L’Arcivescovo Capovilla è Cardinale San Camillo de Lellis a Loreto or St POSTE ITALIANE spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/AN ia d e rio n. 3 - MARZO 2014 a l Santu INDIC A ZIONI UTILI ORARI TELEFONI Basilica della Santa Casa ore 6.15-20 (aprile-settembre) ore 6.45-19 (ottobre-marzo) La Santa Casa rimane chiusa tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30. Sante Messe Sabato e giorni feriali ore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa) ore 17 e 18.30 (aprile-settembre) ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo) Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo) Domenica e giorni festivi ore 7, 8, 9, 10, 11, 12 ore 17, 18, 19 (aprile-settembre) ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo) Confessioni Giorni feriali ore 7-12.10 ore 16.00-19 (aprile-settembre) ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo) Giorni festivi ore 7-12.30 ore 16-19.30 (aprile-settembre) ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo) Adorazione eucaristica quotidiana Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12 Sagrestia Basilica Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19. Prenotazioni Sante Messe, stesso orario. Celebrazione Battesimo Prima domenica di ogni mese: ore 17 (Basilica Santa Casa). Celebrazione Cresima Primo sabato di ogni mese: ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre) Presentarsi un’ora prima per la registrazione dei documenti. Celebrazione Matrimonio Informazioni presso il Parroco della Santa Casa: ore 10-12. Congregazione Santa Casa-Negozio (a sinistra della facciata della basilica). Ufficio accoglienza pellegrini e informazioni, prenotazione guide turistiche, con negozio ricordi e stampe del santuario, abbonamento alla rivista e iscrizioni alle Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.3018.30 (15-19 giugno-settembre). Ufficio Postale Loreto Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30. QUOTA ASSOCIATIVA A “IL MESSAGGIO della SANTA CASA” Ordinario……………………… Sostenitore………………… Benemerito………………… Estero…………………………… Euro 20,00 Euro 35,00 Euro 40,00 Euro 25,00 IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA Sagrestia Basilica tel. e fax 071.9747.155 Mensile del santuario di Loreto Delegazione Pontificia Congregazione Universale della Santa Casa P.zza della Madonna, 1 - 60025 Loreto (AN) Parroco della Santa Casa tel. 071.977130 Congregazione Santa Casa tel. 071.970104 - fax 071.9747.176 Segreteria arcivescovile tel. 071.9747.173 - fax 071.9747.174 Curia Prelatura Santa Casa tel. 071.9747.242 Registrazione Tribunale di Ancona n. 7 del 12/08/1948 Iscritto nel ROC con il numero 2120 Direttore responsabile ed editoriale Padre Giuseppe Santarelli Redattore Padre Marcello Montanari Rettore Basilica tel. e fax 071.9747.154 Consiglio di redazione Don Andrea Principini Don Francesco Pierpaoli Suor Barbara Anselmi Dott. Vito Punzi Revisione dei testi: Roberto Stefanelli Archivio-Biblioteca Santa Casa tel. 071.9747.160 Libreria Santa Casa tel. 071.9747.178 Imprimi potest + Mons. Giovanni Tonucci, Delegato Pontificio Loreto, 20 febbraio 2014 Casa accoglienza malati e pellegrini tel. 071.9747.213 Albergo Madonna di Loreto tel. 071.970298 - fax 071.9747.218 Museo-Antico Tesoro tel. 071.9747.198. Lunedì chiuso. Da martedì a venerdì: ore 10-13; 15-18. Sabato e domenica: ore 10-13; 15-19. Guide turistiche tel. 071.970104 Questo periodico è associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) La collaborazione alla rivista è gratuita Stampa Industria Grafica Bieffe S.p.A., Recanati (MC) Tel. 071.7578017 - Fax 071.7578021 [email protected] - www.graficabieffe.it “Il Messaggio” esce anche in inglese: THE SHRINE OF THE HOLY HOUSE E-MAIL [email protected] [email protected] SITO INTERNET www.santuarioloreto.it COME RAGGIUNGERCI… Autostrade Bologna-Ancona-Bari e Roma-Pescara-Ancona: uscita Loreto. 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San zio” di Ancona-Falco nara, 30 km da Loreto. * Servizio Autobus ANCONA PER LORETO Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10 13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15 Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15 Servizio Autobus LORETO PER ANCONA Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00 13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25 Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15 Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15 15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15 Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15 Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50 14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55 Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55 In copertina: Antonio Mazzone dei Domenichi, Annunciazione (1513), Loreto, Museo-Antico Tesoro 84 S OMMARIO EDITORIALE L’arcivescovo Capovilla è Cardinale p. Giuseppe Santarelli LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO 85 Isaia e la Vergine 86 LETTERE AL “MESSAGGIO” 87 Discreti testimoni della bellezza 89 Fissa il tuo cuore in Dio 90 La Pentecoste 92 Prospettive per Loreto 93 La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore al ritmo del Suo mons. Giovanni Tonucci SPIRITUALITÀ don Valentino Salvoldi sor. Francesca Entisciò sr. Maria Elisabetta Patrizi Père Marc Flichy Paolo Giovanni Monformoso “Loreto, dopo Nazaret, è il luogo ideale per pregare meditando il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.” Benedetto XVI 97 Penitente e confessore avvolti dalla stessa misericordia Mons. Decio Cipolloni GUARIGIONI A LORETO.... 96 La guarigione di suor Antonietta Cecchini 97 S. Camillo De Lellis (1550-1614) 99 Dott. Fiorenzo Mignini OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO P. Marcello Montanari or St 92 94 ia d e rio Anno 134° n. 3 - MARZO 2014 l Sant ua Inserto speciale Stato giuridico e governo del santuario di Loreto IL “MESSAGGIO” INTERVISTA 103 Intervista a Padre Alessandro Tesei 104 Figure di animali nella Basilica di Loreto (7) Cappelle Laterali Vito Punzi STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA P. Giuseppe Santarelli 106 103 113 111 112 113 114 116 LORETO NEL MONDO Il Loreto di Bergamo Anna Rosa Curi Calendario 2014 Pellegrinaggi Unitalsi In ricordo della pittrice Valery Escalar V simposio per penitenzieri Marcia per la pace Recanati-Loreto NOTIZIE FLASH IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 83 EDITORIALE L’ARCIVESCOVO CAPOVILLA È CARDINALE p. Giuseppe Santarelli 84 Loris Francesco Capovilla a Loreto, il 4 ottobre 1962, accompagna Giovanni XXIII in Santa Casa (Archivio Fotografico della Congregazione Universale della S. Casa). - Direttore P apa Francesco, all’Angelus del 12 gennaio, ha annunciato di aver nominato sedici nuovi cardinali, tra i quali Loris Francesco Capovilla, già Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa e Prelato di Loreto. E ha comunicato che il concistoro avrebbe avuto luogo il 22 febbraio. L’arcivescovo Capovilla è il quarto cardinale che proviene dalla sede di Loreto, a partire dal 1934, quando il Santuario è tornato a essere proprietà diretta della Santa Sede. Prima di lui sono stati elevati a tale dignità Francesco Borgongini Duca, che ricevette la berretta cardinalizia dalle mani di Pio XII il 14 gennaio 1953, Aurelio Sabattani, nominato il 5 gennaio 1983 da Giovanni Paolo II, e Angelo Comastri, elevato alla porpora cardinalizia da Benedetto XVI il 17 ottobre 2007 con imposizione della berretta il 24 novembre successivo. L’esultanza del Santuario e della Città di Loreto per la porpora cardinalizia conferita all’Arcivescovo Capovilla è stata grande. Il gesto del Papa ha voluto essere il riconoscimento del suo illuminato e generoso servizio alla Chiesa, soprattutto quale segretario particolare di Giovanni XXIII - che il prossimo 27 aprile sarà canonizzato insieme a Giovanni Paolo II da Papa Francesco - e quindi anche quale arcivescovo di Chieti prima e di Loreto poi e, infine, quale custode intelligente e premuroso delle memorie di Papa Roncalli a Camaitino, Sotto il Monte (BG). L’arcivescovo Giovanni Tonucci ha subito inviato al suo predecessore un vibrante messaggio di felicitazione a nome suo personale, del clero e della città di Loreto. Tra l’altro, ha scritto: «Questa decisione di Papa Francesco riconosce il prezioso servizio che durante tutta la sua vita Ella ha offerto generosamente alla Chiesa di Cristo. In unione di preghiera affido la sua alta missione alla Vergine Lauretana e all’intercessione del Beato Giovanni XXIII. Tantum aurora est!». In un messaggio inviato qualche giorno IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 dopo la nomina a un privato, ma rivolto a tutti loretani, il neo-porporato ha ricordato con affetto e con lucidissima memoria il Santuario e la Città di Loreto, menzionando istituti religiosi, località e persone con estrema precisione. Ha rivolto un saluto anche all’arcivescovo Giovanni Tonucci, ricordando con affetto il suo genitore, generosamente impegnato nell’Unitalsi. A un punto del suo messaggio, ha esclamato con intimo trasporto: «Ora mi inginocchio sulla soglia della Santa Casa e bacio il pavimento. E bacio la soglia della casa di ogni loretano scongiurandolo di conservare questa grande tradizione». Un ulteriore attestato della sua devozione verso il santuario dell’Incarnazione, da lui definito nel messaggio: «Santuario d’Italia per eccellenza». L’arcivescovo Capovilla ha ricevuto il cardinalato a 98 anni, entrato già nel millesimo dei 99 anni, essendo nato il 14 ottobre 1915. Probabilmente a nessun altro personaggio nella storia è stata conferita la porpora cardinalizia a un’età così avanzata. E anche questo è un primato! LA PAROLA DELL’ARCIVESCOVO ISAIA e la Vergine mons. Giovanni Tonucci - Arcivescovo di Loreto I l profeta Isaia è incaricato dal Signore di portare la subito Maria, la Madre di Gesù, alla quale l’angelo aveva sua parola al popolo d’Israele, infedele all’alleanza annunciato la nascita di un figlio, concepito per opera con Dio. Il profeta guarda l’oggi e, come abbiamo visto, dello Spirito Santo (Lc 1,35). Anche l’evangelista Matteo denuncia i vizi e le ingiustizie della gente del suo applica proprio alla nascita di Gesù la profezia di Isaia: tempo. Ma il suo sguardo si rivolge anche altrove e apre “Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era prospettive verso il futuro, delle quali non è facile, per i stato detto dal profeta: Ecco la vergine concepirà e darà suoi ascoltatori immediati, capire il significato. alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, Leggiamo un passaggio importante nel c. 7, quando che significa Dio con noi” (Mt 1,22-23). Isaia invita il corrotto re Acaz, ad avere fiducia in Dio Verrebbe quindi da dire: “Ma allora, era tutto chiaro che gli ha assicurato fin dall’inizio, e la la sua protezione in nascita di Gesù da un momento difficile, una vergine era in cui i nemici della stata annunciata nazione premono e molto tempo prima. sembrano invincibili. Come è possibile Il re può chiedere che qualcuno non al Signore un segno abbia creduto che la che assicuri la verità parola del profeta della sua promessa, si era realizzata e ma questi, che non che quindi Gesù, sembra contare nato in maniera molto sull’aiuto del così straordinaria, cielo, preferisce era certamente il schivare la richiesta: Messia?”. di fatto, non crede e Sarebbe bello non vuole mettere poter interpretare alla prova la sua tutto in questo incredulità. E allora, modo. Bello ma non Il profeta Isaia, in bianche vesti, rassicura Acaz, re di Giuda, nei confronti dei suoi dice il profeta, sarà nemici e profetizza la nascita dell’Emmanuele da una giovane donna, figurata entro un possibile. Dio stesso a dare alone. Particolare di una miniatura tratta dalla Bibbia di Carlo il Calvo (circa 870 d. C.) La profezia di un segno, che farà Isaia – ma possiamo capire che egli ama e protegge il suo popolo, un segno dire lo stesso per ogni profezia – non è così chiara che indicherà la salvezza, e che consisterà nella nascita come la vediamo noi, che abbiamo l’esperienza di di un bambino: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà quello che è avvenuto dopo e siamo illuminati dalla un figlio, che chiamerà Emmanuele” (7,14). Subito dopo, fede. L’ascoltatore di allora, e chi poi leggeva il libro del Isaia descrive il figlio, la cui nascita aprirà un periodo di profeta, poteva capire poco, perché la figura di questa prosperità e di gloria per il regno di Giuda. donna non era così ben definita come la percepiamo Queste parole del profeta ci sono familiari, noi. Il testo ebraico non dice direttamente “una vergine” perché le abbiamo ascoltate nella liturgia della ma “una giovane donna”, che significa o una ragazza o Parola della celebrazione eucaristica della Solennità una donna appena sposata. Quando però il testo della dell’Annunciazione e anche, qui a Loreto, nella Messa Scrittura fu tradotto in lingua greca, da un gruppo della Venuta della Santa Casa, il 10 dicembre. Nella di studiosi di Alessandria di Egitto, la parola che essi vergine che concepisce e dà alla luce un figlio vediamo usarono fu proprio “vergine”, ed è questo il testo a IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 85 » LETTERE AL “MESSAGGIO” 86 cui fa riferimento Matteo, ed è questo che ha ispirato tutta la tradizione cristiana, che ha giustamente visto nelle parole sia pure misteriose del profeta un’indicazione precisa della concezione verginale di Cristo da parte di Maria. Non dobbiamo stupirci se, a una lettura del tutto aderente al testo, non possiamo estendere il significato delle parole di Isaia al di là di una visione abbastanza generica di una donna che diventa madre di un figlio di grande importanza. Qualcuno vorrebbe interpretare la frase come se fosse riferita alla nascita di Ezechia, un re giusto che cercherà di rimettere il popolo d’Israele sulla retta via dell’obbedienza ai comandamenti di Dio. E forse qualche parte di verità ci potrebbe anche essere, benché sia difficile applicare tutte le espressioni di ammirazione per l’Emmanuele ad un semplice re, sia pure migliore degli altri. Intanto possiamo notare una cosa: ogni volta che, nell’Antico Testamento, si parla di una nascita importante – l’abbiamo visto più volte – la madre è anziana e sterile. Qui la madre è invece giovane e non c’è nessuna allusione alla sterilità: abbiamo un’indicazione che va nella direzione del nuovo stile di Dio, che vuole che suo figlio non nasca “da sangue né da volere di carne né da volere di uomo” (Gv. 1,13). E per noi non c’è dubbio: la Vergine di Isaia è proprio Maria. AGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 Un grazie grande alla Madonna di Loreto Pubblichiamo una tra le tante lettere che pervengono alla direzione di questa rivista, le quali esprimono sincera gratitudine per il dono della prole, ottenuta per intercessione della Madonna di Loreto. «Mi chiamo Paola e sono sposata da 10 anni e mezzo con Luigi. Due mesi fa, esattamente l’8 marzo [2013] siamo diventati genitori della piccola Chiara. Sembrerebbe una storia come tante, ma in realtà la nostra bimba è frutto della potente intercessione della Vergine Lauretana. Non riuscendo ad avere figli, a causa della mia endometriosi, quattro anni fa abbiamo adottato Alessandro arrivato a casa nostra appena 18 giorni dalla nascita. Ma io e Luigi avevamo il sogno di poter dare ad Alessandro un fratellino o sorellina, così dopo aver sentito parlare del nastro azzurro, decisi di mandarlo a prendere. Così il 27 settembre 2011 ho indossato con devozione e affidamento questo prezioso nastro, pregando tutte le sere con Luigi la Vergine Lauretana. Il 10 dicembre di quello stesso anno venimmo con Alessandro in pellegrinaggio a Loreto, affidando alla Vergine la nostra famiglia e la seconda domanda di adozione, che nel frattempo avevamo inoltrato, rimettendoci alla frase: «Si compia in noi la tua Parola». A giugno del 2012 un luminare dell’endometriosi mi disse queste testuali parole: - Scordati di poter avere un figlio naturalmente...-, ma non aveva fatto i conti con l’Onnipotente. Infatti qualche giorno dopo Chiara veniva miracolosamente concepita. Il giorno del cesareo la professoressa che mi ha operato mi disse che non aveva mai visto nulla di simile e che era impossibile che una creatura potesse crescer dentro un utero come il mio. Non sapeva però che a proteggere la mia bimba c’è stata tutti i mesi la Mamma Celeste con il suo nastro! Questa nostra storia possa essere di speranza a chi ormai non spera più, perché a Lui nulla è impossibile. Soprattutto quando a chiedergli le grazie è sua Madre». SPIRITUALITÀ La bellezza salverà il mondo Don Valentino Salvoldi Bellezza Discreti testimoni della un altro stagno, dove trovai un altro fiore di loto che allargava verso di me i suoi petali e diceva sfacciatamente: «Guarda come sono bello e rendi lode al mio Creatore». Io proseguii disgustato” (Anthony de Mello). Tutti siamo belli, unici e irripetibili. Lo siamo agli occhi di Dio, dei nostri genitori e di quanti, amandoci, vedono ciò che altri non sanno scoprire: il prodigio di ogni creatura, immagine e somiglianza del Bellissimo. Lo splendore della verità che è in ciascuno di noi rifulge quando non lo ostentiamo; quando, discretamente, testimoniamo nel silenzio la gioia di esistere, di esser salvati, di essere noi - oggi - il volto del Bel Pastore, Gesù: «Io sono il pastore bello. Il bel pastore offre la vita per le pecore. (...) Io sono il bel pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore» (Gv 10,11-15). 87 L’esperienza della propria bellezza Mario Mazka, «Il bel Pastore...». Bellezza discreta “Passando accanto allo stagno, vidi un fiore di loto in piena fioritura e istintivamente gli dissi: «Come sei bello, mio caro! E come deve essere bello il Dio che ti ha creato!». Esso arrossì, perché non era affatto cosciente della propria grande bellezza. E gli faceva piacere che Dio fosse lodato. Era il più bello perché era totalmente inconsapevole della propria bellezza. E mi attirò perché non tentava affatto di attirare la mia attenzione. Più avanti c’era Cristo si presenta come Pastore bello e buono nella sua scelta di essere tutto un dono per le persone da Lui riscattate, redente e divinizzate con il suo sangue. Con esse ha un rapporto personale, come se per Lui esistesse un’unica persona, “il cui nome ha tatuato sulla palma della sua mano”. A ciascuno, Egli fa la proposta di lasciarsi amare, lasciarsi lavare i piedi e credere nel suo amore. A tutti, poi, offre un luogo in cui fare esperienza di questo amore: la Chiesa, grembo fecondo che ci genera a una vita nuova, incomparabilmente superiore a quella puramente umana. Lì ci riveste «delle vesti della salvezza», ci fa ridiventare belli come eravamo nell’originale progetto eterno, prima del peccato; anzi, trasforma il nostro limite in grazia, la nostra debolezza in forza, i nostri sogni in realtà che superano ogni immaginazione e aspettativa. Quanti fiori di loto germogliano nella Chiesa! Lo testimonia l‘immensa schiera dei santi, non solo quelli ufficialmente canonizzati, ma pure quelli che celano la loro santità in uno stile di vita umile, silenzioso e discreto, portando con dignità la loro croce senza farla pesare agli altri: Cirenei della gioia. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 » SPIRITUALITÀ «Siamo i collaboratori della vostra gioia» 88 Fatta l’esperienza di essere salvati e amati al di là di ogni nostro merito, non possiamo dire come San Pietro sul Tabor: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia» (Lc 9,33). No, povero Pietro, non ne ha azzeccata una! Fatta un’esperienza di fede, il credente deve correre a testimoniarla. Lasciare l’intimità del Tabor per immergersi nella vita quotidiana, come testimone di ciò che lo stesso Pietro dirà nella sua prima lettera: «Siate pronti a rendere conto della speranza che c’è in voi». La luce del Cristo trasfigurato si riflette sul nostro volto che diventa sempre più bello e che, da solo, è già un “sacramento”, un segno dell’intimità con il Signore. Egli imprime sul nostro volto quella bellezza che rendeva talmente raggiante il viso di Mosè, da costringerlo a mettere un velo per non abbagliare quanti lo incontravano, all’uscita dalla tenda del convegno, dove c’era l’arca dell’Alleanza: segno visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Nutrito di questa Bellezza, il credente si mette in cammino sugli impervi sentieri della terra, verso la sua “Gerusalemme”, verso il Calvario, luogo misterioso che è contemporaneamente simbolo di morte e di resurrezione. Rifà l’esperienza di Gesù, da Lui sorretto perché non venga meno il coraggio di testimoniare la sua fede, capiti quello che capiti! Momenti di gioia e momenti di solitudine. Esaltazione e critiche. Miracoli e accuse di operare in nome di Belzebù, capo dei demoni. E nel suo andare di gente in gente, il credente percepisce il privilegio di avere una grande vocazione: essere collaboratore dell’altrui gioia (cfr. 2 Cor 1,24). Riconciliazione con la Bellezza La persona innamorata non ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno: tutti si accorgono di quell’esperienza che sta vivendo e che rende radioso il suo volto. Il credente, nella sua profonda esperienza di comunicazione con Dio - attraverso quella comunità di fratelli che l’aiutano a pregare, a celebrare con gioia la liturgia eucaristica, a convertirsi continuamente attraverso il sacramento della riconciliazione - si erge a modello della nuova morale, sensibile alla lettura dei segni dei tempi. Morale che si presenta non tanto con una serie di leggi, precetti e regole da seguire – benché pure questi siano molto importanti – bensì con la gioiosa testimonianza che faceva dire a Sant’Agostino: «Ama e capirai». Bontà, bellezza e verità diventano contagiose, suscitano quella domanda che i primi discepoli posero a Gesù: «Maestro, dove abiti?», che significa: «Chi sei? Che vita fai? Hai qualche cosa da insegnarci?». E tutti conoscono la risposta semplice e lapidaria: «Vieni e vedi». In altre parole: «Non ti dimostro nulla. Ma se la mia condotta di vita sarà convincente, un po’ alla volta t’insegnerò verità eterne, che rendono l’esistenza degna di essere vissuta». È così che il seguace di Cristo, riconciliatosi con Dio nella comunità di fede, diventa un riconciliatore: uno che aiuta i propri simili a superare l’egoismo, l’individualismo e il narcisismo, grazie alla scoperta di appartenere a un’unica famiglia, chiamata a trasformare questa vita – prima che con la legge del codice e dei comandamenti – con la legge dello Spirito, che solo può aiutarci a vincere la legge stessa, il peccato e la morte, come magistralmente insegna San Paolo nella lettera ai Romani. Davide Frisoni, Il Calvario. «Nutrito di questa bellezza, il credente si mette in cammino sugli impervi sentieri della terra, verso il Calvario...». IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 SPIRITUALITÀ “Fissa il tuo “U sor. Francesca Entisciò cuore inDio” n giorno, nel deserto d’Egitto, un giovane monaco tormentato da molti pensieri che lo assillavano durante la preghiera si recò a chiedere consiglio ad abba Antonio, il «La distrazione nella preghiera è il primo nemico da combattere». padre degli eremiti: «Padre che cosa devo fare per resistere ai pensieri che mi portano via dalla preghiera?». Antonio prese con sé il giovane, salirono in cima alla duna, si volsero verso oriente da dove soffiava il vento del deserto e gli disse: «Apri il tuo mantello e chiudi dentro il vento del deserto». Il ragazzo rispose: «Ma, padre mio, è impossibile!». E Antonio: «Se non puoi catturare il vento che pure sai da che direzione spira, come pensi di poter catturare i tuoi pensieri che neppure sai da dove sorgono? Tu non devi fare niente, ritorna solo a fissare il tuo cuore in Dio»” (da Padri del deserto). Il combattimento spirituale contro i pensieri che ci assalgono durante la preghiera, è la lotta più difficile e scoraggiante all’inizio di ogni percorso interiore. Quando decidiamo di dedicare tempo a Dio nel silenzio, ci vengono in mente tutte le cose urgenti da fare, i pensieri più strani, immagini che difficilmente riusciamo a controllare, ad esempio le ricette di cucina, veri e propri trattati filosofici, addirittura poesie imparate a memoria nella fanciullezza. Tutto questo avviene soprattutto se cerchiamo il silenzio vero, cerchiamo profondamente quel tempo propizio per l’ascolto. Se si vuole fare un incontro autentico con Dio nella preghiera, è necessario combattere seriamente le distrazioni, per poter resistere alle tentazioni che ci distolgono dallo stare con Lui. 1. Il combattimento dei pensieri La distrazione nella preghiera è il primo nemico da combattere. Scopriamo di essere distratti non solo dalle cose che dimentichiamo di fare, ma dalla moltitudine di voci che non riusciamo a far tacere. È molto difficile ritagliarsi un tempo di vero silenzio, interiore ed esteriore. Ma è l’unica strada se si vuole incontrare Dio. Lui non parla nel rumore, nella confusione, ma nel segreto del cuore. Per ascoltare veramente ci vuole silenzio. Il giovane monaco rendendosi conto che sono molti i pensieri che lo tormentano nel tempo della preghiera decide di chiedere consiglio a chi è più esperto nel cammino e la risposta che riceve è un vero IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 89 » SPIRITUALITÀ l a Pentecoste sr. Maria Elisabetta Patrizi sfm 90 insegnamento per noi: stare lì. Insieme alle distrazioni, insieme ai pensieri stravaganti. Stare con Lui e dedicargli il tempo che avevamo fissato per quella preghiera. Il primo allenamento è quello del tempo e del corpo che decide di essere lì nonostante tutto. Allora si scopre che è bello starci, ci si scopre amati e attesi, i pensieri non sono poi più così importanti. Sorge allora una difficoltà più profonda, quella alla porta della preghiera vera: la voce interiore che ci accusa di non essere sufficientemente buoni per pregare, che non siamo capaci, istruiti, che Dio non può amare quello che siamo, che troppa incoerenza viviamo tra la vita interiore e quella esteriore. L’elenco potrebbe occupare pagine e pagine. Se combattere con i pensieri è difficile, bisogna armarsi ancora di più per riuscire a non ascoltare questa voce che ci accusa. Giustamente o no, il tempo di Dio è per Dio e non fatto per piangersi addosso o trovare ragioni per limiti e difetti. 2. Il frutto della preghiera Il frutto dell’incontro con Dio è dono dello Spirito Santo che va invocato continuamente come paraclito, cioè come consolatore, avvocato, difensore. Proprio attraverso la preghiera nello Spirito Santo ci scopriamo infinitamente amati, non più sconfitti dall’accusa, ma ricchi di una gioia sovrabbondante che ci viene proprio dallo stare. Ecco perché è tanto importante fissare lo sguardo in Dio, non in noi stessi e nelle nostre meschinità, nei grovigli del quotidiano, ma solo in Lui che è buono e che si dona con larghezza a quanti lo invocano con cuore sincero. In questo tempo di deserto che la Chiesa ci dona, facciamo esperienza di Lui, frequentiamolo con assiduità, chiediamogli lo Spirito con abbondanza affinché ci conceda il frutto della preghiera, che non altro che scendere nel nostro cuore e trovare Dio così vicino da poterlo quasi toccare. Chiediamo l’intercessione di Maria, sposa dello Spirito Santo, che ci accompagni nei nostri deserti, che faccia rifiorire la speranza, irrighi con la sua materna protezione tutti i nostri desideri di bene. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 IL VANGELO NEI MISTERI DEL ROSARIO Il 3° Mistero glorioso A ll’ultima cena Gesù aveva detto: «è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi» (Gv 16, 7). Il Paraclito è il Consolatore, il Santificatore, l’Avvocato e Colui che porterà a compimento ogni cosa, cioè, il finalizzatore del piano di Dio in Cristo. Infatti, Gesù, morendo sulla croce, risorgendo e salendo al Cielo alla destra del Padre, ha compiuto tutto e ora spetta allo Spirito “distribuire” a noi ogni bene e accompagnarci ogni giorno, partecipandoci la vita stessa di Gesù e conformandoci sempre più a Lui, il Primogenito. Ed ecco: «mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste» – o della “Cinquantina”, festa che, celebrata 50 giorni dopo la Pasqua, commemorava l’alleanza del Sinai tra Dio e Israele – «(...) venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi» (At 2, 1-4). Pertanto si radunò una gran folla, stupita dall’evento, e si domandavano come mai ognuno li udisse parlare nella propria lingua «delle grandi opere di Dio» (ivi, 11). «Allora Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta» (ivi, 14) annunciò loro il compimento di quanto Dio aveva detto per mezzo del profeta Gioele (Gl 3, 1-5) e cioè che «negli ultimi giorni» Dio effonderà il suo Spirito su tutti. E «farà prodigi lassù nel cielo e segni quaggiù sulla terra (...) Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue, prima che giunga il giorno del Ludovico Seitz, Colomba dello Spirito Santo librata sul libro della Bibbia, Loreto, Vetrata della Cappella Tedesca (1892-1902). SPIRITUALITÀ 91 Signore, giorno grande e glorioso. E avverrà: chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato». Dopo aver citato il profeta, Pietro annuncia Gesù, il Nazareno, «uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene – consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso» (At 2, 22-23). Ma il piano di Dio, entrato nella sua fase decisiva con la venuta di Gesù, ora ha raggiunto il punto centrale quando «Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché», essendo vero Dio, «non era possibile che questa lo tenesse in suo potere (...). Questo Gesù Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire (...). Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (cfr. At 2, 24-36). Ludovico Seitz, La Pentecoste, Loreto, Cappella tedesca (1892-1902). Ecco, nelle coraggiose parole di Pietro, è già racchiusa tutta l’essenza della fede cristiana: Gesù crocifisso e risorto, costituito Signore da Dio Padre ed effusore dello Spirito Santo e santificatore. È lo Spirito stesso che proclama, per mezzo di Pietro, il compimento del piano di Dio in Cristo. Questo è il culmine della predicazione apostolica: Gesù è davvero il Re Messia, il Signore! Ed è lo Spirito che fa loro annunciare e testimoniare il Signore Gesù Cristo perché tutti possano credere in lui, essere battezzati nel suo Nome, ricevere il dono dello Spirito Santo; «per voi, infatti, è la promessa e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro» (At 3, 39). Chiediamo, dunque, allo Spirito Santo di renderci annunciatori e testimoni autentici di Cristo, dono del Padre, per la salvezza del mondo. In Lui, con il Battesimo, siamo diventati “nuove creature”, figli di Dio, chiamati alla vita eterna. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 L’ANGOLO DI PÈRE MARC FLICHY Père Marc Flichy Prospettive per Loreto L 92 'esortazione apostolica Evangelii gaudium costituisce il discorso programmatico del nuovo pontificato. Papa Francesco lo dice apertamente; desidera lanciare la Chiesa in una nuova direzione. Il titolo del primo capitolo dell'esortazione è chiaro: «Trasformazione missionaria della Chiesa». Il Papa augura a ogni Chiesa particolare una «Conversione pastorale e missionaria» (n° 25). Il nuovo pontefice fa dell'«Ecclesia semper reformanda» l'arma di punta della nuova pastorale. Questa formula, che fu di Lutero, è ormai cattolica; la ritroviamo nel Decreto sull'ecumenismo del Vaticano II (n° 6). Il discorso del nostro buon Pastore è per tutti. Le consegne sono ferme, chiare, imperative. Dobbiamo «uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie» (n° 20), intraprendere una «conversione ecclesiale», una «continua riforma della Chiesa in quanto istituzione umana e terrena» (n° 26). Il Papa desidera il «controllo tecnico», la «revisione delle sue macchine», cioè l'esame evangelico di tutti gli ‘equipaggi’ della Chiesa. Dunque, ciascuna istituzione deve assolutamente esaminare accuratamente ogni ingranaggio della sua macchina pastorale, togliere la ruggine, cambiare i pezzi logorati, buttare via i frammenti inutili: «Nel suo costante discernimento, la Chiesa può anche giungere a riconoscere consuetudini proprie non direttamente legate al nucleo del Vangelo» (n° 43). Anche Loreto non potrà sfuggire al discorso di fuoco del vulcanico timoniere della Chiesa: «Esorto ciascuna chiesa particolare a entrare in un deciso processo di discernimento, purificazione e riforma» (n° 30). Anche il santuario di Loreto è oggi sollecitato a una verifica della sua potenzialità missionaria, delle sue attività liturgiche e pastorali. In che direzione deve andare Loreto? Abbiamo ora dei criteri ben precisi: «Sogno - scrive il successore di Pietro - una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione» (n° 27). L'intrepido Papa vuole che una grande corrente d'aria fresca scuota la Chiesa che Gesù gli ha affidato. Si dimostra ostile allo spirito freddo degli ottusi conservatori, amici egoisti dei loro agi. Non ha paura di proclamare: «Un cuore missionario ...mai si chiude, mai si ripiega sulle proprie sicurezze, mai opta per la rigidità autodifensiva» (n° 45). Di fatto «la pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del "si è fatto sempre cosi". Invito tutti a essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori della propria comunità» (n° 33). Per noi, amanti delle tradizioni, tanti sacrifici sono all'orizzonte. Ma li accettiamo di gran cuore: vale la pena. Mi auguro che Loreto, già per tanti secoli centro e cuore della vita ecclesiale italiana ed europea, diventi una rampa di lancio e un modello stimolante delle iniziative e novità missionarie auspicate da papa Francesco! Pasquale Iozzino, Ritratto di Papa Francesco, disegno. SPIRITUALITÀ Paolo Giovanni Monformoso La preghiera nella sofferenza: far battere il cuore Il dolore, lo squarcio dove entra Dio Voglio essere capace di intrecciare un dialogo con Te: lo stesso dialogo del Padre con te, il Figlio, nello Spirito Santo. Le mie giornate, lo sai, sono per lo più cariche di preoccupazioni materiali; resto facilmente alla superficie degli avvenimenti, di me stesso, dei rapporti con gli altri e non colgo l’essenza di tutto. Ora devo «entrare» in me stesso, scendere di più nel cuore per parlare lo stesso Tuo linguaggio, che è il linguaggio dell’Amore. Perché se io parlo a Te solo con la ragione e senza cuore e Tu mi parli amandomi, non ci capiremo mai e potrei poi accusarTi di essere sordo alle mie parole. Allora mi metto all’unisono con il battito del Tuo cuore: il cuore di Cristo. Insegnami a vivere il rapporto con gli altri e tutta la vita al ritmo del Tuo cuore, così non sarò più costretto a usare meccanismi di difesa per paura del peggio, ma potrò aprirmi con prudenza al mondo e agli altri, certo che Tu, Dio, sarai sempre con me, soprattutto quando come sofferente sono con Te, oppure lo sono quando mi prendo cura di ogni sofferente, e so che sarò sempre ispirato nei gesti e nelle parole dallo Spirito e capace di usare la dolcezza di Maria. In questo cammino devo prendere la decisione forte e risoluta Giotto (1267-13379, Le Nozze di Cana, Padova, Cappella degli Scrovegni. «Fate quello che egli vi dirà...». di non fermarmi mai, né di abbandonarTi. È molto importante che io vegli sempre su me stesso, fino a ar battere il cuore al ritmo del Suo, questo è prendere la ferma decisione di affidarmi totalmente uno dei significati della preghiera per chi soffre e chi Te, e lasciar andare tutto il superfluo, magari tutto accompagna… perché il Suo (dicevamo la volta scorsa) è il me stesso... Perdere tutto pur di non perdere neanche ritmo di chi sa affidarsi all’infinita Provvidenza, di Colui che ha visto il proprio Cuore fermarsi e poi risorgere e tornare a un’occasione (cfr 1Cor 9,22)... ricordando che Tu sei battere, secondo la Volontà di Vita del Padre. Continuiamo tanto più Tu presente in me, quanto più io tolgo spazio a pregare per attingere alla fonte della preghiera la all’Io. Mi affido a Te e calmo il mio mare interno, agitato fortezza, la speranza e, più ancora, la certa speranza, da paure e risentimenti, ancorandomi alla forza che Dio che mai la nostra sofferenza sarà, se vissuta in Cristo, un Padre mi dà in Te Suo Figlio, e con la fortezza del giusto tempo inutile destinato solo all’abbattimento, alla paura, al e la prudenza lascio si calmi la superficie del mare dei disperato annullamento di sé. Continuiamo la nostra ascesa miei ri-sentimenti, così da poter vedere Maria tra le onde del mio mare interno, agitato: Maria, la Maris alla montagna dove Lo incontreremo. Stella, mi indicherà la strada fino a Te. “Eccomi: mi preparo all’incontro. al ritmo del Suo (13) …f » IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 93 SPIRITUALITÀ 94 Eccomi: mi preparo all’incontro. Voglio innamorarmi sempre più della Tua umanità; assimilare i Tuoi pensieri, affetti, desideri e farli diventare miei: “Fate quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5). Vado alla scuola di Maria per essere come Te, Gesù. Il mio incontro con Te può iniziare anche solo con un lungo sguardo: uno sguardo di Te su di me, e di me su di Te. O tra me ed ogni fratello. Io so, mio Cristo, che Tu sei in ogni fratello, in ogni fratello sofferente; ecco, devo imparare a non tenere lontano nessun altro, devo smettere di stare isolato per paura di perdere qualcosa di me o di mio; non posso desiderare di incontrare nell’Amore Te, Gesù, se sono avaro di sentimenti e di quelle emozioni che solo vengono dall’amore donato dal Padre a noi: mio Gesù, Tu sai solo amare, e se io non mi apro all’Amore come faccio a incontrare Te che sei l’Amore Puro? Eccomi, insegnami ad usare la giusta misura nelle emozioni, nei sentimenti, nelle relazioni. Insegnami ad essere equilibrato e sereno per poter stare bene con Te. Bene con l’altro. Ogni altro”. Questa è la via dell’amore: non c’è un’altra. Perciò vediamo che la carità non è un semplice assistenzialismo, e meno un assistenzialismo per tranquillizzare le coscienze. No, quello non è amore, quello è negozio, quello è affare. L’amore è gratuito. La carità, l’amore è una scelta di vita, è un modo di essere, di vivere, è la via dell’umiltà e della solidarietà. Non c’è un’altra via per questo amore: essere umili e solidali (Papa Francesco, Cagliari, 23 settembre 2013). (continua-) IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 Mons. Decio Cipolloni Penitente e confessore avvolti dalla stessa misericordia A lle folle di pellegrini che varcano la soglia della Santa Casa è dato, se lo vogliono, di varcare un’altra soglia, quella della misericordia di Dio, che nel sacramento della confessione in modo tanto concreto, quanto divino si dona loro. Infatti la visita al santuario e la confessione, sono gesti così legati tra loro, perché lo stesso pellegrinaggio evidenzia la nostra condizione di peccatori, conducendoci verso quei luoghi dove più viva e toccante si coglie la misericordia di Dio. Come non far risuonare le parole misteriose che Mosè sentì dire da Dio sul monte Sinai: “non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, SPIRITUALITÀ perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa” (Es. 3,15) Quale luogo è più sacro della Santa Casa? In essa si rivela la misericordia di Dio, che in Gesù Cristo fatto uomo, crocifisso per amore prende nome e volto. Come allora non cogliere tra i gesti propri del pellegrinaggio quello della confessione, che ci chiede di toglierci più che i sandali dai piedi, dal cuore il peso del peccato. Il ritornello di un salmo responsoriale proclama: “Signore, ridonami la gioia del perdono”. Mi chiedo: “come può esserci la gioia del perdono se non c’è il disagio, il tormento del peccato?”. Togliersi i sandali, entrando al santuario significa professare non solo la fede, ma anche il proprio peccato. Sembra oggi più di moda l’abito del fariseo, che quello del pubblicano, come è più normale sentirsi giusti che peccatori. Addirittura la parola “peccato” non trova più facile accesso nel linguaggio popolare, eppure esso ha tutto il peso biblico, teologico e pastorale e non si minimizza di fronte alla giustificazione di una coscienza lassa, nè diventa così prepotente da distruggere l’uomo, se lo si consegna a chi per lui si è fatto inchiodare. Come allora non cogliere nella visita al santuario, tra i gesti, quello più significativo e sacramentale della confessione? Momento illuminante, carico di emozioni spirituali e di quella gioia, che trasale dal cuore al volto per il perdono ricevuto. Per questo il sacerdote quando accoglie il penitente dice: “il Signore che illumina i nostri cuori, ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati e della sua misericordia.” Ai cristiani che identificano il sacerdote nel ruolo di confessore, perché non scambino il suo servizio con quello di un funzionario, o tanto peggio di un giudice, perché non ipotechino il potere divino a lui donato, è richiesto un profondo atto di fede, specialmente quando ci si presenta a lui nel confessionale. Un atto di fede, che per primi siamo chiamati a fare noi sacerdoti, rivestiti di un potere sovraumano, ma allo stesso tempo carico di misericordia divina. Siano le parole del Papa a ricordarci la nostra gratificante, ma pesante responsabilità di confessori. Ministero che ci da la vera dimensione del nostro essere sacerdoti. Chi si priva di questo ministero, non percepisce la misericordia, né quella di Dio, né quella del penitente. “Il servizio che il sacerdote presta come ministro da parte di Dio per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso; che sappia seminare speranza nei cuori e soprattutto sia consapevole che il fratello o la sorella che si accostano al sacramento della misericordia cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù. Il sacerdote che non ha questa disposizione di spirito è meglio che finché non si corregge, non amministri questo sacramento. I fedeli hanno il diritto di trovare nei sacerdoti dei servitori del perdono di Dio.” (udienza 20 novembre 2013) Queste parole del Papa rivelano il volto del confessore e la sua vera identità. Provo a confidarvi quello che la mia prolungata esperienza nei santuari ha testimoniato dei confessori: la loro paternità è segno della paternità di Dio; la loro fragilità umana è comprensione per ogni peccatore; il loro giudizio è coscienza di verità contro le giustificazioni; il loro potere sacerdotale garanzia del perdono di Dio; la loro accoglienza è espressione della maternità della Chiesa; i loro consigli orientamenti per nuovi impegni etici; il loro incoraggiamento è invito alla gioia e alla fiducia. Giro ai miei confratelli confessori, non solo del santuario, ma dovunque esercitano il ministero questa riflessione, confidando che io e loro cerchiamo di essere quello che Papa Francesco ci raccomanda. Più risalterà con forza e con semplicità la nostra testimonianza di confessori e la condizione di peccatori che tutti accompagna, più risplenderà nella Chiesa la misericordia di Dio, perché appaia ancora più grande il mistero umano e divino degli uomini che la guidano e dei cristiani che la compongono. La Vergine lauretana conceda ai penitenti e ai confessori di essere avvolti dalla stessa misericordia, gli uni perché perdonati, gli altri perché edificati dai prodigi di Dio. Varrebbe la pena dire: “chi va al santuario e non si confessa è come chi va in cerca di acqua, e trovata la fontana, rinuncia a bere.” Foto Corrado Vidau. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 95 GUARIGIONI A LORETO Dott. Fiorenzo Mignini LA GUARIGIONE DI Suor Antonietta Cecchini si sentì guarita e chiese di andare in cappella a ringraziare il Signore. Dispose di riferire al P. Remigio “che era completamente guarita”. Dal quel giorno iniziò ad alimentarsi regolarmente e cominciò a star bene alzandosi dal letto da sola. La lettera inviata da una consorella alla sua Superiora ci fornisce ulteriori informazioni sul decorso successivo alla guarigione: “Rev.da Superiora Suor Emilia, eccomi a Lei per darle notizie della nostra buona suor Antonietta Cecchini. Bisogna proprio dire che la Madonna le ha fatto la grazia per stare così bene, noi che la vediamo sempre così sofferente. Non si sapeva di che farla vivere, mentre adesso mangia, dorme, si alza da sola, gira, va in Chiesa, non sente più nessun dolore o disturbo all’Archivio dell’Osservatorio Medico - In data 8 intestinale, solo i piedi si gonfiano se sta un po’ tanto agosto 1954 si è presentata presso la Congregazione alzata, con ragione le povere gambe che da parecchi della Santa Casa di Loreto la Suora Emilia Broglio anni conoscevano soltanto il letto si sono indebolite ed dell’Istituto S. Maria della Divina Provvidenza, della ora devono ricominciare da capo a camminare fanno Comunità di Loreto (opera Don Luigi Guanella) e un po’ fatica, ma a Dio piacendo, passerà anche questa. raccontò quanto segue. I Direttori del Pellegrinaggio desideravano di fare Suor Antonietta Cecchini di anni 42, dell’Opera una relazione in merito, ma siccome la notizia si è sparsa Don Guanella, residente a Como (istituto S. Marcellina, per mezzo delle nostre dame che avevano visto il fatto, via Tommaso Grossi, 28), è inferma da cinque anni in un baleno per tutta Como, così il Vescovo per non ed è stata operata due volte per carcinoma gastrico, dare troppo corso, più del necessario non ha permesso dichiarato inguaribile. che fosse pubblicato e credo che sia stato un bene e noi Dal 9 al 12 luglio 1954 ha partecipato al pellegrinaggio siamo tanto contenti così. a Loreto con il treno malati Ieri sera parecchie di noi abbiadell’organizzazione lombarda ed mo partecipato alla funzione di è venuta al Santuario della Santa ringraziamento del PellegrinagCasa per chiedere Grazie per gio di Loreto, fu veramente bello e la Congregazione: “Per me non commovente. Le accludo un pezchiedo nulla, chiedo Grazie per zetto dal giornale. Ringraziamo la Congregazione”. Trasportata di cuore il buon Dio e la Vergine in barella poiché impotente in Santissima che nella loro grande tutto, soffriva molto e aveva Misericordia sanno far gustare ai bisogno di ogni assistenza. Non buoni dei momenti di vera gioia! si nutriva che di poche gocce Nella processione vi era una audi caffè. Pur non notando nulla tomobile con l’alto parlante. Per le durante il soggiorno a Loreto, con suore degli Esercizi ci serbano un sua meraviglia fece il viaggio di posticino dal 3 all’11 settembre. ritorno sentendosi fisicamente Le rinnovo ringraziamenti e reassai bene. La notte tra il 13 e il ligiosi saluti a Lei e tutte le suore 14 luglio poté riposare “con un sol anche da parte di suor Ines. sonno”, mentre prima non poteva Nel Signore, Aff.ma Consorella chiudere occhio; al mattino del Suor Teresa Vismara. 14, ricevette, come sempre, la Sia lodato Gesù Cristo.” Santa Comunione a letto e poi Como, 27-7-54 A. Brogli, Salute degli infermi, invocazione delle prese il caffè. Immediatamente L’Osservatorio Medico “Ottaviano Paleani” è stato stabilito presso la Santa Casa di Loreto il 2 Febbraio 2012 al fine di constatare, raccogliere i fatti ed effettuare la valutazione di ciascun caso di guarigione apparentemente inspiegabile, nonché di monitorarne l’evoluzione per almeno un anno attraverso un’attività professionale qualificata. Il materiale proposto in questa rubrica proviene dall’archivio dell’osservatorio. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito: osservatorioloreto.org. D 96 Litanie Lauretane (1997). IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO p. Marcello Montanari Carcinoma gastrico Nel 1930 questa malattia rappresentava la principale causa di morte legata a neoplasie nei maschi, mentre nelle donne la mortalità era appena inferiore. Nel 95% dei casi è un adenocarcinoma. L’asportazione chirurgica completa del tumore con resezione dei linfonodi adiacenti rappresenta l’unico tentativo di terapia radicale. Purtroppo, la maggior parte dei pazienti si presenta alla diagnosi in stadio III o IV e la sopravvivenza a 5 anni non supera il 20-30%. La prognosi severa delle forme localmente avanzate è legata ad un’elevata percentuale di recidive dopo trattamento chirurgico, spiegabili sia con la presenza di malattia occulta metastatica sia con l’evenienza di un residuo tumorale post-resezione. In base a questi dati, sono state sviluppate negli ultimi anni nuove strategie terapeutiche, al fine di migliorare la prognosi dei pazienti con carcinoma gastrico. L’adenocarcinoma gastrico è relativamente radioresistente e richiede dosi radianti superiori alla soglia di tolleranza delle strutture circostanti, come la mucosa intestinale e il midollo spinale. I risultati di studi controllati indicano che la terapia radiante da sola, dopo resezione completa del tumore, non è in grado di prolungare la sopravvivenza. La somministrazione di una combinazione di farmaci citotossici in pazienti con cancro gastrico avanzato consente di ottenere una riduzione superiore al 50% della massa misurabile (“risposta parziale”) nel 30-50% dei casi, con discreto beneficio soggettivo. Nonostante questi risultati incoraggianti in una malattia una volta ritenuta incurabile, la completa scomparsa della massa tumorale è rara, la remissione parziale è transitoria e l’impatto complessivo della polichemioterapia sulla sopravvivenza è ancora motivo di discussione. Attualmente sono disponibili vari schemi terapeutici per trattare i pazienti con tumore gastrico avanzato; bisogna scegliere quello più adatto valutando l’età e il cosiddetto performance status del paziente così come i profili tossicologici dei singoli farmaci. S. Camillo De Lellis (1550-1614) Patrono e modello degli infermieri i celebra quest’anno il IV centenario della morte di san Camillo De Lellis, il fondatore della Congregazione dei Ministri degli infermi detti popolarmente Camilliani. È chiamato anche il santo degli ospedali e dei malati. San Camillo nacque a Bucchianico, vicino a Chieti, il 25 maggio 1550. Rimasto orfano della mamma, seguì il padre nella carriera militare, dandosi anche lui al vizio e al gioco. Crebbe vivace e irrequieto, più amico dei divertimenti che dello studio. A causa di una piaga a un piede, per curarsi entrò nell’ospedale San Giacomo a Roma dove, per necessità, dovette imparare a servire i sofferenti; ma era un pessimo infermiere: svogliato, distratto e venale. Il suo cuore però non era del tutto sviato; spesso era tormentato dall’inquietudine e dall’angoscia. A venticinque anni, sempre tormentato dalla ferita alla gamba, mai pienamente guarita, e dalla fame, decise di accettare un lavoro da muratore che i Cappuccini di Manfredonia gli offrirono per la costruzione del loro convento. I frati gli si mostrarono molto fraterni. Camillo ne fu interiormente commosso. Il suo orgoglio però non era domo: “per timore che facessero ciò per indurlo a farsi frate” non accettò mai nulla. Tuttavia la grazia lo attendeva. La sera del 1° febbraio il padre Guardiano gli disse a bruciapelo: “Fratello, tutto passa, tutto è vanità. Solo per Gesù Cristo vale la pena spendere la vita”. Camillo accusò il colpo e rispose: “Padre, pregate Iddio per me”. Restato solo, si gettò per terra e incominciò a piangere sommessamente sulla sua vita di peccato. Camillo iniziò così una nuova vita: fu vinto dalla grazia in modo così forte tanto da non commettere più un peccato mortale né veniale volontario. Decise di servire Dio tra quei buoni Cappuccini, ma dopo pochi mesi, a causa della vecchia piaga riacutizzata, dovette lasciare il convento. Tornò all’ospedale ‘San Giacomo’, attento e premuroso verso gli altri infermi, prestandosi anche come inserviente volontario. Sempre caritatevole con i malati, diceva loro con tono rassicurante: “Comandatemi, perché siete voi i miei padroni”. Trascorreva la domenica in compagnia di s. Filippo Neri che lo orientò verso la vocazione alla quale si sentiva attratto: consacrarsi a Cristo Crocifisso nel servizio dei malati; così l’ospedale divenne la sua casa. Fu un avvenimento straordinario; e rappresentò una svolta per la vita ospedaliera. Egli cominciò ad accogliere gli infermi alle porte dell’ospedale, a lavarli personalmente con bagni odoriferi e a pulire le loro piaghe infette. Lo videro baciare quei corpi immondi e feriti, trasportarli sulle spalle, nutrirli, abbeverarli e accarezzarli con la tenerezza “che sogliono fare le madri verso i loro figli infermi”. Nello stesso tempo andava mettendo ordine S 97 » IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 OGNI SANTITÀ PASSA A LORETO 98 nell’ospedale; con la vigoria dell’antico soldato teneva a bada la ‘marmaglia ladra’, costituita dai pessimi e poco raccomandabili infermieri del tempo. Per servire i sofferenti istituì la nuova Congregazione dei Ministri degli infermi, riunendo una compagnia di uomini virtuosi. Il loro distintivo era una croce rossa come il sangue e il fuoco: il sangue di Gesù e il fuoco della carità. Ogni giorno andava all’ospedale di ‘Santo Spirito’; Camillo vi instaurò “una nuova scuola di carità”. In seguito fondò nuove case in altre città per servire i malati. Intanto, per essere all’altezza del compito che lo attendeva, Camillo riprese gli studi al Collegio Romano e nel 1584 fu ordinato sacerdote. Al momento della sua morte, avvenuta il 14 luglio 1614, la sua Congregazione contava sedici conventi con 320 fratelli, prestava assistenza in otto ospedali e ne gestiva altri quattro. L’eroico e santo infermiere, che tutti i malati avrebbero voluto, è stato dichiarato santo nel 1746. “Figlio e servo della Madre di Misericordia” Così desiderava farsi chiamare! La Madonna l’aveva atteso per convertirlo. Lei era il suo rifugio e il suo conforto. Il soldataccio malfamato, violento e vizioso, qual era Camillo, nessuno avrebbe potuto cambiarlo. Lo poté il buon Dio per intercessione della Madonna. Confidava con gratitudine e commozione: “Povero me, se non avessi in cielo una così tenera madre!”. La Madonna è stata la carissima madre che Camillo aveva tante volte desiderato e chiamato quand’era infermo. Solo la celeste Madre gli aprì le braccia e lo accolse per figlio. La tenera devozione alla Madonna rese la sua spiritualità amorosa, generosa e materna. Fu una maternità che espresse poi verso gli infermi e i moribondi. I testimoni della sua carità dicevano: “Nessuna madre è più madre di lui”. La Madonna lo chiamava alla sua casa di Loreto L’insigne devoto di Maria durante i suoi viaggi approfittò per visitare più volte la Santa Casa. La prima visita fu nel 1592, in compagnia di fra Curzio Lodi, uno dei tre primi compagni del suo Istituto. Si recò a Loreto per sciogliere un voto alla Madonna, che gli aveva IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 ottenuto, da parte della Santa Sede, il riconoscimento dell’Istituto. Camillo ebbe in Santa Casa un incontro tanto commovente con la sua tenerissima Madre da versare copiose lacrime di riconoscenza, effondendo l’anima sua in lunghe ore di preghiera fervorosa. Ne ripartì col cuore infiammato di carità. Nel 1597 ritornò a Loreto accompagnato da nove religiosi, quattro sacerdoti e cinque fratelli, destinati alla fondazione di Bologna, per invocare l’aiuto della Madonna in vista della difficile decisione di assumere o no il servizio completo negli ospedali. Sfogò ai piedi della celeste Regina la pena del suo cuore per alcune prove che aveva incontrato in seno al suo nuovo Istituto e ripartì più sicuro e sereno verso Bologna. Il Santo degli Infermi volle tornare a Loreto in forma ufficiale verso i primi giorni di giugno del 1600, accompagnato dai suoi assistenti nel governo dell’Ordine, che nel frattempo si era consolidato ed esteso. Poteva affermare che la sua opera di fondatore era terminata. Veniva a darne conto alla sua ‘specialissima Patrona’ e a presentarle tutti i malati e i religiosi presenti e futuri, perché li custodisse nell’amore del suo Gesù. Intanto, nel 1607, aveva rinunciato al governo dell’Ordine per attendere interamente all’assistenza dei malati. Il suo cuore andava spesso alla Casa della Madonna; per questo ben volentieri, nel 1613, accolse l’invito del nuovo Ministro Generale ad accompagnarlo in visita alle case d’Italia, passando per Loreto. Si fermò tre giorni, e tra le venerate pareti fece le più care confidenze alla “Signora e Patrona del suo Ordine” invocandone nuovamente la protezione. Sentendo prossima la fine, celebrò nella Santa Casa, pregando “con grande sentimento e lagrime la Santissima Vergine a essergli propizia e avvocata nell’ultimo passo della morte” e chiedendo per sé e per i suoi di renderli meno indegni nell’attuare, in verginale purezza, la materna presenza accanto al letto di chi soffre e muore. Ancora una volta le sorti di un Ordine religioso erano legate al patrocinio della Vergine di Loreto. Speciale Storia del Santuario Stato giuridico e governo del santuario di Loreto 1 - La Santa Casa proprietà della mensa vescovile di Recanati Il primo documento relativo alla Ecclesia Sanctae Mariae del Laureto, corrispondente alla Santa Casa, risale al 1315 e si riferisce a fatti accaduti nel 1313, quando alcuni ghibellini di Recanati, nelle feste mariane di agosto e settembre di quell’anno e in quelle di febbraio e marzo dell’anno successivo, e in tutte le feste della Madonna, assalirono la detta chiesa, da cui asportarono doni e danaro. Il procuratore del vescovo di Recanati Federico li denunciò al rettore della Marca che li condannò. Nel prezioso documento risulta che la chiesa di Santa Maria di Loreto «apparteneva immediatamente alla Chiesa di Recanati e alla mensa del vescovo». Inoltre, risulta che la chiesa era retta da un cappellano sacerdote, postovi dal vescovo con l’incarico di raccogliere tutte offerte, contro la cui volontà avevano agito i depredatori. Il 18 novembre 1320 Giovanni XXII, per le insubordinazioni dei ghibellini, privò Recanati del titolo di città e di diocesi, decretando che la cattedrale, il vescovo e i canonici fossero trasferiti a Macerata, il cui territorio fu sottratto alle diocesi di Fermo e di Camerino per costituire una nuova diocesi. Così Macerata divenne città e diocesi per la prima volta. La chiesa di Santa Maria di Loreto passò sotto la giurisdizione del vescovo di Macerata ed ebbe un rettore (rector), con maggiore autorità rispetto al precedente cappellano. Nel 1357 Innocenzo VI restituì a Recanati il titolo di città e di diocesi, la quale restò unita alla diocesi di Macerata, sotto Ludovico Seitz, Ritratto di Giulio II, Loreto, un unico vescovo. Cappella Tedesca (1892-1902). Giulio II ha emesso la bolla In sublimia, fondamentale per l’ordinamento giuridico del santuario di Loreto. ATTRAVERSO I SECOLI 2 - Tentativi dei papi di porre il Santuario sotto l’immediata giurisdizione della Santa Sede Con la crescente notorietà e importanza del santuario, meta di un sempre maggiore numero di pellegrini, nel 1424 Martino V manifestò la propria volontà di porre il Santuario di Loreto sotto l’immediata giurisdizione della Sede Apostolica ma, per venire incontro ai desideri dei recanatesi, assai contrari a quel proposito, non mandò a esecuzione il progetto. Nel secolo XV presso la chiesa di Santa Maria di Loreto si stabilirono alcuni sacerdoti e un gubernator. Il primo fu Giacomo di Atri, nominato nel 1445, al quale successe Pietro di Giorgio Tolomei, detto il Teramano, morto nel giugno 1473 Sisto IV, il 28 novembre 1476, pose il Santuario di Loreto sotto l’immediata giurisdizione della Santa Sede, disponendo l’elezione di un vicario in spiritualibus e un governatore in temporalibus e la presenza di otto cappellani nel santuario, scelti dal vicario. Tuttavia, per le insistenti rimostranze dei recanatesi, Sisto IV, l’8 febbraio 1477, ristabilì la giurisdizione del vescovo di Recanati sulla chiesa di Loreto. 3 - La bolla «In sublimia» di Giulio II e i successivi interventi pontifici Giulio II il 21 ottobre 1507, con la bolla In sublimia, sottrasse il Santuario della Santa Casa e la città di Loreto rispettivamente al vescovo e al Comune di Recanati, assoggettandoli alla diretta giurisdizione della Santa Sede, ed emanò una costituzione per il governo della Santa Casa che fu affidata a un governatore, quale diretto rappresentante del cardinale protettore, residente a Roma. Il 27 aprile 1509, lo stesso papa precisò che la competenza del governatore si riferiva al solo complesso della Santa Casa e che comprendeva tutto ciò che riguardava il culto e l’amministrazione economica del considerevole patrimonio, con la specificazione dei vari uffici. Si trattò di un saggio provvedimento che fu punto di riferimento per i secoli successivi. Il primo cardinale protettore fu Antonio Ciocchi da Monte San Savino e il primo governatore fu il dottore Domenico Sebastopoli d’Anguillara. Leone X, con la bolla Ex supernae providentia del 10 Speciale dicembre 1514, elevò la chiesa di Loreto al grado di collegiata insigne con 12 canonici, 12 beneficiari e 6 chierici. Inoltre, il 1° giugno 1518, stabilì che fossero sottomesse al governatore della Santa Casa la città di Recanati e la villa di Loreto. La decisione però creò notevoli disagi, per cui Clemente VII, con il breve Cum plerique del 13 gennaio 1524, annullò la fusione voluta dal Leone X e stabilì che Recanati tornasse alle dipendenze del rettore della Marca e il castello di Loreto restasse alle dipendenze del governatore della Santa Casa. In questo altalenarsi di competenze, merita di essere segnalata anche la decisione di Paolo III che con la bolla Ad Sacram Beati Petri Sedem del 18 febbraio 1535, restituì al Comune di Recanati l’autorità sul castello di Loreto. Più tardi però Pio IV, con il breve Fervens et perpetuus del 19 ottobre 1565, conferì di nuovo l’autorità civile sul medesimo castello al protettore e governatore della Santa Casa. Un altro fatto di rilievo si registrò sotto Gregorio XIII, il quale, con il «motu proprio» Nos liti causae del 16 luglio 1580, per eliminare continue controversie, tolse al vescovo di Recanati la giurisdizione spirituale sugli abitanti del castello di Loreto, dichiarato nullius dioecesis. 4 - Gli interventi di Sisto V e dei suoi successori Sisto V, con la bolla Pro excellenti praeminentia del 17 marzo 1586 elevò Loreto alla dignità di diocesi con proprio vescovo, per cui la chiesa passò da collegiata a cattedrale, e conferì al castello il grado di città. Nel contempo, il 5 marzo 1586, privò Recanati della cattedrale vescovile e poco dopo la sottomise alla diocesi di Loreto. Il territorio della nuova diocesi era costituito da quello della soppressa diocesi di Recanati con l’aggiunta di Castelfidardo, Montecassiano e Montelupone, staccati ripettivamente da Ancona, Osimo e Fermo. La decisione suscitò vivaci reazioni presso il popolo di Recanati per cui Clemente VIIII, l’8 febbraio 1592, unì le chiese di Loreto e Recanati aeque principlaiter, sotto un unico vescovo, forma durata, tra vicende alterne, fino al 1934. Lo stesso pontefice, con disposizione del 20 maggio 1593, sottrasse l’amministrazione della Santa Casa alla giurisdizione della Congregazione del Buon Governo e la affidò a un governatore. Una nuova sistemazione del santuario si ebbe sotto Paolo V, il quale, il 14 agosto 1624, con la costituzione Divina disponente clementia, diede alla Santa Casa un ordinamento giuridico più consono alle nuove esigenze. 5 - La Congregazione Lauretana e l’elevazione della cattedrale a basilica Un importante modifica all’amministrazione del santuario fu data da Clemente XII, il quale, il 5 agosto 1598, con la bolla Sacrosancta Redemptionis, soppresse la carica di cardinale protettore della Santa Casa e costituì la Congregazione Lauretana con sede a Roma e rappresentata a Loreto da un governatore per gli affari temporali e dal vescovo della città per la cura pastorale degli abitanti. Alla Congregazione spettava il compito di regolare le elezioni col prorogarne il tempo, dichiararne la validità o invalidità nei casi dubbi. Essa aveva competenza in merito all’iscrizione o esclusione dei cittadini tra i candidati alla magistratura e su altre materie. La ragione che indusse il papa a istituire la Congregazione Lauretana fu il desiderio di dare al santuario una forma di governo che eliminasse i dissidi e le controversie e rendesse sempre più florida la sua vita. Nel 1743, Benedetto XIV, approvò la «Sinossi lauretana» che contiene le decisioni della Congregazione Lauretana in materia di giurisdizione. La Congregazione, tra vicende alterne, restò in vita fino all’entrata in vigore del Diritto canonico nel 1918. L’8 maggio 1728 Benedetto XIII innalzò la cattedrale di Loreto al grado di basilica conferendole le insegne relative: chiavi, gonfalone e campana, come le basiliche patriarcali di Roma. 6 - Vicende napoleoniche e il Pio Istituto della Santa Casa Nel 1797 le truppe napoleoniche occuparono Loreto, dove il 4 febbraio 1798 istituirono un governo repubblicano per la città e la Santa Casa, ma il 14 novembre 1799, dopo la liberazione della città da parte degli insorti, guidati da Giuseppe La Hoz, fu restaurato il governo pontificio. Il 2 aprile 1808 Napoleone decretò l’annessione delle Marche al Regno Italico e il 22 luglio successivo il viceré Eugenio Napoleone costituì una speciale amministrazione per la Santa Casa. In seguito al Congresso di Vienna, il 25 luglio Antonio Calcagni, Monumento di Sisto V (1597). Il Papa che elevò Loreto alla dignità di città e di diocesi.. Speciale 1815 fu nuovamente restaurato lo Stato pontificio e l’amministrazione della Santa Casa venne temporaneamente affidata al vescovo Stefano Bellini, mentre il governo della città fu assegnato alla Delegazione di Macerata. Alcuni anni dopo però, Leone XII, il 24 luglio 1827, deputò un prelato a commissario della Santa Casa con le facoltà che avevano avuto i precedenti governatori, e poi, il 21 dicembre successivo, stabilì che lo stesso commissario assumesse il governo della città di Loreto. Tralasciando di illustrare i governi provvisori, sorti in seguito alle vicende che hanno portato all’unità d’Italia (uno dal 17 febbraio al 4 aprile 1831, e l’altro dal 6 febbraio al 3 luglio 1849), va messo in evidenza il Pio Istituto della Santa Casa, costituito con decreto regio da Vittorio Emanuele II il 22 dicembre 1861 - dopo l’annessione delle Marche al Regno d’Italia - per l’amministrazione dei beni del Santuario, incamerati dallo Stato. Esso fu posto sotto la speciale protezione del re e fu soggetto alla diretta vigilanza del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti. Il governo del Pio Istituto fu affidato a un amministratore di nomina reale, coadiuvato da un consiglio d’amministrazione composto da quattro membri, uno dei quali era un ecclesiastico della basilica. I beni incamerati del santuario restarono a beneficio dello stesso e, come nel passato, venivano devoluti a opere di beneficenza. Infatti, nello statuto del Pio Istituto si leggeva: «L’ente, dopo il completo servizio del culto del santuario, ha per iscopo le opere di beneficenza in favore degli abitanti di Loreto». Il 3 febbraio 1872 il ministro delle Finanze deliberò che il Pio Istituto della Santa Casa non fosse soggetto alle leggi di liquidazione e conversione dell’asse ecclesiastico. La cura pastorale del santuario e della città restava affidata al vescovo di Recanati - Loreto. 7 - L’Amministrazione Pontificia L’11 febbraio 1929 fu stipulato il Concordato tra la Santa Sede e l’Italia. L’articolo 27 stabiliva quanto segue: «Le basiliche della Santa Casa di Loreto, di San Francesco d’Assisi e di Sant’Antonio in Padova, con gli edifici e opere annesse, eccettuate quelle di carattere meramente laico, saranno cedute alla Santa Sede e la loro amministrazione spetterà liberamente alla medesima». Nello stesso 1929 fu costituita una commissione mista per l’applicazione di questo articolo e, dopo quattro anni e mezzo di arduo lavoro, essa stabilì per Loreto come opere prettamente laiche l’assistenza farmaceutica ai poveri, il mantenimento dell’acquedotto pubblico, le spese di ricovero per i bambini abbandonati e altre opere caritative. In tal modo, le proprietà del Pio Istituto, sottratte per incameramento al Santuario nel 1861, furono così suddivise: il 58% venne assegnato alla Santa Sede E. Giacobbi (secolo XX), Ritratto di Pio XI, Loreto, sagrestia della basilica. Pio XI ha emesso la bolla Lauretanae Basilicae, con la quale ha regolamentato il governo del santuario di Loreto dopo che questo è tornato proprietà della Santa Sede, in seguito al Concordato. e il 42% alla «Opere Laiche Lauretane». Contestualmente fu soppresso il Pio Istituto della Santa Casa con regio decreto del 28 giugno 1934. Pio XI, con chirografo pontificio del 25 marzo 1934, nominò un amministratore pontificio del patrimonio assegnato al Santa Sede, nella persona del vescovo Borgongini Duca, nunzio apostolico in Italia, per la cura del patrimonio assegnato al Santuario, lasciando al vescovo di Recanati - Loreto la cura spirituale dello stesso Santuario con il titolo di delegato apostolico della Santa Casa. Lo stesso Pio XI, con la bolla Lauretanae Basilicae del 15 settembre 1934, soppresse la cattedra vescovile e dichiarò la basilica e tutti gli edifici annessi esenti dal vescovo di Recanati - Loreto e soggetti alla giurisdizione della Santa Sede, deputando a esercitarla il nunzio apostolico in Italia. La basilica così divenne nullius dioecesis, sottoposta all’autorità della Sede Apostolica, e assunse la qualifica di «pontificia», retta da un amministratore pontificio. Alla bolla seguì un altro chirografo pontificio del 24 settembre 1934 che stabiliva le norme per il passaggio dei poteri e la data in cui il nuovo ordinamento sarebbe dovuto andare in vigore: il 1° ottobre 1934. Stabiliva, inoltre, che la cura spirituale del santuario, nelle sue varie espressioni (ufficiatura del coro, custodia della Santa Casa, sagrestia e, soprattutto, penitenzieria) veniva affidata al solo Ordine dei frati minori cappuccini, che assumevano i compiti precedentemente esercitati dai frati minori conventuali, addetti alla penitenzieria, e dai canonici. All’amministratore pontificio fu affiancato poi un vicario, insignito della dignità episcopale, residente a Speciale Loreto. Il primo a essere nominato fu Gaetano Malchiodi che prese possesso il 25 febbraio 1935. Il territorio del comune di Loreto restò soggetto alla diocesi di Recanati – Loreto, con la sospensione temporanea però della giurisdizione del rispettivo vescovo. La Congregazione Concistoriale, l’11 ottobre 1935, concesse all’amministratore pontificio la stessa potestà e le medesime facoltà dei vescovi residenziali per la cura spirituale dei fedeli del territorio di Loreto, senza obbligo di residenza. Questi poteri furono esercitati di fatto, con le dovuta autorizzazione della stessa Congregazione, dal vicario generale. 8 - La costituzione «Lauretanae Almae Domus» Paolo VI, il 24 giugno 1965, emise la bolla Lauretanae Almae Domus, con la quale costituiva la Delegazione Pontificia per il santuario di Loreto e la Prelatura della Santa Casa nullius dioecesis per il territorio di Loreto, deputando uno stesso vescovo quale delegato e quale prelato. Il primo fu Aurelio Sabattani, ispiratore della bolla, il quale prese possesso il 5 settembre 1965. La Delegazione Pontificia ottenne il riconoscimento agli effetti civili il 29 agosto 1965. La bolla è tuttora in vigore. La Delegazione ha il compito primario di curare la pastorale dei pellegrini, il decoro artistico del santuario e l’amministrazione del relativo patrimonio. Recita testualmente la bolla: «il delegato pontificio sarà tenuto, per diritto e dovere, a procurare che il tempio sia amministrato saggiamente nelle cose religiose e nei beni temporali, e procuri con diligenza il bene delle anime, particolarmente degli ammalati, e un’ordinata amministrazione delle offerte spontaneamente elargite dai fedeli». Il delegato pontificio per la pastorale dei pellegrini si avvale della collaborazione dei frati cappuccini in tutte quelle mansioni da loro assunte con il chirografo pontificio del 24 settembre 1934. Le branchie operative della Delegazione Pontificia sono: la Congregazione Universale della Santa Casa, istituita nel 1883 dal vescovo Tommaso Gallucci e da lui affidata ai frati cappuccini per la promozione del culto mariano – lauretano nel mondo cattolico con i mezzi adeguati allo scopo; l’Archivio Storico della Santa Casa, che cura il ricco patrimonio documentale e librario tramite un archivista, ora appartenente alla Fraternità Francescana di Betania; il Museo-Antico Tesoro, che custodisce oggetti d’arte di inestimabile valore ed è diretto dall’archivista; la Libreria della Santa Casa, che diffonde la stampa cattolica. L’ospitalità dei pellegrini nel Palazzo Illirico, che conta 400 posti letto ed è utilizzato soprattutto dai pellegrini malati e sani dell’Unitalsi e di consimili associazioni, ed è corredato di un magnifico Auditorium; la Casa del Clero o Albergo Madonna di Loreto, che è una rinnovata e confortevole struttura alberghiera, affidata alle suore del Divino Amore; il Centro Pastorale Giovanile, riservato ai giovani delle diocesi italiane e non solo, diretto da un sacerdote diocesano, che si avvale della collaborazione delle suore Monfortane; il Centro di pastorale familiare, affidato alla direzione del Rinnovamento nello Spirito; l’Azienda Agraria, che cura il cospicuo patrimonio agrario, frutto di antichi lasciti al santuario. L’amministrazione del santuario, nel suo complesso, è affidata a un Consiglio amministrativo, composto dall’Arcivescovo delegato, che ne è anche il presidente, dal vicario generale e dal segretario della Delegazione Pontificia e da tre laici nominati dalla Segreteria di Stato. Vi opera anche un Collegio di revisori dei conti. La Segreteria di Stato nel 1977 ha emanato uno Statuto della Delegazione Pontificia, rinnovato il 2 febbraio 2003. La Prelatura della Santa Casa, che ha la sua cattedra nella basilica, attende alla cura pastorale delle cinque parrocchie del piccolo territorio comunale di Loreto, che accoglie circa 12.000 abitanti. Il prelato si avvale della collaborazione di un vicario generale (G.S.). ___________ Bibliografia essenziale M. Leopardi, Annali di Recanati, a cura di R. Vuoli, Varese 1945 (ristampa anastatica, Recanati 1993); G. A. Vogel, De Ecclesiis Recanatensi et Lauretana, Recanati 1859; U. Chevalier, Notre Dame de Lorette, Paris 1906; A. D’Ascoli, I Papi e Loreto, Loreto 1969; Delegazione Pontificia per il Santuario di Loreto – Prelatura Santa Casa, Loreto, Archivio Storico della Santa Casa, 1978; F. Grimaldi, Guida degli Archivi Lauretani, Roma 1985, vol. I, Introduzione, pp. 1-80; Idem, La Santa Casa e le sue istituzioni, Foligno, 2006. E. Manfrini, Statua di Paolo VI, Loreto, Sala Paolo VI. Questo papa ha emanato la Costituzione apostolica Lauretanae Almae Domus, definendo l’attuale regime della Delegazione e della Prelatura. IL “MESSAGGIO” INTERVISTA… Vito Punzi ufficio stampa santuario di loreto Padre Alessandro Tesei nuovo rettore del santuario In che modo la responsabilità che Le è stata affidata alcuni mesi, in un luogo così importante e di riferimento per la fede di tante persone com’è il santuario della Santa Casa, ha cambiato la Sua vita, se l’ha cambiata? Loreto è indubbiamente un luogo importante e sento il peso della responsabilità affidatami come guardiano della fraternità dei Frati Cappuccini e come Rettore del Santuario. Sinceramente considerata la mia inesperienza e, come tutti continuano a sottolineare, la mia giovane età, non mi aspettavo tale nomina. Certo, per me è stato un bel salto passare improvvisamente dalla dinamicità del servizio missionario che svolgevo fino a qualche mese fa, con continui viaggi in Africa (Etiopia e Benin) all’ufficio di Rettore della Basilica Lauretana. Tuttavia credo di poter affermare di essere passato “dalle missioni alla missione” e quindi noto una certa continuità anche in me, appunto perché credo sia sempre necessario distinguere l’essenziale dal transitorio, o detto in altri termini, ciò che si è da ciò che si fa. Noi siamo frati, con una specifica vocazione che si riassume nella sequela di Gesù mediante i consigli evangelici e la vita fraterna. Direi che da questo punto di vista ciò che cambia da un luogo all’altro è il servizio che ci viene affidato ma non l’essenza di ciò che siamo chiamati ad essere nella nostra testimonianza evangelica. Loreto per me rappresenta una grande possibilità di servizio e di accoglienza e credo che possa essere una bella opportunità di crescita personale e relazionale visto le tante persone e realtà che sto conoscendo. Sono tante le persone che prestano in vario modo il proprio servizio in Basilica. Come giudica il loro contributo? In questi primi mesi sto cercando di incontrare e conoscere le varie realtà che ruotano attorno al Santuario e le tante persone che vi prestano servizio. Sono stato felicemente colpito dalle persone che ci sono e anche da quelle che via mail o telefonicamente mi contattano per poter venire anche da varie parti a prestare un periodo di servizio nel nostro Santuario. Sicuramente non posso che dare una valutazione positiva: senza il contributo prezioso di tutti e di ciascuno non potremmo realizzare al meglio le tante piccole e grandi cose che un luogo come il nostro richiede in ordine all’accoglienza, agli eventi e alle celebrazioni liturgiche. Speriamo di incrementare maggiormente le presenze di volontariato, come già stiamo facendo, e di puntare su una sempre più feconda comunione nel portare avanti i vari servizi in Basilica. Loreto ha una grande potenzialità; a me, come nuovo Rettore e a tutti coloro che collaborano a più livelli per il bene del Santuario e dei tanti pellegrini che vengono, il compito di saperla sfruttare nel migliore dei modi. La Vergine Lauretana, sede della Sapienza, ci aiuti e ci illumini per un fruttuoso servizio nella sua Santa Casa. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 103 STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA p. Giuseppe Santarelli Figure di animali nella Basilica di Loreto (7) Cappelle Laterali Anche nelle cappelle laterali è dato di rinvenire figure di animali, per quanto in numero più limitato rispetto a quelle delle cappelle absidali. 104 Cappella dell’Immacolata: un serpente e un agnellino Iniziando la rassegna dalla navata destra, partendo dall’altare verso l’uscita, nella Cappella dell’Immacolata o dell’Azione Cattolica, si vede la splendida pala in mosaico tardo settecentesco, desunta da un dipinto di Carlo Maratta (1625-1713) custodito nella chiesa di sant’Isidoro a Roma. Ai piedi della Vergine si scorge un serpente che Gesù Bambino, in braccio alla Madre, trafigge nella testa con una lancia sormontata da croce. Il serpente è simbolo del maligno, tentatore di Eva. Nella stessa cappella, Tito Ridolfi nel 1933 ha raffigurato Sant’Agnese a persona intera con un agnellino sul petto sostenuto dal braccio destro, delicatamente reso. Un gioco di parole latine ha associato Agnes (Agnese) ad Agnus (agnello), anch’esso, come la vergine martire, incontaminato e puro, e così ha dato luogo a un’inconfondibile iconografia della santa. Tito Ridolfi, Agnello in braccio a Santa Agnese, particolare, Cappella dell’Immacolata. Carlo Maratta, (mosaico da), Serpente, particolare dell’Immacolata, Cappella dell’Immacolata Pittore del secolo XVI, Figura di Leone, Cappella dei Ss. Domenico e Agostino. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 ittore del secolo XVI, Figure di Pesci, particolare di S. Antonio di Padova che predica ai pesci, Cappella dei Ss. Domenico e Agostino. STORIA ARTE E CULTURA LAURETANA Cappella dei santi Domenico e Agostino: tre leoni, alcuni pesci e un cane La Cappella è stata decorata nel 1583 a spese di Vincenzo Casali, governatore del santuario lauretano, con dipinti e stucchi. Ai due lati sono posti due stemmi del committente, raffiguranti due leoni rampanti a tre quarti di figura. Un altro leone si scorge su un ovale della volta, a sinistra, seduto sullo specchio d’acqua che sta dentro un tino dalle doghe lignee, sovrastato dalla seguente scritta: In timore fiducia (Fiducia nella paura), con allusione forse al leone, simbolo della bestia che incute terrore, contro la quale occorre aver fiducia e coraggio. Davanti al tino è dipinta una pianta che brucia con vigorosa fiamma. Sotto l’ovale, un ignoto pittore ha raffigurato sant’Antonio di Padova che predica ai pesci sulla spiaggia di Rimini. Sono sette pesci, alcuni dei quali, più piccoli, sullo sfondo, sono in movimento verso il santo e altri, in primo piano, stanno in attento ascolto. Nella pala d’altare in mosaico tardo-settecentesco, desunto da un dipinto di Domenico De Angelis (17351804), raffigurante i santi Agostino e Domenico, si vede un bel cane con una torcia accesa in bocca, uno dei simboli iconografici che contraddistinguono il fondatore dell’Ordine dei Predicatori. Esso fa riferimento a una visione avuta dalla sua madre Giovanna, che vide se stessa dare alla luce un piccolo cane dal manto bianco e nero, avente in bocca una torcia accesa con la quale infiammava il mondo. Cappella del Battistero: due aquile in stucco Per questa Cappella Francesco Selva nel 1511-1512 ha lavorato a stucco due statue con figure di donne, ad altezza naturale, l’una sul lato sinistro raffigurante Il Battesimo di fuoco o di desiderio e l’altra sul lato destro raffigurante il Battesimo di sangue. Ai piedi delle due simboliche figure muliebri ha scolpito due aquile: quella a sinistra mostra il collo eretto ed emerge dalle fiamme, simbolo forse del battesimo di fuoco; quella di destra, dall’incerta simbologia, è piegata verso il basso, con il becco teso a lambire il piede della donna. Sono aquile modellate con vigore e maestria. Cappella dell’Ultima Cena o di Santa Teresa di Lisieux: un cane Nel mosaico tardo-settecentesco, raffigurante l’Ultima Cena, desunto dalla nota tela di Simon Vouet, eseguita nel 1626 e custodita nel Museo-Antico Tesoro del santuario, in basso, sul lato sinistro si scorge un magnifico cane nero, chino e intento a leccare i piatti vuoti del convito, riversati a terra. E’ un particolare di crudo realismo che contrasta con il mistico clima della comunione eucaristica della scena superiore. Simon Vouet (mosaico da), Figura di Cane, particolare dell’Ultima Cena, Cappella di S. Teresa del Bambin Gesù. 105 Domenico De Angelis (mosaico da), Figura di Cane, particolare, Cappella dei Ss. Domenico e Agostino. Francesco Selva, Aquila con il collo eretto, particolare del Battesimo di fuoco, Cappella del Battistero. Francesco Selva, Aquila piegata verso il basso, particolare del Battesimo di sangue, Cappella del Battistero. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 LORETO NEL MONDO nel Anna Rosa Curi Il Loreto di Bergamo 106 L a devozione riservata alla Madonna di Loreto nella diocesi di Bergamo si è manifestata in più occasioni fin dai secoli XV, XVI, XVII con l’erezione di piccole chiese o altari a Lei dedicati in edifici sacri già esistenti, in segno di gratitudine e di riconoscenza per la protezione concessa nei pericoli della vita e contro il malanno della peste. Si possono ricordare Cenate S. Martino, Vigolo, ma soprattutto Pedrengo, la cui popolazione già dal 1450 si portava annualmente in pellegrinaggio a Loreto per implorare l’intercessione della Vergine Maria contro Pianta del luogo così come è oggi con la Camera trasformata in cappella. In grigio sul disegno è riportata la superficie della Camera di Maria considerata reliquia a Loreto tra le tre mura con le pietre sante. Si noti il rispetto delle aree così come volute inizialmente. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 Esterno con portico del Santuario originale dedicato alla Vergine di Loreto con la piccola porta d’ingresso e, sul fianco, attaccata la nuova grande chiesa costruita all’inizio del novecento. la minaccia della peste, che, periodicamente, funestava in modo epidemico quei luoghi. Considerati i tempi, l’impegno di simile viaggio era gravoso, ma i cittadini mantennero il loro voto annuale fino a quando il Papa Paolo V, commosso dalla loro fedeltà , un secolo dopo, lo commutò in un pellegrinaggio locale da effettuare al Santuario di Borgo S. Caterina nel territorio bergamasco, purché gli abitanti di Pedrengo innalzassero a loro spese, in quella chiesa, una cappella con un altare in onore della Vergine di Loreto. Successivamente, nel 1590, si verificò un miracolo a beneficio del bergamasco Giovanni Raffredi, malato allo stremo, che ebbe in visione la Madonna che lo rassicurava sulla sua guarigione. Egli ne diede subito notizia alla sua famiglia ed al paese. In seguito si recò in devoto pellegrinaggio a Loreto e ne ritornò con l’intento di costruire a sue spese una cappella per Lei. Ancora nel 1618 Francesco Maracio, desideroso di far costruire una copia della S. Casa di Loreto nella contrada di Broseta, nella Bergamo bassa diremmo noi oggi, suscitò grande entusiasmo per l’iniziativa, molti si unirono a lui e contribuirono alle spese. Fu così che ebbe inizio la costruzione di un nuovo edificio per il quale i fedeli LORETO NEL MONDO della Santa Casa all’interno di una grande e bella chiesa, costruita in una zona di Porta Venezia dall’architetto Francesco M. Richini, su richiesta dei cardinali Carlo e Federico Borromeo. Quest’ultimo poi la consacrò nel 1616. Quella milanese era la più antica replica dell’alta Italia e sorgeva dove già si trovava in precedenza una piccola cappella intitolata alla Vergine di Loreto. Oggi di tutto questo non esiste più Vetrata originale posta sopra le colonne che aprono il passaggio interno dalla chiesa maggiore al santuario niente. vero e proprio. Essa mostra la Santa Casa posta sul suolo di Loreto con la Madonna e il Bambino sul tetto. Nel giro di un anno, Particolare interessante, la Santa casa è disegnata come appariva in quel primissimo tempo già trasformata dal 1620 al 1621, i in una piccola chiesa dotata di un campanile. bergamaschi portarono a compimento dove è bergamaschi, anziché recarsi a Loreto a prendere le ora e cioè nel quartiere di Broseta il santuario, copia misure necessarie per riprodurre in copia il santo luogo, della copia milanese della Santa Casa. Essi riprodussero corsero a Milano, dove già si trovava una copia fedele esattamente lo spazio sacro, chiuso da una volta a botte e delimitato da una bellissima cancellata per dividerlo dal presbiterio, dove in alto, all’interno di una nicchia circondata da angeli, si trovava una bellissima statua della Madonna lauretana, dono del Vescovo Emo, ivi trasportata nel 1622, qualche tempo dopo la benedizione della chiesa avvenuta il 6 gennaio 1621. Tale statua purtroppo fu sostituita da una nuova ai primi del novecento, quando si diede l’avvio alla costruzione di una chiesa più grande. Forse perché il modello di partenza non fu l’originale lauretano, ma la riproduzione milanese, a Bergamo non sono presenti alcune particolari finiture, Ingresso interno dalla chiesa grande e vista in prospettiva del sacro spazio lauretano riprodotto. utili per ricordare il IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 107 LORETO NEL MONDO 108 messaggio di fede espresso dalle murature, con valore dalle riproduzioni fotografiche. Oggi quindi alla Santa Casa si accede e direttamente essenzialmente decorativo, che di solito caratterizzano le repliche della Santa Casa come le superfici in pietre e dalla chiesa grande con un passaggio aperto sottolineato mattoni a vista con brandelli di affreschi su intonaco e da due alte colonne e da una piccola porta sul fianco la prima porta, l’unica in origine a Loreto oggi chiusa, del portico. Grande e molto sentita è la devozione alla ma rilevabile in quanto architravata in legno. Sono Madonna di Loreto che è rimasta immutata nel tempo invece presenti altri elementi funzionali alla liturgia e che si ritrova nella città anche in tanti piccoli segni come le tre porte oggi esistenti e la delimitazione dello e memorie. Fra queste particolarmente significativa spazio della camera come reliquia immediatamente è l’esistenza di un quadro custodito dal parroco coronata dall’altare. Nulla si può dire invece sulla della parrocchia Santa Maria di Loreto in Bergamo finestra che a Loreto è sulla terza parete, quella corta, in all’interno della canonica, quadro che risale al secolo quanto questo lato è stato demolito per aprire in epoca XVI, di autore ignoto, ma che rappresenta la Madonna ottocentesca, come fosse una cappella, la Santa Casa di Loreto all’interno della cittadina marchigiana che stava sorgendo intorno alla sua Casa, come trasportata alla chiesa maggiore. Dal 1621 il Santuario, già meta di innumerevoli dagli angeli all’interno di un recinto urbano che doveva pellegrinaggi, rimase tale fino al 1863, quando fu esistere come città santa contenente la Casa di Dio trasformato in parrocchia. Essendo divenuto centro e umanamente importante in quanto delimitato da di tutto rispetto ai primi del novecento al suo piccolo quattro torri. spazio fu aggiunta una chiesa più grande destinata ad accogliere un numero maggiore di fedeli. Nello scorrere del tempo infatti si era sviluppata una Bergamo bassa, che con i nuovi quartieri aveva bisogno di una parrocchia con una chiesa in grado di rispondere efficacemente alle necessità di tanti nuovi abitanti. Attualmente la copia della camera lauretana si presenta come una piccola costruzione, che ha sul davanti un piccolo portico esistente sin dall’inizio, destinato ad offrire riparo ai fedeli, essenzialmente pellegrini a piedi secondo la buona tradizione. L’interno dello spazio è luminoso, rischiarato dalla luce di alte vetrate ancora originali, che riproducono l’arrivo della S. Casa con la Madonna e il Santo Bambino sul suolo di Loreto, vegliati da angeli piccoli e grandi. Questa luminosità dà l’impressione che la copia della Santa Casa sia più ampia dell’originale, ma è solo un’impressione, in quanto la superficie venerata a Loreto come area del pavimento della Camera di Maria è quella stessa esistente a Bergamo, riposizionando la parete di fondo dove oggi sono le due colonne. Anche la volta è abbellita da medaglioni dipinti che rappresentano la traslazione della Santa Casa secondo l’iconografia tradizionale, ma raffigurata in volo al di sopra di una barca con a bordo tre uomini ai remi, in Statua della Vergine di Loreto con il Santo Bambino in braccio all’interno della nicchia riccamente ornata e circondata da angioletti viaggio sul mare, come si può ben vedere IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 LORETO NEL MONDO nel La replica della Santa Casa a Buenos Aires N ella chiesa parrocchiale di «Nuestra Señora de Loreto», esistente nel quartiere di Canning a Buenos Aires, capitale dell’Argentina, si trova una Riproduzione della Santa Casa, di recente costruzione. In un primo momento la sede parrocchiale è stata ospitata nella cappella del Collegio delle suore di Santa Teresa. Il progetto dell’erezione di una nuova chiesa parrocchiale risale al 1985, ma la prima pietra dell’ampio edificio (mq 2.084) è stata collocata solo 1988. Padre Bruno Gusmerotti, parroco a quel tempo, nel 1984 acquistò presso la Congregazione Universale una statua della Madonna di Loreto, scolpita dal noto artista Zeno Musner di Ortisei, esposta all’inizio nella primitiva cappella. Successivamente, per iniziativa dello stesso padre Bruno, vi è stata costruita una fedele riproduzione della Santa Casa, che è stata inaugurata il 26 marzo 2007. Il nuovo parroco padre Joaquín Maria Arrieta ha chiesto e ottenuto che la chiesa parrocchiale con la riproduzione della Santa Casa fosse aggregata al santuario di Loreto. L’aggregazione è avvenuta il 13 febbraio 2007. Inoltre, alla riproduzione della Santa Casa è stato concesso il frammento di un mattone del cosiddetto «Muro dei recanatesi» che nei secoli XIV-XVI ha circondato e protetto la Santa Casa. Il frammento è stato inserito in una parete, contraddistinto da una targhetta metallica, con scritta esplicativa. La chiesa e la replica della Santa Casa è stata visitata anche da Papa Francesco, quando era arcivescovo di Buenos Aires, il quale ne ha parlato all’Arcivescovo Tonucci nell’udienza del 20 dicembre 2013. 109 Restaurata la chiesa lauretana di Scanno A Scanno (AQ) esiste una chiesa detta di Sant’Eustachio e di Santa Maria di Loreto. Nelle forme attuali risale al 1697, quando fu riedificata, sempre sotto il titolo della Vergine Lauretana, da Loreto Colarossi (1650-1703), il quale fece collocare sull’altare maggiore una statua della Madonna di Loreto che ornava l’omonima cappella di famiglia della precedente chiesa. E’ detta anche ab antiquo di S. Eustachio, la cui statua, datata 1715, è stata riportata nella chiesa alcuni mesi or sono, dopo il radicale e prolungato restauro dell’edificio sacro, eseguito dalla ditta Kermes di Roma e durato dal 2002 al 2013. Per la circostanza, il vescovo di Sulmona mons. Angelo Spina ha celebrato una santa Messa procedendo alla dedicazione dell’altare di S. Eustachio. Nella foto, la statua di S. Eustachio davanti all’altare maggiore della chiesa, nella quale, dentro una nicchia, si scorge l’immagine della Madonna di Loreto con il Bambino, sopra la Santa Casa. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 CULTURA E’ di Cecco Bonanotte il busto di Traiano Boccalini I n questa rivista (n° di dicembre 2013, p. 392), nel dare il resoconto dell’importante Convegno di studi sul famoso prosatore secentesco Traiano Boccalini, svoltosi nei giorni 1719 ottobre 2013 a Macerata e a Loreto - sua patria - è stata pubblicata la foto di un busto dello scrittore, posto nell’atrio della Sala Consiliare del Comune di Loreto, senza l’indicazione dell’artista che lo ha scolpito. Ora, per interessamento di Mario Ragaini, si viene a sapere che l’autore è il celebre scultore Cecco Bonanotte di Porto Recanati. 110 Lo stesso Bonanotte, in una lettera autografa al direttore della Congregazione Universale della Santa Casa, attesta a chiare note: «Dichiaro che il busto di “Traiano Boccalini” è mia opera giovanile, realizzata tra il 1959 e il 1963. In fede, Cecco Bonanotte. Roma 13.1.2014». In effetti, già al primo esame, il busto appariva opera originale, vigorosamente modellata con una resa espressiva di alto conio, fuori dagli schemi convenzionali e accademici. Contraddistinguono il busto l’energia delle mani in primo piano, che stringono un libro e una colomba simbolo di una pace invano vagheggiata dallo scrittore - e il volto abilmente plasmato, come trasognato e teso a catturare pensieri e immagini per il suo Ragguaglio di Parnaso. Un grande scrittore meritava di essere ritratto da un grande scultore, per giunta suo conterraneo. Collettiva d’arte sulla I Madonna di Loreto l 22 dicembre 2013 è stata inaugurata una Collettiva d’arte nella Sala Foresi del Comune di Civitanova Marche e nel vicino Bar Centrale. La Mostra aveva per titolo: «Omaggio a Maria, Virgo Lauretana». Vi hanno partecipato con le loro opere numerosi artisti: Franco Morresi, Alessandro Bartolini, Debora Torresi, Valentina Boccioni, Roberto Torregiani, Agostino Cartuccia, Manuela Cerolini, Claudio Cimini, M. Vittoria Martin, Antonio Pettinari, Isabella Torregiani, Maria Pellerito, Vincenzo Raccosta, Giusy Campolungo e Birgitta S. La Mostra – che si è chiusa il 6 gennaio – è stata presentata da don Paolo Bascioni. E’ prevista la pubblicazione di un Catalogo. Si tratta di un’ulteriore prova del fascino che la Vergine Lauretana con la sua Casa nazaretana esercita sull’estro creativo anche degli artisti contemporanei. Nella foto, da destra a sinistra: Roberto Stefanelli, impiegato della Congregazione Universale, accanto al pittore Franco Morresi. Roberto Torregiani, porterà la sua opera a Stoccolma per l’Anno della Pace, in collaborazione con l’Istituto Italiano nella capitale svedese. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 CULTURA Numero dei pellegrini e visitatori a Loreto nel 2013 N on è stato è possibile fare un resoconto esatto del numero dei pellegrini affluiti a Loreto nel 2013 perché incerto è il numero delle particole uscite dalla sagrestia, sul quale si fonda l’ipotetica quantità delle persone passate nel santuario. Infatti, per la chiusura dei macchinari dell’Istituto San Giuseppe di Loreto, la sagrestia si è dovuta rivolgere di volta in volta a più fornitori di particole, per cui risulta difficile documentare in modo esatto il loro numero complessivo. Tuttavia, da fondate indicazioni, si può affermare che il numero delle particole consumate nel 2013 corrisponda grosso modo a quello del 2012, che raggiunse la quota di 560.000, comprese quelle distribuite in altre sedi, fuori della basilica, e quelle portate per proprio conto da alcuni gruppi. In base a un parametro di riferimento, elaborato diversi anni or sono, un pellegrino su sei circa si accosta alla comunione nel santuario, dato che le numerose scolaresche, i tanti pellegrini di rapido transito e gli incalcolabili visitatori-turisti, soprattutto nel periodo estivo, non si accostano alla comunione eucaristica. Ne deriva che il numero totale delle presenze a Loreto si è aggirato anche nel 2013 sui tre milioni e trecento mila circa. CALENDARIO 2014 PELLEGRINAGGI DEI MALATI UNITALSI Toscana BUS ven 21/03/2014 dom 23/03/2014 DELEGAZIONE PONTIFICIA ven 28/03/2014 dom 30/03/2014 DELEGAZIONE PONTIFICIA ven 04/04/2014 dom 06/04/2014 DELEGAZIONE PONTIFICIA mer 23/04/2014 gio 24/04/2014 Toscana TRENO gio 24/04/2014 dom 27/04/2014 Umbra BUS mer 30/04/2014 ven 02/05/2014 sab 03/05/2014 dom 04/05/2014 DELEGAZIONE PONTIFICIA Romana-Laziale BUS gio 08/05/2014 dom 11/05/2014 Emiliano-Romagnola BUS gio 15/05/2014 dom 18/05/2014 Lombarda BUS ven 23/05/2014 tun 26/05/2014 Marche BUS ven 13/06/2014 dom 15/0612014 Emiliano-RomagnoJa BUS ven 20/06/2014 lun 23/06/2014 Romana-Laziale BUS gio 26/06/2014 lun 30/06/2014 Molisana BUS gio 17/07/2014 dom 20/07/2014 USTAL BUS mer 23/07/2014 sab 26/07/2014 Triveneta BUS sab 26/07/2014 mar 29/07/2014 Marche BUS ven 01/08/2014 lun 04/08/2014 Marche BUS ven 08/08/2014 lun 11/08/2014 Toscana BUS lun 18/08/2014 gio 21/08/2014 Marche BUS sab 23/08/2014 mar 26/08/2014 Marche BUS gio 28/08/2014 dom 31/08/2014 Lombarda BUS ven 05/09/2014 lun 08/09/2014 Riparazione Eucaristica mar 09/09/2014 ven 09/09/2014 DELEGAZIONE PONTIFICIA dom 14/09/2014 dom 14/09/2014 DELEGAZIONE PONTIFICIA ven 19/09/2014 dom 21/0912014 DELEGAZIONE PONTIFICIA ven 26/09/2014 dom 28/0912014 DELEGAZIONE PONTIFICIA lun 29/09/2014 gio 02/10/2014 gio 16/10/2014 dom 19/10/2014 ven 24/10/2014 dom 26/10/2014 ven 7/11/2014 dom 09/11/2014 Campana BUS SMOM Romana-Laziale BUS N.B.: La dicitura “Delegazione Pontificia” sta ad indicare gruppi non unitalsiani nelle strutture del Santuario. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 111 CULTURA IN RICORDO DELLA PITTRICE Valery Escalar L 112 ’8 dicembre 2013 è morta a Roma Valery Escalar, pittrice prolifica e creativa, molto nota negli ambienti artistici della capitale. Spagnola di origine, ma romana di nascita, ha svolto la sua lunga attività di pittrice nella città eterna, lasciandovi numerose opere, custodite in varie sedi. I suoi dipinti sono per lo più di soggetto sacro e paesaggistico. Era molto affezionata al santuario di Loreto, al quale ha pellegrinato spesso. Una volta è stata accolta con sentimenti di stima e di benevolenza dal cardinale Angelo Comastri, durante il suo episcopato lauretano, al quale lei donò alcuni quadri per l’abbellimento del santuario. Questa rivista le ha dedicato diversi articoli, alcuni a firma della scrittrice e poetessa Mirella Violi. La pittrice ha trattato magistralmente anche il soggetto della Madonna di Loreto, illustrato in questa rivista (giugno 1997, p. 180) che ora riproponiamo nella foto. I volti della Madonna e del Bambino, di color bruno, sono molto espressivi. L’immagine è impreziosita da figure simboliche: la colomba dello Spirito Santo effigiata sulla dalmatica a Valery Escalar davanti a un suo splendido quadro raffigurante la Madonna. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 significare che Maria, nella Casa di Nazaret venerata a Loreto, ha concepito il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo; sul lato destro, sotto la Santa Casa trasportata tra nubi, si scorgono due mani che si stringono in un gesto di amicizia, simboli della mano dell’uomo e di quella di Cristo che, con la sua Incarnazione avvenuta nella Casa di Nazaret, riappacifica e riconcilia l’umanità con Dio. Il tutto è animato da una cromia vivida e satura. La devozione verso la Madonna della Santa Casa l’ha spinta a effettuare una donazione di sei quadri nel novembre del 2007, raffiguranti il Fuoco, l’Aria, la Terra, l’Acqua, la Neve e la Contemplazione. Ora sono esposti e ammirati nella Sala di refezione del Palazzo Apostolico. La pittrice ha donato al santuario di Loreto altri dipinti, tra i quali primeggia la citata Madonna di Loreto, esposta nel Palazzo Illirico. Suo dono è anche un Ritratto di Giovanni Paolo II. Padre Ernesto Piacentini, frate conventuale e teologo - che ha accolto al «Seraphicum» di Roma una vasta pinacoteca delle opere dell’artista - ha scritto: «La pittura di Valery Escalar, nel suo cammino dalla contemplazione artistica alla contemplazione mistica, diviene inavvertitamente e in modo silenzioso, ma efficace, quasi cammino catechetico; diviene catechesi che richiama e porta verso Dio. E in ciò lei continua nobilmente la funzione della pittura che nei secoli era chiamata Bibbia dei poveri: la pittura vista proprio nella sua funzione catechetica». Le sue opere donate al santuario di Loreto ne perpetuano la memoria e il fascino dell’arte. CULTURA V SIMPOSIO PER PENITENZIERI N ei giorni 20-21 gennaio si è tenuto a Loreto, nella risposati civilmente non possono ricevere i sacramenti Sala Pasquale Macchi, il V Simposio per Peniten- della penitenza e dell’eucaristia e non possono svolgezieri, organizzato dalla Delegazione Pontificia trami- re alcuni specifici compiti ecclesiali, ma possono cointe il Centro Studi. Ha moderato l’incontro il prof. don volgersi pienamente, con una vita cristiana impegnata, Manlio Sodi, presidente della Pontificia Accademia di nella Chiesa: è tolto loro il 3%, - ha detto- ma resta loro Teologia. il 97%. Il prof. don Manlio Sodi ha magistralmente ilL’argomento del Simposio è stato il seguente: «Divor- lustrato questo tema: «La sacramentalità della Liturgia zi - Nuove nozze -Convivenze: quale accompagnamen- della Parola, quale “comunione” realizzare?». to ministeriale e paIl giorno 21 storale?». Il Simposio, gennaio il prof. per il tema che intedon Paolo Carressa non solo i sacerlotti ha parlato doti - soprattutto in della «Autenticità riferimento al loro midel pentimento nistero di confessori in situazioni ma- ma anche i laici imtrimoniali irregopegnati nella pastoralari», ribadendo, le famigliare nei suoi tra l’altro, la legitvari settori, compresi timità di un coi consultori familiari niuge di chiedere e i corsi di formazione il divorzio civile per fidanzati, ha regiper giuste caustrato una larga partese, nel proposito cipazione. però di manteneHa aperto il Simpore la fedeltà cosio mons. Krzrysztof niugale, e inoltre Nykiel, reggente della la possibilità per i Penitenzieria Apostorisposati di acceNella foto, da destra a sinistra: mons. K. Nykiel, l’arcivescovo Tonucci, il prof. lica, il quale ha illudere all’eucaristia Sodi e la prof.ssa Tavella. Foto Montanari. strato il tema relativo e alla penitenza se alle «Unioni irregolari promettono di vie ricezione dei sacramenti alla luce del Magistero della vere in castità, come fratelli e sorelle. Chiesa», soffermandosi in special modo sulle direttive Il prof. padre Sabatino Maiorano, ordinario di teolodella «Familiaris consortio» di Giovanni Paolo II. Ha gia morale all’Alfonsianum di Roma, ha chiuso le relaribadito in sostanza il principio secondo cui la verità zioni parlando della «Promozione della vita matrimoe la misericordia debbono coesistere. Ha fatto segui- niale cristiana nelle sue criticità», illustrando, tra l’altro, to la relazione della prof.ssa Sofia Tavella, psicologa e le prospettive dell’Esortazione apostolica di Papa Franpsicoterapeuta all’Università di Urbino e all’Università cesco «Evangelii gaudium». Europea di Roma, la quale ha parlato della «Famiglia A ogni relazione è seguito un dibattuto molto inteincompleta e le nuove normalità», mettendo in evidenza ressante con interventi vari di alcuni partecipanti. Ha le numerose situazioni anomale, nelle quali in sostan- chiuso il Simposio don Manlio Sodi, riassumendone i za vengono lesi i diritti dei bambini per l’egoismo de- punti qualificanti. L’arcivescovo Giovanni Tonucci ha gli adulti. Interessante e diffusa è stata la relazione di annunciato che il VI Simposio si terrà il 19-20 gennaio padre Agostino Montan, professore emerito di Diritto 2015, sempre a Loreto. E’ prevista la pubblicazione degli Canonico, il quale ha illustrato il seguente argomento: Atti del V Simposio, le cui relazioni intanto si possono «Quale accompagnamento pastorale secondo il Codi- trovare in internet: www.santuarioloreto.eu. ce di Diritto Canonico?», mettendo in evidenza come i IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 113 VITA DEL SANTUARIO Festa di Sant’Antonio Abate I l 19 gennaio si è svolta la tradizionale festa di Sant’Antonio abate, con la sfilata degli animali che da Piazza Leopardi è giunta in Piazza della Madonna, lungo via Sisto V, accompagnata dalle note della banda musicale di Loreto. Alle ore 12,00 padre Alessandro Tesei, rettore del santuario, ha impartito la benedizione agli animali. La Piazza accoglieva cani, gatti, conigli, pesci e anche animali esotici, asini di razza sarda, mucche con carretti tipici e cavalli. Foto Stefanelli. 114 Motoraduno interregionale I l 5 gennaio ha avuto luogo un motoraduno in Piazza della Madonna con numerosissimi centauri provenienti da alcune regioni italiane. Le loro moto hanno assiepato Piazza della Madonna, occupando ogni angolo. Dopo la messa delle ore 11,00, dal sagrato della basilica, padre Franco Nardi, custode della Santa Casa, ha impartito la benedizione ai piloti e alle moto, le quali, subito dopo, in un rumore assordante, hanno lasciato la Piazza. Foto Montanari. Marcia per la Pace Recanati – Loreto I l 25 gennaio ha avuto luogo nel tardo pomeriggio la XIII Marcia della Pace da Recanati a Loreto, organizzata da alcune associazioni cattoliche delle Marche. Il tema della riflessione è stato quello suggerito da Papa Francesco per il 1° gennaio: «Fraternità, via per la Pace». Il corteo si è mosso da Recanati dopo che, alle ore 17,30 circa, i partecipanti avevano potuto ascoltare alcune significative testimonianze, tra cui quella del parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi (nella foto a lato), che ha parlato del calvario dei migranti sbarcati nell’isola negli ultimi 15 anni. Intorno alle ore 21 i marciatori sono giunti a Loreto, dove ha preso la parola Stefano Zamagni, noto economista e docente. Foto Lovera. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 IN MEMORIA Carla Zichetti S i è spenta nel Signore, all’età di 90 anni, il 27 dicembre 2013, Carla Zichetti di Genova, devotissima della Santa Casa, alla quale, da circa un decennio, si recava in ogni estate, trattenendosi a Loreto per circa un mese. L’8 luglio 2006 ha dato vita a Loreto all’Associazione «Briciole di Speranza», in base a un documento approvato dal cardinale Angelo Comastri, a quel tempo arcivescovo di Loreto (vedi foto a lato). L’incontro con gli associati avveniva ogni anno a luglio, durante il suo soggiorno a Loreto. La Zichetti ha svolto un intenso apostolato, in special modo a carattere epistolare, rivolgendo il suo amabile scritto, colmo di fede in Dio, a tante persone segnate dalla sofferenza. I suoi opuscoli, che periodicamente inviava agli associati e ad altri, hanno costituito un vero nutrimento spirituale. La Zichetti tanto ha amato il santuario della Santa Casa da volere scegliere per la sua sepoltura il cimitero di Loreto. La sua salma, il 29 dicembre, è stata 115 trasportata da Genova nella Cripta del Crocifisso della basilica lauretana e, dopo un prolungato tempo ritmato da preghiere e da visite, è stata trasferita al cimitero e sepolta nella nuda terra, in ossequio alla sua volontà. MONS. LAURO CINGOLANI I l 24 dicembre 2013 è passato al Signore mons. Lauro Cingolani, all’età di 94 anni, legato per più ragioni al santuario di Loreto. Ordinato sacerdote nel 1942, nel 1950 è stato nominato parroco del duomo di Recanati, dove ha svolto un’illuminata e intensa attività pastorale fino al 1997. Ha ricoperto vari uffici, anche a livello diocesano. Ha curato con sincera devozione la chiesa di Sant’Anna di Recanati, che custodisce una riproduzione della Santa Casa, provvedendo ad adornarla con artistiche porte di bronzo, realizzate dallo scultore Amerigo Luchetti. E’ stato sapiente e solerte guida del Gruppo «Gemellaggio Loreto-Nazaret», recandosi con lo stesso più volte in Terra Santa. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 NOTIZIE FLASH • Rimosse e ricollocate le «bancarelle» in Piazza della Madonna Dopo le feste mariane delll’8-10 dicembre 2013, le caratteristiche «bancarelle» collocate in Piazza della Madonna, a ridosso del Palazzo Illirico, sono state rimosse, forse provvisoriamente. Lo splendore dell’artistica Piazza dopo la rimozione è apparsa in tutta la sua mirabile «nudità» monumentale. 116 • Celebrato a Loreto il 70° anniversario del Movimento dei Focolari Nel 1943 Chiara Lubich, dopo un’illuminazione avuta nella Santa Casa di Loreto nel 1938, fondò il Movimento dei Focolari. Per commemorare la ricorrenza, numerosi focolarini delle Marche si sono dati appuntamento a Loreto il 7 dicembre 2013, prima nel teatro comunale per un momento di incontro-confronto e poi nella basilica della Santa Casa per partecipare, alle ore 19, a una santa messa. Nello stesso giorno, la presidente del Movimento Maria Voce ha annunciato la consegna della documentazione per la richiesta dell’apertura del processo di canonizzazione di Chiara Lubich, morta il 14 marzo 2008. • In memoria di don Valeriano Segatta Il 21 dicembre 2013, è passato al Signore, all’età di 67 anni, don Valeriano Segatta, che per vari anni – fin dal 1997 – è stato assistente ecclesiastico dell’Ospitalità Tridentina, la quale accompagna i pellegrini infermi a Lourdes e a Loreto. Don Valeriano ha guidato molti pellegrinaggi anche in Terra Santa e in vari Paesi d’Europa, ma la sua meta preferita era Loreto per l’intimità spirituale che vi si respira. Negli ultimi mesi aveva sperimentato in prima persona il dono di essere accompagnato nelle prove della malattia. In un’intervista aveva dichiarato: «Non importa se uno è in carrozzina o in piedi, ma è importante guardare negli occhi le persone e capire cosa ci vogliono dire. Perché sappiamo che i malati ci possono dare veramente molto». Poco prima di morire aveva esclamato: «Tra poco vedrò il Signore». • Una reliquia lauretana al primo monastero delle clarisse in Thailandia Il 28 dicembre 2013 suor Maria Rosa Chiara, monaca clarissa, ha fatto richiesta e ha ottenuto dal direttore della Congregazione Universale un frammento di mattone dell’antico «Muro dei Recanatesi» che, nei secoli XIV-XVI, ha circondato e protetto le pareti della Santa Casa per tutto il rispettivo perimetro. Il mattone, insieme con altri, è stato recuperato durante gli scavi archeologici, effettuati nel sottosuolo della Santa Casa negli anni 1962-1965. La reliquia concessa a madre Maria Rosa Chiara è destinata alla cappella dell’erigendo monastero delle clarisse a Chieng Mai, in Thailandia, il primo in quello Stato. • Capodanno a Loreto I frati minori delle Marche, in collaborazione con le parrocchie della Prelatura di Loreto, con il Centro di Pastorale Giovanile di Montorso e con i frati cappuccini ha dato vita a «Un Capodanno alternativo» con l’animazione musicale al Palcongressi della Shekinà Band e con la testimonianza della famiglia di Giulia Gabrielli. Dopo la cena all’Ostello della Gioventù, denominato ora «Terra dei Fioretti», i partecipanti hanno effettuato un pellegrinaggio verso il santuario, dove alle ore 23,30 si è tenuta una Veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Giovanni Tonucci. Poi, in Piazza della Madonna, tutti hanno salutato con gioiose manifestazioni lo spuntare del 2014. Padre João Chagas in Santa Casa I l nuovo responsabile della sezione Giovani del Pontificio Consiglio per i Laici, Padre João Chagas, ha celebrato in Santa Casa il 21 dicembre 2013, pochi giorni dopo il suo arrivo a Roma, nel 12° anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Era accompagnato da Marcello Bedeschi che gli ha fatto conoscere il Centro di Pastorale Giovanile «Giovanni Paolo II» a Montorso. Foto Montanari. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 Padre João Chagas celebra in Santa Casa. • Il Progetto «Anania» inserito nel sito della CEI L’associazione Laboratoranti nel sì, operante anche nel santuario di Loreto, ha dato vita da qualche tempo al «Progetto Anania – Educatore in Logocounseling» per accompagnare la persona che soffre. Si tratta di un percorso di formazione e perfezionamento per operatori sanitari e volontari. Nel gennaio 2014 il Progetto è stato inserito nel sito della Conferenza Episcopale Italiana, sezione Pastorale della Salute, con tutte le indicazioni utili al caso. • Consuntivo della Mostra «Da Rubens a Maratta» Il 12 gennaio si è chiusa a Osimo, a Loreto e a Camerano la Mostra pittorica, intitolata «Da Rubens a Maratta» e organizzata sotto la direzione del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. La Mostra ha ospitato alcuni quadri del Museo-Antico Tesoro del santuario di Loreto, il quale è stato anche una delle tre mete del rispettivo itinerario, con particolare riferimento alla Sala del Pomarancio, all’Atrio del Tesoro e alla Sala degli Evangelisti, nel Museo-Antico Tesoro. La Mostra a Osimo ha accolto quasi quarantamila visitatori. Numerosi sono stati anche quelli a Loreto che hanno voluto completare l’itinerario. Un Catalogo della Mostra, curato da esperti studiosi di storia dell’arte, ne consegna la memoria ai posteri. • Nelle Marche il convegno della Cei sui pellegrinaggi Il 23 gennaio si è tenuto ad Ancona un convegno organizzato dall’Ufficio nazionale della CEI per la Pastorale del Turismo religioso, sport e Tempo libero, presieduto dal rispettivo direttore mons. Mario Lusek. E’ stato fatto il punto con i direttori diocesani, con le associazioni e con le istituzioni sul recupero delle antiche vie di pellegrinaggio, anche sull’impegno di alcune diocesi delle Marche e dell’Umbria e della Regione Marche di riattivare la famosa Via Lauretana. L’intento ora è quello di creare una rete più ampia che spazi dal santuario di Loreto - centro internazionale di pellegrinaggio - ai luoghi minori della fede e della spiritualità, al fine di creare un vero e proprio sistema innovativo del turismo religioso. • I Russi e il santuario di Loreto La riviera dell’Adriatico sta diventando il luogo turistico preferito dai russi, con Rimini punto centrale e nevralgico. In questa città, distante 110 km da Loreto, i cristiani ortodossi visitano in gran numero la chiesa dove viene conservata la reliquia del braccio di San Nicola di Bari. Nel loro viaggio verso Bari, dove si trova il santuario di san Nicola, i russi sostano quasi sempre a Loreto per venerare la reliquia della Santa Casa di Nazaret e per sostare in preghiera nella Cappella Slava, davanti alle immagini della Madonna e dei santi Cirillo e Metodio. E’ in atto un progetto che intende realizzare a Loreto un Centro permanente per favorire il confronto tra cristiani cattolici e ortodossi. C’è chi auspica che possa realizzarsi un incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill proprio in Santa Casa, luogo dell’Incarnazione del Figlio di Dio, fondamento della fede cristiana e reliquia preziosissima di tutti i credenti in Cristo. • Tentativo di un primo censimento di pellegrini russi a Loreto Non è possibile purtroppo registrare tutti i gruppi di pellegrini russi alla Santa Casa, perché spesso essi vi sostano solo poche ore e quasi mai vi celebrano i loro riti. Tuttavia, si è tentato un censimento di quelli che transitano nella Congregazione Universale. Nei soli mesi di settembre e ottobre sono stati registrati 35 gruppi di russi, spesso molto numerosi. La Congregazione Universale ha approntato guide grandi e piccole in lingua russa e specifici ricordini di immagini lauretane, diffuse e venerate in Russia. Inoltre, ogni ultimo sabato del mese, alle ore 10, nella Cripta di San Giuseppe Benedetto Labre della basilica lauretana, viene celebrata una messa in lingua russa e in rito ortodosso. Maria Vision Nuova emittente televisiva a Loreto Maria Vision, TV Cattolica che promuove l’evangelizzazione attraverso Maria, trasmette da Loreto messe in diretta ogni giorno, a partire da quella celebrata in Santa Casa alle ore 7,30, rosario, adorazione eucaristica il giovedì alle ore 18,40, avvenimenti salienti, servizi religiosi, catechesi, interviste, eccetera. Per ora in Italia, sul digitale terrestre, è visibile nelle seguenti regioni: Lombardia (canale 214), Trentino-Alto Adige (canale 241), Veneto (canale 660), Emilia-Romagna (canale 684), Marche (canale 630), Lazio (canale 670). Tutti possono collegarsi tramite internet: www.mariavision.it. Tel. 071. 7501707; e-mail: relazioni @ mariavision.it. Messe in diretta alle 7,30 dalla Santa Casa e alle ore18,00 dalla basilica su www.santafamigliatv.it IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 117 PUBBLICAZIONI promosse dalla Delegazione Pontificia del Santuario della Santa Casa di Loreto - c.c.p. 311605 - Tel. 071970104 IL LIBRO DEL MESE GIOVANNI TONUCCI Le donne nella Bibbia Pentateuco e libri Storici Conta 124 pagine con numerose illustrazioni a colori ed è al prezzo di € 10,00. • Fa parte dei Quaderni de Il Messaggio e raccoglie gli articolil dell’arcivescovo di Loreto apparsi in questa rivista dal n° di novembre 2008 al n° di maggio 2012 • Delinea con garbo, acume ed efficacia descrittiva, in uno stile piano e coinvolgente, 40 figure femminili della Bibbia • Gli articoli, molto apprezzati dai lettori de Il Messaggio, ora possono essere letti tutti insieme. • Il libro è arricchito da numerose illustrazioni a colori, tutte inerenti alle singole figure femminili illustrate. 118 TESTI SPIRITUALI I prezzi indicati non comprendono la spedizione postale Il Santuario di Loreto nella parola di Giovanni Paolo II e del cardinale Jo seph Ratzinger ora Benedetto XVI, pp. 288, foto a colori 140, copertina cartonata, € 19,00. AA.VV., I pellegrini alla Santa Casa di Loreto - Indagine socio-religiosa, 1992 pp. 268, € 9,30. G. Santarelli, La Santa Casa di Loreto, 4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazioni 111, € 12,00. M. E. Patrizi, Il mi stero della Sacra Sindone, Quaderni de «Il Mes saggio», n° 1, pp. 56, ill. a colori 40, € 4,00. N. Monelli, La S. Casa a Loreto - La S. Casa a Nazareth, 2ª ediz., Loreto 1997, pp. 205, € 10,35. G. Tonucci, Le Donne nella Bibbia.Pentateuco e libri storici, pp. 124, con numerose illustrazioni a colori, € 10,00 G. Santarelli, I graffiti nella Santa Casa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, fotocolors 66, € 15,00. PUBBLICAZIONI VARIE N. Alfieri - E. Forlani - F. Grimaldi, Contributi archeo logici per la storia della S. Casa, Loreto 1977, pp. 69, tavole 25, € 2,60. V. Salvoldi, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in suo onore, Loreto 2010, pp. 224, € 18,00. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 Luca da Monterado, Mons. Tommaso Gallucci, Loreto 1997, pp. 238, € 12,00. Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a Loreto, Loreto 2008, pp. 470, illustrazioni a colori 331, € 50,00. G. Santarelli, Per so naggi d’autorità a Loreto, Loreto 2010, pp. 240, € 35,00. N. Monelli - G. Santarelli, La Basilica di Loreto e la sua reliquia, Loreto 1999, pp. 195, illustrazioni 54, € 12,90. della S. Casa Atti del convegno per il centenario, Loreto 1985, pp. 355, € 10,35. N. Monelli, Architettore e architetture per la S. Casa di Loreto, Loreto 2001, pp. 160, illustrazioni 47, € 9,00. G. Ricci (sec. XV), Virginis Mariae Loretae Historia, Loreto 1987, pp. 160, € 5,15. N. Monelli, Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni 44, € 15,00. G. Santarelli, Gli affreschi della Sala del Pomarancio a Loreto, Loreto 2010, pp. 102, € 20,00 M. Montanari - A. Schiaroli, Santi e Beati a Loreto, Loreto 2005, pp. 492, con numerose illustrazioni, € 9,00. N. Monelli - G. Santarelli, L’Altare degli Apostoli nella Santa Casa di Loreto, Lo reto 2012, pp. 102, numerose illustrazioni, € 8,00. G. Santarelli, Le Origini del Cristianesimo nelle Marche, Loreto 2009, 2ª ediz., pp. 430, illustrazioni 39, € 20,00. G. Santarelli, Loreto nella storia e nell’arte (formato grande), Ancona 1997, edizioni italiana, spa gnola, in glese, francese, tedesca, portoghese e russa; € 10,00. G. Santarelli, L’arte a Loreto, edizioni Aniballi, Ancona, 2ª edizione 2005, pp. 406, ill. a colori 375; in brossura € 50 G. Santarelli, Loreto - Guida storica e artistica, Ancona 1996, edizioni italiana, spagnola, inglese, francese, tedesca e portoghese; € 5,00. G. Santarelli, Guida illustrata in po lacco, 1992, € 10,00. AA.VV., La Congregazione Universale G. Santarelli, Tradizioni e Leg gende Lauretane, Loreto 2007, pp. 190, illustrazioni 45, € 6,00. N. Monelli - G. Santarelli, Le Fortificazioni di Loreto, Loreto 2010 pp. 150, ill. 50, € 15,00. N. Monelli - G. Santarelli, Loreto Palazzo Apostolico, Loreto 2012, pp. 198, illustrazioni 185, € 15,00. P. Cavatorti, Le guarigioni a Lo reto, Loreto 2001, pp. 152, € 2,60. C. Zeppa, Diario di una miracolata a Loreto, Loreto 2007, pp. 48, € 3,00. Pagelline con rosario e con preghiere lauretane - € 0,20. Cd “Canti lauretani” (con libretto) - € 8,00. Dvd “Loreto - Fede Storia Arte” - € 12,00. (in undici lingue) B. Anselmi, G. Viabile, Salmi Responso riali, Anno B e C, pp. 120 - € 25,00 cad. Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verranno forniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione, nel la persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazioni saranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pubblicazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali dati potranno essere esercitati i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il soggetto interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione. IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA - LORETO • Marzo 2014 119 CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità: •Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Madonna e la sua Santa Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’Annunciazione e l’Incarnazione; Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari; Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita della S. Famiglia, le feste della Madonna. • • L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghiere e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8 nel santuario (Messe Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizioni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre). NORME PER L’ISCRIZIONE • Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione. • La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre. • Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente. • Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie Lauretane. La • quota d’iscrizione è di € 10,00 (per l’iscrizione individuale) o di € 16,00 (per l’iscrizione di più persone o di una famiglia). La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita del santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni sulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione Universale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e le Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per l’invio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo: DELEGAZIONE PONTIFICIA - CONGREGAZIONE UNIVERSALE DELLA SANTA CASA 60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.970104 - Fax 071.9747176 - C.C.P. n. 311605 MESSE PERPETUE Iscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa. Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue: cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8. Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta € 10,00) Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta € 16,00) Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a: Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN) oppure tramite bonifico bancario: Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3A oppure tramite carta di credito direttamente dal sito internet: www.santuarioloreto.it • • Chi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite lettera, fax o e-mail per consentire una risposta. Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176 Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]