PROGETTO “RADICI”
Piano operativo della ricerca
Elisa Capozzi
Flavio Fornelli
1
INDICE
1. Premessa............................................................................................................................................................. 4
2. Il contributo della ricerca alla creazione d’impresa.................................................................................................. 6
3. Gli obiettivi della ricerca .......................................................................................................................................... 9
4. L’articolazione dell’intervento............................................................................................................................. 11
5. Le aree di informazione da esplorare.................................................................................................................... 18
6. Timing della fase 1 della ricerca............................................................................................................................ 23
7. Timing della fase 2 della ricerca............................................................................................................................ 25
8. Il profilo dei target da coinvolgere ......................................................................................................................... 26
9. L’impianto metodologico della ricerca ................................................................................................................... 27
10. Indagine qualitativa con interviste in profondità a rappresentanti di Istituzioni e a opinion leader...................... 29
10.1 - Gli obiettivi................................................................................................................................................... 29
10.2 - I destinatari e la metodologia ...................................................................................................................... 30
10.3 - Le aree di indagine sul fronte degli amministratori ...................................................................................... 32
10.4 - Le aree di indagine sul fronte degli opinion leader ...................................................................................... 35
11. Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator)....................... 38
11.1 – Gli obiettivi.................................................................................................................................................. 38
11.2 – La metodologia ........................................................................................................................................... 39
11.3 – L’articolazione dell’intervento ..................................................................................................................... 41
11.4 - Le aree di indagine..................................................................................................................................... 42
11.5 - Il profilo e la dimensione del campione ...................................................................................................... 45
11.6. Lo svolgimento della rilevazione................................................................................................................... 48
11.7. Gli output ...................................................................................................................................................... 48
12 - Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni) .............................. 50
2
12.1 – Gli obiettivi.................................................................................................................................................. 50
12.2 – La metodologia ........................................................................................................................................... 52
12.3 – L’articolazione dell’intervento ..................................................................................................................... 56
12.4 - Le aree di indagine..................................................................................................................................... 56
12.5 - Il profilo e la dimensione del campione ...................................................................................................... 59
12.6. Lo svolgimento della rilevazione................................................................................................................... 60
12.7. Gli output ...................................................................................................................................................... 60
13. Gli itinerari territoriali ........................................................................................................................................... 62
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1. Premessa
Il gruppo di lavoro costituitosi all’interno del progetto Equal, attento alle dinamiche di concorrenzialità dei
territori e preoccupato dal progressivo spopolamento di molti piccoli centri, nella prevalenza citati dalla
ricerca di Lega Ambiente, considera necessario attivare un processo più ampio ed organico, mirato alla
finalizzazione di piani strategici integrati. I territori coinvolti (all’interno delle Province di Bari, Lecce, Matera
Potenza, Salerno), ogni singolo paese, vanno vissuti e gestiti come imprese calate in più mercati ad alta
competitività e tese, attraverso l’aggregazione nella forma del “sistema territoriale” ad intercettare la
domanda di flussi turistici e conseguentemente di attività imprenditoriali, per ancorare a ciascun territorio
nuove opportunità di sviluppo socio-economico.
Con la finalizzazione della ricerca e dei successivi piani strategici integrati si vuole:
o valorizzare ciascun territorio per i cittadini e per le attività artigiane, commerciali e industriali che vi
operano;
o incrementare l’attrattività turistica, socioculturale ed economica nei confronti dei flussi turistici e di
nuove attività imprenditoriali;
o migliorare il livello di qualità della vita avviando un circolo virtuoso “soddisfazione/attrattività/valore”
che comporti il gradimento dei cittadini residenti, favorendone, in prospettiva, il ripopolamento.
4
L’attività di ricerca assume, all’interno del Progetto Equal denominato “Radici”, una valenza strategica.
Partendo da mappe territoriali da individuare e descrivere con il supporto di analisi di desk e il contributo di ricerche
field, la ricerca ha l’impegnativo compito di pervenire alla analisi e verifica delle condizioni per creare una pluralità di
“poli territoriali multifunzionali”, caratterizzati da un’identità coerente e da una pluralità di presenze specifiche e
proposte caratterizzate, che possano esprimere attrattività presso:
ƒ
un’utenza locale, il target di clienti potenziali intermedi e finali, residenti nelle aree territoriali che gravitano
intorno ai poli,
ƒ
un’utenza esterna, intermedia e finale, italiana e internazionale.
5
2. Il contributo della ricerca alla creazione d’impresa
Il progetto Radici prevede di orientare la proposta verso la creazione d’impresa con vocazione in ambito
prevalentemente turistico, nell’ottica di produrre un duplice vantaggio:
™ da una parte intervenire su aree di territorio marginali allo scopo di una adeguata valorizzazione,
™ dall’altra sviluppare opportunità di auto-impresa, che contribuiscano ad offrire prospettive stabili di
lavoro a giovani risorse con adeguata formazione e giusto spirito di autonomia.
Tutto questo impone alla ricerca di indirizzarsi verso la produzione di risultati concreti e del tutto attendibili,
che non abbiano a che fare banalmente con l’individuazione di semplici formule d’offerta, ma contengano gli
elementi per una gestione dinamica di aree territoriali vaste e variamente articolate.
Non solo. Occorre attribuire enfasi all’analisi degli scenari globali, sul fronte del turismo e del turismo
cosiddetto “alternativo” rispetto agli itinerari standard, per puntare a volumi di business significativi e coerenti con
l’obiettivo di sopravvivenza e stabilità delle neo-imprese.
.
6
Nell'ambito del mercato dell’offerta turistica, i problemi che emergono, già ad una introduttiva analisi dello
scenario sono relativi a:
ƒ
una gestione casuale e quasi per niente integrata dei territori, soprattutto quelli più marginali;
ƒ
un elevato numero di proponenti sul mercato locale e nazionale, con quote ridotte, spesso dalla
professionalità improvvisata, non sempre in grado di esprimere capacità di attrazione presso gli
intermediari agenzie e i tour operator che, unici, possono assicurare flussi di presenze significativi,
ƒ
una metodologia di costruzione e gestione dell’offerta bassa e allineata fra competitor,
ƒ
una capacità di innovazione nell’offerta pressoché inesistente, che inibisce scelte di riacquisto o rende la
partecipazione particolarmente episodica.
La programmazione e l'organizzazione degli strumenti più adatti al conseguimento del successo sul mercato
non può prescindere da una attenta valutazione e misurazione:
ƒ
dell'assorbimento potenziale, attuale e futuro;
ƒ
dei clienti finali e intermedi (consistenza, dislocazione, comportamento, modelli d'acquisto);
ƒ
dei concorrenti, per adeguarsi al loro livello di prestazioni sapendo diversificarsi e migliorare.
E' ovvio, quindi, che le imprese da costituire, che hanno necessità di muoversi con successo, devono
sviluppare una serie di scelte relative ai target da servire, perché questi influiscono sulla formulazione dell’offerta,
sulle alternative di differenziazione, sui sistemi di vendita che vanno gestiti con grande cura. Lo impongono:
7
ƒ
il valore integrato dei territori da valorizzare,
ƒ
il limitato numero di clienti/tour operator operanti sul territorio nazionale e internazionale,
ƒ
l'esigenza di garantire assistenza in fase di erogazione dell’offerta, a clienti intermedi e finali,
ƒ
la difficoltà ad entrare nei circuiti nazionali e internazionali del turismo e la altrettanto elevata difficoltà a
rimanere,
ƒ
il percorso di vendita dei pacchetti turistici, articolato e complesso perché ad alto contenuto di servizio.
8
3. Gli obiettivi della ricerca
il progetto integrato di ricerca interviene su tre fronti per:
1. indirizzare l’attività di formazione e di successiva creazione d’impresa verso contenuti e metodologie in grado
di sostenere lo sviluppo di professionalità specialistiche,
2. offrire contributi di conoscenza a sostegno della formulazione di piani d’impresa articolati, potenzialmente in
grado di giustificare investimenti,
3. contribuire alla riscoperta, valorizzazione e sviluppo di aree territoriali marginali o, comunque, non toccate da
flussi turistici stabili e significativi.
La complessità del mercato riferito all’offerta integrata di aree territoriali, richiede una capacità di lettura e di scelta e
una mappa di lettura profonda e aggiornata delle aree su cui intervenire, la definizione delle opportunità più
interessanti e un'attività di contatto mirato.
In tale ottica, l’attività di ricerca deve portare all'individuazione e alla scrematura delle opportunità nell’ambito dei
diversi incroci: tipologia di proposta/tipologia di cliente/area di riferimento, fino a garantire l’identificazione dei
9
sistemi per gestire adeguatamente clienti e intermediari, e mettere le risorse successivamente coinvolte nella
gestione nelle condizioni di disporre degli elementi per garantirsi sviluppo e stabilità della presenza.
La prospettiva in cui si colloca l’intervento di ricerca diventa allora quella di:
™ partire dalla individuazione e descrizione dei contesti geografici di riferimento per la ricerca e dei fattori
chiave di successo presso i target di più diretto riferimento (tour operator/agenzie),
™ descrivere i trend del mercato turistico, le strategie e le mosse competitive dei concorrenti presenti sul
territorio o operanti a livello internazionale,
™ classificare le funzioni d’uso dei pacchetti d’offerta, il livello di servizio pre e post vendita e le categorie di
clientela,
™ verificare i livelli di interesse e la propensione all’acquisto di specifiche categorie di clienti,
™ definire le politiche di valorizzazione delle aree e di relativa commercializzazione delle formule di fruizione
più opportune.
Tutto questo per consentire alle imprese da avviare una presenza stabile e vantaggiosa nelle aree e presso i clienti
a più alto potenziale.
10
4. L’articolazione dell’intervento
Fase A: Formulazione del piano operativo della ricerca
dettaglio attività
•
•
•
•
•
•
Obiettivi della ricerca.
Aree di informazione da esplorare.
Scissione di problemi complessi in problemi semplici
Descrizione del profilo dei target da coinvolgere.
Definizione dell'impianto metodologico della ricerca.
Piano di campionamento (definizione del target, numerosità
dell'universo, reperibilità del target, profilo del campione e
numerosità, modalità di campionamento in funzione della
rilevazione, modalità di somministrazione).
• Costruzione degli strumenti di rilevazione: script, tracce di
intervista, questionari strutturati.
• Gestione indagini pilota.
• Estrazione liste di nominativi selezionati.
output
Report
11
Fase B: descrizione macro delle aree da valorizzare
dettaglio attività
1. le
tendenze
della
domanda
turistica
a
livello
nazionale/internazionale, analizzata in termini qualitativi e
quantitativi
2. i temi emergenti nel turismo: eno-gastronomico, culturale,
naturalistico, religioso, rurale, arte, tradizioni (artigianato e
folklore)…
3. gli aspetti normativi, la programmazione per lo sviluppo,
direttrici e strumenti di attuazione degli obiettivi generali
assegnati allo sviluppo di ogni singolo territorio
4. gli orientamenti dell’offerta: la composizione delle proposte, la
durata dei pacchetti, il contenuto di servizio, i target di
riferimento, le modalità di erogazione….
output
Report
Report
Compilazione scheda cod. ER-FN-A
Documentazione da allegare
Compilazione scheda cod. ER-VC-C
concorrenza locale e nazionale
Documentazione da allegare
12
dettaglio attività
Output
Definizione delle variabili descrittive
5. individuazione dei criteri per la determinazione delle
all’interno di ogni sistema territoriale
comunalità competitrici, all’interno delle aree di territorio di
riferimento.
6. analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni realtà 1. Raccolta dati statistici da ISTAT, su
ciascuno dei territori nelle 5 province.
territoriale, essenzialmente sul piano numerico/statistico:
o popolazione
o tasso di istruzione
o attività e ricchezza
o offerta artigiana e commerciale
o ospitalità (alberghi, affittacamere,
ristoranti, trattorie, pizzerie)
o pubblicazioni a tema
o risorse ambientali
o risorse culturali
o Calendari degli eventi
2. schede censimento ER–CS-D
agriturismo,
7. benchmarking per ogni area di territorio: comparazione
diretta di una serie di indicatori specifici, vantaggi
competitivi e/o best practicies nel quadro dell’offerta
complessiva fornita da “strutture e territori” tra di loro
3. schede censimento ER–MR-B
4. schede censimento ER–RS-E
5. schede censimento ER–RC-F
6. schede censimento ER–E-G
Analisi comparativa all’interno di ciascun
sistema territoriale
13
competitori.
8. S.W.O.T. Analysis
9. Prime guide lines
Forze e debolezze
Minacce e opportunità
Prime considerazioni operative sul livello
di attrattività di ciascun sistema territoriale
14
Fase C: ricerca qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti istituzioni
Dettaglio attività
indagine qualitativa con interviste in profondità a opinion leader
e rappresentanti di Istituzioni, allo scopo di:
9 individuare i fattori critici di successo per una migliore
composizione e valorizzazione delle proposte, e per una
immediata fruibilità delle aree di riferimento:
attrezzature, servizi/prodotti, elementi naturali, elementi
storico-artistici, elementi infrastrutturali, incentivi a nuovi
insediamenti.
Output
Interviste non strutturate con colloqui
individuali in profondità da rivolgere a:
9 1 opinion leader per ogni territorio
(tot. 5),
9 i sindaci di ogni paese coinvolto
nella ricerca
Sbobinatura delle interviste
Costruzione di report ;
prime ipotesi di proposte e formule
d’offerta
15
Fase D: ricerca quali-quantitativa a clienti potenziali, intermedi e finali
Dettaglio attività
Output
1. indagine quali-quantitativa su un campione casuale
di clienti intermedi (agenzie, tour operator), per:
o valutazioni sul mercato turistico in generale, linee
evolutive, criteri di selezione delle proposte,
o rapporti con la clientela,
o assortimento delle proposte, indici di innovazione,
rapporti con i fornitori
o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di
gradimento, propensione all’acquisto.
200 interviste telefoniche ad un campione
casuale composto da:
a. 20 tour operator locali
b. 30 tour operator nazionali
c. 50 agenzie locali (di cui 20 Campania, 20
Puglia, 10 Basilicata)
d. 100 agenzie nazionali (nelle regioni da
cui provengono i flussi turistici più
significativi per il meridione)
2. indagine quali-quantitativa su un campione casuale
di clienti utilizzatori (locali ed esterni), per:
o valutazioni sull’offerta turistica in generale,
o propensione emergenti, criteri di selezione delle
proposte,
o rapporti con i fornitori,
o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di
gradimento, propensione all’acquisto.
500 Interviste telefoniche ad un campione
casuale composto da:
9 100 clienti utilizzatori locali
9 400 clienti utilizzatori nazionali
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Codifica dati e immissione
Rielaborazione dati e produzione risultati
in forma grafica
Stesura report finale della ricerca e
presentazione dei risultati
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5. Le aree di informazione da esplorare
Fase 1a – ANALISI DI DESK
1. le tendenze della domanda turistica a livello nazionale/internazionale, analizzata in termini qualitativi e
A livello macro
quantitativi,
2. i temi emergenti nel turismo: eno-gastronomico, culturale, naturalistico, religioso, rurale, arte,
tradizioni (artigianato e folklore)…,
3. gli aspetti normativi, la programmazione per lo sviluppo, direttrici e strumenti di attuazione degli
obiettivi generali assegnati allo sviluppo di ogni singolo territorio,
4. gli orientamenti dell’offerta: la composizione delle proposte, la durata dei pacchetti, il contenuto di
servizio, i target di riferimento, le modalità di erogazione….
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Fase 1b – ANALISI DI DESK
5. i criteri per la determinazione delle comunalità competitrici, all’interno delle aree di
territorio di
riferimento.
6. analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni realtà territoriale, essenzialmente sul piano
numerico/statistico:
A livello micro
7. popolazione
8. tasso di istruzione
9. attività e ricchezza
10. offerta artigiana e commerciale
11. ospitalità (alberghi, affittacamere, agriturismo, ristoranti, trattorie, pizzerie)
12. risorse ambientali, culturali, calendari degli eventi
13. benchmarking per ogni area di territorio: comparazione diretta di una serie di indicatori specifici,
vantaggi competitivi e/o best practicies nel quadro dell’offerta complessiva fornita da “strutture e
territori” tra di loro competitori.
14. S.W.O.T. Analysis
15. Prime guide lines
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Per arrivare alla formulazione dei Piani Strategici integrati, si rende necessario percorrere sequenzialmente una
serie di passi improntati all’analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni Paese inserito negli itinerari,
essenzialmente sul piano numerico/statistico,sulla cui base strutturare progressivamente strategie decisionali.
Lo schema che segue ripercorre la sequenza di fasi da prevedere nello sviluppo del progetto.
benchmarking
Struttura
dell’offerta
Struttura
della domanda
S.W.O.T.
analysis
Piano
strategico integrato
20
Fase 2 – RICERCA FIELD
1. indagine qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti di
Istituzioni, allo scopo di:
o individuare i fattori critici di successo per una migliore composizione e valorizzazione
Sul fronte dell’offerta
delle proposte e per una immediata fruibilità delle aree di riferimento: attrezzature,
servizi/prodotti, elementi naturali, elementi storico-artistici, elementi infrastrutturali,
incentivi a nuovi insediamenti.
2. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour
operator), per:
o valutazioni sul mercato turistico in generale, linee evolutive, criteri di selezione delle
proposte,
o rapporti con la clientela,
o assortimento delle proposte, indici di innovazione,
o rapporti con i fornitori,
o ruoli e modelli d’acquisto
o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di gradimento, propensione all’acquisto,
21
3. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni),
per:
o valutazioni sull’offerta turistica in generale, propensione emergenti, criteri di selezione
delle proposte,
o ruoli e modelli di comportamento d’acquisto,
o test per la verifica delle formule d’offerta, indici di gradimento, propensione alla fruizione.
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6. Timing della fase 1 della ricerca
ANALISI DEL MERCATO TURISTICO
A LIVELLO MACRO
Attività da svolgere
Dimensioni del mercato, aspetti normativi.
Trend, composizione della domanda, cicli di vita dei
prodotti e dei servizi turistici
Struttura dell’offerta, regole tra competitor, barriere
all’ingresso, possibilità di integrazioni
Fonti
Responsabilità
tempi
ISTAT
CENSIS
ISNART
EURISKO
RIVISTE SPECIALIZZATE
FIERE SPECIALIZZATE
ATTI DI CONVEGNI
UE
PROMEZ
Gennaio
Materiale promozionale e
cataloghi riferiti alle regioni:
Campania, Puglia,
Basilicata, da agenzie e
tour operator
nazionali/internazionali
23
Attività da svolgere
Fonti
Definizione dei confini e delle caratteristiche delle aree
ANALISI DEL MERCATO TURISTICO
A LIVELLO MICRO
territoriali
individuate,
nelle
Province
di:
Salerno,
Potenza, Matera, Bari, Lecce.
Raccolta,
analisi
ragionata,
selezione
di
studi
specificamente riferiti ai territori rilevanti.
Individuazione delle variabili che intervengono per
rendere immediatamente fruibile l’offerta.
Responsabilità
tempi
ISTAT
ASSESSORATI
PROMEZ
BANCHE DATI
Per le province di
ISTITUTI DI RICERCA
Bari e Lecce
CENSIS
ASSOCIAZIONI DI
LEGA AMBIENTE
CATEGORIA
Per le province di
RIVISTE SPECIALIZZATE
Salerno, Potenza,
Febbraio
Matera.
Analisi dell’offerta presente sul territorio.
Materiale promozionale e
cataloghi riferiti alle regioni:
Campania, Puglia,
Basilicata, da agenzie e
tour operator locali
24
7. Timing della fase 2 della ricerca
ANALISI DELLA DOMANDA
E DELL’OFFERTA
Attività da svolgere
indagine qualitativa con interviste in profondità a
rappresentanti di Istituzioni e a opinion leader
indagine quali-quantitativa su un campione casuale di
clienti intermedi (agenzie, tour operator)
Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di
clienti utilizzatori (locali ed esterni)
Fonti
Colloqui in profondità
Responsabilità
tempi
Promez - Lega Ambiente
Marzo/maggio
Interviste telefoniche
Promez - Lega Ambiente
Promez - Lega Ambiente
Interviste telefoniche
25
8. Il profilo dei target da coinvolgere
Nella fase field, la ricerca interviene per coinvolgere differenti target, con altrettanto differenti metodologie di
rilevazione:
a. indagine qualitativa con interviste in profondità a opinion leader e rappresentanti di Istituzioni.
b. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour operator).
c. indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed esterni).
26
9. L’impianto metodologico della ricerca
ANALISI DEL MERCATO
TURISTICO
DOMANDA
CLIENTI
FRUITORI:
™turisti locali, italiani,
stranieri,
™
gruppi e
individui
CLIENTI INTERMEDI:
™
agenzie locali,
nazionali, internazionali
™ tour operator locali,
nazionali,
internazionali
OFFERTA
A LIVELLO GLOBALE
Dimensioni del mercato, aspetti
normativi.
Trend, composizione della
domanda, cicli di vita dei
prodotti e dei servizi turistici.
Benchmarking dei territori da
valorizzare
A LIVELLO GLOBALE
Struttura dell’offerta, regole
tra competitor, barriere
all’ingresso, possibilità di
integrazioni
CONCORRENTI
Produttori artigiani e
industriali di itinerari e tour
tematici
27
Questa ricerca di mercato segue l’impostazione tipica delle ricerche finalizzate alla formulazione dei piani
d’impresa. Attraverso la consultazione di fonti secondarie (fonti istituzionali) e primarie (intervistati), si pone
l’obiettivo di pervenire ad un dettagliato livello di descrizione degli scenari di riferimento.
Il percorso parte dalla classificazione delle fonti per prevedere una attenta raccolta di materiali riferiti a domanda e
offerta, nella prospettiva di pervenire, al termine della fase di desk, alla formulazione di ipotesi di intervento che la
successiva fase field deve verificare.
Questo piano articolato di indagini serve dunque alle aziende da avviare per raccogliere tutte le informazioni di cui
necessitano per sopravvivere nella competizione globale di mercato.
E’ bene precisare però che esse costituiscono un ausilio e non una sostituzione rispetto alle responsabilità
decisionali di chi dovrà materialmente gestire le organizzazioni.
Il loro scopo è di delineare scenari evolutivi, misurare atteggiamenti e comportamenti e dimensionare i relativi
fenomeni di mercato che ne conseguiranno.
La ricerca serve, infatti, per esplorare:
9 il/i mercato/i nel suo/loro complesso,
9 le differenti categorie di clienti intermedi e finali che lo caratterizzano,
9 le strategie e le politiche di gestione dei concorrenti diretti e indiretti,
9 i prodotti/servizi che vi verranno immessi.
28
10. Indagine qualitativa con interviste in profondità a rappresentanti di Istituzioni e a
opinion leader
10.1 - Gli obiettivi
Questa ricerca non strutturata risulta un mezzo particolarmente efficace per rilevare informazioni sulla
composizione delle “presenze attrattive”, sul potenziale che esprimono i territori in termini di capacità di conversione
dell’offerta e di potenziamento della stessa, sulla sensibilità rispetto alla gestione manageriale dell’attività e alla
prospettiva della aggregazione dell’offerta nella forma del sistema integrato territoriale.
Conoscere i modi di pensare delle figure rappresentative sul territorio e i livelli di sensibilità degli amministratori, in
fatto di scelte di pianificazione territoriale, metterà il gruppo di lavoro nelle condizioni di conoscere il modello di
comportamento tendenziale sia degli attuali che dei potenziali gestori che ai primi potranno aggiungersi.
Del resto, se si vuole assicurarsi un ruolo propositivo all’interno dell’offerta turistica, che non vada in
sovrapposizione con la “mission” delle troppe iniziative già gestite o in corso di svolgimento e risulti coerente
rispetto alle potenzialità di ogni area territoriale, è indispensabile che ci si attrezzi per disporre delle giuste chiavi di
lettura e del più adeguato sostegno.
29
La prospettiva, da costruire nel medio-lungo periodo, deve essere molto chiara: una offerta di servizi
pianificata in termini di composizione, perennemente orientata all’innovazione di prodotto e di processo,
coerentemente gestita sulla base degli input di mercato.
10.2 - I destinatari e la metodologia
L’indagine qualitativa coinvolgerà:
o un opinion leader per ognuna delle province coinvolte, selezionato in quanto figura rappresentativa
del territorio,
o i sindaci dei comuni coinvolti dal progetto.
Questa prima parte della ricerca farà ricorso ad un approccio non strutturato e ad una metodologia specifica, la
ricerca qualitativa, che deve consentire di andare alla radice delle situazioni e dei problemi, per cogliere vincoli e
opportunità collegati ad una adeguata e vantaggiosa valorizzazione dei territori.
Il problema non è tanto legato ad una brillante definizione dei confini delle aree territoriali, che agli occhi dei più
appare l’elemento di specifico e diretto interesse, quanto alla capacità di riscoprire il filo rosso in grado di dare un
senso compiuto a itinerari che devono mostrarsi sempre nuovi e d’interesse, per vecchi e nuovi clienti, locali ed
esterni.
30
La ricerca, fra l’altro, mira ad individuare i fattori critici di successo per una migliore composizione e valorizzazione
delle proposte, e per una immediata fruibilità delle aree di riferimento. In particolare: attrezzature, servizi/prodotti,
elementi naturali, elementi storico-artistici, elementi infrastrutturali, incentivi a nuovi insediamenti.
Destinatari della rilevazione saranno amministratori e opinion leader, nel loro ruolo di “protagonisti” della cultura e
della promozione del territorio, da coinvolgere in quanto presenze qualificate e qualificanti da cui ottenere
“investitura” e a cui offrire coinvolgimento e ruolo di coordinamento.
Va precisato che le ricerche qualitative si basano sul presupposto che, all'interno di un gruppo omogeneo di
persone, atteggiamenti, reazioni, possibili risposte di fronte a un concetto, a una nuova formula d’offerta ecc. siano
limitati.
Le ricerche qualitative non possono fornire delle linee di previsione quantitative, ma possono, una volta compreso
l'atteggiamento dominante degli intervistati (in questo caso amministratori e opinion leader), andare in profondità. E'
possibile comprendere le ragioni profonde di un valore riconosciuto a certe realtà, individuare le leve sulle quali si
può agire strategicamente per fare interventi e comunicazioni sempre più efficaci e costruire formule d’offerta
turistica sempre più adeguate ai bisogni di “gruppi di consumatori”, classificati per variabili rilevanti.
Le ricerche qualitative hanno inoltre un grosso valore aggiunto in termini di capacità di scoprire aree nuove e non
ancora esplorate, già presenti nei bisogni latenti delle cosiddette “antenne”, ma non ancora "sfruttate" dagli
operatori.
31
Per tutte queste ragioni la ricerca qualitativa potrà essere un utile strumento strategico, in quanto consentirà di
conoscere in profondità l'esistente e di illuminare efficacemente il futuro. Scopo di questa ricerca è lo studio delle
dinamiche psicologiche e socioculturali sulle quali è basata l'interazione cliente/consumatore - comunicazione prodotto e l'interazione istituzione – servizi – cittadino.
Si farà ricorso ad un colloquio individuale con intervista in profondità che rappresenta uno dei più tipici e diffusi
strumenti di analisi qualitativa dei mercati. Consiste nella conduzione di interviste condotte da psicologi o sociologi
o persone esperte sulla base di una traccia predisposta che consentirà agli interlocutori di esprimersi liberamente. I
destinatari di una delle due interviste, in particolare gli opinion leader, saranno selezionati in base alle esigenze
specifiche in modo da essere rappresentativi del territorio e dei potenziali target di riferimento. Le informazioni
verranno analizzate da un punto di vista qualitativo, attraverso l’interpretazione e la decodifica di quanto espresso
nei colloqui. I risultati dell’analisi verranno presentati sotto forma di report e presentazioni conclusive ai partner.
10.3 - Le aree di indagine sul fronte degli amministratori
Sul fronte degli amministratori (e, in particolare dei sindaci), sono due le tipologie di informazioni utili:
• di tipo quantitativo: l’assortimento dell’offerta presente sul territorio, la distribuzione delle presenze, la
dimensione dell’accoglienza….
32
• di tipo qualitativo: lo stile manageriale e la capacità di investire sull’offerta territoriale, i modi di pensare e di
gestire la cosa pubblica….
Informazioni quantitative
1 - Stato dell'arte del territorio:
•
quanta superficie,
•
quali prodotti,
•
quali produttori,
•
quali servizi,
•
quale natura/cultura/storia/tradizioni
•
omogeneità/eterogeneità del territorio
•
situazione attuale e trend
•
quali innovazioni sono in corso e/o si prevedono:
•
di strutture produttive, ricettive, di intrattenimento e socializzazione,
•
di supporti logistico-infrastrutturali,
•
di proposte di animazione/gestione,
•
di modalità d’uso.
33
2 - Confronto del territorio con:
•
altre realtà vicine
•
altre realtà lontane
3 – rispetto al progetto equal:
•
grado di coinvolgimento e livelli di partecipazione
•
vincoli
•
opportunità
Informazioni qualitative
•
L'atteggiamento e il vissuto nei confronti del territorio,
•
Tradizioni, cultura e mercato,
•
Soluzioni allo spopolamento e alla marginalità dei territori
•
Rapporti con gli operatori
•
Lo stile manageriale e i modi di pensare
•
Le caratteristiche della istituzione gestita
34
10.4 - Le aree di indagine sul fronte degli opinion leader
Anche sul fronte degli opinion leader sono due i contributi utili:
9 alla diagnosi: stato dell’arte del turismo sul territorio; presenze qualificanti e da valorizzare in termini di
insediamenti, manufatti, prodotti, servizi, elementi del paesaggio, storia, cultura, tradizioni; dimensione e
managerialità nell’accoglienza; supporti strutturali e di servizio;
9 all’innovazione: dimensione sistemica degli insediamenti territoriali; nuove forme di pianificazione e valorizzazione
dei territori; condizioni per la vendibilità di nuove formule per nuovi utenti; modalità per una fruizione stabile e
duratura da parte delle utenze già coinvolte o da attrarre; le funzioni di un organo di coordinamento pubblico o
privato.
Gli opinion leader, i “protagonisti” per ogni area territoriale della cultura e delle tradizioni, attenti osservatori e
interpreti delle tendenze emergenti, segnalati come tali dalle Province, saranno coinvolti in interviste in profondità
destinate a far emergere il sistema dei benefici e dei corrispondenti valori esistenti nell’area. In sostanza, all’analisi
delle strutture ed attrezzature del territorio deve corrispondere una verifica dei benefici e dei corrispondenti valori
esistenti nelle aree, che, sulla base di caratteristiche omogenee da una parte e di complementarità nell’offerta dei
servizi dall’altra, possano assumere i requisiti di sistemi territoriali ed economici in grado di affermarsi anche
all’esterno, in aree ad alto potenziale, potendo contare sui contributi provenienti dalle sinergie interne.
In linea con questo orientamento, ecco allora che diventa necessaria, come fase propedeutica a qualsiasi tipo di
intervento, la identificazione in profondità dei benefici delle aree potenzialmente interessanti, e non solo della
35
specifica presenza di manufatti, allo scopo di una successiva valorizzazione e divulgazione di una immagine basata
sui valori endogeni, per creare i presupposti di una offerta ricca di proposte esclusive, in sintonia con le motivazioni
e aspettative di potenziali beneficiari.
Questa verifica va effettuata anche al fine di dimensionare sia quantitativamente che qualitativamente, nella
successiva fase di promozione di un territorio organizzato, a cura delle neoimprese, gli investimenti in strutture e
servizi aggiuntivi che permettano la fruizione ripetuta e prolungata nel tempo di quegli stessi valori che allo stato
attuale devono essere divulgati, conosciuti e fruiti una prima volta.
Informazioni quantitative
1 - Stato dell'arte del turismo nell’area di riferimento:
•
quanto valore,
•
quale valore,
•
quale originalità,
•
quale spendibilità sul fronte di: insediamenti, manufatti, prodotti, servizi, elementi del paesaggio, storia, cultura,
tradizioni,
•
dimensione e managerialità nell’accoglienza
•
I rapporti tra gli operatori
•
omogeneità/eterogeneità del territorio
•
situazione attuale e trend
•
quali innovazioni
36
•
Storia della propria scelta di una o più formule turistiche alternative
•
Le caratteristiche della proposta: punti di forza/punti di debolezza
2 - Confronto del territorio con:
•
altre province della Regione
•
Italia
•
Area Mediterranea
•
Mercato globale
Informazioni qualitative
•
il sistema dei benefici e dei corrispondenti valori esistenti nell’area,
•
la dimensione sistemica degli insediamenti territoriali,
•
nuove forme di pianificazione dei territori e applicabilità alla specifica area,
•
la vendibilità di nuove formule per nuovi utenti,
•
la sintonia con i bisogni delle utenze già coinvolte o da attrarre,
•
le funzioni di un organo di coordinamento pubblico o privato,
•
Immagine degli organi di coordinamento e dell'istituzione ideali.
37
11. Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti intermedi (agenzie, tour
operator)
11.1 – Gli obiettivi
La ragione principale di questa ricerca si collega all’esigenza di disporre di un quadro il più possibile aggiornato e
obiettivo sulle caratteristiche dell’offerta e della domanda intermedia, con un’attenzione particolare all’area primaria
di attrazione (le regioni del Meridione in cui insistono i territori), e alcune regioni del nord-centro Italia intorno alle
quali si gioca la parte più significativa del business dell’incoming riferito alle stesse aree territoriali.
L'obiettivo della ricerca è quello di descrivere le caratteristiche dei produttori industriali e artigiani (tour operator) e degli
intermediari (le agenzie di viaggio), operando una distinzione tra gli operatori regionali (potenzialmente anche
concorrenti diretti) e gli operatori del resto d'Italia che vanno identificati e classificati come clienti, in quanto operanti in
scenari diversamente caratterizzati e, proprio per questo, ad alto potenziale.
A questi interlocutori, da identificare sulla base di variabili che garantiscano la significatività del potenziale che
ciascuno è in grado di esprimere e la rappresentatività rispetto al segmento a cui appartengono, verranno rivolte
interviste telefoniche orientate a:
9 ricostruire lo scenario dei nuovi orientamenti, sul fronte degli operatori più evoluti (analisi di concorrenza), sia in
termini di scelte produttive (pacchetti turistici) che gestionali,
9 descrivere il modello d’acquisto sul fronte delle scelte di coinvolgimento di nuovi operatori,
9 verificare l’interesse a «prendere in considerazione una nuova proposta», e a quali condizioni.
38
In questo modo saranno soddisfatte le esigenze:
1 di ordine strategico, relativamente alla identità e caratteristiche del sistema d’offerta da strutturare a cura delle
imprese da avviare, in una prospettiva anche di medio-lungo periodo,
2 di tipo operativo, sul fronte della scelte di eventuale specializzazione tematica o di servizi, nonché della
individuazione dei clienti a più alto potenziale, che saranno descritti in profondità per assicurarsi di servirli in
forma stabile e significativa.
La ricerca, in sostanza, serve per capire se le proposte da formulare potranno rispondere adeguatamente ai bisogni
del cliente intermedio e poi serve anche per decidere come rendere questi pacchetti coerenti con le abitudini di
acquisto e di consumo, con le aspettative dei “produttori e intermediari” in fatto di risoluzione dei loro bisogni.
11.2 – La metodologia
Il sistema integrato di indagini che si suggerisce si basa su una diversificazione di destinatari e di approcci intesi a
verificare le ipotesi sopra citate sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo.
Si propongono, pertanto, 2 diverse tipologie di ricerca:
39
1. ricerca telefonica ai tour operator, per verificare i modi di pensare sul settore, gli orientamenti emergenti nelle
formule d’offerta, le motivazioni della preferenza attribuita a specifici fornitori e le ragioni di una eventuale fedeltà
consolidata, frequenza di coinvolgimento, interesse nei confronti di nuovi fornitori e di nuove proposte;
2. ricerca telefonica ai responsabili di agenzia di viaggi, per verificare i modi di pensare nel settore, per
accertare punti di forza/punti di debolezza dell’offerta di tour a tema sia semplicemente commercializzata sia
prodotta, volumi di attività gestiti, segmenti di clientela eventualmente privilegiati, interesse a integrarsi con
nuovi fornitori, propensione per le nuove formule da commercializzare.
Come premessa al lavoro “sul campo” sarà indispensabile una preliminare fase di coordinamento che, in funzione
della complessità degli obiettivi che ci si pone, dovrà proporsi come momento intermedio tra questa prima ipotesi
progettuale e la stesura di un disegno definitivo che verrà puntualmente concordato e valutato in funzione di
considerazioni anche metodologiche.
Tale fase di coordinamento sarà necessariamente collegata ai risultati delle analisi di desk che, contribuendo alla
raccolta delle informazioni di base, consentiranno di orientare alcune scelte metodologiche in funzione delle reali
esigenze informative.
In previsione della gestione di questa parte del progetto si prevede di costituire un apposito gruppo operativo che
curi l’organizzazione e lo sviluppo del piano di lavoro, sia in fase di impostazione che di traduzione operativa,
40
prevedendo funzioni di coordinamento generale e funzioni specifiche, in base alle competenze richieste dalle
diverse operazioni di ricerca.
La struttura operativa dovrà soprattutto garantire la fluidità e la regolarità dei contatti e delle attività inerenti il
progetto di ricerca, sia fra le diverse funzioni coinvolte all’interno del gruppo di ricerca, sia nei rapporti con l’esterno.
Compito di questo comitato di coordinamento sarà quello di definire l’organizzazione del piano della ricerca,
fissando i criteri e le scelte generali di indirizzo, le modalità di esecuzione e la time-table delle operazioni.
Inoltre il comitato interverrà nella discussione e approvazione di tutte le attività che richiedono verifica:
• definizione della struttura dei campioni
• verifica del questionario definitivo
• controllo del timing delle singole fasi
• definizione dei piani di elaborazione
• formulazione dei report
• organizzazione degli incontri e delle presentazioni ai partner del progetto.
11.3 – L’articolazione dell’intervento
Il lavoro di ricerca sarà articolato in 4 fasi di intervento, ciascuna destinata a sviluppare un ambito compiuto di
riflessione:
41
• indagine pilota per la verifica di efficacia dei questionari di rilevazione;
• fase field destinata alla gestione delle rilevazioni sul campo ;
• fase della codifica dei dati e della stesura dei report;
• presentazione dei risultati della ricerca e comunicazione delle raccomandazioni operative.
Si è scartata l’ipotesi di una ricerca a mezzo e-mail, in quanto si presuppone di non raggiungere i risultati necessari. Il
questionario potrebbe non arrivare nelle mani del responsabile/decisore dell’organizzazione di riferimento, potrebbero
non essere compilate le domande più impegnative, il ritorno diventerebbe sicuramente basso anche in presenza di
incentivo, i tempi di risposta non certi; tutte cose invece di fondamentale importanza.
Si è considerato più opportuno, all’interno del team di ricerca, privilegiare le interviste telefoniche, da eseguire
compilando i questionari con l’ausilio del computer (sistema CATI: Computer Aided Telephonic Interview).
La prima stesura del questionario sarà sottoposta ad un test per verificare se la richiesta di informazioni sia compatibile
con la disponibilità degli intervistati a rispondere, trattandosi di profili decisionali all’interno di organizzazioni. Dopo le
necessarie rifiniture partirà l’indagine telefonica vera e propria.
11.4 - Le aree di indagine
La ricerca sarà articolata in 7 aree d’indagine, riguardanti rispettivamente:
42
•
valutazioni sul mercato in generale;
•
le proposte a catalogo e i rapporti con i fornitori;
•
i clienti serviti;
•
test di interesse/gradimento sulla formula da lanciare;
•
le caratteristiche della organizzazione;
•
i dati di classificazione.
A.
B.
La situazione di mercato
•
Tendenza recente e attesa in base all’esperienza dell’operatore intervistato
•
Sensazioni sul mercato in generale e tendenza attesa
•
Individuazione dei fattori di successo e di insuccesso per un’azienda che propone itinerari a tema
•
Gli orientamenti strategici dei produttori
Le proposte a catalogo e i rapporti con i fornitori
•
Aree di intervento dell’organizzazione
•
Ambiti di specializzazione
43
C.
D.
E.
F.
I clienti serviti
•
Tipologia della clientela servita, suddivisa in intermediari e clienti finali
•
Modalità di gestione dei rapporti con la clientela
•
Formula d’offerta e servizi periferici connessi con l’erogazione
•
Orientamento alla clientela e customer satisfaction
•
Modelli di comportamento d’acquisto di clienti intermedi e finali
Test di interesse/gradimento sulle formule da lanciare
•
Interesse in generale e in specifico, relativamente alla formula
•
Punti di forza/punti di debolezza della proposta
•
Propensione a creare le condizioni per una collaborazione
Le politiche di marketing dell’organizzazione
•
Quali prodotti per quali mercati
•
Quale politica dei prezzi
•
Quali sistemi di comunicazione
•
Quali modalità di distribuzione
Dati di struttura
44
•
Generalità
•
Classe fatturato
•
Numero dipendenti
Il questionario (proprio perché telefonico) dovrà privilegiare gli aspetti di tipo strutturato, anche senza tralasciare quelli di
tipo non strutturato. Infatti saranno inserite alcune domande che prevedono risposte aperte, per dare spazio alle
sensazioni dell’interlocutore. Tali informazioni sono di fondamentale importanza per comprendere le problematiche di chi
opera nel settore e le ultime tendenze evolutive.
11.5 - Il profilo e la dimensione del campione
La ricerca in oggetto è svolta al fine di offrire contributi a neo-imprese da avviare al termine di un percorso formativo,
orientate da subito a privilegiare una politica di offerta selettiva, incentrata su un elevato contenuto di servizio. E’
sembrato opportuno, ai fini anche dell’analisi di concorrenza, concentrare l’attenzione su tour operator e agenzie
caratterizzate da un’analoga politica di offerta, allo scopo di estrapolare informazioni utili su quella che è la percezione
45
del marcato da parte di questi operatori, sui loro principali target di riferimento, sulle caratteristiche peculiari della loro
offerta (caratteristiche delle proposte, servizi periferici, ecc..).
Saranno gestite 200 interviste telefoniche ad un campione casuale composto da:
a.
20 tour operator locali
b.
30 tour operator nazionali
c.
50 agenzie locali (di cui 22 Campania, 25 Puglia, 3 Basilicata)
d.
100 agenzie nazionali
Data questa premessa, per l’estrapolazione del campione si è operato ricorrendo congiuntamente a tre criteri:
a) un criterio di tipo oggettivo/quantitativo, legato alla presenza della struttura negli elenchi ufficiali delle Associazioni di
categoria;
b) un criterio geografico, legato all’ubicazione della sede;
c) un criterio qualitativo connesso con la valutazione delle proposte attestate su standard di qualità elevata o,
comunque, su una adeguata ricercatezza e originalità delle formule.
9 Per quanto riguarda il punto a), si è fatto ricorso alle due Fonti istituzionali: FIAVET per le agenzie di viaggio e
ASTOI per i tour operator.
46
9 Per quanto concerne il punto b), si è scelto di prendere in considerazione le imprese ubicate nelle regioni: Piemonte,
Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia (alle quali, però, sono da aggiungere la
Puglia e la Basilicata). Queste 8 regioni, infatti, oltre a raccogliere nel loro insieme la maggior parte della popolazione
italiana, sono anche sede dei maggiori aeroporti nazionali per numero di passeggeri sbarcati (Dato aggiornato al
2001. Fonte: Annuario TCI ). All’interno di queste aree territoriali si procederà ad una estrazione casuale dei
nominativi.
9 In merito infine al terzo criterio utilizzato, in mancanza di dati più indicativi, sono state individuate alcune proposte
posizionate su fasce di “ricercatezza” e di prezzo più elevato rispetto alla media. (Fonte: Internet). Presumendo che
ad un prezzo più elevato corrisponda una maggiore qualità della proposta, sono stati presi in considerazione quei
tour operator e quelle agenzie che nel loro portafoglio prodotti (pacchetti turistici) annoverino proposte “mediamente
più costose” .
In conclusione ne risulta un campione di operatori (agenzie e tour operator) con profilo strutturato e proposta qualificata,
operanti in regioni con una popolazione significativa nonché sede di almeno uno dei dodici principali scali aeroportuali
nazionali.
Un discorso a parte è stato fatto infine per Puglia, Basilicata e Campania. Trattandosi del mercato geografico di più
diretto riferimento per le aziende da avviare, si è qui ritenuto, allo scopo di ottenere un campione di una certa
consistenza, di adottare quale unico criterio di selezione quello relativo al luogo in cui è ubicata la sede. Si è così deciso
47
di includere nel campione tutti i tour operator e agenzie che risultino preferibilmente avere un profilo societario definito e
si collochino nei capoluoghi di provincia.
11.6. Lo svolgimento della rilevazione
La rilevazione delle informazioni avverrà mediante interviste telefoniche, della durata media di 15 minuti.
Le interviste saranno condotte da un gruppo qualificato di intervistatori, esperti nelle tecniche d’intervista.
Il lavoro sarà costantemente assistito e controllato da supervisor, che, grazie ad appositi sistemi, controlleranno più
del 20% delle interviste in modo completo.
Per la conduzione delle interviste verrà utilizzato un questionario semi-strutturato (articolato nelle due versioni
destinate ai tour operator e alle agenzie), preparato dai ricercatori.
11.7. Gli output
I dati raccolti saranno analizzati sia in modo bivariato sia in modo multivariato.
Le elaborazioni bivariate, che costituiscono l’approccio di base di lettura dei dati consentiranno l’analisi di una
variabile (domanda) rispetto ad un’altra o ad aggregazioni di altre. In particolare, si potranno leggere le informazioni
sia sul totale sia a livello di specifici sottogruppi, la cui numerosità e il cui interesse siano giudicati rilevanti.
48
L’elaborazione multivariata, cioè l’elaborazione che opera in simultanea su più variabili, consentirà di segmentare il
mercato in gruppi il cui interesse e la disponibilità alla frequenza/utilizzo siano differenti, e nei confronti dei quali
potrà essere opportuno realizzare specifiche e distinte politiche di commercializzazione.
I risultati dell’indagine saranno forniti sotto forma di tabelle statistiche e di rapporto di sintesi, in cui si illustrano le
principali evidenze della ricerca.
49
12 - Indagine quali-quantitativa su un campione casuale di clienti utilizzatori (locali ed
esterni)
12.1 – Gli obiettivi
Lo scopo della ricerca è quello di verificare quali siano le reali potenzialità che si presentano per nuove
organizzazioni da avviare in ambito turistico, che vogliono rapidamente consolidare una significativa esperienza nei
mercati di diretto riferimento per puntare ad una più stabile e razionale penetrazione in aree a più alto valore.
In particolare, si desidera ottenere delle risposte ad una serie di quesiti relativi agli attuali comportamenti di acquisto
nonché agli atteggiamenti e preferenze dei consumatori, sia locali che esterni ai territori di riferimento, sul fronte dei
fornitori e delle proposte più frequentemente utilizzate.
Tali risposte devono permettere di orientare in senso operativo la politica delle organizzazioni di servizi turistici da
avviare, nella prospettiva di un migliore sfruttamento della qualità e del valore che i sistemi d’offerta saranno in
grado di esprimere.
Orientativamente, si vogliono esaminare:
ƒ
le caratteristiche tipologiche più rilevanti nella composizione dei residenti nelle diverse zone,
50
e cioè rilevare tutte le informazioni relative al profilo del/i target di riferimento (nell’area primaria di attrazione,
nell’area secondaria, nelle aree periferiche), alla composizione e alla struttura degli acquisti nell’ambito di
“turismo ed evasione”, al ruolo dei decisori;
ƒ
le caratteristiche del mercato di riferimento,
e cioè rilevare se e quali operatori sono oggigiorno utilizzati per gli acquisti di “servizi turistici” e quali sono le
aree scoperte di bisogni (luoghi frequentati e formule privilegiate, soggetti a cui si riconosce affidabilità in fase di
decisione d’acquisto, frequenza di acquisto, assortimenti acquistati, funzioni d’uso richieste alle formule e livello
di servizio imposto agli operatori turistici…);
ƒ
le caratteristiche della domanda riferita a nuove proposte,
e cioè valutare l’interesse verso nuovi operatori turistici e nuove formule (interesse in generale, aspetti
maggiormente apprezzati ed aspetti meno apprezzati, disponibilità alla fruizione a quali condizioni, intenzione
d’acquisto, livello di prezzi giudicato opportuno, …).
In sintesi, il progetto di ricerca intende soddisfare l’esigenza di individuare gli elementi di scenario, le caratteristiche
del profilo e relativo bisogno espresso dalla clientela attuale e potenziale e i modelli di comportamento dei principali
concorrenti nella percezione dei clienti, allo scopo di definire con maggiore consapevolezza le modalità di presenza
e il grado di attrattività dei mercati da servire in fase di lancio e nelle fasi successive dello sviluppo.
51
In questa maniera i fattori critici di successo e i sistemi per risultare competitivi si individueranno attraverso un
processo di riflessione strutturata che, partendo dai dati di analisi sul campo, perverrà successivamente alla
formulazione di piani operativi di marketing, in grado di supportare adeguatamente le scelte di consapevole
penetrazione nel mercato.
12.2 – La metodologia
Il prodotto/servizio turistico è il risultato di numerose variabili (attributi) che ne determinano insieme il grado
complessivo di soddisfazione per i consumatori.
Non tutte le variabili hanno però lo stesso peso nel generare tale soddisfazione o, in altre parole, non sono tutte
importanti allo stesso modo per il consumatore. Per migliorare o definire al meglio il/i prodotto/i servizio/i è
necessario analizzare separatamente il valore di ogni variabile per individuare quali contano di più e quanto valgono
per ogni categoria di consumatori.
Seguendo questo approccio, ad ogni singola variabile è possibile associare una “utilità” per il consumatore e una
stima di costo per le aziende da avviare. La costruzione di ipotesi diverse di prodotto/servizio tramite combinazione
delle variabili permette di verificare il livello complessivo di soddisfazione del consumatore (somma delle singole
unità) mettendolo in relazione alle strategie aziendali.
52
Partendo dal processo di scelta individuale, mediante le tecniche più appropriate di rilevazione, la ricerca opererà in
modo tale che:
9 i consumatori confrontino diverse ipotesi di pacchetti turistici, ognuno costruito come combinazione di particolari
livelli di attributo,
9 i consumatori vengano messi nella condizione di effettuare dei “trade off” tra mix possibili di pacchetti turistici,
9 l’effetto dei “trade off” svolto dai consumatori venga quantificato mediante l’assegnazione di valori di utilità per
ogni livello di attributo.
Secondo questo metodo, l’intervistato sarà sottoposto ad una serie di scelte progressive tra più mix alternativi di
prodotto/servizio (set di valutazione), in ognuno dei quali si è costretti a sacrificare qualche caratteristica per
ottenerne altre.
Utilizzando delle tecniche di ricerca di Conjoint Analysis sarà possibile ricostruire, sulla base delle preferenze
espresse dagli intervistati per mix diversi di prodotto/servizio, l’utilità di ogni caratteristica.
L’analisi dei dati potrà essere sviluppata dinamicamente costruendo a posteriori mix di prodotto/servizio
determinando sia il loro valore in assoluto sia mettendoli a confronto in scenari di mercato diversi. La Conjoint
Analysis permette di stimare, da un insieme ridotto di mix (set di riferimento), non solo il valore delle singole
caratteristiche di prodotto/servizio ma anche di simulare il valore di tutti i mix possibili.
53
Le caratteristiche da introdurre nel modello e che consentono la definizione dei mix di prodotto/servizio dovranno
essere attentamente valutate. La loro definizione potrà essere il risultato sia di un’analisi interna di marketing sia
della verifica mirata qualitativa, effettuata precedentemente sugli opinion leader e sugli operatori.
Il questionario comprenderà, oltre alla sezione specifica dedicata al modello, altre sezioni che consentiranno di
raccogliere informazioni di consumer habitus e dati socio-demografici generali e di approfondimento.
La valutazione delle caratteristiche dei prodotti/servizi richiede un coinvolgimento o una esperienza specifica degli
intervistati. Il campione dovrà pertanto rappresentare adeguatamente il target di riferimento in modo da consentire
una appropriata lettura dei risultati.
Coerentemente con questi orientamenti metodologici, la ricerca tenderà a verificare le ipotesi formulate, sia a livello
quantitativo sia a livello qualitativo.
Lo strumento più utile per gestire il contatto sarà una ricerca telefonica presso un campione casuale di decisori
d’acquisto/famiglie.
Anche in previsione della gestione di questo progetto si prevede di costituire un apposito gruppo operativo che curi
l’organizzazione e lo sviluppo del piano di lavoro, sia in fase di impostazione che di traduzione operativa,
prevedendo funzioni di coordinamento generale e funzioni specifiche in base alle competenze richieste dalle
diverse operazioni di ricerca.
54
La struttura operativa dovrà soprattutto garantire la fluidità e la regolarità dei contatti e delle attività inerenti il
progetto, sia fra le diverse funzioni coinvolte all’interno del gruppo di ricerca, sia nei rapporti tra lo stesso gruppo e i
partner del progetto Equal.
Compito di questo comitato di coordinamento sarà quello di definire l’organizzazione del piano della ricerca,
fissando i criteri e le scelte generali di indirizzo, le modalità di esecuzione e la time-table delle operazioni.
Inoltre il comitato interverrà nella discussione e approvazione di tutte le attività che richiedono verifica:
• definizione della struttura dei campioni
• verifica del questionario definitivo
• controllo del timing delle singole fasi
• definizione dei piani di elaborazione
• formulazione dei report
• organizzazione degli incontri e delle presentazioni ai partner del progetto.
55
12.3 – L’articolazione dell’intervento
Il lavoro di ricerca sarà articolato in 4 fasi di intervento, ciascuna destinata a sviluppare un ambito compiuto di
riflessione:
• indagine pilota per la verifica di efficacia dei questionari di rilevazione;
• fase field destinata alla gestione delle rilevazioni sul campo ;
• fase della codifica dei dati e della stesura dei report;
• presentazione dei risultati della ricerca e comunicazione delle raccomandazioni operative.
12.4 - Le aree di indagine
La ricerca mira a valutare le potenzialità delle future imprese di servizi turistici, presso i consumatori finali.
In particolare, si intende analizzare il profilo della potenziale utenza, le caratteristiche del mercato competitivo e
l’interesse ed il gradimento suscitato dalle nuove strutture.
56
In sintesi, i temi da esplorare riguardano:
‰ le abitudini di vacanza
9 atteggiamenti verso la vacanza
9 numero di vacanze fatte mediamente in un anno
9 periodi dell’anno in cui si fanno vacanze
9 persone con le quali si va in vacanza
9 destinazione delle vacanze (mare, montagna, lago/collina, città d’arte, ecc.)
9 durata delle vacanze: brevissima, breve, media, lunga
9 modalità di alloggio (casa propria, albergo, casa affitto, villaggio turistico, agriturismo, ecc.)
9 spesa annuale per le vacanze
‰ le relazioni con il fornitore di viaggi abituale
9 agenzie/consulenti di viaggi frequentati e fornitore abituale
9 percorsi di scelta del fornitore (motivi, modalità di selezione,…)
9 livello di soddisfazione, bisogni soddisfatti ed attese verso il fornitore.
‰ Il fornitore ideale
57
9 Prefigurazione della agenzia/tour operator ideale
‰ La nuova proposta
9 Interesse e gradimento complessivo
9 Interesse vs aspetti specifici (nuovi servizi, itinerari tematici, proposte di viaggio, orari, ubicazione,…)
9 Propensione a servirsi dei nuovi fornitori in futuro
Lo scopo della ricerca è quello di verificare quali siano le reali potenzialità che si presentano per nuove agenzie di
servizi turistici che puntano, direttamente o attraverso intermediari, ad una stabile e razionale penetrazione in aree
(intese in termini geografici e di tipologia di clienti) ad alto valore, nella prospettiva di incrementare le occasioni di
fruizione.
In particolare, è utile ottenere risposte ad una serie di quesiti relativi agli attuali comportamenti di acquisto nonché
agli atteggiamenti e preferenze dei consumatori, sul fronte dei fornitori stabilmente frequentati.
Tali risposte devono permettere di orientare in senso operativo la politica delle neo-imprese, nella prospettiva di un
migliore sfruttamento della qualità e del valore che il sistema d’offerta dovrà esprimere.
58
12.5 - Il profilo e la dimensione del campione
L’universo rappresentato è costituito da coloro che nell’ultimo anno hanno fatto un viaggio/vacanza fuori o dentro la
propria regione.
Va precisato che dalla ricerca Sinottica effettuata su un campione rappresentativo della popolazione italiana
(10.000 individui) risulta che più della metà degli italiani è andata in vacanza nell’ultimo anno (53%), ed il 19% ha
fatto più di un periodo di vacanza.
Circa il 15% degli italiani ha optato per la formula della vacanza organizzata (individuale o di gruppo).
Si propone di estrarre un campione di 500 fruitori nell’ultimo anno di un viaggio/vacanza, di cui:
9 100 residenti nelle Regioni di riferimento dell’intervento: Basilicata, Campania, Puglia, fruitori nell’ultimo anno di
un viaggio/vacanza nella stessa regione di residenza,
9 400 clienti utilizzatori nazionali residenti nelle regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana,
Lazio, Sicilia, fruitori nell’ultimo anno di un viaggio/vacanza in altra regione rispetto a quella di residenza. Come
precedentemente specificato, queste 7 regioni, oltre a raccogliere nel loro insieme la maggior parte della
popolazione italiana, sono anche sede dei maggiori aeroporti nazionali per numero di passeggeri sbarcati (Dato
aggiornato al 2001. Fonte: Annuario TCI ).
59
L’estrazione dei nominativi degli intervistati verrà effettuata casualmente, sulla base degli elenchi telefonici delle
città capoluogo di provincia.
12.6. Lo svolgimento della rilevazione
L’intervista, di tipo strutturato telefonico, sarà effettuata con tecnologia C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone
Interview).
Gli intervistatori, esperti nella conduzione di indagini telefoniche, saranno istruiti sugli obiettivi e le modalità di
rilevazione con briefing personali, condotti dai ricercatori.
La durata dell’intervista non dovrà superare complessivamente i 15 minuti.
Il lavoro sarà costantemente assistito e controllato da supervisor, che, grazie ad appositi sistemi, controlleranno più
del 20% delle interviste in modo completo.
Per la conduzione delle interviste verrà utilizzato un questionario semi-strutturato, preparato dai ricercatori.
12.7. Gli output
I dati raccolti saranno analizzati sia in modo bivariato sia in modo multivariato.
60
Le elaborazioni bivariate, che costituiscono l’approccio di base di lettura dei dati consentiranno l’analisi di una
variabile (domanda) rispetto ad un’altra o ad aggregazioni di altre. In particolare, si potranno leggere le informazioni
sia sul totale sia a livello di specifici sottogruppi, la cui numerosità e il cui interesse siano giudicati rilevanti.
L’elaborazione multivariata, cioè l’elaborazione che opera in simultanea su più variabili, consentirà di segmentare il
mercato in gruppi il cui interesse e la disponibilità alla frequenza/utilizzo siano differenti, e nei confronti dei quali
potrà essere opportuno realizzare specifiche e distinte politiche di commercializzazione.
I risultati dell’indagine saranno forniti sotto forma di tabelle statistiche e di rapporto di sintesi, in cui si illustrano le
principali evidenze della ricerca.
61
13. Gli itinerari territoriali
Area di territorio
Centri urbani coinvolti
Altamura
Casanassima
Cassano delle Murge
Provincia di Bari
Gravina di Puglia
Minervino
Poggiorsini
Rutigliano
Sammichele di Bari
Santeramo in Colle
Spinazzola
Campi Salentina
Copertino
Provincia di Lecce
Guagnano
Leverano
Salice Salentino
Squinzano
Veglie
62
Area di territorio
Centri urbani coinvolti
Accettura
Aliano
Calciano
Provincia di Matera
Craco
Oliveto Lucano
Tursi
Grumento Nova
Guardia Perticara
Marsico Nuovo
Provincia di Potenza
Moliterno
Montemurro
San Chirico Raparo
Spinoso
Buccino
Contursi terme
Provincia di Salerno
Oliveto Citra
Pertosa
Sicignano degli Alburni
63
64
STRUMENTI DI ANALISI PER
AUMENTARE IL POTENZIALE
ATTRATTIVO DI AREE
TERRITORIALI A RISCHIO
MARGINALITA’
Fase della ricerca di desk
Elisa Capozzi
Ennio Di Lorenzo
Flavio Fornelli
giugno ‘03
1
INDICE
1. PREMESSA .................................................................................................................... 5
2. IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA ............................................................................. 8
3. GLI OBIETTIVI.............................................................................................................. 11
4. NOTA METODOLOGICA ............................................................................................. 12
5. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTE-MERCATO: i trend del turistiSMo............. 13
5.1 – Il turismo nel mondo ............................................................................................. 13
5.2 – il turismo in Europa............................................................................................... 20
5.3 - la posizione dell'Italia nel quadro mondiale........................................................... 22
5.3.1 - I turisti internazionali in Italia.........................................................................................23
5.3.2 - I turisti italiani all’estero.................................................................................................28
5.3.3 - La posizione competitiva dell’Italia................................................................................30
6. IL TURISMO IN ITALIA ................................................................................................ 35
6.1- I principali dati ISTAT ............................................................................................ 35
6.2 - I viaggi ................................................................................................................... 38
6.2.1 - Quanti sono ..................................................................................................................38
6.2.2 - Le motivazioni prevalenti ..............................................................................................49
6.2.3 - I mesi della partenza....................................................................................................59
6.2.4- Le principali destinazioni................................................................................................60
6.2.5 - Le destinazioni estere...................................................................................................63
6.2.6 - Le destinazioni italiane ................................................................................................64
6.2.7 – La stagionalità delle destinazioni dei viaggi di vacanza ...............................................66
6.2.8 – L’organizzazione del viaggio ........................................................................................70
6.2.9 – Il mezzo di trasporto.....................................................................................................74
6.2.10 – Il tipo di alloggio .........................................................................................................77
6.2.11 – I viaggi secondo alcune caratteristiche del turista......................................................82
6.2.12 – Le differenze territoriali tra Nord, Centro e Sud .........................................................84
2
6.3 - I turisti .................................................................................................................... 92
6.3.1 - Quanti sono ..................................................................................................................92
6.3.2 – Chi va in vacanza nel trimestre estivo..........................................................................96
6.3.3 - Quanti in Italia, quanti all’estero....................................................................................98
6.3.4 - Le differenze tra Nord, Centro e Sud ............................................................................99
6.3.5 - Chi non va in vacanza: i motivi ...................................................................................102
6.3.6 - Chi viaggia per lavoro .................................................................................................104
6.4 - Le prospettive di evoluzione del turismo ............................................................. 107
6.5 - I risultati di una ricerca sulle vacanze degli italiani – a cura di Trademark Italia e Sociometrica
110
6.5.1 – il 2003, anno degli equivoci........................................................................................110
6.5.2 – All’insegna delle asimmetrie ......................................................................................116
6.5.3 - due atteggiamenti a confronto ....................................................................................117
6.5.4 I trend: turisti maturi e “cinici” .................................................................................124
6.5.5 - Il “Barometro” delle località .........................................................................................136
6.5.6 – La spesa turistica: nessun taglio .............................................................................142
6.5.7 - Appendice metodologica ............................................................................................144
6.6 - tour operator e agenzie di viaggio a confronto, i risultati di una ricerca.............. 146
6.6.1 - Le destinazioni per l’estate 2003 ................................................................................146
6.6.2- il futuro dell’intermediazione ........................................................................................154
6.6.3 - appendice metodologica alla ricerca trademark - sociometrica ..................................156
7 – I dati sull’offerta di Federalberghi ...................................................................... 158
8. I TEMI EMERGENTI NEL TURISMO ......................................................................... 163
8.1- Premessa ............................................................................................................. 163
8.2. Il turismo rurale..................................................................................................... 164
8.3 - Il turismo culturale .............................................................................................. 172
8.4. Il turismo enogastronomico .................................................................................. 194
8.5 - Il turismo religioso ............................................................................................... 198
9. ALLEGATI .................................................................................................................. 200
a. schede fonti normative ............................................................................................ 201
b. schede orientamenti dell’offerta .............................................................................. 202
c. analisi territoriale su basi statistiche ........................................................................ 203
d. archivio offerta artigiana e commerciale.................................................................. 204
e. archivio ospitalità (alberghi, affittacamere, agriturismo, ristoranti, trattorie, pizzerie)205
f. schede pubblicazioni a tema .................................................................................... 207
g. schede risorse ambientali........................................................................................ 209
h. schede risorse culturali............................................................................................ 210
3
i. schede calendari degli eventi .................................................................................. 211
4
1. PREMESSA
I territori del Meridione d’Italia e, in specifico, le aree interessate dalla ricerca, vivono una situazione di
progressivo cambiamento, in conseguenza di un naturale incremento dei livelli di sensibilità delle Istituzioni pubbliche
(anche in virtù di incentivi finanziari) e di impostazione rigorosa di politiche di gestione.
L'attenzione alla storia dei territori, alle tradizioni e alla cultura, agli insediamenti, unitamente a nuove modalità
di gestione delle aree e delle risorse, hanno consentito, in alcune realtà, sviluppi sensibili degli indici di attrattività,
compatibilmente con il contenuto di servizio che è intervenuto per rendere più agevole la fruizione.
Al momento attuale occorre rivolgere l’attenzione verso aree e insediamenti urbani non compresi negli “itinerari
classici“ già frequentati dagli attori esterni e dai cittadini.
Si tratta di una sfida che ha come obiettivo di creare le condizioni per lo sviluppo e la promozione di insediamenti
urbani a rischio spopolamento.
Il perseguimento di questo obiettivo ha richiesto preliminarmente due scelte metodologiche chiare e condivise fra i
partner coinvolti:
•
inserire le aree marginali a rischio spopolamento (così come classificate da una ricerca di Lega
Ambiente), all’interno di circuiti più ampi che incrementassero i livelli di fruibilità,
5
•
dedicare la prima parte dell’analisi alla ricostruzione delle dinamiche di concorrenzialità dei territori e alla
ricerca/censimento dei fattori distintivi caratterizzanti.
Dato l’incremento di concorrenzialità territoriale di aree più evolute e dotate, e il progressivo spopolamento dei centri
urbani meno attrezzati da parte dei residenti e da parte di attività produttive, è stato necessario attribuire all’intervento
di ricerca una funzione più strategica: costruire un quadro conoscitivo più ampio ed organico possibile, mirato ad
interventi che vedano il territorio, ogni paese, come un’impresa calata in più mercati ad alta competitività e tesa ad
intercettare la domanda di imprenditori e di flussi turistici per ancorare al proprio territorio nuove opportunità di
sviluppo socio-economico.
Come nel marketing aziendale, anche nel marketing territoriale che si vuole attuare, l’obiettivo diventa prevenire,
comprendere e soddisfare nel modo migliore i bisogni della domanda. La domanda è interna ed esterna ad ogni
territorio coinvolto:
•
nel primo caso è la domanda espressa in maniera più o meno esplicita dai cittadini,
•
nel secondo caso è la domanda espressa dagli attori esterni (per esempio la domanda effettiva o
potenziale del turismo).
Il tutto in una politica di sviluppo sostenibile, ovvero in un’ottica che deve puntare a promuove l’equilibrio e la coesione
sociale e la sostenibilità ambientale.
6
In linea con queste riflessioni, la programmazione delle iniziative e l'organizzazione degli strumenti più adatti al
conseguimento del successo su ogni territorio coinvolto non può prescindere da una attenta valutazione e
misurazione:
ƒ
dell'assorbimento potenziale, attuale e futuro;
ƒ
dei clienti intermedi e finali, locali ed esterni (consistenza, dislocazione, comportamento, modelli d'acquisto);
ƒ
dei concorrenti, per adeguarsi al loro livello di prestazioni sapendo diversificarsi.
E' ovvio, quindi, che la ricerca ha necessità di creare le condizioni del successo delle iniziative da avviare.
Proprio per questo deve sviluppare una serie di temi da rendere oggetto di specifiche riflessioni.
7
2. IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA
L'attività di ricerca riguarda l’analisi in profondità di temi, territori, risorse e attori, in grado di consentire la
ricostruzione fedele e aggiornata dello “stato dell’arte” di realtà marginali, selezionate fra tante, all’interno delle 5
province coinvolte.
La prospettiva è di consentire lo sviluppo di occasioni di fruizione, da proporre ad interlocutori diversi in aree del
territorio locale e nazionale ampie e ben articolate.
8
In questo senso, l’attività di ricerca diventa un’occasione per:
•
da un lato, elaborare sempre nuovi canali di ascolto e comunicazione con il territorio, promuovendo al massimo
la partecipazione degli interlocutori interessati,
•
dall’altro, ideare strategie per valutare ed aumentare il potenziale attrattivo di ogni territorio e per valorizzarne le
risorse culturali e ambientali.
L'attività di ricerca, nella sua fase di desk, si sviluppa secondo il percorso che segue:
1. le tendenze della domanda turistica a livello nazionale/internazionale;
2. i temi emergenti nel turismo: eno-gastronomico, culturale, naturalistico, religioso, rurale, arte, tradizioni
(artigianato e folklore)…;
3. gli orientamenti dell’offerta (la concorrenza): la composizione delle proposte, la durata dei pacchetti, il
contenuto di servizio, i target di riferimento, le modalità di erogazione….
4. la ricerca/censimento dei fattori distintivi caratterizzanti di ogni area territoriale:
5.
Gli aspetti normativi, la programmazione per lo
sviluppo, direttrici e strumenti di attuazione degli
obiettivi generali assegnati allo sviluppo di ogni
singolo territorio,
cod. ER-FN-A,
Analisi complessiva dell’universo riferito ad ogni
realtà territoriale, essenzialmente sul piano
numerico/statistico:
9
ƒ
ƒ
ƒ
popolazione,
tasso di istruzione,
attività e ricchezza.
Offerta artigiana e commerciale
Ospitalità (alberghi, affittacamere,
ristoranti, trattorie, pizzerie)
cod. ER–CS-D
agriturismo,
cod. ER–CS-D
Pubblicazioni a tema
cod. ER–MR-B
Risorse ambientali
cod. ER–RS-E
Risorse culturali
cod. ER–RC-F
Calendari degli eventi
cod. ER–E-G
6. le dinamiche di concorrenzialità.
•
•
•
•
criteri per la determinazione delle comunalità competitrici
benchmarking per ogni area di territorio: comparazione diretta di una serie di indicatori specifici,
vantaggi competitivi e/o best practicies nel quadro dell’offerta complessiva fornita da “strutture e
territori” tra di loro competitori.
S.W.O.T. Analysis
Prime guide lines.
10
3. GLI OBIETTIVI
Con la finalizzazione del lavoro di ricerca si intendono perseguire i seguenti obiettivi:
•
Identificazione degli elementi di valorizzazione di ogni territorio, direttamente e indirettamente interessato
all’intervento, per i cittadini/turisti (locali e esterni) e per le imprese che in prospettiva vi potranno operare,
•
costruzione di un percorso di incremento dell’attrattività turistica, socioculturale ed economica nei confronti
dei flussi turistici, di nuovi residenti e di nuove attività imprenditoriali,
•
nella prospettiva, miglioramento del livello di qualità della vita avviando un circolo virtuoso
“soddisfazione/attrattività/valore” che comporti il gradimento dei cittadini residenti, soprattutto dei centri
storici, favorendone il ripopolamento.
11
4. NOTA METODOLOGICA
L'attività di ricerca è articolata in più fasi e riguarda più fronti, al fine di acquisire informazioni il più complete possibile.
Gli ambiti di indagine sono stati articolati progressivamente, alla luce dei risultati conseguiti in itinere.
Il lavoro di ricerca riferito a questa fase è stato gestito ricorrendo ad analisi di desk che hanno previsto la
consultazione di Fonti differenti:
FONTI ISTITUZIONALI
FONTI PRIVATE
ISTAT
DATABANK
12
ISMEA
NOMISMA
CENSIS
ISNART
PROVINCE
AC-NIELSEN
ASSESSORATI REGIONALI
FIERE SPECIALIZZATE
ASSESSORATI PROVINCIALI
ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
EPT
RIVISTE SPECIALIZZATE
CERVED
EURISKO
SEAT
INFOCAMERE
Ne è scaturito un corredo di informazioni con una forte componente operativa che permetterà di indirizzare la
successiva fase delle ricerche field e consentire la corretta pianificazione degli interventi.
5. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTE-MERCATO: i trend del turistiSMo
5.1 – Il turismo nel mondo
13
Una attenta valutazione dell’andamento e delle potenzialità del comparto turistico italiano appare
mprescindibile da
una visione globale del business generato dal “turismo” sullo scenario mondiale alla luce delle fortissime e più
significative sinergie innescate dal settore in termini di impatto ambientale e sostenibilità.
Non è infatti un caso che oggi l’industria del turismo e dell’ospitalità si configuri addirittura come uno dei settori più
rilevanti dell’economia mondiale; il World Travel and Tourism Council ha stimato che nel 1997 l’industria turistica ha
occupato ben 230 milioni di persone nel mondo, pari a circa il 10% dell’intera forza lavoro mondiale; solo in Europa gli
occupati erano oltre 41 milioni cioè quasi il 18% del totale considerato.
Questo dato offre sicuramente degli ottimi spunti di riflessione: si pensi all’Europa che per la ricchezza e le varietà
del suo patrimonio naturale e culturale, per la qualità della sua offerta turistica e grazie ad infrastrutture e collegamenti
efficienti, rappresenta la prima destinazione turistica mondiale, con circa 400 milioni di visitatori all’anno. Ma l’Europa è
anche la principale area di origine dei flussi turistici internazionali. In tal senso alcuni dati non lasciano molta fantasia a
chi ha dovuto interpretarli: in ambito comunitario (UE) il turismo e i settori economici connessi costituiscono il 12% del
PIL e le imprese attive nel settore del turismo sono due milioni, per un totale di otto milioni di occupati.
Secondo le statistiche recentemente diffuse dal World Tourism Organization (WTO) il movimento degli arrivi, a livello
mondiale, ha superato, nel 2000, quota 650 milioni di unità. Cifra ragguardevole di un fenomeno (economico, sociale,
culturale, politico) in ascesa. Il conseguente movimento di denaro è del pari stimato in crescita, in quanto passato dai
2 miliardi di dollari del 1950 a ben 455 miliardi nel 2000. Il turismo a livello mondiale si presenta in evoluzione con
tassi di espansione medi di rilievo.
14
Occorre considerare tuttavia che quando si parte da livelli iniziali contenuti, i tassi di crescita appaiono più elevati.
Emerge, infatti, che il tasso medio annuo di crescita è andato affievolendosi: dal 10,6% negli anni ‘50 a circa un terzo
negli anni più recenti. Riduzione analoga si è registrata anche nel movimento valutario, passato dal tasso medio
annuo del 12,5% nel decennio ‘50-‘60 a quello del 4,9% nell’ultimo quinquennio.
Parafrasando la situazione meteorologica, nel settore turistico sembra in arrivo una “bassa pressione”. Il tempo è
ancora buono (i tassi sono positivi), ma qualche tendenza al peggioramento si profila all’orizzonte (i tassi sono in
diminuzione). La crescita del movimento di persone che si spostano per turismo e il movimento valutario indotto sono
superiori alla crescita del PIL mondiale. Tuttavia la forbice si va restringendo.
L’esame del movimento turistico mondiale ripartito per aree continentali mostra ancora l’Europa leader del turismo
mondiale ma con ridotto primato. Nel 1950 si registravano in Europa due terzi del movimento di persone, nel 2000 la
percentuale è scesa al 59%.
Si può costatare sinteticamente che:
•
il trend di fondo del turismo mondiale è positivo;
•
l’Europa è sempre al primo posto nei flussi turistici;
•
l’incidenza del turismo sul PIL mondiale è in crescita;
•
il numero dei posti letto, secondo il WTO, ha raggiunto i 25,6 milioni;
15
•
il numero delle stanze ha superato i 13 milioni;
tuttavia
•
i tassi di espansione del turismo mondiale si vanno riducendo;
•
l’Europa va perdendo terreno, avendo realizzato l’incremento più basso fra le grandi aree continentali ed
avendo perso circa 14 punti nello share degli arrivi mondiali degli ultimi quaranta anni;
•
il turismo europeo sembra avviarsi ad uno stadio di maturità insidiato, tuttavia, dalla concorrenza dei nuovi
paesi turistici dell’Est e dell’Estremo Oriente.
Per quanto riguarda gli arrivi, nella graduatoria dei paesi figura al primo posto la Francia, seguita dagli Stati Uniti e
dalla Spagna. La Francia ha avuto nel periodo 1980-‘96 un incremento medio del 4,66%, simile a quello degli Stati
Uniti (4,64%), in linea con la media mondiale (4,70%), la Spagna del 3,78% e l’Italia solo del 2,51%.
La concorrenza internazionale si fa tuttavia più aggressiva. I nuovi approdi turistici dall’Est dell’Europa o dall’Est del
mondo tendono ad intaccare la supremazia dei paesi tradizionali con una crescente attrattiva.
Dal punto di vista della struttura dell’offerta vi sarà una concorrenza sempre più ampia, con Paesi “new comers”, più
differenziata, con nuovi turismi, e più articolata, con varie caratterizzazioni (tipologie plurime d’offerta).
16
Come riportato nel programma biennale regionale 1998/99, il turismo mondiale, secondo i dati
dell’O.M.T.
(Organizzazione Mondiale per il Turismo), ha prodotto quasi 600 milioni di arrivi e oltre 430 miliardi di dollari di entrate
valutarie.
17
18
La previsione per il 2000 aveva indicato in circa 684 milioni gli arrivi internazionali con oltre 530 miliardi di dollari di
apporto valutario: dato non solo confermato ma anche superato al pari con l’industria informatica, automobilistica e del
petrolio. Il turismo si conferma una delle primissime attività del commercio internazionale. Ogni giorno del 1999
almeno 1.630.00 di persone si sono messe in viaggio fuori dai confini della propria nazione, spendendo per alloggio,
pasti, divertimenti e acquisti circa 726 dollari a testa.
Altrettanto imponenti sono i dati del WTTC (World Travel and Tourism Council) riferiti all’occupazione: il 7% della
intera forza lavoro mondiale e cioè oltre 130 milioni di persone, risultano occupate nel settore. Inoltre, trattandosi di
una attività ad alta concentrazione di lavoro, stimola la creazione di piccole e medie imprese, con benefici effetti
sull’occupazione e diffusione del benessere.
Le “performance” del turismo a livello mondiale sono in continua crescita. Negli ultimi 40 anni, infatti, il tasso medio di
crescita degli arrivi è stato del 7,6% mentre quello degli introiti valutari è stato del 12.7%. Tuttavia la curva di crescita
non è rimasta costante.
Agli inizi degli anni ’80 il “trend” ha subito una decelerazione per riprendere poi a partire dall’ ’83.
L’analisi delle destinazioni per macroaree vede il Medio Oriente, Il Pacifico, gli Usa e l’Area Caraibica realizzare tassi
di crescita superiori alla media. Senza dubbio le macroaree turistiche più vivaci sono l’Estremo Oriente e il Pacifico,
quest’ultima anche in funzione della sua novità.
19
L’Europa con il 59% degli arrivi e il 51% degli introiti valutari, si conferma come la prima destinazione mondiale, anche
se il tasso di crescita è minore delle aree sopraindicate.
D’altra parte questo è il risultato di una “relativa maturità” del prodotto turistico europeo e di alcuni profondi
cambiamenti nella domanda e nelle modalità di viaggiare.
La facilità di utilizzo del vettore aereo, la maggiore concorrenza tra le compagnie e conseguentemente una politica
tariffaria più competitiva per l’utenza, hanno modificato il concetto di “distanza”. Oggi tutte le località turistiche sono
possibili e raggiungibili, i costi di viaggio sono sempre più “abbordabili” e distanze anche molto grandi non scoraggiano
più, così come la maggiore disponibilità di tempo libero e la destagionalizzazione (indotta dalla globalizzazione
dell’offerta) incentivano la mobilità.
Fondamentale appare poi, per la conoscenza delle differenti mete turistiche, la gamma sofisticata di “navigazione
virtuale” su internet e l’utilizzo dei c.d. rom. I grandi numeri del turismo internazionale confermano oggettivamente
l’ampiezza del fenomeno.
5.2 – il turismo in Europa
Dopo quasi mezzo secolo di crescita sostenuta, l’Europa continua ad essere la principale destinazione turistica al
mondo. Negli ultimi venti anni la domanda di turismo è più che raddoppiata. Anche il suo impatto economico è
20
notevole. Secondo i dati relativi al periodo 1998-2000, in Europa il 12% del prodotto interno lordo (PIL) è stato
generato dal turismo e dalle attività turistiche e in questo settore sono stati creati oltre
20 milioni di posti di lavoro, sostanzialmente in piccole e medie imprese (PMI).
La crescita sostenuta dovrebbe mantenersi ancora per diverso tempo. Secondo le previsioni dell’Organizzazione
Mondiale del Turismo (OMT), nei prossimi 25 anni il numero dei turisti in Europa raddoppierà. Entro il 2020, ogni anno
si registreranno più di 700 milioni di arrivi turistici transfrontalieri. In termini economici, ciò corrisponde a un tasso di
crescita annuo del 3% e a 100.000 nuovi posti di lavoro in più ogni anno.
Una serie di fattori contribuisce ad assicurare una crescita continua. L’introduzione dell’euro, la liberalizzazione del
settore dei trasporti (in particolare le linee aeree) e la maggiore integrazione europea comportano un’ulteriore
semplificazione degli spostamenti in Europa. Lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche consentirà di raggiungere
altri mercati turistici e di semplificare la pianificazione delle vacanze, in particolare per quanti sono interessati a
vacanze indipendenti e personalizzate. Infine, l’adesione dei paesi dell’Europa centrale e orientale all’Unione europea
aprirà nuovi mercati.
Tuttavia, ciò non significa che lo scenario rimarrà immutato. Quel che non emerge da questi dati macroeconomici è la
possibilità che nei prossimi anni si verifichino cambiamenti significativi nel settore turistico per rispondere a richieste in
continua evoluzione, nuove opportunità e maggiore competizione. Man mano che nel mondo si sviluppano nuove aree
e diventano più accessibili sotto il profilo economico, in Europa le destinazioni classiche del turismo “sole e spiaggia”
hanno difficoltà a mantenere la propria quota di mercato.
21
Le forme di turismo “alternative”, invece, conoscono un vero e proprio boom. Secondo i dati del 1999, hanno una
crescita quasi tre volte superiore (8%) a quella del mercato del turismo classico. Indagini di mercato recenti rivelano
che sempre più persone sono interessate a provare nuovi luoghi e a scoprire forme di turismo diverse. Inoltre,
attribuiscono maggiore importanza alla qualità del prodotto, a forme di turismo caratterizzate da una maggiore
consapevolezza ambientale e a viaggi più brevi ma più frequenti. In Europa, un modo per affrontare le nuove sfide e
trarre vantaggio dalle evoluzioni delle preferenze di mercato è considerare lo sviluppo di un turismo sostenibile basato
su un ricco patrimonio naturale e culturale. Con un numero così elevato di paesaggi, climi, particolarità e tradizioni
culturali, lingue e ambienti naturali diversi, l’Europa è una piattaforma ideale per queste forme di turismo specializzato
e sempre più apprezzato.
Il potenziale in tal senso è stato evidenziato nel 1999 dal Gruppo ad alto livello sul turismo e l’occupazione della
Commissione: “ … una delle difficoltà che impediscono alle attività europee legate al turismo di beneficiare delle attuali
prospettive di mercato favorevoli è il loro scarso riconoscimento della ricchezza e diversità di attrazioni disponibili in
tutta Europa, le quali potrebbero diventare la base per destinazioni e
prodotti turistici nuovi e originali“.
5.3 - la posizione dell'Italia nel quadro mondiale
Il 2002 è stato un anno non molto positivo per il turismo internazionale in Italia, soprattutto sul fronte della spesa più
che sull’andamento dei flussi turistici. Il peggioramento dello scenario economico mondiale e del clima di fiducia delle
famiglie legato, negli USA, agli scandali finanziari e alla brusca caduta delle quotazioni azionarie, mentre nell’area
22
Euro al persistere di una situazione di stagnazione economica e di dipendenza delle borse locali dall’andamento di
Wall Street, hanno causato un raffreddamento dei consumi anche per turismo.
Questo fenomeno si è tradotto in un diminuzione della spesa media pro capite giornaliera e quindi delle entrate
turistiche. In aumento, invece, la spesa dei turisti italiani all’estero e quindi le uscite per turismo, con una conseguente
contrazione del saldo della bilancia dei pagamenti turistica.
Questo è il quadro che emerge dalla IV Conferenza L’Italia e il turismo internazionale nel 2002. Risultati e tendenze
per incoming e outgoing, organizzata da CISET, Università Ca' Foscari di Venezia e Ufficio Italiano dei Cambi in
collaborazione con DOXA e svoltasi a Venezia l’11 aprile 2003.
5.3.1 - I turisti internazionali in Italia
Secondo le rilevazioni dell’Ufficio Italiano Cambi, l'anno 2002 si è chiuso con una diminuzione delle spese dei
viaggiatori stranieri in Italia (-2,7% rispetto al 2001, per un totale di 28.207 milioni di euro). In rapporto al PIL, le entrate
rappresentano il 2,2%. La destinazione con il maggior apporto di valuta estera si conferma la provincia di Roma (3.708
milioni di euro, -24,7% rispetto al 2001), che ha sofferto soprattutto a causa del calo di presenze di turisti statunitensi e
giapponesi.
Fra le altre principali mete urbane, Milano (2.704 milioni di euro, -2,0%) e Firenze (1.971 mln, -10,0%) hanno fatto
registrare un calo delle entrate valutarie, mentre Venezia (2.303 mln, +2,5%) e soprattutto Napoli (984 mln, +13,9%),
hanno conosciuto incrementi. Dal punto di vista dei paesi di origine, la Germania si conferma la nazione che alimenta
le maggiori entrate per turismo in Italia (6.140 mld, -5,1%), in decremento insieme a quelli dei viaggiatori USA (23,4%), britannici (-5,0%) e giapponesi (-10,4%), svantaggiati dall'andamento sfavorevole del cambio e da prospettive
23
economiche e politiche ancora molto incerte, mentre i viaggiatori provenienti da Francia (+ 16,6%), Spagna (+3,5%),
Austria (+6,9%), Svizzera (+21,0%) e Croazia (+53,1%, un vero boom concentrato nelle regioni del Nord-Est), hanno
incrementato la loro spesa in Italia.
Gli italiani sono tra i 'big spenders' del mondo: in termini di spesa globale per viaggi all'estero l'Italia è al settimo posto,
dopo USA, Germania, Regno Unito, Giappone, Cina e Francia. Gli italiani all'estero nel 2002 hanno speso 17.811
milioni di euro, in forte crescita rispetto all’anno precedente (+7,6%); la Francia risulta il maggiore destinatario delle
spese turistiche degli italiani (2.179 mln), in aumento rispetto al 2001 (+10,5%); seguono gli Stati Uniti (2.077 mln,
+15,7%) - che comunque restano la prima destinazione per i viaggi di lavoro - grazie anche al rafforzamento dell'euro
sul dollaro, e la Spagna (1.483 mln, +18,2%) che sopravanza la Germania (1.089 mln, -8,4%), una delle poche
destinazioni in diminuzione.
In linea con le osservazioni precedenti i risultati sulle entrate valutarie in Italia nell’anno 2002. La spesa dei turisti
internazionali ha registrato un valore di 28.207 milioni di Euro, con un decremento del 2,7% rispetto ai 28.977 milioni
di Euro del 2002. La spesa media pro capite giornaliera è stata invece pari a 80 Euro. Analizzando i dati regionali
Friuli, Lombardia, Lazio, Valle D’Aosta e Liguria sono le regioni che hanno registrato valori, in alcuni casi, ben
superiori alla media nazionale, con una spesa media procapite rispettivamente di 159 Euro (Friuli), 102 Euro
(Lombardia), 101 Euro (Lazio), 99 Euro (Valle D’Aosta) e 85 Euro (Liguria). Da questa analisi risultano penalizzate le
regioni meridionali, in particolare la Calabria, la Puglia, il Molise e la Basilicata. Si assestano vicino alla media la
Toscana (79 Euro), la Campania (77 Euro) e il Veneto (76 Euro). Le entrate valutarie sono concentrate per il 28,7% in
24
Lazio, Toscana e Umbria, mentre per il 27,4% nel Nord Est (Veneto, Trentino A.A. e Friuli V.G.). Nelle stesse due
macroaree si genera il 50,9% del Valore Aggiunto
complessivo (rispettivamente, 26,3% nella prima e 24,6% nella seconda).
Per quanto riguarda i comportamenti di spesa dei viaggiatori stranieri in Italia, secondo quanto emerso da UIC, questi
sono ampiamente diversificati nei vari segmenti del mercato turistico incoming.
La spesa pro-capite (a persona, per soggiorno) nel 2002 è stata pari a 431 euro, con un calo del 6,5% rispetto al picco
raggiunto nel 2000 (461 euro). Simile tendenza si evidenzia per la spesa pro-capite giornaliera (nel seguito ‘spesa
PCG’), pari a 80,1 euro nel 2002, in flessione del 5,7% rispetto all’anno precedente soprattutto a causa della
diminuzione della quota complessiva dei viaggiatori dai tre paesi big spenders (Stati Uniti, Giappone, Regno Unito),
che è scesa dal 25.3% del 1998 al 21.4% del 2002.
La spesa turistica degli stranieri è destinata in massima parte all’alloggio (11,7 miliardi di euro nel 2002, 42% del
totale), quindi allo shopping (6,6 mld, 23%), ai pasti (6,1 mld, 22%), al trasporto interno all’Italia (2,6 mld, 9%), mentre
un importo globale di 1,2 mld di euro (4%) è dedicato alle restanti voci di spesa (musei, escursioni, noleggio auto,
ecc.). Il motivo del viaggio influenza sensibilmente i comportamenti: i viaggiatori d’affari, escludendo gli escursionisti,
spendono 109 euro a persona al giorno, contro i 67 euro di chi viaggia per motivi personali. Nettamente diversificata è
la spesa PCG per tipo di struttura: 71 euro a persona al giorno per gli alberghi, 22 per le case in affitto, 15 per il
campeggio (33 il valore medio). La spesa PCG negli alberghi varia con il tipo di viaggiatore: 110 euro a persona al
giorno per i business travellers e 61 per gli altri. A Milano (149 euro a persona al giorno per il segmento ‘affari’, 80
euro per gli altri), Roma (rispettivamente 156 e 76 euro), Napoli (98 e 76 euro) e Firenze (125 e 66); gli stranieri
25
effettuano le più elevate spese alberghiere. Analizzando il paese di provenienza dei viaggiatori, emerge che, come già
accennato, i viaggiatori da USA (1.699 euro a persona, 139 euro a persona al giorno), Giappone (1.382 e 161 euro al
giorno) e Regno Unito (832 e 107) mostrano i più alti valori medi di spesa. La Germania, primo paese per entrate
valutarie turistiche complessive, è invece tra quelli con più bassa spesa PCG (59 euro).
Con riferimento al profilo dei viaggiatori stranieri in Italia, dai dati del 2002, si evince che quasi il 39% dei visitatori
arrivano d'estate, 28% in primavera, 18% in autunno e 15% in inverno, con un incremento degli arrivi in autunno (da
16.7% nel 2000 a 18% nel 2002) ed una flessione degli arrivi d'estate (da 40.7% nel 2000 a 39% nel 2002). In un
quadro nel complesso stabile della distribuzione degli arrivi, fra i diversi tipi di alloggi (alberghi, case in affitto, case in
proprietà, ecc.), nei tre anni in esame diminuisce leggermente il peso degli alberghi (da 55.3% a 53.3%) ed aumenta
in misura corrispondente quello delle case in affitto (da 7.4% a 9.1%).
Flessione significativa del peso dei viaggi per turismo negli ultimi tre anni (da 61.5% degli arrivi nel 2000 a 59.7% nel
2002) ed incremento del peso dei viaggi per lavoro (dal 17.9% degli arrivi nel 2000 a 21.1% nel 2002) ed anche delle
visite a parenti in Italia (da 6.3% a 7.4%). La distribuzione delle presenze dei visitatori stranieri fra le quattro grandi
ripartizioni geografiche è rimasta quasi costante negli ultimi due anni: 39% nell'Italia Nord-Orientale, 27% nell'Italia
Nord-Occidentale, 24% nell'Italia Centrale e 10% nell'Italia Meridionale, con una flessione dell'Italia Centrale, rispetto
al 2000, anno del Giubileo (dal 27% al 24%) ed un incremento per altre zone, soprattutto per l'Italia Meridionale del
9% (da 8% al 10%) e per l'Italia Nord-Orientale (dal 38% al 39%).
La soddisfazione dei visitatori stranieri in Italia è rimasta stabile negli ultimi 3 anni, ad un livello piuttosto elevato, con
un "voto" medio al viaggio di 8.3 in media, in una scala compresa fra un minimo di 1 ed un massimo di 10, con un
26
peggioramento dei giudizi sui prezzi, rispetto ai due anni precedenti, ed un lieve, ma costante miglioramento dei
giudizi dei visitatori sulla sicurezza dei turisti.
Sempre in testa, nella graduatoria, i giudizi sulle città ed opere d'arte, sull' ambiente ed il paesaggio , sulla cucina
italiana e sull' accoglienza in Italia.
Focalizzando l’attenzione sui viaggiatori internazionali per motivi di vacanza, la visita alle città d’arte rappresenta la
prima ragione per trascorrere un soggiorno in Italia. Secondo i dati del CISET, nel 2002 il 30% circa dei viaggiatori
internazionali si è diretto verso queste destinazioni, generando oltre il 36% del fatturato complessivo per vacanza, a
fronte di una spesa media pro capite giornaliera pari a 108,8 Euro (rispetto ad una spesa media per vacanza in Italia
di 76,5 Euro).
Per quanto riguarda invece i turismi emergenti, in forte crescita -- anche se su volumi di domanda ancora limitati – la
vacanza alla scoperta del territorio, della natura e dei prodotti locali (comprendente l’agriturismo, il turismo verde e
l’enogastronomia), che nel 2002 ha attratto il 2,6% dei viaggiatori pernottanti provenienti dall’estero e ha generato il
4% circa del fatturato totale per vacanza, a fronte di una spesa media pro capite giornaliera dei turisti che si aggira
sugli 83 Euro.
Ma vediamo i principali elementi che caratterizzano i due segmenti.
Il turista nelle città d’arte proviene soprattutto da Germania, Francia, Regno Unito e Austria (oltre 56% dei flussi totali),
si dirige principalmente in Veneto, Lazio e Toscana (e in particolare nelle province di Venezia, Roma e Firenze), si
muove prevalentemente in pullman o mezzi privati su gomma (43,5%) o in aereo (42,7%) e nel 23% dei casi ricorre ad
27
un intermediario specializzato acquistando un viaggio all inclusive (contro una media del 13% sul totale vacanzieri
esteri), che comprende il viaggio e l’alloggio o altri servizi.
Il turista che invece è interessato a scoprire il territorio italiano e le peculiarità della cultura e delle tradizioni locali
proviene per il 57% dai paesi confinanti di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), sceglie come destinazione
soprattutto la Toscana (41%, in particolare le province di Firenze e Siena) e -- date le caratteristiche di mobilità e
indipendenza di tale tipo di vacanza -- utilizza per il 68% il trasporto su strada (auto propria o pullman) e solamente
nell’8,5% dei casi si rivolge ad un’agenzia di viaggi per acquistare un pacchetto tutto compreso.
5.3.2 - I turisti italiani all’estero
Il profilo dei viaggiatori italiani all’estero nel 2002, secondo quanto emerge dall’Istituto Doxa, mostra una sostanziale
stabilità nelle caratteristiche e nella struttura.
Le principali destinazioni restano quelle europee (81% dei viaggi), seguite da destinazioni d’oltreoceano: Americhe
(8,2%), Africa (4,5%), Medio Oriente (3,5%), Asia (2,4%), e Oceania (0,4%). Tra i circa 24 milioni di viaggiatori italiani
all’estero con almeno un pernottamento nel 2002, 50% hanno fatto il viaggio per svago/vacanza, 31% per lavoro ed il
restante 19% ha fatto il viaggio per altri motivi personali.
Focalizzando sui motivi di svago, il 39% ha fatto all’estero una vacanza di mare, il 27% ha visitato città d’arte, il 7% ha
fatto una vacanza in montagna ed il restante 7% ha scelto una vacanza naturale (3%), una vacanza al lago (2%) o
una vacanza sportiva (1,5%). Il restante 20% ha fatto un viaggio all’estero (con un pernottamento) per partecipare ad
eventi culturali, sportivi o per altri motivi. In particolare, nel 2002, le mete preferite all’estero per vacanze al mare sono
state, in Europa: la Francia, la Spagna, la Grecia, la Croazia. Le destinazioni extraeuropee più frequentate risultano
28
l’Egitto, la Tunisia e le destinazioni Caraibiche (soprattutto Santo Domingo e Cuba). Per le vacanze in montagna, le
mete preferite nel 2002 sono state l’Austria, la Svizzera, la Francia ed altre destinazioni in Europa (Slovenia,
Germania, ecc.). Le mete preferite per visite a città d’arte sono state: Francia (Parigi), Austria (Vienna, Salisburgo),
Spagna (Madrid e Barcellona), Germania (Berlino) e Regno Unito (Londra). Le mete all’estero preferite per una
vacanza al lago sono state Austria, Svizzera e Francia e per fare vacanze naturali (vacanze verdi) le mete preferite
sono state la Francia, Germania e Austria.
Per quanto attiene la soddisfazione per il viaggio, osserviamo che gli italiani all’estero sono più critici rispetto ai
viaggiatori stranieri che vengono in Italia. A vantaggio dell’Italia vi sono l’accoglienza e la cortesia degli abitanti, le
opere d’arte/città d’arte, la qualità dei pasti e la qualità dei prodotti nei negozi. A vantaggio delle destinazioni all’estero,
gli italiani riconoscono una migliore qualità degli alberghi, maggiori informazioni per i turisti e la sensazione di
maggiore sicurezza. Aspetto particolarmente critico osservato nel 2002, sia per gli italiani all’estero sia per gli stranieri
in Italia, è il livello dei prezzi, giudicato elevato da tutti i viaggiatori, italiani e stranieri.
Passando poi al comportamento di spesa dei viaggiatori italiani all’estero, secondo le cifre fornite da UIC, data la
spesa complessiva (come detto pari a 17.811 milioni di euro nel 2002), il 45% è stato speso per l'alloggio, il 23% per i
pasti, il 13% per lo shopping, il 12% per il trasporto interno ai paesi esteri visitati ed il 7% per altri scopi.
La durata media dei soggiorni, escludendo gli escursionisti, è stata di 10,6 giorni.
I viaggi d'affari rappresentano una parte importante del movimento turistico degli italiani all'estero; hanno
rappresentato il 43% della spesa e il 31% del numero dei viaggiatori pernottanti nel 2002.
Una finestra sull’evoluzione degli italiani all’estero nel 2003 evidenzia la ripresa della fiducia dei consumatori.
29
il potere di acquisto garantito da un euro forte e una abbondanza di soluzioni last minute offerte dagli operatori turistici
garantiscono tassi di crescita positivi per le partenze degli Italiani verso l’estero.
Secondo i risultati del modello CISET, 17.676 milioni di Italiani andranno all’estero, con un tasso di crescita pari al
+1,2% nel 2003 rispetto al 2002. Il 61% di tali partenze (pari a 10.791 milioni) sarà diretto verso i paesi dell’Area
Mediterranea (con un tasso di crescita del +2,2% rispetto al 2002). La seconda area in termini di valori assoluti è
rappresentata dall’Europa Centrale, con poco più di 3 milioni di partenze, che cresceranno del +1,5%.
Le partenze verso i paesi del Nord Europa (circa 1,6 milioni) cresceranno del +0,1% nel 2003, mentre verso i Paesi
extraeuropei (poco più di 2 milioni) il numero di partenze sarà inferiore del 3,4% rispetto al 2002.
5.3.3 - La posizione competitiva dell’Italia
La buona posizione dell’Italia è in competizione con la concorrenza dei partner europei e con quella dei nuovi paesi
turistici.
L’offerta sta diventando sempre più "matura" e stenta a competere con le nuove tipologie turistiche, disponibili a
condizioni più vantaggiose. Ad esempio, senza citare il caso delle vacanze nei paesi esotici a prezzi più
concorrenziali, va considerato che nel Paese sono entrati circa 33 milioni di turisti stranieri che hanno speso 30
miliardi di dollari, mentre nella vicina Francia, caratterizzata da situazioni storico-culturali similari alle nostre, a fronte di
una entrata valutaria paragonabile a quella italiana, si è registrato un movimento di persone pressoché doppio (62,4
30
milioni di arrivi). Ciò sottolinea come l'offerta di questo Paese si estende anche alle fasce inferiori della domanda
turistica.
Gli elevati costi dipendono, se non in maniera addirittura preponderante, anche dalla organizzazione generale dei
servizi turistici, dalle infrastrutture pubbliche, dalla funzionalità dei servizi comuni e dei trasporti, dalla visibilità della
nostra offerta in campo nazionale ed internazionale.
Ricercatori ed esperti del settore concordano nel constatare la presenza di un consumatore turistico più evoluto e più
attento alla qualità del prodotto offerto, e quindi più esigente. È di grande attualità cercare di anticipare le esigenze
emergenti in modo da essere pronti a soddisfarle. Il coinvolgimento degli attori pubblici e privati deve essere
coordinato in maniera da valorizzare l'esistente, ciò che potenzialmente c'è ma non è utilizzato, ciò che può richiamare
l'attenzione del turista curioso e desideroso di novità. Occorre rendersi conto che non c'è soltanto il turismo di
mantenimento, ma c'è anche il nuovo turista ed il turista rinnovato che ha già fatto esperienze positive e che desidera
acquisirne di nuove.
Un'adeguata politica a favore del turismo, come fattore di sviluppo economico, deve prevedere, perciò, una generale
migliore offerta dei servizi turistici, con una più efficiente organizzazione, sia micro (singoli operatori) sia macro
(organismi pubblici, locali o nazionali).
In ambito territoriale l'utilizzazione dei siti "minori" deve costituire un fattore di trascinamento di sviluppo ed altresì un
elemento di decongestionamento delle aree storiche. Le esperienze di alcune città (come ad esempio quella di Napoli)
31
devono essere estese anche ad altre città del territorio nazionale; la migliorata accessibilità e una più capillare
informazione sulla fruibilità del patrimonio storico locale hanno favorito un rinnovato interesse da parte della
popolazione locale, ma sono anche elemento di stimolo per un'utenza straniera curiosa ed attenta ai fatti culturali
connessi con il territorio.
Anche gli eventi costituiscono oggetto di richiamo per il turista. La creazione di nuovi avvenimenti può rappresentare
un motivo di rilancio, quando non addirittura di lancio, di località finora ai margini delle grosse correnti turistiche. Tali
eventi possono avere un collegamento con la storia e la cultura locale (riscoperta di tradizioni storiche o culinarie, ad
esempio), ma possono anche essere legati ad elementi di richiamo più generalizzati, come premi letterari o grandi
eventi sportivi, festival canori o cinematografici, e così via.
Da quanto detto emerge che il nostro Paese non potrà contare per molto sul turismo di massa, anche se in molte zone
esiste un'offerta scarsamente diversificata per livelli di ospitalità, ciò che potrebbe, al momento, sollecitare un turismo
meno pretenzioso. Tuttavia, tenendo conto delle specificità della nostra materia prima, fondata sul patrimonio storicoculturale-ambientale, potranno essere sviluppate forme turistiche attualmente ritenute di nicchia. Tale è il caso del
turismo ambientale, che si va estendendo mano mano che aumenta la sensibilità dell'opinione pubblica sui problemi
ecologici. O tali potrebbero essere i cosiddetti itinerari della fede connessi con il turismo religioso. Ma anche il turismo
congressuale potrebbe costituire la premessa per un'incentivazione di altre forme di richiamo.
Sotto forma di turismo di élite possono rientrare due manifestazioni agli antipodi. Da un lato, vi è infatti un turismo
esigente, che ricerca elevate prestazioni in termini di ricettività e di servizi; d'altro canto, vi sono forme di turismo
32
"estremo" che richiedono scarsi sostegni organizzativi e con propensione all' utilizzazione principalmente delle risorse
fisiche individuali. Anche queste sono nicchie che potrebbero diventare significative nel panorama delle motivazioni
agli spostamenti turistici.
Un ulteriore terreno di esplorazione è rappresentato dalle fonti e dalla politica di finanziamento dell'industria turistica.
L'investimento nel settore turistico assumerà sempre di più il carattere di investimento di lungo periodo ed in questo
senso una maggiore attenzione deve essere attribuita al ruolo ed alla natura delle fonti di finanziamento. Un sistema
turistico che mantenga le prime posizioni sul palcoscenico mondiale richiede investimenti finalizzati. Il finanziamento è
un campo da approfondire, in quanto deve essere visto quale strumento di politiche attive a favore di un turismo
coordinato e programmato.
33
Un altro filone della ricerca carente di finanziamenti è costituito dallo studio
delle motivazioni psico-sociali che sono alla base del movimento turistico.
Andrebbero approfonditi gli effetti dei diversi media sulle attitudini
comportamentali degli utenti e sul trascinamento di comportamenti di massa.
Un ulteriore settore di ricerca che andrebbe approfondito è quello che
riguarda il coinvolgimento del "terzo" operatore turistico. Se da un lato vi è
infatti il turista (elemento di domanda), dall'altro vi è il fornitore del servizio
turistico (operatore pubblico o privato che agisce sul lato dell'offerta), vi è poi
la popolazione locale. Questa è stata intesa finora come elemento di
contrasto, per le sue esigenze di quotidianità. Vi sarebbe invece la possibilità
di coinvolgere attivamente la popolazione locale nel processo turistico, che
potrebbe divenire momento centrale dell'attività produttiva. Non può essere
dimenticato che molto spesso sono gli aspetti etnologici e culturali a costituire motivo di attrazione: la produzione
artigianale e locale può sollecitare la curiosità del visitatore.
Quanto sinteticamente accennato lascia intendere che nuovi filoni di ricerca si possono approntare per il
miglioramento conoscitivo del settore. Il turismo è fortemente evolutivo anche per la concorrenza sempre più
agguerrita che proviene dall'estero; ciò non annulla l'esigenza di monitorare con continuità quanto già emerso e che
potrebbe con il tempo, anche a breve, modificarsi.
34
Sicuramente siamo di fronte ad un settore strategico per la nostra economia e per lo sviluppo sociale della nostra
collettività e non ci è quindi consentito allentare l'attenzione ad esso ora che il "monopolio" storico-culturalearcheologico di cui abbiamo goduto nel passato sta perdendo smalto.
6. IL TURISMO IN ITALIA
6.1- I principali dati ISTAT
Ö Nel 2001, le persone residenti in Italia hanno effettuato 88 milioni e 683 mila viaggi con almeno un
pernottamento, per un totale di 608 milioni e 546 mila notti.
Ö L’84,9% di questi viaggi è stato realizzato per motivi di vacanza, mentre il 15,1% è stato effettuato per
motivi di lavoro.
Ö Le vacanze ‘lunghe’ (4 o più notti) sono state il tipo di vacanza più diffuso: queste hanno
rappresentato il 57% del totale delle vacanze del 2001, mentre le vacanze ‘brevi’ (1-3 notti) hanno
rappresentato il 43% dei viaggi di vacanza.
Ö I mesi estivi, in particolare luglio e agosto, sono stati come di consueto i mesi in cui si è registrato il
maggior numero di partenze per vacanza. Nel bimestre si è concentrato il 36,3% delle partenze per
vacanza dell'intero anno e, in particolare, il 53,2% delle partenze per vacanze ‘lunghe’.
35
Ö L’84,3% dei viaggi ha avuto come destinazione principale l’Italia, mentre un Paese estero è stata la
meta del restante 15,7%.
Ö I Paesi esteri più visitati sono stati la Francia, la Spagna e la Germania: dei 13 milioni e 962 mila
viaggi all’estero, il 20,3% ha avuto come destinazione una località della Francia, l'11,1% della
Spagna e l’8,2% della Germania.
Ö Le regioni italiane più visitate sono state Lazio, Lombardia, Toscana e Emilia-Romagna, seguite da
Piemonte, Veneto e Liguria.
Ö Alcune regioni italiane sono caratterizzate da una forte stagionalità dei flussi turistici per vacanza,
altre invece hanno una capacità attrattiva costante durante tutto l'anno. In particolare, Calabria,
Puglia e Campania si sono confermate mete quasi esclusivamente estive, mentre Lombardia e
Trentino-Alto Adige hanno ricevuto intensi flussi turistici durante il periodo invernale. L'EmiliaRomagna è stata la principale destinazione delle vacanze 'lunghe' nei periodi primaverile-estivo. Più
stabili sono risultate, invece, la Toscana, la Lombardia e il Piemonte.
Ö Il 50,6% dei viaggi è stato realizzato senza alcuna prenotazione. Si è prenotato tramite agenzia o tour
operator nel 17,8% dei casi. Nei viaggi all'estero il ricorso a prenotazione è stato più frequente
(75,6%).
Ö Il mezzo di trasporto più utilizzato è stato l'automobile (64,9%), seguita da aereo (13,2%), treno
(10,9%) e pullman (5,4%). Le tipologie di alloggio più utilizzate sono state l'albergo (42,1%),
36
soprattutto per i viaggi di lavoro (79,8%), e la casa di parenti o amici (29,9%), soprattutto per le
vacanze di 1-3 notti (40,7%).
Ö Nell'estate 2001 (luglio-settembre), gli italiani che hanno trascorso almeno una vacanza sono stati il
43% dei residenti, mentre nel resto dell’anno la quota è oscillata tra il 14,7% (ottobre-dicembre) ed il
21,4% (aprile-giugno). Tra il 3% ed il 3,8% sono state le quote di coloro che hanno viaggiato per
lavoro nei vari trimestri.
Ö Nel periodo estivo, la quota più alta di turisti per vacanza si è riscontrata tra i bambini di 0-14 anni
(52,6% dei residenti di tale età) e gli adulti di 25-44 anni (50,4%). Inoltre in vacanza si sono recati
maggiormente gli studenti e gli occupati: tra luglio e settembre, ha effettuato almeno una vacanza il
55% degli studenti e il 52,5% degli occupati.
Ö Anche nel 2001 si conferma lo svantaggio dei residenti al Sud nel viaggiare, soprattutto per vacanza.
Le differenze tra le diverse aree del Paese sono presenti in tutti i periodi dell’anno. Nel trimestre
estivo, in particolare, la percentuale di residenti al Nord e al Centro che hanno effettuato almeno una
vacanza è stata rispettivamente del 53,1% e del 44,9%, mentre per il Sud tale quota è stata del
29,6%.
37
6.2 - I viaggi
6.2.1 - Quanti sono
Nel 2001 i residenti in Italia hanno effettuato 88 milioni e 683 mila viaggi con almeno un pernottamento: di questi
l’84,9% è stato di vacanza e il 15,1% di lavoro. A questi viaggi sono corrisposte complessivamente 608 milioni e 546
mila notti, di cui il 91,1% è attribuibile a viaggi per motivi personali e il restante 8,9% a viaggi professionali (Figura 1.1).
L'analisi dei dati dal 1998 al 2001 mostra una tendenziale diminuzione dei viaggi. Nel 1998 e nel 1999 i viaggi
compiuti nell'anno superavano i 90 milioni, nel 2000 sono stati poco più di 89 milioni, fino a raggiungere circa 88
milioni e mezzo nel 2001 (Prospetto 1.1).
38
39
Prospetto 1.1 - Viaggi e notti per trimestre e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale)
Viaggi
TIPOLOGIA
DEL
VIAGGIO
Notti (a)
ANNO
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Totale
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Totale
In migliaia
Vacanza
1998
1999
2000
2001
15.081
11.912
13.132
12.942
15.441
18.002
17.310
17.035
38.061
33.870
35.244
32.718
10.562
11.647
10.547
12.569
79.145
75.431
76.233
75.265
61.756
53.510
59.134
61.064
71.493
78.424
75.442
75.947
412.368
385.287
396.536
369.302
41.087
44.030
47.524
48.141
586.705
561.250
578.636
554.453
Lavoro
1998
1999
2000
2001
3.654
3.759
3.635
3.333
3.601
3.857
3.518
2.990
3.523
3.163
2.530
2.985
3.031
3.824
3.141
4.111
13.808
14.603
12.824
13.419
15.225
12.841
11.751
13.743
15.588
17.109
16.841
10.291
18.930
14.783
17.016
14.844
12.036
15.127
12.622
15.215
61.779
59.861
58.230
54.093
Totale
1998
1999
2000
2001
18.735
15.671
16.767
16.275
19.041
21.859
20.827
20.025
41.583
37.033
37.773
35.703
13.593
15.471
13.688
16.680
92.953
90.034
89.055
88.683
76.981
66.351
70.884
74.807
87.082
95.533
92.283
86.238
431.298
400.071
413.552
384.145
53.123
59.157
60.146
63.357
648.484
621.111
636.865
608.546
Vacanza
1998
1999
2000
2001
80,5
76,0
78,3
79,5
81,1
82,4
83,1
85,1
91,5
91,5
93,3
91,6
77,7
75,3
77,1
75,4
Composizione percentuale
85,1
80,2
83,8
80,6
85,6
83,4
81,6
84,9
82,1
82,1
81,8
88,1
95,6
96,3
95,9
96,1
77,3
74,4
79,0
76,0
90,5
90,4
90,9
91,1
Lavoro
1998
1999
2000
2001
19,5
24,0
21,7
20,5
18,9
17,6
16,9
14,9
8,5
8,5
6,7
8,4
22,3
24,7
22,9
24,6
14,9
16,2
14,4
15,1
19,8
19,4
16,6
18,4
17,9
17,9
18,2
11,9
4,4
3,7
4,1
3,9
22,7
25,6
21,0
24,0
9,5
9,6
9,1
8,9
Totale
1998
1999
2000
2001
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
(a)
Il numero delle notti nel trimestre si deve intendere come durata complessiva (in notti) dei viaggi conclusi nel trimestre.
40
In particolare, nel 2001 è stata significativa la diminuzione dei viaggi nel trimestre estivo (lugliosettembre), dovuta in
gran parte ad un minor numero di vacanze: durante quest'ultimo anno i viaggi di vacanza sono stati 32 milioni e 718
mila, circa 2 milioni e mezzo in meno rispetto all'anno precedente.
Rispetto al 2000 sono diminuite anche le notti, sia per i viaggi di vacanza che per quelli di lavoro.
Nel 2001 le notti per vacanza sono state circa 550 milioni e per lavoro circa 54 milioni, mentre nel 2000 sono state
rispettivamente 580 milioni e 58 milioni circa.
41
Nel 2001, il 57% delle vacanze ha avuto una durata di 4 o più notti, mentre il rimanente 43% è stato un soggiorno di 13 notti (Prospetto 1.2).
Gran parte delle vacanze dell’anno sono state effettuate tra luglio e settembre (43,5% del totale dei viaggi di vacanza)
per un totale di 369 milioni e 302 mila notti (66,6% del totale delle notti per vacanza).
Il maggior numero dei viaggi personali registrati in questo periodo, rispetto agli altri periodi dell'anno, è per lo più
dovuto alla consistente presenza di vacanze ‘lunghe’, le quali, oltre ad essere la tipologia di viaggio più diffusa tra gli
italiani (48,3% del totale dei viaggi), presentano una forte stagionalità, con il massimo incremento proprio nel trimestre
estivo. Tra luglio e settembre 2001, le vacanze ‘lunghe’ sono state il 72,9% del totale dei viaggi effettuati dagli italiani
nel trimestre estivo, mentre negli altri trimestri si sono registrati valori molto inferiori (Figura 1.2). Il 2001 comunque
haregistrato una lieve diminuzione delle vacanze 'lunghe' effettuate tra luglio e settembre: nel 2001 sono state 26
milioni e 27 mila, contro i 27 milioni e 99 mila registrati nel 2000 (Prospetto 1.2).
Le vacanze ‘brevi’ risentono della stagionalità in misura decisamente minore. La percentuale delle vacanze 'brevi' sul
totale dei viaggi è stabile nel trimestre, ad eccezione del periodo estivo in cui è più ridotta (18,7%). La scarsa
stagionalità è evidenziata anche dai valori assoluti: il numero di
vacanze con durata inferiore alle 3 notti va da circa 6 milioni e 700 mila (luglio-settembre) a poco più di 8 milioni
(ottobre-dicembre), con un lieve aumento solo nel periodo primaverile, in cui supera i 10 milioni.
Per le vacanze di 1-3 notti è evidente la diminuzione dal 1998 al 2001: da 37 milioni e 622 mila vacanze 'brevi' nel
1998 si passa a 32 milioni e 400 mila nel 2001. Tale decremento è dovuto in modo particolare alla diminuzione delle
42
vacanze di breve durata effettuate nel trimestre estivo, nel 1998 avevano raggiunto quasi 11 milioni, mentre nel 2001
sono state 6 milioni e 692 mila.
L’assenza di stagionalità si evidenzia anche nei viaggi per motivi di lavoro: i valori registrati vanno da poco meno di 3
milioni in luglio-settembre a poco più di 4 milioni in ottobre-dicembre. In termini percentuali il picco più basso si registra
in luglio-settembre (8,4%).
43
Prospetto 1.2 - Viaggi e notti di vacanza per trimestre e durata della vacanza – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale)
Viaggi
DURATA DELLA
VACANZA
Notti (a)
ANNO
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Totale
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Totale
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
9.917
7.151
7.981
7.292
9.755
11.815
10.637
10.271
10.899
8.358
8.145
6.692
7.051
7.735
7.107
8.146
In migliaia
37.622
35.060
33.870
32.400
16.834
13.206
14.390
13.527
18.243
21.168
19.778
19.636
20.461
16.071
15.546
13.743
12.758
14.224
13.759
15.461
68.296
64.669
63.473
62.367
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
5.164
4.761
5.151
5.650
5.686
6.187
6.673
6.764
27.161
25.512
27.099
26.027
3.511
3.912
3.440
4.423
41.523
40.371
42.363
42.864
44.923
40.304
44.744
47.537
53.250
57.255
55.663
56.310
391.907
369.216
380.990
355.558
28.329
29.805
33.764
32.680
518.408
496.581
515.161
492.086
Totale
1998
1999
2000
2001
15.081
11.912
13.132
12.942
15.441
18.002
17.310
17.035
38.061
33.870
35.244
32.718
10.562
11.647
10.547
12.569
79.145
75.431
76.233
75.265
61.756
53.510
59.134
61.064
71.493
78.424
75.442
75.947
412.368
385.287
396.536
369.302
41.087
44.030
47.524
48.141
586.705
561.250
578.636
554.453
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
65,8
60,0
60,8
56,3
63,2
65,6
61,4
60,3
28,6
24,7
23,1
20,5
66,8
66,4
67,4
64,8
Composizione percentuale
47,5
27,3
46,5
24,7
44,4
24,3
22,2
43,0
25,5
27,0
26,2
25,9
5,0
4,2
3,9
3,7
31,1
32,3
29,0
32,1
11,6
11,5
11,0
11,2
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
34,2
40,0
39,2
43,7
36,8
34,4
38,6
39,7
71,4
75,3
76,9
79,5
33,2
33,6
32,6
35,2
52,5
53,5
55,6
57,0
72,7
75,3
75,7
77,8
74,5
73,0
73,8
74,1
95,0
95,8
96,1
96,3
68,9
67,7
71,0
67,9
88,4
88,5
89,0
88,8
Totale
1998
1999
2000
2001
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
(a) Il numero delle notti nel trimestre si deve intendere come durata complessiva (in notti) dei viaggi conclusi nel trimestre.
44
Nel 2001, la durata media dei viaggi è stata di 6,9 notti. I viaggi di lavoro hanno avuto una durata media di 4 notti,
mentre i viaggi di vacanza di 7,4 notti (1,9 notti per le ‘brevi’ e 11,5 notti per le ‘lunghe’). I viaggi con durata media più
lunga sono quelli effettuati a luglio-settembre, sia per motivi personali che professionali (rispettivamente 11,3 e 5
notti).
Confrontando i diversi anni non si registrano evidenti fluttuazioni nella durata media per trimestre.
Dal 1998 al 2001 il periodo estivo è stato sempre caratterizzato da soggiorni che hanno superato in media i 10 giorni
di durata, mentre negli altri trimestri si va da un minimo di 3,8 giorni a un massimo di 4,6 giorni (Prospetto 1.3).
In genere, comunque, il numero delle vacanze di 4 o più notti diminuisce al crescere della durata: nel 2001, quasi la
metà delle vacanze 'lunghe' ha avuto una durata compresa tra 4 e 7 notti (49,3%), il 28,1% è stato di 8-14 notti, il 13%
di 15-21 notti e, infine, il 9,6% di 22 o più notti (Tavola 1.1).
Nel trimestre luglio-settembre è stata decisamente maggiore la concentrazione dei viaggi personali con durata più
lunga: la quota di vacanze che ha superato le 3 settimane è stata infatti del 13,7%, mentre negli altri trimestri non ha
raggiunto il 4%.
Dal 1998 al 2001 si osserva un aumento delle vacanze da 4 a 7 pernottamenti ed una diminuzione delle vacanze di
durata molto lunga, superiore alle 3 settimane (Prospetto 1.4).
45
Tavola 1.1 - Viaggi di vacanza di 4 o più notti per durata e trimestre – Anno 2001
(composizione
percentuale)
Durata della vacanza di 4 o più notti
TRIMESTRE
Gennaio-Marzo
Aprile-Giugno
Luglio-Settembre
Ottobre-Dicembre
Totale
4 - 7 notti
8 -14 notti
15 - 21 notti
22 o più notti
Totale
67,0
66,9
36,5
75,6
49,3
23,7
22,9
32,1
17,7
28,1
5,4
7,1
17,7
4,1
13,0
3,9
3,1
13,7
2,6
9,6
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Prospetto 1.3 - Durata media del viaggio per trimestre e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (numero
medio di
pernottamenti)
Trimestre
TIPOLOGIA DEL
VIAGGIO
ANNO
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Totale
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
1,7
1,8
1,8
1,9
1,9
1,8
1,9
1,9
1,9
1,9
1,9
2,1
1,8
1,8
1,9
1,9
1,8
1,8
1,9
1,9
Vacanza 4 o più notti
1998
8,7
9,4
14,4
8,1
12,5
46
1999
2000
2001
8,5
8,7
8,4
9,3
8,3
8,3
14,5
14,1
13,7
7,6
9,8
7,4
12,3
12,2
11,5
Vacanza
1998
1999
2000
2001
4,1
4,5
4,5
4,7
4,6
4,4
4,4
4,5
10,8
11,4
11,3
11,3
3,9
3,8
4,5
3,8
7,4
7,4
7,6
7,4
Lavoro
1998
1999
2000
2001
4,2
3,4
3,2
4,1
4,3
4,4
4,8
3,4
5,4
4,7
6,7
5,0
4,0
4,0
4,0
3,7
4,5
4,1
4,5
4,0
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
4,1
4,2
4,2
4,6
4,6
4,4
4,4
4,3
10,4
10,8
10,9
10,8
3,9
3,8
4,4
3,8
7,0
6,9
7,2
6,9
Prospetto 1.4 - Viaggi di vacanza di 4 o più notti per trimestre e durata – Anni 1998-2001
(dati in migliaia e composizione percentuale)
Trimestre
DURATA DELLA VACANZA
DI 4 O PIU' NOTTI
ANNO
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Totale
47
In migliaia
4 – 7 notti
1998
1999
2000
2001
3.417
3.288
3.491
3.786
3.428
3.993
4.803
4.523
9.278
8.640
10.206
9.505
2.467
2.934
2.299
3.343
18.589
18.856
20.798
21.157
8 – 14 notti
1998
1999
2000
2001
1.196
918
1.212
1.339
1.610
1.484
1.385
1.551
9.035
8.815
8.765
8.354
737
657
812
785
12.578
11.874
12.174
12.029
15 – 21 notti
1998
1999
2000
2001
1998
1999
2000
2001
389
359
215
305
162
195
232
221
345
367
265
479
303
343
220
211
4.403
3.918
4.188
4.610
4.445
4.138
3.940
3.557
218
224
154
182
90
96
175
113
5.355
4.868
4.823
5.576
5.000
4.773
4.567
4.102
Totale
1998
1999
2000
2001
5.164
4.761
5.151
5.650
5.686
6.187
6.673
6.764
27.161
25.512
27.099
26.027
3.511
3.912
3.440
4.423
41.523
40.371
42.363
42.864
4 – 7 notti
1998
1999
2000
2001
18,4
17,4
16,8
17,9
18,4
21,2
23,1
21,4
49,9
45,8
49,0
44,9
13,3
15,6
11,1
15,8
100,0
100,0
100,0
100,0
8 – 14 notti
1998
1999
2000
2001
9,5
7,7
10,0
11,1
12,8
12,5
11,4
12,9
71,8
74,2
71,9
69,5
5,9
5,5
6,7
6,5
100,0
100,0
100,0
100,0
15 – 21 notti
1998
1999
2000
2001
7,3
7,4
4,5
5,5
6,4
7,5
5,5
8,6
82,2
80,5
86,8
82,6
4,1
4,6
3,2
3,3
100,0
100,0
100,0
100,0
22 o più notti
Composizione percentuale
48
22 o più notti
1998
1999
2000
2001
3,2
4,1
5,1
5,4
6,1
7,2
4,8
5,1
88,9
86,7
86,3
86,7
1,8
2,0
3,8
2,8
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
1998
1999
2000
2001
12,4
11,8
12,2
13,2
13,7
15,3
15,8
15,8
65,4
63,2
63,9
60,7
8,5
9,7
8,1
10,3
100,0
100,0
100,0
100,0
6.2.2 - Le motivazioni prevalenti
Nel 2001, il 72,3% delle vacanze è stato effettuato per piacere o svago, motivo prevalente soprattutto per i soggiorni di
4 o più notti (78,7%). Dopo il piacere e lo svago, è stata la visita a parenti o amici la motivazione di viaggio più
frequente (24% delle vacanze), presente soprattutto per le vacanze di breve durata (31,8%) (Prospetto1.5).
49
Decisamente meno numerose sono state le vacanze per trattamenti di salute (1,8%) e per motivi religiosi o
pellegrinaggi (1,7%).
50
Prospetto 1.5 - Viaggi di vacanza per motivo prevalente e durata – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e
composizione percentuale)
Motivo
DURATA DELLA
VACANZA
ANNO
Piacere, svago
Visita a parenti
o amici
Motivi religiosi,
pellegrinaggio
Trattamenti di
salute, cure
termali
In migliaia
782
684
1.543
876
Non sa/non
risponde
Totale
486
505
596
399
243
512
318
73
37.622
35.060
33.870
32.400
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
22.141
21.324
18.918
20.741
13.969
12.035
12.495
10.311
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
32.077
31.863
33.263
33.725
7.511
6.674
7.093
7.759
451
443
738
373
1.199
1.144
1.025
946
285
246
244
62
41.523
40.371
42.363
42.864
Totale vacanze
1998
1999
2000
2001
54.218
53.187
52.181
54.466
21.481
18.709
19.589
18.070
1.233
1.127
2.281
1.249
1.685
1.649
1.620
1.346
528
758
561
135
79.145
75.431
76.232
75.265
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
58,9
60,8
55,8
64,1
37,1
34,3
36,9
31,8
Composizione percentuale
2,1
1,3
2,0
1,4
4,6
1,8
2,7
1,2
0,6
1,5
0,9
0,2
100,0
100,0
100,0
100,0
51
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
77,3
78,9
78,6
78,7
18,1
16,5
16,7
18,1
1,1
1,1
1,7
0,9
2,9
2,8
2,4
2,2
0,7
0,6
0,6
0,1
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale vacanze
1998
1999
2000
2001
68,5
70,5
68,5
72,3
27,1
24,8
25,7
24,0
1,6
1,5
3,0
1,7
2,1
2,2
2,1
1,8
0,7
1,0
0,7
0,2
100,0
100,0
100,0
100,0
In particolare, le vacanze per motivi religiosi sono diminuite dopo il cospicuo aumento registrato nel 2000, anno del
Giubileo. Il decremento è stato evidente sia per le vacanze 'brevi' che per le 'lunghe', risultando l'ammontare dei viaggi
quasi dimezzato. Nello specifico, per le 'brevi' si è passati da 1 milione e 543 mila nel 2000 a 876 mila nel 2001;
mentre per le 'lunghe' da 738 mila nel 2000 a 373 mila nel 2001.
Rispetto all’anno precedente, nel 2001 è diminuita inoltre la percentuale di vacanze 'brevi' effettuate per visitare
parenti o amici (da 36,9% a 31,8%) , mentre è aumentata quella per piacere e svago (da 55,8% a 64,1%).
Tavola 1.2 - Viaggi di vacanza di piacere/svago per durata e tipo della vacanza –
Anno 2001
(composizione percentuale)
TIPO DELLA VACANZA DI PIACERE/SVAGO
Mare
Crociera
Lago
Montagna
Durata della vacanza
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Totale vacanze di
piacere/svago
27,7
0,1
3,1
22,0
56,9
1,0
1,4
16,4
45,8
0,7
2,0
18,6
52
Campagna, collina
Agriturismo
Giro turistico
Città o località d’arte
Vacanza studio
Vacanza sport
Altro tipo
Totale
4,4
1,3
16,4
15,4
1,1
3,4
5,1
100,0
2,9
0,6
10,6
6,9
0,9
1,1
1,3
100,0
3,4
0,9
12,8
10,1
1,0
2,0
2,7
100,0
53
54
Prospetto 1.6 - Viaggi di vacanza di piacere/svago per tipo della vacanza e durata – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale)
Tipo di vacanza
DURATA DELLA
VACANZA
ANNO
Mare,
crociera
Lago
Montagna
Campagna,
collina
Agriturismo
Giro
turistico
Città o
località
d’arte
Vacanza
studio
Vacanza
sport
Altro tipo
Totale
In migliaia
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
6.835
7.028
4.981
5.795
600
567
1.118
643
4.110
5.390
3.943
4.558
1.671
883
1.166
909
153
196
98
267
3.048
2.433
3.287
3.393
3.433
2.795
2.719
3.195
352
330
184
227
917
679
363
702
1022
1022
1059
1053
22141
21324
18918
20741
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
17.122
17.475
19.027
19.554
464
402
324
458
6.192
6.084
5.857
5.546
952
793
907
968
70
109
136
216
3.274
2.987
2.989
3.560
2.453
2.617
2.875
2.317
449
525
348
299
390
315
187
368
711
557
613
439
32077
31863
33263
33725
Totale vacanze
1998
1999
2000
2001
23.956
24.502
24.008
25.348
1.064
969
1.442
1.101
10.302
11.474
9.799
10.104
2.623
1.676
2.073
1.877
223
305
234
483
6.322
5.420
6.276
6.953
5.886
5.413
5.594
5.512
801
855
532
526
1.307
994
551
1.069
1733
1579
1673
1492
54218
53187
52181
54466
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
30,9
33,0
26,3
27,8
2,7
2,7
5,9
3,1
18,6
25,3
20,8
22,0
7,5
4,1
6,2
4,4
0,7
0,9
0,5
1,3
13,8
11,4
17,4
16,4
15,5
13,1
14,4
15,4
1,6
1,5
1,0
1,1
4,1
3,2
1,9
3,4
4,6
4,8
5,6
5,1
100,0
100,0
100,0
100,0
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
53,4
54,8
57,3
57,9
1,4
1,3
1,0
1,4
19,3
19,1
17,6
16,4
3,0
2,5
2,7
2,9
0,2
0,3
0,4
0,6
10,2
9,4
9,0
10,6
7,6
8,2
8,6
6,9
1,4
1,6
1,0
0,9
1,2
1,0
0,6
1,1
2,2
1,7
1,8
1,3
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale vacanze
1998
1999
2000
2001
44,2
46,1
46,0
46,5
2,0
1,8
2,8
2,0
19,0
21,6
18,8
18,6
4,8
3,2
4,0
3,4
0,4
0,6
0,4
0,9
11,7
10,2
12,0
12,8
10,9
10,2
10,7
10,1
1,5
1,6
1,0
1,0
2,4
1,9
1,1
2,0
3,2
3,0
3,2
2,7
100,0
100,0
100,0
100,0
Composizione percentuale
55
Tra le vacanze di piacere e svago, quelle al mare sono state le più frequenti (45,8%), seguite dalla montagna (18,6%),
dal giro turistico (12,8%) e dalla visita a città e località d’arte (10,1%) (Tavola 1.2).
Il mare è stato preferito soprattutto per le vacanze di piacere di lunga durata (56,9%), mentre sono state per lo più di
breve durata le vacanze in montagna (22%), i giri turistici (16,4%) e le visite a città o località d’arte (15,4%).
I viaggi di piacere di lunga durata trascorsi al mare o in crociera sono in continuo aumento dal 1998, a conferma della
maggiore propensione dei residenti in Italia a trascorrere le proprie vacanze in località balneari. Nel 1998 esse
rappresentavano il 53,4% delle vacanze di piacere o svago, mentre nel 2001 il 57,9% (Prospetto 1.6).
Per quanto riguarda i viaggi di lavoro, il 20,7% è stato effettuato per partecipare a congressi, convegni, conferenze o
seminari, il 19,6% per prendere parte ad una riunione d’affari e il 17,7% per svolgere una missione di lavoro o militare
(Tavola 1.3). I rimanenti viaggi sono stati effettuati per svolgere attività di rappresentanza (9,2%), per partecipare a
manifestazioni fieristiche (7,7%) e per frequentare corsi di lingua o di aggiornamento professionale (6,1%). In misura
minore sono stati effettuati i viaggi per svolgere funzione di docenza (3,8%), per dedicarsi ad attività culturali,
artistiche, religiose o sportive (3%) e per partecipare a meeting d’azienda (2,9%).
56
57
Tavola 1.3 - Viaggi di lavoro per motivo prevalente – Anno 2001 (composizione percentuale)
MOTIVO
Congresso, convegno, conferenza, seminario
Riunione d'affari
Fiera, mostra, esposizione
Missione di lavoro o militare (amministrazione pubblica e/o privata, altra istituzione)
Viaggio o meeting d'azienda (a)
Rappresentanza, vendita, acquisto, installazione, riparazione (b)
Attività culturali, artistiche, religiose, sportive
Docenza (didattica, consulenza, istruzioni)
Partecipazione (allievo) a corso di lingua o di aggiornamento professionale
Altro motivo (c)
Totale
Composizione percentuale
20,7
19,6
7,7
17,7
2,9
9,2
3,0
3,8
6,1
9,3
100,0
(a) include i viaggi di incentivazione; (b) include attività di collaudo e manutenzione; (c) include l’attività svolta dal personale viaggiante a bordo di mezzi per il trasporto di persone e/o
merci.
58
6.2.3 - I mesi della partenza
Nel 2001, come consuetudine, il maggior numero di viaggi si è registrato nei mesi più caldi, luglio (14,2%) ed agosto
(18,7%). In realtà, in questi due mesi la quasi totalità dei viaggi è stata realizzata per vacanza: dei 29 milioni e 203
mila viaggi iniziati a luglio o agosto, il 93,9% è stato effettuato per motivi personali e solo il 6,1% per motivi
professionali. Il 53,2% delle vacanze di lunga durata del 2001 è iniziato nel bimestre estivo, che spesso coincide con il
periodo di ferie dal lavoro, e ben il 32,5% ha avuto inizio ad agosto (Tavola 1.4).
Tavola 1.4 - Viaggi per tipologia del viaggio e mese di inizio – Anno 2001 (a) (composizione percentuale)
Tipologia del viaggio
MESE DI INIZIO
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Totale
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
Lavoro
Totale viaggi
5,9
7,5
8,4
11,6
9,3
10,9
7,2
7,2
6,3
8,1
7,8
9,8
100,0
4,1
2,9
3,3
5,0
3,3
9,1
20,7
32,5
6,1
3,1
1,9
8,0
100,0
4,9
4,9
5,5
7,8
5,9
9,9
14,9
21,4
6,2
5,3
4,5
8,8
100,0
7,4
8,0
9,5
8,2
7,1
7,6
10,2
3,1
8,6
11,9
10,3
8,1
100,0
5,2
5,4
6,1
7,8
6,1
9,6
14,2
18,7
6,6
6,3
5,3
8,7
100,0
(a) I dati rilevati si riferiscono ai viaggi conclusi nell'anno 2001, anche se iniziati precedentemente. Convenzionalmente, in questa tavola, i viaggi iniziati nel 2000 vengono tuttavia riferiti allo stesso mese dell’anno
2001.
59
Come si è già avuto modo di osservare, le vacanze di 1-3 notti non presentano una forte stagionalità, distribuendosi in
modo piuttosto uniforme nel corso dell’anno. L'analisi mensile delle partenze per questo tipo di soggiorni, tuttavia,
mostra una maggiore concentrazione di vacanze 'brevi' nei mesi primaverili (11,6% ad aprile e 9,3% a maggio),
all’inizio dell'estate (10,9% a giugno) e nel periodo natalizio (9,8% a dicembre).
Per i viaggi di lavoro, che ancor meno delle vacanze 'brevi' risentono di un andamento stagionale, si osservano valori
mensili piuttosto stabili, nonostante si è evidenziato un forte rallentamento delle partenze nel mese di agosto (3,1%).
6.2.4- Le principali destinazioni
Nel 2001, sono ancora le mete italiane le più frequentate dai residenti (84,3% dei viaggi): maggiormente quelle al Nord
del Paese (39,2% dei viaggi), mentre il Centro ed il Sud hanno accolto rispettivamente il 21% ed il 24,1% dei viaggi.
Un viaggio su sei (15,7%) invece ha avuto come destinazione un paese estero (Figura 1.4).
60
Riguardo all'estero, sebbene la scelta delle destinazioni sia stata molto varia, l'Unione Europea è in testa alla lista, con
il 63,6% delle vacanze all'estero e il 64,8% dei viaggi di lavoro all'estero.
Dal 1998 al 2001 l'evidente continua flessione delle vacanze 'brevi' (da 37 milioni e 622 mila a 32 milioni e 400 mila)
risulta più marcata per quelle trascorse in Italia, rispetto a quelle trascorse all'estero. La riduzione riguarda pur in
misura diversa tutte le aree geografiche del Paese: il Nord, ove nel 2001 si registra una lieve ripresa rispetto al 2000, il
Centro, che nel 2001 vede esaurito il boom di vacanze legate all'anno giubilare, e il Sud, dove le vacanze 'brevi' sono
dal 1998 in costante calo
(Prospetto 1.7).
I viaggi all'estero sono dal 1998 sostanzialmente stabili, con un ammontare complessivo intorno a 14 milioni l'anno.
Nell'anno 2001, i viaggi all'estero sono stati più spesso viaggi di vacanza (circa 8 casi su 10 nel 2001), che di lavoro. È
inoltre più frequente che un viaggio di lavoro abbia avuto una destinazione estera, rispetto ai viaggi di vacanza (20%
contro 15%).
61
Prospetto 1.7 - Viaggi per destinazione principale e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e
composizione percentuale)
Destinazione
TIPOLOGIA DEL
VIAGGIO
ANNO
-Paesi
extraeuropei
Totale
613
359
529
373
109
69
104
47
37.622
35.060
33.870
32.400
5.147
1.376
2.126
41.523
9.135
8.890
9.415
5.089
4.999
5.726
1.237
1.339
1.457
2.809
2.552
2.232
40.371
42.363
42.864
19.652
20.012
19.468
19.052
11.463
11.012
11.126
11.279
7.238
6.537
6.602
7.170
1.989
1.596
1.868
1.831
2.236
2.879
2.656
2.279
79.145
75.431
76.232
75.265
3.433
3.534
3.153
3.476
2.377
2.614
2.138
2.299
2.863
2.749
2.928
2.684
1.984
1.823
1.974
1.739
378
338
496
444
501
588
459
501
13.808
14.603
12.823
13.419
37.331
35.731
33.451
34.710
19.266
17.916
19.944
18.660
22.030
22.626
21.606
21.351
14.326
13.761
14.055
13.962
9.222
8.361
8.576
8.908
2.367
1.934
2.364
2.274
2.737
3.467
3.115
2.780
92.953
90.034
89.055
88.683
45,1
46,9
43,7
47,8
24,6
24,3
28,5
25,7
1,6
1,0
1,6
1,2
0,3
0,2
0,3
0,1
100,0
100,0
100,0
100,0
Estero
-Unione -Altri Paesi
Europea
Europei
Italia
-Nord
-Centro
-Sud
34.808
33.183
31.633
30.537
16.966
16.438
14.806
15.486
9.267
8.507
9.652
8.326
8.575
8.238
7.175
6.725
2.814
1.877
2.237
1.864
2.091
1.448
1.603
1.444
32.874
15.231
6.566
11.077
8.648
1999
2000
2001
31.236
33.473
33.449
13.587
14.041
14.264
5.875
7.139
6.858
11.774
12.293
12.326
Vacanza
1998
1999
2000
2001
67.682
64.419
65.106
63.986
32.197
30.025
28.847
29.750
15.833
14.382
16.791
15.184
Lavoro
1998
1999
2000
2001
10.944
11.853
9.895
10.735
5.134
5.705
4.604
4.960
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
78.627
76.273
75.000
74.721
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
92,5
94,6
93,4
94,2
In migliaia
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
Vacanza 4 o più
notti
1998
Composizione percentuale
22,8
23,5
21,2
20,8
7,5
5,4
6,6
5,8
5,6
4,1
4,7
4,5
62
Vacanza 4 o più
notti
1998
79,2
36,7
15,8
26,7
20,8
12,4
3,3
5,1
100,0
1999
2000
2001
77,4
79,0
78,0
33,7
33,1
33,3
14,6
16,9
16,0
29,2
29,0
28,8
22,6
21,0
22,0
12,6
11,8
13,4
3,1
3,2
3,4
7,0
6,0
5,2
100,0
100,0
100,0
Vacanza
1998
1999
2000
2001
85,5
85,4
85,4
85,0
40,7
39,8
37,9
39,5
20,0
19,1
22,0
20,2
24,8
26,5
25,5
25,3
14,5
14,6
14,6
15,0
9,1
8,7
8,6
9,5
2,5
2,1
2,5
2,4
2,8
3,8
3,5
3,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Lavoro
1998
1999
2000
2001
79,3
81,2
77,2
80,0
37,2
39,1
35,9
37,0
24,9
24,2
24,6
25,9
17,2
17,9
16,7
17,1
20,7
18,8
22,8
20,0
14,4
12,5
15,3
13,0
2,7
2,3
3,9
3,3
3,6
4,0
3,6
3,7
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
84,6
84,7
84,2
84,3
40,2
39,7
37,5
39,2
20,7
19,9
22,4
21,0
23,7
25,1
24,3
24,1
15,4
15,3
15,8
15,7
9,9
9,3
9,6
10,0
2,5
2,1
2,7
2,6
2,9
3,9
3,5
3,1
100,0
100,0
100,0
100,0
6.2.5 - Le destinazioni estere
Tra i viaggi all’estero, l'80,1% ha avuto come destinazione un Paese europeo (Tavola 1.5). La Francia è stata in
assoluto la meta estera più visitata per vacanza dagli italiani, avendo accolto nel 2001 il 21,7% delle vacanze. In
particolare, è stato diretto verso la Francia il 34% delle vacanze 'brevi' e il 19,2% di quelle 'lunghe'. Seguono la
Spagna (12%), la Grecia (7,8%), la Germania (6,1%) e l'Austria (5,5%).
Tra le mete extra-europee per le vacanze di almeno 4 pernottamenti si trova al primo posto l'America centromeridionale (4,3% delle vacanze 'lunghe' all'estero), seguita da Tunisia-Marocco- Algeria, considerati nel loro
complesso (4,1%).
63
Per quanto riguarda i viaggi di lavoro, invece, il paese estero più visitato è stato la Germania (17% dei viaggi di lavoro
all'estero), seguita da Francia (14,5%), Regno Unito (8,6%) e Spagna (7,2%); abbastanza importanti anche le
destinazioni statunitensi (6,9%).
Tavola 1.5 - Principali Paesi esteri di destinazione per tipologia del viaggio – Anno 2001 (per 100 viaggi all’estero della stessa tipologia)
TIPOLOGIA DEL VIAGGIO
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
Lavoro
Totale viaggi
97,5 Europa
76,3 Europa
79,8 Europa
81,3
Europa
80,1 Europa
34,0
15,2
13,5
8,0
5,2
19,2
13,4
9,1
4,3
3,9
21,7
12,0
7,8
6,1
5,5
17,0
14,5
8,6
7,2
4,4
Germania
Francia
Regno Unito
Spagna
Belgio
20,3
11,1
8,2
6,9
5,1
18,7
Paesi extra-europei
19,9 Paesi extra-europei
Francia
Germania
Austria
Svizzera (*)
Spagna
2,5 Paesi extra-europei
1,0 Stati Uniti
…
Francia
Spagna
Grecia
Germania
Austria
23,7 Paesi extra-europei
4,3 America centromerid.
4,1 Tunisia-Marocco-Algeria
Francia
Spagna
Grecia
Germania
Austria
20,2 Paesi extra-europei
3,6 America centromerid.
3,5 Stati Uniti
6,9 Stati Uniti
2,8 America centromerid.
Francia
Spagna
Germania
Grecia
Austria
4,1 Stati Uniti
3,5 America centromerid.
(*) Include il Liechtenstein.
6.2.6 - Le destinazioni italiane
Lazio, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto sono state le regioni più visitate nel corso del 2001.
Nel complesso, queste sei regioni hanno ospitato più della met à dei flussi turistici interni (Tavola 1.6).
64
Tavola 1.6 - Principali regioni italiane di destinazione per tipologia del viaggio – Anno 2001 (per 100 viaggi della stessa tipologia
realizzati in Italia)
TIPOLOGIA DEL VIAGGIO
Vacanza 1-3 notti
12,2
10,8
10,3
9,9
7,9
7,9
7,4
6,3
Lombardia
Lazio
Toscana
Piemonte
Emilia-Romagna
Veneto
Liguria
Campania
Vacanza 4 o più notti
10,7
9,4
7,0
6,9
6,9
6,8
6,7
6,6
Emilia-Romagna
Toscana
Liguria
Puglia
Sicilia
Lazio
Campania
Calabria
Vacanza
9,8
9,4
9,1
8,7
7,2
7,1
6,7
6,5
Toscana
Emilia-Romagna
Lombardia
Lazio
Liguria
Piemonte
Veneto
Campania
Lavoro
19,3
15,8
10,2
8,0
7,9
6,1
5,2
5,2
Lazio
Lombardia
Emilia-Romagna
Toscana
Veneto
Piemonte
Campania
Sicilia
Totale viaggi
10,2
10,0
9,6
9,5
6,9
6,9
6,5
6,3
Lazio
Lombardia
Toscana
Emilia-Romagna
Piemonte
Veneto
Liguria
Campania
In particolare, l’Emilia-Romagna e la Toscana sono state le regioni preferite soprattutto per vacanze ‘lunghe’ (10,7% e
9,4%), seguite da Liguria (7%), Puglia (6,9%), Sicilia (6,9%), Lazio (6,8%), Campania (6,7%) e Calabria (6,6%). Al
contrario, le regioni più visitate per vacanze 'brevi' sono state, nel 2001 come nell'anno precedente, la Lombardia
(12,2%), il Lazio (10,8%) e la Toscana (10,3%): si nota comunque un sostanziale calo di peso del Lazio rispetto
all'anno giubilare 2000 (da 14% a 10,8%).
Riguardo al turismo per affari, le regioni italiane maggiormente frequentate nel 2001 sono state il Lazio (19,3%), la
Lombardia (15,8%) e l’Emilia-Romagna (10,2%). Le regioni del Sud confermano a questo riguardo una debole capacit
à attrattiva: fra queste emergono Campania e Sicilia, le quali tuttavia accolgono ciascuna il 5,2% dei soggiorni per
lavoro.
65
6.2.7 – La stagionalità delle destinazioni dei viaggi di vacanza
Nel panorama delle mete italiane scelte per le vacanze, si distinguono alcune regioni che evidenziano una capacità
‘attrattiva’ fortemente stagionale, mentre altre sono in condizione di offrire una recettività turistica stabile durante tutto
l’anno.
In tale ottica, le localit à italiane che risentono maggiormente della componente stagionale sono quelle tipicamente
invernali o estive, soprattutto rispetto ai soggiorni ‘lunghi’ (Tavola 1.9). In particolare, l'Emilia-Romagna domina come
principale destinazione delle vacanze di almeno 4 notti nei trimestri primaverile ed estivo (intorno al 13% delle
vacanze 'lunghe' in Italia).
Il Mezzogiorno d’Italia risulta caratterizzato da presenze turistiche quasi esclusivamente estive e da flussi
estremamente ridotti nei restanti periodi dell’anno: Calabria (8,9%), Puglia (8,6%) e Campania (7,2%) emergono tra le
regioni più visitate soltanto nel periodo luglio-settembre, a conferma della elevata stagionalità dei flussi turistici nel Sud
dell’Italia. Fa eccezione la Sicilia, che nel 2001 è risultata una destinazione apprezzata anche nei trimestri primaverile
ed autunnale (rispettivamente 9,5% e 8,3% delle vacanze 'lunghe' in Italia).
Nel periodo invernale (gennaio-marzo), invece, è nelle regioni centro-settentrionali che si concentra il maggior numero
di vacanze ‘lunghe’: Lombardia, Trentino-Alto Adige, Liguria, Piemonte e Lazio hanno nel complesso ricevuto il 53,4%
delle vacanze 'lunghe' in Italia. Tuttavia, nell'inverno 2001, il Trentino-Alto Adige ha accusato un significativo calo di
vacanze 'lunghe' rispetto all'inverno dell'anno precedente (dal 21,7% al 12,1%).
66
Alcune regioni italiane hanno invece mostrato nel 2001 una notevole stabilità ricettiva, ricevendo flussi turistici
abbastanza sostenuti per vacanza in tutti i trimestri dell'anno. Spiccano tra queste la Toscana, meta importante sia per
vacanze 'lunghe' che per soggiorni 'brevi', la Lombardia e il Piemonte per lo più per le vacanze 'brevi'.
La diversa attrattività che manifestano le diverse aree del Paese si riscontra anche in termini di impatto turistico,
espresso in presenze medie giornaliere. Tra luglio e settembre 2001, il maggiore impatto turistico per vacanza si è
registrato come di consueto al Sud, con una media giornaliera di presenze pari a 71 turisti per 1000 residenti (Tavola
1.7). Si è evidenziato invece un forte calo al Centro, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, (da 68,8 a 47,9
presenze medie giornaliere per vacanza ogni 1000 abitanti), per l'esaurirsi dell'attrattiva giubilare.
Tavola 1.7 - Presenze (pernottamenti) turistiche medie giornaliere di vacanza per trimestre e ripartizione
geografica di destinazione - Anno 2001 (per 1000 residenti nella ripartizione)
Trimestre
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA
DI DESTINAZIONE
GennaioMarzo
AprileGiugno
LuglioSettembre
OttobreDicembre
Nord
8,2
13,2
50,8
9,6
Centro
8,9
16,9
47,9
10,2
Sud
3,5
11,2
71,0
7,5
Italia
6,7
13,2
57,5
8,9
67
Il periodo dell'anno in cui si è viaggiato più volentieri all'estero per brevi vacanze di 1-3 notti è stato il trimestre ottobredicembre, con il 4% delle vacanze 'brevi' (Tavola 1.8). Le vacanze all'estero di lunga durata (almeno 4 pernottamenti)
sono state più frequenti nei trimestri estivo e invernale (15,6% e 11,8% delle vacanze 'lunghe' del corrispondente
trimestre).
Tavola 1.8 - Viaggi di vacanza per destinazione, durata e trimestre – Anno 2001 (composizione percentuale)
Destinazione della vacanza
Italia
TRIMESTRE
Estero
Totale vacanze
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più
notti
Totale
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più
notti
Totale
Gennaio-Marzo
52,5
31,9
84,4
3,8
11,8
15,6
100,0
Aprile-Giugno
57,6
28,9
86,4
2,7
10,8
13,6
100,0
Luglio-Settembre
19,2
63,9
83,1
1,2
15,6
16,9
100,0
Ottobre-Dicembre
60,8
27,8
88,6
4,0
7,4
11,4
100,0
Totale
40,6
44,4
85,0
2,5
12,5
15,0
100,0
I viaggi di vacanza all’estero sono stati caratterizzati in tutti i trimestri dalla forte preferenza per la Francia (Tavola 1.9),
con un picco in corrispondenza del trimestre ottobre-dicembre (27,2% delle vacanze all'estero), seguita dalla Spagna,
che in ogni periodo dell'anno ha ricevuto quote comprese tra il 10% e il 13% delle vacanze all'estero. La Grecia si
conferma meta importante di vacanze primaverili ed estive (9-11% delle vacanze all'estero), mentre la Germania si
distingue nei trimestri autunnale ed invernale (9-10%).
68
Tavola 1.9 - Principali destinazioni dei viaggi di vacanza per trimestre – Anno 2001 (composizione percentuale)
TRIMESTRE
Gennaio-Marzo
Aprile–Giugno
Luglio-Settembre
Ottobre-Dicembre
VACANZA 1-3 NOTTI IN ITALIA
(per 100 vacanze di 1-3 notti effettuate in Italia)
15,6
Lazio
12,0
Piemonte
12,5
Lombardia
13,4
Lombardia
12,1
Lombardia
11,1
Lombardia
11,9
Toscana
12,0
Lazio
9,4
Toscana
10,0
Emilia-Romagna
9,1
Liguria
11,2
Toscana
9,1
Liguria
9,3
Lazio
8,8
Piemonte
10,2
Piemonte
7,7
Piemonte
9,2
Toscana
8,5
Veneto
8,3
Veneto
VACANZA DI 4 O PIÙ NOTTI IN ITALIA
(per 100 vacanze di 4 o più notti effettuate in Italia)
12,8
Lombardia
13,0
Emilia-Romagna
Emilia-Romagna
12,9
Toscana
12,1
Trentino Alto Adige
12,3
Lazio
8,9
Calabria
10,9
T rentino Alto Adige
Liguria
12,2
10,2
12,5
Toscana
8,7
Toscana
10,6
Lombardia
9,7
Piemonte
9,5
Sicilia
8,6
Puglia
10,3
Lazio
8,6
Lazio
6,6
Liguria
7,2
Campania
8,3
Sicilia
VACANZA ALL’ESTERO
(per 100 vacanze effettuate all’estero)
23,5
Francia
21,5
Francia
19,6
Francia
27,2
10,7
Spagna
10,5
Spagna
13,1
Spagna
12,3
10,8
Grecia
9,9
Germania
5,8
Austria
7,0
Austria
9,4
Germania
9,0
Grecia
8,8
America Centro-Meridionale
5,7
Tunisia-Marocco-Algeria
Francia
Spagna
69
6.2.8 – L’organizzazione del viaggio
I residenti in Italia hanno una consolidata abitudine, nota agli operatori del settore, ad organizzare i propri viaggi senza
ricorrere a prenotazione di alloggio o trasporto, oppure prenotando direttamente, cioè senza intermediari. Nel 2001
infatti, il 50,6% dei viaggi è stato realizzato senza prenotazione e il 30,8% prenotando direttamente. Solo nel 17,8%
dei viaggi la prenotazione è stata effettuata tramite agenzia di viaggio o tour operator (Tavola 1.10).
Soprattutto nel caso di viaggi di lavoro si è fatto ricorso alla prenotazione dell'alloggio e/o trasporto, in modo diretto
(37,8%) oppure tramite agenzia/tour operator (28,6%). Il minor ricorso alla prenotazione si è avuto in occasione di
vacanze ‘brevi’: nel 68,7% dei viaggi di questo tipo, infatti, i
70
residenti in Italia hanno rinunciato a qualsiasi forma di prenotazione (Figura 1.5).
Tavola 1.10 - Viaggi per destinazione e organizzazione del viaggio – Anno 2001 (composizione percentuale)
Destinazione
ORGANIZZAZIONE
Nord
Centro
Sud
Italia
Estero
Totale
Prenotazione diretta
34,0
31,9
27,9
31,7
26,2
30,8
Prenotazione presso agenzia
10,1
12,3
14,3
11,8
49,4
17,8
Nessuna prenotazione
55,1
55,1
57,3
55,7
23,3
50,6
0,8
100,0
0,7
100,0
0,6
100,0
0,7
100,0
1,1
100,0
100,0
Non sa/non risponde
Totale
0,8
Prospetto 1.8 - Viaggi per organizzazione e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione
percentuale)
Organizzazione
TIPOLOGIA
DEL VIAGGIO
ANNO
Prenotazione diretta
Prenotazione presso
agenzia
Nessuna prenotazione
Non sa/non risponde
Totale
In migliaia
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
7.013
6.567
7.511
2.323
2.086
2.587
350
198
316
37.622
35.060
33.870
2.566
27.937
26.208
23.455
22.258
7.458
118
32.400
1998
1999
2000
10.417
11.724
13.129
7.834
8.324
9.091
22.965
20.130
19.878
307
193
264
41.523
40.371
42.363
71
Vacanza
Lavoro
Totale viaggi
2001
14.831
9.343
18.529
161
42.864
1998
1999
2000
2001
17.430
18.291
20.641
10.157
10.410
11.679
657
392
579
79.145
75.431
76.232
22.290
11.909
50.902
46.338
43.334
40.787
279
75.265
1998
1999
2000
2001
4.323
5.492
4.408
2.995
4.069
3.935
6.073
4.654
4.106
417
388
374
13.808
14.603
12.823
5.068
3.843
4.089
419
13.419
21.753
23.783
25.048
13.151
14.479
15.613
56.975
50.992
47.440
1.074
780
953
92.953
90.034
89.055
27.358
15.752
44.876
698
88.683
18,6
18,7
22,2
6,2
6,0
7,6
74,3
74,8
69,3
0,9
0,6
0,9
23,0
7,9
68,7
0,4
100,0
100,0
100,0
100,0
25,1
29,0
31,0
18,9
20,6
21,5
55,3
49,9
46,9
0,7
0,5
0,6
34,6
21,8
43,2
0,4
22,0
24,2
27,1
12,8
13,8
15,3
64,3
61,4
56,8
0,8
0,5
0,8
29,6
15,8
54,2
0,4
3,0
2,7
2,9
3,1
100,0
100,0
100,0
100,0
1,2
0,9
1,1
100,0
100,0
100,0
1998
1999
2000
2001
Composizione percentuale
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
Lavoro
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
1998
1999
2000
2001
1998
1999
2000
2001
1998
1999
2000
2001
31,3
37,6
34,4
21,7
27,9
30,7
37,8
28,6
44,0
31,9
32,0
30,5
1998
1999
2000
23,4
26,4
28,1
14,1
16,1
17,5
61,3
56,6
53,3
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
72
2001
30,8
17,8
50,6
0,8
100,0
La prenotazione diretta è stata molto più frequente nei viaggi diretti al Nord Italia (34%) rispetto al Sud (27,9%),
mentre i viaggi diretti al Sud sono stati organizzati tramite agenzia più frequentemente rispetto alle altre destinazioni
italiane (14,3% del Sud rispetto al 10,1% del Nord e al 12,3% del Centro)(Tavola 1.10).
Nei viaggi con destinazione estera si è fatto ricorso più spesso alla prenotazione (diretta o indiretta) rispetto ai viaggi
in Italia (75,6% contro 43,5%). In particolare, nei viaggi all'estero, è stata effettuata una prenotazione in modo diretto il
26,2% delle volte, mentre si è fatto ricorso ai servizi di agenzia o tour operator nel 49,4% dei casi. Di conseguenza
solo il 23,3% dei viaggi all'estero è stato effettuato senza alcuna prenotazione, contro il 55,7% dei viaggi in Italia.
La tendenza degli ultimi anni mostra un sempre maggiore ricorso alla prenotazione. In questo caso, il tipo di
prenotazione più utilizzata è comunque quella diretta per tutti i tipi di viaggio, confermando la preferenza degli italiani
ad occuparsi personalmente dell'organizzazione del proprio viaggio. Se si confrontano i dati del 1998 con quelli del
2001, si registra infatti un sensibile aumento del ricorso a prenotazione diretta, sia nelle vacanze 'brevi' (da 18,6% a
23%) che nelle vacanze ‘lunghe’ (da 25,1% a 34,6%) e perfino nei viaggi di lavoro (da 31,3% a 37,8%).
Il risultato di questa tendenza è che la quantit à di viaggi senza alcuna prenotazione è passata dal 61,3% al 50,6%,
cioè si è giunti ad una situazione di sostanziale equilibrio con i viaggi organizzati con prenotazione (Prospetto 1.8).
73
6.2.9 – Il mezzo di trasporto
Nel 2001, il mezzo di trasporto più utilizzato è stato l’automobile (64,9% dei viaggi). Più contenuto è risultato l’uso di
altri mezzi, quali l'aereo (13,2%), il treno (10,9%), il pullman (5,4%), la nave (2,7%) e il camper/autocaravan (2%).
L’auto è stata utilizzata soprattutto per i viaggi di vacanza (68,5%) ed in particolare per i soggiorni di breve durata
(75,4%), mentre se ne è fatto un uso minore per i viaggi di lavoro (44,5%) (Figura 1.6).
Si è fatto ricorso all’aereo e al treno più per i viaggi di lavoro e meno per quelli di vacanza: l’aereo è stato preso nel
29,3% dei viaggi professionali e nel 10,4% dei viaggi di vacanza; ci si è spostati in treno, invece, nel 17,3% dei viaggi
di lavoro e nel 9,8% delle vacanze (Prospetto 1.9). L’aereo è stato inoltre scelto maggiormente in occasione di
vacanze ‘lunghe’ (16,2%) e decisamente meno per le ‘brevi’ (2,7%), mentre il treno è stato usato più spesso per le
vacanze ‘brevi’ (11,3%) e meno per le ‘lunghe’ (8,6%).
74
Rispetto allo scorso anno, nel 2001 si è rilevato un sensibile aumento dei viaggi di lavoro in auto (da 39,7% a 44,5%),
mentre sono diminuiti quelli in aereo (da 34,1% a 29,3%).
Prospetto 1.9 - Viaggi per principale mezzo utilizzato e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale)
Mezzo di trasporto
TIPOLOGIA
DEL VIAGGIO
ANNO
Aereo
Treno
Nave
(a)
Auto
(b)
Pullman
(c)
Camper,
autocaravan
Altro
(d)
Totale
In migliaia
27.890
26.592
24.893
24.424
2.005
2.292
2.582
2.326
622
867
530
726
181
239
300
122
37.622
35.060
33.870
32.400
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
1.867
1.111
951
874
4.716
3.651
4.361
3.670
341
309
252
259
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
6.019
6.712
6.440
6.928
3.875
3.828
3.949
3.696
1.861
2.096
2.228
1.939
26.731
24.618
26.800
27.172
1.994
2.221
2.085
2.034
770
704
726
979
273
193
134
116
41.523
40.371
42.363
42.864
Vacanza
1998
1999
2000
2001
7.886
7.822
7.392
7.802
8.591
7.479
8.310
7.366
2.201
2.405
2.480
2.198
54.621
51.210
51.692
51.595
3.999
4.512
4.667
4.359
1.392
1.571
1.256
1.705
454
432
435
239
79.145
75.431
76.232
75.265
Lavoro
1998
1999
2000
2001
4.204
4.176
4.375
3.934
2.584
2.545
2.264
2.328
112
227
99
159
5.808
6.392
5.089
5.974
627
488
488
450
76
10
92
42
396
764
416
533
13.808
14.603
12.823
13.419
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
12.089
11.999
11.766
11.736
11.175
10.024
10.575
9.694
2.314
2.632
2.579
2.357
60.430
57.602
56.781
57.569
4.626
5.000
5.156
4.809
1.469
1.580
1.347
1.747
851
1.196
851
771
92.953
90.034
89.055
88.683
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
5,0
3,2
12,5
10,4
0,9
0,9
Composizione percentuale
74,1
5,3
75,8
6,5
1,7
2,5
0,5
0,7
100,0
100,0
75
2000
2001
2,8
2,7
12,9
11,3
0,7
0,8
73,5
75,4
7,6
7,2
1,6
2,2
0,9
0,4
100,0
100,0
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
14,5
16,6
15,2
16,2
9,3
9,5
9,3
8,6
4,5
5,2
5,3
4,5
64,4
61,0
63,3
63,4
4,8
5,5
4,9
4,7
1,9
1,7
1,7
2,3
0,7
0,5
0,3
0,3
100,0
100,0
100,0
100,0
Vacanza
1998
1999
2000
2001
10,0
10,4
9,7
10,4
10,9
9,9
10,9
9,8
2,8
3,2
3,3
2,9
69,0
67,9
67,8
68,5
5,1
6,0
6,1
5,8
1,8
2,1
1,6
2,3
0,6
0,6
0,6
0,3
100,0
100,0
100,0
100,0
Lavoro
1998
1999
2000
2001
30,4
28,6
34,1
29,3
18,7
17,4
17,7
17,3
0,8
1,6
0,8
1,2
42,1
43,8
39,7
44,5
4,5
3,3
3,8
3,4
0,6
0,1
0,7
0,3
2,9
5,2
3,2
4,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
13,0
13,3
13,2
13,2
12,0
11,1
11,9
10,9
2,5
2,9
2,9
2,7
65,0
64,0
63,7
64,9
5,0
5,6
5,8
5,4
1,6
1,8
1,5
2,0
0,9
1,3
1,0
0,9
100,0
100,0
100,0
100,0
(a) per nave si intende: nave, battello, motoscafo; (b) per auto si intende: auto propria, di parenti o amici o a noleggio; (c) per pullman si intende: pullman turistico o di linea; (d) per altro si intende: altri
mezzi di trasporto non altrove specificati inclusi moto, motoscooter, bicicletta, ecc.
Nella maggior parte dei viaggi all’estero è stato utilizzato l’aereo (54,5% dei viaggi all’estero), mentre si è viaggiato in
treno solo nel 5,1% dei viaggi fuori dell’Italia (Tavola 1.11).
Per i viaggi in Italia, nel 72,1% dei casi è stato fatto uso dell’auto. L’aereo è stato utilizzato soltanto nel 5,5% dei viaggi
ed è stato scelto maggiormente per raggiungere le località del Sud (8%) e meno frequentemente per quelle del Nord
(4,1%) e del Centro (5,3%). Al contrario, il treno è stato usato di più per andare al Nord (13,7%) e al Centro (14,8%) e
molto meno per raggiungere il Sud (6,9%).
76
Tavola 1.11 - Viaggi per destinazione e principale mezzo di trasporto utilizzato - Anno 2001 (composizione
percentuale)
Destinazione
MEZZO DI TRASPORTO
Nord
Centro
Sud
Italia
Estero
Totale
Aereo
4,1
5,3
8,0
5,5
54,5
13,2
Treno
13,7
14,8
6,9
12,0
5,1
10,9
Auto (a)
74,2
69,3
71,2
72,1
26,5
64,9
Altro (b)
Totale
8,1
100,0
10,6
100,0
13,9
100,0
10,4
100,0
13,9
100,0
11,0
100,0
(a) per auto si intende: auto propria, di parenti o amici o a noleggio;
(b) per altro si intende: nave, battello, motoscafo, pullman turistico o di linea, camper, autocaravan, moto, motoscooter, bicicletta, ecc.
6.2.10 – Il tipo di alloggio
Per la prima volta rispetto agli anni passati, nel 2001 le tipologie di alloggio scelte dagli italiani durante i viaggi
(Prospetto 1.10) hanno visto prevalere le strutture ricettive collettive (51%) sugli alloggi privati (49%). Come
consuetudine, però, all’interno delle prime si sono confermati più consistenti i soggiorni in albergo (42,1%), mentre
all’interno dei secondi più usuale è risultato il ricorso alle abitazioni di parenti o amici (29,9%).
77
In linea con il trend storico, anche se con una percentuale maggiore rispetto agli anni passati, oltre quattro quinti dei
viaggi di lavoro (83,9%) sono stati caratterizzati da soggiorni in strutture ricettive collettive, con una netta prevalenza di
quelli in albergo (79,8%).
Per le vacanze continuano ad essere preferiti, anche se in leggero calo rispetto al passato, i soggiorni in alloggi privati
(54,9%), soprattutto in abitazione di parenti o amici (33,8%). Nel 45,1% delle vacanze in strutture ricettive collettive,
invece, preponderante è risultato l’albergo (35,3%).
Considerando la durata della vacanza, però, se il ricorso a strutture alberghiere è paritario per soggiorni ‘brevi’
(36,6%) e 'lunghi’ (34,3%), ciò non può dirsi per le sistemazioni in abitazione di parenti o amici che risultano meno
consuete per ‘lunghi’ periodi (28,4%) e più frequenti per quelli ‘brevi’ (40,7%).
78
Tuttavia, rispetto al passato, l’ospitalità in casa di parenti o amici per spostamenti personali di non più di 3 notti
risulterebbe sempre meno gradita dagli italiani. Nel corso degli anni se ne registra, infatti, una tendenziale diminuzione
se si confrontano i dati del 1998 (17 milioni e 48 mila) con quelli del 2001 (13 milioni e 178 mila).
Le abitazioni di proprietà o in affitto, scelte nel 10,4% e nel 6,9% dei casi, sono in prevalenza utilizzate per vacanza
(11,8% e 7,7%, rispettivamente) ed in misura limitata per lavoro (2,4% e 2,3%, rispettivamente).
Nello specifico, l’abitazione di proprietà è stata scelta indistintamente sia per le vacanze ‘brevi’ (12%) che per quelle
‘lunghe’ (11,7%), mentre si è presa in affitto un’abitazione o una stanza più frequentemente per le vacanze ‘lunghe’
(11,5%) che per le ‘brevi’ (2,8%).
Prospetto 1.10 - Viaggi per principale tipo di alloggio e tipologia del viaggio – Anni 1998-2001 (dati in migliaia e composizione percentuale)
Tipo di alloggio
TIPOLOGIA DEL
VIAGGIO
ANNO
Strutture
ricettive
collettive
Alberghi
(a)
Strutture
collettive
specializzate
(b)
Altre
strutture
collettive
(c)
Alloggi
privati
Abitazione/
stanze in
affitto
Abitazioni di
proprietà
(d)
Abitazioni
di parenti
o amici
Altri alloggi
privati
Totale
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
14.018
13.011
12.816
13.892
12.489
11.022
11.094
11.861
126
146
66
161
1.403
1.843
1.656
1.870
In migliaia
23.604
22.049
21.053
18.508
1.119
899
1.216
906
4.785
5.392
4.363
3.894
17.048
15.109
15.058
13.178
652
649
416
530
37.622
35.060
33.869
32.400
Vacanza 4 o più
notti
1998
18.550
14.376
526
3.648
22.973
5.309
5.016
11.965
683
41.523
1999
2000
2001
18.500
19.085
20.045
13.959
14.166
14.712
335
349
418
4.206
4.570
4.915
21.872
23.278
22.819
5.263
5.606
4.919
5.108
5.216
5.012
10.977
11.845
12.195
524
611
693
40.371
42.363
42.864
1998
1999
2000
2001
32.568
31.510
31.902
33.938
26.865
24.980
25.260
26.574
652
481
416
579
5.051
6.049
6.226
6.785
46.577
43.920
44.330
41.327
6.428
6.162
6.822
5.825
9.801
10.499
9.579
8.906
29.013
26.086
26.902
25.373
1.335
1.173
1.027
1.223
79.145
75.431
76.232
75.265
Vacanza
79
Lavoro
1998
1999
2000
2001
10.951
12.177
10.304
11.263
10.382
11.619
9.796
10.715
242
108
125
47
327
450
383
501
2.856
2.426
2.518
2.156
585
389
550
314
443
412
319
316
1.462
1.436
1.337
1.166
366
189
312
360
13.808
14.603
12.822
13.419
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
43.519
43.689
42.206
45.201
37.248
36.600
35.056
37.289
894
590
541
626
5.377
6.499
6.609
7.286
49.434
46.346
46.850
43.482
7.014
6.551
7.373
6.139
10.244
10.911
9.898
9.222
30.475
27.522
28.239
26.538
1.701
1.362
1.340
1.583
92.953
90.034
89.056
88.683
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
37,2
37,1
37,9
42,9
33,2
31,4
32,8
36,6
0,3
0,4
0,2
0,5
3,7
5,3
4,9
5,8
Composizione percentuale
62,7
3,0
62,9
2,6
62,1
3,6
57,1
2,8
12,7
15,4
12,9
12,0
45,3
43,1
44,4
40,7
1,7
1,9
1,2
1,6
100,0
100,0
100,0
100,0
Vacanza 4 o più
notti
1998
44,7
34,6
1,3
8,8
55,3
12,8
12,1
28,8
1,6
100,0
1999
2000
2001
45,8
45,1
46,8
34,6
33,5
34,3
0,8
0,8
1,0
10,4
10,8
11,5
54,2
54,9
53,2
13,0
13,2
11,5
12,7
12,3
11,7
27,2
28,0
28,4
1,3
1,4
1,6
100,0
100,0
100,0
Vacanza
1998
1999
2000
2001
41,1
41,8
41,8
45,1
33,9
33,1
33,1
35,3
0,8
0,6
0,5
0,8
6,4
8,0
8,2
9,0
58,9
58,2
58,2
54,9
8,1
8,2
8,9
7,7
12,4
13,9
12,6
11,8
36,7
34,6
35,4
33,8
1,7
1,6
1,3
1,6
100,0
100,0
100,0
100,0
Lavoro
1998
1999
2000
2001
79,2
83,4
80,4
83,9
75,2
79,6
76,4
79,8
1,8
0,7
1,0
0,4
2,4
3,1
3,0
3,7
20,7
16,6
19,6
16,1
4,2
2,7
4,3
2,3
3,2
2,8
2,5
2,4
10,6
9,8
10,4
8,7
2,7
1,3
2,4
2,7
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale viaggi
1998
1999
2000
2001
46,9
48,5
47,4
51,0
40,1
40,7
39,4
42,1
1,0
0,7
0,6
0,7
5,8
7,2
7,4
8,2
53,1
51,5
52,6
49,0
7,5
7,3
8,3
6,9
11,0
12,1
11,1
10,4
32,8
30,6
31,7
29,9
1,8
1,5
1,5
1,8
100,0
100,0
100,0
100,0
(a) per albergo si intende: albergo/pensione/motel, istituto religioso; (b) per struttura collettiva specializzata si intende: residenza per cure fisiche/estetiche, campo lavoro e vacanza,
sistemazione in mezzo pubblico di trasporto (cuccette, vagoni letto, ecc.), centro congressi e conferenze; (c) per altra struttura collettiva si intende: villaggio vacanza, campeggio, marina ed
altre strutture collettive; (d) per abitazione di proprietà si intende: abitazione di proprietà/multiproprietà.
80
La scelta del tipo di alloggio risulta fortemente dipendente dalla destinazione del viaggio (Tavola 1.12). Gli postamenti
oltre confine comportano, in effetti, una notevole preferenza verso le strutture ricettive collettive (71,9%) piuttosto che
erso gli alloggi privati (28,1%), mentre gli spostamenti ‘interni’ vedono prevalere i secondi (52,9%) sulle prime (47,1%).
In Italia, per i viaggi diretti verso il Centro e il Nord si è optato in egual misura per l’utilizzo di strutture ricettive collettive
(51,7% e 49,4%, rispettivamente) e alloggi privati (48,3% e 50,6%, rispettivamente). Diversamente accade per gli
spostamenti destinati al Sud dove minore è stata la fruizione di strutture ricettive collettive (39,3%) rispetto agli alloggi
privati (60,7%), soprattutto se a titolo gratuito (51,7%).
Tavola 1.12 - Viaggi per destinazione e principale tipo di alloggio - Anno 2001 (composizione percentuale)
Destinazione
TIPO DI ALLOGGIO
Nord
Centro
Sud
Strutture ricettive collettive
49,4
51,7
39,3
di cui: Alberghi (a)
Alloggi privati
43,3
50,6
43,1
48,3
28,1
60,7
41,3
100,0
40,7
100,0
51,7
100,0
44,1
100,0
di cui: In uso gratuito (b)
Totale
Italia
Estero
Totale
47,1
71,9
51,0
38,9
52,9
58,9
28,1
42,1
49,0
19,9
100,0
40,3
100,0
(a) per albergo si intende: albergo/pensione/motel, istituto religioso; (b) per alloggio in uso gratuito si intende: abitazione di proprietà/multiproprietà o abitazione di parenti/amici a titolo gratuito.
81
6.2.11 – I viaggi secondo alcune caratteristiche del turista
Nel 2001, il 52,6% dei viaggi effettuati dai residenti in Italia (Tavola 1.13) è stato realizzato da uomini (46 milioni e 670
mila), mentre il 47,4% da donne (42 milioni e 13 mila).
Per le vacanze, il sesso non si è rivelato un fattore altamente discriminante. Anche se con una leggera prevalenza
della componente femminile, infatti, la partecipazione a viaggi per motivi personali è risultata quasi equivalente tra
uomini (48,5%) e donne (51,5%), soprattutto in occasione di ‘brevi’ soggiorni (49,7% e 50,3%, rispettivamente).
Ben diversa è la situazione per i viaggi di lavoro. Gli uomini (75,9%) hanno viaggiato molto più delle donne (24,1%); in
particolare, ad ogni 100 viaggi per affari fatti dalle donne corrispondono circa315 da parte degli uomini.
Tavola 1.13 - Viaggi per tipologia del viaggio, sesso, classe di età, condizione e posizione professionale del
turista – Anno 2001 (composizione percentuale).
Tipologia del viaggio
CARATTERISTICHE DEL TURISTA
Vacanza
1-3 notti
Vacanza
4 o più notti
Vacanza
Lavoro
Totale viaggi
Maschi
49,7
47,6
48,5
75,9
52,6
Femmine
50,3
52,4
51,5
24,1
47,4
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
0-14 anni
16,4
18,1
17,4
-
14,7
15-24 anni
11,7
12,7
12,3
6,9
11,5
25-44 anni
41,2
35,8
38,1
61,0
41,7
45-64 anni
24,5
23,9
24,1
30,8
25,1
6,2
9,5
8,1
1,3
7,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
SESSO
Totale
CLASSE DI ETÀ
65 anni e più
Totale
CONDIZIONE
82
POPOLAZIONE DI 15 ANNI E PIU'
Occupati
- Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti
63,3
55,0
58,7
91,0
64,3
11,5
9,1
10,1
28,9
13,5
- Direttivi, quadri, impiegati
36,8
30,8
33,5
48,4
36,0
- Operai (a)
10,0
9,8
9,9
7,4
9,4
5,0
5,3
5,2
6,3
5,4
1,6
1,8
1,7
1,5
1,7
1,3
- Lavoratori in proprio e coadiuvanti (b)
In cerca di nuova occupazione
In cerca di prima occupazione
0,9
1,6
1,3
1,4
Casalinghe
11,2
11,1
11,1
0,8
9,3
Studenti
12,0
13,1
12,6
3,9
11,1
Ritirati dal lavoro
10,0
15,6
13,2
1,4
11,1
1,0
1,8
1,4
-
1,2
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
In altra condizione (c)
Totale
(a) per operaio si intende: capo operaio, operaio subalterno, assimilati, apprendisti, lavorante a domicilio per conto di imprese; (b) per lavoratore in proprio e coadiuvante si
intende: lavoratore in proprio, socio di cooperativa, coadiuvante; (c) per altra condizione si intende: in servizio di leva, inabile al lavoro e in altra condizione (benestante,
detenuto, ecc.).
Le persone in età compresa tra i 25 ed i 44 anni risultano essere i soggetti che hanno compiuto più viaggi nel corso
del 2001 (41,7%), sia in occasione di viaggi di lavoro (61%), sia in occasione di viaggi di vacanza (38,1%). Subito
dopo si attestano gli individui fra i 45 ed i 64 anni (25,1%) e i giovani fino a 14 anni (14,7%). Gli ultra
sessantaquattrenni rappresentano, invece, il segmento della popolazione con il minor numero di viaggi fatti (7%),
soprattutto se si considerano quelli di affari (1,3%).
Focalizzando l’attenzione sulle persone con più di 14 anni, circa i due terzi dei viaggi sono stati effettuati dagli occupati
(64,3%). In particolare, a 100 viaggi fatti da persone che non lavorano corrispondono oltre 180 viaggi da parte di
persone che svolgono un’attività lavorativa.
83
Tra gli occupati sono maggiormente i direttivi, quadri e impiegati a viaggiare (36%). Meno frequenti sono gli
spostamenti da parte di dirigenti, imprenditori, liberi professionisti (13,5%), di operai (9,4%) e di lavoratori in proprio e
coadiuvanti (5,4%).
Se si considerano i viaggi di lavoro ben 9 viaggi su 10 sono fatti dagli occupati, con una netta prevalenza di quelli
realizzati dai dirigenti, quadri e impiegati (48,4%).
Tra i ‘non occupati’, con una quota dell’11,1%, sono gli studenti e i ritirati dal lavoro ad aver fatto più viaggi. Non del
tutto irrilevante risulta la percentuale dei viaggi effettuati dalle casalinghe: 9,3% del totale.
In conclusione è opportuno, comunque, osservare che la descritta distribuzione dei viaggi secondo le caratteristiche
socio-demografiche dei turisti risente sia della differente propensione a viaggiare di ciascun gruppo considerato sia
della composizione della popolazione in base a tali caratteristiche.
6.2.12 – Le differenze territoriali tra Nord, Centro e Sud
L’analisi della mobilità turistica per aree territoriali evidenzia, in modo analogo a quanto già registrato negli scorsi anni,
delle differenze sostanziali tra le tre diverse ripartizioni geografiche.
La propensione a viaggiare da parte dei soggetti residenti nel Nord e nel Centro d’Italia si conferma superiore a quella
osservata per i residenti al Sud. Nel 2001, infatti, al Nord ed al Centro si sono avuti in media 1,8 viaggi per persona1,
mentre al Sud solo 1,1.
84
Il Settentrione, in cui risiede il 44,6% della popolazione italiana, ha realizzato il 53,3% dei viaggi ed è stato a sua volta
meta del 46,4% dei flussi turistici interni al Paese. Il Centro, con il 19,3% dei residenti, ha prodotto il 21,9% dei viaggi
e ne ha ospitato il 25%. Il Sud, a fronte di una quota di popolazione del 36,1%, ha generato soltanto il 24,8% dei viaggi
e ne ha accolto il 28,6% (Tavola 1.14).
85
Tavola 1.14 – Popolazione residente e viaggi per ripartizione geografica - Anno 2001
(composizione percentuale)
Viaggi
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA
POPOLAZIONE RESIDENTE
Provenienza
Destinazione
Nord
44,6
53,3
46,4
Centro
19,3
21,9
25,0
Sud
36,1
24,8
28,6
Italia
100,0
100,0
100,0
In termini di flussi, ciò ha significato che dai residenti al Nord sono stati realizzati 47 milioni e 281 mila viaggi, 19
milioni e 411 mila da quelli del Centro e 21 milioni e 991 mila da quelli del Sud (Prospetto 1.11).
Prospetto 1.11 - Viaggi per provenienza e tipologia del viaggio - Anni 1998-2001 (dati in migliaia e
composizione percentuale)
TIPOLOGIA DEL
VIAGGIO
Provenienza
ANNO
Nord
Centro
Sud
Totale
In migliaia
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
1998
18.917
9.190
9.515
37.622
1999
18.791
7.777
8.491
35.060
2000
17.639
8.015
8.215
33.870
2001
16.874
7.533
7.993
32.400
1998
23.687
8.925
8.911
41.523
86
Vacanza
Lavoro
Totale viaggi
1999
22.979
8.579
8.814
40.371
2000
22.809
9.128
10.425
42.363
2001
24.429
8.771
9.664
42.864
1998
42.604
18.115
18.426
79.145
1999
41.770
16.356
17.305
75.431
2000
40.448
17.143
18.641
76.232
2001
41.304
16.304
17.657
75.265
1998
6.114
3.477
4.217
13.808
1999
6.880
2.977
4.747
14.603
2000
6.380
2.771
3.672
12.823
2001
5.979
3.106
4.334
13.419
1998
48.718
21.592
22.643
92.953
1999
48.650
19.333
22.052
90.034
2000
46.829
19.914
22.313
89.055
2001
47.281
19.411
21.991
88.683
1998
50,3
24,4
25,3
100,0
1999
53,6
22,2
24,2
100,0
2000
52,0
23,7
24,3
100,0
2001
52,0
23,3
24,7
100,0
1998
57,0
21,5
21,5
100,0
1999
57,0
21,2
21,8
100,0
2000
53,9
21,5
24,6
100,0
2001
57,0
20,5
22,5
100,0
1998
53,8
22,9
23,3
100,0
1999
55,4
21,7
22,9
100,0
2000
53,0
22,5
24,5
100,0
2001
54,8
21,7
23,5
100,0
Composizione percentuale
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
87
Lavoro
Totale viaggi
1998
44,3
25,2
30,5
100,0
1999
47,1
20,4
32,5
100,0
2000
49,8
21,6
28,6
100,0
2001
44,6
23,1
32,3
100,0
1998
52,4
23,2
24,4
100,0
1999
54,0
21,5
24,5
100,0
2000
52,5
22,4
25,1
100,0
2001
53,3
21,9
24,8
100,0
Considerando la tipologia del viaggio, le percentuali dei viaggi realizzati dai residenti delle diverse ripartizioni
geografiche presentano differenze più marcate in occasione di spostamenti per vacanza (54,8% al Nord, 21,7% al
Centro e 23,5% al Sud) rispetto a quelli di lavoro (44,6% al Nord, 23,1% al Centro e 32,3% al Sud).
La durata della vacanza non sembra, invece, influenzare la quota di spostamenti prodotta da chi vive nelle tre
ripartizioni geografiche considerate: le distribuzioni percentuali dei viaggi realizzati per vacanza ‘breve’ o per vacanza
‘lunga’ risultano piuttosto somiglianti (Figura 1.8). In realtà, però, i valori assoluti evidenziano una tendenziale
diminuzione nel numero di viaggi personali di 1-3 notti per i residenti al Nord ed al Sud. Per i primi si passa dai 18
milioni e 917 mila del 1998 ai 16 milioni e 874 mila del 2001, mentre per i secondi dai 9 milioni e 515 mila del 1998 si
scende a 7 milioni e 993 mila del 2001. Il Centro invece si mantiene pressoché costante nel corso del tempo.
L'analisi dei flussi turistici per origine-destinazione (Tavola 1.15) denota che i viaggi in Italia sono diretti
prevalentemente verso il Nord della Penisola (39,2%) ed in misura leggermente minore verso il Sud (24,1%) ed il
Centro (21%).
88
A causa, probabilmente, di una più favorevole localizzazione geografica, i viaggi prodotti dal Nord fanno registrare una
maggiore attitudine ad oltrepassare i confini nazionali. I dati mostrano, infatti, che quasi un quinto degli spostamenti
realizzati dai residenti al Nord (19,6%) ha avuto come destinazione prevalente una meta estera. Di converso, solo il
14,7% e l’8,4% dei viaggi fatti dai residenti del Centro e del Sud della Penisola ha valicato i confini italiani.
Tavola 1.15 - Viaggi per destinazione, ripartizione geografica di residenza del turista e tipologia del viaggio
Anno 2001 (composizione percentuale)
Destinazione
RIPARTIZIONE
GEOGRAFICA
DI RESIDENZA
Nord
Centro
Nord
Centro
Sud
Italia
71,2
24,8
20,3
47,7
15,7
50,2
23,7
25,7
Nord
Centro
Sud
Italia
43,6
21,3
18,1
33,3
11,9
25,7
17,6
16,0
20,1
29,0
50,4
28,7
Nord
Centro
Sud
Italia
54,9
22,9
19,1
39,5
13,4
37,0
20,4
20,2
13,5
26,0
52,3
25,3
Nord
Centro
Sud
40,7
36,7
32,0
24,4
23,9
29,4
Sud
Italia
Estero
Totale
90,8
97,5
98,6
94,2
9,2
2,5
1,4
5,8
100,0
100,0
100,0
100,0
75,6
76,0
86,1
78,0
24,4
24,0
13,9
22,0
100,0
100,0
100,0
100,0
81,8
85,9
91,8
85,0
18,2
14,1
8,2
15,0
100,0
100,0
100,0
100,0
70,8
82,1
91,2
29,2
17,9
8,8
100,0
100,0
100,0
VACANZA 1-3 NOTTI
3,9
22,5
54,6
20,8
VACANZA 4 O PIU' NOTTI
VACANZA
LAVORO
5,7
21,5
29,8
89
Italia
37,0
25,9
17,1
80,0
20,0
100,0
80,4
85,3
91,6
84,3
19,6
14,7
8,4
15,7
100,0
100,0
100,0
100,0
TOTALE VIAGGI
Nord
Centro
Sud
Italia
53,1
25,2
21,6
39,2
14,8
34,8
22,2
21,0
12,5
25,3
47,8
24,1
Per quanto concerne i viaggi in Italia, si denota una spiccata propensione a viaggiare all'interno della propria
ripartizione, particolarmente evidente per i residenti al Nord e al Sud. In effetti, circa la metà dei viaggi di chi vive al
Nord (53,1%) o al Sud (47,8%) ha avuto come destinazione la stessa area geografica di residenza. Se, però, per i
Meridionali risulta cospicua la porzione di viaggi diretta verso le altre ripartizioni (Centro 22,2%, Nord 21,6%), ciò non
può dirsi per i Settentrionali i quali hanno realizzato un’esigua quota di viaggi verso le restanti aree del Paese (Centro
14,8%, Sud 12,5%), addirittura inferiore a quella registrata verso le mete estere.
Per quanto riguarda, invece, gli abitanti del Centro non si rileva un’attitudine particolare a viaggiare verso una
specifica ripartizione. In realtà, i residenti al Centro hanno effettuato all’incirca uno spostamento su tre nella stessa
area geografica di origine (34,8%), ma al contempo hanno fatto registrare un'elevata quota di viaggi verso le località
del Nord (25,2%) e del Sud dell’Italia (25,3%).
E' rilevante osservare una consistente stanzialità dei flussi turistici in occasione di vacanze ‘brevi’.
Prescindendo dalla ripartizione di origine, infatti, oltre la metà degli spostamenti di 1-3 notti ha come destinazione la
medesima area geografica di partenza. Di contro, per i residenti in ogni ripartizione, non superando il 10% del totale,
risulta poco rilevante la percentuale di vacanze 'brevi' all’estero, soprattutto per il Centro (2,5%) e per il Sud (1,4%).
90
In occasione di lunghi viaggi di vacanza è importante rilevare l’elevata capacità attrattiva che caratterizza il Sud nei
confronti dei viaggi prodotti dai residenti nel Sud (50,4%) e nel Centro (29%), ma anche da quelli del Nord (20,1%).
Quasi paritaria è risultata, invece, la quota di vacanze 'lunghe' fatte all’estero da parte di individui residenti al Nord
(24,4%) ed al Centro (24%), mentre è quasi dimezzata per quanti vivono al Sud (13,9%).
Riguardo ai viaggi per lavoro, indipendentemente dall’origine dei flussi è sempre il Nord ad avere la maggiore capacità
attrattiva. In effetti, una località di quest'area geografica risulta essere la destinazione prevalente del 40,7% dei viaggi
fatti dai residenti al Nord, del 36,7% dei residenti al Centro e del 32% di quelli al Sud.
I viaggi per affari mettono in evidenza anche l’esigua quantità di spostamenti di chi vive al Nord verso le zone del Sud
(5,7%) contro la consistente quantità registrata verso l’estero (29,2%), superiore addirittura a quella verso il Centro
(24,4%). Inoltre, è possibile notare come dal Sud si muovano per lavoro in modo paritario all’interno di tutte e tre le
ripartizioni considerate. Su tre ipotetici viaggi di lavoro di chi abita al Sud uno viene fatto verso il Nord, uno verso il
Centro ed uno verso il Sud, denotando quindi l’assenza di capacità attrattiva del Sud verso il Sud. La percentuale dei
viaggi di lavoro fatti dai residenti del Centro, invece, denota una leggera prevalenza del Nord (36,7%) sul Centro
(23,9%) e sul Sud (21,5%).
91
6.3 - I turisti
6.3.1 - Quanti sono
Il maggior flusso di turisti nell’anno 2001 si è osservato durante il periodo estivo, confermando quanto già osservato
nei precedenti anni. Le persone che hanno compiuto almeno un viaggio tra luglio e settembre sono state 25 milioni e
327 mila, corrispondenti al 44,1% della popolazione italiana.
La quota di individui che ha effettuato uno o più viaggi nei restanti periodi dell’anno, infatti, è stata costantemente
inferiore a quella rilevata durante il trimestre estivo: 23,4% tra aprile e giugno, 19,2% da gennaio a marzo e 17,1% da
ottobre a dicembre (Prospetto 2.1).
Prospetto 2.1 -Turisti per trimestre e tipologia del viaggio - Anni 1998-2001 (dati in migliaia e per 100 residenti)
Trimestre
TIPOLOGIA
DEL VIAGGIO
ANNO
Gennaio-Marzo
Aprile-Giugno
Luglio-Settembre
Ottobre-Dicembre
6.503
5.400
5.197
5.034
4.423
5.211
4.978
5.259
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
5.614
4.671
4.967
5.166
In migliaia
6.377
7.169
7.144
7.217
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
4.401
4.470
4.585
5.205
5.320
5.408
6.008
6.067
22.232
21.487
22.412
21.874
3.179
3.473
3.138
3.844
Vacanza
1998
1999
2000
2001
8.921
8.386
8.776
9.538
10.641
11.581
12.093
12.270
25.488
24.297
25.213
24.709
7.137
8.070
7.645
8.458
92
Lavoro
1998
1999
2000
2001
1.814
1.828
2.004
2.177
1.965
2.020
1.979
1.904
1.770
1.758
1.559
1.749
1.730
2.022
1.779
2.015
Totale
1998
1999
2000
2001
10.046
9.639
10.096
11.015
11.925
13.021
13.430
13.457
26.075
24.887
25.885
25.327
8.291
9.520
8.965
9.811
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
9,8
8,2
8,7
9,0
11,4
9,5
9,1
8,8
7,7
9,1
8,7
9,2
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
7,7
7,8
8,0
9,1
9,3
9,5
10,5
10,6
38,9
37,6
39,2
38,1
5,6
6,1
5,5
6,7
Vacanza
1998
1999
2000
2001
15,6
14,7
15,3
16,6
18,6
20,3
21,1
21,4
44,6
42,5
44,1
43,0
12,5
14,1
13,3
14,7
Lavoro
1998
1999
2000
2001
3,2
3,2
3,5
3,8
3,4
3,5
3,5
3,3
3,1
3,1
2,7
3,0
3,0
3,5
3,1
3,5
Totale
1998
1999
2000
2001
17,6
16,9
17,7
19,2
20,9
22,8
23,5
23,4
45,7
43,6
45,2
44,1
14,5
16,7
15,7
17,1
Per 100 residenti
11,2
12,5
12,5
12,6
L'alto numero di persone che hanno effettuato viaggi durante il trimestre luglio-settembre è legato soprattutto
all'elevata quota di vacanzieri. Tuttavia, rispetto ai dati del 2000, è proprio in estate che si osserva una lieve
93
diminuzione dei turisti per vacanza: si scende da 25 milioni e 213 mila persone nell’estate 2000, pari al 44,1% della
popolazione residente, a 24 milioni e 709 mila persone nello stesso periodo del 2001, corrispondente al 43% della
popolazione residente. Tale decremento risente soprattutto della diminuzione di turisti per vacanze di lunga durata
(scesi dal 39,2% al 38,1% dei residenti).
Negli altri trimestri dell’anno, e soprattutto durante il primo e l’ultimo, si è riscontrato invece un aumento del numero di
vacanzieri, attribuibile, anche in questo caso, a quanti compiono soggiorni di quattro notti e più.
In ogni trimestre, circa il 9% degli italiani ha trascorso almeno un breve soggiorno di vacanza (1-3 notti); ha fatto
eccezione il trimestre aprile-giugno durante il quale, come di consueto, si è registrato un valore più elevato (12,6%).
Nel quadriennio 1998-2001, durante il periodo estivo, si rileva una tendenziale diminuzione del numero di turisti per
vacanza ‘breve’: da 11,4% nel 1998 a 8,8% nel 2001.
94
Del tutto in linea con l’andamento riscontrato nell’analisi dei viaggi, i turisti per lavoro sono una quota sostanzialmente
stabile nei trimestri, attestandosi nel 2001 attorno al 3,4% in ogni trimestre.
95
6.3.2 – Chi va in vacanza nel trimestre estivo
Nei mesi tra luglio e settembre, uomini e donne hanno viaggiato per vacanza quasi in uguale misura. Infatti,
complessivamente, si è recato in vacanza il 43,3% degli uomini ed il 42,8% delle donne residenti nel Paese (Tavola
2.1).
Nello stesso periodo, le fasce d’età in cui si è registrato il maggior numero di vacanzieri sono state quelle dei bambini
di 0-14 anni e degli adulti di 25-44 anni (rispettivamente 52,6% e 50,4% dei residenti appartenenti alle stesse fasce
d’età). Le persone che hanno viaggiato meno per vacanza sono state gli anziani di 65 anni ed oltre (20,5%),
mostrando una forte flessione rispetto all’andamento più o meno stabile, intorno al 26-27%, del precedente triennio.
Anche per il 2001 la più alta percentuale di vacanzieri nel periodo estivo è stata raggiunta dagli occupati con posizione
professionale elevata (Tavola 2.2). Nella classe dei direttivi, quadri e impiegati, infatti, i turisti per vacanza sono stati il
62,4%, cui sono seguiti i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti con il 61,5%. Le suddette classi di lavoratori
hanno confermato di essere quelle che viaggiano di più sia per vacanze ‘lunghe’ che ‘brevi’, sebbene lo scarto con le
rimanenti due categorie di occupati, gli operai e i lavoratori in proprio, sia più evidente nei soggiorni di breve durata.
In particolare, si segnala che tra gli operai si è registrata la più bassa quota di vacanzieri (36,9%).
Tavola 2.1 - Turisti per durata della vacanza, distinti per sesso e classe di età - Trimestre luglio-settembre
2001
(dati in migliaia e per 100 residenti con le stesse caratteristiche)
CARATTERISTICHE
Durata della vacanza
96
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
In migliaia
Per 100 residenti
con le stesse
caratteristiche
In migliaia
Per 100 residenti
con le stesse
caratteristiche
In migliaia
Per 100 residenti
con le stesse
caratteristiche
SESSO
Maschi
Femmine
Totale
2.456
2.578
5.034
8,8
8,7
8,8
10.672
11.202
21.874
38,2
38,0
38,1
12.092
12.617
24.709
43,3
42,8
43,0
CLASSE DI ETÀ
0-14 anni
15-24 anni
25-44 anni
45-64 anni
65 anni e più
Totale
824
569
2.024
1.282
335
5.034
9,9
8,7
11,4
8,9
3,2
8,8
3.904
2.865
7.878
5.305
1.923
21.874
47,0
44,0
44,2
36,8
18,5
38,1
4.367
3.209
8.985
6.016
2.131
24.709
52,6
49,3
50,4
41,7
20,5
43,0
Tavola 2.2 - Turisti di 15 anni e più per durata della vacanza, condizione e posizione nella professione
Trimestre luglio-settembre 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione)
Durata della vacanza
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
CONDIZIONE
Occupati
- Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti
- Direttivi, quadri, impiegati
- Operai (a)
- Lavoratori in proprio e coadiuvanti (b)
In cerca di nuova occupazione
In migliaia
Per 100 residenti di
15 anni e più nella
stessa condizione
In migliaia
Per 100 residenti di
15 anni e più nella
stessa condizione
In migliaia
Per 100 residenti di
15 anni e più nella
stessa condizione
2.597
475
1.386
533
202
11,7
17,5
13,7
7,9
7,9
10.244
1.454
5.640
2.130
1.020
46,2
53,7
55,8
31,4
39,9
11.619
1.666
6.302
2.504
1.147
52,5
61,5
62,4
36,9
44,9
94
5,4
361
20,9
438
25,3
97
In cerca di prima occupazione
Casalinghe
Studenti
Ritirati dal lavoro
Altra condizione (c)
Totale
68
453
400
538
61
4.210
7,7
6,0
9,3
5,1
3,2
8,6
278
2.121
2.157
2.469
340
17.970
31,4
28,0
50,0
23,3
17,9
36,6
343
2.403
2.375
2.779
384
20.341
38,8
31,8
55,0
26,3
20,2
41,4
(a) per operaio si intende: capo operaio, operaio subalterno, assimilati, apprendisti, lavorante a domicilio per conto di imprese; (b) per lavoratore in proprio e coadiuvante si intende: lavoratore in proprio,
socio di cooperativa, coadiuvante; (c) per altra condizione si intende: in servizio di leva, inabile al lavoro e in altra condizione (benestante, detenuto, ecc.).
6.3.3 - Quanti in Italia, quanti all’estero
Come già evidenziato, la percentuale degli italiani che durante l’estate 2001 hanno realizzato almeno una vacanza è
stata del 43%. Il 36,4% degli italiani ha scelto almeno una volta, come meta per le proprie vacanze, l’Italia, mentre
l’8,8% è stato almeno una volta all’estero. Il trimestre estivo è, infatti, il periodo in cui si viaggia di più all’estero; la
quota di vacanzieri verso un Paese straniero negli altri periodi dell’anno è stata 2,1% nel trimestre ottobre-dicembre,
3,3% nel trimestre gennaio-marzo e il 3,7% nel trimestre aprile-giugno.
In particolare, rispetto all’estate 2000, si è verificata una diminuzione di circa due punti percentuali dei turisti che
hanno effettuato almeno una vacanza di lunga durata in Italia (dal 33% nel 2000 al 31,3% nel 2001) (Prospetto 2.2).
Prospetto 2.2 - Turisti per destinazione e durata della vacanza - Trimestre luglio-settembre Anni 1998 - 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti)
Destinazione
DURATA DELLA VACANZA
ANNO
Italia
Estero
Totale
98
In migliaia
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
1998
1999
2000
2001
6.050
5.122
4.846
4.717
594
351
458
362
6.503
5.400
5.197
5.034
1998
1999
2000
2001
18.588
17.994
18.894
17.952
4.790
4.588
4.563
4.786
22.232
21.487
22.412
21.874
1998
1999
2000
2001
21.959
21.040
21.863
20.921
5.241
4.878
4.944
5.062
25.488
24.297
25.213
24.709
1998
1999
2000
2001
10,6
9,0
8,5
8,2
1,0
0,6
0,8
0,6
11,4
9,5
9,1
8,8
1998
1999
2000
2001
32,5
31,5
33,0
31,3
8,4
8,0
8,0
8,3
38,9
37,6
39,2
38,1
1998
1999
2000
2001
38,5
36,8
38,2
36,4
9,2
8,5
8,6
8,8
44,6
42,5
44,1
43,0
Per 100 residenti
Vacanza 1-3 notti
Vacanza 4 o più notti
Vacanza
6.3.4 - Le differenze tra Nord, Centro e Sud
L’estate 2001 ha confermato la maggiore attitudine a viaggiare per vacanza degli italiani residenti al Nord e al Centro
rispetto ai residenti al Sud, tendenza risultata comunque evidente anche negli altri periodi dell’anno. Con riferimento ai
99
mesi tra luglio e settembre, il 53,1% dei residenti al Nord e il 44,9% dei residenti al Centro Italia si è recato in vacanza,
mentre al Sud la quota è stata pari al 29,6% (Prospetto 2.3).
In termini di propensione a viaggiare, in particolare, si osserva che differenze così accentuate fra le diverse aree del
Paese si rilevano soprattutto per quanto riguarda i lunghi soggiorni di vacanza e molto meno con riferimento alle
vacanze ‘brevi’.
Il confronto con i dati del 2000 ha mostrato una diminuzione del numero di turisti per vacanza ‘lunga’ fra quanti
risiedono al Centro e al Sud: si passa, rispettivamente, dal 43,2% al 40,1% al Centro e dal 26,8% al 24,5% al Sud.
100
A livello Italia, come già evidenziato, nel quadriennio 1998-2001 si è riscontrata una costante e lenta diminuzione dei
vacanzieri per soggiorni ‘brevi’ durante il trimestre estivo. Unica eccezione è stata rilevata nel corso del 2001 al
Centro, dove il numero di vacanzieri per soggiorni di 1-3 notti ha fatto registrare una lieve ripresa rispetto al 2000 (dal
9,4% al 9,8%).
Prospetto 2.3 - Turisti per ripartizione geografica di residenza e durata della vacanza - Trimestre luglio-settembre Anni 1998-2001 (dati in migliaia e per 100 residenti nella stessa ripartizione geografica)
Ripartizione geografica di residenza
DURATA DELLA VACANZA
ANNO
Nord
Centro
Sud
Italia
In migliaia
1.635
1.196
1.035
1.086
1.711
1.476
1.441
1.399
6.503
5.400
5.197
5.034
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
3.157
2.727
2.721
2.550
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
2001
12.830
12.274
12.109
12.365
4.463
4.527
4.750
4.435
4.938
4.686
5.553
5.073
22.232
21.487
22.412
21.874
Vacanza
1998
1999
2000
2001
14.126
13.506
13.378
13.592
5.309
5.134
5.281
4.973
6.052
5.656
6.555
6.144
25.488
24.297
25.213
24.709
Vacanza 1-3 notti
1998
1999
2000
2001
Per 100 residenti nella stessa ripartizione geografica
12,5
14,9
8,2
10,7
10,9
7,1
10,7
9,4
6,9
10,0
9,8
6,7
11,4
9,5
9,1
8,8
Vacanza 4 o più notti
1998
1999
2000
50,7
48,4
47,5
38,9
37,6
39,2
40,8
41,3
43,2
23,7
22,5
26,8
101
Vacanza
2001
48,3
40,1
24,5
38,1
1998
1999
2000
2001
55,8
53,2
52,5
53,1
48,5
46,8
48,0
44,9
29,0
27,2
31,6
29,6
44,6
42,5
44,1
43,0
6.3.5 - Chi non va in vacanza: i motivi
L’indagine, oltre a dare informazioni sulle persone che hanno viaggiato nel corso del 2001, permette di conoscere, nel
contempo, quanti sono coloro che non hanno viaggiato, individuandone caratteristiche e motivazioni.
102
E’ evidente che il minor numero di persone che non hanno effettuato viaggi di vacanza si riscontra nel trimestre lugliosettembre (57%), mentre nel resto dell’anno la quota è più alta, raggiungendo il valore massimo nel trimestre ottobredicembre (85,3%) (Figura 2.3).
E’ interessante notare che le cause che spingono i residenti nel Paese a non recarsi in vacanza assumono, in genere,
livelli di importanza diversa se si distingue il periodo estivo dagli altri periodi dell’anno.
Tavola 2.3 - Persone che non hanno effettuato viaggi di vacanza per trimestre e motivo prevalente Anno 2001 (composizione percentuale)
Trimestre
MOTIVO
Motivi economici
Motivi di lavoro e studio
Mancanza di abitudine
Gia' residente in localita' di
villeggiatura
Motivi di famiglia
Motivi di salute
Altri motivi
Non risponde
Totale
Gennaio-Marzo
Aprile-Giugno
Luglio-Settembre
Ottobre-Dicembre
14,9
33,9
15,5
11,8
38,8
13,1
18,9
17,9
12,8
11,9
32,5
18,0
0,7
15,5
8,3
10,2
1,1
100,0
0,6
15,9
8,8
10,2
0,9
100,0
3,3
19,5
12,0
14,6
1,1
100,0
0,9
19,8
8,9
7,3
0,7
100,0
103
In genere, escludendo il trimestre estivo, i motivi di studio e di lavoro hanno rappresentato nel 2001 la causa
prevalente della non vacanza, con la massima rilevanza nel trimestre aprile-giugno (38,7%); i motivi di famiglia hanno
rappresentato la seconda motivazione in ordine di importanza, a cui è seguita la mancanza di abitudine. I motivi
economici si sono collocati al quarto posto e quelli di salute al quinto (Tavola 2.3).
Nei mesi da luglio a settembre 2001, invece, prevalgono i motivi di famiglia (19,4%) e i motivi economici (18,9%) che
costituiscono le due motivazioni principali che hanno spinto i residenti a non viaggiare nel periodo dell’anno di maggior
flusso turistico; seguono i motivi di lavoro e studio (17,9%) e, quasi a pari merito, mancanza di abitudine (12,8%) e
motivi di salute (12%).
Sempre con riferimento al periodo estivo, un dato da rilevare si riferisce a quanti non si sono spostati per vacanza
perché già residenti in località di villeggiatura; costituiscono, infatti, il 3,3% degli italiani che non hanno viaggiato per
vacanza.
6.3.6 - Chi viaggia per lavoro
Nel corso del 2001, mediamente in un trimestre, ha viaggiato per ragioni di lavoro il 4% della popolazione di 15 anni e
più (Prospetto 2.4). Questo valore, tuttavia, è rappresentato in larga misura dagli occupati; di questi, infatti,
mediamente in un trimestre, l’8% degli occupati ha viaggiato per lavoro. Molto più bassa, invece, la quota di turisti per
lavoro non occupati di 15 anni e più (0,7%).
Prospetto 2.4 - Turisti di 15 anni e più che hanno viaggiato per lavoro distinti per condizione e destinazione
del viaggio - Valore medio dei 4 trimestri - Anni 1998 - 2001 (dati in migliaia e per 100 residenti
di 15 anni e più nella stessa condizione)
104
Condizione
ANNO
Occupati
Italia
1998
1999
2000
2001
1.598
1.659
1.621
1.766
1.263
1.350
1.242
1.441
1998
1999
2000
2001
7,5
7,7
7,4
8,0
Estero
Non occupati
Totale
436
437
481
420
220
243
208
194
1.818
1.903
1.829
1.960
0,8
0,9
0,8
0,7
3,7
3,9
3,7
4,0
In migliaia
Per 100 residenti di 15 anni e più nella stessa condizione
6,0
2,1
6,2
2,0
5,7
2,2
6,5
1,9
Tra gli occupati prevalgono quanti hanno viaggiato per lavoro almeno una volta in Italia (mediamente in un trimestre il
6,5% degli occupati), rispetto a chi invece ha viaggiato almeno una volta all’estero (1,9% degli occupati).
Tavola 2.4 - Turisti occupati di 15 anni e più che hanno viaggiato per lavoro distinti per sesso, posizione
nella professione e ripartizione geografica di residenza - Valore medio dei 4 trimestri Anno 2001 (dati in migliaia e per 100 occupati di 15 anni e più con le stesse caratteristiche)
Turisti occupati che hanno viaggiato per lavoro
CARATTERISTICHE
In migliaia
SESSO
Maschi
Femmine
Totale
POSIZIONE NELLA PROFESSIONE
Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti
Direttivi, quadri, impiegati
Per 100 occupati
anni e più
di 15
con le
stesse caratteristiche
1.350
416
1.766
10,0
4,9
8,0
522
963
19,0
9,3
105
Operai (a)
Lavoratori in proprio e coadiuvanti (b)
Totale
141
139
1.766
2,2
5,7
8,0
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DI RESIDENZA
Nord
Centro
Sud
Totale
825
395
545
1.766
7,5
8,8
8,3
8,0
(a) per operaio si intende: capo operaio, operaio subalterno, assimilati, apprendisti, lavorante a domicilio per conto di imprese; (b) per lavoratore in proprio e coadiuvante si intende: lavoratore
in proprio, socio di cooperativa, coadiuvante.
Mediamente in un trimestre, gli uomini occupati hanno viaggiato di più rispetto alle donne: 10% rispetto a 4,9%
(Tavola 2.4).
Considerando le categorie professionali, mediamente in un trimestre, hanno viaggiato per lavoro maggiormente quelle
più elevate. In particolare si sono spostati per lavoro il 19% dei dirigenti, imprenditori e liberi professionisti; più bassa,
invece la quota tra i lavoratori in proprio (5,7%) e gli operai (2,2%).
Come negli anni precedenti, nel corso del 2001, la mobilità per lavoro per area geografica di residenza non presenta
molte differenze: mediamente in un trimestre del 2001 ha realizzato almeno un viaggio di lavoro il 7,5% degli occupati
residenti al Nord, l’8,8% di quelli residenti al Centro e l’8,3%
di quelli residenti al Sud.
E’ da rilevare che le differenze per area geografica di residenza incidono meno sulla mobilità per lavoro rispetto a
quella per vacanza; infatti, mentre i residenti in Italia hanno una diversa propensione a viaggiare per vacanza a
seconda dell'area geografica di residenza, quando si viaggia per lavoro emergono maggiori similitudini
comportamentali. Una possibile spiegazione della minore differenza territoriale quando si viaggia per lavoro può
106
essere imputata alla maggiore presenza di attività economiche e al maggiore sviluppo del mercato del lavoro nel Nord
e nel Centro del Paese che attrae anche occupati residenti in aree meno sviluppate, contrariamente a quanto avviene
per il turismo di vacanza.
6.4 - Le prospettive di evoluzione del turismo
Tre sono stati i filoni generali su cui si sono concentrate le attenzioni dei ricercatori:
•
il primo è relativo al territorio al quale il turismo è inscindibilmente legato;
•
il secondo riguarda il turismo urbano e le città d'arte in particolare, di cui il nostro Paese è particolarmente ricco;
•
il terzo, infine, è orientato agli aspetti economico-organizzativi e innovativi, chiave di volta per rendere il nostro
sistema sempre più competitivo.
107
A - Le indagini relative al primo filone di ricerca hanno evidenziato il forte
squilibrio nella distribuzione territoriale del turismo. Anche in aree rilevanti
sul piano della disponibilità di risorse paesaggistiche, culturali e storiche
c'è assenza o insufficiente attenzione per i siti "minori". La virgolettatura
su "minori" sottolinea il ruolo positivo di tali siti nei confronti di un
decongestionamento dei luoghi più affollati ed evidenzia la loro
importanza per lo sviluppo economico delle nuove aree interessate.
Ambrogio Lorenzetti, particolare dell'affresco "Effetti del
La georeferenziazione dei siti turistici è stata intrapresa come utilizzo di
bion governo" XIV sec., Palazzo Pubblico, Siena
una metodologia di approccio da applicare a zone territoriali definite e,
quindi, utile per valutare l'interesse turistico di un sito e la consistenza dell'offerta.
Un contenuto di natura metodologica si ritrova nello studio su una zona turistica matura quale quella di Rimini, il cui
territorio ha finora risposto in maniera positiva alle sollecitazioni di un turismo di massa. L'offerta riminese ha
conosciuto, infatti, negli anni un'articolazione complessa non limitata alle esigenze della balneazione estiva, ma
estesa ai locali notturni, alla valorizzazione dell'entroterra, idonea anche a fornire risposte al turismo di business ed a
quello culturale.
Un caso particolare di studio della valorizzazione dell'entroterra è quello sperimentale della provincia di Latina, dove,
pur in presenza di abbazie, santuari, resti di antichi insediamenti e spazi di interesse geologico, faunistico e floristico,
non si attivano flussi turistici di un certo rilievo.
108
B - Il secondo filone, quello del turismo urbano e delle città d'arte, è di grande importanza per il nostro Paese.
Sviluppatosi inizialmente come turismo d'élite, è oggi alla portata di un numero elevato e crescente di utenti.
Premesso che ogni città è un caso a sé, in quanto la struttura urbanistica, l'ubicazione e l'accessibilità al patrimonio
culturale, la viabilità, l'organizzazione hanno un valore locale, il problema per questo tipo di turismo è come le città
interessate possano far fronte a questa richiesta e come possano organizzare o riorganizzare l'accessibilità alle
proprie strutture artistico-storiche in maniera da attrarre l'interesse del visitatore.
Fra le implicazioni che l'esercizio di questo turismo comporta, quelle che generano apprensione sono la saturazione, e
quindi la sostenibilità da parte delle città dei flussi turistici in luoghi relativamente ristretti, quali sono di solito i centri
storici.
Una delle minacce più serie alla conservazione dei siti è l'assenza di regolamentazione, in tutto o in parte, del turismo
di massa che in determinate condizioni può causare degrado economico e fisico di un capitale non riproducibile come
quello culturale.
C - Terzo filone è l'indagine sugli aspetti economico-organizzativi di un mercato turistico sempre più legato ai processi
di globalizzazione. Gli studi economici sul turismo, nel recente passato, hanno sottolineato la necessità di un
approccio sistemico al fenomeno, non solo per il suo carattere collettivo e la sua forte valenza territoriale, ma anche
per i numerosi vantaggi che possono derivare in termini di economie di scala e di esternalità positive.
109
Le problematiche inerenti al raccordo tra operatori pubblici e privati, con particolare attenzione ai Centri di Servizio al
Turismo, sottolineano i vantaggi di questi ultimi alla commercialità ed alla promozione turistica.
Il turismo non è più un corpus unicus, cioè un contenitore dai comportamenti resi omogenei, ma è un fenomeno dotato
di sfaccettature differenziate. È inoltre un mercato con più segmentazioni, di cui occorre valutare l'importanza.
Un segmento della domanda turistica è quello relativo al turismo congressuale, non molto conosciuto dal sistema
informativo territoriale. E invece il turismo congressuale deve essere considerato non più una nicchia del settore, ma
un comparto con una rilevante dimensione economica suscettibile di indurre altre forme di turismo.
6.5 - I risultati di una ricerca sulle vacanze degli italiani
a cura di Trademark Italia e Sociometrica
6.5.1 – il 2003, anno degli equivoci
I turisti pensano, nemmeno silenziosamente, che nel 2003 avranno a disposizione tutto per poche lire; chi gestisce
l’ospitalità e gli alberghi, più silenziosamente, crede che, al di là del panico dell’11 settembre, la stagione andrà bene.
110
Da un lato i turisti si aspettano:
•
prezzi bassi (tanto c’è la crisi),
•
posti disponibili dappertutto (tanto c’è la crisi),
•
magari un albergo di quattro stelle al prezzo di tre (tanto c’è la crisi).
Gli albergatori, dal canto loro, pensano che:
•
il peggio sia passato (per fortuna che è successo a settembre),
•
i concorrenti sono in crisi (chi volete che vada in Tunisia, in Turchia, in Egitto, a Sharm el Sheikh?),
•
gli Italiani questa estate staranno più volentieri in Italia (tanto all’estero che trovano di meglio?).
E’ su queste basi che poggia il grande equivoco del 2003. Gli uni aspettando i grandi risparmi che non ci saranno, gli
altri i grandi profitti che non ci saranno.
E allora, cosa ci sarà?
L’arte della prudenza in quest’occasione non è quella della moderazione, ma quella dell’equilibrio e la differenza nel
nostro caso non è piccola. Tenere i prezzi alti quando la gente si aspetta prezzi bassi è come battere la testa contro il
111
muro; tenere i prezzi bassi solo perché la gente li aspetta tali, mostra una scarsa capacità di gestire controcorrente il
proprio business.
E’ l’anno della correttezza, delle cose giuste ed appropriate: non una lira (anzi un euro) di più, non una (o uno) di
meno. Rispetto a che cosa? Alla qualità che si offre, naturalmente.
E’ l’anno dei semplici, dove il termine non è sinonimo d’incapacità di pensare le cose complesse, ma espressione
della capacità di andare alla sostanza delle cose e della comunicazione. “Basta con i nomi, vogliamo le cose!”
sembrano gridare schiere di clienti, delusi dalle ampollosità vuote, dalle parole che dicono tutto e niente.
Società complessa, comunicazione semplice, tanto per cominciare. Che quel che si promette sia chiaro: non chiamate
“fitness center” la presenza di qualche attrezzo in una sala buia dell’albergo! Non inventiamoci le “tessere club” per
aumentare surrettiziamente il prezzo delle camere! Non chiamiamo “ricco breakfast” l’insieme delle marmellatine che
anche i supermercati rifiutano di vendere ...
Torniamo all’empatia, la dote di cui gli albergatori italiani sono storicamente più prodighi. In pochi anni, da quando i
margini lordi delle gestioni alberghiere sono diventati interessanti, sono affiorate rigidità, talvolta l’alterigia e in qualche
caso anche accenni d’arroganza. L’arte italiana del tutto è possibile si è andata trasformando nel suo opposto, quello
del non è possibile. Quanta era la gioia dei tedeschi che trovavano fuori del loro paese quel senso di flessibilità
d’accomodamento, d’aggiustamento, che a casa loro è merce così rara?
112
Ci siamo un po’ “germanizzati”, almeno in questo: siamo più freddi, trattiamo i clienti con maggior distanza, dettiamo le
regole perché siamo diventati più ricchi di loro. Allora è l’anno giusto per riscoprire l’empatia, per mettersi nei panni del
cliente, per vedere quanto siamo bravi, noi italiani, a capire la gente, a fare felici i nostri clienti.
Ma tutto com’era cominciato? Come siamo arrivati all’anno degli equivoci?
E’ qui c’è una risposta facile: “nine/eleven”, 11/9, il giorno della gran paura, il giorno in cui il turismo ha pensato quasi
di non avere un futuro.
Cosa resta oggi dell’11 settembre? Cosa resta dello shock? Cosa resta nella mente degli Italiani, un popolo che
macina tutto, che sembra sedimentare tutto, magari attraverso l’agire lento e il secolare disincanto?
Molto e poco insieme. Molto, perché i comportamenti di vacanza sembrano essere stati “distorti” da quegli eventi che
rimangono sotto traccia e riemergono non appena si affronta il discorso sulle vacanze. Poco, se si pensa che
l’argomento terrorismo, scomparso dalle conversazioni ordinarie della gente comune, rimane come qualcosa che
appartiene già al passato.
Tra questo molto e questo poco sembrano altalenarsi i comportamenti turistici dell’anno 2003.
113
Alcune di queste tendenze di blocco delle partenze, di ripensamento drastico delle vacanze, di indecisione, si sono via
via stemperate fino a diventare una sorta di “background” inconscio, ma le conseguenze dello shock non sembrano
essere scomparse: oggi sempre meno persone dicono di aver paura di volare, però di fatto volano di meno; sempre
meno persone dicono di aver paura di visitare gli Stati Uniti e tuttavia siamo ancora ai minimi nel trade Italia-USA;
sempre meno persone dichiarano di non partecipare a un congresso per paura di attentati, ma comunque vi
partecipano di meno.
La prima conseguenza, sembra proprio di lungo periodo, è quella di un supplemento di motivazione per viaggiare.
Se prima si viaggiava senza troppo pensarci, adesso c’è bisogno d’essere più convinti, di essere maggiormente
sedotti dalle destinazioni, d’essere più determinati nelle proprie decisioni.
E’ un umore più che una scelta sedimentata, un umore però che ha conseguenze sul fatturato globale dei viaggi e
delle vacanze. Se c’è bisogno di un supplemento di motivazione, allora i viaggi “banali” sono scartati, la base è erosa,
il mercato si assottiglia.
Anche se l’11 settembre sembra aver spaventato più gli operatori che i consumatori, basti pensare che per i viaggi di
Natale e di Capodanno del 2001 si è registrata persino una domanda in eccesso verso i viaggio intermediati dai Tour
Operator: le attese erano così basse che hanno lasciato senza offerta una buona fetta di domanda.
Un’altra tendenza che agisce molto nel profondo è la perdita d’interesse verso l’altro (uno dei moventi più forti per il
viaggio, soprattutto verso i mondi lontani). I viaggi “complessi” sono scartati. I paesi che non sono collocati sul lato
114
giusto della divisione occidente/resto del mondo, creano tensioni nuove e sono messi da parte. Si sfuggono le
destinazioni dove si vede una qualche difficoltà.
La retorica del viaggiare come momento d’incontro tra civiltà diverse, come mezzo per entrare in contatto con altre
società sembra largamente fuori corso: si va verso un turismo fra eguali, un turismo in cerca di conferme, che non
metta in discussione le proprie convinzioni o il proprio stile di vita.
Per conseguenza, sono in declino tutte le destinazioni che appaiono poco “occidentali”, mentre ritrovano brillantezza
quei paesi che appaiono più coerenti con il nostro stile di vita, la Francia e la Spagna (oltre all’Italia) in primo luogo.
Quel che accade è perciò un generale riposizionamento di tutte le destinazioni nel grande, immenso, mercato turistico.
Alcune destinazioni sono in crescita, altre sono declinanti e tutte per fattori che sono ampiamente esterni al fisiologico
andamento del mercato turistico. Ad esempio, il prezzo per certi versi è oggi meno importante, per altri lo è ancora di
più. E’ meno importante perché si è alzato il livello di soglia d’accettabilità di una destinazione e se non la si
percepisce come sicura non c’è prezzo che tenga. Il prezzo è più importante perché nella “vulgata” generale c’è, come
detto, la “crisi del turismo” e perciò ci si aspettano prezzi più bassi, e perciò si è meno disposti a pagare prezzi alti.
La combinazione di queste prime tendenze ci parla di una voglia di guscio familiare, personale o di gruppo che sia.
Non c’è voglia di scommettere sugli altri, anzi si tende a “clonare” sè stessi, il proprio nucleo di vacanza. Tutti gli altri
sono solo lo scenario, lontano, della nostra vacanza. Non c’è attesa del nuovo, dell’imprevisto, della scoperta di
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qualcosa che non si conosca già. Tutto è detto, tutto è definito, almeno per questo anno. Le isole lontane, i popoli
sconosciuti, le usanze da scoprire per questa stagione resteranno comportamenti poco frequentati.
C’è, invece, bisogno di radici. Di scoprire le proprie radici: quello che mi è più vicino ha oggi più valore. E’ il “boom”
delle tipicità, del vino, alimento tradizionale come nessun altro e tuttavia percepito come intriso di nuova giovinezza,
con la gara a chi lo conosce meglio, lo sa bere meglio, ne può parlare meglio. E’ la scoperta della gastronomia
tradizionale rinverdita dalla grande ristorazione; è la scoperta dei formaggi, delle cotture dei nonni, che oggi si
ammantano di delicatezza, di ricercatezza, di un nuovo “status” socio-economico. E' il ritorno probabile alle
destinazioni di sempre.
6.5.2 – All’insegna delle asimmetrie
Dopo 7 anni di vacche grasse, nel 2003 gli operatori fanno la dieta. Adesso è il turno dei turisti: otterranno il meglio a
buon prezzo.
Questo si temeva e questo rispondono i turisti italiani interpellati tra il 25 gennaio e il 10 febbraio.
Sarà un anno di sofferenza per chi offre ospitalità e di straordinarie opportunità per i turisti esperti, per coloro che
sanno negoziare, per chi sa attendere. Chi ha già prenotato ha incrociato aumenti medi del 7/10% e adesso
criticamente invita i conoscenti a rimandare per cogliere i momenti di debolezza dell’offerta, l’onda negativa delle
prenotazioni rallentate.
116
Sorprende come si sia autonomamente innescato dapprima un meccanismo contro l’aumento dei prezzi e in
successione un rallentamento delle prenotazioni. E’ la prima volta che accade di rilevarlo, ma è anche la prima volta
che è avvenuto un fatto come quello dell’11 settembre.
Potevamo attenderci qualcosa di strano, visto che l’asimmetria tra chi ospita e chi si prepara a fare vacanze era ed è
palese.
6.5.3 - due atteggiamenti a confronto
a - L’offerta: Alloggio, Ristorazione, Spiaggia, Intrattenimento
•
gli albergatori, le Apt, gli Assessorati regionali ottimisti, convinti che la domanda, rinunciando ai voli aerei e
optando per vacanze di corto raggio, resterà in Italia creando un aumento di domanda e una drammatizzazione
dell’offerta;
•
più domanda, stessa quantità di offerta: tutti capiscono che si può spingere sulla leva dei prezzi;
•
segnali positivi sul turismo intraregionale europeo. Meno estero significa più europei in Europa e più europei in
Italia;
•
il sistema pubblico, rassicurato da un lungo periodo di aumenti di arrivi e presenze, non trova motivi per lanciare
allarmi e raccomandare la prudenza nello stabilire i prezzi;
117
•
si aspetta come sempre l’ondata delle richieste primaverili; solo ad aprile ci si renderà conto della contrazione;
•
a livello istituzionale si crede che una quota significativa di tedeschi sia pronta a rinunciare all’aereo e a muoversi
in automobile verso l’Italia.
b - la domanda: i Turisti, le Famiglie
•
il sondaggio dimostra che rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso un 9,6% in più di italiani non ha deciso né il
dove né il quando fare vacanza; una quota così elevata di indecisi (59,2%) non si rilevava dal 1994;
•
la maggioranza anche nel 2003 resta fedele ai soliti luoghi; non ha alcuna intenzione di andare all’estero, eppure
si sente frustrata per la riduzione delle opzioni internazionali;
•
chi nel 2002 è andato all’estero è inquieto: alcuni vi hanno già rinunciato e optano per alternative italiane, altri per
ora non rinunciano, ma sono indecisi;
•
le famiglie sono diffidenti e sospettose per i rincari veri o annunciati determinatisi con il passaggio alla moneta
unica;
•
la gente anche nel 2003 raccoglie i cataloghi, li studia, calcola in lire e si lamenta sia dei tour operator che dei
piccoli mercanti di vacanze, alla spasmodica ricerca di congruità tra i prezzi di ieri e quelli di oggi;
•
tutti si informano, valutano, studiano e analizzano ogni offerta; molti temono la manipolazione dei prezzi.
118
La gamma delle risposte fornite è così vasta e variegata da rendere impossibile l’addensamento dei turisti per gruppi
psicografici, ma è stato possibile individuare alcuni gruppi omogenei in base all’atteggiamento rispetto alla vacanza:
ALCUNI ATTEGGIAMENTI DELLA DOMANDA
GLI INDECISI
59%
I PESSIMISTI
29%
GLI OPPORTUNISTI
42%
VANTAGGI SUBITO
23%
GLI ATTENDISTI
19%
Al momento del sondaggio, 7 italiani su 10 affermavano di avere superato la paura del viaggio aereo. Ma nella
risposta era palese l’intenzione di non “volare” e di restare in Italia. Va sottolineato che quasi il 30% degli intervistati è
ancora pessimista, teme una ripresa degli incidenti aerei, la crisi economica, la recessione. Senza una visione
ottimistica del futuro non vola volentieri e guarda all’Italia come meta della sua vacanza principale.
Il 42% degli intervistati dà per scontata la “crisi del turismo”. Di conseguenza si attende opportunità, offerte
convenienti, sconti e una riduzione dei prezzi. Le cronache quotidiane e la TV hanno sensibilizzato il pubblico,
119
enfatizzato questo “momento critico per il turismo”, fatto capire che il settore soffre e appunto va chiedendo sostegno,
sovvenzioni, da parte del settore pubblico.
E’ nota a tutti la crisi delle compagnie aeree, meno nota e forse virtuale la crisi alberghiera, ma l’effetto della
percezione di questo momento di difficoltà è duplice:
•
da un lato c’è chi si aspetta sconti e svendite ma mentre cerca le occasioni sbatte in aumenti sconsiderati dei
prezzi e in voli fully booked;
•
dall’altro c’è chi teme il riaccendersi degli atti terroristici. Dice che farà vacanze in Italia, forse all’estero, ma: “più
avanti deciderò il quando e il dove ... forse tornerò dove sono stato lo scorso anno.”
In un anno segnato da eventi planetari poco esaltanti e da situazioni economiche incerte, da tutte le interviste
emergono anomale risposte. Se ne percepiscono 3 ”caratterizzanti il 2003”:
1° uno scarsissimo interesse per i viaggi complessi;
2° la riduzione degli acquisti d’impulso;
3° prima di scegliere, decidere, acquistare, si riflette, si compara e si ragiona, insomma si aspetta.
Stringendo lo zoom per un flash di sintesi, la maggioranza pur non avendo alcuna intenzione di rinunciare alle
vacanze risponde con dei “distinguo” .
120
Queste le minacce che la maggioranza degli intervistati sente di più e descrive:
Ö una possibile recessione (una diminuzione dei propri redditi), temuta dal 27,1% degli italiani;
Ö un imprevisto stop dei consumi (influenzati da ciò che è accaduto in Argentina). La prudenza è la
scusa per non decidere del 13,5% degli intervistati;
Ö il peggioramento della situazione internazionale, visto come impedimento dal 35,2% degli italiani,
che tuttavia non vuole rinunciare alle vacanze, perché è consapevole del loro valore; presto
prenoterà, ma intanto tentenna, è dibattuto, è insoddisfatto della situazione.
Quando gli italiani erano inesperti e tutto il mondo era da esplorare gli italiani stavano in Italia, andavano a Viareggio,
Cesenatico, Rimini, Jesolo e Sanremo. C’era una ristretta fascia sociale che sceglieva le destinazioni speciali, lontane,
più care, che costavano tanto da limitarne automaticamente l’accesso. Questa divisione non c’è più. Adesso la
mobilità è cresciuta tutti possono volare lontano, tutti facciamo escursioni, viaggi d’affari e partecipiamo a convegni.
Viaggiamo per motivi di studio e di lavoro, partiamo per non restare a casa, per svincolarci da parenti e famiglie. Non è
più una questione di motivazioni, di curiosità, di esplorazione; si va in vacanza per la “vacanza in sé”, per stare bene,
per essere più comodi, più dinamici che a casa. Se il “dove” ha qualche valore, negli ultimi dieci anni il grado di
sostituibilità delle destinazioni turistiche si è alzato. Colpevoli i cataloghi, la televisione, e le decine di trasmissioni che
parlano di viaggi, di meraviglie, di luoghi incantevoli e irrinunciabili. Adesso basta nominare un luogo e spesso non c’è
121
bisogno di spiegarlo, descriverlo, perché molti sanno già dov’è, cos’è, cosa offre e chi ci va. Anche per questo gli
italiani rispondono subito dove andranno in vacanza, poiché sono più consapevoli della “geografia” delle vacanze.
GRAF. 1 - I FATTORI CHE MINACCIANO LE VACANZE
A corollario di queste prime opinioni:
Ö il 37,5% si dichiara disponibile a spendere di più per stare bene, anzi per trascorrere “serenamente”
le vacanze (la frequenza dei termini sereno, tranquillo è altissima);
Ö il 29% non cita a proposito di vacanze (come fece nel 2001) possibili “entrate economiche
supplementari”. Questo significa che per quasi 3 italiani su 10 i mezzi per le vacanze sono già stati
messi a budget;
122
Ö nella quasi totalità delle interviste (86,7%) si registrano frasi, slogan, affermazioni che danno il senso
della misura, della cautela, della prudenza. C’è un solido 12% che ha la consapevolezza di un
aumento generalizzato dei prezzi;
Ö secondo il 23,2% degli italiani la crisi del turismo consente di fare fruttare al massimo la spesa per le
vacanze (vantaggi subito).
Cosa significano davvero queste risposte?
Una diffusa sensazione appare già chiara: si aspetta, si valuta, si pretendono sconti e occasioni dagli albergatori e
benefits dalle agenzie di viaggi (che secondo gli intervistati sono in crisi).
Non si vuole concludere così sinteticamente il senso delle risposte, ma non c’è alcun dubbio che queste affermazioni
vengano da una domanda turistica più consapevole, ostile ai trucchi e ai giochi di parole, da un campione
rappresentativo di italiani che non si rivolge all’offerta con la timidezza di un tempo.
Lo si può verificare dal fatto che oltre la metà degli interpellati non intende prenotare ora. Lo farà più avanti, ma non
specifica quando!
In questa situazione, si considera la Pasqua troppo anticipata, si pensa a giugno come mese ideale e si considera
luglio mese lavorativo. Quanto alle ferie di agosto, sono tanto ovvie da non valere neanche la segnalazione. Per
quanto riguarda il mese luglio (siamo certi interessi gli operatori) la maggioranza lo considera “lavorativo”, dedicato
123
alla continuazione delle attività e, per 4 italiani su 10 è un mese dedicato ai week end al mare. Una novità, questa, che
fino al 2001 restava inespressa. Non piacerà agli albergatori stagionali che dovranno, per luglio, accentuare
promozioni e offerte speciali.
Un’altra novità emerge dal sondaggio: gli italiani per loro natura non amano anticipare le decisioni nè impegnarsi nelle
prenotazioni o legarsi ad una data, lo considerano un vincolo che sottrae valore alla vacanza. Nel 2002 si propongono
con un nuovo atteggiamento: il 19% degli intervistati avverte la congiuntura negativa e sta aspettando, come si fa per i
saldi e le liquidazioni, il momento giusto per acquistare il meglio pagandolo di meno (attendisti). C’è nell’aria una sorta
di “revanche” verso le agenzie viaggi, i tour operator e gli albergatori che stanno approfittando della situazione per
salvare i bilanci.
E’ un segno di maturità da parte della domanda, ma anche di rabbia da stress.
6.5.4 -
I trend: turisti maturi e “cinici”
Analizzando gli orientamenti degli intervistati emerge che le vacanze di Pasqua saranno “sottotono” rispetto a quelle
del 2002. Un week-end inferiore per volume turistico di almeno 20 punti percentuali, a giudicare dal 73% degli
intervistati che ancora non ha deciso se e dove andare. E’ un altro dato che conferma le paure, i timori, le cautele e
quindi il rallentamento delle prenotazioni e delle presenze.
124
La società si evolve, diventa turisticamente più esperta, così si assumono comportamenti consapevoli. Gli italiani ora
parlano in modo appropriato e disinvolto di vacanze brevi, lunghe, vicine, lontane e last minute. Sono maturati.
C’è grande interesse “verbale” per l’estero, ormai si parla di viaggi internazionali con disinvoltura e competenza:
Ö il 22,9% cerca di apparire “coraggioso”, dichiara che la vacanza ideale è “fuori dai confini”;
Ö a febbraio, tuttavia, solo un 7% ha scelto o sta pensando veramente ad una vacanza in paesi lontani;
Ö il 3% circa parla di camper, campeggio, aria aperta, etc.;
Ö il 2% circa pensa ad una vacanza diversa, parla di crociera perché appare meno rischiosa e più
comoda.
Sono invece il 5% gli italiani che palesemente nominano il Mar Rosso, l’Egitto, Sharm el Sheikh, una cifra enorme per
questa congiuntura. Ma non avendo né prenotato, né alcuna idea di date e prezzi, non sono sicuri di andarci.
Tra le località estere e quelle nazionali, nel 2002 gli italiani che hanno già deciso di andare in vacanza si distribuiscono
secondo la seguente proporzione: coloro che sicuramente resteranno in Italia rappresentano il 52,9%, in forse l’11,6%.
Andranno sicuramente all’estero solo il 6,3%, mentre tra gli indecisi, quelli possibilisti per l’estero sono il 4,7%. Nel
2001 le cose andavano molto diversamente.
125
GRAF. 2 - LA DESTINAZIONE DELLA VACANZA
Ieri le destinazioni estere attraevano “virtualmente” il 20/25% della domanda turistica italiana; oggi, sommando decisi,
possibilisti e indecisi, si arriva a malapena al 15%. Questa caduta percentuale può definirsi epocale.
Complessivamente gli italiani all’estero nel 2003 saranno il 20% in meno rispetto al 2002. E’ crisi pesante per il
sistema distributivo, un momento difficile per le 9.200 agenzie e sportelli specializzati nella vendita di vacanze
organizzate e di pacchetti turistici. Il margine di manovra per gli intermediari si fa sempre più stretto.
Da quando gli operatori turistici hanno chiesto lo stato di calamità, gli italiani:
126
Ö attendono le offerte speciali (sono certi della crisi degli operatori; da cui scaturiscono sconti e
promozioni)
Ö puntano sugli alberghi a “quattro stelle” al prezzo dei tre stelle;
Ö parlano di far vacanze all’estero, ma privilegiano l’Italia.
Sembra proprio che il 2003 sia un anno di grandi opportunità per i turisti, di disavventure per le agenzie di viaggi, di
difficoltà per chi offre ospitalità.
Il sondaggio non riguardava gli atteggiamenti degli operatori, che al momento non mostrano reazioni. Tutto indica però
che le prenotazioni non arrivano, che gli operatori non cedono, che gli albergatori non abbassano i prezzi. Lo
stratagemma della Liguria in occasione delle giornate di smog* ha dimostrato che la stampa e il mercato sono sensibili
alle offerte speciali e che però gli albergatori non stanno al passo con gli annunci.
Gli italiani mostrano una elevata maturità e all’inizio di febbraio le loro dichiarazioni sono queste:
•
il 56,2% tornerà al solito posto;
•
il 28,4% andrà in un posto conosciuto, ma dove non andava da almeno 3 anni;
127
•
il 15,4% non sa decidersi, ma per cambiare seguirà il consiglio di amici e parenti, le occasioni, le offerte
speciali.
GRAF. 3 -
LA SCELTA DEL LUOGO
* La Regione Liguria con lungimiranza ha annunciato all'Italia che per respirare “aria buona” bastava andare in Liguria, dove tra l'altro i prezzi erano per l'occasione diventati molto
convenienti, con sconti fino al 50%.
Riguardo alle modalità di scelta della località di vacanza (Graf. 4) , 2 italiani su 10 dicono di farlo consultando guide,
libri, pubblicazioni e seguendo documentari e film.
128
In caduta (dal 16,5% al 10,3%) la quota di italiani che afferma di consultare i cataloghi delle agenzie prima di decidere.
Il fatto che una quota rilevante di questi intervistati si affretti anche a dire: “... ma prenoto senza l’agenzia!”, significa
che nel 2003 riemerge un vecchio pregiudizio sulla vacanza acquistata nelle agenzie di viaggio.
GRAF. 4 - MODALITA’ DI SCELTA DELLA LOCALITA'*
Aumenta nel 2003 (dal 4,7% al 6,9%) il dato sulla pubblicità: mentre si moltiplicano le pagine turistiche, gli inserti, gli
allegati, le trasmissioni radio e televisive sui viaggi e le vacanze; la scelta veicolata attraverso i messaggi pubblicitari
cresce grazie a Internet. Va sottolineato, a questo proposito, che gran parte di coloro che consultano siti specializzati
129
nel commercio on-line di viaggi e vacanze, percepiscono queste offerte come messaggi pubblicitari più che come
proposte commerciali.
Per quanto concerne l’organizzazione della vacanza (Graf. 5), l’abitudine al “fai da te” ad organizzarsi da soli senza
affidarsi ad intermediari, non solo resta per la maggioranza degli italiani l’unica maniera di pensare alla vacanza, ma
risulta essere in ulteriore crescita rispetto a rilevazioni precedenti.
GRAF. 5 -
L’ORGANIZZAZIONE DELLA VACANZA
130
Risulta in netta flessione la quota di coloro che si affidano completamente alle agenzie di viaggi o che acquistano solo
il viaggio. Rispetto al 1998 quest’ultima tipologia di clienti sembra essersi orientata verso l’utilizzo di Internet, in
particolare per l’acquisto di biglietti aerei a tariffe promozionali.
Resta marginale la quota di coloro che si rivolge all’agenzia di viaggi per la sola prenotazione del soggiorno.
Quello che nel 2003 determinerà le maggiori difficoltà degli operatori è il fatto che:
•
il 17% sceglierà la destinazione di vacanza molto tardi, almeno dopo Pasqua;
•
il 14% degli italiani sceglierà tra maggio e giugno;
•
il 22% dei turisti italiani dichiara che non sceglierà la località della propria vacanza principale fino a giugno;
•
il 7,5% sceglierà nel mese di luglio;
•
solo il 9,5% decide quando arriva l’occasione (gli autentici cultori del last minute).
131
Resta intatta la quota del 37% di turisti che programma la vacanza estiva con largo anticipo. C’è un 24,3% che
prenota già in inverno (8% in gennaio, 11% in febbraio) con un trend che porta ad abbreviare gli intervalli tra
prenotazione e partenza.
Per quanto concerne le prenotazioni, è sorprendente che il 21,5% degli intervistati affermi di non prenotare affatto,
considerando “il prenotare” una limitazione della libertà individuale, un impoverimento della qualità della vacanza.
Nel complesso, si rileva un grave ritardo delle decisioni, uno slittamento di almeno 4 settimane rispetto al 2002.
Senza alcuna ansia, certo di trovare posto, il turista italiano, pensa di determinare con calma tempi e destinazioni. E’
una fase congiunturale dominata dalle parole, nella quale un terzo circa dei turisti italiani dichiara persino di preferire
la bassa all’alta stagione (perché considera alta stagione le tre settimane centrali di agosto, dunque un periodo
affollato, troppo popolare e di basso prestigio turistico).
GRAF.6-
ILPERIODOPREFERITOPERLAVACANZAPRINCIPALE
132
Dalle interviste una certezza: anche nel 2003 il pienone di agosto è garantito, ma dal 9 al 27 quando tutta l’Italia sarà
chiusa ed inattiva. Gli intervistati, mentre guadagnano tempo, pensano ad agosto come mese sacrosanto per le
vacanze principali. Devono solo decidere quante altre vacanze fare.
Il 45,6% dei turisti italiani seguirà gli stessi criteri dell’anno scorso, con propensioni, spese, scelte di campo e
compagnie per una qualità della vacanza assimilabile al passato. Mai inferiore!
Interessante l’indicazione relativa al mezzo di trasporto utilizzato per la vacanza principale, ovviamente correlato alla
destinazione di vacanza. Nel 2003 solo il 13,2% degli intervistati indica l’aereo, utilizzato prevalentemente per
raggiungere le destinazioni internazionali e, da alcuni, anche per le isole maggiori nazionali.
L’automobile, con il
68,4% delle indicazioni, è ancora il mezzo preferito per andare in vacanza.
133
GRAF. 7 -
I MEZZI DI TRASPORTO
In crescita, rispetto al passato, la quota di coloro che optano per il treno. La comunicazione positiva, un miglioramento
dell’efficienza, del servizio e della puntualità, hanno contribuito alla “riscoperta” di questo mezzo di trasporto, anche
per raggiungere le destinazioni di vacanza.
Come si è detto, prudenza, diffidenza, temperanza; tra gennaio e febbraio, queste sono le caratteristiche dei turisti
italiani per l’estate 2003.
Il primo elemento considerato è la quota di persone che ha già deciso (Tab. 8) dove trascorrere la vacanza principale
dell’anno: nel 2002 nello stesso periodo di inizio febbraio, i “decisi” erano il 46%, oggi sono il 40,8%. Si attendono la
fine delle tensioni internazionali e della caccia a Bin Laden, gli sconti e le promozioni, le occasioni e i last minute.
134
TAB. 8 Area
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud - Isole
Media Campione
LA DECISIONE PER AREA GEOGRAFICA
Ha deciso Non ha deciso
41,5%
58,5%
40,4%
59,6%
41,1,%
58,9%
39,3%
60,7%
40,8%
59,2%
Guardando l’area di residenza (Tab. 8), si nota che a sud, almeno per ora, c’è meno feeling per la vacanza, mentre al
centro e nel nord-ovest della penisola (visti i freddi mesi invernali) c’è più entusiasmo e si parla già di sole e di mare.
Esaminando la distribuzione tra “decisi” e “indecisi” a seconda della professione, si nota che la maggioranza dei decisi
(oltre il 50%) si registra tra coloro che sono inattivi (casalinghe e pensionati) (Tab. 9). Le quote minime di decisi,
invece, (com’è ovvio) si trovano nelle classi degli operai, impiegati (“obbligati” alle ferie d’agosto), lavoratori autonomi
e professionisti.
TAB. 9 -
LA DECISIONE PER PROFESSIONE
Professione
Ha deciso Non ha deciso
Imprenditore, dirigente, professionista
23,1% 76,9%
Impiegato, insegnante
22,2%
77,8%
Artigiano, commerciante
21,1%
78,9%
Casalinga
59,2%
40,8%
Operaio, commessa
17,4% 82,6%
135
Studente
Pensionato
Disoccupato
Media Campione
41,3%
56,0%
41,9%
40,8%
58,7%
44,0%
58,1%
59,2%
Vista la situazione e l’elevata percentuale di indecisi, i turisti italiani comunque ci confermano:
•
stesso numero di giorni di vacanza,
•
attesa di occasioni, di ottenere vantaggi dalla crisi,
•
maggiore qualità a costi inferiori.
6.5.5 - Il “Barometro” delle località
Bene isole, terme e il Sud
TAB. 10 Località preferite nel 2002
LOCALITA’ PREFERITE NEL 2002
Proiezioni 2001 Proiezioni 2002
Non ha deciso
54,0%
59,2%
Mare Veneto/Friuli
3,82%
3,97%
Mare Emilia Romagna
Mare Liguria
11,63%
2,42%
12,11%
2,53%
136
Mare Toscana
3,37%
3,50%
Mare Centro Italia
4,27%
4,51%
Mare Sud Italia
11,22%
12,01%
Mare Sicilia
1,20%
1,32%
Mare Sardegna
12,49%
13,78%
Altre località italiane
2,50%
2,48%
Mare Mediterraneo (estero)
Paesi extraeuropei
11,55%
9,42%
Europa continentale
10,39%
7,40%
6,20% 5,88%
Montagna (Alpi Italia)
13,30%
13,38%
Montagna (Appennino Italia)
2,28%
2,33%
Laghi (Italia)
2,14%
2,13%
Terme (Italia)
0,49%
0,54%
Grandi città d’arte (Italia)
1,00%
0,99%
Piccole città d’arte (Italia)
0,70%
0,76%
137
Le proiezioni per le varie località si riferiscono alle indicazioni espresse dai turisti che hanno deciso e alle preferenze
di coloro che non hanno ancora deciso la località di vacanza. Il Barometro successivo rappresenta la variazione
ponderata prevista in base a queste indicazioni.
Lo scenario del 2003 si presenta in chiaro, con un’Italia senza appuntamenti elettorali, referendum, celebrazioni o
Olimpiadi.
Come si può vedere gli italiani sono orientati prevalentemente alle destinazioni nazionali; il “Barometro” del 2003
presenta prospettive favorevoli per le isole maggiori (Sardegna e Sicilia in testa), per le località termali (è la prima
volta nella storia di questo sondaggio), per le città d’arte cosiddette “minori” ed in generale per le coste meridionali
della penisola (Puglia, Campania, Calabria).
GRAF. 11 - PREVISIONI PER IL 2003
138
Pesante caduta per le destinazioni extraeuropee (-23,7%), il mare Mediterraneo (-12,6%) e le capitali europee (7,8%). Sostanziale stabilità delle coste venete e friulane, toscane e dell’Emilia Romagna (sostenute dalle indicazioni
degli indecisi). Leggera crescita (effettiva) per le coste della Liguria, del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo.
139
Le aree balneari settentrionali (Adriatico e Tirreno) per motivi di prossimità, dovrebbero tra l'altro ottenere sicuri
vantaggi dall’arrivo di numerosi automobilisti tedeschi.
Boom delle località termali che offrono benessere e cure dolci, con una crescita di segnalazioni per Ischia (+7%),
Terme Euganee (+5%), Sirmione, Garda trentino e Toscana centrale (+3%).
Senza acuti la previsione per la montagna estiva (Alpi e Appennino), un prodotto più che maturo che dovrà attivarsi
rapidamente per modificare l’immagine di eccessiva tranquillità che trasmette agli italiani.
Qualche segnale di crisi per le grandi città d’arte Roma, Venezia, Firenze, mentre le piccole destinazioni artistiche e
culturali saranno riscoperte sull’onda dell’accentuazione del movimento di corto raggio in auto.
Ormai il turismo si misura anche sulla lealtà degli ospiti. Destinazioni come Rimini, Sorrento, Forte dei Marmi, Ischia,
Isola d’Elba, Costa Smeralda possono contare su una lealtà estrema della propria clientela, una fedeltà rassicurante,
superiore al 70%.
Ogni tipologia di offerta ha una sua percentuale di fedeltà: nel 2002 chi ha passione per la montagna e torna al
medesimo indirizzo rappresenta il 62%, chi frequenta le spiagge romagnole è fedelissimo, fino al 78%.
Non c’è infedeltà nella clientela termale che per il 69% torna sempre sui suoi passi, addirittura nello stesso albergo.
TAB. 12 -
PERCENTUALE DI FEDELTA’ DEI TURISTI
140
Destinazione
Mare Nord Adriatico
Mare Nord Tirreno
Mare Centro Italia
Mare Sud Italia
Mare Sicilia
Mare Sardegna
Altre località italiane
Mare Mediterraneo
Paesi extraeuropei
Europa continentale
Montagna (Alpi e Appennino)
Terme e Laghi
Grandi città d’arte
Quota di turisti fedeli
2003
78,3%
62,5%
57,2%
66,3%
49,1%
42,3%
43,8%
23,7%
16,2%
21,6%
62,4%
69,1%
32,8%
C’è poi la fedeltà legata a circostanze più “strutturali”: chi possiede una seconda casa oppure torna ai luoghi di origine,
forse non si può considerare neppure turista.
Infedele per natura il turismo delle città d’arte e cultura. La visita alla città sede di mostre, monumenti, dotazioni
artistiche e monumentali si ripete, ma ogni 3/5 anni.
La fedeltà (loyalty) è considerata da qualcuno una minaccia perché è la prova di un basso, insufficiente ricambio della
clientela. Va detto allora che l’area italiana a maggior dinamismo (e ricambio) è la Sardegna che nel complesso (tutte
le coste) ha un livello di perdite/acquisti vicino al 60%. Un positivo segno di salute, di vivacità e di dinamismo.
141
6.5.6 – La spesa turistica: nessun taglio
La rilevante quota emersa dal sondaggio di italiani definiti opportunisti, ossia alla ricerca di vantaggi immediati o in
attesa di offerte promozionali, sconti, occasioni last minute, si riflette sulla spesa media prevista per la vacanza
principale, che risulta solo di poco superiore rispetto allo scorso anno:
TAB. 13 SPESA PREVISTA PER NUCLEO FAMILIARE
PER LA VACANZA PRINCIPALE
(NUCLEODIVACANZAMEDIO =2,4PERSONE)
2002
2003
Var. % 03/02
1.089,72 Euro (2.110.000Lire)
1.110,00 Euro (2.149.260Lire)
+1,86%
La quota maggiore di intervistati (37,8%) considera una spesa compresa tra 501 e 1.000 Euro, mentre 1 italiano su 4
prevede una spesa complessiva da 1.001 a 1.500 Euro.
GRAF. 14 - IL BUDGET PER LA VACANZA PRINCIPALE
142
Da queste indicazioni deriva che la spesa “diretta” prevista per le vacanze è nell’ordine dei 14,5 miliardi di Euro, più un
ulteriore 10% (per circa 1,5 miliardi di Euro) di spese “italiana le vacanze significano un giro d’affari complessivo di
almeno 16 miliardi di Euro.indirette” e “indotte”. Per l'economia
143
6.5.7 - Appendice metodologica
L’indagine è stata realizzata sulla base di 2.018 interviste telefoniche somministrate ad un campione di popolazione
italiana con età superiore ai 18 anni, nell’ultima settimana del mese di gennaio e nella prima di febbraio.
Gli intervistati sono stati suddivisi innanzitutto secondo il loro consumo di vacanze nell’ultimo anno (Tabella I).
TAB. I - NUMERO DI VACANZE NEL 2001
Numero vacanze
Nessuna
Una
Da due a quattro
Cinque e più
TOTALE
N. Intervistati 2002 Quota %
125
6,2%
935
46,3%
838
41,5%
120
5,9%
2.018
100%
E' aumentato sensibilmente il numero di coloro che hanno fatto una sola vacanza nel corso dell’anno, mentre è
diminuita la quota di coloro che usufruiscono da due a quattro periodi di vacanza. Coloro che hanno l’opportunità di
interrompere la routine quotidiana per cinque e più volte in un anno risultano in leggera diminuzione rispetto al 2002,
mentre si riduce il numero di coloro che non è andato in vacanza nell'anno precedente.
Tutte le classi d’età sono ben rappresentate (Tabella II), ma quella maggiormente presente comprende coloro che
hanno dai 26 ai 39 anni.
144
TAB. II - ETÀ DEGLI INTERVISTATI
Età
18-25 anni
26-39 anni
40-55 anni
56-65 anni
Oltre 65 anni
TOTALE
N. Intervistati
256
519
475
436
332
2.018
Quota %
12,7%
25,7%
23,5%
21,6%
16,5%
100%
Appare poi di grande rilievo l’analisi degli intervistati secondo il loro titolo di studio: si tratta di un dato importante che
insieme all’età e alla residenza permette di delineare i tratti fondamentali dell’universo di riferimento.
Il livello di scolarizzazione maggiormente rappresentato è quello dei turisti con diploma di scuola superiore (Tabella
III).
TAB. III - INTERVISTATI SECONDO IL TITOLO DI STUDIO
Titolo di studio
Nessuno
Scuola Elementare
Scuola Media
Diploma
Laurea
TOTALE
N. Intervistati
22
256
459
979
302
2.018
Quota %
1,1%
12,7%
22,7%
48,5%
15,0%
100%
145
6.6 - tour operator e agenzie di viaggio a confronto, i risultati di una ricerca
Cosa pensano, desiderano, si aspettano i turisti nella primavera 2003? Trademark Italia, con la collaborazione di una
selezione di 257 Agenzie di Viaggio e Tour Operator, ha realizzato un’indagine per individuare quali destinazioni
hanno scelto i turisti che si sono rivolti alle Agenzie di Viaggio italiane per prenotare le vacanze estive. Riteniamo
importante, tra tante prese di posizione strumentali, scoprire e svelare lo stato dell'arte, estrarlo dalle nebbie di
facciata, inquadrare la situazione depurata da ottimismi e tattiche commerciali. Dall’indagine emergono:
¾ le destinazioni più richieste dai clienti delle Agenzie di Viaggio per la vacanza estiva rispetto al 2002,
¾ le principali destinazioni italiane ed estere sulle quali puntano i Tour Operators per l’estate 2003,
¾ le destinazioni italiane ed estere sulle quali i T.O. intendono investire maggiormente nei prossimi anni.
Gli intermediari intervistati nonostante la reticenza dovuta alla congiuntura, sono apparsi da un lato sicuri di sé e
dall'altro preoccupati per l'economia delle proprie organizzazioni.
6.6.1 - Le destinazioni per l’estate 2003
146
L’indagine, realizzata con la collaborazione di 257 tra Tour Operator ed Agenzie di Viaggio distribuite sull’intero
territorio nazionale, traccia il quadro delle indicazioni del mercato per le vacanze estive. Sono state analizzate: l’offerta
(la programmazione dei T.O.) e la domanda (le richieste di informazioni e prenotazioni dei clienti che si rivolgono
direttamente in agenzia). Abbiamo analizzato e valutato quanti sono gli italiani che, per prenotare la propria vacanza
balneare, si rivolgono alle Agenzie di Viaggio. La percentuale è assai modesta, in quanto coloro che si affidano
completamente alle agenzie di viaggi sono il 21,5% del totale di tutti coloro che fanno vacanza. Il dato emerge dalla
ricerca "Dove Vanno in Vacanza gli Italiani"* (febbraio 2003), realizzata da Trademark Italia e Sociometrica.
147
148
Inoltre c'è da aggiungere che, rispetto al 1998, il numero di italiani che si rivolge alle agenzie di viaggi è diminuito
soprattutto a causa dell'avvento di Internet, che viene usato come canale informativo ma anche commerciale per
l'acquisto di biglietti aerei a tariffe promozionali.
Passando all’analisi delle destinazioni sulle quali il sistema dell’intermediazione, crede maggiormente, è facile notare
l’emergere di aree che, per la loro capacità ricettiva limitata, vengono prenotate con largo anticipo. Al contrario, le
destinazioni con maggiore capacità ricettiva secondo le AdV, saranno più richieste “sotto data”.
I T.O. che programmano l’Italia affermano che in questo momento per l’estate 2003 la Calabria è la più richiesta.
Grazie anche al forte sviluppo ricettivo e alla disponibilità di camere in allotment, rappresenta una delle poche aree su
cui i T.O. ritengono di poter sviluppare flussi turistici interessanti per la loro attività con proficui indici di incremento.
Seguono Sicilia e Sardegna, dove si concentrano le offerte dei “villaggi turistici”, altro campo penetrabile
dall'intermediazione. La formula villaggio, secondo gli intervistati, riscuote ancora successo, soprattutto per quelle
strutture supportate dalla formula “all inclusive” e da un’interessante assistenza bambini.
Per quanto riguarda l’estero, la destinazione sulla quale per l’estate 2003 si è concentrata l’attenzione della maggior
parte dei Tour Operator italiani è la Grecia la cui capacità ricettiva è ancora limitata. Lo sviluppo turistico di questa
nazione è segnato da alti e bassi, ed in questa fase si assiste alla “colonizzazione” da parte degli operatori esteri che
per l'estate 2003 contribuiranno a far crescere l’intero sistema ospitale. Stabilità per la Spagna. La penisola iberica
non è totalmente “familiare” per gli italiani che la preferiscono anche come meta culturale e folkloristica. Il Mar Rosso
149
sembra in fase di rilancio ma si respirano ancora timori e paure. Migliaia di camere disponibili fanno sì che i T.O.
premano per venderlo, ma l'estate sul Mar Rosso non è adatta agli italiani (le temperature sono troppo alte); un errore
che le Agenzie di Viaggio pagheranno, generando insoddisfazione nei propri clienti.
Continua anche la promozione della Croazia. Il fatto che la Croazia offra vacanze a prezzo basso consente alle
agenzie e al sistema dell’intermediazione di innalzare il margine operativo, grazie ad una base di acquisto “economy”
corrispondente però ad un prodotto non sempre in linea con le attese dei clienti italiani.
Fino qui la congiuntura, vediamo ora lo scenario di marketing. Dopo l’11 settembre la crisi economica internazionale
ha colpito pesantemente i “produttori” e gli intermediari dei viaggi. Molti di loro, adesso, dichiarano che il movimento
vacanziero degli italiani è avviato verso la ripresa. Questo affermano i Tour Operator italiani ma si deve tenere conto
che, dopo severi crolli economici, le dichiarazioni hanno valore relativo. Per ora molti hanno riprogrammato la propria
offerta indirizzandosi su nuove mete più vicine e sicure dove c'è abbondante ricettivo. Moltissimi investono in
pubblicità, segnale questo di un rinnovato stimolo.
In vista dell’estate 2003, che dovrebbe segnare la ripresa di tutto il sistema turistico internazionale, i Tour Operator
risultano estremamente attivi nel dichiarare che il mercato si è ripreso. Per garantirsi un rilancio investono in
promozione non esclusivamente nei confronti del sistema agenziale, ma anche verso la clientela finale. Da tempo non
si assisteva ad azioni così rilevanti sulla carta stampata; i T.O. a più alto fatturato (Alpitur, Costa Crociere),
riaccendono anche la pubblicità televisiva, mettendo in campo sforzi economici straordinari.
150
Un importante elemento di analisi è stata la verifica, rispetto al precedente anno, delle destinazioni che gli italiani
scelgono quando acquistano il viaggio in agenzia. In pole position vi sono ovviamente le destinazioni balneari che il
cliente “fatica” ad acquistare direttamente, quindi quelle che richiedono, rispetto ai grandi bacini d’utenza, un più lungo
spostamento. Molta richiesta anche per le destinazioni sicure e convenienti, come il nord Adriatico e le coste del sud,
ma più come informazione che prenotazione. In questa fase continua la domanda di viaggi brevi, di week end e ponti
festivi, di biglietti e pacchetti, scontati verso le capitali europee. Nei confronti dell’estero, crescono i flussi di italiani
interessati ai Paesi di medio e corto raggio, Grecia e Spagna in testa. Gli Stati Uniti, troppo emblematici di rischio,
subiscono ancora forti flessioni degli arrivi italiani.
151
Le interviste in profondità, realizzate per superare i dati congiunturali, sono servite per comprendere le prospettive
"secondo coloro che si occupano di intermediazione".
Il clima, la natura, lo sviluppo del ricettivo, il supporto delle regioni del sud sono i principali motivi che indicano Puglia,
Calabria, Sicilia e Sardegna come le destinazioni interne che più interessano i T.O. per i prossimi anni. Il 22% degli
152
operatori dichiara l’Alto Adige una new entry importante: se ci sarà montagna estiva questa avrà una tonalità sud
tirolese! Il nord Adriatico (la Riviera dell’Emilia Romagna e del Veneto in particolare) indicato per la collaudata
organizzazione ospitale delle località e per l’alta competitività dei prezzi non ha grandi potenziali di sviluppo secondo i
T.O. e non merita sforzi particolari essendo ormai largamente impegnato con turisti individuali e indipendenti. Il Mare
Lazio ha buone prospettive come del resto tutto il medio Tirreno, purché sfrutti le proprie potenzialità ricettive. I piccoli
centri d’arte e cultura dell'Umbria sono considerati ad alto potenziale per il turismo culturale ed enogastronomico, ma
solo per brevi soggiorni a basso livello di intermediazione. La prova ulteriore di un relativo “strabismo” degli operatori
in questa fase di congiuntura è il quadro “preferenziale” delle destinazioni da sviluppare. Si scoprono in effetti altri 2
tipi di classifica di interesse secondo i T.O.
153
6.6.2- il futuro dell’intermediazione
154
La congiuntura è negativa con i T.O. spesso assediati da problemi organizzativi ed economici. I Tour Operator più
grandi e quotati appaiono in grave crisi, cercano destinazioni organizzate dal punto di vista ricettivo, ad alta densità
alberghiera, dinamiche nel rinnovarsi secondo le esigenze del mercato ed estremamente competitive, ma non si
rendono conto che proprio sui prezzi, Grecia, Mar Rosso, Croazia, Spagna, Turchia, rappresentano i maggiori
competitor per il nostro Paese e non assicurano margini di intermediazione consistente. Dalle interviste si evince una
evidente miopia dettata dalla congiuntura: secondo i T.O. infatti, questi paesi offrono ancora ottime potenzialità di
sviluppo commerciale. In questa fase senza marketing, in presenza di un “terremoto” dei trasporti aerei, con una
domanda indecisa e instabile, è difficile decidere le destinazioni sulle quali puntare per sviluppare flussi turistici
outgoing.
Quali sono le principali azioni che i T.O. stanno mettendo in campo o attuando per sostenere e supportare il sistema
agenziale?
• Il 38% dei Tour Operator sta puntando sui premi di fatturato, aumentando le over-commission: insomma si cerca la
complicità con i banconisti;
• il 21% dice di assistere e stare “più vicino” alla distribuzione, soprattutto con l’aiuto dei sistemi informatici (in realtà
non fa molto di più di quello che ha fatto nel 2001);
• il 18% dei T.O. ha avviato programmi di customer satisfaction: niente penali, niente caparre, una nuova gestione
delle lamentele dei clienti, politiche più aperte verso i consumatori;
155
• il 32% non fa nulla se non contenere i prezzi e fingere flessibilità. Come si può vedere regna ancora il vento della
crisi, anche se, essendo primavera, gli uffici dei T.O. e le Agenzie di Viaggio sono assediati dalle richieste di
informazioni e di cataloghi. Se queste sono le azioni di supporto alle agenzie di viaggio per favorire le vendite, la
maggioranza dei T.O. afferma che saranno rafforzate le azioni promozionali per “avvicinare” i clienti agli sportelli di
vendita delle Adv, garantendo correttezza e sicurezza. Alcuni vantaggi effettivi che si sono
riscontrati:
• i last minute, rimangono le azioni promozionali maggiormente utilizzate. 8 T.O. su 10 affermano che, quest’anno,
rafforzeranno questo strumento di vendita (ma con dubbi vantaggi economici);
• il 46% dei T.O. contattati afferma di praticare, per l’estate 2002, tariffe scontate per chi prenota con largo anticipo (
early booking), anche praticando agevolazioni speciali per la terza persona in camera (1 Euro);
• 3 T.O. su 10 offriranno ai propri clienti, la possibilità di rinuncia, senza penale, fino ad una settimana antecedente la
partenza per la vacanza; come si può evincere è proprio l’ultima settimana quella nella quale le cancellazioni
prendono corpo, dunque siamo ancora in un campo di modesta lealtà;
• 7 T.O. su 10 lanciano strumenti di fidelizzazione (carte “fedeltà”, siti internet, pagamenti dilazionati, promettono più
assistenza).
6.6.3 - appendice metodologica alla ricerca trademark - sociometrica
La ricerca si è svolta, dal 28 gennaio al 10 marzo 2003. E' stato sottoposto al campione un questionario
precedentemente testato su un campione di 22 T.O. e Agenzie di Viaggi. Sono stati intervistati:
156
• 76 Tour Operator di dimensioni diverse (31 direttamente e 45 tramite interviste telefoniche dirette);
• 181 titolari di Agenzie di Viaggi (tramite questionari somministrati attraverso e-mail o fax).
Gli operatori intervistati sono stati selezionati in base ai seguenti criteri:
• i Tour Operator: la dimensione e la storia, almeno 10 anni di storia;
• territorialità: in particolare per le Adv, sono stati scelti operatori dislocati su tutto il territorio nazionale;
• tipologia del prodotto offerto: sono stati selezionati quelli che offrono destinazioni e soluzioni di viaggio balneare e
culturale;
• indagine dei mercati: incoming e outgoing
• volume d’affari: il campione comprende gli operatori con maggior fatturato (i T.O. sono stati selezionati tra i principali
100 per fatturato).
157
7 – I dati sull’offerta di
Federalberghi
Già oggi genera in Italia 12 milioni di pernottamenti l’anno, ma gli indicatori sono in positivo e parlano di una probabile
crescita del fenomeno nei prossimi anni. Lo dice un’indagine realizzata dalla Mercury per conto di Federalberghi: è il
primo studio che mette a fuoco questo particolare tipo di turismo e il suo impatto sul sistema ricettivo nazionale. Che è
importante, visto che ben il 92% di coloro che si muovono in Italia per turismo religioso sceglie di pernottare in hotel.
Sono 100mila le camere destinate ad accogliere questo tipo di clientela, e rappresentano il 12% dell’intera rete
ricettiva alberghiera. Eppure, anche se hanno un ruolo-chiave, «le strutture alberghiere non si sono ancora adeguate
ad accogliere i pellegrini», dichiara Marco Casati, vicepresidente di Fiavet (Federazione italiana agenti di viaggi).
Forse perché «non sono turisti particolarmente esigenti», ipotizza Chiara Saraceno dell’Astoi (Associazione tour
operator italiani). Eppure i dati parlano chiaro: il turismo religioso genera un giro d’affari da 3,5 miliardi di euro, che,
tradotto in percentuale, corrisponde al 5% del fatturato annuo nazionale del comparto turistico. E, nonostante sia
terminata l’onda lunga del Giubileo 2000, la quota di turisti che sceglie di visitare mete religiose potrebbe crescere. «È
un segmento interessante per la categoria e per il turismo in generale - commenta il presidente di Federalberghi,
Bernabò Bocca -. E nel futuro sarà sempre più una ricchezza per il Paese, capace di generare flussi turistici anche in
bassa stagione e contribuirà a un’ottimale gestione alberghiera, continuando a garantire posti di lavoro a chi è
impegnato nelle imprese operanti in queste aree» .
La crescita del settore è in assoluto stato di in discussione: elevatissima.
158
Evidentemente siamo in presenza di un turista che è mosso (oltre che da tutte le altre “spinte” del comune turista)
anche dal forte pathos religioso. Le pratiche devozionali hanno da sempre mosso le masse ed oggi bene si coniugano
con soluzioni tempestive, efficaci e pratiche offerte dai Tour Operators.
L’attaccamento ai valori autentici e non contaminati sono la motivazione di un business turistico spaventoso; e questo
perché in tal caso il Tour operator vende uno “sfondo” ad una realtà indiscussa, data l’unìversalità dei contenuti.
Il Turismo religioso non è un pretesto ma una realtà da vivererendendosi partecipi di quegli eventi che esaltano lo
spirito, lasciando alle spalle, seppur per qualche giorno il frenetico ed inesorabile passare del tempo.
Quindi perché non adattare le strutture al pellegrino? E come fare? Intanto, per avvicinare questo target bisogna in
primo luogo conoscere il fenomeno, le caratteristiche del turista-tipo, che esigenze ha e come viaggia. È un fenomeno
difficile da inquadrare. Chi sceglie di visitare i luoghi in cui ha vissuto un Santo non si ferma, quindi, più di due o tre
giorni. Infatti il 4,6% dei viaggi con pernottamento di 3 notti o meno sono a scopo religioso contro solo l’1,7% dei viaggi
più lunghi. Anche se si tratta di un turismo stratificato, perché comprende viaggi con caratteristiche diverse. Si va da
quelli a carattere esclusivamente religioso, (come quelli diretti a San Giovanni Rotondo) che rappresentano circa l’1%
del totale e hanno raggiunto una quota del 2,6% del 2000. Ma si continua con i viaggi a significativa motivazione
religiosa, che sono di più difficile individuazione e misurazione. Pompei, ad esempio, oltre al Santuario della Madonna
offre anche scavi e bellezze artistiche, per cui è difficile capire quanti visitatori si rechino nella cittadina campana solo
per fede. Lo stesso vale per Roma, che attrae diversi tipi di turismo, tra cui, ovviamente quello religioso. Classificare
però quanti scelgano la “Città Eterna” e quanti il Vaticano è impossibile. Questo tipo di viaggi incide per il 5-6% sul
159
movimento turistico italiano. Per entrambi i viaggiatori, la Terra Santa in fiamme ha fatto riacquistare rilevanza alle
mete europee. E, anche se i flussi internazionali sembrano essere un po’ diminuiti dopo il boom del 2000, Casati
spiega che «la crisi mediorientale ha spostato una grossa fetta della clientela verso mete europee. Bene per l’Italia
quindi; sarà una situazione che prevediamo perdurerà per almeno altri due anni». Il cliente specifico che si rivolge a
questi pacchetti viaggia, generalmente, in gruppi organizzati: si tratta perlopiù di persone che si agganciano a
iniziative parrocchiali. Ma l’idea che sia un pubblico che spende poco è sicuramente da rivedere. Francesco Rusconi,
titolare della Rusconi viaggi di Lecco, è uno specialista del settore. E l’immagine del pellegrino di mezza età che si
accontenta di un pernottamento in un convento spartano non lo convince. «Chi sceglie un viaggio di questo tipo
solitamente non cerca una sistemazione di lusso. Ma è un turista nella media, che vuole comfort e buona cucina. Ci
sono poi casi, come per i pellegrinaggi in Israele, in cui dire che il pellegrino sceglie viaggi economici è lontanissimo
dal vero: una settimana nei luoghi santi risulta essere molto più costosa di quanto non sarebbe trascorrere lo stesso
periodo a Sharm el Sheikh». Anche Casati condivide pienamente questo punto di vista: «Il pellegrino è un turista
normalissimo, quello che cambia è la motivazione che lo spinge a fare il viaggio. Buona parte va alla ricerca di
meditazione, di incontri particolari, è, insomma, preparata in modo diverso. C’è poi chi decide di affrontare un
pellegrinaggio solo per curiosità. In generale, è comunque un turista che fa due vacanze nell’arco dell’anno: una
meramente turistica, l’altra spirituale». Occore fare una distinzione tra il pellegrino escursionista e quello turista: il
primo non pernotta in una località ma si limita a visitarla nell’arco di una giornata. Invece il secondo alloggia in una
struttura alberghiera del posto e diventa, per le statistiche, un turista. Una scelta di questo tipo dipende, ovviamente,
anche e soprattutto dal luogo di provenienza del cliente. Continua Casati: «La nostra fascia di incoming serve turisti di
160
Paesi sudamericani, così come molti che arrivano dall’estremo oriente: questa clientela decide per viaggi misti,
artistico-religiosi, e oltre alla classica visita di Venezia e Firenze, ad esempio, attinge dai nostri pacchetti un
pellegrinaggio». Parlando di clienti stranieri, l’indagine svolta da Mercury stila una classifica dei “fedelissimi” alle mete
italiane. Al primo posto gli spagnoli, che, secondo i dati, ricoprono da soli il 28,4% dei pernottamenti e il 17,9 della
spesa. Anche i francesi amano gli itinerari religiosi italiani: sono ben il 24,7% dei pellegrini e il 21,4 della spesa.
Seguono Germania (8% e 5,6%), Usa (5,9% e 12,1%), Polonia (2,6% e 3,1%) e Portogallo (2,5% e 3,5%). Pochi
santuari, ma molti itinerari. Non sono tante le località che vantano un punto d’interesse per turisti pellegrini: in Italia, ad
esempio, esistono 100mila chiese ma solo 1.763 sono anche santuari. Di questi solamente una ventina sono in grado
di attrarre flussi rilevanti di clientela turistica: San Giovanni Rotondo in Puglia, Assisi in Umbria, Loreto nelle Marche e
Pompei, in Campania. Tutte le altre località sono caratterizzate dalla presenza di un forte movimento giornaliero. Ci
sono poi veri e propri itinerari di turismo religioso. Tra i più noti la Via Francigena, la Via Romea, la Via dei pellegrini
del Casentino, o il tour di Abbazie e monasteri del Lazio. Molto del turismo che si raccoglie intorno a questi luoghi lo fa
per motivazioni di carattere artistico e culturale, mentre il turismo religioso ha come destinazione una località o una
manifestazione specifiche. Ci sono poi eventi particolari, quali le beatificazioni, che attraggono un turismo giornaliero
rilevante. Pochi santuari, è vero, ma numerosi itinerari. Questo significa che anche un albergo lontanissimo da una
famosa basilica può ospitare pellegrini. Inoltre, i tour operator si servono spesso di hotel collocati sulle strade che
congiungono una tappa “santa” a un’altra. Importanti quanto la posizione, quindi, sono disponibilità e specializzazione,
due caratteristiche che, però, sembrano al momento ancora mancare.
161
Rusconi spiega che «spesso questi turisti richiedono solo uno spazio in cui il sacerdote, che solitamente guida il
gruppo, possa celebrare una messa all’interno dell’albergo. Non c’è bisogno di una vera cappella, basterebbe una
grande sala capace di accogliere una cinquantina di persone. A Roma ci sono hotel con sale per le convention, ma
vengono messe a disposizione solo a pagamento. Anche adattare la sala ristorante, come spesso si fa, non sembra
una buona soluzione: troppi spostamenti di tavole, troppo viavai di camerieri che apparecchiano». Mancano, quindi,
spazi adeguati. Ma non solo. Per Casati la situazione generale non è ancora pronta, soprattutto nelle grandi città, ad
accogliere questi turisti, perché essi «cercano un trattamento familiare, non vogliono essere un numero, ma un cliente
desiderato. Proprio per questo motivo, in città come Roma sono stati restaurati vecchi istituti, che costano quanto un
albergo a tre stelle, ma vengono generalmente preferiti per l’ambiente intimo che sanno riprodurre». Disponibilità a
parte, occorre anche una maggiore specializzazione. «I nostri fornitori di servizi - continua Casati - sono stati scelti
perché specializzati. Parliamo di alberghi con circa 50 camere, che hanno strutturato la propria accoglienza, il
personale, il ristorante, in base alla nazionalità del turista che ospitano. Chi, ad esempio, è specializzato in turisti
sudamericani, sa che non potrà chiudere la cucina alle nove di sera».
È un segmento di nicchia. Falso, anzi falsissimo: il giro d’affari dei viaggi spirituali raggiunge i 3,5 miliardi di euro. Il
pellegrino non va in albergo. Falso anche questo pensiero: il 92% di chi viaggia per motivi religiosi pernotta in hotel. È
un turismo “povero”. Non è vero. La maggior parte di chi fa viaggi religiosi pretende, e paga, comfort e buona cucina.
Medioriente: la crisi ha affossato il mercato. La situazione in Israele ha invece spostato i flussi verso i santuari italiani.
162
È un mercato facile. Chi partecipa a tour religiosi ha delle esigenze specifiche che vanno assecondate con
professionalità.
8. I TEMI EMERGENTI NEL TURISMO
8.1- Premessa
Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2002 Anno Internazionale dell’Ecoturismo, mettendo immediatamente in rilievo la
significatività del World Ecoturism Summit tenutosi nel maggio 2002 a Quebec in Canada. Lo stesso Summit aveva
espresso il più ampio interesse verso una tematica di crescente importanza non solo come settore di notevole
potenzialità per lo sviluppo economico ma anche come potente strumento per la conservazione dell’ambiente naturale
a condizione che lo stesso sia adeguatamente gestito. Furono, in quel contesto, tracciate linee generali in sintonia con
la filosofia delle Nazioni Unite nel campo dello sviluppo sostenibile che si è via via organizzata nelle sue articolazioni
concettuali già presenti nelle indicazioni della Convenzione sulla Diversità Biologica relative al turismo sostenibile che,
secondo La World Tourism Organizaton, deve mirare a conciliare le richieste dei turisti di fruizione delle risorse
naturali, sociali, etiche e culturali, con l’esigenza di garantirne nel contempo l’integrità.
163
L’ecoturismo in questa prospettiva è caratterizzato da alcuni aspetti peculiari che lo contraddistinguono. E’ mirato alla
promozione di una positiva etica ambientale; non determina il degrado o l’esaurimento delle risorse; concentra
l’attenzione sul valore intrinseco delle risorse naturali rispondendo ad una filosofia più biocentrica che antropocentrica;
richiede all’ecoturista di accettare l’ambiente nella sua realtà senza pretendere di modificarlo o adattarlo a sua
convenienza; si fonda sull’incontro diretto con l’ambiente.
In questa ottica sembra facile individuare possibili e/o già esistenti modelli di filiera del turismo che opereranno in
perfetta sintonia con le direttrici individuate dai massimi Organi mondiali:
8.2. Il turismo rurale
Il successo delle attività legate al turismo rurale, all'agriturismo ed alla produzione e vendita dei prodotti tipici, dipende
dalla capacità dell'azienda che le svolge e dell'area di attivare flussi turistici. Per tale motivo da un lato è necessario
porre in essere una serie di processi di riorganizzazione del territorio per accogliere in maniera efficiente queste nuove
o più ampie presenze, dall'altro le aziende agricole dovranno riconvertire un'attività basata esclusivamente sulla
produzione verso una vera e propria pluriattività che include la produzione di prodotti finiti (ad. esempio prodotti
alimentari confezionati), la commercializzazione di prodotti o di servizi di ospitalità, la somministrazione di prodotti
alimentari nella ristorazione, l'organizzazione di attività ricreative. Lo svolgimento di queste nuove attività di carattere
commerciale richiede all'azienda nuove professionalità, un riorientamento della manodopera familiare, il miglioramento
delle strutture e delle attrezzature presenti in azienda.
164
Perché si avvii questa fase di trasformazione delle aziende e, soprattutto, del territorio in cui esse sono inserite,
bisogna creare le condizioni affinché si realizzi pienamente una sinergia fra quanto viene attuato a livello aziendale e
quanto a livello collettivo.
Questi processi sono alla base della politica di sviluppo rurale adottata nell'Unione Europea da diversi anni, fin dalla
pubblicazione del documento "Il futuro del Mondo Rurale". In effetti la pluriattività aziendale, per la grande flessibilità
d'impiego delle risorse lavorative e la provenienza diversificata del reddito è sempre più considerata come il principale
antidoto allo spopolamento delle zone marginali e rappresenta una concreta possibilità di un'attività economica
continuativa che contribuisce a consolidare la residenzialità all'interno di un determinato territorio.
Nel programma LEADER questi aspetti sono evidenziati con molta chiarezza ed assumono particolare importanza in
chiave dimostrativa. I progetti LEADER locali sono chiamati a rappresentare delle esperienze pilota in questo senso,
delineando soluzioni nuove a problemi di grande complessità, ed affrontando le difficoltà strutturali delle aree deboli
con soluzioni complete ed integrate.
L'idea di base di questo opuscolo è suggerire ai gruppi di azione locale un percorso che integri in un progetto locale
molti progetti aziendali.
165
L'attività svolta con il l'iniziativa LEADER I ha evidenziato la necessità di stimolare e supportare con maggiore forza la
progettualità dei singoli. E' importante, quindi, che le singole aziende partecipino fin dalla fase iniziale alla costruzione
del progetto e delle azioni di sviluppo, individuando il proprio target di clienti, definendo il proprio percorso
organizzativo, valutando investimenti e redditività futura, e prendendo atto della necessità di migliorare dal punto di
vista professionale la propria struttura.
Alcune note sull'evoluzione della domanda turistica
Come si accennava in precedenza ogni strategia, sia a livello aziendale che a livello collettivo, non può che partire da
alcune brevi considerazioni sull'evoluzione del settore turistico ed in particolare di cosa avviene nel turismo rurale.
Riportando in breve le risultanze di alcuni lavori condotti recentemente dalle organizzazioni di settore si può affermare
che:
In generale il livello delle presenze è in aumento progressivo e costante. Si stima che questo si attesti attorno al 3%
annuo.
C'è una generale tendenza verso un turismo più evoluto, dai contenuti più specifici, e soprattutto con un maggiore
significato
culturale
Di fronte a tale evoluzione si constata una forte elasticità dei pacchetti offerti in funzione delle esigenze personalizzate
dei visitatori. Questo si traduce anche in un aumento dei prodotti tematici L'uso del tempo libero e la vacanza si
ispirano sempre più ad interessi ricreativi che consentano un rapporto diretto con l'ambiente portando come
166
conseguenza immediata, da un lato, la valorizzazione delle risorse naturali e, dall'altro, l'incremento nei consumi di
prodotti biologici.
Malgrado queste tendenze positive del settore turistico bisogna anche riconoscere che per quanto riguarda il turismo
rurale:
¾
il settore è un insieme poco omogeneo ed organizzato;
¾
inquadra operatori di vario genere accomunati dalla sede di lavoro al di fuori dei centri urbani;
¾
è facile verificare una bassa disponibilità ad aggregarsi attorno a progetti comuni da parte degli operatori;
¾
si verifica a volte una forte conflittualità tra operatori di settori diversi (es. agriturismo/ristorazione);
¾
non esistono strutture di commercializzazione specializzate in turismo rurale (non vi sono, infatti, tour operator e
nel migliore dei casi sono stati realizzati cataloghi di alloggi);
¾
il settore è ancora molto influenzate da una forte stagionalità;
167
la scarsa organizzazione si traduce in una generale difficoltà a dialogare con forme di commercializzazione esistenti
(tour operator, reti telematiche) che adottano precisi standard di riferimento per classificare le strutture per la ricetività
turistica.
Le motivazioni dell'agriturismo
Scendendo ancora più in dettaglio per quanto riguarda l'agriturismo le indagini di mercato condotte (ANAGRITUR,
AGRITURIST) hanno evidenziato le seguenti motivazioni espresse dai consumatori nella scelta dei servizi
• stare a contatto con la natura;
• sentirsi liberi;
• prendere il sole, stare all'aperto;
• fare cose diverse dal solito;
• fare una vacanza di riequilirio;
• riposare, stare tranquilli.
168
Le caratteristiche dei visitatori, che possono tranquillamente essere estese anche a ciò che concerne il turismo rurale
sono:
• l'amore per la natura;
• il piacere delle cose genuine;
• il desiderio di tranquillità;
• il gusto per il nuovo;
• lo spirito di adattamento.
Al concetto di agriturismo gli intervistati hanno associato soprattutto:
• natura;
• paesaggio;
• tranquillità;
• ritorno alle tradizioni.
169
Le motivazioni relative al costo del soggiorno non sono mai prevalenti, il che porta a pensare ad un alto gradimento
potenziale di pacchetti di una certa qualità, ed anche di un certo costo. Bisogna infine ricordare i principali problemi
sollevati dagli utenti dell'agriturismo, che rappresentano altrettanti percorsi di miglioramento per le aziende e per i
Gruppi di Azione Locali:
• Scarsa chiarezza negli accordi di prenotazione, infedeltà delle descrizioni, mutamento dell'alloggio concordato,
mancanza di servizi promessi.
• Cattivo stato di manutenzione delle strutture, soprattutto all'interno, scarsa cura degli spazi esterni, cattive condizioni
degli arredi, letti scomodi.
• Insufficienza degli spazi, dell'illuminazione ed areazione dei locali, disposizione non funzionale degli arredi, carenze
di mobilio, stoviglie, ecc.
• Rumori eccessivi, fumi e cattivi odori, insufficienza del riscaldamento, scarsa tempestività nelle riparazioni dei guasti.
• Servizi igienici poco efficienti, carenza nelle disponibilità idriche.
• Scarsa rilevanza dell'attività agricola, poco contatto con l'agricoltore ospitante, complessiva deficienza di
caratterizzazione dell'ospitalità, indisponibilità di prodotti agricoli aziendali, ristorazione non ispirata alla tradizione
enogastronomica locale.
170
Infine, poiché la localizzazione delle aziende influenza talvolta in modo determinate la fruizione delle strutture ricettive,
si invita ad esaminare con attenzione il seguente prospetto nel quale è riportata la percentuale di utilizzazione degli
alloggi nei diversi mesi dell'anno e in diverse condizioni territoriali. Sulla base di queste informazioni è possibile
individuare, seppure in linea di massima, le presenze e, quindi, la redditività potenziale di un investimento nel campo
turistico.
Cosa è il turismo rurale
L’andamento altalenante delle presenze turistiche registrati in questi ultimi anni nel nostro paese, ha interessato anche
le aree rurali ma con un impatto e risultati diversi. E’ in queste zone che si registrano trend decisamente positivi. Pur
non esistendo rilevazioni ad hoc sul fenomeno, questa tendenza del settore è evidenziata dall’incremento delle
strutture ricettive agrituristiche che accolgono un numero sempre più elevato di turisti.
Il turismo rurale è una realtà che:
¾
Ha una sua identità precisa;
¾
Copre un segmento della domanda fortemente caratterizzata;
¾
Esprime un prodotto appetibile per il mercato interno ed internazionale
I trend
I principali elementi che caratterizzano l’evoluzione della domanda a livello nazionale possono essere riassunti in:
171
¾
Una crescita delle presenze di turisti italiani, che fa seguito all’aumento delle presenze di stranieri registrato
negli ultimi cinque anni. In linea generale i 15 milioni di presenze annue che hanno fatto registrare i posti letto
agrituristici sembrano destinate a crescere ulteriormente;
¾
Una formidabile crescita dei temi legati al mondo della gastronomia e dei prodotti di alta qualità. Il turismo
enogastronomico registra particolari sviluppi diventando, per certe fasce di utenti, la motivazione principale degli
spostamenti;
¾
Un consolidamento del target esperto, fortemente fidelizzato, con un ottimo livello di conoscenza ed un’alta
percentuale di ritorno presso la azienda ospitante, i luoghi o più in generale verso la tipologia di offerta delle aree
rurali;
¾
Un maggiore stile esplorativo dei clienti;
¾
Un aumento della sensibilità ambientale nel consumo di servizi turistici, con ripercussioni a livello sia delle
strutture ospitanti, che dello stile di ospitalità
8.3 - Il turismo culturale
È noto che il patrimonio culturale ed ambientale di cui l’Italia dispone, rappresenta un elemento di fortissimo richiamo
per il turismo nazionale e internazionale.
È anche altrettanto noto che dalla combinazione di cultura, ambiente e turismo si possono determinare soluzioni
imprenditoriali nuove e in grado di garantire occupazione aggiuntiva, soprattutto giovanile.
172
Ma se è vero che il turismo è in grado di generare crescita economica ed occupazionale, è anche vero che un suo
sviluppo disordinato può causare seri problemi ambientali e sociali.
La domanda di valori turistici è soprattutto, anche se non esclusivamente, domanda di valori ambientali e culturali :
clima, natura, risorse storico artistiche.
Ma la conservazione di questi beni può risultare minacciata da un eccessivo e disordinato sviluppo dell’attività
turistica. Paradossalmente il turismo può distruggere il turismo.
Nel delicato rapporto tra turismo ed ambiente e cultura può infatti innescarsi un circolo perverso: l’attrazione esercitata
da molte località sui turisti può portare ad un eccesso di turismo - l’eccesso di turismo può portare al degrado
dell’ambiente – il
degrado dell’ambiente porta inevitabilmente alla perdita di flussi turistici.
Per questi motivi occorre programmare uno sviluppo sostenibile, e quindi rendere il turismo un elemento di
valorizzazione e non di consumo della qualità ambientale e
culturale dei territori.
La qualità ambientale e la valorizzazione delle diversità culturali, tradizionali e gastronomiche, cioè di tutte quelle
risorse specifiche del territorio, stanno diventando sempre più una variabile strategica per competere su mercati
sempre più globalizzati e standardizzati.
Il futuro dell’industria turistica non può quindi prescindere dalla conservazione dell’ambiente in cui si svolge. La sua
competitività dovrà dunque basarsi sullo sviluppo di un’offerta turistica di qualità fondata sul patrimonio naturale,
storico e
173
culturale.
In questi ultimi anni l’ambiente ha acquisito un ruolo sempre più importante nelle scelte e nelle decisioni dei governi,
delle associazioni, dei cittadini e dei consumatori.
L’Unione Europea ha posto la tutela ambientale tra le sue priorità. Diversi programmi comunitari sono infatti indirizzati
a sostenere idee di turismo sostenibile.
Come negli altri settori dell’economia, la domanda di servizi eco-compatibili sta crescendo anche nel settore del
turismo. Oltre alla qualità ed alla sicurezza, i clienti chiedono sempre più spesso alle nostre imprese una maggiore
attenzione all’ambiente.
Anche nel nostro mondo, quindi, la scelta della clientela è sempre più influenzata dal fattore qualità ambientale.
Non a caso sono nate iniziative a tutti i livelli, internazionale, nazionale e locale, finalizzate a promuovere la ecocompatibilità dell’attività alberghiera, ed a pubblicizzare le strutture che adottano particolari accorgimenti di tipo
ecologico.
La scelta di adottare politiche e strategie eco-compatibili non rappresenta però unicamente la risposta ad una
crescente richiesta di un nuovo mercato emergente.
La capacità di controllare e ridurre gli impatti ambientali legati all’attività alberghiera è infatti un requisito sempre più
importante per garantire la sopravvivenza di quelle zone in cui il turismo è fortemente legato ad aspetti paesaggistici o
naturalistici.
Pochi altri settori, oltre il turismo, mostrano in modo altrettanto evidente la necessità di conciliare sviluppo e ambiente.
174
Un ambiente degradato, sia che si tratti della qualità dell’acqua o dell’integrità del paesaggio, riduce la propria
attrazione turistica. Al contrario, un patrimonio naturale e culturale intatto e valorizzato è una risorsa basilare per il
turismo.
La dinamica economica del settore, la soddisfazione del turista e la tutela del patrimonio naturale e culturale sono
quindi indissociabili. La leva che “innesca” qualsiasi processo di sviluppo turistico è evidentemente costituita dalle
attrazioni, in assenza delle quali non sarebbe possibile attirare visitatori in una certa destinazione.
I temi del conflitto tendenziale tra crescita economica, demografica ed ambiente e la consapevolezza della dimensione
planetaria della questione ambientale hanno iniziato ad imporsi negli anni ’70, unitamente alle iniziative per la difesa
dell’ambiente globale e locale nell’ottica dello sviluppo sostenibile.
Da una decina di anni a questa parte è stato riconosciuto il peso che i modelli tradizionali di sviluppo dell’industria
turistica, concentrata in determinate zone e soggetta ad una intensa frequentazione stagionale, hanno in termini
d’impatto negativo sull’ambiente e sul tessuto sociale delle comunità ospitanti.
Il concetto di sostenibilità associata alle attività turistiche risale alla definizione data dal “Rapporto Brundtland” nel
1987: “ Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica
per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo
sviluppo di altre attività sociali ed economiche.”
Lo sviluppo sostenibile del turismo deve dunque mirare a garantire la redditività del territorio di una località turistica
con obiettivi di compatibilità ecologica, socioculturale ed economica in una prospettiva di lungo periodo.
175
Il 2002 è stato proclamato anno internazionale dell’Ecoturismo. Ma l’impegno ambientale nel settore turistico è
espresso a livello internazionale già da alcuni anni.
Molti documenti evidenziano come il turismo possa essere pianificato in modo tale da salvaguardare il patrimonio e le
risorse naturali per le generazioni future. Ne sono un esempio la Carta del Turismo sostenibile firmata a Lanzarote nel
1995; i
documenti UNEP di Manila e Calvià del 1996, ed infine l’Agenda 21, un ampio ed articolato “Programma di Azione”
redatto dalla Commissione Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite durante la Conferenza di Rio.
Infine la “Carta di Rimini”, documento conclusivo della “Conferenza Internazionale per il Turismo Sostenibile” svoltasi
nel 2001, ha voluto richiamare l’attenzione sulle destinazioni del turismo di massa, sulle quali è necessario indirizzare
e promuovere prioritariamente gli sforzi nei prossimi anni.
In una epoca contraddistinta dalla crescente globalizzazione dei mercati e dall’intensificarsi dell’innovazione
tecnologica, l’altro importante aspetto di differenziazione delle destinazioni turistiche, oltre all’ambiente, è sicuramente
la cultura.
Il turismo culturale rappresenta nel nostro mercato un punto di forza specifico insieme alle destinazioni balneari. Il
segmento “arte e cultura” é quello che ha sviluppato i maggiori incrementi medi anche nel periodo di crisi dei primi
anni novanta.
I più recenti dati dell’osservatorio turistico nazionale delle città d’arte confermano che tra gli stranieri è aumentato il
numero di coloro che associano l’Italia alla cultura, ed è proprio la cultura l’aspetto più positivo della cosiddetta “Marca
Italia”.
176
Nel turismo culturale, che si prevede in forte crescita nei prossimi venti anni, si aprono quindi le più grandi potenzialità
del Made in Italy, inteso come momento di fruizione turistica in cui si combinano le bellezze artistiche, le attività
turistiche e le
capacità produttive.
Il turismo significa soprattutto fruizione intelligente dei beni culturali, compresi quelli archeologici. Fruizione intelligente
che è di gran lunga preferibile all'abbandono ed al degrado.
Soltanto dalla fruizione e dalla valorizzazione economica possono ricavarsi le ingenti risorse economiche ed umane
necessarie per la salvaguardia e la tutela dello sterminato patrimonio culturale italiano.
La risorsa culturale come prodotto turistico insiste su due componenti inscindibili : il territorio, con le sue attrattive, che
costituisce la scacchiera su cui si determinano le scelte di destinazione dei turisti, ed i servizi, che rendono fruibili gli
elementi di attrazione. Su questi ultimi, e sulla condivisione che si determina nell’uso di servizi ed infrastrutture tra
comunità ospitante e turisti, si gioca il delicato equilibrio tra esigenze di tutela e di valorizzazione del patrimonio
culturale.
Nel rapporto che intercorre tra beni culturali e turismo da un lato si sostanziano logiche spesso conflittuali se non
divergenti, dall’altro i confini e limiti tra risorsa culturale ed industria turistica tendono sempre più a diventare sfumati
se non a sovrapporsi.
L’innalzamento dei livelli di reddito e d’istruzione, i cambiamenti demografici, l’aumento del tempo libero, la crescente
mobilità delle persone ed il loro progressivo allontanarsi da itinerari di vacanza consueti fatti di sole e mare, hanno
contribuito ad una progressiva estensione del concetto di cultura nel corso degli ultimi decenni.
177
La distinzione tra cultura cosiddetta ordinaria e d’élite si é sempre più attenuata ed il prodotto culturale é diventato più
accessibile e di massa, fino a cambiare le stesse modalità di espressione della produzione culturale.
Questo processo è stato incoraggiato anche dall’industria turistica, che promuove sempre più l’uso della cultura; in tal
senso contribuisce a cambiare la natura del nostro capitale culturale, stimolando a volte un uso intensivo del
patrimonio culturale del passato, che viene progressivamente consumato per produrre servizi turistici di qualità
sempre più scadente ed a valore aggiunto sempre più povero.
La cultura si trasforma sempre più da un processo per cui singoli individui o gruppi sono impegnati in attività culturali
significative, in un prodotto rispetto al quale viene creata - in modo più o meno autentico - una immagine ed una
identità e che viene venduta attraverso una campagna promozionale.
In questo passaggio dal processo al prodotto il pericolo risiede nel rischio sia della mercificazione della cultura che
della banalizzazione turistica del patrimonio di identità culturale soggetto in molti casi a ridursi a stereotipo e folklore in
manifestazioni avulse dalle loro radici storiche, culturali e sociali.
Ma il turismo può contribuire a livello locale alla rinascita di forme d’arte tradizionali, sostenendo attività culturali dotate
forse di minore appeal. La cultura può costituire un prodotto vitale per quelle destinazioni non particolarmente favorite
dal punto di vista climatico o geografico.
Il turismo può dunque generare impatti economico-ambientali e culturali positivi o negativi, può offrire lo strumento per
sostenere, creare e diffondere cultura, o al contrario contribuire a sviluppare prodotti stereotipati ed artificiali
penalizzando l’autenticità, la qualità ed il significato dell’esperienza turistica.
178
La ricomposizione di logiche conflittuali tra beni culturali ed industria turistica passa attraverso una loro integrazione
concettuale, programmatoria ed operativa.
Innanzitutto va sviluppato un denominatore culturale comune che permetta a questi due mondi di dialogare
costruttivamente, attenuando le distanze concettuali mediante interventi di formazione e sensibilizzazione; ma questo
processo deve essere sostenuto da adeguate procedure di programmazione ed efficaci strumenti di gestione.
Se l’obiettivo è quello di una maggiore produttività e fruibilità dei beni culturali, il target di riferimento ed il mercato
obiettivo non sono più costituiti solo dallo specialista, dallo studioso, ma anche dal turista: in quest’ottica i beni culturali
devono introdurre elementi di valorizzazione sui quali puntare sia per la loro stessa manutenzione che per lo sviluppo
economico e sociale della comunità.
L’industria turistica invece deve maggiormente qualificarsi e differenziarsi nel rigenerare, valorizzare e promuovere il
consumo dei prodotti culturali – mediante l’uso di strumenti di gestione manageriale e servizi aggiuntivi - per target
d’utenza,
oltre che incoraggiare processi di riqualificazione dell’offerta, ad iniziare dalle strutture ricettive.
Processi di scambio e collaborazione tra industria turistica ed offerta culturale possono quindi determinare benefici e
ricadute positive per entrambi, in termini di fruibilità ed innalzamento del servizio offerto.
In conclusione, il turismo ha avuto ed avrà anche in futuro grande importanza per il nostro Paese, e continua ad
esercitare una grande attrattiva per il suo patrimonio naturale e culturale.
Esso fornisce un contributo rilevante in termini di occupazione e benessere, favorisce la coesione economica e sociale
e può contribuire alla protezione e valorizzazione dell’ambiente naturale e culturale.
179
Perseguire un turismo sostenibile, in grado di conciliare sviluppo e protezione del patrimonio naturale e culturale, è il
nostro obiettivo.
I turisti che visitano l’Italia si aspettano da noi ospitalità e accoglienza, ma anche tradizione, cultura e salvaguardia
dell’ambiente.
Il Turismo culturale rappresenta oggi un’altra e nuova frontiera del palinsesto turistico che trova la sua ragion d’essere
nella selezione naturale operata dal tempo o frutto di una volontà storica che è dimostrazione della propria cultura ai
posteri..
Si è infatti in presenza di un turismo che si sviluppa intorno a quella eredità di monumenti che oggi chiamiamo Beni
Culturali; il patrimonio preso in considerazione è il seguente ( e non sempre distinguibile da un “patrimonio
naturalistico che lo circonda o che ne è parte”):
¾
Beni naturali e naturalistici;
¾
Beni paesistici, architettonici ed urbanistici;
¾
Beni archeologici;
¾
Beni storici, artistici ed iconografici;
¾
Beni bibliografici;
¾
Beni archivistici.
Il turista è sollecitato dal bene culturale (che lo spinge a visitarlo, a studiarlo, ad apprezzarne la valorizzazione in un
contesto ambientale) lo considera non soltanto l’oggetto di interesse storico, ma ha anche carattere di eccezionalità ed
180
è valutato con criteri estetici e soggettivi. E’ una manifestazione dell’ingegno che ci permette di ricordare e di
documentare il nostro passato: pertanto attira il turista, che in tal senso potrebbe anche essere definito quale “turista
sociale” in quanto genera un turismo che favorisce la socializzazione e l’incontro.
Il
trend
•
ed
i
dati
statistici
Il SETTORE PROFESSIONALE INCOMING FIAVET ha condotto una indagine sul rapporto tra gli operatori
della cultura e le Agenzie di Viaggio specializzate nell’organizzazione di viaggi culturali in ITALIA;
•
L’INDAGINE è di tipo QUALITATIVO e si è svolta mediante intervista a questionario rivolto a 16 aziende che in
media sviluppano il 53% del loro volume d’affari nell’organizzazione di VIAGGI CULTURALI.
•
Il campione selezionato è estremamente ristretto: proprio per questo l’indagine è di tipo qualitativo e non
quantitativo;
•
tuttavia la ripartizione geografica delle imprese intervistate è abbastanza coerente con la presenza sul territorio
delle agenzie di viaggio iscritte al SETTORE PROFESSIONALE INCOMING FIAVET, se si esclude una lieve
sottostima dell’area SUD E ISOLE.
181
•
La totalità del campione intervistato dichiara di organizzare viaggi culturali DI GRUPPO mentre solo poco più
della metà opera anche VIAGGI INDIVIDUALI;
•
il VIAGGIO CULTURALE non è quindi un prodotto su misura ma si sviluppa e si commercializza seguendo
criteri adatti ad una DOMANDA VASTA che deve essere selezionata e raggiunta con strumenti adatti e tempi
ampi.
182
•
I pacchetti di viaggio predisposti sono per lo più ITINERARI CULTURALI che coprono aree di vastità variabile;
•
La forte complessità del lavoro degli operatori è quindi dettata dalla necessità di conciliare l’organizzazione di
trasferimenti, pernottamenti ed altri servizi necessari con tempi e contenuti a volte inadeguati delle informazioni
sulla FRUIBILITA’ dei servizi strettamente culturali
183
•
Interessante l’avvicinamento al mondo delle ASSOCIAZIONI CULTURALI, riconosciute dagli operatori turistici
come BUSINESS PARTNER – assieme ai Consorzi di Promozione – su questo particolare segmento di
domanda;
•
di contro è deludente il basso grado di partnership con le istituzioni universitarie, soprattutto quando a queste è
demandata la formazione di operatori culturali che, a loro volta, avranno difficoltà a relazionarsi con gli operatori
del turismo.
•
Agli operatori della cultura si riconosce la capacità di creare iniziative d’interesse e la volontà di collaborare
fattivamente;
184
•
i problemi si riscontrano invece all’atto della trasformazione del servizio culturale in prodotto commerciabile,
soprattutto per quanto attiene alla regolamentazione dell’accesso al prodotto che viene spesso definita dagli
intervistati tardiva e non chiaramente intelligibile.
•
Ottimo in generale il rapporto con i colleghi operatori turistici privati utilizzati nella predisposizione dei pacchetti
di viaggio;
185
•
il fatto di “parlare la stessa lingua” tra operatori economici abituati alla programmazione turistica è senza dubbio
alla base di questo risultato, cui però si dovrebbe giungere velocemente anche nei rapporti con gli operatori
della cultura.
•
Ancora una volta, il tipo di iniziative culturali progettate dalle Autorità del territorio vengono riconosciute come di
altissimo interesse per il turismo;
186
•
a maggiore ragione spicca il contrasto con le politiche del territorio atte a rendere tali iniziative realmente fruibili
dal turismo organizzato. La situazione di viabilità – parcheggi e trasporti pubblici in testa – oltre a quella della
sicurezza personale ai primi posti tra gli elementi di sostanziale inefficienza.
•
L’interesse del turista proveniente dall’estero per il prodotto TURISMO CULTURALE IN ITALIA è definito
medio-alto dagli operatori intervistati. Risultato abbastanza prevedibile;
•
quello che invece stupisce – in senso positivo – è l’interesse percepito dalla DOMANDA ITALIANA, tutt’altro
che satura ed anzi sempre più alla ricerca di occasioni turistiche di contenuto culturale all’interno dei confini
nazionali. Davvero una grande occasione per tutti.
187
•
Non risulta l’utilizzo di strumenti “ad hoc” per la promozione di turismo culturale da parte degli operatori;
•
anche l’importante uso del sito web come vetrina di prodotto è da imputarsi non tanto ad una scelta derivante
dal particolare tipo di attività degli operatori intervistati quanto dalla loro dimensione medio-grande e
dall’abitudine ad interfacciarsi con la domanda estera, informaticamente più evoluta.
188
•
E’ corale l’indicazione del turismo culturale come di un prodotto “oneroso da gestire”. Anche chi tra gli
intervistati individua uno scarso margine commerciale lo fa con riferimento agli alti costi di costruzione del
prodotto, non al valore percepito dalla domanda, che invece resta alto;
•
Un posto rilevante nei motivi di onerosità è occupato dal tempo necessario per individuare i referenti esatti tra
gli operatori della cultura e dalla necessità di variare più volte i programmi anche in corso di raccolta delle
iscrizioni.
189
Le osservazioni del campione:
1. “La programmazioni degli eventi e le modalità tecniche per l’accesso ai servizi culturali vengono decise
troppo a ridosso delle date di effettuazione”. Il processo di predisposizione finale del “prodotto” turistico
relativo, la promozione, la raccolta delle iscrizioni e tutte le altre fasi che precedono la fruizione da parte dei
turisti – soprattutto se destinataria è la domanda turistica estera – richiedono circa 18 mesi di anticipo. Questo
limite è regolarmente superato.
2. “I gestori della cultura – soprattutto quelli pubblici ma anche i privati – non ritengono importante
coinvolgere gli operatori del turismo nelle fasi decisionali. Veniamo a sapere le cose a decisioni ormai
190
prese”. Spesso gli operatori turistici constatano l’incongruenza tra le regole via via definite per l’accesso ai
servizi culturali e la possibilità pratica di organizzare flussi turistici in conformità a tali regole. Non essendo stati
coinvolti nella fase decisionale “a monte” non sono neanche in grado di comprendere le motivazioni di tali
decisioni né di intervenire – se necessario – su di esse. Risultato: estrema onerosità e talvolta grande
demotivazione.
3. “La pluralità dei referenti e la difficoltà ad entrare in contatto con essi rende il nostro lavoro ancora più
oneroso. Spesso non siamo neanche in grado di individuare corretti schemi di approccio”. L’incontro tra
due culture basilarmente diverse, una strettamente commerciale l’altra incentrata sulla qualità della
divulgazione non è certo facile. La comprensione dei reciproci metodi di lavoro e, perché no, l’individuazione di
schemi comuni non è però così difficile da raggiungere.
“Manca un MARCHIO DI QUALITA’ che certifichi il “prodotto cultura italiana” soprattutto all’estero”. Certificare
cosa sia cultura e cosa no è sicuramente difficile. L’eventuale definizione di standard – destinati all’applicazione
nell’offerta di turismo culturale – possono però essere studiati comunemente da operatori della cultura e del turismo.
Un MARCHIO DI QUALITA’ nasce sempre e comunque dalla volontà comune degli operatori.
3.3 La rivincita del turismo culturale
Se dovessimo valutare un bilancio “storico” del turismo italiano, non c’è dubbio che al turismo culturale spetta il
primato assoluto nell’ambito delle diverse motivazioni che hanno spinto nel corso dei secoli turisti di tutto il mondo nel
191
nostro Paese. Di questo bilancio, in effetti, è parte integrante dall’antichità economica al medioevo, dal Rinascimento
all’epoca moderna, quando si è sviluppato il grande fenomeno europeo del Grand Tour, il movimento che ha avuto
come primario interesse le nostre città d’arte, i nostri centri minori, gli itinerari delle varie civiltà del Nord e del Sud, e i
grandi
eventi
culturali
che
hanno
avuto
una
forza
di
richiamo
tra
le
più
efficaci.
Questo primato dell’Italia come luogo eletto dell’arte ha certamente favorito un grande sviluppo delle nostre città e
dato luogo ad un grande fenomeno turistico. Oggi siamo il Paese leader del turismo culturale. Ciò è dovuto anche ad
un positivo risveglio di attenzione verso il problema dei beni culturali. Il caso di Napoli, ritornata tra le città capitali del
Grand Tour, è emblematico. Ma tante altre città stanno investendo in progetti che valorizzano non solo l’offerta
culturale, ma anche la propria organizzazione per il turismo. Questa crescita di attenzione è dovuta ai movimenti di
opinione pubblica ed alle campagne di stampa. Ma anche alle forze del volontariato per la tutela dei beni culturali.
Sono numerose le realtà associate, le federazioni, le istituzioni private che lavorano gratuitamente, sponsorizzano,
investono
risorse
anche
proprie
nel
recupero,
nel
restauro,
nella
promozione
dei
beni
culturali.
A queste forze spontanee si sono associati gli enti locali che negli ultimi anni dimostrano di prendere coscienza che la
loro storia è un patrimonio inestimabile e le loro risorse d’arte e di civiltà un bene anche economico e sociale che
accresce la qualità e lo stile della vita locale.
Questa grande spinta dal basso e questa crescita di coscienza sono il fatto più positivo che il Paese sta vivendo e che
ci fa sperare che finalmente la questione della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio culturale possa
essere posta all’ordine del giorno del Paese, ad ogni livello.
192
L’Unione europea ha deciso di sostenere questo impegno con risorse che possono essere efficaci se
intelligentemente, tempestivamente e produttivamente utilizzate. In tanti altri paesi ci sono cantieri aperti per la
valorizzazione delle loro risorse. In altri si investe nella cultura con risorse tangibili nel bilancio dello Stato. Gli esempi
sono noti. Non li ripetiamo. Come non ripetiamo quello che investono in altri paesi grandi istituzioni culturali, museali,
fondazioni pubbliche e private per recuperare ogni pietra del loro passato e renderla un bene economico.
Aveva forse ragione un grande viaggatore in Italia, il grande scrittore David Herbert Lawrence quando osservava sul
suo diario italiano: “Disgraziato quel popolo che ha una tradizione ben definita e canoni fissi di bellezza?”
Perchè queste tradizioni e questi canoni rischiano di bloccare una Nazione nel suo passato, come un individuo rivolto
con la testa all’indietro. E’ certamente un paradosso, ma potrebbe esserci del vero, se non dimostriamo che la nazione
che ha tradizioni culturali e monumenti artistici è capace di organizzarli e di trarre benefici e vantaggi e se da questo
patrimonio non solo trae ammirazione ma lo pone al servizio della comunità universale e lo rende il più importante
elemento dell’identità locale e nazionale, il più forte volano di comunicazione, di scambio umano, di accrescimento
civile e di progresso economico.
Se è vero quanto sopra accennato che l’Italia è leader nel turismo culturale, la Regione Umbria rappresenta una
tessera fondamentale di questo grande mosaico.
193
Anche nella nostra Regione un aiuto fondamentale per il miglioramento del patrimonio storico, delle strutture ricettive è
arrivato dalla Comunità europea.
Ricordiamo brevemente che le aziende ricettive alberghiere ed extralberghiere inserite negli Obiettivi Comunitari 2 e
5b hanno avuto l’opportunità grazie a contribuzioni consistenti di adeguare le proprie strutture.
Gli aiuti previsti sono stati tutti utilizzati ed addirittura ci sono state più richieste di quanti fossero i fondi a disposizione,
a dimostrazione di come gli operatori umbri abbiano colto tale opportunità, capendo che ormai la sfida di mercato si
regge solo con livelli qualitativi eccellenti, viste le sempre maggiori esigenze del turista.
Altrettanto valido l’aiuto della Comunità europea rivolto, in misura del 50% rispetto all’investimento da compiere, alle
strutture associate, ai consorzi, per la realizzazione di materiale promo pubblicitario, depliant, materiale multimediale,
partecipazione a fiere e mostre, etc...
Anche in questo caso i fondi a disposizione sono andati esauriti a dimostrazione di come oggi la strategia vincente
consiste nel presentarsi sul mercato in forma aggregata, con numerosi posti letto, con prodotti turistici di nicchia
alternativi, in conclusione con una offerta turistica integrata.
8.4. Il turismo enogastronomico
194
Il Turismo Enogastronomico si presenta come nuova forma di turismo che pone l’accento su usi e tradizioni della
cucina locale e valorizza altre attività come la produzione del vino e dell’olio. Ogni città ha la sua pietanza tipica che a
volte è simile a quella di un’altra città della stessa regione, ma si differenzia per alcuni particolari come il modo di
cottura o per l’aggiunta di altri elementi. Si tratta di ricette antiche generalmente laboriose nella preparazione o a volte
troppo semplici per essere apprezzate. Ed in questi ultimi anni il ritorno alle vecchie cose come contrasto alla fintroppo
omogenea vita moderna ha fatto tornare di moda le vecchie ricette.
Il Trend
Tale trend non poteva lasciare indifferenti gli operatori turistici che organizzano dei veri e propri pacchetti gastronomici
o enogastronomici perché il buon mangiare ed il buon bere bene si accordano. In Italia per esempio, il vino è sempre
stato uno dei prodotti più apprezzati nonostante la nota concorrenza di altri analcolici e alcolici famosi quali coca –
cola e birra; ogni zona del Belpaese ha il proprio vino con determinate caratteristiche tanto che sono nate alcune sigle
come DOC o IGT.
E’ cresciuto l’interesse non solo per gustare i prodotti ma soprattutto per capire come vengono realizzati. Un viaggio
enogastronomicooltre a far gustare i prodotti tipici deve far conoscere anche le fasi della nascita e la storia del
prodotto.
Non rare sono le lezioni di cucina ai turisti, le visite nelle cantine vinicole per la degustazione e per apprendere le fasi
della lavorazione, le visite nei frantoi per assistere alla spremitura delle olive. Questi sono gli itinerari enogastronimici.
Perchè
Enoturismo
195
Il turismo del vino si sta diffondendo nel nostro paese e all’estero come un modello nuovo e diverso di turismo. Un
turismo teso a riscoprire e integrare le risorse naturali, culturali e artistiche , con la tradizione, la tipicità e l’economia
prettamente rurale.
Il turismo del vino, spontaneo o organizzato, costituisce un attivatore dell’intero tessuto socio economico del territorio
rurale, misurabile in termini di valore aggiunto, di occupazione e di crescita di capitale umano; esso richiede, infatti, la
presenza di nuove figure professionali per il territorio e per le imprese, la creazione di strutture ricettive alternative,
quali agriturismi e bed and breakfast, la diffusione della vendita di prodotti tipici e necessita soprattutto la salvaguardia
del territorio.
La strada del vino nasce per soddisfare le esigenze di un turista nuovo e attento, proponendo un sistema di offerta
che abbraccia un intero e ben delineato territorio lungo il quale si collocano cantine visitabili, vigneti, architetture e
agglomerati rurali e urbani, strutture ricettive, risorse ambientali e naturalistiche, oltre che artistiche e storiche.
Il turista, attraverso la strada del vino, approfondisce la conoscenza dei territori del vino e degli aspetti culturali ad esso
legati. Il vino diventa, così, le fil rouge lungo cui scorre il viaggio inteso come un’esperienza di contatto autentico con il
territorio e la sua storia.
L’Osservatorio sul turismo del vino è nato proprio dall’esigenza di studiare la domanda e l’offerta enoturistica italiana e
di valutare l’impatto economico e sociale del turismo del vino sul territorio e le eventuali ricadute.
Il lavoro dell’Osservatorio è iniziato nell’autunno 1999. Da allora al progressivo organizzarsi della sua attività ha
corrisposto una rapida evoluzione del fenomeno. A quell’epoca solo alcune regioni avevano proceduto alla
196
realizzazione di progetti enoturistici regolamentati da norme regionali, mentre, oggi, la risposta alla crescente
domanda di enoturismo sembra più organizzata e ragionata.
L’Associazione Nazionale Città del Vino e il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna hanno
lavorato in questi due anni per mettere a fuoco i contorni di una forma di turismo, tra le meno conosciute a livello di
numeri, e per svelare i comportamenti degli enoturisti italiani e stranieri.
L’elaborazione dei dati è stata effettuata nel corso dell’anno 2001 sulla base delle interviste fatte nel 2000 ed ha
riguardato 43 aree interessate al turismo del vino in tutte le regioni italiane.
L’Osservatorio presenta un quadro articolato delle caratteristiche strutturali delle aree enoturistiche studiate sia in
termini socio-economici, sia in termini turistici. In linea di massima nel Nord ci troviamo, soprattutto, di fronte a zone
sviluppate economicamente, con alcune realtà particolarmente vocate al turismo. Le zone del Centro sembrano
presentarsi con una minore forza economica, ma con una più articolata realtà turistica, in linea con le caratteristiche
generali dell’area. Il Sud e le isole, invece, presentano le maggiori difficoltà economiche e realtà molto diversificate dal
punto di vista del turismo: si passa da aree in via di sviluppo a zone con una consolidata presenza turistica, quali, ad
esempio, l’area del Vermentino (Sardegna) e la Costa Amalfitana (Campania).
Dai dati sulle strutture ricettive emerge che, ad oggi, l’offerta fatica ad organizzarsi e ad adeguarsi ai mutamenti della
domanda: emerge una concentrazione delle strutture alberghiere nei centri maggiori lasciando scoperti i comuni più
rurali. Questi spazi vengono progressivamente coperti dagli agriturismi e dai bed & breakfast.
L’applicazione di una tecnica statistica di analisi dei dati sui risultati dell’indagine motivazionale sugli enoturisti ha
messo in evidenza interessanti differenziazioni di comportamento: dagli appassionati appartenenti al settore, molto
197
attenti a tutta l’offerta enoturistica, ai non appartenenti al settore, ma comunque appassionati, di buon livello
professionale, interessati all’acquisto di vino, agli “enoturisti per caso” , giovani o pensionati che non hanno esperienze
di enoturismo precedenti. Mentre i più organizzati sono gli stranieri che seguono gli itinerari enogastronomici indicati
dalle guide specializzate sull’Italia.
L’Osservatorio sul turismo del vino 2001 getta le basi per un approfondimento dei dati per l’anno 2002 e crea le
prerogative per affrontare nuovi temi chiave utili allo studio del turismo del vino nel nostro paese.
8.5 - Il turismo religioso
Dopo il Giubileo, è cresciuta l’attenzione per il turismo religioso, culturale. Le connessioni tra beni culturali
ecclesiastici, associazioni no profit, case per ferie degli istituti religiosi, Tour Operators, distributori di viaggi ed eventi
culturali diventano sempre più strette.
Il turismo religioso è uno spazio aperto all’incontro tra comunità locale e visitatori per una gestione e fruizione
consapevole dei luoghi in cui si è sedimentata la civiltà cristiana, lasciandovi segni per le generazioni attuali e future.
Già nell’ambito della BIT 2001 la Pastorale del Turismo aveva proposto un convegno per gli operatori turistici per
discutere le prospettive di un turismo davvero vivo: un giro di affari che muove 3,5 miliardi di euro e che funziona
anche in bassa stagione. Ebbene, un fiume di popolo verso un appassionato incontro con Dio determina un collaterale
incremento di un indotto di più vasto interesse culturale, sociale ed economico. Una attenzione retrospettiva rispetto al
198
Giubileo serve a cogliere alcune costanti delle mobilità turistica e trovarne l’anima per un rilancio più calibrato sia
nell’ambito dei pellegrinaggisia in quello del turismo culturale e sociale
199
9. ALLEGATI
si riportano esempi di compilazione
200
a. scheda fonti normative
Scheda Fonti Normative
Strumenti di intervento
Piano Integrato Settoriale
Legislatore/Soggetti attuatori
Territorio di riferimento
Periodo di riferimento
Provincia Di Bari ed altre Istituzioni locali
Itinerario Normanno - Svevo - Angioino Habitat rupestre
Trani, Barletta, Gravina, Altamura, Andria Sannicandro di Bari, Bari, Conversano, Gioia
del Colle, Taranto - Melendugno, Vernole,
Lecce, Copertino, Gallipoli, Corigliano,
Otranto
L'intero periodo di tempo attraverso il
quale si svilupperà la politica
comunitaria del POR Puglia
2000/2006
Finalità
Note o collegamenti a Equal
Oggetto
Il documento dopo aver fissato una serie di idee guida relative alla
strategia d’intervento e gli obiettivi della proposta, muove le coordinate
secondo le seguenti modalità:
• Inquadramento socio – economico del territorio provinciale;
• Approccio di partenariato: procedure attività;
• Descrizione delle tipologie di intervento pubbliche e private e relativa
coerenza con le misure del POR Puglia 2000/2006;
• Piano finanziario;
• Sostenibilità ambientale e compatibilità urbanistica.
Vengono messi in evidenza i due obiettivi
fondamentali dell’azione:
• Il riconoscimento del valore storico e
monumentale da attribuire ai fenomeni della
cultura del territorio;
• Inserire il bene culturale in una economia
di sviluppo attraverso un godimento che ne
rinnovi la natura di bene “vivo”.
Seguendo le direttrici fissate prima dal
CdP, facendo da eco ad un
documento di più ampio respiro in
tema di attività di attrazione, di
promozione e di servizi, quale il POR
Puglia 2000/2006 sottolineo la
funzionalità della proposta. Trattasi di
funzional
201
b. schede valutativa della concorrenza
Scheda valutativa della concorrenza
Modalità di commercializzazione
Destinatario
Catalogo cartaceo, catalogo on line, newsletter
Gruppi, singoli, utenti del
turismo religioso (min tot. Di
persone)
Tpologia
Strutt.
Ricett.
Articolaz. Itinerario
1 giorno: Partenza da Bologna ed arrivo
in Puglia
2 giorno: giornata intermanete dedicata
alla visita sulle Isole Tremiti
Hotel
Area Geografica
Intero territorio pugliese
Durata e
periodo
6 giorni da Marzo a Ottobre
Tema dominante
Puglia e Isole Tremiti
BoscoloTours (Bologna)
Tour Operator
3 giorno: Monte S. Angelo, Foresta
Umbra, S, Giovani Rotondo
4 giorno: Castel del Monte, Trani, Bari,
Alberobello
5 giorno Alberobello, Grotte di Castellana,
Matera
6 giorno: Selva di Fasano e rientro
Punti di forza - debolezza
Immediatezza e originalità del
Tour/Posibilità di personalizzarlo - Il tour
si snoda interamente in autobus,
possibilità di fare escursioni facoltative
Costo
202
c. analisi territoriale su basi statistiche
Dati significativi sulla Provincia di Bari
Popolazione e territorio
Totale superficie (in kmq )
Fonte
v.a. 1997
Istat
di cui Montagna (in kmq )
v.a. 1997
di cui Collina (in kmq)
v.a. 1997
di cui Pianura (in kmq)
n° comuni totale
di cui n° com<20000ab.
di cui n° com>=20000ab.
Mezzogiorno
Italia
Istat
19.363
287
123.067
35.030
301.341
106.115
Istat
4.052
11.526
68.244
128.197
Istat
1.087
7.551
19.793
67.029
Istat (Censimento della Pop)
48
258
2.557
8.101
v.a. 2001
Istat (Censimento della Pop)
23
208
2.350
7.635
v.a. 2001
Istat (Censimento della Pop)
25
50
207
466
519.152
1.362.198
6.997.774
21.503.088
2,96
2,91
2,88
2,60
1.541.314
3.983.487
20.251.467
56.305.568
v.a. 1997
v.a. 2001
nome comune Elaborazione
N° famiglie
v.a. 2001
N° componenti per famiglia
indicatore
di cui Popolazione 0-14
Puglia
5.138
0
Baricentro demografico
Popolazione Totale
BARI
Istat (Censimento della Pop)
Elaborazione
Palo Del Colle
v.a. 2001
Istat (Censimento della Pop)
v.a. 2000
Istat
277.583
705.108
3.669.942
8.348.018
2.764.473
13.945.102
39.102.836
di cui Popolazione 15-64
v.a. 2000
Istat
1.074.695
di cui Popolazione >64
v.a. 2000
Istat
228.220
617.026
3.235.106
10.393.163
di cui Popolazione 0-14
%
Elaborazione
17,6
17,3
17,6
14,4
di cui Popolazione 15-64
%
Elaborazione
68,0
67,6
66,9
67,6
Elaborazione
14,4
15,1
15,5
18,0
754.112
1.933.064
9.849.713
27.260.953
di cui Popolazione >64
Maschi Totale
%
v.a. 2001
Istat
203
CONTRADA
CELLAMARE STR.PROV PER
ADELFIA
KM 0,5
70021
BA SN
LA TAVERNA DELL'ALLEGRIA DI
001 12032002 DONVITO VITA PORZIA
CAFE' DESIRE'E DI DECENVIRALE
001 23041999 MARIAGRAZIA & C. S.N.C.
PIAZZA
SAN FRANCESCO
C.N.
70021
BA DI
001 19032002 CASUCCI PORZIA
PIAZZA
10/11
70021
BA SR
001 16052000 ODINO S.R.L.
RCS SOCIETA' A RESPONSABILITA'
001 26032002 LIMITATA IN SIGLA RCS S.R.L.
"RISTORANTE DEL GHIOTTONE" DI TISCI
001 15111978 GABRIELE FEDERICO
VIA
74
70021
VIA
SAN PAOLO
ESTRAMURALE POZZO
ZUCCARO
PROV.LE PER SANTERAMO
KM.3
VIA
II VICO PIERGENTILE
13
70021
001 23011992 LACALAMITA ROCCO
QUEEN ANNE'S REVENGE DI GALLO
001 26052000 LEONARDO & C. S.A.S.
VIA
GARIBALDI
9
70021
VIA
SUPRIANI
26
70021
BA DI
BA SR
BA DI
BA DI
BA AS
70021
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
ACQUAVIVA DELLE
FONTI
SEZIONE SPECIALE
RI1
DATA ISCRIZIONE RI
BA
55301
ATTIVA 13032002 RIO
BA
55302
ATTIVA 28041999 RIO 080769433
BA
55234
ATTIVA 29042002 RIP
BA
55301
ATTIVA 31052000 RIO 0803050366
BA
55301
ATTIVA 02042002 RIO
BA
55301
ATTIVA 13091996 RIP
BA
55301
ATTIVA 13091996 RIP
BA
55234
ATTIVA 08062000 RIO
204
NUM. DI TELEFONO
COMUNE
STATO DELL'IMPRESA
CAP
CODICE ATTIVITA'
PREVALENTE
VIA
TOPONIMO VIA
SIGLA PROVINCIA
RAGIONE SOCIALE1
NUMERO CIVICO
DATA ISCRIZIONE RD
CODICE ISTAT
COMUNE
CODICE NATURA
GIURIDICA
CCIAA
d. archivio offerta artigiana e commerciale
080762253
e. archivio ospitalità (alberghi, affittacamere, agriturismo, ristoranti, trattorie, pizzerie)
Alberghi Ristoranti Agriturismi - Puglia, prov. Bari
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Citta - Provincia
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Bari
Tipologia
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
albergo
Denominazione
Grand Hotel Ambasciatori
Grand Hotel Leon d'oro
Majesty
Mercure Villa Romanazzi Carducci
Palace Hotel
Sheraton
Victor
7 mari
Boston Hotel
Costa
Cristal
Euromotel
Europa
Executive business
Grand Hotel Oriente
Intergarage
Categoria
****
****
****
****
****
****
****
***
***
***
***
***
***
***
***
***
Indirizzo
V Omodeo 51
Piazza Roma, 4
Uscita 15 - Japigia
V Capruzzi 326
V Lombardi, 13
V Ciasca, 27
V Nicolai 71
V Verdi, 70
V Piccinni 155
V Crisanzio 12
V Trevisani 191
Vle Europa 7
V Oberdan 62
Cso V Emanuele 201
Cso Cavour 32
V Gentile 54
205
f. schede pubblicazioni a tema
206
Scheda per la raccolta e la
classificazione dei materiali
di ricerca
Tema*
Titolo
Fonte**
Territorio di riferimento
Referente per acquisizione - Autore
Data di pubblicazione
Statistiche
IPRES
Puglia in cifre 1999
1999
Puglia
Dipart. Scienze Statistiche
Statistiche
IPRES
Puglia in cifre 2001
2001
Puglia
Dipart. Scienze Statistiche
Statistiche
ISNART
2000
Italia
Internet
Statistiche
ISTAT
2000
Italia
Istat
Statistiche
ISTAT
2001
Italia
Istat
Statistiche
ISTAT
2000
Italia
Istat
Statistiche
ISTAT
2000
Italia
Istat
Statistiche
ISTAT
Gli Italiani in Vacanza
Il turismo nel 1999 e le
aspettative per il 2000
Il turismo nel 2000 e le
aspettative per il 2001
Il turismo nei primi sei
mesi del 2000
Il turismo nel 1999 e nel
primo trimestre del 2000
Movimento alberghiero
2001 - Ferragosto
2001
Italia
Istat
Statistiche
Legambiente Bas
2000
Italia
Legambiente Bas
Statistiche
Legambiente Bas
2000
Italia
Legambiente Bas
Statistiche
Trademark Italia
Indagine sui piccoli comuni
L'Italia del disagio
insediativo
Dove vanno gli italiani in
vacanza? 2002
2002
Italia
Internet
Statistiche
Statistiche
207
Statistiche
Statistiche
Statistiche
Trademark Italia
Tour Operator e agenzie di
viaggio
2002
Italia
Internet
208
g. schede risorse ambientali
Scheda Censimento Risorse Ambientali
Tipologia
LA FORESTA MERCADANTE
GROTTE CARSICHE E
REPERTI ARCHEOLOGICI
GROTTA DI SAN MICHELE
PARCO DELL'ALTA MURGIA
QUERCIA SECOLARE IN
AGRO SCACCIACIPOLLA
Ubicazione
Cassano
Vendibilità
/ Fruibilità
Interventi
La Foresta (attualmente 1.300 ettari) sorse per difendere Bari dai ricorrenti disastri
alluvionali. Settant'anni or sono furono completati i lavori di impianto della Foresta
"Mercadante", divenuta, ormai, "il polmone di Bari". In questi ultimi tre decenni, molti
progressi sono stati registrati, ma il più importante di tutti è stato la riconferma
dell'interesse turistico, intimamente legato all'incremento della foresta che, con le
assidue cure ed i pazienti lavori di tre generazioni, è diventata la maggiore attrattiva
cassanese e merita, perciò, di essere meglio conosciuta ed illustrata.
Tutti sanno che ad occidente di Bari vi era la foce del torrente Picone che si impaludava
nella zona tra la città e la penisoletta di San Cataldo; palude che agli inizi del '500 la
Duchessa di Bari, Isabella Sforza-d'Aragona, cercò inutilmente di bonificare, facendo
aprire opportuni sbocchi sul mare.
Il torrente, serpeggiando attraverso i territori di Cassano, Sannicandro, Bitritto,
Carbonara e Bari, sfociava nel centro dell'insenatura tra Bari e San Cataldo, dove aveva
termine il muro della cinta daziaria eretto dopo il 1868 all'imbocco della via Nazionale
per Foggia e Napoli.
Cassano
Cassano
Poggiorsini
Spinazzola
Grotta naturale, sede sin dai primi secoli d.C. del culto a San Michele Arcangelo
La sua età è stimata intorno ai 500 anni, è alta 19 mt, la sua circonferenza minima è di 6
mt. mentre quella massima è di 8 mt.
209
h. schede risorse culturali
Scheda Censimento Risorse Culturali
Tipologia
Ubicazione
Vendibilità
/ Fruibilità
LA
CATTEDRALE
Altamura
Vero e proprio simbolo religioso, civile e storico della Città è la Cattedrale, dedicata all'Assunta. Fu Federico
II a volerne la costruzione nel 1232 secondo l'arte e l'architettura romanica del tempo. La Cattedrale di
Altamura è una delle quattro basiliche palatine di Puglia, cioè alle dirette dipendenze dell'imperatore di
Svevia. Gran parte della chiesa originaria crollò nel terremoto del 1316 e fu ricostruita sotto il regno di
Roberto d'Angiò.
L’UOMO DI
ALTAMURA
Altamura
Eclissatosi 250 mila anni fa nella grotta di Lamalunga, che lo ha conservato nel suo scrigno e lo ha
consegnato a noi spregiudicati discendenti del terzo millennio, oggi l'Uomo di Altamura ritorna a calcare la
scena.
Altamura
A 9 km. da Altamura, nel mezzo dell'altopiano delle Murge, si apre quella che sembra una profonda
voragine. Il nome esatto è Pulo, vera e propria dolina di origine carsica del tipo a scodella, creatasi per il
convogliare delle acque piovane proprio in questo punto. Si è così creata una depressione di forma più o
meno circolare il cui diametro è di circa 500 m. con una profondità massima di 75 metri.
Altamura
A soli quattro chilometri dal centro abitato, sulla via per Santeramo, in una cava situata in località Pontrelli,
sono state rinvenute orme di dinosauri fossilizzate in una massa calcarea.
Si tratta di centinaia di impronte di dimensioni variabili appartenenti ad almeno a 5 diverse specie di
Dinosauri sia erbivori che carnivori. Le impronte fossili, cioè le piste di spostamento lasciate dagli animali e
conservate nei sedimenti della crosta terrestre, possono aiutare a dedurre l'andatura e le caratteristiche
comportamentali di una data specie.
SANTUARIO
DELLA
MADONNA DEL Altamura
BUON
CAMMINO
Sulla strada che anticamente portava a Bari, ossia sulla via per La Mena, gli abitanti della.città avevano
eretto una nicchia, seu Conella, in contrada della Vasci e propriamente nel luogo detto Tufara, collocandovi
una immagine della Madonna. Costituiva per il viandante un segno di protezione lungo il cammino che si
snodava attraverso la Murgia, dove la strada si faceva più solitaria e non poche volte più insidiosa a causa
della facile presenza di ladri.
IL PULO
I DINOSAURI
Interventi
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i. schede calendari degli eventi
Calendario Eventi
Ubicazione
Copertino
Copertino
Copertino
Tipologia
Giorno
Manifestazione
culturale
Manifestazione
popolare
Festa religiosapopolare
Guagnano
Festa religiosapopolare
Guagnano
Manifestazione
culturale
07-ott
Peculiarità
SAGRA DELLA CITTADELLA
Manifestazione per la valorizzazione del centro storico
MOSTRA "CITTA' DEL VINO"
Manifestazione per promuovere il prodotto locale (zona D.O.C.)
FESTA DI SAN GIUSEPPE
Festa patronale
Il culto è legato ad una antica leggenda riportabile al periodo in
cui l'economia del paese si basava fondamentalmente
sull'allevamento bovino. Da una delle mandrie, un giorno, si
staccò un toro che si inoltrò nella foresta oritana. Quando i
mandriani si accorsero della sua assenza lo cercarono a lungo e
invano per tutto il bosco; avevano già deciso di desistere,
quando udirono dei muggiti; guardando attentamente nella
macchia videro il toro inginocchiato che teneva tra i denti un
rosario. Si prodigarono allora per fare alzare 1'animale ma
invano; riprovarono diverse volte finché un mandriano notò che
FESTA MADONNA DEL ROSARIO
su di un muro nascosto tra la vegetazione era raffigurata la
Vergine del Rosario. Richiamò l'attenzione degli altri e tutti
assieme turbati e meravigliati s'inginocchiarono e pregarono.
Subito dopo il toro si rialzò e tornò docile nella sua stalla.
Gli abitanti di Guagnano vengono soprannorninati "tuttu seiìsu"
(tutto senso ovvero persone molto intelligenti), ed anche "entri
mueddhi" (pance molli) per via delle grandi abbuffate che erano
soliti fare. Bella ed imponente è la chiesa Matrice costruita nel
1752, nel suo interno si possono notare: tre navate, dieci altari e,
disgiunte, altre due cappelle.
MOSTRA DI ARTIGIANATO
E' una vetrina per tutti i produttori locali (lavorazione pietra,
LOCALE
legno, ferro, creazione di ricami e merletti).
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