METTERSI IN GIOCO Un vademecum per promuovere partecipazione civica nei comuni 1 FONDAZIONE COMUNE SANO AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL Ressort für Familie, Gesundheit und Sozialwesen PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Dipartimento alla famiglia, sanità e politiche sociali Un’iniziativa nell’ambito della conclusione del progetto Interreg „Insieme sano-gemeinsam gesund“ tra comuni dell’Alto Adige e dei Grigioni. Colofone Editore: Fondazione Vital, Ufficio dell‘igiene pubblica dei Grigioni Testi: Martina Vieider, Fondazione Vital 2 Marianne Lüthi, Ufficio dell’igiene pubblica dei Grigioni in collaborazione con Patrick Roth, Stiftung Radix Bolzano 2012 Indice > 1. Nozioni di base pagina 6 > 2. I livelli della partecipazione pagina 11 > 3. I metodi per gestire la partecipazione civica pagina 13 > 4. Promuovere la salute a livello comunale pagina 20 > 5. Come gestire il progetto pagina 24 > 6. Le undici tappe di un progetto pagina 27 > 7. Esempio di un progetto realizzato nei Grigioni pagina 32 > 8. Siti internet di riferimento e approfondimento e indicazioni delle fonti pagina 34 33 Mettersi in gioco insieme “Se me lo dici, lo dimenticherò. Se me lo mostri, me lo ricorderò. Se mi fai partecipare, lo capirò“ Lao Tse Care lettrici, cari lettori, Partecipare alla vita pubblica è il fondamento di ogni democrazia, ma anche uno dei fattori che promuovono la salute. Per essere viva, ogni democrazia ha bisogno di quanti più cittadini possibile disposti a mettersi in gioco e ad impegnarsi. Ma per noi, la partecipazione è un concetto più ampio, che abbraccia aspetti come proposte, iniziative, interventi, modelli e metodi, tutti elementi che rendono possibile partecipare ai processi democratici, e che in un comune migliorano sia la qualità della vita individuale, sia il benessere generale degli abitanti. L’impegno civico e la partecipazione politica producono delle forze solidali e creative che rendono più ricca, varia e piacevole la vita di un paese, di una città o di un quartiere. È sempre più frequente che le persone – giovani o adulte, immigrate o anziane – vogliano dire la propria opinione su come strutturare il proprio contesto di vita, dando un contributo personale attivo. Quando si affrontano argomenti essenziali per il futuro di un territorio, come ad esempio difendere e migliorare la salute e la qualità della vita, occorre mobilitare molti cervelli, grandi e piccoli, anziani e giovani, per farne scaturire tante idee e proposte, e per riuscire a combinare creatività, esperienze quotidiane e professionalità specifiche. Ecco perché, per un comune o un territorio che vuole essere sostenibile e avere futuro, è buona norma coinvolgere la cittadinanza nelle scelte, nei progetti e nella loro realizzazione. Più persone hanno la sensazione di ottenere degli effetti concreti con 4 le proprie idee o proposte, infatti, maggiore sarà la disponibilità a impegnarsi in prima persona per il proprio comune o quartiere. e sano Questo vademecum vuole fornirvi una serie d’indicazioni utili su come noi – in Alto Adige e nel cantone dei Grigioni (Svizzera) – intendiamo la partecipazione civica, e su come siamo riusciti a promuoverla, sperimentarla e metterla a frutto. Abbiamo imparato parecchio gli uni dagli altri, con benefici concreti. Ora speriamo che la nostra esperienza sia per voi uno sprone ad avviare dei vostri progetti, dando così un futuro migliore alla qualità della vita dei vostri concittadini e ai pregi del vostro territorio. Marianne Lüthi Martina Vieider Ufficio dell’igiene Fondazione Vital pubblica dei Grigioni Responsabile area Responsabile del programma ”Comune Sano“ ”Salute e terza età“ 5 Nozioni di base 1 La salute delle persone “La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente“ Arthur Schopenhauer Nella promozione della salute, il concetto di “salute” è inteso nella sua accezione positiva e improntata alle risorse esistenti, vale a dire che abbraccia sia le componenti sociali e personali, sia quelle fisiche, mentali e psichiche. Per ottenere uno stato di benessere fisico, sociale e psichico, infatti, una persona o un gruppo deve poter percepire le proprie speranze e aspirazioni, soddisfare le proprie esigenze e migliorare il proprio contesto di vita, in modo da affrontare e superare le necessità della propria esistenza. In tutto questo, la salute va intesa più come parte integrante della vita quotidiana, e meno come obiettivo vitale primario. Nella “carta di Ottawa”, l’OMS stabilisce che la salute deve essere creata e vissuta dalle persone nel proprio contesto di vita quotidiano, ossia là dove si gioca, si impara, si lavora e si ama. Pertanto, la chiave per promuovere la salute delle persone è di intervenire nei loro luoghi di vita, di cui fanno parte anche il nostro territorio e il comune in cui risiediamo. Per promuovere la salute dei propri cittadini, un comune deve saper fare interagire persone di diversa estrazione sociale e culturale, capire i loro rispettivi interessi, valori ed esigenze, e su questa base identificare delle azioni e soluzioni comuni. Questo principio ci fa capire che il livello comunale è il più idoneo ed efficace per promuovere la salute delle persone. Un comune vivo e sano… • • • • • • 6 si nutre della partecipazione attiva dei propri cittadini sa cogliere e promuovere le risorse presenti nelle persone favorisce la collaborazione con le categorie interessate coinvolgendole attivamente sviluppa delle reti di contatti e coordinamento crea condizioni di vita sane per tutti gli abitanti del proprio territorio sprona i cittadini a scegliere uno stile di vita sano Promuovere la salute a livello comunale “Gli uomini implorano dagli dei la salute, dimenticando d’avere in mano essi stessi gli strumenti per conservarla“ Democrito A livello comunale, la promozione della salute punta a migliorare da un lato le conoscenze individuali sulla salute (i comportamenti), e dall’altro i presupposti strutturali (le condizioni sociali). In quest’approccio, si rivelano essenziali sia la responsabilità che ogni cittadino si assume nella difesa della propria salute, sia le scelte politiche e collettive che riguardano i contesti di vita delle persone. A livello comunale, la promozione della salute può avvenire sostanzialmente in due modi: con le iniziative dal basso avviate da diretti interessati, profani, cittadini, associazioni di vario genere, gruppi di lavoro e così via, oppure con iniziative promosse dall’alto, ossia dall’amministrazione comunale o da esperti, come ad esempio gli operatori del distretto sociosanitario. Ma a parte questa differenza “operativa”, il nucleo centrale di un „comune sano“ sta nella sua capacità di cogliere le esigenze della popolazione in fatto di salute e qualità della vita, e di collaborare in uno spirito paritetico con le varie categorie presenti sul territorio, fra cui devono figurare sia le organizzazioni private, sia le istituzioni pubbliche e le strutture sanitarie. In un “comune sano”, i cittadini devono poter esprimere le proprie esigenze ed essere coinvolti attivamente nelle scelte che riguardano i loro spazi di vita. In questo modo, infatti, si crea uno scambio capace di fondere le esperienze collaudate e le proposte innovative, e quindi di mantenere vivo un comune, facendo sì che tutti gli abitanti, bambini o adolescenti, adulti o anziani che siano, si sentano - e siano di fatto - riconosciuti come esperti delle proprie aspirazioni, abitudini e scale di valori. È importante coinvolgere in modo mirato soprattutto le categorie che per motivi sociali, culturali o economici hanno meno accesso alla vita pubblica. 7 I principi ispiratori della partecipazione civica La partecipazione è un fattore indispensabile per promuovere efficacemente la salute. Se un progetto è rivolto a una determinata categoria di cittadini, infatti, è fondamentale che chi ne fa parte si senta chiamato direttamente in causa da quel progetto, e cominci a interessarsi ai suoi contenuti e ai suoi obiettivi. Partecipare, inoltre, rende i cittadini più forti, e migliora la loro fiducia in se stessi, aiutandoli a identificarsi col proprio territorio. Nel gergo della promozione della salute, per definire questo concetto si usa il termine inglese di empowerment, che significa responsabilizzare e rendere autonomi. Il termine „partecipazione“ significa presenza attiva dei cittadini nella vita politica e nella gestione della cosa pubblica, interessamento, coinvolgimento (vocabolario Zingarelli). Ovviamente, la partecipazione può assumere forme diverse, per esempio in un gruppo d’iniziativa civica, in un’associazione o in un partito politico. È considerata socialmente importante perché contribuisce a creare e alimentare il “capitale sociale”, rafforzando la fiducia dei cittadini. Decidere Conoscere Partecipare significa Sapere 8 Intervenire Agire in modo autonomo e responsabile (empowerment) significa gestire autonomamente il proprio contesto e la propria vita, anziché lasciare che siano altri a farlo. Ebbene, promuovendo la salute, si contribuisce a creare le premesse affinché le persone possano gestire la propria vita in modo autonomo e responsabile, e tale principio deva valere anche per i minori e le persone disabili o invalide. In un comune, ciò significa dare ai cittadini: • maggiori conoscenze su come difendere la propria salute • la capacità e l’opportunità di compiere delle scelte • un accesso diretto alle informazioni e alle risorse • diverse alternative e possibilità di scelta • la sensazione di poter cambiare le cose, come singolo individuo o come categoria • la capacità di sviluppare un pensiero critico • la sensazione di non agire da soli, ma come parte integrante di un gruppo o una rete di persone • la certezza di poter cambiare le cose nella propria vita e nel proprio contesto sociale • un’immagine positiva di sé Motivare Sono diversi i motivi che ci possono spingere a impegnarci per qualcosa. Per esempio, il fatto che un’aspirazione o una rivendicazione sia legata direttamente ai nostri interessi personali, o la convinzione che la causa per cui ci impegniamo serva a molte altre persone e sia importante per la collettività. Ma proprio perché le motivazioni possono essere molto varie, è importante, prima ancora che si avvii un progetto, fare incontrare le persone e chiarire come la pensano i diretti interessati, che cosa desiderano cambiare e che cosa sono disposti a fare affinché ciò avvenga. Chi ha l’intenzione di guidare le persone in questo processo, o di aderire a gruppi spontanei per progettare e realizzare delle azioni comuni, è bene che consideri sempre alcune regole fondamentali per la motivazione: • trattare le persone da protagonisti, e non da comparse • porre sempre al centro le aspirazioni delle persone, chiedendo loro “che cosa desiderate?“, e non “di che cosa avete bisogno?” • informarsi sulle esigenze, le idee e le risorse degli altri • cercare di motivare le persone ponendo loro domande del tipo: „che cosa sapete e volete fare per conseguire il vostro obiettivo? • informarsi sulle infrastrutture disponibili (sale, attrezzature tecniche, materiali), sulle capacità presenti e sull’aiuto esterno su cui si può contare 9 I principi ispiratori della partecipazione civica • chiedere con quali persone, istituzioni e organizzazioni locali si hanno le maggiori probabilità di conseguire l’obiettivo, coinvolgendole in una rete di contatti e di coordinamento Di fatto, il ruolo di guida o coordinamento va assunto da persone dotate di tre virtù fondamentali: professionalità (non ostentata), capacità di comunicare rispettando gli altri, e propensione a collaborare alla pari con altri soggetti. Creare reti di contatti e di coordinamento Una rete è essenziale per creare una vera cultura della comunicazione e della collaborazione in un comune, poiché fa crescere le strutture esistenti, favorendo al tempo stesso la diffusione di conoscenze, capacità, risorse e forme di collaborazione. Coordinando fra loro i soggetti più importanti – come i gruppi o le iniziative spontanee od organizzate, le associazioni, gli enti pubblici e le strutture sanitarie – si crea una base operativa su cui costruire e sviluppare una partecipazione civica assai più efficace e motivante. Da una rete, inoltre, scaturiscono importanti spunti e suggerimenti pratici, scambi periodici di idee ed esperienze, una maggiore motivazione dei vari soggetti coinvolti grazie all’emergere di obiettivi e ideali comuni, e una piattaforma concreta su cui individuare problemi condivisi, ma anche risorse comuni. 10 2 I livelli della partecipazione Nei comuni che affermano di promuove la partecipazione civica, non sempre si può parlare di una vera partecipazione decisionale dei cittadini. Il grafico che segue illustra i diversi livelli che la partecipazione può avere in termini reali. I tre livelli più bassi sono lontani da quanto s’intende, in generale, col concetto di partecipazione attiva e vissuta. 9 Organizzazione autonoma 8 Autonomia decisionale 7 Partecipazione decisionale 6 Coinvolgimento 5 Consultazione 4 Informazione 3 Partecipazione di facciata 2 Benevolenza 1 Sudditanza Per essere reale e diffusa, la partecipazione deve scaturire da un processo concreto di crescita, che passa attraverso varie fasi preliminari fino ad arrivare alla partecipazione decisionale. Ecco, di seguito, le caratteristiche più salienti dei nove livelli raffigurati nel grafico precedente: 1° livello – Sudditanza: gli amministratori decidono per i cittadini senza chiedere a questi ultimi che cosa desiderano o preferiscono. 2° livello – Benevolenza: l’amministrazione percepisce le ri vendicazioni dei cittadini, ma le considera irrilevan ti. Al centro delle decisioni ci sono gli interessi di chi decide o degli esperti consultati, mentre i cittadini sono considerati incapaci di decidere. 3° livello – Partecipazione di facciata: s’invitano i cittadini a esprimere la propria opinione, ma, di fatto, solo dopo che le scelte sono già state compiute. 11 I livelli di partecipazione 4° livello – Informazione: s’informano i cittadini sui problemi e le soluzioni possibili dal punto di vista degli amministra tori, e si motivano le decisioni prese. 5° livello – Consultazione: si ascoltano i cittadini, si manifesta interesse per il loro punto di vista, ma non si riconosce loro alcun potere sull’esito delle loro rivendicazioni. 6° livello – Coinvolgimento: i rappresentanti selezionati delle categorie coinvolte presenziano formalmente alle decisioni, ma la loro partecipazione non ha effetto vincolante sulle scelte da adottare. I cittadini hanno il diritto di essere consultati, di negoziare soluzioni su questioni importanti, e di sollevare nuovi problemi. 7° livello – Autonomia decisionale: ai cittadini spetta ufficial mente un diritto di partecipazione con potere decisio nale su determinati aspetti di un progetto. 8° livello – Autonomia: la popolazione avvia e realizza un pro getto di propria iniziativa partendo da esigenze con divise, adottando le relative decisioni in autonomia e sotto la propria responsabilità, eventualmente con un aiuto esterno. 9° livello – Organizzazione autonoma: i cittadini hanno la responsabilità completa per gli interventi attuati in un determinato progetto. Gli amministratori politici sono coinvolti nel progetto, ma la progettazione e l’attuazione sono nelle mani dei cittadini. Quest’ultimo livello va al di là della mera partecipazione. 12 3 I metodi per gestire la partecipazione civica Negli ultimi anni, sono state elaborate molte forme nuove di partecipazione, anche per individuare delle soluzioni innovative e concrete per questioni sociali assai complesse. Non è sempre facile tracciare una linea di demarcazione netta fra un metodo e l’altro, poiché sovente si sovrappongono, o li si rielabora e riformula costantemente arricchendoli di nuovi elementi. Discussioni di gruppo con moderatore • Il gruppo d’approfondimento Il metodo seguito in un gruppo d’approfondimento è quello della discussione fra personaggi chiave selezionati in modo da avere prospettive diverse su una certa tematica. Questi personaggi rappresentano interessi o categorie diverse, ma sono tutti interessati ad approfondire un certo argomento. Il confronto che si crea fa emergere che cosa sta veramente a cuore alle varie categorie, e quali aspirazioni nutrono al proprio interno. L’obiettivo non è tanto di individuare soluzioni condivise, ma piuttosto di fare uscire allo scoperto i punti di vista e le emozioni di ciascuna delle categorie coinvolte. • La tavola rotonda Si tratta di un confronto aperto fra persone che intervengono alla pari, ed è un metodo applicabile per negoziati, confronti e analisi di gruppo di qualsiasi genere. Il termine di tavola “rotonda” va inteso più nel senso simbolico, ossia che non ci sono differenze gerarchiche fra i presenti, e che ogni “sedia” di quel tavolo vale quanto le altre. In molti casi, lo scopo di una tavola rotonda è di affrontare e risolvere un determinato problema tramite la discussione. Ciò che conta è che con gli interventi, le repliche e lo scambio di vedute ed esperienze, si chiariscano i rispettivi punti di vista. • La simulazione Stabilendo a priori una divisione dei ruoli, si simulano delle situazioni del mondo reale per capirle, sentirle e valutarle meglio. Ad ogni partecipante è assegnato un ruolo diverso, col compito di rappresentare e articolare degli 13 Discussioni di gruppo con moderatore interessi specifici. Questa sorta di gioco dei ruoli può aiutare a immedesimarsi in posizioni inconsuete o diverse, e a riflettere più obiettivamente sulle opinioni proprie. Anche per questo, la simulazione favorisce il processo d’apprendimento sociale e di consenso. Metodi speciali per gestire gruppi numerosi • Il World Cafè Questo metodo parte dal presupposto che chi vi partecipa disponga già di una certa dose di creatività e delle conoscenze necessarie. In un’atmosfera rilassata e informale come quella di un bar, si spingono le persone a scambiarsi conoscenze, allacciare contatti e approfondire il dialogo. • I circoli aperti (open space) Il metodo dell’open space è usato sovente per i gruppi numerosi perché consente di coinvolgere tutto il ventaglio delle capacità, conoscenze e risorse disponibili. In sostanza, si dà vita a un circolo o uno “spazio” aperto, in cui tutti i soggetti interessati possono dare un contributo personale e creativo. Gli incontri si convocano sempre su un argomento concreto, spesso formulato sotto forma di motto per favorire un orientamento più creativo, innovativo e concreto. • Il laboratorio del futuro Come suggerisce il termine, si tratta di un laboratorio (workshop) in cui favorire il dialogo e la progettualità. Dopo aver analizzato insieme la situazione attuale del comune, si abbozzano dei possibili scenari futuri, individuando gli aspetti più condivisi, e alla fine progettando degli interventi e stabilendo chi se ne assume la responsabilità. Il laboratorio del futuro si presta soprattutto ai casi in cui occorre conciliare interessi molto diversi e ipotizzare dei progetti futuri condivisi, pianificando interventi e stabilendo chi dovrà farsene carico. Per una descrizione più particolareggiata dei metodi e delle loro varie fasi operative rimandiamo al Manuale metodologico pratico. 14 ! Gli obiettivi, la durata e l’attuazione di questi metodi sono descritti dettagliatamente nel Manuale metodologico pratico. Anche scegliendo il metodo giusto, però, non si ha mai la garanzia che esso produca i risultati sperati. Ma è sicuramente un contributo importante per gestire in modo strutturato ed efficiente il coinvolgimento della cittadinanza, rendendolo vario e interessante, e imboccando dei canali non convenzionali per individuare soluzioni creative. La scelta del metodo più adatto per un processo di partecipazione dipende da vari fattori: • la situazione di partenza nel comune • le esigenze dei soggetti interessati e le loro intenzioni • la disponibilità dei personaggi chiave della politica e dell’amministrazione comunale a tener conto delle idee e delle scelte delle categorie interessate in seno alla cittadinanza, e ad accettare in partenza l’esito del processo di partecipazione • il numero dei partecipanti • la durata degli incontri 15 I fattori determinanti nei gruppi numerosi I sette fattori che seguono indicano che cosa è più importante considerare quando si prepara e organizza una manifestazione pubblica, e che cosa contribuisce di più alla sua buona riuscita. Fattore determinante Atmosfera e senso di benessere Obiettivo: migliorare il livello d’attenzione e la motivazione dei partecipanti Attivazione delle risorse Obiettivo: motivare, creare un senso di coesione, cambiare i valori e trovare soluzioni nuove Attività in gruppi ristretti Obiettivo: ascoltare, mettersi in gioco, sentirsi presi sul serio, rendere visibili e mettere a frutto le risorse presenti Centralità dei risultati Obiettivo: scegliere una procedura che consenta di arrivare a un risultato concreto, prendere decisioni trasparenti e sviluppare una strategia Ritmi di lavoro Obiettivo: stimolare la capacità d’attenzione, la concentrazione e la creatività Organizzazione autonoma Obiettivo: prendere decisioni autonome e sotto la propria responsabilità, singolarmente e in gruppo 16 Virtualità Obiettivo: coinvolgere le persone assenti e dar vita a una rete di coordinamento Centralità dei risultati Atmosfera e senso di benessere Attivazione delle risorse Attività in gruppi ristretti Fattori determinanti Ritmi di lavoro Organizzazione autonoma Virtualità Aspetti specifici • • • • Stimolare tutti i sensi: vista, udito, tatto, olfatto e gusto Creare un senso di sicurezza con un’atmosfera piacevole (facilità di contatto fra i presenti, luci, temperatura, acustica, musica, sedie disposte in cerchio ecc.) Inserire momenti di attività fisica, per evitare che cali la concentrazione Destare sensazioni profonde (creando esperienze emotive) • Riscoprire e mettere a frutto le risorse e le doti delle persone • Rendere consapevoli e visibili le forze e le energie disponibili • Attivare le persone e renderle consapevoli delle proprie risorse • • • • • • Stabilire i tempi di lavoro Fissare un limite alla dimensione dei gruppi Pianificare la formazione dei gruppi Comporre i gruppi in modo che siano eterogenei Lavorare in base a una procedura prestabilita Presentare i risultati (documentare e collegare fra loro le informazioni trasversali) • • • • • • Dichiarare l’obiettivo: quali risultati si vogliono conseguire? Operare sempre in funzione dei risultati e coinvolgere le categorie interessate Strutturare l’attività in modo da giungere a risultati concreti Tenere conto di tutti i fattori determinanti Fissare i risultati raggiunti (documentandoli, convocando riunioni successive) Raccogliere riscontri e misurare i risultati (valutazione) • Alternare momenti di attività, tensione, concentrazione ed esercizio fisico a momenti di rilassamento, distensione, e pausa • Alternare i canali sensoriali utilizzati (con diversi metodi e forme di apprendimento) • Alternare le forme di lavoro (parlare, ascoltare, guardare, attivamente e passi vamente) e di socializzazione (attività individ., gruppi ristretti o numerosi) • Alternare spazi e locali utilizzati • • • • • 17 Stabilire e motivare dei margini di manovra su contenuti e metodi Consultare i presenti e mettere ai voti le decisioni Creare degli spazi per i contatti personali nella formazione dei gruppi Concedere spazi individuali Scegliere un metodo di lavoro per gruppi numerosi in base ai margini di manovra e al grado d’autonomia organizzativa • Promuovere tutti gli obiettivi della manifestazione • Sfruttare le nuove opportunità di comunicazione • Creare piattaforme di collaborazione tramite comunità virtuali Le opportunità e i limiti della partecipazione civica Far partecipare i diversi soggetti sociali è essenziale per far crescere un comune o un territorio. Solo riuscendo a conciliare interessi e rivendicazioni diverse, infatti, si gettano le basi di un ambiente sano e vivibile, dello sviluppo economico, del benessere e della coesione sociale in seno alla comunità. Le opportunità della partecipazione: • Favorire uno scambio fra opinioni, esigenze ed esperienze diverse • Affrontare e superare interessi contrapposti • Migliorare le conoscenze delle categorie coinvolte sui diversi risvolti di un progetto • Preparare meglio le decisioni da prendere e renderle più condivise • Trovare soluzioni che tengano conto della molteplicità degli interessi • Fare in modo che la cittadinanza si identifichi di più coi risultati e sia più soddisfatta • Aumentare il consenso presente e futuro sui risultati • Attuare più velocemente le decisioni, senza doverle correggere in continuazione strada facendo (con risparmio di tempo e di denaro) La partecipazione civica non è una panacea miracolosa, ed è destinata a fallire se… • i soggetti interessati non vogliono partecipare • manca il sostegno degli organismi politici e degli amministratori • le decisioni sono già state prese a monte e non ci sono margini per modificarle • non si tiene conto del divario nell’accesso alla partecipazione e delle disuguaglianze sociali 18 Intermezzo Dice il signor Scettico: Non riesco a capire perché mai, in una materia così intricata, dovremmo cedere il timore ad altri. In fondo, siamo stati eletti per portare le cose fino in fondo, anzi, i cittadini potrebbero pensare che vogliamo scaricare su di loro una patata bollente. Risponde la signora Proviamoci: Non è vero che scarichiamo la patata bollente, semmai chiediamo che ciascuno metta in chiaro le proprie argomentazioni e che tutte le posizioni siano ascoltate. Poi decideremo noi, e lo potremo fare meglio dopo aver raccolto in modo sistematico l’opinione dei cittadini, e senza doverci più confrontare coi soliti piantagrane. Interviene il signor Principio: Ma i cittadini non lo accetteranno mai, mica viviamo in Svizzera, dove la gente decide ancora per acclamazione in piazza! Prende la parola il signor Prudente: Ovviamente nemmeno io pretendo un referendum come in Svizzera. Ma qualcosa di vero nelle parole del signor Principio c’è: se diciamo che tutti i cittadini devono esprimere il proprio parere, sappiamo già chi farà sentire la propria voce, mentre tutti gli altri, zitti e bravi, si schiereranno dalla sua parte. Del resto, lo sappiamo tutti chi sono i sobillatori. Risponde la signora Proviamoci: Caro signor Prudente, questo rischio c’è sempre, ma ci sono dei modi per fare uscire allo scoperto anche i cittadini più silenziosi. Ovvio che dobbiamo dare loro la sensazione che le loro opinioni saranno prese sul serio. E per quanto riguarda la Svizzera, anche lì, quando si vota, il tasso di partecipazione varia molto a seconda di quanto i cittadini si sentono coinvolti in prima persona. Replica il signor Scettico: È vero, ma ho paura che ci sobbarchiamo un lavoro enorme, e alla fine non ne caveremo un ragno dal buco. Già adesso la nostra amministrazione è a corto di personale e di risorse, figuriamoci se possiamo permetterci queste smancerie per guadagnare consensi. Interviene il signor Prudente: Però dipende da noi. Ho sentito dire che nei progetti di partecipazione civica in molti casi s’individuano le soluzioni più convenienti, e questo non piacerà sicuramente ai nostri architetti. Tuttavia, devo darle ragione, è evidente che tutti noi non siamo ancora maturi per questa nuova forma di politica. Ma visto che i partiti non godono di una buona fama tra i cittadini, volenti o nolenti dobbiamo conquistare la loro fiducia in modi diversi. Aggiunge la signora Proviamoci: Penso che dovremmo provarci, magari cominciando con un progetto semplice, verificando periodicamente come procede, capire che cosa funziona meglio e dove ci sono difficoltà, e se può essere utile chiedere un aiuto esterno… (Fonte: Bettina Oppermann, Kerstin Langer: Verfahren und Methoden der Bürgerbeteiligung in kommunalen Politikfeldern) 19 4 Come pianificare e attuare la partecipazione civica nei comuni “Alcuni vedono le cose come sono, e dicono perché? Io sogno cose che ancora non esistono, e chiedo perché no?“ George Bernard Shaw Le fasi del processo di partecipazione Perché un’idea diventi un progetto, ci devono essere più persone convinte che determinate azioni o condizioni diverse possano migliorare la loro qualità della vita. Quell’idea va poi presentata personalmente al consiglio comunale, dove la si discute ponderando l’opportunità di coinvolgere la cittadinanza. Nel grafico che segue, sono riportate le varie fasi di un processo di partecipazione civica. 20 Le fasi di processo 1. Gli esiti Verifiche preliminari (promotori, consiglio comunale) • Definire il tipo e il livello della partecipazione • Ponderare i margini di manovra • Fissare le risorse di tempo, personali e finanziarie • Garantire il sostegno politico Decisione: no • • • • Il processo di partecipazione può contare su margini di manovra sufficienti Il processo di partecipazione può partire Ci sono risorse sufficienti Il consiglio comunale è favorevole Se si rinuncia a coinvolgere i cittadini, questa decisione va comunicata e motivata a tutti i soggetti coinvolti fino a quel momento. attuazione sì 2. Preparazione della procedura: • Stabilire le categorie da coinvolgere e chi funge da moderatore • Nominare il comitato di coordinamento • Stilare un piano generale (con valutazione) • Informare i personaggi chiave del comune • • • • 3. Svolgimento: • Comunicare le condizioni e i rispettivi ruoli • Fare emergere gli interessi di tutti i soggetti coinvolti • Esprimere e chiarire valori, posizioni e prospettive diverse sul problema in questione • Sono chiarite le posizioni e i punti conflittuali • Sono state valutate e fissate soluzioni e contromisure • Sono stati formati i gruppi di lavoro Decisione: La procedura è chiarita e pianificata Sono definiti i soggetti da coinvolgere È partita la richiesta di coordinamento L’avvio della procedura è stato comunicato a tutte le persone coinvolte In caso di rinuncia, comunicarlo e motivarlo a tutti i soggetti coinvolti fino a questa fase no attuazione • È fissato il piano operativo e lo scaden zario: chi fa che cosa, con chi ed entro quando • È chiarito chi fornisce assistenza sì 4. Attuazione coi soggetti coinvolti: • Gruppi di lavoro: chiarire ruoli e competenze • Favorire e assistere i processi • Garantire una comunicazione periodica all’interno e all’esterno dei gruppi • Portare avanti in modo mirato e sistematico i processi e i progetti avviati (verifica, valutazione) • I risultati sono visibilmente apprezzati • È chiarito chi coordina e chi collabora • È garantita la presenza del coordinatore • Sono definiti i canali di comunicazione • È stato nominato un addetto stampa • Si è riflettuto sui risultati, integrando tali riflessioni nella pianificazione successiva ! Per una descrizione dettagliata delle varie fasi si rimanda al Manuale metodologico pratico. 21 Il programma “Comune Sano“ Il programma „Comune sano“ è un approccio nuovo alla promozione della salute e della qualità della vita. In sostanza, il programma vuole spingere i cittadini a impegnarsi attivamente per creare condizioni di vita più sane nel proprio territorio. Il primo passo è un’indagine conoscitiva approfondita in cui s’identificano le esigenze e le aspirazioni della popolazione. I dati così raccolti diventano poi il punto di partenza per realizzare progetti, interventi mirati e iniziative. La partecipazione civica attiva è un elemento irrinunciabile in tutte le fasi del progetto. Valutazione e documentazione dei risultati Delibera adottata dalla maggioranza del consiglio comunale Nomina del gruppo di coordinamento Attuazione nel quinquennio del progetto Prime informazioni alla popolazione Pianificazione di interventi, e progetti Nomina dei gruppi di lavoro (tematici) Individuazione delle tematiche più salienti Indagine conoscitiva e rilevamento del fabbisogno Valutazione dei dati raccolti I vari stadi del progetto “Comune sano” Delibera del consiglio comunale Una condizione indispensabile per far partire il progetto è la sua approvazione con una delibera votata dalla maggioranza del consiglio comunale. Nomina di un comitato di coordinamento Il comitato di coordinamento deve comporsi di 4 – 6 cittadini impegnati, reclutati da categorie diverse (esponenti della scuola e delle associazioni, giovani, anziani, operatori sociosanitari ecc.). La direzione del comitato di coordinamento è preferibile che sia affidata a un assessore comunale. Il comitato di coordinamento è l’organismo direttivo del progetto e ne coordina tutto lo svolgimento. 22 Prime informazioni alla popolazione L’informazione e la trasparenza rivestono un valore fondamentale per tutta la durata del progetto. È importante informare i cittadini sulle tappe imminenti, e questa trasparenza contribuisce a creare un clima di fiducia nella popolazione, favorendo in questo modo il senso democratico della collettività. Indagine conoscitiva e rilevamento del fabbisogno L’obiettivo di ogni progetto di partecipazione civica è di coinvolgere i diretti interessati nella scelta di interventi che migliorino la salute dei cittadini. Questo principio deriva dalla consapevolezza che sono i cittadini stessi a conoscere meglio di chiunque altro la propria salute, e a sapere che cosa servirebbe nel proprio comune per migliorare la propria qualità della vita. Pertanto, l’indagine conoscitiva iniziale è una tappa essenziale del progetto, poiché è dai dati raccolti in questo stadio che emergono i temi e le problematiche più salienti. Individuazione delle tematiche più salienti Fra i molti spunti, problemi e riscontri emersi dall’indagine conoscitiva, si estrapolano quelli più sentiti e urgenti, ed è su questi che lavoreranno i gruppi di lavoro e che verteranno le fasi successive del progetto. I gruppi di lavoro tematici Partendo dalle idee già emerse nell’indagine iniziale, i gruppi di lavoro tematici hanno il compito di elaborare delle proposte per lo sviluppo futuro del proprio territorio, individuando approcci, opportunità e soluzioni nuove. Grazie alla loro composizione, che deve essere il più possibile eterogenea, i gruppi cercano di analizzare e discutere le rispettive tematiche da diverse angolature e punti di vista. Pianificazione e realizzazione degli interveti La pianificazione degli interventi prende spunto dalle idee e dalle proposte espresse prima dalla popolazione, e poi approfondite nei gruppi di lavoro. È essenziale che le prime proposte siano facilmente accessibili, in modo che ottengano più gradimento e siano fatte proprie da quante più persone possibile. La facile accessibilità – detta anche “bassa soglia” – si ottiene anche eliminando il più possibile ostacoli o fattori dissuasivi come l’obbligo di versare una quota di partecipazione o di avere conoscenze pregresse, le soglie di età, le preclusioni di genere o di estrazione socioeconomica ecc., ma anche configurando le proposte in modo semplice, e invitando tutti i cittadini a farle proprie facendo leva su un linguaggio diretto e motivante. Documentazione e valutazione È importante che le osservazioni e i suggerimenti che scaturiscono dal programma „Comune sano“ siano sistematicamente documentati. Al termine del progetto, inoltre, è essenziale chiedersi quali strategie si sono dimostrate più efficaci, e quali fattori sono stati determinanti per il successo o l’insuccesso dell’iniziativa. 23 “Se si sbaglia asola col primo bottone, la giacca non cadrà mai a pennello“ J.W. Goethe 5 Come gestire il progetto Progetto Gestione Svolgimento una tantum Struttura multipla Obiettivi definiti Scadenza prestabilita per la chiusura Limitazione delle spese Pianificazione Coordinamento Monitoraggio Comunicazione Rete di contatti Gestione del progetto Questo schema riassume un piano organico di gestione per progetti a struttura multipla, utile per realizzarli a un buon livello qualitativo, entro le scadenze previste e a costi convenienti. Contiene strumenti per la pianificazione, lo svolgimento, il coordinamento e la verifica, il tutto improntato al conseguimento dei risultati auspicati. In un’epoca caratterizzata da cambiamenti cosí profondi e repentini, le strutture pubbliche e le organizzazioni devono sapersi adeguare rapidamente alle mutate condizioni economiche, sociali e normative, scegliendo nuove modalità e procedure operative, criteri e strumenti d’intervento. Lo strumento denominato “gestione del progetto” è un modo adeguato per ottenere quest’obiettivo, e il suo elemento cardine è l’uso mirato delle risorse e delle doti insite nelle persone coinvolte. Un progetto è, per definizione, un’iniziativa avviata per affrontare e risolvere un problema, e per riuscire bene deve avere le seguenti caratteristiche: 24 • un intento preciso con un inizio (situazione di partenza) e una fine (obiettivo) • finalità chiare, anche su come il progetto si distingue da altre iniziativa (che cosa non si fa) • obiettivi e risultati formulati in termini misurabili • chiarezza sulle necessarie risorse temporali, personali e finanziarie • un’équipe multidisciplinare a estrazione eterogenea • i presupposti per dar vita a un’organizzazione incentrata sul progetto (organizzazione progettuale, strumenti ecc.) La gestione del progetto passa attraverso la pianificazione e l’attuazione organizzata delle attività previste (fare le cose giuste nel modo giusto), e deve utilizzare in modo ottimale il tempo, il denaro e le risorse personali disponibili. La gestione del progetto si compie a tre livelli: Il livello oggettuale è quello che riguarda la missione del progetto, l’obiettivo delle attività previste e i modi in cui s’intende conseguirlo. Il livello metodologico abbraccia invece le modalità operative, le tecniche e gli strumenti utilizzati (per esempio i vari tipi di piani, le tecniche decisionali e programmatiche, l’ordine del giorno ecc.). Infine, il livello relazionale è quello in cui rientra la gestione dei rapporti fra le persone coinvolte, il modo in cui comunicano fra loro, coordinano, presentano, motivano, entusiasmano, dirigono, superano resistenze, affrontano e risolvono conflitti, diffondono gioia e divertimento. Per avere delle probabilità di successo, un progetto deve trovare un equilibrio ottimale fra questi fattori. In sostanza, il progetto ha successo a seconda di come i soggetti coinvolti interagiscono, e di quanta professionalità, conoscenza metodologica e competenza sociale possiede il gruppo che coordina il progetto. I fattori di successo nella gestione del progetto Contesto del progetto: • cultura e struttura organizzativa Pianificazione e verifica del progetto per iscritto 25 Capacità: • metodi progettuali • moderazione • competenza tecnica dei responsabili e dei componenti del progetto Comitato di coordinamento efficace: • composizione multidisciplinare • buono spirito di gruppo SUCCESSO NEL PROGETTO Compiti: • formulare obiettivi chiari • garantire la qualità del progetto • rispettare le scadenze Per essere efficace, la gestione del progetto deve contare sulle seguenti risorse: • competenze e professionalità tra i componenti del comitato di coordinamento • linee guida per una collaborazione proficua (regole del gioco) • capacità di delegare responsabilità e potere decisionale • conoscenza delle procedure e degli strumenti più idonei • capacità comunicative e propensione al lavoro d’équipe • cultura del rispetto reciproco • programmazione lungimirante • disciplina nell’attuazione (rispetto delle scadenze) • capacità di rilevare gli scostamenti e di adottare tempestivamente delle contromisure Per essere efficace, la gestione del progetto deve puntare a: 26 • • • • • • conseguire obiettivi concreti (monitoraggio continuo) stabilire delle competenze chiare documentare e migliorare costantemente le procedure promuovere attività multidisciplinari e parallele gestire oculatamente tempi, i costi e i risultati utilizzare in modo efficiente gli strumenti operativi 6 Le undici tappe di un progetto 1° tappa: analizzare la situazione di partenza (status quo) Il punto di partenza di ogni progetto è la situazione attuale (o “status quo”). In questa fase, ciò che conta è raccogliere informazioni sulle condizioni esistenti e sui comportamenti delle persone cui è rivolto il progetto. L’analisi dello status quo (detta “indagine conoscitiva”) di solito fornisce già alcuni spunti e idee per il progetto. Attenzione: non cercare di reinventare la ruota. Forse nel comune ci sono già dei progetti in corso. 2° tappa: stabilire i destinatari del progetto A chi vuole rivolgersi il progetto? Descrivere quanto più precisamente possibile i destinatari (età, sesso, numero), raccogliendo informazioni sul potenziale di salute, i punti di forza e i problemi più diffusi fra le persone che si vogliono coinvolgere. Ricordarsi che i cosiddetti personaggi chiave (coordinatori di gruppi giovanili, presidenti di associazioni, esponenti di pubbliche autorità, insegnanti, rappresentanti degli anziani, consultori ecc.) possono aprire molte porte per accedere alle categorie destinatarie. 3° tappa: descrivere gli obiettivi del progetto (situazione di arrivo) “Chi non sa dove vuole andare, non deve stupirsi se arriva da tutt’altra parte“ Mark Twain 1835 - 1910 Gli obiettivi del progetto devono rispecchiare la situazione che si vuole creare. Formulando gli obiettivi, quindi, è importante che questi siano conosciuti a tutti e tengano conto degli interessi e delle aspirazioni dei destinatari. Se gli obiettivi sono formulati in modo chiaro, diventa molto più facile pianificare, gestire e verificare lo svolgimento del progetto. Un obiettivo “intelligente” (SMART) deve possedere cinque qualità: 27 Obiettivi - SMART S Specifici M A Misurabili Ambiziosi e accattivanti R Realistico T Terminare a una scadenza precisa S Come mi renderò conto di aver conseguito il mio Specifici M Misurabili In base a quali criteri (misurabili) potrò stabilire A obiettivo? Che cosa dovrà essere cambiato? se ho conseguito il mio obiettivo? Ambiziosi L’obiettivo è formulato in termini positivi? Propone una sfida (né troppo blanda né troppo ardua), ed è dunque motivante e accattivante? R Realistico L’obiettivo si può conseguire con le risorse disponibili? Lo si può conseguire in unico sforzo, o è meglio frazionario in più obiettivi parziali? T Scadenzato Entro quando va conseguito l’obiettivo? Chi deve realizzare che cosa ed entro quale scadenza? 4° tappa: stabilire gli interventi 28 Un intervento è un’azione concreta realizzata in seno a un progetto. Spesso, per conseguire un obiettivo occorrono più interventi. Prima di stabilire gli interventi, occorre ponderarne le opportunità e gli eventuali effetti negativi. Chi riesce a vedere per tempo eventuali ostacoli o limiti, può prepararsi meglio ad affrontarli e superarli. 5° tappa: stilare uno scadenzario Ogni progetto deve avere delle scadenze temporali e non durare in eterno. Va quindi stabilita la successione degli interventi, stimando i tempi necessari per attuarli e stabilendo chi deve provvedere. Lo scadenzario stabilisce chi, entro quali scadenze, deve fare che cosa, dove e con chi. 6° tappa: definire i luoghi e gli ambiti d’intervento Un progetto si realizza in un determinato luogo e riguarda un determinato ambito di vita (setting). Dal numero delle persone cui si rivolge il progetto e dal territorio geografico in cui lo si vuole realizzare si possono dedurre le dimensioni e la portata di un progetto. 7° tappa: scegliere gli strumenti e i materiali Diversi materiali e strumenti facilitano lo svolgimento del progetto: stampati, mezzi d’informazione, mostre ecc. Esiste già del materiale utilizzabile o riadattabile? È garantita l’accessibilità (dove e quando)? A quali costi? Qual è l’impiego di tempo e di personale previsto? Occorre richiedere delle autorizzazioni? Vanno prenotati dei locali? 8° tappa: ripartire i compiti fra le persone coinvolte Il comitato di coordinamento assegna alle persone coinvolte, in forma vincolante, compiti e funzioni da svolgere, tenendo conto delle rispettive capacità e disponibilità di tempo. Un modo per avere una visione più immediata ed efficace delle rispettive competenze è di stendere un organigramma (v. il Manuale metodologico pratico). Nota bene: è importante che collaborino al progetto anche persone reclutate fra i destinatari del progetto (nello spirito della partecipazione attiva). I progetti realizzati coi destinatari sono sempre più efficaci di quelli realizzati per loro. 9° tappa: calcolare il fabbisogno finanziario e gli stanziamenti I progetti costano, e molte buone idee falliscono se non si calcolano bene i costi e le risorse disponibili. Gli aiuti “in natura” – forniti sotto forma di materiale o servizi gratuiti - sgravano molto il bilancio di un progetto, ma ciò nondimeno bisogna sempre avere sotto controllo la situazione finanziaria: aprire un conto corrente dedicato e nominare una persona che si occupi degli aspetti finanziari. 10° tappa: garantire l’informazione Chi va informato per tempo sul progetto? Che cosa si vuole ottenere con l’informazione? Per il coordinamento in rete e la collaborazione è importante informare tempestivamente sul progetto gli esperti del settore, ma anche l’opinione pubblica. I canali da utilizzare possono essere contatti personali, bollettini informativi, locandine, opuscoli, manifestazioni, mezzi d’informazione (cartacei, digitali, telematici, invio di SMS, radio). 11° tappa: verificare se gli obiettivi sono stati raggiunti Sia durante, sia alla fine del progetto, è essenziale verificare se gli obiettivi sono stati raggiunti, misurandoli in base ai criteri stabiliti all’inizio del progetto. Gli obiettivi parziali vanno verificati periodicamente, adeguando eventualmente la procedura originariamente stabilita. Stabilire fin dall’inizio anche come vanno documentati i risultati: con rapporto scritto, comunicato stampa o archiviazione sistematica del materiale. In questo modo, anche altre persone potranno beneficiare dei risultati raggiunti. 29 La valutazione e la verifica dei risultati Per motivare il progetto e per spronare le categorie interessate a partecipare, è importante poter documentare i risultati e i successi ottenuti, e benché i processi partecipativi siano quasi sempre piuttosto complessi e sviluppino sovente delle dinamiche proprie, la qualità del progetto si può verificare e migliorare con dei metodi relativamente semplici. La verifica dei risultati, inoltre, è il primo passo far sì che un progetto si radichi in modo permanente nel territorio in cui è stato avviato. Poi è importante dargli continuità, dando vita ad associazioni, comitati o altre forme di organizzazione che facilitino la collaborazione con le istituzioni pubbliche, aumentino il consenso nella popolazione e agevolino la raccolta dei finanziamenti. Un’altra opportunità per far sì che le ricadute positive del progetto si protraggano nel tempo è di ripetere le iniziative di partecipazione. Inoltre, si può creare una sorta di sportello permanente che raccolga i suggerimenti e le richieste della popolazione, oppure organizzare incontri o manifestazioni, disciplinare la gestione dei conflitti e le forme di collaborazione, o gettare le basi per coinvolgere in modo più sistematico la popolazione nei processi di pianificazione e attuazione. 30 Il Manuale metodologico pratico Per facilitare la pianificazione, attuazione e verifica di progetti di partecipazione civica, la Fondazione Vital e l‘Ufficio d‘igiene pubblica del Cantone dei Grigioni hanno redatto un manuale metodologico da affiancare a questo vademecum, con una serie di schemi operativi, liste di verifica, suggerimenti sui metodi da adottare e altri strumenti utili. ! 7 Esempio di un progetto realizzato nei Grigioni Avvio Presentazione idea del progetto Sì Fase 1 Studio preliminare Approvazione Fase 2 Pianificazione • Primi accordi con possibili soggetti da coinvolgere nel progetto • • • • Inserimento nel programma di coalizione per avere una garanzia politica Scelta di fare i progetti CON e non PER i cittadini Visione positiva dei soggetti coinvolti: sfruttare risorse e doti esistenti Favorire la partecipazione alle attività sociali, economiche, culturali Delibera dell’assessorato alla giustizia e alla salute • Formulare gli obiettivi di massima e i criteri per le soluzioni • Definire i soggetti da coinvolgere, concordare le collaborazioni • Chiarire la tipologia di partecipazione, i margini di manovra e le risorse disponibili • Invio del bando ai comuni interessati e procedura di selezione • Formalizzazione delle collaborazioni e definizione delle modalità operative • Collaborazione con istituzioni e altri soggetti, convenzioni, stanziamenti • Definiz. di ruoli, compiti e competenze (Organizzazio- ne del progetto cfr. il Manuale metodologico pratico) • Analisi di piani settoriali, modelli, criteri e indicatori • Approvazione del piano di attuazione Workshop: sondaggio qualitativo sulle possibilità di partecipazione nel comune • Presentazione del progetto alle giunte comunali 32 Sì Delibere dei consigli comunali, firma delle confenzioni Fase 3 Attuazione Sì Fase 4 Valutazione Documentazione Divulgazione Termine del progetto • Nomina dei comitati di coordinamento • Laboratori sul futuro: analisi del fabbisogno • Piani concreti per progetti parz. coi gruppi di lavoro • Consulenza e assistenza dei gruppi di lavoro • Verifica dei risultati: presentaz. dei progetti prospettive • Riunione tra i comuni: giornata di aggiornamento • Strumenti di autovalutazione, primo incontro • Valutazione dello svolgimento e dei risultati • Incontri pubblici per l’attuazione dei progetti • Rilevamento del fabbisogno e interventi per l’attività successiva Conclusione ufficiale dei progetti nei comuni, ga- ranzie politiche per l’attuazione dei progetti parziali • Aggiornamento: reti, comunicazione, gestione del progetto • Presentazione dell’approccio operativo nei territori per produrre un effetto moltiplicatore • Autovalutazione: secondo incontro • Valutazione complessiva, divulgazione, documentazione 33 8 Siti internet di riferimento e approfondimento e indicazioni delle fonti Creare ambienti di vita salutari: Strumenti di lavoro per la prevenzione e la promozione della salute nel quartiere http://www.gesundheitliche-chancengleichheit.de Partecipazione civile: http://www.buergergesellschaft.de/politische-teilhabe/ beteiligung-in-der-kommune/103506/ Manuale dell’ufficio “Büro für Zukunftsfragen” (A) per la partecipazione civile nei comuni. http://www.vorarlberg.at/pdf/handbuchbuergerbeteiligun.pdf “Partecipazione e sviluppo sostenibile in Europa” del Ministero Federale Austriaco http://www.partizipation.at/methoden.html Aiuti per la generazione di nuove idee: http://www.careum-explorer.ch/careum/Methoden_und_ Werkzeuge_zur_Ideenfindung.php Strumenti per la generazione di nuove idee Aiuti per la pianificazione: Schriftenreihe «Schritt-für-Schritt Anleitung für Gesundheitsförderer» Heft 1: Programmplanung in der gemeindenahen Gesundheitsförderung Heft 2: Partnerschaften und Strukturen in der gemeindenahen Gesundheitsförderung Heft 3: Evaluation in der Gesundheitsförderung http://www.img.uni-bayreuth.de/ Gestione di qualità e progetto http://www.quint-essenz.ch/ 34 Aiuti di lavoro per la prevenzione e la promozione della salute http://www.gesundheitliche-chancengleichheit.de/gesundheitsfoerderung-im-quartier/aktiv-werden-fuer-gesundheit-arbeitshilfen Linee guida per la realizzazione di processi partecipativi nel comune: http://www.wsl.ch/land/products/lebendiges_dorf/inhalt/ welcome.html Guida dell’istituto di medicina sociale e prevenzione dell‘università di Zurigo http://www.gesundheitsfoerderung-zh.ch Pianificazione mirata della promozione della salute e della prevenzione nel comune: http://www.radix.ch Fonti: Bruck, W./Müller (2007): Wirkungsvolle Tagungen und Großgruppen. Offenbach: Gabal Verlag Buchecker, M./Heller-Kellenberger Schultz Bertz Gerber (2006): Wege zu einem lebendigen Dorf. Eidg. Forschungsanstalt für Wald, Schnee und Landschaft WSL Hongler, H./Kunz Prelicz-Huber W. Fricker (2008): Mitreden Mitgestalten Mitentscheiden. Luzern: Interact Verlag Gesundheitsförderung Kanton Zürich, Einführung mit Leitfaden für Projektplanung, Institut für Sozial- und Präventivmedizin der Universität Zürich, 2007 35 AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Ressort für Familie, Gesundheit und Sozialwesen Dipartimento alla famiglia, sanità e politiche sociali FONDAZIONE COMUNE SANO via Kanonikus Michael Gamper, 1 tel. 0471-409333 [email protected] www.fondazionevital.it [email protected] www.gesundheitsamt.gr.ch