Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% DCB - Roma La proteomica: nuove prospettive nella ricerca biomedica Fumo e patologie respiratorie Telefono Verde contro il Fumo 800 55 40 88 Le conseguenze sulla salute degli eventi climatici estremi: valutazione di impatto dell’estate 2004 I ricoveri per morbillo in Italia nel 2002: valutazione dell’impatto in termini di salute e di costi Indagine sugli incidenti negli adolescenti genovesi che usano il ciclomotore Inserto BEN Bollettino Epidemiologico Nazionale Volume 17 Numero 12 Dicembre 2004 ISSN 0394-9303 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità Sommario Gli articoli La proteomica: nuove prospettive nella ricerca biomedica .....................................3 Fumo e patologie respiratorie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Le conseguenze sulla salute degli eventi climatici estremi: valutazione di impatto dell’estate 2004 . . . 11 L’attivazione del LinkOut per gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Le rubriche “Nello specchio della stampa” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 “Visto... si stampi” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Bollettino Epidemiologico Nazionale (Inserto BEN) I ricoveri per morbillo in Italia nel 2002: valutazione dell’impatto in termini di salute e di costi . . . . . . . . i Indagine sugli incidenti negli adolescenti genovesi che usano il ciclomotore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ii L’Istituto Superiore di Sanità è il principale ente di ricerca italiano per la tutela della salute pubblica. È organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale e svolge attività di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. L’organizzazione tecnico-scientifica dell’Istituto si articola in Dipartimenti, Centri nazionali e Servizi tecnico-scientifici Dipartimenti Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria Biologia Cellulare e Neuroscienze Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare Farmaco Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate Sanità Alimentare ed Animale Tecnologie e Salute Centri nazionali Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute Centro Nazionale per la Qualità degli Alimenti e per i Rischi Alimentari Centro Nazionale Trapianti Servizi tecnico-scientifici Servizio Biologico e per la Gestione della Sperimentazione Animale Servizio Informatico, Documentazione, Biblioteca ed Attività Editoriali Direttore responsabile: Enrico Garaci Redattore capo: Paola De Castro Redazione: Carla Faralli, Anna Maria Rossi, Giovanna Morini Progetto grafico: Eugenio Morassi Impaginazione e grafici: Giovanna Morini Fotografia: Bruno Ballatore, Antonio Sesta Distribuzione: Patrizia Mochi Versione online (www.iss.it/notiziario): Simona Deodati, Giovanna Morini 2 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità Istituto Superiore di Sanità Presidente: Enrico Garaci - Direttore generale: Sergio Licheri Viale Regina Elena, 299 - 00161 Roma Tel. 0649901 - Fax 0649387118 e-Mail: [email protected] - Sito Web: www.iss.it Telex 610071 ISTSAN I Telegr. ISTISAN - 00161 Roma Iscritto al n. 475/88 del 16 settembre 1988. Registro Stampa Tribunale di Roma © Istituto Superiore di Sanità 2004 Numero chiuso in redazione il 10 dicembre 2004 Stampa: Tipografia Facciotti s.r.l. - Roma La proteomica: nuove prospettive nella ricerca biomedica Marco Crescenzi1, Francesco La Torre2, Tamara Corinna Petrucci3 e Marta Ponzi4 1 Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, ISS 2 Dipartimento del Farmaco, ISS 3 Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze, ISS 4 Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate, ISS Riassunto - La proteomica, che comprende lo studio delle proteine nel suo complesso, negli ultimi anni ha assunto sempre maggiore rilevanza grazie a fondamentali sviluppi tecnologici. Il più importante fra questi è l’applicazione della spettrometria di massa allo studio delle proteine. È stato costituito presso l’Istituto Superiore di Sanità un informale “gruppo di interesse per la proteomica”. Si presentano in sintesi le capacità della proteomica, gli studi in corso e le future direzioni di sviluppo. Parole chiave: proteomica, spettrometria di massa, biochimica delle proteine Summary (Proteomics: new perspectives in biomedical research) - In the last few years the field of proteomics, encompassing the study of proteins, has been brought to light thanks to landmark technical developments. Most prominent among them, the application of mass spectrometry to protein investigations. An informal “interest group in proteomics” has been founded at the Istituto Superiore di Sanità. A short account of its capabilities, ongoing work, and future directions is presented. Key words: proteomics, mass spectrometry, protein biochemistry [email protected] ell’ultimo decennio si sono aperte nuove prospettive nella ricerca biomedica, di base e applicata, sia per i rilevanti avanzamenti tecnologici che per il fatto di poter disporre delle informazioni prodotte dai progetti di sequenziamento del genoma umano e di molte altre specie, fra cui modelli animali e diversi organismi patogeni. Una delle immediate ricadute dello studio sistematico del genoma, generalmente definito “genomica”, è stata la possibilità, impensabile in precedenza, di predire tutte le proteine potenzialmente codificate da un genoma sulla base della sequenza del DNA. Considerando il ruolo centrale delle proteine per il funzionamento cellulare, il loro studio sistematico - “proteomica” - promette trasformazioni ancora più radicali negli approcci alla ricerca biologica e allo studio dei meccanismi patogenetici. Anche la ricerca clinica trova applicazioni attraverso l’identificazione di nuovi target farmacologici e lo sviluppo di nuovi marcatori diagnostici. N Lo studio sistematico del proteoma richiede un approccio multidisciplinare e tecniche analitiche molto sensibili per l’elevato grado di complessità dei proteomi cellulari e della scarsa quantità di molte proteine. In anni recenti, agli strumenti tradizionali della biochimica delle proteine si sono affiancate metodologie innovative basate sulla spettrometria di massa e dotate di potenzialità precedentemente impensabili nell’analisi di campioni biologici costituiti da miscele complesse di proteine. Tutte le tecniche di spettrometria di massa sono caratterizzate dalla capacità di determinare con accuratezza estrema il peso molecolare di molecole o di loro frammenti. È proprio l’accuratezza nella misurazione della massa, insieme allo sviluppo di metodi di ionizzazione delle proteine, a consentire di estrarre informazioni importanti sulle proteine presenti nei campioni in esame e indagarne le modificazioni post-traduzionali, quali fosforilazione, nitrazione, acetilazione e molte altre. Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 3 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità LE APPLICAZIONI L’introduzione della spettrometria di massa nello studio delle proteine ha permesso di raggiungere con relativa facilità risultati precedentemente fuori portata (ad esempio, il proteoma del parassita malarico, il proteoma di batteri, la determinazione completa dei costituenti di organelli). La spettrometria di massa si presta, inoltre, allo studio delle interazioni fisiche fra le proteine nelle complesse reti determinate dalla formazione di legami dinamici fra le proteine stesse (ad esempio, l’analisi globale dei complessi multiproteici in lievito e dei macrocomplessi multiproteici quali l’apparato che effettua lo splicing dell’mRNA). Infine, come già ricordato, la spettrometria di massa consente lo studio delle modificazioni post-traduzionali che regolano e modificano le funzioni delle proteine. Anche la ricerca clinica ha cominciato ad avvalersi della spettrometria di massa, con risultati estremamente promettenti. Con questa tecnologia è infatti possibile ottenere “profili” proteomici da campioni biologici, cioè profili che rappresentano un gran numero di proteine presenti in un campione o in una sua frazione. L’applicazione di queste metodiche alle proteine sieriche ha permesso di identificare profili caratteristici (fingerprints) di gravi patologie quali il carcinoma dell’ovaio o della prostata. Si tratta di patologie in cui la diagnosi precoce ha un’importanza vitale e i profili caratteristici ottenuti dalla sieroproteomica sembrano costituire predittori diagnostici di sensibilità e accuratezza grandemente superiori a quelli ottenuti con altre tecniche attualmente in uso. LE METODOLOGIE L’identificazione di una proteina precedentemente purificata può essere effettuata mediante la cosiddetta procedura del mass fingerprint. Questo metodo prevede la digestione con un enzima proteolitico specifico della proteina in esame e la misurazione della massa dei peptidi che ne derivano. L’insieme dei dati raccolti, il mass fingerprint per l’appunto, viene confrontato con una digestione “virtuale” effettuata tramite software di tutte le proteine contenute nelle banche dati genomiche. La determinazione accurata della massa di un numero sufficiente di peptidi identificherà una e una sola proteina fra quelle presenti nelle banche dati. In altre parole, solo una proteina potrà dare origine all’insieme dei peptidi aventi le masse osservate. Una conferma e un’ulteriore definizione possono venire da una seconda metodologia denominata “spettrometria di massa tandem”. Con questo metodo, i peptidi derivati dalla digestione triptica della 4 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità proteina da identificare vengono frammentati mediante collisione con molecole leggere (Collision-Induced Dissociation, CID); in appropriate condizioni i peptidi si frammentano in corrispondenza dei legami fra gli amminoacidi (legami peptidici); l’insieme dei frammenti risultanti dalla CID di un singolo peptide, poniamo ad esempio, di dieci amminoacidi, sarà costituito dallo stesso peptide che avrà subito la perdita di uno, due, tre amminoacidi e così via. La differenza di massa fra il peptide originario, il frammento di nove amminoacidi, quello di otto, di sette, ecc., corrisponde al peso molecolare di ciascun amminoacido e quindi fornisce la sequenza del peptide, sia pure parziale per motivi tecnici. L’informazione di sequenza conferma l’identificazione mediante mass fingerprint, le conferisce grande affidabilità e può essere utilizzata per ulteriori ricerche. Analogamente, lo studio delle modificazioni posttraduzionali delle proteine viene effettuato misurando le variazioni di massa di peptidi dovute all’aggiunta di uno o più gruppi chimici quali, ad esempio, il gruppo fosfato nel caso della fosforilazione. I profili proteomici di miscele di proteine sono ottenuti misurando la massa non di una proteina purificata, ma di un campione complesso. In questo caso non si ha la formazione di un solo “picco” di massa, cioè la misurazione di un singolo peso molecolare, ma di numerosissimi picchi, ciascuno corrispondente a una singola proteina. Sebbene in questo caso non sia possibile determinare direttamente l’identità delle proteine coinvolte, il profilo complessivo o alcune sue parti possono essere dotate di una specificità tale da risultare diagnostici, ad esempio, di una specie batterica, dello stato funzionale di una cellula o di una patologia in atto. M. Crescenzi, F. La Torre, T. Corinna Petrucci, et al. smissione del parassita, l’identificazione di componenti di complessi multiproteici e modificazioni posttraduzionali di proteine sinaptiche coinvolte nei meccanismi fisiopatologici del sistema nervoso. Allo stesso tempo il gruppo dedica parte del proprio impegno a progetti svolti in collaborazione con gruppi interni ed esterni all’ISS. Tali progetti comprendono ad esempio lo studio della composizione di macrocomplessi multiproteici in grado di effettuare la replicazione del DNA in vitro; l’identificazione di un enzima, la fosfolipasi C fosfatidilcolina-dipendente, di cui è nota nel mammifero solo la funzione; lo studio congiunto, sperimentale e basato su modelli teorici, della fosforilazione dell’oncosoppressore p53 da parte della chinasi HIPK2. L’ISS ha inoltre avviato un’impresa collaborativa che coinvolge numerosi altri centri italiani e i National Institutes of Health degli Stati Uniti per lo studio della sieroproteomica quale strumento per la diagnosi precoce e la prognosi di malattie tumorali. Infine, l’ISS è coinvolto in un progetto CRAFT (Microbearray) della Comunità Europea (VI Programma Quadro) per la sierodiagnosi con microarrays proteomici, utilizzando l’intero proteoma o parte di esso (ad esempio, tutte le proteine della superficie cellulare). La ricerca è rivolta in particolare alla diagnosi multipla degli agenti batterici o virali di polmoniti atipiche raramente diagnosticate nei laboratori clinici. LA PROTEOMICA IN ISS Presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), gruppi di ricerca indipendenti, afferenti a Dipartimenti diversi ma legati dal comune interesse per lo studio delle proteine e del loro ruolo nei meccanismi patogenetici, hanno unito i loro sforzi per mettere in comune conoscenze, metodologie e strumenti. Il risultato di questo impegno è stato la costituzione di un gruppo di coordinamento della ricerca proteomica in Istituto dotato di strumenti avanzati, di personale dedicato, di capacità e conoscenze complementari. Gli strumenti a disposizione comprendono attualmente PROSPETTIVE FUTURE L’istituzione e il funzionamento di piattaforme tecdue spettrometri di massa, un MALDI-TOF (MatrixAssisted Laser Desorption/Ionization-Time-of-Flight) nologiche innovative necessarie per l’analisi proteomie un LC-electrospray (Liquid-Chromatography-elec- ca richiedono un grande apporto di risorse umane e trospray) con trappola ionica per l’identificazione di finanziarie, nuove competenze, strumentazioni, collegamento tra gruppi nazionali e internaproteine, apparecchiature cromatograzionali. Gli estensori di questo articolo, fiche a elevata risoluzione che permetche hanno promosso e coordinano quetono il frazionamento di miscele comPresso l’ISS sta rete di collaborazioni in Istituto, auplesse di proteine, un apparecchio è stato costituito spicano l’aggregazione di ulteriori grupTyphoon per l’analisi dell’immagine, un gruppo pi di ricerca alla compagine già consoliuno strumento BiacoreX per l’analisi di coordinamento di interazioni biomolecolari basato sul della ricerca proteomica data. La complessità dell’indagine proteomica richiede infatti l’apporto di coprincipio della Surface Plasmon Resonoscenze e approcci diversi; la varietà denance (SPR). Sono inoltre disponibili gli interessi scientifici e dei retroterra competenze in biologia computazionale che permettono lo sviluppo di strumenti informa- culturali è sicura garanzia di sviluppo scientifico e tectici per l’analisi dei dati. L’acquisizione di ulteriori es- nologico. Una prima iniziativa per promuovere questo sviluppo è l’organizzazione di un incontro, che si senziali strumentazioni è allo studio. Il gruppo rivolge i propri sforzi tanto ai progetti terrà prossimamente in Istituto, in cui saranno preinterni quanto a quelli provenienti da gruppi di ri- sentati i risultati di progetti di proteomica attualmencerca esterni, su base collaborativa. I progetti di ri- te in corso e si discuteranno, con altri ricercatori del cerca interni comprendono, fra gli altri, l’identifica- campo, le prospettive delle applicazioni della proteozione di meccanismi regolatori del ciclo cellulare, lo mica a numerosi settori della ricerca biomedica. Per maggiori informazioni rivolgersi a studio delle proteine espresse dal Plasmodio della malaria coinvolte nell’infezione di eritrociti e nella tra- [email protected] e [email protected] “ “ Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 5 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità Fumo e patologie respiratorie Le carte del rischio per BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva e tumore al polmone Piergiorgio Zuccaro1, Simona Pichini1, Claudia Mortali1, Roberta Pacifici1, Giovanni Viegi2, Sara Baldacci2, Anna Angino2, Fabio Martini2, Marco Borbotti2, Alessia Scognamiglio2, Marzia Simoni2, Patrizia Silvia2, Francesco Di Pede2, Laura Carrozzi2, Daniela Porta3, Lorenzo Simonato4, Anna Crispo5, Franco Merletti6 e Francesco Forastiere3 1 Dipartimento del Farmaco, ISS Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare, Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa 3 Dipartimento di Epidemiologia, ASL RME, Roma 4 Dipartimento di Medicina Ambientale, Università degli Studi di Padova 5 Istituto Tumori, Napoli 6 Unità di Epidemiologia dei Tumori CPO-Piemonte, Università degli Studi di Torino 2 Riassunto - Le patologie correlate al fumo sono responsabili del 10% dei decessi nella popolazione adulta italiana e quelle maggiormente chiamate in causa sono la BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), il tumore al polmone e le malattie cardiovascolari. Le carte del rischio respiratorio presentate dall’Istituto Superiore di Sanità permettono di valutare la probabilità di un soggetto o di una parte della popolazione di ammalarsi di BPCO o tumore al polmone. Le carte si propongono come uno strumento di educazione sanitaria e hanno lo scopo di fornire una stima quantitativa sia del rischio di sviluppare determinate patologie respiratorie in presenza di date condizioni, sia dei benefici derivanti da variazioni di una o più componenti delle stesse. Parole chiave: fumo, BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva, carte del rischio Summary (Smoke and respiratory pathologies) - Smoke-related pathologies are responsible for 10% deaths in Italian adult population and among these pathologies the most relevant are COPD (Chronic Obstructive Pulmonary Disease) and lung cancer. The respiratory risk charts, presented by the Italian National Institute of Health, allows the estimation of the individual and general risk of COPD or lung cancer. The charts are a useful tool for health education and aim to quantitatively evaluate the risk of either developing respiratory pathologies in presence of certain conditions, or obtaining benefits by changing one or more components of those conditions. Key words: smoke, Chronic Obstructive Pulmonary Disease, risk charts [email protected] fumatori nel mondo sono circa un miliardo. Nelle società occidentali e industrializzate questo numero è in declino, ma nelle fasce di popolazione a basso reddito permane una tendenza all’aumento dell’abitudine al fumo specie nei Paesi in via di sviluppo. Si prevede che, a meno di un’inversione dell’attuale tendenza, entro il 2005 il numero dei fumatori possa giungere a oltre 1,6 miliardi. I 6 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità In Italia fuma il 26,2% della popolazione adulta: il 30,0% degli uomini e il 22,2% delle donne. Gli ex fumatori sono il 24,8% degli uomini e l’11,2% delle donne. I non fumatori sono il 45% dei maschi e il 66,3% delle donne. Il 55,3% dei fumatori fuma più di 15 sigarette al dì (Doxa 2004). La dipendenza da fumo di tabacco è riconosciuta come una condizione patologica nella decima revisione della classificazione delle malattie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e nel P. Zuccaro, S. Pichini, C. Mortali, et al. Presso l’Istituto Superiore di Sanità è operativo il Telefono Verde contro il Fumo Cos’è • un servizio di consulenza telefonica sulle problematiche legate al fumo • un collegamento tra le istituzioni e il cittadino • un punto di ascolto e monitoraggio • uno strumento di prevenzione e promozione della salute A chi si rivolge • ai fumatori e ai loro familiari per indirizzarli e sostenerli nel percorso per smettere di fumare • ai non fumatori per indicare le strategie di tutela dal fumo passivo • agli operatori socio-sanitari per fornire materiale scientifico, informativo e divulgativo • alle istituzioni pubbliche e private per programmare interventi di prevenzione e promozione della salute Perchè • per dare informazioni scientifiche sugli effetti • • • • • sulla salute causati dal fumo, sulle terapie di disassuefazione e sulla legislazione per orientare l’utente a riconoscere le proprie risorse, familiari e territoriali per fornire informazioni sui centri antifumo presenti sul territorio nazionale per realizzare iniziative di sensibilizzazione al problema del tabagismo per sostenere e facilitare un lavoro di rete tra i servizi per svolgere attività di formazione e di ricerca Opuscolo del Telefono Verde contro il Fumo manuale diagnostico e statistico dell’Associazione Non esisteva invece una carta del rischio respiratoAmericana di Psichiatria. rio che permettesse di valutare la probabilità di un sogLe patologie correlate al fumo sono responsabili getto o di una parte della popolazione di ammalarsi di del 10% dei decessi nella popolazione adulta. In Ita- BPCO o tumore al polmone. lia, come in tutto il mondo occidentale, il fumo atPer tale motivo l’ISS ha promosso e coordinato una tivo è la principale causa evitabile di morbosità e ricerca con lo scopo di elaborare delle carte del rischio mortalità. Le patologie maggiormente italiane per la BPCO e il tumore al polchiamate in causa sono la Broncomone. Pneumopatia Cronica Ostruttiva Il rischio di contrarre queste malatL’ISS ha coordinato (BPCO), il tumore al polmone e le tie è stato valutato in funzione dell’età, una ricerca malattie cardiovascolari. dell’abitudine al fumo di tabacco e di alper elaborare le carte La consapevolezza dei danni alla satre variabili legate a condizioni ambiendel rischio italiane lute legati al tabagismo, oltre che del lo- per la BPCO e il tumore tali: esposizione lavorativa a polveri, soro costo sociale ed economico, ha alistanze chimiche, gas e vicinanza dell’aal polmone mentato un acceso dibattito sulle misubitazione a fonti di inquinamento atre da intraprendere per contenere i danmosferico. ni e distribuire equamente i costi. La ricerca è stata eseguita dall’Unità di EpidemioRecentemente l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) logia Ambientale Polmonare dell’Istituto di Fisiologia ha presentato la prima carta del rischio italiano per Clinica del CNR di Pisa e dal Dipartimento di Epideeventi coronarici secondo le abitudini al fumo tenen- miologia dell’ASL RME di Roma. I dati, riportati nelle tabelle colorimetriche (Tado conto degli altri fattori di rischio come il colesterolo belle 1-4), sono frutto di indagini epidemiologiche e la pressione arteriosa sistolica. “ “ Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 7 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità Tabella 1 - Rischio assoluto di BPCO nella popolazione maschile. Probabilità di contrarre la malattia nei dieci anni successivi all’età attuale del soggetto, in funzione dei fattori di rischio considerati Categorie 15-24 25-34 Fascia d’età 35-44 45-54 55-64 Non fumatori Nessuna esposizione Esposizione ambientale Esposizione lavorativa Entrambe le esposizioni Ex fumatori Nessuna esposizione Esposizione ambientale Esposizione lavorativa Entrambe le esposizioni Fumatori Nessuna esposizione Esposizione ambientale Esposizione lavorativa Entrambe le esposizioni Livelli di rischio in percentuale molto basso basso lieve moderato alto molto alto < 3% 3-4% 5-9% 10-19% 20-39% 40% Tabella 2 - Rischio assoluto di BPCO nella popolazione femminile. Probabilità di contrarre la malattia nei dieci anni successivi all’età attuale del soggetto, in funzione dei fattori di rischio considerati Categorie 15-24 25-34 Fascia d’età 35-44 45-54 55-64 Non fumatrici Nessuna esposizione Esposizione ambientale Esposizione lavorativa Entrambe le esposizioni Ex fumatrici Nessuna esposizione Esposizione ambientale Esposizione lavorativa Entrambe le esposizioni Fumatrici Nessuna esposizione Esposizione ambientale Esposizione lavorativa Entrambe le esposizioni Livelli di rischio in percentuale 8 molto basso basso lieve moderato alto molto alto < 3% 3-4% 5-9% 10-19% 20-39% 40% Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità P. Zuccaro, S. Pichini, C. Mortali, et al. Tabella 3 - Rischio assoluto di tumore al polmone nella popolazione maschile. Probabilità di contrarre la malattia per età Categorie 40-44 45-49 50-54 Fascia d’età 55-59 60-64 65-69 70-74 Non fumatori Ex fumatori Età cessazione 30 anni 40 anni 50 anni 60 anni Fumatori Livelli di rischio in percentuale non calcolabile molto basso basso lieve moderato alto molto alto - < 0,5 0,5-1,4 1,5-2,9 3-5,9 6-9,9 10 Tabella 4 - Rischio assoluto di tumore al polmone nella popolazione femminile. Probabilità di contrarre la malattia per età Categorie 40-44 45-49 50-54 Fascia d’età 55-59 60-64 65-69 70-74 Non fumatrici Ex fumatrici Età cessazione 30 anni 40 anni 50 anni 60 anni Fumatrici Livelli di rischio in percentuale non calcolabile molto basso basso lieve moderato alto molto alto - < 0,4 0,4-0,6 0,7-1,1 1,2-1,3 1,4-1,8 1,9 condotte dai due Istituti e dalla collaborazione del Dipartimento di Epidemiologia dell’ASL RME con il Dipartimento di Medicina Ambientale dell’ Università degli Studi di Padova, l’Istituto dei Tumori di Napoli e l’Unità di Epidemiologia dei Tumori dell’Università degli Studi di Torino. Complessivamente è stato valutato un campione significativo di soggetti appartenenti ad aree diverse. Per la carta del rischio di BPCO sono stati analizzati 5 493 soggetti e 3 570 soggetti per quanto riguarda il rischio del tumore polmonare. La car- ta del rischio respiratorio si propone come uno strumento di educazione sanitaria e ha lo scopo di fornire al medico e al cittadino una stima quantitativa sia del rischio di sviluppare determinate patologie respiratorie in presenza di date condizioni, sia dei benefici derivanti da variazioni di una o più componenti delle stesse. Ovviamente studi futuri, di dimensioni più elevate, potranno fornire una conferma delle stime presentate e permetteranno una valutazione delle modifiche nelle abitudini di vita eventualmente subentrate. Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 9 Le rubriche del Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità Visto... si stampi A cura di Paola De Castro Settore Attività Editoriali, ISS In questa rubrica sono annunciate tutte le pubblicazioni edite direttamente da questo Istituto, accessibili online in full-text e su supporto cartaceo. Per essere tempestivamente informati sulle novità editoriali prodotte da questo Istituto, comunicate il vostro indirizzo e-Mail a: [email protected]. Riceverete un avviso per ogni nuovo prodotto editoriale che potrete liberamente scaricare da: www.iss.it/pubblicazioni La copia cartacea delle pubblicazioni rimane riservata a determinate categorie di utenza. Rapporti ISTISAN 04/20 Salute della donna e del concepito: prevenzione dei rischi ambientali e occupazionali. A cura di Alida Leonardi e Giulia Scaravelli 2004, iii, 89 p. (in italiano e inglese) In questo rapporto vengono trattate problematiche di salute riproduttiva della donna affrontate con approcci diversi: quello biologico, che evidenzia la diversa risposta femminile all’azione di alcuni tossici; quello ergonomico, che esamina il diverso rapporto di genere rispetto alla stessa attività lavorativa; quello della salute mentale, con particolare riguardo alle problematiche correlate alle azioni di mobbing e alle normative vigenti in Italia. Vengono anche trattate le azioni di alcune sostanze tossiche sul prodotto del concepimento, in particolare l’esposizione ai pesticidi e a composti chimici, e viene considerata l’azione di alcuni inquinanti ambientali che possono agire sul sistema riproduttivo maschile del concepito. [email protected] Rapporti ISTISAN 04/21 Il trattamento degli alimenti con radiazioni ionizzanti. A cura di Concetta Boniglia, Sandro Onori e Orazio Sapora 2004, 112 p. Il problema del trattamento delle derrate alimentari con radiazioni ionizzanti è di particolare attualità nei Paesi della Comunità Europea, e in particolare in Italia, a causa dell’emanazione del DL.vo 30 gennaio 2001 n. 94, che dà attuazione alle direttive comunitarie 1999/2/CE e 1999/3/CE, relative al riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri. A partire dal 20 marzo 2001, tutti gli alimenti irradiati immessi sul mercato devono quindi rispondere alle disposizioni delle suddette direttive. A tutela del consumatore, oltre alle rassicurazioni sulla sicurezza nutrizionale e tossicologica di tali prodotti, viene introdotto l’importante concetto dei controlli ufficiali che tutti gli Stati membri devono ef- 10 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità fettuare sui prodotti in fase di commercializzazione. Questi controlli servono ad identificare un alimento come irradiato o non irradiato permettendo la verifica della corrispondenza dell’etichettatura alla normativa vigente. Per l’Italia, il DL.vo 30 gennaio 2001 n. 94 affida all’Istituto Superiore di Sanità il compito di individuare i metodi di identificazione applicabili sul territorio dalle autorità sanitarie territorialmente competenti. [email protected] Supplemento al Notiziario Aggiornamento dei casi di AIDS notificati in Italia al 30 giugno 2004. A cura di Stefano Boros, Debora Lepore, Roberta Urciuoli e Catia Valdarchi Vol. 17, n. 10 (Supplemento 1) 2004, 20 p. Contiene informazioni e dati sulla distribuzione temporale e geografica dei casi di AIDS notificati in Italia, le caratteristiche demografiche (distribuzione dei casi di AIDS per fasce d’età e sesso), le modalità di trasmissione (per anno di diagnosi e categoria di esposizione), le patologie indicative di AIDS, i casi pediatrici, il trattamento terapeutico precedente la diagnosi di AIDS. Dal 1982 a giugno 2004 sono stati notificati 53 686 casi di AIDS, di cui 498 nell’ultimo semestre. Del totale dei casi diagnosticati il 77,7% erano di sesso maschile, l’1,4% in età pediatrica. In totale 34 179 (64,0%) pazienti risultano deceduti. L’età mediana alla diagnosi dei casi adulti, sia maschi che femmine, mostra un aumento nel tempo. L’andamento dei tassi d’incidenza per anno di diagnosi mostra un incremento dei casi fino al 1995, seguita da una diminuzione nel 1996 continuata fino al 2001, mentre nel 2002 il numero dei casi diagnosticati sembra stabilizzarsi. Inoltre, si nota un aumento della proporzione dei casi attribuibili alla trasmissione sessuale e una diminuzione di quella delle altre modalità di trasmissione. Solo il 34,9% dei malati ha fatto uso di terapie antiretrovirali. Il documento è disponibile online e su richiesta. [email protected] Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% DCB - Roma Rapporti Aggiornamento dei casi di AIDS notificati in Italia al 30 giugno 2004 Volume 17 Numero 10 Supplemento 1 2004 ISSN 0394-9303 Inserto BEN Bollettino Epidemiologico Nazionale Sorveglianze nazionali I RICOVERI PER MORBILLO IN ITALIA NEL 2002: VALUTAZIONE DELL’IMPATTO IN TERMINI DI SALUTE E DI COSTI Antonietta Filia1,4, Antonio Brenna2, Augusto Panà3, Gianluca Maggio Cavallaro4 e Marta Luisa Ciofi degli Atti4 1 Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 2 Cattedra di Economia Sanitaria, Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 3 Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” 4 Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS Nonostante il morbillo venga spesso percepito come una malattia innocua, in realtà può determinare gravi complicanze, alcune delle quali possono portare a sequele permanenti o al decesso. Nei Paesi industrializzati, si stima che le complicanze acute riguardino dal 7,5% al 29% dei casi (1), includendo, oltre a quadri clinici relativamente poco severi (otite, diarrea, convulsioni febbrili), manifestazioni gravi quali la polmonite (1-6% dei casi di morbillo) e l’encefalite acuta (1 su 1 000 a 2 000 casi) (1). Si stima inoltre che l’1,419% dei pazienti con morbillo venga ricoverato (2), con una stima italiana del 2,4% (3). Oltre alla sofferenza e al disagio causati dalla malattia, il morbillo comporta un danno economico elevato per il sistema sanitario e la società nel suo complesso, che comprende i costi sia diretti, sia indiretti. I costi diretti considerano l’assistenza sanitaria di base (farmaci, visite mediche), i ricoveri, il trattamento delle complicanze e la cura delle sequele a lungo termine. I costi indiretti, invece, includono principalmente il tempo lavorativo perso dai genitori per accudire il figlio malato o dal malato stesso se si tratta di un adulto. Per avere maggiori informazioni sull’impatto del morbillo in Italia in termini di salute e di costi, è stata effettuata un’indagine sui ricoveri per morbillo verificatisi su tutto il territorio nazionale nel 2002, anno in cui si è verificata in Italia una vasta epidemia. Il Ministero della Salute ha fornito i dati dalla banca dati nazionale delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) relativi ai ricoveri tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2002 che presentavano nella diagnosi principale e/o in una delle diagnosi secondarie di dimissione un codice ICD9CM di morbillo o sue complicanze (0550-0559). Per ogni ricovero sono stati forniti i dati individuali relativi a: ospedale di ricovero, età, sesso, comune, provincia e regione di residenza, cittadinanza, codice ASL di provenienza, data di ricovero e dimissione, tipo di ricovero, onere della degenza, modalità di dimissione, diagnosi principale e secondarie, DRG. Sono stati definiti come ricoveri attribuibili a morbillo non complicato quelli che presentavano come unica diagnosi di dimissione il codice ICD9 corrispondente a morbillo senza menzione di complicanze (0559) e sono state descritte tutte le diagnosi principali e secondarie riportate per tutti gli altri ricoveri. I costi imputabili ai ricoveri per morbillo sono stati valutati sulla base dei DRG, utilizzando il Tariffario Unico concordato tra le Regioni e le Province Autonome per la compensazione interregionale della mobilità ospedaliera. Complessivamente, sono stati identificati 3 072 ricoveri per morbillo, la maggior parte dei quali (71%) si è verificata nel Sud. Oltre il 70% dei ricoveri si è verificato nei bambini di età inferiore a 15 anni; il gruppo di età < 1 anno ha presentato il tasso di ricovero più elevato (Tabella 1). Le complicanze più frequentemente riportate tra le diagnosi di dimissione sono state quelle del sistema respiratorio, seguite da quelle del sistema nervoso centrale. Sono state, infatti, registrate 391 diagnosi di polmonite e 81 diagnosi di encefalite (Tabella 2). La percentuale di ricoveri complicati da polmonite diminuisce con l’età, mentre la percentuale di ricoveri con encefalite è minima nella fascia di età 1-4 anni. La degenza media è stata di circa 5 giorni (range 1-105 giorni). Il costo totale è risultato pari a euro 4 956 963,19. I dati riferiti ad alcune Regioni italiane indicano che i costi relativi ai ricoveri rappresentano circa il 40-50% dei costi diretti del morbillo, e il 30% circa dei costi totali (4). Assumendo che queste percentuali siano applicabili anche a livello nazionale, è stato stimato un costo diretto del morbillo nel 2002 pari a euro 9 893 880-12 367 350, e un costo totale diretto e indiretto pari a euro 14 840 820. Con tale cifra sarebbe stato possibile vaccinare il 95% di 2,7 coorti di nasciInserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità i Tabella 1 - Distribuzione dei ricoveri per morbillo e tasso di ricovero per fascia di età Fascia di età (anni) n. ricoveri Percentuale (%) <1 1-4 5-9 10-14 15-19 > 20 241 834 781 430 258 528 7,8 27,1 25,4 14,0 8,4 17,2 Totale 3 072 100 Tasso di ricovero (n. ricoveri/100 000 abitanti) 46,2 39,8 29,2 15,3 8,8 1,1 5,4 Tabella 2 - Distribuzione per fascia di età dei ricoveri con diagnosi di morbillo senza menzione di complicanze, polmonite ed encefalite Ricoveri Fascia di età (in anni) <1 1-4 5-9 10-14 15-19 * 20 Totale 241 834 781 430 258 528 3 072 n. ricoveri con unica diagnosi di “morbillo senza menzione di complicanze” (%) 101 (41,9) 319 (38,2) 284 (36,4) 192 (44,6) 137 (53,1) 295 (55,9) 1 328 (43,2) n. ricoveri con diagnosi di polmonite (%) 43 (17,8) 139 (16,6) 129 (16,5) 32 (7,4) 18 (4,6) 30 (5,7) 391 (12,7) n. ricoveri con diagnosi di encefalite (%) 7 (2,9) 9 (1,0) 21 (3,4) 16 (3,7) 10 (3,9) 18 (3,4) 81 (2,6) n. totale ricoveri ta, evitando in questo modo numerosi casi di malattia e di ricovero. I risultati di questa indagine mostrano come in Italia si continui ad avere un elevato impatto sanitario ed economico dovuto a una malattia facilmente prevenibile, evidenziando la necessità di migliorarne le strategie di prevenzione, come riportato nel Piano Nazionale di eliminazione approvato nel 2003. I programmi vaccinali per il controllo del morbillo comportano anch’essi un costo per il sistema sanitario, per gli individui e per la società. Tuttavia, diverse analisi economiche hanno evidenziato la convenienza economica della vaccinazione MPR, dimostrando come i risparmi ottenuti grazie ai casi di malattia evitati siano superiori ai costi della vaccinazione stessa. Il rapporto tra costi per il trattamento del morbillo e il costo della vaccinazione con il vaccino MPR, infatti, è stato stimato essere compreso tra 14:1-26:1 per i costi totali, e 16:1 per i soli costi diretti (5). Attuare le strategie previste dal Piano sembra quindi essere vantaggioso anche da un punto di vista economico e di utilizzo efficiente delle risorse nel settore della sanità. Riferimenti bibliografici 1. Perry RT, Halsey HA. The Clinical Significance of Measles: A Review. J Infect Dis 2004;189(Suppl 1):S4-16. 2. Beutels PH and Gay NJ. Economic evaluation of options for measles vaccination strategy in a hypothetical Western European country. Epidem Infect 2003,130:273-83. ii Inserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 3. Moiraghi Ruggenini A, Zotti C, Pedronetto A, et al. I ricoveri ospedalieri in Torino per morbillo e relative complicanze, nel periodo 1973-1983: valutazioni sanitarie ed economiche, in rapporto alla opportunità dell’intervento vaccinale. Boll Ist Sieroter Milan 1986;65:6. 4. Zotti CM, Castella A, et al. Valutazione economica della vaccinazione antimorbillo-rosolia-parotite in relazione al livello di copertura. PharmacoEconomics: Italian Research Articles 2003;5(Suppl. 1):65-76. 5. Zhou F, Reef S, Massoudi M, et al. An economic analysis of the current universal 2-dose measles-mumps-rubella vaccination program in the United States. J Infect Dis 2004;189:S131-45. Studi dal territorio INDAGINE SUGLI INCIDENTI NEGLI ADOLESCENTI GENOVESI CHE USANO IL CICLOMOTORE Claudio Culotta, Rosamaria Cecconi e Gianna Ferrando Dipartimento di Prevenzione, Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica, ASL 3 Genovese Ogni anno in Italia gli incidenti stradali provocano gravi conseguenze per la salute della popolazione in termini di decessi, di invalidità, di ricoveri ospedalieri e di accessi al Pronto Soccorso. Il 25% dei decessi per incidenti stradali avviene entro i 22 anni di età e il 50% entro i 40 anni e per questo motivo gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte per la popolazione di < 40 anni (1) associata alla perdita di anni di attività potenziale. Soprattutto nei giovani la maggior parte dei danni e delle morti per incidenti stradali riguarda i ciclomotori. Si stima che il 25% delle morti nei gruppi di età compresi tra i 14 e i 20 anni sia tra i giovani alla guida dei ciclomotori (2) e il 22% degli accessi al Pronto Soccorso per incidente stradale riguarda ciclomotoristi (3). Tra i conducenti deceduti in seguito a incidente stradale, nella classe di età tra 15-17 anni, circa il 68% era alla guida di un ciclomotore (90% maschi versus 10% femmine) (2). Per evidenziare i principali fattori di rischio di incidenti nei giovani che usano il ciclomotore, è stata effettuata all’inizio del 2004 un’indagine su un campione rappresentativo ottenuto selezionando, fra le scuole superiori genovesi, 17 istituti - raggruppati in 14 cluster - con metodo probability proportional to size; per ogni cluster selezionato sono state scelte, con metodo casuale semplice, 4 classi appartenenti al primo biennio (4). Tramite un questionario autocompilato sono stati raccolti dati sui comportamenti dei ragazzi, sulla loro percezione del rischio di incidenti, sulle loro opinioni in merito all’uso del casco e ai possibili fattori di rischio di incidenti, con particolare riferimento all’uso di bevande alcoliche e all’eccesso di velocità. Il campione è composto da 1 045 ragazzi (54% femmine, 46% maschi), di cui 288 (pari al 28%) possiedono o guidano abitualmente un ciclomotore. Fra i non guidatori (n. 757), i tre quarti (n. 563) salgono come passeggeri su ciclomotori altrui. Quindi nel campione esaminato risultano esposti al rischio di incidenti 851 ragazzi (guidatori più non guidatori che salgono come passeggeri). Le domande relative alle opinioni e alla percezione del rischio sono state poste all’intero campione (n. 1 045); quelle relative ai comportamenti (uso del casco, ecc.) o alla frequenza di incidenti ai soli esposti al rischio (n. 851). I risultati principali sono sintetizzati nella Tabella. Il casco viene usato sempre o quasi sempre dalla grande maggioranza dei guidatori, ma il 7% dichiara di non usarlo e poco più di un terzo usa il casco integrale. La maggioranza dei guidatori (59%) ha avuto incidenti. Quasi la metà dei ragazzi che guidano il ciclomotore ha aumentato la potenza del motore; quasi un terzo delle famiglie riceve un consiglio in tal senso dallo stesso venditore. Fra i passeggeri l’uso del casco sembra un po’ meno frequente (a questi ragazzi non è stato chiesto il tipo di casco e la frequenza d’uso). La frequenza di incidenti, pur notevolmente inferiore, non è trascurabile (14%). Con riferimento a tutti i ragazzi del nostro campione (n. 1 045), circa i due terzi hanno una scarsa percezione del rischio legato all’uso di alcolici quando si guida e quasi un terzo sottovaluta il rischio legato all’eccesso di velocità. La percezione del rischio legato all'alcol e alla velocità è significativamente associata alla probabilità di incidenti in guidatori e passeggeri: per l'alcol la probabilità di incidenti è del 33% in chi non percepisce il rischio versus il 25% di chi lo percepisce (OR 1,5; IC 95% 1,1-2,0). Per l'eccesso di velocità, invece, le probabilita corrispondenti sono il 40% e il 25% (OR 2,1; IC 95% 1,5-2,8). Inoltre, la frequenza di incidenti risulta associata con il sesso (i maschi hanno più incidenti delle femmine OR: 2,9; IC: 2,1-3,9) e con la scarsa attitudine, da parte dei genitori dei ragazzi, a usare la cintura di sicurezza durante la guida dell’automobile (OR 1,5; IC:1,0-2,3). Le informazioni risultanti dallo studio possono essere utili per realizzare, nella realtà genovese, interventi di educazione sanitaria efficaci, in quanto basati sulla conoscenza delle opinioni, delle percezioni e delle resistenze del target. In altre parole lo studio contribuisce a creare le condizioni per una “diagnosi di comunità”, indispensabile prima di dare avvio all’intervento educativo. Le informazioni raccolte suggeriscono di progettare e calibrare l’intervento in modo da porre l’accento sui seguenti punti: Tabella - Risultati principali dell’indagine sui giovani che usano il ciclomotore Usano il casco sempre o quasi sempre (guidatori) Usano il casco integrale (guidatori) Usano il casco correttamente allacciato (guidatori) Usano il casco (passeggeri) Hanno avuto incidenti (guidatori) Hanno avuto incidenti (passeggeri) Hanno aumentato la potenza del motore (guidatori) Hanno scarsa percezione del rischio dell’alcol (tutto il campione) Hanno scarsa percezione del rischio della velocità (tutto il campione) Maschi % Femmine % % 92 43 88 83 65 12 57 61 35 96 25 96 86 47 17 23 68 24 93 37 91 85 59 14 47 65 29 Totale IC 95% 89-96 32-43 87-94 81-88 54-65 12-18 41-53 62-68 26-32 Inserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità iii • esiste un problema di “percezione del rischio” che è particolare della fascia d’età considerata e che deve essere tenuto presente nell’intervento educativo; • è importante concentrare l’attenzione in particolare sui maschi; • è importante che anche le famiglie siano coinvolte nell’intervento. Riferimenti bibliografici 1. Pitidis A, Taggi F, Palazzo F. I costi umani dei traumi. Disponibile all’indirizzo: http://www.iss.it/sitp/sicu/publ/ 0001/0031.pdf 2. ISTAT. Statistiche degli incidenti stradali, anno 2003 3. Progetto SISI, 1989-1995, Istituto Superiore di Sanità. 4. Bennett S, Woods. T, Liyanage WM, et al. A simplified general method for cluster-sample surveys of health in developing countries. Wld hlth statist quart 1991;44. Ringraziamenti Si ringraziano gli operatori che hanno partecipato alla progettazione del questionario e alla sua somministrazione agli studenti delle scuole campionate, e in particolare: Paola Kielland (in rappresentanza di tutti gli operatori della Unità Operativa Attività Consultoriali) e Annabella Muckermann (in rappresentanza dell’Associazione dei Club degli Alcolisti in Trattamento). Il Commento Mario Cuccia Servizio Epidemiologia e Prevenzione, AUSL 3, Catania L’evidenza che nel nostro Paese la mortalità e la morbosità attribuibile agli incidenti stradali costituiscano la principale causa di perdita, per quantità e qualità, di potenziali anni di vita (prima dei 40), è un dato di sanità pubblica che merita di essere indagato per descriverne meglio i determinanti. Lo studio sviluppato è quindi un esempio che merita attenzione. Le conoscenze derivanti da queste indagini pongono un problema di non facile soluzione: quali interventi di sanità pubblica porre in essere per controllare i fattori di rischio correlati agli incidenti stradali? In generale possiamo sviluppare tre diverse, ma non antitetiche, strategie di intervento: la persuasione; le disposizioni di legge; i cambiamenti strutturali, agendo sulla progettazione dei veicoli e sull’ambiente (strade più sicure). Le considerazioni di molti esperti valutano proprio quest’ultima come quella più efficace nel controllo degli incidenti. Le altre due strategie mirano, invece, a indurre modifiche del comportamento: • la persuasione: come avviene per molti comportamenti rilevanti per la salute, è molto difficile persuadere ad adottare azioni che proteggono dagli incidenti stradali. Alla base di ciò, e del fallimento di molti interventi di educazione alla salute, vi è la diversità fra rischio individuale e di popolazione. Mentre in sanità pubblica le scelte sono guidate iv Inserto BEN - Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità dal rischio attribuibile allla popolazione, le scelte individuali sono determinate dal rischio assoluto e da quello relativo. Il problema di molti modelli di comportamento dannosi per la salute è che il rischio relativo - cioè il rapporto fra la probabilità di incidente delle persone che assumono comportamenti a rischio e quella di chi non li assume - è piuttosto basso. E anche quando il rischio relativo è alto, il rischio assoluto è spesso così basso - o comunque percepito come tale - che la persona non sente l’utilità di cambiare; • le disposizioni di legge: esse possono essere efficaci nella misura in cui riescono a legare incentivi a un determinato comportamento. È questo il caso del successo della patente “a punti”. Sulla base di queste considerazioni si ritiene che i risultati di questa indagine possano trovare un utilizzo e uno sviluppo nell’integrazione con le nuove funzioni intestate alle scuole superiori per il rilascio del “patentino” di guida per i ciclomotori. Stefania Salmaso: il nuovo Direttore del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute Da poco più di un mese, il Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità ha un nuovo Direttore: Stefania Salmaso. Come lei stessa ha dichiarato, il futuro programma di lavoro del Centro sarà quello di “Condurre ricerca sanitaria e di mettere i risultati a disposizione di chi è destinato a prendere le decisioni… Il panorama della sanità pubblica si sta modificando e arricchendo di esigenze e di interlocutori, in Italia come in Europa. È importante partecipare e contribuire a questo processo“. Per approfondimenti, vedere Epicentro n. 87, 2004 (www.epicentro.iss.it). Con i migliori auguri a Stefania Salmaso per il difficile compito che dovrà svolgere, il Comitato editoriale del BEN invia anche a tutti i suoi lettori i migliori auguri per il Nuovo anno, ricco di nuovi programmi e attività. Comitato editoriale BEN Nancy Binkin, Paola De Castro, Carla Faralli, Marina Maggini, Stefania Salmaso e-Mail: [email protected] Le conseguenze sulla salute degli eventi climatici estremi: valutazione di impatto dell’estate 2004 Susanna Conti, Maria Masocco, Paola Meli, Giada Minelli, Renata Solimini, Virgilia Toccaceli e Monica Vichi Ufficio di Statistica, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS Riassunto - L’estate 2003 è stata caratterizzata in molti Paesi europei (compresa l’Italia) da un’ondata di calore eccezionale per intensità e durata, con rilevanti conseguenze sullo stato di salute delle persone, in particolare anziane, tra le quali si è osservato un notevole eccesso di mortalità. L’allarme sociale verificatosi nei vari Paesi ha posto con forza nell’agenda delle istituzioni scientifiche e politiche l’argomento degli effetti delle condizioni climatiche estreme sulla salute. Nel corso del 2004 si sono quindi svolte, sia a livello internazionale che nazionale, varie iniziative su tale tema. Vengono qui presentati i risultati dell’Indagine Epidemiologica Rapida sulla Mortalità Estiva 2004 in Italia, condotta, su incarico del Ministro della Salute, dall’Ufficio di Statistica dell’Istituto Superiore di Sanità. Parole chiave: ondata di calore, mortalità, anziani Summary (The consequences on health of extreme climatic conditions: impact evaluation of summer 2004) Summer 2003 has been characterized in many European countries (including Italy) by an heat wave unusual for intensity and duration; it had dramatic consequences on public health: a relevant excess mortality was observed among the elderly. Therefore, during the year 2004 several studies and actions have been conducted both at the international and national level. The final results of the Rapid Epidemiological Survey Mortality in Italy on Summer 2004 are presented. It was carried out by the Office of Statistics of the Istituto Superiore di Sanità, on behalf of the Minister of Health. Key words: heat wave, mortality, elderly [email protected] urante l’estate 2003 molti Paesi europei ronment Agency (1), in cui sono stati riportati i risul(compresa l’Italia) sono stati colpiti da tati dello studio epidemiologico effettuato dall’Istituun’ondata di calore eccezionale per in- to Superiore di Sanità (ISS) e la Conferenza Europea tensità e durata, con rileIntergovernativa Quadriennale “Amvanti conseguenze sullo stato di salute biente e Salute” (2) in cui si è dato amdelle persone, in particolare anziane, In molti Paesi europei, pio rilievo all’argomento. tra le quali si è verificato un elevato ecAnche nel nostro Paese sono state innell’estate 2003, cesso di mortalità. per un’ondata di calore traprese varie attività di studio e moniL’allarme sociale verificatosi nei vatoraggio sulle conseguenze delle ondate eccezionale, molte ri Paesi ha posto con forza nell’agenda persone anziane sono di calore sulla salute, con particolare atdelle istituzioni scientifiche e politiche tenzione agli anziani. decedute Tra le iniziative di intervento avvial’argomento degli effetti delle condite dal Ministero della Salute, ricordiazioni climatiche estreme sulla salute. Tra le iniziative a livello internazionale svoltesi nel mo la sperimentazione del sistema dei custodi socio2004, si ricorda il Meeting di Esperti “Extreme wea- sanitari, svoltasi nel 2004 durante il periodo estivo, ther and climate events and public health responses” in quattro città in cui nell’estate 2003 vi erano staorganizzato dal WHO Europe e dalla European Envi- ti rilevanti eccessi di mortalità tra gli anziani: Mila- “ “ D Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 11 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità I dati sui decessi registrati nelle restanti 7 città di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Palermo, Roma e Torino sono stati forniti dal Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile, Dipartimento di Epidemiologia della ASL RM/E, che a sua volta li ha ricevuti dalle anagrafi, nell’ambito di un Programma di Sorveglianza della Protezione Civile. La classe di età in cui Per quanto riguarda il si osserva la più alta complesso delle età, i damortalità in relazione ti essenziali sono i seal clima è quella guenti: in primo luogo delle persone ricordiamo che nell’estadi 75 anni e più te 2003 tra i residenti nelle 21 città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma ivi deceduti, vi sono stati 23 698 decessi, 3 134 in più del 2002 (+15,3%). Nel 2004 i decessi sono stati 18 660, 5 038 in meno del 2003 (-21,3%); la mortalità del 2004 è stata inferiore anche a quella del 2002 (-1 904 decessi, pari al -9,3%). In tutte le fasce di età (0-64 anni, 65-74 anni, 75 anni e più) si è verificata nell’estate 2004 una diminuzione del numero dei decessi, sia rispetto al 2003 che al 2002. La classe di età in cui si osserva la più alta mortalità e che è di particolare interesse studiare in relazione alle condizioni climatiche, è quella delle persone di 75 anni e più, e a essa si riferiscono tutti i risultati riportati di seguito. no, Torino, Genova e Roma, nonché il Sistema Heat Lab (3), un monitoraggio, a cura della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, degli interventi messi in atto durante l’estate 2004 per contrastare gli effetti di eventuali ondate di calore sulla salute, consultabile su web. L’INDAGINE EPIDEMIOLOGICA DELL’ESTATE 2004 Il Ministro della Salute, nel corso delle due ultime estati, ha incaricato l’Ufficio di Statistica dell’ISS di effettuare un’indagine epidemiologica rapida sulla mortalità nelle 21 città capoluogo di Regione (4, 5). Nel 2004 l’indagine è stata avviata a maggio, ha prodotto report aggiornati al 30 giugno, al 15 e al 31 luglio ed è terminata a settembre; i risultati finali, relativi al trimestre che costituisce l’Estate Metereologica (1° giugno-31 agosto) del 2004, sono stati presentati nel corso del Convegno dal titolo “Le conseguenze sulla salute degli eventi climatici estremi: valutazione di impatto dell’estate 2004”, svoltosi il 5 novembre scorso presso l’ISS e di seguito sinteticamente esposti. L’indagine ha riguardato la mortalità registrata nelle 21 città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma tra le persone ivi residenti. I dati della mortalità registrata nelle 14 città di Aosta, Trento, Bolzano, Venezia, Trieste, Ancona, Perugia, Napoli, L’Aquila, Campobasso, Bari, Potenza, Catanzaro e Cagliari sono stati inviati all’Ufficio di Statistica dell’ISS direttamente dalle anagrafi comunali. 12 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità “ “ S. Conti, M. Masocco, P. Meli, et al. “ “ Spiccano, per l’entità dei numeri assoluti, le forti diminuzioni, nella prima metà di agosto, registrate a Genova (-61,6%), Milano (-59,3%) e Torino (-56,5%). ALCUNI DATI CLIMATICI Potendo disporre per le città che nell’estate 2003 avevano registrato il maggiore incremento della mortalità tra gli anziani (Torino, Milano, Genova, Roma e Bari) dei valori giornalieri dei principali parametri climatici (temperature minime e massime, Indice di Disagio Climatico Humidex, detto anche temperatura percepita), fornitici nel quadro di una collaborazione scientifica dall’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA), abbiamo potuto allargare il ragionamento dai dati di mortaNell’estate del 2004 lità a quelli climatici. la mortalità La differenza climatiè diminuita ca fondamentale tra l’edi un quarto state 2004 e quella 2003 rispetto al 2003 è che quest’anno si sono verificate solo in alcune sporadiche giornate le condizioni di grande disagio climatico (Humidex superiore a 40 °C) che nel 2003 si erano protratte a lungo. Viceversa, le condizioni “ “ LA MORTALITÀ TRA GLI ULTRA-SETTANTACINQUENNI Nei tre mesi estivi di quest’anno la mortalità è diminuita, rispetto al 2003, di quasi un quarto (-24,4%, da 16 393 a 12 385); le diminuzioni più marcate si sono osservate nel mese di agosto (prima quindicina -37,4%, seconda quindicina -29,1%, tutto il mese -33,5%). Durante l’estate 2004, Anche rispetto al le condizioni 2002 si è registrata una di disagio climatico diminuzione, seppure si sono verificate meno accentuata: -8,4%, sporadicamente con una punta del -32,2% nella seconda metà di giugno. Considerando il trimestre estivo nel suo complesso, le città che nel 2003 avevano registrato i maggiori eccessi di mortalità rispetto al 2002, mostrano nel 2004 forti diminuzioni: Milano -32,9%; Torino -31,%; Genova -28,9%; Bari -22,2%; Roma -17,2% (Tabella). Nella lettura dei dati, occorre prendere con cautela quelli dei decessi registrati a Cagliari, in quanto quell’anagrafe sta procedendo a un riallineamento con i dati censuari, per cui i numeri riportati non sono da considerare definitivi. Tabella - Decessi tra i residenti nelle 21 città capoluogo, di età 75 anni e oltre. Trimestre estivo (1° giugno-31 agosto), negli anni 2002-2004 Città 2002 2003 2004 Torino Aosta Genova Milano Trento Bolzano Venezia Trieste Bologna Ancona Firenze Perugia Roma Napoli L’Aquila Campobasso Bari Potenza Catanzaro Palermo Cagliari 1 134 59 1 295 1 612 122 135 491 571 698 187 707 229 3 334 1 231 77 42 340 63 86 896 208 1 643 70 1 575 2 105 165 156 541 606 880 227 790 268 3 899 1 458 96 54 455 79 76 1 010 240 1 134 57 1 120 1 412 139 114 507 483 672 160 632 227 3 227 1 178 94 42 354 64 91 617 61 Differenza % 2004-2003 - 31,0 - 18,6 - 28,9 - 32,9 - 15,8 - 26,9 - 6,3 - 20,3 - 23,6 - 29,5 - 20,0 - 15,3 - 17,2 - 19,2 - 2,1 - 22,2 - 22,2 - 19,0 19,7 - 38,9 - 74,6 Differenza% 2004-2002 ** 0 - 3,4 - 13,5 - 12,4 13,9 - 15,6 3,3 - 15,4 - 3,7 - 14,4 - 10,6 - 0,9 - 3,2 4,3 22,1 0,0 4,1 1,6 5,8 - 31,1 - 70,7 * ** ** * ** ** - * ** Differenza% 2003-2002 44,9 18,6 21,6 30,6 35,2 15,6 10,2 6,1 26,1 21,4 11,7 17,0 16,9 18,4 24,7 28,6 33,8 25,4 -11,6 12,7 15,4 ** ** ** ** ** ** ** ** * (*) p < 0,05, (**) p < 0,01 (Test di Wilcoxon) (le differenze 2004-2002 non sono state saggiate) Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 13 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità Temperature massime 40 35 30 25 20 15 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 2 ag 31 os to 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 2 1$ 27 lu 9 gl io 3 1$ gi ug no 10 Giorni di osservazione Temperatura massima 2004 Temperatura massima 2003 Temperatura massima 2002 Figura - Andamento giornaliero delle temperature massime. Periodo 1° giugno-31 agosto, negli anni 2002-2004, Torino climatiche del 2004 sono state simili o talvolta peggiori del 2002. A titolo esemplificativo, vengono mostrati gli andamenti giornalieri delle temperature massime nelle estati 2002, 2003 e 2004 a Torino (Figura). CONCLUSIONI La mortalità tra le persone anziane (75 anni e oltre) nel complesso delle 21 città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma è stata, nel trimestre estivo 2004, molto più bassa dell’anno precedente, ma anche più bassa del 2002. Registrano un forte recupero le città che lo scorso anno avevano evidenziato i più alti incrementi di Maggiore attenzione mortalità, in particolare alla salute degli anziani quelle situate nel triangoha contribuito lo del Nord-Ovest (Torialla diminuzione no, Genova, Milano). della mortalità Mentre la diminunell’estate 2004 zione della mortalità 2004 rispetto al 2003 è certamente molto correlata con le condizioni climatiche più confortevoli, alla luce della diminuzione registrata anche rispetto al 2002, si può presumere che abbiano contribuito, oltre che gli specifi- 14 “ “ Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità ci interventi realizzati in varie realtà locali, anche il clima di maggiore attenzione alla salute e alla condizione degli anziani che si è creato a tutti i livelli della società, dalle famiglie, ai medici e alle istituzioni. L’indagine condotta dall’ISS, relativa a un delicato argomento di Sanità Pubblica, è stata resa possibile dalla proficua collaborazione delle Istituzioni coinvolte: anagrafi comunali delle 21 città capoluogo di Regione/Provincia Autonoma, Dipartimento della Protezione Civile, Dipartimento di Epidemiologia della ASL RM/E e l’UCEA. Riferimenti bibliografici e note 1. WHO The Regional Office for Europe, Eur/04/5036794. La pubblicazione può essere richiesta a: publication [email protected] 2. La pubblicazione può essere richiesta a: [email protected] 3. Disponibile all’indirizzo: www.sanita.it 4. Conti S, Meli P, Minelli G, et al. Studio epidemiologico della mortalità durante l’estate 2003 in Italia. Igiene e Sanità Pubblica 2004; 60(3):121-39. Disponibile all’indirizzo: http://www.igiene.org 5. Conti S, Meli P, Minelli G, et al. Epidemiologic study of mortality during summer 2003 heat wave in Italy. Environmmental Research (accettato, 10/ 2004). Disponibile all’indirizzo: http://ees.elsevier.com/ER/ L’attivazione del LinkOut per gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità Federica Napolitani, Stefano Guderzo e Roberta Mariani Settore Attività Editoriali, ISS Riassunto - LinkOut è un servizio offerto dalla National Library of Medicine, Bethesda, Maryland, che permette all’utente di accedere a una serie di risorse online direttamente dal sito di alcune basi di dati. Dalla base di dati bibliografica PubMed, in particolare, è possibile, per le riviste che abbiano attivato il servizio, ottenere il testo completo degli articoli indicizzati, direttamente dal sito dell’editore. Dopo una breve descrizione delle potenzialità offerte da LinkOut quale efficace strumento per una più rapida disseminazione dell’informazione scientifica, sono riportate in dettaglio le modalità di attivazione del servizio per gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità e le procedure di inserimento diretto in PubMed, per via elettronica, delle citazioni degli articoli pubblicati. Parole chiave: basi di bati bibliografiche, periodici, Annali dell’Istituto Superiore di Sanità Summary (The setting up of LinkOut for Annali dell’Istituto Superiore di Sanità) - LinkOut is a service offered by the National Library of Medicine (NLM), Bethesda, Maryland, which enables users to access a number of additional web-accessible online resources. From the PubMed bibliographic database, in particular, LinkOut provides the access to the full text of indexed articles directly at the editor’s website. After a brief description of the LinkOut service as a powerful tool for a quicker dissemination of scientific information, the authors report more in detail how this service was activated for Annali dell’Istituto Superiore di Sanità and describe the electronic citation submission process for articles published in this journal. Key words: bibliographic databases, periodicals, Annali dell’Istituto Superiore di Sanità [email protected] on queste parole di benvenuto “WelcoLe tappe fondamentali di questo processo verranme to the MEDLINE/PubMed family!” no di seguito descritte sottolineando la rilevanza del il prestigioso National Center for Bio- traguardo raggiunto. La NLM (www.nlm.nih.gov/), come noto, è una technology Information (NCBI) della delle maggiori biblioteche biomediche National Library of Medicine (NLM) al mondo. Situata a Bethesda, Maryinformava l’Istituto Superiore di Saniland, presso i National Institutes of tà (ISS), il 20 aprile scorso, che il comHealth, possiede una collezione di cirplesso citation submission process (proIl LinkOut: ca sette milioni di documenti (libri, ricedimento di inserimento delle citaziodalla citazione viste, rapporti, manoscritti, microfilm ni) si era concluso con successo. In soal testo completo e altro materiale) nel campo della bioli due mesi, una lunga serie di difficolmedicina, fisica, scienze sociali e nelle tà anche tecniche erano state superate, diverse aree attinenti alla tutela della sapassato il vaglio di scrupolosi controlli. Il primo passo verso l’attivazione del LinkOut in lute. La NLM offre una serie sorprendente di servizi PubMed per gli Annali dell’Istituto Superiore di Sani- accessibili gratuitamente via Internet, non più solo rivolti all’utenza specializzata, come in passato, ma tà era stato compiuto. “ “ C Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 15 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità aperti alla consultazione del grande pubblico. Già all’inizio del ventunesimo secolo la NLM aveva reso noto che oltre a espandere le proprie collezioni, e accogliere materiale in formati non tradizionali, si sarebbe rivolta a new audiences, all’utenza comune, ai pazienti, ai cittadini (con servizi quali MEDLINEPlus, ClinicalTrials, Interactive Tutorials, SeniorHealth) (1). La sua è una politica in continua evoluzione, caratterizzata da una costante ricerca di innovazione, progettazione e sviluppo di sempre nuovi servizi finalizzati a migliorare l’organizzazione e la disseminazione dell’informazione biomedica. Servizi ideati e realizzati con l’ausilio tecnologico di importanti centri di R&D (Research and Development), come il già citato NCBI, e tra i quali si colloca il progetto del LinkOut. LinkOut è un servizio che offre all’utente la possibilità di accedere, direttamente dal sito di alcune basi di dati della NLM (PubMed, Nucleotide and Protein, OMIM e Taxonomy), a una serie di risorse online e ottenere, ad esempio, il testo completo degli articoli direttamente dal sito dell’editore, o il collegamento con altre basi di dati attinenti, o con il posseduto di una biblioteca, e l’accesso a numerosi altri strumenti di ricerca. Ma è anche uno strumento efficace per lo scambio di idee e progetti (2) che la NLM sta utilizzando con l’ambizioso obiettivo di creare un collegamento tra i diversi sistemi di disseminazione dell’informazione scientifica: “L’era dell’informazione ci pone una sfida: riuscire a sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per presentare e integrare queste diverse risorse informative in modi fino a oggi neppure ipotizzabili” (3). Le potenzialità offerte da LinkOut sono enormi dal momento in cui l’utente con un semplice click ha la possibilità di estendere, raffinare e completare la propria ricerca. Esempi di risorse offerte da LinkOut sono disponibili sul sito della NLM all’indirizzo www.ncbi.nlm. nih.gov/entrez/linkout/ insieme a un elenco completo di tutti gli istituti, centri, editori, biblioteche (provider) che partecipano al programma (in totale 1485 al 29 ottobre 2004). Tra questi figura anche l’ISS con un link alla propria homepage (www.iss.it), grazie proprio all’attivazione del LinkOut per gli Annali in PubMed. PubMed, la ben nota base di dati bibliografica sviluppata dall’NCBI per la NLM, permette l’accesso gratuito via Internet a circa 13 milioni di citazioni bibliografiche provenienti da circa 4 800 tra le maggiori riviste biomediche pubblicate negli USA e in altri 70 Paesi dalla metà degli anni ’60 (Medline) e due milioni di citazioni dal ’51 al ’65 (OldMedline). Circa 500 milioni di ricerche bibliografiche vengono 16 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità effettuate ogni anno. Gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità sono indicizzati da PubMed fin dal 1965. Per ottenere un elenco completo di tutte le citazioni, basta digitare “ann ist super sanita” (senza accenti) all’interno della schermata di ricerca iniziale di PubMed (pubmed.gov) (Figura). Da qualche tempo ormai, la NLM sta tentando di coinvolgere gli editori nel processo di indicizzazione, incoraggiandone la collaborazione e invitandoli a sottomettere essi stessi, per via elettronica, i dati relativi alle citazioni delle proprie pubblicazioni per l’inclusione in PubMed (electronic submission). Questo inserimento elettronico delle citazioni, effettuato direttamente dall’editore, oltre ad assicurare una più rapida inclusione in PubMed, consente l’attivazione del LinkOut ovvero consente a ciascuna citazione di riportare un link al sito dell’editore per l’accesso al testo completo dell’articolo indicizzato. Accesso che può ovviamente essere gratuito o a pagamento, necessitare o meno di una registrazione a seconda della politica dell’editore. Le procedure relative all’inserimento per via elettronica sono piuttosto complesse e potrebbero risultare di non facile applicazione soprattutto quando attuate per la prima volta. Se ne riporta una breve descrizione anche a beneficio di quanti volessero cimentarvisi, rimandando il lettore alla versione online di questo articolo che contiene un link a informazioni più dettagliate. Dopo aver letto attentamente le istruzioni relative al citation submission process (www.ncbi.nlm.nih.gov/ entrez/query/static/publisher.html) e aver inviato una e-mail di richiesta all’NCBI con informazioni dettagliate sull’editore e sulla pubblicazione indicizzata, per la quale si intende avviare la procedura, occorre pre- Figura - Schermata di interrogazione di PubMed per gli Annali dell'Istituto Superiore di Sanità F. Napolitani, S. Guderzo, R. Mariani parare un file codificato secondo precise specifiche e contemporaneamente spedire una copia cartacea del fascicolo che servirà per verificare la correttezza e completezza dei dati riportati sul file. Nel sito dell’ISS si è scelto di inserire gli articoli degli Annali in formato PDF (Portable Document Format) che permette di preservare l’aspetto e l’integrità dei documenti originali e di renderli condivisibili elettronicamente, a prescindere dalla piattaforma hardware e software utilizzata dall’utente. I singoli file sono raccolti per anno e per fascicolo. Ciò permette di produrre percorsi predefiniti e di identificare ciascun articolo in modo univoco. L’NCBI richiede che i dati relativi a ogni singolo articolo siano uniformati nel formato standard previsto, XML (Extensible Markup Language), che fornisce una rappresentazione strutturale dei dati facilmente caricabile sul sistema. Nel file XML devono essere inseriti i dati identificativi dell’editore e i dati bibliografici di ogni singolo articolo: anno di pubblicazione, volume, fascicolo, pagina iniziale e finale, autori, affiliazione ed e-mail dell’autore corrispondente, titolo e riassunto in inglese. Completato il file XML di un intero fascicolo, si procede a una verifica dell’esattezza del codice creato tramite un metodo di validazione online di PubMed che permette di individuare e correggere eventuali errori di codifica che impedirebbero il corIn pochi mesi retto funzionamento delsono aumentati la base di dati. L’ultimo gli accessi al testo completo degli Annali passaggio è l’invio dei file tramite connessione FTP (File Transfer Protocol), che saranno attivati dall’NCBI entro 24 ore dalla data di invio. L’NCBI fornisce come ulteriore importante servizio, la statistica mensile degli accessi (hits) (4). I primi dati relativi alle consultazioni degli Annali (Tabella) segnalano un progressivo incremento, risultato incoraggiante anche in considerazione del fatto che solo cinque fascicoli sono per il momento disponibili in LinkOut. L’attivazione del LinkOut per gli Annali costituiva un obiettivo che ci si era prefissi di raggiungere fin dal 2001 quando la rivista era stata resa disponibile sul sito dell’Istituto (www.iss.it/annali). Il LinkOut è attivo oggi per gli Annali a partire dal primo fascicolo del 2003 (n. 1, vol. 39). La piccola icona colorata di verde, che compare sulla sinistra di ciascuna citazione in PubMed, sta a indicare la disponibilità all’accesso diretto e gratuito al testo completo e a numerose altre interessanti risorse (vedi Figura). Nel mese di novembre 2004 una nuova accessibilità di LinkOut tramite un “menù a tendina” (pull-down menù) ha migliorato no- “ “ Tabella - Accessi mensili al testo completo degli articoli degli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità in Pubmed, 2004 Mese Accessi Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre 671 1 026 1 086 1 043 1 209 1 410 Totale 6 445 tevolmente la visualizzazione e il raggruppamento delle risorse disponibili. A partire da una singola citazione di PubMed, l’utente vede raggruppate in un’unica schermata risorse quali: il testo completo dell’articolo, l’elenco in ordine alfabetico delle biblioteche che lo possiedono in formato cartaceo o elettronico, informazioni di carattere sanitario, collegamenti con altre basi di dati attinenti, linee-guida sull’argomento trattato e persino eventuali commenti o annotazioni sull’autore. Oltre a contribuire significativamente alla diffusione degli Annali, l’attivazione del LinkOut è stata anche un piccolo passo in avanti verso quella realizzazione di una Republic of science (5) tanto in voga di questi tempi e tanto auspicata da chi crede nelle potenzialità del movimento dell’Open Access e della libera e gratuita circolazione e diffusione dell’informazione scientifica. Riferimenti bibliografici 1. Lacroix E-M, Menhert R. The US National Library of Medicine in the 21st century: expanding collections, nontraditional formats, new audiences. Health Information and Libraries Journal 2002;19:126-32. 2. Palevitz AB. Linking up with LinkOut. NCBI expands access to outside Internet sites. (Editorial). The Scientist 2002;16(6):27. 3. McEntyre J, Lipman D. PubMed: bridging the information gap. CMAJ 2001;164(9):1317-9. 4. Thomas V Perneger. Relation between online “hit counts” and subsequent citations: prospective study of research papers in the BMJ. BMJ 2004;329(7465):546-7. 5. Uhlir PF. Reintermediation in the Republic of Science: Moving from IP to IC 2003. In: Proceedings Open Access to Scientific and Technical Information: State of the Art and Future Trends. Paris, 23-24 gennaio 2003. Disponibile all’indirizzo: www.inist.fr/openaccess/transparents/uhlir/ index.htm Ringraziamenti Si ringrazia Maurella della Seta (Settore Documentazione, ISS) per la rilettura critica del testo. Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 17 Le rubriche del Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità Nello specchio della stampa A cura di Franca Romani Ufficio Stampa, ISS ltamente intenso e frequente è stato in questo periodo il riscontro dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui mass-media. Il mese di novembre lo ha, infatti, visto protagonista di numerosi articoli apparsi sui maggiori quotidiani nazionali e nei servizi radio-tv. Questa eco è il risultato di una conferenza stampa e della presentazione di molti dati di studio. Nel corso della conferenza, presentata da Enrico Garaci, Presidente dell’ISS, è stata resa nota la mappa nazionale delle infezioni batteriche gravi contratte in ospedale e nella popolazione generale, iniziativa unica in Italia e in Europa, condotta già su 6 000 pazienti, coordinata per l’ISS da Antonio Cassone, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate. Anche la scoperta del meccanismo che impedisce la morte delle cellule staminali neuronali è stata oggetto di grande interesse per i mass-media. Lo studio, condotto da un'équipe di ricercatori del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell'ISS coordinata da Ruggero De Maria e Cesare Peschle, Direttore del Dipartimento, in collaborazione con l'Istituto “Besta” di Milano e l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, è stato pubblicato sul Journal of Experimental Medicine. La ricerca, oltre a confermare le speranze nelle terapie basate sulle staminali apre nuovi scenari nella comprensione dei meccanismi che regolano alcune neoplasie cerebrali. A Da Il Sole24 Ore Dieci ricoverati su cento contraggono infezioni negli ospedali italiani 12 novembre 2004, p. 9 Roma. Vai per curarti e finisci per ammalarti: ogni anno dieci italiani su cento ricoverati contraggono un'infezione in ospedale. Il 3% muore. E aumenta la resistenza agli antibiotici. L'allarme arriva dal primo “Progetto nazionale per la sorveglianza delle infezioni batteriche gravi in ambito comunitario e ospedaliero”, realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità e cofinanziato con 1,25 milioni ciascuno dal Ministero della Salute e da Pfizer Italia. L'indagine, presentata ieri a Roma, ha interessato 50 ospedali (coordinati dai Laboratori di microbiologia clinica dell'Università di Genova, dell'A- 18 Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità teneo di Catania e della Cattolica di Roma), analizzando finora seimila pazienti. “Si tratta del più ampio studio multicentrico sulle infezioni batteriche e le relative antibiotico-resistenze mai realizzato prima in Italia e in Europa”, ha affermato Enrico Garaci, Presidente dell'lSS. E non finisce qui: “Il progetto prevede l'isolamento, entro quest'anno, di circa 10 000 ceppi batterici che causano malattie in altrettanti pazienti”. I primi risultati la dicono lunga sulla gravità del fenomeno: circa 500000 pazienti su 9,5 milioni di ricoverati l’anno sono colpiti da un'infezione in corsia, con un range che oscilla dal 5 al 17%. “Al Sud risiede il 48% dei degenti contagiati durante il ricovero, contro il 30% del Centro e il 22% del Nord”, fa notare Antonio Cassone, Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'ISS… Da Il Sole24 Ore Sanità I batteri colpiscono il 10% dei ricoverati - Antibiotici: cresce la resistenza 16 novembre 2004, da p. 23 ...”Si tratta dei più ampio studio multicentrico sulle infezioni batteriche mai realizzato prima in Italia”, osserva il presidente dell'ISS, Enrico Garaci, plaudendo alla partner-ship pubblico-privato che l'ha permesso. Allarmanti le cifre del fenomeno: circa 500 000 pazienti su 9,5 milioni di ricoverati l'anno sono affetti da un’infezione contratta in corsia. In media dieci pazienti su cento (dal 5 al 17%) si ammala durante la degenza. E tre muoiono. Al Sud spetta la maglia nera: vi risiede il 48% dei “malati d'ospedale”, contro il 30% del Centro e il 22% del Nord. Circa la metà delle patologie più gravi - polmonite setticemie e infezioni da catetere - è causata da tre batteri killer: pseudomonas aeruginosa, stafilococco aureo ed Escherichia coli. Che spesso non rispondono agli antibiotici. Colpa, denunciano gli esperti di un cattivo uso delle terapie e di scarsa compliance. Le infezioni più frequenti sono quelle sistemiche: sono il 44,7% dei casi rilevati, setticemia in testa. Ma le singoli parti dell'organismo non sono risparmiate: in primis le basse vie respiratorie (vittime di batteri nel 21% dei casi), quelle genito-urinarie (10,5%), la cute e i tessuti molli Nello specchio della stampa (9,8%). La setticemia "predilige" i reparti di medicina generale (dove era ricoverato il 26% dei pazienti colpiti). La polmonite, invece, si diffonde di più in terapia intensiva (29%), pneumologia (18%) e medicina (16%). Su 431 portatori di catetere, infine, il 21% si è ammalato di cistite in medicina, il 16% in terapia intensiva, l'11% in urologia. In ospedale, insomma, ci si ammala eccome. “Il 43% dei soggetti da noi studiati - afferma Antonio Cassone, Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell'ISS - era in corsia per curare un'infezione batterica grave, ma il 57% l'ha contratta durante la degenza, mentre era in cura per altre patologie”. Lo studio continua: entro quest'anno prevede l'isolamento di circa 10000 ceppi batteri che causano malattie in altrettanti pazienti. I 50 Laboratori di Microbiologia Clinica coinvolti sono coordinati da tre centri di riferimento: quello dell'Università di Genova, diretto da Gian Carlo Schito; quello della Cattolica di Roma, diretto da Giovanni Fadda e quello dell'Ateneo di Catania, diretto da Giuseppe Nicoletti. “Che sottolinea come i dati possano già servire per «tentare di risolvere il problema dell'antibiotico-resistenza”. Da Il Tempo Infezioni: colpiti 500 mila ricoverati 12 novembre 2004, da p. 10 ...È quanto emerge dai dati del Progetto nazionale per la sorveglianza delle infezioni batteriche gravi in ambito comunitario e ospedaliero, i cui risultati, frutto di uno studio che vede coinvolto tra gli altri l'Istituto Superiore di Sanità, sono stati presentati ieri. La percentuale delle persone colpite da infezioni ospedaliere si aggira intorno al 10% di tutti i ricoverati, ha riferito il presidente dell'Istituto Enrico Garaci; le infezioni più comuni sono causate da tre specie batteriche principali: pseudomanas aeuriginosa, staphylococco aureus ed Escherichia coli. Le malattie da queste causate, polmoniti, setticemie, infezioni da catetere, costituiscono più della metà (2 385) di tutte le infezioni (4 000). Le infezioni batteriche imperversano soprattutto al Sud e nelle Isole da cui proviene il 48% delle infezioni ospedaliere; poi c'è il Nord che contribuisce con il 30% dei casi e infine il Centro con il 22% di ricoverati infettati. Da Il Corriere della Sera Nelle staminali del cervello il segreto dell'immortalità 16 novembre 2004, da p. 20 ...Un gruppo di ricercatori italiani ha scoperto perché queste staminali hanno il dono della sopravvivenza e ritengono di poterle utilizzare, in ambedue i versanti, per futuribili terapie sull'uomo. ...Ruggero De Maria, oncologo sperimentale, Direttore del Reparto di Biotecnologie dell'Istituto Superiore di Sanità, ha coordinato la ricerca: “Nel tessuto nervoso queste cellule sono in minoranza e, nel Parkinson o nell'Alzheimer, non riescono a contrastare i danni provocati dalla morte dei neuroni. È dunque necessario introdurne altre dall'esterno per vederle differenziarsi e assistere alla rigenerazione dei tessuti. Se al contrario il danno è lieve, ad esempio, una piccola ischemia che magari passa inosservata, è sufficiente la loro presenza fisiologica per salvaguardare il cervello” ...Cesare Peschle, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia dell'ISS, è prudente ma speranzoso: “Le caratteristiche presenti nelle cellule neurali sono potenziate in quelle neoplastiche che generano il glioblastoma e altri tumori al cervello. Una volta individuati, i meccanismi dell'apoptosi possono diventare dei bersagli per terapie molecolari mirate, alternativa alla chemio non abbastanza efficace e dai troppi effetti collaterali”... Da La Repubblica Così quelle cellule del cervello sopravvivono anche alla morte 16 novembre 2004, da p. 26 Roma. Scoperto il segreto che rende le cellule staminali del cervello molto resistenti alla morte. Se per altri tipi di cellule, danni come quelli provocati da un'ischemia provocano immediatamente la morte, per le staminali del sistema nervoso non è così e si difendono in modo eccezionale grazie a un doppio meccanismo, ricostruito per la prima volta dal gruppo di Ruggero De Maria, del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS). La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Experimental Medicine. Grazie a questa scoperta, diventa possibile comprendere l'origine di tumori cerebrali estremamente aggressivi e oggi impossibili da curare, ha detto De Maria. Da Il Messaggero Staminali del cervello: scoperto perché non muoiono 16 novembre 2004, da p. 14 Roma. Scoperto il segreto che rende le cellule staminali del cervello molto resistenti alla morte. Se per altri tipi di cellule, danni come quelli provocati da un'ischemia provocano immediatamente la morte, per le staminali del sistema nervoso non è così e si difendono in modo eccezionale grazie a un doppio meccanismo, ricostruito per la prima volta dal gruppo di Ruggero De Maria, del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS)... Not Ist Super Sanità 2004; 17 (12) © Istituto Superiore di Sanità 19 Istituto Superiore di Sanità Viale Regina Elena, 299 00161 Roma tel: +39 0649901 Il Notiziario è a disposizione per accogliere commenti e suggerimenti dei suoi lettori Redazione del Notiziario e-Mail: [email protected] tel: +39 0649902944-2428 fax: +39 0649902253 www.iss.it