Registrazione tribunale di Roma n. 360/2006 29 settembre 2006 Anno III - N.7 - Ottobre 2008 - Euro 5,00 Copia omaggio - www.ruoteperaria.it L’informazione ecosostenibile STEFANIA PRESTIGIACOMO Parla il ministro dell’Ambiente: «Nel futuro energie verdi e nucleare in armonia» 0OSTE)TALIANE3P!3PEDINABBPOSTALE$,CONVIN,NARTC#"&IRENZE DA PAGINA 6 A 17 BIOETANOLO L’altra faccia della distilleria ZICHICHI Schiavi di chi vende energia BIKE SHARING Roma sulle due ruote CECCHI PAONE Il Pianeta serra ci parla 2UOTEPERARIA SARÌSU 4%34!4% SOLOSU I N S T R E A M I N G S U W W W E C O T V I T Sommario 40 6 Primopiano Scienza Rinnovabili all’italiana Motori 6 Faccia a faccia con Zichichi 38 Dall’Ue la legge per l’idrogeno 63 di Daniela Mogavero di Dario Cirrincione di Agostino Zeo Il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo illustra le nuove strategie del governo: energie verdi pensando al nucleare Esperienze Satira Lo stivale che pensa all’atomo12 di Veronica Galati e Michela Paloma di Veronica Galati e Manuela Valle I pro e i contro nel dibattito sulla quarta generazione Bike sharing e Fori imperiali 40 La Rovesciata Il progetto di bici condivisa spopola tra i turisti e romani Libri Focus L’altra faccia della distilleria 20 di Manuela Valle Il “Pianeta serra” ci parla 46 di Daniela Mogavero Città Cecchi Paone racconta il suo nuovo libro: l’analisi del riscaldamento globale e le soluzione possibili Il girasole per i bus di Siena 24 Mondo di Cristina Califano Il trasporto pubblico sperimenta un piano avveniristico Registrazione tribunale di Roma n. 360/2006 29 settembre 2006 Anno III - N.7 - Ottobre 2008 - Euro 5,00 Copia omaggio - www.ruoteperaria.it stenibile L’informazione ecoso Poste italiane SPA spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N°46) Art. 1 Comma I DCB Roma DA PAGINA 6 A 17 L’alma verde di Cuba di Giorgio Fasan di Francesco Tetti Questa rivista è stampata su carta patinata riciclata ecologica p g L’informazione ecosostenibile Anno III N.7 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it Direttore responsabile GABRIELE ELIA FASAN Condirettore FRANCESCO DE LUCA Art director GIORGIO FASAN Direttore editoriale ANTONIO MAPROSTI Collaboratori DANIELA MOGAVERO, MANUELA VALLE chi vende energia ZICHICHI Schiavi di faccia della distilleria ci parla BIOETANOLO L’altra I PAONE Il Pianeta serra sulle due ruote CECCH BIKE SHARING Roma 33 Reportage Tour nella Tokyo sostenibile 58 Registrazione tribunale di Roma n. 360/2006 29 settembre 2006 STEFANIA PRESTIGIACOMO Parla il ministro dell’Ambiente: «Nel futuro energie verdi e nucleare in armonia» 66 di Lido Contemori Immagini FOTOLIA, RUOTEPERARIA A MAGAZ A INE Hanno collaborato a questo numero CRISTINA CALIFANO, LUISA CAPOBIANCO, DARIO CIRRINCIONE, GIUSEPPE D’AGOSTINO, EMMA DE MARCHI,VERONICA GALATI, RICCARDO MATRONOLA, ALESSANDRO NOTO, MICHELA PALOMA, FRANCESCO TETTI, AGOSTINO ZEO Relazioni esterne ELISABETTA SECCHI [email protected] TEL. +39.327.3370645 Pubblicità e marketing THESAN&TURAN SRL - EDITORIA E COMUNICAZIONE, VIA A SAN DONATO 12 - 53045 MONTEPULCIANO (SI) TEL. +39.057.8717007, FAX X +39.0578.717298 Stampa AL.SA.BA. GRAFICHE S.R.L. - LOC. SANT’ANTONIO BELVEDERE - 53034 COLLEVAL V D’ELSA A (SI) Numero singolo Euro 5,00 Abbonamento annuale (10 numeri) Euro 30,00 Abbonamento semestrale (5 numeri) Euro 25,00 Redazione XMEDIA A PRESS SC A RL, LARGO LEOPARDI 12, 00185 R ROMA A - TEL. +39.06.4740665, FAX +39.0578.717007 [email protected] Editrice XMEDIA A PRESS SC A RL, LARGO LEOPARDI 12, 00185 R ROMA Segreteria e abbonamenti PAOLA MONAMI [email protected] TEL. +39.057.8717007, FAX X +39.0578.717298 Garanzia di riservatezza per gli abbonati: L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o cancellazione ai sensi dell’Art. 13 D. Lgs. 196/2003 scrivendo alla Thesan&Turan, via San Donato 12, 53045 Montepulciano (Si) L’editore si impegna a riconoscere il giusto compenso all’autore di un’immagine o di un testo pubblicati per errore o ripresi dalla rete www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 3 Editoriale di Gabriele Fasan di Antonio Maprosti [email protected] Un viaggio verso nuove destinazioni, una conferma a favore dell’informazione a direzione nuova la devi scegliere tu», diceva un cantautore italiano. Ruoteperaria Magazine ha deciso di fare questo passo dopo l’estate per migliorarsi e offrire ai propri lettori di vecchia data e ai nuovi appassionati un prodotto editoriale libero da condizionamenti e ricco di contenuti. Tante pagine in più e altrettante rubriche per dimostrare l’impegno di Ruoteperaria nella divulgazione di temi ambientali. “L’informazione ecosostenibile”, recita il sottotitolo del mensile rinnovato nelle sue pagine di carta riciclata. Da una parte le notizie approfondite, curiose, di attualità, trattate con professionalità, come da sempre vi abbiamo abituato. Dall’altra l’ecosostenibilità. Una visione più ampia dei temi ambientali. Non più solo auto ecologiche, che aiutano il Pianeta a sopravvivere al tempo che fugge, ma anche temi che riguardano in modo più ampio la tutela del territorio, delle acque, dei polmoni verdi del mondo. Riduzione delle emissioni nocive, cosa fanno le istituzioni, il bike sharing, cosa pensa il personaggio, chi vive ecosostenibile e chi lavora per dare ai consumatori tecnologie meno inquinanti. Pannelli solari, biocarburanti, energia rinnovabile e trasporti sostenibili per mare e via terra. La redazione sarà impegnata nei prossimi mesi a scovare le novità sul territorio italiano e straniero, a sentire i pareri degli esperti e della gente semplice e ad affrontare i temi più importanti del panorama, con un occhio di riguardo alle segnalazioni dei lettori e seguendo le “storie” ecologiche dei giorni nostri. La costante resterà la disponibilità a rispondere agli interrogativi dei lettori e alle principali domande poste dall’opinione pubblica. Più sezioni, più foto, più spazio alla riflessione. Pillole, vignette, la moda, la casa e l’arte. Settori della vita umana che riscoprono la propria vena votata al verde. Spunti da analizzare sul mensile e da aggiornare costantemente sul sito www.ruoteperaria.it, dove le notizie trovano vita in piccoli e puntuali aggiornamenti quotidiani. Un appuntamento da rispettare e per cui saremo sempre pronti a rispondere. «L 4 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it [email protected] Scommessa e impegno nel secolo della globalizzazione a difesa dell’ambiente uoteperaria prende davvero il volo. E lo fa su una bellissima carrozza principesca, come ogni favola a lieto fine, con grandi ruote dorate e bellissimi cavalli bianchi. Ci piace pensare che ognuno di noi possa vivere la propria vita realizzando sogni. Magicamente, per il coraggio e la volontà di una redazione di giovani giornalisti, pronti a sfidare il grande mondo della comunicazione globale, utilizzando la penna e non la spada, nasce oggi una rivista che cercherà di rispondere per le rime a tutti quei sortilegi che stanno distruggendo il mondo. Trasformando pietre comuni in pietre preziose, piante e fiori in banchetti e bellissimi vestiti, acqua, fuoco e aria in energia pura, Ruoteperaria si mette in gioco. Così ha deciso di trasformarsi. Il mensile cambia la sua gabbia grafica, il suo formato e aumenta la sua foliazione: dieci numeri l’anno con periodicità. Stampato su carta riciclata ecologica, cerca uno spazio nel grande mondo dell’editoria nazionale, promuovendo la sua distribuzione con la fidelizzazione dei suoi lettori: in abbonamento postale, offrendo in promozione gli ultimi tre numeri del 2008 nell’abbonamento 2009 e tagliando il prezzo da 50,00 euro a 30,00 euro per rimanere vicino al cuore degli ecosostenitori. Alla ricerca di nuove formule per salvare il nostro Pianeta, ci mettiamo in gioco con l’aiuto di tutti. La redazione e i suoi collaboratori ringraziano i lettori che vorranno sostenere questo ambizioso progetto editoriale, augurando a tutti una buona lettura alla ricerca del nuovo, del bello e del giusto, all’interno di un nuovo concetto di ecosostenibilità a salvaguardia e tutela dell’ambiente in tutte le sue forme. R PARLA CON NOI: SEGNALAZIONI, FOTO, INIZIATIVE, LETTERE, DUBBI E CURIOSITÀ SUL MONDO ECOSOSTENIBILE [email protected] Primopiano INTERVISTA AL MINISTRO DELL’AMBIENTE: E’ NECESSARIO FAR USCIRE DALLA NICCHIA IL SETTORE DELL’ENERGIA PULITA. ATTUALMENTE L’ITALIA ACQUISTA ALL’ESTERO GLI STRUMENTI PER PRODURRE RINNOVABILI, IL TRAGUARDO SARÀ CREARE LA FILIERA SUL TERRITORIO 6 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it STEFANIA PRESTIGIACOMO RINNOVABILI SÌ, MA ALL’ITALIANA Primopiano «Il Paese è fuori dai parametri di Kyoto del 18%. Per recuperare terreno è necessario cambiare radicalmente la nostra economia» «Il problema rifiuti si risolve contrastando il traffico illegale, gestendo il ciclo delle nettezza urbana e potenziando la differenziata» «Il nucleare consentirà di raggiungere, nel lungo termine, un mix energetico pulito che permetterà di ridurre le emissioni nocive» L di Daniela Mogavero [email protected] e energie rinnovabili in Italia sono ancora affare di pochi, sia per il costo delle tecnologie, sia per la cultura ecosostenibile che si sta sviluppando da pochi anni. Il governo e in particolare il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, hanno intenzione di far uscire dalla nicchia questo settore e di creare una vera e propria filiera delle rinnovabili che andranno a completare nel lungo periodo un nuovo panorama energetico in Italia, insieme al discusso nucleare. MINISTRO, QUALE SARÀ LA POLITICA DEL MINISTERO NELL’AFFRONTARE I PRINCIPALI IMPEGNI IN CAMPO AMBIENTALE, COME QUELLI PRESI CON L’UNIONE EUROPEA E NELL’AMBITO DEL PROTOCOLLO DI KYOTO? L’Unione europea ha varato una serie di provvedimenti che delineano in modo chiaro il percorso che si intende seguire da qui al 2020 per ridurre drasticamente gli effetti del consumo energetico sul clima. T SEGUE A PAGINA 8 www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 7 Primopiano T SEGUE DA PAGINA 7 La situazione che ho trovato all’atto del mio insediamento è preoccupante: negli ultimi dieci anni anziché ridurre le emissioni di CO2 le abbiamo aumentate. Siamo fuori dei parametri di Kyoto del 18%. Ci sarà molto da lavorare e questo implica un mutamento senza precedenti delle nostre economie, con la programmazione di iniziative immediate, a breve e a lungo termine. Per fare ciò è necessario un rilevante incremento degli investimenti destinati agli impianti alimentati da fonti rinnovabili e al miglioramento dell’efficienza energetica. Un programma che avrà come principale traguardo il passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio, agendo inoltre sulla diversificazione del mix di fonti e sulla ricerca nel campo delle tecnologie energetiche in grado di abbattere le emissioni inquinanti. Si creerà così una filiera delle rinnovabili e si ridurranno i costi delle tecnologie. QUALI SARANNO LE PRIORITÀ? E IN COSA SI DIFFERENZIERANNO DAL PRECEDENTE GOVERNO? Come può immaginare, le priorità sono le emergenze, come ha dimostrato il caso Campania. Il ministero dell’Ambiente deve essere protagonista della programmazione delle politiche di sviluppo del Paese. Ci muoveremo su molteplici versanti. E’ intenzione del governo promuovere con provvedimenti concreti una politica ambientale che coniughi tutela e sviluppo, che consenta di difendere l’ecosistema e permetta di realizzare quegli interventi infrastrutturali e nel campo dell’energia di cui l’Italia ha bisogno. Sosterremo le soluzioni innovative per l’uso sostenibile delle risorse naturali e per la riduzione delle emissioni. Avvieremo iniziative di sostegno all’innovazione tecnologica, inviteremo a ripensare le nostre città con l’ausilio degli enti locali, valorizzeremo le nostre eccellenze ambientali (aree protette, riserve marine, parchi). Rispetto al precedente governo, è diversa l’impostazione: coniugare tutela e sviluppo non deve essere considerato un arretramento rispetto alle esigenze di protezione. Va cambiata la concezione che da un lato ha paralizzato molte opere essenziali per il Paese e dall’altro non ha prodotto apprezzabili vantaggi ambientali, come dimostrano le emergenze, il tasso di inquinamento delle nostre città, tutt’altro che diminuito, e gli impegni di riduzione di gas serra che abbiamo disatteso. NEL SETTORE DELL’EMERGENZA RIFIUTI IL MINISTERO HA UN PROGRAMMA CHE VADA OLTRE LA SOLUZIONE DELL’ATTUALE SITUAZIONE DI DISAGIO? Finita l’emergenza, sono stati avviati interventi di bonifica e compensazione ambientale che devono procedere parallelamente all’apertura di nuove discariche. Purtroppo si registrano enormi ritardi nello sviluppo di una gestione efficace del ciclo diretto al corretto smaltimento dei rifiuti. Ferme restando le competenze delle Regioni, il ministero del- 8 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it l’Ambiente ha come priorità la promozione di stati preziosi per preservare questi luoghi dai interventi finalizzati alla riduzione della quan- tentativi di speculazione, ma la grande scomtità e della pericolosità dei rifiuti attraverso messa è oggi renderli accessibili e conoscibili sistemi efficaci di incentivazione della raccolta dal mondo. Soltanto allora avremo fatto deldifferenziata, attraverso il sostegno alle Regio- l’ambiente un motore economico significativo. ni per l’approvazione di piani Nell’ambito delle azioni di turegionali per la gestione del tela del territorio, il Ministero Il governo ciclo della nettezza urbana adotterà misure preventive e dà una svolta: (con particolare riferimento di mitigazione degli effetti alla termovalorizzazione), il derivano dalle variazioni coniugare tutela che contrasto al traffico illegale climatiche e dalle modificae sviluppo non è zioni sull’utilizzo e l’assetto dei rifiuti e alle ecomafie e l’educazione delle imprese e territorio, con particolaun arretramento del dei cittadini ad atteggiamenti re riguardo alla difesa degli rispetto responsabili. abitati, delle infrastrutture e ANCHE IL MARE, LE COSTE E I degli insediamenti produttivi alle esigenze PAESAGGI PATRIMONIO DELL’ITALIA e commerciali, all’erosione dei di protezione SONO A RISCHIO, IL MINISTERO COME litorali e alla prevenzione dei INTENDE TUTELARLE? fenomeni di desertificazione. Ci sono le emergenze ambientali ma c’è IL RITORNO AL NUCLEARE PROGETTATO DAL GOanche, fortunatamente, una rete di eccellenze VERNO COME SI INSERISCE NELLA POLITICA DI TUTELA ambientali: le aree protette, le riserve marine, AMBIENTALE? i parchi. E’ importante rilanciare questa rete Il progetto del governo per il ritorno al di qualità ambientale. I vincoli in passato sono nucleare si svolgerà con le massime garan- Primopiano LA COLLABORAZIONE CON I CARABINIERI PER PREVENIRE REATI A Per facilitare i controlli e prevenire i rischi per l’ecosistema, perseguendo nello stesso tempo chi commette ecoreati, il ministero dell’Ambiente ha firmato con i Carabinieri un accordo per l’utilizzo congiunto di un sistema di telerilevamento che si andrà a integrare con il Sita (Sistema informativo per la tutela dell’ambiente) già sviluppato dall’Arma. L’accordo permetterà un costante monitoraggio dell’intero territorio nazionale alla ricerca di cave illegali, restringimenti degli alvei dei fiumi, occupazioni abusive del suolo, interventi illegali su infrastrutture idrauliche, luoghi di scarico di rifiuti solidi e liquidi. L’obiettivo è salvaguardare l’ambiente e nello stesso tempo creare un’enorme fonte di dati di rilevamento che saranno gestiti attraverso il Portale cartografico nazionale (Pcn) della Direzione generale della difesa del suolo del ministero dell’Ambiente. Per mezzo del Pcn il ministero consentirà ai Carabinieri la consultazione di tutto il database della cartografia disponibile ottenuta sia nell’ambito del “Piano straordinario di telerilevamento ad alta precisione” che in altri progetti già avviati. Oltre a permettere la predisposizione di progetti per la prevenzione dei reati ambientali, l’accordo consentirà di mettere a punto altri strumenti di carattere legislativo, amministrativo e tecnico, per la definizione di elementi di comune interesse. AL. NO. Il rilancio del nucleare Il governo punta ad avviare i lavori per la costruzione delle centrali nucleari italiane entro la legislatura e tra otto anni a vedere completati e in funzione i primi impianti con potenza da 1.000 megawatt zie e i massimi controlli, nei tempi richiesti dalla complessità di un simile programma. Miriamo a un riequilibrio energetico che nel medio periodo ci consenta di arrivare al 25% di rinnovabili, al 25% di nucleare e al restante 50% di combustibili fossili. Un programma sicuramente non facile da attuare, ma è una sfida che, se vinta, avrà effetti straordinari sull’ambiente: saranno ridotte in modo significativo le emissioni di gas serra, migliorerà la qualità dell’aria delle nostre città e ne risentirà positivamente anche la bolletta energetica che pagano le famiglie e le imprese. In Italia, tuttavia, il nucleare è una soluzione di prospettiva. Nel frattempo possiamo e dobbiamo fare tre cose: risparmiare energia, promuovere le rinnovabili, utilizzare combustibili meno inquinanti. GLI STANZIAMENTI PER L’EOLICO, IL SOLARE E LE ALTRE ENERGIE RINNOVABILI A QUANTO AMMONTANO? QUALI SONO I PROGETTI NUOVI CHE IL MINISTERO PREVEDE DI METTERE IN ATTO? Oggi compriamo i pannelli solari in Germania e le pale eoliche in Danimarca, pa- gando le rinnovabili più di ogni altra forma di energia. Dobbiamo puntare, invece, sulla produzione in Italia di materiali e tecnologie per questo tipo di energia. Fa parte del nostro programma di governo far uscire le rinnovabili da comparto di nicchia e farne una grande opportunità per il sistema-Paese in chiave di sviluppo energetico e industriale. Studieremo e valuteremo attentamente tutte le proposte. Credo che prima bisogna fare gli interventi concreti, a portata di mano e convenienti anche sotto il profilo economico. Promuovere le rinnovabili significa mantenere gli incentivi ma anche creare una filiera produttiva italiana in questo campo. Per quanto riguarda i finanziamenti, sono numerosi i progetti avviati in questi anni dal Ministero, come il progetto “Comuni Solarizzati”, il contributo “Tetti fotovoltaici” e il “Solare termico nazionale”. L’ITALIA HA UNA VOCAZIONE AL SOLARE INNATA. NON È IPOTIZZABILE INVECE DI RICORRERE AL NUCLEARE SFRUTTARE AL MASSIMO L’ENERGIA SOLARE SIA A LIVELLO INDUSTRIALE CHE FAMILIARE? T SEGUE A PAGINA 10 www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 9 Primopiano T SEGUE DA PAGINA 9 Per quanto riguarda il solare, grazie alla sua configurazione geografica, l’Italia è avvantaggiata. Scegliere le fonti rinnovabili non è più per il nostro Paese un’opzione ma una necessità. Promuovere la ricerca in questo campo, riuscire ad elaborare tecnologie capaci di sfruttare sole, vento, biomasse in maniera sempre più efficace è essenziale per il futuro del nostro Paese. Il governo si rivolgerà alle più Aspettando moderne tecnologie oggi diil nucleare si deve sponibili, tenendo presenti anche i costi. La Germania, risparmiare ennergia, la Francia, l’Inghilterra, così promuoveree attente all’ambiente, si sono affidate al nucleare e hanle rinnovabili no consolidato le loro scelte e utilizzare energetiche con governi di ogni colore. Sono Paesi che combustibili hanno saputo far prevalere le meno dannossi ragioni degli interessi complessivi sulle scelte ideologiche. I nostri concorrenti mondiali che hanno adottato il nucleare pagano l’energia molto meno di noi, sia per i consumi privati sia per quelli industriali, mentre l’Italia è gravemente penalizzata. I recenti piccoli incidenti in Francia e in Slovenia, inizialmente strumentalizzati, hanno dimostrato, vista l’assenza accertata con controlli immediati di conseguenze pericolose, che oggi le centrali sono 10 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it QUOTE ROSA E IMPEGNO VERDE Stefania Prestigiacomo, siracusana, ha 41 anni, è sposata e madre di un bambino di sei anni. E’ laureata in Scienze della pubblica amministrazione e ha ricoperto la carica di ministro delle Pari opportunità nelle passate legislature del governo Berlusconi II e III dal 2001 al 2006. E’ figlia di un imprenditore siciliano e ha cominciato a lavorare da giovanissima nell’azienda di famiglia. A 23 anni è stata eletta presidente del Gruppo giovani imprenditori di Siracusa. Dal 1994 è deputato, eletta nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione della Sicilia orientale. Tra i provvedimenti che il sito del governo annovera nella carriera politica del ministro: la modifica dell’Art. 51 della Costituzione per le pari opportunità fra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive; la legge sulla di riduzione in schiavitù e servitù e di tratta delle persone; la legge contro le mutilazioni genitali femminili; la normativa sugli asili nido nei posti di lavoro e le leggi contro le discriminazioni per motivi di orientamento sessuale e disabilità e contro le molestie nei luoghi di lavoro. Nel corso della precedente legislatura è stata componente della commissione Lavoro pubblico e privato della Camera. Primopiano Sul sito l'Educazione Il sito del ministero dell’Ambiente (www. minambiente. it) offre quattro sezioni, tra cui quella intitolata “Educazione”, dedicata ai giovani cittadini e studenti che vogliono diventare più ecoconsapevoli sicure. E infatti l’opinione pubblica ha reagito positivamente, come si è visto dai sondaggi realizzati subito dopo. L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO RIMANE ALTO IN MOLTE GRANDI CITTÀ ITALIANE NONOSTANTE LE INIZIATIVE MESSE IN ATTO DAI COMUNI, COME LE ZTL, LE TARGHE ALTERNE O I BLOCCHI DELLE AUTO. COSA PROPONE IL MINISTERO? Le misure per la riduzione delle emissioni adottate a livello nazionale e locale non sempre si sono rivelate efficaci. Si potrebbero potenziare le infrastrutture urbane per ridurre il congestionamento della rete stradale e promuovere la diffusione di sistemi di trasporto più compatibili con l’ambiente (mezzi pubblici, car sharing, biciclette). A supporto dell’attività delle Regioni e delle Province autonome nella gestione della qualità dell’aria, il Ministero ha istituito recentemente due programmi di finanziamento per le esigenze di tutela ambientale: il primo ‘Programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità dell’aria e alla riduzione delle emissioni di materiale particolato in atmosfera nei centri urbani’, è stato già sottoscritto dalle Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Il secondo, “Programma di finanziamenti per il miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane e per il potenziamento del trasporto pubblico”, è stato sottoscritto da undici comuni tra cui Torino, Milano, Firenze e Palermo. A ROMA LA NUOVA AMMINISTRAZIONE HA SOSPESO LE STRISCE BLU E LE DOMENICHE ECOLOGICHE. DI FATTO QUESTE DUE DECISIONI NON RIDUCONO LE EMISSIONI DELLE AUTO, MA ANZI AUMENTANO IL MONTE DI VETTURE E DI GIORNI DI CIRCOLAZIONE. NON È UN AUTOGOAL PER LA CAPITALE? IL MINISTERO COSA SUGGERISCE? Le strisce blu, le domeniche ecologiche, l’Ecopass sono misure che fanno discutere: difficile essere nettamente contro o a favore. IndubbiaPotenziamento mente le città sono al tempo della rete urbana stesso vittime e responsabili della pressione climatica che di trasporto si sta abbattendo su di loro: e diffusione vittime perché gli abitanti pagheranno le conseguenze di sistemi dell’inquinamento atmoecocompatibili sferico; responsabili perché producono una quota molto contro elevata di emissioni di gas l’inquinamento serra. I danni, però, potranno essere limitati se si lavorerà a una nuova pianificazione urbana. Si dovrebbero ampliare i polmoni verdi, migliorare il trasporto pubblico per ridurre l’uso dell’auto, riqualificare gli edifici (con una riduzione non solo delle emissioni di CO2, ma anche degli ossidi di azoto, i precursori delle temutissime polveri sottili) e incentivare l’illuminazione a basso consumo. DANIELA MOGAVERO www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 11 Primopiano L’ Primopiano di Veronica Galati interesse per l’atomo parte da lontano. L’idea di domare quella potenza incredibile proveniente da piccole particelle affonda le proprie radici in un passato altrettanto remoto. Decisivo per la spartizione del mondo in pro e contro il nucleare è stato di certo quel 26 aprile 1986 quando dalla centrale ucraina di Cernobyl si mosse la nube radioattiva che causò morte e grandi timori per il futuro. Sull’onda di quegli eventi nel 1987 l’Italia scelse che il nucleare, anche se efficiente, era troppo pericoloso e così, con il referendum abrogativo, venne deciso che tutti gli impianti già esistenti sul territorio italiano venissero spenti e successivamente denuclearizzati. Ad appena 21 anni dalla presa di posiT SEGUE A PAGINA 14 12 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it 21 ANNI DOPO, LO SPETTRO DELLA CATASTROFE NUCLEARE SEMBRA SVANITO CERNOBYL NON PIÙ CERNOBYL? Gas e petrolio finiranno, l’Europa ha già adottato la scelta atomica. Scajola: «Energia sicura, pulita e a costi bassi» Primopiano T SEGUE DA PAGINA 12 zione, cambiati gli scenari energetici mondiali, con la consapevolezza che petrolio e gas non potranno durare in eterno, molti governi stanno ripensando all’atomo ad uso civile. Tra questi anche l’Italia. Il nuovo esecutivo di centrodestra ha già ipotizzato le date per far rivivere il nucleare e forse anche alcune delle centrali-fantasma presenti ancora nel Paese, fossili dei progetti post anni Cinquanta. La data potrebbe essere il 2013, anche se già si parla di rinvio. Sta di fatto che i progetti esistono e le aziende che operano anche all’estero nel settore sono pronte a partire. Chiaro, però, che non si parla di tecnologie obsolete, ma di terza o quarta generazione. Un nucleare sicuro, che inizia a convincere l’opinione pubblica, che a vent’anni dalla propria decisione, sta pensando di tornare sui propri passi. I fautori del nucleare in Italia sono sempre di più. Da una parte c’è chi sostiene la necessità di dotarsi di una fonte energetica efficiente, sicura e pulita, un’alternativa più che valida al carbone, che inquina, al petrolio e al gas che sono troppo legati La Penisola ai prezzi di merè “circondata” cato e alle effettive riserve esistenti. da Paesi Dall’altra chi, olnuclearizzati e tre al risparmio in gli italiani non sono bolletta, sottolinea che la preoccupapiù così contrari. zione per il disaResta il problema stro atomico ci tocca comunque, delle scorie anche senza avere un impianto sul territorio italiano. Lo hanno dimostrato gli incidenti, subito rientrati, di Francia (il maggiore esportatore di energia elettrica al mondo con 21 centrali e 70 reattori) e Slovenia, nostri vicini e confinanti, che da anni hanno scelto l’energia nucleare, anche se nel caso della centrale slovena di Krsko, servono ammodernamenti per rendere realmente sicura la prossimità. E gli impianti europei sono davvero tanti. Si sono rivolti all’atomo non solo i francesi, ma anche i tedeschi (con 17 centrali, ma il Paese ha approvato una legge per abbandonare questo tipo di energia), i britannici (19 reattori attivi), gli spagnoli (sei centrali), gli svedesi (10 reattori) e gli svizzeri (cinque reattori). Per non parlare dei Paesi che facevano parte del blocco sovietico: in Bulgaria, dove per decisione dell’Unione europea sono stati spenti quattro reattori, già sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo impianto a Belene sul Danubio. La Repubblica ceca e la Slovacchia, Paesi fratelli, hanno due T SEGUE A PAGINA 16 14 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it ROBERTO MEZZANOTTE CHIAREZZA SULLA FISSIONE Vantaggi, rischi e gap tecnologico: verità e spiegazioni sulla fonte energetica più discussa del momento P er comprendere la complessità della questione ambientale è di vitale importanza inserire nella discussione il parere degli esperti, che possono risolvere dubbi, timori e “credenze” sull’argomento. L’ingegner Roberto Mezzanotte, direttore del dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), attraverso il suo contributo chiarisce alcuni interrogativi sull’utilizzo e le prospettive di questa fonte primaria di energia. INGEGNER MEZZANOTTE, QUALI SONO I VANTAGGI LEGATI ALL’UTILIZZO DEL NUCELARE? A favore del ricorso all’energia nucleare giocano oggi due elementi che hanno certamente un peso maggiore di quanto non lo abbiano avuto in passato: la problematicità degli approvvigionamenti petroliferi e l’immissione in atmosfera di gas serra e di altri inquinanti indotta dall’uso dei combustibili fossili. E’ fuori dubbio che quella nucleare, oggi, è la più consistente fonte di energia disponibile per far fronte, limitando il ricorso ai combustibili fossili, al crescente aumento dei consumi energetici. La caratteristica di non gravare sui mutamenti climatici costituisce, in questo momento, motivo di apprezzamento. E GLI SVANTAGGI? A parte le riserve sulla reale economicità della fonte nucleare, riserve la cui validità, si potrebbe dire in una semplificazione estrema, è inversamente proporzionale al prezzo del petrolio, vi è la questione dei rischi sanitari e ambientali connessi alla possibilità di incidenti presente, per quanto remota - e alla produzione di rifiuti radioattivi, per i quali deve essere garantito l’isolamento dall’ambiente per tempi molto lunghi. In un ottica globale, vi è poi la questione, evidentemente non rilevante per il dibattito sulle politiche energetiche del nostro Paese, delle possibili diversioni di uso delle materie nucleari. RITIENE SICURO L’UTILIZZO DI QUESTA TECNOLOGIA? L’impiego delle tecnologie nucleari comporta la possibilità di incidenti, ma solo quelli estremi possono causare l’immissione significativa di radioattività nell’ambiente e avere quindi conseguenze anche gravi. Incidenti di questo tipo richiedono una tale sequenza concatenata di eventi da avere una probabilità molto bassa: per un impianto di vecchia generazione, oggi funzionante, si calcola che possano avvenire in un caso su un milione all’anno. Nei reattori di nuova generazione la probabilità è circa dieci volte minore. COSA SUCCEDEREBBE AGLI ABITANTI DELLE AREE COINVOLTE? Sotto il profilo del rischio individuale, per una persona residente in una zona prossima a una centrale nucleare della più moderna generazione, la probabilità di subire danni sanitari può essere stimata in un caso su cento milioni, decisamente trascurabile se si raffronta con la normale incidenza, purtroppo molto più elevata, degli effetti sanitari dello stesso tipo dovuti a tutte le altre cause. Sta comunque alle istituzioni valutare la sufficienza di questo livello di sicurezza sotto il complessivo profilo socioeconomico. QUANTI ANNI SONO NECESSARI PER COLMARE IL GAP TECNOLOGICO DEL NOSTRO PAESE? È inevitabile che nel corso dei due decenni trascorsi dalla chiusura delle attività Primopiano produttive nel settore nucleare i diversi soggetti coinvolti abbiano progressivamente ridotto le risorse dedicate ad esso. Ciò non significa che in Italia non vi siano più competenze di elevato livello qualitativo. La ricerca è continuata e continua tuttora, anche se è affidata a gruppi esigui e privi di una vera rete nazionale. Alcuni settori industriali hanno continuato a lavorare, partecipando ad attività all’estero. Ritengo si possa affermare che, a fronte di un preciso programma, i tempi richiesti per ricostruire in Italia le infrastrutture necessarie per la sua attuazione non sarebbero lunghissimi e che le competenze tecnico-scientifiche esistenti in campo nucleare sono ancora in grado di formare le nuove figure professionali da attivare, anche se per certi settori occorre veramente far presto per evitare il rischio di estinzione. GLI ITALIANI, PERÒ, SONO ANCORA DIFFIDENTI. Certamente l’incidente di Cernobyl ha avuto un impatto tale da suscitare nella maggior parte della popolazione un rifiuto totale verso l’energia nucleare, che portò all’esito del referendum del L’ingegner Roberto Mezzanotte, direttore del dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale di Ispra. Foto di Paolo Moretti Un caso su un milione all’anno per i vecchi impianti. Probabilità dieci volte inferiori per i nuovi 1987 e quindi alla chiusura di tutte le attività produttive. Proprio la mancanza di attività nucleari potrebbe a sua volta aver generato ed incrementato nel tempo una sorta di senso di estraneità rispetto a quelle attività e cristallizzato una particolare percezione dei rischi ad esse connessi. Va peraltro rilevato che nel periodo più recente sembra esservi un’inversione di tendenza, dovuta all’andamento del mercato petrolifero e ai mutamenti climatici che sono ormai generalmente considerati un fatto evidente. Non direi quindi che vi sia ancora una diffidenza generalizzata verso l’energia nucleare. Vi potrebbe essere, piuttosto, anche nei confronti degli impianti nucleari quella stessa “sindrome”, nota come Nimby (not in my backyard, letteralmente “non nel mio cortile” ndr) che si riscontra per diversi tipi di opere. Lo stesso effetto si verifica per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, una struttura indispensabile per portare realmente a termine le attività di decommissioning (la bonifica della zona dove sorge la centrale, ndr), con il rilascio finale dei siti, liberi da rifiuti prodotti dallo smantellamento degli impianti in essi localizzati e, quindi, da ogni onere di natura radiologica. Ebbene, sono note le difficoltà che, pur nel generale convincimento della necessità di una simile struttura, si stanno incontrando da anni per individuare un sito, a fronte del rifiuto delle comunità locali. L’ESISTENZA DI IMPIANTI NUCLEARI AI CONFINI RAPPRESENTA COMUNQUE UN RISCHIO PER L’ITALIA? Entro una fascia di circa 200 chilometri dai confini italiani sono localizzate diverse centrali nucleari, con 26 reattori, appartenenti a Francia, Svizzera, Germania e Slovenia. Le più vicine si trovano a circa 100 chilometri. Un incidente in esse potrebbe essere avvertito anche in Italia. Va però detto che a quelle distanze conseguenze radiologiche significative potrebbero aversi solo a seguito di un incidente di tipo catastrofico. Inoltre, gli effetti più gravi sarebbero comunque circoscritti entro un area di qualche decina di chilometri dall’impianto e in Italia la nube radioattiva giungerebbe già attenuata. In ogni caso, a fronte di questa eventualità, in Italia è stato predisposto un piano nazionale di emergenza, che prevede le misure protettive da attuare nel caso di simili eventi. Tali misure sono dimensionate sulla valutazione di scenari incidentali che vengono ipotizzati in base ad assunzioni pessimistiche, in modo tale da rendere il piano stesso particolarmente prudenziale. www.ruoteperaria.it M. V. Ottobre 2008 15 Primopiano L’interno di una centrale nucleare in Repubblica ceca. Nell’Est Europa il ricorso agli impianti atomici per la produzione di energia elettrica è un’eredità lasciata dall’Unione sovietica RETROMARCIA BERLINO ABBANDONA IL CARRO DELL’ATOMO Il primo Paese dell’Unione europea a fare marcia indietro sulla strada del nucleare dopo aver sfruttato l’energia atomica a scopo civile è la Germania, che si schiera adesso controcorrente rispetto a un trend internazionale che sta ripensando all’energia nucleare come alternativa valida e pulita. La Germania conta oggi 20 reattori, da cui riceve un terzo dell’energia elettrica consumata sul suolo tedesco. L’ultima generazione di stazioni nucleari ha visto la luce nel 1989. Dopo la riunificazione, tutti i reattori della Germania dell’Est vennero spenti per ragioni di sicurezza. Berlino, però, dopo alcuni incidenti accorsi negli impianti atomici ha annunciato di voler uscire dal nucleare per la prima volta nel 1998. Il 15 Giugno del 2000 il governo tedesco ha poi raggiunto l’accordo con le compagnie elettriche per lo smantellamento delle stazioni nucleari: l’ultimo impianto verrà chiuso nel 2020. SCORIE, DOVE FINISCONO I RIFIUTI IN ITALIA Dal 1987, data della rinuncia al nucleare in Italia, i siti di stoccaggio e le centrali non sono stati completamente “ripuliti” dalle scorie del materiale atomico. Sul territorio italiano sono presenti attualmente diverse migliaia di metri cubi di rifiuti radioattivi, la vera bestia nera dell’energia atomica, che spesso ha rafforzato dubbi nel fronte dei contrari. Secondo i dati disponibili i metri cubi di materiale radioattivo non T SEGUE DA PAGINA 14 centrali ciascuna. La Romania ha due reattori già attivi e punta a raddoppiare la capacità nel 2014, la stessa Ucraina, nonostante la tragedia di Cernobyl, continua a mantenere fede alla sua scelta “atomica” con 15 reattori in quattro impianti. Senza contare la Russia, che da sola ha 10 centrali nucleari e conta di investire nel settore 204 miliardi di euro entro il 2020. Mentre ci si interroga sui piani governativi italiani, l’Europa si è data da fare e l’opinione dei cittadini europei sta guadagnando ancora di più il segno positivo. Lo dimostra un recente sondaggio di Eurobarometro secondo cui in Italia la percentuale tra favorevoli e contrari è ormai la stessa. In Europa la percentuale tra favorevoli (44%) e contrari (45%) è praticamente identica (gli 16 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it indecisi sono circa l’11%). Un precedente sondaggio di Eurobarometro del 2005 registrava, invece, una percentuale del 54% contraria al nucleare, contro il 37 % a favore (indecisi 8%). Per quanto riguarda il nostro Paese, il sondaggio rileva che la percentuale dei cittadini favorevoli al nucleare è balzata dal 30% del 2005 al 43% attuale, mentre i contrari sono scesi dal 55% al 45%. Rispetto al sondaggio di tre anni fa – ha osservato Eurobarometro – sono proprio gli italiani che hanno fatto registrare il maggior incremento a favore. A preoccupare veramente, più che gli impianti di produzione, sono le scorie. Nonostante siano passati 20 anni dal referendum abrogativo, infatti, in Italia sono ancora presenti i “rifiuti” delle centrali e dei depositi che sono stati chiusi dopo il 1987. Tra questi i reattori di Latina, Gari- ancora smaltito sono circa 22mila. Il volume è diviso tra centrali e siti di stoccaggio alcuni completamente dismessi e altri, invece, utilizzati per la ricerca, come il centro Casaccia e Itrec di Rotondella gestiti dall’Enea, il reattore Cisam di Pisa (destinato ad attività di ricerca militare), il reattore Cesnef di Milano, il sito Lena dell’università di Pisa, l’impianto SM-1 di Legnano e il centro nucleare Ccr-Ispra. gliano e i depositi di Saluggia-Avogrado o di Compoverde, vicino Milano. Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha dichiarato di recente che «solo gli impianti nucleari consentono di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell’ambiente». Una posizione che è stata criticata dall’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, secondo cui l’incidente estivo a Krsko «dimostra ancora una volta che il nucleare è estremamente pericoloso. Il futuro dell’energia è nelle rinnovabili e nel solare e non nel nucleare radioattivo, costoso e rischioso». Il piano del governo intanto va avanti ed entro l’anno ci saranno le norme per individuare i siti delle future centrali e per le scorie. V. G. Primopiano N ucleare si o nucelare no? Nell’Italia che si sta riconvertendo all’atomo, aumenta lo schieramento degli scettici secondo cui le scelte da fare in materia energetica dovrebbero essere ben altre. Tra questi Legambiente, Wwf e Greenpeace che rilanciano proposte fondate sul risparmio e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili: una via più immediata, economica e sostenibile. Per esprimere i dubbi e le preoccupazioni in merito, le tre associazioni ambientaliste hanno di recente redatto un dossier congiunto per evidenziare i lati negativi di una scelta che giorno dopo giorno diviene sempre più concreta. Nel documento i costi, l’effetto del nucleare sui cambiamenti climatici, la sicurezza e le scorie sono argomenti principali di discussione. NO MA LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE NON SI ARRENDONO C’È CHI DICE Costi Non è vero che l’energia derivante dall’atomo sia economica, anzi è forse la più costosa che ci sia. Gran parte del costo dell’elettricità da nucleare è legato alla spesa di investimento per la progettazione e realizzazione delle centrali, che è almeno doppio di quanto ufficialmente dichiarato e richiede tempi di ritorno di circa 20 anni. Se a questo si aggiungono anche i costi di smaltimento delle scorie e di decommissioning degli impianti il conto aumenta. Cambiamenti climatici Il nucleare non è la risposta giusta. Se si avesse come obiettivo il raddoppio delle centrali nucleari esistenti entro il 2030, rimpiazzando anche quelle che andranno a fine vita nei prossimi 20 anni, l’effetto sulle emissioni globali sarebbe di una riduzione solo del 5%. Inoltre la produzione nucleare è solo apparentemente esente da emissioni di CO2, dal momen- Un dossier Wwf, Legambiente e Greenpeace contro il nucleare: perché è una soluzione sbagliata Dopo i timori per le possibili conseguenze del flusso di particelle nell’acceleratore del Cern, dopo l’avvio del programma per scoprire l’origine delle molecole a seguito del Big Bang, dopo le bottiglie di champagne stappate in superficie per festeggiare il successo, c’è stata anche la battuta d’arresto. Un guasto ha fatto capire agli scienziati riuniti in Svizzera che il futuro può e dovrà attendere, per ben sei mesi. La falla del tubo di 27 CERN BIG-BANG, IL FUTURO PUÒ ATTENDERE chilometri ha causato più danni del previsto, e l’acceleratore non potrà essere rimesso in funzione prima della primavera del 2009. I responsabili del progetto Puliamo il mondo Il 26, 27 e 28 settembre si è svolta la nuova edizione di “Puliamo il Mondo”, la più grande iniziativa di volontariato ambientale organizzata da Rai e Legambiente. Nel settore è il più importante appuntamento del mondo. Dal 1993, l’associazione ambientalista ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia ed è presente su tutto il territorio nazionale. E’ un’iniziativa di cura e di pulizia, un’azione allo stesso tempo concreta e simbolica per chiedere città più pulite e vivibili hanno dichiarato che il problema è stato di natura tecnico-meccanica e che adesso ci vorrà del tempo per le riparazioni, per ripristinare le condizioni necessarie al passaggio dei protoni. Un colpo psicologico duro per gli scienziati che hanno aspettato anni per vedere in funzione questa macchina da miliardi di dollari. Ma a quanto pare per capire come è nata la Terra sarà necessario attendere ancora un po’. AL. NO. to che gli impianti per motivi di sicurezza richiedono enormi quantità di acciaio speciale, zirconio e cemento, materiali che per la loro produzione richiedono carbone e petrolio. Sicurezza Non è vero che il nucleare di oggi sia sicuro. Sulla sicurezza degli impianti ancora non esistono garanzie per l’eliminazione del rischio di incidenti. A livello internazionale si parla del 2030 per vedere in attività la prima centrale di “quarta generazione”; il governo italiano promuoverebbe così un programma arretrato e insicuro di “terza generazione”. Rimangono poi i problemi legati alla contaminazione “ordinaria”, derivante dal rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento delle centrali, a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione che vive nei pressi. Scorie Non esistono oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività degli impianti o dalla loro dismissione. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti radioattivi prodotte finora nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivi. Lo stesso vale anche per l’Italia che conta circa 25mila metri cubi di rifiuti radioattivi, 250 tonnellate di combustibile irraggiato, cui vanno sommati i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria e i circa 8090mila m3 di rifiuti che deriverebbero dallo smantellamento delle nostre quattro centrali. Insomma, per Legambiente, Wwf e Greenpeace la strada del nucleare rappresenta un ritorno al passato, come conferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: «Dobbiamo impegnarci investendo in tecnologie capaci di farci uscire dall’emergenza sfruttando le fonti rinnovabili, a partire da quella che abbiamo a disposizione in misura ben superiore a tanti altri Paesi: il sole». F. D. L. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 17 Focus UNA NUOVA AREA DI SERVIZIO, LA PRIMA IN ITALIA, COMPLETA DI RIFORNIMENTO PER LE AUTO FLEXY-FUEL NEL CAPOLUOGO DI PROVINCIA LIGURE. E ORA SI PENSA ALLA SECONDA O di Manuela Valle [email protected] perazione conclusa: anche l’Italia può vantare la presenza sul proprio territorio di un’area di servizio completa di bioetanolo. L’operazione è stata lunga e piena di imprevisti, ma alla fine i risultati non si sono fatti attendere. E’ così che, da qualche mese, a La Spezia le automobili (poche per il momento) possono finalmente rifornirsi di “oro verde”. Il merito è di Eta - Energie Rinnovabili, società coordinatrice in Italia del progetto Best, e del Comune e della Provincia di La Spezia. Le istituzioni hanno deciso di sperimentare ed investire nel biocarburante più usato nel mondo sostenendo un progetto condotto, in parte, all’insegna del made in Italy, a partire dalla materia prima. L’etanolo di origine vegetale distribuito in Liguria arriva, infatti, direttamente dalla Sicilia dove la distilleria Bartolino ha prodotto i quantitativi necessari per il nuovo distributore. L’area di servizio è ormai attiva da gennaio anche se la cerimonia d’apertura è stata celebrata solo lo scorso giugno. Dal giorno dell’inaugurazione il distributore ha dispensato circa 2.000 litri di bioetanolo. Grazie all’operato 18 Ottobre 2008 BIOETANOLO “WE ARE THE BEST” Erogati 2.000 litri di biocombustibile per otto veicoli di Provincia e Comune di La Spezia. Obiettivo: arrivare a distribuire E85 a 100 mezzi dell’Acam (Azienda consortile acqua metano) e ad una “cordata” di aziende coinvolte per diverse competenze nel progetto (Emiliana Serbatoi e Tokheim Corporation), otto automobili flexifuel, cinque del comune e tre della provincia di La Spezia si riforniscono comodamente di E85 (miscela all’85% di bioetanolo e 15% di benzina). La speranza è di poter arrivare a fare il pieno a ben 100 automobili. Un obiettivo più difficile di quanto l’apparenza potrebbe suggerire. A frenare www.ruoteperaria.it Un carburante vegetale Il bioetanolo è un alcool prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse, ovvero di prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali i cereali, le colture zuccherine, gli amidacei e le vinacce, utilizato in miscela o in alternativa alle benzine per la carburazione di mezzi leggeri o pesanti il progetto e le attese di una diffusione più massiccia di ecocarburante diverse problematiche ancora da risolvere. Il costo elevato di produzione dell’E85 e l’applicazione delle stesse accise della benzina fanno sì che il prezzo alla distribuzione sia maggiore di quello del carburante tradizionale. Ad oggi la spesa di acquisto per il biocombustibile è pari a 1,77 euro per litro. Considerando il ridotto potere calorifero rispetto ai tradizionali carburanti e l’elevato costo per il rifornimento, appare del tutto evidente la poca competitività del progetto e la mancanza di entusiasmi per l’attuale situazione italiana. A queste considerazioni si somma l’assenza di una chiara normativa riguardo l’utilizzo di biocombustibili per autotrazione, una delle principali cause di ritardi nell’installazione del distributore e nella fornitura stessa di E85. Sebbene negli anni non siano mancate le richieste alle autorità italiane sulla Focus LA SPERIMENTAZIONE LA FORZA DI UN PROGETTO TUTTO EUROPEO NELL MONDO In Italia, a dimostrare l’efficacia del bioetanolo per la carburazione di mezzi leggeri e pesanti ci pensa Best (Bioethanol for sustainable transport). Il progetto, supportato dalla Commissione europea nell’ambito del sesto programma quadro, ha come scopo principale quello di mostrare la possibilità effettiva di sostituire benzina e diesel con il carburante vegetale attraverso dimostrazioni pratiche su performance, costi e benefici ambientali. Il progetto, avviato il primo gennaio 2006, durerà quattro anni. L’iniziativa ha come coordinatore la città di Stoccolma. Le aree di sperimentazione e dimostrazione, oltre alla capitale svedese e alla regione di Umea (Svezia), sono Rotterdam (Olanda), Somerset (Regno Unito), i Paesi Baschi e Madrid (Spagna), La Spezia (Italia), l’area di Cottbus in Brandeburgo (Germania), San Paolo (Brasile) e Nanyang (Cina). In Italia Eta, società attiva da oltre dieci anni nel settore della ricerca, dello sviluppo, dell’applicazione e dell’integrazione di sistemi ad energie rinnovabili, coordina per Best le attività dimostrative svolte dalla provincia e dal comune di La Spezia e dall’azienda di trasporto pubblico della città (Atc). Oltre a rendere praticabile la via del combustibile ecologico, il progetto sostiene diverse forme di incentivi locali per promuovere l’utilizzo di questa alternativa “verde”, come la sosta gratuita nei parcheggi a pagamento, il transito nelle Ztl, la circolazione durante i blocchi del traffico e l’ingresso nelle zone pedonali. L’ispirazione arriva dai virtuosismi del partner svedese: a Stoccolma per i combustibili ecologici non saranno applicate tasse fino al 2013 e le pompe di E85, ben 800 su tutto il territorio nazionale, sono obbligatorie per le stazioni di rifornimento che superino una certa capacità. A questi si aggiungono i costi competitivi dell’E85: 8,5 corone per litro (circa 0,75 euro) contro le 12,5 corone per litro (circa 1,28 euro) della benzina tradizionale. I risultati sono sorprendenti: attualmente gli autobus che utilizzano la miscela all’85% di bioetanolo sono ben 600 e le auto flexifuel raggiungono le 50.000 unità. L. C. L’INAUGURAZIONE La giornata di presentazione e inaugurazione del distributore di E85 (nella foto in alto a sinistra) si è celebrata il 19 giugno 2008 presso il Centro gas degli Stagnoni (in via della Concia). All’avvenimento erano presenti, tra gli altri, il sindaco di La Spezia Massimo Federici, l’assessore alla Mobilità Fabrizio Forma, il vice presidente della Provincia di La Spezia Maurizio Giacomelli. Presenti anche i partner dell’iniziativa: il presidente di Acam spa Stefano Sgorbini, il presidente di Centro gas energia spa Renzo Cozzani, il presidente di Atc spa Enrico Sassi e Jonas Ericson, Best assistent coordinator. riduzione delle accise, che consentirebbero di avere un prezzo finale inferiore a quello della benzina, la strada sembra ancora in salita. E non si tratterebbe di una peculiarità del nostro Paese: «Esistono ancora diversi problemi da affrontare in Italia e nel mondo – ammette Stefano Capaccioli, coordinatore per Eta del progetto Best a La Spezia – tra questi, la logistica di approvvigionamento e distribuzione del bioetanolo, la competizione food/no-food, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica di produzione dei biocombustibili e del bioetanolo in particolare». «Il progetto Best, dopo oltre trenta mesi di attività svolte – continua Capaccioli – ha evidenziato l’esistenza di questi problemi e sta cercando di fornire soluzioni, affrontando l’argomento dell’intera filiera del bioetanolo in varie nazioni europee, non solo a La Spezia». Lo scopo, dunque, è quello di proseguire e, per quanto riguarda il progetto Best, di «dimostrare alle persone che oggi è possibile utilizzare macchine ed autobus alimentati a bioetanolo attraverso affermate tecnologie per i veicoli, i sistemi di distribuzione e di produzione». Intanto La Spezia non demorde e continua a sperare: il prossimo passo sarà il coinvolgimento di una nuova compagnia petrolifera per cercare una stazione di rifornimento con una posizione strategica e procedere all’apertura di un nuovo distributore. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 19 Focus QUANDO NULLA SI BUTTA E TUTTO SI RICICLA NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE L’altra faccia della distilleria Grappa, bioetanolo, acido tartarico, olio di vinacciolo, combustibile e fertilizzante: ecco i prodotti dell’industria ecosostenibile V ini rossi e bianchi, grappe e distillati, un piacere per il palato, ma non solo. Guardando da vicino gli acini e analizzando il processo di trasformazione dei grappoli d’uva in prelibate delizie alcoliche è possibile scoprire che, in ogni chicco, se ben sfruttato, oltre agli innegabili benefici per gli amanti del “bere”, esiste qualcosa in più: l’attenzione e il rispetto per l’ambiente. Si parte da un primo dato degno di nota: nelle distillerie nulla si butta e tutto si ricicla attraverso operazioni assolutamente naturali ed ecocompatibili. L’importanza del processo non sta, però, solo nel recupero dei materiali di scarto ma nell’utilità che tali produzioni rappresentano per il mercato. Pensiamo al bioetanolo, ad esempio, che rimane di gran lunga il prodotto più famoso dell’intero procedimento: questo carburante, ormai utilizzato in diverse parti del mondo, rappresenta oggi una delle più realistiche alternative ai carburanti fossili. Oltre all’“oro verde”, però, esistono numerosi e altrettanto preziosi sottoprodotti ottenuti attraverso il processo distillatorio. Cominciamo dall’inizio, dalla distesa di un vigneto adagiato su una collina italiana pronto per la vendemmia. Le uve raccolte arrivano ai mac- 20 Ottobre 2008 chinari della pigiatura: comincia il viaggio. La pressatura degli acini porta alla produzione del mosto da cui si ricaverà, nella migliore delle ipotesi, dell’ottimo vino. E’ qui che ha inizio il processo distillatorio: tolto meccanicamente il succo dai grappoli d’uva, rimarranno gli scarti della pigiatura che, attraverso particolari processi, nasceranno a nuova vita e saranno indirizzati ad altri usi ed altri scopi. Il bioetanolo L’ATTIVITÀ Le distillerie vitivinicole in Europa sono circa 400. Complessivamente queste industrie hanno un giro d’affari stimato intorno a un miliardo di euro e assicurano lavoro a ottomila impiegati. Sono, invece, 1.200 le persone che, indirettamente, guadagnano attraverso il mercato creato dalla commercializzazione dei sottoprodotti della distillazione (acido tartarico, olio di vinacciolo ecc.). Più di tre milioni sono le tonnellate di fecce e vinacce lavorate attraverso il processo distillatorio per ottenere una produzione totale di alcole pari ad un milione e trecentomila ettanidri (unità di misura per i distillati). Le vinacce, costituite dall’insieme di bucce, vinaccioli e raspi arrivano direttamente in distillerie per la produzione di alcoli e acquaviti, ma non solo. Gli scarti cominciano la fermentazione al termine della quale vengono stoccati in appositi silos. Si procede con la disalcolazione: dalla vinaccia è eliminato l’alcol residuo che servirà alla produzione di grappa o alla produzione di alcol grezzo a 90 gradi. Ed eccoci al primo prodotto d’eccellenza: l’alcol grezzo, all’occorrenza, attraverso un processo di anidrificazione, arriva a raggiungere i 100 gradi trasformandosi nel carburante vegetale noto come bioetanolo. dell’acido tartarico. Utilizzato principalmente nella preparazione di medicinali, il composto chimico trova imIl processo tratta piego anche più di tre milioni come aromatizzante nella di tonnellate preparazione di vinacce, di cibi e di bevande, in un quantitativo pari fotografia e al 10% dei rifiuti nella concia. Il processo segue il suo corso. La vinaccia disalcolizzata viene pressata. Durante questo particolare processo dagli scarti vengono estratti dei cristalli, i tartari, da cui si ricava Ma passiamo ancora oltre. Dopo esser stata seccata, la vinaccia viene vagliata per recuperare i semi dell’uva. Da L’acido tartarico www.ruoteperaria.it prodotti nel nostro Paese in un solo anno L’olio di vinacciolo questi si ricava l’ottimo e pregiato olio di vinacciolo che, per il suo alto contenuto di acidi grassi polinsaturi e di Vitamina E, contrapposti alla bassa percentuale di acidi grassi saturi, rappresenta, oltre che un ricercato condimento, un ottimo strumento per combattere l’eccesso di colesterolo. Combustibile rinnovabile, mangime e compost Una buona parte di vinacce esauste, dopo esser passata attraverso le macine dei mulini, si trasformerà in un combustibile ad alte prestazioni che rimetterà di nuovo in circolo la macchina distillatoria. E non è tutto: gli scarti degli scarti Focus LA NORMATIVA UN DISASTRO QUASI SCONGIURATO Il primo agosto è entrata in vigore la nuova riforma dell’Organizzazione comune del mercato (Ocm) vinicolo. Introdotta nel 1987, la normativa, assicurando la consegna obbligatoria delle fecce e delle vinacce derivanti dalla vinificazione alla distilleria e stabilendo un prezzo minimo di acquisto per le vinacce, ha garantito, negli anni, tutti gli aiuti necessari a mantenere in vita le operazioni di lavorazione dei sottoprodotti distillatori. Lo scorso anno, a luglio, la prima avvisaglia di un repentino cambiamento: nelle bozze del nuovo regolamento si assisteva ad una sostanziale abolizione delle distillazioni dei sottoprodotti e del vino. Dopo numerose contrattazioni, le distillerie hanno ottenuto di mantenere gli aiuti alla trasformazione di fecce e vinacce e al loro trasporto. Sono venuti meno, però, gli aiuti per lo stoccaggio dell’alco- saranno utilizzati come componenti dei mangimi animali. A chiudere il cerchio l’ultimo stock della produzione che, una volta sottoposto a nuovi processi, si trasformerà in compost (il risultato della decomposizione e dell’umificazione di un misto di materie organiche). Il fertilizzante tornerà alla terra, da lì dove era venuto per dar nuovamente vita al processo agricolo che aveva permesso qualche mese prima di raccogliere i grappoli d’uva. Un riciclo che vale oro Ed ora un po’ di calcoli. Da 100 chilogrammi d’uva si ricavano 80-85 kg di mosto (70-75 kg di vino); la differenza, 20-25 kg, è la quantità di vinaccia disponibile, ovvero l’insieme di bucce, vinaccioli e raspi non necessari alla produzione di vino. Un primo dato degno d’attenzione è proprio nella quantità di scarti ottenuti con la prima spremitura dell’uva: in Europa 400 aziende trattano i resti della pressatura; le vinacce ammontano ad un quantitativo pari a tre milioni e 120mila tonnellate. Se le distillerie non si occupassero di recuperare questi scarti, saremmo oberati da un quantitativo enorme di rifiuti umidi da trattare al pari di quelli umidi delle città. Un po’ co- me avere sulle spalle all’incirca il 10% dei rifiuti urbani prodotti complessivamente in Italia durante un intero anno (nel 2005, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia protezione ambiente e servizi tecnici - ora Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - 31,7 milioni di tonnellate). Cifre che fanno girare la testa. Il parere dell’esperto Non si fa, dunque, fatica a credere alle parole di Marco Bertagni, direttore di Assodistil, l’associazione di categoria che rappresenta attualmente 71 distillerie distribuite sul 95% del territorio Le sette sorelle Anche le distillerie, come le compagnie petrolifere, hanno una delegazione formata da “Sette sorelle” che curano gli interessi dell’industria di fronte alla Commissione europea. Oltre all’Italia, ne fanno parte Grecia, Francia, Ungheria, Portogallo, Cipro, Spagna le. Si è abolito, inoltre, il prezzo minimo fissato per i sottoprodotti. L’Ocm ha, inoltre, eliminato il sistema di acquisto obbligatorio da parte dell’Ue delle eccedenze della distillazione: «Con la riforma – ha spiegato il presidente di Assodistil, Antonio Emaldi – l’alcole entra nelle disponibilità del distillatore che, se vuole accedere agli aiuti, sarà costretto a commercializzarlo ad usi esclusivamente industriali o fuel». Certo, di fronte al pericolo di una totale mancanza di supporto, il bicchiere appare mezzo pieno: «Il 2008 – continua Emaldi – sarà ricordato come un momento pericoloso, soprattutto per le nostre imprese, disabituate a seguire il mercato reale dopo molti anni di normativa assistenzialistica, ma sarà ricordato anche come un momento di crescita imprenditoriale e di nuove opportunità». M. V. italiano: «Il processo distillatorio in genere rappresenta certamente la tipologia di industria da prendere a modello in quanto sfrutta, in maniera totalmente ecocompatibile e fino all’ultimo scarto, tutti i sottoprodotti derivanti dallo stesso processo per cui viene attivata». Certo, non mancano parole di apprezzamento per uno dei prodotti italiani più famosi del mondo: «Sfruttabile in tutte le sue componenti, la buccia dell’uva - ammette Bertagni - è un prodotto unico, che ha necessità di continuare ad essere valorizzato». www.ruoteperaria.it M. V. Ottobre 2008 21 Servizi Città IL RECORD 69 AUTO OGNI 100 ABITANTI ITALIA PRIMA IN EUROPA In macchina non si invecchia Nel Lazio, ogni giorno, 77,1 minuti a persona dedicati alla mobilità Sul podio, secondo l’indagine Airp, anche Liguria e Lombardia al secondo e terzo posto. A influenzare la media grandi città e carenza di infrastrutture. Da non sottovalutare la conformazione geografica del territorio. In coda alla classifica Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Sardegna e Marche L a passione per l’automobile nel nostro Paese, si sa, è decisamente forte. Il piacere di sentirsi comodi dentro l’abitacolo, la voglia di non cedere a forme di trasporto alternativo anche per distanze brevi porta gli italiani a sopportare spesso ingorghi di ogni genere, con un unico risultato certo: quello di perdere minuti preziosi da dedicare ad altre cose. Ma quanto tempo spendiamo nella nostra macchina e dove in Italia la media quotidiana è più alta? A rispondere a queste domande ci ha pensato un’analisi dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile dell’Associazione italiana ricostruttori pneumatici (Airp). Nella Penisola è il Lazio la regione con il più alto tempo medio dedicato alla mobilità, un valore quotidiano di 77,1 mi- 22 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it nuti a testa che coinvolge i residenti di età compresa tra i 14 e gli 80 anni. Seguono nella speciale classifica Liguria e Lombardia, con un valore rispettivamente di 74,5 e 68,3 minuti. Agli ultimi posti Basilicata, Friuli Venezia Giulia (58,1 minuti per entrambe), Sardegna (57,7) e Marche (57,1). In generale il tempo medio dedicato alla mobilità è influenzato dalla presenza di grandi città, dalla situazione delle infrastrutture e dalla conformazione geografica del territorio. Il dato del Lazio è quindi condizionato dalla presenza della Capitale e dalla peculiare situazione della sua mobilità, derivante sia dalle distanze da coprire che dalla situazione non ottimale delle infrastrutture. Sorprende il dato della Liguria, molto più vicina ai tempi del Lazio che a quelli della Lombardia. «Nel 2008 – fanno sapere dal team di ricerca – c’è stata una riduzione dei consumi di carburante per effetto dei forti aumenti dei prezzi: sarà interessante verificare l’impatto della nuova situazione sul tempo medio dedicato alla mobilità. La logica suggerisce che la rinuncia all’auto abbia determinato un aumento del tempo medio pro-capite destinato alla mobilità, ma non è detto che sia andata così, perché la diminuzione del traffico potrebbe aver determinato un aumento della velocità media». AL. NO. L'Airp Costituita il 23 settembre 1963 per unanime volontà di un gruppo di aziende qualificate del settore, l’Airp rappresenta sul piano unitario e nel territorio italiano, la categoria dei ricostruttori di pneumatici Il Lazio è anche in testa alla graduatoria per densità automobilistica delle venti Regioni italiane. Con 69 vetture ogni 100 abitanti precede Umbria (67), Piemonte e Valle d’Aosta (64), Toscana e Marche (entrambe con 63). Negli ultimi quattro posti della classifica si collocano Liguria (52), Puglia (53), e Trentino Alto Adige a pari merito con la Basilicata (55). Ma a colpire è il dato generale che riguarda la Penisola. Un altro recente studio, anche in questo caso condotto dall’Osservatorio sulla mobilità sostenibile dell’Associazione italiana ricostruttori pneumatici, dice che in Italia nel 2007 si calcolavano 60 autovetture ogni 100 abitanti. Si tratta del valore più alto in Europa. Nella graduatoria europea dei Paesi a maggior densità automobilistica, l’Italia – seconda nel mondo solo agli Stati Uniti – è davanti a Germania (57 autovetture ogni 100 abitanti,) Gran Bretagna e Austria (entrambe con 51 autovetture), Francia (50) e a tutti gli altri Paesi sino alla Polonia che chiude con 35 auto ogni 100 abitanti. L. C. Informazione locale dal 1987. dal 1987: #$+6#4'# KNOGPUKNGECTVCEGQ EQPPQVK\KGFCK/WPKEKRKFK4QOC'UV 88+8++8+++G: OKNCEQRKGKPFKUVTKDW\KQPGITCVWKVC GUWNUKVQKPXGTUKQPG2&( Per informazioni: 06.2253179 [email protected] dal 2002: #$+6#4'#41/# KNIKQTPCNGQPNKPGEQPPQVK\KGFCVWVVKK /WPKEKRKGSWCTVKGTKFGNNC%CRKVCNG 1NVTGOKNCXKUKVCVQTKCNOGUG YYYCDKVCTGCTQOCPGV settembre 2008: NGPQUVTGPQVK\KGCPEJG UWNVWQEGNNWNCTG CNNµKPFKTK\\Q YYYCDKVCTGCTQOCPGVOQDKNG www.abitarearoma.net e per il cellulare www.abitarearoma.net/mobile Città DALLA CITTÀ DEL PALIO PRENDE IL VIA UN PROGETTO PER LA PRODUZIONE DI BIODIESEL RICAVATO DAI GIRASOLI CHE FARÀ IMMETTERE IN ATMOSFERA LA METÀ DI CO2 RISPETTO A VEICOLI ALIMENTATI CON IL SOLO GASOLIO “H di Cristina Califano no o un girasolee nel motore”, ”, questo il logo verde e giallo che campeggia mpeggia sulla fiancata di nove veicoli pionieri del progetto S.I.En.A. .En.A. (Sviluppo integrato energie rinnovabili novabili provenienti dal settore agricolo) che vede cinque bus dell’azienda senese dii trasporto p pubblico Train e quattro mezzi p per la raccolta e compattazione dei rifiuti di SienAmbiente ienAmbiente andare a biocarburante ricavatoo dall’olio di semi di girasole. L’iniziativa haa preso il via nel 2006, con la coltivazione di 150 ettari di terreno che hanno prodotto 270 70 tonnellate di semi di girasole, da cui sono no state ricavate 120 tonnellate di biodiesel. el. Di queste, 55 serviranno per produrre 220 20 tonnellate di carburante in grado di alimentare entare per un anno i nove mezzi delle due società ocietà senesi che potranno così percorrere ben 440mila chilometri immettendo nell’atmosfera mosfera esattamente la metà di anidride carbonica onica rispetto ai veicoli alimentati con il solo gasolio. «Siamo di fronte al primo, pionieristico e per questo importantissimo progetto – spiega l’assessore regionale all’EnerEnerr gia, Anna Rita Bramerini – finalizlizzato all’utilizzo di sistemi alternaativi di alimentazione dei mezzii a motore, che ci auguriamo possano diventare competitivi e contribuire in maniera significativa a ridurre la nostraa dipendenza dal petrolio. Per questo l’esperienza rienza senese rappresenta una sperimentazione ne che abbiamo voluto e a cui guardiamo con on interesse e attenzione». La proposta, cofinanziata daa Fondazione 24 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it IL BIODIESEL E’ un prodotto naturale utilizzabile come carburante in autotrazione e come combustibile nel riscaldamento: ottenuto dalla coltivazione di piante oleaginose di ampia diffusione, è rinnovabile, biodegradabile (se disperso si dissolve nell’arco di pochi giorni, mentre gli scarti dei consueti carburanti permangono molto a lungo) e garantisce un rendimento energetico pari a quello dei carburanti e dei combustibili minerali. Città Uno degli autobus della Train, con il logo dell’iniziativa “Ho un girasole nel motore”. Sotto: Siena, il campanile di piazza del Campo. In basso: Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia SIENA, ECCO I BUS CON UN FIORE NEL MOTORE Il progetto pilota servirà per la produzione e l’utilizzo del biocarburante a base di girasole. Nove i mezzi di Train e Sienambiente che hanno adottato l’alimentazione ecocompatibile Monte dei Paschi di Siena e Regione Toscana, è stata resa possibile grazie alla collaborazione di oltre 20 partner. In particolare, la Regione Toscana, promotrice dell’iniziativa, ha affidato ad Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo-forestale) le attività di coordinamento, progettazione e individuazione dei rapporti di collaborazione e a Cispel Confservizi Toscana la gestione dei rapporti con i partner operativi della filiera pilota. «S.I.En.A. – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia – ha il pregio di aver creato una filiera articolata e ricca di partner, dai produttori agricoli, alle strutture di prima trasformazione, alle imprese industriali di produzione di biodiesel, ai centri di ricerca che rappresentano punti di eccellenza nella nostra regione, fino alle aziende utilizzatrici. Una collaborazione strategica non solo per il successo del progetto pilota, ma anche per la sua trasferibilità e applicazione in altre realtà territoriali». Le attività relative alla filiera pilota si concluderanno nel novembre 2008, ma l’amministratore Arsia fa sapere che la Regione Toscana richiederà una proroga alla Fondazione Mps (Monte dei Paschi di Siena) fino al 30 giugno 2009. Il Piano energetico regionale prevede di sviluppare la produzione di energie rinnovabili provenienti dal settore agricolo (di cui la filiera del biodiesel rappresenta solo uno degli impieghi) attraverso l’utilizzo a questo scopo del 15% delle superfici agricole coltivate. «Il progetto S.I.En.A. – continua Mammuccini – rappresenta un primo passo per la promozione di un carburante biologico, il cui utilizzo è imposto anche dalle norme europee e riteniamo che proprio le aziende di servizio pubblico locale toscane possano rappresentare un tratto di quella filiera virtuosa in grado di fornire un contributo importante al nostro ambiente, grazie al risparmio di combustibili fossili. Le aziende Train e Sienambiente di Siena utilizzeranno la miscela biodiesel/gasolio nei propri mezzi fino a primavera 2009». In questa fase stanno procedendo le attività di monitoraggio della filiera da parte dei soggetti scientifici coinvolti nel progetto pilota. I risultati finali del progetto verranno presentati in occasione di Agrienergie, la manifestazione tematica in programma ad Arezzo dal 4 al 7 giugno 2009, nell’ambito di una specifica pubblicazione. La finalità principale del progetto pilota è quella di proseguire l’impiego del biodiesel anche successivamente alla chiusura formale del progetto stesso e di replicare l’impiego di questo biocarburante anche in altre realtà regionali attraverso Cispel Toscana. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 25 Città L’ L’ECO-KIT PER LA SCUOLA TORNA IL PROGETTO PER ABITUARE GLI STUDENTI AL RICICLO Giunta alla IV edizione l’iniziativa Tetra Pak per insegnare la sostenibilità ambientale e l’educazione alimentare 26 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it anno scolastico è ormai iniziato e con esso la possibilità di offrire agli studenti un’occasione per riflettere sull’ambiente e su ciò che loro stessi possono fare per contribuire alla salvaguardia del nostro Pianeta. E se la buona educazione si impara da piccoli, anche il rispetto dell’ambiente può essere appreso fin dalla tenera età per acquisire abitudini da mantenere per tutta la vita. Molte sono le iniziative che singolarmente gli insegnanti intraprendono all’interno delle proprie classi, molte quelle che Comuni e associazioni offrono per focalizzare l’attenzione su questo tema. Interessante in tal senso un progetto nato dalla collaborazione della cooperativa La Lumaca con Tetra Pak Italia per conto di Consorzio Concerto (rete nazionale Achabgroup), agenzia di comunicazione ambientale con esperienza nella creazione di Città progetti educational per le scuole. Si tratta di “ecoRi*kit”, materiale didattico composto da opuscoli per ragazzi con giochi sulla sostenibilità ambientale del cartone per bevande, pieghevoli per insegnanti che affrontano il tema della raccolta differenziata in Italia, oltre che dispense per elaborare percorsi didattici di approfondimento relativi all’educazione alimentare consapevole e ai sani stili di vita. Sono inoltre presenti schede didattiche per suggerire attività, percorsi educativi, laboratori, giochi e test da realizzare insieme agli alunni. Nel kit a forma di valigetta, dalla vivace veste grafica e gratuito per gli insegnanti, ci sono poi i poster sul ciclo di vita e sul riciclo del cartone per bevande, che rappresentano, attraverso disegni e didascalie, sia la filiera produttiva, dalle materie prime al consumatore finale, che la filiera del riciclo e riutilizzo, dal consumatore ai prodotti derivanti da tali processi di recupero. «Il kit didattico è stato realizzato da Tetra Pak Italiana in partnership con altre aziende quali Granarolo, Arborea, Grifo Latte e Sterilgarda Alimenti – spiega il direttore di Consorzio Concerto, Gianfranco Sghedoni – per far acquisire agli studenti delle scuole primarie comportamenti maggiormente rispettosi della natura, incentivare la loro creatività e manualità, stimolare la pratica della raccolta differenziata, promuovere un’alimentazione consapevole». «Dal 2005, anno della prima edizione dell’iniziativa – continua Sghedoni – sono stati distribuiti agli insegnanti di tutta Italia complessivamente 10mila ecoRi*kit. La prima edizione, realizzata per gli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007 da Tetra Pak in partnership con Granarolo e Mukki, è stata distribuita in 6mila pezzi. Altre edizioni sono state realizzate in partnership con Grifolatte, per l’anno scola scolastico 2006/2007 e distribuita in 2mila pezzi, p e in partnership con Sterilgarda per l’anno sc scolastico 2007/08 e distribuita in 2mila pezzi pezzi. Ora è disponibile la versione aggiornata per realizzare in classe nuovi percorsi di sostenibilità sost ambientale e alimentazione consap consapevole. Le richieste arrivano quotidian q quotidianamente da tutta Italia e per l’anno sc scolastico 2008/09 si prevede la distribuz distribuzione di circa 2.500 ecoRi*kit». Collegate a questa iniziativa sono altre attività, personalizzate per a seconda del territorio inter interessato dalla distribuzione del kit, che co consistono in attività e percorsi di educaz educazione ambientale con lezioni in class classe proposte da animatori ed esperti educatori, concorsi a premi, siti inte internet educational quali www. iostobene.net, iosto www.tiriciclo.it, www.magoalvise.it w e game on-line come l’ecoRi*kit Game. BREVEMENTE Emilia Romagna, via ai blocchi antismog Stop dal lunedì al venerdì alla circolazione dei veicoli più inquinanti e, da gennaio, blocco totale il giovedì. Ma anche misure a sostegno del trasporto pubblico, dei percorsi ciclabili, dell’intermodalità e del trasporto merci, del rendimento energetico degli edifici. Sono ripartiti il primo ottobre, e dureranno fino a tutto il mese di marzo 2009, i provvedimenti per combattere smog e polveri sottili nelle città dell’Emilia Romagna. Tra le novità: cinque milioni di euro per finanziare, oltre alla conversione a metano delle auto più inquinanti, anche l’installazione di filtri antiparticolato nei veicoli a motore diesel. A regime inoltre la misura, prevista dal Piano energetico regionale, che introduce la certificazione energetica per gli edifici residenziali. L’attestato di certificazione energetica, rilasciato da un professionista accreditato, dovrà riportare i dati relativi alle prestazioni energetiche di un edificio e i suggerimenti circa gli interventi più significativi che possono essere realizzati per migliorare tali prestazioni. Legambiente, tassa picnic anche in Italia «Anche l’Italia deve dichiarare guerra all’usa e getta inquinante e premiare, invece, i sistemi ecocompatibili e i prodotti biodegradabili o riutilizzabili». Così Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, si schiera apertamente dalla parte della tassa sul picnic, annunciata dal ministro francese dell’Ecologia e dei trasporti Jean Louis Borloo. «Tassare i prodotti usa e getta non è altro che l’applicazione più ovvia del principio comunitario del chi inquina paga», spiega Ciafani, ricordando che, secondo gli ultimi dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), la produzione dei rifiuti urbani in Italia è aumentata del 12% circa dal 2000 al 2006. «Non si partirebbe da zero. Basterebbe diffondere su scala nazionale - conclude Ciafani - le buone pratiche sulla prevenzione della produzione di rifiuti già avviate da Comuni e società di igiene urbana, come quelle premiate da Legambiente e Federambiente nell’ambito di comuni Ricicloni 2008». Mobilità, cresce la passione per la bici Secondo una ricerca condotta dall’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort), la bicicletta rappresenta un mezzo di trasporto abituale per oltre il 13% degli italiani tra 14 e 80 anni. A questa fetta si aggiunge un altro 23,5% della popolazione che la adopera in modo occasionale (una o due volte a settimana). Si tratta di percentuali in netta crescita: la quota di chi fa un uso frequente delle due ruote è praticamente raddoppiata tra il 2002 e il 2007. Il peso complessivo della bicicletta come modalità di trasporto resta tuttavia ancora modesto, attestato a meno del 4% di tutti gli spostamenti che gli italiani effettuano ogni giorno (nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale si registra sistematicamente una quota a doppia cifra). Gran parte dei ciclisti “abituali” si concentra nelle Regioni nel nord-est Italia: in Emilia Romagna raggiungono il 31,3% della popolazione, in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia superano il 25%. Viceversa, in tutte le Regioni del sud non si supera la soglia del 10%. C. C. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 27 Tecnologie OMBRELLO L NI SOLARI REVERSIBILI Dalla fantasia di progettisti italiani una nuova e interessante soluzione per locali e giardini OXFORD TORNA L’ECOFRIGO DI EINSTEIN L’univeristà di Oxford si affida ad Einstein nella lotta contro il surriscaldamento del Pianeta. Un gruppo di ingegneri del celebre ateneo inglese ha infatti deciso di “riadattare” una delle invenzioni che il fisico tedesco progettò negli anni ‘30: un modello di frigorifero ecosostenibile, senza parti moventi, che teneva fredde le cose servendosi unicamente di gas sotto pressione. Il principio prevedeva la creazione del freddo riducendo la temperatura di ebollizione del butano tramite l’introduzione di ammoniaca in un vaporizzatore. Partendo da qui i ricercatori vogliono arrivare ad un frigorifero che non abbia bisogno di elettricità, al quale basti un po’ di energia solare per il funzionamento della pompa dei gas. Le idee di Einstein vennero utilizzate per la costruzione dei primi frigoriferi almeno fino agli anni 50, allorquando l’industria degli elettrodomestici decise di puntare sui compressori “energivori” e bisognosi di freon, un gas estremamente nocivo per l’ozono. G li ombrelloni tradizionali, ali, spesso ospitati fuori dai localii pubblici o all’interno dei giardini ni privati, potrebbero aver fatto il loro tempo con grande de gioia di gestori e semplici inquilini. Un gruppo di progettisti napoletani ha infatti brevettato un nuovo tipo di ombrellone, denominato “re-versibile”, in grado di superare grazie alla sua praticità tutti i limiti dei prodotti tradizionali: dizionali: l’opposizione al vento, la difficoltà dii ombreggiare in maniera soddisfacente rispetto petto alla rotazione del sole, la scarsa durata nel tempo spesso per colpa dei materiali impiegati, piegati, il disagio provocato dalla chiusura chee in molti casi necessità la presenza di più persone. sone. Frutto di attente e minuziose ricerche, l’ombrellone “reversibile” si aziona automaticamente tramite un telecomando attivato ttivato da un pannello solare posto sopra la struttura. Sia l’apertura che la chiusura possono no essere effettuata da una sola persona attraverso averso un semplice click. La movimentazione del meccanismo che permette l’apertura e laa chiusura del telo, è affidata ad una vite ubicataa nel fuso centrale. Questa, impegnata in una chiocciola, hiocciola, consente lo scorrimento di un canotto tto mobile, il quale mediante un gioco di leve, ve, bracci e tiranti consente al telo il giusto assetto in modo progressivo chiuso/aperto consentendo nsentendo così la fermata nella posizione desiderata iderata o intermedia. Un’ulteriore innovazione è data dal al sistema di fissaggio del telo alla struttura, realizzato con agganci rapidi, anch’essi inossidabili idabili in quanto provenienti da impiego nautico. ico. Questo sistema consente il montaggio e lo smontaggio del telo per il lavaggio ed il rimessaggio messaggio in modo veloce e semplice nonostante nte le im- 28 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it peraria it Gommone solare in Abruzzo Si è svolta in Abruzzo, Abru tra San Salvo e Vasto, la sp sperimentazione della barca solare ta targata Everlight, un gommone gommo realizzato per essere a autonomo dal punto di vvista energetico. Il mezzo è in grado di auto alimentarsi sia mentre naviga ch che quando è in po porto. Everlight ha inventato, nel cor corso degli anni, numerosi brevetti per pe rilanciare l’energia solare: dall’illuminazione dall dei giardini ai semaf semafori, dalle insegne dei negozi ai frigo portatili L’ottimale e rapida adattabilità alle condizioni climatiche, che possono cambiare talvolta repentinamente (sole intenso, vento teso, brezza, temporale) si ottiene grazie alla semplice regolazione della struttura ad ossatura rispetto ad un asse verticale p portanti dimensioni (quattro q metri m per quattro) e il peso (circa quattro chilogrammi). chilo Il telo è realizzato in tessuto impermeabile i e ignifugo. I meccanismi non hanno ha bisogno di manutenzion manutenzione periodica, quale lubrificazione lubrificaz e regoIl sistema si aziona lazioni in quanto quan completaautomaticamente mente m me nte costruiti con materiali con un telecomando inossidabili. in nossidabili. Unica Un cura per attivato da un pannello l’utente l’uten ente te sarà qu quella di sostituire la batteria batteri del telecob mando una volta esaurita esaurita. ta.. Al A ccalar del sole l’ombrellone è in grado di iilluminarsi l um ll automaticamente, garantendoo un’autoniomia u ’au un di dodici ore. Un prodottoo innovativo, innov questo dell’ombrellone “reversibile”, “reversi sibi b le”, ch che a breve potrebbe far parlare di sé sé. #! +& $! ! %%! "#! ! #**! '!$%# $! ! %"& ! ! %!% ) !%$ %&# %(((%$ %&# % Studi ECCO IL RITRATTO DELL’ISTAT TRACCIATO DALL’ANALISI NALISI DI 111 CAPOLUOGHII DI PROVINCIA. IL PAESE AESE SI MUOVE A DUE VELOCITÀ: ILL NORD CRESCE E IL SUD ARRANCA. RRANCA. PER 72 GIORNI ALL’ANNO ANNO SI SUPERANO I LIMITI ITI DI PM10 I l nord ricicla, effettua ua un costante monitoraggio dell’inquinamento inamento acustico e punta ad incrementare re la densità di verde urbano. Il sud è sprecone, cone, ha pochissime piste ciclabili, ma contiene ntiene il numero di giornate di superamento del valore limite di Pm10 per la protezione della salute umana, abbassando la media nazionale. ionale. Il nuovo rapporto Istatt sugli indicatori ambientali urbani presenta un’Italia più attenta all’ambiente, ma che è in n ritardo rispetto ai colleghi europei. L’indagine, ggine, svolta in 111 capoluoghi di Provincia (6,6% della superfi superfi-cie totale e 29,5% della popolazione opolazione p residente nello Stato), analizza ottoo indicatori: popolapopolazione e territorio; acqua; aria; energia; rifiuti; rumore; trasporti e verde urbano. Il Belpaese si muove a due velocità. Rispetto ispetto all’analisi sui dati del 2006 presenta le stesse eccellenze e le stesse “pecore nere”. Sul podio e alle ultime tre posizioni della speciale ale classifica dei capoluoghi di Provincia che presentano maggiore attenzionee all’ecocompatibilità ci sono glii stessi comuni di due anni fa. Trento, rento, Bologna e Venezia guidano ano la lista. Olbia, Siracusa e Massa arrancano. Rifiuti e raccolta differenziata enziata La raccolta media pro-capite ro-capite di rifiuti, nel 2007, è stata di 623,5 chilogrammi. Un dato in lieve eve diminuzione rispetto alla rilevazione del 2006 (-0,3%), con la crescita del nord (+0,8%) che viene compensata dal calo del centro (-2,3%) e del sud (-0,2%). Capofila è il comune di Olbia, con 1.022,2 kg prodotti per p abitante. Chiudono la classifica Villacidro ro (375,8) e Belluno (396,7). Sono soltanto 29 i Comuni che hanno raggiunto l’obiettivo del 40% di raccolta differenziata, secondo quanto uanto disposto p dalla legge 296/2006 (Disposizioni izioni per p la forma forma-zione del bilancio dello Stato). ato). Mentre sono 31 i Comuni, prevalentemente nte del mezzogiorno, 30 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it Studi dati % INDICE DELL’ATTENZIONE ALL’ECOCOMPATIBILITA’ Valori calcolati in base agli 8 indicatori analizzati PRIMI DIECI COMUNI PRIMI DIECI COMUNI Verba Verbania Novara Novar Sanluri (Vs) Sanlur Asti Tortolì (Og) Torto Belluno Bellun Villacidro (Vs) Villaci Rovigo g Lecco Alessandria Alessa Trento Bologna Venezia Belluno Biella Cuneo Prato Modena Ravenna Matera CHI F FA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA 72,2 70,6 61,9 61,6 59,8 59,7 58,2 53,7 53,7 52,8 Fonte: Istat Istat, Osservatorio ambientale sulle città ULTIMI DIECI COMUNI Siracusa Oristano Isernia Caltanissetta Taranto Palermo Frosinone Iglesias (Ci) Messina Caserta 6,6 5,1 5,1 4,7 4,6 4,1 4,0 3,8 3,8 2,4 6,6 5,9 5,7 5,7 5,1 4,9 4,6 4,6 4,6 4,5 Fonte: Istat, Osservatorio ambientale sulle città ULTIMI DIECI COMUNI Imperia 1,2 Ragusa 1,2 Rimini 1,1 Frosinone 0,8 Tempio Pausania (Ot) 0,8 Enna 0,2 Iglesias (Ci) 0,0 Olbia 0,0 Siracusa -0,2 Massa -1,0 L’analisi e gli indicatori L’indice di attenzione all’ecocompatibilità è il risultato dell’analisi di otto variabili: Popolazione e territorio; Acqua; Aria; Energia; Rifiuti; Rumore; Trasporti e Verde Urbano. I temi sono stati oggetto di rilevazione nei 111 capoluoghi di provincia censiti Da Trento a Bologna, dove va l’ecologia In Italia cresce la raccolta differenziata e il verde pubblico. Ma aumentano la circolazione dei meezzi a motore e i Comuni sono poco attenti all’inquinamento acustico ed atmosferico che registrano ancora percentuali di raccolta differenziata inferiori al 15%. Verbania fa scuola con il 72,2% della raccolta differenziata. Caserta (2,4%) e Messina (3,8%) stroncano la media nazionale. È ancora la carta il materiale più raccolto nel servizio differenziato (38,5% del totale della raccolta); seguono i rifiuti verdi, organici e legno (29,7%), il vetro (11,8%) e la raccolta selettiva di pile esauste, accumulatori e farmaci (0,2%). Inquinamento atmosferico Nel 2007 più del 90% della popolazione dei Comuni capoluogo di Provincia è interessata dalla rilevazione del biossido di azoto (NO2), del Pm10, del monossido di carbonio (CO), dell’ozono (O3) e del benzene (C6H6). Nei 99 Comuni in cui il Pm10 è monitorato, il numero medio di giornate di superamento del valore limite per la protezione della salute umana è pari a 71,4 (-11,3% rispetto al 2006). Un dato che, nonostante il decremento, resta molto al di sopra dei 35 giorni consentiti dalla normativa. A ciò si aggiunge anche la controtendenza di alcuni centri, come Napoli (+5 giorni) e Catania (+2 giorni). Al nord il supe- ramento dei limiti si è osservato mediamente per 86,4 giorni; al centro per 70,6 giorni e al mezzogiorno per 49,5 giorni. Comuni come Siracusa (273 giorni di superamento), Massa (226) e Torino (190) dovrebbero copiare il piani traffico di Imperia (2 giorni di superamento), Ascoli Piceno e Caserta (7). Verde urbano Nel 2007, la densità di verde urbano nei capoluoghi di Provincia (percentuale di verde urbano sulla superficie comunale) si attesta al 7% (+0,6% rispetto al 2006). Palermo (31,6%), Torino (15,6%), Milano (11,5%), Bologna (8,8%), Verona (8,0%) e Pescara (7,5%) registrano sia una densità di verde urbano superiore alla media sia una crescita delle aree verdi maggiore, nell’ultimo anno, di quella registrata a livello nazionale. Pisa (71,9), Cagliari (55,2%), L’Aquila (45,6%), Biella (35,0%), Ancona (28,1%), Roma (27,5%), Napoli (23,7%) e Terni (21,7%) presentano alte percentuali di verde urbano sulla superficie comunale, ma rispetto al 2006 mostrano una variazione inferiore a quella media nazionale. Il censimento del verde urbano dovrebbe essere propedeutico alla stesura del Piano del verde urbano, strumento integrativo del Piano regolatore generale (Prg) per pianificare le aree verdi all’interno del Comune. Tale documento oggi è utilizzato solo dal 25,2% dei Comuni capoluogo di provincia. Curiosità Spulciando i dati del rapporto, i numeri assumono sfumature curiose. Nella sezione dedicata ai trasporti, ad esempio, emerge che ad Aosta ci sono 2.021,4 autovetture per abitante: praticamente più di un’automobile a testa. Un dato che potrebbe essere spiegabile con la minore tassazione nell’iscrizione di nuove autovetture e che quindi non rispecchia il quadro dei mezzi che circolano in città. Mezzi a motore che, nel panorama nazionale, fanno registrare un incremento dello 0,6% rispetto al 2006, con una media di 592,6 vetture per mille abitanti. Il Lazio comanda la classifica, con cinque capoluoghi tra i primi sette: Viterbo (758,8), Latina (737,3), Frosinone (733,5) e Roma (707,2). Chiudono, con i valori più bassi, Genova (469) e Venezia (427,1). DA. CI. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 31 Salute RIPRESI I PERCORSI ANNUALI DELL’UNIVERSITÀ POPOLARE DI ROMA CON NUOVE E STIMOLANTI PROPOSTE A lezione di benessere L’UpterSport, un’avanguardia che sperimenta. Con la persona al centro del progetto C di Giuseppe D’Agostino* L’ATTIVITÀ UNA STORIA LUNGA 15 ANNI L’università Popolare dello Sport nasce nel 1994 con il compito di promuovere le attività corporee e sportive nel campo dell’educazione continua. Lo scopo è diffondere una modalità di intendere il movimento come fonte di salute per l’individuo, per percepire la corporeità come un valore nel vissuto individuale e sociale, per vivere l’ambiente nel rispetto della natura e delle biodiversità. Il sistema educativo Upter consiste in un’ampia proposta didattica di corsi aperti a tutti i cittadini e senza limiti di età, tenuti da docenti esperti, che coprono ampi settori di discipline: attività espres- 32 Ottobre 2008 sive come balli e danza, discipline orientali come hatha yoga e taijij quan, ginnastiche posturali e sport come nuoto, tiro con l’arco, tennis e vela. Ampliare la partecipazione di tutti a una pratica sportiva intesa come “pratica del benessere”, promuovere la diffusione dei principi propri a diverse discipline derivanti anche da culture differenti, favorire uno stile di vita legato ai valori della partecipazione, della socializzazione e della comprensione di sé e degli altri, è la chiave di lettura di tutte le attività promosse dalla UpterSport. Informazioni sul sito www.uptersport.it www.ruoteperaria.it ome in ogni università che si rispetti, questo è il periodo in cui i corsi riprendono il loro naturale svolgimento. Accade anche all’UpterSport, l’univeristà Popolare dello Sport di Roma dove dal 1994 vengono aggiunti ogni anno corsi, percorsi, scuole di formazione. Con le scuole di Naturopatia, di Shiatsu, di Ginnastica dolce, di Yoga e di Riflessologia plantare UpterSport è riuscito a comporre un sistema formativo che affonda le sue radici nell’esperienza ventennale dell’Upter nel campo dell’educazione degli adulti; per certi aspetti un’avanguardia che sperimenta tutti i giorni con più di 400 docenti e oltre 20mila iscritti in un centinaio di sedi tra Roma e provincia. Corsi di base per tutti i cittadini di tutte l’età, per tutte le fasce sociali e culturali, sono stati per anni un ricco banco di prova per sperimentare nuove pedagogie e metodologie basate sul riconoscimento delle forti motivazioni che accompagnano un adulto che vuole apprendere, migliorare le proprie competenze, far emergere il proprio talento. Discipline naturali legate al mondo delle medicine non convenzionali, discipline del benessere legate al mondo dello sport e del sociale sono i principali ambiti di intervento della proposta formativa, che vuole sostenere in termini di qualità quei settori in cui la relazione tra domanda di servizi da parte dei cittadini e risposta da parte degli operatori risulta spesso insufficiente e inadeguata. Più di cinquecento allievi seguiti da circa quaranta docenti specializzati, coordinati da cinque responsabili e da una segreteria didattica; queDimensione sociale sti sono i dati delle scuole di L’università formazione dell’UpterSport. Popolare non è una scuola ma L’università Popolare pone atuna vera e protenzione alla centralità della pria università, persona nel progetto formail cui motto è “Non si finisce tivo e mette in campo tutte le mai di imparaproprie energie e capacità per re”. Negli ultimi dare informazione, orientare anni ha assunto una dimensione tutti gli allievi e accompasociale di primo gnarli lungo il loro percorso piano per la sua progettuadi apprendimento. Una pelità e per aver dagogia rivolta agli adulti, un realizzato una punto di eccellenza dell’aziostruttura di apprendimento ne didattica nelle scuole di permanente formazione. Nelle interazioni tra il progetto educativo e formativo che compongono il sistema dell’ università Popolare sono tralasciate le proposte di tipo prettamente “sportivo” per concentrarsi più sulla promozione di pratiche che si inseriscono a pieno titolo Tra le novità più nella filosointeressanti i corsi fia del “dolce e naturale”. di formazione Il patriprofessionale monio oraventendi Naturopatia, Shiatsu, mai nale di lavoro Ginnastica dolce, costante ha finora dato Yoga e Riflessologia un notevole plantare cont r ibuto nel creare fra i cittadini maggiore sensibilità a prendersi cura di sé e nelle istituzioni a prendere in considerazione il valore della prevenzione anche come intervento programmato in campo educativo, sociale e sanitario. *PRESIDENTE E DIRETTORE DI UPTERSPORT Reportage L’ALMA VERDE DI CUBA di Giorgio Fasan [email protected] Nell’isola della Revolución, tra sogni e contraddizioni, speranze e illusioni, il trasporto è al verde, in tutti i sensi. Il mantenimento del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione di L’Avana e di Santiago per i gas di scarico delle auto, è rispettato e tutelato www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 33 Reportage Anche Cuba sceglie per i cubani e per i tursti meno abbienti e più impegnati nel mantenimento e nella conservazione del territorio, il trasporto “ecologico”. Quello su carriola non deve essere frainteso. Viene usato, oltre che per i materiali ingombranti, anche per le persone “minute minute”, soprattutto per la fatica che questa costa per chi la deve trascinare. Un taxi trasportatore su triciclo effettua 40-50 km al giorno, trainando un carico di circa 150-180 kg (2 clienti, peso del triciclo e del guidatore stesso). Un metodico allenamento per quando Cuba deciderà di partecipare ai mondiali di ciclismo! Il trasporto con i cavalli è sicuramente per i più ricchi e comunque non inquina. Su cavalli vi è anche quello di massa. Esistono ovviamente il trasporto con autobus e taxi, il cui inquinamento, soprattutto a L’Avana e in alcune zone di Santiago raggiunge dei livelli insopportabili. Le auto degli anni ‘50, “mantenute” per il turismo, creano un forte inquinamento, sia per la qualità del carburante, ma soprattutto per i tubi di scappamento decisamente obsoleti. T SEGUE A PAGINA 36 34 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it Reportage www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 35 Reportage T SEGUE DA PAGINA 34 Nel resto del Paese come si è visto, vuoi per le difficoltà in senso lato vuoi per la convinzione della difesa dell’ambiente, le cose vanno molto meglio. A Maria la Gorda, sulla costa difronte al Messico vi sono parchi protetti dove il canto di varie tipologie di uccelli crea una atmosfera da paradiso terrestre. Forse uno tra gli ultimi luoghi magici di questo pianeta impazzito che si avvia senza speranza verso la distruzione della natura, creando con il progresso e la globalizzazione un ecosistema che non regge più, che non trova più l’equilibrio indispensabile per proteggere la vita e la possibilità di vita questo pianeta sfruttato da pochi contro molti, per ricavarne il massimo del profitto nella totale assenza di qualsivoglia tipo di rispetto umano, ambientale ed animale. Il sogno, comunque continua. Auguri Cuba Le immagini sono state realizzate lungo un percorso iniziato a Santiago di Cuba, risalendo all’Avana passando per Barracoa Santa Clara, Cianfuegos, Trinidad, Pilar del Rio , Maria la Gorda ed altri scorci incantati a gennaio 2008, prima che a Fidel Castro succedesse il fratello Raul. 36 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it E d i z i o n i “Los pájaros - Gli uccelli” di Norberto Silva Itza 17x24 cm - pagine 88 - Collages originali dell’autore. Pandion edizioni 2008 - ISBN 978-88-89578-07-8 - euro 15,00 “Norberto Silva Itza canta la vita degli uccelli... Li canta perché sono uccelli. Li canta per quello che sono. Perché esistono e fanno sorridere il cuore. Si chiede quello che tutti si chiedono ma lo fa da poeta, quindi con lo spirito dei saggi. Così le sue poesie sono appunti. Appunti perché ci si ricordi di creature che affascinano gli occhi e il cuore dei bambini.” Norberto Silva Itza Los pájaros Gli uccelli FABRIZIO CARBONE Scrittore, artista naturalista Il libro è stato presentato il 14 settembre a Roma presso il GRECAM da ANTONIO CANU, Direttore scientifico WWF Oasi e FULCO PRATESI, Presidente onorario WWF Italia Edizioni PANDION EDIZIONI - DARWIN SOCIETÀ COOPERATIVA Via S. Spaventa, 24/26 - 00187 Roma - tel. 06.42.81.73.56 - [email protected] - www.pandion.it ASSOCIAZIONE CULTURALE GRECAM ESQUILINO Via Conte Verde 15 - 00185 Roma - tel. 06.44340998 - [email protected] - www.grecam.it Personaggi ANTONIO ZICHICHI SCHIAVI DI CHI VENDE ENERGIA Intervista al Professore: «Ho invitato il Papa a Erice, dove scienza e fede si incontrano» Sul futuro: «Sì, esistono dei nuovi piccoli Zichichi...» D di Dario Cirrincione ivulgatore di scienza, credente e sostenitore di un approccio alla scienza non in contrasto con la fede. Fautore di una battaglia contro l’astrologia e le superstizioni, come quelle legate alla numerologia e aspro critico della teoria darwiniana dell’evoluzione. Antonio Zichichi, nato a Trapani 79 anni fa, è questo e molto di più. Professore emerito di Fisica superiore all’università di Bologna, è autore di oltre ottocento lavori scientifici, tra cui: sei scoperte, quattro invenzioni, tre idee originali che hanno aperto nuove strade nella Fisica subnucleare delle alte energie e quattro misure di alta precisione di quantità fisiche fondamentali. Tra le sue scoperte ci sono l’“Antimateria Nucleare”; l’“Energia Effettiva nelle Forze tra quark e gluoni” (particelle elementari) e il primo esempio di “particella barionica con un quark della terza famiglia”. FISICO E DIVULGATORE SCIENTIFICO PROFESSORE, LEI SOSTIENE CHE LA GRANDE ALLEANZA TRA SCIENZA E FEDE È FONDAMENTALE PER LA CULTURA DEL NOSTRO TEMPO. PERCHÉ? Viviamo come se la scienza non fosse mai stata scoperta. Le emergenze planetarie sono la prova che imperversano la violenza politica e quella economica. Ma la cultura dominante fa credere al grande pubblico che la colpa delle emergenze planetarie è il progresso scientifico. La scienza è fonte di progresso. Se smettessimo di scoprire nuove cose resteremmo fermi dove siamo. La scienza è la più grande conquista della ragione nell’immanente, la fede è la più grande conquista della ragione nel trascendente: solo l’alleanza tra queste due grandi conquiste dell’intelletto umano può riuscire a creare le condizioni affinché vengano 38 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it affrontate e risolte le 63 emergenze planetarie. A GENNAIO HA INVITATO IL PAPA IN SICILIA, HA RICEVUTO RISPOSTA? Il Santo Padre è amico della scienza e verrà a Erice essendo il “Centro Ettore Majorana” l’unico posto al mondo in cui si è realizzata la grande alleanza tra fede e scienza. SI PARLA SEMPRE PIÙ DI UN POSSIBILE RITORNO AL NUCLEARE, PRINCIPALMENTE PER QUESTIONI ECONOMICHE. PERCHÈ L’ITALIA OGGI DOVREBBE OPTARE PER QUESTA SCELTA E COSA DIREBBE A CHI ANCORA RICORDA CERNOBYL? Fisico e divulgatore scientifico, attivo nel campo della fisica delle particelle elementari, Antonino Zicichi nasce a Trapani il 15 ottobre 1929. Ha lavorato nell’ambito della fisica subnucleare presso i laboratori Fermilab di Chicago e Cern di Ginevra. Suo il progetto di un circuito elettronico per la misura ad alta precisione dei tempi di volo delle particelle subnucleari. Nel 1963 ha fondato ad Erice (Trapani) il “Centro Ettore Majorana” di cultura scientifica. Ha anche istituito la “Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana”, comprendente 118 scuole postuniversitarie in tutti i campi della ricerca scientifica moderna, che distribuisce anche borse di studio a studenti meritevoli. È stato presidente dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare dal 1977 al 1982 e nel 1980 ha appoggiato la creazione dei Laboratori nazionali del Gran Sasso. Personaggi Il professor Antonio Zichichi. In basso, a sinistra: il professore durante alcuni incontri importanti della sua carriera: con Eugene Wigner nel 1982, con Peter Higgs nel 1989 e con papa Wojtyla nel 1993 L’ANTIEVOLUZIONISMO Zichichi è sostenitore di un’aspra critica alla teoria darwiniana dell’evoluzionismo, per quanto riguarda la specie umana. A suo avviso sarebbe priva di sufficienti prove scientifiche e di una solida base matematica, e usata da alcuni solo per negare l’esistenza di Dio. Infatti, secondo lo scienziato siciliano, non esiste un’equazione matematica dell’evoluzione delle specie animali, e dunque la teoria evoluzionistica non sarebbe fondata sul metodo galileiano che si regge sulla matematica. Zichichi non risparmia critiche anche ai creazionisti che non tengono conto della scienza. Egli infatti ritiene che esistano prove concrete dell’evoluzione delle altre specie viventi, criticando la semplice applicazione di tale teoria all’uomo, ma correggendola assumendo l’esistenza di una “mano invisibile” capace di guidarla. Il disastro di Cernobyl fu un errore umano, dettato dall’ignoranza. Le altre tre centrali, dopo il disastro dell’impianto n. 4, vennero affidate a persone specializzate non a raccomandati politici. Nella tecnologia nucleare è imperativa la scelta meritocratica. L’Italia, patria di Fermi, è oggi priva della più importante forma di libertà: la libertà energetica, che solo la scelta nucleare può darci. Importiamo energia da altre Nazioni. Se scoppiasse una crisi seria, saremmo il primo Paese industrializzato a crollare per fabbisogno energetico. Siamo schiavi di chi vende Energia. LO SCORSO ANNO HA AFFERMATO: «L’INCIDENZA DELL’UOMO SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI È AL MASSIMO UN 10%». PUÒ SPIEGARCI QUESTA TESI? I volumi dei seminari di Erice sulle emergenze planetarie contengono l’esposizione rigorosamente scientifica di quanto da me sostenuto. Io dimostro che gli strumenti matematici utilizzati da chi sostiene il contrario non sono adeguati. TRA LE EMERGENZE PLANETARIE QUAL È QUELLA CHE OCCUPA UN POSTO DI RILIEVO RISPETTO ALLE ALTRE? Quella culturale, temuta da Enrico Fermi già 50 anni fa. Parlano di scienza persone che non hanno mai scoperto né inventato nulla. OGGI SI REGISTRA UNA CRISI DELLE VOCAZIONI SCIENTIFICHE? COME VEDE IL FUTURO DELL’ITALIA? Nel mio gruppo ho tanti giovani, non è vero che ci sia questa crisi. Il futuro della scienza in Italia lo vedo molto promettente, nel settore in cui lavoro: la fisica subnucleare delle alte energie. EPPURE OGNI ANNO 5MILA NEOLAUREATI LASCIANO LA SICILIA. E IL NUMERO È IN COSTANTE CRESCITA. C’È UN MODO PER INVERTIRE LA TENDENZA? La Sicilia dovrebbe voltare pagina, dando vita a una grande iniziativa alle frontiere delle nostre conoscenze scientifiche. La realizzazione di questa iniziativa è l’unica strada per bloccare la fuga dei cervelli. COSA PENSA DELLE ENERGIE “ALTERNATIVE”? Miliardi di persone vorrebbero la stessa quantità di energia pro-capite di cui noi disponiamo. Apparteniamo al miliardo Le rinnovabili di privilegiati. non possono Nel pianeta Terra ci sono risolvere però sei mida sole liardi e mezzo di persone. il problema Energia vuol energetico. dire benesseLa via da seguire re, alla fame energetica è il nucleare mondiale si può rispondere con l’unica sorgente che permette di risparmiare un milione di volte in distruzione della materia. Questa sorgente è il nucleare. Lo sviluppo sostenibile è stato discusso per la prima volta nel mondo a Erice. Le energie alternative non possono risolvere il problema delle enormi quantità d’energia necessarie per i miliardi di nostri fratelli e sorelle che aspirano al nostro livello di vita. TRA I TANTI GIOVANI CHE INCONTRA ALL’UNIVERSITÀ C’È QUALCUNO CHE SOMIGLIA AL GIOVANE ZICHICHI? Sì, ce ne sono molti. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 39 Esperienze CONTRO CORRENTE CON IL BIKE SHARING La sperimentazione di sei mesi ha convinto tecnici, istituzioni e ciclisti. E così anche la Capitale ha preso la strada della sostenibilità sulla scia già intrapresa dall’Europa D opo molte città europee anche Roma ha scelto di seguire le orme del bike sharing e da giugno ha iniziato la sperimentazione semestrale della rete di bici condivise che copre il centro storico della Capitale. I risultati sono buoni, secondo le istituzioni comunali, e anche i fruitori sono soddisfatti. Il sistema è semplice e veloce e le bici sempre disponibili. Si attendono ades- 40 Ottobre 2008 so nuovi punti di noleggio, oltre alle 19 rastrelliere già presenti, anche in altre zone della città. Le istituzioni Entusiasta del nuovo servizio e dei risultati raggiunti il neo assessore capitolino all’Ambiente, Fabio De Lillo: «C’è grande soddisfazione per i risultati raccolti nei primi mesi di sperimentazione dal bike sharing. I dati ci dicono che molte biciclette vengono utilizzate dai cittadini per www.ruoteperaria.it Il bike sharing di Roma può contare al momento su 19 postazioni nella Zona a traffico limitato del centro storico, nei pressi delle principali attrazioni turistiche della Capitale andare a lavoro. Questo significa meno traffico e meno inquinamento atmosferico». Prospettive rosee anche per il futuro: «Se i buoni risultati verranno confermati – promette l’assessore – l’intenzione è quella di estendere il servizio ad altre zone della città. L’importante – sottolinea – è che la tecnologia di base sia omogenea». E’ per questo che De Lillo invita le amministrazioni municipali a «studiare insieme all’assessorato all’Ambien- te ogni nuovo progetto per implementare questo nuovo servizio, aperto a tutti i cittadini». L’assessore, inoltre, mostra idee chiare sulle modalità di ottimizzazione: «L’insegnamento che ci arriva dalle altre capitali europee è chiaro: condizione essenziale affinché il sistema venga utilizzato è che le postazioni siano vicine tra loro. E’ importante fornire ai cittadini una mappa completa con tutte le stazioni in modo tale Esperienze TENDENZE IN ITALIA ANCORA DUE RUOTE IN “PRESTITO” La bicicletta ”condivisa” nel Belpaese comincia ad essere, più che un prodotto d’importazione, una realtà concreta: dai piccoli centri, facilmente gestibili, alle grandi città, ormai le due ruote ”in prestito” sembrano godere del pieno rispetto di amministrazioni e cittadini. Mobilità sostenibile in pole, dunque, dalle Alpi fino al profondo sud: è sempre più numeroso, e difficilmente quantificabile, il numero di Comuni che decide di adottare il servizio. In Italia si tratta di circa cento città, ognuna delle quali ha attivato il bike sharing con modalità e prestazioni diverse saggiandone, però, in ugual misura economia e benefici ambientali. Tra i centri più grandi, oltre alla Capitale, hanno optato per questo sistema i comuni di Bari, Genova, Milano e Torino. Nel capoluogo pugliese, il pluripremiato servizio “Bicincittà” offre abbonamenti annuali alla modica cifra di 10 euro; prezzo addirittura dimezzato per i possessori di abbonamento al mezzo pubblico. In Liguria fervono i preparativi: a Genova, decine di biciclette a pedalata assistita sono ai blocchi di partenza, pronte a fronteggiare i ripidi pendii di una città tutta in verticale. Lo stesso clima si respira a Torino e Milano. Nel capoluogo piemontese un nutrito bike sharing, supportato da 1.600 mezzi dislocati in 160 stazioni, è stato appena inaugurato. Anche nella prima città lombarda il servizio, atteso con trepidazione dai cittadini, aspetta solo il via dell’amministrazione: con 250 punti di raccolta e ben 5.000 mezzi ecologici, la bicicletta promette di rappresentare una valida alternativa al traffico quotidiano di Milano. E che dire dei piccoli centri? A Ferrara e Parma le biciclette, da sempre stendardo di sostenibilità, rappresentano oggi il sistema più semplice ed economico per spostarsi, l’alternativa d’eccellenza all’automobile. Da queste parti il bike sharing è ormai pratica consolidata e, lungi dall’essere una novità, è uno dei primi servizi ad essere oggetto d’attenzione e migliorie. Stesse “note” per quanto riguarda i piccoli Comuni che hanno deciso di adottare il servizio: da Novi Ligure a Varese, da Biella a Cuneo, sono in moltissimi a scegliere le due ruote per arginare traffico e inquinamento. La sensazione è che non si debba aspettare ancora molto per assistere ad una vera e propria rivoluzione. Staremo a vedere. che ogni fruitore del servizio possa spostarsi facilmente da un municipio all’altro». Insomma, ci sono tutti i presupposti affinchè quanto auspicato dal sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, si possa concretizzare in breve tempo: «La sfida di costruire una mobilità sostenibile come risposta ai problemi dell’inquinamento ambientale – affermava il primo cittadino in occasione dell’inaugurazione del bike sharing – si risolve creando opportunità, più che punizioni per i cittadini». E se la parola d’ordine è “nuove alternative”, sulla stessa linea di pensiero si schiera l’assessore alla Mobilità, Sergio Marchi il quale, riconoscendo l’utilità dell’iniziativa, auspica che «nei prossimi anni la bicicletta possa essere parzialmente alternativa al mezzo privato. Quando studieremo i nuovi corridoi della mobilità – promette www.ruoteperaria.it T SEGUE A PAGINA 42 Ottobre 2008 41 Esperienze I primi tentativi di condividere le bici affondano le radici in Europa e in particolare nell’Amsterdam degli anni Sessanta quando venne creato il “Piano biciclette bianche”, il primo tentativo che ha dato vita negli anni a moltissime imitazioni e miglioramenti che hanno proliferato su tutto il Continente. L’intuito degli olandesi, infatti, ha portato alla sistematizzazione di uno dei modelli di mobilità pulita più sfruttati dalle amministrazioni di oggi. Berlino, Parigi, Barcellona, Ploiesti, Goteborg, Vienna, Lione, Monaco, Helsinki, Si- ALL’ESTERO UNA BICI IN OGNI CITTÀ. LE DUE RUOTE CONDIVISE STREGANO L’EUROPA viglia, Oslo, Pamplona, Stoccolma, Rehn, Copenhagen e Perpignan sono solo alcuni dei nomi che fanno parte del circuito internazionale del bike sharing europeo dagli anni Novanta ad oggi. Uno stile di vita prima che una possibilità di muoversi ecocompatibile che milioni di francesi hanno sposato in pieno. In Francia, infatti, il primo esempio di bici condivisa davvero di successo è stato creato nel 1974 a La Rochelle (480 chilometri a sud-ovest di Parigi). E altrettanto di successo è il Velib di Parigi. Una rete di 20mila biciclette sparse per tutta la città, tra monumenti di fama mondiale, su più di 1.400 rastrelliere, numeri che hanno fatto del progetto parigino il più grande esempio di bike sharing in Europa. La tecnologia è semplice, simile in molte città e fruibile anche da parte dei turisti. A Barcellona più di 2mila bici, a Copenhagen 3mila, altre migliaia nelle città minori. L’imperativo è muoversi senza inquinare. E lo sanno anche le amministrazioni comunali delle città europee dove il traffico e i segnali stradali sono appositamente pensati per i ciclisti di bike sharing e non. La bici condivisa, invece, stenta a prendere piede negli Stati Uniti dove alcune città stanno valutando l’ipotesi di avviare una rete delle due ruote verdi. Chicago sta valutando due diverse proposte sul modello parigino. Anche Washington ha da poco avviato la rete di bike sharing, come Portland dove è attivo un progetto chiamato Yellow bike che ha riscosso successo tra i cittadini. I NUMERI T SEGUE DA PAGINA 41 – riserveremo uno spazio alle piste ciclabili». Come funziona Per utilizzare il servizio è necessario iscriversi presso i Punti di informazione turistica, che rilasciano la Smart card elettronica e ricaricabile che serve per prelevare le bici. Al momento dell’iscrizione viene richiesto il deposito di una cauzione di 30 euro che viene restituita quando si cessa di utilizzare la tessera. Per prelevare la bicicletta 42 Ottobre 2008 si accosta la Smart card al lettore sulla colonnina, che sblocca la bici e comunica al sistema quale utente ha iniziato ad utilizzare il servizio. Dopo l’uso, la bici può essere riconsegnata in qualunque postazione. La prima mezz’ora di utilizzo del servizio è gratuita. Per le successive tre ore e mezza il sistema provvederà automaticamente a scalare dalla tessera il costo di effettivo utilizzo del servizio (un euro la seconda mezz’ora; due eu- www.ruoteperaria.it ro la terza mezz’ora e quattro euro ogni mezz’ora successiva alla terza). Il servizio di Roma-n-bike è attivo tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 23.00 e la restituzione deve avvenire entro le ore 2.00 del mattino seguente al giorno del prelevamento. Le testimonianze Ma cosa ne pensano gli utenti? «Ho scelto il bike sharing per incoraggiare quella che ritengo un’ottima inziativa – ammette Riccardo C., 31 anni, commercialista Secondo gli ultimi dati forniti da Cemusa (la società che gestisce il servizio), il bike sharing romano ha goduto nella prima parte della sperimentazione di risultati più che soddisfacenti. In tre soli mesi dall’inaugurazione, sono stati più di 1.600 gli utenti che hanno usufruito della bicicletta in prestito e più di 22mila le due ruote prelevate, con una media di circa 250 mezzi presi in prestito ogni giorno. Considerando il caldo afoso della Capitale in estate, i numeri registrati rappresentano, senz’altro, un successo. Impiegati, liberi professionisti e studenti si confermano le categorie più interessate al servizio. La maggioranza degli utenti è di sesso asc e rappresentando appr maschile: il 62% degli abbonati, gli uomi conquistano uomini pr il primato sul ”gentil sesso” (38%). A scegliere il bike sharing s sono soprattutto gli adulti tra i 30 e i 50 anni. Il 92% dei prelievi non supera la mezz’ora di utilizzo: gli utenti, dunque, scelgono nella quasi totalità dei casi di sfruttare al meglio i 30 minuti concessi gratuitamente. I risultati, incoraggianti sotto il profilo dell’utilizzo, lasciano ben sperare anche per quanto riguarda i dati sull’inquinamento: grazie al nuovo servizio sono state risparmiate ben cinque tonnellate di CO2. Importante sottolineare che, a dispetto delle previsioni più pessimistiche, solo 12 biciclette sono state abbandonate dagli utenti e solo 12 sono state oggetto di atti vandalici durante le ore notturne. Esperienze Per sganciare e riagganciare la bicicletta basta passare la tessera elettronica personale sul lettore. Se non ci sono posti disponibili il numero verde permette di conoscere la prima rastrelliera disponibile In rete ci si informa – Dopo aver utilizzato il sistema all’estero, sia a Barcellona che a Parigi, ho apprezzato che anche a Roma si sperimentasse un servizio che ho ritenuto davvero utile come turista. Mi auguro che le stazioni possano essere implementate per permettermi di scegliere la bicicletta come un vero mezzo alternativo all’automobile. Vedremo cosa accadrà tra qualche mese, intanto, per i piccoli spostamenti in centro, mi sembra un buon inizio». Sulla stessa linea Serena R., 36 anni, imprenditrice: «Ho un negozio qui in centro, la mattina arrivo con il treno a piazzale Flaminio e, invece di andare a piedi, prelevo una bicicletta Il sito internet www.roma-nbike.it consente di conoscere tutte le caratteristiche del sistema di bici condivisa romano. Sono disponibili le informazioni sulle postazioni e su come abbonarsi e dove. Inoltre è possibile chiamare il numero verde 800.910658, al quale l’utente può rivolgersi per chiedere informazioni, segnalare anomalie e/o disservizi, comunicare le proprie azioni in merito all’uso delle biciclette e del servizio a via del Corso e la lascio, dopo pochi minuti, nella stazione più vicina al lavoro. Stesso iter al ritorno. Lo trovo comodo, mi piace. Anche i turisti, per visitare la città, se ne servono spesso». Confronto: bike vs car La condivisione del mezzo di locomozione sta diventando sempre più diffusa. A Roma ne esistono due: il car sharing e il bike sharing. Per quanto riguarda il primo nonostante le molte richieste il numero di auto non permette ancora di soddisfare tutte le domande e di creare una rete ecologica. Il secondo è per ora limitato alla parte centrale della città ma si pensa già a ingrandirlo. Più che “contro” allora i due sistemi comunali di trasporto ecologico dovrebbero essere “con”. Il car sharing e il bike sharing insieme, infatti, potrebbero realizzare un sistema di mobilità davvero ecologica e diffusa sull’intero asse stradale romano. A CURA DI VERONICA GALATI www.ruoteperaria.it E MICHELA PALOMA Ottobre 2008 43 Esperienze INCONTRO CON FEDERPARCHI MATTEO FUSILLI I PARCHI ITALIANI AL CENTRO DEL DIBATTITO AMBIENTALE. UNA REALTÀ FATTA DI TANTO LAVORO MA ANCHE DI INCERTEZZE FINANZIARIE. NONOSTANTE TUTTO SIAMO ALL’AVANGUARDIA IN EUROPA D di Francesco De Luca [email protected] a anni in prima linea per affrontare i temi ambientali più attuali con il loro lavoro di ricerca, gestione e promozione di pratiche innovative e sostenibili, i parchi d’Italia attraversano oggi una fase importante tra antiche e nuove carenze. Ma qual è oggi la loro situazione? Qual è lo stato di una risorsa che tutta l’Europa ci invidia? Ne abbiamo parlato col presidente Federazione italiana parchi e riserve naturali, Matteo Fusilli. ESISTE IN ITALIA UN’EMERGENZA PARCHI? Direi di no, la parola emergenza è eccessiva: i nostri parchi in genere lavorano e svolgono con dedizione la loro missione. Ci sono certamente delle difficoltà che pesano molto e che dipendono dalla limitatezza di personale e mezzi, anche finanziari, e dalla scarsa considerazione in cui sono tenuti quando agli alti livelli istituzionali si fanno le scelte generali, ad esempio per l’uso del territorio e la realizzazione delle infrastrutture. QUAL È OGGI LA SITUAZIONE DELLE NOSTRE AREE VERDI? Dal punto di vista numerico la situazione è eccellente, ci pone all’avanguardia in Europa: possiamo contare su 23 parchi nazionali, oltre 130 regionali, su 24 aree marine e su alcune cen- 44 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it UN ORGOGLIO TUTTO ITALIANO Esperienze IL PRESIDENTE Matteo Fusilli è nato a Monte Sant’Angelo (Foggia) il 1 marzo 1955. Laureato in Filosofia, ricopre la carica di presidente della Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali dal 2001. Docente (a contratto) di Antropologia del turismo presso la facoltà di Economia dell’università di Siena-Grosseto, è inoltre vicepresidente del Comitato italiano dell’Iucn (International union for conservation of nature). Ha ricoperto negli anni diversi ruoli politici e istituzionali nel settore ambientale, come assessore all’Ecologia presso l’amministrazione provinciale di Foggia, presidente della Comunità montana e del Parco nazionale del Gargano. È autore di molte pubblicazioni dedicate al tema dei parchi e della protezione della natura. tinaia di riserve di grande pregio. Nonostante le difficoltà di cui ho parlato esse svolgono un lavoro enorme, realizzando progetti di grande interesse e qualità per la tutela delle nostre risorse naturali fondamentali che sono le foreste, l’acqua, la flora e la fauna selvatiche. E va sottolineato che lo fanno avendo ben presenti e contemperando le necessità di crescita equilibrata delle comunità locali in tante aree marginali del Paese. LA MAGGIOR CARENZA RISCONTRABILE? I settori più avanzati sono, in generale, quelli dei servizi ai visitatori – anche a quelli diversamente abili – in cui si sono fatti molti passi avanti ultimamente. Ma sono ormai molto ricche e innovative anche le attività di promozione e di educazione ambientale, rivolte tanto agli adulti che ai più giovani. Per migliorare dobbiamo puntare su ampi programmi nazionali, che uniscano le forze, consentano di agire su vasta scala e non lascino ogni parco da solo alle prese con enormi problemi quali l’erosione E’ necessario delle coste, la gestione di granpuntare su ampi di bacini fluviali, il sostegno all’agricoltura di qualità, la difesa programmi di habitat e specie a rischio di nazionali che estinzione. L’incertezza e l’ambito burocratico in cui sono costrette ad operare. Oltre alla grave incertezza finanziaria – i fondi nazionali, per esempio, si conoscono solo a metà anno e si DI RECENTE CI SONO STATI “SCREuniscano le forze ZI” COL MINISTRO PRESTIGIACOMO SUL ricevono addirittura a fine ane combattere TEMA PRIVATIZZAZIONI no – penso soprattutto a quella funzionale, creata dall’assenza Non parlerei di screzi, Fele cattive politiche di norme precise sulle modalità derparchi ha riscontrato in aldi gestione di funzionamento e alle pastoie cune prime uscite del ministro dell’appartenenza a settori della giudizi e visioni che ha ritenuto pubblica amministrazione che limitano di molto parziali. C’era il rischio che si procedesse verso uno l’agilità necessaria ad affrontare l’urgenza dei temi scarico di responsabilità dello Stato nei confronti ambientali. di un compito cui non può assolutamente rinunCOSA, INVECE, FUNZIONA MEGLIO IN AMBITO GESTIONALE ciare: la pianificazione del territorio e la tutela di E DOVE BISOGNA PUNTARE PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO? beni inalienabili quali quelli ambientali e delle ri- sorse naturali. Il ministro ha in seguito precisato, e comunque siamo pronti ad affrontare anche subito e in modo radicale questioni che denunciamo da tempo, come l’eccessiva burocrazia e la frequente invasione della cattiva politica nella gestione. GUARDANDO ALL’ESTERO, ESISTE UN MODELLO DI GESTIONE CUI VI ISPIRATE? Non esistono modelli che vadano bene ovunque, semmai possiamo parlare di criteri generali utili alla gestione. E l’unico criterio veramente universale, che all’estero viene osservato maggiormente che da noi, è quello dell’uso adeguato delle conoscenze scientifiche. Per il resto ci vengono dall’estero segnali di crescente apprezzamento per la capacità dei parchi italiani di coinvolgere comunità locali, categorie sociali e operatori economici. LA POCA CURA DELL’AMBIENTE È SPESSO UN GAP CULTURALE: COME SI RISOLVE IL PROBLEMA SECONDO FEDERPARCHI? Agire per colmare questa lacuna è lavoro di lunga lena. Prioritario è il tema del rispetto della legalità, che condiziona tutti i rapporti che il cittadino stabilisce tanto con i beni collettivi quanto con le istituzioni che devono gestirli. Poi c’è la conoscenza: non si può amare se non si conosce. Per questo vogliamo che tutti conoscano i parchi e il loro lavoro. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 45 Libri ALESSANDRO CECCHI PAONE SE IL PIANETA SERRA CI PARLA Il giornalista e divulgatore scientifico invita a lavorare per realizzare oggi la rivoluzione che migliorerà il futuro Q uando si dice “chi ben comincia è a metà dell’opera”. E il proverbio si addice perfettamente ad Alessandro Cecchi Paone, noto divulgatore scientifico e direttore del canale Marcopolo su Sky, che fin dall’infanzia ha avuto tra le sue prorità la tutela ambientale. Un tema che ha fatto da file rouge in tutta la sua carriera fino alla scrittura del libro “Pianeta serra”. Un testo che invita a pensare ai rimedi da attuare subito per realizzare una rivoluzione industriale in senso ambientalista. maree dall’altro. QUALI SONO I RIMEDI VERAMENTE ATTUABILI PER COMBATTERE GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI? Viviamo in una società ad alta intensità di energia, per questo il sole e il vento non possono bastare per fare marciare le grandi fabbriche e i grandi agglomerati. Quindi COME È NATA L’IDEA DI SCRIVERE IL LIBRO: È STATA UN’ESIGENZA O L’INTERESSE PER IL TEMA AMBIENTALE IN GENERALE? Tutte queste cose insieme, sono un ambientalista della prima ora. Ho inziato la mia carriera di divulgatore e di giornalista televisivo 31 anni fa come inviato del Wwf in un tg per bambini della Rai. Mi sono iscritto al Wwff che avevo 10 anni ed ero la tessera numero 600, oggi siamo più di 300mila. La tutela dell’ambiente è una passione che fa da sottotraccia a tutta la mia vita e a tutta la mia carriera. La divulgazione scientifica si innesta proprio su questa passione, non è una novità. LA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI QUALI INTERESSI COINVOLGE E CON QUALI SI SCONTRA? Sono convinto che il cambiamento climatico ci offre una grandissima opportunità. Quella di una profonda e radicale riconversione industriale e produttiva. E’ una grande occasione per mettere in moto l’economia mondiale, che come è noto è ferma. Cambiare tutto il parco auto, gli elettrodomestici, le lampadine. Il modo di costruire le case o di restaurarle. Si darà spazio a imprenditori nuovi, con nuovi modi di produrre e nuovi prodotti. E’ chiaro che quelli vecchi fanno resistenza. Pensiamo soltanto alla lobby del petrolio. Credo, però, che si debba essere d’accordo sull’abbandono rapido dei combustibili fossili e il ritorno al nucleare da un lato e al sole, al vento e alle 46 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it Editore Edi Sperling & Kupfer Pagine 256 Euro 17,00 Anno 2008 l’energia nucleare, che gli altri hanno e noi stupidamente non abbiamo adottato, va assolutamente incrementata, come stanno facendo diversi Paesi. I PROGRAMMI PORTATI AVANTI DALLE ISTITUZIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI SONO SUFFICIENTI? No, non bastano e infatti l’importanza di quello che ha fatto Al Gore e l’assegnazione del premio Nobel, è il modo per dimostrare che ci vuole una pressione dell’opinione pubblica mondiale perchè i governi si dimostrano lenti, sia come singoli sia nel momento in cui prendono decisioni collettive. Il Protocollo di Kyoto è fallito. Al Gore è il protagonista di un movimento dal basso che deve costringere i governi a faquello che Si deve imprimere re non hanno nuovo slancio ancora fatto. all’industria mondiale con una diversa chiave ambientalista IL L IBRO “PIANETA SERRA” PUÒ ESSERE UN BUON MODO PER SVILUPPARE ANCHE LA COSCIENZA AMBIENTALISTA DEI PIÙ PICCOLI? Me lo auguro. Di solito i più piccoli e i giovani mi seguono con attenzione, si fidano e mi danno retta. rettta. a Co Con questo libro voglio invitare a fare un passo avanti, av superando le discussioni su quanto è grave grav il riscaldamento globale e di chi è la colpa, che c è stato il dibattito italiano de degli egl g i ultimi an anni. Dobbiamo approfittare di questa occasione occasion per fare qualcosa che fa bene alla la terra, alla n nostra vita e al futuro. CECCHI PAONE P AMBIENTALISTA, COME ATTUA QUERIVOLUZIONE OGNI GIORNO? STA RIVOLUZI Z ONE COPERNICANA C Cerco di da dare l’esempio usando i mezzi pubblici in centro cen e vivendo senza eccessi, consumare, buttare e sprecare senza senza consuma motivo. DANIELA MOGAVERO DALLA TV ALLA CATTEDRA Alessa Alessandro Cecchi Paone è nato a Roma Rom il 16 settembre 1961, dove ha in iniziato la carriera radiotelevisiva in Rai 31 anni fa. E’ professore di Storia, teoria e tecnica del documentario presso l’università di Milano Bicocca e Napoli Suor Orsola Benincasa, e insegna giornalismo, marketing e comunicazione culturale per i Master Cleac Bocconi, Bo Publitalia ‘80, UPA Ca’Fosca Fondazione Ravello, Mibac Ca’Foscari, Venezia-Parigi. Venezia-Parigi E’ direttore e testimonial del canale MarcoPolo. Marco Trai suoi programmi più famosi ““La macchina del tempo”. .it L’informazione ecosostenibile Un mondo possibile a portata di mouse. Tutta l’attualità dedicata all’ambiente e gli approfondimenti del magazine mensile, ogni giorno con un semplice clic www.ruoteperaria.it Soluzioni LA NUOVA ECOLOGIA SI DECLINA IN MILLE VOLTI. E DA QUALCHE ANNO HA SCOPERTO ANCHE LE ABITAZIONI DA OGGI SI VIVEE VERDE Caldaie sostenibili, elettrodomestici che sanno risparmiare energia e lampadine che non hanno bisogno di spina e corrente. Il futuro è dietro l’angolo: è la casa intelligente R Londra verde Gallions Park sarà il primo quartiere a zero emissioni di Londra. Il piano innovativo vedrà la luce nell’East London. Il progetto comprende edifici ecologici con 200 abitazioni, fonti rinnovabili, trasporti puliti, una gestione integrata dei rifiuti ed efficienza energetica per consentire agli abitanti uno stile di vita moderno ma sostenibile 48 isparmio energetico. E’ questa la parola d’ordine di oggi e del futuro per vivere sostenibile, a partire dal caffé del mattino. Sempre di più le fiere e le esposizioni dedicate alla casa fanno l’occhiolino alle tendenze di vita meno inquinanti, con uno sguardo al portafoglio (per risparmiare energia elettrica tradizionale) e con un’attenzione particolare rivolta alle nuove tecnologie verdi da declinare dentro le quattro mura e nel giardino della propria abitazione. Cappotti isolanti per evitare la dispersione del caldo e del freddo, infissi a tenuta, lampadine a risparmio energetico, caldaie intelligenti, pannelli solari per dare energia agli elet- Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it trodomestici, in grado di capire quando usare più elettricità e quando restare in stand-by. Per legge le nuove abitazioni devono essere costruite rispettando la tutela ambientale e riducendo al minimo gli sprechi e le dispersioni sia termiche che idriche. Un edificio, però, si può definire ecosostenibile soltanto quando, nel corso della costruzione e a lavoro finito, si è tenuto conto anche del costo economico ed ecologico necessario per la produzione e il trasporto dei materiali serviti alla realizzazione. Il futuro è la cosiddetta “casa intelligente” che coniughi il maggior comfort per gli abitanti, attraverso il dialogo attivo e continuo tra gli elettrodomestici e le notevoli ricadute economiche, in termini di risparmio in bolletta, ed ecologiche. Un ostacolo verso la casa “perfetta” rimane ancora il prezzo di alcune tecnologie innovative, ma grazie agli incentivi per la rottamazione delle caldaie o per l’installazione dei pannelli solari l’obiettivo è più realizzabile rispetto al passato. Intanto basta iniziare dalle piccole cose, dai gesti quotidiani: non lasciare accesi gli elettrodomestici non utilizzati, evitare gli sprechi d’acqua, cambiare l’aria dell’abitazione tenendo aperte le finestre per 10 minuti, permettendo così alla casa di non disperdere tutto il calore o il fresco ottenuto con le pompe di calore e poi utilizzare, dove possibile, pannelli solari e lampadine alternative a quelle a incandescenza. AL. NO. L’IDEA Everlight, azienda specializzata negli impianti e sistemi ad energia fotovoltaica, tovoltaica, ha ideato una mattonella luminosa che permette l’illuminazione di giardini e sentieri, risparmiando i costi di allaccio elettrico e quelli della bolletta. Si tratta, infatti, di un modulo fotovoltaico autonomo che trasforma la radiazione solare in energia elettrica, caricando la batteria che sarà utilizzata successivamente per l’accensione della mattonella stessa. Nelle migliori librerie Via G. A. Plana 4 - 00197 Tel 06 8074335 - fax 0645479124 [email protected] - www.isinteg.it Soluzioni VASCO ROSSI, LIGABUE E TANTI ALTRI ARTISTI SI SONO UNITI ALL’INNOVATIVA INIZIATIVA PER RIPRISTINARE L’EQUILIBRIO DI ANIDRIDE CARBONICA E OSSIGENO, PRODOTTI E CONSUMATI NEL CORSO DEI TOUR I nquinare meno si può. Nella vita di tutti i giorni, andando a lavoro, facendo la spesa, scegliendo la bici o i mezzi pubblici invece dell’auto privata e anche ascoltando la musica. I concerti e gli artisti che si esibiscono sul palco, infatti, sono sempre più sensibili al tema dell’ecologia e dell’ecosostenibilità. E LifeGate con il progetto Impatto Zero ha colto l’onda lunga di questa nuova tendenza. Un concetto semplice, diretto e che aiuta l’ambiente: tanta anidride carbonica si produce altrettanta si “ripaga” piantando una foresta. A spiegare come funziona l’iniziativa, sponsorizzata da nomi come Ligabue e Vasco Rossi, è Simone Molteni, direttore del progetto Impatto Zero di LifeGate. RESPIRARE A IMPATTO ZERO Concerti, mobilità, arte, cultura. Nella vita di tutti i giorni si crea CO2, il progetto di LifeGate aiuta a compensare le emissioni nocive per l’ambiente piantando ettari di nuove foreste A destra Simone Molteni, direttore del progetto Impatto Zero COME NASCE IL VOSTRO PROGETTO E LA COLLABORAZIONE CON IL MONDO DELLA MUSICA? Tutti possono imparare Impatto Zero è sta- a risparmiare gas to il primo serra. Il piano è rivolto progetto in Italia a con- sia ai cittadini sia ai cretizzare il Comuni che scelgono protocollo di Kyoto, con la sostenibilità l’obiettivo di diffondere consapevolezza e coscienza ambientale. Per passare ad un modello socioeconomico veramente sostenibile è indispensabile lavorare per far crescere il livello di con- 50 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it sapevolezza della gente. Una società matura passerà naturalmente dal menefreghismo ad un atteggiamento concreto e lontano dall’ “ambientalismo del no” che spesso si vede og- gi. Non c’è tempo da perdere, occorre muoversi subito e ognuno deve dare il proprio contributo. Sul sito www. impattozero.it chiunque può valutare le emissioni di CO2 LifeGate promuove uno nuovo stile di vita e un modello economico dove le persone, il Pianeta e il profitto vivono in armonia. E’ la piattaforma per il mondo ecoculturale, nata per diffondere coscienza ecologica e promuovere uno stile di vita etico, ecosostenibile, equosolidale. Oggi ha circa 82mila associati, i visitatori del sito sono circa 350mila al mese, le page view sono 2.700.000 mensili e gli ascoltatori della Radio sono circa 450mila a settimana. Numeri in forte e continua crescita, da cinque anni. «Il nostro progetto e tutte le iniziative che lo esprimono devono diventare di tutti coloro che lo condividono - dice Marco Riveda, fondatore di LifeGate - Desideriamo che diventi di tutte le persone del proprio stile di vita, ridurle con una serie di ecoconsigli e aiutarci a creare una nuova foresta capace di riassorbirle. E’ in questo modo che migliaia di persone sono diventate perso- LIFEGATE IDEA PER UN MONDO ECOCULTURALE che si riconoscono in ciò che noi abbiamo iniziato. Più persone uniscono la loro voce alla nostra, più forte diviene il messaggio». Al nucleo originario adesso si affiancano la Radio e il Magazine. Oltre a Impatto Zero, LifeGate ha anche altri progetti, come Energia Rinnovabile, l’unico fornitore italiano esclusivamente di energia rinnovabile ricono- Soluzioni IL SITO SAI QUANTA CO2 PRODUCI? Sul sito di Impatto Zero si può calcolare quanto costa all’ambiente il nostro stile di vita giornaliero e decidere di compensare la propria quota prodotta acquistando un piccolo polmone verde da piantare. Seguendo i consigli si può diventare più ecosostenibili ne a Impatto Zero ro. Il mondo della mu musica e dell’arte è stato uno dei primi ad aderire a al progetto. Sono S centinaia gli sciuto dall’Authority, e Engineering, un servizio specialistico di consulenza per la progettazione e la realizzazione di complessi edilizi di grandi dimensioni, con impianti ad energia rinnovabile e interventi di edilizia ecosostenibile. Esiste poi ECOpartners, progetto di LifeGate, che supporta le aziende nello sviluppo di un posizionamento e di una strategia eco, attraverso ricerche, servizi di ecomarketing e servizi di ecocomunicazione integrata. Infine LifeGate Csr propone progetti ad hoc di Responsabilità sociale e Cause related marketing secondo criteri di coerenza con l’azienda e il suo business. L. C. artisti che hanno scelto di rendere a Impatto Zero i propri cd o i propri eventi. Anche i due cantanti italiani più famosi hanno aderito: Vasco Rossi con il suo tour “Buoni e Cattivi” e poi Luciano Ligabue, che ha trascorso l’estate in giro per l’Italia con il suo secondo tour a Impatto Zero. Per raggiungere il luogo del concerto i fan hanno aderito all’iniziativa di car pooling per esempio. Anche il best appena uscito “Secondo Tempo” riduce e compensa le emissioni di CO2 con la creazione di nuove foreste in Costa Rica. CONCRETAMENTE COME SI REALIZZA LA COMPENSAZIONE DI CO2 PRODOTTE? Qualsiasi attività del- “Diventa una persona a Impatto Zero sull’ambiente”, recita lo slogan del sito www.impattozero.it. E seguendo i consigli ecologici e facendo attenzione a quanto davvero si inquina ogni giorno anche con i piccoli gesti, è davvero possibile annullare l’impatto della nostra vita sul Pianeta. Così il progetto di LifeGate permette di capire come ogni nostra attività, dall’andare in vacanza al leggere un libro, possa essere un gesto “inquinante” e nello stesso tempo ti consente di neutralizzarlo. La parola d’ordine è “Colora la tua vita di verde”. E si parte da pochi semplici accorgimenti pratici, fino alla possibilità di compensare anche la CO2 prodotta per la propria tesi oppure dall’auto o dal proprio consumo medio. Infatti sul sito ciascuno può calcolare quante emissioni produce all’anno o al giorno e può decidere di compensarle acquistando un piccolo pezzo di foresta che Impatto Zero provvederà a piantare. Abbiamo fatto alcune ipotesi. Per un nucleo familiare di due persone che viaggiano spesso in motorino e in aereo per lavoro l’mpatto annuale è di 2.447 chili di CO2 prodotti. Per compensarli, secondo il calcolatore di Impatto Zero, sono necessari 3.150 metri quadrati di foresta per un costo di 126 euro. Per una famiglia con quattro componenti che utilizza molto la macchina, ma per niente l’aereo e poco il treno, invece, l’importo di anidride carbonica e altre emissioni è pari a 1.189 kg. Per annullare l’impatto di questa famiglia il costo sarebbe pari a 61 euro che sarebbero sufficienti per piantare 1.534 metri quadrati di foresta. Tutti possono calcolare il proprio impatto ambientale e scegliere il modo migliore per restituire aria alla natura. Chi compensa la CO2 prodotta, attraverso Impatto Zero e il sito, può scegliere l’area da riforestare e proteggere e inoltre può ricevere un attestato per l’impegno ambientalista e una mappa a colori e informazioni sulla “propria” foresta. Intanto basta cominciare dai piccoli gesti, così il sito propone alcuni accorgimenti da usare tutti i giorni. Per esempio: una doccia normale consuma dai 20 ai 25 litri al minuto, con un economizzatore d’acqua il consumo si porta ai 7-12,5 litri al minuto. I risparmi sono dell’ordine del 50% con una pressione di due atmosfere. Per quanto riguarda l’illuminazione, di solito concentrata in un unico lampadario centrale, il consiglio consiste nel tentare di utilizzare diverse fonti luminose per creare un’atmosfera articolata: lampade a fascio discendente, lampade ad alogeni a fascio ascendente o faretti orientabili. Per l’illuminazione funzionale, si possono usare faretti orientabili, piccoli o grandi, e lampade da scrivania vicine alla zona di lavoro, oppure luci fluorescenti ben schermate. D. M. T SEGUE A PAGINA 52 www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 51 Soluzioni L’EVENTO SE ASCOLTARE MUSICA AIUTA ANCHE IL PIANETA T SEGUE DA PAGINA 51 l’uomo, anche un prodotto o un’azienda, possono essere rese a Impatto Zero: ne valutiamo e riduciamo le emissioni e poi le compensiamo con la creazione di una foresta in grado di riassorbirle. Insomma: dietro ad ogni prodotto a Impatto Zero c’è una porzione di foresta capace di ripagare il suo debito con la natura. QUAL È IL RISCONTRO OTTENUTO DAL PROGRAMMA IMPATTO ZERO? OLTRE A STAR DEL ROCK DEL CALIBRO DI LIGABUE, ANCHE ALTRI ARTISTI HANNO PENSATO DI ADOTTARE LA CAUSA ECOLOGICA? Oltre a Ligabue sono molti gli artisti che hanno ridotto e compensato le loro emissioni grazie al nostro progetto: in campo musicale citiamo Michael Bolton, in piazza Duomo per il Concerto di Natale atale 2007, il concerto di Cesaria aria Evora e Vinicio Capossela la per la Giornata mondialee della terra, lo spettacoloo di Elio e le Storie Tesee e il Novara Jazz Festival al 2008. IL PROGETTO SI FERMA AL SETT TORE MUSICALE? Una delle foreste piantate nell’ambito del progetto Impatto Zero per “pareggiare” le emissioni di CO2. A destra Luciano Ligabue (foto Alessio Pizzicannella) in campo artistico citiamo le mostre fotografiche di via Dante a Milano: da quella di Yann Arthus Bertrand (il mondo visto dal cielo) a quella del National Geographic. Il progetto Impatto Zero si rivolge a tutti coloro che vogliono fare la propria parte; i singoli, artisti e persone comuni, e naturalmente le imprese. E’ importante coinvolgere tutti: se le aziende A settembre sono stati migliorano il proprio bilanciati 830mila impatto ambientale chilogrammi ma la gente di emissioni prodotte continua a cida 280 eventi culturali sprecare bo e merce tra Milano e Torino acquistati in eccesso o a prendere l’auto anche per spop starsi di 500 metri non andiamo dia da nessuna parte. E’ come vivere su una grande barca: se non si gr rema re tutti nella stessa direzione non si va lontano lo o ci si va con grande gra fatica. Certo che no! Per restare 52 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it QUALI SARANNO LE PROSQ INIZIATIVE DI IMPATTOZERO SIME INI E LIFEGATE? In campo musicale dal primo al 25 settembre è stato realizzato “MITO”, evento a Impatto Zero, organizzato grazie a Edison, un Festival Internazionale della Musica che ha unito Milano e Torino in un fitto calendario di oltre 280 eventi di musica e d’arte, tra concerti di musica classica, contemporanea, jazz, rock, pop ed etnica, incontri, maratone musicali, rassegne dedicate e proiezioni di film, per oltre il 60% gratuiti. Un evento che ha dimostrato la propria sensibilità ambientale aderendo al progetto Impatto Zero di LifeGate. Sono state compensate circa 830mila chilogrammi di CO2, emissioni generate complessivamente dal Festival, con la creazione e tutela di nuove foreste in Italia, nel Parco del Ticino, e in Costa Rica per una superficie complessiva di oltre 222mila metri quadrati. L’8 luglio a Milano si è anche tenuta una conferenza a Impatto Zero sulla mobilità “InfoMobility Conference 2008”. In primo piano la rivoluzione della mobilità in azienda, nella logistica e nei trasporti. DANIELA MOGAVERO Luciano Ligabue ha scelto di impegnarsi a favore dell’ambiente aderendo a Impatto Zero in occasione dei concerti del tour estivo. La CO2 prodotta è compensata con la creazione di una foresta di 218.700 metri quadrati in Costa Rica, pari ad oltre 31 volte il terreno di gioco dello stadio di San Siro, da cui è partito il rocker di Correggio. L’analisi d’impatto ambientale del tour di Ligabue ha considerato anche gli aspetti organizzativi, i materiali impiegati, l’energia elettrica, la mobilità dello staff e del pubblico, il materiale promozionale e di comunicazione. Per ridurre le emissioni, LifeGate e Ligabue hanno promosso l’utilizzo dei mezzi pubblici per raggiungere gli stadi e hanno incentivato i fan a condividere il viaggio utilizzando in modo creativo il car pooling. Lo spostamento per raggiungere il concerto è stato presentato come un’occasione per fare amicizia e conoscere nuove persone con le stesse passioni e l’iniziativa ha avuto grande successo. Per partecipare è bastato collegarsi ai siti www.lifegate.it, www.ligachannel. com, www.tandemobility.com. AL. NO. Costume P er qualcuno è solo questione di moda, per altri è un dovere sociale, per altri ancora è uno stile di vita. L’ecofashion è ormai una realtà del panorama della moda a livello internazionale. Gli estimatori del genere vanno dalle star del cinema e della musica alle grandi firme delle passerelle. L’attenzione ai materiali, alle innovative tecniche di riutilizzo per la creazione di opere, oggetti, abiti e accessori ecocompatibili non ha più limiti. Più è eco più è chic. La tutela dell’ambiente, infatti, ha fatto breccia anche nei cuori degli stilisti più tradizionali e anche le grandi case, come ad esempio Braccialini, stanno ripensando le proprie collezioni in senso ambientalista. Amazonlife, la nuova linea della società italiana, infatti annovera solo oggetti realizzati in Treetap, il cuoio autenticamente vegetale ottenuto dal lattice degli alberi di caucciù delle foreste pluviali amazzoniche. Ma ecofashion comprende un vastissimo mondo di idee e concezioni di vita, in generale tutto quel segmento del mercato della moda attento alla salute dell’ambiente e dei consumatori, ma anche alla condizione dei lavoratori. E’ fondamentale l’utilizzo di tinture che minimizzino l’impatto ambientale, gli sprechi di acqua, quanta CO2 è stata prodotta per la realizzazione e il trasporto del prodotto. Una visione a tutto tondo che dà nuova vita ai materiali esausti e nel- 54 Ottobre 2008 Questione di stile, piùèeco piùè chic www.ruoteperaria.it La moda si allea con l’ambiente e scoppre i materiali che tutelano il Pianeta. Collezioni sempre più ecoloogiche sulle passerelle m mondiali La famosa modella britannica Lily Cole lo stesso tempo aggiunge interpretazioni innovative a materiali come la soia, il bambù e la canapa. Riciclare, riutilizzare, inventare, risparmiare. Sono questi gli imperativi della moda ecologica che sono stati accolti a braccia aperte anche nell’Olimpo del fashion. La dimostrazione? All’ultima kermesse modaiola di Pitti Uomo, vero regno delle tendenze e dell’eleganza, Ermenegildo Zegna ha presentato la sua ultima creazione, frutto di una proficua collaborazione tra l’affermata casa di moda italiana e la tedesca Interactive Wear: la giacca solare. Nel collo del capo sportivo sono stati applicati due piccoli pannelli solari che consentono, con otto ore di sole, di ricaricare i propri dispositivi portatili, lettori mp3 o cellulari. Non si tratta soltanto di abiti superfirmati e chic, ma anche e soprattutto di abbigliamento del riuso, un vintage del riciclo, la seconda vita degli oggetti. Così nascono e fioriscono su internet blog e siti de- Costume dicati a questo settore e a come utilizzare al meglio i materiali, fino a realizzare con le proprie mani infradito super-comode e altrettanto ecologiche con i copertoni delle auto. Dal web anche i consigli per chi vuole sfruttare al meglio le qualità dei materiali ecosostenibili e delle nuove stoffe. Per parlare di moda ecologica non bisogna dimenticare anche le differenze del settore. Nel vasto mondo dell’ecofashion esistono i capi biologici, quelli realizzati interamente con fibre naturali e biologiche che sono colorate con tinture atossiche e non sono trattate chimicamente. La più importante L'ecoborsa brasiliana Ideata dalla Nahui Ollin, si ispira a un’antica tecnica del popolo Maya ed è realizzata interamente a mano con le carte delle caramelle, dei chewingum e delle etichette delle bibite in bottiglia. Un accessorio ecocompatibile che unisce stile e inventiva DINAMICA EVOLUTION E’ nata la prima microfibra al 100% ecologica. Si chiama “Dinamica evolution” ed è stata lanciata quest’anno, grazie alla partnership tra l’italiana Miko e la multinazionale giapponese Asahi Kasei. Il tessuto, per essere prodotto, utilizza materiali riciclati: viene ricavato dal poliestere sottoposto a un innovativo processo all’acqua. Il ciclo riproduttivo ricorda quello del riciclaggio della carta e prevede l’uso di sostanze neutre e atossiche, come ad esempio coloranti ad acqua, conferendo al prodotto delle caratteristiche uniche. Per quanto riguarda la microfibra essa risulta morbida, traspirante, anallergica e resistente. La qualità principale di “Dinamica Evolution” è la sua adattabilità ai più svariati settori applicativi, rispondendo in modo eccellente alle richieste dei clienti. Le caratteristiche del prodotto sono state apprezzate da brand importanti nel panorama della moda, come Armani, Louis Vuitton e Gucci. Ma anche nei settori della nautica o dell’automobilistica c’è stata richiesta: Land Rover, ad esempio, ha scelto la microfibra per gli interni della nuova concept car Lrx. E. D. M. fibra naturale è il cotone, seguita poi dalla canapa, che secondo alcune ricerche avrebbe anche proprietà terapeutiche. Di recente ha registrato molto successo anche il biolino, un lino che in tutto il processo di lavorazione non subisce alcun trattamento invasivo già a partire dal seme e dal terreno in cui viene coltivato. Un capitolo a parte meritano i capi antibatterici realizzati con una fibra ottenuta dalla fermentazione degli zuccheri del mais, che mescolata con cotone, seta, canapa o altre fibre naturali permette di creare capi ipoallergenici, traspirabili e impermeabili ai cattivi odori. Anche il mare non si risparmia in questa ricerca dell’ecologia trasferita alle passerelle. Tessuti leggeri, colorati, ma anche intriganti, ottenuti dalla fibra di cellulosica a cui vengono aggiunte sostanze nutritive derivate dalle alghe marine Ascophyllum nodosum. Un materiale innovativo che tra le sue caratteristiche avrebbe anche effetti antinfiammatori e antibatterici. Ulteriore vantaggio: il tessuto protegge la pelle dagli effetti dei radicali liberi e dell’inquinamento. Sempre dal mare arriva il Crabyon, ottenuto dalla corazza dei granchi degli scarti alimentari. Totalmente biodegradabile è utilizzato per realizzare calze per diabetici e indumenti per chi soffre di dermatite. Una scelta di coscienza e che strizza l’occhio con malizia alle fashion victim con il pallino dell’ecologia. Da oggi chi vuole essere contemporaneamente politically correct e alla moda ha più chance e gli stilisti, anche i più di tendenza, promettono per il futuro collezioni ricche, innovative ed ecofriendly. L’INIZIATIVA L’ANNO DELLA FIBRA NATURALE Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2009 l’anno della fibra naturale. Un riconoscimento a livello internazionale alla crescita, in Europa, del mercato europeo e dell’avvento di nuove fibre in grado di sostituire quelle derivate dal petrolio, che hanno risvegliato l’attenzione degli stilisti, che organizzano sfilate e passerelle dove vengono mostrati al pubblico modelli creati con tessuti ecologici. Diverse aziende (anche grandi come la Levi’s) hanno iniziato a utilizzare, ad esempio, tessuti particolari come il Lenpur, una fibra scoperta in Italia e ottenuta partendo dagli scarti della lavorazione del pino. Biodegradabile al 100% e poco assetata di energia. Sono inoltre diverse le star che, nella vita privata, hanno sposato la causa dell’eco-fashion: tra queste ci sono la cantante Madonna (nella foto in basso), e le attrici Nel frattempo Gwyneth Paltrow, Marcia Gay Harden e Lisa Kudrow. In realtà, la moda ecosostenil’ecomoda bile visse già una prima stagione nel 1991, è sempre più quando alcune aziende pioniere lanciarono in voga. Anche delle linee di abbigliamento “eco & bio”. Ma presso le star: da ancora non erano arrivati i tempi maturi: un Gwyneth Paltrow po’ per colpa dei modelli, che non erano proprio accattivanti, un po’ per il fatto che a Madonna, tutte c’era ancora una scarsa cultura e attenzione a caccia verso i temi legati all’ambiente, le linee di dei modelli che abbiglia abbigliamento “ecologifanno tendenza che” n non ebbero molto ssuccesso. Og al contrario, si sta vivendo una Oggi, ve vera e propria rivincita dei materiali or organici sul sintetico. Assistiamo ad un vero e proprio boom di tessuti ecofri friendly: cotone organico 100%, fibre d derivate dal bambù, cocco, riso, ssoia, mais. Queste sostanze, oltre a essere naturali, conferiscono ai tessuti delle caratteristiche molto pratiche: ad esempio, il bambù è naturalmente antibatterico, il cocco assorbe umidità e odori. Un esempio di stile e creatività ecologici è l’ecokit lanciato da Seal Kay, basato su materiali caldi, veri e organici. Una elegante scatola in teak nero, dal design minimale: all’interno, un paio di jeans numerati realizzati in cotone purissimo lavorato al 100% con processi rigorosamente ecologici, escludendo dall’intera lavorazione qualunque genere di sostanza chimica. I trattamenti e lavaggi, tutti naturali, valorizzano al meglio trama e corposità del tessuto, dando effetti vissuti e stinti inimitabili. Grande cura anche nei dettagli: i bottoni sono in cocco, senza utilizzo di elementi in metallo. EMMA DE MARCHI V. G. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 55 Mondo TASSA SUL SACCO: IL DISINCENTIVO SVIZZERO CONTRO L’UTILIZZO SMODATO DEL CASSONETTO E DELLA RACCOLTA “INDIFFERENZIATA”. ECCO COME FUNZIONA IL TRIBUTO SULLA SPAZZATURA IN CITTÀ L a Svizzera non rimarrà a lungo famosa solo per i sofisticati sistemi dei suoi orologi. A scandire i tempi moderni c’è un’altra particolarità che rende unico al mondo il Paese più famoso per puntualità e senso civico: la raccolta dei rifiuti. A dar bella mostra di quello che sembra uno dei più efficienti sistemi di raccolta e di differenziazione degli scarti urbani è Zurigo. Con i suoi 365mila abitanti, il più grande centro commerciale ed economico del Paese vanta una raccolta differenziata che nel 2003 ha “intercettato” il 33,6% dei rifiuti, ben un terzo del totale prodotto. Il merito sembra essere completamente riconducibile alla “tassa sul sacco”. Questo speciale tributo, ben lontano dal nostro contributo sul rifiuto, unico e uguale per tutti, disincentiva, ppena elevati pagamenti, l’utilizzo izzo smodato del casso-netto valutando il volume degli scarti accumulati e assegnando per ogni quantitativo una quota precisa in denaro. I cittadini per disfarsi dei rifiuti sono tenuti a servirsi di particolari raccoglitori grazie ai quali, senza troppe difficoltà, versano l’importo dovuto allo stato per i propri rifiuti domestici: gli Zuri Sacks, così si chiamano i sacchetti (nella foto), 56 Ottobre 2008 Zurigoo paradiso dei rifiuti. Riciclati Con gli Zuri Sacks, costosi e poco capienti, ogni cittadino riesce a recuperare in media ogni anno 84 chilogrammi di carta e 30 di vetro sono disponibili in quattro formati diversi (da 17, 35, 60 e 110 litri) e possono essere acquistati in appositi negozi. Per farsi un’idea della spesa per p l’utente è sufficiente ripor riportare il costo dei raccogl coglitori: uno Zuri sack da 17 litri costa 0,69 euro; per acquistare quello più capiente, 110 litri, si arriva a sborsare 3,20 euro. Il sacco più utilizzato, scelto da ben il 77% della popolazione, è quello da 35 litri. Ovviamente questo sistema impedisce ai cittadini di gettare con noncuranza gli scarti e di dedicarsi, il più possibile al riciclo. I risultati non si lasciano attendere tanto che, negli scorsi www.ruoteperaria.it anni, in media, il recupero di carta e cartone - di gran lunga i materiali più differenziati - ha raggiunto gli 84 chilogrammi per abitante all’anno. Risultati sorprendenti anche per il vetro (30 kg per abitante all’anno) e per gli scarti verdi (22 kg per abitante l’anno). Merito anche del sistema di raccolta totalmente gratuito che vede la Erz (Entsorgung und recycling Zürich) in prima linea nel ritiro a domicilio di rifiuti da giardino, giornali e riviste, cartone e tessili in particolari giorni della settimana. Da premiare, inoltre, il senso civico dei cittadini che, supportato dal timore di incappare nelle salatissime sanzioni, vieta ai zurighesi di barare spargendo i propri rifiuti indiscriminatamente. M. P. LA STORIA La “tassa sul sacco”, introdotta in Svizzera nel 1993, ha portato nell’ultimo decennio ad una riduzione dei rifiuti pari al 40%. Il dato è in totale controtendenza rispetto ai Paesi europei: le nazioni del Vecchio Continente registrano in media, ogni cinque anni, un poco virtuoso aumento nella produzione degli scarti del 10%. Il sistema è molto semplice: i prezzi dei raccoglitori variano in base alla zona e ogni sacco ha il colore della città in cui si abita. Questo per evitare che si acquistino sacchetti che costano meno in altri quartieri o zone del cantone. Ovviamente c’è un interesse immediato a buttare il meno possibile dentro il sacchetto e quindi un incentivo per agevolare la raccolta differenziata separando e recuperando il più possibile. Il resto è lasciato, ovviamente, al senso civico di ogni cittadino. Mondo VIAGGIO NELLA CAPITALE DEL GIAPPONE, UNA DELLE METROPOLI PIÙ EFFICENTI DEL PIANETA. AFFASCINANTE, FRENETICA, VIVA E CON UN’ATTENZIONE PER L’AMBIENTE DIFFICILMENTE RISCONTRABILE ALTROVE «T di Francesco Tetti okyo non finisce mai». Così si esprimeva, alla fine dell’800, lo scrittore giapponese Natsume Sôseki a proposito della città, nei tempi in cui l’attuale capitale del Giappone era ancora un centro in fase di sviluppo sebbene già abbondantemente popolato. E chissà cosa direbbe oggi Sôseki trovandosi al cospetto della Tokyo contemporanea, una metropoli con oltre 12 milioni di abitanti e una superficie di quasi duemila chilometri quadrati. Passato o presente, è sempre il senso di grandezza estrema ad accompagnare i visitatori dell’antica Edo. Un’immensità, tuttavia, gestita in maniera superba, attraverso un sistema di trasporti capillare e grazie alla disciplina e al senso civico dei cittadini, parte attiva di una realtà in costante evoluzione. In città tutto è curato con la stessa attenzione con la quale si poterebbe un bonsai. Oltre all’incredibile funzionalità dei servizi, si riscontra una devozione e un rispetto per il prossimo non comuni. Tra le numerose regole del buon vivere, ad esempio, c’è quella per cui all’interno della metropolitana è obbligatorio porre il cellulare in silenzioso. Gli stessi passeggeri, per evitare chiasso, sono invitati a non parlare. Il rispetto per l’ambiente circostante lo si vede dalla cura dei parchi e dei fiori, anche quelli posti nelle fioriere del centro cittadino, e dalla pulizia nelle strade: difficile scorgere car- 58 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it LEVANTE ILL FUTURO RO È QUI Mondo Nelle foto, in senso orario, caratteri ideografici segnalano l’inizio di una pista ciclabile; cassonetti per la differenziata posti al bordo di una strada; cartoons utilizzati per la pubblicità commerciale; un raccoglitore di carta su un treno I NUMERI Denominata Edo fino al 1867, Tokyo è oggi una megalopoli con più di 12 milioni di abitanti, pari al 10% degli abitanti del Giappone. Suddivisa in 23 quartieri molto estesi, la città occupa una superficie immensa: 1.700 chilometri quadrati. Secondo il rapporto urbanistico dell’Onu, è il più grande agglomerato urbano del mondo. Nonostante ciò, gli spostamenti da un angolo all’altro della città sono rapidi e agevoli grazie alla metropolitana, alla rete ferroviaria urbana e alla disponibilità degli abitanti. Malgrado la vertiginosa altezza dei grattacieli, le attività svolte nella maggior parte dei quartieri mantengono una dimensione a misura d’uomo. Le strade, bordate da negozi e da una moltitudine di ristoranti, sono sempre piene di vita. tacce e mozziconi di sigaretta negli spazi pubblici. Questa grande cultura si fonda al 100% sul riciclo. Ovunque – vie, parchi, stazioni, treni, ospedali – sono presenti i cestini a tre fessure per differenziare pet/alluminio, rifiuti generici e carta. Quest’ultima viene riciclata ovunque possibile: il biglietto della metro o del treno a fine tragitto viene automaticamente trattenuto dalla macchina obliteratrice, evitando quindi sporcizia e inutili accumuli. Non solo, per la stampa dei volantini si usa spesso inchiostro a base di soia, più economico e riciclabile. Il top della funzionalità si raggiunge quando si prendono i treni della rete Shinkansen, quelli ad alta velocità. Qui la gestione del traffico passeggeri prevede vari accorgimenti: la banchina a filo della soglia del treno, linee numerate a terra che delimitano il punto esatto in cui la porta del treno si aprirà, puntualità maniacale con ritardi medi inferiori ai dieci secondi. All’interno delle carrozze pulizia assoluta, sedili orientati in direzione della destinazione, addetti al controllo biglietti con i tradizionali guanti bianchi, carrozze speciali con aria condizionata meno fredda per le persone “delicate”. Tokio sorprende anche per l’impressionante numero di biciclette in circolazione e per una rete sviluppata di piste ciclabili. Queste ultime sono lunghe e capienti, pubblicizzate a dovere e curate. Il codice della strada locale le considera decisamente di più di quanto non avvenga dalle nostre parti. Questa è Tokyo, perla d’Oriente, luogo dove antiche tradizioni e modernità trepidante si fondono alla perfezione e non cessano di affascinare i viaggiatori che la visitano. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 59 Servizi Mondo NELL’IMMENSA CITTÀ BRASILIANA 14 PERSONE AL GIORNO MUOIONO PER CAUSE RICONDUCIBILI ALL’INQUINAMENTO La guerra di San Paolo C A pagare di più sono i denutriti, i neonati e i portatori di malattie cardio-respiratorie BREVEMENTE Olanda, pavimenti high-tech contro l’inquinamento Nella cittadina olandese di Hengelo sono stati posati dei rivestimenti stradali ad alta tecnologia per lottare contro l’inquinamento atmosferico. Anche diverse città tedesche stanno sperimentando queste nuove pavimentazioni, elaborate da un gruppo di ricercatori dell’università di Twente, nei Paesi Bassi. Il nuovo manto stradale contiene ossidi di titanio che assorbono la luce solare e convertono con un procedimento chimico naturale gli ossidi d’azoto presenti nell’aria in nitrati idrosolubili. Sul rivestimento stradale si formano così dei minuscoli cristalli, che vengono eliminati quando piove. Artico, è emergenza ghiaccio Sos Artico: non c’è mai stato così poco ghiaccio. Lo spessore di quello che copre l’area è sempre più sottile e l’estensione della calotta sembra essere la seconda inferiore mai registrata. Questo l’allarme lanciato dal Wwf, secondo cui nonostante non ci siano ancora i dati definitivi per l’anno 2008, quelli a disposizione sono pericolosamente vicini al record negativo dell’anno scorso, quando la calotta artica si ridusse a soli 4,13 milioni di chilometri quadrati. Secondo gli esperti tra il 2013 e il 2040 ci saranno delle estati in cui l’Artico sarà libero dai ghiacci, come non succedeva da milioni di anni. Uk, oceani rumorosi cetacei a rischio Oceani troppo rumorosi per balene, delfini e altri mammiferi marini. A lanciare l’allarme è l’International fund for animal welfare (Ifaw), secondo il quale, il rumore sottomarino bloccherebbe la comunicazione e interferirebbe con l’alimentazione. Sotto accusa i sonar navali che avrebbero causato la morte di moltissimi cetacei. Secondo l’Ifaw, in alcune regioni del mondo il livello del rumore oceanico è raddoppiato rispetto al decennio scorso e le misure protettive non hanno avuto successo. Onu, meno carne in tavola per salvare l’ambiente Nel prossimo decennio, probabilmente, raddoppierà nel mondo intero il consumo di carne. Le conseguenze ecologiche previste sono allarmanti. La produzione animale è già oggi tra i principali inquinatori, un raddoppio del consumo di carne avrà conseguenze molto gravi. L’allarme arriva dall’Onu. La produzione di carne e di latte è responsabile del 9% delle emissioni di CO2 dovute alle attività umane (trasformazione delle foreste tropicali in pascoli e campi per la produzione di foraggio). Inoltre, la produzione animale provoca il 37% delle emissioni di metano (dovuto al processo di digestione), un potente gas a effetto serra, e il 65% degli ossidi d’azoto (dovuti alla concimazione delle piante foraggere). 60 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it i sono al mondo guerre dichiarate e visibili, quelle viste sui telegiornali, che si combattono con le armi e che lasciano morti insanguinati sulle strade; ci sono poi le guerre sotterranee, silenziose, ma non per questo meno cruente e prive del loro carico di vittime. E proprio una di queste è in corso in Brasile, nella megalopoli di San Paolo, dove giornalmente l’inquinamento dell’aria causa la morte di circa quattordici persone. La conferma arriva da uno studio condotto dall’università di San Paolo che ha voluto analizzare la qualità dell’aria di una città che oggi, considerando tutta l’area metropolitana, conta 20 milioni di abitanti stipati su una superficie di cento chilometri di diametro. Secondo i curatori della ricerca, a pagare dazio per la pessima qualità dell’aria sono in primis le persone particolarmente denutrite, i portatori di malattie cardio-respiratorie, i neonati. Ma a soffrirne gli effetti sono un po’ tutti i paulistani. A cosa è dovuta questa situazione straordinariamente dannosa? Un dato, forse, potrebbe aiutare a comprendere: a San Paolo circolano ogni giorno più di sei milioni di mezzi tra auto, camion e bus. Gli ingorghi sono diffusissimi. Da tempo ci sono radio che si occupano quotidianamente di traffico, con il compito di suggerire agli automobilisti itinerari alternativi per non aggravare la situazione. Eppure questo non è sufficiente. Visti i ritardi con cui si stanno costruendo le linee metropolitane, esiste il rischio concreto che San Paolo possa Una capitale di smog San Paolo è una città di 11.016.700 abitanti, capitale dello stato omonimo nel sud-est del Brasile. È situata sul Tropico del Capricorno, dista 400 chilometri da Rio de Janeiro e 1.030 dalla capitale federale Brasilia. La città copre un’area di 1.524 chilometri quadrati. E’ la più vasta e popolosa dell’emisfero australe essere la prima città del Pianeta a collassare per l’eccessivo numero di mezzi in circolazione. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) afferma che sono da due a quattro milioni le persone che ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento mondiale. Malgrado alimenti il 10% delle vetture che si muovono per il Brasile, il diesel a San Paolo è responsabile per il 45% delle emissioni inquinanti. E pensare che l’inquinamento si è anche ridotto grazie all’uso diffuso delle autovetture flex, che utilizzano come carburante indifferentemente benzina o etanolo, ottenuto dalle piantagioni di canna da zucchero. Il biodiesel, prodotto da coltivazioni diffuse per tutto il Brasile, doveva diventare obbligatorio a partire dal 2009. Ma il ministero dell’Ambiente ha deciso di accontentare le case costruttrici e l’ente petrolifero Petrobras spostando la data al 2012. Intanto il forum paulista sul cambiamento climatico continua a lanciare allarmi: «Continuando così, lo standard di emissione di inquinanti a San Paolo raggiungerà l’anno prossimo livelli africani». L. C. Eventi ecoscatto RIMINI redazione @ ruoteperaria.it COME CAMBIA LA VACANZA A sette anni di distanza dalla prima edizione torna a Riccione, Palazzo dei Congressi dal 27 al 29 novembre, la seconda conferenza internazionale sul turismo sostenibile. Promossa dalla provincia di Rimini e dalla Regione Emilia-Romagna, la conferenza sarà incentrata su tre temi principali: la sostenibilità, l’innovazione e la valorizzazione dell’identità delle destinazioni turistiche di massa. Rimini location ideale per discutere dell’argomento, da decenni bacino turistico Seconda maturo con 2.500 strutture alberghiere e 17 edizione dopo di turisti che durante tutto l’arco delquella del 2001. milioni l’anno, e non solo nel corso dei mesi estivi, Al centro invadono il litorale più famoso d’Italia. del dibattito: «Il nostro è un evento internazionale la cui prima edizione risale al 2001 - spiega il ecologia, presidente della provincia di Rimini, Ferdiinnovazione Fabbri - e il cui risultato più netto fu e valorizzazione nando la stesura della “Carta di Rimini”, un docudell’identità mento condiviso che nel corso degli anni è stato utilizzato da molti enti locali in sede di pianificazione territoriale». La conferenza servirà per discutere delle nuove politiche da applicare per un turismo sempre più a impatto zero. «Cercheremo anche stavolta di avanzare proposte e valutazioni - prosegue il presidente della Provincia - che non brucino risorse ma le mantengano vive negli anni. Tali proposte rispetto al 2001 vanno aggiornate, rinnovate, c’è bisogno di maggiore lungimiranza nella salvaguardia e nella tutela del territorio. Necessitiamo di una pianificazione che prenda in considerazione il risparmio energetico, la mobilità, l’urbanistica con un pizzico di fantasia se necessario. Dal canto nostro, ad esempio, da un po’ di tempo abbiamo avviato i cosiddetti “stabilimenti sostenibili”, già un’ottantina sul territorio, che usano pratiche sostenibili relative all’utilizzo di energia fotovoltaica, il recupero dell’acqua, l’attenzione ai disabili». Tra le novità che la conferenza internazionale sul turismo di Rimini lancerà nell’edizione 2008 c’è l’istituzione di una nuova figura, quella del “Tutore della bellezza del paesaggio”, identificato in Tonino Guerra, il noto poeta e sceneggiatore di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni. Guerra lavorerà, insieme alle istituzioni locali, per la salvaguardia ambientale del paesaggio, la valorizzazione dell’identità culturale e la promozione della tipicità del territorio. Maggiori informazioni sull’evento al numero di telefono 0541.716.861. L. C. 62 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it Roma. Piazza del Gesù. La chiesa del Gesù in ristrutturazione. E in allegato un messaggio “profetico”... Inviate il vostro ecoscatto alla nostra mail redazione@ ruotperaria.it L’ecotavola poliziana A Montepulciano stoviglie biodegradabili per le feste, ecco come la scorsa estate è diventata sostenibile R idurre la quantità di rifiuti, aumenmen e tare la raccoltaa differenziata e diffondere una na corretta conoscenza delle lle tematiche ambientali. Forte rte di questi obiettivi, nell’estate tate appena trascorsa, Montepulpulciano in provincia di Siena na è stato il primo comune toscano ano ad attuare un progetto per l’uso ’uso di stoviglie, posate e tovaglie glie biodegradabili in occasione one delle feste popolari. “Ecomangiando”, questo esto il nome dell’iniziativa realizzata grazie alla collaborazione tra l’amministrazione locale, il Circolo Chianciano-Montepulciano di Legambiente, Sienambiente e Novamont (azienda specializzata nel settore delle bioplastiche), ha visto l’utilizzo di materiali biodegradabili, che hanno permesso un drastico abbat- Ecomangiando Stoviglie, posate e tovaglie biodegradabili in occasioni delle feste popolari: questo l’intento della manifestazione realizzata a Montepulciano timento di plastica e carta sul totale dei rifiuti. Per capire l’importanza l’im dell’iniziativa si ccalcoli che i circa 60mila pasti pas consumati all’interno delle dell diverse manifestazioni a Montepulciano hanno prodotto una cosa come 36 prodo tonnellate di rifiuti. tonne «Il raggiungimento di «I questo qquest risultato – commenta l’assessore l’asse all’Ambiente del Comune Comu toscano Paolo Barcucci – è stato possibile grazie all’attenzione all’att e alla sensibilità dimostrate dimo dalle associazioni che sono titolari delle varie manifestazioni e con le quali abbiamo sottoscritto un vero e proprio protocollo d’intesa». L’esperienza del Comune poliziano ha suscitato un interesse tale che altre amministrazioni locali stanno già pensando di adottare la stessa formula per le proprie celebrazioni. AL. NO. Motori DA STRASBURGO ARRIVA IL REGOLAMENTO CHE STABILISCE LE NORME PER L’OMOLOGAZIONE DEI MEZZI LA LEGGE A IDROGENO S normativo rivolto ai costruttori di Agostino Zeo i apre una nuova era per i veicoli ad idrogeno. Il Parlamento europeo ha infatti adottato un regolamento che fissa le norme europee per l’omologazione dei veicoli a idrogeno. Obiettivi primari quelli di garantire il buon funzionamento del mercato delle auto nell’Unione europea e fornire un quadro normativo ai costruttori che stanno sviluppando veicoli di questo tipo. Non meno importante la promozione delle auto a idrogeno nelle città europee per tutelare l’ambiente. Il provvedimento, dopo l’approvazione formale del Consiglio, potrà essere applicato due anni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. L’armonizzazione delle norme tecniche serve in primis a evitare l’adozione di provvedimenti diversi da uno Stato membro all’altro e a garantire il buon funzionamento del mercato interno. Inoltre, la maggior parte dei costruttori sta investendo molto nello sviluppo della tecnologia dell’idrogeno e ha già iniziato a immettere tali veicoli sul mercato. «Nei prossimi anni – commentano dal Parlamento europeo – è prevedibile un aumento della quota di veicoli alimentati a idrogeno sul parco circolante totale. È perciò necessario specificare i requisiti comuni riguardo alla sicurezza di tali veicoli. Poichè i costruttori perseguono approcci in parte diversi nello sviluppo dei veicoli a idrogeno, è necessario stabilire requisiti tecnologicamente neutrali in Le origini dall'acqua materia di sicurezza». Definire una legislazionequadro per l’omologazione dei veicoli a idrogeno contribuirà, inoltre, a creare un clima di fiducia nella nuova tecnologia presso i potenziali utenti e il pubblico in generale. «Il regolamento vuole garantire alti livelli di sicurezza pubblica e di tutela dell’ambiente – spiegano ancora dall’emiciclo europeo – e istituisce un quadro adeguato per accelerare la commercializzazione di veicoli tecnologicamente innovativi e funzionanti con combustibili alternativi a ridotto impatto ambientale, in modo da poter migliorare sensibilmente la qualità dell’aria e lo stato della salute pubblica». Quello a idrogeno, infatti, è considerato “un modo di alimentazione pulito dei veicoli del futuro”, in quanto i mezzi “non scaricano inquinanti a base di carbonio né emettono gas a effetto serra”. Il regolamento precisa però come l’idrogeno “sia un vettore di energia e non una fonte energetica”, di modo che l’utilità dell’alimentazione a idrogeno, dal punto di vista climatico, dipende dalla fonte di provenienza dell’idrogeno. Necessario quindi che La parola idrogeno deriva dalle parole greche “acqua” e “generare”, ovvero generato dall’acqua. Venne individuato come sostanza distinta nel 1776 da Henry Cavendish; nominato inizialmente “aria infiammabile” da Joseph Priestley, poi Antoine Lavoisier (nella foto in alto) lo riconobbe come elemento e gli diede nome USA, STAZIONI CERCASI Negli Stati Uniti uno dei maggiori problemi per le auto a idrogeno è rappresentato dalla carenza di stazioni di rifornimento. Su tutto il territorio nazionale ce ne sono appena 60 e solo due sono aperte al pubblico senza appuntamento. I produttori di auto hanno speso miliardi di dollari per sviluppare veicoli a idrogeno nella speranza di far tesoro della richiesta da parte del pubblico di comprare auto più ecologiche e ridurre la dipendenza Usa dal petrolio straniero. Ora, però, vogliono più stazioni per sviluppare la nuova tecnologia. Per sollecitare le autorità sul problema carburante si è anche tenuto, lo scorso agosto, l’Hydrogen Road Tour 2008, che ha visto girare i modelli di auto a idrogeno prodotti da nove diverse case per 31 città di 18 Stati. l’idrogeno combustibile sia prodotto in modo sostenibile, per quanto possibile da energie rinnovabili, affinchè il suo utilizzo abbia effetti positivi sull’equilibrio ambientale complessivo. Inoltre, evidenziando come i veicoli a idrogeno potranno avere successo sul mercato solo se l’Europa si doterà di infrastrutture sufficienti in termini di distributori, il regolamento chiede alla Commissione di prevedere “misure atte a sostenere la costruzione di una rete a livello europeo per i veicoli alimentati a idrogeno”. Il regolamento chiede, infine, agli Stati membri di stabilire le sanzioni da infliggere ai costruttori in caso di infrazione alle sue disposizioni, alle sue misure di esecuzione, nonchè di adottare provvedimenti necessari per assicurarne l’applicazione. Le sanzioni previste dovranno essere “effettive, proporzionate e dissuasive” e comunicate alla Commissione entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento. I tipi di infrazione soggetti a una sanzione dovranno comprendere il rilascio di dichiarazioni false durante le procedure di omologazione o le procedure che conducono a un richiamo, la falsificazione dei risultati di prova per l’omologazione-tipo o per la conformità dei veicoli in uso, la dissimulazione di dati o di caratteristiche tecniche che potrebbero condurre al richiamo o al ritiro dell’omologazione, il rifiuto di consentire l’accesso all’informazione e, infine, l’uso di dispositivi di manipolazione. www.ruoteperaria.it Ottobre 2008 63 Motori AL VIA IL PROGETTO DELL’UNIONE EUROPEA CHE PUNTA A RIDARE LUSTRO AL SISTEMA DI TRASPORTO CITTADINO DEL VECCHIO CONTINENTE. INVESTIMENTO DI CIRCA 26 MILIONI DI EURO PER QUATTRO ANNI DI LAVORO A rriva in Europa l’autobus del futuro. Il vecchio Continente ha deciso di voltare pagina per ciò che riguarda il trasporto pubblico. Stop, dunque, a un servizio spesso carente, a mezzi lenti e inquinanti, per far posto a un sistema funzionale e a veicoli di ultima generazione. Il tutto in tempi abbastanza rapidi. Questo almeno l’obiettivo che si ripropone, nei prossimi quattro anni, l’European bus system of the future (Ebsf), uno dei maggiori progetti di ricerca e sviluppo nel campo del trasporto di superficie che l’Unione europea abbia mai avviato. Un progetto finanziato nell’ambito del settimo Programma quadro con un budget totale di 26 milioni di euro. Un’iniziativa che per la prima volta riunisce i cinque più importanti costruttori di autobus (Evbobus-Mercedes, Irisbus-Iveco, Neoman, Scania, Volvo) e 42 partner tra operatori e associazioni nazionali di trasporto, autorità, fornitori, grandi centri di ricerca, università e aziende di consulenza. A guidare le diverse forze in campo l’Associazione internazionale del trasporto pubblico (Uitp). 64 Ottobre 2008 L’Europa, il nuovo continente dei bus L’intento è riunire in consorzio i maggiori produttori del settore. Il commissario Antonio Tajani: «Garantire l’accessibilità per tutti» www.ruoteperaria.it Motori il lavoro dell'Uitp A coordinare la ricerca e la costruzione dei prototipi di autobus all’interno del progetto European bus system of the future sarà l’Associazione internazionale del trasporto pubblico (Uitp), organo che rappresenta 3.100 aziende, industrie e operatori della mobilità in 90 Paesi del mondo. Nell’immagine in alto: il logo dell’iniziativa TECNOLOGIA I bus che nasceranno col progetto Ebsf consumeranno decisamente meno rispetto ai precedenti (fino al 25%), saranno più spaziosi (15% di passeggeri in più) e veloci (dai 15 ai 18 chilometri orari). Avranno porte larghe e livellate ai marciapiedi per facilitare l’entrata e l’uscita dei passeggeri. Presenteranno grandi vetrate per rendere l’ambiente interno più luminoso, oltre che schermi per le informazioni. I motori saranno Euro 4 (dal primo ottobre 2009 Euro 5, dal 2013 Euro 6) alimentabili in vari modi: ibrido, idrogeno, biofuel, biogas. «Il nostro non è un progetto autobus, ma un sistema autobus – sottolinea il presidente dell’Associazione internazionale del trasporto pubblico (Uitp), Roberto Cavalieri – Il che significa non solo costruire dei mezzi nuovi e moderni, ma mettere insieme più soggetti tecnologici per un sistema che possa adattarsi all’interno di diverse realtà europee. L’European bus system of the future ha la pretesa di creare un “marchio di autobus europeo” che possa essere esportato, un giorno, in altre parti del mondo». La sperimentazione delle tecnologie e pratiche messe a punto verrà organizzata contestualmente in sette città europee: Bremerhaven, Budapest, Goteburg, Lione, Madrid, Rouen e Roma. «Siamo orgogliosi di poter collaborare a un progetto così importante – il commento dell’assessore ai Trasporti della Capitale, Sergio Marchi – Roma sarà sempre aperta e ben disposta nei confronti di idee e soluzioni che avranno come scopo quello di migliorare la qualità del trasporto pubblico locale. O si dà un’alternativa sostenibile o il problema della mobilità difficilmente potrà essere risolto». Oltre a ideare e sviluppare un sistema innovativo di autobus ad altà qualità che sia pienamente integrato nell’ambiente urbano e che valorizzi tutto il potenziale di una nuova generazione di reti urbane di autobus, scopo dell’Ebsf è anche quello di imprimere una svolta alla progettazione di infrastrutture e migliorare la posizione competitiva dei costruttori. «Il trasporto locale è da tempo al centro della discussione internazionale, visto anche l’utilizzo che viene fatto in Europa dei mezzi pubblici – sottolinea il vicepresidente della commissione Ue e commissario europeo ai Trasporti, Antonio Tajani – L’Ebsf è un progetto innovativo rispetto agli altri perchè per la LE CIFRE UN MONDO DI PASSEGGERI, L’80% SUI MEZZI PUBBLICI L’autobus rappresenta oggi una forma di trasporto pubblico molto utilizzata, economica, flessibile e, in molti casi, adatta alle esigenze dei clienti in termini di capacità e velocità. Circa l’80% dei passeggeri del trasporto pubblico mondiale utilizza gli autobus. Da un punto di vista gestionale possono essere messi in servizio con facilità; non richiedono infrastrutture se non una rimessa e un’officina. Da una prospettiva economica, ambientale e sociale, l’autobus resta ancora oggi la soluzione più diffusa per uno sviluppo urbano sostenibile. Di fatto, in molte città del mondo, l’autobus è l’unica modalità di trasporto pubblico esistente, mentre nei centri dove è presente il trasporto su ferro, l’autobus svolge un ruolo chiave di supporto. Alcune cifre legate ai bus: il consumo di energia per passeggero/chilometro è pari a un terzo di quello di un’automobile; agli autobus è imputabile solo il 5% delle emissioni di CO2 dovute ai veicoli dotati di motori a combustione interna; i 50 maggiori operatori di reti di autobus in Europa posseggono 54.700 veicoli e ogni anno acquistano 4.500 mezzi nuovi; i cinque principali costruttori fabbricano il 73% degli autobus che circolano in Europa ovvero 8.500 veicoli all’anno; la capacità di ogni mezzo varia dai 120 ai 150 passeggeri a seconda che si tratti di un bus singolo o articolato. Nel corso degli ultimi decenni, il costante aumento del trasporto privato ha contribuito a provocare una situazione di forte congestione del traffico. Il fenomeno ha avuto inevitabili ripercussioni dirette sulla velocità di esercizio degli autobus e sulla qualità e affidabilità del servizio. Per migliorare quest’ultimo si è recentemente evidenziata la tendenza a non concentrarsi solo ed esclusivamente sulla tecnologia del veicolo bensì a considerare il sistema nel suo insieme e nei suoi comportamenti, ovvero le infrastrutture e l’esercizio. Questo concetto è noto come “approccio al sistema autobus”. Tra le principali innovazioni su cui ci si sta muovendo figurano i motori puliti e i carburanti alternativi, l’architettura a piano ribassato, i veicoli a doppia articolazione, i dispositivi di guida innovativi. R. MA. prima volta mette al centro il sistema autobus in tutte le sue componenti. La maggior competitività del prodotto, unita alla qualità e al comfort, finirà per avvicinare sempre di più gli utenti al servizio pubblico e la riduzione degli inquinanti non potrà che essere una conseguenza. Un trasporto valido servirà anche a ridurre la spesa procapite visti i costi attuali del carburante». Altro punto cardine del progetto sarà quello dell’accessibilità per tutti, soprat- tutto per la popolazione a “mobilità ridotta”: invalidi, infortunati, anziani che rappresentano oggi un terzo della popolazione europea. «Nessun atto caritatevole ma garanzia di diritto per tutti i cittadini – conclude Tajani – Il trasporto locale resterà sempre di competenza delle istituzioni locali. Ma l’Unione europea, in virtù del principio di sussidiarietà, tenderà ogni volta ad agevolare le iniziative più importanti e a privilegiare i più deboli». www.ruoteperaria.it R. MA. Ottobre 2008 65 66 Ottobre 2008 www.ruoteperaria.it di Lido Contemori Primopiano L’informazione ecosostenibile 2009 in promozione al prezzo di 30 euro per un totale di 10 numeri (abbonamento on line e spese di spedizione incluse*) o semestrale al prezzo di 25 euro per un totale di 5 numeri (abbonamento on line e spese di spedizione incluse*) Mettete dei fiori nelle vostre marmitte. Da ottobre 2008 il mensile rinnova completamente p la ppropria p veste: compatto, p carta riciclata ecologica, g 64 ppagine. g Prezzo di copertina di 5 euro, si trova in librerie specializzate su tutto il territorio nazionale (consulta la mappa sul sito) e in abbonamento postale. Conto corrente bancario 100000002142 Banca Intesa intestato a XMedia Press Sc a rl IBAN IT37 F030 6905 1621 0000 0002 142 * gratis i numeri di ottobre, novembre e dicembre 2008; info abbonamenti: +39.0578.717007, mail: [email protected], [email protected] www.ruoteperaria.it