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notizieslow
Cibo: gusto, convivialità e identità culturale
Cari soci ed amici,
quella che avete in mano è una “cosa
nuova”, un newsletter che abbiamo
creato per rendere migliore la comunicazione tra noi - che gestiamo le attività
della Condotta - e voi, i quasi 200 soci
reggiani e tutti quelli che pur non essendo ancora soci (per poco ancora, auspichiamo...) frequentano le nostre iniziative. Ci abbiamo “faticato” sopra, ma
speriamo ne sia valsa la pena. Nel questionario allegato (pag. 12) potrete dirci
anche questo, oltre al vostro parere su
Slow Food e su come lo interpretiamo a
livello locale.
L’Associazione in questi anni è diventata sempre più diffusa e ramificata, ma
ha anche evoluto la sua “filosofia”. Dall’esterno alcuni ci vedono ancora come
una congrega di spiriti belli, di raffinati
gourmet, di gastronomi d’elite. Niente
di più falso. Nel DNA di Slow Food c’è
sempre stato altro. Fin dall’inizio la gastronomia è stata vista come fenomeno
culturale e antropologico e, in fieri, si è
sviluppata l’idea di gastronomia come
scienza, materializzata poi nell’Università di Scienze Gastronomiche.
Mettere il cibo al centro di un sistema di
valori, non significa essere edonisti ma
scegliere uno dei bisogni primari dell’uomo, che gli definiscono un’identità
(siamo ciò che mangiamo), come punto di
vista sul mondo e su ciò che la produzione di cibo comporta, dall’agricoltura
ai rapporti sociali. Il cibo come chiave
per pensare una società diversa, il cibo
che unisce ciò che religione o denaro dividono. Un punto di vista radicalmente
innovativo e profondamente “politico”
(nell’accezione positiva del termine),
che è stato il motore del rapido successo di Slow Food, dalla piccola provincia piemontese ai cinque continenti. Le
grandi idee non hanno confini.
Al nostro interno, tra i soci come tra i Fiduciari, c’è chi è ancora fermo alle cene
ed alle degustazioni dei vini e guarda
alla biodiversità e a Terra Madre in lontananza, spesso anche con scetticismo.
Non si tratta però di un altro punto di
vista, ma solo di un mancato sviluppo
di quanto in Slow Food era già
in pectore fin dagli albori,
vent’anni fa.
La nuova fisionomia che
abbiamo assunto, non deve
però farci dimenticare
ciò da cui abbiamo preso
le mosse. Il manifesto di
Slow Food del 1989 recitava: “Movimento per il diritto al piacere”. Il cibo
è una necessità ma
anche, e soprattutto,
un piacere, in bocca
(il gusto), nel cuore
(la convivialità) e nel cervello (l’identità
culturale).
Oggi, come potrete vedere sfogliando
queste pagine, anche a livello locale le
idee e i progetti sono tanti: non si tratta
più solo di organizzare cene, la sfida è
più difficile e più complessa. A volte ci
sentiamo inadeguati, perché siamo tutti volontari e il tempo a disposizione è
quel che è: non riusciamo a fare nemmeno la metà di ciò che vorremmo. Ma
il bello della nostra associazione è proprio questo: ognuno dà secondo le
sue disponibilità e ogni Condotta fa
quel che può e come riesce.
L’invito che trovate in questa
stessa pagina (lo Zio Sam con
la chiocciola sul cappello) a diventare parte attiva della vita
di Slow Food, iscrivendovi e dando la vostra disponibilità di
tempo, un po’ di
tempo, può aiutarci a crescere.
(mirco marconi)
Abbiamo bisogno di te! Aiutaci a fare di più.
Diventa socio Slow Food, sostenendoci moralmente ed economicamente. Dacci
la tua disponibilità a collaborare, per qualcuna delle nostre iniziative e progetti.
Puoi diventare socio della Condotta on line (www.slowfood.it), oppure
in una delle manifestazioni in cui siamo presenti, o in uno dei nostri punti
tesseramento (Conad Le Querce e Pizzeria Piccolo Piedigrotta a Reggio Emilia,
Cantina Garibaldi a Cavriago).
Per informazioni, contatti, suggerimenti: [email protected]
l’associazione
01|notizieslow 09|07
La rete Slow Food: 83.000 soci in 122 paesi
Dalla buona tavola alla difesa dei diritti alimentari dei popoli
Vi raccontiamo di un’avventura che si
chiama Slow Food, a cui si devono intuizioni originali come la necessità di
riscoprire la lentezza non solo a tavola
e il senso di responsabilità nei confronti
dell’ambiente.
Il termine Slow Food ( il contrario esatto di trangugiare in fretta) definisce “un
Movimento che, in contrapposizione al
sempre più invadente dominio del Fast
Food, sostiene la necessità di recuperare
le abitudini della buona tavola e di un
tranquillo rapporto col cibo”.
Slow Food è un’associazione internazionale no profit nata in Italia nel 1986. La
struttura associativa di Slow Food consta
di 83.000 membri in più di 122 paesi del
mondo, organizzati in 800 Convivia (delegazioni di territorio).
La sede principale è a Bra, in Piemonte.
Attualmente esistono 7 Direzioni Nazionali riconosciute all’interno di Slow Food:
Italia, USA, Germania, Svizzera, Francia,
Giappone, Regno Unito, che organizzano
autonomamente l’attività associativa sul
proprio territorio e rispondono del loro
operato al Comitato di Presidenza Internazionale. In tutto il resto del mondo
i Convivia sono organizzazioni fondamentali del movimento e rispondono direttamente agli organismi internazionali
dell’Associazione.
Responsabile del Convivia è il Fiduciario
(o Convivium leader) il quale, facendo da
tramite tra gli associati e la sede centrale, organizza per i soci appuntamenti e
iniziative. Il radicamento sul territorio, il
decentramento (e quindi la valorizzazione della tipicità) e il carattere volontario
del lavoro dei rappresentanti associativi,
sono alcune delle caratteristiche più autentiche del movimento.
Un’associazione
che ha fatto del
godimento gastronomico
un atto politico
Slow Food attraverso progetti (Presìdi), pubblicazioni (Slow Food Editore),
eventi (Terra Madre) e manifestazioni
(Salone del Gusto, Cheese, Slow Fisch)
difende la biodiversità, i diritti dei popoli
alla sovranità alimentare e si batte contro
l’omologazione dei sapori, l’agricoltura
massiva, le manipolazioni genetiche.
È una rete di persone che si incontrano,
che si scambiano conoscenze ed esperienze. Un’associazione che ha fatto del
godimento gastronomico un atto politico,
perché dietro un buon piatto ci sono scel-
te operate nei campi, sulle barche, nelle
vigne, nelle scuole, nei governi. Slow
Food è anche: una casa editrice, una fondazione (Fondazione Slow Food per la
Biodiversità), un’università (Università
degli Studi di Scienze Gastronomiche).
In Italia i soci sono 35.000 circa e i Convivia (che in Italia si chiamano Condotte)
sono 350.
In Emilia Romagna sono attive 19 condotte (altre 2 sono in fase di costituzione)
in rappresentanza di circa 3.000 soci. Sul
territorio regionale esistono 14 Presìdi,
di cui uno nella nostra provincia: quello
della Vacca Rossa Reggiana.
A livello regionale vengono organizzate
diverse importanti manifestazioni: Figli
di un Bacco Minore e Giovinbacco (Bagnacavallo, Ravenna), Gusto Balsamico (Modena) Gli Extravergini (Faenza) e il Festival
dei Cibi di Strada (Cesena).
È inoltre in programma la prima edizione di Slow Food on Film, che si svolgerà a
Bologna.
La condotta di Reggio Emilia, in particolare, è capeggiata dal fiduciario Mirco Marconi, docente all’Istituto Agrario
Zanelli di Reggio Emilia, che si avvale
della collaborazione di una Piccola Tavola
formata da una decina di persone e conta
oggi circa 200 soci.
(valentina brevini e michiele reverberi)
Slow Food educa le giovani generazioni e i suoi soci da più di vent’anni. Perché
una corretta alimentazione passa anche attraverso l’utilizzo consapevole dei sensi.
Slow Food promuove la cultura del cibo buono, pulito e giusto: che soddisfa il
palato, che non danneggia l’ambiente e che rispetta il lavoro di chi lo produce.
Slow Food tutela la biodiversità e le comunità del cibo, perché vogliamo che lo
sviiluppo non sia solo economico, ma badi anche alla felicità delle persone.
Se sei d’accordo con quanto stiamo facendo, e, per caso non sei iscritto, associati!
L’Osteria dell’Aviatore è un ambiente semplice ed informale, dove
sarete accolti con cordialità e dove potrete gustare una cucina basata sui prodotti e le materie prime del territorio, con cura per i piatti
ispirati alla migliore tradizione gastronomica reggiana: sfoglie,
paste ripiene, tortelli, arrosti e grigliate, piatti di stagione.
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Reggio Emilia
via dell’Aeronautica, 13
Tel. 0522 506223
www.osteriadellaviatore.it
le attività della condotta
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Appuntamenti Slow: cene, fiere e degustazioni
Un interessante calendario di iniziative per gli ultimi mesi del 2007
Settembre e ottobre sono mesi di fiere e
manifestazioni varie: abbiamo scelto di
partecipare ad alcune di queste, quelle
che più si caratterizzano per tematiche
affini alle nostre. Siamo quindi stati alla
Reggia di Rivalta per la festa organizzata
dal Comune (Assaggi e Paesaggi estensi) e a Guastalla per il consueto Piante e
animali perduti, eventi entrambi caratterizzati dal tema della biodiversità.
In ottobre come Condotta saremo mobilitati in forze per Gusto Balsamico,
gestendo lo spazio di assaggio del cioccolato all’interno del Bistrot, dove potrete assaggiare 70 prodotti diversi, dai
fondenti mono-origine alle praline dei
migliori chocolatiers d’Europa.
In novembre saremo presenti a Regustibus (Scandiano), alla cui realizzazione
abbiamo collaborato a partire dall’idea,
ovvero il Festival gastronomico dei prodot-
I cuochi del ristorante “A Mangiare”
Gusto Balsamico
Modenafiere, 5-8 ottobre (vedi pagina 7)
Euskal Sukaldea!!! - Cucina Basca
Ristorante “A Mangiare”, Reggio Emilia
Giovedì 18 ottobre, ore 20.30
Quota: 43,00 Euro (40,00 Euro per i soci Slow
Food)
Prenotazioni presso il ristorante: tel. 0522.433600
Da qualche tempo nello staff di cucina di “A
Mangiare”, locale segnalato dalla nostra guida,
lavora Olatz, giovane cuoca basca. L’occasione
era troppo ghiotta e abbiamo ben pensato di
proporle una cena dedicata alla cucina del suo Paese. Inizieremo
con i Pintxos (le famose tapas basche) con il Txakoli, il bianco
leggero che li accompagna. Poi un giro di assaggi di pesce ed
uno di carne (abbinato ad un vino della Rioja), attingendo dai
classici della grande cucina di quel territorio.
Le sette sorelle - “viaggio” tra le cantine sociali altoatesine
Osteria dell’Aviatore, Reggio Emilia (interno aeroporto)
Lunedì 29 ottobre, ore 20.30
Quota: 33,00 Euro (30,00 Euro per i soci Slow Food)
Prenotazioni c/o Slow Food: tel. 0522.944203 - 340.5530549
[email protected]
Di nuovo una serata in compagnia del nostro “agente speciale” in Trentino-Alto Adige, Raffaele Guzzon, che questa volta ci
propone una grande degustazione di vini delle cantine sociali
altoatesine, modelli esemplari di qualità e costanza. Scopriremo
vini e territori, assaggiando un prodotto diverso per ogni cantina, accompagnati da un primo piatto e da salumi, formaggi e
pani del territorio.
Laboratorio di gastronomia artigianale
Servizio per banchetti e cerimonie
Realizziamo con cura e abilità artigianali prodotti
gastronomici unici per qualità e ricercatezza, miscelando
sapientemente tradizione e modernità e utilizzando solo
materie prime selezionate.
ti di collina.
In mezzo vi proponiamo, come da tradizione, alcune cene e degustazioni, alternando “grandi classici” del nostro repertorio, come la sempre richiestissima
serata sul cioccolato o la degustazione
di vini abbinata a piatti del territorio
(protagonista l’Alto Adige), a proposte
innovative come la cena basca o quella
dedicata alla spezie, affidandoci a locali
di alto livello e sicuro affidamento, come
sono A Mangiare e La Ghironda.
Lo spirito però è sempre quello: assaggiare per conoscere e per capire, poi la
mai dimenticata convivialità.
Per questi ultimi mesi del 2007, causa il
già fitto calendario, niente corsi e master,
che riprenderanno nel 2008. Non abbiamo ancora deciso cosa fare (forse master
formaggi?) e potete darci il vostro suggerimento attraverso il questionario.
4 luoghi, 5 piatti, 6 spezie
Ristorante la Ghironda, Montecchio Emilia
Venerdì 9 novembre, ore 20.30
Quota: 40,00 Euro (37,00 Euro per i soci Slow Food)
Prenotazioni presso il locale: tel. 0522.863550
Dopo aver percorso con grande sapienza, nelle scorse cene, i
piatti della cucina regionale italiana, Daniele e Camillo della Ghironda quest’autunno ci propongono un viaggio in un
territorio di forte fascino e suggestione: quello delle spezie.
Alternando piatti esotici ad altri della cucina italiana, spaziando da ricette di grandi cuochi (come Ferran Adrià) a
grandi classici. Siamo nelle loro mani e, per esperienza, ci
fidiamo ciecamente.
Regustibus - Festival gastronomico dei prodotti della collina
Fiera di Scandiano, 16-18 ottobre (vedi pagina 6)
Il cioccolato, tra origini e creatività
Sala Polivalente della parrocchia di Rivalta
(sul retro della chiesa)
Martedì 27 novembre, ore 21.00
Quota: 15,00 Euro (12,00 Euro per i soci Slow Food)
Prenotazioni c/o Slow Food: tel. 0522.944203 - 340.5530549
[email protected]
Ritorna un grande classico, una delle nostre degustazioni di
maggiore successo. Toccheremo tutti i temi, interessantissimi, legati al cioccolato: dalla storia, ai territori del cacao, agli
abbinamenti. Poi degusteremo una selezione dei migliori
cioccolati mono-origine, i più famosi grand cru, ed a seguire
un’altrettanto imperdibile selezione di praline da tutta Europa, dove la fantasia e il gusto degli chocolatiers trovano adeguata realizzazione.
Reggio Emilia
via dell’Aeronautica, 14/b
Tel. 0522 506223
www.bottegagastronomica.it
8% di sconto
sui prodotti di gastronomia
per i soci Slow Food Reggio Emilia
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progetti e iniziative
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Studenti e nonni insieme: l’Orto in Condotta
Un progetto di educazione alimentare che coinvolge scuola e comunità
Il progetto Orto in Condotta è studiato
per educare i bambini a mangiare sano
e bene nel rispetto dell’ambiente che li
circonda. I più piccoli sono i primi destinatari sia perché sono soprattutto loro
che rischiano di perdere il contatto con
la realtà del mondo agroalimentare, sia
perché possono fare avvicinare le famiglie agli ortaggi ed ai frutti coltivati localmente con metodi naturali.
Gli school garden sono nati negli Stati Uniti su idea di Alice Waters (attuale
vicepresidente di Slow Food internazionale) a metà degli anni ’90, che propose
nelle scuole un metodo di educazione
alimentare basato sull’attività pratica
nell’orto e sullo studio e trasformazione
dei prodotti in cucina.
Il progetto è stato avviato in Italia nel
2003, in occasione del Congresso internazionale di Napoli, con l’obiettivo di
creare un orto in ogni convivium: alla
fine del 2005 erano già una cinquanti-
na di orti scolastici distribuiti in tutta
la penisola. Al Congresso nazionale di
Sanremo (2006) il progetto italiano ha
preso il nome di Orto in Condotta e si
è posto l’obiettivo di creare una rete nazionale di almeno 100 orti.
Il progetto è basato su un programma
triennale che prevede la centralità di
una precisa tematica per ogni anno:
l’educazione sensoriale il primo anno,
l’educazione alimentare e ambientale il
secondo, la cultura del cibo e la conoscenza del territorio il terzo. I formatori
Slow Food si occupano delle lezioni di
aggiornamento con gli insegnanti e degli incontri con i genitori.
La comunità dell’apprendimento è costituita dalla condotta Slow Food, dagli
insegnanti, dai genitori, dai nonni e dai
soggetti che si interessano delle attività
dell’orto; nasce con l’avvio del progetto
ed ha il compito di contribuire alla formazione delle giovani generazioni sui
temi del cibo e dell’ambiente.
Orto in Condotta ha sviluppato una
rete italiana che comprende numerose
scuole su tutto il territorio, che possono
conoscersi e scambiare le loro esperienze in occasione delle manifestazioni internazionali Slow Food, prima tra tutte
Terra Madre.
La condotta reggiana si sta attivando
con l’obiettivo di realizzare almeno un
orto scolastico sul nostro territorio.
Idee per il “Palazzone” di Rivalta
Tre proposte di Slow Food per il recupero di Palazzo Ducale
A Rivalta è nascosta una vestigia dello
splendore settecentesco della corte estense, il così detto “Palazzone”: abitato fino
ad alcuni decenni fa e poi dimenticato,
era la residenza estiva dei duchi estensi,
una elegante struttura con un grande e
raffinato giardino, che gli valse il nome di
“piccola Versailles”. La “reggia” ebbe vita
breve e già nel’Ottocento venne rasa al
suolo quasi completamente dalle truppe
napoleoniche: oggi rimangono solo l’ala
sud e il muro di cinta del grande parco
di 24 ettari. Il Comune di Reggio ha voluto riportare l’attenzione su questo spazio
alle porte della città con un innovativo
processo di progettazione partecipata,
noto come OST (Open Space Technology):
Slow Food vi ha preso parte, proponendone alcune possibile destinazioni d’uso.
Mercato della Terra
Il cortile antistante al Palazzo potrebbe
essere la sede futura del Mercato della Terra. La collocazione nella Reggia può essere coerente con l’idea di un crocevia tra i
prodotti della collina e della pianura e in
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Roi di Versailles. L’orto/frutteto in particolare dovrebbe privilegiare le cultivar
tradizionali del nostro territorio (vitigni,
frutti antichi, ortaggi). In prospettiva si
potrebbe prevedere anche la realizzazione di un garden-shop, con sementi di varietà antiche ed oggettistica legata all’orticultura ed al giardinaggio, sul modello
di realtà analoghe (giardino di Villandry
sulla Loira, Kew Garden a Londra).
Al tempo degli estensi, la Reggia di Rivalta
era già... Slow!!! Ornamento settecentesco del
palazzo Ducale (foto Giuliano Ferrari)
un ambiente agreste, salubre e piacevole.
Centro di formazione sugli orti didattici
L’idea è di ospitare all’interno della Reggia un Centro di Formazione, di rilevanza regionale o nazionale, sugli orti didattici di Slow Food. Sarebbe opportuno
recuperare il giardino segreto della Reggia
alla sua antica funzione, realizzando un
orto/frutteto con una funzione sia didattica sia estetica, sul modello del Potager du
Enoteca dei vini dei colli emiliani
Nell’ottica di una fruizione turistica, si
potrebbe proporre una struttura sul modello delle enoteche regionali, ma anche
della Banca del Vino di Pollenzo, dove
nelle cantine della Reggia viene collocata
una collezione ed un “deposito” dei vini
delle province emiliane, in particolare di
quelli che si prestano all’invecchiamento.
A questa struttura può essere collegato
un punto vendita, dove organizzare degustazioni, Laboratori del Gusto, visite guidate. Nel punto vendita possono trovare
adeguata valorizzazione altri prodotti di
eccellenza del territorio.
progetti e iniziative
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Un Sì per per un futuro libero da Ogm
Slow Food aderisce alla coalizione in difesa dell’agroalimentare di qualità
28 organizzazioni, 1.000 delegati territoriali, 3 milioni di voti. Questi i numeri messi in campo dalla Coalizione
ItaliaEuropa - Liberi da Ogm.
Riunite insieme per la prima volta le
organizzazioni degli agricoltori, della
moderna distribuzione, dell’artigianato,
della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza,
della cultura, della cooperazione internazionale, presentano la prima Consultazione Nazionale su Ogm e modello di
sviluppo agroalimentare, che si terrrà dal
15 settembre al 15 novembre 2007 in tutta
Italia, al fine di coinvolgere la comunità
in un processo di elevamento delle conoscenze scientifiche e della consapevolezza culturale e di democrazia partecipata,
ampia e reale, su tematiche così decisive e
aprire un dialogo diretto con le istituzioni circa il modello di sviluppo dell’Italia
- e dell’Europa - nell’ambito dei rapporti
internazionali.
Anche a Reggio Emilia si è costituita la
Coalizione provinciale Italia-Europa liberi da Ogm, all’insegna del principio
“l’agroalimentare cuore strategico dello
sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo”.
Alla coalizione provinciale hanno per il
momento aderito: Coldiretti, Cia, Cna,
Confartigianato-Federimpresa, Adoc,
Confconsumatori, Federconsumatori,
Slow Food, Legambiente, WWF, Cap
e Coop Nordest. Queste associazioni si
sono ritrovate allo stesso tavolo con la
finalità di coinvolgere e sensibilizzare
la collettività sull’importanza di conservare il nostro agroalimentare e il nostro
cibo libero da Organismi geneticamente
modificati, preservando i territori, la salute, la qualità e le biodiversità.
Tutti uniti dunque per difendere la salute ma anche l’economia: l’agroalimentare in Italia rappresenta infatti il 15% del
pil e avrebbe da perdere molti spazi se il
“made in Italy” venisse impoverito sul
piano della qualità.
Rappresentanti della coalizione saranno presenti in occasione dei principali eventi della nostra provincia con il
materiale informativo e le schede attraverso cui sarà possibile esprimere il
proprio Sì per un futuro libero da Ogm.
È possibile aderire all’iniziativa anche
on-line collegandosi al sito www.liberidaogm.org .
Ortolani custodi per salvare le varietà tradizionali
Semi di zucca e melone distribuiti da Slow Food e Istituto Agrario
Venerdì 14 settembre a Bologna, all’interno di SANA, è stata presentata la
Bozza di Legge Regionale sulla Tutela
della Biodiversità delle specie agrarie,
che ha l’obiettivo di preservare le varietà vegetali e le razze animali che oggi
rischiano l’erosione genetica o, peggio
ancora, l’estinzione. In un lavoro durato
più di un anno i tecnici incaricati dalla
Regione hanno catalogato le cultivar di
cereali, ortaggi e frutti, e le animali autoctone del nostro territorio (o perlomeno di vecchia introduzione); molte sono
scomparse con l’avvento dell’agricoltura
intensiva e industrializzata, mentre altre
sono residuali e senza un’adeguata tutela e rilancio rischiano di scomparire. Si
è parlato anche di varietà presenti sul
territorio reggiano, dall’uva fogarina all’anguria Ardita, dal mais nano reggiano
al melone rospo, come di razze animali
quali la vacca rossa reggiana e la pecora
cornella. Saranno disponibili in futuro
finanziamenti per quegli Enti, Istituti
e anche agricoltori, che si prenderanno
l’impegno di “conservare” queste risorse
di biodiversità. Gli agricoltori in particolare, verranno chiamati con il bel nome
di agricoltori custodi.
Sulla scorta di tutto ciò ci è venuta l’idea
di proporre ai nostri soci di diventare
ortolani custodi. L’iniziativa è pensata
in collaborazione con L’Istituto Agrario
Zanelli di Reggio Emilia, che da anni è
impegnato su questo fronte.
In buona sostanza vi proponiamo di
adottare una varietà tradizionale di zucca o melone, che potrete coltivare nel vo-
stro orto, godendone i sapori dimenticati
e conservando di anno in anno i semi,
che poi magari diffonderete a conoscenti ed amici. Queste varietà ritorneranno
così dal passato e saranno di nuove presenti negli orti della nostra provincia.
In particolare sono disponibili semi di:
- Zucca cappello da prete, la migliore
per i tortelli, che però necessita di alcuni
mesi di paziente stagionatura per esprimersi al meglio;
- Melone Banana, tipico della bassa,
se colto a giusta maturazione ha polpa
bianca e dolcissima;
- Melone Ramparino, presente a Reggio
fino agli anni ’70, è un melone rampicante con polpa verde dal gusto molto particolare, anche se non dolcissima;
- Melone Rospa, un tempo diffuso in
tutta la regione, ha l’aspetto di una zucca, la polpa è arancione, molto saporita e
dal gusto deciso.
Le sementi verranno regalate e si terrà
un registro degli ortolani custodi. Distribuiremo i semi a Guastalla per “Piante e
animali perduti” e presso l’ITAS Zanelli.
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i grandi eventi slow food
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5° Congresso Internazionale in Messico
I temi: nuova gastronomia, economia locale e comunità del cibo
“Arrivederci a Puebla” sono state le ultime
parole rivolte da Carlo Petrini ai delegati
intervenuti al Congresso Internazionale di
Napoli del 2003. Quando pronunciò queste
parole, non credeva che si sarebbero realizzate: la sua era una speranza, non una certezza. Pensò al Messico perché era un paese
che racchiudeva in sé i problemi - la dignità
dei lavoratori, dell’agricoltura sostenibile,
della conservazione di un’antica saggezza,
del benessere delle persone, della biodiversità, e altri ancora - che il progetto di Terra
Madre, allora ancora embrionale, avrebbe
successivamente affrontato.
E sarà proprio a Puebla, realizzazione di un sogno, che dall’8 all’11
novembre 2007 si terrà il Quinto Congresso Internazionale di
Slow Food, che vedrà riuniti circa 700 delegati in rappresentanza
di oltre 80.000 soci di tutto il mondo.
Il Congresso rappresenta l’evento più importante del movimento: si eleggono gli
organismi dirigenti e si decidono le linee
strategiche per lo sviluppo dell’associazione, della rete di Terra Madre, dei progetti educativi e di quelli a difesa della
biodiversità.
I quattro precedenti Congressi internazionali sono stati tappe fondamentali per la
crescita del movimento: il primo (Parigi,
1989) ha sancito la nascita dell’associazione internazionale con la firma
del Manifesto del Movimento
Slow Food; il secondo si è tenuto a Venezia nel 1990, il terzo
a Orvieto nel 1997; nel 2003 a
Napoli, per la prima volta, è stata
presentata l’idea di Terra Madre.
Il prossimo Congresso sarà il primo organizzato fuori dall’Europa: la scelta straegica del Messico quale sede dell’evento
segnerà il lancio, sia sul piano simbolico,
sia su quello reale, della rete internazionale che si è sviluppata a partire da Terra
Madre 2004.
Puebla segna un momento di transizione
per l’organizzazione, perché sottoscrive il
nuovo patto tra produttori e co-produttori
(consumatori informati), cuochi, educatori, studiosi e scienziati, nel nome di nuove economie locali sostenibili. A Puebla
Slow Food costruirà una struttura in grado
di supportare queste sfide, approvando un
nuovo Statuto ed eleggendo nuovi organismi dirigenti internazionali.
La nuova gastronomia, il concetto di Slow
Food sulla qualità del cibo, l’economia locale e la rete mondiale delle comunità del
cibo sono alcuni dei temi che tutti i convivium del mondo sono invitati a discutere e
approfondire, in preparazione al Congresso: temi già anticipati in Visioni e Progetti.
Riprendiamoci la vita: la Terra, la Luna e l’Abbondanza, documento scritto da Carlo Petrini che traccia le linee guida per il futuro
dell’Associazione.
I prodotti della collina a Scandiano
Regustibus: festival gastronomico dal 16 al 18 novembre
Scandiano è una cittadina ai piedi delle
colline, ricca di produttori di vini, Aceto Balsamico Tradizionale e Parmigiano
Reggiano: da qui l’idea di un Festival
dedicato alla “Collina” come territorio di
elezione per un’agricoltura di eccellenza,
fatta di piccole e medie aziende che fanno
della qualità e del rispetto delle tradizioni la loro ragion d’essere, in contrapposizione alla standardizzazione del mercato globale. L’intenzione di Regustibus
(questo il nome del festival) è di ospitare
i migliori produttori locali, affiancandoli
ad altre “colline” italiane ed europee, che
si caratterizzano per i loro vini, oli extravergini e formaggi, e in generale per i
loro prodotti gastronomici, ma anche per
l’artigianato tradizionale.
Slow Food Reggio Emilia, oltre ad aver con-
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tribuito a progettare la manifestazione,
selezionerà i produttori presenti e gestirà
3 spazi all’interno del festival:
Info-point e libreria di Slow Food editore;
Osteria Slow, dove sabato sera proporremo un menù dedicato ai Presidi, mentre domenica a pranzo sarà gestita dagli
amici della Condotta dell’Appennino che
proporranno i loro piatti tradizionali; da
bere vini del territorio. In Osteria sarà anche possibile scegliere un tagliere di formaggi e salumi dei Presidi, con birra alla
spina artigianale del Birrificio del Ducato;
Caffè letterario dove sarà possibile sedersi per una pausa ristoratrice, scegliendo tra il caffè di tostatura artigianale, una
selezione di cioccolata single origin e praline accompagnati da vini e distillati, o la
pasticceria fredda di Matteo Razzini. Nel
caffè si alterneranno incontri culturali
(come ad esempio una conversazione sul
genius loci della collina), presentazioni di
libri, momenti musicali e piccoli Laboratori del Gusto sulle realtà presenti in Fiera.
Giorni e orari (ingresso 3,00 euro):
Venerdì 16 novembre (18.00-23.00)
Sabato 17 novembre (18.00-23.00)
Domenica 18 novembre (10.00-20.00)
Informazioni: www.fierascandiano.it
i grandi eventi slow food
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Studenti in bicicletta e in nave lungo il Po
Dal Monviso all’Adriatico: un’università che si sposta seguendo il fiume
Alla ricerca del Grande Fiume è un viaggio
di formazione intrapreso dagli studenti
dell’Università degli Studi di Scienze
Gastronomiche in occasione del cinquantenario del Viaggio nella Valle del Po
di Mario Soldati.
I 183 studenti affrontano un percorso
lungo il Po che li porta dal 26 settembre
al 20 ottobre dal Monviso all’Adriatico
(attraverso 4 regioni, 13 provincie e
82 comuni), per sperimentare un nuovo
modello di didattica: l’obiettivo è prendere atto direttamente dello stato di salute
del maggior corso d’acqua italiano tramite un’indagine scientifica e ambientale
innovativa, riproducibile per altri sistemi
fluviali. Il tragitto si svolge in bicicletta e
in nave per scoprire realtà che con gli abituali mezzi di trasporto non si vedono, o
non si vogliono vedere.
Le tappe del viaggio sono state pensate
in modo da percorrere l’intero corso del
fiume toccando tutte le città capoluogo
di provincia e molti comuni importanti
da un punto di vista storico, culturale o
gastronomico nello sviluppo della civiltà
del fiume. I comuni sede di tappa hanno
un ruolo importante nella logistica del
viaggio, contribuendo in diversi modi,
dal pasto al soggiorno, alla messa a disposizione di spazi per conferenze, incontri e manifestazioni.
Durante i 24 giorni di viaggio gli studenti seguono i corsi dell’anno accademico
2007/2008, che iniziano durante il viag-
Appuntamenti a Reggio Emilia
Alcuni studenti del Master in Scienze Gastronomiche e Prodotti di Qualità di Colorno (Enrico, Tomomi, Jorida, Livia, Aymè e Massimo)
gio, e partecipano a conferenze con importanti esponenti della cultura.
Le serate sono dedicate a eventi aperti al
pubblico che vedono la partecipazione
di cantanti, comici e attori. Al momento
hanno dato l’adesione tra gli altri: Lella
Costa, Francesco Guccini, Michele Serra,
Roberto Vecchioni, Antonio Albanese,
Luciano Ligabue. Per approfondimenti:
www.allaricercadelgrandefiume.com
Il 12 ottobre la “carovana” farà tappa a Reggio Emilia, dove parte degli
studenti seguirà una lezione con degustazione sui vitigni minori reggiani,
tenuta da Fabio Giavedoni (Slow Food)
e Stafano Meglioraldi (Consorzio Vini
Reggiani); altri saranno
invece impegnati in varie
visite tra Brescello e Guastalla. Il pranzo si terrà
nella piazza di Gualtieri
sotto il porticato di Palazzo
Bentivoglio e consisterà in
una “sfida incruenta” tra
i prodotti tradizionali della bassa e della montagna,
ideata dalle Condotte Slow
Food reggiane: culatello
contro culaccia, erbazzone montanaro
contro reggiano, Parmigiani reggiani
a confronto, castagnaccio contro spongata, ecc. Con i produttori presenti che
racconteranno ai ragazzi. Alla sera,
dopo una cena con la cucina tradizionale locale nel chiostro della Ghiara, il
gran finale, con un evento unico in tutto il viaggio: al Teatro Municipale Valli
Francesco Guccini, Luciano Ligabue e Michele Serra dibatteranno,
stimolati da Carlo Petrini, sul tema
“essere provinciali”.
Appuntameno “liffo” per gli amanti del cioccolato
Uno stand dedicato ai golosi a “Gusto Balsamico”, rassegna degli aceti e dell’agrodolce
Dal 5 all’8 ottobre si terrà a Modena “Gusto Balsamico
- Rassegna degli aceti dal mondo e dell’agrodolce”, manifestazione che partendo dagli
aceti balsamici tradizionali - di Modena e di
Reggio - spazierà nel mondo dell’agrodolce
e dell’enogastronomia di territorio. Gli organizzatori dell’evento si sono avvalsi della
consulenza di Slow Food Italia, che attraverso
il lavoro dei soci gestirà direttamente alcune
sezioni.
In particolare, all’interno dell’area “Bistrot”, la
condotta di Reggio Emilia allestirà una golosissima Cioccolatoteca, dove sarà possibile degustare oltre 70 tipi di cioccolato provenienti
dai migliori produttori e dai più noti chocolatiers
d’Italia e d’Europa: praline, grandi fondenti “single
origin”, cioccolato aromatizzato e molte altre prelibatezze, tutte produzione artigianale realizzate da
veri “maestri cioccolatieri”, appositamente selezionate per questo evento.
Ci saranno inoltre altre zone di degustazione
(vini, specialità agrodolci, osteria del tortellino),
un ricco mercato dedicato agli aceti e ai prodotti
derivati sia italiani che stranieri, un ampio spazio dedicato all’educazione alimentare con i Laboratori del Gusto e un percorso educativo per i
più piccoli e altri eventi anche fuori dalla fiera.
Per maggiori informazioni sul programma si
può consultare il sito internet della manifestazione: www.gustobalsamico.it.
7
i libri di slow food editore
01|notizieslow 09|07
Osterie d’Italia: viaggio nel gusto
1.700 locali segnalati dal “sussidiario del mangiarbere all’italiana”
Prima, molto tempo prima di conoscere
Slow Food, la sua storia, le sue idee, le
sue battaglie, ho imparato
a conoscere e ad apprezzare la guida alle Osterie
d’Italia. Soprattutto quando
si è in viaggio per lavoro o
per svago in giro per l’Italia.
Scorri l’indice, trovi la regione, la località, il borgo e provi
a fidarti e ad affidarti. Spesso, insieme al locale piacevole
e davvero meritevole d’essere provato, scopri anche pezzi
d’Italia “nuovi” e inaspettati.
Nelle città e nei luoghi turistici
queste piccole scoperte diventano
vere epifanie, per chi cerca un’alternativa alla ristorazione standardizzata, anonima, semplicemente
“modaiola”.
Imparando a conoscerla la vera sfida
alla guida alle Osterie d’Italia si gioca in casa, nella propria città, nella propria provincia. È in questa dimensione
che i confronti e i paragoni tra ristoranti,
tradizioni culinarie, ricettari di famiglia,
si fanno più stringenti, non foss’altro
per la consuetudine con certi piatti del
territorio.
Anno dopo anno Osterie d’Italia gioca il
suo successo di vendite (120.00 copie in
tre lingue) sulla autorevolezza e credibilità dei suoi giudizi.
Pre-requisiti per entrare (e restare!) in
guida, sono il legame con la tradizione
gastronomica del luogo, lasciando però
spazio all’innovazione e alla ricerca di
La guida
Osterie d’Italia è una guida alla cucina di tradizione regionale, un inventario dei saperi e dei prodotti gastronomici locali: per ogni locale è redatta
una scheda descrittiva dell’ambiente e dei piatti, corredata da recapiti,
prezzi, giorni e orari di aperturaa.
Non sono assegnati voti né stilate graduatorie, ma solo segnalate le
eventuali eccellenze: la chiocciola per i locali che risultano in particolare sintonia con la filosofia Slow Food, la bottiglia e il formaggio per
sottolineare la significativa offerta di vini e formaggi.
proposte nuove e
stimolanti, ed il
prezzo che per tre
portate, vini esclusi, non deve superare i 35 euro.
Osterie d’Italia
fra poco uscirà con la nuova
edizione 2008: la numero 18.
In novecento fitte pagine Sono raccolte
schede e segnalazioni di quasi 1.700 locali. A differenza della pletora di guide,
manuali, opuscoli, che ormai infestano
edicole e librerie, Osterie d’Italia ha davvero tantissimi collaboratori e segnalatori in ogni regione d’Italia. Ognuno di
questi per passione e non per mestiere,
visita alcuni locali della sua regione ogni
anno, mai gli stessi, mai preannunciandosi prima. In questo modo tutte le segnalazioni presenti in guida ogni anno,
lo sottolineo, ogni anno vengono sistematicamente controllate, provate: riverificate per tutto il territorio nazionale.
Un lavoro a ben pensare monumentale,
pantagruelico: per almeno 1.700 volte si
va a mangiare in osteria!
Nelle ultime pagine della guida c’è una
scheda per la segnalazione di nuovi locali e per una valutazione dei locali già
esistenti: usatela il più possibile! Queste
indicazioni vengono tenute nella massima considerazione e tutte vengono vagliate e verificate una per una.
Per finire, se vi va provate a cimentarvi
in un piccolo gioco: una “degustazione
verticale” delle ultime annate delle Osterie d’Italia. Vi renderete conto di quanto,
pur conservando una griglia editoriale
simile, siano diverse tra loro: per commenti, per i locali “novità”, per quelli che
vengono tolti, per quelli che acquisiscono o perdono riconoscimenti specifici (la
bottiglia, il formaggio, la chiocciolina),
per il “Dizionario della Cucina Regionale - gastronomia del territorio” che
nell’edizione 2008 conterrà in 1.768 voci.
Buon appetito.
(pierluigi tedeschi)
Le “nostre” osterie
Nella nostra provincia i locali presenti nell’edizione 2007 di Osterie d’Italia sono 10, un numero davvero ristrettissimo se paragonato all’offerta
complessiva della ristorazione reggiana.
In città abbiamo la Trattoria della Ghiara e
A mangiare; a Cavriago la Cantina Garibaldi,
a Montecchio Emilia La Ghironda, a Scandiano
Osteria in Scandiano; a Baiso Ca’ Poggioli, a
Vetto L’antica trattoria del sole, a Castelnovo
né Monti Il Capolinea; a Correggio il Tre spade
e a Poviglio Casa Motta.
(nella foto: Daniele e Camillo, gestori del ristorante
“La Ghironda” di Montecchio Emilia)
8
i libri di slow food editore
01|notizieslow 09|07
Vini d’Italia: il meglio dell’enologia nazionale
Produzioni eccellenti e bottiglie per tutti i giorni nelle guide Slow Food
Domenica 28 ottobre 2007, a Roma, sarà
ufficialmente presentata la guida
“Vini d’Italia 2008”, edita da
Slow Food e Gambero Rosso,
mentre sabato 27, a Torino, si
terrà la presentazione della
“Guida al Vino Quotidiano”,
edizione biennale curata da
Slow Food, che raccoglie i migliori vini italiani con un prezzo
(in cantina) inferiore agli 8 euro.
Con l’edizione 2008 la guida “Vini
d’Italia” compie 21 anni e si conferma punto di riferimento per
tutti gli appasionati ed intenditori
di vino, utile strumento per chi cerca prodotti che rispondano sì ad alti
standard qualitativi, ma che al tempo
stesso siano rappresentativi di un determinato territorio, di uno specifico
vitigno o tipologia di vino e che portino
a creare quel rapporto che unisce l’Uomo, il Territorio ed il Vino.
La nuova edizione mantiene invariata
la sua struttura, dando come sempre
ampio spazio alle schede dei singoli
produttori, le quali vengono completamente riscritte ogni anno (non semplicemente aggiornate) e contengono
svariate informazioni non solo sulle
cantine, ma anche su chi il vino l’ha
pensato, voluto e realizzato, sia esso il
proprietario dell’azienda, l’enologo o
semplicemente il cantiniere.
Le quasi 1.000 pagine della guida contengono la recensione di più di 2.000
aziende e 16.000 vini, frutto del lavoro
di tanti degustatori che, a partire dal
mese di aprile, hanno iniziato a contat-
La guida
Oltre alla storia di ogni azienda, per ogni singolo vino vengono indicati il costo (per fasce di prezzo) e una valutazione qualitativa, secondo il sistema ormai noto dei “bicchieri”, che va dalla semplice
segnalazione ai “Tre Bicchieri”: nell’ultima edizione l’ambito riconoscimento è stato assegnato a 282 etichette.
Una curiosità: esiste anche una sezione dedicata ai “Tre Bicchieri
non dati”, ovvero grandi vini non premiati negli anni precedenti
che col passare del tempo hanno dimostrto di meritare questo riconoscimento.
tare i vari produttori, a reperire e
raccogliere i campioni, a suddividerli per tipologia
e categoria, mascherarli per
renderli irriconoscibili durante gli assaggi.
Personalmente partecipo alle degustazioni per Reggio e Modena, che si
svolgono prssso l’osteria “da Amerigo”,
sui colli bolognesi. La commissione è
composta da quattro assaggiatori che
sottopongono a valutazione circa 120140 vini, tutti provenienti dalle due
provincie in esame.
Questa è solo la prima fase, che si
svolge in tutta Italia a livello locale: la
commisione d’assaggio è incaricata di
selezionare i campioni più significativi,
esprimendo valutazioni numeriche (in
centesimi).
I vini che superano quest primo esame
vengono poi di nuovo sottoposti a valutazione da una seconda commissione,
che valuta tutti i campioni provenienti
dalla regione. Questa seconda fase si
tiene - per la regione Emilia Romagna
- all’enoteca di Dozza.
Alla degustazione regionale vengono
assegnati i “Due Bicchieri Rossi”, ovvero si selezionano - tra i vini giudicati
“molto buoni o ottimi”, da inviare alla
selezione finale, quella in cui si assegnano i preziosi “Tre Bicchieri”, ovvero il riconoscimento dato ai vini considerati “eccellenti”.
Ora non ci resta che attendere il 29 ottobre, data a partire dalla quale la guida
sarà reperibile in libreria, per sapere
come si sono comportate le aziende del
nostro territorio (un pò di campanilismo ci vuole!), nella speranza che il 2008
porti finalmente il primo “Tre Bicchieri”
ad un Lambrusco, troppo spesso considerato un vino “povero” e non degno
di alta considerazione. In fin dei conti
nella guida 2007 è scritto che “quando
un vino è davvero buono è premiato indipendentemente dalla varietà con cui
è stato fatto”.
Quindi, perché non un buon “lambro”?
I “nostri” vini
(denny bini)
Nell’edizione 2007 di “Vini d’Italia” sono 4 le
cantine reggiane segnalate:
Ermete Medici (Gaida), che si è vista assegnare un “Due Bicchieri Rossi” per l’Assolo
‘05, oltre a 2 “due Bicchieri” e diverse altre
segnalazioni;
Moro-Rinaldini (Sant’Ilario) e Cantina di
Arceto, entrambi con 2 “Due Bicchieri”; infine Ca’ de Medci (Cadè) che ha ottenuto un
“Due Bicchieri”.
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cronache dalla condotta
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Uno tsunami a Rivalta
Resoconto semiserio della festa di San Giovanni
Era uno splendido ed assolato pomeriggio prefestivo e nulla poteva far
presagire la tragedia che ci stava aspettando.
Il D-day era fissato per sabato 23 giugno, giorno di San Giovanni e della
tradizionale tortellata con annessa rugiada. L’idea, su invito del Comune di
Reggio, era di proporre una festa Slow,
con piatti e atmosfera un po’ diversi
dal solito. Un ristoratore di fiducia (sic!)
si era impegnato a gestire il ristorante,
ma poche settimane prima dell’evento
ci mollò “alla guazza”, giustificandosi
con i troppi impegni. Dovevamo decidere se mandare tutto a monte o provare il “fai da te” ristorativo, su cui non
ci eravamo mai cimentati prima (e che
non faremo mai più!). Ahinoi... decidemmo di accettare la sfida.
La fase preparatoria era stata meticolosa, e nelle riunioni ci lanciavamo in
pronostici sull’esito della manifestazione: il gruppo della piccola tavola era
equamente suddiviso tra pessimisti
(serata semideserta) e ottimisti (300500 presenze, come da stime di “esperti” locali).
Poi arrivò la vigilia. Ci furono momenti
di tensione quando il nostro Feldmaresciallo Michele, in un sopralluogo sul
campo, constatò un mostruoso ritardo
organizzativo. Non c’era niente, nemmeno l’erba era stata tagliata! Ma nel
breve volgere di un giorno, tutto (o
quasi) miracolosamente prese forma.
Arriviamo al D-day. Ritrovo fissato nel
primo pomeriggio: nonostante l’assenza del nostro timoniere nonché fiduciario Mirco (è l’unico genitore che si
ammala più delle sue bimbe!) tutto più
o meno sembrava quadrare. Gli stand
della birra e del caffè erano operativi
e pronti per la serata. Le ragazze della
condotta della montagna, venute a dar
manforte, avevano già preso possesso
della cucina. La nostra “salumeria” era
pronta: affettatrici collegate, violino di
capra, ventricina di Vasto, fiocchetto,
tutti ai box di partenza...
Breve briefing per i dettagli operativi: i
salumi li serviamo qui... il vino lo versiamo
10
di là... i tortelli di qua..., ecc. Tutto a posto, insomma, cartelli appesi, bandiere
piazzate.
All’avvicinarsi dell’ora “x” la tensione
saliva... I Pentoloni tortelliferi li accendiamo? L’acqua è in cella frigo? Sì, ma sarà
abbastanza? Mah! Andiamone a prendere
dell’altra! Via!Via!
le prime persone
cominciavano ad affluire:
erano gli incursori del
“tortello precoce da
asporto”
Verso il calare del sole un sisma di entità imprecisata stava per avvicinarsi...
Le casse erano state aperte in anticipo
poiché le prime persone cominciavano ad affluire: erano gli incursori del
“tortello precoce da asporto” quelli
che non riescono a privarsene e se lo
consumano nell’intimità della propria
casa. Tutto procedeva regolarmente.
Ma il mare si stava ritirando e nessuno
se ne era accorto. Dopo questo inizio
dolce, in lontananza si scorgeva l’onda montare. Il flusso progressivamente aumentava e la gente cominciava a
prendere d’assedio le casse. Un rinforzo alle casse ad aiutare Titty e Valentina! Via! Via!
L’onda anomala era arrivata: un numero di persone almeno doppio rispetto
alle più ottimistiche previsioni e tutte
concentrate nella stessa mezz’ora. Potevamo solo osservare inermi e senza
scampo il cataclisma.
La fila alle cucine era spaventosa e di
forma tipicamente italiana, ovvero “a
ventaglio”, con tutti che premono e
che convergono verso l’unico punto di
distribuzione.
Ovviamente tutti noi del servizio andavamo a mille, ma sempre troppo
piano: le “cuoche” tortellavano a tutta, Iccio il salumiere aveva il disco
dell’affettatrice incandescente come i
freni di una Ferrari in staccata, Denny
versava vino a quattro braccia, Marina, rinforzo della Condotta di Parma,
era in delirium tremens da piattini di
salumi, Giuliano lanciava imprecazioni che “facevano luce” come lampi, il
sottoscritto si divideva tra un violino
di capra e un fiocchetto mentre Mirco,
il Fiduciario privo di difese immunitarie, che nel frattempo ci aveva raggiunto, era iperattivo e correva per la
festa dividendosi tra lo stand dei libri,
le casse e le cucine, cercando di coordinare l’incoordinabile.
Il caos e la ressa erano in crescendo e
cronache dalla condotta
01|notizieslow 09|07
in sottofondo si udiva l’eco del malumore della folla: «Tre tortelli d’erbetta!...
Io ho ne ho due alla borragine! No alle erbe
amare... Ma cosa dice lei era dopo di me!...
La smetta, mi sta pestando i piedi! - No
guardi che semmai è lei che spinge!... Mi
dia quel piatto io ne ho solamente uno!...
Non è possibile che ci sia così tanto da
aspettare!».
Chi siamo? Cosa facciamo?
Ma soprattutto: perché?
La “Piccola Tavola” (o più prosaicamente Comitato di Condotta)
di Slow Food Reggio Emilia
Alcuni avevano occupato i posti a sedere senza avere ancora da mangiare,
forse perché qualcuno era in fila per
loro, o forse per la sola soddisfazione
di aver almeno conquistato qualcosa...
Poi, dopo una lunga e interminabile
apnea, tutto è finito e l’onda anomala
si è ritirata, lasciando un panorama
di devastazione. L’idea di una serata
slow, dove ci fosse anche il tempo di
capire quello che si sta mangiando?
Spazzata via.
Tra noi amarezza e delusione per un
evento pensato in un modo e poi finito
all’opposto, mostrando il lato oscuro
della lentezza. Delusione, comprensibile e giustificata, anche tra i nostri affezionati seguaci “slow”, anche se qualcuno di loro ha capito e l’ha presa con la
necessaria filosofia, scegliendo magari
di guardarsi lo spettacolo a stomaco
vuoto, per poi mangiare in tranquillità un po’ più tardi. E tutti quelli che
non ci conoscevano? Avranno pensato
che Slow Food è un’associazione non
di “lenti”, ma di “ritardati”.
Così abbiamo mestamente “smontato”
e recuperato le nostre cose, intirizziti
dalla rugiada di San Giovanni. Si sono
intanto fatte la 4 del mattino quando
è apparso un tizio, che da ore dormiva su una panchina vicina al grande
cedro del parco, probabilmente reduce
da una esperienza alcolica intensa. Si è
avvicinato allo stand, ci ha guardato e
ha chiesto: «non è che c’è qualcosa da
mangiare?». Lo abbiamo fissato ammutoliti e sgomenti: questo era davvero “slow”...
Da quel 23 Giugno, come ogni castello
e antico maniero che si rispetti, anche
la Reggia di Rivalta può vantare il suo
spettro. Nelle notti di luna piena si
può udire un fantasma che, vagando
per le stanze del palazzo, grida: «Ma
quando arrivano i miei tortelli alla
borragine?!».
(alessandro crotti)
Mirco Marconi Fiduciario (Pres. del comitato di Condotta)
«Sono diventato socio Slow Food “per caso e per necessità”. Mi sono ritrovato
insegnante di “cose” enogastronomiche e quindi costretto ad imparare. Poi tutto ciò è
diventato una passione così profonda da non potere più farne a meno.»
Giuliano Bartoli Tesoriere
«Sono socio Slow Food perché non sono un pollo d’allevamento, perché spero che la
biodiversità non diventi un lontano ricordo, perché posso ancora scegliere.»
Michele Reverberi Resp. organizzazione Master
«Sono socio Slow Food perchè da piccolo chiedevo sempre “Perchè?” e da grande
non ho ancora smesso, soprattutto se si tratta di cibo.»
Valentina Brevini Resp. tesseramento
«Nessun potere, un po’ di saggezza, un po’ di sapere, tutto il sapore possibile.»
Alessandro Crotti Resp. organizzazione eventi
«Sono socio Slow Food perchè detesto gli Tsunami.»
Tiziana Bandini Webmaster e mailing list
«Mi sono iscritta a Slow Food, per amore... del buon mangiare, del buon bere e di un
altro socio!»
Pierluigi Tedeschi Resp. locale Osterie d’Italia
«Sono “slow” da quando mi sono accorto che ogni volta che mi preparo per un
viaggio (ma anche quando mi sposto di pochi chilometri!) metto in valigia “Osterie
d’Italia” prima di qualsiasi altro libro, atlante stradale compreso.»
Denny Bini Resp. locale Guida Vini d’Italia
«Sono diventato socio Slow Food per dare una mano a chi cerca di recuperare quel
legame tra l’uomo, le sue tradizioni e la sua terra.»
Lorenzo Nasi Resp. Newsletter
«Sono socio Slow Food perché amo la lentezza: preferisco la trattoria al fast food,
la bicicletta all’automobile, la bottega al supermarket, il blues al rap. Perché il cibo
è una cosa troppo seria per far finta di niente. Perché amo la convivialità, e la
convivialità è “slow”. E perché in qualcosa bisogna pur credere, no?»
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Questionario rivolto ai soci della Condotta Slow Food di Reggio Emilia
(e a chi frequenta le nostre iniziative)
• Nome e Cognome .......................................................................... • Comune .........................................................................
• Indirizzo e-mail (se si desidera essere inseriti nella mailing list) ....................................................................................................
• Sei socio Slow Food?
• Se sì, da quanti anni? ......................................................
o SI o NO
• Partecipi alle iniziative della Condotta? o SI o NO
• Se sì, con che frequenza? ...............................................
Se non sei socio, perché non hai mai deciso di diventarlo? .............................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................
• Come viene a conoscenza delle nostre iniziative?
o mailing list o sito internet o depliant o giornali o amici o (altro) .............................................................................
• Quale forma di informazione/comunicazione ritieni più efficace? ................................................................................................
• Hai apprezzato l’idea di questo newsletter?
o molto
o abbastanza o poco
o per niente
• In cosa a tuo parere potrebbe migliorare? .....................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................
• Ti piace la rivista nazionale Slow Food?
o molto
o abbastanza o poco
o per niente
• Quale è il suo punto debole? ........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................
• Quali sono le iniziative che ti piacciono di più? o cene
o degustazioni a tema o master of food o feste a tema
• Hai suggerimenti per qualche nuova iniziativa da proporci? ..........................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................
• Per il 2008 c’è qualche Master che ti interesserebbe frequentare?
o vino / o formaggio / o distillati / o birra / o carne / o pesce / o tecniche di cucina / o pasta, pane e cereali
o dolci, cioccolato, miele e confetture / o funghi e tartufi / o olio / o ortofrutta / o salumi / o spezie, aromi e aceto
o world food / o storia e cultura dell’alimentazione e della gastronomia / o caffè / o tè
Condividi il nuovo indirizzo culturale dell’Associazione, riassunto nello slogan “Buono, pulito e giusto”? o SI o NO
• Utilizzi la Guida Osterie d’Italia? o SI o NO / • Conosci qualche locale in provincia meritevole di essere valutato per la guida?
...........................................................................................................................................................................................................
• C’è qualche locale in Guida della nostra provincia su cui vorresti fare una segnalazione negativa? ...............................................
...........................................................................................................................................................................................................
• Sei interessato e disponibile ad essere parte attiva della vita della condotta? o SI o NO
• Per che tipo di attività potresti renderti disponibile? .........................................................................................................................
...........................................................................................................................................................................................................
Ti preghiamo gentilmente di compilare il questionario e riconsegnatecelo; puoi anche inviarlo in copia tramite posta
elettronica all’indirizzo [email protected] o al numero di fax 0522.944203.
Informativa Privacy. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/2003 (Codice Privacy) il sottoscritto dichiara di essere a conoscenza che il conferimento di dati personali è facoltativo, per consentire
all’Associazione Slow Food - Condotta di Reggio Emilia (via Spaggiari, 3 - 42100 Reggio Emilia - tel./fax 0522.944203 - e-mail: [email protected]), titolare del trattamento dati, l’adempimento delle finalità per cui è stato realizzato il presente documento. Il sottodcritto autorizza il trattamento dei dati ai fini esclusivi della parteciapzione al suddetto questionario ed è a conoscenza che
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notizie slow 01 • settembre 2007