PROGETTO “RADICI” Piano operativo della ricerca Elisa Capozzi Flavio Fornelli 1 INDICE 1. Premessa............................................................................................................................................................. 4 2. Il contributo della ricerca alla creazione d’impresa.................................................................................................. 6 3. Gli obiettivi della ricerca .......................................................................................................................................... 9 4. L’articolazione dell’intervento............................................................................................................................. 11 5. Le aree di informazione da esplorare.................................................................................................................... 18 6. Timing della fase 1 della ricerca............................................................................................................................ 23 7. Timing della fase 2 della ricerca............................................................................................................................ 25 8. Il profilo dei target da coinvolgere ......................................................................................................................... 26 9. L’impianto metodologico della ricerca ................................................................................................................... 27 10. Indagine qualitativa con interviste in profondità a rappresentanti di Istituzioni e a opinion leader...................... 29 10.1 - Gli obiettivi................................................................................................................................................... 29 10.2 - I destinatari e la metodologia ...................................................................................................................... 30 10.3 - Le aree di indagine sul fronte degli amministratori ...................................................................................... 32 10.4 - Le aree di indagine sul fronte degli opinion leader ...................................................................................... 35 11. Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator)....................... 38 11.1 – Gli obiettivi.................................................................................................................................................. 38 11.2 – La metodologia ........................................................................................................................................... 39 11.3 – L’articolazione dell’intervento ..................................................................................................................... 41 11.4 - Le aree di indagine..................................................................................................................................... 42 11.5 - Il profilo e la dimensione del campione ...................................................................................................... 45 11.6. Lo svolgimento della rilevazione................................................................................................................... 48 11.7. Gli output ...................................................................................................................................................... 48 12 - Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni) .............................. 50 2 12.1 – Gli obiettivi.................................................................................................................................................. 50 12.2 – La metodologia ........................................................................................................................................... 52 12.3 – L’articolazione dell’intervento ..................................................................................................................... 56 12.4 - Le aree di indagine..................................................................................................................................... 56 12.5 - Il profilo e la dimensione del campione ...................................................................................................... 59 12.6. Lo svolgimento della rilevazione................................................................................................................... 60 12.7. Gli output ...................................................................................................................................................... 60 13. Gli itinerari territoriali ........................................................................................................................................... 62 3 1. Premessa Il gruppo di lavoro costituitosi all’interno del progetto Equal, attento alle dinamiche di concorrenzialità dei territori e preoccupato dal progressivo spopolamento di molti piccoli centri, nella prevalenza citati dalla ricerca di Lega Ambiente, considera necessario attivare un processo più ampio ed organico, mirato alla finalizzazione di piani strategici integrati. I territori coinvolti (all’interno delle Province di Bari, Lecce, Matera Potenza, Salerno), ogni singolo paese, vanno vissuti e gestiti come imprese calate in più mercati ad alta competitività e tese, attraverso l’aggregazione nella forma del “sistema territoriale” ad intercettare la domanda di flussi turistici e conseguentemente di attività imprenditoriali, per ancorare a ciascun territorio nuove opportunità di sviluppo socio-economico. Con la finalizzazione della ricerca e dei successivi piani strategici integrati si vuole: o valorizzare ciascun territorio per i cittadini e per le attività artigiane, commerciali e industriali che vi operano; o incrementare l’attrattività turistica, socioculturale ed economica nei confronti dei flussi turistici e di nuove attività imprenditoriali; o migliorare il livello di qualità della vita avviando un circolo virtuoso “soddisfazione/attrattività/valore” che comporti il gradimento dei cittadini residenti, favorendone, in prospettiva, il ripopolamento. 4 L’attività di ricerca assume, all’interno del Progetto Equal denominato “Radici”, una valenza strategica. Partendo da mappe territoriali da individuare e descrivere con il supporto di analisi di desk e il contributo di ricerche field, la ricerca ha l’impegnativo compito di pervenire alla analisi e verifica delle condizioni per creare una pluralità di “poli territoriali multifunzionali”, caratterizzati da un’identità coerente e da una pluralità di presenze specifiche e proposte caratterizzate, che possano esprimere attrattività presso: un’utenza locale, il target di clienti potenziali intermedi e finali, residenti nelle aree territoriali che gravitano intorno ai poli, un’utenza esterna, intermedia e finale, italiana e internazionale. 5 2. Il contributo della ricerca alla creazione d’impresa Il progetto Radici prevede di orientare la proposta verso la creazione d’impresa con vocazione in ambito prevalentemente turistico, nell’ottica di produrre un duplice vantaggio: da una parte intervenire su aree di territorio marginali allo scopo di una adeguata valorizzazione, dall’altra sviluppare opportunità di auto-impresa, che contribuiscano ad offrire prospettive stabili di lavoro a giovani risorse con adeguata formazione e giusto spirito di autonomia. Tutto questo impone alla ricerca di indirizzarsi verso la produzione di risultati concreti e del tutto attendibili, che non abbiano a che fare banalmente con l’individuazione di semplici formule d’offerta, ma contengano gli elementi per una gestione dinamica di aree territoriali vaste e variamente articolate. Non solo. Occorre attribuire enfasi all’analisi degli scenari globali, sul fronte del turismo e del turismo cosiddetto “alternativo” rispetto agli itinerari standard, per puntare a volumi di business significativi e coerenti con l’obiettivo di sopravvivenza e stabilità delle neo-imprese. . 6 Nell'ambito del mercato dell’offerta turistica, i problemi che emergono, già ad una introduttiva analisi dello scenario sono relativi a: una gestione casuale e quasi per niente integrata dei territori, soprattutto quelli più marginali; un elevato numero di proponenti sul mercato locale e nazionale, con quote ridotte, spesso dalla professionalità improvvisata, non sempre in grado di esprimere capacità di attrazione presso gli intermediari agenzie e i tour operator che, unici, possono assicurare flussi di presenze significativi, una metodologia di costruzione e gestione dell’offerta bassa e allineata fra competitor, una capacità di innovazione nell’offerta pressoché inesistente, che inibisce scelte di riacquisto o rende la partecipazione particolarmente episodica. La programmazione e l'organizzazione degli strumenti più adatti al conseguimento del successo sul mercato non può prescindere da una attenta valutazione e misurazione: dell'assorbimento potenziale, attuale e futuro; dei clienti finali e intermedi (consistenza, dislocazione, comportamento, modelli d'acquisto); dei concorrenti, per adeguarsi al loro livello di prestazioni sapendo diversificarsi e migliorare. E' ovvio, quindi, che le imprese da costituire, che hanno necessità di muoversi con successo, devono sviluppare una serie di scelte relative ai target da servire, perché questi influiscono sulla formulazione dell’offerta, sulle alternative di differenziazione, sui sistemi di vendita che vanno gestiti con grande cura. Lo impongono: 7 il valore integrato dei territori da valorizzare, il limitato numero di clienti/tour operator operanti sul territorio nazionale e internazionale, l'esigenza di garantire assistenza in fase di erogazione dell’offerta, a clienti intermedi e finali, la difficoltà ad entrare nei circuiti nazionali e internazionali del turismo e la altrettanto elevata difficoltà a rimanere, il percorso di vendita dei pacchetti turistici, articolato e complesso perché ad alto contenuto di servizio. 8 3. Gli obiettivi della ricerca il progetto integrato di ricerca interviene su tre fronti per: 1. indirizzare l’attività di formazione e di successiva creazione d’impresa verso contenuti e metodologie in grado di sostenere lo sviluppo di professionalità specialistiche, 2. offrire contributi di conoscenza a sostegno della formulazione di piani d’impresa articolati, potenzialmente in grado di giustificare investimenti, 3. contribuire alla riscoperta, valorizzazione e sviluppo di aree territoriali marginali o, comunque, non toccate da flussi turistici stabili e significativi. La complessità del mercato riferito all’offerta integrata di aree territoriali, richiede una capacità di lettura e di scelta e una mappa di lettura profonda e aggiornata delle aree su cui intervenire, la definizione delle opportunità più interessanti e un'attività di contatto mirato. In tale ottica, l’attività di ricerca deve portare all'individuazione e alla scrematura delle opportunità nell’ambito dei diversi incroci: tipologia di proposta/tipologia di cliente/area di riferimento, fino a garantire l’identificazione dei 9 sistemi per gestire adeguatamente clienti e intermediari, e mettere le risorse successivamente coinvolte nella gestione nelle condizioni di disporre degli elementi per garantirsi sviluppo e stabilità della presenza. La prospettiva in cui si colloca l’intervento di ricerca diventa allora quella di: partire dalla individuazione e descrizione dei contesti geografici di riferimento per la ricerca e dei fattori chiave di successo presso i target di più diretto riferimento (tour operator/agenzie), descrivere i trend del mercato turistico, le strategie e le mosse competitive dei concorrenti presenti sul territorio o operanti a livello internazionale, classificare le funzioni d’uso dei pacchetti d’offerta, il livello di servizio pre e post vendita e le categorie di clientela, verificare i livelli di interesse e la propensione all’acquisto di specifiche categorie di clienti, definire le politiche di valorizzazione delle aree e di relativa commercializzazione delle formule di fruizione più opportune. Tutto questo per consentire alle imprese da avviare una presenza stabile e vantaggiosa nelle aree e presso i clienti a più alto potenziale. 10 4. L’articolazione dell’intervento Fase A: Formulazione del piano operativo della ricerca dettaglio attività • • • • • • Obiettivi della ricerca. Aree di informazione da esplorare. Scissione di problemi complessi in problemi semplici Descrizione del profilo dei target da coinvolgere. Definizione dell'impianto metodologico della ricerca. Piano di campionamento (definizione del target, numerosità dell'universo, reperibilità del target, profilo del campione e numerosità, modalità di campionamento in funzione della rilevazione, modalità di somministrazione). • Costruzione degli strumenti di rilevazione: script, tracce di intervista, questionari strutturati. • Gestione indagini pilota. • Estrazione liste di nominativi selezionati. output Report 11 Fase B: descrizione macro delle aree da valorizzare dettaglio attività 1. le tendenze della domanda turistica a livello nazionale/internazionale, analizzata in termini qualitativi e quantitativi 2. i temi emergenti nel turismo: eno-gastronomico, culturale, naturalistico, religioso, rurale, arte, tradizioni (artigianato e folklore)… 3. gli aspetti normativi, la programmazione per lo sviluppo, direttrici e strumenti di attuazione degli obiettivi generali assegnati allo sviluppo di ogni singolo territorio 4. gli orientamenti dell’offerta: la composizione delle proposte, la durata dei pacchetti, il contenuto di servizio, i target di riferimento, le modalità di erogazione…. output Report Report Compilazione scheda cod. ER-FN-A Documentazione da allegare Compilazione scheda cod. ER-VC-C concorrenza locale e nazionale Documentazione da allegare 12 dettaglio attività Output Definizione delle variabili descrittive 5. individuazione dei criteri per la determinazione delle all’interno di ogni sistema territoriale comunalità competitrici, all’interno delle aree di territorio di riferimento. 6. analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni realtà 1. Raccolta dati statistici da ISTAT, su ciascuno dei territori nelle 5 province. territoriale, essenzialmente sul piano numerico/statistico: o popolazione o tasso di istruzione o attività e ricchezza o offerta artigiana e commerciale o ospitalità (alberghi, affittacamere, ristoranti, trattorie, pizzerie) o pubblicazioni a tema o risorse ambientali o risorse culturali o Calendari degli eventi 2. schede censimento ER–CS-D agriturismo, 7. benchmarking per ogni area di territorio: comparazione diretta di una serie di indicatori specifici, vantaggi competitivi e/o best practicies nel quadro dell’offerta complessiva fornita da “strutture e territori” tra di loro 3. schede censimento ER–MR-B 4. schede censimento ER–RS-E 5. schede censimento ER–RC-F 6. schede censimento ER–E-G Analisi comparativa all’interno di ciascun sistema territoriale 13 competitori. 8. S.W.O.T. Analysis 9. Prime guide lines Forze e debolezze Minacce e opportunità Prime considerazioni operative sul livello di attrattività di ciascun sistema territoriale 14 Fase C: ricerca qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti istituzioni Dettaglio attività indagine qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti di Istituzioni, allo scopo di: 9 individuare i fattori critici di successo per una migliore composizione e valorizzazione delle proposte, e per una immediata fruibilità delle aree di riferimento: attrezzature, servizi/prodotti, elementi naturali, elementi storico-artistici, elementi infrastrutturali, incentivi a nuovi insediamenti. Output Interviste non strutturate con colloqui individuali in profondità da rivolgere a: 9 1 opinion leader per ogni territorio (tot. 5), 9 i sindaci di ogni paese coinvolto nella ricerca Sbobinatura delle interviste Costruzione di report ; prime ipotesi di proposte e formule d’offerta 15 Fase D: ricerca quali-quantitativa a clienti potenziali, intermedi e finali Dettaglio attività Output 1. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator), per: o valutazioni sul mercato turistico in generale, linee evolutive, criteri di selezione delle proposte, o rapporti con la clientela, o assortimento delle proposte, indici di innovazione, rapporti con i fornitori o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di gradimento, propensione all’acquisto. 200 interviste telefoniche ad un campione casuale composto da: a. 20 tour operator locali b. 30 tour operator nazionali c. 50 agenzie locali (di cui 20 Campania, 20 Puglia, 10 Basilicata) d. 100 agenzie nazionali (nelle regioni da cui provengono i flussi turistici più significativi per il meridione) 2. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni), per: o valutazioni sull’offerta turistica in generale, o propensione emergenti, criteri di selezione delle proposte, o rapporti con i fornitori, o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di gradimento, propensione all’acquisto. 500 Interviste telefoniche ad un campione casuale composto da: 9 100 clienti utilizzatori locali 9 400 clienti utilizzatori nazionali 16 Codifica dati e immissione Rielaborazione dati e produzione risultati in forma grafica Stesura report finale della ricerca e presentazione dei risultati 17 5. Le aree di informazione da esplorare Fase 1a – ANALISI DI DESK 1. le tendenze della domanda turistica a livello nazionale/internazionale, analizzata in termini qualitativi e A livello macro quantitativi, 2. i temi emergenti nel turismo: eno-gastronomico, culturale, naturalistico, religioso, rurale, arte, tradizioni (artigianato e folklore)…, 3. gli aspetti normativi, la programmazione per lo sviluppo, direttrici e strumenti di attuazione degli obiettivi generali assegnati allo sviluppo di ogni singolo territorio, 4. gli orientamenti dell’offerta: la composizione delle proposte, la durata dei pacchetti, il contenuto di servizio, i target di riferimento, le modalità di erogazione…. 18 Fase 1b – ANALISI DI DESK 5. i criteri per la determinazione delle comunalità competitrici, all’interno delle aree di territorio di riferimento. 6. analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni realtà territoriale, essenzialmente sul piano numerico/statistico: A livello micro 7. popolazione 8. tasso di istruzione 9. attività e ricchezza 10. offerta artigiana e commerciale 11. ospitalità (alberghi, affittacamere, agriturismo, ristoranti, trattorie, pizzerie) 12. risorse ambientali, culturali, calendari degli eventi 13. benchmarking per ogni area di territorio: comparazione diretta di una serie di indicatori specifici, vantaggi competitivi e/o best practicies nel quadro dell’offerta complessiva fornita da “strutture e territori” tra di loro competitori. 14. S.W.O.T. Analysis 15. Prime guide lines 19 Per arrivare alla formulazione dei Piani Strategici integrati, si rende necessario percorrere sequenzialmente una serie di passi improntati all’analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni Paese inserito negli itinerari, essenzialmente sul piano numerico/statistico,sulla cui base strutturare progressivamente strategie decisionali. Lo schema che segue ripercorre la sequenza di fasi da prevedere nello sviluppo del progetto. benchmarking Struttura dell’offerta Struttura della domanda S.W.O.T. analysis Piano strategico integrato 20 Fase 2 – RICERCA FIELD 1. indagine qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti di Istituzioni, allo scopo di: o individuare i fattori critici di successo per una migliore composizione e valorizzazione Sul fronte dell’offerta delle proposte e per una immediata fruibilità delle aree di riferimento: attrezzature, servizi/prodotti, elementi naturali, elementi storico-artistici, elementi infrastrutturali, incentivi a nuovi insediamenti. 2. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator), per: o valutazioni sul mercato turistico in generale, linee evolutive, criteri di selezione delle proposte, o rapporti con la clientela, o assortimento delle proposte, indici di innovazione, o rapporti con i fornitori, o ruoli e modelli d’acquisto o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di gradimento, propensione all’acquisto, 21 3. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni), per: o valutazioni sull’offerta turistica in generale, propensione emergenti, criteri di selezione delle proposte, o ruoli e modelli di comportamento d’acquisto, o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di gradimento, propensione alla fruizione. 22 6. Timing della fase 1 della ricerca ANALISI DEL MERCATO TURISTICO A LIVELLO MACRO Attività da svolgere Dimensioni del mercato, aspetti normativi. Trend, composizione della domanda, cicli di vita dei prodotti e dei servizi turistici Struttura dell’offerta, regole tra competitor, barriere all’ingresso, possibilità di integrazioni Fonti Responsabilità tempi ISTAT CENSIS ISNART EURISKO RIVISTE SPECIALIZZATE FIERE SPECIALIZZATE ATTI DI CONVEGNI UE PROMEZ Gennaio Materiale promozionale e cataloghi riferiti alle regioni: Campania, Puglia, Basilicata, da agenzie e tour operator nazionali/internazionali 23 Attività da svolgere Fonti Definizione dei confini e delle caratteristiche delle aree ANALISI DEL MERCATO TURISTICO A LIVELLO MICRO territoriali individuate, nelle Province di: Salerno, Potenza, Matera, Bari, Lecce. Raccolta, analisi ragionata, selezione di studi specificamente riferiti ai territori rilevanti. Individuazione delle variabili che intervengono per rendere immediatamente fruibile l’offerta. Responsabilità tempi ISTAT ASSESSORATI PROMEZ BANCHE DATI Per le province di ISTITUTI DI RICERCA Bari e Lecce CENSIS ASSOCIAZIONI DI LEGA AMBIENTE CATEGORIA Per le province di RIVISTE SPECIALIZZATE Salerno, Potenza, Febbraio Matera. Analisi dell’offerta presente sul territorio. Materiale promozionale e cataloghi riferiti alle regioni: Campania, Puglia, Basilicata, da agenzie e tour operator locali 24 7. Timing della fase 2 della ricerca ANALISI DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA Attività da svolgere indagine qualitativa con interviste in profondità a rappresentanti di Istituzioni e a opinion leader indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator) Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni) Fonti Colloqui in profondità Responsabilità tempi Promez - Lega Ambiente Marzo/maggio Interviste telefoniche Promez - Lega Ambiente Promez - Lega Ambiente Interviste telefoniche 25 8. Il profilo dei target da coinvolgere Nella fase field, la ricerca interviene per coinvolgere differenti target, con altrettanto differenti metodologie di rilevazione: a. indagine qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti di Istituzioni. b. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator). c. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni). 26 9. L’impianto metodologico della ricerca ANALISI DEL MERCATO TURISTICO DOMANDA CLIENTI FRUITORI: turisti locali, italiani, stranieri, gruppi e individui CLIENTI INTERMEDI: agenzie locali, nazionali, internazionali tour operator locali, nazionali, internazionali OFFERTA A LIVELLO GLOBALE Dimensioni del mercato, aspetti normativi. Trend, composizione della domanda, cicli di vita dei prodotti e dei servizi turistici. Benchmarking dei territori da valorizzare A LIVELLO GLOBALE Struttura dell’offerta, regole tra competitor, barriere all’ingresso, possibilità di integrazioni CONCORRENTI Produttori artigiani e industriali di itinerari e tour tematici 27 Questa ricerca di mercato segue l’impostazione tipica delle ricerche finalizzate alla formulazione dei piani d’impresa. Attraverso la consultazione di fonti secondarie (fonti istituzionali) e primarie (intervistati), si pone l’obiettivo di pervenire ad un dettagliato livello di descrizione degli scenari di riferimento. Il percorso parte dalla classificazione delle fonti per prevedere una attenta raccolta di materiali riferiti a domanda e offerta, nella prospettiva di pervenire, al termine della fase di desk, alla formulazione di ipotesi di intervento che la successiva fase field deve verificare. Questo piano articolato di indagini serve dunque alle aziende da avviare per raccogliere tutte le informazioni di cui necessitano per sopravvivere nella competizione globale di mercato. E’ bene precisare però che esse costituiscono un ausilio e non una sostituzione rispetto alle responsabilità decisionali di chi dovrà materialmente gestire le organizzazioni. Il loro scopo è di delineare scenari evolutivi, misurare atteggiamenti e comportamenti e dimensionare i relativi fenomeni di mercato che ne conseguiranno. La ricerca serve, infatti, per esplorare: 9 il/i mercato/i nel suo/loro complesso, 9 le differenti categorie di clienti intermedi e finali che lo caratterizzano, 9 le strategie e le politiche di gestione dei concorrenti diretti e indiretti, 9 i prodotti/servizi che vi verranno immessi. 28 10. Indagine qualitativa con interviste in profondità a rappresentanti di Istituzioni e a opinion leader 10.1 - Gli obiettivi Questa ricerca non strutturata risulta un mezzo particolarmente efficace per rilevare informazioni sulla composizione delle “presenze attrattive”, sul potenziale che esprimono i territori in termini di capacità di conversione dell’offerta e di potenziamento della stessa, sulla sensibilità rispetto alla gestione manageriale dell’attività e alla prospettiva della aggregazione dell’offerta nella forma del sistema integrato territoriale. Conoscere i modi di pensare delle figure rappresentative sul territorio e i livelli di sensibilità degli amministratori, in fatto di scelte di pianificazione territoriale, metterà il gruppo di lavoro nelle condizioni di conoscere il modello di comportamento tendenziale sia degli attuali che dei potenziali gestori che ai primi potranno aggiungersi. Del resto, se si vuole assicurarsi un ruolo propositivo all’interno dell’offerta turistica, che non vada in sovrapposizione con la “mission” delle troppe iniziative già gestite o in corso di svolgimento e risulti coerente rispetto alle potenzialità di ogni area territoriale, è indispensabile che ci si attrezzi per disporre delle giuste chiavi di lettura e del più adeguato sostegno. 29 La prospettiva, da costruire nel medio-lungo periodo, deve essere molto chiara: una offerta di servizi pianificata in termini di composizione, perennemente orientata all’innovazione di prodotto e di processo, coerentemente gestita sulla base degli input di mercato. 10.2 - I destinatari e la metodologia L’indagine qualitativa coinvolgerà: o un opinion leader per ognuna delle province coinvolte, selezionato in quanto figura rappresentativa del territorio, o i sindaci dei comuni coinvolti dal progetto. Questa prima parte della ricerca farà ricorso ad un approccio non strutturato e ad una metodologia specifica, la ricerca qualitativa, che deve consentire di andare alla radice delle situazioni e dei problemi, per cogliere vincoli e opportunità collegati ad una adeguata e vantaggiosa valorizzazione dei territori. Il problema non è tanto legato ad una brillante definizione dei confini delle aree territoriali, che agli occhi dei più appare l’elemento di specifico e diretto interesse, quanto alla capacità di riscoprire il filo rosso in grado di dare un senso compiuto a itinerari che devono mostrarsi sempre nuovi e d’interesse, per vecchi e nuovi clienti, locali ed esterni. 30 La ricerca, fra l’altro, mira ad individuare i fattori critici di successo per una migliore composizione e valorizzazione delle proposte, e per una immediata fruibilità delle aree di riferimento. In particolare: attrezzature, servizi/prodotti, elementi naturali, elementi storico-artistici, elementi infrastrutturali, incentivi a nuovi insediamenti. Destinatari della rilevazione saranno amministratori e opinion leader, nel loro ruolo di “protagonisti” della cultura e della promozione del territorio, da coinvolgere in quanto presenze qualificate e qualificanti da cui ottenere “investitura” e a cui offrire coinvolgimento e ruolo di coordinamento. Va precisato che le ricerche qualitative si basano sul presupposto che, all'interno di un gruppo omogeneo di persone, atteggiamenti, reazioni, possibili risposte di fronte a un concetto, a una nuova formula d’offerta ecc. siano limitati. Le ricerche qualitative non possono fornire delle linee di previsione quantitative, ma possono, una volta compreso l'atteggiamento dominante degli intervistati (in questo caso amministratori e opinion leader), andare in profondità. E' possibile comprendere le ragioni profonde di un valore riconosciuto a certe realtà, individuare le leve sulle quali si può agire strategicamente per fare interventi e comunicazioni sempre più efficaci e costruire formule d’offerta turistica sempre più adeguate ai bisogni di “gruppi di consumatori”, classificati per variabili rilevanti. Le ricerche qualitative hanno inoltre un grosso valore aggiunto in termini di capacità di scoprire aree nuove e non ancora esplorate, già presenti nei bisogni latenti delle cosiddette “antenne”, ma non ancora "sfruttate" dagli operatori. 31 Per tutte queste ragioni la ricerca qualitativa potrà essere un utile strumento strategico, in quanto consentirà di conoscere in profondità l'esistente e di illuminare efficacemente il futuro. Scopo di questa ricerca è lo studio delle dinamiche psicologiche e socioculturali sulle quali è basata l'interazione cliente/consumatore - comunicazione prodotto e l'interazione istituzione – servizi – cittadino. Si farà ricorso ad un colloquio individuale con intervista in profondità che rappresenta uno dei più tipici e diffusi strumenti di analisi qualitativa dei mercati. Consiste nella conduzione di interviste condotte da psicologi o sociologi o persone esperte sulla base di una traccia predisposta che consentirà agli interlocutori di esprimersi liberamente. I destinatari di una delle due interviste, in particolare gli opinion leader, saranno selezionati in base alle esigenze specifiche in modo da essere rappresentativi del territorio e dei potenziali target di riferimento. Le informazioni verranno analizzate da un punto di vista qualitativo, attraverso l’interpretazione e la decodifica di quanto espresso nei colloqui. I risultati dell’analisi verranno presentati sotto forma di report e presentazioni conclusive ai partner. 10.3 - Le aree di indagine sul fronte degli amministratori Sul fronte degli amministratori (e, in particolare dei sindaci), sono due le tipologie di informazioni utili: • di tipo quantitativo: l’assortimento dell’offerta presente sul territorio, la distribuzione delle presenze, la dimensione dell’accoglienza…. 32 • di tipo qualitativo: lo stile manageriale e la capacità di investire sull’offerta territoriale, i modi di pensare e di gestire la cosa pubblica…. Informazioni quantitative 1 - Stato dell'arte del territorio: • quanta superficie, • quali prodotti, • quali produttori, • quali servizi, • quale natura/cultura/storia/tradizioni • omogeneità/eterogeneità del territorio • situazione attuale e trend • quali innovazioni sono in corso e/o si prevedono: • di strutture produttive, ricettive, di intrattenimento e socializzazione, • di supporti logistico-infrastrutturali, • di proposte di animazione/gestione, • di modalità d’uso. 33 2 - Confronto del territorio con: • altre realtà vicine • altre realtà lontane 3 – rispetto al progetto equal: • grado di coinvolgimento e livelli di partecipazione • vincoli • opportunità Informazioni qualitative • L'atteggiamento e il vissuto nei confronti del territorio, • Tradizioni, cultura e mercato, • Soluzioni allo spopolamento e alla marginalità dei territori • Rapporti con gli operatori • Lo stile manageriale e i modi di pensare • Le caratteristiche della istituzione gestita 34 10.4 - Le aree di indagine sul fronte degli opinion leader Anche sul fronte degli opinion leader sono due i contributi utili: 9 alla diagnosi: stato dell’arte del turismo sul territorio; presenze qualificanti e da valorizzare in termini di insediamenti, manufatti, prodotti, servizi, elementi del paesaggio, storia, cultura, tradizioni; dimensione e managerialità nell’accoglienza; supporti strutturali e di servizio; 9 all’innovazione: dimensione sistemica degli insediamenti territoriali; nuove forme di pianificazione e valorizzazione dei territori; condizioni per la vendibilità di nuove formule per nuovi utenti; modalità per una fruizione stabile e duratura da parte delle utenze già coinvolte o da attrarre; le funzioni di un organo di coordinamento pubblico o privato. Gli opinion leader, i “protagonisti” per ogni area territoriale della cultura e delle tradizioni, attenti osservatori e interpreti delle tendenze emergenti, segnalati come tali dalle Province, saranno coinvolti in interviste in profondità destinate a far emergere il sistema dei benefici e dei corrispondenti valori esistenti nell’area. In sostanza, all’analisi delle strutture ed attrezzature del territorio deve corrispondere una verifica dei benefici e dei corrispondenti valori esistenti nelle aree, che, sulla base di caratteristiche omogenee da una parte e di complementarità nell’offerta dei servizi dall’altra, possano assumere i requisiti di sistemi territoriali ed economici in grado di affermarsi anche all’esterno, in aree ad alto potenziale, potendo contare sui contributi provenienti dalle sinergie interne. In linea con questo orientamento, ecco allora che diventa necessaria, come fase propedeutica a qualsiasi tipo di intervento, la identificazione in profondità dei benefici delle aree potenzialmente interessanti, e non solo della 35 specifica presenza di manufatti, allo scopo di una successiva valorizzazione e divulgazione di una immagine basata sui valori endogeni, per creare i presupposti di una offerta ricca di proposte esclusive, in sintonia con le motivazioni e aspettative di potenziali beneficiari. Questa verifica va effettuata anche al fine di dimensionare sia quantitativamente che qualitativamente, nella successiva fase di promozione di un territorio organizzato, a cura delle neoimprese, gli investimenti in strutture e servizi aggiuntivi che permettano la fruizione ripetuta e prolungata nel tempo di quegli stessi valori che allo stato attuale devono essere divulgati, conosciuti e fruiti una prima volta. Informazioni quantitative 1 - Stato dell'arte del turismo nell’area di riferimento: • quanto valore, • quale valore, • quale originalità, • quale spendibilità sul fronte di: insediamenti, manufatti, prodotti, servizi, elementi del paesaggio, storia, cultura, tradizioni, • dimensione e managerialità nell’accoglienza • I rapporti tra gli operatori • omogeneità/eterogeneità del territorio • situazione attuale e trend • quali innovazioni 36 • Storia della propria scelta di una o più formule turistiche alternative • Le caratteristiche della proposta: punti di forza/punti di debolezza 2 - Confronto del territorio con: • altre province della Regione • Italia • Area Mediterranea • Mercato globale Informazioni qualitative • il sistema dei benefici e dei corrispondenti valori esistenti nell’area, • la dimensione sistemica degli insediamenti territoriali, • nuove forme di pianificazione dei territori e applicabilità alla specifica area, • la vendibilità di nuove formule per nuovi utenti, • la sintonia con i bisogni delle utenze già coinvolte o da attrarre, • le funzioni di un organo di coordinamento pubblico o privato, • Immagine degli organi di coordinamento e dell'istituzione ideali. 37 11. Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator) 11.1 – Gli obiettivi La ragione principale di questa ricerca si collega all’esigenza di disporre di un quadro il più possibile aggiornato e obiettivo sulle caratteristiche dell’offerta e della domanda intermedia, con un’attenzione particolare all’area primaria di attrazione (le regioni del Meridione in cui insistono i territori), e alcune regioni del nord-centro Italia intorno alle quali si gioca la parte più significativa del business dell’incoming riferito alle stesse aree territoriali. L'obiettivo della ricerca è quello di descrivere le caratteristiche dei produttori industriali e artigiani (tour operator) e degli intermediari (le agenzie di viaggio), operando una distinzione tra gli operatori regionali (potenzialmente anche concorrenti diretti) e gli operatori del resto d'Italia che vanno identificati e classificati come clienti, in quanto operanti in scenari diversamente caratterizzati e, proprio per questo, ad alto potenziale. A questi interlocutori, da identificare sulla base di variabili che garantiscano la significatività del potenziale che ciascuno è in grado di esprimere e la rappresentatività rispetto al segmento a cui appartengono, verranno rivolte interviste telefoniche orientate a: 9 ricostruire lo scenario dei nuovi orientamenti, sul fronte degli operatori più evoluti (analisi di concorrenza), sia in termini di scelte produttive (pacchetti turistici) che gestionali, 9 descrivere il modello d’acquisto sul fronte delle scelte di coinvolgimento di nuovi operatori, 9 verificare l’interesse a «prendere in considerazione una nuova proposta», e a quali condizioni. 38 In questo modo saranno soddisfatte le esigenze: 1 di ordine strategico, relativamente alla identità e caratteristiche del sistema d’offerta da strutturare a cura delle imprese da avviare, in una prospettiva anche di medio-lungo periodo, 2 di tipo operativo, sul fronte della scelte di eventuale specializzazione tematica o di servizi, nonché della individuazione dei clienti a più alto potenziale, che saranno descritti in profondità per assicurarsi di servirli in forma stabile e significativa. La ricerca, in sostanza, serve per capire se le proposte da formulare potranno rispondere adeguatamente ai bisogni del cliente intermedio e poi serve anche per decidere come rendere questi pacchetti coerenti con le abitudini di acquisto e di consumo, con le aspettative dei “produttori e intermediari” in fatto di risoluzione dei loro bisogni. 11.2 – La metodologia Il sistema integrato di indagini che si suggerisce si basa su una diversificazione di destinatari e di approcci intesi a verificare le ipotesi sopra citate sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo. Si propongono, pertanto, 2 diverse tipologie di ricerca: 39 1. ricerca telefonica ai tour operator, per verificare i modi di pensare sul settore, gli orientamenti emergenti nelle formule d’offerta, le motivazioni della preferenza attribuita a specifici fornitori e le ragioni di una eventuale fedeltà consolidata, frequenza di coinvolgimento, interesse nei confronti di nuovi fornitori e di nuove proposte; 2. ricerca telefonica ai responsabili di agenzia di viaggi, per verificare i modi di pensare nel settore, per accertare punti di forza/punti di debolezza dell’offerta di tour a tema sia semplicemente commercializzata sia prodotta, volumi di attività gestiti, segmenti di clientela eventualmente privilegiati, interesse a integrarsi con nuovi fornitori, propensione per le nuove formule da commercializzare. Come premessa al lavoro “sul campo” sarà indispensabile una preliminare fase di coordinamento che, in funzione della complessità degli obiettivi che ci si pone, dovrà proporsi come momento intermedio tra questa prima ipotesi progettuale e la stesura di un disegno definitivo che verrà puntualmente concordato e valutato in funzione di considerazioni anche metodologiche. Tale fase di coordinamento sarà necessariamente collegata ai risultati delle analisi di desk che, contribuendo alla raccolta delle informazioni di base, consentiranno di orientare alcune scelte metodologiche in funzione delle reali esigenze informative. In previsione della gestione di questa parte del progetto si prevede di costituire un apposito gruppo operativo che curi l’organizzazione e lo sviluppo del piano di lavoro, sia in fase di impostazione che di traduzione operativa, 40 prevedendo funzioni di coordinamento generale e funzioni specifiche, in base alle competenze richieste dalle diverse operazioni di ricerca. La struttura operativa dovrà soprattutto garantire la fluidità e la regolarità dei contatti e delle attività inerenti il progetto di ricerca, sia fra le diverse funzioni coinvolte all’interno del gruppo di ricerca, sia nei rapporti con l’esterno. Compito di questo comitato di coordinamento sarà quello di definire l’organizzazione del piano della ricerca, fissando i criteri e le scelte generali di indirizzo, le modalità di esecuzione e la time-table delle operazioni. Inoltre il comitato interverrà nella discussione e approvazione di tutte le attività che richiedono verifica: • definizione della struttura dei campioni • verifica del questionario definitivo • controllo del timing delle singole fasi • definizione dei piani di elaborazione • formulazione dei report • organizzazione degli incontri e delle presentazioni ai partner del progetto. 11.3 – L’articolazione dell’intervento Il lavoro di ricerca sarà articolato in 4 fasi di intervento, ciascuna destinata a sviluppare un ambito compiuto di riflessione: 41 • indagine pilota per la verifica di efficacia dei questionari di rilevazione; • fase field destinata alla gestione delle rilevazioni sul campo ; • fase della codifica dei dati e della stesura dei report; • presentazione dei risultati della ricerca e comunicazione delle raccomandazioni operative. Si è scartata l’ipotesi di una ricerca a mezzo e-mail, in quanto si presuppone di non raggiungere i risultati necessari. Il questionario potrebbe non arrivare nelle mani del responsabile/decisore dell’organizzazione di riferimento, potrebbero non essere compilate le domande più impegnative, il ritorno diventerebbe sicuramente basso anche in presenza di incentivo, i tempi di risposta non certi; tutte cose invece di fondamentale importanza. Si è considerato più opportuno, all’interno del team di ricerca, privilegiare le interviste telefoniche, da eseguire compilando i questionari con l’ausilio del computer (sistema CATI: Computer Aided Telephonic Interview). La prima stesura del questionario sarà sottoposta ad un test per verificare se la richiesta di informazioni sia compatibile con la disponibilità degli intervistati a rispondere, trattandosi di profili decisionali all’interno di organizzazioni. Dopo le necessarie rifiniture partirà l’indagine telefonica vera e propria. 11.4 - Le aree di indagine La ricerca sarà articolata in 7 aree d’indagine, riguardanti rispettivamente: 42 • valutazioni sul mercato in generale; • le proposte a catalogo e i rapporti con i fornitori; • i clienti serviti; • test di interesse/gradimento sulla formula da lanciare; • le caratteristiche della organizzazione; • i dati di classificazione. A. B. La situazione di mercato • Tendenza recente e attesa in base all’esperienza dell’operatore intervistato • Sensazioni sul mercato in generale e tendenza attesa • Individuazione dei fattori di successo e di insuccesso per un’azienda che propone itinerari a tema • Gli orientamenti strategici dei produttori Le proposte a catalogo e i rapporti con i fornitori • Aree di intervento dell’organizzazione • Ambiti di specializzazione 43 C. D. E. F. I clienti serviti • Tipologia della clientela servita, suddivisa in intermediari e clienti finali • Modalità di gestione dei rapporti con la clientela • Formula d’offerta e servizi periferici connessi con l’erogazione • Orientamento alla clientela e customer satisfaction • Modelli di comportamento d’acquisto di clienti intermedi e finali Test di interesse/gradimento sulle formule da lanciare • Interesse in generale e in specifico, relativamente alla formula • Punti di forza/punti di debolezza della proposta • Propensione a creare le condizioni per una collaborazione Le politiche di marketing dell’organizzazione • Quali prodotti per quali mercati • Quale politica dei prezzi • Quali sistemi di comunicazione • Quali modalità di distribuzione Dati di struttura 44 • Generalità • Classe fatturato • Numero dipendenti Il questionario (proprio perché telefonico) dovrà privilegiare gli aspetti di tipo strutturato, anche senza tralasciare quelli di tipo non strutturato. Infatti saranno inserite alcune domande che prevedono risposte aperte, per dare spazio alle sensazioni dell’interlocutore. Tali informazioni sono di fondamentale importanza per comprendere le problematiche di chi opera nel settore e le ultime tendenze evolutive. 11.5 - Il profilo e la dimensione del campione La ricerca in oggetto è svolta al fine di offrire contributi a neo-imprese da avviare al termine di un percorso formativo, orientate da subito a privilegiare una politica di offerta selettiva, incentrata su un elevato contenuto di servizio. E’ sembrato opportuno, ai fini anche dell’analisi di concorrenza, concentrare l’attenzione su tour operator e agenzie caratterizzate da un’analoga politica di offerta, allo scopo di estrapolare informazioni utili su quella che è la percezione 45 del marcato da parte di questi operatori, sui loro principali target di riferimento, sulle caratteristiche peculiari della loro offerta (caratteristiche delle proposte, servizi periferici, ecc..). Saranno gestite 200 interviste telefoniche ad un campione casuale composto da: a. 20 tour operator locali b. 30 tour operator nazionali c. 50 agenzie locali (di cui 22 Campania, 25 Puglia, 3 Basilicata) d. 100 agenzie nazionali Data questa premessa, per l’estrapolazione del campione si è operato ricorrendo congiuntamente a tre criteri: a) un criterio di tipo oggettivo/quantitativo, legato alla presenza della struttura negli elenchi ufficiali delle Associazioni di categoria; b) un criterio geografico, legato all’ubicazione della sede; c) un criterio qualitativo connesso con la valutazione delle proposte attestate su standard di qualità elevata o, comunque, su una adeguata ricercatezza e originalità delle formule. 9 Per quanto riguarda il punto a), si è fatto ricorso alle due Fonti istituzionali: FIAVET per le agenzie di viaggio e ASTOI per i tour operator. 46 9 Per quanto concerne il punto b), si è scelto di prendere in considerazione le imprese ubicate nelle regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia (alle quali, però, sono da aggiungere la Puglia e la Basilicata). Queste 8 regioni, infatti, oltre a raccogliere nel loro insieme la maggior parte della popolazione italiana, sono anche sede dei maggiori aeroporti nazionali per numero di passeggeri sbarcati (Dato aggiornato al 2001. Fonte: Annuario TCI ). All’interno di queste aree territoriali si procederà ad una estrazione casuale dei nominativi. 9 In merito infine al terzo criterio utilizzato, in mancanza di dati più indicativi, sono state individuate alcune proposte posizionate su fasce di “ricercatezza” e di prezzo più elevato rispetto alla media. (Fonte: Internet). Presumendo che ad un prezzo più elevato corrisponda una maggiore qualità della proposta, sono stati presi in considerazione quei tour operator e quelle agenzie che nel loro portafoglio prodotti (pacchetti turistici) annoverino proposte “mediamente più costose” . In conclusione ne risulta un campione di operatori (agenzie e tour operator) con profilo strutturato e proposta qualificata, operanti in regioni con una popolazione significativa nonché sede di almeno uno dei dodici principali scali aeroportuali nazionali. Un discorso a parte è stato fatto infine per Puglia, Basilicata e Campania. Trattandosi del mercato geografico di più diretto riferimento per le aziende da avviare, si è qui ritenuto, allo scopo di ottenere un campione di una certa consistenza, di adottare quale unico criterio di selezione quello relativo al luogo in cui è ubicata la sede. Si è così deciso 47 di includere nel campione tutti i tour operator e agenzie che risultino preferibilmente avere un profilo societario definito e si collochino nei capoluoghi di provincia. 11.6. Lo svolgimento della rilevazione La rilevazione delle informazioni avverrà mediante interviste telefoniche, della durata media di 15 minuti. Le interviste saranno condotte da un gruppo qualificato di intervistatori, esperti nelle tecniche d’intervista. Il lavoro sarà costantemente assistito e controllato da supervisor, che, grazie ad appositi sistemi, controlleranno più del 20% delle interviste in modo completo. Per la conduzione delle interviste verrà utilizzato un questionario semi-strutturato (articolato nelle due versioni destinate ai tour operator e alle agenzie), preparato dai ricercatori. 11.7. Gli output I dati raccolti saranno analizzati sia in modo bivariato sia in modo multivariato. Le elaborazioni bivariate, che costituiscono l’approccio di base di lettura dei dati consentiranno l’analisi di una variabile (domanda) rispetto ad un’altra o ad aggregazioni di altre. In particolare, si potranno leggere le informazioni sia sul totale sia a livello di specifici sottogruppi, la cui numerosità e il cui interesse siano giudicati rilevanti. 48 L’elaborazione multivariata, cioè l’elaborazione che opera in simultanea su più variabili, consentirà di segmentare il mercato in gruppi il cui interesse e la disponibilità alla frequenza/utilizzo siano differenti, e nei confronti dei quali potrà essere opportuno realizzare specifiche e distinte politiche di commercializzazione. I risultati dell’indagine saranno forniti sotto forma di tabelle statistiche e di rapporto di sintesi, in cui si illustrano le principali evidenze della ricerca. 49 12 - Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni) 12.1 – Gli obiettivi Lo scopo della ricerca è quello di verificare quali siano le reali potenzialità che si presentano per nuove organizzazioni da avviare in ambito turistico, che vogliono rapidamente consolidare una significativa esperienza nei mercati di diretto riferimento per puntare ad una più stabile e razionale penetrazione in aree a più alto valore. In particolare, si desidera ottenere delle risposte ad una serie di quesiti relativi agli attuali comportamenti di acquisto nonché agli atteggiamenti e preferenze dei consumatori, sia locali che esterni ai territori di riferimento, sul fronte dei fornitori e delle proposte più frequentemente utilizzate. Tali risposte devono permettere di orientare in senso operativo la politica delle organizzazioni di servizi turistici da avviare, nella prospettiva di un migliore sfruttamento della qualità e del valore che i sistemi d’offerta saranno in grado di esprimere. Orientativamente, si vogliono esaminare: le caratteristiche tipologiche più rilevanti nella composizione dei residenti nelle diverse zone, 50 e cioè rilevare tutte le informazioni relative al profilo del/i target di riferimento (nell’area primaria di attrazione, nell’area secondaria, nelle aree periferiche), alla composizione e alla struttura degli acquisti nell’ambito di “turismo ed evasione”, al ruolo dei decisori; le caratteristiche del mercato di riferimento, e cioè rilevare se e quali operatori sono oggigiorno utilizzati per gli acquisti di “servizi turistici” e quali sono le aree scoperte di bisogni (luoghi frequentati e formule privilegiate, soggetti a cui si riconosce affidabilità in fase di decisione d’acquisto, frequenza di acquisto, assortimenti acquistati, funzioni d’uso richieste alle formule e livello di servizio imposto agli operatori turistici…); le caratteristiche della domanda riferita a nuove proposte, e cioè valutare l’interesse verso nuovi operatori turistici e nuove formule (interesse in generale, aspetti maggiormente apprezzati ed aspetti meno apprezzati, disponibilità alla fruizione a quali condizioni, intenzione d’acquisto, livello di prezzi giudicato opportuno, …). In sintesi, il progetto di ricerca intende soddisfare l’esigenza di individuare gli elementi di scenario, le caratteristiche del profilo e relativo bisogno espresso dalla clientela attuale e potenziale e i modelli di comportamento dei principali concorrenti nella percezione dei clienti, allo scopo di definire con maggiore consapevolezza le modalità di presenza e il grado di attrattività dei mercati da servire in fase di lancio e nelle fasi successive dello sviluppo. 51 In questa maniera i fattori critici di successo e i sistemi per risultare competitivi si individueranno attraverso un processo di riflessione strutturata che, partendo dai dati di analisi sul campo, perverrà successivamente alla formulazione di piani operativi di marketing, in grado di supportare adeguatamente le scelte di consapevole penetrazione nel mercato. 12.2 – La metodologia Il prodotto/servizio turistico è il risultato di numerose variabili (attributi) che ne determinano insieme il grado complessivo di soddisfazione per i consumatori. Non tutte le variabili hanno però lo stesso peso nel generare tale soddisfazione o, in altre parole, non sono tutte importanti allo stesso modo per il consumatore. Per migliorare o definire al meglio il/i prodotto/i servizio/i è necessario analizzare separatamente il valore di ogni variabile per individuare quali contano di più e quanto valgono per ogni categoria di consumatori. Seguendo questo approccio, ad ogni singola variabile è possibile associare una “utilità” per il consumatore e una stima di costo per le aziende da avviare. La costruzione di ipotesi diverse di prodotto/servizio tramite combinazione delle variabili permette di verificare il livello complessivo di soddisfazione del consumatore (somma delle singole unità) mettendolo in relazione alle strategie aziendali. 52 Partendo dal processo di scelta individuale, mediante le tecniche più appropriate di rilevazione, la ricerca opererà in modo tale che: 9 i consumatori confrontino diverse ipotesi di pacchetti turistici, ognuno costruito come combinazione di particolari livelli di attributo, 9 i consumatori vengano messi nella condizione di effettuare dei “trade off” tra mix possibili di pacchetti turistici, 9 l’effetto dei “trade off” svolto dai consumatori venga quantificato mediante l’assegnazione di valori di utilità per ogni livello di attributo. Secondo questo metodo, l’intervistato sarà sottoposto ad una serie di scelte progressive tra più mix alternativi di prodotto/servizio (set di valutazione), in ognuno dei quali si è costretti a sacrificare qualche caratteristica per ottenerne altre. Utilizzando delle tecniche di ricerca di Conjoint Analysis sarà possibile ricostruire, sulla base delle preferenze espresse dagli intervistati per mix diversi di prodotto/servizio, l’utilità di ogni caratteristica. L’analisi dei dati potrà essere sviluppata dinamicamente costruendo a posteriori mix di prodotto/servizio determinando sia il loro valore in assoluto sia mettendoli a confronto in scenari di mercato diversi. La Conjoint Analysis permette di stimare, da un insieme ridotto di mix (set di riferimento), non solo il valore delle singole caratteristiche di prodotto/servizio ma anche di simulare il valore di tutti i mix possibili. 53 Le caratteristiche da introdurre nel modello e che consentono la definizione dei mix di prodotto/servizio dovranno essere attentamente valutate. La loro definizione potrà essere il risultato sia di un’analisi interna di marketing sia della verifica mirata qualitativa, effettuata precedentemente sugli opinion leader e sugli operatori. Il questionario comprenderà, oltre alla sezione specifica dedicata al modello, altre sezioni che consentiranno di raccogliere informazioni di consumer habitus e dati socio-demografici generali e di approfondimento. La valutazione delle caratteristiche dei prodotti/servizi richiede un coinvolgimento o una esperienza specifica degli intervistati. Il campione dovrà pertanto rappresentare adeguatamente il target di riferimento in modo da consentire una appropriata lettura dei risultati. Coerentemente con questi orientamenti metodologici, la ricerca tenderà a verificare le ipotesi formulate, sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo. Lo strumento più utile per gestire il contatto sarà una ricerca telefonica presso un campione casuale di decisori d’acquisto/famiglie. Anche in previsione della gestione di questo progetto si prevede di costituire un apposito gruppo operativo che curi l’organizzazione e lo sviluppo del piano di lavoro, sia in fase di impostazione che di traduzione operativa, prevedendo funzioni di coordinamento generale e funzioni specifiche in base alle competenze richieste dalle diverse operazioni di ricerca. 54 La struttura operativa dovrà soprattutto garantire la fluidità e la regolarità dei contatti e delle attività inerenti il progetto, sia fra le diverse funzioni coinvolte all’interno del gruppo di ricerca, sia nei rapporti tra lo stesso gruppo e i partner del progetto Equal. Compito di questo comitato di coordinamento sarà quello di definire l’organizzazione del piano della ricerca, fissando i criteri e le scelte generali di indirizzo, le modalità di esecuzione e la time-table delle operazioni. Inoltre il comitato interverrà nella discussione e approvazione di tutte le attività che richiedono verifica: • definizione della struttura dei campioni • verifica del questionario definitivo • controllo del timing delle singole fasi • definizione dei piani di elaborazione • formulazione dei report • organizzazione degli incontri e delle presentazioni ai partner del progetto. 55 12.3 – L’articolazione dell’intervento Il lavoro di ricerca sarà articolato in 4 fasi di intervento, ciascuna destinata a sviluppare un ambito compiuto di riflessione: • indagine pilota per la verifica di efficacia dei questionari di rilevazione; • fase field destinata alla gestione delle rilevazioni sul campo ; • fase della codifica dei dati e della stesura dei report; • presentazione dei risultati della ricerca e comunicazione delle raccomandazioni operative. 12.4 - Le aree di indagine La ricerca mira a valutare le potenzialità delle future imprese di servizi turistici, presso i consumatori finali. In particolare, si intende analizzare il profilo della potenziale utenza, le caratteristiche del mercato competitivo e l’interesse ed il gradimento suscitato dalle nuove strutture. 56 In sintesi, i temi da esplorare riguardano: le abitudini di vacanza 9 atteggiamenti verso la vacanza 9 numero di vacanze fatte mediamente in un anno 9 periodi dell’anno in cui si fanno vacanze 9 persone con le quali si va in vacanza 9 destinazione delle vacanze (mare, montagna, lago/collina, città d’arte, ecc.) 9 durata delle vacanze: brevissima, breve, media, lunga 9 modalità di alloggio (casa propria, albergo, casa affitto, villaggio turistico, agriturismo, ecc.) 9 spesa annuale per le vacanze le relazioni con il fornitore di viaggi abituale 9 agenzie/consulenti di viaggi frequentati e fornitore abituale 9 percorsi di scelta del fornitore (motivi, modalità di selezione,…) 9 livello di soddisfazione, bisogni soddisfatti ed attese verso il fornitore. Il fornitore ideale 57 9 Prefigurazione della agenzia/tour operator ideale La nuova proposta 9 Interesse e gradimento complessivo 9 Interesse vs aspetti specifici (nuovi servizi, itinerari tematici, proposte di viaggio, orari, ubicazione,…) 9 Propensione a servirsi dei nuovi fornitori in futuro Lo scopo della ricerca è quello di verificare quali siano le reali potenzialità che si presentano per nuove agenzie di servizi turistici che puntano, direttamente o attraverso intermediari, ad una stabile e razionale penetrazione in aree (intese in termini geografici e di tipologia di clienti) ad alto valore, nella prospettiva di incrementare le occasioni di fruizione. In particolare, è utile ottenere risposte ad una serie di quesiti relativi agli attuali comportamenti di acquisto nonché agli atteggiamenti e preferenze dei consumatori, sul fronte dei fornitori stabilmente frequentati. Tali risposte devono permettere di orientare in senso operativo la politica delle neo-imprese, nella prospettiva di un migliore sfruttamento della qualità e del valore che il sistema d’offerta dovrà esprimere. 58 12.5 - Il profilo e la dimensione del campione L’universo rappresentato è costituito da coloro che nell’ultimo anno hanno fatto un viaggio/vacanza fuori o dentro la propria regione. Va precisato che dalla ricerca Sinottica effettuata su un campione rappresentativo della popolazione italiana (10.000 individui) risulta che più della metà degli italiani è andata in vacanza nell’ultimo anno (53%), ed il 19% ha fatto più di un periodo di vacanza. Circa il 15% degli italiani ha optato per la formula della vacanza organizzata (individuale o di gruppo). Si propone di estrarre un campione di 500 fruitori nell’ultimo anno di un viaggio/vacanza, di cui: 9 100 residenti nelle Regioni di riferimento dell’intervento: Basilicata, Campania, Puglia, fruitori nell’ultimo anno di un viaggio/vacanza nella stessa regione di residenza, 9 400 clienti utilizzatori nazionali residenti nelle regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, fruitori nell’ultimo anno di un viaggio/vacanza in altra regione rispetto a quella di residenza. Come precedentemente specificato, queste 7 regioni, oltre a raccogliere nel loro insieme la maggior parte della popolazione italiana, sono anche sede dei maggiori aeroporti nazionali per numero di passeggeri sbarcati (Dato aggiornato al 2001. Fonte: Annuario TCI ). 59 L’estrazione dei nominativi degli intervistati verrà effettuata casualmente, sulla base degli elenchi telefonici delle città capoluogo di provincia. 12.6. Lo svolgimento della rilevazione L’intervista, di tipo strutturato telefonico, sarà effettuata con tecnologia C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interview). Gli intervistatori, esperti nella conduzione di indagini telefoniche, saranno istruiti sugli obiettivi e le modalità di rilevazione con briefing personali, condotti dai ricercatori. La durata dell’intervista non dovrà superare complessivamente i 15 minuti. Il lavoro sarà costantemente assistito e controllato da supervisor, che, grazie ad appositi sistemi, controlleranno più del 20% delle interviste in modo completo. Per la conduzione delle interviste verrà utilizzato un questionario semi-strutturato, preparato dai ricercatori. 12.7. Gli output I dati raccolti saranno analizzati sia in modo bivariato sia in modo multivariato. 60 Le elaborazioni bivariate, che costituiscono l’approccio di base di lettura dei dati consentiranno l’analisi di una variabile (domanda) rispetto ad un’altra o ad aggregazioni di altre. In particolare, si potranno leggere le informazioni sia sul totale sia a livello di specifici sottogruppi, la cui numerosità e il cui interesse siano giudicati rilevanti. L’elaborazione multivariata, cioè l’elaborazione che opera in simultanea su più variabili, consentirà di segmentare il mercato in gruppi il cui interesse e la disponibilità alla frequenza/utilizzo siano differenti, e nei confronti dei quali potrà essere opportuno realizzare specifiche e distinte politiche di commercializzazione. I risultati dell’indagine saranno forniti sotto forma di tabelle statistiche e di rapporto di sintesi, in cui si illustrano le principali evidenze della ricerca. 61 13. Gli itinerari territoriali Area di territorio Centri urbani coinvolti Altamura Casanassima Cassano delle Murge Provincia di Bari Gravina di Puglia Minervino Poggiorsini Rutigliano Sammichele di Bari Santeramo in Colle Spinazzola Campi Salentina Copertino Provincia di Lecce Guagnano Leverano Salice Salentino Squinzano Veglie 62 Area di territorio Centri urbani coinvolti Accettura Aliano Calciano Provincia di Matera Craco Oliveto Lucano Tursi Grumento Nova Guardia Perticara Marsico Nuovo Provincia di Potenza Moliterno Montemurro San Chirico Raparo Spinoso Buccino Contursi terme Provincia di Salerno Oliveto Citra Pertosa Sicignano degli Alburni 63 64 STRUMENTI DI ANALISI PER AUMENTARE IL POTENZIALE ATTRATTIVO DI AREE TERRITORIALI A RISCHIO MARGINALITA’ Fase della ricerca di desk Elisa Capozzi Ennio Di Lorenzo Flavio Fornelli giugno ‘03 1 INDICE 1. PREMESSA .................................................................................................................... 5 2. IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA ............................................................................. 8 3. GLI OBIETTIVI.............................................................................................................. 11 4. NOTA METODOLOGICA ............................................................................................. 12 5. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTE-MERCATO: i trend del turistiSMo............. 13 5.1 – Il turismo nel mondo ............................................................................................. 13 5.2 – il turismo in Europa............................................................................................... 20 5.3 - la posizione dell'Italia nel quadro mondiale........................................................... 22 5.3.1 - I turisti internazionali in Italia.........................................................................................23 5.3.2 - I turisti italiani all’estero.................................................................................................28 5.3.3 - La posizione competitiva dell’Italia................................................................................30 6. IL TURISMO IN ITALIA ................................................................................................ 35 6.1- I principali dati ISTAT ............................................................................................ 35 6.2 - I viaggi ................................................................................................................... 38 6.2.1 - Quanti sono ..................................................................................................................38 6.2.2 - Le motivazioni prevalenti ..............................................................................................49 6.2.3 - I mesi della partenza....................................................................................................59 6.2.4- Le principali destinazioni................................................................................................60 6.2.5 - Le destinazioni estere...................................................................................................63 6.2.6 - Le destinazioni italiane ................................................................................................64 6.2.7 – La stagionalità delle destinazioni dei viaggi di vacanza ...............................................66 6.2.8 – L’organizzazione del viaggio ........................................................................................70 6.2.9 – Il mezzo di trasporto.....................................................................................................74 6.2.10 – Il tipo di alloggio .........................................................................................................77 6.2.11 – I viaggi secondo alcune caratteristiche del turista......................................................82 6.2.12 – Le differenze territoriali tra Nord, Centro e Sud .........................................................84 2 6.3 - I turisti .................................................................................................................... 92 6.3.1 - Quanti sono ..................................................................................................................92 6.3.2 – Chi va in vacanza nel trimestre estivo..........................................................................96 6.3.3 - Quanti in Italia, quanti all’estero....................................................................................98 6.3.4 - Le differenze tra Nord, Centro e Sud ............................................................................99 6.3.5 - Chi non va in vacanza: i motivi ...................................................................................102 6.3.6 - Chi viaggia per lavoro .................................................................................................104 6.4 - Le prospettive di evoluzione del turismo ............................................................. 107 6.5 - I risultati di una ricerca sulle vacanze degli italiani – a cura di Trademark Italia e Sociometrica 110 6.5.1 – il 2003, anno degli equivoci........................................................................................110 6.5.2 – All’insegna delle asimmetrie ......................................................................................116 6.5.3 - due atteggiamenti a confronto ....................................................................................117 6.5.4 I trend: turisti maturi e “cinici” .................................................................................124 6.5.5 - Il “Barometro” delle località .........................................................................................136 6.5.6 – La spesa turistica: nessun taglio .............................................................................142 6.5.7 - Appendice metodologica ............................................................................................144 6.6 - tour operator e agenzie di viaggio a confronto, i risultati di una ricerca.............. 146 6.6.1 - Le destinazioni per l’estate 2003 ................................................................................146 6.6.2- il futuro dell’intermediazione ........................................................................................154 6.6.3 - appendice metodologica alla ricerca trademark - sociometrica ..................................156 7 – I dati sull’offerta di Federalberghi ...................................................................... 158 8. I TEMI EMERGENTI NEL TURISMO ......................................................................... 163 8.1- Premessa ............................................................................................................. 163 8.2. Il turismo rurale..................................................................................................... 164 8.3 - Il turismo culturale .............................................................................................. 172 8.4. Il turismo enogastronomico .................................................................................. 194 8.5 - Il turismo religioso ............................................................................................... 198 9. ALLEGATI .................................................................................................................. 200 a. schede fonti normative ............................................................................................ 201 b. schede orientamenti dell’offerta .............................................................................. 202 c. analisi territoriale su basi statistiche ........................................................................ 203 d. archivio offerta artigiana e commerciale.................................................................. 204 e. archivio ospitalità (alberghi, affittacamere, agriturismo, ristoranti, trattorie, pizzerie)205 f. schede pubblicazioni a tema .................................................................................... 207 g. schede risorse ambientali........................................................................................ 209 h. schede risorse culturali............................................................................................ 210 3 i. schede calendari degli eventi .................................................................................. 211 4 1. PREMESSA I territori del Meridione d’Italia e, in specifico, le aree interessate dalla ricerca, vivono una situazione di progressivo cambiamento, in conseguenza di un naturale incremento dei livelli di sensibilità delle Istituzioni pubbliche (anche in virtù di incentivi finanziari) e di impostazione rigorosa di politiche di gestione. L'attenzione alla storia dei territori, alle tradizioni e alla cultura, agli insediamenti, unitamente a nuove modalità di gestione delle aree e delle risorse, hanno consentito, in alcune realtà, sviluppi sensibili degli indici di attrattività, compatibilmente con il contenuto di servizio che è intervenuto per rendere più agevole la fruizione. Al momento attuale occorre rivolgere l’attenzione verso aree e insediamenti urbani non compresi negli “itinerari classici“ già frequentati dagli attori esterni e dai cittadini. Si tratta di una sfida che ha come obiettivo di creare le condizioni per lo sviluppo e la promozione di insediamenti urbani a rischio spopolamento. Il perseguimento di questo obiettivo ha richiesto preliminarmente due scelte metodologiche chiare e condivise fra i partner coinvolti: • inserire le aree marginali a rischio spopolamento (così come classificate da una ricerca di Lega Ambiente), all’interno di circuiti più ampi che incrementassero i livelli di fruibilità, 5 • dedicare la prima parte dell’analisi alla ricostruzione delle dinamiche di concorrenzialità dei territori e alla ricerca/censimento dei fattori distintivi caratterizzanti. Dato l’incremento di concorrenzialità territoriale di aree più evolute e dotate, e il progressivo spopolamento dei centri urbani meno attrezzati da parte dei residenti e da parte di attività produttive, è stato necessario attribuire all’intervento di ricerca una funzione più strategica: costruire un quadro conoscitivo più ampio ed organico possibile, mirato ad interventi che vedano il territorio, ogni paese, come un’impresa calata in più mercati ad alta competitività e tesa ad intercettare la domanda di imprenditori e di flussi turistici per ancorare al proprio territorio nuove opportunità di sviluppo socio-economico. Come nel marketing aziendale, anche nel marketing territoriale che si vuole attuare, l’obiettivo diventa prevenire, comprendere e soddisfare nel modo migliore i bisogni della domanda. La domanda è interna ed esterna ad ogni territorio coinvolto: • nel primo caso è la domanda espressa in maniera più o meno esplicita dai cittadini, • nel secondo caso è la domanda espressa dagli attori esterni (per esempio la domanda effettiva o potenziale del turismo). Il tutto in una politica di sviluppo sostenibile, ovvero in un’ottica che deve puntare a promuove l’equilibrio e la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. 6 In linea con queste riflessioni, la programmazione delle iniziative e l'organizzazione degli strumenti più adatti al conseguimento del successo su ogni territorio coinvolto non può prescindere da una attenta valutazione e misurazione: dell'assorbimento potenziale, attuale e futuro; dei clienti intermedi e finali, locali ed esterni (consistenza, dislocazione, comportamento, modelli d'acquisto); dei concorrenti, per adeguarsi al loro livello di prestazioni sapendo diversificarsi. E' ovvio, quindi, che la ricerca ha necessità di creare le condizioni del successo delle iniziative da avviare. Proprio per questo deve sviluppare una serie di temi da rendere oggetto di specifiche riflessioni. 7 2. IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA L'attività di ricerca riguarda l’analisi in profondità di temi, territori, risorse e attori, in grado di consentire la ricostruzione fedele e aggiornata dello “stato dell’arte” di realtà marginali, selezionate fra tante, all’interno delle 5 province coinvolte. La prospettiva è di consentire lo sviluppo di occasioni di fruizione, da proporre ad interlocutori diversi in aree del territorio locale e nazionale ampie e ben articolate. 8 In questo senso, l’attività di ricerca diventa un’occasione per: • da un lato, elaborare sempre nuovi canali di ascolto e comunicazione con il territorio, promuovendo al massimo la partecipazione degli interlocutori interessati, • dall’altro, ideare strategie per valutare ed aumentare il potenziale attrattivo di ogni territorio e per valorizzarne le risorse culturali e ambientali. L'attività di ricerca, nella sua fase di desk, si sviluppa secondo il percorso che segue: 1. le tendenze della domanda turistica a livello nazionale/internazionale; 2. i temi emergenti nel turismo: eno-gastronomico, culturale, naturalistico, religioso, rurale, arte, tradizioni (artigianato e folklore)…; 3. gli orientamenti dell’offerta (la concorrenza): la composizione delle proposte, la durata dei pacchetti, il contenuto di servizio, i target di riferimento, le modalità di erogazione…. 4. la ricerca/censimento dei fattori distintivi caratterizzanti di ogni area territoriale: 5. Gli aspetti normativi, la programmazione per lo sviluppo, direttrici e strumenti di attuazione degli obiettivi generali assegnati allo sviluppo di ogni singolo territorio, cod. ER-FN-A, Analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni realtà territoriale, essenzialmente sul piano numerico/statistico: 9 popolazione, tasso di istruzione, attività e ricchezza. Offerta artigiana e commerciale Ospitalità (alberghi, affittacamere, ristoranti, trattorie, pizzerie) cod. ER–CS-D agriturismo, cod. ER–CS-D Pubblicazioni a tema cod. ER–MR-B Risorse ambientali cod. ER–RS-E Risorse culturali cod. ER–RC-F Calendari degli eventi cod. ER–E-G 6. le dinamiche di concorrenzialità. • • • • criteri per la determinazione delle comunalità competitrici benchmarking per ogni area di territorio: comparazione diretta di una serie di indicatori specifici, vantaggi competitivi e/o best practicies nel quadro dell’offerta complessiva fornita da “strutture e territori” tra di loro competitori. S.W.O.T. Analysis Prime guide lines. 10 3. GLI OBIETTIVI Con la finalizzazione del lavoro di ricerca si intendono perseguire i seguenti obiettivi: • Identificazione degli elementi di valorizzazione di ogni territorio, direttamente e indirettamente interessato all’intervento, per i cittadini/turisti (locali e esterni) e per le imprese che in prospettiva vi potranno operare, • costruzione di un percorso di incremento dell’attrattività turistica, socioculturale ed economica nei confronti dei flussi turistici, di nuovi residenti e di nuove attività imprenditoriali, • nella prospettiva, miglioramento del livello di qualità della vita avviando un circolo virtuoso “soddisfazione/attrattività/valore” che comporti il gradimento dei cittadini residenti, soprattutto dei centri storici, favorendone il ripopolamento. 11 4. NOTA METODOLOGICA L'attività di ricerca è articolata in più fasi e riguarda più fronti, al fine di acquisire informazioni il più complete possibile. Gli ambiti di indagine sono stati articolati progressivamente, alla luce dei risultati conseguiti in itinere. Il lavoro di ricerca riferito a questa fase è stato gestito ricorrendo ad analisi di desk che hanno previsto la consultazione di Fonti differenti: FONTI ISTITUZIONALI FONTI PRIVATE ISTAT DATABANK 12 ISMEA NOMISMA CENSIS ISNART PROVINCE AC-NIELSEN ASSESSORATI REGIONALI FIERE SPECIALIZZATE ASSESSORATI PROVINCIALI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA EPT RIVISTE SPECIALIZZATE CERVED EURISKO SEAT INFOCAMERE Ne è scaturito un corredo di informazioni con una forte componente operativa che permetterà di indirizzare la successiva fase delle ricerche field e consentire la corretta pianificazione degli interventi. 5. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTE-MERCATO: i trend del turistiSMo 5.1 – Il turismo nel mondo 13 Una attenta valutazione dell’andamento e delle potenzialità del comparto turistico italiano appare mprescindibile da una visione globale del business generato dal “turismo” sullo scenario mondiale alla luce delle fortissime e più significative sinergie innescate dal settore in termini di impatto ambientale e sostenibilità. Non è infatti un caso che oggi l’industria del turismo e dell’ospitalità si configuri addirittura come uno dei settori più rilevanti dell’economia mondiale; il World Travel and Tourism Council ha stimato che nel 1997 l’industria turistica ha occupato ben 230 milioni di persone nel mondo, pari a circa il 10% dell’intera forza lavoro mondiale; solo in Europa gli occupati erano oltre 41 milioni cioè quasi il 18% del totale considerato. Questo dato offre sicuramente degli ottimi spunti di riflessione: si pensi all’Europa che per la ricchezza e le varietà del suo patrimonio naturale e culturale, per la qualità della sua offerta turistica e grazie ad infrastrutture e collegamenti efficienti, rappresenta la prima destinazione turistica mondiale, con circa 400 milioni di visitatori all’anno. Ma l’Europa è anche la principale area di origine dei flussi turistici internazionali. In tal senso alcuni dati non lasciano molta fantasia a chi ha dovuto interpretarli: in ambito comunitario (UE) il turismo e i settori economici connessi costituiscono il 12% del PIL e le imprese attive nel settore del turismo sono due milioni, per un totale di otto milioni di occupati. Secondo le statistiche recentemente diffuse dal World Tourism Organization (WTO) il movimento degli arrivi, a livello mondiale, ha superato, nel 2000, quota 650 milioni di unità. Cifra ragguardevole di un fenomeno (economico, sociale, culturale, politico) in ascesa. Il conseguente movimento di denaro è del pari stimato in crescita, in quanto passato dai 2 miliardi di dollari del 1950 a ben 455 miliardi nel 2000. Il turismo a livello mondiale si presenta in evoluzione con tassi di espansione medi di rilievo. 14 Occorre considerare tuttavia che quando si parte da livelli iniziali contenuti, i tassi di crescita appaiono più elevati. Emerge, infatti, che il tasso medio annuo di crescita è andato affievolendosi: dal 10,6% negli anni ‘50 a circa un terzo negli anni più recenti. Riduzione analoga si è registrata anche nel movimento valutario, passato dal tasso medio annuo del 12,5% nel decennio ‘50-‘60 a quello del 4,9% nell’ultimo quinquennio. Parafrasando la situazione meteorologica, nel settore turistico sembra in arrivo una “bassa pressione”. Il tempo è ancora buono (i tassi sono positivi), ma qualche tendenza al peggioramento si profila all’orizzonte (i tassi sono in diminuzione). La crescita del movimento di persone che si spostano per turismo e il movimento valutario indotto sono superiori alla crescita del PIL mondiale. Tuttavia la forbice si va restringendo. L’esame del movimento turistico mondiale ripartito per aree continentali mostra ancora l’Europa leader del turismo mondiale ma con ridotto primato. Nel 1950 si registravano in Europa due terzi del movimento di persone, nel 2000 la percentuale è scesa al 59%. Si può costatare sinteticamente che: • il trend di fondo del turismo mondiale è positivo; • l’Europa è sempre al primo posto nei flussi turistici; • l’incidenza del turismo sul PIL mondiale è in crescita; • il numero dei posti letto, secondo il WTO, ha raggiunto i 25,6 milioni; 15 • il numero delle stanze ha superato i 13 milioni; tuttavia • i tassi di espansione del turismo mondiale si vanno riducendo; • l’Europa va perdendo terreno, avendo realizzato l’incremento più basso fra le grandi aree continentali ed avendo perso circa 14 punti nello share degli arrivi mondiali degli ultimi quaranta anni; • il turismo europeo sembra avviarsi ad uno stadio di maturità insidiato, tuttavia, dalla concorrenza dei nuovi paesi turistici dell’Est e dell’Estremo Oriente. Per quanto riguarda gli arrivi, nella graduatoria dei paesi figura al primo posto la Francia, seguita dagli Stati Uniti e dalla Spagna. La Francia ha avuto nel periodo 1980-‘96 un incremento medio del 4,66%, simile a quello degli Stati Uniti (4,64%), in linea con la media mondiale (4,70%), la Spagna del 3,78% e l’Italia solo del 2,51%. La concorrenza internazionale si fa tuttavia più aggressiva. I nuovi approdi turistici dall’Est dell’Europa o dall’Est del mondo tendono ad intaccare la supremazia dei paesi tradizionali con una crescente attrattiva. Dal punto di vista della struttura dell’offerta vi sarà una concorrenza sempre più ampia, con Paesi “new comers”, più differenziata, con nuovi turismi, e più articolata, con varie caratterizzazioni (tipologie plurime d’offerta). 16 Come riportato nel programma biennale regionale 1998/99, il turismo mondiale, secondo i dati dell’O.M.T. (Organizzazione Mondiale per il Turismo), ha prodotto quasi 600 milioni di arrivi e oltre 430 miliardi di dollari di entrate valutarie. 17 18 La previsione per il 2000 aveva indicato in circa 684 milioni gli arrivi internazionali con oltre 530 miliardi di dollari di apporto valutario: dato non solo confermato ma anche superato al pari con l’industria informatica, automobilistica e del petrolio. Il turismo si conferma una delle primissime attività del commercio internazionale. Ogni giorno del 1999 almeno 1.630.00 di persone si sono messe in viaggio fuori dai confini della propria nazione, spendendo per alloggio, pasti, divertimenti e acquisti circa 726 dollari a testa. Altrettanto imponenti sono i dati del WTTC (World Travel and Tourism Council) riferiti all’occupazione: il 7% della intera forza lavoro mondiale e cioè oltre 130 milioni di persone, risultano occupate nel settore. Inoltre, trattandosi di una attività ad alta concentrazione di lavoro, stimola la creazione di piccole e medie imprese, con benefici effetti sull’occupazione e diffusione del benessere. Le “performance” del turismo a livello mondiale sono in continua crescita. Negli ultimi 40 anni, infatti, il tasso medio di crescita degli arrivi è stato del 7,6% mentre quello degli introiti valutari è stato del 12.7%. Tuttavia la curva di crescita non è rimasta costante. Agli inizi degli anni ’80 il “trend” ha subito una decelerazione per riprendere poi a partire dall’ ’83. L’analisi delle destinazioni per macroaree vede il Medio Oriente, Il Pacifico, gli Usa e l’Area Caraibica realizzare tassi di crescita superiori alla media. Senza dubbio le macroaree turistiche più vivaci sono l’Estremo Oriente e il Pacifico, quest’ultima anche in funzione della sua novità. 19 L’Europa con il 59% degli arrivi e il 51% degli introiti valutari, si conferma come la prima destinazione mondiale, anche se il tasso di crescita è minore delle aree sopraindicate. D’altra parte questo è il risultato di una “relativa maturità” del prodotto turistico europeo e di alcuni profondi cambiamenti nella domanda e nelle modalità di viaggiare. La facilità di utilizzo del vettore aereo, la maggiore concorrenza tra le compagnie e conseguentemente una politica tariffaria più competitiva per l’utenza, hanno modificato il concetto di “distanza”. Oggi tutte le località turistiche sono possibili e raggiungibili, i costi di viaggio sono sempre più “abbordabili” e distanze anche molto grandi non scoraggiano più, così come la maggiore disponibilità di tempo libero e la destagionalizzazione (indotta dalla globalizzazione dell’offerta) incentivano la mobilità. Fondamentale appare poi, per la conoscenza delle differenti mete turistiche, la gamma sofisticata di “navigazione virtuale” su internet e l’utilizzo dei c.d. rom. I grandi numeri del turismo internazionale confermano oggettivamente l’ampiezza del fenomeno. 5.2 – il turismo in Europa Dopo quasi mezzo secolo di crescita sostenuta, l’Europa continua ad essere la principale destinazione turistica al mondo. Negli ultimi venti anni la domanda di turismo è più che raddoppiata. Anche il suo impatto economico è 20 notevole. Secondo i dati relativi al periodo 1998-2000, in Europa il 12% del prodotto interno lordo (PIL) è stato generato dal turismo e dalle attività turistiche e in questo settore sono stati creati oltre 20 milioni di posti di lavoro, sostanzialmente in piccole e medie imprese (PMI). La crescita sostenuta dovrebbe mantenersi ancora per diverso tempo. Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), nei prossimi 25 anni il numero dei turisti in Europa raddoppierà. Entro il 2020, ogni anno si registreranno più di 700 milioni di arrivi turistici transfrontalieri. In termini economici, ciò corrisponde a un tasso di crescita annuo del 3% e a 100.000 nuovi posti di lavoro in più ogni anno. Una serie di fattori contribuisce ad assicurare una crescita continua. L’introduzione dell’euro, la liberalizzazione del settore dei trasporti (in particolare le linee aeree) e la maggiore integrazione europea comportano un’ulteriore semplificazione degli spostamenti in Europa. Lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche consentirà di raggiungere altri mercati turistici e di semplificare la pianificazione delle vacanze, in particolare per quanti sono interessati a vacanze indipendenti e personalizzate. Infine, l’adesione dei paesi dell’Europa centrale e orientale all’Unione europea aprirà nuovi mercati. Tuttavia, ciò non significa che lo scenario rimarrà immutato. Quel che non emerge da questi dati macroeconomici è la possibilità che nei prossimi anni si verifichino cambiamenti significativi nel settore turistico per rispondere a richieste in continua evoluzione, nuove opportunità e maggiore competizione. Man mano che nel mondo si sviluppano nuove aree e diventano più accessibili sotto il profilo economico, in Europa le destinazioni classiche del turismo “sole e spiaggia” hanno difficoltà a mantenere la propria quota di mercato. 21 Le forme di turismo “alternative”, invece, conoscono un vero e proprio boom. Secondo i dati del 1999, hanno una crescita quasi tre volte superiore (8%) a quella del mercato del turismo classico. Indagini di mercato recenti rivelano che sempre più persone sono interessate a provare nuovi luoghi e a scoprire forme di turismo diverse. Inoltre, attribuiscono maggiore importanza alla qualità del prodotto, a forme di turismo caratterizzate da una maggiore consapevolezza ambientale e a viaggi più brevi ma più frequenti. In Europa, un modo per affrontare le nuove sfide e trarre vantaggio dalle evoluzioni delle preferenze di mercato è considerare lo sviluppo di un turismo sostenibile basato su un ricco patrimonio naturale e culturale. Con un numero così elevato di paesaggi, climi, particolarità e tradizioni culturali, lingue e ambienti naturali diversi, l’Europa è una piattaforma ideale per queste forme di turismo specializzato e sempre più apprezzato. Il potenziale in tal senso è stato evidenziato nel 1999 dal Gruppo ad alto livello sul turismo e l’occupazione della Commissione: “ … una delle difficoltà che impediscono alle attività europee legate al turismo di beneficiare delle attuali prospettive di mercato favorevoli è il loro scarso riconoscimento della ricchezza e diversità di attrazioni disponibili in tutta Europa, le quali potrebbero diventare la base per destinazioni e prodotti turistici nuovi e originali“. 5.3 - la posizione dell'Italia nel quadro mondiale Il 2002 è stato un anno non molto positivo per il turismo internazionale in Italia, soprattutto sul fronte della spesa più che sull’andamento dei flussi turistici. Il peggioramento dello scenario economico mondiale e del clima di fiducia delle famiglie legato, negli USA, agli scandali finanziari e alla brusca caduta delle quotazioni azionarie, mentre nell’area 22 Euro al persistere di una situazione di stagnazione economica e di dipendenza delle borse locali dall’andamento di Wall Street, hanno causato un raffreddamento dei consumi anche per turismo. Questo fenomeno si è tradotto in un diminuzione della spesa media pro capite giornaliera e quindi delle entrate turistiche. In aumento, invece, la spesa dei turisti italiani all’estero e quindi le uscite per turismo, con una conseguente contrazione del saldo della bilancia dei pagamenti turistica. Questo è il quadro che emerge dalla IV Conferenza L’Italia e il turismo internazionale nel 2002. Risultati e tendenze per incoming e outgoing, organizzata da CISET, Università Ca' Foscari di Venezia e Ufficio Italiano dei Cambi in collaborazione con DOXA e svoltasi a Venezia l’11 aprile 2003. 5.3.1 - I turisti internazionali in Italia Secondo le rilevazioni dell’Ufficio Italiano Cambi, l'anno 2002 si è chiuso con una diminuzione delle spese dei viaggiatori stranieri in Italia (-2,7% rispetto al 2001, per un totale di 28.207 milioni di euro). In rapporto al PIL, le entrate rappresentano il 2,2%. La destinazione con il maggior apporto di valuta estera si conferma la provincia di Roma (3.708 milioni di euro, -24,7% rispetto al 2001), che ha sofferto soprattutto a causa del calo di presenze di turisti statunitensi e giapponesi. Fra le altre principali mete urbane, Milano (2.704 milioni di euro, -2,0%) e Firenze (1.971 mln, -10,0%) hanno fatto registrare un calo delle entrate valutarie, mentre Venezia (2.303 mln, +2,5%) e soprattutto Napoli (984 mln, +13,9%), hanno conosciuto incrementi. Dal punto di vista dei paesi di origine, la Germania si conferma la nazione che alimenta le maggiori entrate per turismo in Italia (6.140 mld, -5,1%), in decremento insieme a quelli dei viaggiatori USA (23,4%), britannici (-5,0%) e giapponesi (-10,4%), svantaggiati dall'andamento sfavorevole del cambio e da prospettive 23 economiche e politiche ancora molto incerte, mentre i viaggiatori provenienti da Francia (+ 16,6%), Spagna (+3,5%), Austria (+6,9%), Svizzera (+21,0%) e Croazia (+53,1%, un vero boom concentrato nelle regioni del Nord-Est), hanno incrementato la loro spesa in Italia. Gli italiani sono tra i 'big spenders' del mondo: in termini di spesa globale per viaggi all'estero l'Italia è al settimo posto, dopo USA, Germania, Regno Unito, Giappone, Cina e Francia. Gli italiani all'estero nel 2002 hanno speso 17.811 milioni di euro, in forte crescita rispetto all’anno precedente (+7,6%); la Francia risulta il maggiore destinatario delle spese turistiche degli italiani (2.179 mln), in aumento rispetto al 2001 (+10,5%); seguono gli Stati Uniti (2.077 mln, +15,7%) - che comunque restano la prima destinazione per i viaggi di lavoro - grazie anche al rafforzamento dell'euro sul dollaro, e la Spagna (1.483 mln, +18,2%) che sopravanza la Germania (1.089 mln, -8,4%), una delle poche destinazioni in diminuzione. In linea con le osservazioni precedenti i risultati sulle entrate valutarie in Italia nell’anno 2002. La spesa dei turisti internazionali ha registrato un valore di 28.207 milioni di Euro, con un decremento del 2,7% rispetto ai 28.977 milioni di Euro del 2002. La spesa media pro capite giornaliera è stata invece pari a 80 Euro. Analizzando i dati regionali Friuli, Lombardia, Lazio, Valle D’Aosta e Liguria sono le regioni che hanno registrato valori, in alcuni casi, ben superiori alla media nazionale, con una spesa media procapite rispettivamente di 159 Euro (Friuli), 102 Euro (Lombardia), 101 Euro (Lazio), 99 Euro (Valle D’Aosta) e 85 Euro (Liguria). Da questa analisi risultano penalizzate le regioni meridionali, in particolare la Calabria, la Puglia, il Molise e la Basilicata. Si assestano vicino alla media la Toscana (79 Euro), la Campania (77 Euro) e il Veneto (76 Euro). Le entrate valutarie sono concentrate per il 28,7% in 24 Lazio, Toscana e Umbria, mentre per il 27,4% nel Nord Est (Veneto, Trentino A.A. e Friuli V.G.). Nelle stesse due macroaree si genera il 50,9% del Valore Aggiunto complessivo (rispettivamente, 26,3% nella prima e 24,6% nella seconda). Per quanto riguarda i comportamenti di spesa dei viaggiatori stranieri in Italia, secondo quanto emerso da UIC, questi sono ampiamente diversificati nei vari segmenti del mercato turistico incoming. La spesa pro-capite (a persona, per soggiorno) nel 2002 è stata pari a 431 euro, con un calo del 6,5% rispetto al picco raggiunto nel 2000 (461 euro). Simile tendenza si evidenzia per la spesa pro-capite giornaliera (nel seguito ‘spesa PCG’), pari a 80,1 euro nel 2002, in flessione del 5,7% rispetto all’anno precedente soprattutto a causa della diminuzione della quota complessiva dei viaggiatori dai tre paesi big spenders (Stati Uniti, Giappone, Regno Unito), che è scesa dal 25.3% del 1998 al 21.4% del 2002. La spesa turistica degli stranieri è destinata in massima parte all’alloggio (11,7 miliardi di euro nel 2002, 42% del totale), quindi allo shopping (6,6 mld, 23%), ai pasti (6,1 mld, 22%), al trasporto interno all’Italia (2,6 mld, 9%), mentre un importo globale di 1,2 mld di euro (4%) è dedicato alle restanti voci di spesa (musei, escursioni, noleggio auto, ecc.). Il motivo del viaggio influenza sensibilmente i comportamenti: i viaggiatori d’affari, escludendo gli escursionisti, spendono 109 euro a persona al giorno, contro i 67 euro di chi viaggia per motivi personali. Nettamente diversificata è la spesa PCG per tipo di struttura: 71 euro a persona al giorno per gli alberghi, 22 per le case in affitto, 15 per il campeggio (33 il valore medio). La spesa PCG negli alberghi varia con il tipo di viaggiatore: 110 euro a persona al giorno per i business travellers e 61 per gli altri. A Milano (149 euro a persona al giorno per il segmento ‘affari’, 80 euro per gli altri), Roma (rispettivamente 156 e 76 euro), Napoli (98 e 76 euro) e Firenze (125 e 66); gli stranieri 25 effettuano le più elevate spese alberghiere. Analizzando il paese di provenienza dei viaggiatori, emerge che, come già accennato, i viaggiatori da USA (1.699 euro a persona, 139 euro a persona al giorno), Giappone (1.382 e 161 euro al giorno) e Regno Unito (832 e 107) mostrano i più alti valori medi di spesa. La Germania, primo paese per entrate valutarie turistiche complessive, è invece tra quelli con più bassa spesa PCG (59 euro). Con riferimento al profilo dei viaggiatori stranieri in Italia, dai dati del 2002, si evince che quasi il 39% dei visitatori arrivano d'estate, 28% in primavera, 18% in autunno e 15% in inverno, con un incremento degli arrivi in autunno (da 16.7% nel 2000 a 18% nel 2002) ed una flessione degli arrivi d'estate (da 40.7% nel 2000 a 39% nel 2002). In un quadro nel complesso stabile della distribuzione degli arrivi, fra i diversi tipi di alloggi (alberghi, case in affitto, case in proprietà, ecc.), nei tre anni in esame diminuisce leggermente il peso degli alberghi (da 55.3% a 53.3%) ed aumenta in misura corrispondente quello delle case in affitto (da 7.4% a 9.1%). Flessione significativa del peso dei viaggi per turismo negli ultimi tre anni (da 61.5% degli arrivi nel 2000 a 59.7% nel 2002) ed incremento del peso dei viaggi per lavoro (dal 17.9% degli arrivi nel 2000 a 21.1% nel 2002) ed anche delle visite a parenti in Italia (da 6.3% a 7.4%). La distribuzione delle presenze dei visitatori stranieri fra le quattro grandi ripartizioni geografiche è rimasta quasi costante negli ultimi due anni: 39% nell'Italia Nord-Orientale, 27% nell'Italia Nord-Occidentale, 24% nell'Italia Centrale e 10% nell'Italia Meridionale, con una flessione dell'Italia Centrale, rispetto al 2000, anno del Giubileo (dal 27% al 24%) ed un incremento per altre zone, soprattutto per l'Italia Meridionale del 9% (da 8% al 10%) e per l'Italia Nord-Orientale (dal 38% al 39%). La soddisfazione dei visitatori stranieri in Italia è rimasta stabile negli ultimi 3 anni, ad un livello piuttosto elevato, con un "voto" medio al viaggio di 8.3 in media, in una scala compresa fra un minimo di 1 ed un massimo di 10, con un 26 peggioramento dei giudizi sui prezzi, rispetto ai due anni precedenti, ed un lieve, ma costante miglioramento dei giudizi dei visitatori sulla sicurezza dei turisti. Sempre in testa, nella graduatoria, i giudizi sulle città ed opere d'arte, sull' ambiente ed il paesaggio , sulla cucina italiana e sull' accoglienza in Italia. Focalizzando l’attenzione sui viaggiatori internazionali per motivi di vacanza, la visita alle città d’arte rappresenta la prima ragione per trascorrere un soggiorno in Italia. Secondo i dati del CISET, nel 2002 il 30% circa dei viaggiatori internazionali si è diretto verso queste destinazioni, generando oltre il 36% del fatturato complessivo per vacanza, a fronte di una spesa media pro capite giornaliera pari a 108,8 Euro (rispetto ad una spesa media per vacanza in Italia di 76,5 Euro). Per quanto riguarda invece i turismi emergenti, in forte crescita -- anche se su volumi di domanda ancora limitati – la vacanza alla scoperta del territorio, della natura e dei prodotti locali (comprendente l’agriturismo, il turismo verde e l’enogastronomia), che nel 2002 ha attratto il 2,6% dei viaggiatori pernottanti provenienti dall’estero e ha generato il 4% circa del fatturato totale per vacanza, a fronte di una spesa media pro capite giornaliera dei turisti che si aggira sugli 83 Euro. Ma vediamo i principali elementi che caratterizzano i due segmenti. Il turista nelle città d’arte proviene soprattutto da Germania, Francia, Regno Unito e Austria (oltre 56% dei flussi totali), si dirige principalmente in Veneto, Lazio e Toscana (e in particolare nelle province di Venezia, Roma e Firenze), si muove prevalentemente in pullman o mezzi privati su gomma (43,5%) o in aereo (42,7%) e nel 23% dei casi ricorre ad 27 un intermediario specializzato acquistando un viaggio all inclusive (contro una media del 13% sul totale vacanzieri esteri), che comprende il viaggio e l’alloggio o altri servizi. Il turista che invece è interessato a scoprire il territorio italiano e le peculiarità della cultura e delle tradizioni locali proviene per il 57% dai paesi confinanti di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), sceglie come destinazione soprattutto la Toscana (41%, in particolare le province di Firenze e Siena) e -- date le caratteristiche di mobilità e indipendenza di tale tipo di vacanza -- utilizza per il 68% il trasporto su strada (auto propria o pullman) e solamente nell’8,5% dei casi si rivolge ad un’agenzia di viaggi per acquistare un pacchetto tutto compreso. 5.3.2 - I turisti italiani all’estero Il profilo dei viaggiatori italiani all’estero nel 2002, secondo quanto emerge dall’Istituto Doxa, mostra una sostanziale stabilità nelle caratteristiche e nella struttura. Le principali destinazioni restano quelle europee (81% dei viaggi), seguite da destinazioni d’oltreoceano: Americhe (8,2%), Africa (4,5%), Medio Oriente (3,5%), Asia (2,4%), e Oceania (0,4%). Tra i circa 24 milioni di viaggiatori italiani all’estero con almeno un pernottamento nel 2002, 50% hanno fatto il viaggio per svago/vacanza, 31% per lavoro ed il restante 19% ha fatto il viaggio per altri motivi personali. Focalizzando sui motivi di svago, il 39% ha fatto all’estero una vacanza di mare, il 27% ha visitato città d’arte, il 7% ha fatto una vacanza in montagna ed il restante 7% ha scelto una vacanza naturale (3%), una vacanza al lago (2%) o una vacanza sportiva (1,5%). Il restante 20% ha fatto un viaggio all’estero (con un pernottamento) per partecipare ad eventi culturali, sportivi o per altri motivi. In particolare, nel 2002, le mete preferite all’estero per vacanze al mare sono state, in Europa: la Francia, la Spagna, la Grecia, la Croazia. Le destinazioni extraeuropee più frequentate risultano 28 l’Egitto, la Tunisia e le destinazioni Caraibiche (soprattutto Santo Domingo e Cuba). Per le vacanze in montagna, le mete preferite nel 2002 sono state l’Austria, la Svizzera, la Francia ed altre destinazioni in Europa (Slovenia, Germania, ecc.). Le mete preferite per visite a città d’arte sono state: Francia (Parigi), Austria (Vienna, Salisburgo), Spagna (Madrid e Barcellona), Germania (Berlino) e Regno Unito (Londra). Le mete all’estero preferite per una vacanza al lago sono state Austria, Svizzera e Francia e per fare vacanze naturali (vacanze verdi) le mete preferite sono state la Francia, Germania e Austria. Per quanto attiene la soddisfazione per il viaggio, osserviamo che gli italiani all’estero sono più critici rispetto ai viaggiatori stranieri che vengono in Italia. A vantaggio dell’Italia vi sono l’accoglienza e la cortesia degli abitanti, le opere d’arte/città d’arte, la qualità dei pasti e la qualità dei prodotti nei negozi. A vantaggio delle destinazioni all’estero, gli italiani riconoscono una migliore qualità degli alberghi, maggiori informazioni per i turisti e la sensazione di maggiore sicurezza. Aspetto particolarmente critico osservato nel 2002, sia per gli italiani all’estero sia per gli stranieri in Italia, è il livello dei prezzi, giudicato elevato da tutti i viaggiatori, italiani e stranieri. Passando poi al comportamento di spesa dei viaggiatori italiani all’estero, secondo le cifre fornite da UIC, data la spesa complessiva (come detto pari a 17.811 milioni di euro nel 2002), il 45% è stato speso per l'alloggio, il 23% per i pasti, il 13% per lo shopping, il 12% per il trasporto interno ai paesi esteri visitati ed il 7% per altri scopi. La durata media dei soggiorni, escludendo gli escursionisti, è stata di 10,6 giorni. I viaggi d'affari rappresentano una parte importante del movimento turistico degli italiani all'estero; hanno rappresentato il 43% della spesa e il 31% del numero dei viaggiatori pernottanti nel 2002. Una finestra sull’evoluzione degli italiani all’estero nel 2003 evidenzia la ripresa della fiducia dei consumatori. 29 il potere di acquisto garantito da un euro forte e una abbondanza di soluzioni last minute offerte dagli operatori turistici garantiscono tassi di crescita positivi per le partenze degli Italiani verso l’estero. Secondo i risultati del modello CISET, 17.676 milioni di Italiani andranno all’estero, con un tasso di crescita pari al +1,2% nel 2003 rispetto al 2002. Il 61% di tali partenze (pari a 10.791 milioni) sarà diretto verso i paesi dell’Area Mediterranea (con un tasso di crescita del +2,2% rispetto al 2002). La seconda area in termini di valori assoluti è rappresentata dall’Europa Centrale, con poco più di 3 milioni di partenze, che cresceranno del +1,5%. Le partenze verso i paesi del Nord Europa (circa 1,6 milioni) cresceranno del +0,1% nel 2003, mentre verso i Paesi extraeuropei (poco più di 2 milioni) il numero di partenze sarà inferiore del 3,4% rispetto al 2002. 5.3.3 - La posizione competitiva dell’Italia La buona posizione dell’Italia è in competizione con la concorrenza dei partner europei e con quella dei nuovi paesi turistici. L’offerta sta diventando sempre più "matura" e stenta a competere con le nuove tipologie turistiche, disponibili a condizioni più vantaggiose. Ad esempio, senza citare il caso delle vacanze nei paesi esotici a prezzi più concorrenziali, va considerato che nel Paese sono entrati circa 33 milioni di turisti stranieri che hanno speso 30 miliardi di dollari, mentre nella vicina Francia, caratterizzata da situazioni storico-culturali similari alle nostre, a fronte di una entrata valutaria paragonabile a quella italiana, si è registrato un movimento di persone pressoché doppio (62,4 30 milioni di arrivi). Ciò sottolinea come l'offerta di questo Paese si estende anche alle fasce inferiori della domanda turistica. Gli elevati costi dipendono, se non in maniera addirittura preponderante, anche dalla organizzazione generale dei servizi turistici, dalle infrastrutture pubbliche, dalla funzionalità dei servizi comuni e dei trasporti, dalla visibilità della nostra offerta in campo nazionale ed internazionale. Ricercatori ed esperti del settore concordano nel constatare la presenza di un consumatore turistico più evoluto e più attento alla qualità del prodotto offerto, e quindi più esigente. È di grande attualità cercare di anticipare le esigenze emergenti in modo da essere pronti a soddisfarle. Il coinvolgimento degli attori pubblici e privati deve essere coordinato in maniera da valorizzare l'esistente, ciò che potenzialmente c'è ma non è utilizzato, ciò che può richiamare l'attenzione del turista curioso e desideroso di novità. Occorre rendersi conto che non c'è soltanto il turismo di mantenimento, ma c'è anche il nuovo turista ed il turista rinnovato che ha già fatto esperienze positive e che desidera acquisirne di nuove. Un'adeguata politica a favore del turismo, come fattore di sviluppo economico, deve prevedere, perciò, una generale migliore offerta dei servizi turistici, con una più efficiente organizzazione, sia micro (singoli operatori) sia macro (organismi pubblici, locali o nazionali). In ambito territoriale l'utilizzazione dei siti "minori" deve costituire un fattore di trascinamento di sviluppo ed altresì un elemento di decongestionamento delle aree storiche. Le esperienze di alcune città (come ad esempio quella di Napoli) 31 devono essere estese anche ad altre città del territorio nazionale; la migliorata accessibilità e una più capillare informazione sulla fruibilità del patrimonio storico locale hanno favorito un rinnovato interesse da parte della popolazione locale, ma sono anche elemento di stimolo per un'utenza straniera curiosa ed attenta ai fatti culturali connessi con il territorio. Anche gli eventi costituiscono oggetto di richiamo per il turista. La creazione di nuovi avvenimenti può rappresentare un motivo di rilancio, quando non addirittura di lancio, di località finora ai margini delle grosse correnti turistiche. Tali eventi possono avere un collegamento con la storia e la cultura locale (riscoperta di tradizioni storiche o culinarie, ad esempio), ma possono anche essere legati ad elementi di richiamo più generalizzati, come premi letterari o grandi eventi sportivi, festival canori o cinematografici, e così via. Da quanto detto emerge che il nostro Paese non potrà contare per molto sul turismo di massa, anche se in molte zone esiste un'offerta scarsamente diversificata per livelli di ospitalità, ciò che potrebbe, al momento, sollecitare un turismo meno pretenzioso. Tuttavia, tenendo conto delle specificità della nostra materia prima, fondata sul patrimonio storicoculturale-ambientale, potranno essere sviluppate forme turistiche attualmente ritenute di nicchia. Tale è il caso del turismo ambientale, che si va estendendo mano mano che aumenta la sensibilità dell'opinione pubblica sui problemi ecologici. O tali potrebbero essere i cosiddetti itinerari della fede connessi con il turismo religioso. Ma anche il turismo congressuale potrebbe costituire la premessa per un'incentivazione di altre forme di richiamo. Sotto forma di turismo di élite possono rientrare due manifestazioni agli antipodi. Da un lato, vi è infatti un turismo esigente, che ricerca elevate prestazioni in termini di ricettività e di servizi; d'altro canto, vi sono forme di turismo 32 "estremo" che richiedono scarsi sostegni organizzativi e con propensione all' utilizzazione principalmente delle risorse fisiche individuali. Anche queste sono nicchie che potrebbero diventare significative nel panorama delle motivazioni agli spostamenti turistici. Un ulteriore terreno di esplorazione è rappresentato dalle fonti e dalla politica di finanziamento dell'industria turistica. L'investimento nel settore turistico assumerà sempre di più il carattere di investimento di lungo periodo ed in questo senso una maggiore attenzione deve essere attribuita al ruolo ed alla natura delle fonti di finanziamento. Un sistema turistico che mantenga le prime posizioni sul palcoscenico mondiale richiede investimenti finalizzati. Il finanziamento è un campo da approfondire, in quanto deve essere visto quale strumento di politiche attive a favore di un turismo coordinato e programmato. 33 Un altro filone della ricerca carente di finanziamenti è costituito dallo studio delle motivazioni psico-sociali che sono alla base del movimento turistico. Andrebbero approfonditi gli effetti dei diversi media sulle attitudini comportamentali degli utenti e sul trascinamento di comportamenti di massa. Un ulteriore settore di ricerca che andrebbe approfondito è quello che riguarda il coinvolgimento del "terzo" operatore turistico. Se da un lato vi è infatti il turista (elemento di domanda), dall'altro vi è il fornitore del servizio turistico (operatore pubblico o privato che agisce sul lato dell'offerta), vi è poi la popolazione locale. Questa è stata intesa finora come elemento di contrasto, per le sue esigenze di quotidianità. Vi sarebbe invece la possibilità di coinvolgere attivamente la popolazione locale nel processo turistico, che potrebbe divenire momento centrale dell'attività produttiva. Non può essere dimenticato che molto spesso sono gli aspetti etnologici e culturali a costituire motivo di attrazione: la produzione artigianale e locale può sollecitare la curiosità del visitatore. Quanto sinteticamente accennato lascia intendere che nuovi filoni di ricerca si possono approntare per il miglioramento conoscitivo del settore. Il turismo è fortemente evolutivo anche per la concorrenza sempre più agguerrita che proviene dall'estero; ciò non annulla l'esigenza di monitorare con continuità quanto già emerso e che potrebbe con il tempo, anche a breve, modificarsi. 34 Sicuramente siamo di fronte ad un settore strategico per la nostra economia e per lo sviluppo sociale della nostra collettività e non ci è quindi consentito allentare l'attenzione ad esso ora che il "monopolio" storico-culturalearcheologico di cui abbiamo goduto nel passato sta perdendo smalto. 6. IL TURISMO IN ITALIA 6.1- I principali dati ISTAT Ö Nel 2001, le persone residenti in Italia hanno effettuato 88 milioni e 683 mila viaggi con almeno un pernottamento, per un totale di 608 milioni e 546 mila notti. Ö L’84,9% di questi viaggi è stato realizzato per motivi di vacanza, mentre il 15,1% è stato effettuato per motivi di lavoro. Ö Le vacanze ‘lunghe’ (4 o più notti) sono state il tipo di vacanza più diffuso: queste hanno rappresentato il 57% del totale delle vacanze del 2001, mentre le vacanze ‘brevi’ (1-3 notti) hanno rappresentato il 43% dei viaggi di vacanza. Ö I mesi estivi, in particolare luglio e agosto, sono stati come di consueto i mesi in cui si è registrato il maggior numero di partenze per vacanza. Nel bimestre si è concentrato il 36,3% delle partenze per vacanza dell'intero anno e, in particolare, il 53,2% delle partenze per vacanze ‘lunghe’. 35 Ö L’84,3% dei viaggi ha avuto come destinazione principale l’Italia, mentre un Paese estero è stata la meta del restante 15,7%. Ö I Paesi esteri più visitati sono stati la Francia, la Spagna e la Germania: dei 13 milioni e 962 mila viaggi all’estero, il 20,3% ha avuto come destinazione una località della Francia, l'11,1% della Spagna e l’8,2% della Germania. Ö Le regioni italiane più visitate sono state Lazio, Lombardia, Toscana e Emilia-Romagna, seguite da Piemonte, Veneto e Liguria. Ö Alcune regioni italiane sono caratterizzate da una forte stagionalità dei flussi turistici per vacanza, altre invece hanno una capacità attrattiva costante durante tutto l'anno. In particolare, Calabria, Puglia e Campania si sono confermate mete quasi esclusivamente estive, mentre Lombardia e Trentino-Alto Adige hanno ricevuto intensi flussi turistici durante il periodo invernale. L'EmiliaRomagna è stata la principale destinazione delle vacanze 'lunghe' nei periodi primaverile-estivo. Più stabili sono risultate, invece, la Toscana, la Lombardia e il Piemonte. Ö Il 50,6% dei viaggi è stato realizzato senza alcuna prenotazione. Si è prenotato tramite agenzia o tour operator nel 17,8% dei casi. Nei viaggi all'estero il ricorso a prenotazione è stato più frequente (75,6%). Ö Il mezzo di trasporto più utilizzato è stato l'automobile (64,9%), seguita da aereo (13,2%), treno (10,9%) e pullman (5,4%). Le tipologie di alloggio più utilizzate sono state l'albergo (42,1%), 36 soprattutto per i viaggi di lavoro (79,8%), e la casa di parenti o amici (29,9%), soprattutto per le vacanze di 1-3 notti (40,7%). Ö Nell'estate 2001 (luglio-settembre), gli italiani che hanno trascorso almeno una vacanza sono stati il 43% dei residenti, mentre nel resto dell’anno la quota è oscillata tra il 14,7% (ottobre-dicembre) ed il 21,4% (aprile-giugno). Tra il 3% ed il 3,8% sono state le quote di coloro che hanno viaggiato per lavoro nei vari trimestri. Ö Nel periodo estivo, la quota più alta di turisti per vacanza si è riscontrata tra i bambini di 0-14 anni (52,6% dei residenti di tale età) e gli adulti di 25-44 anni (50,4%). Inoltre in vacanza si sono recati maggiormente gli studenti e gli occupati: tra luglio e settembre, ha effettuato almeno una vacanza il 55% degli studenti e il 52,5% degli occupati. Ö Anche nel 2001 si conferma lo svantaggio dei residenti al Sud nel viaggiare, soprattutto per vacanza. Le differenze tra le diverse aree del Paese sono presenti in tutti i periodi dell’anno. Nel trimestre estivo, in particolare, la percentuale di residenti al Nord e al Centro che hanno effettuato almeno una vacanza è stata rispettivamente del 53,1% e del 44,9%, mentre per il Sud tale quota è stata del 29,6%. 37 6.2 - I viaggi 6.2.1 - Quanti sono Nel 2001 i residenti in Italia hanno effettuato 88 milioni e 683 mila viaggi con almeno un pernottamento: di questi l’84,9% è stato di vacanza e il 15,1% di lavoro. A questi viaggi sono corrisposte complessivamente 608 milioni e 546 mila notti, di cui il 91,1% è attribuibile a viaggi per motivi personali e il restante 8,9% a viaggi professionali (Figura 1.1). L'analisi dei dati dal 1998 al 2001 mostra una tendenziale diminuzione dei viaggi. Nel 1998 e nel 1999 i viaggi compiuti nell'anno superavano i 90 milioni, nel 2000 sono stati poco più di 89 milioni, fino a raggiungere circa 88 milioni e mezzo nel 2001 (Prospetto 1.1). 38 39 Prospetto 1.1 - Viaggi e notti per trimestre e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Viaggi TIPOLOGIA DEL VIAGGIO Notti (a) ANNO GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Totale GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Totale In migliaia Vacanza 1998 1999 2000 2001 15.081 11.912 13.132 12.942 15.441 18.002 17.310 17.035 38.061 33.870 35.244 32.718 10.562 11.647 10.547 12.569 79.145 75.431 76.233 75.265 61.756 53.510 59.134 61.064 71.493 78.424 75.442 75.947 412.368 385.287 396.536 369.302 41.087 44.030 47.524 48.141 586.705 561.250 578.636 554.453 Lavoro 1998 1999 2000 2001 3.654 3.759 3.635 3.333 3.601 3.857 3.518 2.990 3.523 3.163 2.530 2.985 3.031 3.824 3.141 4.111 13.808 14.603 12.824 13.419 15.225 12.841 11.751 13.743 15.588 17.109 16.841 10.291 18.930 14.783 17.016 14.844 12.036 15.127 12.622 15.215 61.779 59.861 58.230 54.093 Totale 1998 1999 2000 2001 18.735 15.671 16.767 16.275 19.041 21.859 20.827 20.025 41.583 37.033 37.773 35.703 13.593 15.471 13.688 16.680 92.953 90.034 89.055 88.683 76.981 66.351 70.884 74.807 87.082 95.533 92.283 86.238 431.298 400.071 413.552 384.145 53.123 59.157 60.146 63.357 648.484 621.111 636.865 608.546 Vacanza 1998 1999 2000 2001 80,5 76,0 78,3 79,5 81,1 82,4 83,1 85,1 91,5 91,5 93,3 91,6 77,7 75,3 77,1 75,4 Composizione percentuale 85,1 80,2 83,8 80,6 85,6 83,4 81,6 84,9 82,1 82,1 81,8 88,1 95,6 96,3 95,9 96,1 77,3 74,4 79,0 76,0 90,5 90,4 90,9 91,1 Lavoro 1998 1999 2000 2001 19,5 24,0 21,7 20,5 18,9 17,6 16,9 14,9 8,5 8,5 6,7 8,4 22,3 24,7 22,9 24,6 14,9 16,2 14,4 15,1 19,8 19,4 16,6 18,4 17,9 17,9 18,2 11,9 4,4 3,7 4,1 3,9 22,7 25,6 21,0 24,0 9,5 9,6 9,1 8,9 Totale 1998 1999 2000 2001 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 (a) Il numero delle notti nel trimestre si deve intendere come durata complessiva (in notti) dei viaggi conclusi nel trimestre. 40 In particolare, nel 2001 è stata significativa la diminuzione dei viaggi nel trimestre estivo (lugliosettembre), dovuta in gran parte ad un minor numero di vacanze: durante quest'ultimo anno i viaggi di vacanza sono stati 32 milioni e 718 mila, circa 2 milioni e mezzo in meno rispetto all'anno precedente. Rispetto al 2000 sono diminuite anche le notti, sia per i viaggi di vacanza che per quelli di lavoro. Nel 2001 le notti per vacanza sono state circa 550 milioni e per lavoro circa 54 milioni, mentre nel 2000 sono state rispettivamente 580 milioni e 58 milioni circa. 41 Nel 2001, il 57% delle vacanze ha avuto una durata di 4 o più notti, mentre il rimanente 43% è stato un soggiorno di 13 notti (Prospetto 1.2). Gran parte delle vacanze dell’anno sono state effettuate tra luglio e settembre (43,5% del totale dei viaggi di vacanza) per un totale di 369 milioni e 302 mila notti (66,6% del totale delle notti per vacanza). Il maggior numero dei viaggi personali registrati in questo periodo, rispetto agli altri periodi dell'anno, è per lo più dovuto alla consistente presenza di vacanze ‘lunghe’, le quali, oltre ad essere la tipologia di viaggio più diffusa tra gli italiani (48,3% del totale dei viaggi), presentano una forte stagionalità, con il massimo incremento proprio nel trimestre estivo. Tra luglio e settembre 2001, le vacanze ‘lunghe’ sono state il 72,9% del totale dei viaggi effettuati dagli italiani nel trimestre estivo, mentre negli altri trimestri si sono registrati valori molto inferiori (Figura 1.2). Il 2001 comunque haregistrato una lieve diminuzione delle vacanze 'lunghe' effettuate tra luglio e settembre: nel 2001 sono state 26 milioni e 27 mila, contro i 27 milioni e 99 mila registrati nel 2000 (Prospetto 1.2). Le vacanze ‘brevi’ risentono della stagionalità in misura decisamente minore. La percentuale delle vacanze 'brevi' sul totale dei viaggi è stabile nel trimestre, ad eccezione del periodo estivo in cui è più ridotta (18,7%). La scarsa stagionalità è evidenziata anche dai valori assoluti: il numero di vacanze con durata inferiore alle 3 notti va da circa 6 milioni e 700 mila (luglio-settembre) a poco più di 8 milioni (ottobre-dicembre), con un lieve aumento solo nel periodo primaverile, in cui supera i 10 milioni. Per le vacanze di 1-3 notti è evidente la diminuzione dal 1998 al 2001: da 37 milioni e 622 mila vacanze 'brevi' nel 1998 si passa a 32 milioni e 400 mila nel 2001. Tale decremento è dovuto in modo particolare alla diminuzione delle 42 vacanze di breve durata effettuate nel trimestre estivo, nel 1998 avevano raggiunto quasi 11 milioni, mentre nel 2001 sono state 6 milioni e 692 mila. L’assenza di stagionalità si evidenzia anche nei viaggi per motivi di lavoro: i valori registrati vanno da poco meno di 3 milioni in luglio-settembre a poco più di 4 milioni in ottobre-dicembre. In termini percentuali il picco più basso si registra in luglio-settembre (8,4%). 43 Prospetto 1.2 - Viaggi e notti di vacanza per trimestre e durata della vacanza – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Viaggi DURATA DELLA VACANZA Notti (a) ANNO GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Totale GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Totale Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 9.917 7.151 7.981 7.292 9.755 11.815 10.637 10.271 10.899 8.358 8.145 6.692 7.051 7.735 7.107 8.146 In migliaia 37.622 35.060 33.870 32.400 16.834 13.206 14.390 13.527 18.243 21.168 19.778 19.636 20.461 16.071 15.546 13.743 12.758 14.224 13.759 15.461 68.296 64.669 63.473 62.367 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 5.164 4.761 5.151 5.650 5.686 6.187 6.673 6.764 27.161 25.512 27.099 26.027 3.511 3.912 3.440 4.423 41.523 40.371 42.363 42.864 44.923 40.304 44.744 47.537 53.250 57.255 55.663 56.310 391.907 369.216 380.990 355.558 28.329 29.805 33.764 32.680 518.408 496.581 515.161 492.086 Totale 1998 1999 2000 2001 15.081 11.912 13.132 12.942 15.441 18.002 17.310 17.035 38.061 33.870 35.244 32.718 10.562 11.647 10.547 12.569 79.145 75.431 76.233 75.265 61.756 53.510 59.134 61.064 71.493 78.424 75.442 75.947 412.368 385.287 396.536 369.302 41.087 44.030 47.524 48.141 586.705 561.250 578.636 554.453 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 65,8 60,0 60,8 56,3 63,2 65,6 61,4 60,3 28,6 24,7 23,1 20,5 66,8 66,4 67,4 64,8 Composizione percentuale 47,5 27,3 46,5 24,7 44,4 24,3 22,2 43,0 25,5 27,0 26,2 25,9 5,0 4,2 3,9 3,7 31,1 32,3 29,0 32,1 11,6 11,5 11,0 11,2 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 34,2 40,0 39,2 43,7 36,8 34,4 38,6 39,7 71,4 75,3 76,9 79,5 33,2 33,6 32,6 35,2 52,5 53,5 55,6 57,0 72,7 75,3 75,7 77,8 74,5 73,0 73,8 74,1 95,0 95,8 96,1 96,3 68,9 67,7 71,0 67,9 88,4 88,5 89,0 88,8 Totale 1998 1999 2000 2001 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 (a) Il numero delle notti nel trimestre si deve intendere come durata complessiva (in notti) dei viaggi conclusi nel trimestre. 44 Nel 2001, la durata media dei viaggi è stata di 6,9 notti. I viaggi di lavoro hanno avuto una durata media di 4 notti, mentre i viaggi di vacanza di 7,4 notti (1,9 notti per le ‘brevi’ e 11,5 notti per le ‘lunghe’). I viaggi con durata media più lunga sono quelli effettuati a luglio-settembre, sia per motivi personali che professionali (rispettivamente 11,3 e 5 notti). Confrontando i diversi anni non si registrano evidenti fluttuazioni nella durata media per trimestre. Dal 1998 al 2001 il periodo estivo è stato sempre caratterizzato da soggiorni che hanno superato in media i 10 giorni di durata, mentre negli altri trimestri si va da un minimo di 3,8 giorni a un massimo di 4,6 giorni (Prospetto 1.3). In genere, comunque, il numero delle vacanze di 4 o più notti diminuisce al crescere della durata: nel 2001, quasi la metà delle vacanze 'lunghe' ha avuto una durata compresa tra 4 e 7 notti (49,3%), il 28,1% è stato di 8-14 notti, il 13% di 15-21 notti e, infine, il 9,6% di 22 o più notti (Tavola 1.1). Nel trimestre luglio-settembre è stata decisamente maggiore la concentrazione dei viaggi personali con durata più lunga: la quota di vacanze che ha superato le 3 settimane è stata infatti del 13,7%, mentre negli altri trimestri non ha raggiunto il 4%. Dal 1998 al 2001 si osserva un aumento delle vacanze da 4 a 7 pernottamenti ed una diminuzione delle vacanze di durata molto lunga, superiore alle 3 settimane (Prospetto 1.4). 45 Tavola 1.1 - Viaggi di vacanza di 4 o più notti per durata e trimestre – Anno 2001 (composizione percentuale) Durata della vacanza di 4 o più notti TRIMESTRE Gennaio-Marzo Aprile-Giugno Luglio-Settembre Ottobre-Dicembre Totale 4 - 7 notti 8 -14 notti 15 - 21 notti 22 o più notti Totale 67,0 66,9 36,5 75,6 49,3 23,7 22,9 32,1 17,7 28,1 5,4 7,1 17,7 4,1 13,0 3,9 3,1 13,7 2,6 9,6 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Prospetto 1.3 - Durata media del viaggio per trimestre e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (numero medio di pernottamenti) Trimestre TIPOLOGIA DEL VIAGGIO ANNO GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Totale Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 1,7 1,8 1,8 1,9 1,9 1,8 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 2,1 1,8 1,8 1,9 1,9 1,8 1,8 1,9 1,9 Vacanza 4 o più notti 1998 8,7 9,4 14,4 8,1 12,5 46 1999 2000 2001 8,5 8,7 8,4 9,3 8,3 8,3 14,5 14,1 13,7 7,6 9,8 7,4 12,3 12,2 11,5 Vacanza 1998 1999 2000 2001 4,1 4,5 4,5 4,7 4,6 4,4 4,4 4,5 10,8 11,4 11,3 11,3 3,9 3,8 4,5 3,8 7,4 7,4 7,6 7,4 Lavoro 1998 1999 2000 2001 4,2 3,4 3,2 4,1 4,3 4,4 4,8 3,4 5,4 4,7 6,7 5,0 4,0 4,0 4,0 3,7 4,5 4,1 4,5 4,0 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 4,1 4,2 4,2 4,6 4,6 4,4 4,4 4,3 10,4 10,8 10,9 10,8 3,9 3,8 4,4 3,8 7,0 6,9 7,2 6,9 Prospetto 1.4 - Viaggi di vacanza di 4 o più notti per trimestre e durata – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Trimestre DURATA DELLA VACANZA DI 4 O PIU' NOTTI ANNO GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Totale 47 In migliaia 4 – 7 notti 1998 1999 2000 2001 3.417 3.288 3.491 3.786 3.428 3.993 4.803 4.523 9.278 8.640 10.206 9.505 2.467 2.934 2.299 3.343 18.589 18.856 20.798 21.157 8 – 14 notti 1998 1999 2000 2001 1.196 918 1.212 1.339 1.610 1.484 1.385 1.551 9.035 8.815 8.765 8.354 737 657 812 785 12.578 11.874 12.174 12.029 15 – 21 notti 1998 1999 2000 2001 1998 1999 2000 2001 389 359 215 305 162 195 232 221 345 367 265 479 303 343 220 211 4.403 3.918 4.188 4.610 4.445 4.138 3.940 3.557 218 224 154 182 90 96 175 113 5.355 4.868 4.823 5.576 5.000 4.773 4.567 4.102 Totale 1998 1999 2000 2001 5.164 4.761 5.151 5.650 5.686 6.187 6.673 6.764 27.161 25.512 27.099 26.027 3.511 3.912 3.440 4.423 41.523 40.371 42.363 42.864 4 – 7 notti 1998 1999 2000 2001 18,4 17,4 16,8 17,9 18,4 21,2 23,1 21,4 49,9 45,8 49,0 44,9 13,3 15,6 11,1 15,8 100,0 100,0 100,0 100,0 8 – 14 notti 1998 1999 2000 2001 9,5 7,7 10,0 11,1 12,8 12,5 11,4 12,9 71,8 74,2 71,9 69,5 5,9 5,5 6,7 6,5 100,0 100,0 100,0 100,0 15 – 21 notti 1998 1999 2000 2001 7,3 7,4 4,5 5,5 6,4 7,5 5,5 8,6 82,2 80,5 86,8 82,6 4,1 4,6 3,2 3,3 100,0 100,0 100,0 100,0 22 o più notti Composizione percentuale 48 22 o più notti 1998 1999 2000 2001 3,2 4,1 5,1 5,4 6,1 7,2 4,8 5,1 88,9 86,7 86,3 86,7 1,8 2,0 3,8 2,8 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale 1998 1999 2000 2001 12,4 11,8 12,2 13,2 13,7 15,3 15,8 15,8 65,4 63,2 63,9 60,7 8,5 9,7 8,1 10,3 100,0 100,0 100,0 100,0 6.2.2 - Le motivazioni prevalenti Nel 2001, il 72,3% delle vacanze è stato effettuato per piacere o svago, motivo prevalente soprattutto per i soggiorni di 4 o più notti (78,7%). Dopo il piacere e lo svago, è stata la visita a parenti o amici la motivazione di viaggio più frequente (24% delle vacanze), presente soprattutto per le vacanze di breve durata (31,8%) (Prospetto1.5). 49 Decisamente meno numerose sono state le vacanze per trattamenti di salute (1,8%) e per motivi religiosi o pellegrinaggi (1,7%). 50 Prospetto 1.5 - Viaggi di vacanza per motivo prevalente e durata – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Motivo DURATA DELLA VACANZA ANNO Piacere, svago Visita a parenti o amici Motivi religiosi, pellegrinaggio Trattamenti di salute, cure termali In migliaia 782 684 1.543 876 Non sa/non risponde Totale 486 505 596 399 243 512 318 73 37.622 35.060 33.870 32.400 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 22.141 21.324 18.918 20.741 13.969 12.035 12.495 10.311 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 32.077 31.863 33.263 33.725 7.511 6.674 7.093 7.759 451 443 738 373 1.199 1.144 1.025 946 285 246 244 62 41.523 40.371 42.363 42.864 Totale vacanze 1998 1999 2000 2001 54.218 53.187 52.181 54.466 21.481 18.709 19.589 18.070 1.233 1.127 2.281 1.249 1.685 1.649 1.620 1.346 528 758 561 135 79.145 75.431 76.232 75.265 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 58,9 60,8 55,8 64,1 37,1 34,3 36,9 31,8 Composizione percentuale 2,1 1,3 2,0 1,4 4,6 1,8 2,7 1,2 0,6 1,5 0,9 0,2 100,0 100,0 100,0 100,0 51 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 77,3 78,9 78,6 78,7 18,1 16,5 16,7 18,1 1,1 1,1 1,7 0,9 2,9 2,8 2,4 2,2 0,7 0,6 0,6 0,1 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale vacanze 1998 1999 2000 2001 68,5 70,5 68,5 72,3 27,1 24,8 25,7 24,0 1,6 1,5 3,0 1,7 2,1 2,2 2,1 1,8 0,7 1,0 0,7 0,2 100,0 100,0 100,0 100,0 In particolare, le vacanze per motivi religiosi sono diminuite dopo il cospicuo aumento registrato nel 2000, anno del Giubileo. Il decremento è stato evidente sia per le vacanze 'brevi' che per le 'lunghe', risultando l'ammontare dei viaggi quasi dimezzato. Nello specifico, per le 'brevi' si è passati da 1 milione e 543 mila nel 2000 a 876 mila nel 2001; mentre per le 'lunghe' da 738 mila nel 2000 a 373 mila nel 2001. Rispetto all’anno precedente, nel 2001 è diminuita inoltre la percentuale di vacanze 'brevi' effettuate per visitare parenti o amici (da 36,9% a 31,8%) , mentre è aumentata quella per piacere e svago (da 55,8% a 64,1%). Tavola 1.2 - Viaggi di vacanza di piacere/svago per durata e tipo della vacanza – Anno 2001 (composizione percentuale) TIPO DELLA VACANZA DI PIACERE/SVAGO Mare Crociera Lago Montagna Durata della vacanza Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Totale vacanze di piacere/svago 27,7 0,1 3,1 22,0 56,9 1,0 1,4 16,4 45,8 0,7 2,0 18,6 52 Campagna, collina Agriturismo Giro turistico Città o località d’arte Vacanza studio Vacanza sport Altro tipo Totale 4,4 1,3 16,4 15,4 1,1 3,4 5,1 100,0 2,9 0,6 10,6 6,9 0,9 1,1 1,3 100,0 3,4 0,9 12,8 10,1 1,0 2,0 2,7 100,0 53 54 Prospetto 1.6 - Viaggi di vacanza di piacere/svago per tipo della vacanza e durata – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Tipo di vacanza DURATA DELLA VACANZA ANNO Mare, crociera Lago Montagna Campagna, collina Agriturismo Giro turistico Città o località d’arte Vacanza studio Vacanza sport Altro tipo Totale In migliaia Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 6.835 7.028 4.981 5.795 600 567 1.118 643 4.110 5.390 3.943 4.558 1.671 883 1.166 909 153 196 98 267 3.048 2.433 3.287 3.393 3.433 2.795 2.719 3.195 352 330 184 227 917 679 363 702 1022 1022 1059 1053 22141 21324 18918 20741 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 17.122 17.475 19.027 19.554 464 402 324 458 6.192 6.084 5.857 5.546 952 793 907 968 70 109 136 216 3.274 2.987 2.989 3.560 2.453 2.617 2.875 2.317 449 525 348 299 390 315 187 368 711 557 613 439 32077 31863 33263 33725 Totale vacanze 1998 1999 2000 2001 23.956 24.502 24.008 25.348 1.064 969 1.442 1.101 10.302 11.474 9.799 10.104 2.623 1.676 2.073 1.877 223 305 234 483 6.322 5.420 6.276 6.953 5.886 5.413 5.594 5.512 801 855 532 526 1.307 994 551 1.069 1733 1579 1673 1492 54218 53187 52181 54466 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 30,9 33,0 26,3 27,8 2,7 2,7 5,9 3,1 18,6 25,3 20,8 22,0 7,5 4,1 6,2 4,4 0,7 0,9 0,5 1,3 13,8 11,4 17,4 16,4 15,5 13,1 14,4 15,4 1,6 1,5 1,0 1,1 4,1 3,2 1,9 3,4 4,6 4,8 5,6 5,1 100,0 100,0 100,0 100,0 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 53,4 54,8 57,3 57,9 1,4 1,3 1,0 1,4 19,3 19,1 17,6 16,4 3,0 2,5 2,7 2,9 0,2 0,3 0,4 0,6 10,2 9,4 9,0 10,6 7,6 8,2 8,6 6,9 1,4 1,6 1,0 0,9 1,2 1,0 0,6 1,1 2,2 1,7 1,8 1,3 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale vacanze 1998 1999 2000 2001 44,2 46,1 46,0 46,5 2,0 1,8 2,8 2,0 19,0 21,6 18,8 18,6 4,8 3,2 4,0 3,4 0,4 0,6 0,4 0,9 11,7 10,2 12,0 12,8 10,9 10,2 10,7 10,1 1,5 1,6 1,0 1,0 2,4 1,9 1,1 2,0 3,2 3,0 3,2 2,7 100,0 100,0 100,0 100,0 Composizione percentuale 55 Tra le vacanze di piacere e svago, quelle al mare sono state le più frequenti (45,8%), seguite dalla montagna (18,6%), dal giro turistico (12,8%) e dalla visita a città e località d’arte (10,1%) (Tavola 1.2). Il mare è stato preferito soprattutto per le vacanze di piacere di lunga durata (56,9%), mentre sono state per lo più di breve durata le vacanze in montagna (22%), i giri turistici (16,4%) e le visite a città o località d’arte (15,4%). I viaggi di piacere di lunga durata trascorsi al mare o in crociera sono in continuo aumento dal 1998, a conferma della maggiore propensione dei residenti in Italia a trascorrere le proprie vacanze in località balneari. Nel 1998 esse rappresentavano il 53,4% delle vacanze di piacere o svago, mentre nel 2001 il 57,9% (Prospetto 1.6). Per quanto riguarda i viaggi di lavoro, il 20,7% è stato effettuato per partecipare a congressi, convegni, conferenze o seminari, il 19,6% per prendere parte ad una riunione d’affari e il 17,7% per svolgere una missione di lavoro o militare (Tavola 1.3). I rimanenti viaggi sono stati effettuati per svolgere attività di rappresentanza (9,2%), per partecipare a manifestazioni fieristiche (7,7%) e per frequentare corsi di lingua o di aggiornamento professionale (6,1%). In misura minore sono stati effettuati i viaggi per svolgere funzione di docenza (3,8%), per dedicarsi ad attività culturali, artistiche, religiose o sportive (3%) e per partecipare a meeting d’azienda (2,9%). 56 57 Tavola 1.3 - Viaggi di lavoro per motivo prevalente – Anno 2001 (composizione percentuale) MOTIVO Congresso, convegno, conferenza, seminario Riunione d'affari Fiera, mostra, esposizione Missione di lavoro o militare (amministrazione pubblica e/o privata, altra istituzione) Viaggio o meeting d'azienda (a) Rappresentanza, vendita, acquisto, installazione, riparazione (b) Attività culturali, artistiche, religiose, sportive Docenza (didattica, consulenza, istruzioni) Partecipazione (allievo) a corso di lingua o di aggiornamento professionale Altro motivo (c) Totale Composizione percentuale 20,7 19,6 7,7 17,7 2,9 9,2 3,0 3,8 6,1 9,3 100,0 (a) include i viaggi di incentivazione; (b) include attività di collaudo e manutenzione; (c) include l’attività svolta dal personale viaggiante a bordo di mezzi per il trasporto di persone e/o merci. 58 6.2.3 - I mesi della partenza Nel 2001, come consuetudine, il maggior numero di viaggi si è registrato nei mesi più caldi, luglio (14,2%) ed agosto (18,7%). In realtà, in questi due mesi la quasi totalità dei viaggi è stata realizzata per vacanza: dei 29 milioni e 203 mila viaggi iniziati a luglio o agosto, il 93,9% è stato effettuato per motivi personali e solo il 6,1% per motivi professionali. Il 53,2% delle vacanze di lunga durata del 2001 è iniziato nel bimestre estivo, che spesso coincide con il periodo di ferie dal lavoro, e ben il 32,5% ha avuto inizio ad agosto (Tavola 1.4). Tavola 1.4 - Viaggi per tipologia del viaggio e mese di inizio – Anno 2001 (a) (composizione percentuale) Tipologia del viaggio MESE DI INIZIO Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza Lavoro Totale viaggi 5,9 7,5 8,4 11,6 9,3 10,9 7,2 7,2 6,3 8,1 7,8 9,8 100,0 4,1 2,9 3,3 5,0 3,3 9,1 20,7 32,5 6,1 3,1 1,9 8,0 100,0 4,9 4,9 5,5 7,8 5,9 9,9 14,9 21,4 6,2 5,3 4,5 8,8 100,0 7,4 8,0 9,5 8,2 7,1 7,6 10,2 3,1 8,6 11,9 10,3 8,1 100,0 5,2 5,4 6,1 7,8 6,1 9,6 14,2 18,7 6,6 6,3 5,3 8,7 100,0 (a) I dati rilevati si riferiscono ai viaggi conclusi nell'anno 2001, anche se iniziati precedentemente. Convenzionalmente, in questa tavola, i viaggi iniziati nel 2000 vengono tuttavia riferiti allo stesso mese dell’anno 2001. 59 Come si è già avuto modo di osservare, le vacanze di 1-3 notti non presentano una forte stagionalità, distribuendosi in modo piuttosto uniforme nel corso dell’anno. L'analisi mensile delle partenze per questo tipo di soggiorni, tuttavia, mostra una maggiore concentrazione di vacanze 'brevi' nei mesi primaverili (11,6% ad aprile e 9,3% a maggio), all’inizio dell'estate (10,9% a giugno) e nel periodo natalizio (9,8% a dicembre). Per i viaggi di lavoro, che ancor meno delle vacanze 'brevi' risentono di un andamento stagionale, si osservano valori mensili piuttosto stabili, nonostante si è evidenziato un forte rallentamento delle partenze nel mese di agosto (3,1%). 6.2.4- Le principali destinazioni Nel 2001, sono ancora le mete italiane le più frequentate dai residenti (84,3% dei viaggi): maggiormente quelle al Nord del Paese (39,2% dei viaggi), mentre il Centro ed il Sud hanno accolto rispettivamente il 21% ed il 24,1% dei viaggi. Un viaggio su sei (15,7%) invece ha avuto come destinazione un paese estero (Figura 1.4). 60 Riguardo all'estero, sebbene la scelta delle destinazioni sia stata molto varia, l'Unione Europea è in testa alla lista, con il 63,6% delle vacanze all'estero e il 64,8% dei viaggi di lavoro all'estero. Dal 1998 al 2001 l'evidente continua flessione delle vacanze 'brevi' (da 37 milioni e 622 mila a 32 milioni e 400 mila) risulta più marcata per quelle trascorse in Italia, rispetto a quelle trascorse all'estero. La riduzione riguarda pur in misura diversa tutte le aree geografiche del Paese: il Nord, ove nel 2001 si registra una lieve ripresa rispetto al 2000, il Centro, che nel 2001 vede esaurito il boom di vacanze legate all'anno giubilare, e il Sud, dove le vacanze 'brevi' sono dal 1998 in costante calo (Prospetto 1.7). I viaggi all'estero sono dal 1998 sostanzialmente stabili, con un ammontare complessivo intorno a 14 milioni l'anno. Nell'anno 2001, i viaggi all'estero sono stati più spesso viaggi di vacanza (circa 8 casi su 10 nel 2001), che di lavoro. È inoltre più frequente che un viaggio di lavoro abbia avuto una destinazione estera, rispetto ai viaggi di vacanza (20% contro 15%). 61 Prospetto 1.7 - Viaggi per destinazione principale e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Destinazione TIPOLOGIA DEL VIAGGIO ANNO -Paesi extraeuropei Totale 613 359 529 373 109 69 104 47 37.622 35.060 33.870 32.400 5.147 1.376 2.126 41.523 9.135 8.890 9.415 5.089 4.999 5.726 1.237 1.339 1.457 2.809 2.552 2.232 40.371 42.363 42.864 19.652 20.012 19.468 19.052 11.463 11.012 11.126 11.279 7.238 6.537 6.602 7.170 1.989 1.596 1.868 1.831 2.236 2.879 2.656 2.279 79.145 75.431 76.232 75.265 3.433 3.534 3.153 3.476 2.377 2.614 2.138 2.299 2.863 2.749 2.928 2.684 1.984 1.823 1.974 1.739 378 338 496 444 501 588 459 501 13.808 14.603 12.823 13.419 37.331 35.731 33.451 34.710 19.266 17.916 19.944 18.660 22.030 22.626 21.606 21.351 14.326 13.761 14.055 13.962 9.222 8.361 8.576 8.908 2.367 1.934 2.364 2.274 2.737 3.467 3.115 2.780 92.953 90.034 89.055 88.683 45,1 46,9 43,7 47,8 24,6 24,3 28,5 25,7 1,6 1,0 1,6 1,2 0,3 0,2 0,3 0,1 100,0 100,0 100,0 100,0 Estero -Unione -Altri Paesi Europea Europei Italia -Nord -Centro -Sud 34.808 33.183 31.633 30.537 16.966 16.438 14.806 15.486 9.267 8.507 9.652 8.326 8.575 8.238 7.175 6.725 2.814 1.877 2.237 1.864 2.091 1.448 1.603 1.444 32.874 15.231 6.566 11.077 8.648 1999 2000 2001 31.236 33.473 33.449 13.587 14.041 14.264 5.875 7.139 6.858 11.774 12.293 12.326 Vacanza 1998 1999 2000 2001 67.682 64.419 65.106 63.986 32.197 30.025 28.847 29.750 15.833 14.382 16.791 15.184 Lavoro 1998 1999 2000 2001 10.944 11.853 9.895 10.735 5.134 5.705 4.604 4.960 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 78.627 76.273 75.000 74.721 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 92,5 94,6 93,4 94,2 In migliaia Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 Vacanza 4 o più notti 1998 Composizione percentuale 22,8 23,5 21,2 20,8 7,5 5,4 6,6 5,8 5,6 4,1 4,7 4,5 62 Vacanza 4 o più notti 1998 79,2 36,7 15,8 26,7 20,8 12,4 3,3 5,1 100,0 1999 2000 2001 77,4 79,0 78,0 33,7 33,1 33,3 14,6 16,9 16,0 29,2 29,0 28,8 22,6 21,0 22,0 12,6 11,8 13,4 3,1 3,2 3,4 7,0 6,0 5,2 100,0 100,0 100,0 Vacanza 1998 1999 2000 2001 85,5 85,4 85,4 85,0 40,7 39,8 37,9 39,5 20,0 19,1 22,0 20,2 24,8 26,5 25,5 25,3 14,5 14,6 14,6 15,0 9,1 8,7 8,6 9,5 2,5 2,1 2,5 2,4 2,8 3,8 3,5 3,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Lavoro 1998 1999 2000 2001 79,3 81,2 77,2 80,0 37,2 39,1 35,9 37,0 24,9 24,2 24,6 25,9 17,2 17,9 16,7 17,1 20,7 18,8 22,8 20,0 14,4 12,5 15,3 13,0 2,7 2,3 3,9 3,3 3,6 4,0 3,6 3,7 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 84,6 84,7 84,2 84,3 40,2 39,7 37,5 39,2 20,7 19,9 22,4 21,0 23,7 25,1 24,3 24,1 15,4 15,3 15,8 15,7 9,9 9,3 9,6 10,0 2,5 2,1 2,7 2,6 2,9 3,9 3,5 3,1 100,0 100,0 100,0 100,0 6.2.5 - Le destinazioni estere Tra i viaggi all’estero, l'80,1% ha avuto come destinazione un Paese europeo (Tavola 1.5). La Francia è stata in assoluto la meta estera più visitata per vacanza dagli italiani, avendo accolto nel 2001 il 21,7% delle vacanze. In particolare, è stato diretto verso la Francia il 34% delle vacanze 'brevi' e il 19,2% di quelle 'lunghe'. Seguono la Spagna (12%), la Grecia (7,8%), la Germania (6,1%) e l'Austria (5,5%). Tra le mete extra-europee per le vacanze di almeno 4 pernottamenti si trova al primo posto l'America centromeridionale (4,3% delle vacanze 'lunghe' all'estero), seguita da Tunisia-Marocco- Algeria, considerati nel loro complesso (4,1%). 63 Per quanto riguarda i viaggi di lavoro, invece, il paese estero più visitato è stato la Germania (17% dei viaggi di lavoro all'estero), seguita da Francia (14,5%), Regno Unito (8,6%) e Spagna (7,2%); abbastanza importanti anche le destinazioni statunitensi (6,9%). Tavola 1.5 - Principali Paesi esteri di destinazione per tipologia del viaggio – Anno 2001 (per 100 viaggi all’estero della stessa tipologia) TIPOLOGIA DEL VIAGGIO Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza Lavoro Totale viaggi 97,5 Europa 76,3 Europa 79,8 Europa 81,3 Europa 80,1 Europa 34,0 15,2 13,5 8,0 5,2 19,2 13,4 9,1 4,3 3,9 21,7 12,0 7,8 6,1 5,5 17,0 14,5 8,6 7,2 4,4 Germania Francia Regno Unito Spagna Belgio 20,3 11,1 8,2 6,9 5,1 18,7 Paesi extra-europei 19,9 Paesi extra-europei Francia Germania Austria Svizzera (*) Spagna 2,5 Paesi extra-europei 1,0 Stati Uniti … Francia Spagna Grecia Germania Austria 23,7 Paesi extra-europei 4,3 America centromerid. 4,1 Tunisia-Marocco-Algeria Francia Spagna Grecia Germania Austria 20,2 Paesi extra-europei 3,6 America centromerid. 3,5 Stati Uniti 6,9 Stati Uniti 2,8 America centromerid. Francia Spagna Germania Grecia Austria 4,1 Stati Uniti 3,5 America centromerid. (*) Include il Liechtenstein. 6.2.6 - Le destinazioni italiane Lazio, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto sono state le regioni più visitate nel corso del 2001. Nel complesso, queste sei regioni hanno ospitato più della met à dei flussi turistici interni (Tavola 1.6). 64 Tavola 1.6 - Principali regioni italiane di destinazione per tipologia del viaggio – Anno 2001 (per 100 viaggi della stessa tipologia realizzati in Italia) TIPOLOGIA DEL VIAGGIO Vacanza 1-3 notti 12,2 10,8 10,3 9,9 7,9 7,9 7,4 6,3 Lombardia Lazio Toscana Piemonte Emilia-Romagna Veneto Liguria Campania Vacanza 4 o più notti 10,7 9,4 7,0 6,9 6,9 6,8 6,7 6,6 Emilia-Romagna Toscana Liguria Puglia Sicilia Lazio Campania Calabria Vacanza 9,8 9,4 9,1 8,7 7,2 7,1 6,7 6,5 Toscana Emilia-Romagna Lombardia Lazio Liguria Piemonte Veneto Campania Lavoro 19,3 15,8 10,2 8,0 7,9 6,1 5,2 5,2 Lazio Lombardia Emilia-Romagna Toscana Veneto Piemonte Campania Sicilia Totale viaggi 10,2 10,0 9,6 9,5 6,9 6,9 6,5 6,3 Lazio Lombardia Toscana Emilia-Romagna Piemonte Veneto Liguria Campania In particolare, l’Emilia-Romagna e la Toscana sono state le regioni preferite soprattutto per vacanze ‘lunghe’ (10,7% e 9,4%), seguite da Liguria (7%), Puglia (6,9%), Sicilia (6,9%), Lazio (6,8%), Campania (6,7%) e Calabria (6,6%). Al contrario, le regioni più visitate per vacanze 'brevi' sono state, nel 2001 come nell'anno precedente, la Lombardia (12,2%), il Lazio (10,8%) e la Toscana (10,3%): si nota comunque un sostanziale calo di peso del Lazio rispetto all'anno giubilare 2000 (da 14% a 10,8%). Riguardo al turismo per affari, le regioni italiane maggiormente frequentate nel 2001 sono state il Lazio (19,3%), la Lombardia (15,8%) e l’Emilia-Romagna (10,2%). Le regioni del Sud confermano a questo riguardo una debole capacit à attrattiva: fra queste emergono Campania e Sicilia, le quali tuttavia accolgono ciascuna il 5,2% dei soggiorni per lavoro. 65 6.2.7 – La stagionalità delle destinazioni dei viaggi di vacanza Nel panorama delle mete italiane scelte per le vacanze, si distinguono alcune regioni che evidenziano una capacità ‘attrattiva’ fortemente stagionale, mentre altre sono in condizione di offrire una recettività turistica stabile durante tutto l’anno. In tale ottica, le localit à italiane che risentono maggiormente della componente stagionale sono quelle tipicamente invernali o estive, soprattutto rispetto ai soggiorni ‘lunghi’ (Tavola 1.9). In particolare, l'Emilia-Romagna domina come principale destinazione delle vacanze di almeno 4 notti nei trimestri primaverile ed estivo (intorno al 13% delle vacanze 'lunghe' in Italia). Il Mezzogiorno d’Italia risulta caratterizzato da presenze turistiche quasi esclusivamente estive e da flussi estremamente ridotti nei restanti periodi dell’anno: Calabria (8,9%), Puglia (8,6%) e Campania (7,2%) emergono tra le regioni più visitate soltanto nel periodo luglio-settembre, a conferma della elevata stagionalità dei flussi turistici nel Sud dell’Italia. Fa eccezione la Sicilia, che nel 2001 è risultata una destinazione apprezzata anche nei trimestri primaverile ed autunnale (rispettivamente 9,5% e 8,3% delle vacanze 'lunghe' in Italia). Nel periodo invernale (gennaio-marzo), invece, è nelle regioni centro-settentrionali che si concentra il maggior numero di vacanze ‘lunghe’: Lombardia, Trentino-Alto Adige, Liguria, Piemonte e Lazio hanno nel complesso ricevuto il 53,4% delle vacanze 'lunghe' in Italia. Tuttavia, nell'inverno 2001, il Trentino-Alto Adige ha accusato un significativo calo di vacanze 'lunghe' rispetto all'inverno dell'anno precedente (dal 21,7% al 12,1%). 66 Alcune regioni italiane hanno invece mostrato nel 2001 una notevole stabilità ricettiva, ricevendo flussi turistici abbastanza sostenuti per vacanza in tutti i trimestri dell'anno. Spiccano tra queste la Toscana, meta importante sia per vacanze 'lunghe' che per soggiorni 'brevi', la Lombardia e il Piemonte per lo più per le vacanze 'brevi'. La diversa attrattività che manifestano le diverse aree del Paese si riscontra anche in termini di impatto turistico, espresso in presenze medie giornaliere. Tra luglio e settembre 2001, il maggiore impatto turistico per vacanza si è registrato come di consueto al Sud, con una media giornaliera di presenze pari a 71 turisti per 1000 residenti (Tavola 1.7). Si è evidenziato invece un forte calo al Centro, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, (da 68,8 a 47,9 presenze medie giornaliere per vacanza ogni 1000 abitanti), per l'esaurirsi dell'attrattiva giubilare. Tavola 1.7 - Presenze (pernottamenti) turistiche medie giornaliere di vacanza per trimestre e ripartizione geografica di destinazione - Anno 2001 (per 1000 residenti nella ripartizione) Trimestre RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DI DESTINAZIONE GennaioMarzo AprileGiugno LuglioSettembre OttobreDicembre Nord 8,2 13,2 50,8 9,6 Centro 8,9 16,9 47,9 10,2 Sud 3,5 11,2 71,0 7,5 Italia 6,7 13,2 57,5 8,9 67 Il periodo dell'anno in cui si è viaggiato più volentieri all'estero per brevi vacanze di 1-3 notti è stato il trimestre ottobredicembre, con il 4% delle vacanze 'brevi' (Tavola 1.8). Le vacanze all'estero di lunga durata (almeno 4 pernottamenti) sono state più frequenti nei trimestri estivo e invernale (15,6% e 11,8% delle vacanze 'lunghe' del corrispondente trimestre). Tavola 1.8 - Viaggi di vacanza per destinazione, durata e trimestre – Anno 2001 (composizione percentuale) Destinazione della vacanza Italia TRIMESTRE Estero Totale vacanze Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Totale Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Totale Gennaio-Marzo 52,5 31,9 84,4 3,8 11,8 15,6 100,0 Aprile-Giugno 57,6 28,9 86,4 2,7 10,8 13,6 100,0 Luglio-Settembre 19,2 63,9 83,1 1,2 15,6 16,9 100,0 Ottobre-Dicembre 60,8 27,8 88,6 4,0 7,4 11,4 100,0 Totale 40,6 44,4 85,0 2,5 12,5 15,0 100,0 I viaggi di vacanza all’estero sono stati caratterizzati in tutti i trimestri dalla forte preferenza per la Francia (Tavola 1.9), con un picco in corrispondenza del trimestre ottobre-dicembre (27,2% delle vacanze all'estero), seguita dalla Spagna, che in ogni periodo dell'anno ha ricevuto quote comprese tra il 10% e il 13% delle vacanze all'estero. La Grecia si conferma meta importante di vacanze primaverili ed estive (9-11% delle vacanze all'estero), mentre la Germania si distingue nei trimestri autunnale ed invernale (9-10%). 68 Tavola 1.9 - Principali destinazioni dei viaggi di vacanza per trimestre – Anno 2001 (composizione percentuale) TRIMESTRE Gennaio-Marzo Aprile–Giugno Luglio-Settembre Ottobre-Dicembre VACANZA 1-3 NOTTI IN ITALIA (per 100 vacanze di 1-3 notti effettuate in Italia) 15,6 Lazio 12,0 Piemonte 12,5 Lombardia 13,4 Lombardia 12,1 Lombardia 11,1 Lombardia 11,9 Toscana 12,0 Lazio 9,4 Toscana 10,0 Emilia-Romagna 9,1 Liguria 11,2 Toscana 9,1 Liguria 9,3 Lazio 8,8 Piemonte 10,2 Piemonte 7,7 Piemonte 9,2 Toscana 8,5 Veneto 8,3 Veneto VACANZA DI 4 O PIÙ NOTTI IN ITALIA (per 100 vacanze di 4 o più notti effettuate in Italia) 12,8 Lombardia 13,0 Emilia-Romagna Emilia-Romagna 12,9 Toscana 12,1 Trentino Alto Adige 12,3 Lazio 8,9 Calabria 10,9 T rentino Alto Adige Liguria 12,2 10,2 12,5 Toscana 8,7 Toscana 10,6 Lombardia 9,7 Piemonte 9,5 Sicilia 8,6 Puglia 10,3 Lazio 8,6 Lazio 6,6 Liguria 7,2 Campania 8,3 Sicilia VACANZA ALL’ESTERO (per 100 vacanze effettuate all’estero) 23,5 Francia 21,5 Francia 19,6 Francia 27,2 10,7 Spagna 10,5 Spagna 13,1 Spagna 12,3 10,8 Grecia 9,9 Germania 5,8 Austria 7,0 Austria 9,4 Germania 9,0 Grecia 8,8 America Centro-Meridionale 5,7 Tunisia-Marocco-Algeria Francia Spagna 69 6.2.8 – L’organizzazione del viaggio I residenti in Italia hanno una consolidata abitudine, nota agli operatori del settore, ad organizzare i propri viaggi senza ricorrere a prenotazione di alloggio o trasporto, oppure prenotando direttamente, cioè senza intermediari. Nel 2001 infatti, il 50,6% dei viaggi è stato realizzato senza prenotazione e il 30,8% prenotando direttamente. Solo nel 17,8% dei viaggi la prenotazione è stata effettuata tramite agenzia di viaggio o tour operator (Tavola 1.10). Soprattutto nel caso di viaggi di lavoro si è fatto ricorso alla prenotazione dell'alloggio e/o trasporto, in modo diretto (37,8%) oppure tramite agenzia/tour operator (28,6%). Il minor ricorso alla prenotazione si è avuto in occasione di vacanze ‘brevi’: nel 68,7% dei viaggi di questo tipo, infatti, i 70 residenti in Italia hanno rinunciato a qualsiasi forma di prenotazione (Figura 1.5). Tavola 1.10 - Viaggi per destinazione e organizzazione del viaggio – Anno 2001 (composizione percentuale) Destinazione ORGANIZZAZIONE Nord Centro Sud Italia Estero Totale Prenotazione diretta 34,0 31,9 27,9 31,7 26,2 30,8 Prenotazione presso agenzia 10,1 12,3 14,3 11,8 49,4 17,8 Nessuna prenotazione 55,1 55,1 57,3 55,7 23,3 50,6 0,8 100,0 0,7 100,0 0,6 100,0 0,7 100,0 1,1 100,0 100,0 Non sa/non risponde Totale 0,8 Prospetto 1.8 - Viaggi per organizzazione e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Organizzazione TIPOLOGIA DEL VIAGGIO ANNO Prenotazione diretta Prenotazione presso agenzia Nessuna prenotazione Non sa/non risponde Totale In migliaia Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 7.013 6.567 7.511 2.323 2.086 2.587 350 198 316 37.622 35.060 33.870 2.566 27.937 26.208 23.455 22.258 7.458 118 32.400 1998 1999 2000 10.417 11.724 13.129 7.834 8.324 9.091 22.965 20.130 19.878 307 193 264 41.523 40.371 42.363 71 Vacanza Lavoro Totale viaggi 2001 14.831 9.343 18.529 161 42.864 1998 1999 2000 2001 17.430 18.291 20.641 10.157 10.410 11.679 657 392 579 79.145 75.431 76.232 22.290 11.909 50.902 46.338 43.334 40.787 279 75.265 1998 1999 2000 2001 4.323 5.492 4.408 2.995 4.069 3.935 6.073 4.654 4.106 417 388 374 13.808 14.603 12.823 5.068 3.843 4.089 419 13.419 21.753 23.783 25.048 13.151 14.479 15.613 56.975 50.992 47.440 1.074 780 953 92.953 90.034 89.055 27.358 15.752 44.876 698 88.683 18,6 18,7 22,2 6,2 6,0 7,6 74,3 74,8 69,3 0,9 0,6 0,9 23,0 7,9 68,7 0,4 100,0 100,0 100,0 100,0 25,1 29,0 31,0 18,9 20,6 21,5 55,3 49,9 46,9 0,7 0,5 0,6 34,6 21,8 43,2 0,4 22,0 24,2 27,1 12,8 13,8 15,3 64,3 61,4 56,8 0,8 0,5 0,8 29,6 15,8 54,2 0,4 3,0 2,7 2,9 3,1 100,0 100,0 100,0 100,0 1,2 0,9 1,1 100,0 100,0 100,0 1998 1999 2000 2001 Composizione percentuale Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza Lavoro Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 1998 1999 2000 2001 1998 1999 2000 2001 1998 1999 2000 2001 31,3 37,6 34,4 21,7 27,9 30,7 37,8 28,6 44,0 31,9 32,0 30,5 1998 1999 2000 23,4 26,4 28,1 14,1 16,1 17,5 61,3 56,6 53,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 72 2001 30,8 17,8 50,6 0,8 100,0 La prenotazione diretta è stata molto più frequente nei viaggi diretti al Nord Italia (34%) rispetto al Sud (27,9%), mentre i viaggi diretti al Sud sono stati organizzati tramite agenzia più frequentemente rispetto alle altre destinazioni italiane (14,3% del Sud rispetto al 10,1% del Nord e al 12,3% del Centro)(Tavola 1.10). Nei viaggi con destinazione estera si è fatto ricorso più spesso alla prenotazione (diretta o indiretta) rispetto ai viaggi in Italia (75,6% contro 43,5%). In particolare, nei viaggi all'estero, è stata effettuata una prenotazione in modo diretto il 26,2% delle volte, mentre si è fatto ricorso ai servizi di agenzia o tour operator nel 49,4% dei casi. Di conseguenza solo il 23,3% dei viaggi all'estero è stato effettuato senza alcuna prenotazione, contro il 55,7% dei viaggi in Italia. La tendenza degli ultimi anni mostra un sempre maggiore ricorso alla prenotazione. In questo caso, il tipo di prenotazione più utilizzata è comunque quella diretta per tutti i tipi di viaggio, confermando la preferenza degli italiani ad occuparsi personalmente dell'organizzazione del proprio viaggio. Se si confrontano i dati del 1998 con quelli del 2001, si registra infatti un sensibile aumento del ricorso a prenotazione diretta, sia nelle vacanze 'brevi' (da 18,6% a 23%) che nelle vacanze ‘lunghe’ (da 25,1% a 34,6%) e perfino nei viaggi di lavoro (da 31,3% a 37,8%). Il risultato di questa tendenza è che la quantit à di viaggi senza alcuna prenotazione è passata dal 61,3% al 50,6%, cioè si è giunti ad una situazione di sostanziale equilibrio con i viaggi organizzati con prenotazione (Prospetto 1.8). 73 6.2.9 – Il mezzo di trasporto Nel 2001, il mezzo di trasporto più utilizzato è stato l’automobile (64,9% dei viaggi). Più contenuto è risultato l’uso di altri mezzi, quali l'aereo (13,2%), il treno (10,9%), il pullman (5,4%), la nave (2,7%) e il camper/autocaravan (2%). L’auto è stata utilizzata soprattutto per i viaggi di vacanza (68,5%) ed in particolare per i soggiorni di breve durata (75,4%), mentre se ne è fatto un uso minore per i viaggi di lavoro (44,5%) (Figura 1.6). Si è fatto ricorso all’aereo e al treno più per i viaggi di lavoro e meno per quelli di vacanza: l’aereo è stato preso nel 29,3% dei viaggi professionali e nel 10,4% dei viaggi di vacanza; ci si è spostati in treno, invece, nel 17,3% dei viaggi di lavoro e nel 9,8% delle vacanze (Prospetto 1.9). L’aereo è stato inoltre scelto maggiormente in occasione di vacanze ‘lunghe’ (16,2%) e decisamente meno per le ‘brevi’ (2,7%), mentre il treno è stato usato più spesso per le vacanze ‘brevi’ (11,3%) e meno per le ‘lunghe’ (8,6%). 74 Rispetto allo scorso anno, nel 2001 si è rilevato un sensibile aumento dei viaggi di lavoro in auto (da 39,7% a 44,5%), mentre sono diminuiti quelli in aereo (da 34,1% a 29,3%). Prospetto 1.9 - Viaggi per principale mezzo utilizzato e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Mezzo di trasporto TIPOLOGIA DEL VIAGGIO ANNO Aereo Treno Nave (a) Auto (b) Pullman (c) Camper, autocaravan Altro (d) Totale In migliaia 27.890 26.592 24.893 24.424 2.005 2.292 2.582 2.326 622 867 530 726 181 239 300 122 37.622 35.060 33.870 32.400 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 1.867 1.111 951 874 4.716 3.651 4.361 3.670 341 309 252 259 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 6.019 6.712 6.440 6.928 3.875 3.828 3.949 3.696 1.861 2.096 2.228 1.939 26.731 24.618 26.800 27.172 1.994 2.221 2.085 2.034 770 704 726 979 273 193 134 116 41.523 40.371 42.363 42.864 Vacanza 1998 1999 2000 2001 7.886 7.822 7.392 7.802 8.591 7.479 8.310 7.366 2.201 2.405 2.480 2.198 54.621 51.210 51.692 51.595 3.999 4.512 4.667 4.359 1.392 1.571 1.256 1.705 454 432 435 239 79.145 75.431 76.232 75.265 Lavoro 1998 1999 2000 2001 4.204 4.176 4.375 3.934 2.584 2.545 2.264 2.328 112 227 99 159 5.808 6.392 5.089 5.974 627 488 488 450 76 10 92 42 396 764 416 533 13.808 14.603 12.823 13.419 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 12.089 11.999 11.766 11.736 11.175 10.024 10.575 9.694 2.314 2.632 2.579 2.357 60.430 57.602 56.781 57.569 4.626 5.000 5.156 4.809 1.469 1.580 1.347 1.747 851 1.196 851 771 92.953 90.034 89.055 88.683 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 5,0 3,2 12,5 10,4 0,9 0,9 Composizione percentuale 74,1 5,3 75,8 6,5 1,7 2,5 0,5 0,7 100,0 100,0 75 2000 2001 2,8 2,7 12,9 11,3 0,7 0,8 73,5 75,4 7,6 7,2 1,6 2,2 0,9 0,4 100,0 100,0 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 14,5 16,6 15,2 16,2 9,3 9,5 9,3 8,6 4,5 5,2 5,3 4,5 64,4 61,0 63,3 63,4 4,8 5,5 4,9 4,7 1,9 1,7 1,7 2,3 0,7 0,5 0,3 0,3 100,0 100,0 100,0 100,0 Vacanza 1998 1999 2000 2001 10,0 10,4 9,7 10,4 10,9 9,9 10,9 9,8 2,8 3,2 3,3 2,9 69,0 67,9 67,8 68,5 5,1 6,0 6,1 5,8 1,8 2,1 1,6 2,3 0,6 0,6 0,6 0,3 100,0 100,0 100,0 100,0 Lavoro 1998 1999 2000 2001 30,4 28,6 34,1 29,3 18,7 17,4 17,7 17,3 0,8 1,6 0,8 1,2 42,1 43,8 39,7 44,5 4,5 3,3 3,8 3,4 0,6 0,1 0,7 0,3 2,9 5,2 3,2 4,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 13,0 13,3 13,2 13,2 12,0 11,1 11,9 10,9 2,5 2,9 2,9 2,7 65,0 64,0 63,7 64,9 5,0 5,6 5,8 5,4 1,6 1,8 1,5 2,0 0,9 1,3 1,0 0,9 100,0 100,0 100,0 100,0 (a) per nave si intende: nave, battello, motoscafo; (b) per auto si intende: auto propria, di parenti o amici o a noleggio; (c) per pullman si intende: pullman turistico o di linea; (d) per altro si intende: altri mezzi di trasporto non altrove specificati inclusi moto, motoscooter, bicicletta, ecc. Nella maggior parte dei viaggi all’estero è stato utilizzato l’aereo (54,5% dei viaggi all’estero), mentre si è viaggiato in treno solo nel 5,1% dei viaggi fuori dell’Italia (Tavola 1.11). Per i viaggi in Italia, nel 72,1% dei casi è stato fatto uso dell’auto. L’aereo è stato utilizzato soltanto nel 5,5% dei viaggi ed è stato scelto maggiormente per raggiungere le località del Sud (8%) e meno frequentemente per quelle del Nord (4,1%) e del Centro (5,3%). Al contrario, il treno è stato usato di più per andare al Nord (13,7%) e al Centro (14,8%) e molto meno per raggiungere il Sud (6,9%). 76 Tavola 1.11 - Viaggi per destinazione e principale mezzo di trasporto utilizzato - Anno 2001 (composizione percentuale) Destinazione MEZZO DI TRASPORTO Nord Centro Sud Italia Estero Totale Aereo 4,1 5,3 8,0 5,5 54,5 13,2 Treno 13,7 14,8 6,9 12,0 5,1 10,9 Auto (a) 74,2 69,3 71,2 72,1 26,5 64,9 Altro (b) Totale 8,1 100,0 10,6 100,0 13,9 100,0 10,4 100,0 13,9 100,0 11,0 100,0 (a) per auto si intende: auto propria, di parenti o amici o a noleggio; (b) per altro si intende: nave, battello, motoscafo, pullman turistico o di linea, camper, autocaravan, moto, motoscooter, bicicletta, ecc. 6.2.10 – Il tipo di alloggio Per la prima volta rispetto agli anni passati, nel 2001 le tipologie di alloggio scelte dagli italiani durante i viaggi (Prospetto 1.10) hanno visto prevalere le strutture ricettive collettive (51%) sugli alloggi privati (49%). Come consuetudine, però, all’interno delle prime si sono confermati più consistenti i soggiorni in albergo (42,1%), mentre all’interno dei secondi più usuale è risultato il ricorso alle abitazioni di parenti o amici (29,9%). 77 In linea con il trend storico, anche se con una percentuale maggiore rispetto agli anni passati, oltre quattro quinti dei viaggi di lavoro (83,9%) sono stati caratterizzati da soggiorni in strutture ricettive collettive, con una netta prevalenza di quelli in albergo (79,8%). Per le vacanze continuano ad essere preferiti, anche se in leggero calo rispetto al passato, i soggiorni in alloggi privati (54,9%), soprattutto in abitazione di parenti o amici (33,8%). Nel 45,1% delle vacanze in strutture ricettive collettive, invece, preponderante è risultato l’albergo (35,3%). Considerando la durata della vacanza, però, se il ricorso a strutture alberghiere è paritario per soggiorni ‘brevi’ (36,6%) e 'lunghi’ (34,3%), ciò non può dirsi per le sistemazioni in abitazione di parenti o amici che risultano meno consuete per ‘lunghi’ periodi (28,4%) e più frequenti per quelli ‘brevi’ (40,7%). 78 Tuttavia, rispetto al passato, l’ospitalità in casa di parenti o amici per spostamenti personali di non più di 3 notti risulterebbe sempre meno gradita dagli italiani. Nel corso degli anni se ne registra, infatti, una tendenziale diminuzione se si confrontano i dati del 1998 (17 milioni e 48 mila) con quelli del 2001 (13 milioni e 178 mila). Le abitazioni di proprietà o in affitto, scelte nel 10,4% e nel 6,9% dei casi, sono in prevalenza utilizzate per vacanza (11,8% e 7,7%, rispettivamente) ed in misura limitata per lavoro (2,4% e 2,3%, rispettivamente). Nello specifico, l’abitazione di proprietà è stata scelta indistintamente sia per le vacanze ‘brevi’ (12%) che per quelle ‘lunghe’ (11,7%), mentre si è presa in affitto un’abitazione o una stanza più frequentemente per le vacanze ‘lunghe’ (11,5%) che per le ‘brevi’ (2,8%). Prospetto 1.10 - Viaggi per principale tipo di alloggio e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) Tipo di alloggio TIPOLOGIA DEL VIAGGIO ANNO Strutture ricettive collettive Alberghi (a) Strutture collettive specializzate (b) Altre strutture collettive (c) Alloggi privati Abitazione/ stanze in affitto Abitazioni di proprietà (d) Abitazioni di parenti o amici Altri alloggi privati Totale Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 14.018 13.011 12.816 13.892 12.489 11.022 11.094 11.861 126 146 66 161 1.403 1.843 1.656 1.870 In migliaia 23.604 22.049 21.053 18.508 1.119 899 1.216 906 4.785 5.392 4.363 3.894 17.048 15.109 15.058 13.178 652 649 416 530 37.622 35.060 33.869 32.400 Vacanza 4 o più notti 1998 18.550 14.376 526 3.648 22.973 5.309 5.016 11.965 683 41.523 1999 2000 2001 18.500 19.085 20.045 13.959 14.166 14.712 335 349 418 4.206 4.570 4.915 21.872 23.278 22.819 5.263 5.606 4.919 5.108 5.216 5.012 10.977 11.845 12.195 524 611 693 40.371 42.363 42.864 1998 1999 2000 2001 32.568 31.510 31.902 33.938 26.865 24.980 25.260 26.574 652 481 416 579 5.051 6.049 6.226 6.785 46.577 43.920 44.330 41.327 6.428 6.162 6.822 5.825 9.801 10.499 9.579 8.906 29.013 26.086 26.902 25.373 1.335 1.173 1.027 1.223 79.145 75.431 76.232 75.265 Vacanza 79 Lavoro 1998 1999 2000 2001 10.951 12.177 10.304 11.263 10.382 11.619 9.796 10.715 242 108 125 47 327 450 383 501 2.856 2.426 2.518 2.156 585 389 550 314 443 412 319 316 1.462 1.436 1.337 1.166 366 189 312 360 13.808 14.603 12.822 13.419 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 43.519 43.689 42.206 45.201 37.248 36.600 35.056 37.289 894 590 541 626 5.377 6.499 6.609 7.286 49.434 46.346 46.850 43.482 7.014 6.551 7.373 6.139 10.244 10.911 9.898 9.222 30.475 27.522 28.239 26.538 1.701 1.362 1.340 1.583 92.953 90.034 89.056 88.683 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 37,2 37,1 37,9 42,9 33,2 31,4 32,8 36,6 0,3 0,4 0,2 0,5 3,7 5,3 4,9 5,8 Composizione percentuale 62,7 3,0 62,9 2,6 62,1 3,6 57,1 2,8 12,7 15,4 12,9 12,0 45,3 43,1 44,4 40,7 1,7 1,9 1,2 1,6 100,0 100,0 100,0 100,0 Vacanza 4 o più notti 1998 44,7 34,6 1,3 8,8 55,3 12,8 12,1 28,8 1,6 100,0 1999 2000 2001 45,8 45,1 46,8 34,6 33,5 34,3 0,8 0,8 1,0 10,4 10,8 11,5 54,2 54,9 53,2 13,0 13,2 11,5 12,7 12,3 11,7 27,2 28,0 28,4 1,3 1,4 1,6 100,0 100,0 100,0 Vacanza 1998 1999 2000 2001 41,1 41,8 41,8 45,1 33,9 33,1 33,1 35,3 0,8 0,6 0,5 0,8 6,4 8,0 8,2 9,0 58,9 58,2 58,2 54,9 8,1 8,2 8,9 7,7 12,4 13,9 12,6 11,8 36,7 34,6 35,4 33,8 1,7 1,6 1,3 1,6 100,0 100,0 100,0 100,0 Lavoro 1998 1999 2000 2001 79,2 83,4 80,4 83,9 75,2 79,6 76,4 79,8 1,8 0,7 1,0 0,4 2,4 3,1 3,0 3,7 20,7 16,6 19,6 16,1 4,2 2,7 4,3 2,3 3,2 2,8 2,5 2,4 10,6 9,8 10,4 8,7 2,7 1,3 2,4 2,7 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale viaggi 1998 1999 2000 2001 46,9 48,5 47,4 51,0 40,1 40,7 39,4 42,1 1,0 0,7 0,6 0,7 5,8 7,2 7,4 8,2 53,1 51,5 52,6 49,0 7,5 7,3 8,3 6,9 11,0 12,1 11,1 10,4 32,8 30,6 31,7 29,9 1,8 1,5 1,5 1,8 100,0 100,0 100,0 100,0 (a) per albergo si intende: albergo/pensione/motel, istituto religioso; (b) per struttura collettiva specializzata si intende: residenza per cure fisiche/estetiche, campo lavoro e vacanza, sistemazione in mezzo pubblico di trasporto (cuccette, vagoni letto, ecc.), centro congressi e conferenze; (c) per altra struttura collettiva si intende: villaggio vacanza, campeggio, marina ed altre strutture collettive; (d) per abitazione di proprietà si intende: abitazione di proprietà/multiproprietà. 80 La scelta del tipo di alloggio risulta fortemente dipendente dalla destinazione del viaggio (Tavola 1.12). Gli postamenti oltre confine comportano, in effetti, una notevole preferenza verso le strutture ricettive collettive (71,9%) piuttosto che erso gli alloggi privati (28,1%), mentre gli spostamenti ‘interni’ vedono prevalere i secondi (52,9%) sulle prime (47,1%). In Italia, per i viaggi diretti verso il Centro e il Nord si è optato in egual misura per l’utilizzo di strutture ricettive collettive (51,7% e 49,4%, rispettivamente) e alloggi privati (48,3% e 50,6%, rispettivamente). Diversamente accade per gli spostamenti destinati al Sud dove minore è stata la fruizione di strutture ricettive collettive (39,3%) rispetto agli alloggi privati (60,7%), soprattutto se a titolo gratuito (51,7%). Tavola 1.12 - Viaggi per destinazione e principale tipo di alloggio - Anno 2001 (composizione percentuale) Destinazione TIPO DI ALLOGGIO Nord Centro Sud Strutture ricettive collettive 49,4 51,7 39,3 di cui: Alberghi (a) Alloggi privati 43,3 50,6 43,1 48,3 28,1 60,7 41,3 100,0 40,7 100,0 51,7 100,0 44,1 100,0 di cui: In uso gratuito (b) Totale Italia Estero Totale 47,1 71,9 51,0 38,9 52,9 58,9 28,1 42,1 49,0 19,9 100,0 40,3 100,0 (a) per albergo si intende: albergo/pensione/motel, istituto religioso; (b) per alloggio in uso gratuito si intende: abitazione di proprietà/multiproprietà o abitazione di parenti/amici a titolo gratuito. 81 6.2.11 – I viaggi secondo alcune caratteristiche del turista Nel 2001, il 52,6% dei viaggi effettuati dai residenti in Italia (Tavola 1.13) è stato realizzato da uomini (46 milioni e 670 mila), mentre il 47,4% da donne (42 milioni e 13 mila). Per le vacanze, il sesso non si è rivelato un fattore altamente discriminante. Anche se con una leggera prevalenza della componente femminile, infatti, la partecipazione a viaggi per motivi personali è risultata quasi equivalente tra uomini (48,5%) e donne (51,5%), soprattutto in occasione di ‘brevi’ soggiorni (49,7% e 50,3%, rispettivamente). Ben diversa è la situazione per i viaggi di lavoro. Gli uomini (75,9%) hanno viaggiato molto più delle donne (24,1%); in particolare, ad ogni 100 viaggi per affari fatti dalle donne corrispondono circa315 da parte degli uomini. Tavola 1.13 - Viaggi per tipologia del viaggio, sesso, classe di età, condizione e posizione professionale del turista – Anno 2001 (composizione percentuale). Tipologia del viaggio CARATTERISTICHE DEL TURISTA Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza Lavoro Totale viaggi Maschi 49,7 47,6 48,5 75,9 52,6 Femmine 50,3 52,4 51,5 24,1 47,4 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 0-14 anni 16,4 18,1 17,4 - 14,7 15-24 anni 11,7 12,7 12,3 6,9 11,5 25-44 anni 41,2 35,8 38,1 61,0 41,7 45-64 anni 24,5 23,9 24,1 30,8 25,1 6,2 9,5 8,1 1,3 7,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 SESSO Totale CLASSE DI ETÀ 65 anni e più Totale CONDIZIONE 82 POPOLAZIONE DI 15 ANNI E PIU' Occupati - Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti 63,3 55,0 58,7 91,0 64,3 11,5 9,1 10,1 28,9 13,5 - Direttivi, quadri, impiegati 36,8 30,8 33,5 48,4 36,0 - Operai (a) 10,0 9,8 9,9 7,4 9,4 5,0 5,3 5,2 6,3 5,4 1,6 1,8 1,7 1,5 1,7 1,3 - Lavoratori in proprio e coadiuvanti (b) In cerca di nuova occupazione In cerca di prima occupazione 0,9 1,6 1,3 1,4 Casalinghe 11,2 11,1 11,1 0,8 9,3 Studenti 12,0 13,1 12,6 3,9 11,1 Ritirati dal lavoro 10,0 15,6 13,2 1,4 11,1 1,0 1,8 1,4 - 1,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 In altra condizione (c) Totale (a) per operaio si intende: capo operaio, operaio subalterno, assimilati, apprendisti, lavorante a domicilio per conto di imprese; (b) per lavoratore in proprio e coadiuvante si intende: lavoratore in proprio, socio di cooperativa, coadiuvante; (c) per altra condizione si intende: in servizio di leva, inabile al lavoro e in altra condizione (benestante, detenuto, ecc.). Le persone in età compresa tra i 25 ed i 44 anni risultano essere i soggetti che hanno compiuto più viaggi nel corso del 2001 (41,7%), sia in occasione di viaggi di lavoro (61%), sia in occasione di viaggi di vacanza (38,1%). Subito dopo si attestano gli individui fra i 45 ed i 64 anni (25,1%) e i giovani fino a 14 anni (14,7%). Gli ultra sessantaquattrenni rappresentano, invece, il segmento della popolazione con il minor numero di viaggi fatti (7%), soprattutto se si considerano quelli di affari (1,3%). Focalizzando l’attenzione sulle persone con più di 14 anni, circa i due terzi dei viaggi sono stati effettuati dagli occupati (64,3%). In particolare, a 100 viaggi fatti da persone che non lavorano corrispondono oltre 180 viaggi da parte di persone che svolgono un’attività lavorativa. 83 Tra gli occupati sono maggiormente i direttivi, quadri e impiegati a viaggiare (36%). Meno frequenti sono gli spostamenti da parte di dirigenti, imprenditori, liberi professionisti (13,5%), di operai (9,4%) e di lavoratori in proprio e coadiuvanti (5,4%). Se si considerano i viaggi di lavoro ben 9 viaggi su 10 sono fatti dagli occupati, con una netta prevalenza di quelli realizzati dai dirigenti, quadri e impiegati (48,4%). Tra i ‘non occupati’, con una quota dell’11,1%, sono gli studenti e i ritirati dal lavoro ad aver fatto più viaggi. Non del tutto irrilevante risulta la percentuale dei viaggi effettuati dalle casalinghe: 9,3% del totale. In conclusione è opportuno, comunque, osservare che la descritta distribuzione dei viaggi secondo le caratteristiche socio-demografiche dei turisti risente sia della differente propensione a viaggiare di ciascun gruppo considerato sia della composizione della popolazione in base a tali caratteristiche. 6.2.12 – Le differenze territoriali tra Nord, Centro e Sud L’analisi della mobilità turistica per aree territoriali evidenzia, in modo analogo a quanto già registrato negli scorsi anni, delle differenze sostanziali tra le tre diverse ripartizioni geografiche. La propensione a viaggiare da parte dei soggetti residenti nel Nord e nel Centro d’Italia si conferma superiore a quella osservata per i residenti al Sud. Nel 2001, infatti, al Nord ed al Centro si sono avuti in media 1,8 viaggi per persona1, mentre al Sud solo 1,1. 84 Il Settentrione, in cui risiede il 44,6% della popolazione italiana, ha realizzato il 53,3% dei viaggi ed è stato a sua volta meta del 46,4% dei flussi turistici interni al Paese. Il Centro, con il 19,3% dei residenti, ha prodotto il 21,9% dei viaggi e ne ha ospitato il 25%. Il Sud, a fronte di una quota di popolazione del 36,1%, ha generato soltanto il 24,8% dei viaggi e ne ha accolto il 28,6% (Tavola 1.14). 85 Tavola 1.14 – Popolazione residente e viaggi per ripartizione geografica - Anno 2001 (composizione percentuale) Viaggi RIPARTIZIONE GEOGRAFICA POPOLAZIONE RESIDENTE Provenienza Destinazione Nord 44,6 53,3 46,4 Centro 19,3 21,9 25,0 Sud 36,1 24,8 28,6 Italia 100,0 100,0 100,0 In termini di flussi, ciò ha significato che dai residenti al Nord sono stati realizzati 47 milioni e 281 mila viaggi, 19 milioni e 411 mila da quelli del Centro e 21 milioni e 991 mila da quelli del Sud (Prospetto 1.11). Prospetto 1.11 - Viaggi per provenienza e tipologia del viaggio - Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale) TIPOLOGIA DEL VIAGGIO Provenienza ANNO Nord Centro Sud Totale In migliaia Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti 1998 18.917 9.190 9.515 37.622 1999 18.791 7.777 8.491 35.060 2000 17.639 8.015 8.215 33.870 2001 16.874 7.533 7.993 32.400 1998 23.687 8.925 8.911 41.523 86 Vacanza Lavoro Totale viaggi 1999 22.979 8.579 8.814 40.371 2000 22.809 9.128 10.425 42.363 2001 24.429 8.771 9.664 42.864 1998 42.604 18.115 18.426 79.145 1999 41.770 16.356 17.305 75.431 2000 40.448 17.143 18.641 76.232 2001 41.304 16.304 17.657 75.265 1998 6.114 3.477 4.217 13.808 1999 6.880 2.977 4.747 14.603 2000 6.380 2.771 3.672 12.823 2001 5.979 3.106 4.334 13.419 1998 48.718 21.592 22.643 92.953 1999 48.650 19.333 22.052 90.034 2000 46.829 19.914 22.313 89.055 2001 47.281 19.411 21.991 88.683 1998 50,3 24,4 25,3 100,0 1999 53,6 22,2 24,2 100,0 2000 52,0 23,7 24,3 100,0 2001 52,0 23,3 24,7 100,0 1998 57,0 21,5 21,5 100,0 1999 57,0 21,2 21,8 100,0 2000 53,9 21,5 24,6 100,0 2001 57,0 20,5 22,5 100,0 1998 53,8 22,9 23,3 100,0 1999 55,4 21,7 22,9 100,0 2000 53,0 22,5 24,5 100,0 2001 54,8 21,7 23,5 100,0 Composizione percentuale Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza 87 Lavoro Totale viaggi 1998 44,3 25,2 30,5 100,0 1999 47,1 20,4 32,5 100,0 2000 49,8 21,6 28,6 100,0 2001 44,6 23,1 32,3 100,0 1998 52,4 23,2 24,4 100,0 1999 54,0 21,5 24,5 100,0 2000 52,5 22,4 25,1 100,0 2001 53,3 21,9 24,8 100,0 Considerando la tipologia del viaggio, le percentuali dei viaggi realizzati dai residenti delle diverse ripartizioni geografiche presentano differenze più marcate in occasione di spostamenti per vacanza (54,8% al Nord, 21,7% al Centro e 23,5% al Sud) rispetto a quelli di lavoro (44,6% al Nord, 23,1% al Centro e 32,3% al Sud). La durata della vacanza non sembra, invece, influenzare la quota di spostamenti prodotta da chi vive nelle tre ripartizioni geografiche considerate: le distribuzioni percentuali dei viaggi realizzati per vacanza ‘breve’ o per vacanza ‘lunga’ risultano piuttosto somiglianti (Figura 1.8). In realtà, però, i valori assoluti evidenziano una tendenziale diminuzione nel numero di viaggi personali di 1-3 notti per i residenti al Nord ed al Sud. Per i primi si passa dai 18 milioni e 917 mila del 1998 ai 16 milioni e 874 mila del 2001, mentre per i secondi dai 9 milioni e 515 mila del 1998 si scende a 7 milioni e 993 mila del 2001. Il Centro invece si mantiene pressoché costante nel corso del tempo. L'analisi dei flussi turistici per origine-destinazione (Tavola 1.15) denota che i viaggi in Italia sono diretti prevalentemente verso il Nord della Penisola (39,2%) ed in misura leggermente minore verso il Sud (24,1%) ed il Centro (21%). 88 A causa, probabilmente, di una più favorevole localizzazione geografica, i viaggi prodotti dal Nord fanno registrare una maggiore attitudine ad oltrepassare i confini nazionali. I dati mostrano, infatti, che quasi un quinto degli spostamenti realizzati dai residenti al Nord (19,6%) ha avuto come destinazione prevalente una meta estera. Di converso, solo il 14,7% e l’8,4% dei viaggi fatti dai residenti del Centro e del Sud della Penisola ha valicato i confini italiani. Tavola 1.15 - Viaggi per destinazione, ripartizione geografica di residenza del turista e tipologia del viaggio Anno 2001 (composizione percentuale) Destinazione RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DI RESIDENZA Nord Centro Nord Centro Sud Italia 71,2 24,8 20,3 47,7 15,7 50,2 23,7 25,7 Nord Centro Sud Italia 43,6 21,3 18,1 33,3 11,9 25,7 17,6 16,0 20,1 29,0 50,4 28,7 Nord Centro Sud Italia 54,9 22,9 19,1 39,5 13,4 37,0 20,4 20,2 13,5 26,0 52,3 25,3 Nord Centro Sud 40,7 36,7 32,0 24,4 23,9 29,4 Sud Italia Estero Totale 90,8 97,5 98,6 94,2 9,2 2,5 1,4 5,8 100,0 100,0 100,0 100,0 75,6 76,0 86,1 78,0 24,4 24,0 13,9 22,0 100,0 100,0 100,0 100,0 81,8 85,9 91,8 85,0 18,2 14,1 8,2 15,0 100,0 100,0 100,0 100,0 70,8 82,1 91,2 29,2 17,9 8,8 100,0 100,0 100,0 VACANZA 1-3 NOTTI 3,9 22,5 54,6 20,8 VACANZA 4 O PIU' NOTTI VACANZA LAVORO 5,7 21,5 29,8 89 Italia 37,0 25,9 17,1 80,0 20,0 100,0 80,4 85,3 91,6 84,3 19,6 14,7 8,4 15,7 100,0 100,0 100,0 100,0 TOTALE VIAGGI Nord Centro Sud Italia 53,1 25,2 21,6 39,2 14,8 34,8 22,2 21,0 12,5 25,3 47,8 24,1 Per quanto concerne i viaggi in Italia, si denota una spiccata propensione a viaggiare all'interno della propria ripartizione, particolarmente evidente per i residenti al Nord e al Sud. In effetti, circa la metà dei viaggi di chi vive al Nord (53,1%) o al Sud (47,8%) ha avuto come destinazione la stessa area geografica di residenza. Se, però, per i Meridionali risulta cospicua la porzione di viaggi diretta verso le altre ripartizioni (Centro 22,2%, Nord 21,6%), ciò non può dirsi per i Settentrionali i quali hanno realizzato un’esigua quota di viaggi verso le restanti aree del Paese (Centro 14,8%, Sud 12,5%), addirittura inferiore a quella registrata verso le mete estere. Per quanto riguarda, invece, gli abitanti del Centro non si rileva un’attitudine particolare a viaggiare verso una specifica ripartizione. In realtà, i residenti al Centro hanno effettuato all’incirca uno spostamento su tre nella stessa area geografica di origine (34,8%), ma al contempo hanno fatto registrare un'elevata quota di viaggi verso le località del Nord (25,2%) e del Sud dell’Italia (25,3%). E' rilevante osservare una consistente stanzialità dei flussi turistici in occasione di vacanze ‘brevi’. Prescindendo dalla ripartizione di origine, infatti, oltre la metà degli spostamenti di 1-3 notti ha come destinazione la medesima area geografica di partenza. Di contro, per i residenti in ogni ripartizione, non superando il 10% del totale, risulta poco rilevante la percentuale di vacanze 'brevi' all’estero, soprattutto per il Centro (2,5%) e per il Sud (1,4%). 90 In occasione di lunghi viaggi di vacanza è importante rilevare l’elevata capacità attrattiva che caratterizza il Sud nei confronti dei viaggi prodotti dai residenti nel Sud (50,4%) e nel Centro (29%), ma anche da quelli del Nord (20,1%). Quasi paritaria è risultata, invece, la quota di vacanze 'lunghe' fatte all’estero da parte di individui residenti al Nord (24,4%) ed al Centro (24%), mentre è quasi dimezzata per quanti vivono al Sud (13,9%). Riguardo ai viaggi per lavoro, indipendentemente dall’origine dei flussi è sempre il Nord ad avere la maggiore capacità attrattiva. In effetti, una località di quest'area geografica risulta essere la destinazione prevalente del 40,7% dei viaggi fatti dai residenti al Nord, del 36,7% dei residenti al Centro e del 32% di quelli al Sud. I viaggi per affari mettono in evidenza anche l’esigua quantità di spostamenti di chi vive al Nord verso le zone del Sud (5,7%) contro la consistente quantità registrata verso l’estero (29,2%), superiore addirittura a quella verso il Centro (24,4%). Inoltre, è possibile notare come dal Sud si muovano per lavoro in modo paritario all’interno di tutte e tre le ripartizioni considerate. Su tre ipotetici viaggi di lavoro di chi abita al Sud uno viene fatto verso il Nord, uno verso il Centro ed uno verso il Sud, denotando quindi l’assenza di capacità attrattiva del Sud verso il Sud. La percentuale dei viaggi di lavoro fatti dai residenti del Centro, invece, denota una leggera prevalenza del Nord (36,7%) sul Centro (23,9%) e sul Sud (21,5%). 91 6.3 - I turisti 6.3.1 - Quanti sono Il maggior flusso di turisti nell’anno 2001 si è osservato durante il periodo estivo, confermando quanto già osservato nei precedenti anni. Le persone che hanno compiuto almeno un viaggio tra luglio e settembre sono state 25 milioni e 327 mila, corrispondenti al 44,1% della popolazione italiana. La quota di individui che ha effettuato uno o più viaggi nei restanti periodi dell’anno, infatti, è stata costantemente inferiore a quella rilevata durante il trimestre estivo: 23,4% tra aprile e giugno, 19,2% da gennaio a marzo e 17,1% da ottobre a dicembre (Prospetto 2.1). Prospetto 2.1 -Turisti per trimestre e tipologia del viaggio - Anni 1998-2001 (dati in migliaia e per 100 residenti) Trimestre TIPOLOGIA DEL VIAGGIO ANNO Gennaio-Marzo Aprile-Giugno Luglio-Settembre Ottobre-Dicembre 6.503 5.400 5.197 5.034 4.423 5.211 4.978 5.259 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 5.614 4.671 4.967 5.166 In migliaia 6.377 7.169 7.144 7.217 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 4.401 4.470 4.585 5.205 5.320 5.408 6.008 6.067 22.232 21.487 22.412 21.874 3.179 3.473 3.138 3.844 Vacanza 1998 1999 2000 2001 8.921 8.386 8.776 9.538 10.641 11.581 12.093 12.270 25.488 24.297 25.213 24.709 7.137 8.070 7.645 8.458 92 Lavoro 1998 1999 2000 2001 1.814 1.828 2.004 2.177 1.965 2.020 1.979 1.904 1.770 1.758 1.559 1.749 1.730 2.022 1.779 2.015 Totale 1998 1999 2000 2001 10.046 9.639 10.096 11.015 11.925 13.021 13.430 13.457 26.075 24.887 25.885 25.327 8.291 9.520 8.965 9.811 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 9,8 8,2 8,7 9,0 11,4 9,5 9,1 8,8 7,7 9,1 8,7 9,2 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 7,7 7,8 8,0 9,1 9,3 9,5 10,5 10,6 38,9 37,6 39,2 38,1 5,6 6,1 5,5 6,7 Vacanza 1998 1999 2000 2001 15,6 14,7 15,3 16,6 18,6 20,3 21,1 21,4 44,6 42,5 44,1 43,0 12,5 14,1 13,3 14,7 Lavoro 1998 1999 2000 2001 3,2 3,2 3,5 3,8 3,4 3,5 3,5 3,3 3,1 3,1 2,7 3,0 3,0 3,5 3,1 3,5 Totale 1998 1999 2000 2001 17,6 16,9 17,7 19,2 20,9 22,8 23,5 23,4 45,7 43,6 45,2 44,1 14,5 16,7 15,7 17,1 Per 100 residenti 11,2 12,5 12,5 12,6 L'alto numero di persone che hanno effettuato viaggi durante il trimestre luglio-settembre è legato soprattutto all'elevata quota di vacanzieri. Tuttavia, rispetto ai dati del 2000, è proprio in estate che si osserva una lieve 93 diminuzione dei turisti per vacanza: si scende da 25 milioni e 213 mila persone nell’estate 2000, pari al 44,1% della popolazione residente, a 24 milioni e 709 mila persone nello stesso periodo del 2001, corrispondente al 43% della popolazione residente. Tale decremento risente soprattutto della diminuzione di turisti per vacanze di lunga durata (scesi dal 39,2% al 38,1% dei residenti). Negli altri trimestri dell’anno, e soprattutto durante il primo e l’ultimo, si è riscontrato invece un aumento del numero di vacanzieri, attribuibile, anche in questo caso, a quanti compiono soggiorni di quattro notti e più. In ogni trimestre, circa il 9% degli italiani ha trascorso almeno un breve soggiorno di vacanza (1-3 notti); ha fatto eccezione il trimestre aprile-giugno durante il quale, come di consueto, si è registrato un valore più elevato (12,6%). Nel quadriennio 1998-2001, durante il periodo estivo, si rileva una tendenziale diminuzione del numero di turisti per vacanza ‘breve’: da 11,4% nel 1998 a 8,8% nel 2001. 94 Del tutto in linea con l’andamento riscontrato nell’analisi dei viaggi, i turisti per lavoro sono una quota sostanzialmente stabile nei trimestri, attestandosi nel 2001 attorno al 3,4% in ogni trimestre. 95 6.3.2 – Chi va in vacanza nel trimestre estivo Nei mesi tra luglio e settembre, uomini e donne hanno viaggiato per vacanza quasi in uguale misura. Infatti, complessivamente, si è recato in vacanza il 43,3% degli uomini ed il 42,8% delle donne residenti nel Paese (Tavola 2.1). Nello stesso periodo, le fasce d’età in cui si è registrato il maggior numero di vacanzieri sono state quelle dei bambini di 0-14 anni e degli adulti di 25-44 anni (rispettivamente 52,6% e 50,4% dei residenti appartenenti alle stesse fasce d’età). Le persone che hanno viaggiato meno per vacanza sono state gli anziani di 65 anni ed oltre (20,5%), mostrando una forte flessione rispetto all’andamento più o meno stabile, intorno al 26-27%, del precedente triennio. Anche per il 2001 la più alta percentuale di vacanzieri nel periodo estivo è stata raggiunta dagli occupati con posizione professionale elevata (Tavola 2.2). Nella classe dei direttivi, quadri e impiegati, infatti, i turisti per vacanza sono stati il 62,4%, cui sono seguiti i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti con il 61,5%. Le suddette classi di lavoratori hanno confermato di essere quelle che viaggiano di più sia per vacanze ‘lunghe’ che ‘brevi’, sebbene lo scarto con le rimanenti due categorie di occupati, gli operai e i lavoratori in proprio, sia più evidente nei soggiorni di breve durata. In particolare, si segnala che tra gli operai si è registrata la più bassa quota di vacanzieri (36,9%). Tavola 2.1 - Turisti per durata della vacanza, distinti per sesso e classe di età - Trimestre luglio-settembre 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti con le stesse caratteristiche) CARATTERISTICHE Durata della vacanza 96 Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza In migliaia Per 100 residenti con le stesse caratteristiche In migliaia Per 100 residenti con le stesse caratteristiche In migliaia Per 100 residenti con le stesse caratteristiche SESSO Maschi Femmine Totale 2.456 2.578 5.034 8,8 8,7 8,8 10.672 11.202 21.874 38,2 38,0 38,1 12.092 12.617 24.709 43,3 42,8 43,0 CLASSE DI ETÀ 0-14 anni 15-24 anni 25-44 anni 45-64 anni 65 anni e più Totale 824 569 2.024 1.282 335 5.034 9,9 8,7 11,4 8,9 3,2 8,8 3.904 2.865 7.878 5.305 1.923 21.874 47,0 44,0 44,2 36,8 18,5 38,1 4.367 3.209 8.985 6.016 2.131 24.709 52,6 49,3 50,4 41,7 20,5 43,0 Tavola 2.2 - Turisti di 15 anni e più per durata della vacanza, condizione e posizione nella professione Trimestre luglio-settembre 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione) Durata della vacanza Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza CONDIZIONE Occupati - Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti - Direttivi, quadri, impiegati - Operai (a) - Lavoratori in proprio e coadiuvanti (b) In cerca di nuova occupazione In migliaia Per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione In migliaia Per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione In migliaia Per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione 2.597 475 1.386 533 202 11,7 17,5 13,7 7,9 7,9 10.244 1.454 5.640 2.130 1.020 46,2 53,7 55,8 31,4 39,9 11.619 1.666 6.302 2.504 1.147 52,5 61,5 62,4 36,9 44,9 94 5,4 361 20,9 438 25,3 97 In cerca di prima occupazione Casalinghe Studenti Ritirati dal lavoro Altra condizione (c) Totale 68 453 400 538 61 4.210 7,7 6,0 9,3 5,1 3,2 8,6 278 2.121 2.157 2.469 340 17.970 31,4 28,0 50,0 23,3 17,9 36,6 343 2.403 2.375 2.779 384 20.341 38,8 31,8 55,0 26,3 20,2 41,4 (a) per operaio si intende: capo operaio, operaio subalterno, assimilati, apprendisti, lavorante a domicilio per conto di imprese; (b) per lavoratore in proprio e coadiuvante si intende: lavoratore in proprio, socio di cooperativa, coadiuvante; (c) per altra condizione si intende: in servizio di leva, inabile al lavoro e in altra condizione (benestante, detenuto, ecc.). 6.3.3 - Quanti in Italia, quanti all’estero Come già evidenziato, la percentuale degli italiani che durante l’estate 2001 hanno realizzato almeno una vacanza è stata del 43%. Il 36,4% degli italiani ha scelto almeno una volta, come meta per le proprie vacanze, l’Italia, mentre l’8,8% è stato almeno una volta all’estero. Il trimestre estivo è, infatti, il periodo in cui si viaggia di più all’estero; la quota di vacanzieri verso un Paese straniero negli altri periodi dell’anno è stata 2,1% nel trimestre ottobre-dicembre, 3,3% nel trimestre gennaio-marzo e il 3,7% nel trimestre aprile-giugno. In particolare, rispetto all’estate 2000, si è verificata una diminuzione di circa due punti percentuali dei turisti che hanno effettuato almeno una vacanza di lunga durata in Italia (dal 33% nel 2000 al 31,3% nel 2001) (Prospetto 2.2). Prospetto 2.2 - Turisti per destinazione e durata della vacanza - Trimestre luglio-settembre Anni 1998 - 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti) Destinazione DURATA DELLA VACANZA ANNO Italia Estero Totale 98 In migliaia Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza 1998 1999 2000 2001 6.050 5.122 4.846 4.717 594 351 458 362 6.503 5.400 5.197 5.034 1998 1999 2000 2001 18.588 17.994 18.894 17.952 4.790 4.588 4.563 4.786 22.232 21.487 22.412 21.874 1998 1999 2000 2001 21.959 21.040 21.863 20.921 5.241 4.878 4.944 5.062 25.488 24.297 25.213 24.709 1998 1999 2000 2001 10,6 9,0 8,5 8,2 1,0 0,6 0,8 0,6 11,4 9,5 9,1 8,8 1998 1999 2000 2001 32,5 31,5 33,0 31,3 8,4 8,0 8,0 8,3 38,9 37,6 39,2 38,1 1998 1999 2000 2001 38,5 36,8 38,2 36,4 9,2 8,5 8,6 8,8 44,6 42,5 44,1 43,0 Per 100 residenti Vacanza 1-3 notti Vacanza 4 o più notti Vacanza 6.3.4 - Le differenze tra Nord, Centro e Sud L’estate 2001 ha confermato la maggiore attitudine a viaggiare per vacanza degli italiani residenti al Nord e al Centro rispetto ai residenti al Sud, tendenza risultata comunque evidente anche negli altri periodi dell’anno. Con riferimento ai 99 mesi tra luglio e settembre, il 53,1% dei residenti al Nord e il 44,9% dei residenti al Centro Italia si è recato in vacanza, mentre al Sud la quota è stata pari al 29,6% (Prospetto 2.3). In termini di propensione a viaggiare, in particolare, si osserva che differenze così accentuate fra le diverse aree del Paese si rilevano soprattutto per quanto riguarda i lunghi soggiorni di vacanza e molto meno con riferimento alle vacanze ‘brevi’. Il confronto con i dati del 2000 ha mostrato una diminuzione del numero di turisti per vacanza ‘lunga’ fra quanti risiedono al Centro e al Sud: si passa, rispettivamente, dal 43,2% al 40,1% al Centro e dal 26,8% al 24,5% al Sud. 100 A livello Italia, come già evidenziato, nel quadriennio 1998-2001 si è riscontrata una costante e lenta diminuzione dei vacanzieri per soggiorni ‘brevi’ durante il trimestre estivo. Unica eccezione è stata rilevata nel corso del 2001 al Centro, dove il numero di vacanzieri per soggiorni di 1-3 notti ha fatto registrare una lieve ripresa rispetto al 2000 (dal 9,4% al 9,8%). Prospetto 2.3 - Turisti per ripartizione geografica di residenza e durata della vacanza - Trimestre luglio-settembre Anni 1998-2001 (dati in migliaia e per 100 residenti nella stessa ripartizione geografica) Ripartizione geografica di residenza DURATA DELLA VACANZA ANNO Nord Centro Sud Italia In migliaia 1.635 1.196 1.035 1.086 1.711 1.476 1.441 1.399 6.503 5.400 5.197 5.034 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 3.157 2.727 2.721 2.550 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 2001 12.830 12.274 12.109 12.365 4.463 4.527 4.750 4.435 4.938 4.686 5.553 5.073 22.232 21.487 22.412 21.874 Vacanza 1998 1999 2000 2001 14.126 13.506 13.378 13.592 5.309 5.134 5.281 4.973 6.052 5.656 6.555 6.144 25.488 24.297 25.213 24.709 Vacanza 1-3 notti 1998 1999 2000 2001 Per 100 residenti nella stessa ripartizione geografica 12,5 14,9 8,2 10,7 10,9 7,1 10,7 9,4 6,9 10,0 9,8 6,7 11,4 9,5 9,1 8,8 Vacanza 4 o più notti 1998 1999 2000 50,7 48,4 47,5 38,9 37,6 39,2 40,8 41,3 43,2 23,7 22,5 26,8 101 Vacanza 2001 48,3 40,1 24,5 38,1 1998 1999 2000 2001 55,8 53,2 52,5 53,1 48,5 46,8 48,0 44,9 29,0 27,2 31,6 29,6 44,6 42,5 44,1 43,0 6.3.5 - Chi non va in vacanza: i motivi L’indagine, oltre a dare informazioni sulle persone che hanno viaggiato nel corso del 2001, permette di conoscere, nel contempo, quanti sono coloro che non hanno viaggiato, individuandone caratteristiche e motivazioni. 102 E’ evidente che il minor numero di persone che non hanno effettuato viaggi di vacanza si riscontra nel trimestre lugliosettembre (57%), mentre nel resto dell’anno la quota è più alta, raggiungendo il valore massimo nel trimestre ottobredicembre (85,3%) (Figura 2.3). E’ interessante notare che le cause che spingono i residenti nel Paese a non recarsi in vacanza assumono, in genere, livelli di importanza diversa se si distingue il periodo estivo dagli altri periodi dell’anno. Tavola 2.3 - Persone che non hanno effettuato viaggi di vacanza per trimestre e motivo prevalente Anno 2001 (composizione percentuale) Trimestre MOTIVO Motivi economici Motivi di lavoro e studio Mancanza di abitudine Gia' residente in localita' di villeggiatura Motivi di famiglia Motivi di salute Altri motivi Non risponde Totale Gennaio-Marzo Aprile-Giugno Luglio-Settembre Ottobre-Dicembre 14,9 33,9 15,5 11,8 38,8 13,1 18,9 17,9 12,8 11,9 32,5 18,0 0,7 15,5 8,3 10,2 1,1 100,0 0,6 15,9 8,8 10,2 0,9 100,0 3,3 19,5 12,0 14,6 1,1 100,0 0,9 19,8 8,9 7,3 0,7 100,0 103 In genere, escludendo il trimestre estivo, i motivi di studio e di lavoro hanno rappresentato nel 2001 la causa prevalente della non vacanza, con la massima rilevanza nel trimestre aprile-giugno (38,7%); i motivi di famiglia hanno rappresentato la seconda motivazione in ordine di importanza, a cui è seguita la mancanza di abitudine. I motivi economici si sono collocati al quarto posto e quelli di salute al quinto (Tavola 2.3). Nei mesi da luglio a settembre 2001, invece, prevalgono i motivi di famiglia (19,4%) e i motivi economici (18,9%) che costituiscono le due motivazioni principali che hanno spinto i residenti a non viaggiare nel periodo dell’anno di maggior flusso turistico; seguono i motivi di lavoro e studio (17,9%) e, quasi a pari merito, mancanza di abitudine (12,8%) e motivi di salute (12%). Sempre con riferimento al periodo estivo, un dato da rilevare si riferisce a quanti non si sono spostati per vacanza perché già residenti in località di villeggiatura; costituiscono, infatti, il 3,3% degli italiani che non hanno viaggiato per vacanza. 6.3.6 - Chi viaggia per lavoro Nel corso del 2001, mediamente in un trimestre, ha viaggiato per ragioni di lavoro il 4% della popolazione di 15 anni e più (Prospetto 2.4). Questo valore, tuttavia, è rappresentato in larga misura dagli occupati; di questi, infatti, mediamente in un trimestre, l’8% degli occupati ha viaggiato per lavoro. Molto più bassa, invece, la quota di turisti per lavoro non occupati di 15 anni e più (0,7%). Prospetto 2.4 - Turisti di 15 anni e più che hanno viaggiato per lavoro distinti per condizione e destinazione del viaggio - Valore medio dei 4 trimestri - Anni 1998 - 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione) 104 Condizione ANNO Occupati Italia 1998 1999 2000 2001 1.598 1.659 1.621 1.766 1.263 1.350 1.242 1.441 1998 1999 2000 2001 7,5 7,7 7,4 8,0 Estero Non occupati Totale 436 437 481 420 220 243 208 194 1.818 1.903 1.829 1.960 0,8 0,9 0,8 0,7 3,7 3,9 3,7 4,0 In migliaia Per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione 6,0 2,1 6,2 2,0 5,7 2,2 6,5 1,9 Tra gli occupati prevalgono quanti hanno viaggiato per lavoro almeno una volta in Italia (mediamente in un trimestre il 6,5% degli occupati), rispetto a chi invece ha viaggiato almeno una volta all’estero (1,9% degli occupati). Tavola 2.4 - Turisti occupati di 15 anni e più che hanno viaggiato per lavoro distinti per sesso, posizione nella professione e ripartizione geografica di residenza - Valore medio dei 4 trimestri Anno 2001 (dati in migliaia e per 100 occupati di 15 anni e più con le stesse caratteristiche) Turisti occupati che hanno viaggiato per lavoro CARATTERISTICHE In migliaia SESSO Maschi Femmine Totale POSIZIONE NELLA PROFESSIONE Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti Direttivi, quadri, impiegati Per 100 occupati anni e più di 15 con le stesse caratteristiche 1.350 416 1.766 10,0 4,9 8,0 522 963 19,0 9,3 105 Operai (a) Lavoratori in proprio e coadiuvanti (b) Totale 141 139 1.766 2,2 5,7 8,0 RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DI RESIDENZA Nord Centro Sud Totale 825 395 545 1.766 7,5 8,8 8,3 8,0 (a) per operaio si intende: capo operaio, operaio subalterno, assimilati, apprendisti, lavorante a domicilio per conto di imprese; (b) per lavoratore in proprio e coadiuvante si intende: lavoratore in proprio, socio di cooperativa, coadiuvante. Mediamente in un trimestre, gli uomini occupati hanno viaggiato di più rispetto alle donne: 10% rispetto a 4,9% (Tavola 2.4). Considerando le categorie professionali, mediamente in un trimestre, hanno viaggiato per lavoro maggiormente quelle più elevate. In particolare si sono spostati per lavoro il 19% dei dirigenti, imprenditori e liberi professionisti; più bassa, invece la quota tra i lavoratori in proprio (5,7%) e gli operai (2,2%). Come negli anni precedenti, nel corso del 2001, la mobilità per lavoro per area geografica di residenza non presenta molte differenze: mediamente in un trimestre del 2001 ha realizzato almeno un viaggio di lavoro il 7,5% degli occupati residenti al Nord, l’8,8% di quelli residenti al Centro e l’8,3% di quelli residenti al Sud. E’ da rilevare che le differenze per area geografica di residenza incidono meno sulla mobilità per lavoro rispetto a quella per vacanza; infatti, mentre i residenti in Italia hanno una diversa propensione a viaggiare per vacanza a seconda dell'area geografica di residenza, quando si viaggia per lavoro emergono maggiori similitudini comportamentali. Una possibile spiegazione della minore differenza territoriale quando si viaggia per lavoro può 106 essere imputata alla maggiore presenza di attività economiche e al maggiore sviluppo del mercato del lavoro nel Nord e nel Centro del Paese che attrae anche occupati residenti in aree meno sviluppate, contrariamente a quanto avviene per il turismo di vacanza. 6.4 - Le prospettive di evoluzione del turismo Tre sono stati i filoni generali su cui si sono concentrate le attenzioni dei ricercatori: • il primo è relativo al territorio al quale il turismo è inscindibilmente legato; • il secondo riguarda il turismo urbano e le città d'arte in particolare, di cui il nostro Paese è particolarmente ricco; • il terzo, infine, è orientato agli aspetti economico-organizzativi e innovativi, chiave di volta per rendere il nostro sistema sempre più competitivo. 107 A - Le indagini relative al primo filone di ricerca hanno evidenziato il forte squilibrio nella distribuzione territoriale del turismo. Anche in aree rilevanti sul piano della disponibilità di risorse paesaggistiche, culturali e storiche c'è assenza o insufficiente attenzione per i siti "minori". La virgolettatura su "minori" sottolinea il ruolo positivo di tali siti nei confronti di un decongestionamento dei luoghi più affollati ed evidenzia la loro importanza per lo sviluppo economico delle nuove aree interessate. Ambrogio Lorenzetti, particolare dell'affresco "Effetti del La georeferenziazione dei siti turistici è stata intrapresa come utilizzo di bion governo" XIV sec., Palazzo Pubblico, Siena una metodologia di approccio da applicare a zone territoriali definite e, quindi, utile per valutare l'interesse turistico di un sito e la consistenza dell'offerta. Un contenuto di natura metodologica si ritrova nello studio su una zona turistica matura quale quella di Rimini, il cui territorio ha finora risposto in maniera positiva alle sollecitazioni di un turismo di massa. L'offerta riminese ha conosciuto, infatti, negli anni un'articolazione complessa non limitata alle esigenze della balneazione estiva, ma estesa ai locali notturni, alla valorizzazione dell'entroterra, idonea anche a fornire risposte al turismo di business ed a quello culturale. Un caso particolare di studio della valorizzazione dell'entroterra è quello sperimentale della provincia di Latina, dove, pur in presenza di abbazie, santuari, resti di antichi insediamenti e spazi di interesse geologico, faunistico e floristico, non si attivano flussi turistici di un certo rilievo. 108 B - Il secondo filone, quello del turismo urbano e delle città d'arte, è di grande importanza per il nostro Paese. Sviluppatosi inizialmente come turismo d'élite, è oggi alla portata di un numero elevato e crescente di utenti. Premesso che ogni città è un caso a sé, in quanto la struttura urbanistica, l'ubicazione e l'accessibilità al patrimonio culturale, la viabilità, l'organizzazione hanno un valore locale, il problema per questo tipo di turismo è come le città interessate possano far fronte a questa richiesta e come possano organizzare o riorganizzare l'accessibilità alle proprie strutture artistico-storiche in maniera da attrarre l'interesse del visitatore. Fra le implicazioni che l'esercizio di questo turismo comporta, quelle che generano apprensione sono la saturazione, e quindi la sostenibilità da parte delle città dei flussi turistici in luoghi relativamente ristretti, quali sono di solito i centri storici. Una delle minacce più serie alla conservazione dei siti è l'assenza di regolamentazione, in tutto o in parte, del turismo di massa che in determinate condizioni può causare degrado economico e fisico di un capitale non riproducibile come quello culturale. C - Terzo filone è l'indagine sugli aspetti economico-organizzativi di un mercato turistico sempre più legato ai processi di globalizzazione. Gli studi economici sul turismo, nel recente passato, hanno sottolineato la necessità di un approccio sistemico al fenomeno, non solo per il suo carattere collettivo e la sua forte valenza territoriale, ma anche per i numerosi vantaggi che possono derivare in termini di economie di scala e di esternalità positive. 109 Le problematiche inerenti al raccordo tra operatori pubblici e privati, con particolare attenzione ai Centri di Servizio al Turismo, sottolineano i vantaggi di questi ultimi alla commercialità ed alla promozione turistica. Il turismo non è più un corpus unicus, cioè un contenitore dai comportamenti resi omogenei, ma è un fenomeno dotato di sfaccettature differenziate. È inoltre un mercato con più segmentazioni, di cui occorre valutare l'importanza. Un segmento della domanda turistica è quello relativo al turismo congressuale, non molto conosciuto dal sistema informativo territoriale. E invece il turismo congressuale deve essere considerato non più una nicchia del settore, ma un comparto con una rilevante dimensione economica suscettibile di indurre altre forme di turismo. 6.5 - I risultati di una ricerca sulle vacanze degli italiani a cura di Trademark Italia e Sociometrica 6.5.1 – il 2003, anno degli equivoci I turisti pensano, nemmeno silenziosamente, che nel 2003 avranno a disposizione tutto per poche lire; chi gestisce l’ospitalità e gli alberghi, più silenziosamente, crede che, al di là del panico dell’11 settembre, la stagione andrà bene. 110 Da un lato i turisti si aspettano: • prezzi bassi (tanto c’è la crisi), • posti disponibili dappertutto (tanto c’è la crisi), • magari un albergo di quattro stelle al prezzo di tre (tanto c’è la crisi). Gli albergatori, dal canto loro, pensano che: • il peggio sia passato (per fortuna che è successo a settembre), • i concorrenti sono in crisi (chi volete che vada in Tunisia, in Turchia, in Egitto, a Sharm el Sheikh?), • gli Italiani questa estate staranno più volentieri in Italia (tanto all’estero che trovano di meglio?). E’ su queste basi che poggia il grande equivoco del 2003. Gli uni aspettando i grandi risparmi che non ci saranno, gli altri i grandi profitti che non ci saranno. E allora, cosa ci sarà? L’arte della prudenza in quest’occasione non è quella della moderazione, ma quella dell’equilibrio e la differenza nel nostro caso non è piccola. Tenere i prezzi alti quando la gente si aspetta prezzi bassi è come battere la testa contro il 111 muro; tenere i prezzi bassi solo perché la gente li aspetta tali, mostra una scarsa capacità di gestire controcorrente il proprio business. E’ l’anno della correttezza, delle cose giuste ed appropriate: non una lira (anzi un euro) di più, non una (o uno) di meno. Rispetto a che cosa? Alla qualità che si offre, naturalmente. E’ l’anno dei semplici, dove il termine non è sinonimo d’incapacità di pensare le cose complesse, ma espressione della capacità di andare alla sostanza delle cose e della comunicazione. “Basta con i nomi, vogliamo le cose!” sembrano gridare schiere di clienti, delusi dalle ampollosità vuote, dalle parole che dicono tutto e niente. Società complessa, comunicazione semplice, tanto per cominciare. Che quel che si promette sia chiaro: non chiamate “fitness center” la presenza di qualche attrezzo in una sala buia dell’albergo! Non inventiamoci le “tessere club” per aumentare surrettiziamente il prezzo delle camere! Non chiamiamo “ricco breakfast” l’insieme delle marmellatine che anche i supermercati rifiutano di vendere ... Torniamo all’empatia, la dote di cui gli albergatori italiani sono storicamente più prodighi. In pochi anni, da quando i margini lordi delle gestioni alberghiere sono diventati interessanti, sono affiorate rigidità, talvolta l’alterigia e in qualche caso anche accenni d’arroganza. L’arte italiana del tutto è possibile si è andata trasformando nel suo opposto, quello del non è possibile. Quanta era la gioia dei tedeschi che trovavano fuori del loro paese quel senso di flessibilità d’accomodamento, d’aggiustamento, che a casa loro è merce così rara? 112 Ci siamo un po’ “germanizzati”, almeno in questo: siamo più freddi, trattiamo i clienti con maggior distanza, dettiamo le regole perché siamo diventati più ricchi di loro. Allora è l’anno giusto per riscoprire l’empatia, per mettersi nei panni del cliente, per vedere quanto siamo bravi, noi italiani, a capire la gente, a fare felici i nostri clienti. Ma tutto com’era cominciato? Come siamo arrivati all’anno degli equivoci? E’ qui c’è una risposta facile: “nine/eleven”, 11/9, il giorno della gran paura, il giorno in cui il turismo ha pensato quasi di non avere un futuro. Cosa resta oggi dell’11 settembre? Cosa resta dello shock? Cosa resta nella mente degli Italiani, un popolo che macina tutto, che sembra sedimentare tutto, magari attraverso l’agire lento e il secolare disincanto? Molto e poco insieme. Molto, perché i comportamenti di vacanza sembrano essere stati “distorti” da quegli eventi che rimangono sotto traccia e riemergono non appena si affronta il discorso sulle vacanze. Poco, se si pensa che l’argomento terrorismo, scomparso dalle conversazioni ordinarie della gente comune, rimane come qualcosa che appartiene già al passato. Tra questo molto e questo poco sembrano altalenarsi i comportamenti turistici dell’anno 2003. 113 Alcune di queste tendenze di blocco delle partenze, di ripensamento drastico delle vacanze, di indecisione, si sono via via stemperate fino a diventare una sorta di “background” inconscio, ma le conseguenze dello shock non sembrano essere scomparse: oggi sempre meno persone dicono di aver paura di volare, però di fatto volano di meno; sempre meno persone dicono di aver paura di visitare gli Stati Uniti e tuttavia siamo ancora ai minimi nel trade Italia-USA; sempre meno persone dichiarano di non partecipare a un congresso per paura di attentati, ma comunque vi partecipano di meno. La prima conseguenza, sembra proprio di lungo periodo, è quella di un supplemento di motivazione per viaggiare. Se prima si viaggiava senza troppo pensarci, adesso c’è bisogno d’essere più convinti, di essere maggiormente sedotti dalle destinazioni, d’essere più determinati nelle proprie decisioni. E’ un umore più che una scelta sedimentata, un umore però che ha conseguenze sul fatturato globale dei viaggi e delle vacanze. Se c’è bisogno di un supplemento di motivazione, allora i viaggi “banali” sono scartati, la base è erosa, il mercato si assottiglia. Anche se l’11 settembre sembra aver spaventato più gli operatori che i consumatori, basti pensare che per i viaggi di Natale e di Capodanno del 2001 si è registrata persino una domanda in eccesso verso i viaggio intermediati dai Tour Operator: le attese erano così basse che hanno lasciato senza offerta una buona fetta di domanda. Un’altra tendenza che agisce molto nel profondo è la perdita d’interesse verso l’altro (uno dei moventi più forti per il viaggio, soprattutto verso i mondi lontani). I viaggi “complessi” sono scartati. I paesi che non sono collocati sul lato 114 giusto della divisione occidente/resto del mondo, creano tensioni nuove e sono messi da parte. Si sfuggono le destinazioni dove si vede una qualche difficoltà. La retorica del viaggiare come momento d’incontro tra civiltà diverse, come mezzo per entrare in contatto con altre società sembra largamente fuori corso: si va verso un turismo fra eguali, un turismo in cerca di conferme, che non metta in discussione le proprie convinzioni o il proprio stile di vita. Per conseguenza, sono in declino tutte le destinazioni che appaiono poco “occidentali”, mentre ritrovano brillantezza quei paesi che appaiono più coerenti con il nostro stile di vita, la Francia e la Spagna (oltre all’Italia) in primo luogo. Quel che accade è perciò un generale riposizionamento di tutte le destinazioni nel grande, immenso, mercato turistico. Alcune destinazioni sono in crescita, altre sono declinanti e tutte per fattori che sono ampiamente esterni al fisiologico andamento del mercato turistico. Ad esempio, il prezzo per certi versi è oggi meno importante, per altri lo è ancora di più. E’ meno importante perché si è alzato il livello di soglia d’accettabilità di una destinazione e se non la si percepisce come sicura non c’è prezzo che tenga. Il prezzo è più importante perché nella “vulgata” generale c’è, come detto, la “crisi del turismo” e perciò ci si aspettano prezzi più bassi, e perciò si è meno disposti a pagare prezzi alti. La combinazione di queste prime tendenze ci parla di una voglia di guscio familiare, personale o di gruppo che sia. Non c’è voglia di scommettere sugli altri, anzi si tende a “clonare” sè stessi, il proprio nucleo di vacanza. Tutti gli altri sono solo lo scenario, lontano, della nostra vacanza. Non c’è attesa del nuovo, dell’imprevisto, della scoperta di 115 qualcosa che non si conosca già. Tutto è detto, tutto è definito, almeno per questo anno. Le isole lontane, i popoli sconosciuti, le usanze da scoprire per questa stagione resteranno comportamenti poco frequentati. C’è, invece, bisogno di radici. Di scoprire le proprie radici: quello che mi è più vicino ha oggi più valore. E’ il “boom” delle tipicità, del vino, alimento tradizionale come nessun altro e tuttavia percepito come intriso di nuova giovinezza, con la gara a chi lo conosce meglio, lo sa bere meglio, ne può parlare meglio. E’ la scoperta della gastronomia tradizionale rinverdita dalla grande ristorazione; è la scoperta dei formaggi, delle cotture dei nonni, che oggi si ammantano di delicatezza, di ricercatezza, di un nuovo “status” socio-economico. E' il ritorno probabile alle destinazioni di sempre. 6.5.2 – All’insegna delle asimmetrie Dopo 7 anni di vacche grasse, nel 2003 gli operatori fanno la dieta. Adesso è il turno dei turisti: otterranno il meglio a buon prezzo. Questo si temeva e questo rispondono i turisti italiani interpellati tra il 25 gennaio e il 10 febbraio. Sarà un anno di sofferenza per chi offre ospitalità e di straordinarie opportunità per i turisti esperti, per coloro che sanno negoziare, per chi sa attendere. Chi ha già prenotato ha incrociato aumenti medi del 7/10% e adesso criticamente invita i conoscenti a rimandare per cogliere i momenti di debolezza dell’offerta, l’onda negativa delle prenotazioni rallentate. 116 Sorprende come si sia autonomamente innescato dapprima un meccanismo contro l’aumento dei prezzi e in successione un rallentamento delle prenotazioni. E’ la prima volta che accade di rilevarlo, ma è anche la prima volta che è avvenuto un fatto come quello dell’11 settembre. Potevamo attenderci qualcosa di strano, visto che l’asimmetria tra chi ospita e chi si prepara a fare vacanze era ed è palese. 6.5.3 - due atteggiamenti a confronto a - L’offerta: Alloggio, Ristorazione, Spiaggia, Intrattenimento • gli albergatori, le Apt, gli Assessorati regionali ottimisti, convinti che la domanda, rinunciando ai voli aerei e optando per vacanze di corto raggio, resterà in Italia creando un aumento di domanda e una drammatizzazione dell’offerta; • più domanda, stessa quantità di offerta: tutti capiscono che si può spingere sulla leva dei prezzi; • segnali positivi sul turismo intraregionale europeo. Meno estero significa più europei in Europa e più europei in Italia; • il sistema pubblico, rassicurato da un lungo periodo di aumenti di arrivi e presenze, non trova motivi per lanciare allarmi e raccomandare la prudenza nello stabilire i prezzi; 117 • si aspetta come sempre l’ondata delle richieste primaverili; solo ad aprile ci si renderà conto della contrazione; • a livello istituzionale si crede che una quota significativa di tedeschi sia pronta a rinunciare all’aereo e a muoversi in automobile verso l’Italia. b - la domanda: i Turisti, le Famiglie • il sondaggio dimostra che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso un 9,6% in più di italiani non ha deciso né il dove né il quando fare vacanza; una quota così elevata di indecisi (59,2%) non si rilevava dal 1994; • la maggioranza anche nel 2003 resta fedele ai soliti luoghi; non ha alcuna intenzione di andare all’estero, eppure si sente frustrata per la riduzione delle opzioni internazionali; • chi nel 2002 è andato all’estero è inquieto: alcuni vi hanno già rinunciato e optano per alternative italiane, altri per ora non rinunciano, ma sono indecisi; • le famiglie sono diffidenti e sospettose per i rincari veri o annunciati determinatisi con il passaggio alla moneta unica; • la gente anche nel 2003 raccoglie i cataloghi, li studia, calcola in lire e si lamenta sia dei tour operator che dei piccoli mercanti di vacanze, alla spasmodica ricerca di congruità tra i prezzi di ieri e quelli di oggi; • tutti si informano, valutano, studiano e analizzano ogni offerta; molti temono la manipolazione dei prezzi. 118 La gamma delle risposte fornite è così vasta e variegata da rendere impossibile l’addensamento dei turisti per gruppi psicografici, ma è stato possibile individuare alcuni gruppi omogenei in base all’atteggiamento rispetto alla vacanza: ALCUNI ATTEGGIAMENTI DELLA DOMANDA GLI INDECISI 59% I PESSIMISTI 29% GLI OPPORTUNISTI 42% VANTAGGI SUBITO 23% GLI ATTENDISTI 19% Al momento del sondaggio, 7 italiani su 10 affermavano di avere superato la paura del viaggio aereo. Ma nella risposta era palese l’intenzione di non “volare” e di restare in Italia. Va sottolineato che quasi il 30% degli intervistati è ancora pessimista, teme una ripresa degli incidenti aerei, la crisi economica, la recessione. Senza una visione ottimistica del futuro non vola volentieri e guarda all’Italia come meta della sua vacanza principale. Il 42% degli intervistati dà per scontata la “crisi del turismo”. Di conseguenza si attende opportunità, offerte convenienti, sconti e una riduzione dei prezzi. Le cronache quotidiane e la TV hanno sensibilizzato il pubblico, 119 enfatizzato questo “momento critico per il turismo”, fatto capire che il settore soffre e appunto va chiedendo sostegno, sovvenzioni, da parte del settore pubblico. E’ nota a tutti la crisi delle compagnie aeree, meno nota e forse virtuale la crisi alberghiera, ma l’effetto della percezione di questo momento di difficoltà è duplice: • da un lato c’è chi si aspetta sconti e svendite ma mentre cerca le occasioni sbatte in aumenti sconsiderati dei prezzi e in voli fully booked; • dall’altro c’è chi teme il riaccendersi degli atti terroristici. Dice che farà vacanze in Italia, forse all’estero, ma: “più avanti deciderò il quando e il dove ... forse tornerò dove sono stato lo scorso anno.” In un anno segnato da eventi planetari poco esaltanti e da situazioni economiche incerte, da tutte le interviste emergono anomale risposte. Se ne percepiscono 3 ”caratterizzanti il 2003”: 1° uno scarsissimo interesse per i viaggi complessi; 2° la riduzione degli acquisti d’impulso; 3° prima di scegliere, decidere, acquistare, si riflette, si compara e si ragiona, insomma si aspetta. Stringendo lo zoom per un flash di sintesi, la maggioranza pur non avendo alcuna intenzione di rinunciare alle vacanze risponde con dei “distinguo” . 120 Queste le minacce che la maggioranza degli intervistati sente di più e descrive: Ö una possibile recessione (una diminuzione dei propri redditi), temuta dal 27,1% degli italiani; Ö un imprevisto stop dei consumi (influenzati da ciò che è accaduto in Argentina). La prudenza è la scusa per non decidere del 13,5% degli intervistati; Ö il peggioramento della situazione internazionale, visto come impedimento dal 35,2% degli italiani, che tuttavia non vuole rinunciare alle vacanze, perché è consapevole del loro valore; presto prenoterà, ma intanto tentenna, è dibattuto, è insoddisfatto della situazione. Quando gli italiani erano inesperti e tutto il mondo era da esplorare gli italiani stavano in Italia, andavano a Viareggio, Cesenatico, Rimini, Jesolo e Sanremo. C’era una ristretta fascia sociale che sceglieva le destinazioni speciali, lontane, più care, che costavano tanto da limitarne automaticamente l’accesso. Questa divisione non c’è più. Adesso la mobilità è cresciuta tutti possono volare lontano, tutti facciamo escursioni, viaggi d’affari e partecipiamo a convegni. Viaggiamo per motivi di studio e di lavoro, partiamo per non restare a casa, per svincolarci da parenti e famiglie. Non è più una questione di motivazioni, di curiosità, di esplorazione; si va in vacanza per la “vacanza in sé”, per stare bene, per essere più comodi, più dinamici che a casa. Se il “dove” ha qualche valore, negli ultimi dieci anni il grado di sostituibilità delle destinazioni turistiche si è alzato. Colpevoli i cataloghi, la televisione, e le decine di trasmissioni che parlano di viaggi, di meraviglie, di luoghi incantevoli e irrinunciabili. Adesso basta nominare un luogo e spesso non c’è 121 bisogno di spiegarlo, descriverlo, perché molti sanno già dov’è, cos’è, cosa offre e chi ci va. Anche per questo gli italiani rispondono subito dove andranno in vacanza, poiché sono più consapevoli della “geografia” delle vacanze. GRAF. 1 - I FATTORI CHE MINACCIANO LE VACANZE A corollario di queste prime opinioni: Ö il 37,5% si dichiara disponibile a spendere di più per stare bene, anzi per trascorrere “serenamente” le vacanze (la frequenza dei termini sereno, tranquillo è altissima); Ö il 29% non cita a proposito di vacanze (come fece nel 2001) possibili “entrate economiche supplementari”. Questo significa che per quasi 3 italiani su 10 i mezzi per le vacanze sono già stati messi a budget; 122 Ö nella quasi totalità delle interviste (86,7%) si registrano frasi, slogan, affermazioni che danno il senso della misura, della cautela, della prudenza. C’è un solido 12% che ha la consapevolezza di un aumento generalizzato dei prezzi; Ö secondo il 23,2% degli italiani la crisi del turismo consente di fare fruttare al massimo la spesa per le vacanze (vantaggi subito). Cosa significano davvero queste risposte? Una diffusa sensazione appare già chiara: si aspetta, si valuta, si pretendono sconti e occasioni dagli albergatori e benefits dalle agenzie di viaggi (che secondo gli intervistati sono in crisi). Non si vuole concludere così sinteticamente il senso delle risposte, ma non c’è alcun dubbio che queste affermazioni vengano da una domanda turistica più consapevole, ostile ai trucchi e ai giochi di parole, da un campione rappresentativo di italiani che non si rivolge all’offerta con la timidezza di un tempo. Lo si può verificare dal fatto che oltre la metà degli interpellati non intende prenotare ora. Lo farà più avanti, ma non specifica quando! In questa situazione, si considera la Pasqua troppo anticipata, si pensa a giugno come mese ideale e si considera luglio mese lavorativo. Quanto alle ferie di agosto, sono tanto ovvie da non valere neanche la segnalazione. Per quanto riguarda il mese luglio (siamo certi interessi gli operatori) la maggioranza lo considera “lavorativo”, dedicato 123 alla continuazione delle attività e, per 4 italiani su 10 è un mese dedicato ai week end al mare. Una novità, questa, che fino al 2001 restava inespressa. Non piacerà agli albergatori stagionali che dovranno, per luglio, accentuare promozioni e offerte speciali. Un’altra novità emerge dal sondaggio: gli italiani per loro natura non amano anticipare le decisioni nè impegnarsi nelle prenotazioni o legarsi ad una data, lo considerano un vincolo che sottrae valore alla vacanza. Nel 2002 si propongono con un nuovo atteggiamento: il 19% degli intervistati avverte la congiuntura negativa e sta aspettando, come si fa per i saldi e le liquidazioni, il momento giusto per acquistare il meglio pagandolo di meno (attendisti). C’è nell’aria una sorta di “revanche” verso le agenzie viaggi, i tour operator e gli albergatori che stanno approfittando della situazione per salvare i bilanci. E’ un segno di maturità da parte della domanda, ma anche di rabbia da stress. 6.5.4 - I trend: turisti maturi e “cinici” Analizzando gli orientamenti degli intervistati emerge che le vacanze di Pasqua saranno “sottotono” rispetto a quelle del 2002. Un week-end inferiore per volume turistico di almeno 20 punti percentuali, a giudicare dal 73% degli intervistati che ancora non ha deciso se e dove andare. E’ un altro dato che conferma le paure, i timori, le cautele e quindi il rallentamento delle prenotazioni e delle presenze. 124 La società si evolve, diventa turisticamente più esperta, così si assumono comportamenti consapevoli. Gli italiani ora parlano in modo appropriato e disinvolto di vacanze brevi, lunghe, vicine, lontane e last minute. Sono maturati. C’è grande interesse “verbale” per l’estero, ormai si parla di viaggi internazionali con disinvoltura e competenza: Ö il 22,9% cerca di apparire “coraggioso”, dichiara che la vacanza ideale è “fuori dai confini”; Ö a febbraio, tuttavia, solo un 7% ha scelto o sta pensando veramente ad una vacanza in paesi lontani; Ö il 3% circa parla di camper, campeggio, aria aperta, etc.; Ö il 2% circa pensa ad una vacanza diversa, parla di crociera perché appare meno rischiosa e più comoda. Sono invece il 5% gli italiani che palesemente nominano il Mar Rosso, l’Egitto, Sharm el Sheikh, una cifra enorme per questa congiuntura. Ma non avendo né prenotato, né alcuna idea di date e prezzi, non sono sicuri di andarci. Tra le località estere e quelle nazionali, nel 2002 gli italiani che hanno già deciso di andare in vacanza si distribuiscono secondo la seguente proporzione: coloro che sicuramente resteranno in Italia rappresentano il 52,9%, in forse l’11,6%. Andranno sicuramente all’estero solo il 6,3%, mentre tra gli indecisi, quelli possibilisti per l’estero sono il 4,7%. Nel 2001 le cose andavano molto diversamente. 125 GRAF. 2 - LA DESTINAZIONE DELLA VACANZA Ieri le destinazioni estere attraevano “virtualmente” il 20/25% della domanda turistica italiana; oggi, sommando decisi, possibilisti e indecisi, si arriva a malapena al 15%. Questa caduta percentuale può definirsi epocale. Complessivamente gli italiani all’estero nel 2003 saranno il 20% in meno rispetto al 2002. E’ crisi pesante per il sistema distributivo, un momento difficile per le 9.200 agenzie e sportelli specializzati nella vendita di vacanze organizzate e di pacchetti turistici. Il margine di manovra per gli intermediari si fa sempre più stretto. Da quando gli operatori turistici hanno chiesto lo stato di calamità, gli italiani: 126 Ö attendono le offerte speciali (sono certi della crisi degli operatori; da cui scaturiscono sconti e promozioni) Ö puntano sugli alberghi a “quattro stelle” al prezzo dei tre stelle; Ö parlano di far vacanze all’estero, ma privilegiano l’Italia. Sembra proprio che il 2003 sia un anno di grandi opportunità per i turisti, di disavventure per le agenzie di viaggi, di difficoltà per chi offre ospitalità. Il sondaggio non riguardava gli atteggiamenti degli operatori, che al momento non mostrano reazioni. Tutto indica però che le prenotazioni non arrivano, che gli operatori non cedono, che gli albergatori non abbassano i prezzi. Lo stratagemma della Liguria in occasione delle giornate di smog* ha dimostrato che la stampa e il mercato sono sensibili alle offerte speciali e che però gli albergatori non stanno al passo con gli annunci. Gli italiani mostrano una elevata maturità e all’inizio di febbraio le loro dichiarazioni sono queste: • il 56,2% tornerà al solito posto; • il 28,4% andrà in un posto conosciuto, ma dove non andava da almeno 3 anni; 127 • il 15,4% non sa decidersi, ma per cambiare seguirà il consiglio di amici e parenti, le occasioni, le offerte speciali. GRAF. 3 - LA SCELTA DEL LUOGO * La Regione Liguria con lungimiranza ha annunciato all'Italia che per respirare “aria buona” bastava andare in Liguria, dove tra l'altro i prezzi erano per l'occasione diventati molto convenienti, con sconti fino al 50%. Riguardo alle modalità di scelta della località di vacanza (Graf. 4) , 2 italiani su 10 dicono di farlo consultando guide, libri, pubblicazioni e seguendo documentari e film. 128 In caduta (dal 16,5% al 10,3%) la quota di italiani che afferma di consultare i cataloghi delle agenzie prima di decidere. Il fatto che una quota rilevante di questi intervistati si affretti anche a dire: “... ma prenoto senza l’agenzia!”, significa che nel 2003 riemerge un vecchio pregiudizio sulla vacanza acquistata nelle agenzie di viaggio. GRAF. 4 - MODALITA’ DI SCELTA DELLA LOCALITA'* Aumenta nel 2003 (dal 4,7% al 6,9%) il dato sulla pubblicità: mentre si moltiplicano le pagine turistiche, gli inserti, gli allegati, le trasmissioni radio e televisive sui viaggi e le vacanze; la scelta veicolata attraverso i messaggi pubblicitari cresce grazie a Internet. Va sottolineato, a questo proposito, che gran parte di coloro che consultano siti specializzati 129 nel commercio on-line di viaggi e vacanze, percepiscono queste offerte come messaggi pubblicitari più che come proposte commerciali. Per quanto concerne l’organizzazione della vacanza (Graf. 5), l’abitudine al “fai da te” ad organizzarsi da soli senza affidarsi ad intermediari, non solo resta per la maggioranza degli italiani l’unica maniera di pensare alla vacanza, ma risulta essere in ulteriore crescita rispetto a rilevazioni precedenti. GRAF. 5 - L’ORGANIZZAZIONE DELLA VACANZA 130 Risulta in netta flessione la quota di coloro che si affidano completamente alle agenzie di viaggi o che acquistano solo il viaggio. Rispetto al 1998 quest’ultima tipologia di clienti sembra essersi orientata verso l’utilizzo di Internet, in particolare per l’acquisto di biglietti aerei a tariffe promozionali. Resta marginale la quota di coloro che si rivolge all’agenzia di viaggi per la sola prenotazione del soggiorno. Quello che nel 2003 determinerà le maggiori difficoltà degli operatori è il fatto che: • il 17% sceglierà la destinazione di vacanza molto tardi, almeno dopo Pasqua; • il 14% degli italiani sceglierà tra maggio e giugno; • il 22% dei turisti italiani dichiara che non sceglierà la località della propria vacanza principale fino a giugno; • il 7,5% sceglierà nel mese di luglio; • solo il 9,5% decide quando arriva l’occasione (gli autentici cultori del last minute). 131 Resta intatta la quota del 37% di turisti che programma la vacanza estiva con largo anticipo. C’è un 24,3% che prenota già in inverno (8% in gennaio, 11% in febbraio) con un trend che porta ad abbreviare gli intervalli tra prenotazione e partenza. Per quanto concerne le prenotazioni, è sorprendente che il 21,5% degli intervistati affermi di non prenotare affatto, considerando “il prenotare” una limitazione della libertà individuale, un impoverimento della qualità della vacanza. Nel complesso, si rileva un grave ritardo delle decisioni, uno slittamento di almeno 4 settimane rispetto al 2002. Senza alcuna ansia, certo di trovare posto, il turista italiano, pensa di determinare con calma tempi e destinazioni. E’ una fase congiunturale dominata dalle parole, nella quale un terzo circa dei turisti italiani dichiara persino di preferire la bassa all’alta stagione (perché considera alta stagione le tre settimane centrali di agosto, dunque un periodo affollato, troppo popolare e di basso prestigio turistico). GRAF.6- ILPERIODOPREFERITOPERLAVACANZAPRINCIPALE 132 Dalle interviste una certezza: anche nel 2003 il pienone di agosto è garantito, ma dal 9 al 27 quando tutta l’Italia sarà chiusa ed inattiva. Gli intervistati, mentre guadagnano tempo, pensano ad agosto come mese sacrosanto per le vacanze principali. Devono solo decidere quante altre vacanze fare. Il 45,6% dei turisti italiani seguirà gli stessi criteri dell’anno scorso, con propensioni, spese, scelte di campo e compagnie per una qualità della vacanza assimilabile al passato. Mai inferiore! Interessante l’indicazione relativa al mezzo di trasporto utilizzato per la vacanza principale, ovviamente correlato alla destinazione di vacanza. Nel 2003 solo il 13,2% degli intervistati indica l’aereo, utilizzato prevalentemente per raggiungere le destinazioni internazionali e, da alcuni, anche per le isole maggiori nazionali. L’automobile, con il 68,4% delle indicazioni, è ancora il mezzo preferito per andare in vacanza. 133 GRAF. 7 - I MEZZI DI TRASPORTO In crescita, rispetto al passato, la quota di coloro che optano per il treno. La comunicazione positiva, un miglioramento dell’efficienza, del servizio e della puntualità, hanno contribuito alla “riscoperta” di questo mezzo di trasporto, anche per raggiungere le destinazioni di vacanza. Come si è detto, prudenza, diffidenza, temperanza; tra gennaio e febbraio, queste sono le caratteristiche dei turisti italiani per l’estate 2003. Il primo elemento considerato è la quota di persone che ha già deciso (Tab. 8) dove trascorrere la vacanza principale dell’anno: nel 2002 nello stesso periodo di inizio febbraio, i “decisi” erano il 46%, oggi sono il 40,8%. Si attendono la fine delle tensioni internazionali e della caccia a Bin Laden, gli sconti e le promozioni, le occasioni e i last minute. 134 TAB. 8 Area Nord Ovest Nord Est Centro Sud - Isole Media Campione LA DECISIONE PER AREA GEOGRAFICA Ha deciso Non ha deciso 41,5% 58,5% 40,4% 59,6% 41,1,% 58,9% 39,3% 60,7% 40,8% 59,2% Guardando l’area di residenza (Tab. 8), si nota che a sud, almeno per ora, c’è meno feeling per la vacanza, mentre al centro e nel nord-ovest della penisola (visti i freddi mesi invernali) c’è più entusiasmo e si parla già di sole e di mare. Esaminando la distribuzione tra “decisi” e “indecisi” a seconda della professione, si nota che la maggioranza dei decisi (oltre il 50%) si registra tra coloro che sono inattivi (casalinghe e pensionati) (Tab. 9). Le quote minime di decisi, invece, (com’è ovvio) si trovano nelle classi degli operai, impiegati (“obbligati” alle ferie d’agosto), lavoratori autonomi e professionisti. TAB. 9 - LA DECISIONE PER PROFESSIONE Professione Ha deciso Non ha deciso Imprenditore, dirigente, professionista 23,1% 76,9% Impiegato, insegnante 22,2% 77,8% Artigiano, commerciante 21,1% 78,9% Casalinga 59,2% 40,8% Operaio, commessa 17,4% 82,6% 135 Studente Pensionato Disoccupato Media Campione 41,3% 56,0% 41,9% 40,8% 58,7% 44,0% 58,1% 59,2% Vista la situazione e l’elevata percentuale di indecisi, i turisti italiani comunque ci confermano: • stesso numero di giorni di vacanza, • attesa di occasioni, di ottenere vantaggi dalla crisi, • maggiore qualità a costi inferiori. 6.5.5 - Il “Barometro” delle località Bene isole, terme e il Sud TAB. 10 Località preferite nel 2002 LOCALITA’ PREFERITE NEL 2002 Proiezioni 2001 Proiezioni 2002 Non ha deciso 54,0% 59,2% Mare Veneto/Friuli 3,82% 3,97% Mare Emilia Romagna Mare Liguria 11,63% 2,42% 12,11% 2,53% 136 Mare Toscana 3,37% 3,50% Mare Centro Italia 4,27% 4,51% Mare Sud Italia 11,22% 12,01% Mare Sicilia 1,20% 1,32% Mare Sardegna 12,49% 13,78% Altre località italiane 2,50% 2,48% Mare Mediterraneo (estero) Paesi extraeuropei 11,55% 9,42% Europa continentale 10,39% 7,40% 6,20% 5,88% Montagna (Alpi Italia) 13,30% 13,38% Montagna (Appennino Italia) 2,28% 2,33% Laghi (Italia) 2,14% 2,13% Terme (Italia) 0,49% 0,54% Grandi città d’arte (Italia) 1,00% 0,99% Piccole città d’arte (Italia) 0,70% 0,76% 137 Le proiezioni per le varie località si riferiscono alle indicazioni espresse dai turisti che hanno deciso e alle preferenze di coloro che non hanno ancora deciso la località di vacanza. Il Barometro successivo rappresenta la variazione ponderata prevista in base a queste indicazioni. Lo scenario del 2003 si presenta in chiaro, con un’Italia senza appuntamenti elettorali, referendum, celebrazioni o Olimpiadi. Come si può vedere gli italiani sono orientati prevalentemente alle destinazioni nazionali; il “Barometro” del 2003 presenta prospettive favorevoli per le isole maggiori (Sardegna e Sicilia in testa), per le località termali (è la prima volta nella storia di questo sondaggio), per le città d’arte cosiddette “minori” ed in generale per le coste meridionali della penisola (Puglia, Campania, Calabria). GRAF. 11 - PREVISIONI PER IL 2003 138 Pesante caduta per le destinazioni extraeuropee (-23,7%), il mare Mediterraneo (-12,6%) e le capitali europee (7,8%). Sostanziale stabilità delle coste venete e friulane, toscane e dell’Emilia Romagna (sostenute dalle indicazioni degli indecisi). Leggera crescita (effettiva) per le coste della Liguria, del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo. 139 Le aree balneari settentrionali (Adriatico e Tirreno) per motivi di prossimità, dovrebbero tra l'altro ottenere sicuri vantaggi dall’arrivo di numerosi automobilisti tedeschi. Boom delle località termali che offrono benessere e cure dolci, con una crescita di segnalazioni per Ischia (+7%), Terme Euganee (+5%), Sirmione, Garda trentino e Toscana centrale (+3%). Senza acuti la previsione per la montagna estiva (Alpi e Appennino), un prodotto più che maturo che dovrà attivarsi rapidamente per modificare l’immagine di eccessiva tranquillità che trasmette agli italiani. Qualche segnale di crisi per le grandi città d’arte Roma, Venezia, Firenze, mentre le piccole destinazioni artistiche e culturali saranno riscoperte sull’onda dell’accentuazione del movimento di corto raggio in auto. Ormai il turismo si misura anche sulla lealtà degli ospiti. Destinazioni come Rimini, Sorrento, Forte dei Marmi, Ischia, Isola d’Elba, Costa Smeralda possono contare su una lealtà estrema della propria clientela, una fedeltà rassicurante, superiore al 70%. Ogni tipologia di offerta ha una sua percentuale di fedeltà: nel 2002 chi ha passione per la montagna e torna al medesimo indirizzo rappresenta il 62%, chi frequenta le spiagge romagnole è fedelissimo, fino al 78%. Non c’è infedeltà nella clientela termale che per il 69% torna sempre sui suoi passi, addirittura nello stesso albergo. TAB. 12 - PERCENTUALE DI FEDELTA’ DEI TURISTI 140 Destinazione Mare Nord Adriatico Mare Nord Tirreno Mare Centro Italia Mare Sud Italia Mare Sicilia Mare Sardegna Altre località italiane Mare Mediterraneo Paesi extraeuropei Europa continentale Montagna (Alpi e Appennino) Terme e Laghi Grandi città d’arte Quota di turisti fedeli 2003 78,3% 62,5% 57,2% 66,3% 49,1% 42,3% 43,8% 23,7% 16,2% 21,6% 62,4% 69,1% 32,8% C’è poi la fedeltà legata a circostanze più “strutturali”: chi possiede una seconda casa oppure torna ai luoghi di origine, forse non si può considerare neppure turista. Infedele per natura il turismo delle città d’arte e cultura. La visita alla città sede di mostre, monumenti, dotazioni artistiche e monumentali si ripete, ma ogni 3/5 anni. La fedeltà (loyalty) è considerata da qualcuno una minaccia perché è la prova di un basso, insufficiente ricambio della clientela. Va detto allora che l’area italiana a maggior dinamismo (e ricambio) è la Sardegna che nel complesso (tutte le coste) ha un livello di perdite/acquisti vicino al 60%. Un positivo segno di salute, di vivacità e di dinamismo. 141 6.5.6 – La spesa turistica: nessun taglio La rilevante quota emersa dal sondaggio di italiani definiti opportunisti, ossia alla ricerca di vantaggi immediati o in attesa di offerte promozionali, sconti, occasioni last minute, si riflette sulla spesa media prevista per la vacanza principale, che risulta solo di poco superiore rispetto allo scorso anno: TAB. 13 SPESA PREVISTA PER NUCLEO FAMILIARE PER LA VACANZA PRINCIPALE (NUCLEODIVACANZAMEDIO =2,4PERSONE) 2002 2003 Var. % 03/02 1.089,72 Euro (2.110.000Lire) 1.110,00 Euro (2.149.260Lire) +1,86% La quota maggiore di intervistati (37,8%) considera una spesa compresa tra 501 e 1.000 Euro, mentre 1 italiano su 4 prevede una spesa complessiva da 1.001 a 1.500 Euro. GRAF. 14 - IL BUDGET PER LA VACANZA PRINCIPALE 142 Da queste indicazioni deriva che la spesa “diretta” prevista per le vacanze è nell’ordine dei 14,5 miliardi di Euro, più un ulteriore 10% (per circa 1,5 miliardi di Euro) di spese “italiana le vacanze significano un giro d’affari complessivo di almeno 16 miliardi di Euro.indirette” e “indotte”. Per l'economia 143 6.5.7 - Appendice metodologica L’indagine è stata realizzata sulla base di 2.018 interviste telefoniche somministrate ad un campione di popolazione italiana con età superiore ai 18 anni, nell’ultima settimana del mese di gennaio e nella prima di febbraio. Gli intervistati sono stati suddivisi innanzitutto secondo il loro consumo di vacanze nell’ultimo anno (Tabella I). TAB. I - NUMERO DI VACANZE NEL 2001 Numero vacanze Nessuna Una Da due a quattro Cinque e più TOTALE N. Intervistati 2002 Quota % 125 6,2% 935 46,3% 838 41,5% 120 5,9% 2.018 100% E' aumentato sensibilmente il numero di coloro che hanno fatto una sola vacanza nel corso dell’anno, mentre è diminuita la quota di coloro che usufruiscono da due a quattro periodi di vacanza. Coloro che hanno l’opportunità di interrompere la routine quotidiana per cinque e più volte in un anno risultano in leggera diminuzione rispetto al 2002, mentre si riduce il numero di coloro che non è andato in vacanza nell'anno precedente. Tutte le classi d’età sono ben rappresentate (Tabella II), ma quella maggiormente presente comprende coloro che hanno dai 26 ai 39 anni. 144 TAB. II - ETÀ DEGLI INTERVISTATI Età 18-25 anni 26-39 anni 40-55 anni 56-65 anni Oltre 65 anni TOTALE N. Intervistati 256 519 475 436 332 2.018 Quota % 12,7% 25,7% 23,5% 21,6% 16,5% 100% Appare poi di grande rilievo l’analisi degli intervistati secondo il loro titolo di studio: si tratta di un dato importante che insieme all’età e alla residenza permette di delineare i tratti fondamentali dell’universo di riferimento. Il livello di scolarizzazione maggiormente rappresentato è quello dei turisti con diploma di scuola superiore (Tabella III). TAB. III - INTERVISTATI SECONDO IL TITOLO DI STUDIO Titolo di studio Nessuno Scuola Elementare Scuola Media Diploma Laurea TOTALE N. Intervistati 22 256 459 979 302 2.018 Quota % 1,1% 12,7% 22,7% 48,5% 15,0% 100% 145 6.6 - tour operator e agenzie di viaggio a confronto, i risultati di una ricerca Cosa pensano, desiderano, si aspettano i turisti nella primavera 2003? Trademark Italia, con la collaborazione di una selezione di 257 Agenzie di Viaggio e Tour Operator, ha realizzato un’indagine per individuare quali destinazioni hanno scelto i turisti che si sono rivolti alle Agenzie di Viaggio italiane per prenotare le vacanze estive. Riteniamo importante, tra tante prese di posizione strumentali, scoprire e svelare lo stato dell'arte, estrarlo dalle nebbie di facciata, inquadrare la situazione depurata da ottimismi e tattiche commerciali. Dall’indagine emergono: ¾ le destinazioni più richieste dai clienti delle Agenzie di Viaggio per la vacanza estiva rispetto al 2002, ¾ le principali destinazioni italiane ed estere sulle quali puntano i Tour Operators per l’estate 2003, ¾ le destinazioni italiane ed estere sulle quali i T.O. intendono investire maggiormente nei prossimi anni. Gli intermediari intervistati nonostante la reticenza dovuta alla congiuntura, sono apparsi da un lato sicuri di sé e dall'altro preoccupati per l'economia delle proprie organizzazioni. 6.6.1 - Le destinazioni per l’estate 2003 146 L’indagine, realizzata con la collaborazione di 257 tra Tour Operator ed Agenzie di Viaggio distribuite sull’intero territorio nazionale, traccia il quadro delle indicazioni del mercato per le vacanze estive. Sono state analizzate: l’offerta (la programmazione dei T.O.) e la domanda (le richieste di informazioni e prenotazioni dei clienti che si rivolgono direttamente in agenzia). Abbiamo analizzato e valutato quanti sono gli italiani che, per prenotare la propria vacanza balneare, si rivolgono alle Agenzie di Viaggio. La percentuale è assai modesta, in quanto coloro che si affidano completamente alle agenzie di viaggi sono il 21,5% del totale di tutti coloro che fanno vacanza. Il dato emerge dalla ricerca "Dove Vanno in Vacanza gli Italiani"* (febbraio 2003), realizzata da Trademark Italia e Sociometrica. 147 148 Inoltre c'è da aggiungere che, rispetto al 1998, il numero di italiani che si rivolge alle agenzie di viaggi è diminuito soprattutto a causa dell'avvento di Internet, che viene usato come canale informativo ma anche commerciale per l'acquisto di biglietti aerei a tariffe promozionali. Passando all’analisi delle destinazioni sulle quali il sistema dell’intermediazione, crede maggiormente, è facile notare l’emergere di aree che, per la loro capacità ricettiva limitata, vengono prenotate con largo anticipo. Al contrario, le destinazioni con maggiore capacità ricettiva secondo le AdV, saranno più richieste “sotto data”. I T.O. che programmano l’Italia affermano che in questo momento per l’estate 2003 la Calabria è la più richiesta. Grazie anche al forte sviluppo ricettivo e alla disponibilità di camere in allotment, rappresenta una delle poche aree su cui i T.O. ritengono di poter sviluppare flussi turistici interessanti per la loro attività con proficui indici di incremento. Seguono Sicilia e Sardegna, dove si concentrano le offerte dei “villaggi turistici”, altro campo penetrabile dall'intermediazione. La formula villaggio, secondo gli intervistati, riscuote ancora successo, soprattutto per quelle strutture supportate dalla formula “all inclusive” e da un’interessante assistenza bambini. Per quanto riguarda l’estero, la destinazione sulla quale per l’estate 2003 si è concentrata l’attenzione della maggior parte dei Tour Operator italiani è la Grecia la cui capacità ricettiva è ancora limitata. Lo sviluppo turistico di questa nazione è segnato da alti e bassi, ed in questa fase si assiste alla “colonizzazione” da parte degli operatori esteri che per l'estate 2003 contribuiranno a far crescere l’intero sistema ospitale. Stabilità per la Spagna. La penisola iberica non è totalmente “familiare” per gli italiani che la preferiscono anche come meta culturale e folkloristica. Il Mar Rosso 149 sembra in fase di rilancio ma si respirano ancora timori e paure. Migliaia di camere disponibili fanno sì che i T.O. premano per venderlo, ma l'estate sul Mar Rosso non è adatta agli italiani (le temperature sono troppo alte); un errore che le Agenzie di Viaggio pagheranno, generando insoddisfazione nei propri clienti. Continua anche la promozione della Croazia. Il fatto che la Croazia offra vacanze a prezzo basso consente alle agenzie e al sistema dell’intermediazione di innalzare il margine operativo, grazie ad una base di acquisto “economy” corrispondente però ad un prodotto non sempre in linea con le attese dei clienti italiani. Fino qui la congiuntura, vediamo ora lo scenario di marketing. Dopo l’11 settembre la crisi economica internazionale ha colpito pesantemente i “produttori” e gli intermediari dei viaggi. Molti di loro, adesso, dichiarano che il movimento vacanziero degli italiani è avviato verso la ripresa. Questo affermano i Tour Operator italiani ma si deve tenere conto che, dopo severi crolli economici, le dichiarazioni hanno valore relativo. Per ora molti hanno riprogrammato la propria offerta indirizzandosi su nuove mete più vicine e sicure dove c'è abbondante ricettivo. Moltissimi investono in pubblicità, segnale questo di un rinnovato stimolo. In vista dell’estate 2003, che dovrebbe segnare la ripresa di tutto il sistema turistico internazionale, i Tour Operator risultano estremamente attivi nel dichiarare che il mercato si è ripreso. Per garantirsi un rilancio investono in promozione non esclusivamente nei confronti del sistema agenziale, ma anche verso la clientela finale. Da tempo non si assisteva ad azioni così rilevanti sulla carta stampata; i T.O. a più alto fatturato (Alpitur, Costa Crociere), riaccendono anche la pubblicità televisiva, mettendo in campo sforzi economici straordinari. 150 Un importante elemento di analisi è stata la verifica, rispetto al precedente anno, delle destinazioni che gli italiani scelgono quando acquistano il viaggio in agenzia. In pole position vi sono ovviamente le destinazioni balneari che il cliente “fatica” ad acquistare direttamente, quindi quelle che richiedono, rispetto ai grandi bacini d’utenza, un più lungo spostamento. Molta richiesta anche per le destinazioni sicure e convenienti, come il nord Adriatico e le coste del sud, ma più come informazione che prenotazione. In questa fase continua la domanda di viaggi brevi, di week end e ponti festivi, di biglietti e pacchetti, scontati verso le capitali europee. Nei confronti dell’estero, crescono i flussi di italiani interessati ai Paesi di medio e corto raggio, Grecia e Spagna in testa. Gli Stati Uniti, troppo emblematici di rischio, subiscono ancora forti flessioni degli arrivi italiani. 151 Le interviste in profondità, realizzate per superare i dati congiunturali, sono servite per comprendere le prospettive "secondo coloro che si occupano di intermediazione". Il clima, la natura, lo sviluppo del ricettivo, il supporto delle regioni del sud sono i principali motivi che indicano Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna come le destinazioni interne che più interessano i T.O. per i prossimi anni. Il 22% degli 152 operatori dichiara l’Alto Adige una new entry importante: se ci sarà montagna estiva questa avrà una tonalità sud tirolese! Il nord Adriatico (la Riviera dell’Emilia Romagna e del Veneto in particolare) indicato per la collaudata organizzazione ospitale delle località e per l’alta competitività dei prezzi non ha grandi potenziali di sviluppo secondo i T.O. e non merita sforzi particolari essendo ormai largamente impegnato con turisti individuali e indipendenti. Il Mare Lazio ha buone prospettive come del resto tutto il medio Tirreno, purché sfrutti le proprie potenzialità ricettive. I piccoli centri d’arte e cultura dell'Umbria sono considerati ad alto potenziale per il turismo culturale ed enogastronomico, ma solo per brevi soggiorni a basso livello di intermediazione. La prova ulteriore di un relativo “strabismo” degli operatori in questa fase di congiuntura è il quadro “preferenziale” delle destinazioni da sviluppare. Si scoprono in effetti altri 2 tipi di classifica di interesse secondo i T.O. 153 6.6.2- il futuro dell’intermediazione 154 La congiuntura è negativa con i T.O. spesso assediati da problemi organizzativi ed economici. I Tour Operator più grandi e quotati appaiono in grave crisi, cercano destinazioni organizzate dal punto di vista ricettivo, ad alta densità alberghiera, dinamiche nel rinnovarsi secondo le esigenze del mercato ed estremamente competitive, ma non si rendono conto che proprio sui prezzi, Grecia, Mar Rosso, Croazia, Spagna, Turchia, rappresentano i maggiori competitor per il nostro Paese e non assicurano margini di intermediazione consistente. Dalle interviste si evince una evidente miopia dettata dalla congiuntura: secondo i T.O. infatti, questi paesi offrono ancora ottime potenzialità di sviluppo commerciale. In questa fase senza marketing, in presenza di un “terremoto” dei trasporti aerei, con una domanda indecisa e instabile, è difficile decidere le destinazioni sulle quali puntare per sviluppare flussi turistici outgoing. Quali sono le principali azioni che i T.O. stanno mettendo in campo o attuando per sostenere e supportare il sistema agenziale? • Il 38% dei Tour Operator sta puntando sui premi di fatturato, aumentando le over-commission: insomma si cerca la complicità con i banconisti; • il 21% dice di assistere e stare “più vicino” alla distribuzione, soprattutto con l’aiuto dei sistemi informatici (in realtà non fa molto di più di quello che ha fatto nel 2001); • il 18% dei T.O. ha avviato programmi di customer satisfaction: niente penali, niente caparre, una nuova gestione delle lamentele dei clienti, politiche più aperte verso i consumatori; 155 • il 32% non fa nulla se non contenere i prezzi e fingere flessibilità. Come si può vedere regna ancora il vento della crisi, anche se, essendo primavera, gli uffici dei T.O. e le Agenzie di Viaggio sono assediati dalle richieste di informazioni e di cataloghi. Se queste sono le azioni di supporto alle agenzie di viaggio per favorire le vendite, la maggioranza dei T.O. afferma che saranno rafforzate le azioni promozionali per “avvicinare” i clienti agli sportelli di vendita delle Adv, garantendo correttezza e sicurezza. Alcuni vantaggi effettivi che si sono riscontrati: • i last minute, rimangono le azioni promozionali maggiormente utilizzate. 8 T.O. su 10 affermano che, quest’anno, rafforzeranno questo strumento di vendita (ma con dubbi vantaggi economici); • il 46% dei T.O. contattati afferma di praticare, per l’estate 2002, tariffe scontate per chi prenota con largo anticipo ( early booking), anche praticando agevolazioni speciali per la terza persona in camera (1 Euro); • 3 T.O. su 10 offriranno ai propri clienti, la possibilità di rinuncia, senza penale, fino ad una settimana antecedente la partenza per la vacanza; come si può evincere è proprio l’ultima settimana quella nella quale le cancellazioni prendono corpo, dunque siamo ancora in un campo di modesta lealtà; • 7 T.O. su 10 lanciano strumenti di fidelizzazione (carte “fedeltà”, siti internet, pagamenti dilazionati, promettono più assistenza). 6.6.3 - appendice metodologica alla ricerca trademark - sociometrica La ricerca si è svolta, dal 28 gennaio al 10 marzo 2003. E' stato sottoposto al campione un questionario precedentemente testato su un campione di 22 T.O. e Agenzie di Viaggi. Sono stati intervistati: 156 • 76 Tour Operator di dimensioni diverse (31 direttamente e 45 tramite interviste telefoniche dirette); • 181 titolari di Agenzie di Viaggi (tramite questionari somministrati attraverso e-mail o fax). Gli operatori intervistati sono stati selezionati in base ai seguenti criteri: • i Tour Operator: la dimensione e la storia, almeno 10 anni di storia; • territorialità: in particolare per le Adv, sono stati scelti operatori dislocati su tutto il territorio nazionale; • tipologia del prodotto offerto: sono stati selezionati quelli che offrono destinazioni e soluzioni di viaggio balneare e culturale; • indagine dei mercati: incoming e outgoing • volume d’affari: il campione comprende gli operatori con maggior fatturato (i T.O. sono stati selezionati tra i principali 100 per fatturato). 157 7 – I dati sull’offerta di Federalberghi Già oggi genera in Italia 12 milioni di pernottamenti l’anno, ma gli indicatori sono in positivo e parlano di una probabile crescita del fenomeno nei prossimi anni. Lo dice un’indagine realizzata dalla Mercury per conto di Federalberghi: è il primo studio che mette a fuoco questo particolare tipo di turismo e il suo impatto sul sistema ricettivo nazionale. Che è importante, visto che ben il 92% di coloro che si muovono in Italia per turismo religioso sceglie di pernottare in hotel. Sono 100mila le camere destinate ad accogliere questo tipo di clientela, e rappresentano il 12% dell’intera rete ricettiva alberghiera. Eppure, anche se hanno un ruolo-chiave, «le strutture alberghiere non si sono ancora adeguate ad accogliere i pellegrini», dichiara Marco Casati, vicepresidente di Fiavet (Federazione italiana agenti di viaggi). Forse perché «non sono turisti particolarmente esigenti», ipotizza Chiara Saraceno dell’Astoi (Associazione tour operator italiani). Eppure i dati parlano chiaro: il turismo religioso genera un giro d’affari da 3,5 miliardi di euro, che, tradotto in percentuale, corrisponde al 5% del fatturato annuo nazionale del comparto turistico. E, nonostante sia terminata l’onda lunga del Giubileo 2000, la quota di turisti che sceglie di visitare mete religiose potrebbe crescere. «È un segmento interessante per la categoria e per il turismo in generale - commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca -. E nel futuro sarà sempre più una ricchezza per il Paese, capace di generare flussi turistici anche in bassa stagione e contribuirà a un’ottimale gestione alberghiera, continuando a garantire posti di lavoro a chi è impegnato nelle imprese operanti in queste aree» . La crescita del settore è in assoluto stato di in discussione: elevatissima. 158 Evidentemente siamo in presenza di un turista che è mosso (oltre che da tutte le altre “spinte” del comune turista) anche dal forte pathos religioso. Le pratiche devozionali hanno da sempre mosso le masse ed oggi bene si coniugano con soluzioni tempestive, efficaci e pratiche offerte dai Tour Operators. L’attaccamento ai valori autentici e non contaminati sono la motivazione di un business turistico spaventoso; e questo perché in tal caso il Tour operator vende uno “sfondo” ad una realtà indiscussa, data l’unìversalità dei contenuti. Il Turismo religioso non è un pretesto ma una realtà da vivererendendosi partecipi di quegli eventi che esaltano lo spirito, lasciando alle spalle, seppur per qualche giorno il frenetico ed inesorabile passare del tempo. Quindi perché non adattare le strutture al pellegrino? E come fare? Intanto, per avvicinare questo target bisogna in primo luogo conoscere il fenomeno, le caratteristiche del turista-tipo, che esigenze ha e come viaggia. È un fenomeno difficile da inquadrare. Chi sceglie di visitare i luoghi in cui ha vissuto un Santo non si ferma, quindi, più di due o tre giorni. Infatti il 4,6% dei viaggi con pernottamento di 3 notti o meno sono a scopo religioso contro solo l’1,7% dei viaggi più lunghi. Anche se si tratta di un turismo stratificato, perché comprende viaggi con caratteristiche diverse. Si va da quelli a carattere esclusivamente religioso, (come quelli diretti a San Giovanni Rotondo) che rappresentano circa l’1% del totale e hanno raggiunto una quota del 2,6% del 2000. Ma si continua con i viaggi a significativa motivazione religiosa, che sono di più difficile individuazione e misurazione. Pompei, ad esempio, oltre al Santuario della Madonna offre anche scavi e bellezze artistiche, per cui è difficile capire quanti visitatori si rechino nella cittadina campana solo per fede. Lo stesso vale per Roma, che attrae diversi tipi di turismo, tra cui, ovviamente quello religioso. Classificare però quanti scelgano la “Città Eterna” e quanti il Vaticano è impossibile. Questo tipo di viaggi incide per il 5-6% sul 159 movimento turistico italiano. Per entrambi i viaggiatori, la Terra Santa in fiamme ha fatto riacquistare rilevanza alle mete europee. E, anche se i flussi internazionali sembrano essere un po’ diminuiti dopo il boom del 2000, Casati spiega che «la crisi mediorientale ha spostato una grossa fetta della clientela verso mete europee. Bene per l’Italia quindi; sarà una situazione che prevediamo perdurerà per almeno altri due anni». Il cliente specifico che si rivolge a questi pacchetti viaggia, generalmente, in gruppi organizzati: si tratta perlopiù di persone che si agganciano a iniziative parrocchiali. Ma l’idea che sia un pubblico che spende poco è sicuramente da rivedere. Francesco Rusconi, titolare della Rusconi viaggi di Lecco, è uno specialista del settore. E l’immagine del pellegrino di mezza età che si accontenta di un pernottamento in un convento spartano non lo convince. «Chi sceglie un viaggio di questo tipo solitamente non cerca una sistemazione di lusso. Ma è un turista nella media, che vuole comfort e buona cucina. Ci sono poi casi, come per i pellegrinaggi in Israele, in cui dire che il pellegrino sceglie viaggi economici è lontanissimo dal vero: una settimana nei luoghi santi risulta essere molto più costosa di quanto non sarebbe trascorrere lo stesso periodo a Sharm el Sheikh». Anche Casati condivide pienamente questo punto di vista: «Il pellegrino è un turista normalissimo, quello che cambia è la motivazione che lo spinge a fare il viaggio. Buona parte va alla ricerca di meditazione, di incontri particolari, è, insomma, preparata in modo diverso. C’è poi chi decide di affrontare un pellegrinaggio solo per curiosità. In generale, è comunque un turista che fa due vacanze nell’arco dell’anno: una meramente turistica, l’altra spirituale». Occore fare una distinzione tra il pellegrino escursionista e quello turista: il primo non pernotta in una località ma si limita a visitarla nell’arco di una giornata. Invece il secondo alloggia in una struttura alberghiera del posto e diventa, per le statistiche, un turista. Una scelta di questo tipo dipende, ovviamente, anche e soprattutto dal luogo di provenienza del cliente. Continua Casati: «La nostra fascia di incoming serve turisti di 160 Paesi sudamericani, così come molti che arrivano dall’estremo oriente: questa clientela decide per viaggi misti, artistico-religiosi, e oltre alla classica visita di Venezia e Firenze, ad esempio, attinge dai nostri pacchetti un pellegrinaggio». Parlando di clienti stranieri, l’indagine svolta da Mercury stila una classifica dei “fedelissimi” alle mete italiane. Al primo posto gli spagnoli, che, secondo i dati, ricoprono da soli il 28,4% dei pernottamenti e il 17,9 della spesa. Anche i francesi amano gli itinerari religiosi italiani: sono ben il 24,7% dei pellegrini e il 21,4 della spesa. Seguono Germania (8% e 5,6%), Usa (5,9% e 12,1%), Polonia (2,6% e 3,1%) e Portogallo (2,5% e 3,5%). Pochi santuari, ma molti itinerari. Non sono tante le località che vantano un punto d’interesse per turisti pellegrini: in Italia, ad esempio, esistono 100mila chiese ma solo 1.763 sono anche santuari. Di questi solamente una ventina sono in grado di attrarre flussi rilevanti di clientela turistica: San Giovanni Rotondo in Puglia, Assisi in Umbria, Loreto nelle Marche e Pompei, in Campania. Tutte le altre località sono caratterizzate dalla presenza di un forte movimento giornaliero. Ci sono poi veri e propri itinerari di turismo religioso. Tra i più noti la Via Francigena, la Via Romea, la Via dei pellegrini del Casentino, o il tour di Abbazie e monasteri del Lazio. Molto del turismo che si raccoglie intorno a questi luoghi lo fa per motivazioni di carattere artistico e culturale, mentre il turismo religioso ha come destinazione una località o una manifestazione specifiche. Ci sono poi eventi particolari, quali le beatificazioni, che attraggono un turismo giornaliero rilevante. Pochi santuari, è vero, ma numerosi itinerari. Questo significa che anche un albergo lontanissimo da una famosa basilica può ospitare pellegrini. Inoltre, i tour operator si servono spesso di hotel collocati sulle strade che congiungono una tappa “santa” a un’altra. Importanti quanto la posizione, quindi, sono disponibilità e specializzazione, due caratteristiche che, però, sembrano al momento ancora mancare. 161 Rusconi spiega che «spesso questi turisti richiedono solo uno spazio in cui il sacerdote, che solitamente guida il gruppo, possa celebrare una messa all’interno dell’albergo. Non c’è bisogno di una vera cappella, basterebbe una grande sala capace di accogliere una cinquantina di persone. A Roma ci sono hotel con sale per le convention, ma vengono messe a disposizione solo a pagamento. Anche adattare la sala ristorante, come spesso si fa, non sembra una buona soluzione: troppi spostamenti di tavole, troppo viavai di camerieri che apparecchiano». Mancano, quindi, spazi adeguati. Ma non solo. Per Casati la situazione generale non è ancora pronta, soprattutto nelle grandi città, ad accogliere questi turisti, perché essi «cercano un trattamento familiare, non vogliono essere un numero, ma un cliente desiderato. Proprio per questo motivo, in città come Roma sono stati restaurati vecchi istituti, che costano quanto un albergo a tre stelle, ma vengono generalmente preferiti per l’ambiente intimo che sanno riprodurre». Disponibilità a parte, occorre anche una maggiore specializzazione. «I nostri fornitori di servizi - continua Casati - sono stati scelti perché specializzati. Parliamo di alberghi con circa 50 camere, che hanno strutturato la propria accoglienza, il personale, il ristorante, in base alla nazionalità del turista che ospitano. Chi, ad esempio, è specializzato in turisti sudamericani, sa che non potrà chiudere la cucina alle nove di sera». È un segmento di nicchia. Falso, anzi falsissimo: il giro d’affari dei viaggi spirituali raggiunge i 3,5 miliardi di euro. Il pellegrino non va in albergo. Falso anche questo pensiero: il 92% di chi viaggia per motivi religiosi pernotta in hotel. È un turismo “povero”. Non è vero. La maggior parte di chi fa viaggi religiosi pretende, e paga, comfort e buona cucina. Medioriente: la crisi ha affossato il mercato. La situazione in Israele ha invece spostato i flussi verso i santuari italiani. 162 È un mercato facile. Chi partecipa a tour religiosi ha delle esigenze specifiche che vanno assecondate con professionalità. 8. I TEMI EMERGENTI NEL TURISMO 8.1- Premessa Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2002 Anno Internazionale dell’Ecoturismo, mettendo immediatamente in rilievo la significatività del World Ecoturism Summit tenutosi nel maggio 2002 a Quebec in Canada. Lo stesso Summit aveva espresso il più ampio interesse verso una tematica di crescente importanza non solo come settore di notevole potenzialità per lo sviluppo economico ma anche come potente strumento per la conservazione dell’ambiente naturale a condizione che lo stesso sia adeguatamente gestito. Furono, in quel contesto, tracciate linee generali in sintonia con la filosofia delle Nazioni Unite nel campo dello sviluppo sostenibile che si è via via organizzata nelle sue articolazioni concettuali già presenti nelle indicazioni della Convenzione sulla Diversità Biologica relative al turismo sostenibile che, secondo La World Tourism Organizaton, deve mirare a conciliare le richieste dei turisti di fruizione delle risorse naturali, sociali, etiche e culturali, con l’esigenza di garantirne nel contempo l’integrità. 163 L’ecoturismo in questa prospettiva è caratterizzato da alcuni aspetti peculiari che lo contraddistinguono. E’ mirato alla promozione di una positiva etica ambientale; non determina il degrado o l’esaurimento delle risorse; concentra l’attenzione sul valore intrinseco delle risorse naturali rispondendo ad una filosofia più biocentrica che antropocentrica; richiede all’ecoturista di accettare l’ambiente nella sua realtà senza pretendere di modificarlo o adattarlo a sua convenienza; si fonda sull’incontro diretto con l’ambiente. In questa ottica sembra facile individuare possibili e/o già esistenti modelli di filiera del turismo che opereranno in perfetta sintonia con le direttrici individuate dai massimi Organi mondiali: 8.2. Il turismo rurale Il successo delle attività legate al turismo rurale, all'agriturismo ed alla produzione e vendita dei prodotti tipici, dipende dalla capacità dell'azienda che le svolge e dell'area di attivare flussi turistici. Per tale motivo da un lato è necessario porre in essere una serie di processi di riorganizzazione del territorio per accogliere in maniera efficiente queste nuove o più ampie presenze, dall'altro le aziende agricole dovranno riconvertire un'attività basata esclusivamente sulla produzione verso una vera e propria pluriattività che include la produzione di prodotti finiti (ad. esempio prodotti alimentari confezionati), la commercializzazione di prodotti o di servizi di ospitalità, la somministrazione di prodotti alimentari nella ristorazione, l'organizzazione di attività ricreative. Lo svolgimento di queste nuove attività di carattere commerciale richiede all'azienda nuove professionalità, un riorientamento della manodopera familiare, il miglioramento delle strutture e delle attrezzature presenti in azienda. 164 Perché si avvii questa fase di trasformazione delle aziende e, soprattutto, del territorio in cui esse sono inserite, bisogna creare le condizioni affinché si realizzi pienamente una sinergia fra quanto viene attuato a livello aziendale e quanto a livello collettivo. Questi processi sono alla base della politica di sviluppo rurale adottata nell'Unione Europea da diversi anni, fin dalla pubblicazione del documento "Il futuro del Mondo Rurale". In effetti la pluriattività aziendale, per la grande flessibilità d'impiego delle risorse lavorative e la provenienza diversificata del reddito è sempre più considerata come il principale antidoto allo spopolamento delle zone marginali e rappresenta una concreta possibilità di un'attività economica continuativa che contribuisce a consolidare la residenzialità all'interno di un determinato territorio. Nel programma LEADER questi aspetti sono evidenziati con molta chiarezza ed assumono particolare importanza in chiave dimostrativa. I progetti LEADER locali sono chiamati a rappresentare delle esperienze pilota in questo senso, delineando soluzioni nuove a problemi di grande complessità, ed affrontando le difficoltà strutturali delle aree deboli con soluzioni complete ed integrate. L'idea di base di questo opuscolo è suggerire ai gruppi di azione locale un percorso che integri in un progetto locale molti progetti aziendali. 165 L'attività svolta con il l'iniziativa LEADER I ha evidenziato la necessità di stimolare e supportare con maggiore forza la progettualità dei singoli. E' importante, quindi, che le singole aziende partecipino fin dalla fase iniziale alla costruzione del progetto e delle azioni di sviluppo, individuando il proprio target di clienti, definendo il proprio percorso organizzativo, valutando investimenti e redditività futura, e prendendo atto della necessità di migliorare dal punto di vista professionale la propria struttura. Alcune note sull'evoluzione della domanda turistica Come si accennava in precedenza ogni strategia, sia a livello aziendale che a livello collettivo, non può che partire da alcune brevi considerazioni sull'evoluzione del settore turistico ed in particolare di cosa avviene nel turismo rurale. Riportando in breve le risultanze di alcuni lavori condotti recentemente dalle organizzazioni di settore si può affermare che: In generale il livello delle presenze è in aumento progressivo e costante. Si stima che questo si attesti attorno al 3% annuo. C'è una generale tendenza verso un turismo più evoluto, dai contenuti più specifici, e soprattutto con un maggiore significato culturale Di fronte a tale evoluzione si constata una forte elasticità dei pacchetti offerti in funzione delle esigenze personalizzate dei visitatori. Questo si traduce anche in un aumento dei prodotti tematici L'uso del tempo libero e la vacanza si ispirano sempre più ad interessi ricreativi che consentano un rapporto diretto con l'ambiente portando come 166 conseguenza immediata, da un lato, la valorizzazione delle risorse naturali e, dall'altro, l'incremento nei consumi di prodotti biologici. Malgrado queste tendenze positive del settore turistico bisogna anche riconoscere che per quanto riguarda il turismo rurale: ¾ il settore è un insieme poco omogeneo ed organizzato; ¾ inquadra operatori di vario genere accomunati dalla sede di lavoro al di fuori dei centri urbani; ¾ è facile verificare una bassa disponibilità ad aggregarsi attorno a progetti comuni da parte degli operatori; ¾ si verifica a volte una forte conflittualità tra operatori di settori diversi (es. agriturismo/ristorazione); ¾ non esistono strutture di commercializzazione specializzate in turismo rurale (non vi sono, infatti, tour operator e nel migliore dei casi sono stati realizzati cataloghi di alloggi); ¾ il settore è ancora molto influenzate da una forte stagionalità; 167 la scarsa organizzazione si traduce in una generale difficoltà a dialogare con forme di commercializzazione esistenti (tour operator, reti telematiche) che adottano precisi standard di riferimento per classificare le strutture per la ricetività turistica. Le motivazioni dell'agriturismo Scendendo ancora più in dettaglio per quanto riguarda l'agriturismo le indagini di mercato condotte (ANAGRITUR, AGRITURIST) hanno evidenziato le seguenti motivazioni espresse dai consumatori nella scelta dei servizi • stare a contatto con la natura; • sentirsi liberi; • prendere il sole, stare all'aperto; • fare cose diverse dal solito; • fare una vacanza di riequilirio; • riposare, stare tranquilli. 168 Le caratteristiche dei visitatori, che possono tranquillamente essere estese anche a ciò che concerne il turismo rurale sono: • l'amore per la natura; • il piacere delle cose genuine; • il desiderio di tranquillità; • il gusto per il nuovo; • lo spirito di adattamento. Al concetto di agriturismo gli intervistati hanno associato soprattutto: • natura; • paesaggio; • tranquillità; • ritorno alle tradizioni. 169 Le motivazioni relative al costo del soggiorno non sono mai prevalenti, il che porta a pensare ad un alto gradimento potenziale di pacchetti di una certa qualità, ed anche di un certo costo. Bisogna infine ricordare i principali problemi sollevati dagli utenti dell'agriturismo, che rappresentano altrettanti percorsi di miglioramento per le aziende e per i Gruppi di Azione Locali: • Scarsa chiarezza negli accordi di prenotazione, infedeltà delle descrizioni, mutamento dell'alloggio concordato, mancanza di servizi promessi. • Cattivo stato di manutenzione delle strutture, soprattutto all'interno, scarsa cura degli spazi esterni, cattive condizioni degli arredi, letti scomodi. • Insufficienza degli spazi, dell'illuminazione ed areazione dei locali, disposizione non funzionale degli arredi, carenze di mobilio, stoviglie, ecc. • Rumori eccessivi, fumi e cattivi odori, insufficienza del riscaldamento, scarsa tempestività nelle riparazioni dei guasti. • Servizi igienici poco efficienti, carenza nelle disponibilità idriche. • Scarsa rilevanza dell'attività agricola, poco contatto con l'agricoltore ospitante, complessiva deficienza di caratterizzazione dell'ospitalità, indisponibilità di prodotti agricoli aziendali, ristorazione non ispirata alla tradizione enogastronomica locale. 170 Infine, poiché la localizzazione delle aziende influenza talvolta in modo determinate la fruizione delle strutture ricettive, si invita ad esaminare con attenzione il seguente prospetto nel quale è riportata la percentuale di utilizzazione degli alloggi nei diversi mesi dell'anno e in diverse condizioni territoriali. Sulla base di queste informazioni è possibile individuare, seppure in linea di massima, le presenze e, quindi, la redditività potenziale di un investimento nel campo turistico. Cosa è il turismo rurale L’andamento altalenante delle presenze turistiche registrati in questi ultimi anni nel nostro paese, ha interessato anche le aree rurali ma con un impatto e risultati diversi. E’ in queste zone che si registrano trend decisamente positivi. Pur non esistendo rilevazioni ad hoc sul fenomeno, questa tendenza del settore è evidenziata dall’incremento delle strutture ricettive agrituristiche che accolgono un numero sempre più elevato di turisti. Il turismo rurale è una realtà che: ¾ Ha una sua identità precisa; ¾ Copre un segmento della domanda fortemente caratterizzata; ¾ Esprime un prodotto appetibile per il mercato interno ed internazionale I trend I principali elementi che caratterizzano l’evoluzione della domanda a livello nazionale possono essere riassunti in: 171 ¾ Una crescita delle presenze di turisti italiani, che fa seguito all’aumento delle presenze di stranieri registrato negli ultimi cinque anni. In linea generale i 15 milioni di presenze annue che hanno fatto registrare i posti letto agrituristici sembrano destinate a crescere ulteriormente; ¾ Una formidabile crescita dei temi legati al mondo della gastronomia e dei prodotti di alta qualità. Il turismo enogastronomico registra particolari sviluppi diventando, per certe fasce di utenti, la motivazione principale degli spostamenti; ¾ Un consolidamento del target esperto, fortemente fidelizzato, con un ottimo livello di conoscenza ed un’alta percentuale di ritorno presso la azienda ospitante, i luoghi o più in generale verso la tipologia di offerta delle aree rurali; ¾ Un maggiore stile esplorativo dei clienti; ¾ Un aumento della sensibilità ambientale nel consumo di servizi turistici, con ripercussioni a livello sia delle strutture ospitanti, che dello stile di ospitalità 8.3 - Il turismo culturale È noto che il patrimonio culturale ed ambientale di cui l’Italia dispone, rappresenta un elemento di fortissimo richiamo per il turismo nazionale e internazionale. È anche altrettanto noto che dalla combinazione di cultura, ambiente e turismo si possono determinare soluzioni imprenditoriali nuove e in grado di garantire occupazione aggiuntiva, soprattutto giovanile. 172 Ma se è vero che il turismo è in grado di generare crescita economica ed occupazionale, è anche vero che un suo sviluppo disordinato può causare seri problemi ambientali e sociali. La domanda di valori turistici è soprattutto, anche se non esclusivamente, domanda di valori ambientali e culturali : clima, natura, risorse storico artistiche. Ma la conservazione di questi beni può risultare minacciata da un eccessivo e disordinato sviluppo dell’attività turistica. Paradossalmente il turismo può distruggere il turismo. Nel delicato rapporto tra turismo ed ambiente e cultura può infatti innescarsi un circolo perverso: l’attrazione esercitata da molte località sui turisti può portare ad un eccesso di turismo - l’eccesso di turismo può portare al degrado dell’ambiente – il degrado dell’ambiente porta inevitabilmente alla perdita di flussi turistici. Per questi motivi occorre programmare uno sviluppo sostenibile, e quindi rendere il turismo un elemento di valorizzazione e non di consumo della qualità ambientale e culturale dei territori. La qualità ambientale e la valorizzazione delle diversità culturali, tradizionali e gastronomiche, cioè di tutte quelle risorse specifiche del territorio, stanno diventando sempre più una variabile strategica per competere su mercati sempre più globalizzati e standardizzati. Il futuro dell’industria turistica non può quindi prescindere dalla conservazione dell’ambiente in cui si svolge. La sua competitività dovrà dunque basarsi sullo sviluppo di un’offerta turistica di qualità fondata sul patrimonio naturale, storico e 173 culturale. In questi ultimi anni l’ambiente ha acquisito un ruolo sempre più importante nelle scelte e nelle decisioni dei governi, delle associazioni, dei cittadini e dei consumatori. L’Unione Europea ha posto la tutela ambientale tra le sue priorità. Diversi programmi comunitari sono infatti indirizzati a sostenere idee di turismo sostenibile. Come negli altri settori dell’economia, la domanda di servizi eco-compatibili sta crescendo anche nel settore del turismo. Oltre alla qualità ed alla sicurezza, i clienti chiedono sempre più spesso alle nostre imprese una maggiore attenzione all’ambiente. Anche nel nostro mondo, quindi, la scelta della clientela è sempre più influenzata dal fattore qualità ambientale. Non a caso sono nate iniziative a tutti i livelli, internazionale, nazionale e locale, finalizzate a promuovere la ecocompatibilità dell’attività alberghiera, ed a pubblicizzare le strutture che adottano particolari accorgimenti di tipo ecologico. La scelta di adottare politiche e strategie eco-compatibili non rappresenta però unicamente la risposta ad una crescente richiesta di un nuovo mercato emergente. La capacità di controllare e ridurre gli impatti ambientali legati all’attività alberghiera è infatti un requisito sempre più importante per garantire la sopravvivenza di quelle zone in cui il turismo è fortemente legato ad aspetti paesaggistici o naturalistici. Pochi altri settori, oltre il turismo, mostrano in modo altrettanto evidente la necessità di conciliare sviluppo e ambiente. 174 Un ambiente degradato, sia che si tratti della qualità dell’acqua o dell’integrità del paesaggio, riduce la propria attrazione turistica. Al contrario, un patrimonio naturale e culturale intatto e valorizzato è una risorsa basilare per il turismo. La dinamica economica del settore, la soddisfazione del turista e la tutela del patrimonio naturale e culturale sono quindi indissociabili. La leva che “innesca” qualsiasi processo di sviluppo turistico è evidentemente costituita dalle attrazioni, in assenza delle quali non sarebbe possibile attirare visitatori in una certa destinazione. I temi del conflitto tendenziale tra crescita economica, demografica ed ambiente e la consapevolezza della dimensione planetaria della questione ambientale hanno iniziato ad imporsi negli anni ’70, unitamente alle iniziative per la difesa dell’ambiente globale e locale nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Da una decina di anni a questa parte è stato riconosciuto il peso che i modelli tradizionali di sviluppo dell’industria turistica, concentrata in determinate zone e soggetta ad una intensa frequentazione stagionale, hanno in termini d’impatto negativo sull’ambiente e sul tessuto sociale delle comunità ospitanti. Il concetto di sostenibilità associata alle attività turistiche risale alla definizione data dal “Rapporto Brundtland” nel 1987: “ Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche.” Lo sviluppo sostenibile del turismo deve dunque mirare a garantire la redditività del territorio di una località turistica con obiettivi di compatibilità ecologica, socioculturale ed economica in una prospettiva di lungo periodo. 175 Il 2002 è stato proclamato anno internazionale dell’Ecoturismo. Ma l’impegno ambientale nel settore turistico è espresso a livello internazionale già da alcuni anni. Molti documenti evidenziano come il turismo possa essere pianificato in modo tale da salvaguardare il patrimonio e le risorse naturali per le generazioni future. Ne sono un esempio la Carta del Turismo sostenibile firmata a Lanzarote nel 1995; i documenti UNEP di Manila e Calvià del 1996, ed infine l’Agenda 21, un ampio ed articolato “Programma di Azione” redatto dalla Commissione Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite durante la Conferenza di Rio. Infine la “Carta di Rimini”, documento conclusivo della “Conferenza Internazionale per il Turismo Sostenibile” svoltasi nel 2001, ha voluto richiamare l’attenzione sulle destinazioni del turismo di massa, sulle quali è necessario indirizzare e promuovere prioritariamente gli sforzi nei prossimi anni. In una epoca contraddistinta dalla crescente globalizzazione dei mercati e dall’intensificarsi dell’innovazione tecnologica, l’altro importante aspetto di differenziazione delle destinazioni turistiche, oltre all’ambiente, è sicuramente la cultura. Il turismo culturale rappresenta nel nostro mercato un punto di forza specifico insieme alle destinazioni balneari. Il segmento “arte e cultura” é quello che ha sviluppato i maggiori incrementi medi anche nel periodo di crisi dei primi anni novanta. I più recenti dati dell’osservatorio turistico nazionale delle città d’arte confermano che tra gli stranieri è aumentato il numero di coloro che associano l’Italia alla cultura, ed è proprio la cultura l’aspetto più positivo della cosiddetta “Marca Italia”. 176 Nel turismo culturale, che si prevede in forte crescita nei prossimi venti anni, si aprono quindi le più grandi potenzialità del Made in Italy, inteso come momento di fruizione turistica in cui si combinano le bellezze artistiche, le attività turistiche e le capacità produttive. Il turismo significa soprattutto fruizione intelligente dei beni culturali, compresi quelli archeologici. Fruizione intelligente che è di gran lunga preferibile all'abbandono ed al degrado. Soltanto dalla fruizione e dalla valorizzazione economica possono ricavarsi le ingenti risorse economiche ed umane necessarie per la salvaguardia e la tutela dello sterminato patrimonio culturale italiano. La risorsa culturale come prodotto turistico insiste su due componenti inscindibili : il territorio, con le sue attrattive, che costituisce la scacchiera su cui si determinano le scelte di destinazione dei turisti, ed i servizi, che rendono fruibili gli elementi di attrazione. Su questi ultimi, e sulla condivisione che si determina nell’uso di servizi ed infrastrutture tra comunità ospitante e turisti, si gioca il delicato equilibrio tra esigenze di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale. Nel rapporto che intercorre tra beni culturali e turismo da un lato si sostanziano logiche spesso conflittuali se non divergenti, dall’altro i confini e limiti tra risorsa culturale ed industria turistica tendono sempre più a diventare sfumati se non a sovrapporsi. L’innalzamento dei livelli di reddito e d’istruzione, i cambiamenti demografici, l’aumento del tempo libero, la crescente mobilità delle persone ed il loro progressivo allontanarsi da itinerari di vacanza consueti fatti di sole e mare, hanno contribuito ad una progressiva estensione del concetto di cultura nel corso degli ultimi decenni. 177 La distinzione tra cultura cosiddetta ordinaria e d’élite si é sempre più attenuata ed il prodotto culturale é diventato più accessibile e di massa, fino a cambiare le stesse modalità di espressione della produzione culturale. Questo processo è stato incoraggiato anche dall’industria turistica, che promuove sempre più l’uso della cultura; in tal senso contribuisce a cambiare la natura del nostro capitale culturale, stimolando a volte un uso intensivo del patrimonio culturale del passato, che viene progressivamente consumato per produrre servizi turistici di qualità sempre più scadente ed a valore aggiunto sempre più povero. La cultura si trasforma sempre più da un processo per cui singoli individui o gruppi sono impegnati in attività culturali significative, in un prodotto rispetto al quale viene creata - in modo più o meno autentico - una immagine ed una identità e che viene venduta attraverso una campagna promozionale. In questo passaggio dal processo al prodotto il pericolo risiede nel rischio sia della mercificazione della cultura che della banalizzazione turistica del patrimonio di identità culturale soggetto in molti casi a ridursi a stereotipo e folklore in manifestazioni avulse dalle loro radici storiche, culturali e sociali. Ma il turismo può contribuire a livello locale alla rinascita di forme d’arte tradizionali, sostenendo attività culturali dotate forse di minore appeal. La cultura può costituire un prodotto vitale per quelle destinazioni non particolarmente favorite dal punto di vista climatico o geografico. Il turismo può dunque generare impatti economico-ambientali e culturali positivi o negativi, può offrire lo strumento per sostenere, creare e diffondere cultura, o al contrario contribuire a sviluppare prodotti stereotipati ed artificiali penalizzando l’autenticità, la qualità ed il significato dell’esperienza turistica. 178 La ricomposizione di logiche conflittuali tra beni culturali ed industria turistica passa attraverso una loro integrazione concettuale, programmatoria ed operativa. Innanzitutto va sviluppato un denominatore culturale comune che permetta a questi due mondi di dialogare costruttivamente, attenuando le distanze concettuali mediante interventi di formazione e sensibilizzazione; ma questo processo deve essere sostenuto da adeguate procedure di programmazione ed efficaci strumenti di gestione. Se l’obiettivo è quello di una maggiore produttività e fruibilità dei beni culturali, il target di riferimento ed il mercato obiettivo non sono più costituiti solo dallo specialista, dallo studioso, ma anche dal turista: in quest’ottica i beni culturali devono introdurre elementi di valorizzazione sui quali puntare sia per la loro stessa manutenzione che per lo sviluppo economico e sociale della comunità. L’industria turistica invece deve maggiormente qualificarsi e differenziarsi nel rigenerare, valorizzare e promuovere il consumo dei prodotti culturali – mediante l’uso di strumenti di gestione manageriale e servizi aggiuntivi - per target d’utenza, oltre che incoraggiare processi di riqualificazione dell’offerta, ad iniziare dalle strutture ricettive. Processi di scambio e collaborazione tra industria turistica ed offerta culturale possono quindi determinare benefici e ricadute positive per entrambi, in termini di fruibilità ed innalzamento del servizio offerto. In conclusione, il turismo ha avuto ed avrà anche in futuro grande importanza per il nostro Paese, e continua ad esercitare una grande attrattiva per il suo patrimonio naturale e culturale. Esso fornisce un contributo rilevante in termini di occupazione e benessere, favorisce la coesione economica e sociale e può contribuire alla protezione e valorizzazione dell’ambiente naturale e culturale. 179 Perseguire un turismo sostenibile, in grado di conciliare sviluppo e protezione del patrimonio naturale e culturale, è il nostro obiettivo. I turisti che visitano l’Italia si aspettano da noi ospitalità e accoglienza, ma anche tradizione, cultura e salvaguardia dell’ambiente. Il Turismo culturale rappresenta oggi un’altra e nuova frontiera del palinsesto turistico che trova la sua ragion d’essere nella selezione naturale operata dal tempo o frutto di una volontà storica che è dimostrazione della propria cultura ai posteri.. Si è infatti in presenza di un turismo che si sviluppa intorno a quella eredità di monumenti che oggi chiamiamo Beni Culturali; il patrimonio preso in considerazione è il seguente ( e non sempre distinguibile da un “patrimonio naturalistico che lo circonda o che ne è parte”): ¾ Beni naturali e naturalistici; ¾ Beni paesistici, architettonici ed urbanistici; ¾ Beni archeologici; ¾ Beni storici, artistici ed iconografici; ¾ Beni bibliografici; ¾ Beni archivistici. Il turista è sollecitato dal bene culturale (che lo spinge a visitarlo, a studiarlo, ad apprezzarne la valorizzazione in un contesto ambientale) lo considera non soltanto l’oggetto di interesse storico, ma ha anche carattere di eccezionalità ed 180 è valutato con criteri estetici e soggettivi. E’ una manifestazione dell’ingegno che ci permette di ricordare e di documentare il nostro passato: pertanto attira il turista, che in tal senso potrebbe anche essere definito quale “turista sociale” in quanto genera un turismo che favorisce la socializzazione e l’incontro. Il trend • ed i dati statistici Il SETTORE PROFESSIONALE INCOMING FIAVET ha condotto una indagine sul rapporto tra gli operatori della cultura e le Agenzie di Viaggio specializzate nell’organizzazione di viaggi culturali in ITALIA; • L’INDAGINE è di tipo QUALITATIVO e si è svolta mediante intervista a questionario rivolto a 16 aziende che in media sviluppano il 53% del loro volume d’affari nell’organizzazione di VIAGGI CULTURALI. • Il campione selezionato è estremamente ristretto: proprio per questo l’indagine è di tipo qualitativo e non quantitativo; • tuttavia la ripartizione geografica delle imprese intervistate è abbastanza coerente con la presenza sul territorio delle agenzie di viaggio iscritte al SETTORE PROFESSIONALE INCOMING FIAVET, se si esclude una lieve sottostima dell’area SUD E ISOLE. 181 • La totalità del campione intervistato dichiara di organizzare viaggi culturali DI GRUPPO mentre solo poco più della metà opera anche VIAGGI INDIVIDUALI; • il VIAGGIO CULTURALE non è quindi un prodotto su misura ma si sviluppa e si commercializza seguendo criteri adatti ad una DOMANDA VASTA che deve essere selezionata e raggiunta con strumenti adatti e tempi ampi. 182 • I pacchetti di viaggio predisposti sono per lo più ITINERARI CULTURALI che coprono aree di vastità variabile; • La forte complessità del lavoro degli operatori è quindi dettata dalla necessità di conciliare l’organizzazione di trasferimenti, pernottamenti ed altri servizi necessari con tempi e contenuti a volte inadeguati delle informazioni sulla FRUIBILITA’ dei servizi strettamente culturali 183 • Interessante l’avvicinamento al mondo delle ASSOCIAZIONI CULTURALI, riconosciute dagli operatori turistici come BUSINESS PARTNER – assieme ai Consorzi di Promozione – su questo particolare segmento di domanda; • di contro è deludente il basso grado di partnership con le istituzioni universitarie, soprattutto quando a queste è demandata la formazione di operatori culturali che, a loro volta, avranno difficoltà a relazionarsi con gli operatori del turismo. • Agli operatori della cultura si riconosce la capacità di creare iniziative d’interesse e la volontà di collaborare fattivamente; 184 • i problemi si riscontrano invece all’atto della trasformazione del servizio culturale in prodotto commerciabile, soprattutto per quanto attiene alla regolamentazione dell’accesso al prodotto che viene spesso definita dagli intervistati tardiva e non chiaramente intelligibile. • Ottimo in generale il rapporto con i colleghi operatori turistici privati utilizzati nella predisposizione dei pacchetti di viaggio; 185 • il fatto di “parlare la stessa lingua” tra operatori economici abituati alla programmazione turistica è senza dubbio alla base di questo risultato, cui però si dovrebbe giungere velocemente anche nei rapporti con gli operatori della cultura. • Ancora una volta, il tipo di iniziative culturali progettate dalle Autorità del territorio vengono riconosciute come di altissimo interesse per il turismo; 186 • a maggiore ragione spicca il contrasto con le politiche del territorio atte a rendere tali iniziative realmente fruibili dal turismo organizzato. La situazione di viabilità – parcheggi e trasporti pubblici in testa – oltre a quella della sicurezza personale ai primi posti tra gli elementi di sostanziale inefficienza. • L’interesse del turista proveniente dall’estero per il prodotto TURISMO CULTURALE IN ITALIA è definito medio-alto dagli operatori intervistati. Risultato abbastanza prevedibile; • quello che invece stupisce – in senso positivo – è l’interesse percepito dalla DOMANDA ITALIANA, tutt’altro che satura ed anzi sempre più alla ricerca di occasioni turistiche di contenuto culturale all’interno dei confini nazionali. Davvero una grande occasione per tutti. 187 • Non risulta l’utilizzo di strumenti “ad hoc” per la promozione di turismo culturale da parte degli operatori; • anche l’importante uso del sito web come vetrina di prodotto è da imputarsi non tanto ad una scelta derivante dal particolare tipo di attività degli operatori intervistati quanto dalla loro dimensione medio-grande e dall’abitudine ad interfacciarsi con la domanda estera, informaticamente più evoluta. 188 • E’ corale l’indicazione del turismo culturale come di un prodotto “oneroso da gestire”. Anche chi tra gli intervistati individua uno scarso margine commerciale lo fa con riferimento agli alti costi di costruzione del prodotto, non al valore percepito dalla domanda, che invece resta alto; • Un posto rilevante nei motivi di onerosità è occupato dal tempo necessario per individuare i referenti esatti tra gli operatori della cultura e dalla necessità di variare più volte i programmi anche in corso di raccolta delle iscrizioni. 189 Le osservazioni del campione: 1. “La programmazioni degli eventi e le modalità tecniche per l’accesso ai servizi culturali vengono decise troppo a ridosso delle date di effettuazione”. Il processo di predisposizione finale del “prodotto” turistico relativo, la promozione, la raccolta delle iscrizioni e tutte le altre fasi che precedono la fruizione da parte dei turisti – soprattutto se destinataria è la domanda turistica estera – richiedono circa 18 mesi di anticipo. Questo limite è regolarmente superato. 2. “I gestori della cultura – soprattutto quelli pubblici ma anche i privati – non ritengono importante coinvolgere gli operatori del turismo nelle fasi decisionali. Veniamo a sapere le cose a decisioni ormai 190 prese”. Spesso gli operatori turistici constatano l’incongruenza tra le regole via via definite per l’accesso ai servizi culturali e la possibilità pratica di organizzare flussi turistici in conformità a tali regole. Non essendo stati coinvolti nella fase decisionale “a monte” non sono neanche in grado di comprendere le motivazioni di tali decisioni né di intervenire – se necessario – su di esse. Risultato: estrema onerosità e talvolta grande demotivazione. 3. “La pluralità dei referenti e la difficoltà ad entrare in contatto con essi rende il nostro lavoro ancora più oneroso. Spesso non siamo neanche in grado di individuare corretti schemi di approccio”. L’incontro tra due culture basilarmente diverse, una strettamente commerciale l’altra incentrata sulla qualità della divulgazione non è certo facile. La comprensione dei reciproci metodi di lavoro e, perché no, l’individuazione di schemi comuni non è però così difficile da raggiungere. “Manca un MARCHIO DI QUALITA’ che certifichi il “prodotto cultura italiana” soprattutto all’estero”. Certificare cosa sia cultura e cosa no è sicuramente difficile. L’eventuale definizione di standard – destinati all’applicazione nell’offerta di turismo culturale – possono però essere studiati comunemente da operatori della cultura e del turismo. Un MARCHIO DI QUALITA’ nasce sempre e comunque dalla volontà comune degli operatori. 3.3 La rivincita del turismo culturale Se dovessimo valutare un bilancio “storico” del turismo italiano, non c’è dubbio che al turismo culturale spetta il primato assoluto nell’ambito delle diverse motivazioni che hanno spinto nel corso dei secoli turisti di tutto il mondo nel 191 nostro Paese. Di questo bilancio, in effetti, è parte integrante dall’antichità economica al medioevo, dal Rinascimento all’epoca moderna, quando si è sviluppato il grande fenomeno europeo del Grand Tour, il movimento che ha avuto come primario interesse le nostre città d’arte, i nostri centri minori, gli itinerari delle varie civiltà del Nord e del Sud, e i grandi eventi culturali che hanno avuto una forza di richiamo tra le più efficaci. Questo primato dell’Italia come luogo eletto dell’arte ha certamente favorito un grande sviluppo delle nostre città e dato luogo ad un grande fenomeno turistico. Oggi siamo il Paese leader del turismo culturale. Ciò è dovuto anche ad un positivo risveglio di attenzione verso il problema dei beni culturali. Il caso di Napoli, ritornata tra le città capitali del Grand Tour, è emblematico. Ma tante altre città stanno investendo in progetti che valorizzano non solo l’offerta culturale, ma anche la propria organizzazione per il turismo. Questa crescita di attenzione è dovuta ai movimenti di opinione pubblica ed alle campagne di stampa. Ma anche alle forze del volontariato per la tutela dei beni culturali. Sono numerose le realtà associate, le federazioni, le istituzioni private che lavorano gratuitamente, sponsorizzano, investono risorse anche proprie nel recupero, nel restauro, nella promozione dei beni culturali. A queste forze spontanee si sono associati gli enti locali che negli ultimi anni dimostrano di prendere coscienza che la loro storia è un patrimonio inestimabile e le loro risorse d’arte e di civiltà un bene anche economico e sociale che accresce la qualità e lo stile della vita locale. Questa grande spinta dal basso e questa crescita di coscienza sono il fatto più positivo che il Paese sta vivendo e che ci fa sperare che finalmente la questione della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio culturale possa essere posta all’ordine del giorno del Paese, ad ogni livello. 192 L’Unione europea ha deciso di sostenere questo impegno con risorse che possono essere efficaci se intelligentemente, tempestivamente e produttivamente utilizzate. In tanti altri paesi ci sono cantieri aperti per la valorizzazione delle loro risorse. In altri si investe nella cultura con risorse tangibili nel bilancio dello Stato. Gli esempi sono noti. Non li ripetiamo. Come non ripetiamo quello che investono in altri paesi grandi istituzioni culturali, museali, fondazioni pubbliche e private per recuperare ogni pietra del loro passato e renderla un bene economico. Aveva forse ragione un grande viaggatore in Italia, il grande scrittore David Herbert Lawrence quando osservava sul suo diario italiano: “Disgraziato quel popolo che ha una tradizione ben definita e canoni fissi di bellezza?” Perchè queste tradizioni e questi canoni rischiano di bloccare una Nazione nel suo passato, come un individuo rivolto con la testa all’indietro. E’ certamente un paradosso, ma potrebbe esserci del vero, se non dimostriamo che la nazione che ha tradizioni culturali e monumenti artistici è capace di organizzarli e di trarre benefici e vantaggi e se da questo patrimonio non solo trae ammirazione ma lo pone al servizio della comunità universale e lo rende il più importante elemento dell’identità locale e nazionale, il più forte volano di comunicazione, di scambio umano, di accrescimento civile e di progresso economico. Se è vero quanto sopra accennato che l’Italia è leader nel turismo culturale, la Regione Umbria rappresenta una tessera fondamentale di questo grande mosaico. 193 Anche nella nostra Regione un aiuto fondamentale per il miglioramento del patrimonio storico, delle strutture ricettive è arrivato dalla Comunità europea. Ricordiamo brevemente che le aziende ricettive alberghiere ed extralberghiere inserite negli Obiettivi Comunitari 2 e 5b hanno avuto l’opportunità grazie a contribuzioni consistenti di adeguare le proprie strutture. Gli aiuti previsti sono stati tutti utilizzati ed addirittura ci sono state più richieste di quanti fossero i fondi a disposizione, a dimostrazione di come gli operatori umbri abbiano colto tale opportunità, capendo che ormai la sfida di mercato si regge solo con livelli qualitativi eccellenti, viste le sempre maggiori esigenze del turista. Altrettanto valido l’aiuto della Comunità europea rivolto, in misura del 50% rispetto all’investimento da compiere, alle strutture associate, ai consorzi, per la realizzazione di materiale promo pubblicitario, depliant, materiale multimediale, partecipazione a fiere e mostre, etc... Anche in questo caso i fondi a disposizione sono andati esauriti a dimostrazione di come oggi la strategia vincente consiste nel presentarsi sul mercato in forma aggregata, con numerosi posti letto, con prodotti turistici di nicchia alternativi, in conclusione con una offerta turistica integrata. 8.4. Il turismo enogastronomico 194 Il Turismo Enogastronomico si presenta come nuova forma di turismo che pone l’accento su usi e tradizioni della cucina locale e valorizza altre attività come la produzione del vino e dell’olio. Ogni città ha la sua pietanza tipica che a volte è simile a quella di un’altra città della stessa regione, ma si differenzia per alcuni particolari come il modo di cottura o per l’aggiunta di altri elementi. Si tratta di ricette antiche generalmente laboriose nella preparazione o a volte troppo semplici per essere apprezzate. Ed in questi ultimi anni il ritorno alle vecchie cose come contrasto alla fintroppo omogenea vita moderna ha fatto tornare di moda le vecchie ricette. Il Trend Tale trend non poteva lasciare indifferenti gli operatori turistici che organizzano dei veri e propri pacchetti gastronomici o enogastronomici perché il buon mangiare ed il buon bere bene si accordano. In Italia per esempio, il vino è sempre stato uno dei prodotti più apprezzati nonostante la nota concorrenza di altri analcolici e alcolici famosi quali coca – cola e birra; ogni zona del Belpaese ha il proprio vino con determinate caratteristiche tanto che sono nate alcune sigle come DOC o IGT. E’ cresciuto l’interesse non solo per gustare i prodotti ma soprattutto per capire come vengono realizzati. Un viaggio enogastronomicooltre a far gustare i prodotti tipici deve far conoscere anche le fasi della nascita e la storia del prodotto. Non rare sono le lezioni di cucina ai turisti, le visite nelle cantine vinicole per la degustazione e per apprendere le fasi della lavorazione, le visite nei frantoi per assistere alla spremitura delle olive. Questi sono gli itinerari enogastronimici. Perchè Enoturismo 195 Il turismo del vino si sta diffondendo nel nostro paese e all’estero come un modello nuovo e diverso di turismo. Un turismo teso a riscoprire e integrare le risorse naturali, culturali e artistiche , con la tradizione, la tipicità e l’economia prettamente rurale. Il turismo del vino, spontaneo o organizzato, costituisce un attivatore dell’intero tessuto socio economico del territorio rurale, misurabile in termini di valore aggiunto, di occupazione e di crescita di capitale umano; esso richiede, infatti, la presenza di nuove figure professionali per il territorio e per le imprese, la creazione di strutture ricettive alternative, quali agriturismi e bed and breakfast, la diffusione della vendita di prodotti tipici e necessita soprattutto la salvaguardia del territorio. La strada del vino nasce per soddisfare le esigenze di un turista nuovo e attento, proponendo un sistema di offerta che abbraccia un intero e ben delineato territorio lungo il quale si collocano cantine visitabili, vigneti, architetture e agglomerati rurali e urbani, strutture ricettive, risorse ambientali e naturalistiche, oltre che artistiche e storiche. Il turista, attraverso la strada del vino, approfondisce la conoscenza dei territori del vino e degli aspetti culturali ad esso legati. Il vino diventa, così, le fil rouge lungo cui scorre il viaggio inteso come un’esperienza di contatto autentico con il territorio e la sua storia. L’Osservatorio sul turismo del vino è nato proprio dall’esigenza di studiare la domanda e l’offerta enoturistica italiana e di valutare l’impatto economico e sociale del turismo del vino sul territorio e le eventuali ricadute. Il lavoro dell’Osservatorio è iniziato nell’autunno 1999. Da allora al progressivo organizzarsi della sua attività ha corrisposto una rapida evoluzione del fenomeno. A quell’epoca solo alcune regioni avevano proceduto alla 196 realizzazione di progetti enoturistici regolamentati da norme regionali, mentre, oggi, la risposta alla crescente domanda di enoturismo sembra più organizzata e ragionata. L’Associazione Nazionale Città del Vino e il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna hanno lavorato in questi due anni per mettere a fuoco i contorni di una forma di turismo, tra le meno conosciute a livello di numeri, e per svelare i comportamenti degli enoturisti italiani e stranieri. L’elaborazione dei dati è stata effettuata nel corso dell’anno 2001 sulla base delle interviste fatte nel 2000 ed ha riguardato 43 aree interessate al turismo del vino in tutte le regioni italiane. L’Osservatorio presenta un quadro articolato delle caratteristiche strutturali delle aree enoturistiche studiate sia in termini socio-economici, sia in termini turistici. In linea di massima nel Nord ci troviamo, soprattutto, di fronte a zone sviluppate economicamente, con alcune realtà particolarmente vocate al turismo. Le zone del Centro sembrano presentarsi con una minore forza economica, ma con una più articolata realtà turistica, in linea con le caratteristiche generali dell’area. Il Sud e le isole, invece, presentano le maggiori difficoltà economiche e realtà molto diversificate dal punto di vista del turismo: si passa da aree in via di sviluppo a zone con una consolidata presenza turistica, quali, ad esempio, l’area del Vermentino (Sardegna) e la Costa Amalfitana (Campania). Dai dati sulle strutture ricettive emerge che, ad oggi, l’offerta fatica ad organizzarsi e ad adeguarsi ai mutamenti della domanda: emerge una concentrazione delle strutture alberghiere nei centri maggiori lasciando scoperti i comuni più rurali. Questi spazi vengono progressivamente coperti dagli agriturismi e dai bed & breakfast. L’applicazione di una tecnica statistica di analisi dei dati sui risultati dell’indagine motivazionale sugli enoturisti ha messo in evidenza interessanti differenziazioni di comportamento: dagli appassionati appartenenti al settore, molto 197 attenti a tutta l’offerta enoturistica, ai non appartenenti al settore, ma comunque appassionati, di buon livello professionale, interessati all’acquisto di vino, agli “enoturisti per caso” , giovani o pensionati che non hanno esperienze di enoturismo precedenti. Mentre i più organizzati sono gli stranieri che seguono gli itinerari enogastronomici indicati dalle guide specializzate sull’Italia. L’Osservatorio sul turismo del vino 2001 getta le basi per un approfondimento dei dati per l’anno 2002 e crea le prerogative per affrontare nuovi temi chiave utili allo studio del turismo del vino nel nostro paese. 8.5 - Il turismo religioso Dopo il Giubileo, è cresciuta l’attenzione per il turismo religioso, culturale. Le connessioni tra beni culturali ecclesiastici, associazioni no profit, case per ferie degli istituti religiosi, Tour Operators, distributori di viaggi ed eventi culturali diventano sempre più strette. Il turismo religioso è uno spazio aperto all’incontro tra comunità locale e visitatori per una gestione e fruizione consapevole dei luoghi in cui si è sedimentata la civiltà cristiana, lasciandovi segni per le generazioni attuali e future. Già nell’ambito della BIT 2001 la Pastorale del Turismo aveva proposto un convegno per gli operatori turistici per discutere le prospettive di un turismo davvero vivo: un giro di affari che muove 3,5 miliardi di euro e che funziona anche in bassa stagione. Ebbene, un fiume di popolo verso un appassionato incontro con Dio determina un collaterale incremento di un indotto di più vasto interesse culturale, sociale ed economico. Una attenzione retrospettiva rispetto al 198 Giubileo serve a cogliere alcune costanti delle mobilità turistica e trovarne l’anima per un rilancio più calibrato sia nell’ambito dei pellegrinaggisia in quello del turismo culturale e sociale 199 9. ALLEGATI si riportano esempi di compilazione 200 a. scheda fonti normative Scheda Fonti Normative Strumenti di intervento Piano Integrato Settoriale Legislatore/Soggetti attuatori Territorio di riferimento Periodo di riferimento Provincia Di Bari ed altre Istituzioni locali Itinerario Normanno - Svevo - Angioino Habitat rupestre Trani, Barletta, Gravina, Altamura, Andria Sannicandro di Bari, Bari, Conversano, Gioia del Colle, Taranto - Melendugno, Vernole, Lecce, Copertino, Gallipoli, Corigliano, Otranto L'intero periodo di tempo attraverso il quale si svilupperà la politica comunitaria del POR Puglia 2000/2006 Finalità Note o collegamenti a Equal Oggetto Il documento dopo aver fissato una serie di idee guida relative alla strategia d’intervento e gli obiettivi della proposta, muove le coordinate secondo le seguenti modalità: • Inquadramento socio – economico del territorio provinciale; • Approccio di partenariato: procedure attività; • Descrizione delle tipologie di intervento pubbliche e private e relativa coerenza con le misure del POR Puglia 2000/2006; • Piano finanziario; • Sostenibilità ambientale e compatibilità urbanistica. Vengono messi in evidenza i due obiettivi fondamentali dell’azione: • Il riconoscimento del valore storico e monumentale da attribuire ai fenomeni della cultura del territorio; • Inserire il bene culturale in una economia di sviluppo attraverso un godimento che ne rinnovi la natura di bene “vivo”. Seguendo le direttrici fissate prima dal CdP, facendo da eco ad un documento di più ampio respiro in tema di attività di attrazione, di promozione e di servizi, quale il POR Puglia 2000/2006 sottolineo la funzionalità della proposta. Trattasi di funzional 201 b. schede valutativa della concorrenza Scheda valutativa della concorrenza Modalità di commercializzazione Destinatario Catalogo cartaceo, catalogo on line, newsletter Gruppi, singoli, utenti del turismo religioso (min tot. Di persone) Tpologia Strutt. Ricett. Articolaz. Itinerario 1 giorno: Partenza da Bologna ed arrivo in Puglia 2 giorno: giornata intermanete dedicata alla visita sulle Isole Tremiti Hotel Area Geografica Intero territorio pugliese Durata e periodo 6 giorni da Marzo a Ottobre Tema dominante Puglia e Isole Tremiti BoscoloTours (Bologna) Tour Operator 3 giorno: Monte S. Angelo, Foresta Umbra, S, Giovani Rotondo 4 giorno: Castel del Monte, Trani, Bari, Alberobello 5 giorno Alberobello, Grotte di Castellana, Matera 6 giorno: Selva di Fasano e rientro Punti di forza - debolezza Immediatezza e originalità del Tour/Posibilità di personalizzarlo - Il tour si snoda interamente in autobus, possibilità di fare escursioni facoltative Costo 202 c. analisi territoriale su basi statistiche Dati significativi sulla Provincia di Bari Popolazione e territorio Totale superficie (in kmq ) Fonte v.a. 1997 Istat di cui Montagna (in kmq ) v.a. 1997 di cui Collina (in kmq) v.a. 1997 di cui Pianura (in kmq) n° comuni totale di cui n° com<20000ab. di cui n° com>=20000ab. Mezzogiorno Italia Istat 19.363 287 123.067 35.030 301.341 106.115 Istat 4.052 11.526 68.244 128.197 Istat 1.087 7.551 19.793 67.029 Istat (Censimento della Pop) 48 258 2.557 8.101 v.a. 2001 Istat (Censimento della Pop) 23 208 2.350 7.635 v.a. 2001 Istat (Censimento della Pop) 25 50 207 466 519.152 1.362.198 6.997.774 21.503.088 2,96 2,91 2,88 2,60 1.541.314 3.983.487 20.251.467 56.305.568 v.a. 1997 v.a. 2001 nome comune Elaborazione N° famiglie v.a. 2001 N° componenti per famiglia indicatore di cui Popolazione 0-14 Puglia 5.138 0 Baricentro demografico Popolazione Totale BARI Istat (Censimento della Pop) Elaborazione Palo Del Colle v.a. 2001 Istat (Censimento della Pop) v.a. 2000 Istat 277.583 705.108 3.669.942 8.348.018 2.764.473 13.945.102 39.102.836 di cui Popolazione 15-64 v.a. 2000 Istat 1.074.695 di cui Popolazione >64 v.a. 2000 Istat 228.220 617.026 3.235.106 10.393.163 di cui Popolazione 0-14 % Elaborazione 17,6 17,3 17,6 14,4 di cui Popolazione 15-64 % Elaborazione 68,0 67,6 66,9 67,6 Elaborazione 14,4 15,1 15,5 18,0 754.112 1.933.064 9.849.713 27.260.953 di cui Popolazione >64 Maschi Totale % v.a. 2001 Istat 203 CONTRADA CELLAMARE STR.PROV PER ADELFIA KM 0,5 70021 BA SN LA TAVERNA DELL'ALLEGRIA DI 001 12032002 DONVITO VITA PORZIA CAFE' DESIRE'E DI DECENVIRALE 001 23041999 MARIAGRAZIA & C. S.N.C. PIAZZA SAN FRANCESCO C.N. 70021 BA DI 001 19032002 CASUCCI PORZIA PIAZZA 10/11 70021 BA SR 001 16052000 ODINO S.R.L. RCS SOCIETA' A RESPONSABILITA' 001 26032002 LIMITATA IN SIGLA RCS S.R.L. "RISTORANTE DEL GHIOTTONE" DI TISCI 001 15111978 GABRIELE FEDERICO VIA 74 70021 VIA SAN PAOLO ESTRAMURALE POZZO ZUCCARO PROV.LE PER SANTERAMO KM.3 VIA II VICO PIERGENTILE 13 70021 001 23011992 LACALAMITA ROCCO QUEEN ANNE'S REVENGE DI GALLO 001 26052000 LEONARDO & C. S.A.S. VIA GARIBALDI 9 70021 VIA SUPRIANI 26 70021 BA DI BA SR BA DI BA DI BA AS 70021 ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI ACQUAVIVA DELLE FONTI SEZIONE SPECIALE RI1 DATA ISCRIZIONE RI BA 55301 ATTIVA 13032002 RIO BA 55302 ATTIVA 28041999 RIO 080769433 BA 55234 ATTIVA 29042002 RIP BA 55301 ATTIVA 31052000 RIO 0803050366 BA 55301 ATTIVA 02042002 RIO BA 55301 ATTIVA 13091996 RIP BA 55301 ATTIVA 13091996 RIP BA 55234 ATTIVA 08062000 RIO 204 NUM. DI TELEFONO COMUNE STATO DELL'IMPRESA CAP CODICE ATTIVITA' PREVALENTE VIA TOPONIMO VIA SIGLA PROVINCIA RAGIONE SOCIALE1 NUMERO CIVICO DATA ISCRIZIONE RD CODICE ISTAT COMUNE CODICE NATURA GIURIDICA CCIAA d. archivio offerta artigiana e commerciale 080762253 e. archivio ospitalità (alberghi, affittacamere, agriturismo, ristoranti, trattorie, pizzerie) Alberghi Ristoranti Agriturismi - Puglia, prov. Bari 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Citta - Provincia Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Bari Tipologia albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo albergo Denominazione Grand Hotel Ambasciatori Grand Hotel Leon d'oro Majesty Mercure Villa Romanazzi Carducci Palace Hotel Sheraton Victor 7 mari Boston Hotel Costa Cristal Euromotel Europa Executive business Grand Hotel Oriente Intergarage Categoria **** **** **** **** **** **** **** *** *** *** *** *** *** *** *** *** Indirizzo V Omodeo 51 Piazza Roma, 4 Uscita 15 - Japigia V Capruzzi 326 V Lombardi, 13 V Ciasca, 27 V Nicolai 71 V Verdi, 70 V Piccinni 155 V Crisanzio 12 V Trevisani 191 Vle Europa 7 V Oberdan 62 Cso V Emanuele 201 Cso Cavour 32 V Gentile 54 205 f. schede pubblicazioni a tema 206 Scheda per la raccolta e la classificazione dei materiali di ricerca Tema* Titolo Fonte** Territorio di riferimento Referente per acquisizione - Autore Data di pubblicazione Statistiche IPRES Puglia in cifre 1999 1999 Puglia Dipart. Scienze Statistiche Statistiche IPRES Puglia in cifre 2001 2001 Puglia Dipart. Scienze Statistiche Statistiche ISNART 2000 Italia Internet Statistiche ISTAT 2000 Italia Istat Statistiche ISTAT 2001 Italia Istat Statistiche ISTAT 2000 Italia Istat Statistiche ISTAT 2000 Italia Istat Statistiche ISTAT Gli Italiani in Vacanza Il turismo nel 1999 e le aspettative per il 2000 Il turismo nel 2000 e le aspettative per il 2001 Il turismo nei primi sei mesi del 2000 Il turismo nel 1999 e nel primo trimestre del 2000 Movimento alberghiero 2001 - Ferragosto 2001 Italia Istat Statistiche Legambiente Bas 2000 Italia Legambiente Bas Statistiche Legambiente Bas 2000 Italia Legambiente Bas Statistiche Trademark Italia Indagine sui piccoli comuni L'Italia del disagio insediativo Dove vanno gli italiani in vacanza? 2002 2002 Italia Internet Statistiche Statistiche 207 Statistiche Statistiche Statistiche Trademark Italia Tour Operator e agenzie di viaggio 2002 Italia Internet 208 g. schede risorse ambientali Scheda Censimento Risorse Ambientali Tipologia LA FORESTA MERCADANTE GROTTE CARSICHE E REPERTI ARCHEOLOGICI GROTTA DI SAN MICHELE PARCO DELL'ALTA MURGIA QUERCIA SECOLARE IN AGRO SCACCIACIPOLLA Ubicazione Cassano Vendibilità / Fruibilità Interventi La Foresta (attualmente 1.300 ettari) sorse per difendere Bari dai ricorrenti disastri alluvionali. Settant'anni or sono furono completati i lavori di impianto della Foresta "Mercadante", divenuta, ormai, "il polmone di Bari". In questi ultimi tre decenni, molti progressi sono stati registrati, ma il più importante di tutti è stato la riconferma dell'interesse turistico, intimamente legato all'incremento della foresta che, con le assidue cure ed i pazienti lavori di tre generazioni, è diventata la maggiore attrattiva cassanese e merita, perciò, di essere meglio conosciuta ed illustrata. Tutti sanno che ad occidente di Bari vi era la foce del torrente Picone che si impaludava nella zona tra la città e la penisoletta di San Cataldo; palude che agli inizi del '500 la Duchessa di Bari, Isabella Sforza-d'Aragona, cercò inutilmente di bonificare, facendo aprire opportuni sbocchi sul mare. Il torrente, serpeggiando attraverso i territori di Cassano, Sannicandro, Bitritto, Carbonara e Bari, sfociava nel centro dell'insenatura tra Bari e San Cataldo, dove aveva termine il muro della cinta daziaria eretto dopo il 1868 all'imbocco della via Nazionale per Foggia e Napoli. Cassano Cassano Poggiorsini Spinazzola Grotta naturale, sede sin dai primi secoli d.C. del culto a San Michele Arcangelo La sua età è stimata intorno ai 500 anni, è alta 19 mt, la sua circonferenza minima è di 6 mt. mentre quella massima è di 8 mt. 209 h. schede risorse culturali Scheda Censimento Risorse Culturali Tipologia Ubicazione Vendibilità / Fruibilità LA CATTEDRALE Altamura Vero e proprio simbolo religioso, civile e storico della Città è la Cattedrale, dedicata all'Assunta. Fu Federico II a volerne la costruzione nel 1232 secondo l'arte e l'architettura romanica del tempo. La Cattedrale di Altamura è una delle quattro basiliche palatine di Puglia, cioè alle dirette dipendenze dell'imperatore di Svevia. Gran parte della chiesa originaria crollò nel terremoto del 1316 e fu ricostruita sotto il regno di Roberto d'Angiò. L’UOMO DI ALTAMURA Altamura Eclissatosi 250 mila anni fa nella grotta di Lamalunga, che lo ha conservato nel suo scrigno e lo ha consegnato a noi spregiudicati discendenti del terzo millennio, oggi l'Uomo di Altamura ritorna a calcare la scena. Altamura A 9 km. da Altamura, nel mezzo dell'altopiano delle Murge, si apre quella che sembra una profonda voragine. Il nome esatto è Pulo, vera e propria dolina di origine carsica del tipo a scodella, creatasi per il convogliare delle acque piovane proprio in questo punto. Si è così creata una depressione di forma più o meno circolare il cui diametro è di circa 500 m. con una profondità massima di 75 metri. Altamura A soli quattro chilometri dal centro abitato, sulla via per Santeramo, in una cava situata in località Pontrelli, sono state rinvenute orme di dinosauri fossilizzate in una massa calcarea. Si tratta di centinaia di impronte di dimensioni variabili appartenenti ad almeno a 5 diverse specie di Dinosauri sia erbivori che carnivori. Le impronte fossili, cioè le piste di spostamento lasciate dagli animali e conservate nei sedimenti della crosta terrestre, possono aiutare a dedurre l'andatura e le caratteristiche comportamentali di una data specie. SANTUARIO DELLA MADONNA DEL Altamura BUON CAMMINO Sulla strada che anticamente portava a Bari, ossia sulla via per La Mena, gli abitanti della.città avevano eretto una nicchia, seu Conella, in contrada della Vasci e propriamente nel luogo detto Tufara, collocandovi una immagine della Madonna. Costituiva per il viandante un segno di protezione lungo il cammino che si snodava attraverso la Murgia, dove la strada si faceva più solitaria e non poche volte più insidiosa a causa della facile presenza di ladri. IL PULO I DINOSAURI Interventi 210 i. schede calendari degli eventi Calendario Eventi Ubicazione Copertino Copertino Copertino Tipologia Giorno Manifestazione culturale Manifestazione popolare Festa religiosapopolare Guagnano Festa religiosapopolare Guagnano Manifestazione culturale 07-ott Peculiarità SAGRA DELLA CITTADELLA Manifestazione per la valorizzazione del centro storico MOSTRA "CITTA' DEL VINO" Manifestazione per promuovere il prodotto locale (zona D.O.C.) FESTA DI SAN GIUSEPPE Festa patronale Il culto è legato ad una antica leggenda riportabile al periodo in cui l'economia del paese si basava fondamentalmente sull'allevamento bovino. Da una delle mandrie, un giorno, si staccò un toro che si inoltrò nella foresta oritana. Quando i mandriani si accorsero della sua assenza lo cercarono a lungo e invano per tutto il bosco; avevano già deciso di desistere, quando udirono dei muggiti; guardando attentamente nella macchia videro il toro inginocchiato che teneva tra i denti un rosario. Si prodigarono allora per fare alzare 1'animale ma invano; riprovarono diverse volte finché un mandriano notò che FESTA MADONNA DEL ROSARIO su di un muro nascosto tra la vegetazione era raffigurata la Vergine del Rosario. Richiamò l'attenzione degli altri e tutti assieme turbati e meravigliati s'inginocchiarono e pregarono. Subito dopo il toro si rialzò e tornò docile nella sua stalla. Gli abitanti di Guagnano vengono soprannorninati "tuttu seiìsu" (tutto senso ovvero persone molto intelligenti), ed anche "entri mueddhi" (pance molli) per via delle grandi abbuffate che erano soliti fare. Bella ed imponente è la chiesa Matrice costruita nel 1752, nel suo interno si possono notare: tre navate, dieci altari e, disgiunte, altre due cappelle. MOSTRA DI ARTIGIANATO E' una vetrina per tutti i produttori locali (lavorazione pietra, LOCALE legno, ferro, creazione di ricami e merletti). 211 212