RAPPORTO ANNUALE ANNO 2012 CONSIGLIERA DI PARITA’ PROVINCIA DI TORINO INDICE Premessa pag. 3 A. Organizzazione e attività dell’ufficio pag. 6 B. Il Lavoro delle donne in Provincia di Torino pag. 9 C. La tutela e i dati relativi ai casi di discriminazione pag. 16 D. Attività svolte nel corso dell’anno 2012 pag. 23 2 Premessa Abbiamo proseguito nell’anno 2012 la nostra attività di Consigliere, a seguito della nomina ricevuta in data 17/5/2011 dal Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero delle Pari Opportunità, su designazione del Presidente della Provincia di Torino, con la consapevolezza di portare avanti un incarico istituzionale, un impegno di grande responsabilità, che prevede un vasto campo di azione come stabilito dalla legge 125/91 e dal decreto legislativo 198/2006: dalla prevenzione e contrasto della discriminazione di genere in ambito lavorativo alla promozione di azioni positive, di progetti e di buone prassi per una maggiore sensibilizzazione verso una cultura di parità. In questo secondo anno di mandato abbiamo dovuto fronteggiare una situazione particolarmente grave di “crisi” nella “crisi” perché il Piemonte e in particolare la Provincia di Torino ha risentito maggiormente, sia a livello quantitativo che qualitativo, della contrazione dell’occupazione: un tessuto socio-economico composto in prevalenza da una grande industria manifatturiera del settore automobilistico di cui conosciamo il trend profondamente negativo e da P.M.I dell’indotto le cui conseguenti difficoltà sono altrettanto note. Inoltre i ritardi nei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni hanno messo in una grave situazione economica anche realtà del terzo settore e società di servizi in cui prevale un’occupazione più “femminile”. Le percentuali, che ogni giorno ci vengono presentate, sono sempre più preoccupanti, sia per la perdita di posti di lavoro, sia per la disoccupazione e sottoccupazione dei giovani e delle donne, sia per la persistente discriminazione delle lavoratrici madri come testimoniano i dati trasmessi dalla Direzione Territoriale del Lavoro a riguardo alle dimissioni o licenziamenti in conseguenza alla maternità. E’ davvero il momento in cui più facilmente può succedere che vengano messi in discussione quei diritti fondamentali acquisiti. Molte donne sono discriminate dopo il congedo di maternità con demansionamento, diniego di flessibilità oraria, rientri fortemente contrastati e raramente agevolati. Abbiamo ricevuto molte segnalazioni, alcune anche da parte di uomini, con una netta preponderanza di problematiche legate ai congedi parentali, alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro, alle flessibilità orarie e ai part- time. Certamente nel fronteggiare queste emergenze occorre andare sempre più nella direzione della prevenzione, non fermarsi alla sanzione, ma intraprendere, come azione positiva fondativa, la via della responsabilità sociale delle imprese al fine di 3 migliorare la competitività del sistema produttivo, in particolare delle PMI, e sviluppare i concetti di benessere organizzativo e di sostenibilità. Inoltre abbiamo avviato azioni di promozione e diffusione della “Carta per le Pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro”, iniziativa presentata dalla nostra Consigliera Nazionale nel 2009 e su cui recentemente ci è stato richiesto un preciso impegno per avviare i Tavoli Regionali con i soggetti promotori e gli attori territoriali. La Carta istituisce un quadro di riferimento valoriale per guidare le imprese e le P.A aderenti a sottoscrivere alcuni impegni programmatici basati su principi ed elementi chiave per contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione nei luoghi di lavoro impegnandosi nel contempo a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione. Crediamo che solo in un’ottica di rete e di sinergia tra Istituzioni, Enti, Organismi di Parità, Rappresentanze delle Parti sociali, Associazioni e Servizi che operano sul territorio a stretto contatto con le lavoratrici e i lavoratori sia possibile trovare risposte adeguate. Le reti sono finalizzate a creare spazi di condivisione, di promozione reciproca nel rispetto delle diverse competenze, di diffusione delle buone prassi, spazi di formazione di aggiornamento e di progettazione comune per migliorare i servizi offerti. In particolare in questo contesto è necessario mantenere i rapporti già avviati con la rete nazionale e regionale delle Consigliere e dei Consiglieri di Parità per incrementare lo scambio di esperienze, è necessario rafforzare e intensificare la collaborazione con gli Assessori di riferimento e gli organismi di parità all’interno della Provincia di Torino, con i decisori politici e tecnici che, a vario titolo, sono interlocutori non secondari con quante e quanti operano nel e per il mondo del lavoro migliorando l’informazione e la comunicazione sulle attività in corso al fine di sviluppare progettualità condivise. In questa direzione, a livello operativo, tre sono state le principali attività che hanno caratterizzato quest’anno 2012: collaborazione e coordinamento delle Rete delle Referenti di Parità dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino nell’ambito di una serie di specifici interventi rivolti a giovani donne per facilitare l’incontro domanda-offerta di lavoro, a donne over 45 per il loro inserimento - reinserimento nel mercato del lavoro, a donne immigrate per l’emersione dell’ occupazione “in nero” e la qualificazione del lavoro dell’assistenza familiare. coordinamento delle Rete delle Referenti di Parità delle Agenzie Formative della Provincia di Torino per la promozione di una cultura di parità in ambito educativo - formativo, predisposizione di percorsi formativi standard per le Pari Opportunità per Direttive e Bandi F.S.E Regionali e Provinciali. 4 rafforzamento della collaborazione con la Provincia di Torino, Assessorato alle Politiche Attive di Cittadinanza, Diritti Sociali e Parità sul tema del contrasto alla violenza sulle donne, in particolare in ambito domestico, con la partecipazione al “Tavolo per l’ascolto e il trattamento dei maltrattanti” (istituito nell’ambito del Piano Provinciale di Prevenzione e Contrasto della Violenza contro le Donne) congiunte con le alle iniziative Associazioni presenti sul Territorio, Centri Anti-violenza e il Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle Donne (istituito dalla Città di Torino nell'aprile del 2000: è un gruppo di raccordo interdisciplinare ed interistituzionale permanente composto da operatrici/tori di Enti e Associazioni che lavorano sul territorio per contrastare il fenomeno della violenza) Infine occorre sottolineare la difficoltà a mantenere le attività e i servizi offerti dall’Ufficio della Consigliera di Parità, sia a livello gestionale che progettuale, a causa delle sempre più ridotte risorse messe a disposizione dal Fondo Nazionale e che alla luce dei notevoli tagli alle Province ovviamente non possono essere compensati o integrate con risorse dell’Ente ospitante. Il permanere di tale situazione, con una previsione addirittura peggiorativa, mette in discussione la reale possibilità di poter continuare l’esercizio della funzione soprattutto da un punto di vista di dignitoso e operoso servizio alle/i numerose/i utenti che si rivolgono al nostro Ufficio. Elena Actis Consigliera Provinciale di parità (supplente) Gabriella Boeri Consigliera Provinciale di parità (effettiva) 5 A. Organizzazione dell’Ufficio della Consigliera di Parità I compiti delle Consigliere di Parità, istituite nell’ordinamento italiano dalla legge 125/91, sono definiti dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n.198 recante “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” al fine di garantire non solo la parità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro, ma anche di assicurare alle lavoratrici le stesse opportunità di cui godono i lavoratori. Per il perseguimento di tale fine la legge assegna alle Consigliere di Parità una molteplicità di compiti, fra i quali si segnalano: - rilevazione delle situazioni di disparità fra i sessi sul lavoro e promozione di azioni correttive e di garanzia contro le discriminazioni; - promozione di progetti di azioni positive, anche attraverso l'individuazione delle risorse comunitarie, nazionali e locali finalizzate allo scopo; - promozione della coerenza della programmazione delle politiche di sviluppo territoriale rispetto agli indirizzi comunitari, nazionali e regionali in materia di pari opportunità; - sostegno delle politiche attive del lavoro, comprese quelle formative, sotto il profilo della promozione e della realizzazione di pari opportunità; - diffusione della conoscenza e dello scambio di buone prassi e attività di informazione e formazione culturale sui problemi delle pari opportunità e sulle varie forme di discriminazioni; - promozione dell'attuazione delle politiche di pari opportunità da parte dei soggetti pubblici e privati che operano nel mercato del lavoro; - collaborazione con le direzioni provinciale e regionale del lavoro per rilevare violazioni alla normativa in materia di parità; collaborazione con gli Assessorati al lavoro e gli organismi di parità degli enti locali. La Consigliera di Parità è componente di diritto della Commissione provinciale tripartita; - partecipazione agli incontri e alle iniziative proposte dalla Rete nazionale delle Consigliere di parità, dalla Rete regionale delle Consigliere di parità della Regione Piemonte. Le Consigliere attualmente in carica: Gabriella Boeri (effettiva) e Elena Actis (supplente) sono state designate con Decreto del Presidente della Provincia di Torino del 7/12/2010 e nominate con successivo Decreto del Ministro del Lavoro e delle 6 Politiche Sociali di concerto con il Ministro per le Pari Opportunità del l4/4/2011 ex.art.12 D.Lgs 11/4/2006 n.198. Il loro ufficio ha sede presso la Provincia di Torino, in Via Maria Vittoria 12, come stabilito dalla Convenzione tra Provincia di Torino e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, stipulata il 13 gennaio 2004. La Provincia di Torino iscrive nel proprio bilancio le risorse del Fondo Nazionale, ripartite a livello regionale, per l’attività della CdP (servizi e contributi) e definisce le modalità di organizzazione e di funzionamento del suo ufficio mettendo a disposizione della CdP personale di supporto, in base alle risorse disponibili. Nel 2012 l’ufficio ha potuto beneficiare delle seguenti risorse: Antonella Corigliano (dipendente dell’Ente – Servizio Pari Opportunità e Politiche dei Tempi - a tempo pieno presso l’ufficio di Via M. Vittoria) con compiti di segreteria e supporto alle attività delle Consigliere, la gestione e/o partecipazione alle Reti interne alla Provincia, quali quella dei CPI; la gestione e/o partecipazione alle Reti esterne alla Provincia, quali quelle delle Agenzie Formative; assistenza nella gestione dei casi di discriminazione; rapporti con avvocati esterni e con la Consulente Legale del Ufficio, con il Comitato Unico di Garanzia; rapporti con il Ministero del Lavoro finalizzati all’invio dati all’Osservatorio Nazionale sulla contrattazione decentrata e alla Banca Dati attività antidiscriminatoria, all’aggiornamento di regolamenti e direttive in materia di discriminazioni, supporto alla redazione di osservazioni relative ai Piani Azioni Positive elaborate dalle Consigliere ed invio ai Comuni. per la gestione delle pratiche amministrative: affidamenti servizi, disposizione pagamenti, rimborsi spese, ecc. vengono svolti a tempo parziale da Gemma Vecera (dipendente dell’Ente -Servizio Pari opportunità e Politiche dei Tempi presso la sede di C.so Lanza). Ad un primo bilancio emergono i seguenti elementi positivi: - esperienza e autonomia delle risorse umane messe a disposizione dalla Provincia, avendo già lavorato da lungo tempo nell’ufficio - disponibilità da parte dell’Ente per la riproduzione di materiali promozionali, ricerche e approfondimenti distribuiti in occasione degli incontri (laboratorio stampa) - disponibilità da parte dell’Ente di sale attrezzate per incontri e seminari organizzati dalle Consigliere. 7 e le seguenti criticità: - le esigue risorse economiche: la continua e crescente decurtazione del Fondo Nazionale (anno 2010, 2011, previsione 2012) - la presenza di una sola risorsa presso l’ufficio ne pregiudica il pieno funzionamento, considerando che la Consigliera effettiva è una lavoratrice dipendente quindi con un monte-ore medio mensile di permessi retribuiti di 30 ore (inadeguati già per il solo trattamento dei casi e per la gestione dei colloqui richiesti) e che la Consigliera supplente (nel nostro caso lavoratrice autonoma) può intervenire solo in sostituzione e con un compenso davvero inadeguato. - si sottolinea l’esiguità del monte-ore della Consigliera rispetto ad un territorio come quello della provincia di Torino, senza alcuna distinzione per numero di comuni o di abitanti di un territorio rispetto ad un altro. - la scelta di collocare lo sportello UNAR, nodo provinciale antidiscriminatorio, nella sede di C.so Lanza, precludendo l’eventuale possibilità di una sinergia operativa nell’orario di apertura, considerata la contiguità delle tematiche trattate. 8 B. Il Lavoro delle donne in Provincia di Torino E’ stata rafforzata la collaborazione con l’Osservatorio Provinciale sul mercato del lavoro della Provincia di Torino (OPML) che svolge anche analisi di genere sui dati occupazionali complessivi studiati attraverso le comunicazioni obbligatorie per gli avviamenti al lavoro. Di seguito forniamo alcuni interessanti risultati su cui abbiamo lavorato e intendiamo lavorare per poter elaborare degli approfondimenti sulle attuali dinamiche del mercato del lavoro in ottica di genere nella crisi. Le donne nella crisi Analizzata dalla prospettiva della domanda di lavoro, la crisi avviata nel 2008 si caratterizza per due fenomeni che non trovano eccezione in nessuna delle variabili settoriali, territoriali o anagrafiche disponibili: la riduzione del numero di assunzioni e il peggioramento qualitativo dei contratti sottoscritti. In questo quadro la prima domanda cui occorre rispondere è: a quattro anni di distanza la condizione femminile risulta comparativamente migliore o peggiore rispetto a quella degli uomini? Per comprenderlo in maniera intuitiva basta consultare i due grafici sottostanti (Graf. 1) che riportano l’andamento relativo degli avviamenti al lavoro e del Volume di lavoro attivato (in parole semplici il numero di giornate solari di lavoro generate dagli stessi avviamenti)1 tra il 2008 e il 2012. I valori assoluti registrati in questo periodo di osservazione sono stati convertiti a base 1 in modo da rendere evidenti soltanto le variazioni percentuali. La conclusione è che dal 2008 ad oggi la domanda di lavoro femminile si è ridotta in proporzioni stabilmente inferiori rispetto a quella degli uomini a prescindere dall’indicatore utilizzato. *Grafico 1 – Andamento relativo degli avviamenti e del VOLA Andamento relativo degli avviamenti al lavoro (2008=1) Andamento relativo del Volume di lavoro attivato (2008=1) 1,00 1,00 0,90 0,88 0,80 0,77 0,90 0,80 0,70 0,70 0,60 0,60 0,57 0,50 0,50 2008 2009 2010 F 2011 2012 2008 M 2009 F 2010 M 2011 0,51 2012 Fonte: elaborazione OPML su dati SILP 1 Il Volume di lavoro attivato (VOLA) è un indicatore sperimentale che consente di stimare il numero di giornate lorde (giorni solari) generate dagli avviamenti registrati. Ogni avviamento a tempo determinato viene moltiplicato per la sua durata attesa (data presunta di cessazione - data di avviamento) mentre ogni avviamento a tempo indeterminato viene moltiplicato per la durata media di tutti i contratti della medesima fattispecie conclusi nei quattro anni precedenti tenendo conto del settore economico del datore e dell’età e del genere del lavoratore. 9 Se gli uomini hanno visto passare gli avviamenti al lavoro dai 196.414 del 2008 ai 151.084 del 2012 (circa il 23% in meno ), le donne hanno fatto registrare una contrazione di circa 27.000 unità, da 221.064 a 194.371 contratti (‐12%). Il Volume di lavoro attivato è invece passato da 101.782.000 a 52.301.000 giornate lorde (‐49%) per gli uomini e da 81.589.000 a 46.157.000 giornate (‐43%) per le donne. Un’analisi più complessa dei due indicatori mostra tuttavia che, anche se di poco, la qualità dell’occupazione femminile (tipologie di contratti sottoscritti e loro durata media) è peggiorata più di quella degli uomini visto che per gli avviamenti si registra nel 2012 un differenziale uomini/donne di 11 punti (0.88 contro 0,77) mentre per il VOLA è pari a 6 punti (0,57 contro 0,51). Come si evince dalla Tabella 1, la ragione di questo peggioramento è da ascrivere non tanto al minor ricorso al contratto a tempo indeterminato subordinato, la cui incidenza cala per uomini e donne di circa 6 punti percentuali (dal 15% al 9% per le prime e dal 20% al 14% per i secondi), ma soprattutto alla minore durata media dei contratti a tempo determinato che cala del 22% per le donne (da 168 a 131 giorni) e del 18% per gli uomini (da 214 a 175 giorni). Meno facile esprimere una valutazione sul ricorso al lavoro part‐time che aumenta in maniera consistente sia tra gli uomini sia tra le donne e viene ormai utilizzato nel 43% dei contratti sottoscritti da queste ultime. Risulta in ogni caso improbabile ipotizzare che si tratti di part‐time volontario e appare verosimile che sia utilizzato dai datori per ragioni di carattere organizzativo e di costo. Anche per questa ragione il lavoro a tempo parziale e il suo potenziale “di conciliazione” richiederanno in futuro uno specifico approfondimento. *Tab. 1 – Principali caratteristiche delle domanda di lavoro femminile Anno Avviamenti F %F % TI subordinato F M Durata media TD* F M Incidenza PT F M VOLA (x1000) F %F 2008 221.064 53% 15% 20% 168 214 25% 11% 81.589 44% 2009 191.601 56% 11% 16% 148 170 25% 15% 57.424 49% 2010 196.332 54% 9% 15% 143 174 37% 19% 53.944 46% 2011 200.903 54% 9% 14% 137 178 38% 19% 51.496 45% 2012 194.371 56% 9% 14% 131 175 43% 23% 46.157 47% Fonte: elaborazione OPML su dati SILP Fatte le dovute proporzioni non emergono quindi differenze strutturali rispetto a quanto registrato nel 2010: le donne continuano a sottoscrivere più contratti degli uomini (il 56% del totale nel 2012) ma hanno minori probabilità di ottenere un’offerta di lavoro subordinato a tempo indeterminato (all’incirca il 5% in meno degli uomini) e sottoscrivono contratti a termine 10 più brevi. Questo spiega per quale ragione il Volume di lavoro attivato dalle donne è stabilmente inferiore a quello generato dagli uomini e non va oltre, nel 2012, il 47% del totale. Nell’analisi di un’entità complessa quale è il mercato del lavoro, le semplificazioni rischiano sovente di condurre a conclusioni discutibili. Tuttavia in questo caso non è imprudente affermare che, tra le diverse determinanti alla base sia delle evidenze positive (la migliore tenuta nel quadro della crisi) sia delle evidenze negative (la qualità mediamente peggiore dell’occupazione) emerse nella prima parte di questo documento, la specializzazione settoriale del lavoro delle donne è la più importante. Come si capirà in seguito è proprio la concentrazione dell’occupazione femminile in settori meno esposti agli effetti diretti della crisi che spiega al contempo la miglior tenuta relativa e la minore qualità dell’occupazione. 3. La qualità del lavoro delle donne: i settori Per comprendere questa affermazione in maniera intuitiva è sufficiente consultare la Tabella 2 che riporta i dati sugli avviamenti al lavoro di donne per macrosettore economico tra il 2010 e il 2012 (classificazione ATECO 2007). Complessivamente sono state registrate 536.261 procedure di assunzione a cui corrispondono 137.087.661 giornate di lavoro attivate (VOLA). Di queste ultime l’83% sono state generate nel terziario (114.898.608 giornate), il 16% nei servizi (21.487.071) e il rimanente in agricoltura. *Tab. 2 – Domanda di lavoro di donne per macrosettore economico (2010‐2012) SETTORE Avviamenti F VOLA F %Avv. F %VOLA F %VOLA‐%Avv. Agricoltura 3.179 701.982 32% 30% ‐2% Industria 50.901 21.487.071 25% 22% ‐3% Terziario 482.181 114.898.608 63% 57% ‐6% Fonte: elaborazione OPML su dati SILP Per comprendere in quale dei due macrosettori principali è stata generata l’occupazione di migliore qualità, un possibile indicatore è la differenza tra l’incidenza delle donne sul totale degli avviamenti e sul totale del Volume di lavoro attivato. Quanto più è ampia la differenza tanto più è significativo lo scarto in termini di qualità del lavoro. Così se nel terziario le donne sottoscrivono il 63% dei contratti, ottengono a fronte degli stessi contratti solo il 57% delle giornate di lavoro (‐ 6%). Nell’industria invece lo scarto è della metà (‐3%) perché le donne sottoscrivono il 25% dei contratti e ottengono in cambio il 22% delle giornate di lavoro. Pertanto è possibile confermare che esiste in generale uno svantaggio delle donne in termini di qualità del lavoro e che tale 11 svantaggio è più marcato nel terziario, ossia nel macrosettore in cui sono di gran lunga più presenti. L’analisi al livello successivo della classificazione settoriale fornisce uno spaccato più dettagliato di questa conclusione. La Tabella 3 riporta l’elenco dei settori a maggiore intensità di domanda di lavoro femminile ordinati in base all’incidenza di avviamenti di donne sul totale dei contratti sottoscritti. Tutti fanno parte del terziario e riguardano il lavoro domestico con il 90% dei contratti sottoscritti, i servizi generali con l’83%, l’istruzione, la sanità e la pubblica amministrazione (rispettivamente l’82%, il 79% e il 67% dei contratti), il commercio con il 67%, le attività finanziarie e assicurative (61%), gli alberghi e i ristoranti (58%). Sotto questo aspetto non si segnalano ovviamente novità rispetto al periodo 2008‐2010 e non si può che confermare la valutazione di due anni fa in cui il quadro complessivo era stato diplomaticamente definito “tradizionale”. *Tab. 3 – Settori a maggiore intensità di domanda di lavoro femminile (2010‐2012) T ‐ Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro di personale domestico S ‐ Altri servizi P ‐ Istruzione Q ‐ Sanità e assistenza sociale O ‐ Amministrazione pubblica e difesa G ‐ Commercio allʹingrosso e al dettaglio e riparazione di veicoli di cui solo commercio (cod. ATECO 45 e 46 II digit) K ‐ Attività finanziarie e assicurative L ‐ Attività immobiliari I ‐Alberghi e ristorazione M ‐ Attività professionali, scientifiche e tecniche N ‐ Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese Avviamenti F VOLA F %Avv. F %VOLA F %VOLA‐%AVV 51.799 13.664.627 90% 92% 2% 35.322 6.437.800 83% 74% ‐9% 84.168 24.467 20.845.738 11.521.497 82% 79% 79% 74% ‐3% ‐6% 8.539 7.147.321 67% 61% ‐6% 85.587 15.674.355 64% 48% ‐17% 83.955 14.693.459 3.751.723 1.721.577 67% 61% 54% 5.112 3.474 ‐13% ‐9% 66.083 30.866 7.901.965 9.534.050 36.997 6.967.996 59% 58% 52% 59% 58% 55% 51% 57% 48% 0% ‐4% ‐7% ‐9% Fonte: elaborazione OPML su dati SILP Interessante infine constatare che il settore economico in cui si registra una minore qualità della domanda è il commercio in cui le donne sottoscrivono il 67% dei contratti e ottengono a fronte degli stessi solo il 54% delle giornate di lavoro. E’ un’evidenza significativa tenuto conto che si tratta del secondo settore per volume della domanda dopo l’istruzione e il primo se si esclude anche la pubblica amministrazione. Seguono i servizi generali e alle imprese e le attività finanziarie e assicurative con uno scarto di circa 9 punti percentuali. 4. La qualità del lavoro delle donne: le qualifiche Il terzo fattore che è possibile indagare a partire dalle comunicazioni di assunzione è il livello di qualificazione con cui vengono effettuate. La Tabella 4 aggrega la domanda di lavoro registrata tra 12 2010 e 2012 per grande gruppo professionale (classificazione CP2011). Analizzando la colonna relativa all’incidenza degli avviamenti di donne sul totale dei contratti sottoscritti è possibile constatare due evidenze principali. La prima, piuttosto scontata, è una maggiore presenza femminile nelle professioni tipiche del terziario: le professioni qualificate nel commercio e nei servizi, in cui 70 contratti su 100 sono sottoscritti da donne, e quelle impiegatizie in cui l’incidenza raggiunge il 63%. La seconda, più contraddittoria, è una significativa presenza femminile nelle professioni ad alta qualificazione in generale (codici 1 , 2 e 3 della classificazione CP2011) ma non, più dettagliatamente, nelle posizioni di tipo dirigenziale. Le donne, infatti, sottoscrivono il 63% dei contratti nelle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, 55% di quelle tecniche e solo il 28% contratti di assunzione di legislatori e dirigenti. Detto in parole più semplici le donne riescono ad ottenere con più frequenza degli uomini i posti di quadro, di funzionario e ad elevata specializzazione tecnica e scientifica, che presuppongono la capacità di gestire attività complesse e di coordinare altre persone, ma trovano evidentemente, nella prosecuzione della loro carriera, maggiori ostacoli ad accedere alle posizioni dirigenziali vere e proprie. *Tab. 4 – Domanda di lavoro di donne per grande gruppo professionale (2010‐2012) 1 ‐ Legislatori, dirigenti e imprenditori 2 ‐ Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 3 ‐ Professioni tecniche 4 ‐ Impiegati 5 ‐ Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 6 ‐ Artigiani, operai specializzati e agricoltori 7 ‐ Conduttori di impianti e operai semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili 8 ‐ Professioni non qualificate Avviamenti F VOLA F %Avv. F %VOLA F %VOLA‐%Avv. 1.479 1.849.541 28% 28% ‐1% 121.339 26.631.206 63% 55% ‐8% 75.353 62.649 26.479.662 25.964.232 55% 63% 46% 56% ‐9% ‐7% 198.364 42.103.200 70% 68% ‐2% 28.378 7.710.296 27% 18% ‐9% 17.013 4.118.364 23% 16% ‐7% 86.771 16.688.556 46% 40% ‐6% Fonte: elaborazione OPML su dati SILP Non stupisce invece la minore presenza nelle professioni legate alla produzione sia su scala industriale che artigianale mentre, coerentemente con quanto è già stato evidenziato, si riscontra una minore presenza femminile nelle attività lavorative non qualificate. Sulla base di questi risultati, un esercizio interessante è provare a capire quali sono i settori in cui è più facile o più difficile per le donne accedere alle professioni qualificate. La Tabella 5 mostra comparativamente l’incidenza degli avviamenti ad alta qualificazione sul totale dei contratti sottoscritti sia dalle donne che dagli uomini nei principali settori economici. Per facilitarne la 13 lettura sono stati evidenziati in verde i settori in cui si riscontra una differenza nulla o favorevole alle donne, in giallo quelli in cui si registra un dato moderatamente negativo e in rosso quelli che mostrano valori negativi più consistenti. *Tab. 5 – Incidenza degli avviamenti ad alta qualificazione (2008‐2010) SETTORI ECONOMICI (ATECO 2007) A ‐ Agricoltura B ‐ Estrazione di minerali C ‐ Attivita Manifatturiere ‐ Industrie alimentari di cui ad alta qualificazione Avviamenti % Avviamenti totali Donne Donne 9.818 32% 11% 4% 268 10% 52% 12% Uomini 146.896 31% 13% 15% D ‐ Fornitura di energia e gas 2.388 49% 10% 24% E ‐ Fornitura di acqua ‐ Gestione dei rifiuti 4.189 12% 22% 8% F ‐ Costruzioni 52.398 7% 23% 6% G ‐ Commercio allʹingrosso e al dettaglio e riparazione di veicoli 133.500 64% 9% 11% di cui solo commercio (cod. ATECO 45 e 46 II digit) 125.231 67% 9% 11% H ‐ Trasporto e magazzinaggio 41.509 24% 6% 4% I ‐ Alberghi e ristorazione 113.295 58% 2% 2% J ‐ Servizi di informazione e comunicazione 69.457 36% 62% 75% K ‐ Attività finanziarie e assicurative 8.421 61% 28% 45% L ‐ Attività immobiliari 5.883 59% 15% 26% M ‐ Attività professionali, scientifiche e tecniche 53.231 58% 59% 59% N ‐ Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 65.048 57% 13% 13% O ‐ Amministrazione pubblica e difesa 12.815 67% 77% 53% P ‐ Istruzione 103.149 82% 84% 81% 53% Q ‐ Sanità e assistenza sociale 30.920 79% 49% R ‐ Attività artistiche, sportive, di intrattenimento 32.551 45% 70% 80% S ‐ Altri servizi 42.464 83% 30% 34% T ‐ Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro di personale domestico 57.509 90% 5% 4% 78 55% 44% 71% U ‐ Organizzazioni extraterritoriali Fonte: elaborazione OPML su dati SILP I settori relativamente favorevoli sono l’edilizia, la pubblica amministrazione, l’agricoltura, l’istruzione, la logistica mentre sono neutrali il turistico‐alberghiero, i servizi alle imprese e le attività scientifiche e tecniche. Mostrano invece dati moderatamente sfavorevoli l’industria, i servizi generali, il commercio e l’assistenza sociale e fortemente sfavorevoli l’ICT e i media, il bancario‐assicurativo e lo spettacolo. Si tratta di risultati da valutare con prudenza. Appaiono scontati quelli che riguardano la pubblica amministrazione e l’istruzione in cui procedure di accesso piuttosto stringenti offrono maggiori opportunità alle donne. Più difficili da interpretare, invece, i dati positivi relativi ai settori a tradizionale vocazione maschile – agricoltura, edilizia, logistica – anche se è possibile ipotizzare una concentrazione femminile nelle attività tecniche e scientifiche di progettazione e analisi, professioni in cui, si è già detto, le donne sono piuttosto forti. E’ invece difficile spiegare gli scarti negativi. Se si esclude il manifatturiero, non si vedono particolari ragioni per cui le donne debbano accedere più difficilmente alle professioni ad alta 14 qualificazione nel commercio, nell’assistenza sociale e molto più difficilmente nell’ICT e nei media, nelle banche e assicurazioni e nelle attività culturali e dell’intrattenimento. Su questi settori in particolare sarà opportuno in futuro fare specifici approfondimenti non solo di natura quantitativa ma anche qualitativa al fine di ricostruire e comprendere le politiche di reclutamento e le pratiche di mobilità interna adottate. a cura di: *dati e tabelle sono consultabili su www.provincia.torino.gov.it/sportello‐lavoro/Osservatorio_mercato_lavoro 15 C. La tutela e i dati relativi ai casi di discriminazione I casi2 trattati dall’Ufficio nel 2012, casi per cui si è effettivamente aperto un’istruttoria formale, con colloquio e attività di mediazione, sono stati 72, (donne 69, uomini 3), di cui 40 nel primo semestre e 32 nel secondo. Questo numero è pressoché stabile rispetto all’anno precedente, mentre sono notevolmente aumentati i casi a cui sono state fornite informazioni o consulenza telefoniche o tramite e-mail. Casi totali trattati nel 2012 Casi totali 1° Semestre 2° Semestre 72 40 32 Donne totali Uomini totali 69 3 70 60 50 40 Donne 30 Uomini 20 10 0 Informazioni telefoniche Informazioni/consulenze fornite tramite Internet 620 180 Nel 2012 si è potuto notare come i casi riguardino prevalentemente donne, mentre è diminuito il numero degli uomini che si sono rivolti al nostro Ufficio. Questo potrebbe essere una conseguenza della difficoltà incontrata dai padri ad accedere al congedo parentale. Casi 2011 Casi 2012 71 72 Donne 2010 Donne 2011 59 69 2 I dati presentati sono stati elaborati dall’ Ufficio della Consigliera di Parità, a cura di Antonella Corigliano 16 70 68 66 64 Donne 2010 62 Donne 2011 60 58 56 54 La tipologia dell’utente resta comunque prevalentemente donna, di età compresa tra i 36 e i 40 anni (27), con un aumento nella fascia di età tra i 41 e i 50 (20), ciò dovuto probabilmente a causa dell’innalzamento dell’età per la maternità, mentre si nota la presenza di donne oltre i 50 anni (4). Tabella eta’ utente Tra 20 e Tra 31 e Tra 36 e Tra 41 e Oltre 50 30 35 40 50 anni anni anni anni 7 11 27 20 4 30 25 Tra 20 e 30 anni 20 Tra 31 e 35 anni 15 Tra 36 e 40 anni Tra 41 e 50 anni 10 Oltre 50 5 0 grafico età utenti Sono prevalentemente coniugati, con una forte presenza di single e hanno in media due figli. Tabella situazione familiare Single Coniugato Separato/divorziato Convivente Vedovo 13 43 8 7 1 17 50 40 Single Coniugato 30 Separato/Divorziato 20 Convivente 10 Vedovo 0 Tabella numero figli nessuno 1 figlio 2 figli 3 figli 4> 5 25 32 7 3 35 30 nessuno 25 1 figlio 20 2 figli 15 3 figli 10 4> 5 0 Possiedono un titolo di studio elevato (26 il diploma e ben 25 la laurea). Tabella titolo di studio Licenza elementare Licenza media Qualifica Diploma Laurea 1 12 8 26 25 30 25 Licenza elementare 20 Licenza media 15 Qualifica 10 Diploma Laurea 5 0 Nella tipologia dei casi trattati la parte più consistente è la richiesta di conciliazione dei tempi di vita e lavoro, con la flessibilità dell’orario e il part- 18 time. Vi è poi un nutrito numero di casi di demansionamento al rientro dal congedo per la maternità, quando non si giunge al licenziamento subito dopo il compimento dell’anno di vita del bambino, uscendo dal periodo di tutela imposto dalla legge sulla maternità. Tabella tipologia casi Conciliazione - part-time Conciliazione – maternità allattamento Conciliazione – flessibilità orario Violazione legge maternità Conciliazione – congedi parentali padri Molestie sessuali Molestie verbali Discriminazione diretta MOBBING Demansionamento Stalking lavorativo Problema sindacale Licenziamento Richiesta trasferimento 13 8 23 7 2 1 2 15 5 6 1 2 3 4 Conciliazione- part-time 25 Conciliazione-maternità-allattamento Conciliazione-flessibilità orario 20 Violazione legge maternità Conciliazione- congedi parentali padri Molestie sessuali 15 Molestie verbali Discriminazione diretta 10 Mobbing Demansionamento Stalking 5 Problema sindacale Licenziamento 0 Richiesta trasferimento Grafico tipologia casi Le aziende presso cui lavorano gli utenti sono prevalentemente molto grandi per numero di dipendenti (ben 26 ne hanno più di 500, e 13 più di 100), seguite da quelle molto piccole, (14 aziende con meno 15 dipendenti). 19 Tabella tipologia azienda Piccola <15 dipendenti Media 16-18 Grande >100 Molto grande > 500 14 15 13 26 30 25 Piccola < 15 dipendenti 20 Media 16-18 15 Grande > 100 10 Molto grande > 500 5 0 Tabella settore attività I settori di attività da cui provengono sono prevalentemente i servizi, commercio e sanità. Industria Servizi Pubblica amministrazione Commercio Sanità 11 25 11 13 12 25 20 Industria Servizi 15 Pubblica amministrazione 10 Commercio Sanità 5 0 Gli utenti sono impegnati soprattutto con un contratto a tempo indeterminato e con orario full time. Tabella tipologia contratto Tempo indeterminato Tempo determinato 56 12 20 60 50 40 Tempo indeterminato 30 Tempo determinato 20 10 0 Full time Part time 50 18 50 40 30 20 Full time Part time 10 0 Si sono rivolti al nostro ufficio anche alcuni disoccupati (4) in seguito alle dimissioni o al licenziamento. Disoccupati 4 La provenienza dei casi evidenzia l’efficacia delle Rete delle Referenti di Parità dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino, e delle buone prassi instaurate con gli sportelli antimobbing dei Sindacati (grazie anche al Protocollo di Intesa), che ha permesso una intensa collaborazione per la trattazione dei casi. Un buon numero di casi giunge tramite l’opuscolo “I nostri auguri tra opportunità e diritti” diffuso nei centri nascita, e dell’agenda di gravidanza, che veicolano la conoscenza del servizio di tutela offerto dall’Ufficio tra i futuri genitori, mentre si rivelano sempre efficaci il sito internet della Consigliera, e il servizio del Telefono Rosa “Vicino a te” (camper itinerante). Tabella provenienza dei casi CPI Ispettorato DPL Sindacato Passaparola Internet Opuscolo ospedale Telefono rosa Azienda Agenda gravidanza Volantino 9 3 5 16 14 7 3 3 6 6 21 16 Centri per l'Impiego 14 Ispettorato DTL 12 Sindacato 10 Passaparola Internet 8 Opuscolo Ospedale 6 Telefono Rosa Azienda 4 Agenda Gravidanza 2 Volantino 0 Grafico provenienza dei casi Molti dei casi si risolvono nell’ambito della consulenza e l’ascolto (20), mentre per un numero quasi doppio (ben 39) la Consigliera è intervenuta con la mediazione, tramite convocazione delle aziende, o recandosi presso le stesse, per un tentativo di conciliazione, stilando un verbale di conciliazione con le aziende (13), quasi sempre con esito positivo per le/i lavoratrici/tori. Per un caso si sta procedendo per un’azione in giudizio ad adiuvandum. Due casi sono stati segnalati agli sportelli antimobbing, con cui si sta proseguendo la trattazione. Molti casi (26) sono stati sottoposti alla consulenza del nostro legale, in occasione di incontri mensili periodici, o su specifica richiesta. Tabella esito Esaurito nell’ambito della consulenza Mediazione della Consigliera Azione in giudizio ad adiuvandum Inviato lettera convocazione azienda Consulenza legale Verbale di conciliazione Inviato sportello antimobbing Inviato Ufficio Vertenze Sindacato Inviato DTL 20 10 1 29 26 13 2 3 1 22 D. Attività svolte nel corso dell’anno 2012 Partecipazione alle Reti Rete Nazionale delle Consigliere di Parità Partecipazione agli incontri proposti dalla Rete Nazionale delle Consigliere di Parità 7 - 8 maggio 2012 Seminario di Lavoro della Rete – ROMA 12 settembre 2012 Seminario di Studio sulla Riforma del Mercato del Lavoro – ROMA 14 novembre 2012 Seminario "Un autunno di riforme del Diritto del Lavoro italiano pubblico e privato: dalla Riforma alla crescita, allo sviluppo, alla stabilità. Le iniziative in campo” - ROMA Sono state giornate molto intense e interessanti soprattutto perché hanno offerto approfondimenti tematici con relatori molto qualificati e competenti e un reale confronto e arricchimento tra le /i partecipanti soprattutto rispetto alla nuova Riforma del mercato del lavoro. Nell’ambito della rete nazionale delle Consigliere di Parità Gabriella Boeri è componente del gruppo di lavoro“Discriminazioni individuali e Collettive e Azioni in giudizio” e ha partecipato agli incontri programmati 27/2/2012 Roma 22/10/2012 Milano 14/11/2012 Milano Rete regionale delle Consigliere di Parità Le Consigliere di Parità sono componenti della Rete regionale delle Consigliere e hanno partecipato al seguente incontro: 7/12/2012 Torino La Rete delle Consigliere di Parità del Piemonte si è riunita in un momento di discussione tra Consigliere provinciali e regionali, in cui ogni referente ha presentato le attività svolte. Un’occasione di confronto, dialogo, dibattito e di scambio di buone prassi L’attività di rete è stata condotta dalle Consigliere di Parità regionali, Alida Vitale e Franca Turco. Partecipazione e interventi a convegni e incontri 18/01/2012 partecipazione alla riunione UNAR nodo provinciale per la costituzione del gruppo di lavoro interarea della Provincia di Torino 23 19/01/2012 intervento alla IX commissione della Provincia di Torino sull’attività della Consigliera di parità 31/01/2012 partecipazione al gruppo di lavoro Comunicazione del Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle donne 07/02/2012 partecipazione al conferimento della cittadinanza onoraria (Città di Torino) a Tawakul Karman Premio Nobel per la pace 2011. 20/02/2012 partecipazione e intervento alla Rete delle Referenti di Parità dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino 24/02/2012 partecipazione al Convegno nazionale “Medicina di Genere” 08/03/2012 partecipazione e intervento all’incontro organizzato dalla Provincia di Torino per le/i dipendenti 08/03/2012 partecipazione alla rassegna cinematografica e inaugurazione della mostra fotografica su “Donne e Lavoro” a cura della Città di Torino Assessorato Pari Opportunità 12 e 15/03/2012 partecipazione alla formazione UNAR per l’attivazione del nodo provinciale. 20/3/2012 seminario di studio per le Referenti di Parità dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino 23/03/2012 partecipazione e intervento convegno sul Mobbing organizzato dalla CGIL Regionale 10/05/2012 partecipazione e intervento al gruppo di lavoro interarea dell’UNAR Provincia di Torino 31/05/2012 partecipazione alla presentazione del CUG Provincia di Torino 05/06/2012 intervento alla riunione del C.U.G Provincia di Torino 18/6/2012 partecipazione e intervento all’incontro su “La pubblicità che offende” Cirsde – Università degli Studi di Torino e L’Officina 28/06/2012 partecipazione al gruppo di lavoro Comunicazione del Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle donne 18/07/2012 partecipazione al seminario di lavoro della rete di Parità nello sviluppo locale e consulta delle Elette 21/09/2012 intervento al master P.O - Cirsde Università degli Studi di Torino 25/09/2012 partecipazione al gruppo di lavoro Comunicazione del Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle donne 12/10/2012 partecipazione convegno Progetto Lexop 24 13-14/10/2012 partecipazione e intervento al convegno “Mai più complici” organizzato da “Se non ora quando” 18/10/2012 partecipazione e intervento al “Tavolo maltrattanti” Provincia di Torino 19/10/2012 partecipazione convegno “Sfidiamo la crisi” Assessorato al Lavoro R.P. 29/10/2012 partecipazione al gruppo di lavoro Comunicazione del Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle donne 13/11/2012 partecipazione alla riunione del Coordinamento Cittadino e Provinciale Contro la Violenza alle donne 15/11/2012 organizzazione e intervento al seminario di studio per le Referenti di parità delle agenzie Formative 22/11/2012 partecipazione e intervento al seminario di studio sul contrasto alla violenza alle donne - Servizio Pari Opportunità della Provincia di Torino Attività di promozione Bandi Nazionali e Regionali in tema di P.O. L’Ufficio della Consigliera ha promosso con specifici incontri e azioni di supporto alla progettazione per: il Secondo Bando Regionale finalizzato alla realizzazione di “un sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro a valere sul Fondo Nazionale Conciliazione dei tempi di Vita e di Lavoro (maggio 2012). Permetteva ad aziende ed enti pubblici la realizzazione e prima attivazione di nidi aziendali, all’aggiornamento anche in ambito continuo delle rurale donne ma anche assenti dal azioni lavoro finalizzate per periodi medio/lunghi legate ad esigenze di conciliazione e alla facilitazione del rientro. il Bando Regionale per la “Diffusione della cultura di Parità e non discriminazione nel sistema educativo e nel mondo del lavoro” (luglio 2012), contributi volti a sostenere lo sviluppo di progetti per diffondere la cultura di parità e di non discriminazione nel mondo del lavoro e nel sistema educativo, attraverso l’utilizzo di metodologie e strumenti non tradizionali (animazioni teatrali, audiovisivi, social network, ecc.), in grado di veicolare in maniera efficace i messaggi proposti al fine di favorire il cambiamento culturale. La maggior parte dei progetti presentati da imprese della Provincia di Torino hanno richiesto l’adesione della Consigliera e il suo impegno in caso di approvazione in attività di comunicazione e valorizzazione della “buona prassi”. 25