repubblica. L a richiesta iion soffre obbiezioni. L e leggi del 9 aprile 1931 n. 358 per la disciplina e lo sviluppo delle migrazioni interne e del 6 luglio 1939 n. 1092 contro l'urbanesimo (1) che istituivano il domicilio co'atto e l a servitù della gleba nel nostro paese, devono essere applicate, finché durano, in ogni parte d'Italia. Tuttoché .nefande = e a caduche perché contrarie alla costituzione 2 (2) tutte l e autorità lo'cali le quali ritengono d i avervi interes,se hanno ragione di pretendere l'applicazione. Non si può negare all'Alto Adige il diritto di porre limiti all'emigrazione dalle altre zone dello Stato. s e l e d u e leggi non siano abrogate dalle ime fondamenta, ( l ) Commentate in una memoria del 15-dicembre 1951. pubblicata d o pp. 575-87 del mio Lo scriitoio dsl Prssidsnis. (9) Coi1 1. dichiuovo o oarto 579 del ricordato volomc senza lasciare traccia alcuna. Finché le due non siano leggi - come è urgente si fa'ccia tolte di mezzo, il divieto agli uni di far ciò che è consentito agli altri legittima la taccia d i sepolcri imbiancati rivolta al legislato're no#strano, il quale si ostina a vietare all'interno quella libertà di movimento che ocgni giorno invomca dagli stranieri a prò dei nostri emigrati. La se'conda ragione la quale può essere addotta a favore della restrizione contro i cittadini di lingua italiana non tocca anch'essa in particolare l'Alto Adige, sibbene in generale tutto il territorio nazionale. L a situazione particolare delì'Alto Adige è sta.ta solo per me l'occasione d i ripensare ad un problema il quale, nonostante sia raramente o mai discusso, h a grande importanza nazionale.. L e leggi italiane non fanno distinzione fra l'elettorato attivo nazionale, e quello locale. Sono elettori i n un! comune, indistintamente per ogni specie di elezione, coloro che sono compresi nel registro della popolazione st,abile del comune, a meno che: l ) l'eletto~re,is~critto nella lista elettorale d i u n comune, chiegga di rimanervi, nonostante abbia trasferito la pro#pria residenza in a:ltro comune ed abbia ivi ottenuto l a iscrizione nel relativo registro della popolazione stabile; o'vvero 2) intenda essere iscritto nelle liste eletto'rali del comune d i nascita o del comune dove ha la sede principale dei suoi affari ed interessi, e d abbia rinunciato alla iscrizio~ne nelle liste del comune di residenza (legge 7 omttobre 1947 n. 1058, artt. 3, 10 e 25 n. 4). Nel sistema vigente il cittadino deve dunque di massima esercitar,? il diritto eletto~raleattivo nel co8mune di residenza. Egli può rinunciare a questo diritto sol,o quando opti volontariamente per l'iscrizioni? nel cosmune di precedente residenza, ovvero nel comune di nascita od in quello dove abbia la sede principale dei suoi affari ed interessi, a condizio'ne. in ogni caso, che egli e~press~amente rinunci alla iscrizione nel comune d i attuale residenza. La iscrizione ai fini eletto'rali nel co'mune di residenza è dunque obbligatoria, a meno che il cittadino' preferisca eissere iscritto nel co'mune di nascita, o della sede principale dei suoi affari ed interessi o d i precedente residenza. Il co'mune non ha alcun potere di :rifiutare la iscrizione nelle liste elettorali a chi risiede sul suo territorio'; e soltanto può impedirla o ritardarla, ponendo ostacoli alla iscrizione d e l cittadino nel registro della popolazione stabile. I1 diritto del cittad.ino di chiedere ed ottenere nei casi sopra indica.ti la iscrizione nel registro elettorale di un comune divers'o da quello di residenza, risponde ad esigenze reali. L'elettore puo ave~re ragione di preferire di scegliere i suoi rappresentanti politici ed amministrativi nel luogo di nascita omd in quelli dove ha 'a somma d e i suoi affari ed interessi od anche i n quello dove risiedeva prima, piuttosto che i n quello della residenza attuale, che può essere accidentale o determinata d a circostanze per lui irrilevanti al puinto di vista amministrativo o politico~.S e le sue preferenze vanno ai luoghi dove coiiosce candidati, dove h a vincoli di amicizia o di partito o cli interessi, perché imporgli una scelta diversa? I1 comune ha un .mezzo>solodi ostacolare la iscrizione d i nuovi elettori immigrati dal di fuori; ed è di ostacolare l'iscrizione nel registro della po'polazioiie peir ragioni di lavoro, a norma delle leggi che sopra. h o dette nefande. Operano male gli altoatesini i quali raccomandano l a lo'ro causa a cotal brutto airnese legislativo', che dovrebbe ess'ere messo fuori uso in tutto il territorio nazionale. Non vale il dire: altri si giovano delle leggi nefande; ed anche noi abbiamo diritto di trarne partito. Poiché l a morale pubblica sovrasta al diritto scritto, dico che l'argomento non è valido. Ma dico altresì essere valida l'esigenza di dare ai comuni, a tutti i comuni italiani, il diritto di negare la. iscrizione nel proprio registro elettorale, aniche se il richiedente soddisfa al requisito della residenza. L a residenza non può essere negata a nessuno ai fini di lavoro, se non .vogliamo pesrpetuare gli istituti del domicilio coatto e della servitù della gleba, anzi un istituto peggiore di questi medesimi, ché a l condannato a l domicilio. coatto si assicura un sussidio di rjussistenza ed a l servo della gleba si assicurava il diritto a far propri i n parte i frutti del fondo; laddove il rifiuto del certificato di residenza equivale oggi, nei rispetti economici, a l rifiuto del lavoro ossia aiia condanna alla fame. Scindiamo l a residenza ai fini economici e civili la quale è idiritto inalienabile in ogni luogo' di tutti i cittadini italiani, dalla residenza a fini elettorali. E diciamo che i comuni, a i quali affluiscano, per ragioni d i lavoro, i i w - - cupati od i semi-occupati di altre regioni, non debbono poter rifiutare la iscrizione nel registro della po'polazione, ma hanno pienamente ragione non di negare, ma di rinviare, ai nuovi venuti la is'crizione elettorale. A nessuno può es,sere precluso, ove non sia tolta per l e ragioni elencate nella legge, d i indegnità morale o di incapacità fisica, la iscrizione nel comune di na,scita o in quello dove ha la somma dei suoi affari ed interessi o dove aveva già l a residenza. I1 cittadino sia sempre elettore; ma eserciti il diritto suo dove il suo esercizio può dare buon frutto; e cioè nei comuni elencati dianzi. E' male, invece, che egli sia elettore, dove egli è un nuovo venuto, dove non ha radici, dove non h a ancora creato rapporti durevoli di -affetto, di lavoro o d i interessi. Una città, un comune non è un mero insieme di uomini viventi in un certo luogo. L'uomo, s e .anche ha ottenuto l a residenza. non è ancora cittadino del comune dove ,è appena giunto. Una città, un borgo o un villaggio è anche un complesso di tradizioni, di eredità, di affetti, di legami; esso è un presente, ma è sovratutto un passato ed un avvenire. Chi sia vissuto per pochi anni in un luogo vi è i n realtà forestiero e non ha ragione di decidere delle sorti del comune. Occorre passi u n qualche tempo, perché d a forestiero, da barbaro si muti in cittadino. L a parola barbaro = non ha nulla di offensivo. I1 barbaro probabilmente è un uomo migliore, sotto molti aspetti, del vecchio cittadino. H a più ardimento, più iniziativa; ed il fatto medesimo dell'avere abbandonato il luogo natio, i parenti, gli amici, la casa, il campo dimostra che egli ha corso rischi ed è fornito di doti giovevoli alla città dove è immigrato. Ma non e ancora radicato nel luogo; ma può essere facile preda di ciarlatani politici, pronti a profittare della miseria sua momentanea e delle difficoltà della nuova vita che egli deve intraprendere. I1 comune non ha diritto di negargli il diritto al lavoro; poiché egli f a parte della patria italiana. Ma ha il diritto di dirgli: per ora vota ancora nel luogo dove sei nato o da cui provieni. 1,vi conosci uosmini e partiti e gruppi sociali; ivi sei un uomo, un cittadino. Col tempo diventerai anche qui non solo un residente n, ma un cittadino pieno; saprai chi noi siamo, donde siamo venuti; attraverso a quali vicende ed a quali esperienze siamo divenuti quei che siamo. Allora tu acquisterai la piena cittadinanza nostra e, fatto nostro, avrai diritto di decidere sulle nostre sorti, di partecipare alla vita amministrativa e politica nostra. Quanti anni deve durare il tirocinio elettorale? S e sarebbe azzardato indicare un numero preciso di anni, in materia che non è nuova nei paesi di antica educazione politica come la Svizzera, che iion era ignota nelle antiche costituzioni dei tempi dei liberi comuni italiani, ma è oggi da noi scarsamente considerata, si può affermare che quel numero non può ridursi ad uno o due anni, ma non può nemmeno essere troppo prolungato. L'immigrato, il barbaro, il forestiero diventa cittadino pieno quando è nato i n lui l'interesse locale ai problemi della cosa pubblica. S e gLi anni di attesa non possono ridursi all'unità, non pare d'altro canto possano andare oltre l a decina. Ecco quel che di vero, di vivo, di valido per tutta l'Italia c'è nella richiesta degli altoatesini di limitare la immigrazione dei cittadini di lingua italiana Essi hanno sentito che la loro comunità di lingua e di costumi non deve essere trasformata per motivi o~ccasionalie passeggeri. Essi hanno sentito che non si acquista la piena cittadinanza solo perché taluno è immigrato e lavora i n un luogo; ma del passato di questo non sa nulla,, ma dei costumi,, degli interessi, materiali e spirituali dei figli di quel luogo non h a notizia. Solo col trascorrere di un certo tempo l'immigrato apprende che oltre ai vivi, ci sono i morti e che questi hanno diritto di chiedere ai nuovi venuti di conoscere e di apprezzare ciò che essi hanno fatto in passato e di contribuire, conoscendolo, ad innalzarlo; ed hanno diritto di vietare innovazioni frettolose grazie alla mera forza del numero. Un piccolo numero d i immigrati nuovi può far volgere le sorti elettorali a pro di quella che è una minoranza tra i vecchi cittadini; e ciò, essendo socialmente distruttivo della compagine sociale, deve essere impedito. Il male è stato, per ragioni particolari, sentito dapprima dai cittadini di lingua tedesca; ma è, forse inconsapevolmente, sentito da tutti gli italiaci. I1 problema della cittadinanza elettorale locale è posto; e non può essere ignorato. . LUIGI EINAUDI (dalla dispensa terza delle Prediche inutili) Ln Tetractys c una macchina calcola tricc scrivente superaiitomatica. 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