1 DAL “PROGETTO BRUZZICO”, TRA LIBERTA’ E LIBERAZIONE, ALLE BUONE PRASSI: esempi di intervento e di strategie operative nelle procedure di misure alternative al carcere. Progettualità di percorsi socio-riabilitativi per adulti ammessi alle misure alternative e minori in messa alla prova. Ottobre 2012 INDICE PRESENTAZIONE 2 4 Capitolo primo IL DISEGNO DELLA RICERCA 7 1.1 Finalità e aspetti metodologici generali 7 1.2 Organizzazione della ricerca 8 Capitolo secondo MESSA A PUNTO DEGLI STRUMENTI 11 2.1 L’indagine della risorsa “IL PORTICO”: modalità 11 2.2 L’indagine degli enti invianti U.E.P.E e U.S.S.M 12 2.3 L’indagine sui soggetti utenti: struttura dei questionari 13 2.4 L’indagine delle risorse sociali di rete (Associazioni, Cooperative, Fondazioni, ecc.): struttura dell’intervista 15 Capitolo terzo STUDIO PILOTA 17 3.1 Descrizione delle prassi operative de “IL PORTICO” 17 3.2 Analisi globale dei dati raccolti attraverso i questionari utente 24 3.3 Sezione delle interviste dedicata ai risultati 32 Capitolo quarto 34 IMPRESSIONI DELL’INTERVISTATORE 34 CONLUSIONI 36 APPENDICI 38 A. Questionario di INIZIO percorso per utenti B. Questionario di FINE percorso per utenti C. Questionario FUORI EPE1 BIBLIOGRAFIA 1 Esecuzione penale esterna. 60 3 PRESENTAZIONE 4 «[…] le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità ma devono tendere alla rieducazione del condannato [...]» (Art. 27, comma 3, Costituzione Italiana) Le leggi che si riferiscono alla giustizia riparativa nel nostro sistema giudiziario, configurano complessivamente una misura che si radica nella fase esecutiva della pena. Se le esaminiamo nel dettaglio notiamo innanzitutto l’articolo 47 dell’Ordinamento penitenziario, che, con riferimento all’affidamento in prova al servizio sociale, dice che nel verbale deve anche stabilirsi «che l’affidato si adoperi, in quanto possibile, in favore della vittima del suo reato» e «che si sviluppi una riflessione sulle condotte antigiuridiche poste in essere, sulle motivazioni e sulle conseguenze negative delle stesse per l’interessato e sulle possibili azioni di riparazione delle conseguenze del reato, incluso il risarcimento dovuto alla persona offesa». All’articolo 118 della stessa legge, questa idea della riflessione critica sul proprio comportamento, viene ripresa come compito dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E ex Servizio sociale adulti) del Ministero della Giustizia, il quale «deve adoperarsi per una sollecitazione ed una valutazione critica adeguata da parte della persona, degli atteggiamenti che sono stati alla base della condotta penalmente sanzionata, nella prospettiva di un reinserimento sociale compiuto e duraturo». Per tali ragioni, da molti anni, sia l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna che l’Ufficio di Servizi Sociali per i Minorenni si sono impegnati nella ricerca e nella stipulazione di collaborazioni con Associazioni, Cooperative Sociali, Fondazioni, ove sia possibile far svolgere le misure alternative e le messa alla prova. Da oltre dieci anni questi due enti collaborano con l’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO”, dapprima la collaborazione era di tipo informale basata sulle buone prassi, dal 2011, grazie alla stipulazione di una Convenzione e la realizzazione del “Progetto Bruzzico”, la collaborazione tra il U.E.P.E2 di Venezia e “IL PORTICO” è divenuta formale e standardizzata. L’obiettivo dell’Associazione è di riuscire, entro fine anno, a firmare una Convenzione anche con l’U.S.S.M3 di Venezia. Il presente documento costituisce un’analisi delle prassi operative dell’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO” nella collaborazione con il U.E.P.E. e l’U.S.S.M. di Venezia e 2 3 Ufficio di Esecuzione Penale Esterna. Ufficio di Servizi Sociali per i Minorenni. nell’attuazione di percorsi socio-riabilitativi per persone ammesse alle misure alternative e minori in messa alla prova. L’obiettivo è di evidenziare punti di forza e debolezza dell’operato, promuovere azioni di prevenzione alla devianza e di integrazione sociale di persone che hanno commesso reato. Cos’è il “Progetto Bruzzico”? L’Associazione, sulla base di tale progetto, si occupa di supportare quei soggetti, che una volta usciti dal carcere, necessitano di un affiancamento nel difficile processo di reinserimento nella società. La collaborazione tra “Il Portico” e gli uffici dell’ U.E.P.E e dell’U.S.S.M. di Venezia ha fatto sì che durante gli ultimi dieci anni, persone con problematiche giudiziarie, potessero usufruire e beneficiare dei vari servizi e delle numerose attività offerte e promesse dall’Associazione, cogliendo così importanti opportunità per il loro reinserimento sociale tramite la fitta rete di relazioni dell’associazione stessa, quali per es. l’Associazione di volontariato ONLUS “CATARSI”4. Il progetto punta ad avviare un significativo servizio di affiancamento sociale ed educativo finalizzato al reintegro sociale e alla prevenzione alle recidive attraverso l’attuazione e l’individuazione di percorsi educativo-assistenziali personalizzati che possono supportare la persona rispetto alle sue fragilità. Questo tipo di percorso non prevede la residenzialità, ma solo una frequentazione in orario diurno, in cui il soggetto sarà coinvolto nelle varie attività dell’Associazione e lo sviluppo di una rete a supporto della stessa. Per questo motivo “IL PORTICO” farà affidamento alle varie associazioni che si trovano sul territorio con le quali, da anni, ha continuamente collaborato. Gli obiettivi del progetto sono: 1. Avviare percorsi di sostegno ed accompagnamento con particolare attenzione ai minori e alle persone in esecuzione penale esterna e/o in attesa di dimissione; 2. Implementare lo sviluppo di una rete socio sanitaria di supporto all’inclusione sociale delle persone che vivono in condizione di privazione della libertà personale. Per raggiungere tutto ciò “IL PORTICO”, attraverso il “Progetto Bruzzico”, mira a rafforzare le proprie attività e quelle di altre associazioni rivolte alle persone in area penale esterna, in particolare minori e adulti in messa alla prova ed esecuzione penale esterna, tramite il potenziamento di percorsi di sostegno, accompagnamento, implementazione e sviluppo di una rete sociale di supporto all’inclusione sociale degli stessi. 4 L’Associazione di volontariato ONLUS “CATARSI” nasce all’interno de “IL PORTICO” nel 2005 dall’incontro tra l’iniziativa di giovani volontari ed amici con esperienze differenti alle spalle. La nascita di “CATARSI” afferma la condivisione dei valori de “IL PORTICO”, quali accoglienza, solidarietà, gratuità e coinvolgimento all’interno di un gruppo di giovani che si pone l’obiettivo della loro diffusione e pratica in contesti di marginalità sociale, prestando particolare attenzione all’ambito giovanile e alla realtà della diversabilità. 5 E per questo l’Associazione si propone di: a. Potenziare il servizio di giustizia riparativa e di assistenza post detentiva diurni per adulti inviata dal U.E.P.E.; b. Potenziare il servizio di accoglienza diurna di minori in regime di messa alla prova, inviati dall’U.S.S.M.; c. Avviare un servizio significativo di affiancamento sociale ed educativo finalizzato dal reintegro sociale e alla prevenzione delle recidive; d. Avviare e potenziare l’accoglienza di tirocinanti dello IUSVE; e. Allargare la rete locale di associazioni che attivino autonomamente spazi per persone in esecuzione penale esterne e/o messa alla prova. Questo progetto vuole dunque raccogliere le esperienze e le relazioni specifiche fino ad ora maturate, trasformando un’attività occasionale in attività organizzata, ulteriormente definita nei processi e sulle metodologie secondo indicatori di verifica predefiniti. 6 Capitolo primo IL DISEGNO DELLA RICERCA 1.1 Finalità e aspetti metodologici della ricerca La ricerca focalizza la sua attenzione sul ruolo dell’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO” nell’ambito dei percorsi socio-riabilitativi per adulti ammessi alle misure alternative o minori in messa alla prova. Questa ricerca è stata richiesta dall’Associazione stessa per valutare, monitorare e formalizzare la propria attività. L’Associazione si occupa da molti anni di minori in messa alla prova (art. 28 D.P.R. 448/88) e persone in affidamento in prova ai Servizi Sociali (legge 354/1975). Con il “Progetto Bruzzico”, nato il 20 settembre 2011, l’Associazione ha voluto in qualche misura ufficializzare la collaborazione che da anni esiste con il U.E.P.E. (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna) e l’U.S.S.M. (Uffici di Servizi Sociali per i Minorenni), impegnandosi così ad ampliare e rinforzare l’ambito della attività riparativa e dell’assistenza post detentiva con elementi di innovatività. Si tratta di un’indagine importante, poiché parlare di misure alternative alla detenzione significa valutare la capacità di Associazioni, come la realtà de “IL PORTICO”, Cooperative, ecc., di facilitare e rendere concreto il concetto di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti, i quali spesso hanno alle proprie spalle situazioni economiche e familiari complesse e molto diverse tra loro. La lettura dei dati è avvenuta attraverso l’osservazione dell’operato dell’Associazione, l’intervista al responsabile dell’Associazione, la lettura di materiale riguardante l’Associazione, riguardante i soggetti accolti finora, interviste rivolti agli enti invianti U.E.P.E. e U.S.S.M., questionari somministrati alle persone che intraprendono i percorsi socio-riabilitativi (sia in corso, che terminata), e interviste ad altre realtà che si occupano di attività che riguardano le misure alternative alla detenzione. Il risultato è questo scritto, un’integrazione tra i dati di tipo quantitativo e interviste a testimoni privilegiati, che arricchisce di contenuti e osservazioni l’elaborato. Obiettivi del lavoro sono dunque: • La descrizione dello scenario operativo che contraddistingue il lavoro dell’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO”; • L’individuazione di alcuni modelli tipici, capaci di suggerire una revisione delle prassi e dei modelli organizzativi; • Valutare l’efficacia dei percorsi. La prospettiva teorica qui adottata suggerisce il ricorso a molteplici piani di lettura, che in modo congruente e interconnesso riescano a descrivere l’operato dell’Associazione. Al fine di 7 esplorare le metodologie di intervento dell’Associazione, di descrivere le dinamiche da essi innescati e di giungere al disegno di un modello descrittivo-operativo, utile anche per una revisione del processo stesso, si utilizzerà come indagine prioritaria l’esperienza dell’Associazione, dei soggetti istituzionali, quali U.E.P.E. ed U.S.S.M., e quella degli utenti stessi che beneficiano del servizio. L’intento è quello di ricavare in metodo induttivo e su dati reali una modellistica-tipo dalla quale porre, costruttivamente, sotto valutazione i punti di forza e di debolezza; in tale contesto il punto di vista, terzo rispetto all’Associazione, sia degli enti invianti (U.E.P.E. ed U.S.S.M.), sia dei soggetti, appare determinante. I dati di analisi generati della ricerca potranno produrre materiale utile ad ottimizzare e/o riprogettare il lavoro svolto fino ad ora dall’Associazione in collaborazione con il U.E.P.E e U.S.S.M. Nella prima parte della ricerca l’attenzione si è focalizzata sull’Associazione: di cosa si occupa, da quanto tempo e con che modalità collabora con i servizi sociali dell’ U.E.P.E. e U.S.S.M. e quale servizio offre alle persone ammesse alle misure alternative e ai minori in messa alla prova. In una fase successiva la ricerca prende in considerazione tre tipologie di attori sociali: 1. Gli utenti, ossia le stesse persone che hanno subito una condanna che viene scontata attraverso il sistema delle misure alternative; 2. Gli enti invianti, ovvero l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e L’Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni; 3. Le risorse di rete sociale, ossia quei soggetti collettivi, pubblici o privati, operanti nel territorio a cui viene affidata la persona condannata, per poter operare un confronto con il servizio offerto da “IL PORTICO”. La descrizione dell’operato de “IL PORTICO” è espressa sia in forma diretta, attraverso l’osservazione diretta delle prassi e la lettura di materiale relativo a persone (“vecchi” e attuali) supportate dall’Associazione sia “in affidamento” ai Servizi Sociali sia agli “arresti domiciliari”, che mediata dalle rappresentazioni degli attori sociali interpellati e dai modelli organizzativi desumibili dalle informazioni raccolte presso tali interlocutori. Questo approccio permette un ampio ambito di esplorazione e di confronto. In tal modo è possibile delineare una visione articolata e multidimensionale dell’operato dell’Associazione, una visione che sottolinea il ruolo della collaborazione tra diverse risorse di rete. 1.2 Organizzazione della ricerca La ricerca procede lungo tre assi prioritari: l’esplorazione delle caratteristiche strutturali, funzionali e relazionali della risorsa “IL PORTICO”, la conoscenza e l’analisi della collaborazione degli enti 8 invianti (UEPE, USSM) oltre che all’esplorazione delle caratteristiche strutturali, funzionali e relazionali di questi e l’osservazione del vissuto esperienziale degli utenti dell’Associazione. In seguito è stato ritenuto opportuno indagare le caratteristiche di altre risorse di rete, pubbliche o private, che collaborano con il UEPE e USSM nell’attuazione di percorsi socio-riabilitativi per persone ammesse alle misure alternative e minori in messa alla prova, in modo da ampliare la conoscenza di questo tema e poter fare un confronto tra le diverse prassi attuate nell’ambito della giustizia riparativa. Le informazioni desunte da queste aree di indagine consentono di tracciare un modello operativo utile alla identificazione delle linee di intervento e ad una loro possibile riprogettazione. Gli strumenti di indagine sono costituiti da: questionario (Inizio e Fine percorso) per le persone condannate in EPE; questionario per persone fuori EPE in quanto già conclusa la pena; intervista semi strutturata agli enti invianti UEPE e USSM e intervista semi strutturata ad altre risorse sociali che operano nell’ambito della giustizia riparativa. Il campione di indagine è strettamente legato agli obiettivi della ricerca stessa. Le interviste indagano in profondità la collaborazione esistente tra l’Associazione “IL PORTICO” e gli enti invianti (UEPE; USSM), la collaborazione tra questi ultimi con altre risorse sociali sparse sul territorio dell’AUSSL 13. I questionari invece prendono, nello specifico, in esame l’operato de “IL PORTICO” nell’attuazione di percorsi socio-riabilitativi e il riflesso di questo sull’esperienza del singolo. Le interviste sono state condotte dalla dott.ssa Barbara Facinelli, preparata nella conduzione delle interviste e formata circa le tematiche in oggetto. Sia le interviste strutturate che i questionari sono stati elaborati in modo congiunto dalla dott.ssa Barbara Facinelli, dal dottor Benatti, docente universitario dello IUSVE esperto in metodologia sperimentale, e dal Responsabile dell’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO”. 9 10 Conoscenza dell’Associazione “IL PORTICO”, nello specifico del “Progetto Bruzzico” Indagine persone utenti Indagine enti UEPE e USSM Indagine risorse sociali di rete Disegno modello operativo Associazione IL PORTICO Figura 1. Disegno della ricerca Capitolo secondo MESSA A PUNTO DEGLI STRUMENTI 2.1 L’indagine della risorsa di rete sociale “IL PORTICO”: modalità Si sono utilizzati diversi strumenti conoscitivi per comprendere l’Associazione dal punto di vista strutturale, funzionale e relazionale: osservazione diretta dell’operato partecipando ad alcune attività offerte, lettura dell’opuscolo “Sei pagine per conoscere l’Associazione e intervista semistrutturata al Responsabile della “Casa di Ennio”. Nello specifico per comprendere l’operato svolto da “IL PORTICO” nella progettazione e attuazione di percorsi socio-riabilitativi per persone ammesse alle misure alternative e minori in messa alla prova (“Progetto Bruzzico”): lettura del materiale relativo a persone con esperienze legate alla giustizia seguite dalla stessa (documentazione varia, cartelle personali utenti) e intervista semi-strutturata al Responsabile della “Casa di Ennio”, rappresentato nella persona dell’Assistente Sociale signor Carlo Marchiori. L’intervista semi-strutturata è suddivisa in 4 aree tematiche: A. Area di identificazione e di conoscenza del “Progetto Bruzzico” B. Area di individuazione delle procedure che regolamentano la collaborazione tra l’Associazione e gli enti invianti U.E.P.E. e U.S.S.M.; C. Area di specificazione della progettualità dei percorsi; D. Area di verifica delle dinamiche di valutazione della risorsa. Sezione A. Si cerca di comprendere nello specifico cosa sia il “Progetto Bruzzico”, come si inserisce nelle diverse attività dell’Associazione “IL PORTICO” (1). Sezione B. L’intervista poi identifica la collaborazione con gli enti U.E.P.E. e U.S.S.M.: nascita e modalità (2). Si procede poi all’esplorazione nelle modalità di comunicazione (7), specificandone la tempistica e l’utilità (8), si prende in considerazione anche il numero delle persone inviante (3, 4, 5, 6) indice di buona cooperazione e l’indice di soddisfazione soggettiva in questa collaborazione (9). Sezione C. Nella terza parte dell’intervista si esplora la progettazione, ovvero le modalità con cui si attuano i percorsi socio-riabilitativi di persone con esperienze legate alla giustizia. In particolar modo si focalizza l’attenzione sulle informazioni utili per la presa in carico della persona da parte dell’Associazione (16), sul modo in cui vengono stilati i progetti individuali di ogni utente (10), se esistono procedure standardizzate (11) per questi, chi collabora (12) e se questi sono scritti e sotto 11 firmati dalle diverse parti quasi fosse una sorta di “contratto” (13), difficoltà incontrate della stesura e quindi nella collaborazione (14) e proposte per migliorare la cooperazione (15). Sezione D. Infine si esplora l’area relativa alla valutazione e ai risultati. Si chiede di indicare quante persone sono state prese in carico (18), quante di queste hanno abbandonato il percorso (19), quante fruiscono della rete dell’Associazione una volta finita la pena (20) e le difficoltà incontrate con queste persone (21). Come si può notare dalla descrizione, quest’intervista permette la ricostruzione e la valutazione delle procedure di collaborazione tra l’Associazione e gli enti U.E.P.E e U.S.S.M (atti preliminari, in corso), oltre che una prima analisi dei risultati della cooperazione e dell’attuazione di percorsi socioriabilitativi. 2.2 L’indagine degli enti invianti U.E.P.E e U.S.S.M. Come l’intervista semi strutturata per il Responsabile della “Casa di Ennio”5, l’intervista rivolta agli enti invianti è suddivisa in aree tematiche: A. Area di individuazione e descrizione della collaborazione; B. Area di individuazione delle esigenze degli enti invianti; C. Area di valutazione della collaborazione D. Area relativa ai numeri di persone che fruiscono delle misure alternative nel territorio dell’AUSSL 13 Sezione A. In questa prima parte si rivolge lo sguardo verso la collaborazione: nascita (1), modalità (2), motivazione (5), progettazione dei progetti individuali (7). Informazioni che permettono di comprendere maggiormente i dati raccolti dall’intervista rivolta al signor Carlo Marchiori. Sezione B. Molta importanza viene assunta dalle esigenze degli enti all’interno di questi tipi di collaborazione. Il fine dell’attuazione di percorsi socio-riabilitativi è dettato dalle priorità degli enti ( Cfr. Art 118) che riflettono a loro volta i bisogni del singolo utente. Innanzitutto si chiede esplicitamente cos’è per l’ente l’affidamento in prova o la messa alla prova (8,9), in modo da confrontare questa descrizione con quella delle risorse di rete a cui questi enti fanno affidamento (hanno lo stesso concetto di affidamento in prova e messa alla prova?), 5 Carlo Marchiori. 12 importante risulta una stessa concezione per perseguire l’obiettivo comune della ri-educazione del reo. Seguono tutta una serie di domande relative all’aspettative verso l’Associazione, ai servizi che dovrebbero essere offerti dalla stessa, (10,11,12). In aggiunta si verifica se gli strumenti adottati dall’Associazione nel monitoraggio dei percorsi e le relazioni intermedie e finali rispecchiano le esigenze informative degli enti invianti (13,14,15,16). Sezione C. In questa sezione si entra dettagliatamente nella valutazione della collaborazione avuta fino ad ora attraverso le domande che esplicitamente chiedono il grado di soddisfazione (23), le difficoltà (18), i punti di forza e debolezza de “IL PORTICO”(19,20). Sezione D. Infine si chiedono tutta una serie di informazioni aggiuntive che permettono di ampliare la conoscenza del mondo della giustizia riparativa e l’attuazione dei relativi percorsi. Si indaga se vi è l’attivazione di un network relazionale alle spalle della persona sia informale (25) che formale (24), quanto l’esperienza giudiziaria influisce sulla vita e sul mondo del reo in modo tale da capire in quale ambito fondare l’intervento (26). Seguono poi tutta una serie di domande relative ai numeri di persone segnalate all’U.E.P.E. e all’U.S.S.M (27), quante prese in carico, quante hanno portato a termine con successo il percorso (29), quante hanno abbondonato (30), quante inviate al “PORTICO” per l’attività riparativa (28) , quante sono state recidive una volta terminato il percorso (33), ecc. Domanda aggiuntiva esplora le altre risorse sociali di rete a cui gli enti invianti si affidano oltre al “PORTICO” (35). Informazione molto utile che permetterà, in seguito, di intervistare altre risorse per conoscere in modo approfondito il panorama della giustizia riparativa, dei percorsi socioriabilitativi e per poter fare un confronto con l’operato dell’Associazione in questo elaborato analizzata. 2.3 L’indagine sui soggetti utenti: struttura dei questionari L’indagine sugli utenti, attraverso la peculiare prospettiva degli utenti in e dopo “trattamento”, è finalizzata all’individuazione-valutazione delle metodologie di intervento tipiche messe in atto dall’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO”, con particolare riferimento a: • Gli aspetti relativi alle procedure innescate; • Gli elementi circa gli aspetti relazionali dell’intervento; • Gli effetti che tale percorso ha prodotto sull’utente; • Gli aspetti mancanti, a detta dell’utente, e di miglioria dell’intervento. 13 Il questionario degli utenti si articola su base esclusivamente qualitativa, è riscontrabile una compresenza di domande chiuse (che prevedono tutta una serie di risposte precodificate in grado di facilitare all’intervistato il compito di rispondere o di risposte di gradimento su scala Likert a 5 punti da “Per nulla” a “Moltissimo”) e domande aperte (che prevedono una risposta libera e consentono all’intervistato di esprimersi senza doversi adattare a modalità di risposta elaborate a priori). L’utilizzo di queste due modalità di risposta facilitano la compilazione del questionario, sembra essere una sistema meno intrusivo e diretto. La presenza dell’intervistatore, non trattandosi di questionari autocompilativi, ha consentito una strutturazione mista delle domande in base al tema della domanda. Le domande a risposta chiusa (risposte con codifiche a priori) sono state costruite in base alla conoscenza e alle informazioni raccolte in precedenza dall’intervistatore, mentre le domande aperte volevano esplicitamente indagare il pensiero dell’utente in relazione alla propria esperienza e alla percezione dell’Associazione. I questionari per gli utenti sono di tre tipi: 1. di INIZIO percorso (“trattamento”) per valutare la comprensione del percorso che la persona andrà a fare (2), aspettative e atteggiamento nei confronti di questo (3,4,5), oltre che la percezione del reato commesso (6), il suo mondo attuale (famiglia, lavoro, amici, mondo sociale) (7,8,9,10) importante per impostare i progetti individuali (in che ambito puntare? Es. Ha perso il lavoro? Aiuto nella ricerca di lavoro?), le sue abilità (utili all’Associazione) (13), l’atteggiamento verso il tema del volontariato (14,15) e l’esigenza ad essere accompagnato e seguito anche attraverso colloqui individuali con il proprio referente di struttura (16,17). 2. di FINE percorso (“trattamento”) per valutare la conoscenza generale dell’Associazione dopo i mesi di frequentazione (area A), la qualità delle relazioni instaurate durante il percorso con operatori, volontari, ecc. (7,8,25,26), la percezione del servizio ricevuto e dell’esperienza fatta (area C, D), nello specifico vengono chieste le modalità di accoglienza (8), di trasparenza del percorso (9,10,11), le difficoltà e i punti di forza del proprio percorso (18,19), le attività svolte (15,16,17), la qualità dei rapporti relazionali informali durante la misura alternativa (27), in aggiunta si richiedono espressamente dei suggerimenti per migliorare il servizio offerto (12,13,20,28). 3. FUORI EPE6 (dopo la fine della pena.) per indagare e valutare le conseguenze a lungo termine del percorso socio-riparativo svolto presso IL PORTICO. Molte delle domande presenti in questo questionario sono identiche al questionario di FINE percorso, ad es. viene chiesto il tipo di attività svolta presso l’Associazione (2), la qualità delle relazioni instaurate con operatori, 6 Esecuzione Penale Esterna. 14 volontari, ecc (3,4,17,18,22), la percezione del servizio ricevuto e della propria esperienza personale (5,6), le difficoltà incontrate (7), e i punti di forza (9). In tal modo è possibile realizzare un confronto tra la percezione a breve termine dell’esperienza e quella a lungo termine. Nel corso del tempo la riflessione, la crescita e il ritorno nel mondo senza alcun tipo di “protezione” e “supporto” può andare a modificare l’impressione dell’esperienza. Vengono inserite nel questionario anche domande specifiche al “dopo pena” (8,14,16,19). Interessante risulta confrontare la risposta alla domanda “quando ha iniziato il suo percorso immaginava i risultati raggiunti?” dei due questionari somministrati, da questa è possibile evincere il cambiamento di percezione (es. da negativo “l’attività riparativa è un peso” a positiva “questo percorso mi ha fatto entrare a contatto con persone che altrimenti non avrei mai frequentato” in D.B.M.M.207). Anche qui si richiede espressamente suggerimenti per migliorare il servizio (10,23). Sono stati costruiti tre questionari differenti proprio per valutare/confrontare in modo preciso l’andamento del percorso, la modificazione della percezione dell’esperienza fatta e la valutazione qualitativa dei risultati dell’attuazione di questo tipo di percorsi. 2.4 L’indagine delle risorse sociali di rete (Associazioni, Cooperative, Fondazioni, ecc.): struttura dell’intervista Come per le altre interviste semi strutturate anche quella per le risorse sociali di rete, private e pubbliche, che attivano collaborazioni con il U.E.P.E. e U.S.S.M, è suddivisa in aree tematiche di interesse: A. Area di identificazione della risorsa; B. Area di indagine conoscitiva della collaborazione con gli enti invianti (U.E.P.E e U.S.S.M.); C. Area di individuazione delle procedure di presa in carico dei soggetti; D. Area di individuazione delle procedure di progettazione; E. Area di valutazione della collaborazione F. Area relativa ai risultati. Sezione A. L’intervista inizia con l’identificazione della risorsa (1), del soggetto intervistato, delle attività di cui si occupa(2,3), dei principi guida (4) e obbiettivi che perseguono (5) (sia con l’utenza principale che con le persone ammesse alle misure alternative). Sezione B. 7 Ad ogni questionario utenti è stato assegnato un codice (iniziali nome, cognome, sesso, età). 15 Le domande si focalizzano sulla collaborazione con gli enti invianti: da quanto tempo esiste (7), come è nata (8), vi sono procedure che la regolamentano (9), i passaggi operativi che l’hanno permessa (10), le difficoltà incontrate (11), e suggerimenti riguardo i possibili miglioramenti (12). Sezione C. Tutte le domande richiedono di indicare le informazioni di cui la risorsa ha bisogno di per attivare la presa in carico delle persone in misura alternativa. È una domanda che permette e apre la sequenza delle procedure necessarie a sviluppare l’intervento (13,17). Si approfondisce chiedendo di illustrare come l’informazione circola ed è organizzata all’interno della struttura (14,15,16). Sezione D. Le domande principali sono rivolte alle procedure che permettono di iniziare il percorso (18), le modalità di progettazione dei percorsi individuali (19,20,22,23,24) e gli strumenti adottati per monitorare l’andamento di questi (25,26,27,28). Sezione E. In questa sezione vengono prese in carico le modalità di analisi interna di valutazione delle criticità degli interventi. Sezione F. Infine si pongono delle domande relative ai risultati raggiunti con gli utenti grazie a questi percorsi socio-riabilitativi. 16 Capitolo terzo STUDIO PILOTA 3.1 Descrizione delle prassi operative de “IL PORTICO” Attraverso l’osservazione diretta delle attività offerte dall’Associazione, dalla lettura dei materiali raccolti all’interno delle cartelle personali dei “vecchi” e “attuali” utenti, e dall’intervista semi strutturata rivolta sia al Responsabile della “Casa di Ennio”, Carlo Marchiori, sia agli enti invianti U.E.P.E. e U.S.S.M, rappresentati rispettivamente dalla dott.ssa Falagario (U.E.P.E.) e dalla dott.ssa Miliccia (U.S.S.M.), è stato possibile portare “alla luce” le prassi che fino ad ora sono state utilizzate dall’Associazione nella collaborazione con il U.E.P.E e l’U.S.S.M. per l’attuazione di percorsi socioriabilitativi per persone ammesse alle misure alternative e per minori in messa alla prova. In aggiunta le interviste rivolte ad altre risorse sociali di rete, che si occupano anch’esse di tali percorsi, ha permesso una maggior esplorazione del tema della giustizia riparativa e un confronto tra le diverse prassi operative. Per quanto riguarda la sezione “Informazioni riguardo alla collaborazione” è emerso che: l’Associazione “IL PORTICO” collabora da circa 10 anni con U.E.P.E (RCdE8) e U.S.S.M. (nello specifico dal 2007 con l’ass. sociale Miliccia, asMUSSM9), questa cooperazione è nata grazie alla richiesta dell’utente di svolgere l’attività presso una struttura che conosceva già, quella de “IL PORTICO”, da una semplice necessità dovuta dal fatto che spesso la “Casa di Ennio” si è ritrovata ad ospitare e seguire persone con problemi giudiziari (asFUEPE10) o dall’acquisizione di precedenti accordi, i referenti USSM e UEPE precedenti conoscevano l’Associazione (asMUSSM). La collaborazione è regolata da una Convenzione, nata grazie a diversi incontri tra le parti, per quanto riguarda il U.E.P.E (asFUEPE) (cfr RCSR11 2005), mentre per l’U.S.S.M non vi è una specifica documentazione che regolamenta, ma vi sono comunque buone prassi consolidate (RCdE, asMUSSM) (cfr RFCdO12). Le risposte alle domande: “Come avviene la presa in carico? Come avvengono le comunicazioni? Come vengono stilati i singoli progetti?” ci delucidano in modo dettagliato come vengono avviati i percorsi socio-riabilitativi. Di seguito è riportata una schematizzazione delle procedure: a. L’assistente sociale (U.E.P.E o U.S.S.M) contatta telefonicamente il responsabile de “IL PORTICO”, in cui spiega sommariamente il caso (RCdE, asFUEPE) e fissa un appuntamento (asMUSSM). 8 Codice intervista al Responsabile “Casa di Ennio” di Dolo, rappresentato nella persona di Carlo Marchiori. Codice intervista all’assistente sociale Miliccia dell’U.S.S.M. 10 Codice intervista all’assistente sociale Falagario dell’U.E.P.E. 11 Codice intervista al Responsabile della “Casa San Raffaele” di Mira, rappresentato nella persona di Franscesco Vendramin. 12 Codice intervista al Responsabile della “Fondazione Casa dell’Ospitalità” di Venezia Mestre, rappresentato nella persona di Andrea Gabrieli. 9 17 Informazione confermata dalle risposte13 date alla domanda “Chi l’ha inviata all’Associazione “IL PORTICO”?” presente nel questionario di INIZIO percorso per utenti (PSM44, REM41, NBM21) b. Nell’incontro a seguire il caso viene spiegato e presentato in modo più dettagliato rispetto alla telefonata. La presentazione è comunque in forma orale ( vs scritta via mail in RCSR e RFCdO), non vi è documentazione a riguardo (RCdE, asMUSSM, asFUEPE). A volte all’incontro partecipano anche altri servizi coinvolti nel lavoro con l’utente es. enti locali (asMUSSM); c. Viene inviato da parte dell’ente (UEPE e/o USSM) all’Associazione la richiesta formale di collaborazione e inserimento (RCdE, RCSR, asMUSSM); d. Incontro con l’utente, l’assistente sociale di riferimento e il Responsabile della “Casa di Ennio” in cui viene presentata la realtà associativa de “IL PORTICO”, si decidono le modalità di svolgimento del percorso e gli obiettivi (RCdE, RCSR, RCFdO, asMUSSM, asFUEPE). È importante che il progetto venga costruito e condiviso da tutte le tre parti, in particolar modo risulta fondamentale il coinvolgimento dell’utente (asMUSSM, asFUEPE). e. Se l’utente accetta il progetto si passa alla stipula della “Dichiarazione di Impegno”, sottoscritta dalle tre parti (asFUEPE); f. Il progetto viene inviato alla Magistratura per ottenere l’approvazione (asFUEPE, asMUSSM); g. Partenza del progetto (asFUEPE, RCdE, RCSR, RFCdO); h. Monitoraggio continuo, scambio informativo e aggiornativo dell’andamento del percorso tra il Responsabile dell’Associazione e l’assistente sociale dell’ente inviante attraverso le email, i contatti telefonici e le relazioni (intermedie e finali) (RCdE, RCSR, RFCdO). Per quanto riguarda la comunicazione e gli aggiornamenti riguardanti il percorso non vi è una periodicità ( vs costanti in RCSR, RFCdO) “No news, good news” (RCdE), i contatti avvengono via telefonica o attraverso la posta elettronica a seconda delle necessità (asFUEPE, asMUSSM) e per sapere “se ci sono delle novità” (RCdE). Dopo i primi 3 mesi della presa in carico spesso le parti si riuniscono per valutare l’andamento dell’esperienza ed eventualmente proporre all’utente nuovi ambiti in cui impegnarsi (RCdE). In ogni caso oggi giorno è doveroso tener conto della sostenibilità del progetto (asMUSSM), di conseguenza anche le comunicazioni seguono questa linea di possibilità e fattibilità. Interessante risulta il commento dell’assistente sociale Miliccia (U.S.S.M): “Con il signor Marchiori, in quanto assistente sociale e professionista, mi sento libera di parlare anche delle informazioni più sensibili e intime dell’utente, non sento da parte sua pregiudizio nei più diversi reati. I principi ispiratori dell’Associazione aprono le porte a tutti. Anche io come assistente sociale mi sento accolta e credo che valga lo stesso anche per i ragazzi, questo fattore non è così scontato.” 13 Gli utenti affermano di essere inviati dall’assistente sociale UEPE o USSM. 18 In questa sezione si presta particolare attenzione anche alle difficoltà incontrate nella collaborazione, fondamentale risulta conoscerne la natura per poter migliorare qualitativamente il servizio offerto. Emergono punti di vista interessanti: da una parte gli enti invianti dichiarano di non aver mai avuto grandi difficoltà nel collaborare con l’Associazione “IL PORTICO” “a volte i risultati sono stati superiori a quelli attesi” (asMUSSM); dall’altra l’Associazione descrive alcune difficoltà incontrate in riferimento al proprio essere percepiti “troppo scrupolosi e troppo pignoli” nel valutare gli inserimenti ed interventi (RCdE) , a volte rispetto alla non linearità dell’assistente sociale negli obiettivi concordati con l’utente (RCdE) e a volte nella presentazione del caso poco approfondita (RFCdO). Le risorse di rete alla domanda “in che cosa gli enti invianti dovrebbero migliorare per avere una migliore collaborazione” rispondono nell’atteggiamento, ovvero dovrebbero usare la stessa formalità e attenzione che richiedono alla risorsa stessa nelle comunicazioni e negli atti formali (RCdE) e nella presentazione del caso (RFCdO). Oltre alle difficoltà si sono indagati i punti di forza dell’Associazione “IL PORTICO”: l’entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco, la professionalità (asFUEPE), la disponibilità, l’estrema apertura, il non pregiudizio, e la propositività (asMUSSM). Nelle sezioni a seguire si analizzano sia le esigenze degli enti invianti che quelle della risorsa sociale di rete. L’Associazione “IL PORTICO” per valutare una possibile presa in carico ha bisogno di diverse informazioni (RCdE): a. Generalità (nome, cognome, età, provenienza); b. Tipo di reato commesso; c. Notizie di tipo sanitario (compatibilità con vita comunitaria); d. Precedenti penali e attitudini comportamentali (sa stare tra la gente? È aggressivo? È una persona corretta? Ha bisogno di essere coinvolto nelle relazioni?) Queste informazioni dovrebbero essere trasmesse attraverso una relazione scritta prodotta dall’assistente sociale che si occupa del caso, raccogliendo e verificando le informazioni relative a quell’utente (RCdE). Anche le altre risorse di rete intervistate hanno dichiarato di aver bisogno di alcune informazioni per attivare la presa in carico, quali storia personale, sociale, ecc. attuale dell’utente, i suoi bisogni, le reti possibili da attivare oltre che alle sue capacità (RCSR,RFCdO). Questo tipo di informazioni spesso rimangono solo all’operatore referente (a Carlo Marchiori per Associazione “IL PORTICO”, il quale comunica nelle riunioni di equipe o nel Consiglio Direttivo solo le informazioni necessarie per gestire al meglio la presenza dell’utente all’interno della struttura 19 (RCdE). Nelle altre risorse sociali di rete intervistate le informazioni vengono contenute in una cartella personale che contiene tutte le informazioni utili (RCSR), quali carta d’identità, scheda di accoglienza (dati anagrafici), verbalizzazione dei colloqui, disposizioni del magistrato, relazioni dell’UEPE (RFCdO). Anche in queste strutture l’informazione circola attraverso la trasmissione orale di condivisione nelle riunioni di equipe (RCSR, RFCdO). Anche i requisiti minimi per la presa in carico sono informazioni necessarie da conoscere per migliorare la collaborazione, infatti tramite queste l’ente può decidere ove indirizzare l’utente in base alle esigenze e all’offerta della struttura di rete. Per esempio l’Associazione “IL PORTICO” ha bisogno che l’utente condivida il progetto, partecipi “volontariamente” all’attivazione del percorso (motivazione), che il reato commesso non sia legato ad atti di violenza o abuso o consumo di sostanze oltre che l’utente, se ha avuto esperienze di tossicodipendenza, non deve avere una dipendenza attiva (contrasta con le regole della “Casa di Ennio”) (RCdE). Le altre risorse mostrano meno esigenze, quali la maggiore età (RFCdO) o l’accoglienza di un utente per volta (RCSR). Le esigenze degli enti invianti sono invece ben descritte dalle assistenti sociali Falagario e Miliccia e riguardano diversi ambiti: 1. Disponibilità della risorsa ad accogliere (asMUSSM); 2. Tempi brevi di risposta alle richieste di accoglienza (“oggi giorno si lavora sull’emergenza”) (asMUSSM); 3. Tutoraggio: accompagnamento dell’utente, aggiornamento del percorso (asMUSSM); 4. Permettere all’utente di fare esperienze di relazioni sane (asFUEPE); 5. Aiutare l’utente a scoprire i propri limiti, le proprie risorse e nuove abilità (asFUEPE); 6. Le relazioni intermedie e finali devono rispondere ai requisiti di semplicità, puntualità, adesione agli obiettivi del progetto, descrizione del comportamento osservato (asMUSSM, asFUEPE) (“l’attività riparativa del ragazzo è parte integrante di un programma individuale più ampio, che comprende l’area della formazione, l’area terapeutica e sanitaria, l’area della mediazione penale, l’area educativa e del tempo libero. Accanto ad ogni programma vi è un costante monitoraggio” in asMUSSM) Per questo le risorse di rete coinvolte, in questo preciso caso “IL PORTICO”, dovrebbero accompagnare la persona a scoprirsi, valorizzandola (asFUEPE), dovrebbero offrire percorsi di attività riparativa e non solo, di promozione di una ricerca lavorativa e di supporto per l’integrazione, attendendosi agli obiettivi concordati durante il colloquio iniziale (“l’Associazione ha tutte le carte in regola per fare questo”) (asMUSSM). Dall’incrocio tra le esigenze dell’ente inviante, della risorsa sociale di accoglienza e successivamente di quelle dell’utente (valutate attraverso la somministrazione di questionari), è possibile 20 programmare percorsi concreti, efficienti e validi che tengano conto di tutta una serie di variabili interconnesse. Per quanto riguarda l’Area dedicata all’approfondimento della progettazione è interessante notare che: 1. I progetti vengono stilati tenendo conto delle particolari esigenze dell’utente (ovvero tenendo ben presente il senso di quella esperienza) e di quelle della struttura ospitante (tenendo conto dei servizi offerti e dei suoi limiti organizzativi) (RCdE, RFCdO). 2. Non vi sono delle linee guida che facilitano la stesura di tali programmi individuali, solitamente si tiene conto delle indicazioni del magistrato (tempo della pena e ore da svolgere), delle particolari esigenze dell’utente (attività di tipo relazionale e/o pratico/riparatorie)e delle possibilità della risorsa di accoglienza (RCdE, RCSA, RFCdO). 3. Nella stesura vi è una stretta collaborazione tra l’assistente sociale dell’ente inviante e del Responsabile della struttura di accoglienza. Si seguono le indicazioni stabilite nel primo incontro tra l’ente inviante e la struttura, alla fine nella stesura definitiva del programma individuale partecipa anche l’utente stesso, in quanto attore principale della vicenda/esperienza (RCdE, RCSR, RFCdO). Nella maggior parte dei casi i programmi individuali si definiscono in forma orale (RCdE, RCSR, RFCdO, asMUSSM). Solo da pochi anni tra l’Associazione “IL PORTICO” e il U.E.P.E è stato introdotta una forma cartacea14, una sorta di contratto sottoscritto dalle diverse parti. Per valutare l’andamento di questi percorsi (valutazione degli obiettivi del programma individuale) le diverse risorse di rete utilizzano diversi strumenti, tra cui il registro presenze, le relazioni intermedie e finali (RCdE, RCSR, RFCdO), il diario attività, il questionario finale per utenti (RCdE). Strumenti che a parere degli enti invianti sono utili e validi per la verifica dei percorsi (asFUEPE) e consentono all’assistente sociale di monitorare la situazione a distanza (asMUSMM) oltre che fornire dati oggettivi da presentare al Magistrato per la valutazione della misura alternativa o della messa alla prova. Nel questionario e nelle interviste infine vi è un sezione dedicata ai risultati, questa sezione verrà analizzata in seguito in un capitolo a parte, poiché mette in luce aspetti essenziali nell’individuazione dei punti di forza, di debolezza dell’operato, nonché specifici indicatori/parametri qualitativi e quantitativi di risultato. Per approfondire ulteriormente i bisogni dell’utente e la percezione di questi da parte sia degli enti, sia delle risorse di rete sono state poste domande aggiuntive relative all’attivazione di altri servizi di rete, quali Ser.T, CSM, Consultori, Servizi comunali, ecc, al coinvolgimento della famiglia dell’utente 14 Dichiarazione di impegno. 21 nei percorsi, e l’influenza che l’esperienza giudiziaria ha sulla vita della persona (cfr. intervista semistrutturata Responsabile “Casa di Ennio”, altre risorse sociali di rete, questionario di inizio per utenti). Attraverso le risposte a suddette domande è possibile comprendere la complessità, la multidisciplinarietà che è alla base della presa in carico di questa tipologia di utenti, l’importanza e la necessità del lavoro di rete, oltre che valutare se la percezione dei bisogni dell’utente da parte degli enti invianti, delle risorse sociali di rete e dell’utente stesso sono conformi tra loro. Solo attraverso un’analisi dettagliata della domanda è possibile offrire un servizio efficace che consegue i risultati aspettati. Es. l’utente ha perso il lavoro. L’assistente sociale capisce il problema prettamente economico, ma non quello personale (autostima intaccata a causa del pregiudizio verso i condannati), quindi si limita ad inserirlo in un contesto che gli permetta di seguire tirocini formalizzanti o cose simili, non prendendo in considerazione il bisogno primario di relazione e integrazione (forse alla base della motivazione per cercare lavoro). Emerge che : 1. Vengono attivati tutti i servizi necessari a sostenere la persona (CSM, Ser.T, Servizi comunali, AUSSL, privato sociale, ecc.) (asFUEPE, asUSSM); 2. Le famiglie vengono coinvolte nel progetto qualora fosse possibile (asFUEPE), svolgendo la funzione di sostegno e accompagnamento in particolare per quanto riguarda i minori (asMUSSM). Interessante risultano i dati forniti dai questionari di INIZIO percorso degli utenti, tutti gli utenti15 alla domanda “Sarebbe opportuno coinvolgere la sua famiglia nel percorso?” barrano la casella per nulla o poco, stessa cosa si riscontra nella domanda successiva “E’ fattibile coinvolgere la sua famiglia nel percorso?”. Occorrerebbe approfondire tale ambito e capire perché vi sono idee contrastanti tra gli enti invianti e gli utenti. Forse proprio quello della famiglia è un campo di azione su cui lavorare perché risulta uno degli ambiti (famigliare, lavorativo, sociale) più problematici. Si può ipotizzare che se non vi è un sostegno da parte delle famiglie, degli amici, ecc., sia più difficile per l’utente affrontare l’esperienza giudiziaria e il percorso di “affidamento in prova” o messa alla prova (Cfr. Psicologia della famiglia). Nell’intervista alle risorse di rete una sezione è stata dedicata alla valutazione degli interventi, un’azione necessaria e di grande importanza che permette di analizzare le criticità, i risultati degli interventi e di proporre azioni migliorative. 15 Il numero di utenti a cui è stato somministrato il questionario di INIZIO percorso è pari a 3. 22 L’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO” si è affidato all’Istituto Universitario Salesiano di Venezia Mestre, che invia tirocinanti qualificati, per valutare le criticità degli interventi. L’analisi di questi è dunque questo scritto. Nelle altre risorse di rete sondate emerge che la valutazione è lasciata agli stessi operatori che si occupano degli interventi, solitamente all’interno delle riunioni di equipe analizzando passo passo la realizzazione degli obiettivi preposti per ogni singolo caso (RCSR, RFCdO). L’assistente sociale contatta telefonicamente la risorsa L’assistente sociale invia la richiesta formale di inserimento Costruzione del programma individuale (obiettivi) PRIMO INCONTRO -Ass.sociale, Responsabile risorsapresentazione del caso in forma orale SECONDO INCONTRO -Ass.sociale, Responsabile, utente- Dichiarazione di impegno sottoscritta dalle tre parti Invio del progetto alla Magistratura MONITORAGGIO PERCORSO: attraverso diversi strumenti e incontri con l’ass.sociale PARTENZA DEL PROGETTO/PERCORSO Figura 2. Schema prassi operative 23 3.2 Analisi globale dei dati raccolti attraverso i questionari utente L’incontro di due metodologie di analisi dei dati, qualitativo e quantitativo (calcolo delle frequenze), permette di ottenere risultati concreti e utilizzabili nella pratica delle prassi. Il campione di interesse è composto dagli utenti che intraprendono il percorso di attività riparativa presso l’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO”: 11 soggetti (esclusivamente maschi), ma solo 9 di questi hanno accettato di partecipare alla ricerca. I questionari somministrati sono 9 suddivisi in questo modo: a) 3 questionari di INIZIO percorso; b) 0 questionari di FINE percorso; c) 6 questionari FUORI EPE. La somministrazione dei questionari si è svolta presso la struttura IL PORTICO, l’intervistatore ha posto particolare attenzione nell’evitare un approccio invasivo e nel rendere l’interazione rilassate, utile e interessante anche per l’utente. Pur trattandosi di un questionario si è data l’opportunità all’utente di porre domande di chiarimento, di fare osservazioni e di aggiungere notazioni. Il tempo medio di compilazione è di circa 30 minuti. L’età è compresa tra un range che va dai 18 ai 45 anni: - 5 utenti hanno un’età compresa tra i 18-25 anni; - 1 utente ha un età compresa tra i 25-35 anni; - 3 utenti hanno un’età compresa tra i 35-45 anni. 8 utenti sono italiani, mentre un utente è di origine slava, ma risiede in Italia da parecchi anni, di conseguenza le domande del questionario non hanno posto particolari difficoltà per il ragazzo. Il questionario di INIZIO percorso è stato costruito con l’intenzione di sondare la percezione dell’utente in relazione al reato commesso, al percorso che andrà a fare presso l’Associazione “IL PORTICO” (idee, aspettative, ecc) e se al primo incontro le informazioni date sono state recepite e capite (es. “Quali sono le attività che svolgerà?”) Purtroppo i questionari sono stati somministrati a percorso già iniziato, per cui i riscontri non rispondono al criterio di temporalità. Alla domanda “Il percorso che svolgerà presso l’Associazione “IL PORTICO” è una misura alternativa al carcere, detta anche messa alla prova. Cosa si aspetta da tale percorso?” a risposta chiusa, i tre utenti (R.E.M.41; P.S.M.44; N.B.M.21) rispondono in tale modo: - Non avere più rapporti negativi con la giustizia (N.B.M.21); - Reinserimento sociale (P.S.M.44); - Possibilità di riflettere sul reato commesso, sui propri errori (N.B.M.21); 24 - Fare nuove amicizie (R.E.M.41); - Altro: essere utile, mettere a disposizione le proprie capacità (R.E.M.41). Dall’esito di questa domanda si possono dunque conoscere in modo approfondito le esigenze dell’utente che si prepara ad iniziare un percorso di tal genere, di conseguenza per stendere i programmi individuali con i relativi obiettivi si dovrebbe tener conto di ciò che emerge in questo punto. A questa domanda ve ne si aggiungono altre utili per esplorare questa dimensione, quali: “Quanto ha influito l’aver commesso un reato sulle relazioni umane: amicizie, famigliari (mamma, papà, fratelli)e affetti (figli, coniuge, fidanzato/a)?” Per quanto riguarda l’ambito amicizie il reato sembra in qualche misura aver influito (2 utenti hanno risposto abbastanza, 1 utente molto), questo dato potrebbe essere letto in senso positivo da una parte, l’utente si è allontanato dalle “cattive” amicizie di un tempo, in senso negativo dall’altra, gli amici lo hanno abbandonato in un momento in cui necessitava di supporto e sostegno. Sarebbe interessante approfondire questo tema per capire in che modo questi dati debbano essere letti. Per quanto riguarda la famiglia (mamma, papà, fratelli) i tre utenti hanno risposto in modo differente tra loro: Poco (NBM21); Abbastanza (PSM44); Moltissimo (REM41). I dati non permettono una generalizzazione, ma sono molto utili per programmare i singoli percorsi. Il sostegno della famiglia potrebbe favorire la riuscita di questi percorsi di “affidamento in prova”, soprattutto nel caso si tratti di minori, ma anche in questo caso sarebbe opportuno approfondire il tema attraverso altre ricerche. L’ultimo ambito esplorato è quello degli affetti (figli, coniuge, fidanzato/a), tutti gli utenti hanno risposto “Per nulla” o “Poco”, di conseguenza, se da una parte il sostegno della famiglia d’origine è deficitario, dall’altra vi è quello degli affetti a sopperire la mancanza. Altri campi di interesse esaminati sono quelli del lavoro e della vita sociale (pregiudizio). E’ interessante per la stesura di percorsi ad hoc capire se l’utente ha perso il lavoro, di conseguenza ha bisogno di essere accompagnato e affiancato nella ricerca di e nella formazione al lavoro. Gli utenti intervistati dichiarano di non aver perso il lavoro, di conseguenza di non aver bisogno di essere supportati in questo. Per quanto riguarda il pregiudizio all’interno della società, solamente un utente si sente trattato “in maniera” diversa dagli altri (Abbastanza REM41), dunque sembra necessario indagare la percezione che la persona mostra nei confronti della società in cui è inserito, dato che l’impressione dell’intervistatore rispetto all’atteggiamento dell’utente durante la somministrazione è stata quella di una persona “un po’ anticonformista, che in qualche modo si sente attaccato dal mondo”. 25 Oltre a questi ambiti, se ne sono approfonditi altri per ampliare la conoscenza dei bisogni dell’utente: “DURANTE il percorso al “PORTICO” erano ritenuti utili colloqui periodici con l’operatore di riferimento?” Due utenti barrano la casella “Abbastanza” (REM41, PSM44), specificando nella risposta, scegliendo tra le diverse proposte (per ottenere una riduzione del percorso, per un sostegno psicologico, per il supporto nella ricerca di una futura occupazione, per avere un aiuto nella comprensione di quello che mi sta accadendo) alla domanda seguente che questi colloqui possono essere utili per un sostegno psicologico e per un supporto nella ricerca di una futura occupazione (REM41), anche se ritiene che nel suo caso non ve ne sia bisogno (II16REM41). NBM21 invece risponde “Poco” utile specificando la funzione del colloquio, attraverso la domanda seguente, di supporto psicologico nell’affrontare il percorso. Da qui emerge l’esigenza, forse in parte mascherata, di essere accompagnati soprattutto attraverso il dialogo e un percorso psicologico che supporti le difficoltà che la persona deve affrontare una volta uscita dal carcere. Infine si è analizzata la percezione della persona nei confronti del reato commesso e della misura alternativa. Alla domanda: “La misura alternativa, o messa alla prova, è un’opzione diversa dal carcere. Per questo motivo è un percorso che implica motivazione ed impegno. Lei cosa ne pensa?” gli utenti rispondono nel seguente modo: - È un’opportunità (PSM44); - Mi permette di riflettere sul mio reato (PSM44, NBM21); - Mi permette di fare nuove conoscenze (PSM44, REM41); - È un obbligo (PSM44,NBM21); - È un’occasione di riscatto (REM41). Mentre alle domande relative al reato commesso si rileva quanto segue: - Ho capito di aver commesso un reato Molto (PSM44,NBM21); Moltissimo (REM41); - Il reato che ho commesso è lieve Per nulla (REM41, PSM44,NBM21) - Il reato che ho commesso è grave Per nulla (REM41); Abbastanza (PSM44,NBM21) - La pena che mi è stata assegnata è corrispondente al reato commesso Per nulla (REM41); Abbastanza (NBM21); Molto (PSM44) - L’esperienza al “PORTICO” mi può aiutare Molto (PSM44); Moltissimo (REM41, NBM21) 16 Impressioni intervistatore nella somministrazione del questionario all’utente REM41. 26 - L’esperienza al “PORTICO” è solo una perdita di tempo Per nulla (REM41, PSM44,NBM21) Si può notare come una parte consistente del campione sottolinei l’importanza educativa e professionale dell’esperienza. Dall’incrocio di queste risposte si può capire se l’utente in qualche misura mente e come si dispone a suddetta esperienza. Come si può evincere dal testo in REM41 vi è una incongruenza nelle risposte “Il reato che ha commesso è lieve, Il reato che ha commesso è grave”, se da una parte si mostra motivato nelle fare il percorso “Mi permette di fare nuove conoscenze, è un’occasione di riscatto”, dall’altra forse non è ancora in grado di valutare in modo oggettivo la gravità delle sue azione. Sarebbe dunque opportuno seguire passo passo questo tipo di persone, attraverso colloqui mirati e riflessioni sul tema della giustizia. Interconnessa alle precedenti risulta la domanda “Secondo lei la misura alternativa svolta presso L’associazione “IL PORTICO” potrà influire sul suo comportamento dopo la fine della pena?” Tutti gli utenti rispondo affermativamente (SI’), specificando in seguito in che modo: “Perché mi permette di fare più ore possibili e di evitare il carcere” (NBM21); “Può influire in modo positivo, sia a livello fisico che psichico” (REM41) e “Mi permette di inserirmi in un nuovo contesto sociale” (PSM44). Attraverso questi tre livelli di lettura è possibile quindi afferrare ampliamente il pensiero dell’utente in riferimento al reato e alla misura alternativa, col risultato di una programmazione di percorsi efficienti che tengano conto dei vari aspetti della persona (esigenze dell’ente, della struttura di accoglienza, dell’utente nonché i suoi pensieri e convinzioni). Nell’ultima sezione si chiede all’utente “Cosa pensa del volontariato e se ha mai svolto attività ti tale genere?”, domanda utile perché la persona sarà inserita in un contesto di volontariato, perciò un atteggiamento dispregiativo e oppositivo ad azioni sociali può impedire e rendere difficoltoso l’inserimento dell’utente nella struttura “IL PORTICO”. Gli utenti rispondono rispettivamente che il volontariato è “un’attività stimabile” (PSM44, NBM21, REM41); “è un modo di aiutare chi è meno fortunato ” (NBM21, REM41); “Altro: dovrebbero essere in più a farlo” (REM41). Solamente un utente aveva già svolto attività di volontariato, mentre per i restanti “IL PORTICO” è stato il luogo ove hanno avuto l’opportunità di cimentarsi nel campo della socialità e volontarietà. I restanti utenti17 che hanno partecipato alla ricerca è stato somministrato il questionario FUORI EPE (dopo la fine della pena). Inizialmente il questionario è stato costruito per essere 17 Numero 6. 27 somministrato una anno dopo la fine della pena, poiché un anno è il tempo necessario per poter elaborare il percorso e scorgere i primi risultati. Per motivi prettamente pratici questo non è stato possibile, la variabilità di tempo dalla fine del percorso alla somministrazione del questionario è ampia: 3 utenti hanno finito il percorso nel periodo aprile-giugno 2011 (MMM32, VUM20, MDBM20), 3 utenti hanno finito tra agosto-ottobre 2012 (GAM19, MDM18, CCM45). Si può dunque notare che il tempo intercorso tra la fine della pena e la somministrazione di tale questionario varia da 1 anno e mezzo a pochi mesi18. Parte delle domande del questionario FINE percorso sono state riprese in questo questionario (es. “A distanza di tempo, come giudica il rapporto con le persone con cui è entrato in contatto durante il suo percorso presso l’Associazione “IL PORTICO”?”, “Secondo lei cosa ha funzionato nel suo percorso?”, “Quando ha iniziato il percorso immaginava i risultati raggiunti?”, ecc.), in modo tale da poter confrontare i risultati a breve e a lungo termine del percorso fatto presso l’Associazione “IL PORTICO”. In questa ricerca non si è potuto fare ciò a causa della tipologia di utenza, 3 utenti stavano già svolgendo il percorso, mentre i restanti 6 erano già FUORI EPE. Per “sciogliere il ghiaccio” e conoscere i motivi per i quali l’utente ha accettato di partecipare alla ricerca, la prima domanda del questionario è la seguente: “Perché ha accettato di partecipare all’incontro?”: - “Voglio contribuire a rendere migliore il servizio”19(VUM20, MDBM20, MMM32, MDM18,) - “Sono affezionato all’Associazione” (MDBM20, MMM32) - “Per curiosità” (GAM19) - “Altro: sono stato obbligato, ma ho partecipato molto volentieri”20 (CCM45) Dalle risposte emerge un legame e un ricordo positivo nei confronti della struttura che li ha accolti, e una motivazione alta nel contribuire a rendere il servizio offerto migliore. Questo dato è confermato anche dalle risposte che indagano le relazioni all’interno della risorsa (con operatori, volontari, altri utenti). In un giudizio globale sul rapporto intrattenuto con la risorsa in cui si è inseriti, la maggior parte degli intervistati esprime una chiara soddisfazione: il rapporto è considerato ottimo o buono da tutti gli utenti. Tutti gli utenti dichiarano inoltre di non aver trovato difficoltà nel relazionarsi all’interno dell’Associazione né particolari problematicità DURANTE e DOPO il percorso. Solamente un utente afferma che DOPO il percorso “ha trovato nella sua vita delle difficoltà, che però non hanno nulla a che fare con il percorso ma riguardano la sua vita affettiva/familiare” (CCM45). I giudizi relativi ai 18 19 20 I questionario sono stati somministrati nel novembre 2012. Risposte predefinite da barrare. Risposta libera. 28 rapporti instaurati all’interno della risorsa sembrano dunque tendere al versante positività, questo lo riscontriamo anche dalla totalità di risposte affermative (6 SI’) alla domanda “Ha stretto legami con qualcuno all’interno dell’Associazione?”, anche se nella risposta che segue nella maggior parte dei casi (5 su 6) hanno smesso di frequentare tali persone perché non hanno più frequentato l’Associazione. I motivi alla base di questo sono per lo più motivi di mancanza di tempo: “la necessità di sistemare la mia vita privata mi concede poco tempo per frequentare l’Associazione” (CCM45), “riesco a trovare poco tempo libero…”(GAM19), “non ho molto tempo per seguire anche questa attività”(MDM2o). Nonostante questo dato tutti gli utenti intervistati si sono mostrati in qualche modo favorevoli a continuare a frequentare l’Associazione, MDBM20 ha espresso il desiderio di essere contattato dall’Associazione per le uscite domenicali21 organizzate per i soci. Una sezione è stata dedicata a “Cosa secondo gli utenti aveva funzionato nel percorso”. Dai dati raccolti emerge che: - Sostegno con gli operatori Abbastanza (MDBM20, UVM20),Molto (MDM18, MMM32, GAM19), Moltissimo (CCM45) - Motivazione al cambiamento Poco (UVM20), Abbastanza (CCM45, GAM19), Molto (MDBM20, MMM32), Moltissimo (MDM18) - Reinserimento sociale Poco (MMM32, GAM19, UVM20), Abbastanza (CCM45, MDBM20), Molto (MDM18) I dati mostrano un panorama ampio, poco generalizzabile. Si potrebbe comunque affermare che per gli utenti il sostegno da parte degli operatori è fondamentale per affrontare il percorso. In aggiunta sembra che tali percorsi si incentrino maggiormente a sviluppare attività che aiutino la motivazione al cambiamento e il reinserimento sociale. In UVM20 emerge che “Ci si dovrebbe concentrare più sul caso singolo e accentuare di più l’argomento.” L’utente esprime l’esigenza di creare percorsi ad hoc, che focalizzino l’attenzione alla riflessione sul reato commesso e incentivino la motivazione al cambiamento. Per quanto riguarda il DOPO percorso 4 utenti affermano che nella loro vita non sia cambiato nulla, mentre CCM45 afferma che “il segno tangibile dell’esperienza in toto rimane ricchezza personale”, anche se la situazione PRIMA e DOPO percorso non è mutata e MMM32 “Sto creando qualcosa di importante con la mia fidanzata e penso in futuro di creare la mia famiglia, oltre ad aver trovato un lavoro migliore che mi dà stabilità economica.” La maggior parte degli utenti è riuscito a mantenere i contatti con amici, famigliari (mamma, papà, fratelli), affetti (figli, coniuge, fidanzato/a) (Abbastanza, Molto, Moltissimo) sia DURANTE il 21 È una delle attività di animazione del tempo libero di persone diversamente abili ed emarginate. 29 percorso che DOPO il percorso. Ne consegue che il percorso non intacca le relazioni, ma permette che queste restino immutate e conservino la loro positività. Esplorando in profondità l’ambito della soddisfazione sia nelle relazioni sopra citate, sia nel lavoro attuale, gli utenti riferiscono un altomedio grado di soddisfazione (da Abbastanza a Moltissimo). La sezione che indaga la percezione dei risultati attesi, l’esperienza e i suggerimenti per poter migliorare l’offerta, merita una descrizione dettagliata dei singoli casi. Alla domanda “Quando ha iniziato il suo percorso, immaginava i risultati raggiunti?” MDM18 dichiara che il risultato immaginato, riuscire a ristabilire un rapporto di amicizia con G, è stato raggiunto. Anche per CCM45 (“essere accolto nella struttura”)e UVM20 (“modificare il proprio comportamento”) vale lo stesso. GAM19 dichiara che le aspettative iniziali del percorso sono state smentite “Sinceramente all’inizio lo vedevo un po’ come un peso, ma poi fin dal primo giorno mi è piaciuto. Saper di dare una mano agli altri oltre che a me stesso mi gratificava.” Anche MMM32 si aspettava qualcosa di diverso “Più un ambiente restio a trattarmi per quello che sono, ma solo per quello che ho commesso e per il collegamento con il UEPE.” MDBM20 “Sinceramente non so cosa mi aspettavo. Forse sono cambiato, ma non mi rendo conto quale aspetto “IL PORTICO” mi ha cambiato.” In generale tutti gli utenti giudicano utile (da Abbastanza a Moltissimo) in generale l’esperienza trascorsa al “PORTICO”; nella descrizione dell’esperienza emerge quanto segue: UVM20 “E’ stato interessante fin dall’inizio, tutti erano socievoli, non ho avuto difficoltà. E anche le serate erano interessanti non ci si annoiava.” CCM45 “La mia particolare situazione personale ha reso questa esperienza vitale. Ho avuto molto dando ben poco. Il mio contributo manuale non era da rapportare al contributo morale e umano ricevuto.” GAM19 “E’ stata molto utile non solo per rimediare dal punto di vista legale all’errore, ma anche perché ho potuto confrontarmi con realtà diverse dalla mia, ed inoltre questa esperienza è servita anche per la mia crescita.” MDM18 “Dal punto di vista burocratico è stato il modo per me migliore per affrontare i problemi nati in passato. Abbiamo lavorato abbastanza manualmente con libertà.” MMM32 “E’ stata un’esperienza positiva dato che era partita come un obbligo, e mi ha dato modo di reinventarmi e di riflettere sui miei errori aiutando le persone presenti in associazione e rendendomi utile anche in attività extra (cene e catering).” MDBM20 “Mi sono trovato molto bene presso l’Associazione “IL PORTICO”. Ho trovato amici. Mi sono piaciute le domeniche perché uscivo con gente disabile perché sono persone come noi e non capisco perché certe persone offendono altre persone con quella parola usata in modo dispregiativo.” 30 Dalle narrazioni dirette degli interessati emerge che l’esperienza al “PORTICO” in generale è molto positiva, ognuna racchiude un significato profondo e individuale in base al vissuto dell’utente. Alle domande “Cosa si potrebbe fare per migliorare questo tipo di percorsi?” e “Suggerimenti” gli utenti rispondono in tal modo: UVM20 “Ci si dovrebbe concentrare più sul caso singolo e accentuare di più l’argomento” e “Organizzare le serate in modo diverso, cioè che si parli di più di come migliorare la propria persona, e il proprio comportamento.” CCM45 “Inserire fra le ore di servizio assolutamente almeno un’ora solo ed esclusivamente per relazioni interpersonali” e “Coinvolgere la comunità, in primis le istituzioni (anche locali) nel constatare che le persone possono sbagliare, ma riconoscendo i propri errori, non ripeterli e anzi migliorare come soggetti ed esseri umani; Cercare di valorizzare in termini umani e pratici le risorse personali che un soggetto può avere. Es. se una persona ispira fiducia lo si può indicare anche all’esterno dell’Associazione stessa per lavoro. Si sentirebbe valorizzato e utile per la comunità e soprattutto per sé stesso.” GAM19 “Io credo che il percorso che ho seguito è già stato molto buono, per migliorarlo magari proporrei delle attività in più, per magari rendere il percorso più completo” e “Proporrei qualche attività meno faticosa, diciamo un qualcosa sempre manuale tipo lavorazione di crete e cere, dipingere, sempre con lo scopo di dar aiuto agli altri.” MDM18 “Continuate così” MMM32 “Più che migliorare il percorso sarebbe da costruire. In quanto dei veri propri “lavori” non ne ho fatti e non mi sono sentito più di tanto parte dell’Associazione, ma questa non è una critica negativa, ma più che altro un motivo in più per creare qualcosa di utile all’Associazione stessa”. Durante l’intervista MMM32 spiega oralmente in dettaglio ciò che suggerisce, ovvero di costruire percorsi più concreti e coerenti per gli utenti. Egli ha svolto attività fini a sé stessi, ha fatto lavoretti in base alle esigenze degli operatori e di ciò che c’era da fare. Egli propone l’attivazione di laboratori, nei quali il soggetto possa imparare a fare “qualcosa” e nello stesso tempo mettere a disposizione le proprie capacità all’Associazione. In questo modo si rende la persona più partecipe, più valorizzata, più responsabile e l’Associazione in qualche modo può trarre un guadagno dalla vendita degli oggetti creati all’interno dei laboratori. Mi riporta l’esempio dei laboratori della comunità Villaregia di Ferrara, in cui vengono costruite borse con materiali e tessuti di seconda qualità o i laboratori degli scout. Altra proposta è di quella di creare uno scatola in cui possano venir inseriti dei bigliettini dai soci, nei quali essi possa scrivere suggerimenti per l’Associazione. Inoltre sottolinea l’importanza di essere seguiti da un referente. 31 MDBM20 “Forse stare più a contatto con persone portatrici di handicap per relazionarsi con loro a aiutare quando possibile..” e “Come scritto in precedenza probabilmente un ragazzo che svolge una messa alla prova dovrebbe stare più a contatto con le persone portatrici di handicap. Poi aiutare sicuramente qualsiasi persona bisognosa di aiuto, se può farlo e ha voglia di farlo.” Pur trattandosi di esperienze diverse, da tutte le narrazioni riportate si evince il bisogno dell’utente di essere costantemente accompagnato e supportato nel percorso dal proprio referente e di svolgere attività più sociali che manuali, in modo da favorire l’integrazione della persona. I percorsi inoltre devono essere ad hoc per il singolo utente e tener conto dei diversi bisogni di questo, infatti dalle parole del campione si percepisce che i percorsi siano poco strutturati e che le attività da svolgere vengano decise di volta in volta, senza seguire una linea precisa che tende alla realizzazione degli obiettivi del programma individuale. 3.3 Sezione delle interviste dedicate ai risultati. Come detto in precedenza, all’interno delle interviste rivolte al Responsabile della “Casa di Ennio”, agli enti invianti e alle altre risorse sociali di rete, una sezione è stata dedicata ai risultati. Questi sono stati valutati quantitativamente attraverso i numeri, mentre dal punto di vista qualitativo sono già stati ampiamente esposti precedentemente attraverso le narrazioni dirette degli utenti. In particolare si riporta come negli ultimi cinque anni l’USSM ha seguito 75 minori provenienti dal territorio dell’Ulss 13; l’UEPE approssimativamente 100. L’AS sociale dell’USSM riporta che circa il 10% di questi minori hanno svolto l’attività presso l’Associazione “IL PORTICO”; la proporzione è grossolanamente rispettata anche per l’UEPE. Dall’Associazione “IL PORTICO” si riporta come negli ultimi anni le persone, giovani o adulti, che hanno intrapreso il percorso presso l’associazione sono 11, tutti hanno terminato il percorso con successo22 (RCdE) (cfr. RCSR), 9 non hanno commesso altri reati una volta fuori EPE23. Nonostante la riuscita dei percorsi, 5 utenti su 6 non fruiscono più della rete dell’Associazione24 (cfr. questionario FUORI EPE) Da questi numeri e dalla lettura dei piani di zona dell’AUSSL1325 si desume che l’Associazione “IL PORTICO” è una grande risorsa all’interno di questo bacino. Gli enti invianti si fidano ad inviare i 22 23 24 25 In RFCdO 1 utente su 5 non aveva portato a termine il percorso con successo. Il dato è stato ricavato dal questionario utenti FUORI EPE. In RCSR 2 persone su 5 continuano a partecipare attivamente come volontari all’interno della risorsa. Per le persone sottoposte ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria detenute e in misura alternativa e alle persone in uscita dai circuiti penali nei primi sei mesi dalla dimissione dal carcere o dalla chiusura della misura alternativa, dall’analisi effettuata dal Ministero di Giustizia, Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Venezia, Treviso e Padova emerge quanto segue nell’ANNO 2010 IN VENETO il numero dei detenuti è pari a 3301 32 propri utenti presso questa struttura, inoltre i dati mostrano come il numero delle persone in EPE sia in aumento e sempre più il territorio necessita di risorse come quella de “IL PORTICO”, ove i dati numerici confermano la positività e l’efficienza dell’operato, oltre che la buona riuscita dei percorsi. su un totale di 10 istituti (non vi sono dati precisi sui detenuti residenti sul territorio dell’Az. Ulss 13).Le 3 macro aree che costituiscono l’esclusione sociale sono: l’area penale (primi 6 mesi uscita dal carcere); esclusione sociale (stato di povertà e senza fissa dimora); sfruttamento (immigrazione, minori e prostituzione) USSL 13 Soggetti seguiti dall’U.E.P.E (1gennaio 2009/30 settembre 2010) 186 (173 maschi) Fascia di età più significativa tra i 30 e i 39 anni. Reati maggiori: associazione a delinquere e/o spaccio di sostanze stupefacenti, altri reati, furto e rapina, ecc. dipendenti da sostanza (certificati dai Servizi competenti)26%. I soggetti sono in prevalenza disoccupati o inoccupati. Più del 50% dei soggetti conserva un legame col nucleo familiare d’origine o acquisito. 118 dispongono di un riferimento abitativo. 33 Capitolo quarto IMPRESSIONI DELL’INTERVISTATORE Un paragrafo a parte è riservato alle impressioni dell’intervistatore. Dal momento che non si tratta di questionari auto compilativi, il rapporto con e le note dell’intervistatore risultano centrali. Infatti queste descrivono i comportamenti e gli atteggiamenti (il non verbale) non riscontrabili attraverso le parole scritte oltre che raccogliere parole, pensieri dell’utente che non necessariamente vengono riportati dallo stesso nel questionario, sia per difficoltà nell’esprimere attraverso parole scritte le proprie idee sia per poca voglia. Di seguito vengono riportate per interno: NBM21 Non si ricorda la data di inizio percorso. Fa fatica a rispondere a domande che richiedono una risposta aperta. Si nota che fatichi a pensare, forse per poca capacità. Si mostra impegnato e disponibile alla ricerca. PSM44 Non si ricorda la data di inizio percorso. Fa fatica a rispondere a domande che richiedono una risposta aperta. Si nota che fatichi a pensare, forse per poca voglia o non capacità. Altre volte non capisce la domanda e mi chiede chiarimento. Gli spazi destinati ad approfondire le risposte a domande chiuse (SI’-NO) sono lasciati in bianco, e quando sente parlare di suggerimenti dice “ma si anche suggerimenti?” È onesto, dice che il percorso che sta svolgendo al “PORTICO” è un obbligo, ma questo non esclude il fatto che sia anche un’opportunità. Secondo lui il “Portico” è un luogo in cui fare nuove conoscenze, scambiare due chiacchere, in modo tale da evitare le amicizie di prima, che erano per lo più “dannose”. A suo parere la cosa più importante del percorso di misura alternativa è il reinserimento sociale, la possibilità di crearsi una rete di amicizie diverse. “Venire qui al PORTICO e scambiare quattro chiacchere con qualcuno di diverso è una boccata d’aria fresca”. REM41 Non si ricorda la data di inizio percorso. Non mostra difficoltà nel rispondere. Mostra un atteggiamento un po’ anticonformista, le risposte potrebbero non essere sempre veritiere. CCM45 Non si ricorda la data di inizio percorso. Non mostra difficoltà nel rispondere. E’ una persona aperta al dialogo, è lui stesso a ricercare una conversazione con l’intervistatore. L’utente a voce ribadisce i suggerimenti che dato quando aveva finito il percorso: aumentare i rapporti umani nei lavori, quindi alternare attività manuali ad attività sociali di aggregazione; poter mangiare cena, se l’orario di lavoro lo permette, per condividere un momento in “famiglia”. Inoltre aggiunge l’importanza di fare rete attraverso le istituzioni, invitandole a partecipare a momenti di festa dell’Associazione e attraverso il passaparola. Per esempio, secondo l’utente, è importante valorizzare la persona invitandolo a fare dei lavoretti anche dopo la fine del percorso, in cambio di un pasto caldo. Oppure proponendogli di fare dei lavoretti presso le abitazioni dei soci in cambio di favori o piccole somme “simboliche”. Questo valorizzerebbe la persona e la farebbe sentire utile. 34 GAM19 Il ragazzo non ha trovato difficoltà nel compilare il questionario, anche nelle domande che comportano una risposta aperta. Ha interagito poco con l’intervistatore, è arrivato ha ascoltato le spiegazioni del ricercatore, ha compilato il questionario e se ne è andato. MDM18 Il giovane fatica a rispondere alle domande aperte, delle volte non capisce il senso delle domande e il nesso di queste con la ricerca. Alla domanda dell’intervistatore “Come ti sembra il questionario?” risponde semplice e veloce. MMM32 Il ragazzo non ha trovato difficoltà nel compilare il questionario, anche nelle domande che comportano una risposta aperta. Ha interagito con l’intervistatore, è sembrato impegnato e interessato a migliorare l’Associazione. MDBM20 Il ragazzo si impegna nella compilazione del questionario. Nelle domande a risposta aperta trova maggiori difficoltà, visto che deve concentrarsi e esprimere le sue idee attraverso la scrittura. Il questionario gli sembra facile e comprensibile. VUM20 Il ragazzo si impegna nella compilazione del questionario. Nelle domande a risposta aperta trova maggiori difficoltà, ma non per questo evita di rispondere. A voce approfondisce le difficoltà trovate all’interno dell’Associazione: sarebbe opportuno programmare un percorso individuale, diretto al singolo caso, che lo porti a riflettere e a costruire qualcosa di concreto. Inoltre suggerisce un accompagnamento costante nel percorso. Il questionario gli sembra facile e comprensibile. Dalla lettura di queste narrazioni si evincono le difficoltà degli utenti nell’affrontare questo tipo di questionario: le domande a risposta aperta mettono a dura prova l’impegno e la motivazione dell’utente, egli deve rispondere in modo libero ed esprimersi senza doversi adattare a modalità di risposta elaborate a priori. Fondamentale risulta l’integrazione di domande a risposta chiusa e a risposta aperta, in questo modo l’utente viene favorito nell’esprimere le proprie idee. la modalità a risposta chiusa è meno intrusiva e permette anche a chi ha un titolo di studio medio-inferiore di rispondere con facilità ai quesiti e non sentirsi non idoneo nello svolgimento del compito. Da queste riflessioni e dai dati pervenuti dai questionari, possiamo giungere alla conclusione che gli strumenti26 costruiti sono idonei e validi, per questo possono essere introdotti stabilmente all’interno dell’Associazione sia per stilare i programmi individuali sia per monitorare e valutare i singoli percorsi/esperienze. 26 Questionario di INIZIO percorso, di FINE percorso, FUORI EPE. 35 CONCLUSIONI La ricerca ha consentito di tracciare un primo profilo descrittivo della risorsa di rete l’Associazione di Promozione Sociale ONLUS “IL PORTICO”, nello specifico delle prassi operative nell’attuazione di percorsi socio-riabilitativi per persone ammesse alle misure alternative e minori in messa alla prova. Le molteplici, variegate indicazioni operative scaturite dalla lettura dei dati possono produrre ulteriori letture tipologiche, capaci di sintetizzare il quadro conoscitivo delineato e produrre nuove implicazioni progettuali. Un primo elemento di sintesi, di particolare interesse non soltanto per la disposizione descrittiva dei fenomeni, ma per le potenzialità di traduzione operativa e progettuale che detiene, si riferisce alla valutazione espressa dalle risorse di rete circa la collaborazione con l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna e l’Ufficio di Servizi Sociali per i Minorenni. In particolare si fa riferimento alle vicende collaborative di minor soddisfazione: le risorse sociali di rete dichiarano la necessità di disporre di una presentazione del caso scritta da parte dell’assistente sociale di riferimento, che raccolga tutte le informazioni utile per la decisione di presa in carico, e di stilare in forma scritta un programma individuale ad hoc per ogni utente, in modo da facilitare la fase di valutazione dei risultati (gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti?). Questo programma deve tener conto delle diverse esigenze dell’ente inviante, della struttura di accoglienza e dell’utente stesso. Anche le valutazioni espresse dagli utenti circa la propria esperienza presso “IL PORTICO”, in particolare le considerazioni delle vicende di minore soddisfazione, sono utili per esplorare i punti di debolezza dell’Associazione, permettendo così di ripensare alla progettazione dei percorsi. L’esperienza “in negativo”, o meglio le difficoltà incontrate nel percorso, si pone come un elemento di interessante portata conoscitiva proprio per la sua natura peculiare. Gli utenti in generale dichiarano che l’esperienza al “PORTICO” è positiva, ma per rendere questa maggiormente efficace sarebbe opportuno progettare percorsi ad hoc per ogni utente, in cui vengano valorizzate le capacità, si possa riflettere sul reato commesso, è supportato e accompagnato costantemente nell’affrontare la fatica della misura alternativa, e vi sia la possibilità di imparare un mestiere in modo da acquisire una nuova competenza. Inoltre questi chiedono di svolgere maggiormente attività sociali, che permettano di stare a stretto contatto con altre persone in difficoltà. In ultima analisi alcuni ambiti, non del tutto ancora chiari, rimangono da esplorare in ricerche successive: 1. Area delle amicizie: gli utenti dichiarano che l’esperienza giudiziaria ha influito parecchio sulle amicizie. Da una parte questo dato potrebbe essere positivo, l’utente ha abbandonato 36 le “cattive” amicizie, dall’altro negativo, in un momento così critico il supporto affettivo e sociale degli amici è venuto a mancare; 2. Area della famiglia: nell’intervista agli enti invianti emerge l’importanza del sostegno familiare durante questo tipo di percorsi, soprattutto nel caso di minori, mentre nel questionario di INIZIO percorso gli utenti dichiarano di non voler coinvolgere la propria famiglia in questo percorso. Il sostegno familiare risulta necessario per il conseguimento positivo dell’esperienza; forse le risposte degli utenti mostrano una problematicità che consta proprio nell’ambito della famiglia; 3. Il supporto psicologico e l’accompagnamento nel percorso: gli utenti sia nelle domande a risposta aperta, che nel dialogo con l’intervistatore mostrano la necessità di essere supportati e accompagnati. Risulta utile esplorare maggiormente quest’ambito in modo tale da conoscere i motivi che stanno alla base di questa necessità. 37 APPENDICI Appendice A. Questionario utente di INIZIO percorso. “PROGETTO BRUZZICO” Tra libertà e liberazione Attenzione: le risposte al questionario non influenzeranno in alcun modo il giudizio degli operatori sulla persona che lo compilerà e sul suo percorso. Modulo di INIZIO percorso svolto dal _______________ al ____________________ Ora di inizio compilazione ___________ Ora di fine compilazione ______________ Data _________________ Informazioni anagrafiche Nome __________________________________ Cognome_______________________________ Sesso M F Età ____________________________________ A. Informazioni generali 1. Chi la ha inviata all’Associazione “IL PORTICO”? □ a) Assistente sociale U.E.P.E. □ b) Assistente sociale U.S.S.M. □ c) Ser.T □ d) Servizio sociale territoriale □ e) Tribunale di giustizia □ f) Altro:__________________________________________________ 38 2. 3. Quali sono le attività che svolgerà? □ a) Giardinaggio □ b) Piccole manutenzioni □ c) Partecipazione a momenti di socializzazione □ d) Trasporti □ e) Assistenza e sostegno a persone con problematiche □ f) Altro: _______________________________________________________ Il percorso che svolgerà presso l’Associazione “IL PORTICO” è una misura alternativa al carcere, detta anche “messa alla prova”. Cosa si aspetta da tale percorso? 4. □ a) Non avere più rapporti negativi con la giustizia □ b) Reinserimento sociale □ c) Sostegno nella ricerca di un’occupazione □ d) Possibilità di riflettere sul reato commesso, sui propri errori □ e) Fare nuove amicizie □ f) Altro: _______________________________________________________ La misura alternativa, o “messa alla prova”, è un’opzione diversa al carcere. Per questo motivo è un percorso che implica motivazione e impegno. Lei cosa ne pensa (le ricordiamo di essere sincero)? □ a) È un peso □ b) È un modo per uscire dal carcere □ c) È un’opportunità □ d) È una fatica inutile □ e) È un valido sostegno □ f) È una perdita di tempo □ g) Mi permette di riflettere sul mio reato 39 5. □ h) Mi permette di fare nuove conoscenze □ i) È un obbligo □ l) È un’occasione di riscatto □ m) Altro: ______________________________________________________ 40 Secondo lei la misura alternativa svolta presso l’Associazione “IL PORTICO” potrà influire sul suo comportamento dopo la fine della pena? □ a) Sì □ b) No Se sì, in che modo? ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 6. Lei si trova al “PORTICO” perché ha commesso un reato. Offra un giudizio sui seguenti punti: a) Ho capito di aver commesso un reato: □ Per nulla b) □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo L’esperienza al “PORTICO” mi può aiutare: □ Per nulla f) □ Moltissimo Il reato che ho commesso è grave: □ Per nulla e) □ Molto La pena che mi è stata assegnata è corrispondente al reato commesso: □ Per nulla d) □ Abbastanza Il reato che ho commesso è lieve: □ Per nulla c) □ Poco □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo L’esperienza al “PORTICO” è solo una perdita di tempo: □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 7. Quanto ha influito l’aver commesso un reato sulle relazioni umane: a) Amicizie: □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo In che modo? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ b) Famigliari (genitori, fratelli, parenti): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo In che modo? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ c) Affetti (figli, coniuge, fidanzato/a): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo In che modo? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 8. Dopo aver commesso il reato ed essere entrato nel circuito penale, ha perso il lavoro? □ a) Sì □ b) No 9. Pensa che farà fatica a trovare lavoro? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 10. Dopo aver commesso un reato si sente trattato in maniera “diversa” dagli altri? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo In che modo? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 41 42 B) Informazioni relative al percorso 11. Sarebbe OPPORTUNO coinvolgere la sua famiglia nel percorso? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 12. È FATTIBILE coinvolgere la sua famiglia nel percorso? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo In che modo? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 13. In che tipo di attività vorrebbe impegnarsi? □ a) Attività di tipo manuale □ b) Attività di tipo informatico (segreteria) □ c) Attività di organizzazione di momenti di aggregazione □ d) Attività di sostegno con persone con disabilità □ e) Attività di tipo culturale □ f) Altro: _______________________________________________________ 14. Ha mai svolto attività di volontariato? □ a) Sì □ b) No Se sì, indicare quali: ________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 15. Cosa pensa del volontariato (le ricordiamo di essere sincero)? □ a) È un’attività stimabile □ b) È una perdita di tempo □ c) È una fatica inutile □ d) È un modo per aiutare chi è meno fortunato □ e) È un’attività da perdenti □ f) Altro: _______________________________________________________ 16. Durante il percorso al “PORTICO” ritiene utile avere dei colloqui periodici con l’operatore? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 17. Secondo lei a cosa potrebbero servire questi incontri periodici? □ a) Per ottenere una riduzione del percorso □ b) Per un sostegno psicologico □ c) Per un supporto nella ricerca di una futura occupazione □ d) Per avere un aiuto nella comprensione di quello che mi sta accadendo □ e) Altro: ______________________________________________________ La ringraziamo per la sua preziosa collaborazione; le sue informazioni saranno utili per migliorare il servizio offerto dall’Associazione “IL PORTICO”. 43 Appendice B. 44 Questionario utente di FINE percorso. “PROGETTO BRUZZICO” Tra libertà e liberazione Attenzione: le risposte al questionario non influenzeranno in alcun modo il giudizio degli operatori sulla persona che lo compilerà e sul suo percorso. Modulo di FINE percorso svolto dal _______________ al _________________ Ora di inizio compilazione ______________ Ora di fine compilazione Data _________________ Informazioni anagrafiche Nome __________________________________ Cognome________________________________ Sesso M F Età ____________________________________ A. Conoscenza dell’Associazione dove si è svolto il percorso 1. Durante il percorso è stato informato sulle attività di cui si occupa “IL PORTICO”? 2. □ a) Sì □ b) No Quali sono quelle più significative? □ a) Centri estivi per i bambini □ b) Attività ricreative per persone disabili □ c) Corsi di formazione □ d) Assistenza e trasporto anziani □ e) Organizzazione di viaggi e feste □ f) Assistenza e trasporto a persone disabili □ g) Comunità terapeutica per persone con dipendenza da sostanze □ h) Organizzazione di attività sportive □ i) Gruppi di mutuo auto aiuto per persone in difficoltà □ l) Animazione per i giovani □ m) Ospitalità per persone emarginate □ n) Organizzazione di eventi culturali 45 3. L’associazione “IL PORTICO” e “CATARSI” hanno promosso diverse attività. Ci sono delle attività che potrebbero interessarle anche DOPO il percorso? □ a) Centri estivi per i bambini □ b) Attività del mercoledì sera □ c) Viaggi organizzati □ d) Eventi culturali □ e) Corsi di formazione □ f) Animazione per i giovani 4. Come giudica IN GENERALE le attività dell’Associazione? □ Pessime □ Sufficienti □ Discrete □ Buone □ Ottime 5. Ha suggerimenti o critiche rispetto a tali attività? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ B) Valutazione della relazione avuta con gli operatori, i volontari, e gli altri utenti dove si è svolto il percorso 6. Come giudica il rapporto con le persone con cui è entrato in contatto durante il suo percorso presso l’associazione “IL PORTICO”? a) Operatori: □ Negativo □ All’inizio conflittuale ma poi buono □ Accettabile □ Buono □ Preferisco non rispondere □ Altro: ___________________________________________________ b) Altri utenti: c) □ Negativo □ All’inizio conflittuale ma poi buono □ Accettabile □ Buono □ Preferisco non rispondere □ Altro: ___________________________________________________ Volontari: □ Negativo □ All’inizio conflittuale ma poi buono □ Accettabile □ Buono □ Preferisco non rispondere □ Altro: ___________________________________________________ 46 7. Ha trovato delle difficoltà di qualche genere nei rapporti interpersonali all’interno dell’Associazione? □ a) Sì □ b) No Se sì, quali? _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ C) Percezione soggettiva del servizio ricevuto 8. Aveva chiaro fin dall’inizio che cosa l’attendeva? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 9. Se non le era chiaro, cosa, nello specifico, non aveva capito? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 10. Si aspettava qualcosa di diverso? □ a) Sì □ b) No Se sì, cosa? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 11. Provi a ricostruire sinteticamente i vari passaggi che la hanno portata a svolgere il suo percorso presso l’Associazione “IL PORTICO”: ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 47 ________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 12. Che servizio viene offerto da “IL PORTICO” per soggetti che, come lei, hanno commesso un reato? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 13. Ha consigli e suggerimenti per migliorare i servizi de “IL PORTICO”? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 14. Da un punto di vista strutturale come ha trovato l’ambiente? a) Edificio: □ Pessimo □ Sufficiente □ Discreto □ Buono □ Ottimo □ Discreto □ Buono □ Ottimo □ Discreto □ Buono □ Ottimo □ Discreto □ Buono □ Ottimo □ Buono □ Ottimo b) Spazi verdi: □ Pessimo □ Sufficiente c) Parcheggio: □ Pessimo □ Sufficiente d) Servizi igienici: □ Pessimo □ Sufficiente e) Altro: ________________________ □ Pessimo □ Sufficiente □ Discreto 48 f) Altro: ________________________ □ Pessimo □ Sufficiente 49 □ Discreto □ Buono □ Ottimo D) Percezione soggettiva della sua esperienza presso l’Associazione “IL PORTICO” 15. Che cosa le è stato chiesto di fare all’interno del suo percorso? □ a) Rispetto degli orari □ b) Colloqui □ c) Attività manuali □ d) Attività sociali □ e) Partecipazione a gruppi □ f) Altro: _______________________________________________________ 16. Quanto giudica utile IN GENERALE l’esperienza trascorsa al “PORTICO”? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 17. Descriva e commenti questa sua esperienza presso l’Associazione “IL PORTICO”: ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 18. Ha trovato delle difficoltà DURANTE il suo percorso? □ a) Sì □ b) No Se sì, quali? ____________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 19. Secondo lei cosa ha funzionato nel suo percorso? a) Sostegno degli/rapporto con gli operatori: □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo b) Motivazione al cambiamento: □ Per nulla □ Poco c) Reinserimento sociale: □ Per nulla □ Poco 20. Cosa si potrebbe fare per migliorare questo tipo di percorso? _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 21. Quando ha iniziato il suo percorso, immaginava i risultati raggiunti? □ a) Sì □ b) No Se sì, quali? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ Se no, quali? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 50 22. Aveva colloqui con gli operatori? □ a) Sì □ b) No 51 23. Se sì, le sono sembrati utili? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 24. A che cosa le sono serviti questi colloqui? □ a) Per ottenere una riduzione del percorso □ b) Per un sostegno psicologico □ c) Per un supporto nella ricerca di una futura occupazione □ d) Per avere un aiuto nella comprensione di quello che mi sta accadendo □ e) Altro: ________________________________________________ 25. Ha stretto legami con qualcuno all’interno dell’Associazione? □ a) Sì □ b) No 26. Continuerà a frequentare questa/e persona/e anche una volta terminato il suo percorso? □ a) Sì □ b) No Perché? _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 27. Durante il suo percorso è riuscito a mantenere i contatti con a) Amici: □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo b) Famigliari (genitori, fratelli, parenti): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo c) Affetti (figli, coniuge, fidanzato/a): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza 52 □ Molto □ Moltissimo 28. Suggerimenti: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ La ringraziamo per la sua preziosa collaborazione; le sue informazioni saranno utili per migliorare il servizio offerto dall’Associazione “IL PORTICO”. Appendice C. 53 Questionario utente FUORI EPE. “PROGETTO BRUZZICO” Tra libertà e liberazione Percorso svolto presso l’Associazione “IL PORTICO” dal ___________ al __________ Ora di inizio di compilazione_____________Ora di fine compilazione______________ Data___________________ Informazioni anagrafiche Nome __________________________________ Cognome________________________________ Sesso M F Età ____________________________________ 1. 2. Perché ha accettato di partecipare all’incontro? □ a) Voglio contribuire a rendere migliore il servizio □ b) Sono affezionato all’Associazione □ c) Mi sento in obbligo nei confronti dell’Associazione □ d) Per curiosità □ e) Altro: ____________________________________________________________ Che cosa ha fatto all’interno del suo percorso presso “IL PORTICO”? □ a) Rispetto degli orari □ b) Colloqui □ c) Attività manuali □ d) Attività sociali □ e) Partecipazione a gruppi □ f) Altro: ____________________________________________________________ 3. A distanza di tempo, come giudica il rapporto con le persone con cui è entrato in contatto durante il suo percorso presso l’Associazione “IL PORTICO”? 3.1 Operatori: □ a) Negativo □ b) All’inizio conflittuale ma poi buono □ c) Accettabile □ d) Buono □ f) Preferisco non rispondere □ g) Altro: ________________________________________________________ 3.2 Altri utenti: □ a) Negativo □ b) All’inizio conflittuale ma poi buono □ c) Accettabile □ d) Buono □ f) Preferisco non rispondere □ g) Altro: ________________________________________________________ 3.3 Volontari: □ a) Negativo □ b) All’inizio conflittuale ma poi buono □ c) Accettabile □ d) Buono □ e) Preferisco non rispondere □ f) Altro: _______________________________________________________ 54 4. Ha trovato delle difficoltà di qualche genere nei rapporti interpersonali all’interno dell’Associazione? □ a) Sì □ b) No Se sì, quali? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 5. Quanto giudica utile IN GENERALE l’esperienza trascorsa al “PORTICO”? □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo 6. Descriva e commenti questa sua esperienza presso l’Associazione “IL PORTICO”: ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 7. Ha trovato delle difficoltà DURANTE il suo percorso? □ a) Sì □ b) No Se sì, quali? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 8. Ha trovato delle difficoltà DOPO la fine del percorso? □ a) Sì □ b) No 55 Se sì, quali? 56 ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 9. Secondo lei cosa ha funzionato nel suo percorso? a) Sostegno degli/rapporto con gli operatori: □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo b)Motivazione al cambiamento: □ Per nulla □ Poco c) Reinserimento sociale: □ Per nulla □ Poco 10. Cosa si potrebbe fare per migliorare questo tipo di percorso? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 11. Quando ha iniziato il suo percorso, immaginava i risultati raggiunti? □ a) Sì □ b) No 12. Se sì, quali sono i risultati raggiunti? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 13. Se no, che cosa si aspettava? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 14. DOPO il percorso presso l’Associazione “IL PORTICO” è cambiato qualcosa nella sua vita quotidiana? □ a) Sì □ b) No 15. Se sì, cosa? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ 16. DOPO il percorso intrapreso al “PORTICO” ha subito altre condanne? □ a) Sì □ b) No Quali? ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ 17. Ha stretto legami con qualcuno all’interno dell’Associazione? □ a) Sì □ b) No 18. Ha continuato a frequentare questa/e persona/e anche una volta terminato il suo percorso? □ a) Sì □ b) No Perché? ________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 57 19. DOPO il suo percorso è riuscito a mantenere i contatti con 58 a) Amici: □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Molto □ Moltissimo □ Molto □ Moltissimo b) Famigliari (genitori, fratelli, parenti): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza c) Affetti (figli, coniuge, fidanzato/a): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza 20. A distanza di tempo quanto giudica utile il percorso fatto presso l’Associazione? □ Pessimo □ Sufficiente □ Discreto □ Buono □ Ottimo 21. DOPO il suo percorso quanto si ritiene soddisfatto: a) Del suo attuale lavoro (se lo ha): □ Per nulla □ Poco □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo □ Abbastanza □ Molto □ Moltissimo b) Delle sue relazioni intime: □ Per nulla □ Poco c) Delle sue relazioni sociali: □ Per nulla □ Poco 22. Ha più frequentato l’Associazione? □ a) Sì □ b) No Perché? _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 23. Suggerimenti: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ La ringraziamo per la sua preziosa collaborazione; le sue informazioni saranno utili per migliorare il servizio offerto dall’Associazione “IL PORTICO”. 59 Per la stesura di questo studio pilota sono stati utilizzati contributi tratti da: BOSCO A., Come si costruisce un questionario, Carocci, 2003. CANDARO M., La ricerca qualitativa, Mulino, 2011. CASTORINA M.G., COPPOLINO P., MALARA M., TAIBI T., Prova e progetti di vita. L’esperienza della messa alla prova nei servizi minorili della Sicilia, della Calabria e della Basilicata, Nuove esperienze di giustizia minorile, 3/2008. Costituzione della repubblica italiana, in http://www.governo.it/governo/costituzione/costituzionerepubblicaitaliana.pdf. FRUDÁ L., Alternative al carcere. Percorsi, attori e reti sociali nell'esecuzione penale esterna: un approfondimento della ricerca applicata, Franco Angeli, 2006. MESTITZ A. (a cura di), Messa alla prova. Tra innovazione e routine, Carocci 2007. Ministero della Giustizia Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Pisa-Lucca, Le misure alternative alla detenzione. Primi risultati di un’indagine conoscitiva sul sistema dell’esecuzione penale esterna a Pisa, 2010, http://www.provincia.pisa.it. SANTONI S., L’esperienza della sospensione del processo e della messa alla prova nell’ambito del Tribunale per i minorenni di Firenze, www.altrodiritto.unifi.it. SANTORO E. e TUCCI R., L’incidenza dell’affidamento sulla recidiva: prime indicazioni e problemi per una ricerca sistematica, in Rassegna penitenziaria e criminologica, n.2, 2007. Servizio Sanitario Nazionale – Regione Veneto, Azienda U.L.S.S. N. 13, Piano di Zona dei servizi alla persona, Quinquennio 2011-2015. TRECCI P., CAFIERO M., Riparazione e giustizia riparativa, Angeli 2007. ZAMMUNER V.L., Tecniche dell’intervista e del questionario, Il Mulino, Bologna, 1998. 60