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BOLLETTINO
BELL'ASSOCIAZIONE
I T A L I A N A PER I L C O N S I G L I O
DEI C O M U N I D'EUROPA
15 g e n n a i o 1953 - Anno I , N. 2-3 - Redazione e Amministrazione: Rorna, Via d i Porta Pincione. 6 - Tel. 487.512 .- Abbcn. (c/c 1127135 "Banca
NSZ.del Lavoro, Roma I: - Assoc. Ital. per C o n s i g l i 2 C o m u n i Europa,,) O r d i l i a r i 0 6 numeri 250 l i r e - Sosieniture 1000 - Le copia L. 50
S P E D I Z I O N E I N A B B O N A M E N T O P O S T A L E - G R U P P O Il!.
m
-
I L A V O R I DELL'III~FICIO D I K E T T f V O E D E L L E COMMISSIONI D E L CCE N E L L A Q U A R T A SESSIONE D I GINEVIIA
Da Griitli a P a l e r m o
I Comuni e le comunità locali, più decisaniente dei
governi e in nome dei popoli, sono gid all'avanguardia
nella costruzione rapida ed efficiente dell'unità c,airopeu
I.(r
Cirsa d e i C o m u n i d'Europri nel Purco
Moynier d i Ginevra
Nel luglio scorao, i n Svizzera, si è ultimata la
redazione della « Carta europea delle libertà l o uali »; si è fatto fare u n passo innanzi al progetto
di u n credito comunale europeo; si è formalmente lamentata l'insufficenza dei risultati ottenuii,
da parte dei Governi, per ciò che riguarda la
creazione d i una Autorità politica europea. La
eostiiuzionc d i una Europs libera, unita e rispettosa delle diversità, è una necessità iirgentc: così
hanno affermato i rappresenianti tlei Comiini e
delle Comunità locali d i seite Paesi liberi d'Europa. Governi e partiti si rendano conto che i
popoli n o n sono ancora disposti ad attendere, pazienti, l'esito dei miopi giuochi delle diplomazie, n é a tollerare i monopoli politico-economici
che hanno la loro cittadella nelle vecchie capitali nazionali. I popoli vogliono la E'cderazione europea, adesso, si è detto i n Svizzera.
E pareva di udire nell'aria l'eco del giuramento
d i Grutli e delle parole di Guglielmo T e l l . I
rappresentanti si sono lasciati scegliendo Palerrrio conie luogo del nuovo appuntamento: dai
cantoni svizzeri alla regione siciliana, regiorie
d'Italia e d'Europa. Ognuno era felice d'accorrere
nell'isola del Mezzogiorno, l'isola delle arance che le harriere doganali tengono lontane - e
l'isola delle riscosse arditissime: chi può diriieiiticare che il 1848 europeo prese l e mosse dalla
Sicilia?
I1 1953 dovrà essere l'anno costituiiio della
I.'crlcraziorio europea: o la faranno i governi o
l'avvieranno i C o m u n i e le c o m u n i i i locali, a di#petto dei governi e i n nome dei popoli. Perchè
Federazione europea vuol dire pace, prosperità,
giustizia, libertà, forza, dignità al cospetto del
mondo intiero.
D(i1 5 (111'8 luglio u. S.. nellu Casa dei C o m u n i
d'Europa ( a l Purco Moynier d i G i n e ~ r u )la
, coinn ~ i s s i o n edel Consiglio d e i C o m u n i d'Europa per
le ciulonomie locali, presieduta del tedesco Ladebeck. ha elubor(ito definitii1::mente - continuando i lavori condotti nel marzo precedente
ri Bud-Durkheim ( i n Germania) - il progetto d i
" Carta ezrrope« delle libertù locali ", approvato
n e i giorni successivi dall'Ufficio direttivo del
CCE (testo integrale e nota informativa i n altra
parte del bolletiino).
11 9 e il 10 luglio, sempre nella Casa d e i C o m u n i d'Europa. l ' u f f i c i o direttivo del CCE ha
tenuto la sua quarta sessione. Sessione memorabile, per lu mole del lavoro svolto e per l'importanza delle decisioni prese. Eruno rappresentati
il Belgio, la Francia, la Germania occidentale,
l'ltulia, il Lussemburgo, la Saar. la Svizzera; trci
gli osservatori, u n ruppresentante del governo
spagnolo i n esilio, il prof. Semprun Gurrea. I
delegati italiani erano il dott. Alessandro Schiav i , presidente dell'AlCCE, l'ing. Renato Brugner,
m e m b r o del Comitato direttivo, i l prof. Umberto
Serafini, segretario generale, e il dott. Mantegna
( i n sostituzione dell'on. Giuseppe D'Angelo.
m e m b r o del Comitato d i r e t ~ i v o ) .
Sono stati confermati alla presidenza del CCE
il sindaco d i Ginevra Cottier e alla segreteria generale la signora De Juger. La direzione della
Casa d e i C o m u n i d'Europa rimane affidata all'urbanista prof. B u r k y ; come consigliere scientifico
2 sLaLo cooptato u n altro urbunisla, l o svizzero
Bodmer. La presidenza della Commissione aflari
europei è stata definitivamente assegnata al francese T r é m i n ~ i n la
, vice-presidenzu all'italicrno U m berto Rossi. Creata, su propostc~ della delegazione
it«lianu, la nuoua commissione per il T u r i s m o ,
In presidenza n e è stata aifidata all'ori. Giuseppe
D'.lnpelo. E' stcita nomiilc~tc~
unu commissione per
r-vgolare i rupuorti c o n 1'Union internaiionale des
V i l l c s : d i essci f a purte l'it(r1iuno Brugner.
Si trattava poi d i decidere il luogo per la prossima sessione dell'lijficio d i r e t ~ i v odel CCE e dell'intero Esecutivo: ercino i n gura 111 Svizzera con
Rrunnen ( e le antiche memorie d i Guglielmo Te11
e del eiuramento d i Grulli).
, , la Germuniu con
ljiele/eld, la Franciu con Bordeuux e l'ltalia con
Pulermo. Per u n debito riconoscimento alla i m portantissima esperienzu regionale sicilianc~, l'nssemblea hu deciso per Palermo. A P a l ( ~ r m osurù
deciso il luogo ove si radunerà la primu Assemblea generale d e i liberi C o m u n i europei: si soizo
fatti per ora i nonli d i Parigi, Lussemburgo e
Berlino.
Dicrmo una breve rassegna delle mozioni votutc7
d(illa quarta sessione. Q u i il lavoro preparatorio
b stuto intenso e le discussioni vive.
Alla " Carta delle libertà locali " abbiamo già
accennato. N o n sfuggirà a nessun amministratore
locale l'importanza della costituzione d i u n centro d i studi comparativi sull'orgunizzazione d e i
Federalisti ~zell'isolu dei Ciclopi
avvenimento è alle porte: il 30-31 gennaio e i l l o f e b b r a i o
direttivo e l'intero Esecutivo del Consiglio dei Comuni- d'Europa t e r r a n n o u n a loro sessione solenne a P a l e r m o ( V p e r l'Ufficio. I1 per
l'Esecutivo). L'Esecutivo d o v r à ralificare l a <r C a r t a europea delle l i b e r t à
locali n ; d o v r à discutere il progetto di credito cooperativo comunale europeo; d o v r a affrontare i problemi di u n a Costituzione europea che si f o n d i
sulla comunità locale, in u n armonioso e moderno equilibrio f r a centro e
p e r i f e r i a : d o v r à infine r i a f f e r m a r e l'assoluta
decisione del Consiglio dei
Comuni d'Europa di lottare contro t u t t e le forze monopolistiche, parassitarie. retrive, che si oppongono alla limitazione delle sovranità nazionali dei
sinpoli Stati europei democratici, e che r i t a r d a n o o impediscono l a f o r m a ..-=-zione di u n P a r l a m e n t o e d i u n Governo europei. espressione dell'autentica
volontà dei popoli.
A m m i n i s t r a t o r i locali,..la vostra responsabilità è enorme! Voi vivete a contatto del popolo.
voi r a p p r e s e n t a t e le piu genuine tradizioni p a t r i e ; non vi potete lasciar d i s t r a r r e dagli interessi.
spcsso equivoci, della g r a n d e politica delle capitali e d a l l a p i g r a m i o p i s dei diplomatici. L'Europa è nelle vostre m a n i : voi le d a r e t e nuova f o r m a civile, d i f e n d e r e t e l a pace, creerete l a
prosperità dei cittadini comuni, quelli che pagano s e m p r e e non riscuotono mai. A m m i n i s t r a t o r i
locali dell'Ilalia, della F r a n c i a , de1l.a Germania, della Svizzera. delle a l t r e libere nazioni d'Europa, rinsaldate le intese dirette, appoggiate l'opera del Consiglio dei Comuni d'Europa. mos t r a t e il vostro spirito d i solidarietà e l a vostra incoercibile decisione di a r r i v a r e a l l a F e d e r a zioite: coi governi. se i governi l a vogliorio: a dispetto dei governi, se i governi esitano o rinuiiciano.
-&ncora u n a volta sai-= dall'isola dei Ciclopi cho
o a r t i r à l a scintilla
decisiva: sotto auspici
migliori non potrebbe p r e n d e r e le mosse q u e s t a u l t i m a battaglia federalista. Viva le autonomie
locali! v i v a le gloriose P a t r i e nazionali. unite per d a r e nuova luce a,l mondo nella g r a n d e
P a t r i a europea!
Un
grande
1953 l'Ufficio
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C o m u n i e delle Comunità locali, e d i studi ausi.
liari; ecco la risoluzione relativa:
C E N T R O DI STUDI C O M U N A L I
Il Bureau del CCE, riun.to nella Casa dei Com u n i d'Europa, a Ginevra, il 9 e 10 !uglio 1952,
decide di creare a Gir1evi.a u n Ccritro d i Siudi
comunali e d i urbanistica (pianificazione tcrritoriale), con una Sezioric d i informazioni e incliiestc, e un'altra di lavori pratici e d i documentazione.
I1 Centro rispoiiderà ad ogni riccliicsta d i inl'ormazioni che provenga da Coinuni, Cominissioni
e Coni tati nazionali. Organizza dclle visite a Comuni-modello. Stabilisce contatti con l e istituzioni ititerriazionali interessate. Sottostà a u n e o mitato direttiva, coniposto d i consulenti tecnici
e d i uii sindaco ~prciulizzatoi n materia d i pratica cornunale svizzera.
11 Centro potri esserc posto sotto il patronato
della Scuola Po1ite1:riira Federale e delle Un,ver6ità d i B i l e e d i Ginevra, clre hanno già dato i l
loro accordo d i m a s i m a .
Esso entra imrnedia:amente i n attività e si svilupperà secondo l'opportunità e secondo i suoi
mezzi.
La Casa dei C o m u n i d'Europa si è inaugurata
ujficialnrente appunto coi lavori d i cui diamo qui
il resoconto. S u d i essa u n elogio e una raccoiiranduzione :
C A S A DEI COMUNI D'EUKOPA
L'na riurzione del Bureuu del CCE nella Casa dei Comurzi d'E'rrropct a Giineura durante la
Il Bureau del CCE, riunito nella Casa dei Coscorsa sessione d i luglio. Si vedono seduti al prinio tavolo, i n primo piano, H . Scliaub,
niiirii, a Giiievra, approva la s i s i e ~ i ~ ~ ~ della
ioi~e
presirlenie del Consiglio municipale d i Fruncojorte (Germania), F. Rrockmeier, sinduco d i
suddetta Casa iiclla Villa Moynier e ringrazia la
V e u n k i r c h e n (S«!ir), A. Flelms, segrelurio comirnrile d i Sacirbruchen iSriari, 21. Scliiu~li. precittà di Ginevra, i n particolar inodo il l'rcs tl<.ntc
siclente dell'AICCE (Italia), R. Brugner del Consiglio direttivo dell'AICCE (Italia) e A .
del Consiglio d'Aiii:iiiiiistraz arie, per i privilegi
I,adebeck, primo borgonrastro d i Bielejeld ((Germania); al secondo tavolo: i n jondo, J . .l.
accordati i n tal riiodo al Consiglio dei Coinuni
M ~ r l o l .sindaco d i Seraing (Re1,qio). E. Ronse, nindrico d i hfelser~ ( B e l g i o ) , E. Milliaizrl e
d'Europa, privilegi clic iion sono senza controparC . B u r k y dell'L'rriversitiì rli Ginevra. e F. Patzrn. presidente del Conrirne d i Burgdorj
tita, poicliZ Giiitrvra divcn::~, i n certo niodo, la
(S~izzeral.
rapitale inuiiiiipnle d(.ll'Europa; prega il suo
t'resideni<, (li insistere presso l c Auiorità gincvr-ine, affinrlii: la Villa 3loynier sia nirssz intcra2 ) nel promuovere la formazione di Sezioni
riche e il tono d i semplice rucrornciirdazione. n o n
iiiente n disposiziorii. dcl Consiglio dei Coinuni
nazionali attive nei vari paesi dove n o n esistano
tlù a vedere tutta una serie d i studi e d i tentativi
d'Europ:i pcr u:i riuovo cscrcizio e ad u n afY.tio
po1iric.i clie già (t luglio w a n o stati compiuti per
ancora;
ragionevole; c pert'lii: divcnti rcal~iicnte qui.lla
venire incontro ad u n a soluzione " europea " del
3 ) ire1 preparare le riunioni e le ronfercnre
Casa di ospita1it.i e di incoritro dei Sindaci ci'Eugrrivissimo problema del credito coinunale. r,a
internazionali del Cons'glio dei Coriiurii d'Eur0p3 e del inondo clie visitano Giiicvra, che era
soliizione è sugges'iva, e crediamo possa diventcire
ropa.
prevista dalla terza sessiorie del Bureuu.
u n o dei motivi d'attrcizione e d i forza del CCE.
V - I rompiti drlls Sezioni nazionali consisteGià se ne purlò nel n . 1 [li Coinuni d'Europa.
ranno i n primo luogo:
/,a mozion:; clie riportiuirio d i seguito ( s u l crel ) nel reclutare membri tra i comuni del
I L C R E D I T O C O M U U A L E EUROPEO
dito conrunule europeo), con le sue arol le genepaese;
2) nel riscuotere le q u o t e ;
Il Bureau del CCE, riunito a Ginevra il. 9 e 10
liiglio 1932, considerando clie per perinziiere ai
3 ) nel coordinare il lavoro sul piano naziocomuni e alle co1iettivit.i locali d i adempiere ai
nale.
loro compiti più urgenti cd essenziali, occorre
T u t t o il lavoro di p r o p a ~ a n d a , di organizzazioprendere ogni misura che assicuri loro i crediti,
n e o d'altro, rosì ronie tutte le riunioni orpariizii tasso ridotto e a lunga scadenza, clie sono loro
-*te dalla Sezione nazionale in u n altro paese,
irldispensabili e ai
lianno diritto per la loro
.-<>nDotranno csscre effettuati se iion dietro autoautorità sociale ed economira e per l e garanzie clie
cizzazionc della Sezione nazionale responsal>ile.
La Cui-tu europea delle libcit6 locali
preseiitano, considerando clic il credito comunale
C o n la " Carta " e il " Credito ", terzo tema
del Belgio, funzionante da circa u n secolo, costijondumentale della sessione è siata la posizione
t i i i ~ c eu n esenipio pratico al quale è bene rifarsi,
Il referendum tra i sindaci
clre il CCE deve prrnrlcre d i jronre alla congiuninrarica il suo Coiiiitato « Sicurezza-Cretliio-Mutura politica europeci. Il segretario generule deliualità » di prendcrc d'urgenza ogni iniziativa
uiilc per promuovere la creazione d i u n vcro ere1'AICCE Iitr insistito percliè, anche a costo d i
dito coruunale sia sul piano nazionale che sul
rotture. c i josse una chicirificuzione sostanziale
Promemoria per gli inglesi
piano europco.
sui fini, anche immediati, del CCE i n relazione
alla creazione d i una Comuniià poliiictr europea.
Il CCE n o n s'era ancorci dato u n regolamento
Del resto n o n si trattuva d i aggiungere nulla agli
interno: a questa lacuna ha sopperito la IY sesStatuti del CCE, clre sono federalisti, ma solo d i
sione dell'Utficio direttivo:
Il Congresso nazionale del MFL'
clziarire l'urgenza d i una certa linea politica e il
REGOLAMENTO INTERNO
passaggio obbligato, a breve scadenza, per una
Gli urbanisti a Venezia
costituente.
Diamo
I -~
s e 1 t ~~ ~ generale
~ ~ ~ saran.
~ b ~ l Assemblea
~ ~~
~
~ a pcig. 5i d i qiiesro~
no convocati, se possibile, una volta l'anno e ,
bollettino, il testo della dichiarazione politica.
Delltr costiruzione d i una Commissione per il
nella misura possibile, i n diversi paesi.
iurismo si è detto. Ecco il testo della risoluzione:
11 - 11 nureausarà convocato, se possibile, due
I piccoli Comuni di montagna
voltc l'anno nella Casa dei C o m u n i d'Europa a
( I -i .n..
ev
COMMISSIONE T U R I S M O
. -r-x.
111 - T r a l e due sedute del Bureau, gli affari
L'assembleu dell'Unione Yrovinciie
11 Bureau del CCE, nella sessione del 9 e 10 l u corrcnti saranno repolati dal Comitato svizzero
glio 1952 a Ginevra, considerando clie, ncl qua(Consiglio d i Presidenza) e dalla Segreteria gcrieCultui-a e Comunità locali
dro
degli scambi culturali tra i diversi paesi,
rale, a Gincvra.
1'organ.zzazione turistica può costituire u n o dei
Ogni questione importante che r i ~ u a r d ii prinLu ,fz<nzione dei centri sociali
niczzi più efficaci per facilitare gli inrontri i n cipi del Consialio e ogni questione di azione sarà
ternazionali, decide di istituire u n Coniiiato per il
sr)itoposta preredenteruente per isrritto ad ogni
I'roblemi giuridici della Regione
sezione iiazionale. L e risposte delle sezioni doturismo con sede a Palerriio, avcnte corrispondenti i n altre città dclle Sezioni nazionali.
vranno pervenire alla SeRrcteria d i Ginevra nello
spazio di quir1dic.i giorni.
L a comunitù /;a Martella
Ultimati i lavori dell'UJficio direttivo il 10 poIV - I
della segreteria generale
ineriggio, 1'11 matiinn - ancora alla Casa dei C o steranno in primo luogo:
m u n i - lta avuio luogo una riunione d i studio
l ) nell'aSsicurare i rapporti tra l e Segreterie
dedicata ai piccoli Comuni. L'l~ulici era rupprenazionali, pcr corrispondenza, per mezzd di u n
sentata ditll'ing. Brugner e dal rlott. fiiunregm.
bollettino regolare e d i ogni altro mezzo u t i l e ;
Sommario
1
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CARTA EUROPEA DELLE LIBERTA' LOCALI
I l documento che presentiamo, alla cui stesura hanno partecipato per l'ltaliu il prof. Costantino Mortati, il senatore Giambattista Rizzo, il prof. Umb ~ r t oSerafini, l'assessore a l Comune d i Milano doit. Jori e l'ing. Renato
Briigner, è stato approvato dall'ufficio direttivo del Consiglio d e i Comuni
d'Europa, nella riunione tenuta a Ginevra i l 10 luglio 1952.
7
-
Autonomie e Stato
,
Prearnbolo.
Le comunità locali d'Europa, unite al disopra delle frontiere nel Conaiglio dei Comuni d'Europa, fermamente decise a creare nell'interesse dei loro
cittadini unlEuropa libera e pacifica, lianno nuovamente stabilito e fissato
come segue i diritti che, santificati da un7esperi,enza millenaria quale uno
clei fondamenti dells libertà umana, sono ora minacciati e spesso soppressi.
I1 Consiglio dei Comuni d'Europa difenderà questi diri,tti e si affiancherà ad ogni comunità locale in lotta per essi, con la forza di tutte le sue
comunità.
11 - Pre~i~esse
generali.
1) L'autonoriia delle comunità può esistere soltanto se nel popolo vive
un tenace desiderio di autogoverno locale. Essa può svilupparsi solo quando
non predomina il principio autoritario e se tanto i cittadini quanto le comunità sono pronti ad assumere la responsabilità di subordinarsi alla legge, ma
\orio decizi a non accettare personalmente n& collettivamente imposizioni dall'alto.
2) L'applicazione della legge deve essere tale che il diritto della comunità inferiore sia salvo nei confronti delle comunità superiori ed il diritto del
ci ~tadinonei confronti della comunità.
3) Le comunità devono essere consapevoli di costituire il fondamento
tlello Stato. Esse devono sviluppare una azione amministrativa e creare i
mezzi stabili perchè ogni cittadino, cosciente di essere membro della coiuunità e vincolato alla collaborazione per il sano sviluppo della comunità stessa,
prenda parte attiva alla vita locale.
711 - Definizione delle libertà comunitarie.
1) Le libertà delle comunità territoriali devono essere garantite dalla Costituzione con possibilità di ricorso, in caso di violazione da parte dei poteri
centrali, ad organi giurisdizionali indipendenti.
2) I progetti di legge organici degli Enti locali devono, salvo il caso di
urgenza dichiarato dal Parlamento, essere sottoposti al parere di una rappreaentanza delle Comunità interessate.
3) Tutti i compiti di carattere locale sono attribuiti alle Comunità. Esse,
nei limiti della legislazione statale, stabiliscono le norme per l'adempimento
dei compiti predetti, noncliè
delegate dallo Stato necessarie ad adattare l'esecuzione delle leggi generali alle ~ a r t i c o l a r i t àlocali.
4) Per l'assolvimento clei loro compiti debbono essere riservate alle Coniunità proprie fonti di imposizioni. Se non fossero sufficienti, i mezzi fiiianziari saranno completati mediante un sistema di compensanzione senza che iie
possano derivare limiti all'autonomia delle Comunità.
5) I1 potere di decisione negli affari comunitari e l'utilizzazione dei
niezzi finanziari spettano ai cittadini o ai rappresentanti da essi eletti. L'assunzione, il trattamento economico, l e promozioni ed i provvedimenti disciplinari degli impiegati delle Comuntà, nel quadro delle disposizioni legiylalivr statali se necessarie, spettano alle Comunità stesse.
6 ) Gli amministratori locali sono responsabili del buon assolvimento delle loro funzioni davanti alla Comunità. Ad ogni membro della Comunità è
coizceeso di promuovere le azioni per far valere le responsabilità dei medesimi.
7 ) I1 controllo amministrativo si limita al giudizio di legittimità ed è
Fsercitato da organi indipendenti. In casi determinati dalla leage, può essere
ammesso un controllo di merito soltanto al fine di invitare le Comunità locali
a riesaminare l e loro deliberazioni.
8) Le modificazioni territoriali delle Comunità devono effettuarsi secondo un procedimento legale che contempli la consultazione delle popolazioni interessate.
9) Le Comunità e le loro Associazioni hanno il diritto di aderire ad organizzazioni comunitarie internazionali, che riconoscano formalmente i principi fondamentali di questa C a ~ s .
Una importante strada si apre
al Consiglio dei Comuni: parte dalla Comunità territoriale
per arrivare alla Federazione
europea
La Carta è stata approvata dall'Ufficio direttivo
del Consiglio dei Comuni d'Europa, a Ginevra,
il 10 luglio 1952; prendevano parie alla seduta
r~pprcscnianti locali del Belgio. della Francia,
della Gcrinania occideritale, dell'ltalia, del Lusseiliourgo, della Saar, della Svizzera. La redazione dclla Carta è stata il frutto di un lavoro svolto,
in più r.prese a distanza di niesi, dall'apposita
coniinissioiie presieduta dal tedesco Ladebeck;
l uLtiiria ripresa, clic Iia portato al testo poi approiato dalla IV Sessione del CCE, Iia avuto luogo nella stessa Ginevra dal 5 all'll luglio e vi
hanno preso parte attiva, oltre i l sig. Ladebeck,
sindaco di Bielefcld, e la s.gnora De Jiger segretaria generale dcl CCE, i l sig. Tréiiiiritiri, presidente dell'Assoc azione dci Siiidaci di lirarieia, il
prof. Burky dell'Univers.ti di Ginevra, il profcssor Adolf'o Gasser dell'Universiii di Basilea l'autore d i Storiu dellu LibertÙ popolure e della
democrazia e di L'uutonon~ia comurrule e la ricostruzior~edell'Europa -, il giurista spagriolo esule prof. José M. Semprun Gurrea, C gli italiani
prof. Costantino Mortati, senatore Giariibattista
IZizzo e prof. Umberto Serafini, mernbro della
Direzione Politica Esccutiva del Moviinciito Comuiiiii.
In seno alla Cominissione chc lia redatto la
Carta, coine cra prevedib-le, sono vcnuté a coiitatto, C talvolta a contrasto, esperienze amniinistrativc C tradizioni dottrinali assai diverse: cppure, a ben guardare, i l comune denominatore
che si andava cercando non era sulla base del
compromesso ma su quclla di alcune esperieiize
storiche locali, ritenute da tutti, per la loro.
cseinplarità, ancor valide come suscitatrici d i
energie europee da rivolgere a un comune scopo;
e quesio coinune denominatore si cercava anche
sulla base di convinzioni dottrinali che, lentamente e in d-verso grado, si fanno strada in molti,
direnimo in moltissimi: clie, cioè, cardine della
democrazia di uno Stato sia, insieme col godimento reale dei diritti di persona umana da parte
di tutti i cittadini, piuttosto la divisione dei poteri - a rui libcramente si accede - a guarentigia da un regime oligarchico che non l'indiscriminato suffragio universale, che solo apparentemente esprime la volontà effettiva e integrale dclla univcrsal tà delle persone. Senonchè non si
tratta solo di dividcre i poteri al centro, ma anche di dividere i poteri fra il centro e la periferia. O meglio: di creare un equilibrio fra i1 centro e la psiferia. In realtà, infatti, nel secolo in
cui un sempre maggiore intervento dello Stato è
ainmesso da tutti - se pure in direzione d.versa,
una vasta corrente di neoliberali, per es., ammette un coniinuo in:ervento per ristabilire i terniini di libcrià sempre minacciati, sconfessando
così definitivainente Staio-guardiano e mito della
liberti naiurale, - in qucsto secolo difficilmente
si può pcnsare all'autonomia come potere esclusivo su certe zone d'azione. D.rernmo piuttosto
che l'au'ononiia locale va vista nel tempo, come
dir tto di p:irtecipazione in modo autononio, localmcn!~. a d~.tcrminate fasi, di solito iniziali e
finali, d i quei piani :enerali d'azione di cui l e
fasi mediane comprtono al centro. S'intu:sce che
questa armonica collahorazione che va dalla periferia al centro. e viceversa. presuppone un riapprofondimrnto d r l prohlenia della rappresentanza
(sia amminis!ra!iva clie politica). Ora, tutto ciè
non poteva apparire clir: come sfondo nella prima
clahorazionc di una Carla europea delle libertà
locali, volta sonratiutio a rivendicare i diritti
delle vive eneyeie locali, compresse dal monopolio opcrantc al venlro. posposte sempre alla ragion di Stato, per proiettare sul piano di una
federazione supernazionale (europea), che potrebbe liberarle dai presenti impacci: e sperare queela proiezione è compito dei federalisti, così come
convincere i. nazionalisti per sete delusa d i autonomia nel concerto internazionale che una tale autonomia, reale, si può riconquistare solo sul piano di una federazione supernazionale. Tuttavia,
se il problema dell'equilibrio fra centro e periferia, nella sua pienezza, è apparso solo sullo sfondo, non si può per questo dire non sia slato presente e non abbia mostrato diverse tendenze fra .i
redattori della Carta, di cui la sfumatura anarchica era indubbiamente rappresentata dallo svizzero
Gasser: tanto per fare un esempio minuto (per
non parlare della gestazione, ovviamente faticosa,
dell'art. 1 delle «Premesse generali »), l'inciso
<I nel quadro delle disposizioni legislative statali
se necessarie » dell'art. 5 della « Definizione delle
libertà comunitarie3 è stato oggetto di una discussione lunga e appoggiata a esperienze concrete variamente interpretate.
Data la particolare premessa politica, la Carta
doveva necessariamente risultare piuttosto rivendicativa (ci si conceda l'espressione) che programniatica. Nondimeno, attraverso l'affermazione della priorità ideale ( e relative conseguenze giuridiche) della persona - dicesi persona, nel senso
del Vangelo, dell'etica kantiana, o mazziniana,
non individuo - sulla stessa comunità (cfr. articoli 1 e 2 dclle « Premessa generali »). si è arrivati a un accenno programmatico (cfr. l'art. 3
delle (( Premesse e particolarmente l'introduzione di « mezzi stabili n). Una importante strada si
lipre in questa drrezione al Consiglio ilci Comuni
d'Europ:i, clie ne è consapevole: una strada che
parte dalla persona umana e dalla coiiiunità terriioriale locale per arrivare al quadro completo
rlei problemi costituzionali della Federazione europea. 1 centri comunitari ist:tuzionalmente previsti, la piaiiilicazione urbanistica, la democrazia
integrata, l'avvio alla creazione ovunque in Europa di una comunità territoriale per aiitononwsia - a misura d'uoiiio
coine cardine di tutto
i l sistenia di accentramento statale e come princil>ale eiitc d i mediazione fra la persona e lo
Stato, la relativa camera delle comunità al centro,
i raggruppamenti umani funzionali ( o ordini po.
litiri) su scala federale: tutto ciò è in qualche
modo prrsente a coloro clic oggi reggono le sorti
rlel CCE, scppure ancora tumultuosamente e,
talvolta, accompagnandosi ad equivoci, che occorrerà chiarire. Particolarinente interessante a qnesto proposito, e carica di prospettive positive e
negative, la rappresentanza francese: dove un intelligcntc t' inoderno radicalistno si iiicscola a illusioni proudlionianr o ri pregiudizi teciiocitatici.
qiiando non addirittura corporativi.
Cliiudcremo, per iion dar luogo a erronee interpretazioni, ricordando che i l CCE, nclla IV
Scssionc, si è proniinciato come dcciso fautore
drlla immediata creazione <li una Autoriii politiC I L curopca
(leggi: Parlaiiicnto e Governo curopri), « lamentandosi di dover r e ~ i s t r n r e l'insuffi.
cirnza dei risiiliati ottenuti in quel clie conrerne
cliiestri creazione,), e si è dirhiarato pronto ad
appoggiare ogni movimento per un'asscml>lca costituente, sotto condizione di far valere l'istanza
di una rappresentanza d e l l ~comuniti locali territoriali.
Verso la ratifica della Carta europria delle liberlà locall
I piccoli Cornuni d'Italia, dopo il documento approvato a Ginevra,
si trozleranno a jìanco, nella lotta per l'autonomia, le migliaia di
altri Comuni del CCE, che in' altri Paesi godono già di questi diritti
I n seguito all'approvazione della Carta europea delle libertà locali, la Segreteria dell'Associazione Italiana per il Consiglio dei
Comuni d'Europa ha provveduto a inviare
a tutti i C o m u n i e Sindaci aderenti all'Associazione u n modulo per il referendum sulla
Carta, che, oltre dl'approvazione o meno del
documento proposto a Ginevra, prevede eventuali emendamenti che possono avanzare gli
aderenti. Cominciano a pervenire alla Segretaria dell'AICE ( V i a d i Porta Pinciana
6, Roma) le risposte; d i esse daremo ampia
notizia nel prossimo numero d i Comuni di
Europa.
Ecco il testo della lettera inviata ai Sindaci. unitamente al modulo d i referendum.
« Signor Sindaco, troverà allegato un progetto di Carta europea delle libertà locali
elaborato a cura della Commissione di auto-
-
Al Consiglio superiore del CEC
LE CITTA SI COLLEGANO
Riafformato il significato europeo dei " jumelages,, - La
collaborazione tra il CCE e il Centro europao dslla cultura
A QUEL MODO CHE, OR SONO SETTANTA
ANNI, U N NAPOLETANO DELL'ANTICO REGNO O U N PIEMONTESE DEL REGNO SUBALPINO SI FECERO ITALIANI, N O N RINNEGANDO L'ESSERE LORO ANTERIORE M A
INNALZANDOLO
E
RISOLVENDOLO
IN
QUEL NUOVO ESSERE, COSI' E FRANCESI E
TEDESCHI E ITALIANI E TUTTI GLI ALTRI
SI INNALZERANNO A EUROPEI E I LORO
I
PENSIERI INDIRIZZERANNO ALL'EUROPA E
I LORO CUORI BATTERANNO PER LEI COME
PRIMA PER LE PATRIE PIU' PICCOLE, NON
DIMENTICATE M A MEGLIO AMATE.
I i i N t D E T T O CROCE i S t o r ~ od'E~rnnnI
l
1
Alla riuniorze annuale del Consiglio rupeviore del Centro Europeo della Cultura, t e n w
tasi nella sede d i palazzo W i l s o n a Girzevra, il
17 novembre scorso, ha partecipato André
Voisin, del Constglio dei Comuni d'Europa.
I1 suo rapporto, fatto a n o m e d i urz'associazione francese che collabora con il Centr.0
Europeo della Cultura, ha volato soprattutto
sottolineare l'importanza crescente del CCE,
sojtenendo che la volontà pubblica, nelle democrazie, si forma alla base stessa dello Stato,
nei Comuni, cellule costitutive d i ogni azione
d'ispirazione democratica. E' per questo che
l'azione principale del Consiglio dei Comuni
d'Europa poggia sulla coordinazione efficace
delle forze locali; tende altresì a salvaguardare
l'autonomia comunale e a stimolare nei Com u n i uno spirito aperto allo sforzo culturale
europeo. Llorntore ha insistito su1 significato
europeo dei jumelages. Il jumelage consiste appunto nello scegliere, i n diversi Paesi.
due o tre citl'i simili nella struttzLra e per
14attivit3,allo scopo d i creare e rafforzare trn d i
loro dei legami particolari, scambi d i z~ominl
e d i esperienze. Citati alcuni incontri già avvenuti e che n o n sono che l'inizio d i auelliz
« co?zreruaziove ez~ropca» che si spera possa
allargarsi sempre ;inaggiormente tanto da stimolare il « gusto alla libertà » e u n « volere
europeo » preciso, Voisin si è detto convinto
della necessità e della possibilità d i una efficace collaborazione tra il Consiglio dei Comuni d'Europa e il Centro Europeo della Cultura.
nomia comunale del CCE, sotto la presidenza del sig. Ladebeck, Sindaco di Bielefeld,
con il concorso di rappresentanti comunali
di 7 paesi, e che è stato adottato dal Bureau
del CCE, durante la sUa IV Sessione, nel luglio 1952, a Ginevra.
((Secondo lo Statuto del Consiglio, il suo
primo scopo è quello di ottenere e difendere
l'autonomia comunale. Per questo, h? considerato come un suo compito urgente rilinire
in un solo documento le condizioni fozdamentali dell'autonomia comunale, valevoli
per tutti i paesi, senza le quali tale autonomia resta una vana parola.
« Ciascuna delle rivendicazioni che Lei troverà nel progetto allegato, è già realizzata
nell'uno o nell'altro paese europeo. Perriò
i Comuni che vi si riferiranno nella loro
lotta per il mantenimento della loro autonomia, potranno appoggiarsi sul fatto che dei
Comuni fratelli, nell'Europa occidentale, godono gih di questi privilegi, per il maggior
bene dei loro cittadini e dei loro paesi.
« Pensiamo che, come noi, Lei giudicherà
utile la diffusione della Carta Der rafforzare
la fidiicia in se stessi dei piccoli Comuni e
dar loro la certezza che, nel loro sforzo, le
migliaia di Comiini riuniti nel CCE, sono al
loro fianco e pronti ad appoggiarli. I1 progetto di Carta sarà sottoposto alla ratifica
da parte del Comitato Esecutivo del CCE,
a Palermo, nella sua sessione del 30 gennaio
1952. Affinchè possiamo tenere conto della
Sua opinione e delle Sue eventuali proposte,
La preghiamo di restituirci la Carta allegata. entro il "i1 dicembre ~rossimo.Un r i e
uii no baslera in risposta alle domande. Tutcavia, se può, voglia aggiungere un commento p i ? ~dettagliato e ci informi, oltre che
sulla Sua, sulle opinioni di amministratori
comunali di Comuni vicini.
« RingraziandoLa in anticipo del Suo aiuto, La preghiamn di gradire, signor Sindaco,
l'espressione della nostra considerazione. Conriglio dei Comuni d'Europa, Segreteria Generale n.
Si accresce la famiglia dai Comuni d'Europa
Oltre ventimila i corriuni riuni'ii
riel
CCE
Xella sua assemblea d i ottobre l'Unione dei
Coniuni austriaci (Oesrerreicliisclier Gemeir~<lcb u n d ) Iia dcciso di aderire in l>locco a1 Corisigli0 dei Comuni d'Europa ron i suoi quattroiiiila Comuni. Si sono affilia~iinoltrc. ii~imcrosi Coiiiuni del Lusscniburgo e la citti di Rcirns in
Iirancia. Con qurstc adesioni il iiuincro dei Coiiiuiii e dclle c:trà riuniti nel CCE supera i ventitiinila.
Per mezzo dclle loro organizzazioni responsabili i Coriiuiii della Saar e del1':lustria lianno
espresso la loro approvazione al progetio di
(( Carta
europca dclle 1il)erti locali » elaborato a
Ginevra. Dalla Svizzera, dalla Germania e dal
Liisscmhurgo numerose approvazioni e alcuni
emendaiiirnti sono giunti alla Segreteria generaIc del CCE a Ginevra.
LETTERA
DA
PARIGI
Jumelages
1
I
A Parigi, presso la Camera d i Commercio internazionale e per iniziativa dcll'dssociution frangaise pour le Conseil des Communes d'Europe, il
9 e il 10 gennaio si sono tenute riunioni di studio relative all'impostazione e all'organizzazione
d i inconiri e di afrratellamenti (jumeluges) fra
comuniti locali dei diversi paesi d'Europa. Particolare attenzione è stata rivolta ai problemi che
sorgono volendo creare un affratellamento stabile, fra due o più comuniti, clie si basi su SOmigliaiize o complementariti d i problemi. Harino partecipaio alle riunioni amininistratori di
collettiviii local., giuristi e urbanisti, delllAustria, del Bclgio, della Francia, dclla Germania
occidcntalc dclla Gran Bretagna, dell'lialia, del
Lussrmburgo, dell'Olaiida, della Saai, della Svizzera. La delegazione italiana era composta del
prof. Samonà, direttore della facoltà di architettura drll'tiniversità di Venezia, dal prof. Quaroni, dcll'lstituto Nazionale d i Urbanistica, dall'ing. Rriigner e dal dr. Musatti, del Comitato
Direttivo dcll'AlCCE, e dal prof. Serafini, segretario generale dell'A1CCE.
Mancando lo spazio per riportare un ampio
resoconto dei lavori svolti a Parigi, ci limitiamo
a riassumere l e parole con cui i l prof. Serafini,
clie presiedeva la seduta finale del Convegno,
si è proposto di inquadrarne i l neccsario aspctto politico.
« Noi non crediamo al federalisino integralista, che pensa d i costruire l'Europa, gli Stati
Uiiiti di Europa, in fasi successive, creando
prima i l federalismo all'interno, legando prima
fra di loro i comuni e le altre cellule della vita
associata delle diverse nazioni europee, e solo
in un secondo tempo ponendosi i l problema della limitazione delle sovranità nazionali, d i queste intangib-li sovranità nazionali, clie un maestro inglese d i economia e di federalismo, Lionel Robbins, ha definito la vera minaccia della
pace. I sindaci, gli amministratori locali clie non
vedano i l Consiglio dei Comuni d'Europa, i Jumelages, l e riforme costituzionali interne nel
quadro di una immediata limitazione delle sovranità nazionali; che non siano disposti a combattere entro questo quadro, a fianco o contro
i governi, superando il nazionalismo, la ragion
di Stato, gli interessi sezionali; che - in sostanza - ncn siano disposti a coml>attere le due
baitaglic contemporaneamente (quella dell'autonomia locale e quella per arrivare subito a
un Parlamento e a u n governo europei) commettono un errore doppianiente imprudente. La
prima possbila conseguenza dell'iniprudenza è
clie la costituzione della piccola, e della grande
Europa poi, si faccia ignorando le loro esigenze,
senza una rappresentanza a1 centro delle comunità locali, favorendo la consueta, tradizionale
situazione part:tocratica, notevolmente pericolosa in uno stato di ampiezza continentale o subcontinentale: questa, tuttavia, è la econseguenza meno pericolosa dell'imprudenza, pcrchè una
federazione qualunque di libere nazioni europee
reca sempre come contropartita positiva, benefici troppo forti per gli intcrcssi non costituiti e
Bpazza un numero troppo grande di problemi
inutili per non augurarla in tutti i casi. La seconda possibile conseguenza dell'imprudcnza, la
più gravc, è che l'azione di questi sindaci, di
qucsti amm'nistratori locali, non svolta nel quadro delle prospettive di una immediata costituzione di una piccola o di una grande Europa (io
mi aiigurcrei di una grande, ma spetta agli esterni alla piccola Europe di convertirsi coraggiosamente al federalismo), finirà per appoggiarsi
sugli interessi rostitui~i, nazionali, sezionali e
anche locali, che sono gli autentici nemici della
Federazione europea. E' per questo clie sono fortemente scettico sulla Commission des A,flaires
Communales et r é ~ i o n a l e s d e I'Assemblée consultutive d u Conseil d r l'Europe: noi ne abbiamo abbastanza delle Assemblee consultive, che
lasciano tranquilli i coniitati dei ministri ( o di
generali): i sindaci e gli amministratori locali
debbono mirare ormai, pr'nia di ogni altra cosa,
alle Assemblee deliberanti. Le altre, lo ripeto,
Bervano soltanto pcr dare respiro a fare guadagnare forza agli interessi costituiti e al nazionalismo ».
!
1
i
i
LA RAPPRESENTANZA DEI COMUNI
nelle Assemblee della Federazione europea
Sulla rongiuntura politica europea 1'Usicio direttivo del Consiglio dei Comuni d'Europa /iu preso netta posizione, impostarido il tema della Federazione europea sul terreno
politico ctie è proprio d e i Conruni: la creazione sollecita d i ztnu Azctoritù politica curopeo
e d i organi rappresen:ativi e deliberanti provvisti d i tuto il potere che a loro compete a
seconda delle proprie specifiche funzioni. I n questi organi i Comuni e le collettivitù locali
dovranno uuere una rappresentanza adeguata. Diamo q u i d i seguito il testo della dichiarc[zionr
politica approuata a Ginevra:
11 R~creaudel CCE, riunito a Ginevra i1.10 luglio 1952,
constatarido la lcntezza nel costruire l'Europa, spiacente di dover constatare l'itisufficieriza dei riwltati ottenuti in ciò clie tonceriie la creazioiie di una Autorità politica,
ricorda clie l'articolo 11 (paragrafi 3, 4, 5) del suo Statuto gli assegna coine scopo:
sviluppare lo spirito europeo nei comuni e collettività locali per promuovere uria liederazione degli Stati europei, basata sull'autonon~ia d i queste collettività; assicurare la
rappresentanza dei comuni e collettività locali negli organismi europei internaaionali; integrare le futurc istituzioni europee con l'Assemblea rappresentativa dei comuni e collettività locali;
1 ) richiama nuovamente l'attenzione delle autorità responsabili sull'urgeiite necessità di portare soluaioni praiiclie in vista della costituzione di una Europa libera, unita
e rispettosa delle dilrercnzc;
2) si dichiara pronto ad appoggiare ogni movimento che tenda a realizzare questi
fini, insiste perchè le Assemblee rappresentative stabilite preszo l'Autorità politica, cosi
come ogni As,cmbled costituente, comportino una rappresentanza dei coniuni e delle 1.01lettività locali.
Sindaci di capoluogo firmatari
dell'impegno per la Costituente
Sig. Francesco Angclini (Ancona); Avv. Giovanni Viale (Asti); Sig. Francesco Amendola
(Avellino); Ing. Adriano Barcelloni-Corte (Uelluno); Dr. Ferruccio Galmozzi (Bergamo); Rag.
Lino Zillcr (Bolzano); Dr. Pietro Leo (Cagliari);
Sig. Mario Del Pozzo (Cuneo); Dr. Franco Sirnoncini (Forli); Sig. Ferdinando Scajola ( l m peria); Dr. Vittorio Cervone (Latina); Sig. Giovanni Marchetti (Lucca); Avv. carmelo Fortino
(Messina); Prof. Virgilio Ferrari (Milano) ;
Prof. Giuseppe Giuliano Allegra (Novara); Avv.
Cesare Crenuta (Padova); Ing. Giacomo Chiapponi (Piacenza); Prof. Renato Pagni (Pisa); Dr.
Emilio Colombo (Potenza) ; S. g. Celso Cicognani
(Ruvenna); Rag. Giuseppe Romeo (Reggio Calabria) ; Prof. Salvatore Rebecchini (Roma) ; Ing.
Giulio Carugo (Sondrio); Dr. Nilo Piccoli (Trento); Ing. Gianni Bartoli (Trieste); Avv. Giacomo
Cen:azzo (Udine) ; Sig. Angelo Spanio (Venezia) ;
Dr. Giuseppe Zampieri (Vicenza).
peo, e quindi garantirla così contro i l pericolo di
vederla isolatamente e invano difesa dalle orniai
troppo anguste mura di un govcrno locale clie si
sia precluso in partenza ogni rappresentanza in
un adesuato organismo sopranazionale. Risultato
dclla lunsa e appassionata discussiorie la votazione finale: venti voti favorevoli, quattordici
contrari. Quanto alla quota associativa, essa sarà
racco1:a per sottoscrizione popolare. E' pervenuta
inoltre la adesione di Teramo.
I
Forlì e Firenze nell'A1CCE
h Forlì, nella seduta del 15 settembre scors
i l consigliere dott. >chiavi ha presentato la pro
posta di adesione del Comune all'A1CCE sottolineando la necessiti per i l Comune di stabilire
rapporti continui con altri Comuni dei Paesi
liberi d'Europa, trasferendo sul piano europeo la
difesa della sua autonomia. Richiamata quindi la
attenzione del Consiglio sui fini della Associazione, chiaramente csposti ncl suo statuto, con
l'appoggio di tutti i consiglieri democratici di
maggioranza (per il consigliere socialcomunista
Scarabelli 1'AlCCE sarebbe « u n surrogato del
Patto Atlantico D!) la mozione è vtata approvata
con voti 14 favorevoli su 23.
D i recente data è anche l'adesione, altrettanto
dibattuta (in 2 sedute) del Comune d i Firenze.
Qui l'opposizione h a preferito sollevare la questione dell'art. 312 del T.U. della Legge comunale
e provinciale (clie non consente spese facoltative
per servizi e uffici di utilità pubblica oltre i termini delle circoscrizioni comunali). Un'opposizione piuttosto attaccata alla lettera e assai poco
preoccupata degli interessi veri e propri di u n a
amministrazione locale. I1 pensiero dei prcscntatori della proposta (come è stato illustrato dall'assessore Riccioli e da altri appartenenti ai vari
artit ti democratici) era quello d i trasferire la
difesa dell'autonomia locale su u n piano euro-
,
PROMEMORIA PER GLI INGLESI
I n questo dopoguerra non s i può dire che
gli inglesi siano stati caldi fautori della
Federazione europea: quando hanno potuto,
la hanno sabotata. Varrebbe la pena che
essi rileggessero quanto u n grande economista e scrittore in Lingua inglese, Lione1
Robbins, scriijeva nel 1938: « E J evidente
che il principale sollievo alle nostre d i s i coltà può venire soltanto d a una cessazione
<lella corsa al ririrnio. Un tal sollievo tuttavia può venire solo come risultato d i mutamenti politici d i vasta portata. E' pura
illusione volontaria pensare che qualsiasi
misura temporanea d i distensione possa
condurre a questo risultato; il caos fondamentale della sourarritù continirerù a coinvolgere le diverse nn zinsi in un grado di
preparazione armata che, a lungo undare,
porrebbe anche essere insopportabile. E' illusione penscrre clrr, in assenza d i u n mulamento completo d i regime negli Slciti tolulirr~ri, le democrazie potrrirrno mai disarmare; e, anche se u n tale nrutumento avvenisse, u n disormo senza organizzazione
intrrnazionccle cctta a impedire la guerra
sarebbe sempre una jollia. L'unico modo
con cui le democrazie dell'Europu possono
spcrure d i preservare la loro sicurezza e d i
sostenere l'onere che questa comporta, sta
nell'unione d i tutte le loro risorse, nel
gettare le basi d i una strutfurci federale clie
in giorni più felici, quando la ferocia totalitaria s i sarà esaurita, possa divenire il
nucleo degli Stati Uniti d i Europa. Se esse
non giungeranno a far questo, la principale sprrunza della cultura che abbiamo ereditata dagli ebrei, dai greci e dai romani
dovrà essere trasferita in altri continenti.
I l problema del bilancio a lunga scadenza
non è altro che il problema del destino
della civiltà europea » ( D a l saggio del Robbins sul « Problema del bilancio a lungo
scadenza D, in La base economica dei conflitti d i classe, traduzione italiana Firenze 1952, ediz. L a Nuova Italia).
NOTIZIARIO DELL'AICCE
--
p
-
Le adesioni
Pubblichiamo gli elenchi delle adesioni d i Consigli e Giunte comunali all'A1CCE pervenute a
tutt'oggi.
Consigli comunali
Agrigento, Ancona, Bocenago (Trenio), Calosso
(As.i), Canieri (Novara), Capena (Roma), Carlopoli (Catanzaro), Castrofilippo (Agrigento), Cerenzia (Catanzaro). Ccrmirnano (Teramo), Cesana
Torinese (Torino), Cessaniti (Catanzaro), Chioggia (Venezia), Cimadol~no (Treviso), Cittaducale
(Rieti), Civitaquana (Pescara), Claviere (Torino),
Coreglia Ligure (Genova), Corfinio (L'Aquila),
Cornaredo (Milano), Daiano (Trento), Firenze,
Fondi (Latina), Forli, 1:ramura (La Spezia), Gallarate (Varese), Giovinazzo (Bari), Grumo Appula (Bari), Iscliiiella (Foggia), Lucca, Maggiora
(Novara), Massino Visconti (Novara), Monghidor o (Bologna), Mon!el'orte d'Alpone (Verona),
Montegallo (Ascoli Piceno), Osilo (Sassari), Pettineo (Messina), Pieve Fissiraga (M.lano), Porto
Azzurro (Livorno), Revello (Cuneo), Revigliasco
d'Asti (Asti), Rivignano (Udine), Roccafluvione
(Ascoli Piceno). Roi-ca~ralegna (Cliieti), Salgareda (Trev;so), Sauze di Cesana (Torino), Serravalle di Ch enti (Marerasa), Solarolo Rainiero
(Cremona), Sospiro10 (Belluno), Tcramo, Terrassa Padovana (Padova), Torrebelvicino (Vicenza),
Torre Pallavicina (Bergamo), Trevico (Avellino),
Tuglie (Lecce), Villa Lagarina (Trento), ViÙ
(Torino).
Giunte comunali
Aci Catena (Catania), Acquaviva Picena (Ascoli
Piceno), Agna (Padova), Augliano (Ancona), Altamura (Bari), Annone Veneto (Venezia), Avegno
(Genova), Azeglio (Torino), Barone (Torino),
Bcliuno, Belvedere Ostrense (Ancona), Bettola
(Piaceiiza), Borglietto S. Spirito (Savona), Borgo
a Mozzano (Lucca). B o r ~ o m a n e r o (Novara), Bortigiadas (Samari), Brisigliella (Ravenna), Busana
(Keggio Emiiid), Cadeo (Piacenza), Caluso Canavcse (Torino), Calvera (Potenza), Campodarsego
(Padova), Cannero Riviera (Novara), Capriate
S. Gervasio (Berqamo), Caravaggio (Rergamo),
Casarza Ligure (Genova), Castagnole Monferrato
(Asti), Casteldsccia (Palerniol, Castelfidardo (Ancona), Castiglion Fiborclii (Arezzo), Cencenighe
(Belluno), Cisternino (Brindisi), Cogoleto (Genova), Collio (Rrescia), Cos'a Masnaga (Corno),
Cuneo. Fahriano (Ancona), Fano (Pesaro e Urbino), Fiorano Canaves~,Fontanilc (Asti), Fossalta
di Piave, Frascati (Roma), Gaiole in Ctiianti
(Siena), Galatina (Lecce), Gardone Va1 Trompia
(Brescia), Gorla Minore (Varese), Gorno (Bergamo), l m ~ e r i a , Loano (Savona), Rlarano Lagunare (Udine), Massa, Meielica (Macerata), Matera, Melle (Cuneo), Melzo (Milano), Molfetta (Bari), Monte San Giusto (Mdcerata), MontodLne
(Cremona), Nicotera (Catanzaro), N zza Monferrato (Asti), Novara, Oniferi (Novara), Ostra (Ancona), Paduli (Benevento), Pavone Mella (Brescia), Pedavena (Belluno), Pescopennataro (Cam~ o b a s s o ) , Pollina (Palermo), Preone (Udine),
Randazzo (Catania), Reggio Calabria, Rocca
Priora (Roma), Rovato (Brescia), Ruviano (Caserta), Ruvo del Monte (Potenza), Salerno, Saluzzo, San Donà di Piave, S. Marzano sul Sarno
(Salerno), San Salvatore Teles no (Benevento),
Savoia di Lucania (Potenza), Scliio (Vicenza), Spilinga (Catanzaro), Toleniino (Macerata), Torino,
Toriona (Alessandria), Udine, Urbisaglia (Macerata), Miiinto (Milano), Valdengo (Vercelli), Valle d i Casies (Balzano), Venegono (Varese), Venez'a, Vistrorio (Torino), Vigonza (Padova), Villaromagnano (Alessandria).
La deliberazione di Lucca
Riportiamo l'estratto verbale della seduta i n
cui i l Consiglio comunale d i Lucca lia deliberato
di aderire all'Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d'Europa:
« I1 consigliere Pacini presenta la seguente mozione per l'adesione del Comune di Lucca al Con.
siglio dei Comuni d'Europa, mozione concordata
col consigliere ing. Di Ricco: N Visto l o statuto
dell'Associazione italiana per il Consiglio dei
Comuni d'Europa, i cui fini si compendiano nella
difesa dell'autonomia degli Enti locali territoriali, nel promovimento di studi comparativi e conoscenza reciproca, d retta circa le modalità del Governo locale nei vari Paesi europei, nel proniovimento presso i Comuni e l e altre comunità locali
d'1:alia di un'azione diretta a preparare la costituzione d i una Federazione d i Stati europei, nei
termini previsti dall'art. 11 della Repubblica italiana e dove siano salvaguardati e potenziati la
autonomia e il ruolo nello Stato democratico degli Enii locali terr.toriali retti da Amministrazioni
elette in piena libertà, con tuiie le garanzie assicurate dalla Costituzione della Repubblica italiana delibera di aderire all'Asqoriazione italiana
per il Consiglio dei Comuni d'Europa, e fa voti
per la realizzazione dei fini del Consiglio dei Comuni d'Europa, clie coincidono con quelli ora
elencati dall'As~oca z i o n ~italiana 11.
Dà lettura, inoltre, degli articoli dello Statuto
QUOTE ASSOCIATIVE
dell'ente, dai quali si rilevano l e finalità che
l'enie stesso si prefigge.
Sulla base di questi articoli, dice il cons. Pacin., ci siamo seniiti in dovere di preseniare la
mozione che 110 letto affinchè anclie il Coinune
di Lucca partecipi al movimento inicrnazio~iale
della vita dei Comuni che prelude all'li'nione europea.
I1 cons. Di Ricco precisa che quando il com.
Pacini gli presentò la proposta, gli fece presrrrte
che tu-to quanto poteva portare alla realzzazione degli Stati Uiiiti di Europa era seinpre
stato i l suo pensiero dominante per risparmiare
in avvenire, all'ltalia, quei cataclismi di cui purtroppo è vicino i l ricordo. Dire, dunque, che
dette e dà la sua piena adesione alla proposta,
sicuro che essa troverà i l consenso del Consig1.0.
L'europeismo, dichiara l'ing. Di Ricco, va orniai
affermandosi, e di ciò si è fatto principale assertore il nostro min stro degli Esieri, che è anclie
presidente del Consiglio. I1 cons. Liberatore dice
di non essere d'accordo con l'ing. Di Ricco, perchè 1'at:uale situazione internazionale smentisce
le bclle frasi pronunciate in questa Assemblea. La
Germania è ancora divisa e la politica che si
pra:ica tende a dividere ancor più i popoli europei. Dichiara q u i d i clie voterà coniro la mozione.
I1 cons. De Vita concorda per la solidarietà alla
mozione, rammaricandosi che il cons. Liberatore
sia all'opposizione. Se l'Europa è divisa, dice, perchè non dovremmo portare il nostro contributo
per realizzare l'unione? Vengano pure tutti i popoli a chiedere di far parte del consesso siirupeo,
che saranno ben accetti. I1 fare della propaxanda
contraria renderà maggiormente difficile le realizzaziorie di questa iniziativa. Se la Germania è divisa, « di clii è la colpa? », si domanda il ronsigliere D e Vita. Se l'unione dei popoli europei
può risolvere e questo ed altri problemi che sono
sul tappeto, i quali tengono in continua apprens:one tante nazioni, non vedo percliè si debba
esser contrari alla proposta Pacini. 11 cons. Luporini, ne!llassoriarsi alle parole del cons. Liberatore, dichiara di non poterai associare invcre alla
presa di posizione del cons. Pacini. Coine rappresentante di un par:ilo socialista e marxista, si
dichiara ron:rario alla muzii~ne.
Dopodieliè, posta ai voti, la mozione stessa viene approvata a maggioranza, con 5 voti conrrari n.
L e altre notizie relative all'attività dell'AICCE
sono riportatd a pag. 5.
A N N U E
(deliberate nelia riunione d e l Consiglio direttivo dell'Associazione Italiana p e r
Comuni d'Europa d e l 76 febbraio
COMUYE
Abitanti
fino a
500 -
500
Ire
250
2.000
500
2.COO
-
5.000
1.000
5.LOO
-
10.003
2.000
oltre i
per ogni
10.0'0:
10.00)
1 503
l
PROVINCIA
Abitanti
per ogni
1.000
lire
100
REGIONE
Abitanti
per ogni 10.000
li re
il
Consiglio
7952)
EN TI
Lire
QUOTA
INDIVIDUALE
100
dei
Lire
3.000
( 1 versamenti vanno eseouiti presso le filiali della Banca N j z i o n a l c d e l Lavoro o sul clc postale 1127135, < Banca N a z i o n a l e del
lavoro, Roma I: Asso-iazi n e Italiane per i l Consiglio Comuni a'Europa > )
Il
quarto
Congresso nazionale di urbanistica
I
I P I A N I REGIONALI
Lo scopo finale del piano regionale è il raggiungimento
dell'equilibrio tra popolazione, economia e territorio.
A Venezia è stata ribadita la necessita di utilizzare
1'esper;enza di un'organizzazione appropriata per la
compilazione organica dei piani regionali
Nei giorni 18, 1 9 e 20 si è svolto a Venezia,
sotto il patronato del Presidente de!la Repubblica,
il IV Congresso nazionale di urbanistica. I1 tema
del Congresso, « La pianificazione regionale », non
presentava soltanto un alto interesse cu:turale, ma
esprimeva una vivissima e urgente esigenza sociale;
ciò ha reso il congresso di Venezia non la sede di
uno scambio di vedute, sia pure proficuo, di una
ristretta cerchia di professionisti e intellettuali, ma
un congresso di lavoro cui, oltre l'opera di tecnici,
studiosi e spxializzati, hanno preso parte l'interesse, la solidarietà e anche le speranze di grandi strati
de1:'opinione pubb1,ca.
Nelia grandiosa cornice di Palazzo Ducale ha
aperto i 11vori I'on. Salvatore Aldisio, ministro dei
Lavori Pubblici e presidente del Congresso; dopo
un saluto del sindaco di Venezia e del presidente
del1'Is:ituto nazionaLe di Urbanistica, ing. Adriano
Olivetti, ha preso la paro!a il segretario generale del
Congresso, prof. Bruno Zevi, che ha fatto una chiara
ed esatta illustrazionr dei lavori preparatori svolti e
degli scopi che il Congresso si prefiggeva. Egli ha
sffermato che per fare il punto de:la situazione
attuale in Italia era necessario fare il bilancio dell'attività svolta nel dopoguerra, e a questo fine,
in occasione del Congresso, era stata approntata una
mostra dei Piani di Ricostruzione formata dalle tavole illustranti 20 dei 380 piani approvati dal Ministero dei LL. PP. ed era stato pubblicato un vo:ume Esperienze urbanistiche in Italia redatto dai
principali Enti di riforma fondiaria ed edilizia,
sull'attività da essi svolta negli ultimi anni. D a
questi documenti risu:ta, egli ha detto, che l'atrività
urbanistica in Italia è stata, anche rispetto a Paesi
più progrediti nella pianificazione, quantitativamente e taivolta qualirativamente notevole, ma
da essa risulta anche evidente l'urgente esigenza
di un coordinamento de:le varie attività economiche.
L'arch. Zevi ha poi spiegato come per mesi e mesi,
in stretta collaborazione col Ministero dei LL.PP.
e con i provveditorati a:le OO.PP., numerosi tecnici e studiosi dei problemi urbanistici, avessero
redatto una mostra preparatoria dei Piani regionali,
per prosper:are la situazione dell'intero territorio
nazionale dal punto di vista economico, sociale, paesistico e artistico. E' appunto sulla base di questa
mostra, che già di per sè rappresentava la risultante di un intenso lavoro, che si sarebbe svolta
tutta l'attività del Congresso.
Il piano regionale persegue il suo fine sociale ed umano attraverso un suo contenuto urbanistico, che è dato dai luoghi di lavoro e produzicne, dal!? residenze, dalle attrezzature collettive, dai collegamenti. Lo studio di un piano
regionale si sviluppa attraverso varie fasi che
consistono : nell'acquisire gli elementi di interesse generale dati da i programmi nazionali per
i singoli settori di attività, nel condurre un'indagine comp:eta su:lo stato di fatto e sulle furure possibilità della regione, nel fissare le direttive programmatiche di sviluppo, nel redigere
g'i elaboraci tecnici che esprimono il piano. La
complessi tà degli studi per la complicazione di un
piano regionale impone di appoggiarsi
ad una
- - -organizzazione appropriata la quale, secondo lo
schema in fase di studio, consta di un organo
centrale costituito presso il Ministero dei lavori
pubblici, col compi:o di equilibrare su base nazionale le attività della pianificazione urbanistica territcria!e, e di organi regionali costituiti
presso i Provveditorati al!e Opere Pubbliche, ai
fini dell'inquadramento
delle iniziative locali,
dello svolgimento degli studi e della formazione del piano regionale dell'intera regione.
Su questa traccia si sono espressi in termini
molto chiari i congressisti di Venezia. Dai lavori sono emersi i seguenti vori: 1) che, riconoscendcsi le esigenze di compierare la conoscenza del Paese, il governo provveda agli stanziamenti e a!l'organizzazione
necessaria per ragg:ungere rapidaniente lo scopo; 2 ) che vengi
instaurata una più stretta co!laborazione con gli
organi preposti alla tucela del paesaggio, affin-
chè i piani paesistici si plasmino negli stessi
piani regionali; 3) che 1'ls:ituto Nazionale di
Urbanistica curi che sia v a g h t a attentamente la
possibilita di premere in sede po1i:ico - amministrativa per una migliore identificazione dei confini amministrativi della regione con quelli economici.
I n questo senso infatti, nel discoroso di chiusura,
il ministro Aldisio ha espresso n modo inequivocabile il suo parere: « I tempi sono ormai maturi
per dare ad ogni Regione il suo piano di coordinamento.. . D. Oltre ad avere s:igmatizzato gli accerti speculatori che « da qualche tempo stanno
troppo ingrassando in troppi luoghi senza alcun
rischio e merito proprio, operando nel campo dell'edilizia )) e nelle cui (( adunche mani va a finire
quasi ineluttabilmente buona parte del beneficio
concesso dallo Srato a favore dell'edilizia popo:are »,
egli ha poi infine affermato: « Nella mia visione
di un prossimo domani i piani di coordinamento
dovranno costituire la guida, l'orientamento, l'indirizzo sicuro per l'assetto di ogni attività, per
l'oculatezza negli investimenti, per la organicità di
sistemazione di ogni genere, in modo che la vita
deii'uomo abbia sempre più ad elevarsi, resa meno
dura da errori che nel passato furono frequenti e
pregiudizievoli anche dal punto di vista economico
e ciò pei la mancanza di una chiara visione e conoscenza delle risorse effettive e potenziali di ciascun
luogo, risorse destinate ad essere utilizzare organicamente senza duplicati, senza sciupio, senza sperperi e senza dispersioni. Così, poche o molte che
siano nel futuro le nostre disponibilità, porremmo
sempre bene impegnarle con una resa assai più intensa e più proficua ». Ques:a presa di posizione
del ministro Aldisio è stata accolta con vivissimo
plauso e ha rinsaldato la fiducia che in un
prossimo avvenire saranno realizzate le istanze
poste in precisi termini dal IV Congresso nazionale di Urbanistica.
Per una notizia più ampia sul Congresso e sui
problemi che esso ha dibattuto si legga l'articolo di Francesco Cuccia sulla Nuoila rasse,ena
di legirlazione, d0ttrin.r e gzurisprudenza (anno
VI11 n. 21, 1 nov. 1952).
Urbanisti europel
a
Bad-Durklieini
LE PIANIFICAZIOWI WEl VARI PAESI
Sotto gli auspici dell'Uliversità Internazionale,
si è svolta a Bad-Durkheim, dal 3 al 6 luglio
1952, una riunione di urbanisti europei per la discussione de « l'amenagement du territoire ». Erano presenti le delegazioni francese, tedesca, olandese e italiana, e osservatori di altri paesi. Gli
inglesi avevano inviara una relazione. L'Italia era
rappresentata dagli architetti Piccinato, Albini,
Labh, Astengo, D i Gioia e Zevi; la delegazione
era inviata dall'Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni d'Europa.
L'interesse principale del!a riunione è consistito nel fatto che, sin dall'inizio, è stata tracciata
una netta distinzione tra il rema de « l'amenagement du territoireu e quello de:13urbanistica. Si
è affrontato chiaramente il problema della pianificazione, segnatamente nei suoi aspecti amministrativi, senza disperdersi in dettagli tecnici e giuridici. Tra le relazioni più importanti, ricorderem o quclla dell'ing. Stephan Prager di Dusseldorf
suyla pianificazione del territorio in Germania,
quella di Maurice-Fran~ois Rouge sulla pianificazione francese, quella del Prof. Lemmer di Berl i ~ efficace
~ ,
analisi comparariva dei prnblemi di
p'anificazione nei vari psesi eur-pei, infine quella
di Andrè Railliet sug5 strumenti di a armonizContinuu a png. 11
I
ISTITUTO NAZIOIALE D1 UEBANIS'TICA
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Crbanistica, e aIle migliori Iibrerie.
Sono usciti qli:
OPUSCOLI
p u h h l i r ~ i in occasione del I V Congresso
d i Urbanistica
1.
I l coordinamento delle attività urbanistiche.
2.
La Sezione Urbonistico del Consiglio
Superiore dei Lovori Pubblici.
3.
1 Sindacati operai e l'urbanistica.
4.
Un piano organico per la montagna.
5.
La Pianificazione regionale.
6.
Tariffa professionale
banistici.
7.
Studi per la nuova legge urbanistica.
per
lavori
ur-
G l i opuscoli sono distribuiti grati~iiamenre
presso la sede dell'lstituto Nazionale d i
Urbanistica.
l'organizzazione provinciale. Ed anche
q u i mi piace ricordare le idee dclI'Olivetti, di congegnare la rappresentanza regionale in modo da riflettere
in essa una distinzione da attuare
nell'ambito
deli'ordinamento
della
Giunta e del Consigiio provinciale,
attraverso gli Assessorati divisi secondo i vari rami di affari, colyegando cisscun rsmo a rappresentanze
idonee ad esprimere le migliori attitudini all'assolvimento delle funzioni corrispondenti. Ad ogni modo,
siccome la Costituzione ha lasciato da
parte l'idea del consorzio di provincie, bisognerà pensare ad una rappresentanza che si esprima direttamente dal corpo elettorale, ed è
augurabi:e che a qucsta rappresentanza si dia caratterc organico o funzionale.
Un'altra esigenza che deriva dal fine supp!ementare del qiiale si è
parlato, di trasportare le forze organizzatc nclle regioni sul piano nazionale, deve essere rcslizzata attraverso
)a composizione di almeno una delle
due Clmcre rappresentative. Secondo
la Costiruzione, il Senaro dcvc avere
base rcgionale ed appunto questa formu:a è rimasta. dopo lunghe discussioni, a rispecchiare L'esigenza di utilizzare una delle Camere nazionali
precisamen:e per darc alle regioni una
vrce piìi efiicace, nell'intento di rendere piìi cfficienre In voce del Mez7<-giorno nel sento deg!i organi dello
Sriro. L'sinc:tativa di c o n s e ~ u i r e con
il me770 di cui si par!a i! potenziamento ps,li:ico del bfc7iogiorno pcgqia su
un dunlice ordine di raoinni. Si pensa anzivurto che le rtgioni ordinate
in niic!ci suflicicntem~nteefficienti pot r l n n o csserc mesrc in ,grado di rendersi conro piìi esatto di oue!le che
sryno le necetsitì loro proprie. ccnsi<i-rlte orpnnicamen:e ne! lcro insieme,
di acouitrare una ccsclenza più piens.
p:ìi adcrcnre ai b i t n c ~ i regirnsli. Si
pensa in secondo Iu-ao che la stetta
c r n - n i i z a ~ i o n e ciei!a baie tocll!e delle
rr+oni sia cannce di conferire una
p:ìi solidn influen7a polirica alle regioni che, per esscrc plù arrctrste,
minore idoncirà pocccacono a orgln:77lrsi. A oucc:r> inrcnco sarebbe
s:nto deciderabile che si fosqe cerca10
di correeccre, in U T ? cerrn m;qilrs. 3ttravtrso la ranpretentinza a bnte re~ : - . i ~ ' rrqrl S-nlrn. 1 1 cnervu-?inne
derno,o:afica, così accenruata, fra Nord
e Sud. Delle proposte fitrc in questo
s e n v aliq Costirucn:~ è rimasta solo
oue!!a, del tu-to insufficiente, dell'art.
57, per cui nerruna regione puh avere
un n u n e r o di sennrcri inferiore a G.
Si potrebbe a ouesto punto chiedere
se l'idea di un S r n l t o regionale non
accentui quei pericoli di feileralismo
che seno stati agitsti, e sono ancora
sgicati, dalla stampa ouotidiana. Ora,
3 quetto proposito, è da osservare che
i prricoli di un idebolimento della
uni:; nazionale sono da considerarsi
sntrn un duplice aspetto: l'aspetto
cioè delle rcgioni a staturo speciale e
quello delle regioni a sratuto ordinario.
L'unità nazionale
Per le regioni a statuto speciale, com e voi sapete, la Costituente si è
trovata di frcnte ad una situazione
già pregludicats, cioè alla concessione del:'autonornis siciliana, la quale.
avvenurs in circostsnze di grave disordine, h3 trovato la sua espressione
in uno statuto il quale è da considerare veramente pericoloso per l'unità nazionale. B a s a ricordarc alcune
delle sratuizioni che sono in esso contenute, come per csempio quella second o la quale la forza puhb!ica è messa
a disposizione della regione, cui si
è atrribuita la r e ~ ~ o n s a b i l i rdel
i rnantenimento dell'ordine pubblico; I'altra per cui si crea una speciale stanza di compensazionc delle valute straniere, dovure a rimcrsc d i emigranti
o attività di appartenenti alla regio-
Si può quindi riaffermare che le decentramento. Ora, per quanto rine (disposizione la quale, come ha
predisposizioni esistenti sono più che guarda la finanza regionale, il prodimostrato l'on. Einaudi, producc l'cffetto pratico di creare un doppio sufficienti per garanrire lo Stato da blema fondamentale da affrontare si
ogni preoccupazione di attentato alla
corso di valuta in Italia); così l'altra
può riassumere nel seguente modo.
disposizione che dispone la clausola unità naziona:e. E soprattutto nessun
Anzitutto è da distinguere la finanza
oro
solo a favore della regione, o pericolo vi è che l'autonomia regioordinaria da quella straordinaria. Vi
l'esenzione da dazio doganale di pro- nale possa compromettere la predi- sono l e esigenze strordinarie della
sposizione di quei piani economici, Regione, alle quali non può che f a r
dotti utili aila regione; infine la
di queg;i interventi dello Stato nel
creazione di un'Alta Corte Siciliana.
fronte 10 Stato, e ciò vale soprattutto
campo dell'economia che diventano
Tutti questi elementi sono destinati
per il Mezzogiorno che ha bisogno di
sempre più estesi e sempre più intena compromettere gravemente l'unità
opere pubb:ichc così ingenti, da non
si, e che non sembra possibile, almeno
dello Stato.
poter essere affrontate dalla finanza
in questo momento, di eliminare. Anregionak, e per cui occorre l'in:e:vento
Dicevo dunque che il problema dei
zi, si può affermare che proprio la dello Stato, da so!lecitare, razionslizpericoli che la regione può rapzare e potenziare indirettamente da:la
presentare per l'unità nazionale, biso- esistenza delle regioni è idonea a porgna vederlo sotto questo duplice ri- si come fattore importante non solo Regione, attraverso gli interventi d i
guardo: de:le regioni a statuto spe- per ottenere che questi piani economi- questa negli organi centrali, secondo
ci corrispondano e si adeguino me- si è detro.
ciale e di quelle a statuto ordinario.
I1 prob!ema dcll'auronomia si conhien:re que!le a statuto speciale, che glio sotto l'aspetto tecnico alle esigenze del paese, attraverso il concricentra perciò sulla gestione finsnziasono veramente fornite di gravi pericoli (e insieme a quello sici!iano si buto che alla loro predisposizione può
ria ordinaria delle Regioni, e a!la
deve richiamare l'attenzione anche sul- venire dal concorso delle Regioni srcssua soluzione devc tcndere la leggc
se; ma anche per garantire che il maglo sratuto alto-atesino), sono già da
finanziaria che l'art. 119 dells Costigiore
interventu
dello
Stato
nella
vita
tempo costituire, e quindi non c'è al:uzione rev vede. Tale articolo dice prcsociale
comprometta
quanto
meno
è
tro d3 fare che prendere arto di quancisamentc che alle Regioni sono atto dolorosamente è avvenuto, le altre possibile le esigenze del!a liberti.
tribuiti tributi propri e quotc di
Passando ora a considerarc le altre
regioni a staturo ordinario sono di là
tributi erariali in re:azione ai bisod i venire, e solo i n questi giorni, esigenze di cui è necessario tener congni delle Rcgioni, per le spesc ncdopo una sospensionc di vari anni, è to perchè si possa concare su un buon
cessarie ad adempiere le loro funstata ripress la discussione dinanzi al- funzionamento dell'Autonornia regionazioni normali.
le, è da richiamare l'sttenzione su
la Camera dei Deputati del progetto
N o n si può dire che questa forquanto
si
riferisce
a1:'autonomis
fireiarivo al loro ordinamento. Rclatimula sia molto felice. E la critica
nanziaria. L'autonomia finanziaria è
vamente a queste ultime, si può con
fondamentale che si può fare è quecondizione di buon funzionamento di
tranquillità affermare che esse non rapsta: che dicendo che alle Regioni
ogni forma di decentramento, a copresenrano nessunissirno p e r i c o ! ~ per
sono attribuiti i tribu:i in reiazione
minciare da
atruata nel Comune.
L'unità nazionale, checcht- ne dica la
si bisogni per le spese necessarie
Senza un'auronomia finanziaria, il destampa gialla, che tutti i giorni agiad adempiere le loro funzioni norcentramcnto
è
svuotato
del
suo
pratico
ta lo spertro di un ritorno agli stamali, si lascia incerto se quotti bisignificato. Difatti l'autonomia dei Cotere:li esistenti precedentemente alla
scgni normali siano da intendcrc SCmuni e dellie Provincie d'Italia, non
unificazione I pericoli agitati sono
condo una concezione s:irrica J seha mai rappresentato niente di effettitali d~ escludere cgni eventudltà del
condo una dinsmica: se cioè occorrc
vo anche perchè è sempre mancato un
genere. Basra penssre anzi:u:co slla
.
guardare a quetti bitceni in fi:nzioqus:ltira e q~a!irà degli oggetti si congegno tribu:ario ta!e da assicurare
ne di un progressivo incrcmenro
1'au:onomia finanziaria negli enti stesquaii si pcssono riferire le norme
della vita economicn prodii:riva de!legislative delle regioni (urbanistica, si. Ed è mnncato altresì tu:to quei
le Rexioni, o invece in funziune di
complesso di predisposizioni atte a
fiere e mercati, turismo, isrruzione proouclla che è la sitiinzlone artuale
consenrire la partecipazione, il confessionale, ecc.). Unica rnaceria di ridelle reolcni. eii è r v v i o che in OLI?trollo dei cittadini alla gestione econolievo è quella relativa a!l'agricoltura.
E' inoltre da considerare che quella mico-finanzia degli en:i locali, con che sto secondo caso l'ordinamento tributario coqì con,!Ly?cn2ito niin $:i;Veè mancata necessariamente la funzioche si chiama autonomia legislativa
verebbe ad nlrro se non ad a s ~ r n v a si riferisce ad una pnresrà la quale ne educatrice alla vira ~ u b h l i c a ,che è
re la situszione finnnziaria delle
poi il contributo principale al proin renlti ha più aspetto di attività
regioni più povere. Era più felice
gresso civile che si può attendere dal
regolament3re, che non legislativa primaria, perchè secondo la Costituzione
è !o Sta:o che deve fissare i principi
direttivi di quelle leggi affidare poi
alla Regicne per il loro svolgimento.
Ed è e v i d e n ~ e che lo Stato, nel dettare questi principi, porrà formularli
in modo da restringere, sia pure in
certi limiti, 1'i.uronomia delle R ~ g i o n i ,
o comunque da incanalarla in certi alvei che imptdlscano di straripare in
modo dannoso per le esigenze unitarie. Ed è ancora più importante
ricordare che c'è un sisrema di conl
trollo di quesra attività 1egisla:iva così incenso da ootersi ritenere anche
eccessivo, forse addirittura in contrasto con il carattere che si voleva conferire alla autonomia regiona!e. InLuigi Einaudi
farri il Governo centrale h s la possiLa guerra e l'unità europea
bilità di arrestsre I'artività 1egis:ativa
delle regioni, sttraverso il ricorsa alla
Denis de Rougemont
Corte Costituzionale per quanto riVita o morte dell'Europa
gusrda la legittimirà, ed al ParlamenAntologia della questione meridionale
to per qunnto riguarda il merito.
Quindi il Parlamento Nazionale pa c u r a di Bruno Caizzi
trà annullare una legge della RegioAdriano Olivetti
ne la quale contrasti con l'interesse
Società S t a t o Comunità
generale dello Srato. con le fina!ità
generali. Poi c'è anche, come sapere,
Simone W e i l
un controllo sulle persone, che conLa condizione operaia
siste nella possibilirà di scioglim~nto
dei consigli regionali. Esiste quindi
Bionco Bionchi
una serie di predirposizioni, le quali
Figli di nessuno
non so!o girantiscono da qualunque
possibilità di abuso delle regioni, ma
Nicolas Berdiaev
anche, come dicevo poco fa, possono
Schiavitù e libertà dell'uomo
ritenersi persino tali da ridurre sol!> ad
S. V. Bennet - H. S. Cowherd - C. C. Gibbons - H. C. Toylor
una parvenza !'autonomia regionale. Se
i. 1.100
Piena occupazione neila vostro comunità
questo in pratica non si verificherà,
sarà in grazia deila indinendrnm che
Hons Kelsen
potrà avere la Corre Costitii7ion?le
L. 2.100
Teoria generale del diritto e dello s t a t o
da una Darre, e dall'altra della efficieia delle forze regionali in seno al
Ernesto Rossi
Pnrlamenro, che potranqo impedire
Critica del copi talismo
che il Parlamento eccrda nel controllo di merito in modo da annulPierpaolo Luzzotto Fegiz
lare praticamente il funzionamento
S t a t i s t i c ~ demografica ed economica
dell'autonomia regionale.
,
\
EDIZIONI
COMUNITA'
una proposta che in sede di commissione parlamentare e poi in sede
di Costituente era stata fatta, e che
prevedeva un sistema capace di operare una perequazione interregionale.
Alla predisposizione legislativa dei
tributi attinenti alle regioni, si collega il problema del controllo finanziario, in particolare, e in genere del controllo sulla attività amministrativa della Regione. Secondo
la Costituzione, il controllo sugli
atti amministrativi della Regione e
quindi anche il controllo finanziario,
è attribuito a un Organo statale, il
quale dovrebbe essere predisposto
da un'apposita legge, e dovrebbe
essere esercitato in forma decentrata e limitatamente alla legittimità,
mentre per il merito è prevista solo
la possibilità di richiedere il riesairie delle deliberazioni da parte dei
Consigli Regionali. La legge, che è
stata approvata recentemente alla Camera, ha disposto la formazione di
una Commissione di controllo, la
quale è forrnata prevalentemente
(anzi esclusivamente, si potrebbe
dire) da organi burocratici, presieduti da un commissario del Governo
nella Regione, e composta da un
Magistrato della Corte dei Conti,
da tre funzionari dei ruoli civili
dell'amministrazione dello Stato e
da due esperti delle discipline amministrative scelti su terne designate
dal Consiglio regionale. Mi pare
che la soluzione sia in complesso felice e che, trattandosi di un controllo di legittimità, trovi nella composizione di carattere tecnico una
struttura adeguata. Invece meno felice. mi pare. in riferimento al controllo di merito. E' vero che il controllo di merito non può condurre,
come si è detto, all'annullamento
dell'atto, ma tuttavia è u n controllo
di merito che porrebbe essere efficiente se non altro per richiamare
l'attenzione del Consiglio regionale
su atri evidentemente inopportuni,
e in questo caso forse la commissione, composta come si è riferito, potrebbe riuscire non adeguata
Però, insieme al controllo vero e
proprio da parte di Organi statali,
le provincie i n Sicilia e alla riaffermazione della necessità del de'entramento
nell'interno della Regione.
Evidentemente una regione che
riproducesse nel suo seno quell'accentramento che si vuole invece eliminare dall'organizzazione centrale dello Stato, verrebbe meno proprio a
quella funzione per la quale è stata
costituita. C'è un articolo della Costituzione che sancisce questo dovere
della Regione. e precisdmente l'articolo 118, che dice che la Regione
esercita normalmente le sue funzioni
amministrative delegandole alle provincie, ai comuni e agli enti locali, o
valendosi dei loro uffici. Questa disposizione è passata dopo molte difficoltà che venivano anche da parte dei
maggiorenti del partito di maggioranza, appunto perchè non ci si rendeva
conto del pericolo e della necessità
di ovviarlo. La disposizione ha per
scopo di evitare che la regione si burocratizzi e tende a far sì che eserciti al centro compiti solamente di
impulso, di coordinazione, di direzione, mentre tutta l'attività esecutiva
dovrebbe svolgersi presso gli enti
locali, comuni, provincie, o altri ent i da costituire eventualmente; oppure valendosi dei loro uffici. Quindi,
o delega per le attribuzioni che la
regione non esercita in proprio oppure utilizzazione degli uffici degl,i enti locali per quelle attribuzioni che conserva.
Connessa con questa esigenza è
l'altra di non aumentare il costo dei
pubblici servizi. Noi sappiamo che in
Italia i pubblici servizi hanno un
costo enorme che tende sempre più
ad aumentare, senza però che aumenti il rendimento dei servizi stessi.
Ora evidentemente se la Regione dovesse contribuire ad accrescere questo
costo, sarebbe bene non crearla, perchè imporrebbe al popolo italiano
un carico così enorme da essere insopportabile.
Quelli enunciati mi paiono, in compendio, gli aspetti più importanti della riforma regionale. La riforma regio.
nale, come sapete, è quella che è stata
più lungamente dibattuta in seno alla
bisogna anche pensare a rendere possibile una partecipazione attiva dei
cittadini della Regione alla attività da
essa eserc,itata, o meglio, a rendere
possibile che i cittadini si rendano
conto del modo come la regione
assolve ai suoi compiti e sopratutto
del modo come gli organi ad essa
preposti amministrano il denaro pubbiico. Quindi sarebbe necessario integrare questa parte della legge regionale con l'estensione dei controlli popolari attraverso il mezzo dell'azione popolare, ampliandone le
possibilità di esperimento e rendendone facile l'esercizio. Ciò esigerebbe anche una maggiore pubblicità
dei bilanci e della complessiva gestione finanziaria delle Regioni.
Due pericoli sono insiti in questa
organizzazione interna; il primo che
si renda possibile un accentramento
che riproduca, sia pure in piccolo,
i danni dell'accentramento statale. E
questo non è un pericolo eventuale;
è un pericolo di cui noi stiamo sperimentando dolorosamente la esistenza, e precisamente nel caso della Sicilia. La Sicilia, finora almeno,
non ha in nessun modo realizzato
l'imperativo che pure discendeva dallo statuto siciliano: !'imperarivo, cioè,
di estendere l'autonomia degli enti locali, non solo dei comuni, ma anche di quei liberi consorzi di comuni che avrebbero dovuto essere
creati in sostituzione delle provincie. Invece è avvenuto che, mentre
le provincie in Sicilia sono state
soppresse, o per lo meno vivono una
vita di fatto che ne rende inefficiente l'azione, non sono stati creati i
previsti consorzi di comuni e c'è
invece la tendenza all'accentramento
che è uno dei lati peggiori dell'autonomia siciliana. D i questo sconcio
abbiamo avuto una prova recente in
quella legge, che poi è stata annullata dalla Corte Siciliana, la quale
precisamente accentuava e legalizzava l'accentramento attuato dalla Regione. I1 senatore Rizzo, qui presente, ne sa qualche cosa, ed a lui
è dovuto il meri:o di aver proposto al Senato una legge rendente
precisamente alla ricostituzione del~-~
--
p
-
-
~~
.
~
~~
Costituente. Non si può dire quella
che abbia avuto la migliore elaborazione. Tuttavia nel complesso, ed a
parte sempre il problema delle regioni
a statuto speciale per le quali sono da
fare le riserve di cui h o parlato poco
fa, la struttura conferita alla regione,'
specie con la legge che ha integrata la
Costituzione, può ritenersi soddisfacente e, se sarà completata da una legge elettorale ben congegnata ed adeguata alle necessità di cui ho parlato, si
potri sperare che i'ordinamento regionale realizzi qualche risultato
Naturalmente i pericoli ci sono e
sono gravi. C'è da temere che nella
applicazione si contrasti allo spirito
informatore della riforma, che non si
curi la realizzazione dei presupposti
ai quali si è accennato, che le disposizioni cui è affidato l'equilibrio del
nuovo assetto non siano applicate o
siano malamente applicate. Questi sono pericoli gravi.
Bisogna però far presente che invocare questi pericoli per sentirsi
giustificati a non attuare le nornie
costituzionali sulla regione, è eccessivo, nel senso che prova troppo. .In
sostanza qualunque disposizione di legge può degenerare nell'applicazione,
qualsiasi norma è affidata alla buona volontà degli uomini, e più specialmente dei partiti che sono i
protagonisti della vita politica at.
tuale. Quindi non fare la riforma
regioiiale per il pericolo delle sue
possibili degenerazioni, è qualche
cosa di molto grave, perchè, in sostanza, depone della sfiducia da nutrire nella capacità delle forze po!itiche italiane. Equivale in altri termini a constatare che in Italia manca la possibilità di creare una solida democrazia, di mstruire delle
strutture capaci almeno di avviare
ad un consolidamento e a una maggiore efficienza gli istituti destinati
.I inserire il popolo nello Stato. Mi
pare che una constatazione di tale
gravità non debba essere sottoscritta
troppo facilmente e che invece si
renda necessario impegnare rutti noi
stessi perchè questa riforma dia quei
frutti che si devono sperare per l'onore del popolo italiano.
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! , A COJIUi\'17'..1' /,A MARTE1,L.A: per i l c u i insedinmento rnzionrrle Iitr operato iirdejessamentc l'apposito G r u p p o Studi costituito per iiiiziatitm deli'lN7;
rappresenta u n esempio tipico d i sisteii~azione!unzionule ed organica d i u n aggreguto edilizio e socitrle d a i « S«ssi »
d i Rintera. /,C fnmiglie. i c u i m e m b r i vit!ono i n stretto e qzrotirlicirco contatto, costituiscono i l nucleo elementare della comunità. 1 risultati del Invoru
del Gruppo S t r ~ d isono contenuti i n una docunientazione pubblictrtn (i cura (Eell'INu' e dell'U.VRRA-Casas e sono stati cirati ad esempio d a l pro?. Francesco Cuccia (Nuova Rassegna d i legislazione dottrina e g i u r i ~ ~ r u r l e n z a1; nov. 1952, sg. 1613) e al cont!egno internazionale d e i « Foyers d e Culture u
del quale è data notizia a pag. 12 d i questo bollettino.
o con l'appoggio dell'UNRR.4-Casus,
Djrett. RLSP.
:
Dslt. G I O V A N N I RUSSO
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Red.
5
Amrn.: Roma - Vie di Porta P i n c i a n z , 6 - Tel. 487.512
-
N e o g r ~ f i c ae EMER
Roma - Tel. 375.968
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Anno 1 Numero 2-3 - renatoserafini.org