Comune di Cividale del Friuli Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale del Friuli Istituto d’Istruzione Superiore “Paolino d’Aquileia”- di Cividale del Friuli Convegno Cividale Longobarda patrimonio dell’Umanità UNESCO: chi, dove, come, quando per le scuole 18 maggio 2012 Con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Progetto speciale per l’arricchimento dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche (Legge reg.2 del 2006 art.7 comma 3) Scuola Secondaria di II grado – Liceo scientifico Attività n. 7 Il Ducato longobardo: un percorso di approfondimento nel curriculum di storia del liceo scientifico Materie: latino, storia, geografia, disegno e storia dell’arte, italiano Classi seconde e terze a.s. 2008-09, 2009-10, 2010-11, 2011-12 Docenti: Daniela Baldassi, Marzio Monai, Paola Parpinel, Maria Cristina Tonchia Materiale prodotto: Presentazione PPT ALLEGATI: Relazione e prove di verifica strutturate IL DUCATO LONGOBARDO DI CIVIDALE UN PERCORSO DI APPROFONDIMENTO NEL CURRICULUM DI STORIA DEL LICEO SCIENTIFICO MOTIVAZIONI E FINALITA’ Come è noto una delle novità della scuola superiore riformata è la creazione della disciplina “Storia e Geografia” nei bienni di tutti i licei con tre ore di lezione a settimana e un solo voto per conoscenze e abilità. Il paradigma geografico diventa, quindi, incisivo sulla qualità della conoscenza del passato, migliorando la comprensione dei fenomeni indagati: l’obiettivo è quello di far comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi storici, non solo in una dimensione diacronica, attraverso il confronto fra epoche, ma anche in una dimensione sincronica, attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali. Questo percorso di approfondimento risulta, pertanto, particolarmente esemplificativo di tale metodologia. La prima finalità è quella di aprire il giovane ad uno sguardo globale sulla temporalità, superando il pregiudizio dell’anacronismo, secondo il quale gli uomini del passato vivevano e giudicavano con le nostre stesse categorie, per abituarli a comprendere che i loro contesti erano, invece, profondamente diversi dai nostri. A partire dal fatto che per un ragazzo l’interesse nasce sempre dall’impatto con la realtà, da qualcosa che abbia a che fare con il presente, da una domanda sul presente, è necessario spiegare che anche la storia è un approccio alla realtà, quella del passato, che ci è accessibile attraverso segni presenti; far comprendere che la dimensione storica è una dimensione strutturale, fondamentale per la vita quotidiana di ciascuno. La memoria storica mira a conoscere e comprendere le caratteristiche specifiche ed intrinseche della tradizione del popolo, del paese, della nazione in cui siamo inseriti: essa è il sapere sulle nostre origini e sulle possibilità concrete della dinamica dell’avventura umana nel tempo, dell’intreccio del nostro io con la realtà umana che nel passato ha cercato di determinare il significato della vita, di organizzare e sviluppare le istituzioni linguistiche, economiche, sociali e politiche. Un’altra finalità è quella di attivare in chi impara un meccanismo conoscitivo per poter apprendere un metodo adeguato all’oggetto specifico della storia: proprio per questo la metodologia utilizzata viene costantemente esplicitata agli studenti nel corso del percorso. SEQUENZA DELLE FASI DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA E DEI LABORATORI 1. RICOSTRUZIONE NARRATIVA Si parte dal racconto della migrazione in Italia dei Longobardi nell’aprile del 568, fino alla costituzione del Ducato di Benevento nel 570. La declinazione pratica di questa attività è affidata alla creatività dell’insegnante e dipende dalle caratteristiche del contesto educativo in cui si svolge il lavoro, per cui sono ipotizzabili diverse forme di percorsi, da quello basato sul racconto orale, all’analisi dei documenti scritti, alla costruzione di prodotti multimediali 2. LE FONTI • archeologiche (necropoli, epigrafi e monumenti) • testimonianze dei protagonisti degli avvenimenti narrati (Paolo Diacono, Historia Langobardorum) • etimologia delle parole, alla ricerca della loro origine La didattica deve avere come modello il modo di procedere dello storico, nella forma dell’attività di ricerca. Esaminare le fonti, ove possibile, offre il vantaggio di uscire da una dimensione libresca e mette nelle condizione di indagare il passato, attraverso l’attivazione della domanda e della capacità critica. Scoprire nell’ambiente in cui viviamo quotidianamente i segni del passato, interrogarli, inquadrarli nel contesto delle conoscenze apprese, costituisce un’esperienza di ricerca in atto, in cui lo studente può sentirsi protagonista. Aggiungiamo la componente di fascino e attrattiva che tali segni spesso esercitano e che facilita l’educazione a scoprirli, ad apprezzarli, a rispettarli. A Cividale si parte dall’archeologia Cividale, capitale del primo Ducato longobardo in Italia è il sito archeologico che ha restituito più materiali attribuiti all’epoca dell’immigrazione (568). Le fonti principali per conoscere il modello culturale longobardo sono le sepolture con corredo. Il corredo funebre è il totale dei reperti rinvenuti in una tomba, deposti con il defunto secondo certe regole stabilite sia dalla tradizione, sia dal significato simbolico; è costituito da deposizioni intenzionali (corredo rituale); deposizioni incidentali (per esempio i vestiti), deposizioni accidentali (tutto ciò che cade nella tomba involontariamente). I doni funebri consueti per gli uomini erano la spada lunga (spatha), la spada corta (sax), lo scudo di legno con l’umbone di ferro e la lancia, simboli dello status militare e della libertà. La posizione di questi oggetti nella tomba era costante: la spada veniva deposta sul lato sinistro, oppure sopra il petto del defunto; lo scudo pure sul lato sinistro, oppure all’altezza del petto del defunto; la lancia, invece, solitamente veniva collocata sul fianco destro. Altri oggetti posti in posizioni non fisse erano bacili di metallo, vasi di ceramica, piccoli coltelli, forbici, oggetti del mestiere. I doni funebri consueti per le donne erano collane di perle vitree, pettini, battenti di telaio a forma di spada. Altri oggetti meno comuni delle tombe femminili erano coltelli, forbici, chiavi, amuleti pendenti dalla cintura, brocche di bronzo o di ceramica, ciotole. L’oggetto più caratteristico è la fibula d’argento dorato del corredo femminile. Tali fibule venivano usate solitamente a coppie con funzione di chiusura delle vesti: le più piccole per chiudere sul petto una specie di blusa, le grandi per fissare la gonna ripiegata sul davanti. Verso la fine del VI secolo nelle inumazioni della seconda generazione di immigrati longobardi compaiono i segni palesi della progressiva assimilazione delle usanze romane: le fibule hanno mutato l’apparato decorativo, fondendo motivi animalistici e motivi nastriformi. Compare inoltre la fibula a disco d’oro che si ritrova sotto il mento: un’innovazione collegata all’abbandono dell’antico costume longobardo e all’adozione dell’abito femminile latino-mediterraneo, con il mantello chiuso sul petto al centro. Le fibule a disco sono ornate con lo stile bizantino. In seguito i Longobardi assunsero l’uso cristiano di applicare delle croci sui sudari con cui venivano avvolte le teste dei defunti (600 circa). Su alcune croci all’inizio si trovano ancora elementi zoomorfi, oppure ci sono croci prive di decorazioni, altre ornate di punzonatura o decorate a sbalzo con motivi zoomorfi o bizantini. I recipienti di bronzo e quelli vitrei documentano il commercio e le zone di produzione dell’Alto Medioevo. Le aree di sepoltura a Cividale presentano tre diverse situazioni: • continuità d’uso di una necropoli romana, originariamente a cremazione, poi a inumazione (Cella - San Giovanni) • necropoli di nuova istituzione (San Mauro, Ferrovia, Gallo e Santo Stefano) • riuso di una necropoli romana a cremazione (zona di Piazza della Resistenza) Aree di sepoltura longobarde a Cividale (Ahumada Silva 1998) NECROPOLI CELLA –SAN GIOVANNI Si trova nella zona a Nord-Est della città. E’ un esempio di continuità d’uso di una necropoli romana. E’ stata portata alla luce in due riprese a distanza di quasi un secolo una dall’altra. La parte della necropoli da allora denominata Cella (per la prossimità con l’omonimo convento), scavata da Michele Della Torre fra il 1821 e il 1822, costituisce il primo scavo archeologico di una necropoli longobarda in Italia. I numerosi e significativi reperti non furono conservati divisi per tomba di provenienza, ma attestano comunque sepolture di Longobardi appartenenti alla generazione immigrata e altre che si collocano nella prima metà del VII secolo. L’altra parte della necropoli, denominata San Giovanni per la vicinanza alla porta cittadina di ugual nome, è stata portata alla luce durante i lavori eseguiti dal Genio militare per la costruzione del tratto ferroviario Cividale- Caporetto, nel febbraio 1916. Gli scavi furono seguiti dal direttore del Museo Archeologico, Ruggero della Torre, tra molte difficoltà, a causa della vicinanza del fronte. Egli riuscì a raccogliere i materiali separandoli per tomba di provenienza, ma la documentazione dello scavo andò dispersa durante l’occupazione austriaca, dopo la ritirata di Caporetto (1917) NECROPOLI DI SAN MAURO Questa è una necropoli longobarde di nuova creazione. La prima scoperta di una ricca tomba femminile risale al 1886 e fu ritrovata da un contadino che lavorava in un fondo. Gli scavi eseguiti dal 1994 al 1996 e nel 1998 hanno permesso di individuare 22 tombe longobarde, otto appartenenti a guerrieri adulti armati, di cui uno sepolto con il suo cavallo, sette a donne adulte, una con i resti di un individuo di età giovanile ed altre cinque sepolture sono pertinenti ad individui di età infantile NECROPOLI DELLA FERROVIA Nel 1886 quando si scavava per la costruzione della stazione fu trovata una ricca tomba di cavaliere con i finimenti del cavallo in argento e bronzo dorato, una lancia ed un bacile bronzeo. I nuovi scavi effettuati nel marzo 2012 hanno individuato circa un ottantina di sepolture e hanno consentito il ritrovamento di nuovi corredi. NECROPOLI GALLO Nel 1821 e nel 1908 furono recuperati una lancia, fibbie, un coltello, un armilla. Tra il 1949 e il 1951, in occasione di lavori per la fognatura furono scavate 17 tombe, di cui almeno sei della seconda metà del VI secolo. Fra queste vi sono due sepolture femminili con fibule, note già in Pannonia e due tombe maschili con umboni di scudo che trovano confronto con esemplari pannonici. NECROPOLI DI SANTO STEFANO IN PERTICA Prende il nome dall’antica prepositura di Santo Stefano, scomparsa nel 1772 e l’indicazione “in pertica” corrisponde al toponimo con il quale quest’area era conosciuta nel XIII secolo. Le prime tombe longobarde affiorarono nel 1922 e nel 1959: si tratta di due guerrieri con corredi d’armi della seconda metà del VI secolo che documentano il nucleo più antico della necropoli. Nel 1960, in occasione dei lavori di costruzione della scuola materna comunale, furono scoperte altre sepolture con corredi molto ricchi. Poi nel 1987 e nel 1988 nei cortili della scuola materna e della scuola elementare, alcuni lavori per le fognature portarono alla scoperta di altre 28 tombe. Per questa necropoli esiste una ricca documentazione di indagini radiografiche, eseguite presso l’ospedale di Cividale, che consente di approfondire le conoscenze dei caratteri antropologici della popolazione longobarda. SEPOLTURE NELLO SPAZIO URBANO In ambito urbano abbiamo sepolture longobarde scavate presso strutture murarie in disuso e tombe in aree sepolcrali sorte presso gli edifici di culto. Questi spazi vengono utilizzati dai Longobardi dalla fine del VI secolo e soprattutto nel VII secolo. Un significativo esempio di sepoltura inserita nello spazio urbano è costituito dalla tomba cosiddetta del Duca Gisulfo: il corredo funerario rinvenuto in questo sarcofago è uno dei più ricchi ed è databile dopo la metà del VII secolo. L’inumato era sepolto in cassa lignea, all’interno di un sarcofago di pietra d’Istria, con coperchio in marmo del tipo a tetto. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE Nel Museo sono conservati tutti i materiali archeologici rinvenuti a Cividale e nel suo territorio a partire dagli inizi dell’800, quando il canonico conte Michele Della Torre, avviò le prime ricerche sistematiche. Il Museo espone i principali corredi funebri, ove possibile ricostruiti nella loro interezza, delle necropoli suburbane e delle sepolture di area urbana, oltre ad alcuni corredi di altre necropoli del ducato del Friuli. Attraverso l’archeologia funeraria è possibile seguire l’evoluzione del costume, dell’artigianato e della vita quotidiana dei Longobardi a Cividale, a partire dal loro arrivo in Italia, fino a tutto l’VIII secolo. Durante la visita al museo gli alunni possono scegliere gli oggetti da riprodurre in elaborati grafici da realizzare nell’ambito delle attività di Disegno e Storia dell’Arte. L’ALTARE DI RATCHIS Costruito tra il 737 e il 744, è conservato al Museo cristiano. Sulla fronte del parallelepipedo in pietra carsica è riprodotta la Maestà del Signore, con il Cristo affiancato da due cherubini, in atto benedicente e con il rotolo degli Evangelisti nella mano sinistra, chiusa entro la mistica mandorla sorretta da 4 angeli. Sulle due lastre laterali sono scolpite a sinistra la Visitazione, a destra l’Adorazione dei Magi. La struttura dell’opera è di origine romana, ma nettissima è l’impronta barbarica. IL BATTISTERO DI CALLISTO Conservato al Museo cristiano è un prestigioso monumento della tarda epoca longobarda, fatto costruire dal Patriarca Callisto che nel 737 trasferisce la sede patriarcale da Cormons a Cividale. Si compone di due parti: • • la vasca battesimale ad immersione otto colonne di spoglio con relativi capitelli che sostengono il tegurio ad archetti. Negli archetti sono scolpiti con realismo: pavoni, leoni, agnelli, pesci, grifi e cerbiatti: rappresentazioni simboliche cristiane, legate ad un messaggio di redenzione, con gli animali che si abbeverano alla fonte della salvezza. Sulla cornice superiore degli archetti corre un’iscrizione dedicatoria, in caratteri capitali riferita alle benemerenze di Callisto. IL TEMPIETTO LONGOBARDO E’ il monumento più complesso dell’Alto Medioevo occidentale: costruzione e decorazione in stucco e a fresco vengono eseguite dopo la metà dell’ VIII secolo, verso il 760. L’edificio consta di un corpo centrale e del presbiterio a tre absidi. La volta è a crociera nell’aula, a botte nelle absidiole. La raffinata decorazione interna con raggiere e statue in stucco, così come la tipologia degli affreschi collocano il Tempietto nell’ambito della cultura bizantino-orientale Paolo Diacono, Historia Langobardorum L’analisi delle fonti scritte risulta in questo caso particolarmente interessante, perché consente un collegamento interdisciplinare con l’insegnamento del latino. Gli alunni possono mettere in gioco le proprie competenze traduttive e nello stesso tempo sperimentare in maniera concreta le azioni di uno storico. Paolo Diacono, nato a Cividale verso il 730 da famiglia longobarda, è il più illustre esponente della cultura del suo popolo; quando nel 777 il duca friulano Ratchis viene eletto re, egli lo segue a Pavia, dove diventa maestro di corte; poi si trasferisce a Benevento, al seguito del duca Arechi II, anche lui friulano. Negli anni della crisi del regno longobardo d’Italia, Paolo entra nel monastero di Montecassino, dove, ad eccezione di alcuni anni vissuti alla corte di Carlo Magno, trascorre il resto della sua vita, fino alla morte nel 799. Paolo Diacono scrive l’Historia Langobardorum in cui racconta le vicende del suo popolo dalle origini al regno di Liutprando. Per brevità si riporta soltanto un esempio dei passi tradotti e analizzati. L’analisi di un brano Un simpatico aneddoto riportato nel libro I (8 e 9) dell’Historia, descrive l’origine del nome “Longobardi”. “Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam: quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winnilis postulaverint, illeque responderit, se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset. Tunc accessisse Gambara ad Fream, uxorem Godan, et Winnilis victoriam postulasse, Freaque consilium dedisse, ut Winnilorum mulieres solutos crines erga faciem ad barbae similitudinem conponerent maneque primo cum viris adessent seseque Godan videndas pariter e regione, qua ille per fenestram orientem versus erat solitus aspicere, conlocarent. Atque ita factum fuisse. Quas cum Godan oriente sole conspiceret, dixisse: “Qui sunt isti longibardi?”. Tunc Frea subiunxisse, ut quibus nomen tribuerat victoriam condonaret. Sicque Winnilis Godan victoriam concessisse. (…) Certum tamen est, Langobardos ab intactae ferro barbae longitudine, cum primis Winnili dicti fuerint, ita postmodum appellatos. Nam iuxta illorum linguam “lang” longam, “bart” barbam significat”. 1. Leggere il primo periodo “Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam/: quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winnilis postulaverint/, illeque responderit/, se illis victoriam daturum/ quos primum oriente sole conspexisset”. 2. Sottolineare i verbi: refert, accedentes, postulaverint, responderit, daturum, conspexisset 3. Analizzare le singole voci verbali per poter individuare la proposizione principale e le secondarie 4. Analizzare il periodo: dividere con una / ciascuna proposizione, cerchiare le eventuali preposizioni e le congiunzioni 5. A questo punto è interessante schematizzare la struttura del periodo analizzato per permettere agli alunni di visualizzare la costruzione, consolidare la propria capacità di analisi e capire lo stile dell’autore PRINCIPALE Refert hoc loco antiquitas ridicola fabulam: DICHIARATIVA quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winnilis postulaverint DICHIARATIVA COORDINATA Illeque responderit INFINITIVA Se illis victoriam daturum (esse) RELATIVA quos primum oriente sole conspexisset 6. Traduzione di lavoro 7. Traduzione contrastiva L’indagine sul lessico Una delle più vive testimonianze lasciate dai Longobardi è rappresentata dagli apporti che la loro lingua ha dato all’italiano. Lo studio di tale influenza, in particolare, ha come principale ricaduta la comprensione delle dirette conseguenze che la presenza di questo popolo in Italia ha determinato e determina ancora oggi sulla nostra civiltà e sulla nostra vita quotidiana. L’analisi di questo aspetto, inoltre, consente di approfondire lo studio delle origini dell’italiano, e, più in generale, delle lingue volgari, facendo prendere coscienza ai ragazzi dei meccanismi e delle condizioni storiche e sociali che hanno portato alla trasformazione della lingua latina negli idiomi da esso derivati. La trattazione viene affrontata attraverso una lezione frontale che prevede l’utilizzo di un documento power-point incentrato sui differenti aspetti che la tematica permette di sviscerare. Innanzi tutto è utile realizzare un rapido ripasso della cronologia dell’invasione e della dominazione longobarda che permetta di rimarcare come i Longobardi avessero avuto limitatissimi contatti con il mondo romano prima del loro arrivo nella penisola. Questo consente di sottolineare la lontananza che li caratterizzava sul piano culturale rispetto al mondo mediterraneo: si pensi ai loro costumi arcaici in merito alla vita materiale, all’organizzazione sociale fondata ancora sul sistema tribale, alla loro adesione all’arianesimo dal punto di vista religioso. Tali osservazioni mirano a rimarcare quanto i Longobardi abbiano ben presto sentito un certo fascino nei confronti del patrimonio culturale della popolazione romana, di cui cercarono di appropriarsi, in primo luogo abbandonando progressivamente il loro idioma ed accostandosi sempre più alla lingua latina. Essa venne utilizzata non solo nella trattazione di quegli specifici ambiti nei quali i Romani si erano distinti (si pensi a quello giuridico) ma venne adottata anche come lingua parlata, spesso in forma imperfetta. Questa situazione di bilinguismo (favorito anche dai numerosi matrimoni misti) determinò un’accelerazione nel processo di dissoluzione della lingua latina e, conseguentemente, nella costituzione delle lingue romanze. Nello specifico, la presentazione degli apporti che la lingua longobarda ha dato alla formazione dell’italiano deve mettere in luce come vi siano tre principali ambiti nei quali tale influenza si è fatta maggiormente sentire: la toponomastica, i nomi personali (che hanno pesato anche nella costituzione dei cognomi) ed il lessico della lingua d’uso, in particolar modo entro determinati ambiti lessicali, maggiormente legati alla civiltà e alle consuetudini di vita degli invasori. Per quanto riguarda i nomi di luogo, è interessante far notare come il termine “fara” (il raggruppamento familiare alla base dell’organizzazione militare longobarda) abbia originato molti toponimi, sparsi in varie regioni della penisola e come, pertanto, esso sia un indicatore dell’estensione del dominio longobardo. A questo proposito si può presentare ai ragazzi una cartina della penisola in cui vengano localizzati tali centri (ad esempio Farra d’Isonzo – Go -, Farla – Ud -, Farla di Soligo – Tv -, Farra d’Alpago – Bl, Fara Gera d’Adda – Bg -, Fara in Sabina – Ri -, Fara Filiorum Petri – Ch -, Valle Fara – Ch -). Altri toponimi derivanti dal longobardo, con indicazione del relativo termine di provenienza sono Valperga (To), Valdiperga (Pi) da Berg («monte»); Biaca (Vi), e Cornablacca (Bs) da Blahha («teritorio con piantagione di querce e castagni»); Braida (Tn e Ud), Breda di Piave (Tv), Brera (Mi) da Braida («pianura»); Gaggio, Gazzo, Mazzuolo (rispettivamente in Lombardia, Piemonte, Emilia) da Gahagi («siepe, steccato»). Altre denominazioni, poi, rimandano all’amministrazione imposta dai Longobardi: Gastaldi (To) da Gastald («amministratore dei beni pubblici»); Eribanno (Bs) da Haribann («bando militare»); Casale di Scodosia (Pd), Scaldasole (Pv) da Skuldhaizo («giudice»). La presenza longobarda è, poi, ravvisabile anche nei suffissi dei toponimi terminanti in -engo ed –ingo (uniti talvolta anche a nomi personali latini): Massalengo (Mi) < long. Mazo; Dardengo (Tv) < long. Audhard ; Pastrengo (Vr) < lat. Pastor. Per quanto concerne la derivazione di nomi personali si possono citare a titolo d’esempio i nomi propri Baldo e Berto (long. berht «splendente») da cui derivano numerosi cognomi quali Baldi, Baldini oppure Berti, Bretoni, Bertini, Bertolini, Alberti, Albertoni, Albertini, Albertazzi ecc. In merito all’inserimento nell’italiano di termini provenienti dalla lingua longobarda, va sottolineato come tale apporto sia stato abbastanza consistente (quantificabile nello specifico in 300 lemmi circa): esso è stato maggiore rispetto a quello dell’ostrogoto. Si può inoltre distinguere come da un lato alcuni termini siano entrati a far parte dell’uso letterario (si pensi a stamberga, derivato da stainberga “casa di pietra”) mentre altri si siano diffusi nell’uso popolare e, in certi casi, dialettale (si pensi a ruspi “grezzo, ruvido”, che è presente nei dialetti dell’Italia settentrionale). Va, peraltro, notato come alcune parole longobarde abbiano visto modificare il loro significato entrando in italiano: è il caso di spëhon “osservare attentamente” che restringe significato a “spiare” oppure wahtari “guardia” diventa “sguattero” (= lavapiatti). Per quanto riguarda le famiglie lessicali cui si possono ricondurre i nuovi termini entrati in italiano, si deve sottolineare come siano pochi i prestiti che si riferiscono all’ambito delle armi (stral “freccia” ha dato “strale”) in quanto in questo campo sono prevalsi i termini franconi, in seguito all’invasione franca che ha determinato la fine del dominio longobardo sulla penisola. Riguardo agli altri insiemi spiccano le parole indicanti parti del corpo umano: guancia, schiena, nocca, milza, anca, stinco; di essi alcuni implicano connotazione spregiativa: ciuffo, zazzera, nappa (“naso”), sberleffo, zanna, grinza, grinfia, spanna; vi è, poi, qualche nome di animale (stambecco, taccola, zecca) e anche termini riferiti a boschi ed utilizzo della legna: stecco, pollone, cafaggio; per quanto riguarda i termini che denotano materie coloranti si deve ricordare biacca, guado e forse il colore bianco; in merito ai vocaboli indicanti cariche e professioni: manigoldo, sgherro, castaldo; vi sono poi dei verbi che designano azioni concrete tecniche: imbastire, spaccare, strofinare, tuffare, russare; non molto numerosi gli astratti (smacco, scherno, tanfo, tonfo) e gli aggettivi (gramo, ricco, stracco). Altri termini da ricordare sono: banco e palco da balk e palk, predella da bredel ed inoltre banda e panca, scranna, gruccia, spranga, greppia, trappola, palla. 3. VISITE GUIDATE E VIAGGI D’ISTRUZIONE Cividale Queste attività sono occasione privilegiata per la scoperta della presenza longobarda sul territorio, a cominciare dalle classi prime che, già accoglienza”, visitano alcuni siti longobardi. nell’ambito del “Progetto Questa iniziativa costituisce una prima introduzione al percorso di approfondimento della storia dei Longobardi che gli allievi affronteranno nella prosecuzione dell’attività scolastica. Si tratta di una lunga passeggiata che copre un anello le cui tappe più significative, relativamente alla tematica longobarda, sono la chiesa di San Martino, il tempietto annesso al convento di Santa Maria in Valle, la chiesa dei Santi Pietro e Biagio, la chiesa di San Giovanni in Xenodochio, quella di Santa Maria di corte, la chiesa di San Floriano a Sanguarzo, e, rientrando a Cividale, piazza Paolo Diacono,dove, secondo la tradizione, era collocata la casa natale dello storico longobardo e luogo del ritrovamento del presunto sarcofago di Gisulfo. Il percorso, inoltre, offre la possibilità di presentare ai ragazzi la collocazione di alcune tra le principali necropoli longobarde (San Giovanni in Valle, San Mauro e Santo Stefano). Nel complesso, dunque, l’attività presenta diverse ricadute positive per quanto riguarda l’acquisizione di una prima infarinatura relativa alle conoscenze sulla storia dei Longobardi e per quel che concerne l’elaborazione di basilari competenze sul piano metodologico. Da un lato, infatti, nel corso dell’uscita ai ragazzi sono esposte, durante brevi soste, notizie sull’arrivo dei Longobardi, sull’organizzazione del loro dominio e sui principali aspetti della loro vita materiale. La visita dei luoghi sopra indicati, inoltre, dà modo di sviluppare specifiche riflessioni in merito ad alcune tematiche rilevanti ai fini della conoscenza della storia di questo popolo. Nella fattispecie si può fare cenno alla produzione artistica (si pensi ai rilievi che adornano il tempietto, e che consentono di far riferimento anche ai rapporti culturali intrattenuti dai Longobardi con il mondo bizantino), alle credenze relative all’aldilà e quindi al sentimento religioso e, più in generale, alle abitudini di vita di questa popolazione, attraverso la descrizione degli oggetti ritrovati nei corredi funebri presenti nelle tombe portate alla luce. Il riferimento, poi, alle campagne di scavo offre l’occasione per esporre a grandi linee l’importanza dell’individuazione e dell’utilizzo delle fonti ai fini della ricerca storica. Risulta possibile, dunque, accennare ai mezzi cui gli storici e gli archeologi ricorrono per l’acquisizione, in particolar modo, di fonti di tipo materiale. Dopo l’uscita i ragazzi vengono regolarmente sottoposti ad una verifica che consiste nella risposta ad una serie di domande aperte. Essa da un lato serve a cogliere quanto è stato recepito da parte degli allievi sul piano delle conoscenze, relativamente ai monumenti visitati e dall’altro a fare il punto sulla comprensione degli aspetti metodologici che sono stati affrontati. LA CARNIA A completamento dell’indagine e dello studio delle testimonianze longobarde sul territorio vengono realizzate escursioni in Carnia, alla scoperta dei siti longobardi. Le località più significative per la nostra indagine sono le seguenti: Zuglio. Illegio, Ovaro, Cesclans, Invillino. Per esempio la comprensione del particolare ruolo che in epoca longobarda assume la località di Zuglio, che in primo tempo è sede vescovile e poi perde tale prerogativa, proprio a favore di Cividale verso lo scadere del VI secolo, permette di far luce sulle trasformazioni che nell’Alto Medioevo sono in atto. Nello specifico per quanto riguarda la Pieve, poi, la sua collocazione in un luogo sopraelevato allo sbocco di una valle che conduce ad un passo alpino, punto di passaggio obbligato lungo la strada verso il Norico, permette di prendere in considerazione e di far comprendere agli allievi le modalità di organizzazione e difesa del territorio che i Longobardi adottavano. In questo senso è possibile far acquisire agli allievi coscienza del ruolo che l’istituzione ecclesiastica all’epoca aveva come punto di riferimento per la popolazione, non solo sul piano spirituale, ma anche come ruolo difensivo. I DUCATI LONGOBARDI IN ITALIA Nella programmazione dei viaggi d’istruzione si individuano mete che consentano alle varie classi di visitare anche siti longobardi di altre regioni italiane. Un’ esperienza particolarmente interessante è stata la partecipazione, nel 2009, al progetto “I Longobardi - Gemellaggi formativi e itinerari di turismo scolastico”. Si tratta di un’iniziativa che, attraverso la costituzione di una rete di scuole, ha i seguenti obiettivi: • creare occasioni di incontro tra i giovani dei territori che conservano memorie, documenti, monumenti, tradizioni longobarde; • ideare itinerari di turismo scolastico rivolti alle scuole italiane; itinerari progettati, attuati e gestiti dagli studenti per gli studenti in visita; • far crescere la coscienza e la consapevolezza del patrimonio lasciatoci dalla presenza longobarda, a supporto della candidatura a patrimonio mondiale dell'umanità (World Heritage List) dell'UNESCO. Il Liceo Scientifico ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Istituto Buonarroti di Caserta. In seguito a tale protocollo le classi terze, durante il viaggio d’istruzione in Campania, nel novembre del 2009, sono state guidate dagli allievi dell’Istituto casertano nella visita di alcuni importanti siti della LANGOBARDIA MINOR: Capua e Santa Maria Capua Vetere, Casertavecchia, Salerno e il Castello di Arechi (nei pressi di Salerno). In ciascun sito la scuola ospitante ha preparato per i nostri studenti interessanti attività di animazione /ludico-pratiche: - laboratorio sull’ “Exultet” nella Chiesa di Sant’Angelo in Formis (A ogni studente è stata consegnata una piccola parte di una riproduzione di un “Exultet” medievale, un testo liturgico su un lungo rotolo di pergamena, scritto solo da un lato, con testo musicale e letterale in un verso e immagini nell’altro). Al termine tutti insieme hanno intonato il canto “ricostruito”. - “catalogazione di reperti” presso il Museo Archeologico di Santa Maria Capua Vetere; - laboratorio di danza medievale, presso l’istituto Buonarroti (illustrazione delle nozioni di base delle danze medievali e organizzazione di alcune danze, accompagnate da musiche d’epoca). Nella primavera del 2010 l’Istituto “Buonarroti” ha ricambiato la visita effettuando il viaggio d’istruzione in Friuli. In tale occasione gli studenti campani sono stati accompagnati nelle visite a Cividale e nelle altre località della Regione da un gruppo di studenti delle classi che erano state in Campania. Nell’ottobre 2011 le classi terze hanno partecipato ad un viaggio d’istruzione in Umbria all’interno del quale un momento particolarmente significativo è stato l’incontro con il Liceo Scientifico “A. Volta” di SPOLETO. Il gruppo è stato accolto a scuola dal Dirigente e quindi guidato da una docente e da alcuni studenti locali nella visita ai luoghi più significativi: la Basilica di San Salvatore, la Chiesa di Sant’Eufemia, il Tempietto longobardo a Campello sul Clitumno. Anche il viaggio d’istruzione previsto per le classi seconde in Campania, nel marzo 2012, è stato organizzato in modo tale da poter inserire tra le mete anche la città di BENEVENTO, capitale del ducato della Langobardia Minor. A tale scopo l’insegnante referente ha preso contatti con tutti gli istituti superiori della città comunicando il proprio programma di visita e l’intenzione di incontrare gli studenti del posto. Tra le diverse risposte positive è stata scelta la collaborazione offerta dal Liceo Linguistico “Guacci”. All’arrivo a Benevento i nostri studenti sono stati ricevuti e guidati nella visita ai principali monumenti della città da una classe e da un insegnante. Gli studenti campani hanno preparato per l’occasione un opuscolo contenente le informazioni sui principali monumenti della città, con particolare riferimento ai siti longobardi: la chiesa di Sant’Ilario, la chiesa di Santa Sofia con l’attiguo chiostro, dove è ospitato il museo del Sannio; le mura longobarde; le porte: Port’Arsa e quella che nel Medioevo veniva detta Port’Aurea, ovvero il fornice dell’Arco di Traiano. BIBLIOGRAFIA - I. AHUMADA SILVA, P. LOPREATO, A. TAGLIAFERRI (a cura di), La necropoli di S. Stefano “in Pertica”. Campagne di scavo 1987-1988, Città di Castello 1990. - I. AHUMADA SILVA, Il percorso longobardo nel Museo archeologico nazionale di Cividale, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 2009 - G. BERGAMINI (a cura di), Longobardi, ENTE FRIULI NEL MONDO, 1991 - S. CARMO (a cura di), La storia nella scuola, Marietti, Milano, 2002 - DECRETO MINISTERIALE 22 agosto 2007, n. 139 - C. GIORDA, M. PUTTILLI, Educare al territorio, educare il territorio, Carocci, Roma, 2011 - M. LUNAZZI, Il cammino delle Pievi in Carnia, Tipografia Moro, Udine 2011 - G. MENIS (a cura di), I Longobardi, Electa, Milano, 1990 - B. MIGLIORINI, Storia della lingua italiana, Bompiani, Milano 2001 - PAOLO DIACONO, La storia dei Longobardi, con traduzione a fronte di Elio Bartolini, TEA, Milano, 1988 - UNESCO WORLD HERITAGE LIST, DOSSIER DI CANDIDATURA, ITALIA LANGOBARDORUM, 2008 MATERIALI PER LE VERIFICHE Le prove sono finalizzate a verificare, oltre alla correttezza delle informazioni, la capacità da parte dell’allievo di instaurare confronti e relazioni fra i fatti. Vengono valutate le competenze acquisite nella lettura e nella decodificazioni delle fonti. Il lavoro sulle fonti rappresenta l’obiettivo metodologico più significativo che deve diventare la base propedeutica dello studio della storia negli anni successivi. A conclusione del percorso si privilegia la produzione di testi scritti, anche sul modello del saggio breve. Di seguito riportiamo alcuni esempi indicativi di verifiche 26 Esercitazione di Storia- Classe II • Descrivi l’immigrazione in Italia dei Longobardi precisando il percorso compiuto, la data, le modalità. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 2. Segna sulla cartina i domini longobardi in Italia e indica l’ordine cronologico in cui è stata realizzata l’occupazione. ………………………………………………………………… ………………………………………………………………… ………………………………………………………………… ………………………………………………………………… ………………………………………………………………… ………………………………………………………………… ………………………………………………………………… 3.Che cos’è la “Historia langobardorum” ? …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………............................. 4. Descrivi le aree sepolcrali longobarde a Cividale 27 …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 5. Che cos’è un corredo funebre ? ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................. 6. Descrivi questa tomba maschile. ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… 28 ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ………………………………………………………………………. 7. Descrivi gli oggetti che si possono trovare in una tomba femminile. ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ……………………………………………………………………… ………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………… …………………………………………………………………….. 29 ESERCITAZIONE DI LATINO –CLASSE II 8. Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam: quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint, illeque responderit, se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset. Tunc accessisse Gambaram ad Fream, uxorem Godan, et Winilis victoriam postulasse, Freamque consilium dedisse, ut Winilorum mulieres solutos crines erga faciem ad barbae similitudinem componerent maneque primo cum viris adessent seseque a Godan videndas pariter e regione, qua ille per fenestram orientem versus erat solitus aspicere, collocarent. Atque ita factum fuisse. Quas cum Godan oriente sole conspiceret, dixisse: "Qui sunt isti longibarbi?". Tunc Fream subiunxisse, ut quibus nomen tribuerat victoriam condonaret. Sicque Winilis Godan victoriam concessisse. Haec risu digna sunt et pro nihilo habenda. Victoria enim non potestati est adtributa hominum, sed de caelo potius ministratur. 9. Certum tamen est, Langobardos ab intactae ferro barbae longitudine, cum primitus Winili dicti fuerint, ita postmodum appellatos. Nam iuxta illorum linguam lang longam, bard barbam significat. Paolo Diacono, Historia Langobardorum, I, 8-9 • Analizza e traduci le seguenti forme verbali presenti nel passo: refert – accedentes – postulaverint – oriente - conspexisset – accessisse componerent – aspicere - digna sunt – habenda – ministratur • Individua e analizza pronomi e aggettivi dimostrativi. • Indica quale caso reggono le seguenti preposizioni e spiega quali complementi introducono nello specifico: de – ad – e – per – ab • Realizza lo schema ad albero del seguente periodo: Refert hoc loco antiquitas ridiculam fabulam: quod accedentes Wandali ad Godan victoriam de Winilis postulaverint, illeque responderit, se illis victoriam daturum quos primum oriente sole conspexisset. • Chiarisci il motivo per cui la frase relativa quos […] conspexisset presenta il verbo al modo congiuntivo. • Individua il valore sintattico del pronome relativo Quas • • Proponi una traduzione del passo. Riassumi il brano spiegando l’etimologia del termine “longobardo” che esso propone. 30 • Interpreta il motivo per cui Paolo Diacono definisce questo aneddoto una ridiculam fabulam. • Attingendo anche alle tue conoscenze acquisite attraverso lo studio della storia, relative ai costumi dei Longobardi, stendi un breve testo in cui emerga il ruolo della donna nella cultura di questo popolo barbarico. ESERCITAZIONE D’ITALIANO (lessico di origine longobarda) classe II 1. Indica quali relazioni si stabilirono tra i Longobardi e la popolazione latina a livello culturale e linguistico nel primo periodo che seguì l’invasione del 568. 2. Proponi una classificazione delle lingue germaniche, specificando a quale gruppo apparteneva la parlata dei Longobardi. 3. Spiega da quali fonti sono giunte a noi testimonianze della lingua longobarda. 4. Chiarisci perché il termine fara è importante ai fini dello studio della presenza longobarda in Italia. 5. Indica quale significato presentano i seguenti termini longobardi, attestati in alcuni toponimi italiani: Braida, Berg, Haribann, Gastald. 6. Elenca almeno 2 termini italiani derivanti dal longobardo, per ciascuna delle seguenti famiglie lessicali: • • • • • • • oggetti parti del corpo animali silvicoltura professioni verbi di azione concreta aggettivi COMPITO D’ITALIANO classe III TIPOLOGIA C- TEMA STORICO 31 1. Nel Medioevo in Umbria si sviluppa la civiltà comunale : le comunità urbane conquistano una crescente autonomia, svincolandosi dai signori feudali , dall’imperatore e dal papa. La nuova organizzazione sociale adotta anche un nuovo modello architettonico, improntato alla collaborazione e alla convivenza . Illustra questo fenomeno attraverso precisi riferimenti alle città che hai visitato nel viaggio d’istruzione. 2. Il ducato Longobardo di Spoleto e le testimonianze storiche e archeologiche. TIPOLOGIA D- TEMA DI ORDINE GENERALE La parola viaggio deriva dal provenzale viatge, che a sua volta proviene dal latino viaticum, un derivato di via. Viaticum in latino era la provvista necessaria per mettersi in viaggio, e passò più tardi a significare il viaggio stesso. La mobilità è molto cresciuta nel corso dei secoli, e le distanze si sono accorciate enormemente col migliorare dei collegamenti; ma nel linguaggio familiare viaggio conserva a volte il senso di impegno, lunghezza, fatica che era proprio dei viaggi di una volta, perché anche oggi quando si parte per un viaggio si devono lasciare a casa le proprie abitudini e le proprie comodità, i propri cari. Le scoperte, gli incontri, anche le disavventure di un viaggio aprono la mente, liberano dai pregiudizi, rendono gli uomini migliori. Prova a parlare del viaggio prendendo come esempio la visita dell’Umbria. ESERCITAZIONE ATTIVITA’ DI ACCOGLIENZA classi I • Traccia in rosso sulla cartina il percorso effettuato ed evidenzia i luoghi in cui abbiamo sostato. • Abbiamo costeggiato la riva destra o sinistra del Fiume Natisone? ......................................................................................................................................................... • Ti ricordi dove si trovano la sorgente e la foce del Natisone? ........................................................................................................................................................... • Quali coltivazioni agricole hai osservato lungo il percorso? ........................................................................................................................................................... • Quali piante spontanee hai riconosciuto nel tragitto? ........................................................................................................................................................ • Quali montagne si possono scorgere dal Ponte del diavolo? ........................................................................................................................................................... • Chi è Paolo Diacono? ........................................................................................................................................................... • A chi sono dedicate le Chiese che hai visto durante la passeggiata? 32 ................................................................................................................................................................ • Dove conduceva anticamente la strada di Borgo Brossana? ........................................................................................................................................................... • Da che cosa deriva il nome della strada di Via delle acque? ........................................................................................................................................................... • Dove ti è stata segnalata lungo il percorso la presenza degli insediamenti longobardi? ........................................................................................................................................................... • Che cosa ti ha colpito maggiormente di questa visita della città di Cividale? ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………... - 33 Scuola Secondaria di II grado – liceo classico Attività n. 8 Cividale e i Longobardi nell'Historia Langobardorum di Paolo Diacono Alcuni passi significativi tratti dall'opera riguardanti le origini, le migrazioni e la storia ( Paolo Diacono, il re Alboino, il patriarca Callisto, il duca Ratchis, gli scontri con gli Avari e le popolazioni slave): traduzione eseguita dai ragazzi dei capitoli selezionati e un loro breve commento storico e linguistico ai testi stessi Materie: Latino Classe V ginnasio a.s. 2011/2012 Docente: Paola Panont Materiale prodotto: presentazione in Prezi Unità di verifica: domande inerenti ai contenuti e alle caratteristiche linguistiche (dal testo in latino o con traduzione italiana) Nota: nella cartella Historia… cliccare su Prezi per visualizzare il documento 34 UNITA’ di VERIFICA relativa ai seguenti passi tratti dall’Historia Langobardorum di Paolo Diacono: libro I, capp. 1-3; libro II, capp. 6-9, 31-32; libro IV, capp. 22, 37, 42-44; libro V, capp. 22-24; libro VI, capp. 51-53. (tipologia: questionario con domande a risposta aperta) • Quali informazioni sul popolo dei Longobardi e le loro origini ci fornisce Paolo Diacono nei primi paragrafi del I libro? • Per quali ragioni e con quali modalità avvenne la migrazione nella penisola italica? Quale fu il ruolo di Alboino? • Dove e perché fu costituito il primo ducato? • Cosa accadde dopo la morte del re Alboino? • Che cosa sappiamo dell’aspetto dei Longobardi a quell’epoca? • Che immagini di donne affiorano nei capitoli letti? • Che cosa ci riferisce Paolo Diacono degli scontri avvenuti nel nostro territorio con altre popolazioni “barbare”? • Che cosa ci racconta l’autore delle origini della sua famiglia? • Qual è la prospettiva con cui Paolo Diacono guarda agli eventi del suo tempo? • Che cosa ci colpisce dello stile e della lingua dello scrittore ? 35 Attività n. 9 PedalalaCividale- Cividale by bike Traduzione del testo del video vincitore del concorso nazionale “Italia Nostra – Miur” a.s.2010-11 in inglese Materia: Inglese Classe I liceo classico a.s. 2011/2012 Docente: Lorella Demergazzi Materiale prodotto: presentazione Video in inglese Unità di verifica: una attività di comprensione testo, utilizzando un estratto relativo al Tempietto Longobardo dal sito “Italia Langobardorum” 36 THE TEMPIETTO The so-called “Tempietto Longobardo”, Oratory of Santa Maria in Valle, is one of the most complex and original buildings of Longobard architecture. It’s composed by a single chamber, square-plan, covered in a spacious cross-vault, which terminates in a lower presbytery, divided by pairs of columns in three parts covered in barrel vaults. The majority of scholars believe that the Tempietto, which rose in the area pertaining to the gastaldus, was erected to act as a palace chapel, and that the exalted quality of the building is the result of royal patronage. But from the point of view of the chronology, the prevailing view is that the building and decoration date from the middle of the 8th century, or to the years between 733 and 766 A.D., that is, to the reign of Astulf (749-756) or Desiderius. THE STRUCTURE The building faced east and included two rooms: the presbyterial area covered by three barrel vaults, and a hall with an almost square plan, with a cross vault ceiling. The plan is based on a 3 to 5 relationship between the two spaces, while the elevation is based on the golden rule. The possible existence of a narthex, which some researchers have proposed, has not been ascertained. The building’s exterior was executed using a mix of techniques, and appears quite plain, the walls being enlivened only by simple blind arches; this creates a contrast with the decorative wealth of the interior’s surfaces. THE WALLS AND THE ARCHES The Western wall of the hall has overall preserved its original appearance, the walls being divided into three areas, a rule which was also followed on the north and south walls; it is thus easy to reconstruct the appearance of the small building in the 8th century. The walls were covered by a tall marble skirting, over which ran the complex decoration of the middle section, comprising frescoes depicting male Saints, placed on either side of the large central arch; the latter was decorated by vine trellis motifs, and was supported by two tall capitals modelled in stucco, and rested on semi-columns. The magnificent arches were originally covered in polychrome decoration, possibly touched up in some areas with gold leaf, and were meant to offset the lunettes containing frescoes: to the West was a scene showing ‘Christ among the Archangels Michael and Gabriel’, on the south side the ‘Madonna and Child between two Archangels’. The scene in the fresco which graced the lunette on the north wall is too badly damaged and cannot be interpreted. In the upper section of each wall there are five windows, each flanked by small columns, and by arches decorated with sculptural openwork: one window takes up the central part of the West wall, while other two grace the side walls. 37 THE FEMALE SAINTS On either side of the windows runs a stucco high relief decoration, consisting in a line of twelve female figures: six survive on the west wall on either side of the window, while other ones, now missing, probably stood in groups of three on either side of the other windows on the side walls. These figures are a little larger than life, and each wears a nimbus, or square shaped halo. The ones on either side of the window are turned slightly inwards, at a slight angle, in a pose signifying religious worship, and both wear a tunic and a cloak called palla, raised to cover their heads. The remaining four are depicted frontally, richly clothed and wearing gem studded collars and diadems, and each holds the crown of martyrdom and a cross. The wall decoration is further enriched by ledges modelled in stucco showing flower motifs, with glass ampoules inserted in the centre of each flower, according to a technique also found in San Salvatore, at Brescia. The female Saints in stucco and the male Saints painted in fresco were meant ideally to converge towards the triumphal arch on which had been placed, presumably within a rich frame, a stucco sculpture group of figures, probably of a slightly larger size than the figures of female Saints, possibly depicting an ‘Annunciation’ or a figure of ‘Christ in glory’. The surviving elements at the base of the vault may indicate that the hall’s original ceiling formed a barrel shaped vault, and was embellished by mosaics, but collapsed in the 13th century and was thus rebuilt. The presence of both precious marble, as well as polychrome, gilded stuccoes and mosaics also characterized the transept area. The traces left by nails on the preparation layer which still adheres to the three small vaults, in the transept area seems to suggest a mosaic or stucco decoration, which would have further enhanced this section, where one finds a central vault supported by six columns with Corinthian capitals on which rest two re-used roman epistyles decorated with vegetal volutes. Between the presbyterial area and the aula, the main body of the building, there is a section consisting of plutei in proconnesian marble on which rest two small piers crowned by Corinthian capitals, supporting a wooden lintel beam. The aula preserves large parts of the original floor mosaic in opus sectile comprising geometric motifs (hexagons and triangles), similar to the one partly still preserved in the Church of Santa Maria foris portas at Castelseprio, and to the one which graced Santa Sofia in Benevento. THE PRESBYTERYAL AREA The presbyterial area is today floored by re-used marble elements; in the north-east corner although the marble covering has gone missing, it is possible to inspect the preparatory layer of the earlier pavement in opus sectile, which still shows traces of the imprint of small stone slabs of hexagonal and triangular shape. On the north side of the presbyterial area stand two marble slabs decorated with bas reliefs showing entwined motifs and other elements typical of the decorative repertoire of the early medieval period; these slabs originally belonged to an 8th century ambo, and were dismantled and re-used as sides of a sarcophagus placed in the same presbyterial area, possibly around the beginning of the 9th century. The building, includes frescoes dating from the late Medieval period have been partly preserved, and also holds a wooden choir dating from the 14th century. In addition to the figures of Saints, this middle area to the West also contained a dedicatory inscription which started here and ended on the wall east of the apse, comprising characters painted in white and ochre pigments over a purple background, totaling twenty four hexameters in all. 38 This fragmentary inscription, of which only a few lines are legible today, invokes the protection of the Virgin Mary and of the redeemer, and mentions events involving deaths, and the building’s pii auctores (literally “the pious authors”), unfortunately without stating their actual names; this has led researchers such as Hjilmar Torp to identify them as representing the royal couple Astulf and Giseltrude. 39 THE TEMPIETTO - Worksheet (total score ______/80) Read the text and do the following activities. Write the definitions in the map using the following: hall, presbytery, columns, western wall, choir. (Sore ___/5) . Scan the text and complete the glossary in the translation column. Try and guess the meanings from the context or use the dictionary when you are not sure. (Score _______/20) Arch Apse Beam Trave Blind arch Capital Ceiling Soffitto Chamber Column Elevation Alzata Exterior Esterno Epistyle Frame Cornice Fresco Gold leaf Hall High-relief Layer Strato 40 Ledge Sporgenza, aggetto, ripiano, mensola Lunette Narthex Openwork Lavoro di traforo Pier Piedritto, montante, pilastro Plan Pluteus (pl. plutei) Pluteo Presbytery Semi-column Skirting Zoccolatura Slab Transept Vault (cross vault/ barrel vault) Wall Answer the following questions: (Score 5 points each __________/40) 1. What was the original function of the Tempietto? 2. When was it erected? 3. The large central arch is considered the most important decorative element in the Tempietto. What is its main decorative feature? 4. How many are the female saints still visible on the western wall? What are they supposed to be doing? 5. Which part of the Tempietto preserves the original floor mosaic? What kind of floor is it? 6. What time do the frescoes of the presbytery date back? 7. What time does the wooden choir date back? What do you think it was used for? 8. In the presbytery, in the middle area to the West, there is a dedicatory inscription: what does it say? Fill in the gaps with words from the text. (Score ___________/10) THE FEMALE SAINTS. Each female saint wears a nimbus, or _______- shaped halo. The ones on either side of the window both wear a __________ and a _________ called palla, raised to cover their ________. The remaining four are richly __________ and wearing _____- studded _________ and ____________, and each holds the __________of martyrdom and a _______. Personal response. (score _____/5) The “Golden Rule” is mentioned in the text. What do you know about it? 41 Attività n. 10 PedalalaCividale - La guida Testi, mappe, fotografie che illustrano i percorsi suggeriti dal video vincitore del concorso nazionale “Italia Nostra – Miur” da poter stampare ed utilizzare durante la visita. Materia: italiano Classe I liceo classico a.s. 2011/2012 Docente: Francesca Bertuzzi Materiale prodotto: documento Pdf 42 Attività n. 11 Percorsi emotivi,una nuova geografia urbana: i nostri studenti a Spoleto La teoria, l’applicazione a Bologna con illustrazione del sito, la trasformazione in esercizio didattico per una quarta ginnasio, alcuni esiti Classe IV ginnasio a.s. 2010-11 Docente: Anna Emilia Polano Materiale prodotto: presentazione con Video 43 Attività n. 12 “Cividale : il Novecento tra memoria e oblio” Esplorare lo strato superficiale della Città, ambito del centro storico, campionando esempi urbanistici e architettonici, per tratteggiare una storia del presente. Strumenti: foto, video, testi. Materia: storia Classe I-II liceo a.s. 2011/2012 Docente: Domenico Pinto Materiale prodotto: presentazione video Unità di verifica: questionario a risposte aperte 44 Attività n. 12 “Cividale: il Novecento. Tra memoria e oblio” Esplorare lo strato superficiale della Città, ambito del centro storico, campionando esempi urbanistici e architettonici, per tratteggiare una storia del presente. Scheda di verifica. Quali luoghi della Città sono stati oggetto di analisi e perché sono state scelte le piazze? Qual è la caratteristica saliente della piazza San Francesco, quanto alla determinazione del suo perimetro? Quale forma geometrica caratterizza la piazza del Duomo e qual è il palazzo che la domina, determinando il punto di vista principale? Qual è il fulcro della piazza Paolo Diacono e perché? Quali sono gli elementi problematici della piazza Alberto Picco e dei luoghi limitrofi? Quali fra gli elementi individuati come critici sono di carattere urbanistico e quali di carattere architettonico? Qual è, se c’è, la tipologia edilizia dominante in ciascuno dei contesti considerati? Nei luoghi visitati, c’è una tipologia edilizia capace di caratterizzare il Novecento? Quale criterio di partenza è stato utilizzato per l’analisi e con quali esiti? Prova a definire un giudizio su uno dei luoghi che hai visto nel film, evitando la riduzione alle categorie di bello e di brutto. 45 Attività n. 13 Il caso dell’agro di Forum Iulii - Nuovi strumenti per lo studio del territorio antico Impiego di fonti “tradizionali” studiati con strumenti non tradizionali: il GIS Concorso Italia-Nostra MIUR a.s.2011-12 Materie: Lettere classiche Classi I-II-.III liceo, a.s. 2011/2012 (alunni volontari) Docente: Sandro Colussa (coordinatore) Materiale prodotto: sintesi del video che illustra tutte le fasi del progetto presentato al concorso 46