La "fortuna" di Orazio nel Baltico
ovvero spunti per una ricerca
Pietro U. Dini
1. Premessa. La restaurata indipendenza delle tre piccole repubbliche adagiate sulla costa orientale dci
mar Baltico ha permesso di ricuperare all'Europa tre distinte lingue e culture finora poco conosciute c
ancora spesso oggetto di confusione. I nomi di Lituania, Lettonia, Estonia, come quelli di tre orfani
dimenticati dell' Europa delle nazioni, sono rimbalzati prepotenlemente alla ribalta delle cronache
durante tutto il biennio 1989-1990. Com' è noto, l'appartenenza a comuni geografie poi itiche e l'incidenza di comuni vicende storiche hanno a più riprese avvicinato queste tre nazioni invero assai diverse
fra loro sia dal punto di vista etnico-linguistico che da quello culturale. ,':
Il mutato stato di cose fornisce oggi l'occasione per rintracciare in queste tre culture momenti specifici
della 'fortuna' oraziana che, se a prima vista possono apparire marginali nel contesto europeo, dimostrano per altro una adesione al patrimonio della cullura classica fra le più fortemente radicate e tenaci
nel continente. Testimonia di ciò la pronta scelta dell' Istitmo del!' Encic lopedia Italiana che ha previ sto
appositi lemmi per i tre Stati baltici nell' Enciclopedia Oraz.iana di ormai prossima pubblicazione nc1la
ricorrenza dell'anniversario del poeta.
In effetti la presenza di Orazio nelle culture baltiche, aldilà di alcune menzioni precedenti, rimonta al
XVI secolo, quando fioriscono le prime imitazioni nel contesto della cultura umanistica e rinascimcntale: essa non è venuta meno neppure durante il Risorgimento delle nazioni baltiche (secc. XVIUXIX), ed è stata particolarmente viva all'epoca dell'indipendenza fra le due guerre U918-1941) per
proseguire inintenottamente fin dentro l'epoca sovietica (l945~1990) c mantenersi ancora vivace ai
giorni nostri. Può essere perciò interessante osservare quanto e come sia stata qui recepita la lezione
del poeta lucano. Ovviamente, modi e forme della presenza oraziana nelle differenti culture estone,
lettone e lituana variarono a seconda delle temperie culturali e poi itiche dominanti in questa marca
d'Europa.
Occorre osservare che lo studio della fortuna di Orazio nei Paesi baltici è reso particolarmente difficile
dall'assenza di qualsiasi lavoro preliminare o bibliografia parziale suJJ'argomento. Forse il criterio
cronologico meglio di altri potrebbe in questo caso render ragione della persistenza di un interesse e di
un'attenzione precise per il poeta latino e quello geografico mostrerebbe chiaramente come la conoscenza di Orazio nel Baltico fosse viva in tutti i principali centri di diffusione della cultura dell'intera
regione. Tuttavia si è preferito dividere la materia nei tre tipici momenti indicativi della 'fortuna' di un
autore, ossia: i motivi e le traduzioni, gli studi scientifici.
2. Motivi oraziani e traduzioni. Tutti i primi autori Iituani (Kulvietis, Rapolionis, Mazvydas) ricevettero un'istruzione classica nel collegio dei Gesuiti di Vilnius e poi all"albenina' di Ktinigsberg, i cui
programmi prevedevano fra l'altro letture oraziane; del resto è noto che ancora nel XVII secolo a
Vilnius si studiava il testo expurgatus di Orazio seguendo le indicazioni di J. Juventius e a Konigsberg
si praticavano speciali esercizi di stile sulle letterature classiche e si analizzava dettagliatamente l'Ars
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Poetica. Ma la figura più profondamente segnala dall'opera di Orazio fu M. K. Sarbiewski (15951640), d'origine mazuriana; dopo aver studiato a Roma LOrnò in Lituania c trascorse tutta la sua vita
nel Granducato. Dai contemporanei fu detto "l'Orazio del nord" perché conosceva Orazio a memoria e
chiamava odi suoi componimenti; di lui ci resta anche un trattato scritto in latino: Characteres lyrici
seu Horatio el Pindaru.l'. In altra epoca è legato a Orazio il nome di E. Budrius (1783-1852), maestro
di scuola elementare nella Prussia Orientale, cui si deve il caso più famoso di imitatio Horatiana nel
componimento «Primavera» (Pawasaris). Tradu7:ioni di Orazio compaiono in Lituania a partire dalla
metà degli anni Venti in crestomazie e antologie scolastiche. Molte versioni A. Churginas (1912-1990)
furono pubblicate durante tanti anni su varie riviste lctterarie; nel 1936, con testo latino a fronte e
un'introduzione di Pr. Brenderis, uscì un volume destinato ad un pubblico di lettori colti che raccoglieva l'Ars Poetica più alcune odi, un epodo, due salire, una lettera; fu recensito dallo stesso Brenderis
che si concentrò soprattutto su questioni metriche e stilistiche. Nella poesia del Novecento si sono in
vario modo richiamati a Ora7io noti poeti lituani come V. Mykolaitis-Putinas, E. Miezelaitis e M.
Martinaitis. Nel 1982 il filologo classico H. Zahulis ha pubblicato il più completo volume di traduzioni, giudicate le migliori fra quelle fin oggi esistenti in lingua lituana dal poeta e critico letterario S.
Geda.
Nella letteratura iettone la prima menzione oraziana resta legala al1' attività di Jiiris Alunans (18321864), esponente del movimento nazionale e culturale dci Risorgimento Iettane dei cosiddetti "giovani
lettoni", che per primo tradusse Orazio in Jettonc; le traduzioni da Orazio di Alunans sono famose per
correttezza, adesione alla misura del metro classico e per la netta tendenza a lettonizzarc tulto ciò che
è romano, siano essi nomi, realia o divinità. Nella seconda metà del XIX secolo si registrano isolate
versioni di altri traduttori tra cui anche il giovane linguista J. Endzehns che sì celò dietro pseudonimo.
Nel Novecento poi l'opera di Orazio attirò molti traduttori, primo fra tuffi il poeta E. Veidenbaums che
ha offerto versioni poetiche di Satire ed Odi di grande pregio, pubblicate nel biennio 1890-1891; si
ritiene che il pessimismo tipico dei versi del poeta Iettane precocemente scomparso sia stato il risultato di un'incompleta assunzione della visione del mondo di Orazio. Negli anni Venti e Trenta del
Novecento uscirono le traduzioni di un filologo classico, K. Straubergs, poi raccolte in varie antologie
(1924, Satire e 1930, Epodi). In anni recenti isolate traduzioni di Odi e Epodi sono st<lte pubblicate da
E. Skujenieks e da P. BrOveris.
La prima specifica menzione oraziana in terra estone si ritrova nella Cronica di Livonia di Heinrich
von Lettland, scritta fra il 1224 e iI 1227. Influssi oraziani ritornano anche nella poesia d'occasione
ditlusa in lingua latina dell'Estonia del XVII secolo in particolare nell'opera di R. Brockmann (16091647), professore di greco al ginnasio di Tallinn e autore della prima opera poetica in lingua estone
(1637), cui si deve una parodia deII'Ode sesta. Remi niscenze oraziane sono state riscontrate anche
nella prima raccolta di poesie di K.J. Petcrson (1801-1822), una fra le più importanti figure del risorgi~
mento letterario e nazionale estone e soprattutto nell' opera di ER. Fahlmann (t 798-1850), iniziatore
del poema nazionale estone Kalevipoeg (<<Il figlio di Kalev"j, Le più antiche traduzioni di Orazio
uscirono in Estonia nel 1846 in lingue diverse dall'estone, poiché le traduzioni estoni di H. Bochmann
(1776-1 835) vennero dale alle stampe soltanto nel 1899. Nuove traduzioni in metro antico furono poi
ospitate nel 1902 in appendice al periodico ~~Nuovo Tempo», firmato con lo pseudonimo lseoppinud
ladinlane cioè, Autodidatta-latino. In piena epoca indipendente, nel 1935, la rivista letteraria
«Creatività» pubblicava quattro traduzioni da Orazio, in occasione del secondo millennio della nascita
del poeta latino: Ants Oras (1900-1982) tradusse tre odi e Johannes Semper una. In epoca sovietica le
opere oraziane si concentrarono negli anni fra il 1967 e il 1976; il poeta Ain Kaalep con venti tradu-
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zinni molto rigorose dal punto di vista filologico e corredate di commenti poetici è oggi senz'altro il
maggiore diffusore di Orazio in lingua estone.
3. Studi scientifici. Pcr quanto invece riguarda lo studio scientifico dell'opera di Orazio, esso comincia nel Baltico soltanto nel primo Novecento, come conseguenza delle murale condizioni politiche dci
tre Stati. Il generale orientamento delle culture baltiche verso l'Europa che allora si produsse, significò
anche rinnovata attenzione alla tradizione classica. Il contemporaneo formarsi di scuole nazionali
rivolse ben presto l'interesse degli studiosi per Orazio a fini pratici e in parti colme al suo insegnamento nelle scuole. Ciò promosse studi in questo senso e soprattutto alcune antologie ad uso scolastico,
che caratterizzarono il panorama ediroriale oraziano fra gli anni Venti e Trenta. Con l'epoca sovietica
anche Orazio, come tutta la classicità, viene relegato in un posto marginale nei programmi scolastici,
salvo rare menzioni in opere d'impianto molto generale, ma valga comunque ricordare che le università di Vilnius (fondata nel 1579) e di Tartu (1630) rimasero fra le poche nclrURRS dove fosse regolarmente impartito l'insegnamento di Filologia classica; negli anni Settanta e Ouanta s'incontrano
nuovi contributi scientifici su Orazio firmati da autori baltici e nelle letterature compaiono alcuni riferimenti occasionali.
Nei due decenni di vita indipendente d'inizio Novecento in Lituania appaiono le prime traduzioni e
antologie orazianc per i ginnasi in cui si dava grande peso all' aspetto didattico. A queste esigenze
rispondevano i contributi di M. Rackauskas e 1. Startkus preoccupati di tracciare a insegnanti e discenti le linee per la Horazunterricht poiché era loro convinzione che «Orazio deve occupare il primo
posto nell'insegnamento della lingua latina. poiché soltanto tramite lui si può raggiungere per la via
più rapida la concezione dell'umanesimo presso gli antichi romani~}. Certe polemiche sui criteri nel
redigere le antologie mostrano il fervore che circondava lo studio di Orazio dopo appena dieci anni di
vita indipendente, quando ancora non esistevano dizionari bilingue latino-lituano e i rapporti con gli
studiosi stranieri si andavano ancora formando. 11 bimillenario oraziano del 1935 fu commemorato con
articoli sulla stampa periodica e da alcune traduzioni letterarie; in quell' occasione videro la luce anche
un contributo di Pro Brenderis, il volume «Odi ed epodi scelti» curata da T. Sidiskis (1936) e l' Ars
Poetica tradotta da A. Churginas (1936). Durante gli anni Cinquanta e Sessanta, nel mutato ordine
sociale, si registrano isolati pmagrafi su Orazio in opere generali grazie a J. Dumcius e L. Valkunas.
Negli anni Settanta escono due importanti lavori di H. Zabulis: il saggio «L'eroe lirico di Orazio» e
uno studio sull'imitatio lIoratiana in Budrius già accennata sopra.
In Lettonia a partire dalla metà degli anni Venti del Novecento si dispiega l'attività di K. Straubergs
(1890-1962), filologo classico e docente dell'università di Riga, che studiò le traduzioni dei diffusori
di Orazio nella cultura Iettane (soprattutto Alunàns e Veidenbaums) e i rapporti fra Orazio e Catullo;
in un contributo più ampio egli studiò Orazio nel contesto dello sviluppo della poesia romana
nell'epoca di Augusto, poi ripreso nella sua storia della letteratura latina (1936). È ricco il panorama
delle antologie oraziane preparate per 1'insegnamento del lati no nelle scuole; fra gli autori si ricordano
lo stesso Straubergs e N. Vi"ksnins (1923 e 1937). Durante 1'epoca sovietica il nome di Orazio ricorre
in opere d'impianto generale sulle letterature antiche e finalmente si ritrova in opuscoli didattici per lo
studio di testi e autori antichi, apparsi soltanto verso la fine degli anni Settanta.
In Estonia per seguire le tappe della fortuna di Orazio occorre rifarsi alla storia del centro culturale
indiscusso, ossia la città di Tartu con la sua università, a più riprese fatta chiudere e riaprire per ragioni
politiche e dove fin dalla sua fondazione come Academia GusJaviana nel 1630 opera un Istituto di
Filologia classica. Lo studio sistematico di Orazio a TaItu si fa risalire al 1804, quando il giovane pro-
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Corte dell'Università
di Vilnius Lituania
T imbro Università di Riga
su uno studio di Orazio
fessore di Filologia classica C. Morgcnstern (1770- l 852) vi tcnnc un corso suIr analisi delle epistole;
ma il suo interesse per il poeta lucano era vivo già durante gli studi ad Halle (infatti nel 1801 egli pubblicò uno studio sulle satire e le epistole) e argomenti oraziani non mancarono mai nei suoi corsi e
seminari universitari fino al 1836. Nei ccnto anni fra il 1839 c il 1938 trattarono temi oraziani molti
docenti di Tarlu: C. Mohr, C. Paucker e molti altri ancora, spesso stranieri. invitati ad insegnare
ncll' università nazionale dci nuovo stato estone per mantenere l'alto livello scientifico degli studi e
per formare una generazione di classici estoni. L'intensa presenza oraziana nell'insegnamento universitario a Taltu ebbe pcrò una scarsissima ricaduta in termini di produzione scientifica ad eccezione
delle Questiunculae Horatianae di 1. Bergman. Anche nei due decenni di vita indipendente d'inizio
secolo si registrano soltanto un' edizione latina di odi scelte con commenti a cura di E. Kikas e alcune
notizie apparse su quotidiani. soprattutto nel 1935, nell'occasione dell'anniversario della nascita. In
epoca sovietica l'insegnamento di filologia classica fu ufficialmente abolito: si rinvengono solo brevi
notizie bio-bibliografiche su Orazio nei manuali e nelle antologie (K. Reitav e A. Harma - E. ::--Juml)
per le scuole di letteratura antica o mondiale. Oggi il più importante studioso estone è M. Lep6je che
sta preparando un ampio lavoro sulla ricezione di Orazio in Estonia.
Per l'assetto linguistico e le vicende storico-culturali dell' area baltica. mi sia permesso di rimandare
a P. U. Dini. L'anello baltico, Profilo delle nazioni haltiche, Marietti, Genova, 1991, pp. 196.
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