Autorizzazione Tribunale di Roma n° 539 07/12/2001 - Poste Italiane SPA- Spedizione in abbonamento postale70% - DCB Roma - N° 25 Periodico dell’Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e Lazio Osservatorio Forte ripresa del turismo straniero «Un’ottima idea mal gestita» Legge regionale del 2001 per la valorizzazione della costa A proposito di promozione del territorio L’esperienza dell’ecomuseo EDITORIALE N Provincia di Roma Assessorato al Turismo Comune di Roma Assessorato al Turismo Ente Bilaterale Territoriale per il Turismo COMITATO SCIENTIFICO Attilio Celant - Giovanni Peroni Giuseppe Aiello - Guido Improta Franco Paloscia - Maurizio Fantaccione Antonio Calicchia Direttore responsabile: Pietro Licciardi Direttore: Giancarlo Mulas Coordinatore Editoriale: Orfeo Cecchini COMITATO DI REDAZIONE: Coordinatore: Bartolo Iozzia Giuseppe Aiello - Guido Improta Orfeo Cecchini - Caterina Saccaro Marcello Marzi - Giuseppe Zazzara Produzione: Impatto srl Stampa: Arti Grafiche Srl - Pomezia finito di stampare: Gennaio 2006 onostante la delicata situazione in cui versa il Paese, soprattutto dal punto di vista turistico, il 2005 si è chiuso più che positivamente per Roma e la sua provincia, che ha recuperato il tracollo post 11 settembre e superando le cifre registrate subito dopo il Giubileo del 2000. Nell’anno che si è appena chiuso si sono inoltre delineati alcuni progetti che oltre ad arricchire la dotazione di infrastrutture del comprensorio romano e dell’intera regione potrebbero dare un ulteriore impulso al nostro mercato turistico. Parliamo ovviamente, ma non solo, dello sviluppo della portualità e degli interventi in cantiere in materia di viabilità.Tuttavia il futuro non può ancora considerarsi del tutto roseo e non per la solita, endemica, tendenza al piagnisteo che qualcuno attribuisce alla categoria ma a causa di alcuni “nodi” che stanno venendo al pettine e che, ancora irrisolti, a parer nostro costituiscono oggettivi punti interrogativi per un comparto che – l’esperienza ormai insegna – vive costantemente sulla lama di un coltello. Per sapere di quali nodi si tratta basta andare a sfogliare i precedenti numeri di Roma&provincia in cifre; qui, per brevità, ne accenniamo solo alcuni. La formazione, innanzitutto, senza la quale diventa sempre più problematico competere in campo nazionale e internazionale; in secondo luogo il riordino delle figure professionali e delle tutele contrattuali dei lavoratori del settore; ricomposizione e riorganizzazione del mercato del lavoro sempre più parcellizzato sia nella composizione (appalti, sub appalti, affitti non sempre ortodossi, cessioni, franchising, ecc.) che nell’organizzazione della attività produttiva aziendale (uso eccessivo e spesso non consono di contratti a tempo determinato e a brevissima scadenza, appalto a cooperativa o pseudocooperativa con personale poco qualificato di attività primarie dell’azienda, ecc. Ciò provoca inevitabilmente un abbassamento degli standard aziendali, rendendo allo stesso tempo difficile sia l’opera di formazione che la partecipazione ad essa da parte degli stessi lavoratori. Il sistema citato può anche funzionare nel breve periodo ma mette una seria ipoteca sul futuro delle aziende, le quali hanno nel capitale umano la loro più importante e valida risorsa. Infine la mancanza di un ambito di programmazione e concertazione per le politiche turistiche. Riguardo quest’ultimo “nodo” c’è da dire che il 2005 si è chiuso con due buone notizie: la creazione del Comitato nazionale e dell’Agenzia regionale per il turismo; resta tuttavia ancora da verificarne l’effettiva “funzionalità” e se mostriamo un certo scetticismo al riguardo è perché costatiamo quasi ogni giorno la notevole distanza tra quelle che sono le intenzioni della politica, nazionale e locale, riguardo il turismo e le azioni pratiche che essa promuove e che solo incidentalmente sembrano tener conto delle ricadute in un settore che – se adeguatamente sostenuto e sviluppato - potrebbe rappresentare una delle nostre maggiore fonti di ricchezza. Orfeo Cecchini SOMMARIO INTERVISTA Con Manzi (Provincia di Roma) il punto su mobilità e turismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 a cura di Orfeo Cecchini OSSERVATORIO Fine 2005, forte ripresa del turismo straniero Un buon fine anno per il turismo a Fiumicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Giuseppe Aiello INTERVENTI Turismo, per il Lazio una scelta di campo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Franco Paloscia I Villa Medici (Roma) Mangiare italiano fa bene alla salute e… al turismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Valeria Manno Musei. Per la provincia una occasione mancata ....................... 14 Giovanna Sfragasso La legge regionale del 2001 per la valorizzazione della costa: «Un’ottima idea mal gestita» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 V.M. Nasce l’Agenzia regionale. Promuovere il turismo e «fare sistema» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 V.C. Quando la matematica è un’opinione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 R.C. Comunità montane, queste sconosciute . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Roberto Coramusi Quando il più autentico made in Italy è snobbato dagli sponsor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 la rivista S I T A R G a casa vostra o in ufficio Alessandro Circiello A proposito di promozione del territorio. L’esperienza dell’eco-museo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Angela Schito NOTIZIARIO Japanitaly news . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Aran Blu Hotel, quattro stelle per Ostia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 M.L.C. Alla Fiera della piccola editoria, in cerca di viaggi di carta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Letizia Crescenzi Mostre, musica, teatro, eventi: la Roma da vivere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Roma senza più segreti con e-Guide, il cicerone elettronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 F.G. Global tourism management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 TRIBUNA DEL LAVORO Privacy, fatta la legge… Ecco come la si applica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 Valentina Caracciolo Acquisto prima casa: circolare n. 38/E del 12 agosto 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 Maurizio Fantaccione Massimario del diritto tributario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 inviando una mail all’Ebt di Roma: [email protected] Oppure telefonando al numero 06.48.90.70.20 inviando un fax al numero 06.48.90.68.28 Nella richiesta specificare il proprio nome e cognome, l’indirizzo completo cui si vuole far recapitare i numeri di Roma&Provincia e (facoltativo) la qualifica professione, il settore turistico in cui si opera. I dati saranno trattati in osservanza della D.Lgs. n° 196 del 30.06.2003 in materia di privacy periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 4 / anno 4 - numero 25 INTERVISTA Con Manzi (Provincia di Roma) il punto su mobilità e turismo a cura di Orfeo Cecchini P er Roma il 2005 si chiude bene, almeno per quanto riguarda il turismo. Soprattutto sono partiti o partiranno a breve progetti importanti che dovranno dare un ulteriore scossone all’economia provinciale e regionale. Tuttavia vi sono alcuni nodi critici che, se non risolti o trascinati troppo in là nel tempo, rischiano di vanificare o quanto meno di ridimensionare quanto si sta facendo o progettando in altri settori: dal rilancio della portualità, alla nascita di nuovi poli residenziali e commerciali, alla valorizzazione della costa. Ne chiediamo conto all’assessore alle attività produttive della Provincia, Bruno Manzi. Assessore, in netta controtendenza nella crisi quasi generale del turismo italiano, i dati riguardanti Roma e provincia quest’anno sono stati sicuramente positivi, tanto che è stato praticamente riassorbito il tracollo seguito al tragico 11 settembre 2001. Quale contributo hanno dato, a suo giudizio, l’amministrazione provinciale ed il territorio dell’hinterland a questo recupero? «L’amministrazione provinciale negli ultimi due anni si è mossa lungo un doppio binario: da una parte promozione delle bellezze storiche e artistiche dei 120 comuni nelle principali borse turistiche internazionali, Madrid, Londra, Milano, Berlino, dall’altra l’organizzazione di manifestazioni ed eventi di grande interesse culturale in tutto il territorio. Ricordo, tra tutte la Festa di Primavera, con il suo cartellone di oltre 500 appuntamenti tra mostre, spettacoli teatrali, iniziative musicali.A distanza di poco più di due anni, stiamo raccogliendo i risultati di questa articolata strategia diretta a sostenere lo sviluppo del settore turistico. Bruno Manzi Non solo abbiamo recuperato rispetto al 2001, ma addirittura nel 2005 c’è stata una presenza di turisti maggiore a quella del Giubileo del 2000. Si tratta di traguardi significativi raggiunti grazie alla collaborazione tra le istituzioni, in particolare Comune e Provincia di Roma, gli operatori del settore e le forze sociali.Aggiungo solo un’ultima osservazione, che ci riempie di soddisfazione perché premia il lavoro svolto dalla nostra Amministrazione: nel 2005 l’incremento di visitatori, in percentuale ovviamente, è stato superiore nel territorio provinciale rispetto a Roma. Stiamo lavorando per offrire un ventaglio più ampio di offerte e di proposte turistiche e questi dati sono molto incoraggianti». In questo anno si è fatto un gran parlare del rilancio dell’area litoranea, con la realizzazione e lo sviluppo della portualità ad Ostia e l’avvio del nuovo porto turistico e commerciale di Fiumicino. Inoltre quest’area si sta trasformando in un polo di sviluppo commerciale ed edilizio: da Commercity alla nuova Fiera di Roma. Tutto questo però pone non pochi problemi di mobilità e viabilità in una parte del territorio dove già da tempo si lamentano gravi carenze in questo senso. Basta pensare che la città di Fiumicino (oltre 50.000 abitanti) non ha collegamenti ferroviari diretti né con la Capitale, né con il resto del territorio. Quali sono i piani della Provincia al riguardo e se sì, quali, i tempi previsti per la eventuale soluzione? «Il 5 febbraio 2004 il Consiglio provinciale ha discusso ed approvato una mozione che affrontava la pesante condizione della mobilità e della viabilità nel quadrante ovest, individuandone le cause e proponendo i possibili rimedi a breve e medio termine. La cura del ferro, è senz’altro la strada per dare una risposta all’esigenza di mobilità dei residenti e del sistema economico del nostro territorio. Purtroppo, negli ultimi cinque anni il Governo nazionale è rimasto completamente sordo alle richieste degli enti locali di investire adeguate risorse per potenziare la rete ferroviaria del territorio metropolitano di Roma. Scontiamo dunque un ritardo cronico che si potrà recuperare solo attraverso una rinnovata azione tra enti locali e Stato. Non solo, ma l’Amministrazione Gasbarra, più volte ha chiesto ad Anas e Regione, il prolungamento delle complanari all’autostrada Roma - Fiumicino dalla nuova Fiera di Roma fino al centro abitato di Fiumicino, proprio per evitare l’isolamento della cittadina costiera. Un progetto che siamo determinati a portare avanti in tutte le sedi competenti». «Per quanto riguarda più espressamente le nostre competenze, la Provincia di Roma ha investito circa un milione e 300 mila euro sulla Portuense per rifare la pavimentazione stradale, marciapiedi, impianto di illuminazione pubblica. Parte dei lavori sono già stati completati e presto verranno ultimati lungo l’intero tratto». Roma già da diversi anni ha adottato un sistema integra- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 5 INTERVISTA to di abbonamenti e di biglietti che in teoria consente di muoversi agevolmente su tutto il territorio con i mezzi pubblici. In pratica però manca una reale integrazione tra gli orari, i nodi di scambio e i collegamenti, il che crea disagi ai numerosissimi pendolari che si muovono verso la capitale ma scoraggia anche i non pochi turisti che grazie ai treni e ai bus potrebbero scoprire tante località attorno Roma. Su questo particolare problema la Provincia può intervenire ? Ci sono già delle proposte in merito? «La Provincia di Roma, in collaborazione con l’Università “La Sapienza”, sta redigendo il Piano di Bacino, il principale strumento di indirizzo e di pianificazione della politica provinciale nel comparto dei trasporti.Tale progetto dovrà recepire le linee di indirizzo che verranno fissate dal futuro Piano Regionale dei Trasporti e dovrà consentire di delineare l’assetto delle reti delle infrastrutture di trasporto di interesse provinciale, accogliendo le indicazioni e le previsioni della Regione Lazio». «Con un investimento di 52 milioni di euro l’Amministrazione provinciale, unica in Italia, ha acquistato 11 nuovi treni, gestiti ovviamente da Trenitalia, per aumentare l’offerta ferroviaria sul territorio provinciale e venire incontro alle esigenze dei pendolari. I nuovi convogli garantiranno circa 70 ulteriori corse giornaliere, permettendo di trasportare 32 mila passeggeri in più ogni giorno, per un totale di 490.000 trenikm/annui di servizi aggiuntivi sulla rete provinciale. La Provincia ha promosso anche un programma di investimenti per la progettazione, la realizzazione e l’ammodernamento dei parcheggi di scambio, che dovranno favorire lo sviluppo del trasporto intermodale. I nodi di scambio dovranno ospitare non solo le auto private, migliorando la viabilità stradale, ma dovranno diventare dei terminali di interconnessione delle varie modalità di trasporto». «La realizzazione e l’ampliamento dei parcheggi verranno effettuati attraverso due fonti di finanziamento: il Piano Triennale, in cui viene sovvenzionata per intero l’infrastruttura, e i Bandi, in cui viene fornito ai Comuni un contributo sino al 90% del costo dell’opera. Nell’ambito del Piano Integrato di Trasporto, l’amministrazione provinciale ha inoltre stanziato 4 milioni di euro per sostenere la mobilità urbana di Roma. In particolare, questo finanziamento verrà destinato ai servizi aggiuntivi di trasporto pubblico nelle periferie della città: 27 nuove linee attivate e 23 linee a cui è stato esteso il percorso, per un totale di circa 10 milioni di vetture/km in più ogni anno. Sull’integrazione di abbonamenti e biglietti del trasporto pubblico, infine, la competenza è della Regione Lazio, ma la Provincia ha comunque promosso sostegni di tipo economico per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico locale. “Costa meno e la parcheggi ovunque” è la nuova tessera di viaggio Metrebus Lazio con tariffa agevolata destinata agli studenti e alle famiglie con fasce di reddito più deboli. In particolare, l’agevolazione riguarda gli abbonamenti annuali ordinari, valido dodici mesi, per i lavoratori con un reddito annuo lordo personale non superiore a 22.000 euro e gli abbonamenti annuali scolastici, valido 10 mesi (da settembre a giugno), per gli studenti fino a 26 anni di età, che risiedono in uno dei comuni della Provincia». La progettata via del Mare dovrà subire un ridimensionamento e le principali vie consolari che sopportano il traffico in entrata e uscita da Roma sono per lo più ad una sola corsia. Cosa ci possiamo aspettare nell’immediato futuro, tenendo conto che è difficile parlare di sviluppo turistico dell’hinterland romano se per raggiungere una qualsiasi località si è costretti a trascorrere ore nel traffico o a percorrere chilometri e chilometri di strade disagevoli? «Ricordo, innanzitutto, che la Provincia di Roma è già intervenuta sulla via del Mare insieme al comune di Roma, per opere di messa in sicurezza: ripavimentazione con asfalto drenante, segnaletica orizzontale e verticale, nuovo impianto di illuminazione. Insieme al comune di Roma abbiamo predisposto il progetto preliminare per unificare via dl Mare con via Ostiense in modo da realizzare una strada a due corsie per ogni senso di marcia. Si tratta di un’opera di circa 250 milioni di euro, che può essere realizzata solo attraverso il concorso diretto dello Stato con la legge obbiettivo. Provincia e Comune di Roma dispongono complessivamente di circa 21 milioni di euro per ammodernare via del Mare. Credo che la soluzione migliore sia quella di utilizzare questi fondi procedendo attraverso stralci funzionali per realizzare in tempi medi opere di messa in sicurezza con la sistemazione di incroci e realizzazione di rotatorie». «Più in generale, per quanto riguarda i collegamenti tra la Capitale e il litorale, ricordo che quest’anno partiranno i cantieri per il raddoppio della Laurentina, con una spesa di 20 milioni di euro, per l’ampliamento dell’Ardeatina , un investimento di 14 milioni di euro, per realizzare nuove strade trasversali tra i Castelli e il litorale come l’Antica corriera (5,5 milioni di euro). Sono risorse significative, proprio perché siamo consapevoli delle potenzialità del nostro litorale, non a caso abbiamo promosso il progetto Roma Provincia di Mare e la realizzazione di un marchio di qualità del litorale». In conclusione, assessore ci può dare una anticipazione di quello che sarà il programma dell’Amministrazione provinciale nel 2006 riguardo le questioni che interessano più da vicino il comparto turistico? «Proseguiremo sulla strada dell’innovazione strutturale iniziata dall’Amministrazione Gasbarra: promozione del territorio, attraverso la partecipazione alle principali borse turistiche internazionali, organizzazione di iniziative ed eventi culturali di ampio respiro in tutta la provincia, sostegno alle attività eco- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 6 / anno 4 - numero 25 OSSERVATORIO Fine 2005, forte ripresa del turismo straniero Giuseppe Aiello L’ Novembre 2005 Fig. 1 - Arrivi e presenze negli alberghi della- Dicembre Provincia di Roma - Novembre/Dicembre 2005 analisi dei dati sull’andamento della domanda turistica negli alberghi della provincia di Roma nel corso dell’ultimo bimestre del 2005 conferma il trend positivo registrato nel corso dell’anno, grazie al migliore clima internazionale, alle iniziative di marketing d’impresa e alle iniziative degli enti locali (Comune di Roma e Provincia di Roma in primis) che hanno fatto da volano, in un contesto favorito anche dalla leggera ripresa del dollaro rispetto all’euro. La ripresa della domanda si è manifestata, quindi, come un fatto consolidato, anche se vi sono ancora ampi margini per arrivare ad una utilizzazione pienamente soddisfacente degli impianti ricettivi. Nel periodo novembre – dicembre gli alberghi della provincia di Roma hanno registrato 1.231.775 arrivi e 2.744.957 presenze, con una crescita rispettivamente del 10,63% e del 11,94%, con una maggiore crescita della domanda estera rispetto a quella nazionale. La domanda italiana è cresciuta, anche in questo bimestre, in maniera apprezzabile registrando negli alberghi dell’intera provincia di Roma 660.811 arrivi (+9,76%) e 1.269.081 presenze (+9,69%). La domanda estera ha registrato 570.964 arrivi (+11,64%) e 1.475.876 presenze (+13,95%) (tabella 1 e 2). L’analisi della domanda per categoria di esercizi alberghieri evidenzia anche in questo bimestre un’apprezzabile cre- Arrivi 16,00 Presenze 14,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 Totale Italiani Stranieri Fig. 2 - Arrivi e presenze negli alberghi di Roma - Novembre/Dicembre 2005 Arrivi 15,00 Presenze 10,00 5,00 Totale Italiani Stranieri Un buon fine anno per il turismo a Fiumicino N el mese di dicembre è proseguita, a buoni ritmi, la crescita della domanda complessiva turistica negli hotel di Fiumicino (ed anche questo mese soprattutto grazie all’ottimo andamento della domanda straniera). La domanda complessiva negli hotel è infatti stata di 19.591 arrivi e 29.134 presenze, pari ad un tasso d’occupazione medio del 50,70% per le camere e del 35,67% dei letti (tabelle 1, 2, 3). Le variazioni negli arrivi e nelle presenze sono state, rispettivamente, di +15,75% e +13,90%. Si tratta d’incrementi consistenti che, se confermati nel tempo, porteranno ad una più soddisfacente utiliz- zazione della capacità ricettiva dell’area. La composizione della clientela continua a vedere il prevalere la domanda estera rispetto a quella italiana (tabella 1). I dati per singole nazionalità di provenienza ancora il primato della domanda Usa, (circa il 29%), seguita da quella proveniente dal Regno Unito, dal Giappone, dalla Francia e dalla Germania. L’analisi dei tassi d’occupazione di camere e letti conferma la tendenza al rialzo, ma ribadisce che esistono ancora quote di mercato da conquistare. La via maestra per raggiungere quest’obiettivo consiste nel rendere sempre più articolata, ricca, attraente e competitiva – sotto tutti i profili - la proposta di soggiorno nel territorio puntando ad una diversificazione dei segmenti di mercato e ad un conseguente allungamento della durata media del soggiorno. I dati di dicembre portano gli arrivi complessivi nel 2005 a 325.503 unità (+27,38%) e le presenze a 489.400 unità (+23,21%). Si tratta di una crescita consistente che ha coinvolto sia gli italiani (129.443 arrivi con +26,89% e 233.593 presenze con +19,2% circa) sia gli stranieri (196.060 arrivi con +27,7% e 255.807 presenze con +27,12%) periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 7 OSSERVATORIO scita degli esercizi alberghieri di tutte le categorie. Sul fronte della domanda estera, occorre rilevare la continua ed apprezzabile crescita della domanda europea (+11,89% di arrivi e +16,85% di presenze); in particolare della domanda proveniente dalla Germania (+24,25% arrivi e +29,43% presenze), dalla Francia (+5,91% arrivi e +10,39% presenze), dal Regno Unito (+5,08% arrivi e +10,24% presenze) e dalla Spagna (+12,77% arrivi e +12,77% presenze). In forte crescita anche la domanda proveniente dagli Usa (+9,83% arrivi e +8,61% presenze) e dal Giappone (+12,66% arrivi e +12,10% presenze). Come appare dalle tabelle da 3 a 6, ancora una volta gli andamenti di Roma e del suo hinterland sono entrambi in crescita. In particolare, a Roma vi è stata una buona crescita degli arrivi complessivi (+9,32%) e delle relative presenze (+11,14%), dovuti al buon andamento della domanda sia italiana sia straniera (tabelle 3 e 4). Prosegue anche la buona crescita della domanda italiana e Novembre-Dicembre 2005 Fig. 3 - Arrivi e presenze negli dell’hinterland di di Roma - Novembre/Dicembre 2005 25,00 Arrivi Presenze 20,00 15,00 10,00 5,00 Totale Italiani Stranieri straniera negli alberghi dell’hinterland. La domanda complessiva è cresciuta, in quest’area, del +17,50% negli arrivi e del +17,03% nelle presenze, grazie alla crescita del numero di operatori sul mercato ed ai bassissimi valori di partenza, ma anche alla accresciuta capacità di marketing degli operatori. Tabella 1 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 Paesi 5 stelle Arrivi Presenze Totale 75.369 182.657 Italiani 25.992 Stranieri 49.377 138.023 44.634 4 stelle Arrivi Presenze 514.481 1.119.416 3 stelle Arrivi Presenze 2 stelle Arrivi Presenze 1 stella Arrivi Presenze Totale Arrivi Presenze 454.496 1.014.447 145.539 330.511 41.890 97.926 1.231.775 2.744.957 230.932 413.107 273.162 535.041 104.531 219.248 26.194 57.051 660.811 1.269.081 283.549 706.309 181.334 479.406 15.696 40.875 570.964 1.475.876 41.008 111.263 Tabella 2 - Provincia di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle 4 stelle Arrivi Presenze Arrivi Presenze Totale 9,68 15,11 9,78 11,88 Italiani -0,25 0,14 8,37 Stranieri 15,74 20,95 10,95 Figura 1 - Fiumicino - Arrivi e presenze di italiani negli esercizi alberghieri - Dicembre 2005 3 stelle Arrivi 2 stelle 1 stella Totale Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 12,38 11,96 8,45 10,78 11,79 10,63 10,63 11,94 9,20 11,48 9,51 9,71 11,51 16,04 16,62 9,76 9,69 13,51 13,77 14,82 5,38 9,38 5,36 3,24 11,64 13,95 Figura 2 - Fiumicino - Arrivi e presenze di stranieri negli esercizi alberghieri Dicembre 2005 Figura 3 - Hotel di Fiumicino - Occupazione e letti Ottobre 2005 Tab.1 Fiumicino – arrivi e presenze negli esercizi alberghieri - dicembre 2005 Totale dicembre 2005 Paesi Totale Italiani Stranieri Di cui Francia Germania Regno Unito Usa Giappone Arrivi 19.591 10.014 9.577 419 361 466 2.843 369 Presenze Perm. Media 29.134 1,49 16.588 1,66 12.546 1,31 625 1,49 474 1,31 643 1,38 3.669 1,29 435 1,18 Tot % stranieri Valori % Arrivi 100,00 51,12 48,88 4,38 3,77 4,87 29,69 3,85 100,00 Presenze 100,00 56,94 43,06 4,98 3,78 5,13 29,24 3,47 100,00 Differenza % dicembre 2005/2004 Arrivi Presenze 15,75 13,90 7,07 4,42 26,46 29,45 14,17 35,87 59,03 45,85 6,39 6,63 20,67 19,82 334,12 295,45 Valori assoluti 2004 Arrivi 16.926 9.353 7.573 367 227 438 2.356 85 Presenze 25.578 15.886 9.692 460 325 603 3.062 110 periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 8 / anno 4 - numero 25 OSSERVATORIO MUNICIPI DI ROMA Roma - Distribuzione degli arrivi e delle presenze negli alberghi per Municipi - OTTOBRE 2005 Valori assoluti Municipi Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Municipio Totale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 15 16 17 18 19 20 Composizione % Arrivi Presenze Permanenza media Arrivi Presenze 235.759 28.363 10.988 5.870 5.212 610 1.456 11.464 2.840 4.807 4.461 26.063 10.801 8.171 21.179 25.701 40.086 15.945 9.814 469.590 542.070 65.383 25.266 13.497 11.661 1.404 3.208 25.750 6.426 10.706 10.848 60.882 24.886 18.788 48.497 59.286 92.466 36.300 22.424 1.079.748 2,30 2,31 2,30 2,30 2,24 2,30 2,20 2,25 2,26 2,23 2,43 2,34 2,30 2,30 2,29 2,31 2,31 2,28 2,28 2,30 50,21% 6,04% 2,34% 1,25% 1,11% 0,13% 0,31% 2,44% 0,60% 1,02% 0,95% 5,55% 2,30% 1,74% 4,51% 5,47% 8,54% 3,40% 2,09% 100,00% 50,21% 6,06% 2,34% 1,25% 1,08% 0,13% 0,30% 2,38% 0,60% 0,99% 1,00% 5,64% 2,30% 1,74% 4,49% 5,49% 8,56% 3,36% 2,08% 100,00% Variazione % su stesso mese a.p. Arrivi Presenze 8,99% 6,20% 16,83% 5,86% 7,38% -6,58% 10,81% 14,78% 95,32% 9,18% 13,60% 16,01% 18,25% 10,97% 14,40% 9,85% 6,52% 11,36% 19,79% 10,34% 10,28% 7,68% 17,78% 9,90% 6,10% 11,69% 14,90% 14,83% 96,45% 10,90% 15,56% 17,02% 19,14% 11,90% 15,84% 10,28% 7,52% 13,12% 25,65% 11,65% FONTE: ROMA E PROVINCIA IN CIFRE Tabella 3 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Settembre - Ottobre 2005 Paesi 5 stelle Arrivi Presenze Totale 74.896 182.014 Italiani 25.607 44.139 Stranieri 49.289 137.875 4 stelle Arrivi 433.026 Presenze 992.179 3 stelle Arrivi 368.975 Presenze 841.703 2 stelle Arrivi 114.859 Presenze 265.897 1 stella Arrivi Presenze 31.151 74.217 Totale Arrivi Presenze 1.022.907 2.356.010 187.987 342.696 205.395 395.511 78.861 165.812 18.941 41.195 516.791 989.353 245.039 649.483 163.580 446.192 35.998 100.085 12.210 33.022 506.116 1.366.657 Tabella 4 - Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle 4 stelle Arrivi Presenze Arrivi Presenze Totale 9,38 14,97 8,24 11,61 Italiani -0,89 -0,24 5,84 Stranieri 15,60 20,87 10,16 3 stelle Arrivi 2 stelle 1 stella Totale Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 10,51 10,01 8,66 10,43 12,92 11,35 9,32 11,14 7,92 8,12 5,40 10,07 10,71 18,20 19,08 7,42 7,38 13,66 13,68 14,45 5,67 9,97 5,60 3,00 11,33 14,04 Tabella 5 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre- Dicembre 2005 Paesi 5 stelle 4 stelle Presenze Arrivi Presenze 2 stelle Presenze Totale 473 643 81.455 127.237 85.521 172.744 30.680 Italiani 385 495 42.945 70.411 67.767 139.530 88 148 38.510 56.826 17.754 33.214 Stranieri Arrivi 3 stelle Arrivi Arrivi Presenze 1 stella Totale Arrivi Presenze Arrivi 64.614 10.739 23.709 208.868 388.947 25.670 53.436 7.253 15.856 144.020 279.728 5.010 11.178 3.486 7.853 64.848 Presenze 109.219 Tabella 6 - Hinterland di Roma - Arrivi e presenze negli esercizi alberghieri: Novembre - Dicembre 2005 - Var. % su anno precedente Paesi 5 stelle Arrivi 4 stelle Presenze Arrivi Presenze 3 stelle Arrivi 2 stelle 1 stella Totale Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Totale 93,06 70,56 18,75 14,07 21,23 22,51 7,70 12,25 8,63 8,45 17,50 17,03 Italiani 74,21 50,91 21,08 15,91 23,08 23,12 8,60 14,06 10,73 10,66 19,09 18,74 266,67 202,04 16,26 11,87 14,68 20,02 3,34 4,33 4,50 4,23 14,14 12,87 Stranieri periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 9 INTERVENTI Turismo, per il Lazio una scelta di campo Franco Paloscia I l Lazio ha compiuto la sua scelta: il turismo. In termini chiari. Puntare su una politica “forte”, con strategie ben delineate, e sostenere gli obiettivi programmatici con strumenti nuovi. L’obiettivo – sostiene il presidente della Regione Piero Marrazzo – è un sistema integrato per il turismo: «Non basta più Roma. Roma non può essere più una capitale che vive da sola non vista dai territori. Il Lazio può e deve diventare sistema». La Capitale deve essere fulcro e volano di questo disegno in un’ottica di sistema, con la convinzione che il Lazio «è il più grande distretto turistico mondiale». In effetti, nella struttura del valore aggiunto regionale, il turismo si presenta come un comparto aggregato in cui sono presenti servizi e imprese trasversali a tutto il sistema economico che producono un elevato valore aggiunto. L’incidenza sul Pil del comparto è del 10,2%. Nella struttura dei consumi regionali, la domanda turistica generata dalle famiglie residenti, dai connazionali e dagli stranieri si qualifica come componente primaria, con valori superiori alla media nazionale. Nella struttura produttiva, grazie ad una filiera imprenditoriale di elevata consistenza, la regione esprime valori che la collocano ai primissimi posti nella graduatoria regionale ma con performance di accentuato dinamismo. Nella struttura dell’occupazione, il carattere tipicamente labor intensive del settore si esprime con particolare evidenza. Ma c’è un’altra osservazione da fare: il sistema turistico laziale presenta tratti suoi specifici: in primo luogo una forte incidenza dell’economia dei beni culturali e dell’arte dovuta proprio al turismo; in secondo luogo, una forte concentrazione di consumi degli ospiti in settori riguardanti i prodotti del made in Italy, indotti dallo shopping. Negli ultimi anni si è sviluppata una forte economia del tempo libero e degli eventi, per il volano soprattutto della Capitale come polo di iniziativa e di richiamo internazionale con gli eventi religiosi, le mostre, i festival, l’estate romana, i concerti di fine anno. Il completamento del sistema dell’offerta con i nuovi poli congressuale e fieristico, e con il coinvolgimento di tutte le province nell’integrazione di un’offerta a tutto campo (nautica, enogastronomia e prodotti turistici, ecoturismo e parchi, tempo libero e sport, ecc.) accrescerà il valore aggiunto del comparto turistico, con un effetto moltiplicatore su reddito e occupazione. A fronte di un’attività che è senza dubbio strategica sia per sviluppare l’economia regionale sia per rinnovare il modello in direzione di più moderni obiettivi innovativi, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2006-2008 della Regione, approvato il 22 dicembre u.s. dal Consiglio regionale in seduta notturna, ha ben delineato le strategie per il turismo: adozione di una legge quadro regionale per il settore costituzione di una Agenzia regionale per la promozione turistica con il compito di coordinare la programmazione delle attività creazione di un Polo per l’alta formazione delle professioni turistiche e valorizzazione delle strutture di formazione esistenti (a partire dall’Enalc Hotel di Ostia) adozione di strumenti innovativi e ridefinizione di quelli esistenti per supportare l’offerta turistica integrata del Lazio costituzione di uno specifico fondo di garanzia a sostegno delle imprese turistiche e razionalizzazione degli attuali strumenti di incentivazione. L’assessore regionale al Turismo Raffaele Ranucci ha svolto, sempre nella seduta del Consiglio regionale del 22 dicembre scorso, la sua relazione sulla delibera che contiene il piano turistico triennale e che è stata approvata all’u- nanimità. Il piano prevede un investimento di 3 milioni 870 mila euro all’anno che verranno utilizzati in operazioni di marketing e promozione, editoria e partecipazione a fiere e mostre. L’obiettivo è chiaro: riequilibrare lo sviluppo del turismo in tutte le province, puntando su un sistema non “romanocentrico” ma in cui ogni risorsa del territorio possa essere valorizzata in un’ottica d’integrazione e Marrazzo: «Non basta di sistema. più Roma. Roma non È questo, del può essere più una resto, l’obietcapitale che vive da tivo più efficasola non vista dai ce per esaltaterritori» re quelle interdipendenze turistiche che conferiscono a tale attività la capacità di stimolare circuiti economici estesi e idonei a trasformare gli stessi beni immateriali in valori economici. Il disegno programmatico è sostenuto dalla Regione con un rinnovato quadro istituzionale. L’esigenza di ricorrere ad una riforma dell’ordinamento turistico era avvertita da tempo. Di qui l’avvio di un ampio confronto per pervenire ad una legge quadro sul turismo. «Si tratta», come osserva il presidente della Commissione turismo del Consiglio regionale Domenico Di Resta, «di un obiettivo prioritario per delineare un quadro unitario che superi la fase degli interventi episodici del passato». La legge quadro, dopo il vaglio della Commissione consiliare per il turismo e la consultazione delle province e delle categorie, attende il passaggio all’esame del Consiglio regionale. «Particolare attenzione», osserva Di Resta, «è rivolta ai sistemi turistici locali, alla classificazione delle strutture ricettive periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 11 INTERVENTI regionali, alle razionalizzazione degli incentivi a sostegno del settore, all’innovazione e alla formazione». Un altro obiettivo fondamentale del riassetto organizzativo è la semplificazione e l’ammodernamento del sistema degli enti di promozione turistica. Va in questa direzione la nuova Agenzia regionale del turismo la cui data di avvio è fissata per il 31 gennaio 2006. È stato un parto laborioso. La Regione presenta un quadro piuttosto confuso di enti, soprattutto per quanto riguarda Roma e Provincia, dove operano tre diverse aziende. Ha prevalso il convincimento di istituire, seguendo il modello di altre regioni, un’Agenzia per il turismo e il 21 dicembre scorso è stato raggiunto un pieno accordo sul protocollo d’intesa che dà il via libera al nuovo organismo, alla presenza della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle Province del Lazio. È un adempimento preliminare all’avvio delle procedure amministrative per istituire l’Agenzia. «Si concretizza l’idea», ha detto Raffaele Ranucci, «del Lazio Regione di Roma, in cui la capacità della Capitale di essere un polo di attrazione e di eccellenza si coniuga con le straordinarie potenzialità turistiche di tutte le province». Roma ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, come ha lasciato intendere il vice-sindaco Maria Pia Garavaglia. «I territori, le province, la Capitale potranno finalmente fare sistema», ha ribadito il presidente della Regione Marrazzo. Una prova positiva, quindi, di una logica di concertazione e di integrazione che è la base per innovare un modello essenzialmente costituito sulla libera iniziativa delle forze in campo, mai però convergenti verso una strategia univoca. Su questa linea, il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra: «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di superare la frammentazione nelle azioni di sostegno al turismo, per unire gli sforzi e mettere in sinergia tutte le risorse disponibili in modo da dare una risposta più efficace nella valorizzazione di questo settore che riteniamo fondamentale per la nostra economia». In realtà, non sempre nel nostro Paese è stato percepito il valore alto delle istituzioni nel promuovere una politica del turismo efficace e innovativa. Basta riflettere sul fatto che il processo di riforma all’ordinamento pubblico del settore si è realizzato in più fasi nell’arco di oltre quarant’anni, dalla istituzione del Ministero del Turismo nel 1960 alla sua soppressione nel 1993, alla devolution che ha conferito poteri esclusivi alle regioni, alla istituzione del Comitato Nazionale del Turismo nel dicembre scorso, di cui fa parte l’assessore al turismo del Lazio Raffaele Ranucci. È positivo il fatto che si sia compreso (come in altri paesi europei) che il sistema turistico richiede una politica che investe i poteri pubblici in modo diretto e non può essere affidato soltanto al settore privato. Il caso Roma è emblematico. Quali sostanziali progressi quantitativi e qualitativi avrebbe potuto realizzare il turismo romano senza la “cabina di regia” della municipalità? Come si sarebbe potuta integrare la strategia della valorizzazione delle risorse storico-artistiche con la promozione di una forte programmazione di eventi culturali se questo disegno non fosse stato prioritario per l’amministrazione cittadina? Come si sarebbe potuto avviare un ampio progetto di sviluppo della filiera dei prodotti (congressi, fiere, eventi, ecc.) senza un coinvolgimento delle diverse competenze istituzionali e una spinta verso efficaci forme di partenariato con il sistema privato? Come potrebbe, del resto, Roma lanciarsi come candidata verso le Olimpiadi del 2016 senza presentarsi con un modello partecipativo capace di aggregare tutte le soggettività e le competenze sul territorio che devono essere impegnate per una sfida così globale? Il Lazio ha acceso un grande motore come quello del turismo che andrà a pieno regime con il piano triennale, i nuovi strumenti promozionali e con la convinzione che per la politica del settore è necessario un deciso potenziamento delle condizioni dello sviluppo, da quelle inerenti il sistema delle infrastrutture per l’accessibilità e la mobilità sul territorio (quindi, potenziamento di Fiumicino, recupero dell’Alitalia come vettore principale, portua- lità, ferrovia, centri internodali di scambio), a quelle riguardanti le risorse ambientali e il patrimonio culturale che sono materie prime di straordinario valore anche come volano economico, se ben gestite. E la buona gestione significa soprattutto operare con una visione sistemica, come si sta facendo, ma anche avendo di mira due grandi obiettivi, come sottolinea il Presidente del Consiglio regionale Massimo Pineschi: il modello del turismo sostenibile che deve costituire il vero salto di qualità dello sviluppo turistico regionale e una concezione del turismo inteso come terreno di innovazione e di integrazione con gli Ranucci «La capacità altri fattori della Capitale polo di produttivi in attrazione e di modo che il eccellenza si coniuga Lazio si procon le straordinarie ponga con potenzialità turistiche convinzione di tutte le province». come Regione guidata da quella soft economy che può restituire alla regione, e all’Italia, una nuova capacità di confronto con una globalizzazione che spesso distrugge, nel turismo, più di quanto crea e produce. La soft economy della bellezza, che scommette sui saperi e sulla qualità, sui sapori e sulla sostenibilità, sulla memoria e sull’hi-tech, può costruire nel Lazio un futuro duraturo di progresso. Per il primo cittadino Walter Veltroni «i valori della competitività sono quelli della bellezza e della qualità. Noi stiamo unificando tutto anche perché Roma ha una responsabilità regionale molto alta». Questo è il vero segnale di discontinuità richiesto da più parti e di cui si è reso interprete il presidente della Camera di Commercio di Roma Andrea Mondello, assicurando l’impegno camerale per avviare un nuovo corso del turismo e per dimostrare che «quando una regione è governata bene l’istituzione può essere il soggetto che muove il mercato, favorisce la crescita e difende il welfare». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 12 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI Mangiare italiano fa bene alla salute e… al turismo Valeria Manno L a cultura d’un popolo, in definitiva, si misura non solo in base al patrimonio artistico o ambientale ma anche dal rapporto che ha col cibo e da questo punto di vista l’Italia vanta una notevole e varia tradizione gastronomica,. Anche se il primo trattato di gastronomia, in cui si fonda la figura dell’intellettuale gastronomo, è probabilmente La fisiologia del gusto di Jean Anthelme Brillat-Savarin (un testo del XIX secolo) e tra i trattati sulla gastronomia La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi è pubblicato soltanto nel 1891, si può comunque dire che in fatto di cibo il nostro Paese non è secondo a nessuno e anzi, la cucina svolge oggi un ruolo sempre più importante nel contribuire a dare un significato al viaggio e a diffondere nel mondo una immagine positiva e attraente della penisola italica.Tuttavia lo sviluppo delle tecniche di produzione, conservazione, immagazzinamento e trasporto del cibo, unito all’aumento degli scambi interculturali (favoriti dal turismo stesso e dai flussi migratori), ha portato alla diffusione di cucine “etniche”, a fianco della cucina tradizionale; nonché alla continua ricerca di nuove preparazioni e sperimentazioni. Ciò richiama da una parte la necessità di elevare la preparazione professionale di chi opera, ad ogni livello, nel mondo della ristorazione; dall’altra ad approfondire e raffinare la conoscenza del patrimonio enogastronomico nostrano, che ha dalla sua una non comune varietà di prodotti; risultato dell’incrocio di culture e dei popoli che vi si sono succeduti (greci, etruschi, romani, arabi, normanni, austriaci, spagnoli, in una globalizzazione ante litteram) e di favorevoli con- dizioni climatiche e ambientali. Secondo lo chef Alessandro Circiello, coordinatore regionale dell’Unione cuochi Lazio e di Federcuochi, infatti la cucina ha un profondo legame con il turismo e scopo di chi ha fatto dell’ “arte del cucinare” la propria professione è proprio di valorizzare i prodotti del territorio, attraverso fiere, manifestazioni, corsi di cucina e convegni a livello nazionale e internazionale. Per questo il 18 novembre scorso L’Unione cuochi Lazio era presente alla Fiera di Roma, nell’ambito della quarantunesima edizione della Settimana della vita collettiva (Sevicol), la mostra internazionale di tecnologie, prodotti e servizi per la comunità, scuole, ospedali, case di cura e di riposo, enti socio-assistenziali, turismo sociale, alberghi e pubblici esercizi. La manifestazione, attraverso una serie di convegni, workshop, seminari e corsi di formazione rappresenta un importante punto di incontro per gestori, amministratori, tecnici e aziende specializzate della vita collettiva. Del resto i numeri della passata edizione forniscono un quadro del valore dell’evento: 15.000 metri quadri di esposizione, 5 saloni specializzati, 23 settori merceologici, 30 convegni e workshop, 1 concorso a premi, percorsi tematici ed eventi speciali. In questa imponente cornice Ristora 2005, ha offerto un’occasione unica presentando la Piazzetta del Gusto, una squisita parata di eventi con feste e fantasie gastronomiche per scoprire, gustare i piaceri gastronomici e i mestieri delle nostre tradizioni alimentari. Uno show culinario in cui gli chef non solo hanno deliziato i palati ma hanno coinvolto tutti i sensi con le loro capacità artistiche, facendo del cibo preziose sculture e dando vita ad una sinergia tra alta gastronomia e corretta alimentazione. Come ha confermato Alessandro Circiello, l’Unione regionale cuochi Lazio e la Federazione italiana cuochi collaborano da vent’anni con la Settimana della vita collettiva e negli ultimi quattro anni hanno realizzato un progetto che prevede dimostrazioni culinarie con l’intervento di chef d’eccellenza, che hanno rivisitato le ricette più tradizionali, anche di pasticceria. Nella quarantunesima edizione di Sevicol, oltre ai piatti di alta ristorazione eseguita da Alessandro Circiello, il pasticcere Davide Malizia ha realizzato sculture in zucchero e lo chef Pietro Pusceddu sculture di vegetali e frutta. Il famoso chef Fabio Campoli ha invece preparato i piatti tratti dal suo ultimo libro, dedicato appunto alla cucina semplice, rapida e salutare e agli assaggi dei piatti del territorio rivisitati in chiave moderna. In sostanza il lodevole intento dei cuochi è proprio di valorizzare i prodotti romani, pur adattati al gusto contemporaneo. Insomma una cucina sì creativa e in grado di portare nei piatti la leggerezza dei contenuti, alleggerendo le cotture e migliorando allo stesso tempo le condizioni igieniche sanitarie con l’uso di tecniche nuove, ma saldamente ancorata al passato. Un impegno che gli chef romani e laziali portano anche all’estero. Come periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 13 INTERVENTI anticipa ancora Circiello – autore tra l’altro del libro L’enogastronomo nella provincia di Roma, edizioni Giunti, è in preparazione in Lussemburgo la Coppa del Mondo, che si terrà nel novembre 2006, e in quell’occasione tra i piatti che la nostra “nazionale” preparerà ci saranno sicuramente la pasta e tutte le ricette tradizionali romane, naturalmente rivisitati. sità di portare anche nella ristorazione collettiva la semplicità e la materia prima dei piatti tipici regionali.Alle abitudini dettate dai ritmi quotidiani si aggiunge poi una nuova cultura del cibo, con la riscoperta della genuinità, dei prodotti biologici e delle tradizioni locali, in linea con le esigenze di valorizzazione turistica del patrimonio storico e ambientale» vincia preferisce mantenere i sapori tradizionali. Comunque, in entrambi casi le nuove mode gastronomiche non devono sostituire la tradizione. E’ a questa che ci si deve sempre ispirare - magari cambiando le cotture o gli accostamenti dei colori – ma mantenendo come base delle ricette la genuinità italiana.Anche perché tutte le mode prima o poi tramontano». Signor Circiello, anche lei è tra chi sostiene che il cibo è ormai un valido motivo di viaggio per il turista che viene in Italia? «Certamente. Quando si pensa all’Italia si pensa anche alla genuinità della sua dieta mediterranea ma i cuochi italiani stanno imparando anche a sorprendere il turista proponendogli piatti tradizionali ma anche accostamenti innovativi e personalizzati» Quali sono le dimensioni del mondo della ristorazione? «Gli italiani spendono ogni anno per mangiare fuori casa cinquantasei miliardi di euro.Ventinove milioni di persone (il 50,5% della popolazione) ogni mese consumano almeno un pasto lontano da casa; quindici milioni sono invece gli italiani che ogni giorno mangiano fuori casa. Nel 2005 sono stati circa sette miliardi i pasti serviti dai servizi di ristorazione collettiva, di cui due miliardi consumati nelle mense aziendali, sanitarie, scolastiche e delle grandi collettività sociali» È per questo che una nutrita brigata di chef ha partecipato a questa manifestazione… «In effetti per la prima volta l’amministratore di Sevicol, Paolo Treveri, ha unito nella Piazzetta del gusto l’Associazione pizzaioli, l’Associazione dei cuochi e tante altre associazioni di categoria, come i métre d’hotel, i barman e i portieri degli alberghi, proprio con l’obiettivo di divulgare il suo messaggio: esaltare la genuinità dei nostri prodotti.Tra le manifestazioni collaterali il 21 novembre, c’è stato tra l’altro un seminario per i ristoratori e gli istituti alberghieri statali, provinciali regionali. Come moderatore del convegno ha partecipato il nostro segretario, Giuliano Manzi». Sono però ancora tanti, italiani e stranieri che per necessità o per scelta si affidano ai servizi di ristorazione collettiva o commerciale. Come si può conciliare la corretta alimentazione, con l’ esigenza di praticità e velocità del “mangiar fuori” senza snaturare la nostra tradizione gastronomica? «A fronte dell’aumentata richiesta da parte dei consumatori, non solo bar e ristoranti, ma anche i servizi turistici e ricreativi in genere e ogni tipo di struttura aperta al pubblico tendono a proporre un’offerta sempre più completa, dotandosi di spazi idonei al comfort e al ristoro. Il principale ruolo della Piazzetta del gusto, all’interno della Settimana della vita collettiva, è proprio di promuovere il “mangiar sano” attraverso soluzioni innovative e aderenti ai problemi della moderna ristorazione, in funzione di un equilibrio ottimale sul piano nutrizionale, strutturale, economico. Infatti sta nascendo la neces- Visti i numeri c’è secondo lei il pericolo che le nuove mode gastronomiche e l’evoluzione del costume sociale possano in qualche modo indebolire il primato dei piatti tradizionali italiani? «Anche la cucina fa tendenza e come nella moda, si lanciano delle linee per ogni stagione! Ma mentre la città, la metropoli, segue continuamente le innovazioni culinarie sorprendendo con tendenze sempre nuove, la pro- I prossimi appuntamenti? «Il 23 gennaio 2006 all’hotel Holiday Inn l’Unione regionale cuochi del Lazio celebrerà la propria assemblea generale, aperta agli albergatori e ai ristoratori. Ma importante sarà anche il convegno sull’alimentazione che con il patrocinio del Ministero delle Politiche agricole e forestali e una nutrita rappresentanza delle più autorevoli voci del settore affronterà un percorso per sollecitare, in tutto ciò che riguarda “mangiare fuori casa”, una politica della qualità, della conoscenza delle tradizioni e dei prodotti locali; anche per dare un seguito concreto a ciò che risulta sempre più evidente: il mangiare italiano, il seguire la cosiddetta “dieta mediterranea”, fa bene alla periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 14 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI Musei. Per la provincia una occasione mancata Giovanna Sfragasso U na particolare posizione geografica e uno splendido patrimonio archeologico contraddistinguono i centoventuno comuni della provincia di Roma, le cui molteplici bellezze naturali ed artistiche regalano alla Città Eterna un fascino straordinario. La provincia però sembra non puntare con decisione sulla valorizzazione e sul rilancio del proprio patrimonio, penalizzato, in parte, dalla mancanza di strategie di promozione all’avanguardia. Il rapporto tra accesso al patrimonio culturale e servizi sul territorio, che si profila oggi una scelta vincente per il potenziamento dell’offerta turistica, sembra essere sottovalutato. Un esempio: la situazione dei musei. Facile trovare i consueti sconti sul biglietto, dal ridotto, per i cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 24 anni, al cumulativo, nei comuni che dispongono di più siti culturali, fino al gratuito per i cittadini dell’Unione Europea under 18 e over 65. Una politica, questa, seguita dal Museo Nazionale Etrusco e la Necropoli di Tarquinia, la Necropoli e il Museo Archeologico Nazionale di Cerveteri, il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, il Museo delle navi romane di Nemi, le Scuderie Aldobrandini per l’Arte e il Museo Tuscolano di Frascati. Non c’è traccia, invece, di una moderna strategia come, ad esempio, quella delle “carte integrate” che, ormai da anni, molte città italiane ed europee hanno adottato nel loro percorso di promozione del patrimonio culturale, ottenendo risultati positivi. Al tradizionale “biglietto cumulativo”, che permetteva di accedere a più siti culturali, si è ormai optato quasi ovunque per sistemi attenti a collegare diverse tipologie di servizi, dalla cultura al trasporto, dalla ristorazione allo svago, al fine di migliorare la domanda. Dalle tourist card alle card musei, Cinzia Renzi candidata alla presidenza di Fiavet Nazionale I l Presidente della Fiavet Lazio, Cinzia Renzi, il 14 dicembre, in occasione del consueto incontro “natalizio” che si è svolto all’Hotel Universo di Roma, ha presentato ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della Fiavet dalle artecard al più consueto abbonamento annuale ai musei, la cultura sembra ormai correre su nuovi binari. Basta pensare a città italiane come Venezia, che ha adottato la Venicecard, proposta in varie versioni per rispondere alle esigenze di un pubblico vario, come Torino, con le sue tre card, come Palermo, con la sua speciale card a chi pernotta almeno una notte nella città, o ad una regione come la Campania, con la sua Artecard. Senza dimenticare le carte, con servizi e destinatari a “tipologia variabile” di Bologna, Cremona, Genova, Padova, Pisa, Siena, Udine e Vicenza. La city card ha ormai conquistato l’Italia, ma anche in Euro- nazionale, che deciderà il rinnovo dei suoi ver tici all’inizio del 2006. «Il mondo del turismo in questi anni si è evoluto», ha dichiarato la Renzi, «ed io mi farò portavoce delle istanze di cambiamento e innovazione che arrivano dal nostro settore. La nostra categoria è stanca di ascoltare promesse che puntualmente non si trasformano in nulla di concreto: agenzie ed operatori hanno bisogno di una rappresentanza for te e di un suppor to concreto per la tutela della professione e del lavoro della categoria, per rinnovare l’immagine ed il ruolo della Fiavet come la più consolidata e rappresentativa tra le Associazioni di categoria del nostro mondo del turismo». Per il rilancio del periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 15 INTERVENTI pa ha riscosso un innegabile successo. I motivi sono riconducibili alla qualità e alla varietà dei servizi offerti.A testimonianza dell’ampia diffusione di questo moderno ed efficace strumento di promozione culturale la Die Wien-Karte di Vienna, che include circa 150 servizi scontati, tra cui musei, monumenti, teatri, bar, caffè, ristoranti; l’Amsterdam pass olandese, che consente l’utilizzo gratuito del sistema di trasporto urbano, sconti in molti musei e convenzioni con negozi e ristoranti; la card di Monaco, che permette sconti per i siti culturali ma, nelle sue diverse versioni, favorisce anche gli spostamenti in metropolitana verso l’aeroporto; le card di Madrid, Barcellona e Lisbona, la Strasbourg card francese; le due card di Berlino, un pass per i musei e una welcome card per il libero accesso al trasporto pubblico. Anche Roma ha a disposizione una serie di card che offrono vantaggi sull’acquisto del biglietto per la visita di alcuni siti di competenza della Sovrintendenza Archeologica e della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.Tra queste, l’archeologia card, che include anche uno sconto per una visita didattica o il noleggio di un’audioguida ed è valido per sette giorni, e carte dedicate all’Appia Antica, ai Musei Capitolini e al Polo Museale Nazionale Romano. La capitale però, dopo alcuni tentativi di vario successo, avrà ben presto una vera e propria “city card”. Lo scorso 30 novembre la Giunta capitolina ha infat- ti approvato un protocollo d’intesa per la realizzazione di una carta unica integrata per l’accesso ai musei cittadini, statali e comunali, simile alla “Campania ArtCard tre giorni Napoli e Campi Flegrei”. Con questi numerosi precedenti, anche di successo, pure i comuni della provincia romana potrebbero valutare l’ipotesi di un progetto di promozione del patrimonio culturale locale comune che attraverso il sistema delle “carte integrate” renda più appetibile l’offerta turistica e magari possa favorire un certo interscambio turistico. Con apposite convenzioni o sconti si potrebbe incentivare la visita di diversi siti di interesse culturale sul territorio e addirittura lo strumento delle card potrebbe consentire ai diversi comuni o alle altre province laziali di agganciarsi agli importanti flussi in transito per la Capitale, favorendo la visita anche a quei musei dell’hinterland che non di rado celano pezzi di qualità e pregio non inferiore a quelli che fanno parte delle più blasonate collezioni. Un altro importante capitolo, ancora tutto da aprire, è inoltre quello del marketing e del merchandising, concetti ancora largamente sconosciuti in buona parte delle istituzioni di carattere culturale del nostro Paese ma che soprattutto all’estero hanno realmente mutato le sorti di non pochi siti storico-archeologici o museali. Eppure il trasferimento e l’applicazione delle “leggi” della pubblicità e del marketing ruolo della Fiavet nazionale Cinzia Renzi ha presentato un ricco programma in cui si punta al riavvicinamento dei vertici della Federazione nazionale alla sua “base”, al potenziamento dei rappor ti con le istituzioni amministrative e politiche, con gli Enti pubblici e con tutti i protagonisti della filiera turistica italiana, alla valorizzazione del patrimonio turistico, dando spazio alla formazione tecnica e professionale del personale delle imprese turistiche, e alla costituzione di una vera e propria “unità di crisi”, formata da associazioni di categoria delle agenzie di viaggi e tour operator, da associazioni dei consumatori e istituzioni, capace di intervenire in situazioni di crisi, in caso cioè di attentati alla cultura consentirebbe – almeno secondo quanto mostrano alcune esperienze condotte con successo anche nel nostro Paese - da un lato di suscitare l’interesse da parte del pubblico per luoghi, mostre e collezioni che oggi languono semi ignorate qua e là nella nostra pur ricca provincia. Dall’altro il trasformare severe e forse anche un po’ polverose sale in luoghi di ritrovo, dove dopo o durante la visita è possibile incontrare gente, sorseggiare una bibita, acquistare un libro o un souvenir probabilmente aiuterebbe parecchie amministrazioni o soprintendenze – dai bilanci perennemente risicati - a prendersi maggior cura di un patrimonio che rimane enorme e anche per questo sottoutilizzato, mancando le risorse per aprire nuove sale, sorvegliare in maniera adeguata quelle esistenti o recuperare e restaurare opere. Insomma, girando per la provincia, ove tra l’altro vi sono luoghi dalle grosse potenzialità, come il Museo dello Sbarco Alleato e l’Antiquarium di Nettuno, la celebre villa di Nerone e il parco naturale di Tor Caldara di Anzio, il Museo Tuscolano, ospitato nelle ex Scuderie Aldobrandini, di Frascati, o il museo Archeologico Nazionale di Palestrina, - luogo natio di un celeberrimo compositore - pare proprio che manchi una certa mentalità manageriale, in grado di far si che l’unica nostra vera e inesauribile risorsa, la cultura, possa trasformarsi anche in una fonte di ricchezza - perché no? - economica. terroristici o di catastrofi naturali. Durante l’incontro di dicembre sono state anche presentate le linee guida della Fiavet Lazio per il 2006. Oltre ai corsi di formazione e ai seminari, l’associazione si impegnerà ad istituire il “Bollino Blu” per la cer tificazione della qualità dei servizi offerti dalle Agenzie di viaggio della Regione, e a monitorare, come è stato fatto fino ad oggi, la situazione del turismo a Roma dopo l’introduzione del nuovo Piano Pullman, che regola il traffico dei bus turistici nella Capitale dal primo gennaio. Alla Signora Renzi gli auguri ed il migliore “in bocca al lupo” da par te dell’EBT. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 16 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI La legge regionale del 2001 per la valorizzazione della costa: «Un’ottima idea mal gestita» V.M. L a legge regionale numero 1 del 5 gennaio 2001 con le «Norme per la valorizzazione e lo sviluppo del litorale del Lazio», ha tentato di adottare un approccio nuovo, di natura strategica, per quanto riguarda la gestione della zona costiera, col quale si dovevano accogliere e sperimentare le indicazioni, formulate in ambito europeo, per poter infine arrivare ad una gestione integrata delle zone costiere. A cinque anni dall’approvazione di questo provvedimento, che avrebbe potuto cambiare il volto di una estesa porzione del territorio, cerchiamo di capire a che punto siamo. Per poter realizzare quanto contenuto nello spirito e negli articoli della legge sono state costituite a suo tempo la Società Litorale S.p.A che, col compito di fare da centro di sostegno, provvedendo all’organizzazione di molteplici attività e, il centro di coordinamento e di collegamento tra i diversi ambiti settoriali denominato “Cabina di regia per lo sviluppo del litorale del Lazio”, la cui funzione doveva essere di assicurare, in modo continuativo, l’assunzione di decisioni, coordinarle «sinergicamente» e trasformarle in azioni. La Regione Lazio avrebbe dovuto in seguito istituire un fondo speciale destinato a finanziare un programma di interventi per rafforzare l’attività turistica, valorizzare e salvaguardare le risorse strutturali ed ambientali, diversificare e specializzare l’offerta turistica e culturale, potenziare le attività produttive marittime e infine di incrementare l’occupazione. Secondo i principi del progetto i beneficiari dei finanziamenti dovevano essere le province e gli enti locali territoriali, anche in forma associata; gli enti pubblici e le società a partecipazione pubblica, le associazioni, le organizzazioni non lucrative sociali (Onlus), le imprese e le cooperative sociali private. I territori interessati dagli interventi dovevano essere i comuni delle province di Roma, Latina e Viterbo che, seppure solo parzialmente costieri, per essi il mare rappresenta una componente fondamentale delle attività economiche e sociali. Attualmente, anche se sul litorale molto è stato fatto in termini di miglioramento, valorizzazione e riqualificazione delle risorse e delle strutture presenti, ci sono ancora fabbisogni consistenti da soddisfare, soprattutto a causa della non felice situazione pregressa, che rappresentano una priorità nell’ambito della programmazione regionale. Dal punto di vista turistico inoltre è chiaro che il litorale laziale si trova ancora in una fase, per così dire, di transizione e l’obiettivo principale che il Programma integrato si era prefissato era proprio quello di passare da una condizione di ridotta spendibilità - a causa delle numerose situazioni di degrado, della insufficiente valorizzazione delle risorse, della dotazione di attrezzature ricettive ancora scarsamente diversificata - a una condizione di rilancio delle economie costiere. Gli interventi cui i comuni costieri del Lazio miravano, in sostanza, erano finalizzati a migliorare e rafforzare l’attrattività turistica e lo sviluppo produttivo, nonché a recuperare, conservare e valorizzare il patrimonio ambientale ed il territorio. In questo ambito rientrano ad esempio le opere per il recupero ed il risanamento delle zone costiere degradate, come gli impianti di depurazione e riutilizzo delle acque reflue.Altre iniziative invece avrebbero riguardato la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali, storiche, artistiche, monumentali e delle aree naturali protette marine e terrestri nonché l’incremento delle attività produttive artigianali. Con l’obiettivo primario di giungere ad una diversificazione dell’offerta e la creazione di un’immagine turistica qualificata. Tra i più interessati allo sviluppo turistico della costa ci sono sicuramente i gestori e i proprietari di stabilimenti balneari. Fabrizio Fumagalli, presidente del Sindacato Italiano Balneari del periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 17 INTERVENTI Lazio, non è affatto soddisfatto: «Su indicazione dell’Unione Europea si è parlato per anni, e ancora si parla, di gestione integrata della costa, partendo da due considerazioni: sulla costa vi è una grande concentrazione di popolazione e gli indicatori sullo sviluppo turistico danno numeri esponenziali di future presenze sulle coste del Mediterraneo.Tutto questo ha portato l’Unione Europea a sollecitare i Paesi membri ad intervenire sulle loro coste con i finanziamenti adeguati e con politiche di concertazione e di programmazione di interventi pubblici e privati, tesi a cogliere le opportunità di sviluppo provenienti dal mercato garantendo al tempo stesso la salvaguardia dei valori ambientali. Ciò premesso è apparsa subito opportuna una Legge che stanziasse i primi 140 miliardi di lire (parliamo del 2001) e istituisse la Società Sviluppo del Litorale per avviare studi e coordinare interventi in un quadro coerente con i principi comunitari (gestione integrata della costa). Il primo stanziamento doveva essere un volano per la nostra economia ed integrato ogni anno con successivi finanziamenti» Invece cosa è avvenuto? «Dopo cinque anni possiamo dire senza ombra di dubbio che una buona idea e tutte le corrette aspettative sono state completamente disattese», dice ancora Fumagalli, secondo il quale «la classe politica ed amministrativa che doveva gestire il tutto ha mostrato tutta la sua incapacità. Di fatto in cinque anni non sono stati spesi neanche i soldi impegnati nel 2001 e non si è dato vita ad alcun progetto integrato. In questo tempo è stato speso solo il 50% della disponibilità iniziale e solo da parte della Regione Lazio, che ha utilizzato i fondi per il ripascimento di alcune spiagge». Il presidente del sindacato balneari si augura adesso che la nuova giunta Marrazzo, come ha assicurato l’assessore al Turismo, Raffaele Ranucci, dia la spinta necessaria a far decollare la legge. Un primo segnale positivo è la scelta del nuovo direttore generale, Romolo Guasco, che ha una grande esperienze nel settore. Riguardo le ragioni dell’insuccesso, sempre secondo Fabrizio Fumagalli, queste sarebbero essenzialmente tre: «In primo luogo, l’amministrazione ha costruito un sistema decisionale che rinviava alla cabina di regia della Regione Lazio ogni responsabilità, sia sulle scelte di indirizzo, legittime, sia su quelle operative e di verifica, inutili, con il risultato di avere tempi decisionali straordinariamente dilatati, in grado solo di inibire qualsiasi capacità operativa della Società pubblica sviluppo del litorale S.p.a.». In secondo luogo non si sarebbe fatta una scelta strategica sulle priorità e sulle disponibilità finanziarie. La legge infatti consente di finanziare praticamente tutto: dai depuratori all’arredo urbano, dal ripascimento delle spiagge alle strade, dai parcheggi alla portualità, dai parchi alle discariche; inoltre potevano utilizzarla, anche se con modalità diverse, sia le imprese private che i comuni, le Province, i consorzi pubblici o la stessa Regione. Infine il bando del 2003 limitava fortemente l’accesso ai privati, sia per la modesta contribuzione sia per la complessità della documentazione e delle procedure richieste. Insomma, per Fumagalli «la legge regionale n.1 del 2001 dal titolo altisonante:“per lo sviluppo e la valorizzazione della costa del Lazio” è una ottima idea molto malamente gestita» In ogni caso, a cinque anni di distanza, si constata ancora una debolezza di immagine del prodotto turistico “litorale”, una forte stagionalità e concentrazione dell’offerta turistica, con evidenti effetti negativi sulla redditività delle imprese e sulla professionalità delle risorse umane, che non riscontrando nel settore una prospettiva stabile acuiscono il fenomeno del turn over. Il patrimonio ricettivo inoltre è ancora fortemente caratterizzato dall’utilizzazione di seconde case, con livelli di manutenzione medio bassi, che drogano il movimento delle presenze privilegiando la quantità rispetto al fatturato e alla qualità; mentre la ricettività alberghiera è inadeguata e lontana dalla “massa critica” da proporre ai mercati turistici nazionali e interna- zionali. Inoltre è scarsa e in alcune zone inesistente la presenza di alloggi agrituristici, formula di ospitalità che ha dato ottimi risultati in altre regioni italiane. Detto questo, il litorale laziale potrà diventare veramente competitivo? Fumagalli non è troppo pessimista: «Le testimonianze storiche del Lazio conferiscono un’identità assolutamente tipica: lungo tutta la costa vi sono presenze archeologiche che integrano quelle più cospicue e celebri di altre aree, inoltre vi è la testimonianza storica delle torri costiere, che rappresentano un sistema a sé. Anche se il mare del Lazio non appare allo stato attuale una risorsa naturale capace di competere, nel suo insieme, con altri tratti delle coste italiane è però possibile valorizzare le diffuse e capillari risorse storico-culturali che ne fanno uno dei più significativi contesti “storicomarini” italiani». Sembra di capire che se si pensa al litorale laziale come ad una Rimini del Tirreno la battaglia, almeno al momento, è persa. Al turismo centrato sulla balneazione, dequalificato dal fenomeno della “privatizzazione” della costa mediante la massiccia costruzione di seconde case, si può però cercare di affiancare un turismo medio-alto, dalla forte componente culturale. In altre parole, un turismo che interpreti e valorizzi il tipico insieme di natura e cultura che costituisce il tratto identificante del territorio del Lazio. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 18 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI Nasce l’Agenzia regionale. Promuovere il turismo e «fare sistema» V.C. D ata di nascita: 31 gennaio 2006. L’Agenzia regionale per il turismo del Lazio vede finalmente la luce dopo la firma del protocollo d’intesa nel dicembre scorso tra Regione, Province, Comune di Roma. Una struttura, quella dell’Agenzia, di cui la Regione farà parte al 51%, oltre alle Province, alla Capitale e a Unioncamere. «Grazie a questo accordo», dice Marrazzo, il presidente della Regione Lazio, «i territori, le province, la capitale, potranno finalmente fare sistema, valorizzando ciascuno le proprie grandi potenzialità, in una logica che non perda mai di vista il principio dell’integrazione». Come spiega Raffaele Ranucci, assessore regionale al Turismo, «L’Agenzia è una dimostrazione che la regione cresce, includendo e non escludendo». Il nuovo organismo nasce anche con l’obiettivo di promuovere l’immagine della Regione Lazio all’estero.A confermarlo è lo stesso Ranucci, che ribadisce comunque il ruolo fondamentale, anche se ridisegnato, che le aziende di promozione turistica continueranno ad avere: «Nel nuovo testo le aziende di promozione turistica restano dove sono, con una variazione. Avranno un ruolo diverso quando verrà fatta la revisione della legge regionale». Novità a cavallo tra vecchio e nuovo anno, anche l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale del Lazio il piano triennale 2004-2006 per il turismo. Con un duplice obiettivo: ridistribuire il movimento turistico da Roma su tutto il territorio della Regione attraverso la valorizzazione di itinerari poco conosciuti, e destagionalizzare il flusso di arrivi. Investiti, per ciascun anno, 3 milioni 870mila euro, che andranno a finanziare operazioni di marketing e promozione, editoria e partecipazione a fiere e mostre. Si cercherà quindi, incrementando il turismo nelle province laziali, di aumentare anche la permanenza dei turisti nella Capitale. A spiegarci natura, scopo e ruolo della nascitura Agenzia per il turismo è Maria Pia Garavaglia, vice sindaco di Roma, che esprime soddisfazione per un accordo raggiunto “in maniera unitaria”, il che, sempre per la rappresentante della municipalità capitolina, rappresentava un obiettivo “veramente importante”. Quali compiti avrà l’Agenzia? L’Agenzia dovrà promuovere l’immagine turistica regionale ed essere presente in tutti gli eventi specifici del settore, sia nazionali che internazionali, portando avanti una vera e propria azione di marketing territoriale. La novità è che avendo la veste giuridica di S.p.a. lo potrà fare con una agilità e rapidità fino ad oggi impensabili, venendo meno tutti quei tempi morti rappresentati dagli adempimenti burocratici prima necessari, ogni volta che l’istituzione pubblica doveva partecipare ad una borsa per gli operatori turistici o a qualche altra manifestazione. Soprattutto l’Agenzia dovrà coordinare e integrare le politiche turistiche delle diverse istituzioni, dimostrando inoltre che tale coordinamento rappresenta un modello efficace per una reale promozione turistica della regione e che è anche replicabile da parte di altre realtà» Il presidente Marrazzo ha dichiarato che grazie a questo accordo i territori, le province, la capitale, potranno finalmente “fare sistema”. Ma secondo molti imprenditori e rappresentanti di categoria è proprio questo che finora è mancato. Cosa garantisce che adesso sarà diverso? È chiaro che per realizzare un effettivo coordinamento non si potrà prescinde- re dall’effettivo coinvolgimento anche degli imprenditori e degli operatori turistici. Se ciò non avverrà sarà un fallimento, tanto più che vi dovrà essere una armonizzazione di tutta una serie di aspetti che vanno dalla fiscalità, alla certificazione di qualità, all’armonizzazione dei prezzi, che riguardano molto da vicino la vita delle imprese. In ogni caso fare sistema significa anche fare in modo che Roma, da sempre imputata di essere una calamita troppo forte per il turismo regionale, diventi a sua volta un traino per gli altri territori. Quale sarà la ripartizione delle risorse? Per il momento avremo a disposizione i fondi, alquanto ridotti, già stanziati dalla Finanziaria. Poi dipenderà dalle successive leggi di bilancio, sperando che in un settore delicato come il turismo non prosegua oltre misura l’attuale tendenza a restringere i cordoni della borsa. Con l’agenzia potrà ripartire anche la valorizzazione della costa, come previsto dalla legge n.1 del 2001? Purtroppo si tratta di una legge che al momento langue. Era prevista una cabina di regia per lo sviluppo del litorale del Lazio, che doveva essere una sorta di conferenza di servizi, con dentro le rappresentanze di tutti i soggetti. L’Agenzia che dovrà nascere è qualcosa di diverso e non ha poteri in quell’ambito ma è chiaro che potrà diventare un potente stimolo alla ripresa del progetto, poiché può semplificare molte procedure e fornire utili suggerimenti. Con quali strumenti aprirete un dialogo con il neocostituito Comitato nazionale per il turismo? Ponendosi come principale obiettivo l’armonizzazione e il coordinamento delle diverse politiche e iniziative in materia di turismo l’Agenzia dovrà periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 19 INTERVENTI Quando la matematica è un’opinione R.C. L a pubblicazione dei dati sul turismo a Roma, ad opera dell’Ente bilaterale per il turismo, è stata l’occasione per una serie di dichiarazioni politiche che però – secondo alcuni - non sembrano aver colto in pieno la realtà che si cela dietro i numeri. Un fatto, questo, abbastanza preoccupante in quanto lascia supporre che almeno una parte della classe dirigente non ha ancora ben chiara l’importanza di una programmazione condivisa su un settore strategico per lo sviluppo del territorio. Poiché i numeri sono i numeri vale la pena ricordare quanto il rapporto, presentato alla stampa lo scorso 13 dicembre, contiene riguardo l’occupazione delle camere: «Nel periodo di Natale (dal 23 al 28) le camere di albergo vendute saranno pari a circa 90 mila con una crescita del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e il tasso medio si attesterà intorno al 37,15%». Sotto il profilo delle presenze, sempre secondo i dati, si registrerà inoltre un incremento del 40%, grazie ai 173 mila turisti attesi nella Capitale. «Per Capodanno (dal 29 dicembre al 3 gennaio)», si apprende ancora dalle stime dell’Ebt, «le camere vendute saranno pari a circa 118 mila con una crescita del 31,28% ed un tasso di occupazione medio del 48,83%». Da ciò si deduce che a fronte di un incremento sensibile delle presenze rispetto a un anno fa permane ancora un notevole “gap” per colmare l’intera disponibilità di camere negli hotel di Roma, visto che più della metà rimane invenduta. Tra i primi a commentare il quadro emerso dal rapporto è stato il sindaco della “città eterna”,Walter Veltroni, che si è rallegrato dei risultati ottenuti grazie al lavoro della sua amministrazione: «Gli aumenti delle presenze turistiche per Capodanno e Natale rispetto allo stesso periodo del 2004 sono davvero delle cifre magiche. Il lavoro e le capacità che questa nostra città dedica ai visitatori vengono ripagati in moneta sonante: in termini di prestigio e in termini di vantaggi economici assai consistenti».A stretto giro si è fatto sentire anche il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra: «Lo straordinario successo della Capitale va condiviso anche con gli operatori del settore che hanno sempre più bisogno di essere competitivi sia sul mercato nazionale che internazionale». Dopodiché Alleanza Nazionale ha innescato la polemica mettendo in risalto quello che è sembrato un non trascurabile vizio interpretativo. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio,Andrea Augello, ha infatti sottolineato come le cifre salutate con entusiasmo dal primo cittadino di Roma «più che frutto di una magia, sìano il prodotto di una miracolo: le camere d’albergo vendibili, infatti, sono in tutto 40.310, oltre a circa 15 mila posti letto degli istituti religiosi più altre 10 mila unità tra residence e B&B. Impossibile, quindi, venderne 90 mila, a meno che la Garavaglia e Veltroni non si affrettino a costruirne 25 mila con mezzi di fortuna». «Oltre a ciò», ha proseguito Augello, «secondo i dati di uno studio condotto dall’Apt, il tasso di occupazione media degli alberghi nel dicembre 2004 era del 45,80%. Se adesso l’aspettativa è del 37,15, è evidente che sono diminuite le prenotazioni». Precisato che le 90 mila “camere vendute” si riferiscano all’intero periodo (23-28 dicembre); placati gli animi, passata la sfuriata, l’unico dato certo è che il turismo, suo malgrado, è ancora oggetto di uno scontro politico che in questo momento pare poco opportuno. L’interesse cruciale, per una provincia e una regione come la nostra, è infatti di lavorare per la valorizzazione e la promozione del patrimonio turistico – che per inciso, secondo il VII Rapporto sull’economia romana 200405, fattura oltre 10 milioni di euro ogni giorno – e a prevalere dovrebbe essere la convergenza d’intenti e l’impegno comune per incrementare e sostenere un comparto spesso dimenticato dalle politiche istituzionali. E questo al di là di certi infortuni; anche se per non pochi addetti ai lavori appaiono purtroppo assai sintomatici. I segreti per un turismo di successo Nel mondo globale del turismo il valore del management è diventato decisivo per garantire la penetrazione sui mercati delle imprese turistiche. Senza una formazione di livello superiore coloro che hanno in mano le sorti di un’azienda rischiano di non essere in grado di definire impostazioni gestionali adeguate alla complessità delle decisioni che l’impresa impone di assumere per contrastare la competitività. Per formare il capitale umano delle imprese turistiche è necessario utilizzare un metodo formativo idoneo a far interpretare il mercato e intervenire per conquistarsi spazi produttivi. Il volume di Tommaso Paolini, docente di Economia del turismo all’Università degli Studi dell’Aquila, dopo un approfondimento delle tematiche macroeconomiche del turismo che un imprenditore deve conoscere, espone una serie di teorie e concetti riguardanti la domanda e le sue diverse correlazioni con consumi, prezzi, economia, ambiente. Affronta quindi le problematiche dell’offerta e in particolare del sistema delle imprese, delineando strategie di sviluppo e di gestione. Tommaso Paolini: Economia del Turismo per futuri imprenditori e manager, edizioni Agra periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 20 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI Comunità montane, queste sconosciute Roberto Coramusi L a Provincia di Roma conta cinque Comunità Montane. Queste sconosciute dovremmo dire. Infatti, esclusi gli addetti ai lavori, in pochi ne conoscono le funzioni e le loro ubicazioni. Eppure in tutto il territorio nazionale costituiscono una realtà importante di raccordo tra le diverse istituzioni, in particolare tra i Comuni, e rappresentano un’occasione speciale di salvaguardia e promozione territoriale. Nella nostra Provincia, approfondendone le attività, le Comunità svelano realtà altrimenti poco pubblicizzate, quali i Castelli Romani e Prenestini, i Monti della Tolfa, l’Aniene, i Monti Lepini e la zona di Tivoli. A consacrare la montagna, riguardo lo sfruttamento razionale e la bonifica del suolo, quale una delle priorità tra le attività statali è la Costituzione repubblicana che ne fa cenno all’art. 44. Solo nel 1971 però si è dato corpo all’organizzazione istituzionale, tramite la legge quadro 1102, con la creazione della Comunità Montana come nuovo ente di diritto pubblico. Grazie a questo intervento legislativo, seppur tar- divo, le Regioni si sono viste riconosciute i poteri per delimitare le zone dove costituire le Comunità. Sono state necessarie leggi regionali di attuazione, approvate nel corso degli anni successivi. Il Lazio ha provveduto con la l. 16/73, modificata dalla l. 9/99, e per l’individuazione le zone montane ha tenuto conto delle affinità socio-culturali e le caratteristiche di omogeneità del territorio, cui dovrebbe seguire quanto prima un riordino funzionale delle stesse come previsto dalla legge 142/90. Nel 1994 poi, è intervenuto ancora una volta (legge 96) il legislatore nazionale che ha riconosciuto alla Comunità il ruolo di autentica protagonista delle zone montane. L’ambito di competenza della Comunità Montana interessa l’incremento economico del territorio montano con precise regole di programmazione dei piani pluriennali, inoltre è titolare delle deleghe in materia di progettazione urbanistica. I profili che riguardano le iniziative della Comunità sono: territoriale (risorse ambientali e sistema trasporti e viabilità locale), economico (attività economiche in aree depresse), sociale (servizi per la collettività) Comunità dei Castelli e Prenestini, la parola d’ordine è: concertazione Giuseppe De Righi è il presidente della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini, con lui cerchiamo di capire meglio quale posto ha il turismo tra le competenze della Comunità. In particolare, nel complesso delle risorse da destinare all’attività, circa il 40% viene impiegato in campo turistico. Assieme alla movimentazione di altri soggetti che vengono coinvolti, la spesa si aggira intorno ai 600 mila euro annui. Il bilancio è così strutturato: la parte corrente (che serve all’esistenza stessa della Comunità Montana) è coperta dai fondi del Ministero degli Interni; altro è destinato dal Fondo nazionale per la Montagna; il resto è sottoposto a finanziamento da parte di Comuni, Provincia e Regione. Che importanza ha il turismo nel complesso delle attività della Comunità Montana? «Il nostro territorio ha una vocazione particolare per il turismo. Nello specifico, le nostre iniziative sono tese a valorizzare tre aspetti specifici: il primo riguarda il patrimonio naturalistico, a cominciare dal Parco regionale dei Castelli Romani, il secondo interessa l’archeologia, di cui possiamo vantare tra gli altri il sito del Tuscolo, il terzo riguarda i beni monumentali, in particolare le ville sontuose delle famiglie tuscolane. Per dare sistematicità alle attività dedicate al turismo abbiamo messo a punto un sistema museale territoriale che si di collegamento e promozione per i musei civici e nazionali presenti nel territorio della Comunità. Inoltre abbiamo bandito una gara per realizzare un progetto finalizzato al marketing turistico per l’utenza scolastica romana: vogliamo pensare ed offrire alle scuole Elementari e alle Medie dei pacchetti di visita ideali per far conoscere le nostre bellezze in maniera educativa». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 21 INTERVENTI e culturale (valorizzazione delle tradizioni locali). Di sua competenza sono anche gli interventi speciali, che ricomprendono tutte le azioni organiche dirette allo sviluppo globale mediante la tutela e la valorizzazione delle qualità e delle potenzialità ambientali proprie dell’habitat montano. Nello specifico, il territorio romano offre prospettive di sviluppo legato alle Comunità montane che interessano gli abitanti ma anche i turisti. Spesso però viene rimarcato come manchi una programmazione condivisa con la Regione Lazio, nonostante il governo regionale sia il massimo organo riguardo la realtà montana. I fondi per la promozione delle bellezze del territorio sono ripartiti in misura maggiore tra gli accordi con la Provincia, i finanziamenti statali e le partnership con i privati, e ancor più si potrebbe fare se si stipulassero maggiori intese a livello regionale. L’attività di divulgazione culturale su vasta scala risulta essere un tema centrale, spesso di collegamento tra le tante attività, perché finalizza i vari settori della programmazione delle Comunità. Ambiente, arte, archeologia, enogastronomia e riscoperta delle tradizioni sono solo alcuni argomenti che fanno delle offerte turistiche montane un motivo di visita per il turismo estero ma anche per quello romano, da alcuni definito della “gita fuori Comunità montane, come trovarle come contattarle Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini Indirizzo: Via della Pineta, 69 (Rocca Priora) - 00040 Telefono: 06/9470944 Fax: 06/9470739 Sito internet: http://www.xicomunitamontana.lazio.it Sistema Museale Terr.le dei Castelli Romani e Prenestini http://www.museumgrandtour.it/ Comunità Montana Monti Lepini (Area Romana) Indirizzo:Viale Ungheria, 11 (Segni) - 00035 Telefono: 06/97261033 Fax: 06/97260296 Sito internet: http://www.cmmontilepini.it porta”, a cui le Comunità guardano in maniera particolare. Anche perché i numeri della domanda proveniente dalla Capitale sono in aumento, soprattutto per quel che riguarda il turismo domenicale. La Comunità Montana dei Monti Lepini ha incentrato la promozione del proprio territorio su due tematiche forti: la natura e la cultura. In merito a quest’ultima ha ideato un percorso virtuale che ripercorre le vite di alcuni personaggi famosi legati a questa terra, tra i quali Thomas Becket,Alessandro IV, Innocenzo III e Leone XIII.Tra le idee in via di realizzazione ci sono Quali sono i rapporti con la Regione, la Provincia ed i Comuni presenti nel vostro territorio? «Innanzitutto è bene sottolineare che sono un convinto assertore della concertazione a livello istituzionale, per poter fare sistema ed offrire maggiori servizi alla collettività credo sia l’unica strada percorribile. Purtroppo a livello ragionale, a parte lo stanziamento di fondi una tantum, non c’è una relazione proficua. Speriamo che con il nuovo governo laziale si possa iniziare a lavorare in sinergia nell’interesse di tutti. Con la Provincia di Roma il rapporto è buono, nel futuro potrebbe anche diventare ottimo. Grazie all’interesse del presidente Gasbarra abbiamo firmato due anni fa un protocollo d’intesa che prevede l’impegno dell’amministrazione provinciale a finanziare specifici progetti delle Comunità Montane. Due grandi iniziative, come la predisposizione del nostro territorio per la banda larga wi-fi e la creazione della casa dell’associazionismo e del volontariato (inaugurata il 5 dicembre 2005), si inseri- Comunità Montana Tivoli Indirizzo:Via Acquaregna, 90 (Tivoli) - 00019 Telefono: 0774/314712 Fax: 0774/330915 Sito internet: http://www.comunitamontanativoli.com Comunità Montana dell’Aniene Indirizzo:Via Cadorna, 8 (Subiaco) - 00028 Telefono: 0774/829201 - 0774/829202 Fax: 0744/829206 Comunità Montana Monti della Tolfa Indirizzo: P.zza della Repubblica, 29 (Allumiere) - 00051 Telefono: 0766/96290 Fax: 0766/96290 anche diversi sotto-progetti, che interessano le esperienze più disparate. Meritano una citazione In moto sui Lepini, tramite l’ideazione di pacchetti e servizi dedicati a chi si muove sulle due ruote, Pic-Nic sui Lepini, coinvolgendo le aziende di produzione agricola e vinicola, e Tradizioni in piazza, creando il supporto logistico e strutturale alla realizzazione di momenti di intrattenimento per le località dell’area. Come riportato nel programma esecutivo quinquennale di sviluppo dei Monti Lepini, nei vari incontri e confronti con gli attori del turismo territoriale (amministratori pubblici ed scono proprio in questo contesto. Inoltre abbiamo in cantiere la creazione di un polo fieristico che avrà sicuramente positive ricadute sul turismo. Per quanto riguarda i Comuni, la sinergia è eccellente e questa ha portato all’attuazione di servizi molto utili, come quello forestale associato. Per ultimo, ma non d’importanza, c’è il confronto con le altre realtà montane del Lazio, con le quali abbiamo celebrato la prima riunione generale lo scorso dicembre a Palestrina. Insieme ci possiamo scambiare informazioni e consigli utili, dovremo intensificare questa relazione». Che riscontro hanno le vostre iniziative nella società civile? «La linea scelta è quella di curare sia il rapporto diretto con i Comuni sia di lavorare in modo sussidiario agli altri soggetti che operano nel territorio e posso affermare che tale indirizzo ha pagato, perché abbiamo registrato confortanti risultati socio-economici. A darcene atto sono stati i cittadini per primi che si avvicinano alle nostre iniziative con sempre maggiore interesse». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 22 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI imprenditori privati) è emersa però l’esigenza di organizzare un organo di lavoro agile e competente, in grado si supportare operativamente lo sviluppo dell’area. E’ il caso della Comunità Montana di Tivoli che ha predisposto un’agenzia turistica ad hoc (Anionovus) per offrire servizi alla domanda e all’offerta turistica e, allo stesso tempo, fungendo da legame tra queste due componenti.Tramite il sito internet (www.anionovus.it) è possibile conoscere gli itinerari turistici dedicati all’a- rea sabino tiburtina e prenestina (sapori e prodotti tipici; artigianato locale; feste, sagre e fiere) e prendere contatto con le aziende turistiche del territorio. L’area web dedicata alle offerte speciali ed ai programmi week-end invece potrebbe essere meglio sviluppata e soprattutto più aggiornata perché le proposte risultano essere ormai superate. Alla Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini si deve invece un’analisi dettagliata dei principali dati statistici sul turismo che evidenziano l’importanza di questo settore per il territorio in questione. Snocciolando i numeri si comprende come l’offerta della ristorazione, che da sola supporta una grande quantità di occupazione nonché fonte di reddito, è in percen- tuale più alta rispetto alle altre medie provinciali, regionali e nazionali. Discorso inverso per le presenze annue per posto letto, a testimonianza di quanto sia legata al turismo romano questa specifica zona turistica. Innovativa nel suo genere invece è la costituzione del Sistema Museale Territoriale, denominato “Museum Grand Tour”, tramite il quale si è creato un collegamento sinergico tra i musei civici dei Castelli. Il 2 ottobre 2003 è stato costituito mediante la stipula di un accordo di cooperazione tra la Comunità Montana e i Comuni aderenti che vede la partecipazione di tutte le realtà istituzionali competenti a partire dal Ministero dei Beni Culturali. Oltre alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale locale il progetto si distingue anche per la qualificazione e la formazione dei giovani nell’ambito dei servizi culturali. E sotto certi punti di vista è un aspetto ancora più importante perchè investire sugli operatori più giovani vuol dire ipotecare il futuro. V soluzioni, non semplici prodotti speciale reception “LA SOLUZIONE” contattaci dal 1989 V I SERVIZI: Fornitura apparecchiature • Noleggio apparecchiature • Contratti di assistenza tecnica • Supporto per la installazione di hardware e software • Materiali di consumo/supporto apparecchiature • Garanzie Xerox "Cliente soddisfatto" • Certificazioni • Xerox ISO9002 sulla qualità delle apparecchiature e del servizio di assistenza Automata 2 s.r.l. Via L.Cadorna, 11 - 00053 Civitavecchia (Roma) Tel. 0766.50.07.24 r.a. Fax 0766.20.720 e-mail: [email protected] periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 23 INTERVENTI Quando il più autentico made in Italy è snobbato dagli sponsor Alessandro Circiello N on è una forzatura far rientrare anche la gastronomia nel “Made in Italy”, questa sorta di marchio internazionale della fantasia, della qualità e del buon gusto italico che ha decretato il successo e la fortuna di non poche aziende nazionali. Del resto anche entro i nostri confini si è da tempo affermata la tendenza a riscoprire sapori tradizionali e non, facendo dello slow food un fenomeno quasi di massa, grazie anche al fiorire di programmi televisivi e rubriche su quotidiani e periodici a grande diffusione. Ciò ha fatto sì che sempre più turisti, oltre che ammirare monumenti, città e musei, chiedano di potersi incontrare con la nostra migliore tradizione enogastronomica, presentandosi sovente con un affatto disprezzabile bagaglio di nozioni circa i nostri prodotti e marchi. Insomma anche la cucina è diventato un buon veicolo di promozione turistica o quanto meno un corollario sempre più necessario. Proprio per questo è importante che chi lavora nel settore (cuoco, gestore o proprietario di ristoranti e trattorie) sia sempre aggiornato sulle tendenze e soprattutto sappia continuamente qualificare e aggiornare la propria offerta di piatti e ricette. Per questo motivo è incredibile che in un Paese come il nostro, in cui si incontrano esercizi pubblici dedicati alla ristorazione praticamente dietro ogni angolo, eventi importantissimi come la Coppa del Mondo e Olimpiadi Culinarie suscitino scarsissima attenzione al di fuori delle riviste specializzate. Eppure si tratta di chermesse internazionali di grande prestigio e richiamo, organizzate come vere e proprie gare agonistiche e realizzate con grande dispendio di risorse. Sono in poche parole l’equivalente delle più importanti sfilate di moda a Milano, New York o Parigi, oppure dei grandiosi saloni dell’automobile di Ginevra o Detroit, ai quali giustamente Tv e giornali dedicano importanti servizi. Simili appuntamenti infatti determinano le tendenze del mercato e rappresentano una vetrina di quanto l’industria della moda e dell’auto, che produce fatturato e occupazione, sono in grado di proporre ai consumatori di tutto il mondo; ma rappresentano anche una fonte di ispirazione e di elaborazione per tutti coloro che operano in quei settori. Ebbene, quanti da noi hanno saputo che alla recente Coppa del Mondo che si è disputata a Basilea, e alla quale hanno partecipato quasi cento concorrenti, l’Italia è stato il paese più rappresentato? In Svizzera è stato messo sul piatto il meglio della cucina mondiale, e quindi anche italiana, e anche qui i nostri cuochi hanno dovuto prodursi in performance di altissimo livello e in ulteriori sforzi creativi. Sono questi gli ambiti nei quali nascono le nuove tendenze e dove si elaborano le migliori idee. E’ una gallina dalle uova d’oro che purtroppo le aziende italiane – peraltro poco aiutate anche dalle amministrazioni pubbliche che ignorano questi avvenimenti – sprecano. Solo per fare un esempio: negli Stati Uniti c’è stata una vera e propria gara fra alcune aziende alimentari per diventare lo sponsor ufficiale della propria “nazionale cuochi”, mentre altri team hanno potuto contare sul sostegno dei rispettivi governi. Polipo croccante in carpione di frutta INGREDIENTI PER 4 PERSONE per il polipo: polipo gr. 400 timo gr. 2 olio extra vergine oliva gr. 20 semola gr. 100 per il carpione: mele verdi gr. 200 pesche gr. 200 arance gr. 300 aspretto lamponi gr. 10 olio extra vergine oliva gr. 50 cipollotto gr. 30 menta in foglie gr.10 citronella gr. 30 sale gr. 5 Procedimento per il polipo: sbiancare il polipo in acqua per 30 minuti; appena è freddo tagliarlo a tronchetti. Passare in olio e timo, poi al semolino; quindi friggerlo in olio d’oliva. per il carpione: tagliare il cipollotto e farlo soffriggere per qualche minuto con la scorza dell’arancia, aggiungere la frutta tagliata a listelli e cuocere a fuoco alto, per qualche minuto. Aggiungere l’agretto di pesche, un goccio di olio, sale e infine menta e timo. Questo preparato si può servire sia caldo che freddo. Composizione: Adagiare nel piatto il carpione di frutta, sovrapporre il polipo e concludere il piatto con la salsa. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 24 / anno 4 - numero 25 INTERVENTI A proposito di promozione del territorio. L’esperienza dell’eco-museo Angela Schito E co-museo, sinonimo di museo open air o, per utilizzare un termine a noi più familiare, museo di un territorio (comunale, area protetta), è un concetto che nasce negli anni Settanta nei paesi nordici, periodo storico in cui, data una progressiva deruralizzazione e conseguente perdita della memoria localistica, si fa strada il desiderio di recuperare l’identità del proprio territorio. Oggi, con i dovuti ammodernamenti, il termine indica uno spazio espositivo, con vocazione didattica, legato ad un’area ben precisa, in cui è possibile ritrovare nel loro contesto originario elementi culturali e ambientali. In pratica si realizza attraverso un mosaico di diverse “azioni sul territorio” che tendono a valorizzarlo, secondo criteri di sostenibilità ambientale. Queste azioni possono verificarsi su due scale: una, urbanistica, e l’altra di “animazione”. La prima si serve dello strumento dei piani che si differenziano tra regolatori, di assetto (nelle aree protette) e di recupero (nei centri storici). In quest’ultimo caso una parte del territorio comunale particolarmente disagiata, poiché in passato ha subito un progressivo abbandono, viene recuperata e valorizzata, facendo assumere agli edifici finalità diverse ma prevalentemente culturali, come nel caso di musei e di aree espositive. La seconda si serve dei progetti, i quali hanno una connotazione prevalentemente culturale; essi includono visite guidate sul territorio, manifestazioni teatrali, progetti di solidarietà, sagre, ma anche attività di formazione rivolte a studenti di diversa età. Il concetto di animazione, però, si estende fino ad includere incontri con la popolazione all’interno dei quali essa è chiamata a partecipare alle decisioni che riguardano il territorio, influenzando anche i piani urbanistici, oltre lo svolgimento dello stesso progetto. Con tutti gli aspetti che esso comporta, l’eco-museo non è una realtà estranea; anzi, è più vicina a noi di quanto non possiamo immaginare. Proprio nella Regione Lazio, da qualche anno, un team di esperti (architetti, ecologi, antropologi, esperti in allestimenti e linguaggi espositivi) ha dato vita, in collaborazione con amministrazioni locali, a progetti innovativi e affascinanti.Tutto è nato dalla vocazione per il territorio e lo sviluppo sostenibile di tre architetti – Adriano Bennicelli,Alberto Rossi, Rita Rufo - i quali negli anni, attraverso la compenetrazione di competenze diverse, hanno creato la Cooperativa Verdeblu, con sede a San Donato Val Comino e a Roma, che oggi si occupa, appunto, della promozione del territorio con progetti di allestimento museale, sentieristica, guide, formazione. A spiegare come il concetto di ecomuseo si sia affacciato nel Lazio, in particolare nella provincia di Frosinone, è Adriano Bennicelli, architetto, esperto di linguaggi espositivi ed uso dei materiali. La prima esperienza che riportata è quella di Ausonia, un piccolo comune ciociaro, ricco di tradizioni, dove qualche anno fa è stato avviato un progetto ecomuseale: «Ausonia è il paese della pietra, un borgo di scalpellin. E’ un paese di gente che ha la pietra ovunque, anche dentro casa». Il progetto è partito dalla volontà dell’amministrazione comunale di ridare vita ad un castello medioevale diroccato, collocato all’interno del parco regionale dei Monti Aurunci, con l’idea di restaurarlo e destinarlo a sede del museo demoantropologico. Quest’ultimo, come spiega Bennicelli, appositamente denominato “Museo della Pietra”, non rappresenta un sito convenzionale, con all’interno un’esposizione di collezioni, ma «è il frutto di un lavoro di interpretazione del territorio, attraverso la memoria della gente, che ha come filo conduttore l’uso della pietra». Si tratta di uno strumento indispensabile per la comprensione e la lettura di un’area che attorno alla pietra ha sviluppato attività manifatturiere, ha costruito usi sociali, valori, simboli e cultura. «L’allestimento di questo museo prevedeva necessariamente la raccolta di testimonianze da parte della comunità locale, con foto e video. Successivamente, il loro inquadramento scientifico e antropologico»; immagini e contenuti infatti sono stati riprodotti all’interno di uno spazio espositivo altamente evocativo fatto di pannelli, scatole da aprire, pulsanti con cui interagire, videoistallazioni, in cui, tra rumori, linguaggi e stimoli diversi, ognuno può tracciare un proprio percorso esplorativo. L’allestimento del museo, in realtà, doveva rappresentare il primo fondamentale tassello per la realizzazione del mosaico eco-museale che comprendeva anche la realizzazione di visite guidate, attività teatrale all’interno della piazza d’arme, sagre ed iniziative di solidarietà. «Purtroppo il processo è stato portato avanti solo fino ad un certo punto», aggiunge l’architetto, «perché l’amministrazione, dopo averci dato fiducia ha perso le elezioni. Dopo di ciò il discorso non è più continuato». Lo stop è sopraggiunto nella fase in cui si sarebbe dovuta avviare la gestione vera e propria del museo, attraverso l’attivazione di cooperative locali. «Il nostro modo di operare», spiega Bennicelli, «è periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 25 INTERVENTI principalmente questo: fare del museo non soltanto l’oggetto per il turista che si reca nel posto, ma il volano per la creazione di nuova impresa per la gente che abita il territorio. Sono proprio le persone le prime che devono accoglierlo, farlo proprio e promuoverlo». Per il nostro esperto, quindi, è giusto parlare di un vero e proprio processo di identificazione e integrazione tra la popolazione e il museo in quanto strumento, o meglio, risorsa locale; un processo graduale, che deve essere attivato fin da subito: «Noi non pensiamo di poter giungere in un territorio con la pretesa di farci autori del vissuto altrui. Il nostro obiettivo è stato coinvolgere la gente del posto, attivando dei canali di comunicazione e di scambio di esperienze». Purtroppo, come abbiamo accennato, l’esperienza di Ausonia non è stata completata. Ciò a dimostrazione che spesso le nuove amministrazioni locali, che si insediano all’indomani delle elezioni, preferiscono lanciare segnali di cambiamento rispetto al passato e alle iniziative dei predecessori, anche a costo di perdere di vista ciò che potrebbe “funzionare”, in termini di immagine e di sviluppo territoriale. Fortunatamente diverso il caso di San Donato Val Comino, anch’esso comune della provincia di Frosinone, situato nel versante laziale del parco Nazionale d’Abruzzo. Qui gli esperti della cooperativa Verdeblu hanno avviato un progetto, assieme all’architetto Mario Tomas, di riqualificazione ambientale, partendo dallo studio della dimensione pubblica del centro storico e dalla riqualificazione del cavo urbano (strade e piazze). Secondo i nostri architetti, dietro ad ogni intervento di riqualificazione del territorio, sforzo comune di progettisti e amministrazioni locali deve essere il saper leggere il paesaggio, coglierne la sua vocazione. Come spiega Bennicelli «ciò vuol dire riuscire ad interpretare un luogo, capire perché è fatto in quel modo piuttosto che in un altro; capire perché, ad esempio nel comune di San Donato Val Comino vengono utilizzate come pavimentazione le selci di fiume, mentre in Trentino Alto Adige prevale il porfido. Capire il paesaggio vuol dire scoprire il genius loci, ovvero la vocazione, l’anima di un posto, la quale condiziona tutti gli aspetti, dalla mentalità della gente a come il luogo si evolve nel tempo». Tutto ciò è indispensabile per non incappare in grossolani errori, gli stessi che in passato hanno deturpato i centri storici dove è stato fatto largo uso di infissi in alluminio poiché questo materiale rappresentava per molti un segno di modernità e di affrancamento dal retaggio contadino. Per dirla col nostro intervistato: «Quando gli architetti, e le amministrazioni comunali con i piani regolatori hanno permesso questo, hanno dimostrato di non capire il genius loci del loro territorio». Tornando a San Donato, all’interno di un complesso conventuale del ‘700, è stato creato, in collaborazione con Legambiente Lazio, uno spazio polifunzionale chiamato Centro di Cultura Ambientale, che accoglie al suo interno il museo geologico del territorio. Quest’ultimo, strumento fondamentale per la conoscenza del territorio, sotto una chiave di lettura naturalistico-geologica, rappresenta il cuore pulsante di un programma più ampio di attivazione dell’ eco-museo Val di Comino. Qui l’amministrazione comunale ha voluto coniugare il momento culturale a quello ricettivo promovendo dapprima la realizzazione di attività didattiche, campi scuola per ragazzi, laboratori a tema ed escursioni e successivamente di una foresteria con posti letto e servizi, secondo i principi di un turismo eco-sostenibile. Il Centro di Cultura Ambientale è gestito da una cooperativa locale; esempio di integrazione tra chi abita il territorio e i progetti di promozione e sviluppo, i quali devono ovviamente poter avere come ricaduta la creazione di attività economiche e servizi.Tra l’altro non mancano i finanziamenti. Il Comune di San Donato ha beneficiato infatti del contributo dell’Unione Europea e dell’assessorato all’Utilizzo, tutela e valorizzazione delle risorse ambientali della Regione Lazio (obiettivo 5b – interventi specifici aree protette). Proprio sui finanziamenti si giocherà, in futuro, la riuscita di gran parte dei progetti di sviluppo del territorio e sulla capacità, da parte delle amministrazioni locali, di gestirli al meglio; senza perdere di vista i principi dell’efficacia e della trasparenza delle proprie azioni. Ma forse ancor più importante è non perdere di vista, come conferma infine Bennicelli, che chi abita la provincia ha voglia di raccontare il proprio vissuto, di rendere partecipi gli altri del proprio passato e delle proprie tradizioni. Un patrimonio di conoscenze innegabile, che va accolto e valorizzato al meglio e senza il quale non è possibile riscoprire il territorio e renderlo “fruibile” e interessante agli occhi degli altri. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 26 / anno 4 - numero 25 www. japanitalytravel .com Japanitaly news NOTIZIARIO Giapponesi in viaggio tutto l’anno Che i turisti giapponesi viaggiano tutto l’anno, o almeno che segmenti diversi della popolazione turistica nipponica creano un flusso continuo in uscita dal Paese, era un fatto già noto ma Japanitaly ha da poco reso noto i risultati di una ricerca effettuata nel mese di giugno 2005, con obiettivo l’Italia, che ha messo in luce il fenomeno nei suo dettagli. Si tratta dunque di una analisi molto interessante, specialmente per i responsabili del marketing e per chi si trova nella condizione di dover pianificare la promozione dell’offerta turistica italiana nel modo migliore, che di seguito presentiamo in sintesi. La previsione per quest’anno è che il numero dei pernottamenti dei turisti giapponesi superi abbondantemente la cifra di 4 milioni. Le indagini svolte dall’Enit mostrano una curva piatta per tutti i mesi dell’anno con una leggera flessione per il periodo di Capodanno, quando è tradizione che le famiglie nipponiche si riuniscano. Un po’ come si fa anche in Italia a Natale. Un primo picco di arrivi si verifica nel periodo aprile-maggio, in coincidenza con la tanto attesa golden week; cioè la prima settimana di maggio quando, per una fortunata serie di coincidenze sul calendario, c’è la disponibilità di nove giorni filati di vacanza. Durante il lunghissimo ponte uffici e negozi chiudono e tutti si godono un meritato periodo di relax. Dunque si può senz’altro affermare che per quanto riguarda il turismo giapponese l’alta stagione è la primavera e l’autunno. La ricerca di Japanitaly, condotta attraverso un questionario somministrato ad un campione di 501 giapponesi, ha in ogni caso chiarito che i mesi in cui i giapponesi preferiscono visitare l’Italia sono aprile (13.6% delle preferenze), maggio (39.5% delle preferenze espresse) e giugno. Solo il 7% preferisce agosto, che nel nostro Paese corrisponde all’alta stagione.Altri picchi si registrano a settembre, scelto dal 31.7% degli interpellati, e ottobre (35.1%). Il 18.8% invece opta per dicembre. Nel mese di gennaio a muoversi sono soprattutto le signorine, che approfittano della concomitanza dei saldi per viaggiare e fare shopping. Febbraio e marzo sono generalmente occupati dal segmento degli studenti (universitari) in quanto le lezioni e l’anno accademico iniziano il primo aprile; i due mesi precedenti pertanto sono utilizzati da molti ragazzi per lunghe vacanze in Italia, ove hanno anche l’opportunità di imparare l’italiano. Un aspetto importante, che vale la pena sottolineare, è che i giapponesi sono portati a programmare meticolosamente il viaggio in anticipo e con dovizia di particolari.Tre mesi di preparazione sono il tempo minimo impiegato ma c’è chi dedica alla pianificazione anche sei mesi. Durante questo periodo di consultano di norma tutte le fonti a disposizione: da quelle cartacee ai siti on line, senza trascurare gli amici e i conoscenti che si sono già cimentati nel viaggio. Oggetto di tanta cura sono soprattutto i dettagli, e più se ne scoprono più il viaggio rappresenterà un successo, da raccontare poi a conoscenti ed amici appena tornati a casa.Attenzione quindi ad effettuare la promozione della propria offerta turistica con congruo anticipo ed a proporsi nel modo giusto all’esigente pubblico giapponese. Come già ricordato su queste pagine gli abbonati Adsl in Giappone, al 30 giugno 2005, erano oltre 21.7 milioni, mentre in totale gli utenti internet hanno superato i 71 milioni. La rete è perciò un media importantissimo, a patto che si riesca a comunicare in maniera efficace col pubblico di riferimento. Non dimentichiamo che non solo la lingua è un ostacolo, ma anche la cultura nipponica, così distante dalla nostra. Per questo motivo Japanitaly ha messo a punto uno strumento semplice ma efficace che consente agli operatori turistici italiani non solo di procurarsi dei contatti in rete ma di potersi promuovere alla maniera giapponese. Un esempio è disponibile su richiesta scrivendo a [email protected]. Le previsioni 2006 dei maggiori T.O. (dal corrispondente a Tokyo) Secondo le previsioni della JTB, il maggior tour operator (T.O.) giapponese nel 2006 il numero totale dei turisti nipponici che andranno all’estero raggiungerà la rispettabile cifra di 18 milioni (record storico), con un aumento del 3.4% rispetto al 2005. Contribuiscono a questo primato tre fattori: i grandi eventi sportivi all’estero, come le Olimpiadi invernali a Torino; l’apertura di vari aeroporti locali e il forte e vivace aumento dei viaggi del segmento senior, con un reddito elevato ed una pensione soddisfacente. Anche in conseguenza di ciò si stima che la spesa totale dedicata ai viaggi all’estero raggiungerà i 5.350 miliardi di yen, con un aumento del 5.3% rispetto al 2005. Le destinazioni principali saranno ovviamente l’Europa, in particolare l’Italia e la Germania, che ospitano i grande eventi sportivi, ma recupereranno sul 2005 la Cina e la Corea. Per quanto riguarda Torino, in Giappone si stanno già pubblicando numerosi articoli giornalistici e si mandano in onda programmi televisivi che alimentano il clima olimpionico. C’è infatti un discreto numero di atleti che potrebbe aggiudicarsi una medaglia e sia la JTB che la KINKI, i due T.O. giapponesi più importanti, hanno pronti dei pacchetti per partecipare sia all’ inaugurazione dei giochi, sia ai vari eventi sportivi. Contribuisce a questa “propensione olimpica” anche il fatto che ben quattro città giapponesi (Tokyo, Sapporo, Nagoya, Fukuoka) si sono candidate per ospitare i giochi nel 2016. Purtroppo però pare le amministrazioni locali del Piemonte non abbiano saputo approfittare a fondo di questa magnifica opportunità, facendo in modo che le Olimpiadi siano per i giapponesi l’occasione per scoprire turisticamente Torino e l’intera regione. Perlomeno a Tokyo, infatti, non è giunta alcuna proposta di nuovi itinerari legati alla cultura o all’enogastronomia di questa bellissima parte del nord Italia. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 27 NOTIZIARIO Aran Blu Hotel, quattro stelle per Ostia M.L.C. L’ Aran Blu Hotel di Ostia, piazzato com’è proprio davanti l’ingresso del Porto di Roma, e a meno di dieci metri dalla spiaggia ricorda un galeone in secca.A suggerire l’analogia è la struttura a traliccio, cosi simile ad un albero di maestra, piazzato tra le due ali dell’edificio di tre piani ma soprattutto è la serie di lampioni appesi sulla facciata, che richiamando inconfondibilmente i fanali degli antichi velieri conferiscono alla costruzione quasi l’aspetto di un cassero. Considerata la collocazione la scelta estetica è senza dubbio azzeccata, anche se di “antico” nell’hotel – aperto da giugno scorso - c’è veramente poco. La struttura è decisamente moderna, ed elegante, pronta ad accogliere con ogni confort gli ospiti nelle sue 68 camere dotate di balcone privato che guarda il mare. L’hotel inoltre dispone di snak bar – ma presto aprirà il ristorante -, centro benessere e solarium, un’area meeting capace di accogliere 90 persone. Per i clienti è a disposizione il garage privato e un servizio di bus che collega l’albergo con l’aeroporto di Fiumicino, gli scavi di Ostia antica e la vicina riserva naturale. La collocazione dell’albergo – che si aggiunge all’Aran Park Hotel in zona Eur - è stata decisa da Angela Armellini, la cui famiglia ha cominciato ad investire nel ramo alberghiero dopo aver accumulato una solida esperienza nel campo delle costruzioni. Perché proprio a Ostia? Per l’attuale e nuovo direttore, Francesco Novello, è un po’ un ritorno al passato, quando Ostia era la porta sul mare di Roma imperiale. Oggi, con i progetti per la valorizzazione del litorale romano e l’entrata in funzione dell’approdo turistico, il lungomare torna ad essere un punto strategico per il turismo e per la Città Eterna, che ritroverà quello che da sempre è il suo lido. Del resto nei piani dell’attuale direzione c’è proprio la fidelizzazione di quanti sceglieranno Ostia, e l’Aran hotel, per il pro- prio soggiorno, un obiettivo da raggiungere, come spiega ancora Novello, con la proposta di un ambiente familiare, elegante e caldo, in cui l’ospite si senta considerato come persona e non solo un cliente tra i tanti. Fa parte di questa strategia anche la scelta delle quattro stelle, che secondo il direttore, rappresenta una classificazione – almeno per il momento ideale: «qui a Ostia ancora non c’è un turismo di élite e il nostro hotel, che è comunque elegante e di classe, può benissimo cominciare, senza strafare e senza i costi elevati del cinque stelle, a richiamare quella clientela selezionata che rimane comunque nei nostri obiettivi». Prossimo passo in questa direzione, come ha confermato Bruno Cali, il direttore che ha per così dire tenuto a battesimo l’hotel, sarà cercare di stringere accordi con il vicino aeroporto di Fiumicino, anche se l’impresa non sarà facile, considerato che vi sono consolidati rapporti con diverse catene di alberghi. Intanto, spiega ancora Cali, l’Aran punta a stringere ancor più il legame con la città-quartiere, che ha mostrato di apprezzare questa nuova presenza, specialmente dopo la sponsorizzazione della gara velica delle associazioni balneari che si è svolta questa estate. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 29 NOTIZIARIO Alla Fiera della piccola editoria, in cerca di viaggi di carta Letizia Crescenzi G li italiani sono un popolo di santi e di navigatori ma stando alle statistiche non sono certo un popolo di lettori. Il Lazio sembra però fare eccezione. Secondo i numeri resi noti nel corso della quarta edizione di Più libri. Più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria che si è svolta a Roma dall’8 all’11 dicembre scorso, mentre nel resto d’Italia solo il 41,4% delle persone legge un libro nella nostra regione la percentuale sale al 43,4%, con una spesa di circa 155 milioni di euro. Sempre nel Lazio ci sono 907 case editrici, il 17,2% del totale, e tra il 2000 e il 2004 l’aumento di titoli da parte delle piccole e medie case editrici romane è stato del 12,4%. Infine, sempre a Roma, i lettori dal 1999 al 2004 sono aumentati del 9,6%. Purtroppo è ancora poca cosa di fronte alle cifre ben più consistenti di altri Paesi europei; eppure l’offerta è veramente enorme e varia.Tra gli stand delle 358 editrici che hanno partecipato a Più libri. Più liberi si poteva trovare di tutto: dai libri gialli alla saggistica, dal fumetto al libro fotografico e soprattutto guide e libri per turisti. Naturalmente la nostra attenzione e curiosità si è concentrata proprio sulle case editrici specializzate in pubblicazioni “da viaggio”. Ne abbiamo individuate quattro: Newton and Compton, Airone Editore, Geogramma, La Ruffa; anche se altri editori hanno in catalogo volumi che senz’altro hanno il potere di affascinare gli aspiranti viaggiatori, rendendo un prezioso servizio al nostro turismo. Bardi Editore ad esempio pubblica libri di archeologia e non mancano volumi assai pregevoli, ricchissimi di immagini e curiosità, dedicati alle più belle città e ai borghi meno conosciuti d’Italia. Alla Fiera le edizioni Geogramma hanno presentato un originale puzzle della Città Eterna, mentre La Ruffa ha presentato in anteprima cartine tridimensionali di Roma, che si troveranno in commercio dal 2006. La Newton and Compton, pioniera del libro tascabile e presente da trent’anni sul mercato italiano con un vasto repertorio di testi, ha portato invece alcune splendide guide turistiche dedicate alla Capitale: Gli acquedotti di Roma, libricino tascabile in vendita a un euro, Le Chiese Medioevali di Roma, e Le piazze storiche di Roma, in grande formato e dal costo un po’ più elevato: 41 euro. Anche l’editrice Airone, specializzata in testi sulla salute e sulle piante, ha presentato alcune guide che illustrano le bellezze capitoline, esposte assieme a quelle delle principali città del mondo, come Vienna, Parigi, Miami e Il Cairo: tutti a un prezzo assai abbordabile. Non potevano mancare pubblicazioni dedicate ai musei, particolarmente numerosi e con preziose collezioni, come la utile Guida ai Musei e alle collezioni di Roma e del Lazio di Palombi Editori, firmata da Francesca Mattei; assai ricca di particolari. Originali le guide ai ventidue rioni di Roma: da Campo Marzio a Prati, a Testaccio mentre Barbara Drudi ha ideato e realizzato delle guide per i più piccoli, come Bambini alla scoperta del Lazio. La Palombi Editore, sul mercato dal 1914, è sempre stata attenta allo studio e alla divulgazione del patrimonio storico, artistico e culturale, cercando sempre nuovi spunti di approccio al lettore. E’ da questa sensibilità che è nata l’idea di pubblicare guide per bambini e Lapis è la prima ed unica collana di guide dedicate ai ragazzi, per seguirli nella loro scoperta delle varie città. Un esempio? Gli opuscoli didattici di Margherita Albertoni: Archeologia in Campidoglio o la Villa di Massenzio di Carmelina Camardo; oppure I bambini alla scoperta di Bologna (AAVV), I Bambini alla scoperta di Milano, di Monica Buraggi, e i Bambini alla scoperta di Roma antica, di Anna Parisi e Rosaria Punzi, con in copertina disegni della città in stile fumetto.Adatte invece a tutte le età giovani e adulti - le guide ai musei del Lazio, come il Museo Civico di Tolfa di Zifferero o il Patrimonio culturale di Gaeta di Sanfilippo e Pistolese. In stile fiaba il libro per i più piccoli: C’erano una volta i Romani, di Elisabetta Saggia. Un po’ guida, un po’ libro è la Romagenda, dell’ Agenzia il Segnalibro, che oltre ad aiutare ad organizzare i propri impegni quotidiani lungo l’arco dell’anno introduce ad una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta della Città Eterna. I planning settimanali infatti si alternano a pagine di storia, a schede di approfondimento su usanze, arti e personaggi corredate da riproduzioni di stampe e incisioni d’epoca. Senz’altro un gadget di classe. Particolarmente ricca anche l’offerta di testi dedicati all’enogastronomia, che come abbiamo avuto modo di segnalare più volte, sta diventando sempre più un motivo per mettersi in viaggio o quanto meno un corollario indispensabile per convincere i viaggiatori di tutto il mondo a tornare nel nostro Paese.Tra libri di ricette e veri e propri manuali per la riscoperta dei buoni sapori antichi faceva capolino tra gli stand anche qualche buona guida ai templi più o meno noti del gusto, non solo della Capitale. La casa editrice Panorama, specializzata in libri sulle Dolomiti e gli Appennini, ha presentato ad esempio Piatti tipici del Trentino. Anche Newton and Compton ha in catalogo moltissimi libri di ricette: da Cento migliori ricette di Cacciagione (Righi Parenti), a Cento migliori Ricette di ciambelle e frittelle (Valli), fino a Cento migliori ricette di funghi (Talenti Troiani). Il cibo ormai è un potente elemento di distinzione (e di attrattiva turistica) per il nostro Paese e gli editori a quanto pare lo sanno ormai bene. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 30 / anno 4 - numero 25 NOTIZIARIO Mostre, musica, teatro, eventi: la Roma da vivere Il seguente programma può essere aggiornato e la redazione non è responsabile di eventuali variazioni ACCADEMIA FILARMONICA ROMANA Stagione sinfonica e concertistica Teatro Olimpico www.filarmonicaromana.org QUARTETTO BERNINI Musiche di Collima, Mozart e Brahms 16 marzo 2006 MOSTRE IPPOLITO CAFFI. Luci del Mediterraneo Esposizione dedicata all’insigne pittore vedutista (1809-1866). MACRO MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA www.museodiroma.comune.roma.it Dal 15 febbraio al 2 maggio 2006 MOTO ROMA EXPO 2006 Manifestazione dedicata al mondo della motocicletta. L’intento è quello di dare al visitatore un’ampia panoramica su tutti gli aspetti di un viaggio, dalla pianificazione alla preparazione della moto, alla scelta degli accessori e dell’abbigliamento specifico. SPAZIO ETOILE - S. Lorenzo in Lucina www.motoromaexpo.it Dal 2 al 5 marzo 2006 ANTONELLO DA MESSINA Mostra sul grande pittore siciliano (1430 circa - 1479) del Quattrocento, che introdusse per primo la tecnica della pittura ad olio e la cui pittura è caratterizzata dalla presenza di elementi fiamminghi e provenzali, frutto delle sue esperienze presso la corte di Napoli e dei suoi numerosi viaggi in Italia e Provenza. SCUDERIE DEL QUIRINALE www.scuderiequirinale.it Dal 18 marzo al 25 giugno 2006 ETTORE BERNICH ARCHITETTO 1850-1914 Esposizione dedicata alla figura dell’architetto romano che elaborò, tra gli altri, alla fine dell’Ottocento il progetto per l’Acquario Romano, sede oggi della Casa dell’Architettura. CASA DELL’ARCHITETTURA www.casadellarchitettura.it Prevista per marzo 2006 GIULIO ARISTIDE SARTORIO Esposizione dedicata al pittore attivo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, tra i fondatori tra l’altro del gruppo dei “XXV della Campagna Romana” e autore del fregio decorativo per la nuova aula di Montecitorio compiuta nel 1912. CHIOSTRO DEL BRAMANTE www.chiostrodelbramante.it Prevista da marzo a giugno 2006 MUSICA CLASSICA ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA Stagione sinfonica e concertistica Auditorium Parco della Musica www.santacecilia.it e www.parcodellamusica.it I CHRISTIAN ZACHARIAS direttore Musiche di Mozart Dal 4 al 7 febbraio 2006 I ENNIO MORRICONE direttore Musica, cinema e spiritualità.Voce solista Amii Stewart Dal 25 al 28 febbraio 2006 I MSTISLAV ROSTROPOVIC direttore Musiche di Sciostakovich Dal 4 all’8 marzo 2006 I MAURIZIO POLLINI pianoforte Musiche di Boulez, Berg, Stockausen e Liszt 22 marzo 2006 ORCHESTRA SINFONICA DI ROMA Stagione sinfonica e concertistica Auditorium Conciliazione www.orchestrasinfonicadiroma.com HELDER TREFZGER Celebrazione del centenario della musica di Shostakovic 26 e 27 febbraio 2006 FRANCESCO LA VECCHIA direttore Canto della terra di Mahler 7 e 8 maggio 2006 MUSICA LIRICA TEATRO DELL’OPERA RIGOLETTO di Verdi Dal 10 al 18 febbraio 2006 MARIA STUARDA di Donizetti Dal 23 al 30 marzo 2006 SAKÙNTALA di Alfano Dal 21 al 27 aprile 2006 TEATRO NAZIONALE IL MATRIMONIO SEGRETO di Cimarosa Dal 9 al 19 marzo 2006 MUSICA SACRA CONCERTO ITALIANO Musica per la Quaresima a Napoli Musiche di Dentice, Gesualdo, Durante e Scarlatti. Direttore R.Alessandrini. TEATRO OLIMPICO www.filarmonicaromana.org 2 febbraio 2006 40 CONCERTI NEL GIORNO DEL SIGNORE La rassegna di musica sacra e classica promossa dal Servizio Diocesano per la periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 31 NOTIZIARIO Pastorale Giovanile del Vicariato di Roma. Negli scenari delle chiese romane, si alterneranno musicisti di grande fama e giovani artisti emergenti. www.vicariatusurbis.org/40Concerti/ Dal 22 gennaio al 18 giugno 2006 MUSICA POP E ROCK OASIS in concerto La band inglese capitanata dai fratelli Gallagher torna in Italia per presentare il nuovo album “Don’t believe the thruth”. PALALOTTOMATICA www.palalottomatica.it 7 febbraio 2006 APPARENTE TOUR - EROS RAMAZZOTTI in concerto Nuovo album e nuova tournèe per il cantautore romano che in queste due serate al Palalottomatica presenta alcuni nuovi brani del suo ultimo cd “Calma apparente” oltre a tutti i suoi più grandi successi. PALALOTTOMATICA www.palalottomatica.it 27 e 28 aprile 2006 BALLET DE CUBA La Compagnia, formata da artisti provenienti dalla “Scuola Nazionale delle Arti” dell’Avana, riesce a ricreare tutta la magia e la sensualità di Cuba attraverso una fusione tra differenti tipi di danze e offrendo un ampio repertorio di coreografie create da Nilda Guerra TEATRO SISTINA www.ilsistina.com 27 febbraio 2006 DEEP PURPLE Dopo l’uscita del nuovo album “Rapture of the Deep” arrivano in Italia i leggendari Deep Purple. TENDA A STRISCE www.tendastrisce.it 14 marzo 2006 OMAGGIO A BALANCHINE Etoiles e Solisti del New York City Ballet si esibiscono in “Apollo”,“Arlequinade”,“Pas de Deux “di Ciaikovsky, e “Who cares?” TEATRO OLIMPICO www.teatroolimpico.it 8 e 9 marzo 2006 DANZA TEATRO TEATRO DELL’OPERA GISELLE Dall’1 al 5 marzo 2006 GRADUATION BALL - IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI Dal 4 al 9 marzo 2006 DAL FAUST DI GOETHE Dal 10 al 14 maggio 2006 THE LOOKING GLASS Di Leonardo Petrillo. Con Philippe Leroy Teatro dell’Orologio Dall’1 febbraio al 6 marzo 2006 www.teatroorologio.it SORELLE Di Lidia Ravera. Con Lina Sastri Teatro Cometa Dal 7 al 26 febbraio 2006 www.cometa.org GIOVANNA D’ARCO Scritto, diretto ed interpretato da Monica Guerritore Teatro Quirino Dal 24 gennaio al 12 febbraio 2006 www.teatroquirino.it L’AMANTE INGLESE Di Margherite Duras. Con Giuliana Lojodice Teatro Piccolo Eliseo MOMIX - SUN FLOWER MOON Con questo nuovo spettacolo il mimo illusionista Pendleton celebra il venticinquesimo anniversario dalla fondazione dei Momix, il gruppo di acrobati e ballerini che emozionano con le loro esibizioni il pubblico di tutto il mondo. TEATRO OLIMPICO www.teatroolimpico.it Dal 14 febbraio al 5 marzo 2006 Dal 25 gennaio al 19 febbraio 2006 www.teatroeliseo.it FANTASMA D’AMORE Di Neil Simon. Con Anna Mazzamauro Teatro Manzoni Dal 21 febbraio al 19 marzo 2006 www.teatromanzoni.info UNA STORIA D’AMORE Di Anton Checov. Con Giulio Scarpati. Teatro Valle Dal 21 febbraio al 5 marzo 2006 www.teatrovalle.it VICTOR O I BAMBINI AL POTERE Di Roger Vitrac. Con Paolo Bonacelli e Valeria Cingottini. Teatro Parioli Dal 28 febbraio al 19 marzo 2006 www.teatroparioli.it LA DONNA DEL MARE Di Ibsen. Con Elisabetta Pozzi Teatro Argentina Dal 14 al 26 marzo 2006 www.teatrodiroma.net SPORT XII MARATONA DI ROMA Annuale appuntamento con il podismo nella Città Eterna. Lungo un percorso di 42 chilometri si potranno raggiungere tutti i luoghi simbolo della città Eterna. 26 marzo 2006 www.maratonadiroma.it TORNEO DELLE 6 NAZIONI Il più importante Torneo Europeo di Rugby. Partecipano: Inghilterra, Galles, Francia, Irlanda, Scozia ed Italia STADIO FLAMINIO 11 febbraio Italia - Galles 18 marzo Italia - Scozia www.federugby.it EVENTI FIERA CAMPIONARIA DI ROMA CASA IDEA Mostra dell’abitare Dal 18 al 20 marzo 2006 PARK LIFE Salone dei parchi e del vivere naturale. 1 e 2 aprile 2006 MOA CASA EDIZIONE PRIMAVERA Mostra di arredo e design periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 32 / anno 4 - numero 25 NOTIZIARIO Roma senza più segreti con eGuide, il cicerone elettronico Annamaria Meogrossi L a tecnologia irrompe oggi in tutti i campi, anche – come inevitabile – nel turismo e non solo perché grazie ai moderni jet e ai treni superveloci è possibile muoversi in poche ore da un continente all’altro. Con l’information tecnology, termine esotico ma ormai familiare ai più, si può ad esempio pianificare un viaggio fin nei minimi dettagli, comodamente seduti nella poltrona di casa; o, addirittura – ma per fortuna è ancora un paradosso – si può conoscere tutto di un paese lontano entrando col proprio pc in internet. La capillare diffusione dei microchip, entrati ormai ovunque, permette, infine, la realizzazione di marchingegni sempre più “portabili” e dispensatori di servizi per ogni esigenza e in ogni luogo. Ultima novità in questo campo, per la verità sempre affascinante e pieno di sorprese, è la eGuide prodotta dalla Moving Network, un mini-computer che prende per mano il turista e lo introduce, passo dopo passo, ai segreti, anche i più nascosti, della città che sta visitando. Il palmare – di questo si tratta – è ora disponibile anche a Roma grazie alla TMS (Tourist Media Service) che sta proponendo, ai turisti che soggiornano negli alberghi di Roma e Provincia, il noleggio della guida con la formula rent to rent.A tal proposito, la TMS ha sottoscrit- to una convenzione con la Federalberghi Roma che ha accolto la novità con grande interesse ed entusiasmo. Ogni eGuide contiene una mappa interattiva della Città Eterna, per sapere, in ogni istante, dove ci si trova e individuare gli itinerari migliori, la localizzazione dei monumenti principali e una loro descrizione, gli altri siti di interesse turistico e i punti di informazione. Il palmare contiene anche più di 200 brani audio, in 4 lingue, per conoscere le caratteristiche storiche e artistiche dei monumenti e le curiosità che possono essere ascoltate e riascoltate in totale libertà, senza essere costretti a seguire ritmi e tempi delle guide e dei gruppi. Ma eGuide è utilissima anche per lo shopping e per il divertimento, dal momento che contiene in memoria migliaia di informazioni su ristoranti, negozi, locali, eventi e spettacoli a Roma. Insomma, con questo mini-computer il turista ha letteralmente “in palmo di mano” tutto ciò che gli può essere utile nel suo soggiorno nella nostra città; dunque anche notizie sul sistema dei trasporti, con linee, tariffe e orari; sul sistema sanitario cittadino (pronto soccorso, ospedali, farmacie), sulla sicurezza (posti di polizia e numeri telefonici di emergenza) e naturalmente su dove trovare la propria banca o uno sportello bancomat. Per poter raggiungere il suo target la Tourist Media Service sta ora sviluppando accordi per creare punti di noleggio (eGuide Point) oltre che negli alberghi, anche in aeroporti, stazioni, campeggi e altri punti strategici. In particolare, è in fase di definizione una ulteriore convenzione con la FIAVET Lazio per inserire questo innovativo strumento nei pacchetti turistici. La formula, come accennato, sarà quella del rent to rent ovvero: gli operatori turistici noleggeranno i palmari che verranno poi noleggiati giornalmente o per piccoli periodi ai loro clienti. In questo modo aziende ed esercizi turistici potranno contare anche su un ritorno di immagine, potendo mettere a disposizione un servizio pratico, utile e… moderno. Naturalmente le eGuide potranno rimanere in deposito per lunghi periodi (alcuni mesi o anni) ma sarà possibile anche il noleggio spot, utilizzando centri dove le apparecchiature saranno collocate in comodato d’uso, in attesa di essere richieste; per quanto riguarda le tariffe di noleggio praticate agli operatori turistici queste saranno stabilite in relazione alla durata del “deposito” prevista nei contratti e al numero degli apparecchi noleggiati dall’operatore. Un ulteriore vantaggio per gli operatori che si offriranno come noleggiatori della eGuide è rappresentato dal fatto che le tariffe successivamente praticate ai propri clienti sono di loro esclusiva pertinenza, poiché la società proprietaria dei palmari si limita a suggerire un prezzo massimo. Altra possibilità, questa volta riservata agli imprenditori o ai gestori di esercizi pubblici, è quella di ospitare inserzioni pubblicitarie sotto forma di banner collocati in posizione strategica nelle schermate di eGuide nelle diverse sezioni (mappe, informazioni, audio, servizi), oppure l’inclusione negli elenchi per categorie merceologiche del turismo inserite nel settore informazioni; schermate descrittive con tabelle di orari e prezzi per servizi turistici a pagamento; sponsorizzazione di enti istituzionali e grandi aziende. Il contenuto di informazioni racchiuso nel micriochip del palmare può naturalmente essere costantemente aggiornato, anche per seguire i diversi calendari degli eventi e degli appuntamenti cittadini, effettuando il periodico download delle informazioni dal sito internet della periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 33 Jolly Hotels, l’Opa obbligatoria inizierà il 5 gennaio econdo quanto riportato dalla news letter periodica della Consob l’Opa obbligatoria sul capitale di Jolly Hotels promossa dalla famiglia Zanuso assieme alla finanziaria Canova, di Antonio Favrin e Dario Segre, e con Andrea Donà dalle Rose termina il 26 gennaio. S Il prezzo d’offerta è stato ritoccato al rialzo, salito a 7,708 euro per azione dai 7,7 indicati dai promotori all’inizio di ottobre ed è il risultato della media aritmetica tra il prezzo medio ponderato di mercato degli ultimi dodici mesi – pari a 7,708 euro – come ha spiegato la Commissione annunciando il proprio via libera alla pubblicazione del documento d’offerta. L’operazione, come si legge nel sito della Consob, «è finalizzata al delisting del titolo». Pertanto, se le adesioni supereranno il 90% del capitale, verrà promossa un’offerta residuale. In occasione dell’annuncio dell’operazione, Antonio Favrin, futuro presi- dente di Jolly, aveva però consigliato ali azionisti di non aderire all’Opa (lanciata ad un pezzo più basso del mercato) in vista di un futuro viluppo della società. Germania, il turismo organizzato in crescita del 4,4% l mercato del turismo organizzato in Germania è cresciuto del 4,4%, (15,4 mld di euro) nell’anno 2004-2005 terminato i 31 ottobre 2005. I passeggeri che hanno prenotato un pacchetto sono saliti a 28,2 milioni (più 6,1%). Sono questi i risultati di un’analisi condotta dalla rivista trade tedesca FVW, che ha monitorato 61 operatori, corrispondenti a circa l’80% del totale. Il mercato complessivo invece, in base alle ricerche della Rewe Touristik, è cresciuto da 34,8 a 36,9 milioni di vacanze, per entrate pari a 19,3 mld di euro l’anno scorso. Se sarà rispettata la previsione dell’associazione di categoria Drv, che ha stimato una crescita del 5% per il 2005, il mercato tedesco potrebbe raggiungere i livelli del 2001 e riacquistare il ritmo di crescita d lungo termine. Più cauti i tour operator, per i quali la crescita si dovrebbe fermare attorno al 2%. Tra I L’organizzazione dei viaggi affidata ai cellulari econdo le previsioni sarà la tecnologia dei cellulari a determinare lo standard dell’industria dei cellulari. Entro due anni chi viaggia per piacere o per affari potrebbe ricevere i biglietti di viaggio, le informazioni sulle prenotazioni e le destinazioni e il servizio cliente aftecare direttamente sul proprio telefono. Entro il 210 la tecnologia mobile potrebbe essere così sofisticata da consentire ai clienti di prenotare una vacanza direttamente dal cellulare. Le potenzialità della telefonia mobile sono state illustrate da Steve Procter, amministratore delegato di Mobycards al Travel Technology show, il salone delle tecnologie per il viaggio, che si è svolto a Londra dal 31 gennaio al primo febbraio 2006 S «Scherzando si può dire di tutto, anche la verità» Sigmund Freud Sapevate che… La Giustizia italiana ha riaperto le inchieste sulla strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980) e sulla morte di Calvi sotto il ponte dei Blackfriars a Londra? Caino intanto è fuggito all’estero perché potrebbero anche accorciarsi i tempi della sentenza della Corte di Cassazione in merito al processo intentatogli per l’uccisione di Abele. In attesa che la Giustizia italiana sistemi una volta per tutte la sullodata causa biblica, si apprende che è stato riaperto il caso Tenco, cantautore morto suicida a San Remo, 38 anni fa (38). le tendenze emerse dall’analisi della FVW, la crescita oltre la media dei piccoli tour operator specializzati con un incremento del 4% per il corto raggio, del 5,3% per il lungo e del 7,6% per le crociere. Global tourism management NOTIZIARIO periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 34 / anno 4 - numero 25 TRIBUNA DEL LAVORO Privacy, fatta la legge… Ecco come la si applica Valentina Caracciolo P rivacy e nuovi provvedimenti del Garante: lo speciale di Roma&Provincia in cifre ha cercato di chiarire il panorama della normativa più aggiornata che riguarda da vicino il lavoro degli operatori in albergo. E’ altrettanto importante, però, capire come questa normativa va incontro – o si scontra – con l’attività di tutti i giorni delle strutture. «Indubbiamente è stata una complicazione del nostro lavoro, perché impone nuovi obblighi, ha richiesto uno studio della normativa, scelte operative e formazione del personale. Inoltre anche le abitudini dei clienti sono diverse. Ma ci siamo adeguati e abbiamo accettato tranquillamente i nuovi adempimenti».A parlare è Raffaele De Petrillo, front office manager di Abitart Hotel in via Matteucci, a Ostiense. Gli chiediamo cosa la struttura ha fatto concretamente per rispondere agli obblighi di legge sulla privacy: «Intanto abbiamo modificato i modelli predisposti da far sottoscrivere ai clienti. Attualmente sono ancora cartacei e quindi abbiamo modificato i testi stampati. Presto saranno completamente telematici e quindi abbiamo preparato un nuovo software che ci fornirà i modelli da sottoporre al cliente: queste nuove schede contengono il testo da far sottoscrivere per la presa di conoscenza dei vincoli per l’azienda sui dati del cliente e quindi per l’espressione del consenso per i dati sensibili». Uno dei problemi da più parti sollevati, riguarda la comitive numerose, magari di clienti stranieri. Come avete affrontato la questione? «Questo», dice De Petrillo, «è indubbiamente un problema delicato e di non facile soluzione, anche perché, come dicevo, i clienti hanno abitudini diverse a seconda del paese di origine; in alcuni le procedure sono molto più semplificate delle nostre e non comprendono la necessità di obblighi sul consenso, altri invece sono abituati a normative ancora più stringenti». «Quando arrivano comitive di 50-60 persone», continua De Petrillo, «indubbiamente registrare tutti sottoponendo le schede e informandoli sugli obblighi del consenso relativamente ai dati non è una cosa facile e veloce. E i clienti mostrano fastidio perché magari sono stanchi e hanno voglia di andare immediatamente nelle stanze.Allora abbiamo scelto di informare le guide, che a loro volta fanno da tramite con i clienti e si occupano delle compilazione delle schede. Così siamo veloci, informiamo tutti e rispettiamo gli obblighi».Altre difficoltà segnalate erano relative alla gestione dei data base da parte dei dipendenti. Perciò chiediamo al front office manager di Abitart Hotel se sono state adottate misure particolari per i data base elettronici: «Le normali misure di protezione con firewall e antivirus», risponde De Petrilli. «Naturalmente ci sono anche password conosciute solo dal personale addetto. Di tutto quanto è responsabile il “sistemista” del software che cura gli aspetti della banca dati aziendale. Il personale che accede ai computer non ha smart card riservate, usiamo solo le password che, ripeto, sono conosciute solo dal personale addetto al ricevimento». Fondamentale, dalle parole di De Petrilli, risulta il ruolo delle associazioni di categoria nell’aggiornamento degli operatori rispetto alla nuova regolamentazione. «Non abbiamo fatto ricorso ad aziende esterne di consulenza per avere piena conoscenza dei nuovi obblighi, abbiamo studiato le norme anche con l’aiuto della documentazione che ci arriva dalla Federalberghi e dall’Apra, l’organismo provinciale del turismo. Sono state sufficienti ad adeguarci bene ai nuovi obblighi. Inoltre, le aziende fornitrici che lavorano con noi erano già informate per conto loro e quindi, anche se indubbiamente impegnativo, il passaggio alla nuova normativa lo viviamo abbastanza tranquillamente». Certamente meno positiva la visione di un funzionario di direzione di una grande catena di alberghi romana, che ci ha chiesto di non essere citato. E noi, ovviamente, rispetteremo la richiesta. «Davvero complicata e non facile da gestire», dice a proposito della normativa, «Non si tratta tanto di adempimenti complessi in sé, quanto piuttosto di difficoltà che vengono necessariamente dal numero significativo di persone che in vario modo entrano in contatto con i dati relativi ai clienti.Ad esempio, per ogni turno di portierato e accoglienza noi abbiamo almeno cinque persone, tutte autorizzate a raccogliere i dati dei clienti e ad inserirli; poi c’è la fatturazione, etc. Ecco, tenendo conto delle ferie, delle malattie, dei riposi, delle normali turnazioni, emerge subito la quantità di persone che hanno accesso ai dati e quindi la conseguente complicazione di rispettare i nuovi obblighi della privacy. Ma ci stiamo attrezzando e certamente terremo fede agli obblighi di gennaio e di marzo 2006».A che punto è, quindi, il lavoro di adeguamento, nuovo software, modelli di schede, gestione dei database? «Abbiamo cominciato da tempo e alcune cose le avevamo già pronte. Ad esempio non abbiamo dovuto cambiare i modelli delle schede compilate dai clienti perché contenevano l’autorizzazione al trattamento dei dati personali. Mentre invece per il resto abbiamo studiato le nuove normative e ci preparando». «Siamo un’azienda», spiega, «che gestisce numerosi alberghi, quindi abbiamo incaricato uno studio di consulenza per guidarci negli adempimenti di una normativa che, ripeto, è abbastanza complessa non tanto da capire quanto da realizzare concreta- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 35 TRIBUNA DEL LAVORO mente. Abbiamo predisposto con il loro aiuto anche il documento programmatico della sicurezza. Non abbiamo», prosegue il funzionario, «smart card ma password che sono conosciute solo dal personale che accede. Naturalmente c’è la normale vigilanza sull’accesso ai computer che sono riservati soltanto al personale autorizzato.Tuttavia ancora non abbiamo individuato la figura del responsabile della privacy, perché siamo ancora allo stadio sperimentale della nuova normativa con i suoi adempimenti. Ma certamente, ripeto, per marzo, sarà tutto a posto». Che fine fanno, gli chiediamo, le schede cartacee con i dati dei clienti? «Vengono conservate in contenitori e chiusi in armadi non accessibili se non con chiave. Finora le conservavamo per qualche anno, ora le distruggeremo, anche se francamente non abbiamo capito bene quanto tempo possiamo conservarle, perché prima si era detto che andavano distrutte in breve tempo, poi è sorta la questione delle esigenze di ordine pubblico, dell’antiterrorismo e delle indagini giudi- ziarie, per cui sembra che si sia fatta marcia indietro. Ma francamente anche su questo al momento non abbiamo informazioni certe». E per quel che riguarda l’uso dei dati a scopo di marketing promozionale, chiedete l’autorizzazione all’utilizzo? «Assolutamente no», è la risposta, «perché questo tipo di utilizzo nel nostro settore può provocare situazioni imbarazzanti per il cliente. Immagini soltanto il caso di chi riceve pubblicità o auguri o comunicazioni da parte di un albergo nel quale è stato ma di cui non ha mai informato il proprio partner…!». Di “complicazioni” parla anche Massimo Locatelli, responsabile sicurezza e trattamento dati Hilton Italia Srl: «Diciamo che le nuove regole sulla privacy ci hanno “complicato” la vita soprattutto rispetto alla gestione del sistema informatico. Avevamo già alti livelli di sicurezza e di tutela dei dati, ma con le nuove norme abbiamo dato, ad esempio, ad ogni dipendente un accesso al pc con username e password differenziata.Tenga conto che noi abbiamo più di 3450 dipendenti che hanno accesso ai dati, quindi…Ognuno di loro deve dare al responsabile in busta chiusa la sua password. Non certo una cosa facile, ma comunque l’abbiamo gestita bene». «Peraltro», prosegue, «avevamo già le schede con l’autorizzazione al trattamento.Abbiamo solo modificato i riferimenti legislativo».Viste le grandi dimensioni dell’azienda, anche l’Hilton ha fatto ricorso, nell’adeguamento degli standard relativi alla privacy, alla consulenza di esperti esterni: «Si, uno studio legale ha seguito la formazione del personale e ci ha aiutato negli adempimenti del Piano della sicurezza. Adesso tutti i nostri dipendenti, soprattutto quelli che hanno accesso ai dati sensibili, hanno la conoscenze sufficienti per gestire senza problemi la nuova situazione». Diversa, infine, la scelta rispetto all’uso dei dati personali per fini pubblicitari: «Si, anche prima chiedevamo l’autorizzazione all’utilizzo dei dati per scopi commerciali, e continuiamo a farlo, perché mandiamo ai nostri clienti proposte commerciali, offerte e agevolazioni. Una buona parte dei clienti accetta volen- Siglato l’accordo per avviare una “politica di sistema” L’ Enit ha varato sei accordi di programma con nove regioni per un investimento di 1 milione e 500 mila euro che si sommeranno ad un analogo budget regionale per progetti di promozione dell’offerta balneare, del turismo di ritorno, e altre iniziative sui mercati di particolare interesse; anche a sostegno delle Olimpiadi invernali. La notizia è stata data dal commissario straordinario dell’Enit, Amedeo Ottaviani, secondo il quale grazie all’intesa fra il suo ente, Ice, Sace, Simest, Sviluppo Italia, Ipi e Buonitalia vi sono finalmente le condizioni per una politica di sistema nel campo della promozione dell’immagine del Paese e della internazionalizzazione delle imprese turistiche e di tutte le attività che concorrono a potenziare la competitività dell’industria turistica nazionale. Sempre secondo quanto ha affermato Ottaviani l’Enit «ha impostato una programmazione aperta, concertativa, alla quale concorrono con le loro proposte sia le regioni che le varie categorie rappresentative di tutti i settori del turismo» Quest’anno par ticolare attenzione sarà rivolta al mercato tedesco dove l’ente turistico nazionale ha partecipato ad un incontro delle istituzioni italiane con le Camere di Commercio italotedesche degli Istituti di Credito operanti in Germania per rendere più coesa l’azione dell’Italia. «Con questo programma di coordinamento della presenza italiana sui mercati turistici», ha rilevato ancora il commissario straordinario, Ottaviani, «potremo rilanciare un’attività che nel 2005 ha confermato la sua centralità, con un apporto valutario di circa 28 miliardi di euro che pone l’Italia ai primi posti nel mondo e nettamente avanti alla Cina, anche se le statistiche dell’Organizzazione Mondiale del Turismo sostengono il contrario, utilizzando però dati del tutto confutabili». periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 37 TRIBUNA DEL LAVORO Acquisto prima casa: circolare n. 38/E del 12 agosto 2005 (segue dal precedente numero) Maurizio Fantaccione 4. Novità nel godimento dell’agevolazione “prima casa” Per fruire del regime agevolato “prima casa” l’acquirente, nell’atto di acquisto, deve dichiarare di «(...) non essere titolare, neppure per quote, anche in regime di comunione legale su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni di cui al presente articolo (...)» La predetta dichiarazione va resa con riferimento a tutti gli immobili acquistati con il beneficio “prima casa”, ivi compreso l’acquisto di una casa di abitazione non di lusso in corso di costruzione. Infatti, l’intento del legislatore è di evitare un duplice godimento dell’agevolazione in commento, che si realizzerebbe, invece, laddove non si tenesse conto dell’agevolazione goduta in precedenza per l’acquisto dell’immobile da ultimare. Ne consegue che risulterà mendace la dichiarazione di «(...) non essere titolare (...) su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà (...) su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni di cui al presente articolo (...)» resa dall’acquirente che, invece, abbia acquistato - fruendo dell’agevolazione “prima casa” - un’abitazione non di lusso in corso di costruzione. La mendacità della dichiarazione comporta la decadenza dal beneficio in esame. 5. Decadenza L’agevolazione prima casa spetta in sede di registrazione dell’atto, sulla base delle dichiarazioni rese dal con- tribuente in ordine alla sussistenza delle condizioni di cui alla nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del testo unico registro. Come anticipato, l’acquirente dovrà rendere una dichiarazione in merito: 1) alla tipologia dell’immobile trasferito, che, in particolare, non deve rientrare tra quelli considerati “di lusso” sulla base del D.M. 2 agosto 1969; 2) all’ubicazione dell’immobile, che deve essere situato nel comune in cui l’acquirente ha la propria residenza, o in cui intende trasferirla entro diciotto mesi, o infine in quello in cui lo stesso svolge la propria attività ovvero, se trasferito all’estero per ragioni di lavoro, in quello in cui ha sede o esercita l’attività il soggetto da cui dipende; 3) all’assenza di altri diritti reali vantati su immobili ubicati nello stesso comune in cui si acquista il nuovo immobile (proprietà, usufrutto, uso, abitazione); 4) alla novità nel godimento della agevolazione. Si ricordi che, attualmente, ai fini dell’agevolazione in esame, non è più previsto l’obbligo di adibire l’immobile ad abitazione principale o di dichiarare la volontà, da parte del contribuente, di provvedere a tale destinazione; come rilevato in altra circostanza, tale obbligo, che costituiva requisito necessario ai sensi della precedente disciplina, non è stato più riproposto dalla normativa attuale. L’accertamento della sussistenza di tutte le condizioni dichiarate dal contribuente in sede di registrazione dell’atto attiene ad una fase successiva alla registrazione dell’atto; la mendacità delle dichiarazioni rese, accertata in sede di controllo, comporta la decadenza dal beneficio, con conseguente applicazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali nella misura ordi- naria ed irrogazione di una sanzione pari al 30 per cento delle stesse. Come chiarito anche dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, «(...) l’accertamento (...) da parte dell’ufficio dell’insussistenza del carattere non di lusso dell’abitazione (come di ogni altro requisito) determina la decadenza dall’agevolazione per dichiarazione mendace e l’applicazione dell’imposta di registro nella misura ordinaria e delle altre conseguenze sanzionatorie previste dalla legge». È il caso di precisare, in ordine all’individuazione del termine entro cui la predetta attività di accertamento deve essere svolta da parte degli uffici, al fine di recuperare l’imposta dal contribuente che abbia indebitamente usufruito dell’agevolazione in sede di registrazione dell’atto, che la Corte di Cassazione è intervenuta di recente a Sezioni Unite, stabilendo che alla fattispecie in esame si applica il termine di decadenza triennale di cui all’art. 76 del testo unico e non quello di prescrizione decennale di cui all’art. 78 dello stesso testo unico. Di conseguenza, l’avviso di liquidazione della maggiore imposta, in questi casi, deve essere notificato, a pena di decadenza, entro il termine di tre anni. Per stabilire il dies a quo del termine decadenziale, in più occasioni la Corte di Cassazione ha constatato l’impossibilità di applicare le disposizioni di cui all’art. 76 del testo unico registro, in quanto mentre queste ultime regolano le ipotesi di liquidazione delle imposte principale e supplementare, nel caso di specie l’imposta, dovuta a seguito della decadenza dall’agevolazione, ha natura complementare. La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto che «(...) la carenza di peculiari disposizioni sul decorso della decadenza, periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 38 / anno 4 - numero 25 TRIBUNA DEL LAVORO non potendosi tradurre in esclusione della decadenza medesima, (...) comporta, per tale decorso, l’operatività delle comuni norme dell’ordinamento (artt. 2964 e seguenti del codice civile), in forza delle quali il termine di decadenza, inderogabilmente assegnato per porre in essere un determinato atto od un determinato comportamento, è computabile a partire dal momento in cui sussista il potere di compiere o tenere l’atto od il comportamento stesso». L’applicazione delle «comuni norme dell’ordinamento» di cui agli artt.2946 e seguenti del codice civile comporta che il termine triennale per l’azione accertatrice inizia a decorrere dalla data in cui gli uffici si trovino nelle condizioni di contestare la perdita del trattamento agevolato, vale a dire dal momento in cui è accertabile la mendacità delle dichiarazioni rese in sede di registrazione. Ne consegue che la data dalla quale decorre il termine per l’esercizio dell’azione accertatrice varia a seconda che la mendacità della dichiarazione resa nell’atto si riferisca a situazioni in corso al momento della registrazione (mendacio originario) oppure sia conseguente a fatti o comportamenti successivi (mendacio sopravvenuto). Sulla base di tale differenziazione «(...) l’inerenza della falsità della dichiarazione a situazioni in corso al momento della registrazione (...) implica l’insorgere, a partire dallo stesso momento, della facoltà dell’ufficio di accertare la verità (...)», mentre nel caso di mendacio successivo «(...) detto giorno iniziale può trovare una collocazione diversa (...)». In quest’ultimo caso, infatti, «(...) il potere dell’ufficio di disconoscere i benefici e richiedere l’ulteriore imposta dovuta (...) nel caso di mendacio per evento sopraggiunto, nasce e può essere esercitato solo dall’evento stesso, il cui verificarsi viene così a coincidere con il giorno iniziale della decadenza (...) Se la decadenza fosse computabile dalla data della registrazione, o dalla data della richiesta della registrazione, anche nei casi di perdita del trattamento agevo- lato per eventi successivi (...) il termine triennale risulterebbe decurtato, od addirittura azzerato, quando il progetto del compratore legittimamente persista» (Cass., SS.UU., 21 novembre 2000, n. 1196). In applicazione di tale massima, deve ritenersi che nel caso di false dichiarazioni rese in sede di registrazione dell’atto, in ordine allo status del contribuente (la non possidenza di altro immobile, la novità nel godimento dell’agevolazione o il possesso della residenza nel comune in cui l’immobile è ubicato), il termine triennale di decadenza inizia a decorrere dalla data della registrazione dell’atto. Nel caso di specie, infatti, la dichiarazione è mendace fin dall’origine, con conseguente possibilità per l’Amministrazione finanziaria di disconoscere, fino dalla data della registrazione dell’atto, l’agevolazione. Diverso è il caso in cui il contribuente abbia dichiarato che intende trasferire la residenza nel comune in cui è ubicato l’immobile acquistato entro il termine di diciotto mesi; applicando il principio fatto proprio dalla Corte di Cassazione, il dies a quo della decadenza, infatti, non coincide con il momento di registrazione dell’atto, ma con la scadenza del diciottesimo mese. Prima di questa data, infatti, l’Amministrazione non è posta nelle condizioni di contestare al contribuente la non spettanza dell’agevolazione; la dichiarazione, infatti, non è mendace fin dall’origine, ben potendo essere veritiero l’originario proposito di trasferire la residenza, ma lo diviene solo in conseguenza di un fatto sopravvenuto, quale il mancato trasferimento della stessa entro il termine di legge. 5.1. Decorrenza del termine iniziale di accertamento nel caso di immobile in corso di costruzione Il principio enunciato nel paragrafo precedente in ordine alla differente decorrenza del termine di accertamento, basato sull’originaria o sopravvenuta mendacità della dichiarazione resa nell’atto di acquisto dell’immobile sembra conferente anche alle ipotesi di acquisto di un immobile in corso di costruzione. Si è già anticipato, infatti, che, in base ad un consolidato orientamento giurisprudenziale, l’agevolazione spetta anche ai fabbricati in corso di costruzione che, all’atto dell’acquisto, siano descritti secondo caratteristiche «non di lusso» (si veda, al riguardo, il paragrafo 3.3.). Come ha precisato di recente la Corte di Cassazione se «(...) numerose caratteristiche che determinano la natura di lusso dell’abitazione (come una superficie superiore ai 240 mq.) possono essere rilevate già in sede di periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 39 TRIBUNA DEL LAVORO costruzione a rustico (oltre che in corso di ristrutturazione), ed altre possono sopravvenire addirittura su costruzioni ormai rifinite», ne consegue che «(...) da un lato è necessaria l’effettuazione di controlli tributari in sede di ultimazione dell’abitazione o di utilizzo della stessa al momento in cui se ne ottiene la concreta disponibilità, dall’altro, non può escludersi a priori, proprio per evitare tali ulteriori controlli, la non concessione dei benefici in oggetto per immobili non ancora ultimati». Anche in questo caso, quindi, l’agevolazione spetta sulla base delle dichiarazioni del contribuente, tra cui l’intento di non rendere l’abitazione «di lusso» nel prosieguo dei lavori, salvo poi il potere dell’Amministrazione di accertare la decadenza dal beneficio laddove, tra l’altro, l’immobile ultimato presenti caratteristiche diverse da quelle agevolabili. Nell’ipotesi di realizzazione di una casa di abitazione differente da quella descritta nel progetto o nella concessione edilizia, infatti, si ritiene che ricorra un’ipotesi di mendacio successivo nell’accezione fatta propria dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 1196 del 2000, il che comporta che il termine decadenziale per l’esercizio del potere di accertamento decorre dalla data in cui il fatto successivo si è verificato. In conclusione, il termine di decadenza dell’azione accertatrice non può decorrere dalla data della registrazione dell’atto di acquisto; la dichiarazione, infatti, non attiene a situazioni in corso, ma a propositi futuri, per cui non è mendace fino dal principio; può, tuttavia, diventarlo in seguito, laddove, al termine dei lavori, il contribuente, contrariamente a quanto dichiarato nell’atto di acquisto, abbia realizzato un’abitazione con caratteristiche «di lusso». Ogni controllo, da parte dell’Amministrazione prima dell’ultimazione dei lavori, sarebbe pertanto inutile, in quanto non garantirebbe l’effettiva spettanza dell’agevolazione, lasciando al contribuente il tempo per effettuare variazioni nei lavori che trasformino l’immobile in abitazione «di lusso». Si fa presente che l’effettiva ultimazione dei lavori è attestata dal direttore degli stessi e che, di norma, essa coincide con la dichiarazione da rendere in catasto in base all’art. 24, comma 4, del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380. Peraltro, conformemente alle disposizioni di cui all’art. 6 del R.D.L. 13 aprile 1939, n. 652, e successive modificazioni ed integrazioni, l’effettivo assolvimento del predetto onere può essere rilevato dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate anche mediante la consultazione delle banche dati dell’Agenzia del Territorio. La conclusione raggiunta, in base alla quale la decadenza triennale si computa dalla data di ultimazione dei lavori, va tuttavia coordinata con quanto ulteriormente disposto dalla Cassazione in merito alla necessità che i lavori siano ultimati entro il termine a disposizione dell’ufficio per esercitare il potere di accertamento. Infatti, la Corte ha precisato che i benefici prima casa «(...) possono essere conservati soltanto qualora la finalità dichiarata dal contribuente nell’atto di acquisto, di destinare l’immobile a propria abitazione, venga da questo realizzata entro il termine di decadenza del potere di accertamento dell’ufficio in ordine alla sussistenza dei requisiti per fruire di tali benefici (che con riferimento all’imposta di registro è di tre anni dalla registrazione dell’atto)» e «se il legislatore non ha fissato un termine entro il quale si deve verificare una condizione dalla quale dipende la concessione di un beneficio, tale termine non potrà mai essere più ampio di quello previsto per i controlli». In definitiva, con esclusivo riferimento alla fattispecie in esame, è necessario che l’aspettativa dell’acquirente a vedersi riconosciuta l’agevolazione prima casa anche in ipotesi di acquisto di immobile in costruzione, si contemperi con il potere dell’Amministrazione di accertare nei termini di decadenza il diritto di fruire della agevolazione in esame. La scrivente, alla luce dell’indirizzo emergente dalle predette decisioni della Corte di Cassazione, è dell’avviso che la verifica della sussistenza dei requisiti dell’agevolazione non possa essere differita sine die e che il contribuente, al fine di conservare l’agevolazione, debba dimostrare l’ultimazione dei lavori entro tre anni dalla registrazione dell’atto. Solo successivamente, infatti, l’Amministrazione potrà controllare l’effettiva spettanza del beneficio, provvedendo al recupero dell’imposta nei casi in cui i lavori non siano ultimati o, in caso contrario, qualora il contribuente abbia costruito un’abitazione «di lusso». Peraltro, ove venisse adottata una soluzione differente, che fa decorrere il termine di decadenza degli uffici dalla registrazione dell’atto, potrebbe verificarsi la situazione paradossale in base alla quale il termine per l’ultimazione dei lavori e quello per l’accertamento coincidono, con la conseguenza che, di fatto, l’Amministrazione sarebbe privata del potere di accertamento. Da ultimo si evidenzia che la Corte di Cassazione nell’ipotesi di acquisto di immobile in corso di costruzione ha escluso la possibilità di ricorrere all’«art. 19 del testo unico registro in tema di fatti sopravvenuti comportanti decadenza dalle agevolazioni». A tale fine si ricorda che l’art. 19, comma 1, del testo unico registro prevede che «(...) il verificarsi di eventi che, a norma del presente testo unico, diano luogo ad ulteriore liquidazione di imposta devono essere denunciati entro venti giorni (...)». 5.2. Rivendita nel quinquennio e acquisto di un terreno per edificare la propria abitazione principale Il comma 4 della nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del testo unico registro dispone, tra l’altro, che qualora entro un quinquennio la casa di abitazione acquistata con le agevolazioni de quibus sia rivenduta, l’acquirente decade dal regime di favore nel caso in cui entro un anno dall’alienazione non acquisti un altro immobile da adibire a propria abitazione principale. Infatti, il comma 4 della nota II- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 40 / anno 4 - numero 25 TRIBUNA DEL LAVORO bis) all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, sul punto è tassativo in quanto prevede che: «(...) Le predette disposizioni (di decadenza dall’agevolazione) non si applicano nel caso in cui il contribuente, entro un anno dall’alienazione dell’immobile acquistato con i benefici di cui al presente articolo, proceda all’acquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale». La salvaguardia del diritto all’agevolazione, ad avviso della scrivente, trova applicazione anche nell’ipotesi in cui il soggetto alienante, entro un anno compri un terreno sul quale costruisca la propria abitazione principale. Si ricordi che la scrivente, nell’enunciare un principio di carattere generale, ha precisato che per l’acquisto di terreni tout court non si applica, in ogni caso, il regime agevolato previsto per la «prima casa». Di conseguenza, per conservare l’agevolazione in commento, è necessario che entro il termine di un anno il beneficiario non solo acquisti il terreno, ma sullo stesso realizzi un fabbricato «non di lusso» da adibire ad abitazione principale. In conclusione, come già detto nella risoluzione n. 44/E del 2004 richiamata si ricorda che il diritto all’agevolazione in esame non viene meno qualora il nuovo immobile non sia ultimato; infatti è sufficiente che il fabbricato sia venuto ad esistenza, e cioè che esista un rustico comprensivo delle mura perimetrali delle singole unità e che sia ultimata la copertura (art. 2645-bis, comma 6, del codice civile). 5.3. Revoca delle agevolazioni relative ad atti soggetti ad Iva. La questione è stata già trattata al paragrafo 16 della circolare 21 giugno 2004, n. 28/E, e si riporta di seguito per una migliore lettura dell’argomento relativo alla revoca dell’agevolazione «prima casa». L’art. 41-bis del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, convertito dalla L. 24 novembre 2003, n. 326, ha riformulato il comma 4, secondo periodo, della nota II-bis) all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, allegata al testo unico registro, eliminando i dubbi interpretativi - ingenerati dalla precedente versione in materia di “penalità” dovuta per dichiarazione mendace o per trasferimento prima del decorso del quinquennio degli immobili acquistati in regime Iva agevolato «prima casa». La richiamata nota II-bis), nell’attuale formulazione, in caso di decadenza dal regime di favore fruito per le cessioni di case di abitazione non di lusso assoggettate all’Iva, stabilisce che: «l’ufficio dell’Agenzia delle entrate presso cui sono stati registrati i relativi atti deve recuperare nei confronti degli acquirenti la differenza fra l’imposta calcolata in assenza di agevolazioni e quella risultante dall’applicazione dell’aliquota agevolata, nonché irrogare la sanzione amministrativa pari al 30 per cento della differenza medesima». Ne consegue, quindi, che nel caso in cui si verifichi una delle menzionate ipotesi di decadenza dal regime di favore, l’acquirente deve corrispondere un importo pari alla differenza tra l’Iva calcolata con l’aliquota applicabile in assenza di agevolazione e quella agevolata; inoltre, egli è tenuto al pagamento della sanzione amministrativa stabilita nella misura del 30 per cento di detto importo. L’ufficio dell’Agenzia delle Entrate presso cui è stato registrato l’atto, accertata la decadenza dal regime di favore, provvederà, ai sensi degli artt. 16 e 17 del D.Lgs.18 dicembre 1997, n. 472, al recupero delle somme dovute. 6. Applicabilità dell’agevolazione in caso di successione o donazione Nelle ipotesi di successione e donazione l’applicabilità dell’agevolazione «prima casa» è disciplinata dalle seguenti disposizioni normative: - art. 69 della L. 21 novembre 2000, n. 342, rubricato Norme in materia di imposta sulle successioni e sulle donazioni; - art. 13 della L. 18 ottobre 2001, n. 383, rubricato Soppressione dell’imposta sulle successioni e donazioni. Infatti, l’art. 69 della L. n. 342 del 2000, ai commi 3 e 4, prevede che: «Le imposte ipotecaria e catastale sono appli- cate nella misura fissa per i trasferimenti della proprietà di case di abitazione non di lusso e per la costituzione o il trasferimento di diritti immobiliari relativi alle stesse, derivanti da successioni o donazioni, quando, in capo al beneficiario ovvero, in caso di pluralità di beneficiari, in capo ad almeno uno di essi, sussistano i requisiti e le condizioni previste in materia di acquisto della prima abitazione dall’articolo 1, comma 1, quinto periodo, della tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131». (comma 3). «Le dichiarazioni di cui alla nota II bis dell’articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, sono rese dall’interessato nella dichiarazione di successione o nell’atto di donazione. Nel caso di decadenza dal beneficio o di dichiarazione mendace, si applicano le sanzioni previste dal comma 4 della citata nota II-bis dell’articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131» (comma 4). In base alla predetta disposizione, quindi, la tassazione agevolata si applica limitatamente alle imposte ipotecaria e catastale, anche nel caso in cui si acquisti la prima casa per donazione o per successione mortis causa. L’art. 13 della L.18 ottobre 2001, n.383 ha stabilito che: «L’imposta sulle successioni e donazioni è soppressa (...) I trasferimenti di beni e diritti per donazione o altra liberalità tra vivi, compresa la rinuncia pura e semplice agli stessi, fatti a favore di soggetti diversi dal coniuge, dai parenti in linea retta e dagli altri parenti fino al quarto grado, sono soggetti alle imposte sui trasferimenti ordinariamente applicabili per le operazioni a titolo oneroso, se il valore della quota spettante a ciascun periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 41 TRIBUNA DEL LAVORO beneficiario è superiore all’importo di 350 milioni di lire. In questa ipotesi si applicano, sulla parte di valore della quota che supera l’importo di 350 milioni di lire, le aliquote previste per il corrispondente atto di trasferimento a titolo oneroso». In definitiva, quindi, dal combinato disposto delle predette disposizioni, emerge il seguente quadro normativo. 6.1. Successioni mortis causa Dopo la soppressione dell’imposta di successione, disposta dall’art. 13 della citata L. n. 383/2001, ai trasferimenti mortis causa di immobili o diritti reali immobiliari si applicano solo le imposte ipotecaria e catastale, nella misura proporzionale rispettivamente del 2 e dell’1 per cento del valore degli immobili, con un minimo di euro 168,00 per ciascun tributo. Tuttavia, se l’immobile caduto in successione è una «casa di abitazione non di lusso» e l’erede possiede i requisiti previsti per fruire del regime di age- volazione «prima casa», stabilito ai fini dell’imposta di registro cui l’art. 69 della L. n. 342/2000 rinvia, le imposte ipotecaria e catastale (in luogo del 2 ed 1 per cento) si applicano nella misura fissa di euro 168,00 per ciascuna di esse. Come precisato, di recente, con la risoluzione n. 29/E del 25 febbraio 2005, nei casi di successione mortis causa l’agevolazione in esame spetta non solo per l’acquisto della proprietà, ma più in generale con riferimento a tutti gli atti traslativi o costitutivi della nuda proprietà, dell’usufrutto, dell’uso e dell’abitazione di case non di lusso, ai sensi della nota II-bis dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del testo unico registro. Si ricordi, infine, che, nel caso in cui vi siano più eredi le imposte ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa anche se non per tutti i beneficiari dell’atto traslativo ricorrono le condizioni “prima casa” (si veda circolare n. 44/E del 7 maggio 2001). 6.2. Donazioni Diversamente dalle successioni mortis causa, in relazione alle quali l’imposta è soppressa e si applicano solo le imposte ipotecarie e catastali, il trattamento riservato ai fini tributari alle donazioni e alle altre liberalità inter vivos richiede ulteriori valutazioni, in quanto, nonostante la soppressione dell’imposta sulle successioni e donazioni, trovano applicazioni altre imposte determinabili, oltre che sulla base del tipo di beni donati, anche in funzione del valore dei beni e del grado di parentela che intercorre tra donante e donatario. La soppressione dell’imposta di donazione, operata dal comma 1 dell’art. 13 della L. 18 ottobre 2001, n. 383, fa sì che le donazioni di immobili non scontino più la relativa imposta.Tuttavia, i trasferimenti di beni e diritti per donazione o altra liberalità tra vivi, compresa la rinuncia pura e semplice agli stessi, a «(...) favore di soggetti diversi dal coniuge, dai parenti in linea retta e dagli altri parenti fino al quar- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 42 / anno 4 - numero 25 TRIBUNA DEL LAVORO to grado, sono soggetti alle imposte sui trasferimenti ordinariamente applicabili per le operazioni a titolo oneroso se il valore della quota spettante a ciascun beneficiario, è superiore all’importo di 350 milioni di lire». In definitiva, quindi, i trasferimenti di beni e diritti per donazione o altre liberalità tra vivi, compresa la rinuncia pura e semplice agli stessi, sono assoggettati esclusivamente alle imposte ipotecaria e catastale qualora ricorra una delle seguenti condizioni: - beneficiario è il coniuge, un parente in linea retta o un altro parente fino al quarto grado; - beneficiario è un soggetto diverso da quelli elencati al punto precedente purché il valore dei predetti trasferimenti a suo favore non sia superiore alla franchigia di euro 180.759,91, ovvero di euro 516.456,90 (se il beneficiario è un portatore di handicap riconosciuto grave ai sensi della L. 5 febbraio 1992, n. 104 e successive modificazioni). Nei casi in cui il beneficiario sia un soggetto diverso dal coniuge, da un parente in linea retta o da altro parente fino al quarto grado ed il valore dei beni superi l’importo della franchigia predetto il donatario deve corrispondere, oltre all’imposta ipotecaria e catastale, anche l’imposta di registro, calcolata sul valore della quota che eccede la franchigia. Se l’acquisto ha ad oggetto un’abitazione che costituisca per il beneficiario “prima casa” ai sensi della disciplina dell’imposta di registro, le imposte ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa, come accade per gli acquisti mortis causa (art. 69 della L. 342/2000). Se, più in particolare, l’acquisto dell’immobile con i requisiti “prima casa”, è soggetto anche all’imposta sui trasferimenti (registro), sul valore che eccede la franchigia, l’imposta è dovuta nella misura agevolata del 3 per cento (invece del 7 per cento). Nella circolare n. 44/E del 2001 già richiamata è stato precisato che l’applicazione in misura fissa dell’imposta ipotecaria e catastale per i trasferi- menti derivanti da successione o donazione (art. 69, comma 3, della L. n. 342 del 2000) «(...) non preclude la possibilità in sede di successivo acquisto a titolo oneroso di altra “casa di abitazione non di lusso”, di fruire dei benefici previsti dall’art. 1, comma 1, quinto periodo, della tariffa (...), per la diversità dei presupposti che legittimano l’acquisto del bene in regime agevolato». Detta interpretazione va confermata anche a seguito delle modifiche introdotte dall’art. 13 della L. n. 383 del 2001, con la precisazione, tuttavia, che qualora l’acquirente dell’immobile a titolo gratuito abbia versato l’imposta di registro in misura agevolata, l’agevolazione non può essere ulteriormente accordata. Si pensi, ad esempio, ad un soggetto che riceva in donazione da un estraneo una casa di abitazione non di lusso, per la quale fruisca dell’agevolazione «prima casa» di cui all’art. 1, comma 1, punto 5, della Tariffa, Parte Prima (imposta di registro del 3 per cento, imposte ipotecaria e catastale in misura fissa). In tal caso, il donatario non potrà fruire nuovamente del regime agevolato neanche nel caso di compravendita di altra casa di abitazione, ciò in quanto i presupposti che legittimano il regime di favore nei due acquisti (donazione e compravendita) sono gli stessi. 7. Pertinenze L’art. 817 del codice civile stabilisce che: «Sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa. La destinazione può essere effettuata dal proprietario della cosa principale o da chi ha un diritto reale sulla medesima». Il rapporto pertinenziale tra due beni ricorre, quindi, in presenza dei seguenti presupposti: - presupposto oggettivo, ossia la destinazione durevole e funzionale a servizio o ad ornamento intercorrente fra un bene e un altro di maggiore importanza (cosiddetto bene principale) per il miglior uso di quest’ultimo; - presupposto soggettivo, ossia la volon- tà del proprietario della cosa principale o di chi sia titolare di un diritto reale sulla medesima, diretta a porre la pertinenza in un rapporto di strumentalità funzionale con la cosa principale. Inoltre, in base al successivo art. 818 del codice civile, se non diversamente disposto, alle pertinenze si applica lo stesso regime giuridico stabilito per la cosa principale. Il principio civilistico trova applicazione anche ai fini fiscali: l’art. 23, comma 3, del testo unico registro, stabilisce che “Le pertinenze sono in ogni caso soggette alla disciplina prevista per il bene al cui servizio od ornamento sono destinate”. Inoltre, anche in tema di agevolazioni prima casa, il comma 3 della nota IIbis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del testo unico registro, dispone che l’agevolazione “prima casa”, ricorrendo le condizioni di cui alle lettere a), b) e c) del comma 1, spetta pure per l’acquisto «(...) anche se con atto separato, delle pertinenze dell’immobile di cui alla lettera a). Sono ricomprese tra le pertinenze, limitatamente ad una per ciascuna categoria, le unità immobiliari classificate o classificabili nelle categorie catastali C/2 (cantine, soffitte, magazzini), C/6 (autorimesse, rimesse, scuderie) e C/7 (tettoie chiuse o aperte), che siano destinate di fatto in modo durevole a servizio della casa di abitazione oggetto dell’acquisto agevolato». L’agevolazione in esame, quindi, si applica limitatamente a ciascuna pertinenza classificata nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, anche se detta pertinenza è situata in prossimità dell’abitazione principale, purché la stessa risulti destinata in modo durevole al servizio della casa di abitazione. Le condizioni di cui alle lettere a), b) e c) della nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, allegata al testo unico registro, devono ricorrere anche nell’ipotesi in cui le pertinenze siano state acquistate con atto separato, qualora le stesse siano destinate «in modo durevole a servizio o ad ornamento» dell’abitazione principale per il cui periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 43 TRIBUNA DEL LAVORO acquisto si è già beneficiato dell’agevolazione. L’agevolazione in parola non si applica qualora la pertinenza non possa essere oggettivamente destinata in modo durevole a servizio o ornamento dell’abitazione principale, circostanza, quest’ultima, che normalmente ricorre, ad esempio, qualora il bene pertinenziale è ubicato in un punto distante o addirittura si trovi in un comune diverso da quello dove è situata la «prima casa». di detta nota secondo il quale «Le agevolazioni di cui al comma 1, sussistendo le condizioni di cui alle lettere a), b) e c) del medesimo comma 1, spettano per l’acquisto, anche se con atto separato, delle pertinenze dell’immobile di cui alla lettera a) (...) ». In definitiva, il regime agevolato previsto per gli acquisti a titolo gratuito di case di abitazione è esteso anche alle pertinenze qualora ricorrano i requisiti e le condizioni di cui alla nota IIbis) in esame. 7.1. Acquisto a titolo gratuito di pertinenza successivo a quello dell’abitazione agevolata La fattispecie in esame è quella del contribuente che, dopo avere acquistato a titolo gratuito un’abitazione avvalendosi delle agevolazioni «prima casa», acquisti, sempre a titolo gratuito, una pertinenza. Al riguardo, analogamente a quanto avviene per l’acquisto delle pertinenze a titolo oneroso, anche l’acquisto di una pertinenza a titolo gratuito gode dell’agevolazione di cui all’art. 69, comma 3, della L. 21 novembre 2000, n. 342, in base al quale «Le imposte ipotecaria e catastale sono applicate nella misura fissa per i trasferimenti della proprietà di case di abitazione non di lusso e per la costituzione o il trasferimento di diritti immobiliari relativi alle stesse, derivanti da successioni o donazioni, quando, in capo al beneficiario ovvero, in caso di pluralità di beneficiari, in capo ad almeno uno di essi, sussistano i requisiti e le condizioni previste in materia di acquisto della prima abitazione dall’articolo 1, comma 1, quinto periodo, della tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131». Ciò premesso, tenuto conto dell’espresso rinvio operato dal predetto art. 69 al testo unico registro, consegue che anche alle successioni e alle donazioni si applicano le previsioni della nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa. Parte Prima, e, di conseguenza, il comma 3 7.2. Cessione di terreni non graffati Un’ulteriore questione riguarda i terreni «non graffati» all’immobile agevolato, in quanto iscritti autonomamente nel catasto terreni e, in particolare, la possibilità che essi possano costituire pertinenza di un’abitazione che abbia fruito dell’agevolazione «prima casa» e, quindi, di avvalersi anch’essi dello stesso beneficio fiscale. Al riguardo si osserva che per godere dell’agevolazione in esame le «aree scoperte» pertinenziali, così classificabili ai sensi dell’art. 817 del codice civile, devono risultare altresì censite al catasto urbano unitamente al bene principale. Ai fini dell’agevolazione fiscale in questione, un’area che sia autonomamente censita al catasto terreni non può considerarsi «pertinenza» di un fabbricato urbano, anche se durevolmente destinata al servizio dello stesso. Peraltro, l’area pertinenziale è soggetta ai limiti di cui all’art. 5 del D.M. 2 agosto 1969, secondo cui si ponderano abitazioni di lusso «Le case (...) aventi come pertinenza un’area scoperta della superficie di oltre sei volte l’area coperta». Ne discende, quindi, che l’area scoperta è una pertinenza della casa non di lusso solo se non superi i limiti indicati dal citato art. 5 del D.M. 2 agosto 1969. 8. Credito d’imposta per il riacquisto della prima casa L’art. 7 della L. 23 dicembre 1998, n. 448 attribuisce un credito d’imposta fino a concorrenza dell’imposta di registro o dell’Iva corrisposta in relazione al precedente acquisto che abbia fruito dell’agevolazione «prima casa». Il riconoscimento di tale credito d’imposta è a favore di coloro che acquistano «entro un anno dall’alienazione dell’immobile per il quale si è fruito dell’aliquota agevolata ai fini dell’imposta di registro e dell’imposta sul valore aggiunto per la prima casa, un’altra abitazione non di lusso, in presenza delle condizioni di cui alla nota IIbis) all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, allegata al testo unico dell’imposta di registro». Il credito d’imposta attribuito dalla L. n. 448 del 1998 ha carattere personale e spetta ai contribuenti che provvedono ad acquisire un’altra casa di abitazione non di lusso «a qualsiasi titolo», entro un anno dalla vendita dell’immobile per il quale si è fruito del regime di favore, sia ai fini dell’imposta di registro che ai fini dell’Iva. Stante la formulazione della norma attributiva del credito d’imposta, è possibile pertanto fruirne sia per gli acquisti a titolo oneroso che per i trasferimenti a titolo gratuito disposti per atto di donazione. Il credito d’imposta compete anche nell’ipotesi in cui un soggetto acquisti un’altra abitazione mediante appalto o permuta, considerando che la legge in commento prevede che l’acquisto del nuovo immobile possa avvenire a qualsiasi titolo. Nel caso del contratto di appalto, come precisato nella menzionata circolare n.19/E del 2001, per fruire del credito d’imposta è necessario che il contratto, nel quale deve essere dichiarato il possesso dei requisiti che consentono l’applicazione del beneficio, sia redatto in forma scritta e registrato. Per fruire del credito d’imposta è necessario che l’acquisto della prima casa di abitazione, oggetto della successiva vendita, sia avvenuto a titolo oneroso. Pertanto, non godrà del beneficio in esame l’alienazione di un’abitazione pervenuta al venditore per atto di donazione o di successione per la quale sia stata corrisposta l’imposta sulle successioni e donazioni, ancor- periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 44 / anno 4 - numero 25 TRIBUNA DEL LAVORO ché a suo tempo il donante o il de cuius l’abbia acquistata avvalendosi dell’agevolazione «prima casa». Tale conclusione è motivata dall’espresso riferimento recato dall’art.7, comma 1, della L. n. 448 del 1998, all’imposta di registro e all’Iva corrisposta in relazione al precedente acquisto agevolato, quale presupposto per l’attribuzione del credito d’imposta. La predetta regola subisce, però, un’eccezione nell’ipotesi in cui il destinatario del trasferimento di beni e diritti per donazione o altra liberalità tra vivi (compresa la rinuncia pura e semplice agli stessi) sia un soggetto diverso dal coniuge, dal parente in linea retta o da quello entro il quarto grado, ed il valore della quota spettante a ciascun beneficiario sia superiore all’importo di euro 180.759,91 (350 milioni di lire). In tale caso, infatti, ai sensi dell’art. 13 della legge n. 383 del 2001, detti atti sono soggetti «(...) alle imposte sui trasferimenti ordinariamente applicabili per le operazioni a titolo oneroso (...)». Ne consegue che in questa ipotesi l’atto di trasferimento sconta l’imposta di registro, ancorché nella misura ridotta qualora il beneficiario, sussistendone le condizioni, renda in atto le dichiarazioni previste nella richiamata nota II-bis). In caso di successiva vendita e riacquisto entro un anno di altra “casa di abitazione non di lusso”, l’acquirente, ancorché abbia ricevuto l’immobile per donazione o successione, potrà avvalersi del credito d’imposta di cui all’art. 7 della L. n. 448 del 1998. Riassumendo quanto precisato in precedenza, come già ricordato peraltro nella circolare n. 19/E del 2001, il credito d’imposta in esame non spetta nelle seguenti ipotesi: - se il contribuente ha acquistato il precedente immobile con aliquota ordinaria, senza cioè usufruire del beneficio “prima casa”; - se l’immobile alienato sia pervenuto al contribuente per successione o donazione, salvo quanto in precedenza precisato; - se il nuovo immobile acquistato non abbia i requisiti “prima casa” di cui alla nota II-bis) dell’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del testo unico registro; - se il contribuente è decaduto dall’agevolazione prima casa in relazione al precedente acquisto, in quanto ciò comporta automaticamente, oltre al recupero delle imposte ordinarie e delle sanzioni, anche il recupero del credito eventualmente fruito. Per fruire del credito d’imposta é necessario che il contribuente manifesti la propria volontà nell’atto di acquisto del nuovo immobile, specificando se intende o meno utilizzarlo in detrazione dall’imposta di registro dovuta per lo stipulando atto. Pertanto, l’atto di acquisto del nuovo immobile deve contenere, oltre alle dichiarazioni previste dalle lettere b) e c) del comma 1 della nota II-bis) all’art. 1 della Tariffa, Parte Prima, del testo unico registro, l’espressa richiesta del beneficio in argomento con l’indicazione degli elementi necessari per la determinazione del suddetto credito. L’importo del credito è commisurato all’ammontare dell’imposta di registro o dell’Iva corrisposta sul primo acquisto agevolato e non può essere superiore all’imposta di registro o all’Iva corrisposta in relazione al secondo acquisto. 9. Atto integrativo Merita una breve riflessione, infine, l’ipotesi in cui le dichiarazioni prescritte dalle vigenti disposizioni di legge per fruire dell’agevolazione in esame non siano state rese nell’atto di compravendita, bensì in uno specifico atto integrativo che rechi le predette dichiarazioni. In passato sull’argomento si è espressa la Direzione generale delle tasse e imposte indirette sugli affari, che con la risoluzione del 25 luglio 1986, n. 220478, ha fatto presente che «(...) sebbene l’atto integrativo (rectius: atto di rettifica) (...) tragga spunto dalla dichiarazione di parte intesa a conseguire i benefici in argomento, non può negarsi al predetto documento la natura di atto notarile che, per dichiara- zione dello stesso pubblico ufficiale rogante, si integra con il precedente rogito (...)» Con la predetta risoluzione, quindi, è stata riconosciuta la possibilità di integrare anche successivamente l’atto di compravendita qualora nello stesso non sia stata resa la dichiarazione prescritta dalla legge per avvalersi dell’agevolazione «prima casa». In conclusione, deve riconoscersi la possibilità che, con atto successivo il richiedente renda le dichiarazioni previste dalla legge ed erroneamente omesse nell’atto di acquisto. Ciò che conta per l’applicazione del beneficio fiscale in parola è che la dichiarazione di sussistenza dei presupposti soggettivi e oggettivi al momento della stipula dell’atto di trasferimento sia resa in atto integrativo redatto secondo le medesime formalità giuridiche. Riconosciuta la possibilità che l’originario atto di compravendita possa essere integrato delle dichiarazioni necessarie a fruire del regime di favore, consegue che, anche l’atto con il quale si acquista una nuova abitazione dopo l’alienazione della «prima casa» precedentemente acquistata con i benefici, possa essere integrato degli elementi richiesti per ottenere l’agevolazione e della relativa documentazione. Pertanto, in tale caso, non è preclusa la spettanza del credito d’imposta di cui all’art. 7 della L. n. 448 del 1998, sempre che il contribuente sia in possesso della documentazione comprovante l’effettiva sussistenza dei requisiti. La possibilità di richiedere l’applicazione del regime agevolato «prima casa» attraverso la presentazione di un atto successivo «integrativo» era già stata riconosciuta in ordine alla tassazione delle sentenze che accertano l’acquisto per usucapione della proprietà di beni immobili o di diritti reali di godimento. Infatti, con la circolare 16 ottobre 1997, n. 267/E la scrivente, riconoscendo la possibilità di applicare l’agevolazione prima casa in sede di tassazione della sentenza dichiarativa dell’usucapione, sotto il vigore del D.L. 20 maggio 1993, n. 155 (possibilità oggi periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia anno 4 - numero 25 / 45 TRIBUNA DEL LAVORO non più consentita in base alle nuove disposizioni in materia di agevolazione «prima casa») aveva precisato che l’agevolazione poteva essere richiesta 0 MASSIMARIO DEL DIRITTO TRIBUTARIO dal contribuente mediante integrazione dell’atto giudiziario, con dichiarazione autenticata nelle firme. (Fine) Sent. n. 19260 del 28 giugno 2005 (dep. il 30 settembre 2005) della Corte Cass. - Sez. tributaria - Pres. Papa, Rel. Cultrera Imposte sui redditi Accertamento induttivo - Percentuali di ricarico - Utilizzabilità - Contabilità formalmente regolare - Legittimità dell’accertamento - Sussiste Art. 39 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 Massima – La regolarità formale della contabilità d’impresa non preclude l’accertamento induttivo, sia quando il reddito che ne risulti contrasti radicalmente con i parametri della ragionevolezza (quali possono emergere dalle percentuali di ricarico), sia quando tale reddito sia rideterminato mediante il ricorso ad elementi indiziari (anche percentuali di ricarico) che siano confortati da specifiche considerazioni attinenti al settore di attività ed ai caratteri dell’azienda (nel caso di specie, la Cassazione ha rigettato il ricorso contro la sentenza di merito che aveva motivatamente ritenuto, per un’azienda fornitrice di carni ad aziende sanitarie, inattendibile la percentuale di ricarico del 10 per cento e congruo il ricarico del 20 per cento indicato dall’ufficio). Oggetto della controversia: tributi accertamento induttivo Svolgimento del processo - L’Ufficio delle imposte dirette di Gioia del Colle notificò nei confronti di A.S., amministratore della S.D.F. S.G. ed A., un avviso d’accertamento con cui, applicando una percentuale di ricarico del 20 per cento del costo della merce esitata, rideterminò i ricavi e rettificò il reddito, dichiarato in lire 18.688.000 ai fini Ilor in relazione all’anno d’imposta 1984, nell’importo di lire 59.236.000. Motivò l’atto sull’assunto che non era deducibile il costo del carburante, siccome nelle relative schede, per i mesi da aprile a dicembre, non era indicato l’automezzo utilizzato, ed il capitale impiegato non poteva ritenersi remunerante, poiché copriva solo il 91,89 per cento dei ricavi. Coevamente notificò alla contribuente altro avviso, in relazione all’anno d’imposta 1985, con cui elevò a lire 67.317.000 il reddito dichiarato in lire 28.007.000. Successivamente, su tale scorta, emise conseguenti avvisi con cui rettificò il reddito da partecipazione dichiarato dai soci - fratelli S.- che determinò in lire 33.1.58.000 per il 1984 ed in lire 26.6218.000 per l’anno successivo. I contribuenti, deducendone il difetto di motivazione, impugnarono gli atti summenzionati innanzi alla Commissione tributaria provinciale di Bari, lamentando altresì, sia che era illegittimo l’accertamento induttivo in ordine ai ricavi, sia che le presunzioni utilizzate difettavano del requisito della gravità, precisione e concordanza, sia, infine, che il costo del carburante era giustificato data la presenza di un autocarro ed era inerente all’anno in contestazione. La percentuale di ricarico applicata era arbitraria e non documentata, né tale criterio poteva applicarsi automaticamente, considerato anche che risultava accertato, come da consulenza espletata nel procedimento penale conclusosi con provvedimento di archiviazione e riguardante i medesimi fatti, che la quasi totalità delle vendite si riferiva alla fornitura di carni al locale ospedale M., e a prezzi prestabiliti. La Commissione adita, riuniti i ricorsi, con sentenza n. 8202/09/95, annullò solo il recupero dei costi e li respinse nel resto. La decisione venne appellata dai contribuenti innanzi alla Commissione tributaria regionale della Puglia, chiedendo, in particolare, di accertare la vali- dità del giudicato penale, essendosi in quella sede accertato che gli elementi acquisiti non erano idonei a sostenere alcuna violazione di legge e dimostravano invece la regolarità della contabilità. La Commissione adita ha respinto l’impugnazione con la pronuncia in epigrafe n. 58 del 14 maggio-25 giugno 1999, contro la quale i contribuenti hanno proposto il presente ricorso per cassazione che hanno affidato a tre motivi. L’Amministrazione intimata non si è costituita. Motivi della decisione – Col primo mezzo di impugnazione, lamentando “violazione di legge - art. 360, n. 3), del codice di procedura civile”, i ricorrenti criticano la decisione della Commissione tributaria regionale che, avvalendosi di presunzioni prive dei requisiti prescritti dall’art. 39, comma 2, del D.P.R. n. 600/1973, ha ritenuto legittimo l’accertamento induttivo benché la contabilità della società fosse pacificamente risultata corretta. I giudici del gravame, proseguono i ricorrenti, hanno erroneamente convalidato l’operato dell’ufficio finanziario, che ha applicato il ricarico del 20 per cento invocando il fatto “notorio” che, a tutto concedere, al più potrebbe assimilarsi a mere presunzioni semplici. In conclusione il metodo induttivo utilizzato non è legittimo. Col secondo motivo i ricorrenti, deducendo il medesimo vizio, lamentano che la suddetta percentuale, seppur fosse stata utilizzata nell’ambito delle presunzioni di cui al comma 1 del citato art. 39, comunque non avrebbe potuto rappresentare legittimo parametro di riferimento, come del resto è accreditato nella giurisprudenza di legittimità richiamata (Cass. n. 9265/1995, n. 5850/1995, n. 4976/1995 e n. 355/1991). Né il “dato di mercato” sul quale poggiano le presunzioni utilizzate rappresenta un fatto concreto, considerando piuttosto una semplice elaborazione astratta.Ad ogni modo, il percorso argomentativo che sorregge la decisione impugnata non è adeguatamente motivato. periodico dell’EBT sull’andamento del turismo a Roma e provincia 46 / anno 4 - numero 25 TRIBUNA DEL LAVORO Col terzo motivo infine i ricorrenti denunciando omessa motivazione su di un punto decisivo della controversia, lamentano che i giudici del gravame non hanno esaminato le prove offerte a discarico, rappresentate dalle risultanze della consulenza tecnica, espletata nel seno del procedimento penale conclusosi con l’archiviazione, di cui non hanno quindi tenuto conto, da cui è emersa la regolarità della contabilità, dato che gran parte dei ricavi dichiarati si riferiva a forniture eseguite all’ospedale M. di A.F. a prezzi già predeterminati contrattualmente. I tre motivi, i quali sono logicamente connessi e possono pertanto essere esaminati congiuntamente, appaiono infondati. La Commissione tributaria regionale ha respinto l’appello dei contribuenti, sulla corretta premessa di principio che l’attività di rettifica dell’Amministrazione finanziaria è diretta al controllo della regolarità sia formale che sostanziale della contabilità, tendendo a ricostruire il reddito effettivo laddove quello dichiarato si riveli inadeguato ed infedele. In questo tracciato ha quindi asserito che i dati esposti nella contabilità della società sono inattendibili, siccome il ricarico del 10 per cento dichiarato è irrisorio rispetto al costo della merce dichiarato, né tale ricostruzione è smentita da prova contraria, essendo ininfluente il fatto che sia stata disposta l’archiviazione del procedimento penale in relazione ai fatti in discussione. Questa soluzione appare incensurabile. In materia di imposte dirette, la regolarità formale delle scritture non preclude l’accertamento induttivo del reddito allorché la contabilità può essere considerata complessivamente inattendibile, in quanto configgente con regole fondamentali di ragionevolezza. Operando in questa chiave, l’Amministrazione finanziaria può quindi rettificare la dichiarazione utilizzando, ai sensi dell’art. 39, comma 1. del D.P.R. n. 600/1973, anche le così dette percentuali di ricarico (Cass. n. 15534/2002). Questi indici, però, rendono del tutto inattendibile la dichiarazione del contribuente solo se la loro difformità rispetto a quelli indicati nella contabilità sia tale da rendere questi ultimi “abnormi ed irragionevoli” rispetto alla media del settore in cui opera il soggetto sottoposto a verifica. Diversamente, questa difformità assume valore di mero indizio, siccome “gli indici elaborati per un determinato settore merceologico, pur basati su criteri statistici, non integrano un fatto noto e certo, che di per se stesso non è idoneo ad integrare gli estremi di una prova per presunzioni” Cass. n. 6879/2003 sul solco di Cass n. 15310/2000. In quest’ultimo caso i suddetti parametri concretano delle mere presunzioni semplici, come correttamente si sostiene nel presente ricorso, che per essere validamente utilizzate devono essere assistite dai requisiti di cui all’art. 2729 del codice civile ed essere desunte da dati di comune esperienza, attraverso un adeguato ragionamento, sì di accreditare legittimamente la credibilità dei risultati della rettifica. L’impugnata sentenza, che non qualifica né abnorme né irragionevole, ma solo inattendibile, la percentuale di ricarico dichiarata nella contabilità sottoposta a verifica, giustifica in concreto la percentuale di ricarico del 20 per cento, applicata dall’Erario al fine di ricostruire induttivamente il reddito, tenendo conto in parte di un criterio astratto - media del settore produttivo in cui ha operato la società ed in parte del dato specifico di fatto considerato - costo della merce venduta dichiarato -. In sostanza il giudice del merito, con percorso logico immune da vizi ed adeguatamente motivato, ha ritenuto che la contabilità fosse solo formalmente corretta ma non riportasse in realtà l’effettivo reddito d’impresa, ed ha sostituito il ricarico dichiarato con quello presunto dai verificatori, basandosi sugli elementi indicati che, a suo insindacabile giudizio, hanno connotato la presunzione semplice utilizza- ta dei requisiti prescritti dalla norma fiscale applicata. L’approdo, che si fonda sia sulla media di settore che su elemento concreto, la cui esistenza e rilevanza è pacifica, scaturisce in conclusione dalla valutazione di una pluralità di dati che i giudici di merito, nel loro insindacabile potere di apprezzamento, hanno ritenuto gravi e precisi, e fa buongoverno del principio, cui si è già fatto cenno, secondo cui “anche il volume d’affari risultante da una contabilità regolarmente tenuta può essere rettificato dall’ufficio in presenza di elementi certi e precisi che non si limitino all’applicazione di parametri astrattamente determinati” (fra le numerose conformi Cass. n. 11686/2002). Né inficia la correttezza di tale procedimento valutativo il fatto che la Commissione tributaria regionale abbia condotto il suo apprezzamento essenzialmente sui dati illustrati dall’Amministrazione finanziaria, dal momento che ciò vuol significare che essi, a giudizio del detto organo giudicante, hanno avuto una valenza probatoria esaustiva, tale da privare di rilevanza sia l’esito del procedimento penale, che le risultanze probatorie acquisite nel suo alveo, dedotte a fondamento della loro doglianza dai ricorrenti. Non concreta infatti vizio di omessa motivazione, l’omesso riferimento ai risultati di quell’indagine, sintetizzati nell’affermazione che “gran parte di ricavi dichiarati, cioè per il 76,26 per cento, ammontante a lire 318.955.105 si riferiscono a forniture effettuate all’ospedale M.” con prezzi predeterminati”, siccome evidentemente il giudice del gravarne li ha ritenuti privi di influenza ai fini del suo convincimento, e non era tenuto a confutarli in modo specifico, avendo già assolto all’obbligo di motivazione per aver espresso in modo esaustivo le fonti contrarie del suo apprezzamento (per tutte Cass. n. 12360/1995). Alla luce delle precedenti considerazioni il ricorso devesi pertanto rigettare. 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