5° Rapporto sulle tariffe del
servizio idrico integrato
(Ottobre 2009)
A cura di Tiziana Toto
Resp. Osservatorio nazionale prezzi e tariffe di
Cittadinanzattiva
ALCUNE INFORMAZIONI SULL’OSSERVATORIO
 Nasce nel 2004 dal progetto “Cittadini che contano”, cofinanziato dall’allora
Ministero delle Attività Produttive mediante le multe dell’antitrust.
 Si inserisce in un contesto in cui il potere d'acquisto di molti cittadini italiani si è
significativamente ridotto per molteplici motivi: totale assenza di controlli sugli
aumenti dei prezzi dei beni e delle tariffe dei servizi e immobilità di salari e stipendi.
Ad esempio, nell'ultimo anno alcune utenze domestiche hanno registrato
aumenti rilevanti, es. acqua + 6,3%; rifiuti + 6,6%.
 Essenzialmente la sua mission può essere riassunta nei seguenti punti:
• monitorare l’andamento delle tariffe ed individuare improvvise “fiammate”;
• valutare l’impatto dei costi dei servizi sul potere d’acquisto dei cittadini;
• offrire ai cittadini una maggiore conoscenza dei meccanismi di rilevamento e
dei fenomeni legati all’andamento dei prezzi e delle tariffe;
• promuovere modalità d’intervento delle organizzazioni di tutela dei cittadini,
per prevenire e non subire l’andamento delle tariffe.
AREE DI INDAGINE DELL’OSSERVATORIO
Le ricerche dell’Osservatorio vertono in modo particolare
sulle tariffe dei principali servizi pubblici locali:
• servizio idrico integrato
• rifiuti urbani
• trasporto pubblico locale
e sulle tariffe di alcuni servizi a domanda individuale:
• asilo nido comunale
• trasporto scolastico
• mensa scolastica
IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
I contenuti del dossier curato dall’Osservatorio:
• La gestione del SII;
• La spesa annua sostenuta per il SII;
• La dispersione della rete idrica;
• Gli investimenti;
• Le carte della qualità del servizio;
• La qualità dell’acqua
IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: NOTA METODOLOGICA
 Oggetto
della ricerca è il servizio idrico integrato per uso domestico
(residenti): acquedotto, depurazione, fognatura, quota fissa;
 Le cifre illustrate sono comprensive di Iva al 10%;
 I dati sono riferiti ad un nucleo di tre persone stimando un consumo
annuo di 192 mc/anno;
 Il campione di riferimento è costituito da tutti i capoluoghi di provincia
italiani;
 L’ultima ricerca è stata presentata nell’ottobre 2009 e fa riferimento alle
tariffe applicate nel 2008;
 E’ in corso di realizzazione la ricerca relative alle tariffe applicate nel
2009
I DATI
• Rispetto al 2007 la quota fissa passa da 17 € a 19€ (+12%)
• Fognatura +6%
• Acquedotto +5%
• Depurazione +4%
• La nostra famiglia di riferimento ha speso complessivamente 253 € (+5,4%)
I DATI (Emilia Romagna)
• La quota fissa è in media 12€ (Bologna, € 10)
• La nostra famiglia di riferimento ha speso in media 304 € con un aumento
dell’8,2% rispetto al 2007 (a Bologna € 301 con +7,5%)
I DATI
Spesa annua nei capoluoghi emiliani
Spesa annua nei capoluoghi emiliani
• FE + 5,7%
• RA + 6,2%
• RE + 6,5%
• FC + 5,6%
• BO – 13%
• RN + 4,7%
• PR + 20%
• MO + 5,8%
• PC + 8,4%
LA DISPERSIONE DELLA RETE IDRICA
Regione
Molise
Abruzzo
Calabria
Sardegna
Puglia
Campania
Valle d'Aosta
Lazio
Friuli Venezia Giulia
Sicilia
Umbria
Toscana
Trentino Alto Adige
Veneto
Piemonte
Marche
Emilia Romagna
Liguria
Lombardia
Italia
Dispersione rete 2007
56%
51%
49%
43%
40%
39%
39%
37%
37%
36%
35%
34%
27%
26%
24%
23%
22%
20%
15%
34%
LA DISPERSIONE DELLA RETE IDRICA
Capoluogo
Dispersione rete 2007
Bologna
25%
Ferrara
30%
Forlì
19%
Ravenna
21%
Modena
22%
Parma
32%
Piacenza
14%
Reggio Emilia
22%
Rimini
17%
Media
22%
GLI INVESTIMENTI
Secondo il CONVIRI al 2008 risulta realizzato solo il 56% degli investimenti previsti, con
evidenti differenze tra le varie regioni e all’interno delle stesse.
GLI INVESTIMENTI
Regione
Emilia Romagna
Ato
Anni di
rendicontazione
Tasso di
realizzazione degli
investimenti
Ato 1 – Piacenza
3
69%
Ato 3 – Reggio Emilia
5
59%
Ato 4 – Modena
3
100%
Ato 5 – Bologna
3
90%
Ato 6 – Ferrara
3
81%
Ato 7 – Ravenna
3
86%
Ato 8 – Forlì, Cesena
3
87%
Ato 9 – Rimini
3
70%
LE CARTE DELLA QUALITA’
Sono state analizzate 71 carte relative a 84 capoluoghi di provincia. Le principali
criticità riscontrate:
•
LA QUALITA’ DELL’ACQUA
• Il D.Lgs 31/2001 rappresenta la legislazione attualmente vigente in Italia in materia di tutela
delle acque destinate al consumo umano, in attuazione della Direttiva 98/83/CE. Il Decreto
stabilisce i valori limite di determinati parametri microbiologici e chimici che possono essere
presenti nell’acqua per poterla definire potabile.
• IL Legislatore, nella consapevolezza dello stato della tecnologia e delle reti degli acquedotti
ha previsto delle deroghe ai valori parametrici di alcuni elementi indesiderabili e tossici; a tal
scopo sono stati fissati dei periodi transitori durante i quali, in attesa di raggiungere i limiti
definiti, è consentita l’erogazione dell’acqua.
• L’articolo 13 del D.Lgs. 31/2001 stabilisce che le deroghe ai valori di parametro possono
essere concesse purché tale scelta non comporti alcun potenziale pericolo per la salute
umana e sempreché l’approvvigionamento di acque destinate al consumo umano, conformi ai
valori di parametro, non possa essere assicurato con nessun altro mezzo congruo. La
tendenza, quindi, è quella di tutelare al meglio la salute del consumatore, tuttavia è difficile
che il comune cittadino venga a conoscenza di queste informazioni.
LA QUALITA’ DELL’ACQUA
Dal 2002 ad oggi 13 regioni italiane su 20 sono ricorse al regime delle deroghe alle
caratteristiche delle acque destinate al consumo umano in relazione ai seguenti parametri:
• Arsenico
• Boro
•Cloriti
•Cloruri
•Fluoro
•Magnesio
•Nichel
•Nitrati
•Selenio
•Sodio
•Solfati
•Trialometani
•Vanadio
La Regione Emilia Romagna è ricorsa alla deroga per il
parametro cloriti dal 2004 al 2006
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL SII
• La gestione del servizio è ancora eccessivamente frammentata;
• Le reti continuano a versare in uno stato di usura tale da provocare la
perdita media del 34% dell’acqua immessa nelle tubature;
•
il 30% della popolazione italiana è sottoposto ad approvvigionamento
discontinuo ed insufficiente;
• Gli investimenti sono insufficienti (su circa 6 miliardi di euro previsti al
2008 solo il 56% è stato realizzato) e non giustificano il costante
aumento delle tariffe (+47% dal 2000 ad oggi).
PER CITTADINANZATTIVA
•L’acqua è un bene pubblico e non una merce;
• L’accesso al servizio (universale) deve essere garantito a tutti;
• L’acqua è un bene prezioso e limitato che non va sprecato (o perso);
• E’ necessaria un’autorità nazionale di regolazione che sia indipendente
e dotata di effettivi poteri di regolazione, controllo e sanzione;
• E’ necessario il coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori e
dei cittadini nella determinazione e controllo degli standard di
funzionamento del servizio, in ottemperanza a quanto previsto dal
comma 461 dell’art. 2 della legge 244/2007 (Legge Finanziaria 2008).
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