Septiembre 2010 Ma tosto ruppe le dolci ragioni un alber che trovammo in mezza strada con pomi a odor soavi e buoni; e come abete in alto si degrada di ramo in ramo, così quello in giuso, cred `ìo, perchè persona su non vada. Purgatorio,CantoXXII . vv.130-154 Anno - Año V - Nº. 3 Boletin gratuito BUONA PASQUA A TUTTI FELIZ SEMANA SANTA CENTO ANNI DELL`UNITÁ D´ITALIA: I PROTAGONISTI Giuseppe Mazzini Giorgio Perlasca Gli Autori Le ville venete l´Arena di Verona Il significato dell´ Arte Il cappello degli Alpinl El Rincón de la poesía Mi verano in Málaga La Feria de Málaga La gran tradición Cinema Italiano Agenda SOCIEDAD DANTE ALIGHIERI Calle Ayala 23, 1E - 29002 Málaga Tel. 952 35 95 07 - www.ladante.es [email protected] CURSOS 2010 - 2011 INSCRIPCIÓN ABIERTA Pippo era chiamato in famiglia e dalle persone intime, forse per affezione al sopranome deriva anche il nome preferito "Filoppo Strozzi" usato per copertura negli anni successivi, con il quale firmò anche parecchi articolo e opuscoli. Nacque a Genova il 22 Giugno 1805 , la famiglia apparteneva alla borghesia di professionisti con ristrette possibilità economiche, ma con la ferma fede in principi morali e civili. Il padre medico era un cattolico osservante e aveva una formazione culturale integrata con le idee illuministiche imperanti in quel periodo, e non cambiò GIUSEPPE MAZZINI opinione anche in seguito alle lotte politiche e di pensiero di Genova che seguivano l'impulso della Rivoluzione Francese, nelle quali partecipò dovendo pagare probabilmente anche con l'esilio. Attraverso una rigida educazione inculcò nel figlio idee di libertà e anticonformismo. Cresciuto in questo contesto crebbe ben presto in Giuseppe un malessere esteso verso la monarchia, che individuava col sinonimo di tirannide e verso quelle forme di formalismo religioso che in quei tempi inculcava la società in diversi momenti. Già nell'ambiente scolastico - universitario era conosciuto come una matricola turbolenta e mordace dal gesto impulsivo. Nel 1827 si laurea in diritto canonico e civile (ma non eserciterà mai l'avvocatura), e nello stesso periodo risale la sua affiliazione ai movimenti carbonari genovesi. Collabora successivamente con alcuni giornali reazionari quali "Indicatore Genovese " e "Indicatore Livornese" , viaggia in Toscana e compie affiliazioni anche con i lombardi per reclutare adepti alla carboneria. Viene riconosciuto Maestro dell'ordine nel 1830, ma successivamente viene arrestato in seguito ad una provocazione poliziesca e rinchiuso poi nel carcere di Savona dove verrà liberato per mancanza di prove 1831. Subisce tuttavia una misura punitiva che lo obbliga a scegliere tra l'esilio e il confino; preferisce l'esilio e il 10 febbraio si rifugia a Ginevra, da dove passa subito a Lione e quindi a Marsiglia, dove fonda la Giovine Italia. L'ambizione di Mazzini, fondando la Giovine Italia era di formare uno Stato italiano "indipendente, libero e repubblicano". Per comprendere appieno la concezione mazziniana della storia, gli individui e i popoli devono contribuire al bene dell'umanità: gli individui nella cosciente attuazione dei propri personali doveri devono fare dell'Italia tramite una "rivoluzione di popolo" una nazione saldamente unita, indipendente dallo straniero, libera nei suoi ordinamenti e sovrana, padrona cioè di sé e del suo destino; fondare una repubblica democratica basata sul suffragio universale, in quanto solo il popolo, senza distinzione di classe, di ricchezza o di religione, è sovrano e ha quindi diritto di auto governarsi; lottare per un sistema sociale migliore sulla base di una più giusta distribuzione delle ricchezze; rinnegare il predominio di una nazione sull'altra e contribuire invece al pacifico progresso di tutta l'umanità. Al seguito del dilagare fra la popolazione Italiana delle idee repubblicane e democratiche promosse dalla carboneria e dall'operato di Mazzini lo stato piemontese nel 1833 svolge diversi processi politici con i quali cerca di troncare la diffusione della "Giovine Italia", condannando a morte in contumacia Giuseppe Mazzini. Da Internet Fonte: Internet GIORGIO PERLASCA un italiano scomodo Quella di Giorgio Perlasca è la straordinaria vicenda di un uomo che, pressoché da solo, nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi un ruolo, quello di Console spagnolo, lui che non era né diplomaticoné spagnolo Tornato in Italia dopo la guerra la sua storia non la racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, semplicemente perché riteneva d’aver fatto il proprio dovere, nulla di più e nulla di meno. Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest la sua storia sarebbe andata dispersa. Queste donne, a fine degli anni ’80 misero sul giornale della Comunità ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca. Il destino decise che la storia di Giorgio Perlasca venisse conosciuta e ora il suo nome si trova a Gerusalemme, tra i Giusti fra le Nazioni, e un albero a suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo dello Yad-Vashem. La storia di Giorgio Perlasca dimostra come per ogni individuo è sempre possibile fare delle scelte alternative anche nelle situazioni peggiori, in cui l’assassinio è legge di stato e il genocidio parte di un progetto politico. A chi gli chiedeva perché lo aveva fatto, rispondeva semplicemente: “. . . ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l’odio e la violenza? Tra la fine del 1944 ed il principio del 1945, fingendosi Console spagnolo a Budapest, fu il protagonista di una vicensa surreale in cui il suo coraggio, riuscí a contestare le barbarie dell´ antisemitismo nazista. Salvó oltre 5200 ebrei ungheresi. Giorgio Perlasca (31 gennaio 1910 - 15 agosto 1992) combatte prima in Etiopia e poi come volontario in Spagna con i falangisti di Franco. Per lavoro viaggia nell’Europa in guerra. A Zagabria e a Belgrado assiste ai primi massacri fatti dai nazisti. A Budapest si adopera con ogni mezzo in favore degli ebrei. Tornato in Italia, fa i mestieri più diversi (“Tutto tranne il ladro”). Ungheria, Israele, Spagna lo premiano per la sua attività, Washington lo festeggia. Finalmente, nel 1990, la tv pubblica italiana racconta la sua storia. Arrivano i primi riconoscimenti ufficiali. Ma è tardi. Muore con il rammarico di non aver ricevuto dallo Stato ciò che gli spettava. Nel 2002 la Rai manda in onda il film di Alberto Negrin: "Perlasca. Un eroe italiano", con Luca Zingaretti. Il libro sarà presentato a Málaga nel Centro Andaluz de las Letras il 15 Novembre 2010 alle ore 20:00 Gli Autori Dalbert Hallenstein, giornalista investigativo australiano, ha lavorato nel Sud-Est asiatico e in Europa, soprattutto in Italia. Ha scritto per The Melbourne Age, The Sunday Times di Londra, The European e The International Herald Tribune. È autore di diversi saggi, fra i quali "The Super Poison" con Tom Margerison e Marjorie Wallace (Macmillan, 1979) e "Doing Business in Italy" (BBC Books, 1990). Ha collaborato con Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel al libro "Berlusconi Zampano. Die Karriere eines genialen Trickspielers" (Riemann Verlag, 2006). Attualmente abita in una sperduta contrada delle colline veronesi dove coltiva olivi e suona il flauto. Carlotta Zavattiero, giornalista e scrittrice padovana, ha lavorato per diverse testate locali come Il Corriere di Verona, L’Arena, Il Verona e come corrispondente per Radio24. Ha pubblicato "Alessandro il Macedone. Il pensiero e il cuore di Alessandro Magno" (Bonaccorso, 2005) e ha collaborato con Ferruccio Pinotti al libro "Olocausto bianco" (Bur, 2008). Vive a Verona, dove insegna italiano, greco e latino. Appassionata di lingue straniere, collabora con l’agenzia Piccolo Moresco di Madrid. 2 Fonte Internet La Ville Venete Ville Palladiane lungo il Brenta Villa Valmarama ai Nani Abbiamo già parlato delle Ville Venete nello scorso anno, per l´anniversario dei 500 anni di Andrea Palladio. Riprendiamo l`argomento perchè riteniamo che questo patrimonio veneto e italiano debba avere una giusta rivalorizzazione. Concentrato nelle due Regioni confinanti, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, questo patrimonio monumentale, unico in Europa, sia per le dimensioni che per le caratteristiche culturali e la ricchezza architettonica , è nato e si è sviluppato nei tre secoli dello splendore della Repubblica Serenissima di Venezia, esattamente tra il XVº e XVIIIº Secolo. I nobili veneziani, già proprietari terrieri dell`entroterra, iniziarono a coltivare la terra con tecniche nuove, creando in breve tempo un`organizzazione sia del territorio come dello sviluppo socio-economico. Nacque la civiltà delle Ville Venete, meravigliose dimore, nate in principio per le attività agricole e successivamente divennero suntuose residenze estive per la nobiltà veneta. Le Ville inserite in un contesto naturale fantastico, ripettando tutt`oggi il paesaggio. mantenendolo intatto ed incontaminato, ma la parte più bella è che continuano a vivere non come musei, ma bensi continuando a creare rispettando le più antiche tradizioni famigliari, producendo prodotti enogastronomici di alta qualità, in particolare oli e vini DOC. Alcune non solo aprono le porte alle visite turistiche (ci sono ancora meravigliosi affreschi, pitture, sculture e mobili d` epoca di grande valore)ma offrono un soggiorno originale in un contesto ambientale carico di storia e di leggende. Altre come la Villa Manin di Pasian di Prato, ospitano durante l`estate un bellissimo calendario di eventi culturali ad alto livello. Le Ville Venete, un patrimonio che invitiamo tutti a scoprire perchè non solo sono fonte di ricchezza culturale, ma arricchiscono corpo ed anima, con paesaggi (parchi secolari e le famose Riviere), opere d`arte e il rispetto alla grande tradizione agricola, che ha saputo sposare l`arte con l`agricoltura. Intinerari splendidi da visitare e vivere intensamente. L`ARENA di VERONA La mancanza di fonti scritte circa l'inaugurazione dell 'anfiteatro rende molto difficile fornire una cronologia sicura, tanto che in passato, da diversi studi, sono emerse date molto differenti, un periodo di tempo che va dal I al III secolo, anche se ormai è dimostrato che non può essere stato costruito dopo il I secolo. Lo storico Pirro Marconi propendeva in particolare per la costruzione tra il secondo ed il terzo decennio del I secolo, cioè tra la fine del periodo Augusteo e l'inizio di quello Tiberiano, mentre più recentemente Luigi Beschi propendeva per la metà dello stesso secolo. In effetti, la storia dell´ Arena è per lo piú sconosciuta, ma giá ne 69 d. C. esisteva l`anfiteatro costruito fuori le mura di Verona. La leggenda dice che la sua costruzione fosse opera del demonio Perché nessun essere umano avrebbe potuto a quei tempi realizzare una costruzione cosi enorme; l`Arena di Verona è la storica ed una delle più suggestive cornici dell`opera. Il suo palcoscenico, il più grande al mondo. Scrive il giornalista Giovanni Gavazzini: “l` Arena è Il luogo per eccellenza dove vedi l`opera, prima ancora che ascoltarla, con tutta la sua maestosità e meravigliosità.” « Dalla sommità del colle il Castello guarda davanti a sé, verso la città, fatto con arte degna di Dedalo, con gallerie buie, il nobile, distinto, memorabile, grande teatro [l'Arena], costruito a tuo decoro, sacra Verona. Grande Verona, addio, vivi nei secoli sempre e celebrino il tuo nome nel mondo tutte le genti. » Arena di Verona Scenario dell´Aida 3 Il sign ificato d ell`ar te. La p oesia La poesia è sempre esistita e sempre vivrà .Comporre poesie, ca nzoni, pitture, sculture,música, da sempre ha accompagnato la vita dell`uomo. Tutti i disegni prestorici che si incontrano nella caverne, disegni di uomini primitivi, qua ndo uscivano all`aperto ed incontravano un animale, lo disegnava no sulle pareti di pietra. Questi erano riflessi di qua nto le cose ti parlano e ti toccano interiormente. La poesia è un fatto a ntropologico. È un fa tto che riguarda l`uomo prima della cultura . Molte volte si creano equivoci attorno all`arte, ma quando si tocca l`arte si tocca l`uomo. Comprendere l`arte quindi diventa un fa tto educativo. Q ua ndo qualche cosa ti colpisce, non si riesce più a pa rlare “normalmente” ma si inventa, si crea poesia. Ci si accorge che non bastano più le pa role solite, comuni, ma si va alla ricerca di pa role più incisive che si avvicinano ai nostri sentimenti. Questa esperienza della vita , div enta cosi` una ba se della poesia e quindi dell`arte. L`arte è il grande sogno dell`uomo di esprimere i suoi sentimenti i suoi valori, e trasmetterli al mondo, per far si che si conosca meglio la vita. La crisi dell`arte diventa quindi una crisi della coscienza , crisi della libertà . In effetti la libertà non è quello che vogliamo M a la vera libertà è quella se ha ancora spa zio in noi stessi per lasciarci colpire da qualche cosa. Dante Allighieri diceva “Quando amore detta dentro, scrivo”. Cioè quando la rea ltà parla l`essere umano scrive, compone, costruisce. Le parole della poesia, sono parole che mettono a fuoco il mondo, per questo le poesie antiche sono ancora vive, perchè, dopo millenni da quando sono sta te scritte, mettono a fuoco il mondo di og gi. Imparare a capire l`arte è capire che succede qua che cosa fuori di noi, l´ arte in fondo è proprio esperienza di obbidienza, di ascolto. L` arte ci dice qualcosa sulla nostra na tura; l`a rte ci fa pensa re all` infinito. È quindi una questione di libertà. Sapete cos'è un cappello alpino ? 100 ANNI E' il mio sudore che l'ha bagnato e le lacrime che gli occhi piangevano e tu dicevi: "nebbia schifa". Polvere di strade, sole di estati, pioggia e fango di terre balorde, gli hanno dato il colore. Neve e vento e freddo di notti infinite, pesi di zaini e sacchi, colpi d'armi e impronte di sassi, gli hanno dato la forma. Un cappello così hanno messo sulle croci dei morti, sepolti nella terra scura, lo hanno baciato i moribondi come baciano la mamma. L'han tenuto come una bandiera. Lo hanno portato sempre. Insegna nel combattimento e guanciale per le notti. Vangelo per i giuramenti e coppa per la sete. Amore per il cuore e canzone di dolore. Per un Alpino il suo CAPPELLO E' TUTTO 4 El Rincon de la poesia di Paola Sebastiani Lionello Grifo, pseudonimo di Ornello Vagge, poeta italiano della generazione del 50, nato a Roma nel 1934, da famiglia genovese, toccò le terre marmenorensi nel 1990. Questo paesaggio lo impressionò tanto che rimase a vivere per un periodo nei pressi del Mar Menor, e qui riunì i s uoi versi poetici nel libro “La mia poesia”(1989). Nel 1997 pubblicò con un sottotitolo Poesia compagna dell’infinito : (Regazo susurante de poesia). L’itinerario cronologico dei luoghi che il poeta ha visitato va dal 1951 al 1989. Pubblicò nel 1980 a Torino Sottovoce, parole in cerca di musica, dedicato ad Anna Lanzone. Grifo ha saputo scoprire “una nuova classicità dialettica e cosmologica del Mediterraneo”. Come la donna di cui parla Shakespeare in una delle sue tragedie, rispetto all’uomo, mi sono soffermata all’altezza del cuore del poeta; perché il cuore anche se non sembra, è più equanime della mente. La luce del cuore è serena, tranquillizza; quella della mente luccica troppo e può trarre in inganno: L a d ed ica d ell’ au tore al le ttore è un in vito a com porre “ il m osa ico/difficile/di questa no str a u ma nità…” , che si per de n e lla corsa a n da nte d el la “ tri bo lata giornata ”. Ma ci sono l uoghi sereni dove ritrovar e noi stessi in quel “Mar Menor/ del Sud-est del la Spagna” . Un mare speciale che ha il poter e con il morm ori o delle acque di ricr eare “ le più antiche parole d’amore”: Lionello Grifo INVITO AL MAR MENOR Quando ti raccon tai d el Mar Menor del Sudest del la Spagna mi doman dasti di portarti un poco d ’acqua di questo mare speciale di che ho fatto irretìto mia dimo ra. Privil egia to pa esaggio d’acqua sinuoso e mutevole inondato di sole e abitato dal vento, incantato scenario di tutti gl i azzurri, che ammicca al l’au rora alza ndo un sipario color albico cca sull’isole scure e ve rso i l fi nire del g iorno coi rossi pi ù accesi tormenta di bracia ro vente il lungo estenuante tra monto! Quando ti raccon tai d el Mar Menor del Sud est di Spagna mi domandasti di portarti un poco d ’acqua di questo mare speciale …ma io t’invito qui a coglierla tu ste ssa nel cavo della mano e per istanti di lu ce senza tempo immergervi il corpo e ilcapo e come me lasciarvi la tua pen a Vuole l’an tico rito che noi si vada a lui a braccia tese attra versando l’onde a piedi nudi accare zzando l’alghe fresche ad occhi ch iusi offre ndo il nostro can to al sol calante! Perciò ti dico vie ni… ritroverai i n quest’acq ue il mormori o indistinto delle più antiche paro le d’amo re ritroverai i l sapore d’un primo bacio cui non credesti , risentirai nel gremb o il di ffuso calore del tuo primo amp lesso Vieni! Cuando tetehablé Cuando hablédel delMar MarMenor Meno r del sureste de España del sureste de España me pediste me pediste que teque llevara te llevara un poco de agua un poco de agua dedeeste estemar marespecial especial del que hice del que hize fascinado fascinado mi demora. mi dimora. privilegiado Privilegiadopaisaje paisajede de agua agua sinuoso y mutable, sinuoso y mutable, inundado de de solsol inundado habitadopor porelelviento, viento, yyhabitado encantado escenario encantado escenario dede todos loslos azules todos azules queque parpadea a la parpadea a aurora la aurora alzando un telón alzando un telón color colordedealbaricoque albaricoque sobre las sobre lasislas islasoscuras, oscuras, al atardecer al atardecer con conlos losrojos rojosmás másencendidos encendidos tormenta dedebrasa tormenta brasaardiente ardiente el largo extenuante ocaso. el largo extenuante ocaso. Cuando te te hablé hablé del del Mar MarMenor Menor del delsureste surestede deEspaña España me pediste me pediste que te llevara que te llevara un poco de agua un poco de agua este mar especi al, dede este mar especial, ... pero te …pero te invito aquí a cogerla misma a cogerla tútu misma enenelelhueco huecode delalamano, mano, y en instantes dede luz y en instantes luz tiempo sin sin tiempo sumergir en él, cuerpo sumergir cuerpo yy cabeza cabeza y,y,como comoyo, yo,en enélél dejar penas. dejar tustus penas. Quiere el el antiguo antiguo rito rito que quevayamos vaya moshacia haciaél, él, a brazos tendidos a brazos tendidos atravesando laslas olas atravesando olas aapies piesdesnudos, desnudos,acariciando acariciando las frescas algas, las frescas algas, a aojos ojoscerrados cerradosofreciendo ofreciendo nuestro nuestrocanto cantoalalsol solponiente! pon ien te! pordigo eso ven... digo ven… por eso reencontrarás aguas reencotrarás en estas aguas el murmullo indistinto el murmullo indistinto de las antiguas palabras de amor demás las más antiguas palabras de amor reencontrarás sabor reencontrarás el el sabor un primer beso enelno que no creíste de unde primer beso en el que creiste sentirás dede nuevo enen el el regazo sentirás nuevo regazo el dilatado calor calor el dilatado de tu primer de tu abrazo primer abrazo. ¡ Ven! ¡Ven! Mar Menor (Murcia) Lionello Grifo (C ommento e traduzione delle poesie di Paola Sebastiani) 5 Mi verano en Malaga Durante mis paseos por la ciudad de Málaga, que, a decir la verdad, son bastantes frecuentes, me gusta observar el cambio de las estaciones a mi alrededor y cuando noto que ya hay distintos olores y colores y se acompañan por una luz vivaz y más duradera que en otros periodos del año, me doy cuenta que ha llegado por fin el verano y con él crece la gana de quedarme más tiempo afuera para poder disfrutar de estos días tan bonitos. Cada momento del día tiene sus características y su encanto, y si cada uno de nosot ros puede hacer caso a esto, se dará cuenta de cómo en realidad nos dicte, suavemente y sin bruscos cambios, las pautas en nuestra vida cotidiana durante el largo verano malagueño. Hasta todos los comentarios de la gente que cruzamos en la calle, en el mercado, en el trabajo, hacen parte de un papel escrito y recitado ya muchas veces, frente a cada vez un distinto público, como una representación teatral de éxito, como aquel Sueño de una Noche de Verano. Habrá que esforzarse para no reírse, a veces, de los tópicos que utilizan como verdades superiores las personas mayores, ¡quizás un día nos tocará a nosotros! Pero todo encaja bien y mantiene intacta su pequeña tarea de fascinar al oyente. El telón se abre y empieza la primera escena: la mañana. Quizás todavía la parte del día, aún un poco más fresca, el ideal para salir después de nuestro desayuno y cumplir con las pequeñas tareas domesticas, de modo que fácilmente podamos disfrutar en seguida de un baño en el mar, escuchar el canto de sus olas y el reflejo del joven sol en él, respirar todo esto y caminar secándonos a lo largo de la arena y sentirnos otra vez vivos y hambrientos. La segunda escena es la más larga y para mí la más sugestiva, la tarde. La parte más calurosa del día siempre me recuerda los veranos de mi niñez que pasaba en el sur de Italia, en casa de mi bisabuela, en particular cuando los mayores descansaban la siesta y tú libremente te echaba a la calle como si fuera sólo y toda tuya, nadie te controlaba y te sentía dueño de un mundo que los mayores desconocían. Aunque ya no sea así, siempre queda algo del niño que éramos y buscamos otra vez este mundo, esta vez sentándonos en el parque, acompañados por un libro o curioseando en las calles donde los pocos que hay son los turistas, ignaros de tus pensamientos y de los secretos que esconde la ciudad, o sólo, sentados en un “baret o” observando, sin leer, el periódico, escuchando música suave que nos devuelve antiguos recuerdos, aquello veranos pasados, aquellos amigos, aquellos amores, hasta echamos de menos los regaños que nos hacían nuestros padres. La tercera escena ya prepara el final. Son el atardecer y el aparecer de las estrellas, que nos sugieren un último momento ante de dormir, acompañando el todo con un suave perfume de la “Dama de Noche”, que nos invita a rebuscar en nuestra intimidad, en nuestros pensamientos, en nuestros propósitos y en nuestros sueños, y crea a veces unos momentos mágicos donde mirando en los ojos nos sentirnos parte única con la persona que amamos. Esto es un momento de felicidad que no tiene comparaciones y que no se si se lo debo a Málaga pero ella me lo regala, sin pedir nada en compensación, por esto, con estas pequeñas palabras y un poco de fantasía quería que supiera que le doy las gracias. Marco Thiene La fe r ia d i a go sto d i M a la ga , con osciu ta p op ol ar m e nte co m e G ran F ie sta de l V era n o (gr an de fe sta de ll'e sta te) do n a a M a lag a un ca ra tte re co sm o po lita ed in te rn a zi on al e. Q ue sta festa e stiva , ch e r isal e a lla fi ne de ll’8 00 , du ra circa 1 0 gio rn i ed ha lu og o ne lla pa rte cen tra le de l m ese di ag osto pe r co m m em ora re la ric on qu ista d i M ala ga d a pa rte d ei r e ca tto lici ch e e ntra ro no i n città n ell ’ag osto de l 14 87 . N e lla pr im a ser a, i cittad in i si r iun isco no sul le sp ia gg e d el la M ala g ue ta , pe r a scolta re il “P re go n de la fer ia” , o vve ro l’ ina ug ur azi on e de lla festa. A m ezza no tte , a l p orto e n ell e zon e a ntista nti, ini zian o g li spe ttaco li pir ote cnic i. P er circa u n’ ora , i fu och i d’a rtifici o ri em pio no la città d i lu ci e colo ri e m o lti tur isti in vaca n za in C o sta d el So l, gi un go no da lle lo cali tà pe r go de rsi q ue sto m e ra vig lioso spe tta col o. N e l P ase o d el P ar qu e, si i na ug ur a l’ illu m in a zi on e a rtistica e ne lla p laza de la M ar ina si svol go no var i sp e tta coli m usi cali: fla m e nco , m usica po p ecc… D u ra nte i g io rn i d i fe ria , d all a m a ttin a fino a tar da se ra , og ni via a tti ra l’a tte n zi on e de i cittad in i e d ei turi sti , con sp ettaco li di og n i g en er e e m ovi m e nto. N e lla cal le L ar ios , si svolg o no le fe ria s d e V er di ale s e ne lla p laza de la M a rin a, i l F estiva l Inte rna cio na l d el F ol klor e, d ove i ritm i, l e m usi che e le d an ze di tutto i l m o nd o si fo nd on o p er c rea re , con un u nico lin g ua gg io un iver sale , un le g am e co n le for m e di esp re ssi on e d i o gn i lu og o. N o n m an can o g li sp etta coli te atra li , sia p er ad ulti ch e pe r b am bin i, ne lle C a setta In fan ti le, C a setta d i V e rd iale s, C ase tta de l F lam en co e l a C o pla e C a setta de lla Gi ove ntù Q ua si tutte le do nn e e l e b am bin e in do ssan o i cl assici a biti d el la tra di zion e d a g itan as (g on ne lu ng he a ba lze co n pizzi e co rp etto fa scian te) , e n on è r ar o in con tra re do nn e co n i cap el li le ga ti con lo chig no n , i l gr an de pe tti ne e l a m an ti lla ne ra, co sì com e si ve sti van o in S pa gn a fin o al p rin cipi o de l X X seco lo . Vi en e in oltre ele tta la R e gi na d el la festa , sce lte tra l e do n ne p iù b e lle d el la città. 6 La gran tradición del CINEMA ITALIANO Transitar la historia del cine italiano no es solamente recorrer el camino de un hecho artístico. Implica también analizar y comprender un tramo importante de la historia social, política y cultural, tanto sea de Italia como de varios países de Occidente. Con el invento del cinematógrafo se corona el antiguo sueño del hombre para reproducir la realidad. El cine es un lenguaje universal que nos ha permitido durante muchos años descubrir mundos que no conocíamos y que seguirá haciéndolo. El cine sobra todo nos ha permitido también de aprender muchas cosas como lugares, tradiciones, culturas, costumbres, de gente muy diferente en el mundo. Roberto Benigni Sofia Loren Marcello Mastroianni Anna Magnani El cine italiano ha siempre valorizado y promovido la cultura latina y mediterránea. El cinema italiano refleja la sociedad, las varias épocas de la historia sobre personaje y sociedad con su alegría, drama, comicidad, pasión, el cine de Visconti, Risi, Fellini, Loy, Muccino, Verdone, De Sica, Begnini y mas refleja el alma de Italia, una Italia a veces con elementos positivos y contradicciones que fascina los espectadores. La primera película italiana fu Humberto y Margarita de Savoia paseando en el parque. de Vittorio Calcina en el año 1896, las primeras películas eran documentarios que representaban la realidad. En el 1930 nace el primer film sonoro italiano “La canción del amor” que trae inspiración DA UN OBRA LECTERARIA del gran escritor y dramaturgo siciliano Luigi Pirandello. La literatura será desde el comienzo del cinema la fuente primaria de esta fantástica nueva forma de comunicación. Fellini, Visconti, Rossellini, han creado obras maestras universales con una estructura fuerte y moderna, han formado generaciones de espectadores. Los tres elementos básicos del cine italiano son la crítica de comparación de la sociedad, novedad en el lenguaje y la popularidad, se ha creado así el neorrealismo, el cinema de vanguardia, el poético de Fellini e Pasolini el literario de Visconti el político y polémico de Bellocchio y Ferrari. Segundo la teoría del historiador del cine italiano Gian Piero Brunetta, autor del libro Storia del cinema italiano” el cinema italiano se divide en etapas, La primera es la del cine mudo, la segunda abarca a dos generaciones, del neorrealismo a la Dolce Vita, la primera generación es la de Rossellini, De Sica, Visconti, Antonioni, Fellini, la segunda las de Olmi, Pasolini, Bertolucci; Scola, Risi etc. Y sigue con el cine de vanguardia, la comedia, los westerns a la italiana de Sergio Leone, el terror de Dario Argento una gran escuela mundial del séptimo arte que sigue formando actores y directores en la vieja y nueva Europa. Concluyendo se puede decir que el cinema italiano es uno de los mas completo al mundo en cuanto a estilo, géneros y fantasía, su aire mediterráneo se respira en cada película. Han contribuido también muchísimo los maestros de las columnas sonoras como Riz Ortolani e Ennio Morriconi. 7 AGENDA Octubre: Martes 5 de Octubre en el Centro Andaluz de las Letras Conferencia del Prof. Juan Antonio Sánchez UMA 400 años de CARAVAGGIO CINE ITALIANO AL CAC - MÁLAGA - Entrada libre Cada Miércoles 6 - 13 - 20 y 27 de octubre a las 20:00 horas Noviembre: Lunes 15 de Noviembre a las 20 horas en el Centro Andaluz de la letras - C/Alamos 24 Presentación del libro sobre PERLASCA Giorgio Perlasca - Un italiano scomodo presentado para los autores Carlotta Zavattiero y el periodista australiano Dalbert Hallenstein Asociación DANTE ALIGHIERI Boletín trimestral oficial 2010 Directora: Silvana Molin Pradel Relación: Marco Visconti Marco Thiene Paola Sebastiani Deposito Legal MA 772 - 2009 Abogados Asociados Óscar Bonico - Judith A.M. Campos Gabinete Internacional en Marbella y Sotogrande [email protected] [email protected] Associazione Veneti in Spagna “Il Ceppo” Invitiamo tutti i Veneti ed amici ad iscriversi per informazioni : www.il ceppo.es