Allegato 1
La sedu ta viene ripres a.
“Convenzione contro la violenza maschile sulle donne –
femminicidio “No more” – Adesione”.
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Ricominciamo la sedu ta. Iniziamo con u n momento di
riflessione per iniziare qu esto pu nto all’O.d.G., cioè la
convenzione contro la violenza mas chile su lle donne, il
Femminicidio No mo re.
Al termine della rappresentazione che verrà avviata - adess o
metteremo
poi
delle
sedie qu i
al
centro
in
modo
da
permettere a chi adesso è fu ori dalla porta di poter accedere
a qu esta zona del Consiglio co mu nale.
ALICE CARLI – Assessore:
Attimi di vita, tratto da “L’altra v erità. Diario di u na
diversa” di Alda Merini.
Quando venni ricoverata per la prima volta in manicomio
ero poco più di una bambina, avevo sì due figlie e qualche
esperienza
alle
spalle, ma
il mio
animo
era
rimasto
semplice, pulito , sempre in attesa che qualche cosa di bello
1
si configurasse al mio orizzonte; d el resto ero poeta e
trascorrevo il mio tempo tra le cure delle mie figliole e il
dare ripetizione a qualche alunno, e molti ne avevo che
venivano a scuola e rallegravano la mia casa con la loro
presenza e le loro grida gioiose. Insomma ero una sposa e
una madre felice, anche se talvolta davo segni di stanchezza
e mi si intorpidiva la mente. Provai a parlare di queste cose
a mio marito, ma lui non fece cenno di comprenderle e così
il mio esaurimento si aggravò, e morendo mia madre, alla
quale io tenevo sommamente, le cose andarono di male in
peggio tanto che un giorno, esasperata dall’immenso lavoro
e dalla continua povertà e poi, chissà, in preda ai fumi del
male, diedi in escandescenze e mio marito non trovò di
meglio che chiamare un’ambulanza, non prevedendo certo
che mi avrebbero portata in manicom io. Ma a llora le leggi
erano precise e stava di fatto che ancora nel 1965 la donna
era soggetta all’uomo e che l’uomo poteva prendere delle
decisioni per ciò che riguardava il suo avvenire.
Fui quindi internata a mia insaputa, e nemmeno io sapevo
dell’esistenza degli ospedali psichiatrici perché non li avevo
mai veduti, ma quando mi ci trovai nel mezzo credo che
impazzii sul momento stesso in quanto mi resi conto di
essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto mo lta
fatica ad uscire.
2
Improvvisamente,
come
nelle
favole,
tutti
i
parenti
scomparvero.
La sera vennero abbassate le sbarre di protezione e si
produsse un caos infernale. Dai miei visceri partì un urlo
lancinante, una invocazione spasmodica diretta ai miei figli
e mi misi a urlare e a calcare con tutta la forza che avevo
dentro, con il risultato che fui legata e martellata di
iniezioni calmanti. Ma , non era forse la mia una ribellione
umana? Non chiedevo io di entrare nel mondo che mi
apparteneva? Perché quella ribellione fu scambiata per un
atto di insubordinazione?
Un po’ per l’effetto delle medicine e un po’ per il grave
shock che avevo subito, rimasi in stato di coma per tre
giorni e avvertivo solo qualche voce, ma la paura era
scomparsa e mi sentivo rassegnata alla morte.
Dopo qualche giorno mio mari to venne a prendermi, ma io
non volli seguirlo. Avevo imparato a riconoscere in lui un
nemico e poi ero così debole e con fusa che a casa non avrei
potuto far nulla. E quella dissero che era stata una mia
seconda scelta, scelta che pagai con dieci anni di coercitiva
punizione.
3
A cu ra del laborato rio pro tetto Du ne di sabbia, u no spazio
che ospita persone con disabilità e che lavora per migliorare
la qu alità della vi ta delle persone in situ azioni di handicap,
Cooperativa sociale Giro girotondo.
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Ci sono ancora sedie da occupare volendo, se ci sono altre
persone di là. Comu nqu e qu i ci sono spazi vu oti.
Cedo la parola al Sindaco.
MARCO FABBRI – Sindaco:
Bu onasera
e
benvenu te
e
benvenu ti
tu tti.
Rivolgo
innanzitu tto e probabi lmente dimentic herò qu alcu no, ma poi
ci penserà l’Assessore Carli a colmare le mie lacu ne, u n
salu to agli ospiti di qu esta sera che, partendo proprio d a
qu i, dal nostro tavolo, rappresen tano l’Arma dei Carabinieri,
qu indi il Capitano della Compagnia di Comacchio Lu ca
Nozza e il Maresciallo della Stazione di Porto Garib ald i
Michela Marchetti.
[interru zione au dio]
…intrap rendiamo rapporti lavorativi su diversi campi è
natu ralmen te semp re la benvenu ta qu i con noi a Comacchio,
e natu ralmente anche all’Avvocato Mi rella Tu ffanelli, legale
dell’ UDI di F errara.
4
Ringraziamo qu indi tu tte le donne d ell’U DI, tu tte le donne
del CIF, le Du ne di sabbia, che ci hanno allietato con qu esta
presentazione della serata, che, rico rdiamo, ne app rofitto,
ricordiamo anche la recente apertu ra di un piccolo centro in
cu i i ragazzi e le ragazze possono esporre e possono vendere
la loro [incomprensibile] . Qu indi visto che ci avviciniamo
anche al Natale la sollecitazione che vi faccio è di visitare il
negozietto di piazza XX Settembre perché davvero troverete
dei doni meravigliosi per il Natale.
Un ringraziamento va natu ralmente anche a tu tti gli altri
atto ri, alla cooperativa Gi ro giro tondo, alla cooperativa Wo rk
& Service, alle scu ole del territo rio – vedo le ragazze
dell’Isti tu to Remo Brindisi, che natu ralmente ringrazio per
essere qu i con noi e che sono natu ralmente il nostro orgo gli o
perché
dalla
scu ola
parte
tu tto .
C’è
anche
qu alche
insegnante, qu indi ringraziamo anc he le insegnanti del
Remo B rindisi e natu ralmente tu tte le altre scu ole.
Un
ringraziamento
e
un
pensiero
p articolare
va
natu ralmen te a – e ne abbiamo parlato poco fa, approv ando
u n ordine del gio rno con l’u nanimità del Consiglio – a tu tte
le lavo ratrici della Servizi Ospedalieri che qu esta sera sono
rappres entate dalla signora Niv es Sacchi, che tra le altre
cose farà u n interven to su qu ello che è u no dei temi che
sicu ramente
ci
sono
più
cari
in
qu esto
periodo,
u no
5
stabilimento che vede 115 dipendenti, qu asi tu tte donne, e
che, come av rete letto dai giorn ali, rischia la chiusu ra a
parti re d al 1 gennaio . Qu indi ci sarà qu est’incontro il 2 di
dicembre in Regione, al Tav olo regionale e au spichiamo
insomma
u n’apertu ra
dell’azienda,
perché
qu ella
è
veramente u na delle aziende non soltanto più importanti del
territo rio
in
termini
nu merici
ma
soprattu tto
per
la
rappres entanza di donne.
Come è noto dopo u n perco rso abbastanza lu ngo e to rtu oso
l’11 ottob re sco rso il Senato ha approv ato i l dec reto legge su l
femminicidio su cu i si era già espressa favorev olmente la
Camera d ei Depu tati.
Un riconoscimento che arriva a tu tte le donne e alla loro
dignità e che va nel senso di bandire o gni fo rma di vio lenza e
che
finalmente,
dall’approv azione
soltan to
della
ora,
a
d istanza
convenzione
di
34
anni
su ll’eliminazione
di
tu tte le fo rme di discriminazione contro le donne avv enu ta
da
parte
dell’Assemb lea
Generale
delle
Nazioni
Unite,
possiamo finalmen te van tare anche noi come Paese Italia.
La convenzione Femminicidio No More che ci troviamo a
discu tere e a sottosc rivere qu esta sera è senza du bbio u na
tappa importante, che vu ole segnare u n vero e propri o
spartiacqu e rispetto al passato, affin ché la condanna alla
violenza su lle donne non sia più trattata co me u n fatto
6
privato ma che divenga innanzitu tto u n fattore cu ltu rale e
giu ridico ma soprattu tto anche u n riconoscimento politico di
qu ello che è stato i l percorso del nos tro paese negli u ltimi
60 anni.
Qu ello che è per l’appu nto considerata come la cu lla della
civiltà pu rtroppo ci ha visti distan ti dalla pari tà di genere ed
è abb astanza ovvio che i diri tti civi li non hanno ancora
trov ato piena ci ttadinanza.
Qu indi
sicu ramente
sottolineavo
poco
qu ello
fa,
non
che
è
dobbiamo
un
fare,
semplice
come
passaggio
bu rocratico - che seppu r importantis simo non pu ò bastare
attrav erso
u na
mera
ado zione
di
u na
legge
-
un
provvedimento per reprimere i sopru si e le violenze contro
le donne ma deve diventare u na svolta di stampo cu ltu rale
per l’appu nto e sociale, cap ace di fare qu esto passaggio .
Qu indi ci au gu riamo di dar vita ad u na nu ova stagione,
partendo dalle fami glie, partendo dal mondo della scu ola,
dal mondo d ell’associazionismo , che qu i su l territorio è
molto radicato , affinché ogni fo rma di violenza, v erbale o
fisica che sia, venga definitivamente interro tta.
Sicu ramente la legge su l femminicidio è u n passaggi o
importante che va in qu esta di rezione ma non pu ò bastare se
non accompagnata per l’appu nto da una reale vo lontà di
riconoscere qu esto cambiamento cu ltu rale.
7
Qu indi
a
qu esto
scopo
sicu ramen te
è
determinante…
[interru zione au dio] …in qu anto insomma soltanto in qu esto
modo possiamo gettare le basi per u n fu tu ro in cu i la parità
di genere ven ga finalmente riconos ciu ta non soltanto a
livello giu ridico ma soprattu tto a livello per l’appu nto
sociale e cu ltu rale.
Io lascerei a tal proposito la paro la all’Assessore alle Pari
Opportu nità Alice Carli per u n breve in terv ento . Grazie.
ALICE CARLI – Assessore:
Grazie. Bu onasera a tu tti i presenti. Sono veramente felice
finalmente di vedere u na sala Consiglio così piena e qu indi
significa che c’è interesse, che c’è attenzione per qu esto
tema. Qu indi ringrazio tu tte le donne qu i e anche gli u omini
che sono presenti qu esta sera. Mi aggiu ngo anch’io ai
ringraziamenti
che
ha
fatto
il
Sin daco
ovviamente
un
ringraziamento speciale v a ai ragazzi di Du ne di sabbia che
sono stati veramente molto b ravi , qu indi vi ringrazio .
Un altro ringraziamento speciale va alle mie collaboratrici
dell’Ufficio Istru zione e cu ltu ra perché devo dire che è anche
merito loro se oggi siamo riu scite ad arriv are fin qui a
qu esto importante progetto che è… voi vedete o ggi , 2 5
novembre, ma è l’inizio di u n percorso molto lu ngo che
abbiamo iniziato fin dai p rimi tempi del 20 13.
8
Oggi avete visto all’esterno del Comu ne delle scarpe rosse,
sono le scarpe rosse che devono ricordare tu tte le donne che
hanno su bito violenza, o meglio sono s tate u ccise nel 2013.
Qu est’anno sono state u ccise 128 donne. È u n nu mero molto
alto , è u n nu mero che pu rtroppo è in c rescita e qu indi qu elle
scarpe, o gni scarpa rappres enta il dolore, la violenza, i l
sangu e di qu elle donne che è stato versato . Cerchiamo di no n
dimenticarlo.
Come dicevo prima, nel co rso del 2013 abbiamo fatto mo lti
incontri con tu tte le associazioni del territo rio, partendo dal
UDI, dal CIF , dalla co operativa soci ale Giro girotondo, la
Work & Service, le Di rigenti scolastiche, le insegnati di tu tte
le scu ole di ordine e grado del territo rio e insieme abbiamo
deciso di costru ire u n percorso lu ngo, mo lto lu ngo, perché
vede piccoli passi, ma passi ben definiti, con degli obiettivi
importanti perché c rediamo che con la conoscenza e con
l’info rmazione si possa arrivare alla prevenzione. Senza d i
qu esto e quindi il coinvolgimento di tu tte le scu ole è difficile
arrivare alla prevenzione.
Come dicevo p rima o ggi è i l 25 novemb re.
Il 25 novemb re è riconosciu to come Giornata internazionale
contro i l femminicidio e ci sono state donne che in passato
hanno perso la vita ed è per qu esto che è stata riconosciu ta
qu esta data.
9
Oggi noi siamo qu i per poter approvare u n’importante
convenzione denominata F emminicidio No More.
Qu esto docu mento è stato scritto , come dicevamo prima
nell’ottobre
del
2012
da
impo rtantissime
associazioni
nazionali qu ali l’UDI, Cas a In ternazio nale delle donne, Dire,
Giu lia,
Telefono
rosa
e
Piattafo rma
[incomprensibile].
Perché? Perché vu ole essere u na piattaforma di contrasto
alla violenza degli u omini su lle donne. Sono mo lti gli
obiettivi di qu esta convenzione, io ne ho scritti alcu ni, ma
poi chi ha u na professionalità, chi ovviamente fa qu esto
[incomprensibile]. Io ne cito solo alcuni che è qu ello di
chiedere all’Istitu zione del Governo d i verificare l’efficacia
del Piano Nazionale contro la vio lenza, chiedere la ratific a
immediata della convenzione in Consiglio d’Eu ropa su lla
prevenzione ed i l contrasto della vio lenza contro le donne e
della violen za domestica.
In materi a di prev enzione e di co ntrasto si chiede che
bisogna costru ire e rafforzare il sistema di servizi pu bblici
convenzionati su l territo rio, p romu overe la c reazione di reti
locali co mpeten ti tra tu tti i setto ri che sono coinvolti
ovviamente nella p revenzione. E anche qu ello di organizzare
ad esempio co rsi di formazione che permettano di capire la
differenza di genere e la vio lenza di genere.
10
Oggi qu indi ci troviamo qu i ad iniziare u n percorso, u n
percorso che ci ved e impegn ati in imp ortanti pro getti fu tu ri.
Noi ab biamo già alcu ne date impo rtanti, a tal proposito
voglio ricordare ad esempio la gio rnata del 3 dicembre, che è
la Giornata Internazionale delle perso ne disabili, i l pro getto
eu ropeo Dafne, che abbiamo candidato grazi e alla forte
collab orazione di Donna e Giu stizia. In fatti solo grazie a loro
siamo riu sciti a partecipare.
Il pro getto che abbiamo con le scu ole dell’infanzia con la
parità di genere rivolte sia ad edu catori che genito ri.
Faremo u na mini rassegna foto grafica dedicata alle donne e
il 13 dicembre abbiamo u n importante incontro a Raibosola ,
grazie al pro getto Comu nità Lab , su l tema della sofferenza in
ambito lavo rativo delle donne.
Abbiamo il nostro famosissimo, mi permetto di dirlo , Marc o
Donna, che [incomprensibile] importanti iniziative ed anche
l’ev ento [incomprensibile] femminile i taliano .
Insomma si cerca di fare delle tappe concrete, di divu lgare
informazione. Chiedo qu indi a qu esto Consiglio, dopo i l
dibattito ,
di
prenderci
un
impegno
istitu zionale
per
contrastare la violenza di genere.
Ora, dopo il mio interv ento lascio u n momento di riflessione
con la p roiezione del video “Piccole cose di v alo re non
qu alificabile”. Grazie.
11
Brigadiere:
La qui presente Boitani Francesca, nata a
Roma e ivi residente sporge denuncia per il furto
subito nel suo appartamento , ubicato in Roma alla
via Cerveteri 2 1, 4° piano, scala B, interno 9 .
Allora
signorina,
mi
dica
che
cosa
l’è
stato
sottratto .
Boitani Francesca: Tutti i miei sogni, Brigadiere.
Brigadiere: Allora, “Tutti i miei soldi”, in ammontare di?
Boitani Francesca: Non i miei soldi. I miei sogni.
Brigadiere: “Tutti i miei sogni”. In numero di? Quanti erano
questi sogni, signora Boitani?
Boitani Francesca: Tantissimi. Davv ero tanti . Tu tti quelli
che può avere una ragazza.
Brigadiere: “La denunciante Boitani Francesca non ricorda
il
numero
esatto
dei
sogni
sottrattigli ”.
Ora ,
signorina, mi dovrebbe dire quando è avvenuto il
furto .
Boitani Francesca: Non saprei dirlo con precisione.
Brigadiere: Si sforzi signorina, minuto più, minuto meno .
All’incirca va.
Boitani Francesca: Direi negli ultimi dieci anni.
Brigadiere: Negli u ltimi dieci anni, dunque mo’ siamo nel
1999 meno dieci… sì, “Dal 1989 al 1999, anno
12
corrente a codesta denuncia”. Ora mi descriva il
contenuto dei sogni sottrattegli , signorina Boitani.
Boitani Francesca: Non saprei neanche da dove cominciare.
Brigadiere: Signorì, e cominci da dov e vuole. Basta che me
ne descrive alcuni, quelli più importanti.
Boitani Francesca: Sicuramente l’amore.
Brigadiere:
Eh,
l’amore.
L’amore
è
troppo
generico,
signorina. Sia più precisa, il colore, le dimensioni,
la forgia .
Boitani Francesca: Un amore. Un amore grande.
Brigadiere:
“Numero
all’apertura
1
alare
amo re
della
di
dimensioni
suddetta
pari
Boitani
Francesca”.
Boitani Francesca: Un amore fatto di piccole cose, cose
semplici.
Brigadiere: Suppelletti li. “Suppelle ttili e piccole cose di
valore non quantificabile”. Andiamo avanti.
Boitani Francesca: È scomparsa la fiducia, in me stessa e
anche negli altri.
Brigadiere:
Benissimo “Numero 1 fiducia in sé stessi”.
Quella negli altri non la possiamo mettere perché
non è di proprietà. Cos’altro?
Boitani Francesca: Cos’altro… è di ffici le dire.
13
Brigadiere: Con calma, signorina, non si preoccupi, faccia
mente locale. Tanto non ci corre di etro nessuno,
anzi… solitamente siamo noi che corriamo dietro la
gente… cioè, nel senso... voglio dire che abbiamo
tutto il tempo che vuo le.
Boitani Francesca: Anche certi piccoli gesti mi hanno
rubato. Vorrei ri trovare la dolcezza di una mano
che ti accarezza i capelli .
Brigadiere: “Una mano”
Boitani Francesca: Sì. Una mano che ti dia coraggio, che ti
sfiori la testa.
Brigadiere: Signorì, la descrizione di per sé è sufficiente,
una mano è una mano.
Boitani Francesca: Un’altra cosa ti rendi conto che è
importante soltanto quando non ce l’hai più : il
ricordo di una canzone. Ha presente, Brigadiere?
Brigadiere: Come no, signorina? Chi non possiede almeno
una canzone? A me per esempio mi piace tanto
quella… se
la
ricorda
quella
che
fa
“Parlami
d’amore Mariù, tu tta la mia vita sei tu…” Quella sì
che è una bella canzone, mi ricorda l’estate a
Monopoli, Provincia di Bari.
Boitani Francesca: A me mi è stato ru bato.
14
Brigadiere:
Beh,
“La
denunciante
Boitani
Francesca
aggiunge che le sono state sottratte numero 1
canzone di autore imprecisato”. La v edo stanca. È
stanca?
Boitani Francesca: No, possiamo conti nuare.
Brigadiere: Signorina, mi faccia capire meglio, questi sogni
dove erano custoditi? Nella camera da letto? Ne l
salone? In un cofanetto? In una cassaforte? Dove li
teneva, signorina?
Boitani Francesca: Erano nel fondo del mio cuore.
Brigadiere: C’era un allarme?
Boitani Francesca: Mi fidavo. E poi ho cominciato a sentire
che si stavano sporcando.
Brigadiere: Ah! questo non me l’ha detto . Lei vuole dire che
prima che le rubassero i sogni ha notato sopra
delle macchie? delle impron te, va .
Boitani Francesca: Sì, possiamo dire macchie, ombre . Ero
confusa, ho cominciato a sentire che mi stavano
derubando
dal
profondo
ma
non
volevo
ammetterlo , mi sentivo in colpa.
Brigadiere: Forse se avesse denunciato prima la presenza
delle impronte… chissà.
Boitani Francesca: Mi fidavo, gliel’ho detto.
15
Brigadiere:
Mai
fidarsi,
signorina,
io
lo
dico
pe r
esperienza, potrei essere suo padre.
Boitani Francesca: Posso avere un bicchier d’acqua per
favore?
Brigadiere: Certo glielo porto subito. Signorina… no, non
volevo spaventarla. Le ho portato l’acqua.
Boitani Francesca: Grazie.
Brigadiere: Signora Boitani, adesso mi deve aiutare lei a
capire
certi
punti
che
mi
sono
poco
chiari.
Insomma, io non voglio entrare nei particolari ,
però
ci
devo
entrare.
Questi
sogni
che
sono
scomparsi, il più impo rtante dei quali è un amore
grande come ha detto lei … insomma, i o le chiedo d i
raccontarmi la dinamica, esattamente quello che è
successo.
Boitani Francesca: Cerchi di capirm i, io non posso dirle
esattamente come sono andate le cose, che ne
sapevo io dell’amore? Pensavo fosse così. Per tutta
la vita ti insegnano a mitizzarlo e c osì cresci con
l’idea che l’amore è buono, è buono e basta. Non ci
sono cartelli c he ti avvertono di stare attenta o
cani poliziotto p ronti a difenderti . Non ci sono
istruzioni, anzi , spesso le regole le scrive chi è pi ù
forte di te . È successo esattamente come le ho
16
raccontato,
Brigadiere.
Una
matti na
mi
sono
svegliata è ho scoperto di essere stata derubata di
tutti i miei sogni. Non posso dirle di pi ù.
Brigadiere: Mi scusi ma perché lo denuncia solo ora?
Boitani Francesca: Brigadiere, mi sentivo in colpa .
Brigadiere: Già. Ha sospetti su qualcuno? Signorì, io
capisco che non è facile, ma se lei è qui vuol dire
che i suoi sogni li vuole ritrovare. Ci vorrà del
tempo, pu rtroppo non è come ritrovare una Punto.
Boitani Francesca: Lo so.
Brigadiere: Lo sa. Bene, abbiamo quasi finito, solo un
attimo di pazienza. [scrive a macchina] Adesso
rilegga la sua deposizione e metta una firma in
calce. Legga attentamente, sa, una volta fi rmato
un verbale è come se l’avesse scritto le i stessa.
Boitani Francesca: “Roma, 8 agosto 1999. In data odierna
la qui presente Boitani Francesca, nata a Roma , il
17.6.7 5, utili zzando un linguaggio sibillino dichiara
di aver subito ripetutamente atti carn ali a scopo di
libidine dal di lei padre e dichia ra altresì di
esserne stata profondamente danneggiata nel fisico
e nel morale”.
ALICE CARLI – Assessore:
17
Adesso apriamo la discu ssione, il dibattito e o ra l’intervento
del Capitano Lu ca No zza. Grazie.
LUCA NOZZA – Capitano Compagnia dei Carabinieri
Comacchio
…di potersi aprire, qu indi di poter trov are la fo rza e il
coraggio di d enu nciare le vio lenze di cu i è rimasta vittima
proprio perché si è trovata di fronte ad una donna che
poteva capi re il disagio che si veniva a creare, l’imbarazzo
che c’era nel parlare di determinate co se con u n u omo.
Allora con la prima lastrina ho estratto… l’ho preparata
prendendo ad esempio i fatti degli u ltimi mesi, gli u ltimi
eventi che hanno visto le donne u ccise da u n altro u omo. La
ragazza u ccisa mentre faceva jo gging in u n parco a Udine.
Uccide la moglie e si toglie la vita in Calabria. Un’altr a
donna
u ccisa
dal
convivente
a
Piacenza.
A rrivan o
intercettazioni e braccialetti elettronici. Qu esto è qu ello che
è l’aspetto giu ridico, che poi ved remo col decreto legge
dell’agosto 2013 provvedimenti sempre più severi con lo
stalking. Cade d al tetto del capannone spinta dall’ex marito
armato di u n’ascia.
Ho dato u na prima definizione di qu ello che potrebbe essere
il femminicidio, che non è altro che u omini che odiano le
donne. Uomini che maltrattano le donne. Abbiamo visto
18
anche
nei
recenti
dati
sono
tanti ssimi.
Poi
vedremo ,
snocciolandoli, i nu meri che mi sono portato. Vedremo le
denu nce fatte, che sono u na minima parte dei fatti che
veramente su ccedono.
Qu esta sera av rete visto , chi ha avuto modo di senti re i
telegio rnali d ella s era o d ella gio rnata, in occasione di
qu esto femminicidio hanno dato i nu meri delle donne u ccise
negli u ltimi 3 – 4 anni, 2 .956. Per fortu na c’è stato u n calo ,
non di tanto ma u n calo si è avu to, fi no ad arrivare alle 12 4
donne u ccise a parti re d al 1 gennaio di qu est’anno.
Cos’è il femminicidio? È u na forma estrema di violenza
contro
le
donne
e
pu ò
avvenire
attrav erso
molteplici
condotte, possono essere tantissimi i comportamenti per
fare violenza, i maltrattamenti in famiglia che non devono
essere p er fo rza maltrattamenti di natu ra fisica, anche
psicologica.
Mettere
in
u na
posizione
di
sudditanza
psicologica, qu indi obbligare la donna a certi comportamenti
da
parte
del
marito.
Una
violenza
fisica,
psicologica,
sessu ale, economica. Magari obb ligando la donna a non
lavo rare affinché il marito , l’u omo o il compagno abbi a in
mano il potere economico per decidere come poter disporre
della situ azione familiare, cu ltu rale, c omu nitaria, comu nqu e
esponendo sempre la donna in u na posizione di inferio rità
19
rispetto
all’u omo e cu lminano, possono cu lminare co n
l’u ccisione della donna, col su icidio.
Perché spesso qu ando ci sono i suicidi il 118 chiama i
Carabinieri? Perché? Perché si potrebbe far presu pporre
u n’ipotesi di istigazione al su icidio.
Qu indi è u n reato . Qu indi istigare, portare la persona a gesti
estremi fino a to gliersi la vita.
Il termine femminicidio è stato coniato all’inizio del 2000
qu ando ci fu u na strage di donne su l confine tra gli Stati
Uniti e il Messico, qu ando fu rono trovate nelle fosse comu ni
diverse cen tinaia di donne morte. Da lì venne coniato il
termine
di
femminicidio
e
la
Comu nità
Internazionale
du rante qu esti anni si è sempre battu ta affinché fosse
riconosciu to il reato di femminicidio. E oggi siamo qu i
perché
finalmente
con
qu esto
decreto
legge
è
stato
finalmente dato u n senso, u n termine forte alle violenze
contro le donne.
Ecco, qu a i maltrattamenti – qu esti sono dati riferiti fino
all’anno 2009. Sono fenomeni molto estesi e comu nqu e è u n
fenomeno
che
non
ancora…
non
tu tti
i
fatti
di
maltrattamento in fami glia ven gono denu nciati all’au torità
giu diziaria
tramite
noi,
tramite
le
Forze
di
Polizia,
direttamen te alla Procu ra. Le donne c he su biscono violenza
per il 61% d ei casi hanno u n’età compresa tra il 28 e i 47
20
anni, l’82% sono italiane, il 63% svolgono u n lavoro e la cosa
che
fa
più
riflettere
professionale
medio
è
il
–
60%
alto ,
c he
hanno
q u indi
un
lavoro
anche
delle
professioniste.
Uomini che agiscono con violenza sono sempre in età
compresa… sono il 51% di nazionalità l’85% e occu pati il 75%
di cu i la metà ha u na professionalità medio – alta.
Soltanto il 15% dei maltrattamenti è registrato all’Au torità
Giu diziaria, perché spesso anche qu ando interv eniamo in
caso di liti tra marito e moglie la maggio r parte sono reati
procedibili a qu erela e qu indi se non c’è u na condizione di
procedibilità e qu indi u na qu erela p resentata d alla parte
offesa, il Magistrato , il Pu bblico Ministero , benché noi gli
inviamo le nostre annotazioni di Polizia Giu diziaria circ a
l’intervento
fatto ,
ma
se
non
c’è
u na
condizione
di
procedibilità qu indi u na richiesta di pu nizione espressa per
iscritto dalla donna, tranne alcu ni casi che poi vedremo, i l
Pu bblico Ministero, qu indi il Magistrato non pu ò andare
oltre.
Gli aspetti giu ridici, eccolo qu i, qu ello di cu i vi parlavo
prima, i l decreto legge del 14 agosto 2013, ha portato delle
novità per qu anto rigu arda i maltrattamenti in fami glia, per
qu anto rigu arda la violenza sessu ale, per qu anto rigu arda lo
stalking.
21
Allora, maltrattamenti in famiglia. Ha introdo tto
delle
aggravanti specifiche, il deli tto perpetrato .
Qu indi il maltrattamento in famiglia alla presenza di mino ri
degli anni 18 . Il vecchio articolo su i maltrattamenti in
famiglia p reved eva solo alla presen za d i minori.
Qu indi ha introdotto che il delitto perpetrato anche con la
presenza d ei minori .
La violenza sessu ale aggrav ata ai danni di donne in stato di
gravidanza e u n’aggravan te specifica p roprio che il co lpevole
sia il coniu ge ovvero u na persona c he è stata legata… è
legata o è stata legata a u na relazio ne affettiva, qu indi il
convivente, l’ex fidanzato sono tu tti reati aggravati perché
c’è stata u na relazione affettiv a.
Abbiamo gli atti persecu tori che è stata amp liata anche la
[incomprensibile]
stalking,
degli
commessi
dal
atti
persecu tori,
coniu ge
il
du rante
cosiddetto
il
vincolo
matrimoniale o perpetrati con stru menti info rmatici e/o
telematici,
e-mai l,
messaggi
col
telefonino,
telefonate ,
insomma tu tti qu ei mezzi di comu nicazione che vanno oltre
alle semplici minacce o ai semplici atti persecu tori tra
persone. Spesso vengono anche postati su i social network i
fatti personali legati alle persone. An che qu esto pu ò essere
assimilata, qu alora rientra, la persona porta la pagina dove è
22
postato il fatto persecu torio e qu indi noi lo alleghiamo poi
alla denu ncia.
Giova precisare che u na delle innovazi oni importanti , anche
in relazione ai fatti di sangu e che sono avvenu ti negli u ltimi
tempi con l’ammonimento che esu la dall’aspetto penale.
Qu indi una richiesta che viene specificatamente fatta d alla
parte o ffesa che ancora non ha procedu to a proporre
qu erela, ma viene in Caserma e chiede di ammonire la
persona che fa atti persecu tori – che abbiam visto pu ò essere
il compagno , il fidanzato, l’ex fidanzato, il coniu ge da cu i si
è separati – il Qu estore deve prendere dei provvedimenti in
materia di armi , per evi tare appu nto che se la persona è u n
cacciatore, au tomaticamente i l Qu estore emette u n decreto
di detenzione di armi .
E poi abbiamo u na creazione di u na rete nazionale su l
fenomeno della violenza in genere. Qu esto è u n aspetto che
rigu arda l’arma dei Carabinieri, attraverso il RIS, dov e
vengono inoltrate tu tte le nostre segnalazioni che vanno al
reparto di analisi criminologiche del RIS di Roma che è
composta dal reparto di analisi criminologiche, dalla sezion e
atti persecu tori, u na sezione di analisi e u na sezione di
supporto di psicologia investigativa. Qu indi in determinati
casi loro anche attivati, sia da noi direttamen te, che dal
Pu bblico Ministero ci possono dare degli spu nti su come
23
aiu tare la persona, la vittima di qu este violenze. Qu esta è
stata u na carrellata velocissima per non annoiare troppo .
Se avete domande c’è anche il Maresci allo Marchetti che pu ò
rispondere.
MICHELA MARCHETTI – M arescial lo Staz. C arabini er i
Porto G aribaldi
Io vo levo solo dire, ecco, p resto s ervi zio presso la Stazione
dei Carabinieri di Porto Garib aldi, per qu anto ri gu ard a
qu esto tipo di reati ho notato che le donne molto spesso
vengono
in
Caserma
sop rattu tto
per
far
p resente
la
situ azione di disagio, il che personalmente fa mo lto piacere
perché almeno abbiamo modo, u n attimino, di entrare in
qu este realtà. Molto spesso appu nto vengono, si sfo gano e
poi non portano av anti qu ello che in determinati c asi
sarebb e pu rtroppo la cosa giu sta, cio è sporgere u na qu erela.
Il Capitano mi faceva p resente che nella nu ova normativ a le
Forze dell’Ordine, nonché
i Presidi sanitari , le Is titu zioni
Pu bbliche sono obbligate a d are le informazioni relative ai
centri antivio lenza presen ti su l territo rio.
Io per qu anto rigu arda qu esta cosa sono stata fortu nata
perché ho preso parte ad u n corso formativo appu nto
su ll’accogli enza d elle donne vittime di violenza grazi e al
qu ale
sono
venu ta
a
conoscenza
del
Centro
Donna
e
24
Giu stizia, diciamo, ecco , riesco a dare qu alche informazion e
in più alle persone che ven gono, anche ai colleghi che
lavo rano con me e qu indi diamo anche degli opu scoli alle
donne vittime di violenza su i qu ali c’è scritto insomma
nu meri di telefono , indirizzi che possono fare per pote r
avere delle informazioni e sentirsi meno sole, perché dal
punto di vista penale sicu ramente noi riu sciamo a fare
qu alcosa però per tu tto qu ello che è il con torno sociale
abbiamo bisogno di mo ltep lici forze d a mettere insieme.
E qu indi dicevo che molto spesso ritengono su fficiente i l
parlare di qu esto problema. Però ecco, molto spesso sarebb e
meglio proprio andare avanti penalmente parlando e qu indi
sporgere u na qu erela e attivare tu tto q u ello che è u n servizio
a lo ro favo re dal pu nto di vista penale, sociale, eccetera.
Altre volte ho notato che le donne vengono convinte di
sporgere u na qu erela, consapevo li di q u ello che hanno su bito
per anni, per mesi, in base alle… anche per decenni
pu rtroppo, poi al termine della nostra chiacchierata, qu ando
si tratta di mettere nero su bianco, hanno già cambiato idea,
perché magari qu ello che hanno detto, lo sfogo che hanno
avu to per loro è già su fficiente, e in u n certo senso hanno già
digeri to tu tto qu ello che hanno su bito per qu egli anni, qu ei
decenni, qu ei mesi, ecco .
25
Qu indi non dico che per forza biso gna agi re penalmen te,
perché in base alla coscienza perso nale, poi si tratta di
legami soprattu tto tra coniu gi ma anche tra fidanzati che
sono molto fo rti , e anche e soprattu tto in presenza di figli ,
però bisogna u n attimino lavo rare i n maniera u n po’ più
energica su qu ella che è la consapevolezza della donn a
rispetto a qu esti reati , cercare u n atti mino di essere u n po’
più du ri, perché il fatto di non fare mai niente pu rtroppo fa
sì che si crei u na situ azione in cu i il so ggetto di qu ella
particolare situ azione si senta, così abilitato a qu ella serie di
condotte e così tu tto il res to della soc ietà, ecco. Biso gna u n
attimino fare qu ello sfo rzo in più per cerc are di fare u n
cambiamento. Ecco , io solo qu esto volevo dire.
Intervento dal pubblico:
È su fficiente la denu ncia senza presen za di testimoni?
MICHELA MARCHETTI – M arescial lo Staz. C arabini er i
Porto G aribaldi
Beh, la denu ncia non è detto che sia su fficiente, però è u n
punto di partenza perché mo lto spess o qu este situ azioni si
consu mano all’interno delle pareti della fami gli a, altre volte
no.
Però,
diciamo,
la
maggio r
parte
delle
volte
sono
26
situ azioni che si protraggono da anni qu indi sicu ramente si
trov ano delle b asi su cu i lavorare, ecco .
Poi la su fficienza… qu ella è sempre mo lto relativa perché noi
facciamo il p rimo passo e cerchiamo sempre di dare stimolo
alle indagini, poi serve insomma tu tto il res to.
Sì, ecco , per qu anto rigu arda poi i l reato di stalking adesso è
stata approvata l’i rrevocabili tà della denu ncia, come per i l
reato di violenza sessu ali per i qu ali c’è tempo per sporgere
la qu erela 6 mesi dal mo mento in cu i si è verificato il fatto .
È stata anche sancita l’irrevocabi lità d ella qu erela ovvero la
maggior parte, la stragrande maggio r parte delle qu erele
possono essere rimesse. Che signifi ca? Che io vado in
caserma, denu ncio Tizio, poi fino al giorno in cu i non c’è
u na sedu ta davanti a u n Giu dice io posso comu nqu e decidere
di togliere qu ella qu erela, come se non fosse mai esistita,
ecco, nel caso dello stalking, come nel caso della violenza
sessu ale non si pu ò più ritirare. Anche qu esta è u na vittoria
perché libera, per così dire, la donna da qu ell’altra violenza
che il coniu ge, il fidanzato, chicchessia pu ò fare su di lei al
fine di convincerla a togliere la qu erela, qu indi u na volta
fatta qu ella resta, cioè è inu tile qu alsiasi altra violenza pe r
poterla togliere.
27
ANTONIO D I MUNNO – Capog ruppo P.D.L. – IL
FARO:
[Intervento fuori micro fono]
MICHELA MARCHETTI – M arescial lo Staz. C arabini er i
Porto G aribaldi
Sì,
ad esso
noi
possiamo
interveni re
d ’u fficio
qu alora
interveniamo appu nto in una flagran za di reato , cosa che
prima non potevamo fare. Potevamo fare tu tte le nostre
segnalazioni, però se la signora, la ragazza diceva: “No , io
non voglio spo rgere qu erela” il nostro lavo ro in u n certo
senso si fermav a lì a parte u n continu o monitoraggio della
situ azione, certo , i nostri mezzi e le persone sono limitate,
qu indi qu ando vengono persone in Caserma e fanno pres ente
situ azioni o denu nciano è impossibile per noi tenere sotto
controllo tu tte le situ azioni, anche in una realtà piccola
come qu ella di Porto Garib aldi, vi assicu ro che ce ne sono di
casi e è impossibile tenerli tu tti sotto contro llo , però gi à
sapere che in qu ella determina via, a qu el nu mero civico, ci
possono essere le situ azioni particolari magari ci si fa u n
passaggio in più .
Fermo restando che adesso se noi interveniamo in flagranza
di reato possiamo agire finalmen te d’u fficio, addirittu ra
allon tanare il coniu ge se è il caso. Sempre natu ralmente
28
dietro l’au torizzazione d el Pu bblico Ministero , però se c’è
u na situ azione veramente
di
pericolo
per la signo ra
possiamo richiedere l’allontanamento dalla casa coniu gale.
ANTONIO D I MUNNO – Capog ruppo P.D.L. – IL
FARO:
[Intervento
fuori
m icrofono]
…salvagu ardia
per
u na
eventu ale separazione, [incomprensibile] dal condominio
dove qu alcu no ti telefona: “Gu arda che nell’appartamento …”
MICHELA
MARCHETTI
–
Staz.
Carabini eri
P ort o
Garibaldi
Ma magari. Magari, però pu rtroppo c’è molta omertà anche
per qu este cos e, qu indi il vicino che abita alla po rta accanto ,
che abita al piano di sopra… io per esempio nella mia piccola
esperienza non ho mai ricevu to qu alcu no che mi dicesse
andate a contro llare perché ho sentito o ho visto. Ripeto, è
impossibile tenere sotto monito raggio tu tte le situ azioni
però da lì pu ò partire u n po’ u n’analisi anche da parte
nostra, qu anto meno sapere che c’è qu ella determinata
situ azione. Poi a me piace anche il con tatto con le persone, e
anche
ai
colleghi,
qu indi
magari
riu scire
a
fare
du e
chiacchiere per capi re e ved ere u n attimo di cosa si tratta fa
sempre b ene, ecco.
29
Però nella mia piccolissima esperienza non è mai su ccessa.
LUCA NOZZA – Capitano Compagnia dei Carabinieri
Comacchio
Poi la prima cosa che si fa qu ando interveniamo su qu esti
casi è veri ficare su bito il possesso di armi cu i procediamo
[incomprensibile] ai sensi dell’art. 38 del Testo Unico delle
Leggi di pu bblica sicu rezza, qu indi se verifichiamo su bito se
la persona ha delle armi rego larmen te denu nciate in qu el
caso lì ai sensi appu nto dell’art. 38 gliele sequ estriamo in
via amministrativa, qu indi gli vengono tolti immediatamente
sia le armi che le mu nizioni. Poi parte u na segnalazione –
qu esta d’u fficio direttamen te – dov e gli viene to lta la
possibilità di detenere armi, i l divieto di detenzione di armi
emesso dal Prefetto [incomprensibile] e le armi vengono
su bito messe da parte.
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Bene, se non ci sono altre domande ringraziamo con u n
applau so il Capitano Lu ca No zza e i l Maresciallo Marchetti .
E ora chiediamo l’interv ento di Nives Sacchi, la lavoratric e
dei Servi zi Ospedalieri . Prego .
NIVES SACCHI – Dipendente Servizi Ospedalieri:
30
Bu onasera, io sono u na delle 120 ragazze che fra poco di u n
mese siamo tu tte disoccupate. Ci chiudono l’azienda, alcu ne
vengono mandate a F errara, altre, chi vu ole ci vogliono
mandare
a
Teramo.
Noi
abbiamo
dei
bambini
piccoli,
abbiamo dei mariti e noi a Teramo non ci vogliamo andare
perché noi siamo cittadine comacchiesi e vogliamo lavo rare
a Comacchio. Sono v enu ti a settemb re, ci avev ano detto:
“Fate du e ore di cassa integrazione, l’azienda non verrà
chiu sa”, dopo neanche un mese ci han detto: “Siete tu tte
fu ori”.
Noi vogliamo lavo rare, siamo donne, abbiamo il di ritto d i
lavo rare.
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Chiedo u n intervento di Mirella Tu ffan elli . Avvocato.
ALICE CARLI – Assessore:
Ricordava il Sindaco appu nto l’appu ntamento del 2 dicembre
che verrà fatto proprio per cerc are di chiarire la situ azione
appunto di qu esta grav e situ azione lavorativa che vede delle
donne ma vede delle famiglie e dei bambini in grave disagio,
qu indi insomma cerchiamo di… il lavo ro è u n diritto e av erlo
ancor di più . Quindi mi raccomando stiamo vicini anche a
qu este fami glie. Grazie.
31
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Grazie
Assessore.
Ora
interviene
Mirella
Tu ffanelli,
Avvocato Unione Donne Italiane di Ferrara. Prego .
MIRELLA TUFFANELLI – A vvocat o U.D.I. Ferrara:
Grazie per qu est’invito ma grazie soprattu tto per la vostra
presenza, per le parole con cu i il Sindaco ha introdotto
qu esta sedu ta, eccezionale, strao rdinaria del Consiglio con
u na
presenza
così
composita
che
dà
tu tto
il
senso
all’iniziativa per trattare u n tema che non pu ò essere risolto
da singole associazioni, da singole donne, da singo li u omini.
È qu anto mai impo rtante vista la grav ità del fenomeno . Si è
parlato su bito di femminicidio, qu esta parola che è stata
illu strata anche nel su o significato è un termine nu ovo. È u n
termine che fino a qu alche anno fa in u n certo senso veniva
anche allontanato o insomma v eniva preso non su l serio.
Devo dire che un passo u fficiale l’ha fatto l’accademia della
cru sca che l’ha accolto u fficialmente, qu indi fa parte della
terminologi a
con
cu i
noi
ci
esprimiamo
e
vo gli amo
rappres entare u n concetto vero , nu ovo e forse in qu esto caso
a fronte di un fenomeno che si va sempre più intensificando.
A me viene u n po’ da sorridere in senso amaro perché mano
mano che passano i giorni e magari facciamo incontri e
diciamo: “AH, fino ad oggi son state 124 le donne u ccise su l
32
territo rio nazionale. Il gio rno dopo dobbiamo gi à dire 125 ,
126, o ggi siamo a 128 però non lo so, in realtà in qu este
u ltime ore cosa sia su ccesso. Pertan to ecco che siamo di
fronte ad u na realtà di cu i prendiamo consapevolezza, ma
prendiamo consapevolezza tu tti insieme.
Voglio proprio sottolineare il senso di qu est’incontro in un
consesso della società, di qu esta comu nità che si trova u nita
per capi re di più , per ved ere qu ali criteri ado ttare, qu ali
solu zioni insieme adottare per affrontare qu esta emergenza .
Però u n’emergenza la si affronta possi bilmente u na tantu m.
C’è u n’emergenza e allora tu tti qu anti… In realtà qu esta è
u n’emergenza che non è più tale, è diventata u n fatto
endemico e che nel tempo si pro trae e ampli a. A fronte d i
qu esto, dopo che dal 1999 è stato pro clamato 25 nov emb re
come la giornata dedicata ad u na riflessione e ad u na pres a
di
coscienza
di
qu esto
fenomeno
e
soprattu tto
della
mancanza di parità e di pari opportu nità, di u gu aglianza tra
u omini e donne. Termine u gu aglianza non vu ol dire… ma
essere u gu ali nei diritti. E qu indi a fronte di qu esto è stata
indetta qu esta gio rnata che da giornata, fo rse in u n primo
momento celebrativa si sta semp re di più trasfo rmando in u n
giorno , in un periodo ormai u n mese intero di riflessione e
di coinvolgimento per v edere qu ali solu zioni adottare.
33
Nel 20 12 proprio in occasione del 25 novemb re l’U .D.I.
nazionale
insieme
precisamente
la
con
Casa
u na
serie
di
Internazionale
associazioni
delle
donne,
e
le
giornaliste u nite libere au tonome, le donne in rete contro la
violenza, i 30 anni di lavo ro in corsa del comitato pe r
l’implementazione della convenzione per l’eliminazione di
ogni discriminazione su lle donne, la fondazione Pangea
onlu s, i giu risti democratici, la Differenza donna, le nove ,
Arci, Actionade, Fratelli dell’u omo hanno ritenu to che fosse
giu nto il momento non so lo della riflessione ma di proporre
u na piattafo rma, u na convenzione… è stata citata u na
convenzione
intitolata
con
qu esto
titolo
ec latante,
di
richiamo “No more”, Basta! Basta, n on u na donna di più .
Qu esto è il senso ovviamen te di q u esto u rlo, possiamo
definirlo tale. Una convenzione nazio nale contro la violenza
maschile su lle donne, cioè contro il femminicidio.
Qu indi
abbiamo episodi di violenza ma in particolare la nostra
attenzione
è
qu ella
violenza
estrema
che
chiamiamo
femminicidio.
Che
cosa
vu ol
dire?
Una
convenzione
che
parte
dal
presu pposto che basta ricorrenze ritu ali, basta ri flessioni ,
ma ciascu no deve assu mersi delle resp onsabilità p ropositive,
di fare dei perco rsi di azione concreta, o gnu no nel prop rio
ambito .
34
Qu indi essere oggi in u n ambito istitu zionale significa
richiamare
l’Isti tu zione
ad
u na
responsabilità
fo rte
nell’adottare azioni concrete per su perare qu esto aspetto .
Oggi abbiamo anche assistito attrav erso la relazione del
Capitano eccetera ad u n richiamo a degli interventi ma che
sono interventi… u na sorta di correttivi ma a fatti gi à
avvenu ti. In realtà no dobbiamo c reare delle condizioni non
solo di intervenire su i casi, qu elli che poi riu sciamo a
vedere, a capire, ma anche propri o tu tta u n’azione di
prevenzione, u n’azione cu ltu rale perc hé noi sappiamo che
l’atteggiamen to di diversificazione, di disparità tra u omo e
donna lo possiamo già definire u na disparità nell’ambi to
familiare
tra
b ambino
e
bambina.
Qu indi
è
tu tto
un
percorso , che deve essere fatto nelle varie Isti tu zioni, per
aiu tarci a fo rmare delle p ersone che siano rispettose d ei
diritti dell’altro e che valorizzino le po tenziali tà di ciascu no,
sia qu esto maschio sia qu esto femmina, sia qu esto con
problemi di diversi tà, sia qu esto con problemi di etnia, di
razza, di appartenenza di popolazio ne. Ma è u n discorso
proprio del v alo re in sé di ciascuna persona. Ciascu na
persona pu ò dare i l su o contribu to che aiu ta tu tti qu anti.
E qu indi essere o ggi in u n contesto che noi definiamo civile
perché poi ci viene da pensare “Eh, ma noi siamo…” come
spesso pensiamo che le violenze o i femminicidi non capitino
35
vicino
a
casa
nostra.
Rigu ard ano
sempre
altri.
Nell’immaginario si pensa sempre che l’aggressione venga
dal diverso , che venga dallo strani ero , che venga d allo
sconosciu to. La pau ra dello sconosciuto. In realtà magari è
la persona che dal pu nto vista formale, affettivamen te
sembra la persona che tu tela di più , qu ella che ama di più ,
qu ella che è più vicino all’altro e poi scopriamo che invece
tende ancora ad annu llare l’altro. L’i dea del dominio su gli
altri e ancora in particolare dell’u omo su lla donna, per
qu ello ci teniamo a p arlare di femmin icidio, è ancora mo lto
presente.
Ed è ancora più presente perché diciamo… perché oggi qu esti
fenomeni
che
si
incrementano?
P erché
la
donna
sta
affermando sempre più la su a libertà, la su a capacità
decisionale, qu indi la sfera intera dei propri diritti e
dell’u gu aglianza. Qu esto mette molto in crisi il mondo
maschile. Poi abbiamo anche persone, u omini, che in realtà
stanno facendo delle ri flessioni molto importanti su qu esto
aspetto , qu indi accompagnano in u n percorso civile e si
assu mono delle responsabili tà e cercano di individu are dei
percorsi .
Per arriv are all’i llu strazione di qu esta convenzione posso
dire che il motivo della convenzione è una proposta di tipo
politico, non di affermazione di prin cipio, non di percorsi
36
solo di riflessione formale ma di tentativo di mettere in
campo delle azioni . Farlo con chi? Farlo con tu tti, con tu tti i
soggetti , singo li e anche soggetti isti tu zionali, associativi ,
cu ltu rali. Qu indi la prima affermazion e che viene fatta è che
la violenza maschile su lle donne non è u na qu estione privata
ma è u na qu estione politica, è u n fenomeno di pericolosità
sociale per donne, u omini, bambini e bambine e per qu esto
coinvolge
p roprio
tu tti.
e
non
è
solo
un
fenomen o
occasionale di emergenza ma è u n’espressione del potere
disegu ale tra u omo e donna di cu i il femminicidio è
l’estrema consegu enza. Allo ra che cosa si propone? Come si
pu ò contrastare qu esta violenza? È u n percorso molto
complesso
perché
presu ppone
dei
cambiamenti ,
dei
cambiamenti molto forti. Cambiamento radicale di cu ltu ra e
mentali tà e qu indi, voglio dire, intervenire in tu tti gli ambiti
in cui si fa cu ltu ra, qu indi dalla famiglia, alla scu ola, agli
aspetti
sociali ,
progetto
molto
alle
p roposte,
vasto .
Si
signi fica
effettu a
nella
veramen te
un
rappresentanza
appropriata delle donne e degli u omini in ogni ambito della
società. Abbiam fatto u n percorso storico importante per
definire la necessità che le donne siano paritariamente
rappres entate in tu tti i contesti della società, da qu elli
istitu zionali, ai contes ti politici, abbiamo ragionato su l
modo
di
eleggere
i
nostri
rappresentanti
e
le
nostre
37
rappres entanti
e
qu indi
pensate
solo
ai
Consigli
di
Amministrazione che vedono tu ttora esclu so di gran lu nga la
componente
femminile,
qu asi
che
certi
setto ri
siano
esclu sivamente ad appannaggio degli u omini.
Passa attraverso anche u n u so – lo si diceva prima – non
sessista del lingu aggio , anche nei mass media, al fine di
promu overe prop rio u n rapporto rispettoso ed u n livello di
potere equ o tra u omini e donne.
Qu ante volte nelle nostre fami glie, lo diciamo così per
esperienza comu ne, magari anche in maniera forse bon aria
sentiamo le donne essere apostro fate c on il famoso “ tanto tu
cosa vu oi sapere, ma vai, di qu este cose tu non te ne
intendi”, ecco, le donne non si devo no occu pare. Ma lo si
dice
anche
bonari amente
però
q u esto
evidentemen te
sottolinea u n modo di pensare, u n modo di essere che ormai
è radicato però in realtà rappresenta u n modo di sminu ire la
dignità di u na persona.
Francesca era s tata deru bata di tante cose e qu indi anche
della fidu cia in sé stessa. Se u no ogni giorno si sente dire:
“Ma dai tanto cosa vu oi sapere? Me ne occu po io di qu esto”
alla fine u na donna ci crede anche e quindi nascono poi tu tte
le difficoltà nel rapportarsi.
È nell’intervento delle Isti tu zioni che non possono lasciare
le cittadine e i cittadini da soli davanti a qu esto fenomen o
38
sia italiani sia s tranieri , eh. le Isti tu zioni sono tenu te e
prevenire.
Ecco, qu esta parola che usiamo molto spesso in molti
setto ri. Si dice sempre che la prev enzione è più efficace di
qu alsiasi altra cu ra, soprattu tto è men o dispendiosa di tu tte
le cu re poi che devono essere affro ntate per risolv ere i
problemi, nel contrastare qu esto fenomeno – ma vo glio di re
a contras tare anche qu esta cu ltu ra – e a proteggere con delle
politiche attive, coeren ti e coo rdinate l’intera popolazione .
Con
il
sostegno
delle
reti
locali
a
parti re
dai
centri
antiviolenza. Ecco che abbiamo già u n po’ enu cleato qu ello
che pu ò essere l’impegno ad esempio di u n’Amministrazione
locale
che
si
occu pa
di
tu tti
questi
aspetti ,
perché
l’Amministrazione locale si occu pa della scu ola dell’infanzia ,
dei piccolini qu indi, si occupa della sicu rezza. È chiaro che il
femminicidio non è solo u n problema di sicu rezza, eh ,
intendiamoci. Pro babilmente anche la normativa ado ttata
u ltimamente ha p reso u n po’ qu esta china, perché è stata
collocata, i provvedimenti, all’intern o del pro blema della
sicu rezza. Un discorso di conoscenza del fenomeno , non
sappiamo ancora la vera entità di qu esto fenomeno, se non
attrav erso le denu nce, ma sappiamo che emerge ben poca
cosa rispetto alla realtà vera.
39
A
me
colpiva
favorevo lmen te
il
fatto
che
l’Arma
dei
Carabinieri , i Carabinieri si siano dotati di tu tto u n sistema
anche di rilevazione rispetto al fen omeno, rispetto
alle
denu nce, ma siamo già a u na fase molto avanza, siamo già
alla denu ncia, siamo già anche av ere riferito e qu indi
all’attenzione su qu esto fenomeno . Ma qu ello che avviene
prima
come
lo
affronti amo?
Qu esto
è
anche
compito
dell’Ente locale. Tu tto il sistema di formazione scolastica.
Provate a pensare appu nto anche al tema del lingu aggio ,
della pu bblicità, qu anti Comu ni o anche la realtà nostra
nazionale si preoccu pa della pu bblicità che ci colpisce
qu otidianamente e che ci offre dei modelli certamente non
condivisibili in tema di offrire le parità e qu indi u n criterio
di rispetto di tu tte le persone. Ad esempio ci siamo posti il
problema d ei centri di aggregazione che avvengono nelle
realtà territo riali . Il prob lema anche della salu te. Dic o
qu esto perché sono qu esti u n po’ i percorsi su i qu ali gli Enti
locali si impegnano natu ralmente c on tu tte le fo rze d el
territo rio , qu indi tu tte le associazioni, la Pu bblica sicu rezza,
chi si preoccu pa di salu te. Voi prov ate a pensare cosa arriv a
ai Pronto Soccorsi ad esempio, in qu esto caso di non
denu nce perché magari la donna è stata tartassata, arriva a l
Pronto Soccorso poi è cadu ta dalle scale, ha fatto… ecco , di
tu tto fu orché la d enu ncia.
40
Francesca ci ha insegnato su come si arriva anche alla
volontà ev entu almente di denu nciare ma non si trovano i
sistemi… ci si colpevo lizza e così via.
Ovviamente
la
convenzione
denu ncia
qu esti
aspetti ,
individu a qu esti percorsi, chiede il co involgimento a tu tti i
livelli, d al livello nazionale… da qu ando è stata p roposta
alcu ni passi sono stati fatti, dicevamo la legge di riferimento
ma anche l’adozione dell’Impegno di Istanbu l e quindi
finalmente, a distanza di du e anni anche il nostro Governo
ha approvato e qu indi in realtà si apre u n percorso, io non
devo dire che a distanza di molti anni percorsi non siano
stati fatti, però sono assolu tamente mo lto faticosi.
Qu indi intanto a livello di anche individu azione dobbiamo
intanto arrivare a qu ei parametri mi nimi standard previsti
dal Consiglio d’Eu ropa rispetto ai qu ali l’Italia non è ancora
arrivata. Per cu i dal livello territo riale partiranno degli
inpu t perché vengano adottati tu tti gli standard minimi. C’è
la necessità di preved ere u na rete locale di tu tti i locali
competenti ad entrare nel merito di qu esta qu estione.
Qu esta sera è u n esempio di rete locale che annu ncia qu ali
sono le proprie competenze e si mette insieme, è veramente
u n ottimo esempio di collabo razione. Importan te è che ven ga
garantita la p resenza capillare su l territo rio dei servi zi
pu bblici e convenzionati anche con finanziamenti rego lari e
41
continu ati nel tempo. i centri antivio lenza che attu almente
si occu pano – in maniera a volte so litaria, eh. Non è fo rse la
nostra realtà provinciale – appu nto di intervenire su l
fenomeno . Adesso stanno su bendo anche u n taglio di risors e
per effettu are qu esto servi zio.
Bisogna
definire
u na
regolamen tazione
dei
criteri
metodo logici di accoglienza e pro tezio ne delle vittime, altro
aspetto , perché non possiamo dire alle vittime d enu nciate, e
poi alla fine si ritrov ano sgu arnite e dopo un po’ sono da
sole ad affrontare. Eh, come si fa?
La cronac a è piena di esempi di perso ne che vengono… dopo
essersi rivolte anche all’au torità, aver segnalato , avere
magari fatto anche dei periodi in cu i sono stati messi in
centri di accogli enza. Poi alla fine ritorn ati, sono stati
aspettati al varco e sono state u ccise.
Ecco, sarebbe impo rtan te anche che i Comu ni… e lo dico in
u n contesto che so, asso lu tamente c ritico, av essero risorse
certe per sostenere nei piani di zona i servizi e le politiche
locali di prevenzione, di sensibilizzazione, di protezione e di
contrasto
alla
disponibilità
e
violenza.
Perché
qu esto
la
volontà.
Poi
bu ona
va
oltre
immagino ,
la
sono
convinta che perco rsi siano semp re possibili, vanno da
percorsi minimali a u n ampliamento .
42
Così pu re il discorso della formazion e è importante anche
per tu tti i soggetti che lavo rano nei v ari setto ri. Proviamo a
pensare a chi si occupa della violenza esercitata a fron te
della
presenza
dei
minori .
Qu esti
bimbi
trau matizzati ,
eccetera, occorre personale assolu tamente che abbia u na
formazione adegu ata.
Un pu nto cru ciale è anche qu ello d ella raccolta dei dati,
perché noi abbiamo i dati che ri gu ardano le persone che
hanno già fatto u n percorso, che è qu ello di avere coscienza,
consapevolezza. Francesca che si è recata alla pu bblica
[incomprensibile] a denu nciare, sepp u re in maniera, ecco ,
così, molto c riptica, qu ello che a lei era capitato in realtà
aveva
gi à
fatto
un
percorso
di
metab olizzazione
del
problema, era p ronta a di re qu alcosa.
Però bisogna fare tu tto il perco rso precedente. qu esto è u n
aspetto e qu indi in realtà dicevo , noi abbiamo dei dati ch e
rigu ardano so lo l’emerso. Il sommerso non l’abbi amo e
soprattu tto qu ello che non abbi amo… molti dati li abbi amo
dai centri antiviolenza, i d ati con altre… anche i dati delle
denu nce… non si incontrano, non abbiamo u n osservato ri o
nazionale che incroci tu tti i dati di tu tti qu elli che si
occupano di qu esto fenomeno, p er capirne l’entità, p er
capirne la collocazione. Un dato è certo che le violenze
vengono il più delle volte perpetrate in ambienti che
43
sembrerebbero ambienti tu telati e addirittu ra da persone
con i qu ali si dice che ci sia u n rapporto affettivo forte, u n
rapporto di amore, “talmente ti vo glio tanto ben e che ti
voglio tu tta p er me e qu indi nessu n altro ti d eve avere”.
Ecco, qu indi occorre u n comitato di monitoraggio previsto
dal
Piano
comu nicanti
Nazionale
le
e
banche
qu indi
dati
vengano
delle
Forze
rese
appu nto
dell’Ordine,
e
vengano anche resi pu bblici, così come la conoscenza dei
dati, così come dov rebbero essere rilevati sistematicamente
dai
servizi
competenti,
resi
pu bblici
dai
Ministeri
le
richieste di prestazione di aiu to consegu enti atti di vio lenza
nei confronti delle donne nei Pronto Soccorsi, nei servizi
Socio – Sanitari di base, da parte d ei medici di base – altro
elemento – nei c entri antiviolenza, d al nu mero nazionale di
pu bblica u tilità, che il 1522 .
Ecco, ci sono aspetti che ri gu ardano p iù gli elementi di tipo
legale, co me il discorso della vio lenza domestica agita su lle
donne e assistita e su bita dai fi gli .
Ecco, noi sappiamo come fu nziona l’affido condiviso tra i
du e genitori, è stato introdotto qu esto criterio d ell’affid o
condiviso, noi siamo a volte di fron te a invece la necessità
dell’affido esclu sivo al genito re no n violento. Insomma
abbiamo alcu ni aspetti che rappresentano anche elementi d i
frizione, elementi non chiari per cu i andrebb ero chiari ti.
44
Un
altro
aspetto,
poi
chiudo
velocemente,
ri gu ard a
l’info rmazione e i mass media. Qu indi u n discorso di
u n’informazione responsabile da parte dei mass media no i
troviamo largo spazio ai femminicidi, su i giornali ormai
sempre di più ripetu tamente dai mass media, ma i più delle
volte ven gono rapp resentati come u n attimo di folli a, u n
attimo in cu i la persona non era in sé. Ecco, qu indi non fa
niente che l’u omo in realtà sia andato incontro alla donna
cosiddetta amata già avendo la pistola in tasca o già essendo
mu niti di u n coltello eccetera, qu indi u n atto insano. Siamo
proprio sicu ri insomma che tu tte qu este persone sian o
insane di mente o in realtà fu nzionano altri meccanismi a
cu i noi diamo u n contribu to così cu ltu ralmente, perché
ancora giu stifichiamo, cerchiamo di trovare delle attenu anti
rispetto a qu esti atti es tremi.
Qu indi occorre intanto anche sollecitare è importan te perch é
ovviamente c ’è anche l’associazione di giornaliste, cerc are di
effettu are
u na
informazione
più
possibile
corretta
e
responsabile che nel contempo descriva l’avvenimen to in
tu tte le su e molteplici facce.
Qu indi u n’informazione corretta e adegu ata e si istitu isca un
osservatorio su ll’info rmazione che ri gu arda la violenza di
genere femminicidio.
45
In fine ovviamente tu tta u n’azione di sensibilizzazione
cu ltu rale
che
passa
attraverso
campagne
di
sensibilizzazione. In qu esto momento ne vediamo tante, ma
è anche proprio la contingenza, la data, l’occasione, ma
dovrebb e av ere u na su a continuità nel tempo, nelle scu ole,
nelle u niversità la didattica dov reb b e contenere anche gli
argomenti della discriminazione, della violenza e anche u n
percorso di fo rmazione all’affettività, nel senso l’aspetto
dell’affetto e dell’amo re che abbia u n equ ilibrio perché vu ol
dire rispetto d ella persona.
Nell’adozione anche dei libri di testo. In genere anche le
famiglie v engono coinvolte nell’adozi one dei lib ri di tes to,
ma qu ante volte i lib ri di tes to scolas tici affrontano in malo
modo qu esto tema, o non lo affrontano, qu indi in realtà…
ecco, ovviamen te occorre u n percorso di formazione del
corpo docente per gli Enti loc ali fo rse è più facile, per la
scu ola dell’infanzia evid entemen te
fare dei
perco rsi
di
formazione dei docenti e inserire, an cora viene chiesto di
inserire
nei
cu rricu la
medico,
legale,
sto rico
u niversitari
e
po litico
a
indirizzo
dello
sociale ,
stu dio
delle
convenzioni inerenti ai diritti u mani e al discorso della
parità
u omo-donna.
Ecco,
chiede
qu indi…
qu esta
convenzione noi l’abbiamo chiesta da u n anno a sta parte
venga sottoscri tta in tu tti i consessi in cu i si assu mono delle
46
responsabilità nei confronti delle p ersone, nei confronti
delle comu nità, nei confronti di donne e u omini, perché
evidentemente il pro blema v a affro ntato d a entrambe le
componenti.
Per qu esto vi ringrazio dell’attenzione e spero che qu esto
Consiglio ado tti la convenzione, che possa essere u n nodo
della rete che cerchiamo di costru ire. Grazie a voi.
ALICE CARLI – Assessore:
Grazie a Mi rella Tu ffanelli per l’o tti ma spiegazione della
convenzione che ha dato. Adesso lascio la parola all a
Presidente del Centro Donne e Giu stizia di Ferrara, Pao la
Castagnotto.
PAOLA CAST AGNOT T O – President e Donne e Giu s tizia Ferrara
Bu onasera a tu tte e a tu tti [audio interrotto] …e ovviamente
anche da Mirella che ha illu strato tu tte le premesse diciamo
cu ltu rali che stanno dietro all’approccio… o meglio cu ltu rali
e operative perché la conven zione No Mo re non è solo u n
atto cu ltu rale, cioè è u na presa di responsabilità.
Io parto da u n punto di vista e qu indi da u n osservato rio che
è proprio qu ello che veniva citato prima, che è qu ello
rappres entato forse… non fors e, l’u nica realtà o ggi in Italia
che si è occu pata realmente di tu tela delle donne vittime d i
47
violenza p erché comu nqu e io che non sono diplomatica per
niente lo dico: adesso abbiamo sc operto
tu tti che c’è
u n’emergenza, violenza, c’è u n’emergenza femminicidi. In
realtà qu esta non è u n’emergenza. Gu ardate, siccome io
sbircio in tu tti i dati , comp resi qu elli del Dipartimento , e ho
anche i dati un po’ più aggiornati di qu elli del Comandante
Nozza. Amo molto andare a gu ardare tu tti i dati perché in
realtà non c’è nessu na forma di organ izzazione in Itali a dei
dati, come manca u n osservatorio nazionale su lle violenze e
su i femminicidi e qu esta è u na delle cau se per cu i noi
veniamo
sistematicamen te
redarguiti
dagli
Organismi
internazionali.
Qu indi noi siamo sistematicamente, pur essendo firmatari di
convenzioni internazionali a contrasto delle discriminazioni
contro le donne e la violenza come gi u stamente le violenze,
come diceva giu stamente Mirella, non sono altro
rispetto
alle discriminazioni, forse sono la punta estrema di un
processo di discriminazione perché fanno molto appo ggio su
u na disparità, no? I ru oli di potere tra donne e u omini e col
permanere ancora di mo lti stereo tipi che attribu iscono u na
disu gu aglianza di qu esti ru oli. Noi abbiamo sottoscritto la
CEDAU.
La CE DAU è la più grande convenzio ne internazionale che
sia mai stata scri tta nel 1979 su i diritti delle donne, l’Itali a
48
l’ha ratificata, sistematicamente o gni 4 anni la CEDAU ha u n
corpo di 50 esperti internazionali che sono i massimi
criminologi , esperti di violenze, di scienze sociali, qu indi i
massimi stu diosi in materia, che redigono u na sorta di
gradu atoria nel rispetto degli impegni che la CEDAU…
perché la CEDAU non è u n consesso di anime belle che
discu te e prende il te al mercato, è invece u n insieme di
responsabilità che gli Stati si sono presi. Bene, noi siamo
sistematicamente
inadempienti .
E
vi
ricordate
che
la
reporter dell’ONU qu ando è v enu ta nel 2012 in Italia h a
stilato , nonostante noi avessimo u n Piano nazionale fatto nel
2010, ha fatto u n rapporto che non è generoso , dove ha detto
“L’Itali a continu a ad avere u na condizione per esempio di
disparità dei diritti nel merc ato del lavoro delle donne, d i
differenziale per esempio salariale, c’è u na legge che vieta
che donne e u omini, a parità di meriti e di tito lo, prendan o
stipendi diversi, ma noi ancora qu esto abbiamo . C’è u n
differenziale che va dal 4 al 14% a parità di mansioni,
compresi i Di rigenti , non esclu de neanche le massime
Diri gente.
E oltre a qu este u n paese che ha ripensato le dimissioni in
bianco, che semb rava u na cosa appartenente al passato, pe r
cu i anche pregiu dicando la libertà di diventare mad ri se si
lavo ra, pensando qu indi che la matern ità possa pregiu dicare
49
il lavoro. Qu indi per u na serie di ragioni la repo rter ha
detto: “Gu ardate, l’Italia fa fatica a mi glio rare i su oi nu meri
negativi
su lla
violenza
perché
mantiene
un
sistema
discriminatorio mo lto forte e le di scriminazioni sono il
terreno su cui la vio lenza cresce, perché le discriminazion i
indeboliscono le donne su l piano sociale, le isolano , le
limitano nelle lo ro au tonomie, qu indi anche limitano le loro
libertà anche di au totu tela rispetto ad u na condizione di
violenza sop rattu tto nell’ambiente do mestico.
Bene, qu indi in qu esta inadempienza io sono anche u n po’
maliziosa e dico: in agosto dov eva sc adere il s econdo anno
del rapporto intermedio cu i l’Italia veniva sottoposta e
tacchete, salta fu ori il decreto su l femminicidio. Bene.
natu ralmen te si è aperto… apriti cielo, c redo che abbi ate
letto tu tti i giornali in qu el momento non c’è stato u no che
era d ’acco rdo, perché è stato fatto i n fretta, è stato fatto
all’u ltimo momen to, insegu endo i tempi, cioè è stato fatto
sposando una logica – dopo poi di rò s u lla legge, che è u n po’
meglio del dec reto – u na logica che insegu iva delle norme
sicu ritarie, non affrontav a neanche u no dei problemi che
invece dovrebbero essere affrontati se la violenza fosse vista
per qu ello che è, cioè non u n’emergenza ma u n fenomeno
stru ttu rale.
50
Oggi io dicevo in Consiglio provinciale u na parola infatti
c’era il Qu esto re che mi gu ard ava e assentiva ad u n certo
punto, è u na normalità ormai per l’Italia. T ragica, u na
tragica normalità, perché dal 2005 al 2012 sono morte per
femminicidio 908 donne, per qu elle che abbiamo censito
noi, noi intendo i centri . L’Eu resans, cioè u n Organismo di
derivazione pu bblica dice 1.459. Qu indi sono nu meri che ti
fanno capire – soltanto per il femmin icidio, che qu indi è la
punta estrema, poi qu ando cominceremo a vedere tu tti i
nu meri legati ai maltrattamenti, agli stalking per come
stanno diventando dopo la legge vedi amo che di emergenza
non c’è proprio niente, è u n fenomeno stru ttu rale che va
avanti nel tempo distribu ito tra le classi sociali, tra i titoli di
stu dio, tra i ricchi e i poveri . È u n fenomeno qu asi
democratico. Cioè perché proprio tocca tu tti eh. se non fosse
u na battu ta tragica direi che proprio non c’è nessu no che si
salva, colpisce i ricchi come i poveri. Noi segu iamo donne
che sono mogli di valenti professionisti della città, person e
rispettabilissime e che probabilmen te lo sono nel lo ro
lavo ro, peccato che poi dopodiché all’i nterno d el lo ro nu cleo
familiare abbi ano u n’idea del rispetto
proprio
corrisponde
a
qu ella
dell’altro che non
rispettabi lità
che
noi
ci
aspetteremmo in relazioni civili.
51
Qu indi colpisce i ricchi, i poveri. La crisi ha sicu ramente
peggio rato la situ azione. Qu indi u n fenomeno normale.
Un decreto che sposa tu tto l’idea che bisogna au mentare le
forme rep ressive, qu indi bisogna au mentare le pene. Bene.
scoppia la rivolta, qu indi si sono rivoltati non solo i
movimenti delle donne, non solo q u elli perché si sono
rivoltati i Giu risti, le Corti Penali – vi invito a leggere che
cosa
hanno
detto
le
Corti
Penali
in
qu el
momento
su ll’improponibilità di u n tema del genere affrontato in qu el
modo. Poi, v abbe’,
per fo rtu na c’è stata u n’au dizione, è
u scita u na legge, la legge n . 119.
La legge n . 119 a me piace poco lo stesso – qu indi così si sa
su bito come la penso – però devo di re che siccome io vivo
nel sistema pu bblico nel mio mes tiere, sono nata nel
pu bblico, io credo che le leggi vadano rispettate e anche che
alle leggi v ada data u na chance. Qu indi è sicu ramente u na
legge che u na cosa importante ha affermato, che è u n reato
gravissimo, ed è grave anche qu ando avviene… o meglio le
relazioni chiamiamole fami liari di fid u cia ne costitu iscono
anche un’aggrav ante.
Noi che la violenza fosse u n reato lo sapevamo , eh. No n
possiamo dire che non avessimo u n sistema di norme civili e
penali che anche prima individu avano la gravità della
violenza. Diciamo che è u n passo in più . E va dato atto che la
52
violenza tra l’altro do mestica, con u n termine improprio
perché più è una relazione affettiv a, n elle relazioni affettiv e
perché tocca anche le ex famigli e, o chi non ha magari u n
legame diciamo è u na coppia di fatto, qu indi non per forza
con
il vincolo
matrimoniale,
per
cu i u n
passo
avanti
sicu ramente c ’è. Qu indi ha affermato u n principio vero di
gravità.
Qu al è però il grande prob lema che ha? Che è tu tta collocata
anche qu esta legge, pu r con delle co se molto importanti…
molto impo rtan te non dimentichiamolo, perché anche su lle
donne straniere introdu ce u n passaggio serio, molto serio
che non c’era perché riconosce ad esempio alle donn e
straniere che sono in Italia per effetto di ricongiungimento …
magari il marito è qu i, si porta la donna. La moglie è qu i,
non lavora, qu indi non ha… praticamente ha u n diritto… mi
corregga,
un
permesso
che
è
legato
prop rio
alla
su a
condizione di moglie. Decide di andarsene d alla fami gli a
perché su bisce violenze o maltrattamenti, oggi come o ggi
perdeva il permesso di so ggiorno , eh, nel nostro paese, era
costretta a tornarsene nel su o paese e magari in u n paese
dove l’av ere lasciato u n marito avrebb e potu to costitu ire non
certo u n’accettazione da parte della s u a famiglia ma magari
u n respingimento u lterio re anche della su a famigli a.
53
Oggi qu esto non c’è. Per fo rtu na la legge n . 119 riconosce chi
ha in qu este… ovviamente con u na violenza accertata ha la
possibilità di avere u n permesso di soggio rno per ragioni
chiamiamole u manitarie – adesso non ricordo b ene come le
hanno definite – ma gli riconoscono la possibilità di non
doversene andare dal paese. Bene, q u indi qu esto e anche
alcu ne altre singo le misu re sono positive.
Il tema grosso, l’approccio , la ragione per cu i io repu to che
qu esta legge… ma lo diceva anche il Sindaco in apertu ra, si a
solo u na parte del prob lema, u na visione di u na parte del
problema è che è molto spinta su lle misu re, è vero, di tu tel a
e le misu re sicu ritarie e di inaspri mento della pena, ma
manca tu tto l’altro pezzo che dovrà esser fatto spero. Qu indi
l’apertu ra di fidu cia è qu esta. L’altro pezzo è per fare
davvero leggi che da u n lato mettano in atto la prevenzion e
della violenza e qu indi le misu re di contrasto prima che la
violenza arrivi. Dall’altro c reano davv ero delle condizioni di
tu tela delle vittime di violenza. Per farlo u no dei grandi
limiti che ha avu to qu esto perco rso è che non è nato da u n
processo di conoscenza reale, è n ato da u n’istanza di
emergen za chiamiamo la popo lare, perché comu nqu e tu tti i
giorni i nu meri erano così alti su lla vi olenza, qu indi si è… e
infatti
d evo
dire
il
Primo
Ministro
ha
detto
nella
introdu zione e nella p resentazione d ella legge n. 119 che
54
nasceva da u n forte sentimento an che di ripu lsa civile,
qu indi di inaccettabilità del fenomeno.
Bene, noi invece la dov remmo conoscere la violenza perché
in realtà noi i dati non li abbiamo. La misu ra cu i faceva
riferimento i l Capitano Nozza è u na misu ra che rigu arda
qu indi la creazione di qu esta rete nazionale, i RIS e i l
monitoraggio non è l’osservatorio è u na misu ra cau telare per
le Fo rze dell’Ordine. Qu ello che manca è u n osservato rio che
metta insieme cosa su ccede nei Pro nto Soccorso , qu ante
sono le donne che accedono nei Pronto Soccorso, qu ante
sono qu elle che per maltrattamenti e violenze arrivano ai
servizi sociali , qu ante arrivano ai centri antiviolenza, qu ante
vengono intercettate da tu tte le F orze che dovrebb ero
costitu ire qu esta famosa rete, comp resi i servizi sociali
ovviamente. Se non ricomponiamo u n osservatorio di qu esto
tipo l’Italia non ce l’ha. Non ce l’hanno le Regioni, non ce
l’hanno le P rovince, i d ati sono in ordi ne sparso.
Qu indi u no dei primi problemi è che in realtà la consistenza
del fenomeno è data per su pposizioni, è data per u na messa
insieme di u n po’ di dati che pos siamo ricompo rre. È
possibile che un paese civile ricostru isca i femminicidi da
u na statistica che fa u n centro antiviolenza che si chiama La
casa
delle
donne
di
Bo lo gna,
p agata,
finanzi ata
dalla
Regione Emilia Romagna e che lo fa sistematicamente tu tti
55
gli anni. E su cosa? su gli organi d i stampa! Oppu re lo
dobbiamo fare attrav erso i l b log dei giorn ali. Il sito … La
ventisettesima o ra d el Corriere d ella Sera ha u n sito che si
chiama La strage delle donne che aggio rna di giorno in
giorno . Non è possibile! Un paese n ormale dev e avere u n
sistema normale p erché dalla conoscenza si programmano le
misu re, se non conosci come fai a p rogrammare qu ello che
devi fare. Gu ardate che l’In ghilterra era messa malissimo,
eh, nel 2003. Aveva u na media di 250 femminicidi domestici
all’anno, sapete qu anti ne ha adesso? Cinqu e! Ma non perché
gli inglesi – lo dicevo oggi – son diventati più bu oni, non
sono
per
niente
più
bu oni,
ma
perché
hanno
scientificamente ado ttato u n metodo integrato che si chiama
il metodo Scottland, che è u no metodi migliori del mondo ,
che ha affrontato qu esto prob lema in u n modo stru ttu rale.
Cioè lo ha affrontato da u n pu nto di vista legale, giu diziario ,
le
politiche…
protezione,
i
dalle
politiche
finanziamenti
sociali
dei
alle
lu oghi
politiche
di
tu tela,
di
i
reinserimenti al lavoro e i l tema si è ri dotto . Qu indi paga.
Paga perché, altra cosa, noi non sappiamo qu anto costa la
violenza all’Italia. Gu ardate che qu esto tema qu i.. o ggi ho
dato dei nu meri che sono nu ovissimi in Consiglio p rovinciale
e ve li ridico anche qu a. Noi pensiamo che la vio lenza su bita
dalle donne sia solo u n problema di sofferenza grandissima,
56
diretta per le persone, rovina la vita. Rovina la vita tu a e dei
figli , rovina la vita dei contesti familiari . Avete visto in
qu esti giorni che ci sono Tribu nali che stanno già accettand o
la costitu zione civile anche dei parenti delle vittime di
stalking. La fami gli a, i genito ri della ragazza… era du e giorni
fa su i giornali , la ragazza di 19 anni che è stata stalkizzata
distru ggendogli la vita per 4 anni, il Giu dice ha accetto la
costitu zione di parte civile e il diritto al risarcimento dei
genito ri con u na sentenza che farà giu risdizione, molto
interessante perché ha ritenu to che qu ello che ha su bito la
figli a non ha danneggi ato so lo lei ma ha compromesso
l’intera u nità fami liare e anche l’equ ilibrio socio-economico
di tu tta la famiglia, che è qu asi saltata per aria avendo in
casa u na figlia in qu este condizioni. Bene, ha dei costi
altissimi per le persone, ma gu ardate che ha dei costi per la
comu nità. Il Dipartimento , qu indi parliamo dello Stato , ha
commissionato ad u na associazione c he si chiama Intervita
u na ricerca, sono appena u sciti i dati e sono stati consegn ati
al Ministero da pochi giorni e ha proprio come ti tolo
“Qu anto costa il silenzio”. Bene, allo ra i danni economici
annu ali della violenza di genere su lle donne ammon tano a
2.300.000.000 all’anno. 14.300.000.000,00 di eu ro sono i
danni
sociali.
460.000.000
di
ricoveri
ospedalieri ,
44.000 .000 di spesa farmacologia, cio è di farmaci necessari
57
per gli eventi depressivi e tu tto qu ello che viene a segu ito
della violenza. 235.000.000 per l’ordine pu bblico, cioè le
spese di ordine pu bblico. 421.000.00 0 di spese giu diziarie,
156.000 .000 di spese sociali per i Co mu ni, 7.800.000 per i
centri antiviolenza. 17 mi liardi! Guardate che c’era u n
confronto interessante, 17 miliardi per fare u n ordine di
paragone l’u ltima Legge di Stabi lità ne vale 11.600.000 .000 .
Allora da u n pu nto di vista anche di crisi economica è u n
paese qu esto che si pu ò permettere di non affrontare in
modo stru ttu rale, serio e pro grammato il tema della violenza
che diventa anche u n danno non solo per le persone, per le
vite u mane ma u n danno anche alle nostre economie. Fo rs e
qu esti dati dovrebb ero fare u n po’ riflettere anche su l piano
economico.
Le cose non vanno bene, ogni anno , no nostante campagne di
informazione, convenzioni, le cose co ntinu ano a peggiorare
proprio perché è u n fenomeno stru ttu rale.
I dati del dipartimento di pu bblica sic u rezza nazionale 2010 ,
qu indi non stiamo parlando di dati d i parte, su lle denu nce
evidenzia nel 2012 u n au mento del 6,5% dei maltrattamenti .
Le denu ncie per stalking sono au mentate del 16,5% . Sono
15.700 solo nel 2012 .
Dal 20 10 oltre 38.000 donne hanno presentato denu ncia.
Allora, anche qu i su u n nu mero vu ol dire benissimo, sempre
58
di più donne prendono fidu cia nella denu ncia, allora alla
denu ncia però sappiamo , dov rebbe fare s egu ito u na cosa…
non è colpa certo di qu esta prima fase della legge, ma se noi
non avremo u na certezza dei tempi dei procedimenti penali
che cosa ce ne facciamo delle donne che denu nciano?
Prima il Maresciallo Marchetti ha detto u na cosa che da un
punto di vista ideale io condivido, eh, è giu sto che le persone
denu ncino, perché è una nazione di diritto , ma io credo, a
differenza su a, che caleranno le denu nce se noi non avremo
degli stru menti per creare la tu tela vera delle donne, non
qu ella detta, v era! Nel perco rso che va dalla d enu ncia allo
svolgimento del proc esso, qu ando ci vogliono magari 4 anni
per arrivare ad u na sentenza, ma chi mi garan tisce, mess e
come siamo, con la pu rtroppo tragicità anche di risorse per
le Fo rze dell’Ordine da u n pu nto di vista economico, cioè d a
u n punto di vista anche di mezzi e d i persone disponibili .
Allora, se v ogliamo garanti re la mes sa in sicu rezza delle
donne dobbiamo avere benissimo u na legge che rende du re
le pene ma dobbiamo costru ire u na continuità che le metta
davvero in u na condizione di sicu rezza po tenziando , non
solo velocizzando i p rocessi, come han fatto in altri paesi.
Intervento fuori microfono
59
PAOLA CAST AGNOT T O – President e Donne e Giu s tizia Ferrara
Certo. Esattamente, esatto . È assolu tamente giu sto. infatti
qu ella è la cosa che aspettiamo per di re d eve esser fatta. La
Spagna, qu ando l’ha scritto nella legge ha fatto però u na
cosa
su bito
dopo,
ha
istitu ito
100
Tribu nali
speciali ,
specializzando dei Magistrati , che non possono essere dei
tu ttolo gi perché la violenza è comples sa, è difficile, tocc a i
sentimenti delle persone, tocca le cos e più profonde dentro
ognu no di noi. Nessu no è capace di mu oversi, bisogna
stu diarla, conoscerla, riconoscerla. P erché facciamo tanta
formazione? Sop rattu tto qu ella che si annida nelle relazioni
familiari , nei rapporti qu elli più delicati per ognu no di noi.
Qu indi di consegu enza la legge che, ri badisco, io spero sia il
primo passo dovrà avere anche u n riassestamento di tu tto il
sistema giu dicante, allo ra potremo di re possiamo di re alle
donne che si avvicina u n momento di messa in sicu rezza.
Oggi le u niche cose su cu i ci possiamo oggettiv amente
appoggiare e io dico però che mentre qu esto è a livello
nazionale e io ho dei grandi du bbi su come è il qu adro
nazionale, ho molta fidu cia nel livello locale, perché invece
nei livelli locali le reti le abbiamo messe in fu nzione. Perch é
il protoco llo che abbi amo da tre anni con la Prefettu ra ha
fatto au mentare la relazione con le Forze dell’Ordine, la
collab orazione e qu indi l’interscambi o e l’aiu to reciproco,
60
con gli ospedali. Ab biamo messo in fo rmazione il corso a cu i
partecipa adesso la Maresciallo Marchetti è un corso per
operatori socio – sanitari , per gli operatori del Pronto
Soccorso, perché imparino a trattare le donne vittime di
maltrattamento e di violenze. Han messo in rete i Servizi
sociali, ha nei ponti i centri antiviolenza. La rete qu i
fu nziona. Qu esta è u n bu on modello e potreb be davv ero
diventare qu el modello che permette di dare segu ito a qu ella
convenzione. I pro blemi sono in altre parti però la rete v a
presidiata. Gli Enti loc ali sono u n pezzo indispensabile. E
l’altro
pezzo
indispensabile
sono
i
cittadini,
perché
comu nqu e la sensibilità dei cittadini attraverso u n ru olo
dell’informazione più competente, pi ù consapevole, che di
più affronta le c au se, le radici, e tratta la violenza come
veramente il fenomeno complesso che è e non come… ormai
devo dire lo leggiamo semp re meno , il dramma di gelosia, la
folli a. Incominciamo a leggere u n po’ di più che cosa c’era
prima. Allora scopriamo che il 10% ormai come ci dice la
letteratu ra di stalkin g, cioè di perso ne che denunciano di
esser persegu itate, finiscono in omicidi. Qu esta è la stori a
che su ccede dappertu tto , eh, qu indi sottovalu tare le denu nce
o sottovalu tare anche le segnalazioni del persegu itamento ,
del maltrattamento alla fine pu ò anche condu rre agli esiti
che dicevamo.
61
I dati non vanno meglio, 14.000 do nne si sono rivolte ai
centri antiviolenza, che sono solo una parte del presidio,
l’anno scorso , nel 20 12, qu est’anno stanno già su perando i
15.000. la Regione E milia Ro magna ha au mentato di qu asi
400 donne, siamo a 2 .480 le donne p rese in carico d ai centri
antiviolenza dell’Emi lia Romagna. Noi a Ferrara nei 10 mesi
del 2013 ne abbiamo già prese in carico 267 delle qu ali 192
per violen ze, 4 nel territo rio di Comacchio. O perché sono
distribu ite in tu tta la Provincia, perché qu este 192 donn e
vengono da tu tta la Provincia e qu alcuna anche fu ori
Provincia, magari per le zon e limitro fe del Veneto.
Abbiamo ancora 11 donne, come l’anno scorso, nella casa d i
fu ga, sono gi rate qu asi 160 mino ri, lo dicevamo o ggi ,
davamo oggi i dati e sono dati parziali, minori dove l’età
prevalente è da 0 a 10 anni, per i qu ali abbiamo u na
convenzione però con i Servi zi sociali perché i minori…
Qu indi un qu adro con u n dato molto serio, per la prima volta
nei dati che stiamo vedendo il 32% dei bambini è vittima
non solo di violenza assistita ma anche di forme di violenza
diretta, qu indi è u n u lterio re peggi oramento , eh. Qu indi
mamme e b ambini che si allontanano da una situ azione di
grande violenza in cu i la responsabilità all’80% anche nei
dati ferraresi come negli altri dati attribu iti al partne r
attu ale o ex partner.
62
Au menta anche la violenza ad opera di giovani, eh. qu indi
noi non avevamo mai avu to più di u no o du e au tori sotto i 29
anni, in qu esti 10 mesi sono qu asi 30! Qu indi occhio, perché
qu ando diciamo che tra giov ani la p arità dei rapporti che
non ci sono i sistemi patriarcali , violenti, attenzione perch é
le cose probabi lmente invece è molto s eriamente da stu diare
e qu indi le campagne di informazion e con la scu ola vanno
au mentate, va au mentato i l lavoro c on i ragazzi, non per
edu carli a non essere violenti ma per edu carli forse ad u na
relazione con il p roprio co rpo divers a, a u na relazione di
rispetto e ad u n’edu cazione sentimentale più che… e qu esta
secondo noi è u na forma di prev enzione efficace.
Gu ardate che stiamo
ricevendo
mo ltissime richieste di
insegnanti. Io ho appena finito u n corso con 30 insegnanti d i
scu ola
secondaria
su periore
che
c hiedono
aiu tateci
a
costru ire anche stru menti per parlare con i ragazzi prima ,
più precocemente possibile.
Qu indi qu esto è il qu adro. È un qu adro dove abbiamo adesso
delle nu ove leggi e non le dob biamo sottovalu tare, ma non
bastano , sono solo un primo pezzo perché il problema è
stru ttu rale a livello mondiale, a livello eu ropeo, a livello
italiano particolarmente acu ito ed anche a livello locale.
Qu indi da fare ce n’è mo lto , sottoscri vere la convenzione s e
credere nella rete e dove ognu no di noi, per il ru olo che
63
abbiamo , è u na cosa importan te p erché fo rse è l’u nica
strategia
per
dire
che
qu esto
tema
forse
possiamo
incominciare ad affrontarlo seriamente per il ru olo che ha,
che non è u n’emergenza. Grazie.
ALICE CARLI – Assessore:
Grazie a Pao la Castagnotto , per u no dei su oi tanti interven ti .
Noi fo rtu natamente siamo abitu ati a i ncontrarla e spesso ci
illu mina, non solo di dati ma anche di iniziative importanti .
Ricordo infatti il 13 dicembre a Raibosola ab biamo u n
importante incontro tra donne, non solo per parlare di
sofferenza anche nel campo lavo rativo e qu indi chi vu ole
venire, dalle17.00 – se non sbaglio – alle 19.00 si pu ò stare
insieme du e ore insomma e parlare no n solo di p roblemi ma
anche incontrarci e magari iniziare u n percorso insieme.
l’invito ovviamente è ap erto a tu tti.
Io
chiederei
se qu alcu no
vu ol fare qu alche intervento
altrimenti mettiamo ai voti la convenzione.
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Prego Consigli ere Di Mu nno.
64
ANTONIO D I MUNNO – Capog ruppo P.D.L. – IL
FARO:
Intanto grazie per qu esta b ella iniziativa, Assessore. Grazie a
tu tti
gli
interv enu ti
precisione,
con
perché ci
pu ntu alità
hanno
su
un
raggu agliato
tema
con
v eramente
drammatico per cu i anche le prospettive su lla nu ova legge,
che va indu bbiamente mi glio rata… lei ha centrato u n tema
fondamentale, Paola, che è qu ello che pu rtroppo in Italia
siamo abitu ati da troppo tempo a legi ferare in emergenza e il
gu aio, il dramma è che non lo facciamo solo a Roma, lo
facciamo ovu nqu e. Chissà, manteniamo la fidu cia e la
speranza che cambi sop rattu tto in qu esto tema dove c’è
u n’atrocità
talmente
veramente
nell’affron tare
ci
grave,
vorreb be
i
problemi.
talmente
un
Ma
altro
importante
tipo
vo levo
di
che
sensibilità
chiu dere
il
mio
intervento solo con u na cosa, s tasera ne abbiamo già anche
discu sso in Consiglio comu nale e abbiamo espresso tu tta la
nostra solidarietà alle donne, ai lavorato ri della lav anderia ,
però consentitemi , vo rrei u n attimo esprimere solidarietà,
ringraziamento anche a tu tte qu elle do nne, alle nostre donne
con la testa alta e con la schiena dri tta che stanno
difendendo il lo ro osped ale. Grazie.
65
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Grazie Consigliere Di Mu nno.
Procediamo con la v otazione se non ci sono altre domande o
interventi .
Intervento fuori microfono
ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio:
Certo.
Bene, procediamo con la vo tazione della convenzione.
Cedo la parola all’Assessore Alice Carli .
ALICE CARLI – Assessore:
Sì, io ringrazio nu ovamente tu tti, rin grazio tu tte le donne
presenti, ringrazio tu tte le associazioni che qu esta sera
hanno collaborato alla c reazione di questo importante inizio .
Ribadisco inizio perché, come ho detto prima le d ate che ci
aspettano sono tantissime. Ringrazio la Presidente di Donne
e Giu stizia del Comu ne di Ferrara. Ringrazio l’avvocato
sempre di F errara. Ringrazio il Capitano dei Carabinieri di
Comacchio Lu ca Nozza, il Maresciallo Marchetti . Insomma
ringrazio veramen te tu tti perché qu esto è u n perco rso che va
66
fatto insieme, qu indi spero in u na continu a collaborazion e
con tu tti qu elli che stasera hanno partecipato. Grazie mille.
67
Scarica

“Convenzione contro la violenza maschile sulle donne