Allegato 1 La sedu ta viene ripres a. “Convenzione contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio “No more” – Adesione”. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Ricominciamo la sedu ta. Iniziamo con u n momento di riflessione per iniziare qu esto pu nto all’O.d.G., cioè la convenzione contro la violenza mas chile su lle donne, il Femminicidio No mo re. Al termine della rappresentazione che verrà avviata - adess o metteremo poi delle sedie qu i al centro in modo da permettere a chi adesso è fu ori dalla porta di poter accedere a qu esta zona del Consiglio co mu nale. ALICE CARLI – Assessore: Attimi di vita, tratto da “L’altra v erità. Diario di u na diversa” di Alda Merini. Quando venni ricoverata per la prima volta in manicomio ero poco più di una bambina, avevo sì due figlie e qualche esperienza alle spalle, ma il mio animo era rimasto semplice, pulito , sempre in attesa che qualche cosa di bello 1 si configurasse al mio orizzonte; d el resto ero poeta e trascorrevo il mio tempo tra le cure delle mie figliole e il dare ripetizione a qualche alunno, e molti ne avevo che venivano a scuola e rallegravano la mia casa con la loro presenza e le loro grida gioiose. Insomma ero una sposa e una madre felice, anche se talvolta davo segni di stanchezza e mi si intorpidiva la mente. Provai a parlare di queste cose a mio marito, ma lui non fece cenno di comprenderle e così il mio esaurimento si aggravò, e morendo mia madre, alla quale io tenevo sommamente, le cose andarono di male in peggio tanto che un giorno, esasperata dall’immenso lavoro e dalla continua povertà e poi, chissà, in preda ai fumi del male, diedi in escandescenze e mio marito non trovò di meglio che chiamare un’ambulanza, non prevedendo certo che mi avrebbero portata in manicom io. Ma a llora le leggi erano precise e stava di fatto che ancora nel 1965 la donna era soggetta all’uomo e che l’uomo poteva prendere delle decisioni per ciò che riguardava il suo avvenire. Fui quindi internata a mia insaputa, e nemmeno io sapevo dell’esistenza degli ospedali psichiatrici perché non li avevo mai veduti, ma quando mi ci trovai nel mezzo credo che impazzii sul momento stesso in quanto mi resi conto di essere entrata in un labirinto dal quale avrei fatto mo lta fatica ad uscire. 2 Improvvisamente, come nelle favole, tutti i parenti scomparvero. La sera vennero abbassate le sbarre di protezione e si produsse un caos infernale. Dai miei visceri partì un urlo lancinante, una invocazione spasmodica diretta ai miei figli e mi misi a urlare e a calcare con tutta la forza che avevo dentro, con il risultato che fui legata e martellata di iniezioni calmanti. Ma , non era forse la mia una ribellione umana? Non chiedevo io di entrare nel mondo che mi apparteneva? Perché quella ribellione fu scambiata per un atto di insubordinazione? Un po’ per l’effetto delle medicine e un po’ per il grave shock che avevo subito, rimasi in stato di coma per tre giorni e avvertivo solo qualche voce, ma la paura era scomparsa e mi sentivo rassegnata alla morte. Dopo qualche giorno mio mari to venne a prendermi, ma io non volli seguirlo. Avevo imparato a riconoscere in lui un nemico e poi ero così debole e con fusa che a casa non avrei potuto far nulla. E quella dissero che era stata una mia seconda scelta, scelta che pagai con dieci anni di coercitiva punizione. 3 A cu ra del laborato rio pro tetto Du ne di sabbia, u no spazio che ospita persone con disabilità e che lavora per migliorare la qu alità della vi ta delle persone in situ azioni di handicap, Cooperativa sociale Giro girotondo. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Ci sono ancora sedie da occupare volendo, se ci sono altre persone di là. Comu nqu e qu i ci sono spazi vu oti. Cedo la parola al Sindaco. MARCO FABBRI – Sindaco: Bu onasera e benvenu te e benvenu ti tu tti. Rivolgo innanzitu tto e probabi lmente dimentic herò qu alcu no, ma poi ci penserà l’Assessore Carli a colmare le mie lacu ne, u n salu to agli ospiti di qu esta sera che, partendo proprio d a qu i, dal nostro tavolo, rappresen tano l’Arma dei Carabinieri, qu indi il Capitano della Compagnia di Comacchio Lu ca Nozza e il Maresciallo della Stazione di Porto Garib ald i Michela Marchetti. [interru zione au dio] …intrap rendiamo rapporti lavorativi su diversi campi è natu ralmen te semp re la benvenu ta qu i con noi a Comacchio, e natu ralmente anche all’Avvocato Mi rella Tu ffanelli, legale dell’ UDI di F errara. 4 Ringraziamo qu indi tu tte le donne d ell’U DI, tu tte le donne del CIF, le Du ne di sabbia, che ci hanno allietato con qu esta presentazione della serata, che, rico rdiamo, ne app rofitto, ricordiamo anche la recente apertu ra di un piccolo centro in cu i i ragazzi e le ragazze possono esporre e possono vendere la loro [incomprensibile] . Qu indi visto che ci avviciniamo anche al Natale la sollecitazione che vi faccio è di visitare il negozietto di piazza XX Settembre perché davvero troverete dei doni meravigliosi per il Natale. Un ringraziamento va natu ralmente anche a tu tti gli altri atto ri, alla cooperativa Gi ro giro tondo, alla cooperativa Wo rk & Service, alle scu ole del territo rio – vedo le ragazze dell’Isti tu to Remo Brindisi, che natu ralmente ringrazio per essere qu i con noi e che sono natu ralmente il nostro orgo gli o perché dalla scu ola parte tu tto . C’è anche qu alche insegnante, qu indi ringraziamo anc he le insegnanti del Remo B rindisi e natu ralmente tu tte le altre scu ole. Un ringraziamento e un pensiero p articolare va natu ralmen te a – e ne abbiamo parlato poco fa, approv ando u n ordine del gio rno con l’u nanimità del Consiglio – a tu tte le lavo ratrici della Servizi Ospedalieri che qu esta sera sono rappres entate dalla signora Niv es Sacchi, che tra le altre cose farà u n interven to su qu ello che è u no dei temi che sicu ramente ci sono più cari in qu esto periodo, u no 5 stabilimento che vede 115 dipendenti, qu asi tu tte donne, e che, come av rete letto dai giorn ali, rischia la chiusu ra a parti re d al 1 gennaio . Qu indi ci sarà qu est’incontro il 2 di dicembre in Regione, al Tav olo regionale e au spichiamo insomma u n’apertu ra dell’azienda, perché qu ella è veramente u na delle aziende non soltanto più importanti del territo rio in termini nu merici ma soprattu tto per la rappres entanza di donne. Come è noto dopo u n perco rso abbastanza lu ngo e to rtu oso l’11 ottob re sco rso il Senato ha approv ato i l dec reto legge su l femminicidio su cu i si era già espressa favorev olmente la Camera d ei Depu tati. Un riconoscimento che arriva a tu tte le donne e alla loro dignità e che va nel senso di bandire o gni fo rma di vio lenza e che finalmente, dall’approv azione soltan to della ora, a d istanza convenzione di 34 anni su ll’eliminazione di tu tte le fo rme di discriminazione contro le donne avv enu ta da parte dell’Assemb lea Generale delle Nazioni Unite, possiamo finalmen te van tare anche noi come Paese Italia. La convenzione Femminicidio No More che ci troviamo a discu tere e a sottosc rivere qu esta sera è senza du bbio u na tappa importante, che vu ole segnare u n vero e propri o spartiacqu e rispetto al passato, affin ché la condanna alla violenza su lle donne non sia più trattata co me u n fatto 6 privato ma che divenga innanzitu tto u n fattore cu ltu rale e giu ridico ma soprattu tto anche u n riconoscimento politico di qu ello che è stato i l percorso del nos tro paese negli u ltimi 60 anni. Qu ello che è per l’appu nto considerata come la cu lla della civiltà pu rtroppo ci ha visti distan ti dalla pari tà di genere ed è abb astanza ovvio che i diri tti civi li non hanno ancora trov ato piena ci ttadinanza. Qu indi sicu ramente sottolineavo poco qu ello fa, non che è dobbiamo un fare, semplice come passaggio bu rocratico - che seppu r importantis simo non pu ò bastare attrav erso u na mera ado zione di u na legge - un provvedimento per reprimere i sopru si e le violenze contro le donne ma deve diventare u na svolta di stampo cu ltu rale per l’appu nto e sociale, cap ace di fare qu esto passaggio . Qu indi ci au gu riamo di dar vita ad u na nu ova stagione, partendo dalle fami glie, partendo dal mondo della scu ola, dal mondo d ell’associazionismo , che qu i su l territorio è molto radicato , affinché ogni fo rma di violenza, v erbale o fisica che sia, venga definitivamente interro tta. Sicu ramente la legge su l femminicidio è u n passaggi o importante che va in qu esta di rezione ma non pu ò bastare se non accompagnata per l’appu nto da una reale vo lontà di riconoscere qu esto cambiamento cu ltu rale. 7 Qu indi a qu esto scopo sicu ramen te è determinante… [interru zione au dio] …in qu anto insomma soltanto in qu esto modo possiamo gettare le basi per u n fu tu ro in cu i la parità di genere ven ga finalmente riconos ciu ta non soltanto a livello giu ridico ma soprattu tto a livello per l’appu nto sociale e cu ltu rale. Io lascerei a tal proposito la paro la all’Assessore alle Pari Opportu nità Alice Carli per u n breve in terv ento . Grazie. ALICE CARLI – Assessore: Grazie. Bu onasera a tu tti i presenti. Sono veramente felice finalmente di vedere u na sala Consiglio così piena e qu indi significa che c’è interesse, che c’è attenzione per qu esto tema. Qu indi ringrazio tu tte le donne qu i e anche gli u omini che sono presenti qu esta sera. Mi aggiu ngo anch’io ai ringraziamenti che ha fatto il Sin daco ovviamente un ringraziamento speciale v a ai ragazzi di Du ne di sabbia che sono stati veramente molto b ravi , qu indi vi ringrazio . Un altro ringraziamento speciale va alle mie collaboratrici dell’Ufficio Istru zione e cu ltu ra perché devo dire che è anche merito loro se oggi siamo riu scite ad arriv are fin qui a qu esto importante progetto che è… voi vedete o ggi , 2 5 novembre, ma è l’inizio di u n percorso molto lu ngo che abbiamo iniziato fin dai p rimi tempi del 20 13. 8 Oggi avete visto all’esterno del Comu ne delle scarpe rosse, sono le scarpe rosse che devono ricordare tu tte le donne che hanno su bito violenza, o meglio sono s tate u ccise nel 2013. Qu est’anno sono state u ccise 128 donne. È u n nu mero molto alto , è u n nu mero che pu rtroppo è in c rescita e qu indi qu elle scarpe, o gni scarpa rappres enta il dolore, la violenza, i l sangu e di qu elle donne che è stato versato . Cerchiamo di no n dimenticarlo. Come dicevo prima, nel co rso del 2013 abbiamo fatto mo lti incontri con tu tte le associazioni del territo rio, partendo dal UDI, dal CIF , dalla co operativa soci ale Giro girotondo, la Work & Service, le Di rigenti scolastiche, le insegnati di tu tte le scu ole di ordine e grado del territo rio e insieme abbiamo deciso di costru ire u n percorso lu ngo, mo lto lu ngo, perché vede piccoli passi, ma passi ben definiti, con degli obiettivi importanti perché c rediamo che con la conoscenza e con l’info rmazione si possa arrivare alla prevenzione. Senza d i qu esto e quindi il coinvolgimento di tu tte le scu ole è difficile arrivare alla prevenzione. Come dicevo p rima o ggi è i l 25 novemb re. Il 25 novemb re è riconosciu to come Giornata internazionale contro i l femminicidio e ci sono state donne che in passato hanno perso la vita ed è per qu esto che è stata riconosciu ta qu esta data. 9 Oggi noi siamo qu i per poter approvare u n’importante convenzione denominata F emminicidio No More. Qu esto docu mento è stato scritto , come dicevamo prima nell’ottobre del 2012 da impo rtantissime associazioni nazionali qu ali l’UDI, Cas a In ternazio nale delle donne, Dire, Giu lia, Telefono rosa e Piattafo rma [incomprensibile]. Perché? Perché vu ole essere u na piattaforma di contrasto alla violenza degli u omini su lle donne. Sono mo lti gli obiettivi di qu esta convenzione, io ne ho scritti alcu ni, ma poi chi ha u na professionalità, chi ovviamente fa qu esto [incomprensibile]. Io ne cito solo alcuni che è qu ello di chiedere all’Istitu zione del Governo d i verificare l’efficacia del Piano Nazionale contro la vio lenza, chiedere la ratific a immediata della convenzione in Consiglio d’Eu ropa su lla prevenzione ed i l contrasto della vio lenza contro le donne e della violen za domestica. In materi a di prev enzione e di co ntrasto si chiede che bisogna costru ire e rafforzare il sistema di servizi pu bblici convenzionati su l territo rio, p romu overe la c reazione di reti locali co mpeten ti tra tu tti i setto ri che sono coinvolti ovviamente nella p revenzione. E anche qu ello di organizzare ad esempio co rsi di formazione che permettano di capire la differenza di genere e la vio lenza di genere. 10 Oggi qu indi ci troviamo qu i ad iniziare u n percorso, u n percorso che ci ved e impegn ati in imp ortanti pro getti fu tu ri. Noi ab biamo già alcu ne date impo rtanti, a tal proposito voglio ricordare ad esempio la gio rnata del 3 dicembre, che è la Giornata Internazionale delle perso ne disabili, i l pro getto eu ropeo Dafne, che abbiamo candidato grazi e alla forte collab orazione di Donna e Giu stizia. In fatti solo grazie a loro siamo riu sciti a partecipare. Il pro getto che abbiamo con le scu ole dell’infanzia con la parità di genere rivolte sia ad edu catori che genito ri. Faremo u na mini rassegna foto grafica dedicata alle donne e il 13 dicembre abbiamo u n importante incontro a Raibosola , grazie al pro getto Comu nità Lab , su l tema della sofferenza in ambito lavo rativo delle donne. Abbiamo il nostro famosissimo, mi permetto di dirlo , Marc o Donna, che [incomprensibile] importanti iniziative ed anche l’ev ento [incomprensibile] femminile i taliano . Insomma si cerca di fare delle tappe concrete, di divu lgare informazione. Chiedo qu indi a qu esto Consiglio, dopo i l dibattito , di prenderci un impegno istitu zionale per contrastare la violenza di genere. Ora, dopo il mio interv ento lascio u n momento di riflessione con la p roiezione del video “Piccole cose di v alo re non qu alificabile”. Grazie. 11 Brigadiere: La qui presente Boitani Francesca, nata a Roma e ivi residente sporge denuncia per il furto subito nel suo appartamento , ubicato in Roma alla via Cerveteri 2 1, 4° piano, scala B, interno 9 . Allora signorina, mi dica che cosa l’è stato sottratto . Boitani Francesca: Tutti i miei sogni, Brigadiere. Brigadiere: Allora, “Tutti i miei soldi”, in ammontare di? Boitani Francesca: Non i miei soldi. I miei sogni. Brigadiere: “Tutti i miei sogni”. In numero di? Quanti erano questi sogni, signora Boitani? Boitani Francesca: Tantissimi. Davv ero tanti . Tu tti quelli che può avere una ragazza. Brigadiere: “La denunciante Boitani Francesca non ricorda il numero esatto dei sogni sottrattigli ”. Ora , signorina, mi dovrebbe dire quando è avvenuto il furto . Boitani Francesca: Non saprei dirlo con precisione. Brigadiere: Si sforzi signorina, minuto più, minuto meno . All’incirca va. Boitani Francesca: Direi negli ultimi dieci anni. Brigadiere: Negli u ltimi dieci anni, dunque mo’ siamo nel 1999 meno dieci… sì, “Dal 1989 al 1999, anno 12 corrente a codesta denuncia”. Ora mi descriva il contenuto dei sogni sottrattegli , signorina Boitani. Boitani Francesca: Non saprei neanche da dove cominciare. Brigadiere: Signorì, e cominci da dov e vuole. Basta che me ne descrive alcuni, quelli più importanti. Boitani Francesca: Sicuramente l’amore. Brigadiere: Eh, l’amore. L’amore è troppo generico, signorina. Sia più precisa, il colore, le dimensioni, la forgia . Boitani Francesca: Un amore. Un amore grande. Brigadiere: “Numero all’apertura 1 alare amo re della di dimensioni suddetta pari Boitani Francesca”. Boitani Francesca: Un amore fatto di piccole cose, cose semplici. Brigadiere: Suppelletti li. “Suppelle ttili e piccole cose di valore non quantificabile”. Andiamo avanti. Boitani Francesca: È scomparsa la fiducia, in me stessa e anche negli altri. Brigadiere: Benissimo “Numero 1 fiducia in sé stessi”. Quella negli altri non la possiamo mettere perché non è di proprietà. Cos’altro? Boitani Francesca: Cos’altro… è di ffici le dire. 13 Brigadiere: Con calma, signorina, non si preoccupi, faccia mente locale. Tanto non ci corre di etro nessuno, anzi… solitamente siamo noi che corriamo dietro la gente… cioè, nel senso... voglio dire che abbiamo tutto il tempo che vuo le. Boitani Francesca: Anche certi piccoli gesti mi hanno rubato. Vorrei ri trovare la dolcezza di una mano che ti accarezza i capelli . Brigadiere: “Una mano” Boitani Francesca: Sì. Una mano che ti dia coraggio, che ti sfiori la testa. Brigadiere: Signorì, la descrizione di per sé è sufficiente, una mano è una mano. Boitani Francesca: Un’altra cosa ti rendi conto che è importante soltanto quando non ce l’hai più : il ricordo di una canzone. Ha presente, Brigadiere? Brigadiere: Come no, signorina? Chi non possiede almeno una canzone? A me per esempio mi piace tanto quella… se la ricorda quella che fa “Parlami d’amore Mariù, tu tta la mia vita sei tu…” Quella sì che è una bella canzone, mi ricorda l’estate a Monopoli, Provincia di Bari. Boitani Francesca: A me mi è stato ru bato. 14 Brigadiere: Beh, “La denunciante Boitani Francesca aggiunge che le sono state sottratte numero 1 canzone di autore imprecisato”. La v edo stanca. È stanca? Boitani Francesca: No, possiamo conti nuare. Brigadiere: Signorina, mi faccia capire meglio, questi sogni dove erano custoditi? Nella camera da letto? Ne l salone? In un cofanetto? In una cassaforte? Dove li teneva, signorina? Boitani Francesca: Erano nel fondo del mio cuore. Brigadiere: C’era un allarme? Boitani Francesca: Mi fidavo. E poi ho cominciato a sentire che si stavano sporcando. Brigadiere: Ah! questo non me l’ha detto . Lei vuole dire che prima che le rubassero i sogni ha notato sopra delle macchie? delle impron te, va . Boitani Francesca: Sì, possiamo dire macchie, ombre . Ero confusa, ho cominciato a sentire che mi stavano derubando dal profondo ma non volevo ammetterlo , mi sentivo in colpa. Brigadiere: Forse se avesse denunciato prima la presenza delle impronte… chissà. Boitani Francesca: Mi fidavo, gliel’ho detto. 15 Brigadiere: Mai fidarsi, signorina, io lo dico pe r esperienza, potrei essere suo padre. Boitani Francesca: Posso avere un bicchier d’acqua per favore? Brigadiere: Certo glielo porto subito. Signorina… no, non volevo spaventarla. Le ho portato l’acqua. Boitani Francesca: Grazie. Brigadiere: Signora Boitani, adesso mi deve aiutare lei a capire certi punti che mi sono poco chiari. Insomma, io non voglio entrare nei particolari , però ci devo entrare. Questi sogni che sono scomparsi, il più impo rtante dei quali è un amore grande come ha detto lei … insomma, i o le chiedo d i raccontarmi la dinamica, esattamente quello che è successo. Boitani Francesca: Cerchi di capirm i, io non posso dirle esattamente come sono andate le cose, che ne sapevo io dell’amore? Pensavo fosse così. Per tutta la vita ti insegnano a mitizzarlo e c osì cresci con l’idea che l’amore è buono, è buono e basta. Non ci sono cartelli c he ti avvertono di stare attenta o cani poliziotto p ronti a difenderti . Non ci sono istruzioni, anzi , spesso le regole le scrive chi è pi ù forte di te . È successo esattamente come le ho 16 raccontato, Brigadiere. Una matti na mi sono svegliata è ho scoperto di essere stata derubata di tutti i miei sogni. Non posso dirle di pi ù. Brigadiere: Mi scusi ma perché lo denuncia solo ora? Boitani Francesca: Brigadiere, mi sentivo in colpa . Brigadiere: Già. Ha sospetti su qualcuno? Signorì, io capisco che non è facile, ma se lei è qui vuol dire che i suoi sogni li vuole ritrovare. Ci vorrà del tempo, pu rtroppo non è come ritrovare una Punto. Boitani Francesca: Lo so. Brigadiere: Lo sa. Bene, abbiamo quasi finito, solo un attimo di pazienza. [scrive a macchina] Adesso rilegga la sua deposizione e metta una firma in calce. Legga attentamente, sa, una volta fi rmato un verbale è come se l’avesse scritto le i stessa. Boitani Francesca: “Roma, 8 agosto 1999. In data odierna la qui presente Boitani Francesca, nata a Roma , il 17.6.7 5, utili zzando un linguaggio sibillino dichiara di aver subito ripetutamente atti carn ali a scopo di libidine dal di lei padre e dichia ra altresì di esserne stata profondamente danneggiata nel fisico e nel morale”. ALICE CARLI – Assessore: 17 Adesso apriamo la discu ssione, il dibattito e o ra l’intervento del Capitano Lu ca No zza. Grazie. LUCA NOZZA – Capitano Compagnia dei Carabinieri Comacchio …di potersi aprire, qu indi di poter trov are la fo rza e il coraggio di d enu nciare le vio lenze di cu i è rimasta vittima proprio perché si è trovata di fronte ad una donna che poteva capi re il disagio che si veniva a creare, l’imbarazzo che c’era nel parlare di determinate co se con u n u omo. Allora con la prima lastrina ho estratto… l’ho preparata prendendo ad esempio i fatti degli u ltimi mesi, gli u ltimi eventi che hanno visto le donne u ccise da u n altro u omo. La ragazza u ccisa mentre faceva jo gging in u n parco a Udine. Uccide la moglie e si toglie la vita in Calabria. Un’altr a donna u ccisa dal convivente a Piacenza. A rrivan o intercettazioni e braccialetti elettronici. Qu esto è qu ello che è l’aspetto giu ridico, che poi ved remo col decreto legge dell’agosto 2013 provvedimenti sempre più severi con lo stalking. Cade d al tetto del capannone spinta dall’ex marito armato di u n’ascia. Ho dato u na prima definizione di qu ello che potrebbe essere il femminicidio, che non è altro che u omini che odiano le donne. Uomini che maltrattano le donne. Abbiamo visto 18 anche nei recenti dati sono tanti ssimi. Poi vedremo , snocciolandoli, i nu meri che mi sono portato. Vedremo le denu nce fatte, che sono u na minima parte dei fatti che veramente su ccedono. Qu esta sera av rete visto , chi ha avuto modo di senti re i telegio rnali d ella s era o d ella gio rnata, in occasione di qu esto femminicidio hanno dato i nu meri delle donne u ccise negli u ltimi 3 – 4 anni, 2 .956. Per fortu na c’è stato u n calo , non di tanto ma u n calo si è avu to, fi no ad arrivare alle 12 4 donne u ccise a parti re d al 1 gennaio di qu est’anno. Cos’è il femminicidio? È u na forma estrema di violenza contro le donne e pu ò avvenire attrav erso molteplici condotte, possono essere tantissimi i comportamenti per fare violenza, i maltrattamenti in famiglia che non devono essere p er fo rza maltrattamenti di natu ra fisica, anche psicologica. Mettere in u na posizione di sudditanza psicologica, qu indi obbligare la donna a certi comportamenti da parte del marito. Una violenza fisica, psicologica, sessu ale, economica. Magari obb ligando la donna a non lavo rare affinché il marito , l’u omo o il compagno abbi a in mano il potere economico per decidere come poter disporre della situ azione familiare, cu ltu rale, c omu nitaria, comu nqu e esponendo sempre la donna in u na posizione di inferio rità 19 rispetto all’u omo e cu lminano, possono cu lminare co n l’u ccisione della donna, col su icidio. Perché spesso qu ando ci sono i suicidi il 118 chiama i Carabinieri? Perché? Perché si potrebbe far presu pporre u n’ipotesi di istigazione al su icidio. Qu indi è u n reato . Qu indi istigare, portare la persona a gesti estremi fino a to gliersi la vita. Il termine femminicidio è stato coniato all’inizio del 2000 qu ando ci fu u na strage di donne su l confine tra gli Stati Uniti e il Messico, qu ando fu rono trovate nelle fosse comu ni diverse cen tinaia di donne morte. Da lì venne coniato il termine di femminicidio e la Comu nità Internazionale du rante qu esti anni si è sempre battu ta affinché fosse riconosciu to il reato di femminicidio. E oggi siamo qu i perché finalmente con qu esto decreto legge è stato finalmente dato u n senso, u n termine forte alle violenze contro le donne. Ecco, qu a i maltrattamenti – qu esti sono dati riferiti fino all’anno 2009. Sono fenomeni molto estesi e comu nqu e è u n fenomeno che non ancora… non tu tti i fatti di maltrattamento in fami glia ven gono denu nciati all’au torità giu diziaria tramite noi, tramite le Forze di Polizia, direttamen te alla Procu ra. Le donne c he su biscono violenza per il 61% d ei casi hanno u n’età compresa tra il 28 e i 47 20 anni, l’82% sono italiane, il 63% svolgono u n lavoro e la cosa che fa più riflettere professionale medio è il – 60% alto , c he hanno q u indi un lavoro anche delle professioniste. Uomini che agiscono con violenza sono sempre in età compresa… sono il 51% di nazionalità l’85% e occu pati il 75% di cu i la metà ha u na professionalità medio – alta. Soltanto il 15% dei maltrattamenti è registrato all’Au torità Giu diziaria, perché spesso anche qu ando interv eniamo in caso di liti tra marito e moglie la maggio r parte sono reati procedibili a qu erela e qu indi se non c’è u na condizione di procedibilità e qu indi u na qu erela p resentata d alla parte offesa, il Magistrato , il Pu bblico Ministero , benché noi gli inviamo le nostre annotazioni di Polizia Giu diziaria circ a l’intervento fatto , ma se non c’è u na condizione di procedibilità qu indi u na richiesta di pu nizione espressa per iscritto dalla donna, tranne alcu ni casi che poi vedremo, i l Pu bblico Ministero, qu indi il Magistrato non pu ò andare oltre. Gli aspetti giu ridici, eccolo qu i, qu ello di cu i vi parlavo prima, i l decreto legge del 14 agosto 2013, ha portato delle novità per qu anto rigu arda i maltrattamenti in fami glia, per qu anto rigu arda la violenza sessu ale, per qu anto rigu arda lo stalking. 21 Allora, maltrattamenti in famiglia. Ha introdo tto delle aggravanti specifiche, il deli tto perpetrato . Qu indi il maltrattamento in famiglia alla presenza di mino ri degli anni 18 . Il vecchio articolo su i maltrattamenti in famiglia p reved eva solo alla presen za d i minori. Qu indi ha introdotto che il delitto perpetrato anche con la presenza d ei minori . La violenza sessu ale aggrav ata ai danni di donne in stato di gravidanza e u n’aggravan te specifica p roprio che il co lpevole sia il coniu ge ovvero u na persona c he è stata legata… è legata o è stata legata a u na relazio ne affettiva, qu indi il convivente, l’ex fidanzato sono tu tti reati aggravati perché c’è stata u na relazione affettiv a. Abbiamo gli atti persecu tori che è stata amp liata anche la [incomprensibile] stalking, degli commessi dal atti persecu tori, coniu ge il du rante cosiddetto il vincolo matrimoniale o perpetrati con stru menti info rmatici e/o telematici, e-mai l, messaggi col telefonino, telefonate , insomma tu tti qu ei mezzi di comu nicazione che vanno oltre alle semplici minacce o ai semplici atti persecu tori tra persone. Spesso vengono anche postati su i social network i fatti personali legati alle persone. An che qu esto pu ò essere assimilata, qu alora rientra, la persona porta la pagina dove è 22 postato il fatto persecu torio e qu indi noi lo alleghiamo poi alla denu ncia. Giova precisare che u na delle innovazi oni importanti , anche in relazione ai fatti di sangu e che sono avvenu ti negli u ltimi tempi con l’ammonimento che esu la dall’aspetto penale. Qu indi una richiesta che viene specificatamente fatta d alla parte o ffesa che ancora non ha procedu to a proporre qu erela, ma viene in Caserma e chiede di ammonire la persona che fa atti persecu tori – che abbiam visto pu ò essere il compagno , il fidanzato, l’ex fidanzato, il coniu ge da cu i si è separati – il Qu estore deve prendere dei provvedimenti in materia di armi , per evi tare appu nto che se la persona è u n cacciatore, au tomaticamente i l Qu estore emette u n decreto di detenzione di armi . E poi abbiamo u na creazione di u na rete nazionale su l fenomeno della violenza in genere. Qu esto è u n aspetto che rigu arda l’arma dei Carabinieri, attraverso il RIS, dov e vengono inoltrate tu tte le nostre segnalazioni che vanno al reparto di analisi criminologiche del RIS di Roma che è composta dal reparto di analisi criminologiche, dalla sezion e atti persecu tori, u na sezione di analisi e u na sezione di supporto di psicologia investigativa. Qu indi in determinati casi loro anche attivati, sia da noi direttamen te, che dal Pu bblico Ministero ci possono dare degli spu nti su come 23 aiu tare la persona, la vittima di qu este violenze. Qu esta è stata u na carrellata velocissima per non annoiare troppo . Se avete domande c’è anche il Maresci allo Marchetti che pu ò rispondere. MICHELA MARCHETTI – M arescial lo Staz. C arabini er i Porto G aribaldi Io vo levo solo dire, ecco, p resto s ervi zio presso la Stazione dei Carabinieri di Porto Garib aldi, per qu anto ri gu ard a qu esto tipo di reati ho notato che le donne molto spesso vengono in Caserma sop rattu tto per far p resente la situ azione di disagio, il che personalmente fa mo lto piacere perché almeno abbiamo modo, u n attimino, di entrare in qu este realtà. Molto spesso appu nto vengono, si sfo gano e poi non portano av anti qu ello che in determinati c asi sarebb e pu rtroppo la cosa giu sta, cio è sporgere u na qu erela. Il Capitano mi faceva p resente che nella nu ova normativ a le Forze dell’Ordine, nonché i Presidi sanitari , le Is titu zioni Pu bbliche sono obbligate a d are le informazioni relative ai centri antivio lenza presen ti su l territo rio. Io per qu anto rigu arda qu esta cosa sono stata fortu nata perché ho preso parte ad u n corso formativo appu nto su ll’accogli enza d elle donne vittime di violenza grazi e al qu ale sono venu ta a conoscenza del Centro Donna e 24 Giu stizia, diciamo, ecco , riesco a dare qu alche informazion e in più alle persone che ven gono, anche ai colleghi che lavo rano con me e qu indi diamo anche degli opu scoli alle donne vittime di violenza su i qu ali c’è scritto insomma nu meri di telefono , indirizzi che possono fare per pote r avere delle informazioni e sentirsi meno sole, perché dal punto di vista penale sicu ramente noi riu sciamo a fare qu alcosa però per tu tto qu ello che è il con torno sociale abbiamo bisogno di mo ltep lici forze d a mettere insieme. E qu indi dicevo che molto spesso ritengono su fficiente i l parlare di qu esto problema. Però ecco, molto spesso sarebb e meglio proprio andare avanti penalmente parlando e qu indi sporgere u na qu erela e attivare tu tto q u ello che è u n servizio a lo ro favo re dal pu nto di vista penale, sociale, eccetera. Altre volte ho notato che le donne vengono convinte di sporgere u na qu erela, consapevo li di q u ello che hanno su bito per anni, per mesi, in base alle… anche per decenni pu rtroppo, poi al termine della nostra chiacchierata, qu ando si tratta di mettere nero su bianco, hanno già cambiato idea, perché magari qu ello che hanno detto, lo sfogo che hanno avu to per loro è già su fficiente, e in u n certo senso hanno già digeri to tu tto qu ello che hanno su bito per qu egli anni, qu ei decenni, qu ei mesi, ecco . 25 Qu indi non dico che per forza biso gna agi re penalmen te, perché in base alla coscienza perso nale, poi si tratta di legami soprattu tto tra coniu gi ma anche tra fidanzati che sono molto fo rti , e anche e soprattu tto in presenza di figli , però bisogna u n attimino lavo rare i n maniera u n po’ più energica su qu ella che è la consapevolezza della donn a rispetto a qu esti reati , cercare u n atti mino di essere u n po’ più du ri, perché il fatto di non fare mai niente pu rtroppo fa sì che si crei u na situ azione in cu i il so ggetto di qu ella particolare situ azione si senta, così abilitato a qu ella serie di condotte e così tu tto il res to della soc ietà, ecco. Biso gna u n attimino fare qu ello sfo rzo in più per cerc are di fare u n cambiamento. Ecco , io solo qu esto volevo dire. Intervento dal pubblico: È su fficiente la denu ncia senza presen za di testimoni? MICHELA MARCHETTI – M arescial lo Staz. C arabini er i Porto G aribaldi Beh, la denu ncia non è detto che sia su fficiente, però è u n punto di partenza perché mo lto spess o qu este situ azioni si consu mano all’interno delle pareti della fami gli a, altre volte no. Però, diciamo, la maggio r parte delle volte sono 26 situ azioni che si protraggono da anni qu indi sicu ramente si trov ano delle b asi su cu i lavorare, ecco . Poi la su fficienza… qu ella è sempre mo lto relativa perché noi facciamo il p rimo passo e cerchiamo sempre di dare stimolo alle indagini, poi serve insomma tu tto il res to. Sì, ecco , per qu anto rigu arda poi i l reato di stalking adesso è stata approvata l’i rrevocabili tà della denu ncia, come per i l reato di violenza sessu ali per i qu ali c’è tempo per sporgere la qu erela 6 mesi dal mo mento in cu i si è verificato il fatto . È stata anche sancita l’irrevocabi lità d ella qu erela ovvero la maggior parte, la stragrande maggio r parte delle qu erele possono essere rimesse. Che signifi ca? Che io vado in caserma, denu ncio Tizio, poi fino al giorno in cu i non c’è u na sedu ta davanti a u n Giu dice io posso comu nqu e decidere di togliere qu ella qu erela, come se non fosse mai esistita, ecco, nel caso dello stalking, come nel caso della violenza sessu ale non si pu ò più ritirare. Anche qu esta è u na vittoria perché libera, per così dire, la donna da qu ell’altra violenza che il coniu ge, il fidanzato, chicchessia pu ò fare su di lei al fine di convincerla a togliere la qu erela, qu indi u na volta fatta qu ella resta, cioè è inu tile qu alsiasi altra violenza pe r poterla togliere. 27 ANTONIO D I MUNNO – Capog ruppo P.D.L. – IL FARO: [Intervento fuori micro fono] MICHELA MARCHETTI – M arescial lo Staz. C arabini er i Porto G aribaldi Sì, ad esso noi possiamo interveni re d ’u fficio qu alora interveniamo appu nto in una flagran za di reato , cosa che prima non potevamo fare. Potevamo fare tu tte le nostre segnalazioni, però se la signora, la ragazza diceva: “No , io non voglio spo rgere qu erela” il nostro lavo ro in u n certo senso si fermav a lì a parte u n continu o monitoraggio della situ azione, certo , i nostri mezzi e le persone sono limitate, qu indi qu ando vengono persone in Caserma e fanno pres ente situ azioni o denu nciano è impossibile per noi tenere sotto controllo tu tte le situ azioni, anche in una realtà piccola come qu ella di Porto Garib aldi, vi assicu ro che ce ne sono di casi e è impossibile tenerli tu tti sotto contro llo , però gi à sapere che in qu ella determina via, a qu el nu mero civico, ci possono essere le situ azioni particolari magari ci si fa u n passaggio in più . Fermo restando che adesso se noi interveniamo in flagranza di reato possiamo agire finalmen te d’u fficio, addirittu ra allon tanare il coniu ge se è il caso. Sempre natu ralmente 28 dietro l’au torizzazione d el Pu bblico Ministero , però se c’è u na situ azione veramente di pericolo per la signo ra possiamo richiedere l’allontanamento dalla casa coniu gale. ANTONIO D I MUNNO – Capog ruppo P.D.L. – IL FARO: [Intervento fuori m icrofono] …salvagu ardia per u na eventu ale separazione, [incomprensibile] dal condominio dove qu alcu no ti telefona: “Gu arda che nell’appartamento …” MICHELA MARCHETTI – Staz. Carabini eri P ort o Garibaldi Ma magari. Magari, però pu rtroppo c’è molta omertà anche per qu este cos e, qu indi il vicino che abita alla po rta accanto , che abita al piano di sopra… io per esempio nella mia piccola esperienza non ho mai ricevu to qu alcu no che mi dicesse andate a contro llare perché ho sentito o ho visto. Ripeto, è impossibile tenere sotto monito raggio tu tte le situ azioni però da lì pu ò partire u n po’ u n’analisi anche da parte nostra, qu anto meno sapere che c’è qu ella determinata situ azione. Poi a me piace anche il con tatto con le persone, e anche ai colleghi, qu indi magari riu scire a fare du e chiacchiere per capi re e ved ere u n attimo di cosa si tratta fa sempre b ene, ecco. 29 Però nella mia piccolissima esperienza non è mai su ccessa. LUCA NOZZA – Capitano Compagnia dei Carabinieri Comacchio Poi la prima cosa che si fa qu ando interveniamo su qu esti casi è veri ficare su bito il possesso di armi cu i procediamo [incomprensibile] ai sensi dell’art. 38 del Testo Unico delle Leggi di pu bblica sicu rezza, qu indi se verifichiamo su bito se la persona ha delle armi rego larmen te denu nciate in qu el caso lì ai sensi appu nto dell’art. 38 gliele sequ estriamo in via amministrativa, qu indi gli vengono tolti immediatamente sia le armi che le mu nizioni. Poi parte u na segnalazione – qu esta d’u fficio direttamen te – dov e gli viene to lta la possibilità di detenere armi, i l divieto di detenzione di armi emesso dal Prefetto [incomprensibile] e le armi vengono su bito messe da parte. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Bene, se non ci sono altre domande ringraziamo con u n applau so il Capitano Lu ca No zza e i l Maresciallo Marchetti . E ora chiediamo l’interv ento di Nives Sacchi, la lavoratric e dei Servi zi Ospedalieri . Prego . NIVES SACCHI – Dipendente Servizi Ospedalieri: 30 Bu onasera, io sono u na delle 120 ragazze che fra poco di u n mese siamo tu tte disoccupate. Ci chiudono l’azienda, alcu ne vengono mandate a F errara, altre, chi vu ole ci vogliono mandare a Teramo. Noi abbiamo dei bambini piccoli, abbiamo dei mariti e noi a Teramo non ci vogliamo andare perché noi siamo cittadine comacchiesi e vogliamo lavo rare a Comacchio. Sono v enu ti a settemb re, ci avev ano detto: “Fate du e ore di cassa integrazione, l’azienda non verrà chiu sa”, dopo neanche un mese ci han detto: “Siete tu tte fu ori”. Noi vogliamo lavo rare, siamo donne, abbiamo il di ritto d i lavo rare. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Chiedo u n intervento di Mirella Tu ffan elli . Avvocato. ALICE CARLI – Assessore: Ricordava il Sindaco appu nto l’appu ntamento del 2 dicembre che verrà fatto proprio per cerc are di chiarire la situ azione appunto di qu esta grav e situ azione lavorativa che vede delle donne ma vede delle famiglie e dei bambini in grave disagio, qu indi insomma cerchiamo di… il lavo ro è u n diritto e av erlo ancor di più . Quindi mi raccomando stiamo vicini anche a qu este fami glie. Grazie. 31 ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Grazie Assessore. Ora interviene Mirella Tu ffanelli, Avvocato Unione Donne Italiane di Ferrara. Prego . MIRELLA TUFFANELLI – A vvocat o U.D.I. Ferrara: Grazie per qu est’invito ma grazie soprattu tto per la vostra presenza, per le parole con cu i il Sindaco ha introdotto qu esta sedu ta, eccezionale, strao rdinaria del Consiglio con u na presenza così composita che dà tu tto il senso all’iniziativa per trattare u n tema che non pu ò essere risolto da singole associazioni, da singole donne, da singo li u omini. È qu anto mai impo rtante vista la grav ità del fenomeno . Si è parlato su bito di femminicidio, qu esta parola che è stata illu strata anche nel su o significato è un termine nu ovo. È u n termine che fino a qu alche anno fa in u n certo senso veniva anche allontanato o insomma v eniva preso non su l serio. Devo dire che un passo u fficiale l’ha fatto l’accademia della cru sca che l’ha accolto u fficialmente, qu indi fa parte della terminologi a con cu i noi ci esprimiamo e vo gli amo rappres entare u n concetto vero , nu ovo e forse in qu esto caso a fronte di un fenomeno che si va sempre più intensificando. A me viene u n po’ da sorridere in senso amaro perché mano mano che passano i giorni e magari facciamo incontri e diciamo: “AH, fino ad oggi son state 124 le donne u ccise su l 32 territo rio nazionale. Il gio rno dopo dobbiamo gi à dire 125 , 126, o ggi siamo a 128 però non lo so, in realtà in qu este u ltime ore cosa sia su ccesso. Pertan to ecco che siamo di fronte ad u na realtà di cu i prendiamo consapevolezza, ma prendiamo consapevolezza tu tti insieme. Voglio proprio sottolineare il senso di qu est’incontro in un consesso della società, di qu esta comu nità che si trova u nita per capi re di più , per ved ere qu ali criteri ado ttare, qu ali solu zioni insieme adottare per affrontare qu esta emergenza . Però u n’emergenza la si affronta possi bilmente u na tantu m. C’è u n’emergenza e allora tu tti qu anti… In realtà qu esta è u n’emergenza che non è più tale, è diventata u n fatto endemico e che nel tempo si pro trae e ampli a. A fronte d i qu esto, dopo che dal 1999 è stato pro clamato 25 nov emb re come la giornata dedicata ad u na riflessione e ad u na pres a di coscienza di qu esto fenomeno e soprattu tto della mancanza di parità e di pari opportu nità, di u gu aglianza tra u omini e donne. Termine u gu aglianza non vu ol dire… ma essere u gu ali nei diritti. E qu indi a fronte di qu esto è stata indetta qu esta gio rnata che da giornata, fo rse in u n primo momento celebrativa si sta semp re di più trasfo rmando in u n giorno , in un periodo ormai u n mese intero di riflessione e di coinvolgimento per v edere qu ali solu zioni adottare. 33 Nel 20 12 proprio in occasione del 25 novemb re l’U .D.I. nazionale insieme precisamente la con Casa u na serie di Internazionale associazioni delle donne, e le giornaliste u nite libere au tonome, le donne in rete contro la violenza, i 30 anni di lavo ro in corsa del comitato pe r l’implementazione della convenzione per l’eliminazione di ogni discriminazione su lle donne, la fondazione Pangea onlu s, i giu risti democratici, la Differenza donna, le nove , Arci, Actionade, Fratelli dell’u omo hanno ritenu to che fosse giu nto il momento non so lo della riflessione ma di proporre u na piattafo rma, u na convenzione… è stata citata u na convenzione intitolata con qu esto titolo ec latante, di richiamo “No more”, Basta! Basta, n on u na donna di più . Qu esto è il senso ovviamen te di q u esto u rlo, possiamo definirlo tale. Una convenzione nazio nale contro la violenza maschile su lle donne, cioè contro il femminicidio. Qu indi abbiamo episodi di violenza ma in particolare la nostra attenzione è qu ella violenza estrema che chiamiamo femminicidio. Che cosa vu ol dire? Una convenzione che parte dal presu pposto che basta ricorrenze ritu ali, basta ri flessioni , ma ciascu no deve assu mersi delle resp onsabilità p ropositive, di fare dei perco rsi di azione concreta, o gnu no nel prop rio ambito . 34 Qu indi essere oggi in u n ambito istitu zionale significa richiamare l’Isti tu zione ad u na responsabilità fo rte nell’adottare azioni concrete per su perare qu esto aspetto . Oggi abbiamo anche assistito attrav erso la relazione del Capitano eccetera ad u n richiamo a degli interventi ma che sono interventi… u na sorta di correttivi ma a fatti gi à avvenu ti. In realtà no dobbiamo c reare delle condizioni non solo di intervenire su i casi, qu elli che poi riu sciamo a vedere, a capire, ma anche propri o tu tta u n’azione di prevenzione, u n’azione cu ltu rale perc hé noi sappiamo che l’atteggiamen to di diversificazione, di disparità tra u omo e donna lo possiamo già definire u na disparità nell’ambi to familiare tra b ambino e bambina. Qu indi è tu tto un percorso , che deve essere fatto nelle varie Isti tu zioni, per aiu tarci a fo rmare delle p ersone che siano rispettose d ei diritti dell’altro e che valorizzino le po tenziali tà di ciascu no, sia qu esto maschio sia qu esto femmina, sia qu esto con problemi di diversi tà, sia qu esto con problemi di etnia, di razza, di appartenenza di popolazio ne. Ma è u n discorso proprio del v alo re in sé di ciascuna persona. Ciascu na persona pu ò dare i l su o contribu to che aiu ta tu tti qu anti. E qu indi essere o ggi in u n contesto che noi definiamo civile perché poi ci viene da pensare “Eh, ma noi siamo…” come spesso pensiamo che le violenze o i femminicidi non capitino 35 vicino a casa nostra. Rigu ard ano sempre altri. Nell’immaginario si pensa sempre che l’aggressione venga dal diverso , che venga dallo strani ero , che venga d allo sconosciu to. La pau ra dello sconosciuto. In realtà magari è la persona che dal pu nto vista formale, affettivamen te sembra la persona che tu tela di più , qu ella che ama di più , qu ella che è più vicino all’altro e poi scopriamo che invece tende ancora ad annu llare l’altro. L’i dea del dominio su gli altri e ancora in particolare dell’u omo su lla donna, per qu ello ci teniamo a p arlare di femmin icidio, è ancora mo lto presente. Ed è ancora più presente perché diciamo… perché oggi qu esti fenomeni che si incrementano? P erché la donna sta affermando sempre più la su a libertà, la su a capacità decisionale, qu indi la sfera intera dei propri diritti e dell’u gu aglianza. Qu esto mette molto in crisi il mondo maschile. Poi abbiamo anche persone, u omini, che in realtà stanno facendo delle ri flessioni molto importanti su qu esto aspetto , qu indi accompagnano in u n percorso civile e si assu mono delle responsabili tà e cercano di individu are dei percorsi . Per arriv are all’i llu strazione di qu esta convenzione posso dire che il motivo della convenzione è una proposta di tipo politico, non di affermazione di prin cipio, non di percorsi 36 solo di riflessione formale ma di tentativo di mettere in campo delle azioni . Farlo con chi? Farlo con tu tti, con tu tti i soggetti , singo li e anche soggetti isti tu zionali, associativi , cu ltu rali. Qu indi la prima affermazion e che viene fatta è che la violenza maschile su lle donne non è u na qu estione privata ma è u na qu estione politica, è u n fenomeno di pericolosità sociale per donne, u omini, bambini e bambine e per qu esto coinvolge p roprio tu tti. e non è solo un fenomen o occasionale di emergenza ma è u n’espressione del potere disegu ale tra u omo e donna di cu i il femminicidio è l’estrema consegu enza. Allo ra che cosa si propone? Come si pu ò contrastare qu esta violenza? È u n percorso molto complesso perché presu ppone dei cambiamenti , dei cambiamenti molto forti. Cambiamento radicale di cu ltu ra e mentali tà e qu indi, voglio dire, intervenire in tu tti gli ambiti in cui si fa cu ltu ra, qu indi dalla famiglia, alla scu ola, agli aspetti sociali , progetto molto alle p roposte, vasto . Si signi fica effettu a nella veramen te un rappresentanza appropriata delle donne e degli u omini in ogni ambito della società. Abbiam fatto u n percorso storico importante per definire la necessità che le donne siano paritariamente rappres entate in tu tti i contesti della società, da qu elli istitu zionali, ai contes ti politici, abbiamo ragionato su l modo di eleggere i nostri rappresentanti e le nostre 37 rappres entanti e qu indi pensate solo ai Consigli di Amministrazione che vedono tu ttora esclu so di gran lu nga la componente femminile, qu asi che certi setto ri siano esclu sivamente ad appannaggio degli u omini. Passa attraverso anche u n u so – lo si diceva prima – non sessista del lingu aggio , anche nei mass media, al fine di promu overe prop rio u n rapporto rispettoso ed u n livello di potere equ o tra u omini e donne. Qu ante volte nelle nostre fami glie, lo diciamo così per esperienza comu ne, magari anche in maniera forse bon aria sentiamo le donne essere apostro fate c on il famoso “ tanto tu cosa vu oi sapere, ma vai, di qu este cose tu non te ne intendi”, ecco, le donne non si devo no occu pare. Ma lo si dice anche bonari amente però q u esto evidentemen te sottolinea u n modo di pensare, u n modo di essere che ormai è radicato però in realtà rappresenta u n modo di sminu ire la dignità di u na persona. Francesca era s tata deru bata di tante cose e qu indi anche della fidu cia in sé stessa. Se u no ogni giorno si sente dire: “Ma dai tanto cosa vu oi sapere? Me ne occu po io di qu esto” alla fine u na donna ci crede anche e quindi nascono poi tu tte le difficoltà nel rapportarsi. È nell’intervento delle Isti tu zioni che non possono lasciare le cittadine e i cittadini da soli davanti a qu esto fenomen o 38 sia italiani sia s tranieri , eh. le Isti tu zioni sono tenu te e prevenire. Ecco, qu esta parola che usiamo molto spesso in molti setto ri. Si dice sempre che la prev enzione è più efficace di qu alsiasi altra cu ra, soprattu tto è men o dispendiosa di tu tte le cu re poi che devono essere affro ntate per risolv ere i problemi, nel contrastare qu esto fenomeno – ma vo glio di re a contras tare anche qu esta cu ltu ra – e a proteggere con delle politiche attive, coeren ti e coo rdinate l’intera popolazione . Con il sostegno delle reti locali a parti re dai centri antiviolenza. Ecco che abbiamo già u n po’ enu cleato qu ello che pu ò essere l’impegno ad esempio di u n’Amministrazione locale che si occu pa di tu tti questi aspetti , perché l’Amministrazione locale si occu pa della scu ola dell’infanzia , dei piccolini qu indi, si occupa della sicu rezza. È chiaro che il femminicidio non è solo u n problema di sicu rezza, eh , intendiamoci. Pro babilmente anche la normativa ado ttata u ltimamente ha p reso u n po’ qu esta china, perché è stata collocata, i provvedimenti, all’intern o del pro blema della sicu rezza. Un discorso di conoscenza del fenomeno , non sappiamo ancora la vera entità di qu esto fenomeno, se non attrav erso le denu nce, ma sappiamo che emerge ben poca cosa rispetto alla realtà vera. 39 A me colpiva favorevo lmen te il fatto che l’Arma dei Carabinieri , i Carabinieri si siano dotati di tu tto u n sistema anche di rilevazione rispetto al fen omeno, rispetto alle denu nce, ma siamo già a u na fase molto avanza, siamo già alla denu ncia, siamo già anche av ere riferito e qu indi all’attenzione su qu esto fenomeno . Ma qu ello che avviene prima come lo affronti amo? Qu esto è anche compito dell’Ente locale. Tu tto il sistema di formazione scolastica. Provate a pensare appu nto anche al tema del lingu aggio , della pu bblicità, qu anti Comu ni o anche la realtà nostra nazionale si preoccu pa della pu bblicità che ci colpisce qu otidianamente e che ci offre dei modelli certamente non condivisibili in tema di offrire le parità e qu indi u n criterio di rispetto di tu tte le persone. Ad esempio ci siamo posti il problema d ei centri di aggregazione che avvengono nelle realtà territo riali . Il prob lema anche della salu te. Dic o qu esto perché sono qu esti u n po’ i percorsi su i qu ali gli Enti locali si impegnano natu ralmente c on tu tte le fo rze d el territo rio , qu indi tu tte le associazioni, la Pu bblica sicu rezza, chi si preoccu pa di salu te. Voi prov ate a pensare cosa arriv a ai Pronto Soccorsi ad esempio, in qu esto caso di non denu nce perché magari la donna è stata tartassata, arriva a l Pronto Soccorso poi è cadu ta dalle scale, ha fatto… ecco , di tu tto fu orché la d enu ncia. 40 Francesca ci ha insegnato su come si arriva anche alla volontà ev entu almente di denu nciare ma non si trovano i sistemi… ci si colpevo lizza e così via. Ovviamente la convenzione denu ncia qu esti aspetti , individu a qu esti percorsi, chiede il co involgimento a tu tti i livelli, d al livello nazionale… da qu ando è stata p roposta alcu ni passi sono stati fatti, dicevamo la legge di riferimento ma anche l’adozione dell’Impegno di Istanbu l e quindi finalmente, a distanza di du e anni anche il nostro Governo ha approvato e qu indi in realtà si apre u n percorso, io non devo dire che a distanza di molti anni percorsi non siano stati fatti, però sono assolu tamente mo lto faticosi. Qu indi intanto a livello di anche individu azione dobbiamo intanto arrivare a qu ei parametri mi nimi standard previsti dal Consiglio d’Eu ropa rispetto ai qu ali l’Italia non è ancora arrivata. Per cu i dal livello territo riale partiranno degli inpu t perché vengano adottati tu tti gli standard minimi. C’è la necessità di preved ere u na rete locale di tu tti i locali competenti ad entrare nel merito di qu esta qu estione. Qu esta sera è u n esempio di rete locale che annu ncia qu ali sono le proprie competenze e si mette insieme, è veramente u n ottimo esempio di collabo razione. Importan te è che ven ga garantita la p resenza capillare su l territo rio dei servi zi pu bblici e convenzionati anche con finanziamenti rego lari e 41 continu ati nel tempo. i centri antivio lenza che attu almente si occu pano – in maniera a volte so litaria, eh. Non è fo rse la nostra realtà provinciale – appu nto di intervenire su l fenomeno . Adesso stanno su bendo anche u n taglio di risors e per effettu are qu esto servi zio. Bisogna definire u na regolamen tazione dei criteri metodo logici di accoglienza e pro tezio ne delle vittime, altro aspetto , perché non possiamo dire alle vittime d enu nciate, e poi alla fine si ritrov ano sgu arnite e dopo un po’ sono da sole ad affrontare. Eh, come si fa? La cronac a è piena di esempi di perso ne che vengono… dopo essersi rivolte anche all’au torità, aver segnalato , avere magari fatto anche dei periodi in cu i sono stati messi in centri di accogli enza. Poi alla fine ritorn ati, sono stati aspettati al varco e sono state u ccise. Ecco, sarebbe impo rtan te anche che i Comu ni… e lo dico in u n contesto che so, asso lu tamente c ritico, av essero risorse certe per sostenere nei piani di zona i servizi e le politiche locali di prevenzione, di sensibilizzazione, di protezione e di contrasto alla disponibilità e violenza. Perché qu esto la volontà. Poi bu ona va oltre immagino , la sono convinta che perco rsi siano semp re possibili, vanno da percorsi minimali a u n ampliamento . 42 Così pu re il discorso della formazion e è importante anche per tu tti i soggetti che lavo rano nei v ari setto ri. Proviamo a pensare a chi si occupa della violenza esercitata a fron te della presenza dei minori . Qu esti bimbi trau matizzati , eccetera, occorre personale assolu tamente che abbia u na formazione adegu ata. Un pu nto cru ciale è anche qu ello d ella raccolta dei dati, perché noi abbiamo i dati che ri gu ardano le persone che hanno già fatto u n percorso, che è qu ello di avere coscienza, consapevolezza. Francesca che si è recata alla pu bblica [incomprensibile] a denu nciare, sepp u re in maniera, ecco , così, molto c riptica, qu ello che a lei era capitato in realtà aveva gi à fatto un percorso di metab olizzazione del problema, era p ronta a di re qu alcosa. Però bisogna fare tu tto il perco rso precedente. qu esto è u n aspetto e qu indi in realtà dicevo , noi abbiamo dei dati ch e rigu ardano so lo l’emerso. Il sommerso non l’abbi amo e soprattu tto qu ello che non abbi amo… molti dati li abbi amo dai centri antiviolenza, i d ati con altre… anche i dati delle denu nce… non si incontrano, non abbiamo u n osservato ri o nazionale che incroci tu tti i dati di tu tti qu elli che si occupano di qu esto fenomeno, p er capirne l’entità, p er capirne la collocazione. Un dato è certo che le violenze vengono il più delle volte perpetrate in ambienti che 43 sembrerebbero ambienti tu telati e addirittu ra da persone con i qu ali si dice che ci sia u n rapporto affettivo forte, u n rapporto di amore, “talmente ti vo glio tanto ben e che ti voglio tu tta p er me e qu indi nessu n altro ti d eve avere”. Ecco, qu indi occorre u n comitato di monitoraggio previsto dal Piano comu nicanti Nazionale le e banche qu indi dati vengano delle Forze rese appu nto dell’Ordine, e vengano anche resi pu bblici, così come la conoscenza dei dati, così come dov rebbero essere rilevati sistematicamente dai servizi competenti, resi pu bblici dai Ministeri le richieste di prestazione di aiu to consegu enti atti di vio lenza nei confronti delle donne nei Pronto Soccorsi, nei servizi Socio – Sanitari di base, da parte d ei medici di base – altro elemento – nei c entri antiviolenza, d al nu mero nazionale di pu bblica u tilità, che il 1522 . Ecco, ci sono aspetti che ri gu ardano p iù gli elementi di tipo legale, co me il discorso della vio lenza domestica agita su lle donne e assistita e su bita dai fi gli . Ecco, noi sappiamo come fu nziona l’affido condiviso tra i du e genitori, è stato introdotto qu esto criterio d ell’affid o condiviso, noi siamo a volte di fron te a invece la necessità dell’affido esclu sivo al genito re no n violento. Insomma abbiamo alcu ni aspetti che rappresentano anche elementi d i frizione, elementi non chiari per cu i andrebb ero chiari ti. 44 Un altro aspetto, poi chiudo velocemente, ri gu ard a l’info rmazione e i mass media. Qu indi u n discorso di u n’informazione responsabile da parte dei mass media no i troviamo largo spazio ai femminicidi, su i giornali ormai sempre di più ripetu tamente dai mass media, ma i più delle volte ven gono rapp resentati come u n attimo di folli a, u n attimo in cu i la persona non era in sé. Ecco, qu indi non fa niente che l’u omo in realtà sia andato incontro alla donna cosiddetta amata già avendo la pistola in tasca o già essendo mu niti di u n coltello eccetera, qu indi u n atto insano. Siamo proprio sicu ri insomma che tu tte qu este persone sian o insane di mente o in realtà fu nzionano altri meccanismi a cu i noi diamo u n contribu to così cu ltu ralmente, perché ancora giu stifichiamo, cerchiamo di trovare delle attenu anti rispetto a qu esti atti es tremi. Qu indi occorre intanto anche sollecitare è importan te perch é ovviamente c ’è anche l’associazione di giornaliste, cerc are di effettu are u na informazione più possibile corretta e responsabile che nel contempo descriva l’avvenimen to in tu tte le su e molteplici facce. Qu indi u n’informazione corretta e adegu ata e si istitu isca un osservatorio su ll’info rmazione che ri gu arda la violenza di genere femminicidio. 45 In fine ovviamente tu tta u n’azione di sensibilizzazione cu ltu rale che passa attraverso campagne di sensibilizzazione. In qu esto momento ne vediamo tante, ma è anche proprio la contingenza, la data, l’occasione, ma dovrebb e av ere u na su a continuità nel tempo, nelle scu ole, nelle u niversità la didattica dov reb b e contenere anche gli argomenti della discriminazione, della violenza e anche u n percorso di fo rmazione all’affettività, nel senso l’aspetto dell’affetto e dell’amo re che abbia u n equ ilibrio perché vu ol dire rispetto d ella persona. Nell’adozione anche dei libri di testo. In genere anche le famiglie v engono coinvolte nell’adozi one dei lib ri di tes to, ma qu ante volte i lib ri di tes to scolas tici affrontano in malo modo qu esto tema, o non lo affrontano, qu indi in realtà… ecco, ovviamen te occorre u n percorso di formazione del corpo docente per gli Enti loc ali fo rse è più facile, per la scu ola dell’infanzia evid entemen te fare dei perco rsi di formazione dei docenti e inserire, an cora viene chiesto di inserire nei cu rricu la medico, legale, sto rico u niversitari e po litico a indirizzo dello sociale , stu dio delle convenzioni inerenti ai diritti u mani e al discorso della parità u omo-donna. Ecco, chiede qu indi… qu esta convenzione noi l’abbiamo chiesta da u n anno a sta parte venga sottoscri tta in tu tti i consessi in cu i si assu mono delle 46 responsabilità nei confronti delle p ersone, nei confronti delle comu nità, nei confronti di donne e u omini, perché evidentemente il pro blema v a affro ntato d a entrambe le componenti. Per qu esto vi ringrazio dell’attenzione e spero che qu esto Consiglio ado tti la convenzione, che possa essere u n nodo della rete che cerchiamo di costru ire. Grazie a voi. ALICE CARLI – Assessore: Grazie a Mi rella Tu ffanelli per l’o tti ma spiegazione della convenzione che ha dato. Adesso lascio la parola all a Presidente del Centro Donne e Giu stizia di Ferrara, Pao la Castagnotto. PAOLA CAST AGNOT T O – President e Donne e Giu s tizia Ferrara Bu onasera a tu tte e a tu tti [audio interrotto] …e ovviamente anche da Mirella che ha illu strato tu tte le premesse diciamo cu ltu rali che stanno dietro all’approccio… o meglio cu ltu rali e operative perché la conven zione No Mo re non è solo u n atto cu ltu rale, cioè è u na presa di responsabilità. Io parto da u n punto di vista e qu indi da u n osservato rio che è proprio qu ello che veniva citato prima, che è qu ello rappres entato forse… non fors e, l’u nica realtà o ggi in Italia che si è occu pata realmente di tu tela delle donne vittime d i 47 violenza p erché comu nqu e io che non sono diplomatica per niente lo dico: adesso abbiamo sc operto tu tti che c’è u n’emergenza, violenza, c’è u n’emergenza femminicidi. In realtà qu esta non è u n’emergenza. Gu ardate, siccome io sbircio in tu tti i dati , comp resi qu elli del Dipartimento , e ho anche i dati un po’ più aggiornati di qu elli del Comandante Nozza. Amo molto andare a gu ardare tu tti i dati perché in realtà non c’è nessu na forma di organ izzazione in Itali a dei dati, come manca u n osservatorio nazionale su lle violenze e su i femminicidi e qu esta è u na delle cau se per cu i noi veniamo sistematicamen te redarguiti dagli Organismi internazionali. Qu indi noi siamo sistematicamente, pur essendo firmatari di convenzioni internazionali a contrasto delle discriminazioni contro le donne e la violenza come gi u stamente le violenze, come diceva giu stamente Mirella, non sono altro rispetto alle discriminazioni, forse sono la punta estrema di un processo di discriminazione perché fanno molto appo ggio su u na disparità, no? I ru oli di potere tra donne e u omini e col permanere ancora di mo lti stereo tipi che attribu iscono u na disu gu aglianza di qu esti ru oli. Noi abbiamo sottoscritto la CEDAU. La CE DAU è la più grande convenzio ne internazionale che sia mai stata scri tta nel 1979 su i diritti delle donne, l’Itali a 48 l’ha ratificata, sistematicamente o gni 4 anni la CEDAU ha u n corpo di 50 esperti internazionali che sono i massimi criminologi , esperti di violenze, di scienze sociali, qu indi i massimi stu diosi in materia, che redigono u na sorta di gradu atoria nel rispetto degli impegni che la CEDAU… perché la CEDAU non è u n consesso di anime belle che discu te e prende il te al mercato, è invece u n insieme di responsabilità che gli Stati si sono presi. Bene, noi siamo sistematicamente inadempienti . E vi ricordate che la reporter dell’ONU qu ando è v enu ta nel 2012 in Italia h a stilato , nonostante noi avessimo u n Piano nazionale fatto nel 2010, ha fatto u n rapporto che non è generoso , dove ha detto “L’Itali a continu a ad avere u na condizione per esempio di disparità dei diritti nel merc ato del lavoro delle donne, d i differenziale per esempio salariale, c’è u na legge che vieta che donne e u omini, a parità di meriti e di tito lo, prendan o stipendi diversi, ma noi ancora qu esto abbiamo . C’è u n differenziale che va dal 4 al 14% a parità di mansioni, compresi i Di rigenti , non esclu de neanche le massime Diri gente. E oltre a qu este u n paese che ha ripensato le dimissioni in bianco, che semb rava u na cosa appartenente al passato, pe r cu i anche pregiu dicando la libertà di diventare mad ri se si lavo ra, pensando qu indi che la matern ità possa pregiu dicare 49 il lavoro. Qu indi per u na serie di ragioni la repo rter ha detto: “Gu ardate, l’Italia fa fatica a mi glio rare i su oi nu meri negativi su lla violenza perché mantiene un sistema discriminatorio mo lto forte e le di scriminazioni sono il terreno su cui la vio lenza cresce, perché le discriminazion i indeboliscono le donne su l piano sociale, le isolano , le limitano nelle lo ro au tonomie, qu indi anche limitano le loro libertà anche di au totu tela rispetto ad u na condizione di violenza sop rattu tto nell’ambiente do mestico. Bene, qu indi in qu esta inadempienza io sono anche u n po’ maliziosa e dico: in agosto dov eva sc adere il s econdo anno del rapporto intermedio cu i l’Italia veniva sottoposta e tacchete, salta fu ori il decreto su l femminicidio. Bene. natu ralmen te si è aperto… apriti cielo, c redo che abbi ate letto tu tti i giornali in qu el momento non c’è stato u no che era d ’acco rdo, perché è stato fatto i n fretta, è stato fatto all’u ltimo momen to, insegu endo i tempi, cioè è stato fatto sposando una logica – dopo poi di rò s u lla legge, che è u n po’ meglio del dec reto – u na logica che insegu iva delle norme sicu ritarie, non affrontav a neanche u no dei problemi che invece dovrebbero essere affrontati se la violenza fosse vista per qu ello che è, cioè non u n’emergenza ma u n fenomeno stru ttu rale. 50 Oggi io dicevo in Consiglio provinciale u na parola infatti c’era il Qu esto re che mi gu ard ava e assentiva ad u n certo punto, è u na normalità ormai per l’Italia. T ragica, u na tragica normalità, perché dal 2005 al 2012 sono morte per femminicidio 908 donne, per qu elle che abbiamo censito noi, noi intendo i centri . L’Eu resans, cioè u n Organismo di derivazione pu bblica dice 1.459. Qu indi sono nu meri che ti fanno capire – soltanto per il femmin icidio, che qu indi è la punta estrema, poi qu ando cominceremo a vedere tu tti i nu meri legati ai maltrattamenti, agli stalking per come stanno diventando dopo la legge vedi amo che di emergenza non c’è proprio niente, è u n fenomeno stru ttu rale che va avanti nel tempo distribu ito tra le classi sociali, tra i titoli di stu dio, tra i ricchi e i poveri . È u n fenomeno qu asi democratico. Cioè perché proprio tocca tu tti eh. se non fosse u na battu ta tragica direi che proprio non c’è nessu no che si salva, colpisce i ricchi come i poveri. Noi segu iamo donne che sono mogli di valenti professionisti della città, person e rispettabilissime e che probabilmen te lo sono nel lo ro lavo ro, peccato che poi dopodiché all’i nterno d el lo ro nu cleo familiare abbi ano u n’idea del rispetto proprio corrisponde a qu ella dell’altro che non rispettabi lità che noi ci aspetteremmo in relazioni civili. 51 Qu indi colpisce i ricchi, i poveri. La crisi ha sicu ramente peggio rato la situ azione. Qu indi u n fenomeno normale. Un decreto che sposa tu tto l’idea che bisogna au mentare le forme rep ressive, qu indi bisogna au mentare le pene. Bene. scoppia la rivolta, qu indi si sono rivoltati non solo i movimenti delle donne, non solo q u elli perché si sono rivoltati i Giu risti, le Corti Penali – vi invito a leggere che cosa hanno detto le Corti Penali in qu el momento su ll’improponibilità di u n tema del genere affrontato in qu el modo. Poi, v abbe’, per fo rtu na c’è stata u n’au dizione, è u scita u na legge, la legge n . 119. La legge n . 119 a me piace poco lo stesso – qu indi così si sa su bito come la penso – però devo di re che siccome io vivo nel sistema pu bblico nel mio mes tiere, sono nata nel pu bblico, io credo che le leggi vadano rispettate e anche che alle leggi v ada data u na chance. Qu indi è sicu ramente u na legge che u na cosa importante ha affermato, che è u n reato gravissimo, ed è grave anche qu ando avviene… o meglio le relazioni chiamiamole fami liari di fid u cia ne costitu iscono anche un’aggrav ante. Noi che la violenza fosse u n reato lo sapevamo , eh. No n possiamo dire che non avessimo u n sistema di norme civili e penali che anche prima individu avano la gravità della violenza. Diciamo che è u n passo in più . E va dato atto che la 52 violenza tra l’altro do mestica, con u n termine improprio perché più è una relazione affettiv a, n elle relazioni affettiv e perché tocca anche le ex famigli e, o chi non ha magari u n legame diciamo è u na coppia di fatto, qu indi non per forza con il vincolo matrimoniale, per cu i u n passo avanti sicu ramente c ’è. Qu indi ha affermato u n principio vero di gravità. Qu al è però il grande prob lema che ha? Che è tu tta collocata anche qu esta legge, pu r con delle co se molto importanti… molto impo rtan te non dimentichiamolo, perché anche su lle donne straniere introdu ce u n passaggio serio, molto serio che non c’era perché riconosce ad esempio alle donn e straniere che sono in Italia per effetto di ricongiungimento … magari il marito è qu i, si porta la donna. La moglie è qu i, non lavora, qu indi non ha… praticamente ha u n diritto… mi corregga, un permesso che è legato prop rio alla su a condizione di moglie. Decide di andarsene d alla fami gli a perché su bisce violenze o maltrattamenti, oggi come o ggi perdeva il permesso di so ggiorno , eh, nel nostro paese, era costretta a tornarsene nel su o paese e magari in u n paese dove l’av ere lasciato u n marito avrebb e potu to costitu ire non certo u n’accettazione da parte della s u a famiglia ma magari u n respingimento u lterio re anche della su a famigli a. 53 Oggi qu esto non c’è. Per fo rtu na la legge n . 119 riconosce chi ha in qu este… ovviamente con u na violenza accertata ha la possibilità di avere u n permesso di soggio rno per ragioni chiamiamole u manitarie – adesso non ricordo b ene come le hanno definite – ma gli riconoscono la possibilità di non doversene andare dal paese. Bene, q u indi qu esto e anche alcu ne altre singo le misu re sono positive. Il tema grosso, l’approccio , la ragione per cu i io repu to che qu esta legge… ma lo diceva anche il Sindaco in apertu ra, si a solo u na parte del prob lema, u na visione di u na parte del problema è che è molto spinta su lle misu re, è vero, di tu tel a e le misu re sicu ritarie e di inaspri mento della pena, ma manca tu tto l’altro pezzo che dovrà esser fatto spero. Qu indi l’apertu ra di fidu cia è qu esta. L’altro pezzo è per fare davvero leggi che da u n lato mettano in atto la prevenzion e della violenza e qu indi le misu re di contrasto prima che la violenza arrivi. Dall’altro c reano davv ero delle condizioni di tu tela delle vittime di violenza. Per farlo u no dei grandi limiti che ha avu to qu esto perco rso è che non è nato da u n processo di conoscenza reale, è n ato da u n’istanza di emergen za chiamiamo la popo lare, perché comu nqu e tu tti i giorni i nu meri erano così alti su lla vi olenza, qu indi si è… e infatti d evo dire il Primo Ministro ha detto nella introdu zione e nella p resentazione d ella legge n. 119 che 54 nasceva da u n forte sentimento an che di ripu lsa civile, qu indi di inaccettabilità del fenomeno. Bene, noi invece la dov remmo conoscere la violenza perché in realtà noi i dati non li abbiamo. La misu ra cu i faceva riferimento i l Capitano Nozza è u na misu ra che rigu arda qu indi la creazione di qu esta rete nazionale, i RIS e i l monitoraggio non è l’osservatorio è u na misu ra cau telare per le Fo rze dell’Ordine. Qu ello che manca è u n osservato rio che metta insieme cosa su ccede nei Pro nto Soccorso , qu ante sono le donne che accedono nei Pronto Soccorso, qu ante sono qu elle che per maltrattamenti e violenze arrivano ai servizi sociali , qu ante arrivano ai centri antiviolenza, qu ante vengono intercettate da tu tte le F orze che dovrebb ero costitu ire qu esta famosa rete, comp resi i servizi sociali ovviamente. Se non ricomponiamo u n osservatorio di qu esto tipo l’Italia non ce l’ha. Non ce l’hanno le Regioni, non ce l’hanno le P rovince, i d ati sono in ordi ne sparso. Qu indi u no dei primi problemi è che in realtà la consistenza del fenomeno è data per su pposizioni, è data per u na messa insieme di u n po’ di dati che pos siamo ricompo rre. È possibile che un paese civile ricostru isca i femminicidi da u na statistica che fa u n centro antiviolenza che si chiama La casa delle donne di Bo lo gna, p agata, finanzi ata dalla Regione Emilia Romagna e che lo fa sistematicamente tu tti 55 gli anni. E su cosa? su gli organi d i stampa! Oppu re lo dobbiamo fare attrav erso i l b log dei giorn ali. Il sito … La ventisettesima o ra d el Corriere d ella Sera ha u n sito che si chiama La strage delle donne che aggio rna di giorno in giorno . Non è possibile! Un paese n ormale dev e avere u n sistema normale p erché dalla conoscenza si programmano le misu re, se non conosci come fai a p rogrammare qu ello che devi fare. Gu ardate che l’In ghilterra era messa malissimo, eh, nel 2003. Aveva u na media di 250 femminicidi domestici all’anno, sapete qu anti ne ha adesso? Cinqu e! Ma non perché gli inglesi – lo dicevo oggi – son diventati più bu oni, non sono per niente più bu oni, ma perché hanno scientificamente ado ttato u n metodo integrato che si chiama il metodo Scottland, che è u no metodi migliori del mondo , che ha affrontato qu esto prob lema in u n modo stru ttu rale. Cioè lo ha affrontato da u n pu nto di vista legale, giu diziario , le politiche… protezione, i dalle politiche finanziamenti sociali dei alle lu oghi politiche di tu tela, di i reinserimenti al lavoro e i l tema si è ri dotto . Qu indi paga. Paga perché, altra cosa, noi non sappiamo qu anto costa la violenza all’Italia. Gu ardate che qu esto tema qu i.. o ggi ho dato dei nu meri che sono nu ovissimi in Consiglio p rovinciale e ve li ridico anche qu a. Noi pensiamo che la vio lenza su bita dalle donne sia solo u n problema di sofferenza grandissima, 56 diretta per le persone, rovina la vita. Rovina la vita tu a e dei figli , rovina la vita dei contesti familiari . Avete visto in qu esti giorni che ci sono Tribu nali che stanno già accettand o la costitu zione civile anche dei parenti delle vittime di stalking. La fami gli a, i genito ri della ragazza… era du e giorni fa su i giornali , la ragazza di 19 anni che è stata stalkizzata distru ggendogli la vita per 4 anni, il Giu dice ha accetto la costitu zione di parte civile e il diritto al risarcimento dei genito ri con u na sentenza che farà giu risdizione, molto interessante perché ha ritenu to che qu ello che ha su bito la figli a non ha danneggi ato so lo lei ma ha compromesso l’intera u nità fami liare e anche l’equ ilibrio socio-economico di tu tta la famiglia, che è qu asi saltata per aria avendo in casa u na figlia in qu este condizioni. Bene, ha dei costi altissimi per le persone, ma gu ardate che ha dei costi per la comu nità. Il Dipartimento , qu indi parliamo dello Stato , ha commissionato ad u na associazione c he si chiama Intervita u na ricerca, sono appena u sciti i dati e sono stati consegn ati al Ministero da pochi giorni e ha proprio come ti tolo “Qu anto costa il silenzio”. Bene, allo ra i danni economici annu ali della violenza di genere su lle donne ammon tano a 2.300.000.000 all’anno. 14.300.000.000,00 di eu ro sono i danni sociali. 460.000.000 di ricoveri ospedalieri , 44.000 .000 di spesa farmacologia, cio è di farmaci necessari 57 per gli eventi depressivi e tu tto qu ello che viene a segu ito della violenza. 235.000.000 per l’ordine pu bblico, cioè le spese di ordine pu bblico. 421.000.00 0 di spese giu diziarie, 156.000 .000 di spese sociali per i Co mu ni, 7.800.000 per i centri antiviolenza. 17 mi liardi! Guardate che c’era u n confronto interessante, 17 miliardi per fare u n ordine di paragone l’u ltima Legge di Stabi lità ne vale 11.600.000 .000 . Allora da u n pu nto di vista anche di crisi economica è u n paese qu esto che si pu ò permettere di non affrontare in modo stru ttu rale, serio e pro grammato il tema della violenza che diventa anche u n danno non solo per le persone, per le vite u mane ma u n danno anche alle nostre economie. Fo rs e qu esti dati dovrebb ero fare u n po’ riflettere anche su l piano economico. Le cose non vanno bene, ogni anno , no nostante campagne di informazione, convenzioni, le cose co ntinu ano a peggiorare proprio perché è u n fenomeno stru ttu rale. I dati del dipartimento di pu bblica sic u rezza nazionale 2010 , qu indi non stiamo parlando di dati d i parte, su lle denu nce evidenzia nel 2012 u n au mento del 6,5% dei maltrattamenti . Le denu ncie per stalking sono au mentate del 16,5% . Sono 15.700 solo nel 2012 . Dal 20 10 oltre 38.000 donne hanno presentato denu ncia. Allora, anche qu i su u n nu mero vu ol dire benissimo, sempre 58 di più donne prendono fidu cia nella denu ncia, allora alla denu ncia però sappiamo , dov rebbe fare s egu ito u na cosa… non è colpa certo di qu esta prima fase della legge, ma se noi non avremo u na certezza dei tempi dei procedimenti penali che cosa ce ne facciamo delle donne che denu nciano? Prima il Maresciallo Marchetti ha detto u na cosa che da un punto di vista ideale io condivido, eh, è giu sto che le persone denu ncino, perché è una nazione di diritto , ma io credo, a differenza su a, che caleranno le denu nce se noi non avremo degli stru menti per creare la tu tela vera delle donne, non qu ella detta, v era! Nel perco rso che va dalla d enu ncia allo svolgimento del proc esso, qu ando ci vogliono magari 4 anni per arrivare ad u na sentenza, ma chi mi garan tisce, mess e come siamo, con la pu rtroppo tragicità anche di risorse per le Fo rze dell’Ordine da u n pu nto di vista economico, cioè d a u n punto di vista anche di mezzi e d i persone disponibili . Allora, se v ogliamo garanti re la mes sa in sicu rezza delle donne dobbiamo avere benissimo u na legge che rende du re le pene ma dobbiamo costru ire u na continuità che le metta davvero in u na condizione di sicu rezza po tenziando , non solo velocizzando i p rocessi, come han fatto in altri paesi. Intervento fuori microfono 59 PAOLA CAST AGNOT T O – President e Donne e Giu s tizia Ferrara Certo. Esattamente, esatto . È assolu tamente giu sto. infatti qu ella è la cosa che aspettiamo per di re d eve esser fatta. La Spagna, qu ando l’ha scritto nella legge ha fatto però u na cosa su bito dopo, ha istitu ito 100 Tribu nali speciali , specializzando dei Magistrati , che non possono essere dei tu ttolo gi perché la violenza è comples sa, è difficile, tocc a i sentimenti delle persone, tocca le cos e più profonde dentro ognu no di noi. Nessu no è capace di mu oversi, bisogna stu diarla, conoscerla, riconoscerla. P erché facciamo tanta formazione? Sop rattu tto qu ella che si annida nelle relazioni familiari , nei rapporti qu elli più delicati per ognu no di noi. Qu indi di consegu enza la legge che, ri badisco, io spero sia il primo passo dovrà avere anche u n riassestamento di tu tto il sistema giu dicante, allo ra potremo di re possiamo di re alle donne che si avvicina u n momento di messa in sicu rezza. Oggi le u niche cose su cu i ci possiamo oggettiv amente appoggiare e io dico però che mentre qu esto è a livello nazionale e io ho dei grandi du bbi su come è il qu adro nazionale, ho molta fidu cia nel livello locale, perché invece nei livelli locali le reti le abbiamo messe in fu nzione. Perch é il protoco llo che abbi amo da tre anni con la Prefettu ra ha fatto au mentare la relazione con le Forze dell’Ordine, la collab orazione e qu indi l’interscambi o e l’aiu to reciproco, 60 con gli ospedali. Ab biamo messo in fo rmazione il corso a cu i partecipa adesso la Maresciallo Marchetti è un corso per operatori socio – sanitari , per gli operatori del Pronto Soccorso, perché imparino a trattare le donne vittime di maltrattamento e di violenze. Han messo in rete i Servizi sociali, ha nei ponti i centri antiviolenza. La rete qu i fu nziona. Qu esta è u n bu on modello e potreb be davv ero diventare qu el modello che permette di dare segu ito a qu ella convenzione. I pro blemi sono in altre parti però la rete v a presidiata. Gli Enti loc ali sono u n pezzo indispensabile. E l’altro pezzo indispensabile sono i cittadini, perché comu nqu e la sensibilità dei cittadini attraverso u n ru olo dell’informazione più competente, pi ù consapevole, che di più affronta le c au se, le radici, e tratta la violenza come veramente il fenomeno complesso che è e non come… ormai devo dire lo leggiamo semp re meno , il dramma di gelosia, la folli a. Incominciamo a leggere u n po’ di più che cosa c’era prima. Allora scopriamo che il 10% ormai come ci dice la letteratu ra di stalkin g, cioè di perso ne che denunciano di esser persegu itate, finiscono in omicidi. Qu esta è la stori a che su ccede dappertu tto , eh, qu indi sottovalu tare le denu nce o sottovalu tare anche le segnalazioni del persegu itamento , del maltrattamento alla fine pu ò anche condu rre agli esiti che dicevamo. 61 I dati non vanno meglio, 14.000 do nne si sono rivolte ai centri antiviolenza, che sono solo una parte del presidio, l’anno scorso , nel 20 12, qu est’anno stanno già su perando i 15.000. la Regione E milia Ro magna ha au mentato di qu asi 400 donne, siamo a 2 .480 le donne p rese in carico d ai centri antiviolenza dell’Emi lia Romagna. Noi a Ferrara nei 10 mesi del 2013 ne abbiamo già prese in carico 267 delle qu ali 192 per violen ze, 4 nel territo rio di Comacchio. O perché sono distribu ite in tu tta la Provincia, perché qu este 192 donn e vengono da tu tta la Provincia e qu alcuna anche fu ori Provincia, magari per le zon e limitro fe del Veneto. Abbiamo ancora 11 donne, come l’anno scorso, nella casa d i fu ga, sono gi rate qu asi 160 mino ri, lo dicevamo o ggi , davamo oggi i dati e sono dati parziali, minori dove l’età prevalente è da 0 a 10 anni, per i qu ali abbiamo u na convenzione però con i Servi zi sociali perché i minori… Qu indi un qu adro con u n dato molto serio, per la prima volta nei dati che stiamo vedendo il 32% dei bambini è vittima non solo di violenza assistita ma anche di forme di violenza diretta, qu indi è u n u lterio re peggi oramento , eh. Qu indi mamme e b ambini che si allontanano da una situ azione di grande violenza in cu i la responsabilità all’80% anche nei dati ferraresi come negli altri dati attribu iti al partne r attu ale o ex partner. 62 Au menta anche la violenza ad opera di giovani, eh. qu indi noi non avevamo mai avu to più di u no o du e au tori sotto i 29 anni, in qu esti 10 mesi sono qu asi 30! Qu indi occhio, perché qu ando diciamo che tra giov ani la p arità dei rapporti che non ci sono i sistemi patriarcali , violenti, attenzione perch é le cose probabi lmente invece è molto s eriamente da stu diare e qu indi le campagne di informazion e con la scu ola vanno au mentate, va au mentato i l lavoro c on i ragazzi, non per edu carli a non essere violenti ma per edu carli forse ad u na relazione con il p roprio co rpo divers a, a u na relazione di rispetto e ad u n’edu cazione sentimentale più che… e qu esta secondo noi è u na forma di prev enzione efficace. Gu ardate che stiamo ricevendo mo ltissime richieste di insegnanti. Io ho appena finito u n corso con 30 insegnanti d i scu ola secondaria su periore che c hiedono aiu tateci a costru ire anche stru menti per parlare con i ragazzi prima , più precocemente possibile. Qu indi qu esto è il qu adro. È un qu adro dove abbiamo adesso delle nu ove leggi e non le dob biamo sottovalu tare, ma non bastano , sono solo un primo pezzo perché il problema è stru ttu rale a livello mondiale, a livello eu ropeo, a livello italiano particolarmente acu ito ed anche a livello locale. Qu indi da fare ce n’è mo lto , sottoscri vere la convenzione s e credere nella rete e dove ognu no di noi, per il ru olo che 63 abbiamo , è u na cosa importan te p erché fo rse è l’u nica strategia per dire che qu esto tema forse possiamo incominciare ad affrontarlo seriamente per il ru olo che ha, che non è u n’emergenza. Grazie. ALICE CARLI – Assessore: Grazie a Pao la Castagnotto , per u no dei su oi tanti interven ti . Noi fo rtu natamente siamo abitu ati a i ncontrarla e spesso ci illu mina, non solo di dati ma anche di iniziative importanti . Ricordo infatti il 13 dicembre a Raibosola ab biamo u n importante incontro tra donne, non solo per parlare di sofferenza anche nel campo lavo rativo e qu indi chi vu ole venire, dalle17.00 – se non sbaglio – alle 19.00 si pu ò stare insieme du e ore insomma e parlare no n solo di p roblemi ma anche incontrarci e magari iniziare u n percorso insieme. l’invito ovviamente è ap erto a tu tti. Io chiederei se qu alcu no vu ol fare qu alche intervento altrimenti mettiamo ai voti la convenzione. ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Prego Consigli ere Di Mu nno. 64 ANTONIO D I MUNNO – Capog ruppo P.D.L. – IL FARO: Intanto grazie per qu esta b ella iniziativa, Assessore. Grazie a tu tti gli interv enu ti precisione, con perché ci pu ntu alità hanno su un raggu agliato tema con v eramente drammatico per cu i anche le prospettive su lla nu ova legge, che va indu bbiamente mi glio rata… lei ha centrato u n tema fondamentale, Paola, che è qu ello che pu rtroppo in Italia siamo abitu ati da troppo tempo a legi ferare in emergenza e il gu aio, il dramma è che non lo facciamo solo a Roma, lo facciamo ovu nqu e. Chissà, manteniamo la fidu cia e la speranza che cambi sop rattu tto in qu esto tema dove c’è u n’atrocità talmente veramente nell’affron tare ci grave, vorreb be i problemi. talmente un Ma altro importante tipo vo levo di che sensibilità chiu dere il mio intervento solo con u na cosa, s tasera ne abbiamo già anche discu sso in Consiglio comu nale e abbiamo espresso tu tta la nostra solidarietà alle donne, ai lavorato ri della lav anderia , però consentitemi , vo rrei u n attimo esprimere solidarietà, ringraziamento anche a tu tte qu elle do nne, alle nostre donne con la testa alta e con la schiena dri tta che stanno difendendo il lo ro osped ale. Grazie. 65 ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Grazie Consigliere Di Mu nno. Procediamo con la v otazione se non ci sono altre domande o interventi . Intervento fuori microfono ROBERT BELLOTTI – Presidente del Consiglio: Certo. Bene, procediamo con la vo tazione della convenzione. Cedo la parola all’Assessore Alice Carli . ALICE CARLI – Assessore: Sì, io ringrazio nu ovamente tu tti, rin grazio tu tte le donne presenti, ringrazio tu tte le associazioni che qu esta sera hanno collaborato alla c reazione di questo importante inizio . Ribadisco inizio perché, come ho detto prima le d ate che ci aspettano sono tantissime. Ringrazio la Presidente di Donne e Giu stizia del Comu ne di Ferrara. Ringrazio l’avvocato sempre di F errara. Ringrazio il Capitano dei Carabinieri di Comacchio Lu ca Nozza, il Maresciallo Marchetti . Insomma ringrazio veramen te tu tti perché qu esto è u n perco rso che va 66 fatto insieme, qu indi spero in u na continu a collaborazion e con tu tti qu elli che stasera hanno partecipato. Grazie mille. 67