- - Spedizione In abbonamento postale Gruppo Il1 N. 1 20 Gennaio 1959 Direzione e Redaz.: Via Lombardia, 30 ROMA - - O R G A N O MENSILE D E L L ' A S S O C I A Z I O N E I T A L I A N A PER I L C O N S I G L I O D E I C O M U N I D'EUROPA Una proposta ai nostri amministratori locali G'UGLIELMO USELLINI Numerosi cominciano a diventare gli eumatico, ma per tenere unito dove poss'ibiropeisti, ma pochi hanno ancora il privilegio bile - non certo a prezzo di compromessi di poter essere considerati - di pieno diritsull'essenziale - il fronte del federalismo to - europei. Si diventa europei non quando, europeo; che coltivava difficili amicizie e privi di una propria radice nazionale o di donava oscuramente il proprio contributo una quals,iasi radice, si trovi un conforto al intellettuale, senza avere la passione di svolproprio egocentrismo nei cenacoli intelletgere il ruolo dell'eminenza grigia; che semtuali dell'Europa; né quando, viaggiando sulbrava, ancora dopo anni, spaesato e solo in la cresta delle onde, si visitino l e capitali quella Parigi, che lo accoglieva come Segrepolitiche ed economiche del continente per tario Generale dell'Union Européenne des accrescere, sotto l'etichetta unitaria, il poFédéralistes e dove tanti lo stimavano e gli tere proprio o di un proprio gruppo. Anche volevano bene. ciò - lo ammettiamo senza esitazione Usellini era nato cinquant'anni fa ad Arofinisce per far confluire energie a favore na, in provincia di Novara. Si era laureato dello scopo che vogliamo raggiungere: ma in Lettere e in Scienze economiche e a vennon è qui che si trova quel primo slancio tiquattro anni, nel 1930, fo'ndò una rivista, morale, onde l'idea s'è incarnata inizialmente l'« Arca », proibita due anni dopo dal gonella pratica, e si insiste a farla valere ogni verno fascista perché « troppo libera ». Si volta che difficoltà o insuccessi sembrino dedicò allora a sceneggiature cinematografitornare a confinarla nel regno delle utopie. che. Scoppiat,~il secondo conflitto mondiale Europei sono coloro che, non di rado, viagdal 1941 al 1943 Egli fu, insieme a Rollier e giano a malincuore per l'Europa; a Ursula Hirschmann, tra i principali diffu. che tenacemente italiani, o addirittura paesani, fatisori del Manifesto federalista europeo di Vencano a trovare il punto di incontro affettivo, totene, redatto da Rossi e Spinelli. Nel 1942 sentimentale, co'i tedeschi o coi francesi o fondò in Italia il primo - crediamo - giorcon gli ollandesi; che tuttavia, rischiando la nale clandestino per l'unità democratica del solitudine, abbandonando sovente studi precontinente: « L'Unità europea ». D'urante i diletti o mestieri congeniali, si dànno alla quarantacinque giorni badogliani fu arrestato politica, a cui in molti casi non si sentono per avere dato diffusione a un volantino portati, in ciò sospinti da un senso profondo che incitava alla lotta contro il nazismo, indel dovere, il dovere di non lasciar nulla tesa quale premessa dei liberi Stati Uniti di intentato per la costruzione di un'opera, d'Europa. Dopo 1'8 settembre partecipò atche è pienamente giustificata e sollecitata tivamente alla lotta partigiana, organizzando dalla storia e dalla ragione: l'Europa fedenelllItalia Settentrionale una rete di resirata. Guglielmo Usellini, che d a poche setstenza: ciò lo portò nel 1943 all'arresto. Alla timane ci ha lasciato, era un europeo. fine del 1944 riuscì a sfuggire alla deportaSiamo in molti ad aver provato un senso zione, si diede alla macchia e infine riparò di malinconia per Usellini, che, «comandato >> in Svizzera. Qui, con gli esiliati di vari Paesi dalla disciplina europea nel suo bureau di del Continente, fondò a Ginevra il Centro di r u e de l'Arcade, svolgeva una mole enorme Studi Federalisti, che elaborò un progetto di lavoro, senza la gioia dei faticoni, anzi di Costituzione degli Stati Uniti d'Europa. spesso con l'aria stanca o preoccupata; che Rientrato in Italia nell'aprile 1945, riprese sedava con pazienza infinita l e risse fra i la sua regolare carriera giornalistica, dedidiversi teologi dell'unità europea (spesso candosi parallelamente alle battaglie del attirandosi sfumature di compatimento) non Movimento Federalista Europeo (italiano): perché avesse particolari vocazioni di diplonel 1947 fu a Montreux tra i fondatori del1'Union Européenne des Fédéralistes. Di questa - quale infaticabile membro del ComiIn luogo dell'ultimo numero di « Cotato Centrale Internazionale - organizzò a muni d'Europa » per il 1958, è stato Roma il grande Congresso del novembre 1948. inviato agli aventi diritto l'opuscolo Fu eletto in quell'occasione Segretario Gene« Statuto e documenti fondamentali », rale Aggiunto dell'UEF, divenendone nel redatto a cura deU7Ufficiodi Segreteria 1950 Segretario Generale: carica quest'uldell9AI0CE. Pertanto non è uscito il tima, che h a retto ininterrottamente sino alla n. 12/1958 del nostro periodico. morte. Dopo Montreux diede sempre un contributo fondamentale alle pii1 coraggiose iniziative per l'unità europea, dal primo Congresso di L'Aja del Movimento Europeo (1948) alla petizione per il Patto federale del MFE italiano (del 1950), dalla Conferenza giuridica di Lugano (1951) al Consiglio dei Popoli di Strasburgo (1952), dalla campagna per la CED (1953) alla politica, intransigente e fortemente polenlica contro l'europeismo « ufficiale », del << nuovo corso >) e del Congresso del Popolo Europeo. Sul piano dell'intransigenza e della critica, Usellini non si lasciò mai, per altro, scivolare su posizioni giacobine o esclusiviste, si sforzò sempre di capire le ragioni degli avversari, moltiplicò i contatti umani. Sensibile ai richiami della sua vecchia professione, Egli si preoccupò costantemente della funzione, che spetta alla stampa nell'informare l'opinione pubblica dei problemi reali dell'unificazione europea. Nel luglio 1952, sulle rive del Lago di Como, organizzò a Bellagio un primo incontro euro'peo della stampa, e nell'aprile 1954 a Venezia un secondo incontro, al quale partecipò un migliaio di giornalisti di tutto il Continente. Nel 1956 fu tra i fondatori delle « Nouvel!es Européennes et Mondiales ». Guglielmo Usellini era sofferente di cuore, e i medici e gli amici da tempo gli raccomandavano di limitare il suo lavoro: ma Egli è voluto morire sulla breccia. Naturalmente 20 Gennaio 1959 la grande stampa, quotidiana e settimanale il, cui compito è di informarci, e di informare i giovani, sugli umori dei grandi della terra, sulla vita sentimentale delle prostitute, sulle ambizioni dei monopolisti della cultura e sui crimini più « gialli », più crudeli, più folli - non poteva attardarsi su Usellini: è noto, del resto, che la storiografia a fumetti - che è quella che prevale - è pronta a riconoscere meriti maggiori, in relazione all'unità europea, a un Winston Churchill che a un Guglielmo Usellini. Ma la nostra scuola non vorrà ricordare la luminosa figura di un Uomo rettilineo, modesto, buono, che tanto aveva in sé di quello che pensiamo il cittadino ideale della nuova Europa? La avventura spirituale di Usellini è certo molto più educativa, e in definitiva affascinante, - di quella di tanti uomini monumentali, di cui si racconta dalle nostre cattedre: e vogliamo, allora, raccontarla? Per rimanere su un terreno concreto proponiamo ai colleghi dell'Association Européenne des Enseignants di farsi promotori di una campagna per l'intitolazione a Guglielmo Usellini di scuole di ogni ordine e grado; e di persuadere qualcuno dei massimi editori a stampare per i giovani una sua Vita (che, d'accordo, bisogna saper scrivere). Dal canto nostro proponiamo ai nostri colleghi amministratori lacali di onorare le nostre città intitolando vie e piazze a questo grande italiano, che fu un grande italiano proprio perché, giorno per giorno e con fatica e senza speranze personali, seppe essere un autentico europeo. In m a r a i n e a l l a ~ r o ~ o s Martini ta Per un questionario funzionale Esigenza di utilizzazione delle esperienze nazionali e di armonizzazione amministrativa La proposta del collega Gianfranco Martini di Lendinara, per un questionario in materia di educazione popolare, istruzione della gioventù, rapporti fra economie locali e MEC, ecc., che l'Istituto europeo di studi e relazioni intercomunali dovrebbe redigere e distribuire agli Enti locali dei Paesi del CCE, non può non trovare consenzienti quanti - europeisti, federalisti, comunalisti hanno a cuore la ~o~llecita, e quanto più possibile armonica, realizzazione delle finalità del CCE. Benissimo anche la pubblica discussione degli anzidetti argomenti, al fine di interessare direttamente e co'ncretamente i cittadini ai lo'ro problemi ed a quelli europei, e di svolgere efficace azione di propaganda, in profondità, nell'ambito delle comunità locali. Sarebbe peraltro necessario, a nostro avviso, di precisare le finalità pratiche, oltre quelle di carattere propagandistico, che lo Istituto europeo di studi e relazioni intercomunali dovrebbe conseguire dalle risultanze dei dibattiti, tradotte, attraverso i questionari, in formule schematiche e opportunamente coo'rdinate. Perché dobbiamo escludere che il collega Martini abbia inteso la sua proposta limitata a scopi di propaganda e di discussione accademica, ed anche alla semplice informazione e documentazione - indubbiamente interessanti, ma improduttive - su determinate materie. In altri termini riteniamo che l'indicazione specifica delle possibilità di utilizzazione di dati, di aspetti, di formulazioni, attinti direttamente, saggiando la pubblica opinione, gioverebbe non soltanto alla dialettica dei dibattiti, ma altresì e particolarmente all'azione costruttiva del CCE e dell'IESRI. Ma noi siamo stati interessati dagli amici di « Comuni d'Europa >> alla proposta Martini, evidentemente a cagione di un innocente equivoco. Infatti avevamo più volte, e in varie sedi, prospettato la necessità e la utilità di uno studio comparativo degli ordinamenti locali, della legislazione locale, soprattutto della finanza locale, dei Paesi del CCE. 11 che non ha attinenza, evidentemente, col questionario Martini. Siamo peraltro convinti della esigenza di armonizzare in quanto possibile, gli ordinamenti amministrativi e il governo locale dell'Europa di domani, provocando una specie di processo di simbiosi intercomunale, con la scambievole utilizzazione delle esperienze singole, per migliorare e sviluppare, nel quadro delle condizioni locali dei singoli stati, la vita delle comunità minori e l'amministrazione dei loro interessi più diretti; e ciò, non mediante un eclettismo rigido e assoluto, ma attraverso la scelta sapiente e l'adeguamento più consono alle varie situazioni ed ai problemi particolari. Si tratta in sostanza di ridurre al minimo lei difformità, le disparità, le distanze. Anche nel quadro della Comunità Economica Europea è del resto prevista, mediante numerose modificazioni normative, amministrative, giurisdizionali, l'armonizzazione delle legislazioni dei Paesi membri. In effetti, nella costruzione ideale dell'Europa - e della stessa piccola Europa che è nei nostri disegni e nelle nostre aspirazioni, abbiamo l'impressione che si prescinda troppo spesso da realtà obiettive che invece bisognerà affrontare anche a livello più alto di quello dei Comuni e delle Regioni, in quanto interessano la stessa struttura politica degli Stati Membri; a meno che non si creda, e noi dissentiamo decisamente, di fare veramente l'Europa con le varie Comunità economiche, senza cioè unità politica, unica salvaguardia, questa, anche della efficienza e della continuità di esse, ma soprattuto unica garanzia per cementare la solidarietà morale, oltre che fisica ed economica, dei popoli europei. Quelle realtà obiettive esigono un superamento, sia pure graduale; superaiiiento che non implica piatta uniformità di strutture e di sistemi, e che tuttavia comporta un minimo di omogeneità politica e il concorde rispetto, per tutti gli Stati membri, ed anche all'esterno di essi, del metodo democratico e degli istituti fondamentali che da esso derivano per la vita delle moderne democrazie. Non si f a l'Europa con un'accozzaglia di regni e di repubbliche, di colonialismo, di gaullismo, di incrostazioni feudali, di condizionamento delle libertà. L'Europa nascerà viva e vitale soltanto se saprà liberarsi delle vecchie scorie e dei complessi che la condussero più volte nella storia, allo sfacelo. Se no, nascerà bacata e non durerà. Ma questo è un discorso che non può trovare qui la sede più opportuna, e che andrebbe sviluppato', e questo ci porterebbe lontano, come lontani siamo già dal tema che dovevamo trattare, ed al quale succintamente ritorniamo. Nell'ambito delle nostre amministrazioni locali, gli innumerevoli problemi di ordine generale e particolare che si pongono alla attuazione sia del legislatore, sia degli amministratori, finiscono con l'avere soluzioni (quando le hanno), niente affatto originali, spesso inidonee o irrazionali, e ciò anche per difetto di fantasia e di conoscenza delle altrui esperienze e soluzioni in circostanze analoghe. Di esperienze e soluzioni, si badi bene, già da altri Paesi o da altri anche prossimi Comuni adottate con profitto e già passate al vaglio della critica e al collaudo della pratica. Con questo non si vuol dimostrare che dobbiamo imparare tutto da altri, ma soltanto che è deteriore agitarsi pigramente nel proprio stagno, senza una visione anche approssimativa dei metodi e delle tecniche altrui. E il discorso che qui facciamo per noi, è indubbiamente riversibile, in quanto la pigrizia mentale non è certo un difetto esclusivo degli italiani. Finanza locale. Da noi si discute, da sempre, di abolire le imposte di consumo, di ridurre l'imposizione indiretta inasprendo quella personale, di migliorare la perequazione tributaria, di assicurare l'autosufficienza finanziaria agli Enti locali, ma non si tiene conto, ad esempio, che in Belgio è fatto divieto di riscuotere imposte sui consumi e sul bestiame; che, pure in Belgiol, le imposte locali sono scelte liberamente dai Comuni, sia pure con le opportune guarentigie per i contribuenti e nei limiti delle effettive necessità del bilancio comunale. Né si tiene conto della varietà dei sistemi di controllo, delle forme di autonomia locale vigenti in altri Paesi; si ignorano lei antinomie e le concordanze degli stessi problemi e dei metodi di amministrazione (attribuzioni e funzioni degli organi rappresentativi, ordinamenti contabili, lavori pubblici, istruzione, assistenza sociale, ecc.). E' per ovviare a questa diffusa carenza di informazione e per offrire una sia pure compendiosa documentazione ai nostri Enti locali, e quindi a quelli degli altri Paesi, della piccola Europa, che noi prospettammo, e insistiamo nella proposta che affidiamo alla sagacia dell'amico Briigner, l'opportunità e l'utilità della raccolta, per materia e per paesi, di dati illustrativi, riassunti possibilmente in quadri sinottici comparativi, almeno per le materie essenziali alle quali abbiamo accennato, e che offriranno interessante materiale di studio nei vari Stati e, auguriamoci, di introduzione del meglio1 » in ciascuno di essi muovendo dalla conoscenza dello status delle rispettive legislazioni, delle varie dottrine e delle prassi regionalmente più diffuse. La nostra proposta, come si vede, anche se diversa da quella del collega Martini, non è con essa in contraddizione e, in certo modo e in altro settore, muove da presupposti non dissimili e può esserle di complementare utilità. Vincenzo Ciangaretti 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA 3 LA SECONDA CONFERENZA EUROPEA DEI POTERI LOCALI E LA COSTITUZIONE DEL COMITATO A SEI Dal 29 al 31 ottobre u. S. si sono riuniti a Strasburgo, per la seconda sessione della Conferenza Europea dei Poteri locali (CEPL), circa centotrenta amministratori locali, rappresentanti più di 100 mila Comuni ed altri Enti territoriali, designati dalle Associazioni nazionali di Poteri locali indicate dalla Commissione dei Poteri locali dell'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa, dopo consultazione del Consiglio dei Comuni d'Europa e dell'Union znternationale cles Villes (organizzazioni entrambe dotate dello statuto consultivo del Consiglio d'Europa). Alla seconda sessione della CEPL sono stati sottoposti cinque pareri, illustrati dai rapporti Altmayer su « Sviluppo dello spirito europeo attraverso gli scambi intercomunali »; Hay su « I Poteri locali e il problema degli alloggi in Europa »; Pinton (con allegato Avanprogetto riveduto di Istituto europeo di credito alle collettività locali, di Mossé, Segretario generale della CECC) su « Organizzazione su scala europea del credito alle collettività comunali e regionali »; Radius su « Incidenze locali dell'integrazione economica europea »; Santero su « Partecipazione dei poteri locali alla creazione e all'attività delle istituzioni europee ». La CEPL ha inoltre preso atto del rapporto d'attività del suo ufficio di Presidenza (Bureau) per l'intersessione 1957-1958, e di una comunicazione della Commissione culturale dell'Assemblea consultiva, presentata da van Remoortel. Alla Conferenza l'Italia era rappresentata da 18 delegati titolari e da t r e delegati supplenti, così divisi per Associazione. Per 1'AICCE: titolarz: prof. Livio Antonioli, Sindaco di Monteforte d'Alpone e Tesoriere della Sezione italiana del CCE; ing. Renato Brugner, rappresentante del Comune di Terracina e Vice-Presidente della Sezione italiana del CCE; dott. Lamberto Jori, Assessore al Comune di Milano; avv. Amedeo Peyron, Sindaco di Torino e Presidente della Sezione itaiana del CCE; prof. Umberto Serafini, Consigliere comunale di Palazzo Canavese e Segretario generale della Sezione italiana del CCE; avv. Giancarlo Zoli, rappresentante del Comune di Firenze e Consigliere del Comitato economico e sociale della CEE in rappresentanza dei Poteri locali; avv. Nicola Buracchio, Vice-Sindaco di Chieti; supplenti: dott. Aurelio Dozio, Sindaco di Meda; dott. Joachin Dalsass, Sindaco di Laives. Per l'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (ANCI): titolari: avv. Francesco Cavallaro, Assessore al Comune di Roma; professor Angelo Monfredi, Sindaco di Taranto; on. Virtorio Pertusio, Sindaco di Genova; avv. Riva-Crugnola, Sindaco di Arcisate; avv. Luigi La Ferlita, Sindaco di Catania; avv. Giorgio Andreoli, Consigliere provinciale di Roma; dott. Giovanni Santo, Segre- Un aspetto dell'aula durante la Conferenza tario generale dell'ANC1; supplente: sig. Vasto Puccini, Sindaco di Campi Bisenzio. Per l'Unione delle Provincie d'Italia (UPI): titolarz: ing. Francesco Carpeggiani, Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Ferrara; avv. Adrio Casati, Presidente della Provincia di Milano; prof. Giuseppe Grosso, Presidente della Provincia di Torino; avv. Giovanni Maggio, Presidente della Provincia di Genova e Presidente dell'UP1. All'inizio della sessione l'assemblea plenaria della CEPL ha eletto i1 nuovo Bureau, che è risultato così composto: Presidente: Chaban-Delmas; Vice-Presidenti: Anderson, Dardel, de Gou, Klett, Merlot, Peyron e Rippon. Poi si è proceduto alla costituzione del Comitato a Sei. Questo Comitato è specificatamente incaricato di assicurare il collegamento tra la CEPL e l e Istituzioni dell'Europa a Sei (Comunità per il Carbone e per l'Acciaio, Comunità Economica Europea - cioè il MEC -, Euratom). Esso procede ai contatti, inchieste o studi necessari sulle incidenze locali delle attività delle 3 Comunità e, ogni volta che lo ritenga utile, riferisce al Bureau della CEPL, che decide di sottoporre le relazioni alla CEPL stessa: ai voti, ai quali la CEPL può essere chiamata a procedere in questo caso, partecipano solo i Delegati dei Paesi membri delle 3 Comunità (CEPL a Sei). Sono stati chiamati a formare il Comitato a Sei: per la Francia, ChabanDelmas, Dardel e Poher; per la Gennania federale, Klett, Roser e Wormit; per l'Italia, Cavallaro, Peyron e Serafini; per il Belgio, Merlot e Ronse: per l'Olanda, de Gou e Wytema; per il Lussemburgo, Cravatte (secon- do il regolamento, il Presidente e i Vice-Presidenti della CEPL appartenenti ai Sei vi sono entrati di diritto; gli altri sono stati eletti direttamente dall'assemblea plenaria). I1 Comitato a Sei, riunitosi a latere della CEPL, ha eletto suo Presidente il belga Merlot. I1 Presidente Chaban-Delmas ha sottolineato che era la seconda volta che la CEPL si riuniva a Strasburgo, città in cui per l a prima volta si è riunita l'Assemblea Parlamentare Europea (l'Assemblea comune alle 3 Comunità dei Sei); è stato lieto di salutare gli osservatori della Finlandia, della Svizzera e della Jugoslavia, osservando che la loro presenza indicava che il campo d'azione dell'Europa si estende al di là dei limiti imposti dalle circostanze; ha dichiarato che niente vieta agli amministrato'ri locali di rimanere nei limiti delle loro competenze senza per questo rinunziare all'instaurazione politica dell'Europa unita. Nell'ambito della seduta inaugurale della CEPL Dehousse, Presidente dell'Assemblea Consultiva del Consiglio d'Europa, ha rimesso il Premio d'Europa ai Sindaci delle città di Vienna e dell'Aja. I1 turco Borovali, in rappresentanza del Comitato dei Ministri del Consiglio di Europa, si è detto lieto che la consegna del Premio d'Europa abbia coinciso con la seconda sessione della CEPL. La seconda sessione della CEPL h a avuto un importantissimo riconoscimento di principio con gli interventi dei rappresentanti dell'Alta Autorità della CECA e della Commissione della Comunità Economica Europea. Giacchero, membro dell'Alta Autorità della COMUNI D'EUROPA CECA, ha dichiarato che l'Alta Autorità segue con mo'lto interesse i lavori della CEPL e ha accettato volentieri di incontrarsi con i rappresentanti delle Autorità locali. Parlando della proposta, secondo la quale l'Alta Autorità potrebbe dare un aiuto finanziario alle collettività regionali e locali per l'esecuzione dei loro programmi, Giacchero ha fatto osservare che l'articolo 54 del Trattato permette all'Alta Autorità di finanziare i lavori che possano contribuire a incrementare la produzione e a facilitare lo smercio dei prodotti. E' in questo spirito che l'Alta Autorità ha predisposto il suo programma di finanziamento degli alloggi. L'azione iniziata dall'Alta Autorità è in questo campo molto vasta: i cinque programmi dell'Alta Autorità contemplano 60.000 alloggi per i1 1960. Per giungere a questo risultato, l'Alta Autorità ha condotto una vera e propria politica regionale e locale, e ha mantenuto - secondo contatti costanti con le co~lletGiacchero tività locali, per il tramite delle Commissioni regionali. L'oratore ha affermato che nessuna iniziativa può attuarsi senza il concorso dei Comuni: questi ultimi hanno tutto l'interesse di ottenere la cooperazione dei servizi dell'Alta Autcrità. L'Alta Autorità - sempre secondo Giacchero - si è preoccupata innanzi tutto del reimpiego dei lavoratori licenziati. Sono stati previsti aiuti per i centri di riqualificazione. Altre possibilità, quelle soprattutto previste dall'articolo 56 del Trattato della CECA, concernono la creazione di nuove attività. Due raccomandazioni dell'Assemblea consultiva sono state adottate in un'epoca in cui la CECA era la sola istituzione a poter rispondere all'appello delle Autorità locali. Da allora altre istituzioni hanno visto la luce e potranno anche esse aiutare le autorità locali. L'insediamento di queste nuove istituzioni è ben lungi dall'essere terminato, ma le Autorità locali possono essere sicure di trovare in queste istituzioni un valido appoggio per le loro iniziative. Giacchero ha concluso dichiarando che l'Alta Autorità ha l'intenzione di incrementare per l'avvenire i suoi contatti coi Poteri locali. Petrilli, membro della Commissione della Comunità Economica Europea, a nome del Presidente Hallstein ha ringraziato la CEPL dell'invito rivolto alla Comunità. Non si può avere una vera integrazione fra i Sei Paesi - ha aggiunto Petrilli - senza la collaborazione della forza autonoma dei Comuni. La CEE si preoccupa di conservare i contatti con le collettività locali e di mantenere i rapporti migliori co'n la CEPL e con tutti i Paesi liberi d'Europa, in maniera di creare una coordinazione efficace tra le iniziative private e le iniziative pubbliche. I1 problema dell'espansione economica esisterebbe con o senza il mercato comune: quest'ultimo apre soltanto la strada a soluzioni più favorevoli. Bisogna anche ricordare - ha aggiunto Petrilli - che il Trattato riconosce ii legittima intervento dei poteri regionali. La CEE è stata lieta dell'orientarnento dei lavori della CEPL e la presenza di un suo rappresentante ha voluto essere una prova della volontà di cooperazione della Comunità. I1 lavoro più analitico e costruttivo della - 20 Gennaio 1959 CEPL si è svolto nell'ambito delle 5 Commissioni, in cui - in corrispondenza dei 5 rapporti principali - si sono ripartiti i Delegati. La Commissione per le finanze locali è ctata presieduta dall'italiano Pertusio e vi ha partecipata il Presidente dell'AICCE e della CECC, Peyron: i suoi lavori erano quanto mai delicati, vista la posizione polemica verso il progettato Istituto europeo di credito comunale assunta dall'llnion internationale des Villes. Nel complesso Van Audenhove, esperto mobilitato dall'UIV per fare da co'ntraltare al segretario generale della CECC Mossé, ha compiuto un'opera di opposizione molto più moderata di quanto i disgregatori dell'UIV avrebbero desiderato, ha finito per dichiararsi leale verso la CECC - ai cui lavori torinesi ha già altra volta partecipato - e, lungi dal portare argomenti decisivi in senso contrario, ha piuttosto sottolineato problemi che tendono vieppiù a dimostrare che l'eventuale costituzione sopranazionale di un Istituto eu.ropeo di Credito ccmunale deve essere limitata, per ora, ai Sei Paesi del MEC, con un'associazione assai elastica, semplicemente « confederale » di Istituti nazionali di Credito ai Po'teri locali dei Paesi esterni ai Sei (questo Van Audenhove non ha detto, ma può essere la derivazione logica della sua impostazione). I lavori di vimento Europeo; ha citato varie esperienze di Stati federali, per sottolineare la funzione politica. dei Poteri locali; ha distinto, nel processo di costruzione delle istituzioni europee, una fase attuale o provvisoria, una fase costituente, una fase finale (costituzione dello Stato federale), invitando a non confondere le diverse fasi; ha invitato soprattutto gli esitanti amministratori locali olandesi - che pure come semplici cittadini sono notoriamente all'avanguardia del federalismo europeo - ad assumere responsabilità politiche europee anche in funzione della loro carica, data l'eccezionalità rivoluzionaria della costruzione degli Stati Uniti d'Europa, che non ammette particolarismi, patriottismi di organizzazione o riserve mentali. Nella Commissione per lo sviluppo dello spirito europeo mediante scambi intercomunali e nella Commissione sulle incidenze locali dell'integrazione economica europea hanno svolto una partecipazione di importanza assai larga rispettivamente Brugner, Vice - Presidente dell'AICCE e Presidente dell'Istituto Europeo di Studi e Relazioni intercomunali, e Giancarlo Zoli, membro dell'Esecutivo dell'AICCE e Consigliere del Comitato economico e sociale della CEE e del!'Euratom (Zoli, eletto Vice-Presidente della Commissione, ha illustrato in Assemblea ple- iiria delle ~Commissiorii La Commissione generale, istituzionale , e politica, ha ascoltato un caldo discorso dell'Assessore di Roma, Cavallaro, e due vigorosi e determinanti interventi del Segretario generale dell9AICCE, Serafini. Serafini ha difeso i principi informatori del rappo~rto Santero, chiarendone alcuni aspetti a suo avviso fraintesi; ha richiamato aspetti della Costituzione della Germania federale per difendere, con riferimenti comparativi, alcune istanze costituzionali del Consiglio dei Comuni d'Europa, avversate dai rappresentanti dell'UIV; ha criticato alcuni punti del progetto costituzionale europeo del Comitato d'Azione del Movimento Euro'peo, richiamandosi all'impostazione originale di Dehousse al Congresso di Roma (EUR) del Mo- naria due dei documenti preparati dalla Commissione stessa). Un bilancio provvisorio della seconda sessione della CEPL risulta positivo. Problemi ne sono sorti, e questo dimostra la sua vivacità ed apertura: per esempio alcuni rappresentanti italiani e francesi di Poteri locali intermediari (Province, Départements) hanno lamentato un loro insufficiente inserimento nei lavori della Conferenza; per esempio sul Credito ai poteri locali le tesi diverse non sono state ancora composte (e non potevano esserlo in quella sede). Grande importanza ha rivestito agli effetti positivi il varo del Camitato a Sei, che prelude a un'associazione più stretta e differenziata - in sede anche istituzionale - degli amministratori locali dell'Europa a Sei rispetto agli esterni (e ciò 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA n o n p e r scavare un fosso verso gli esterni, m a p e r poter c a m m i n a r e p i ù s v e l t i f r a i Sei, visto c h e l e condizioni obiettive lo p e r m e t tono). R i m a n e l a condotta scandalosa dell'Union internationale des Villes, c h e ancora u n a volta h a f a t t o d i t u t t o p e r spaccare il f r o n t e europeista degli amministratori locali, p u r senza riuscirvi. Gli olandesi a d e r e n t i all'UIV, n e i m o m e n t i culminanti della seconda ses- sione della C E P L h a n n o sentito piuttosto il richiamo della disciplina europea c h e quello d e l patriottismo d i organizzazione; gli inglesi (svolgendosi i n q u e i giorni, i n a l t r e sedi, l e t r a t t a t i v e p e r l a Zona d i libero scambio) h a n n o preferito d a r e p r o v e abbondanti d i f a i r play. Pubblichiamo d i seguito i P a r e r i e l e Risoluzioni, approvati dalla seconda sessione della CEPL. DISCORSO DI FERNAND DEHOUSSE Presidente dell'Assemblea Consultiva del Consiglio d'Europa Signor Presidente, Signore, Signori, . . è per me u n doppio onore consegnare il P r i x d'Europe alle città pre,scelte per il 1958, e di farlo dinnanzi alla Conferenza europea dei Poteri locali riunita per la seconda volta. Perché, di tale organismo ormai permanente, tenete oggi l a vostra seconda sessione. Permettetemi di sentire una certa fierezza ricordando le parole che ebbi l'occasione d i pronunciare dinnanzi a voi a l momento della prima riunione, che non si osava ancora chiamare prima se~ssioae: le porte del Consiglio d'Europa sono state aperte. Non c'è in questo momento nessuna potenza, nessuna burocrazia, nessun pretesto di bilancio che possa farle richiudere Non crediate però che ci sia stato sufficiente yosnunciare que,sto = Sestarno)z , perché noli ci si possa trovare oggi qui. L a vostra prima sessione è stata un successo, i vostri lavori hanno provato l'utilità dei vostri dibattiti per un migliore adattamento delle istituzioni europee alle esigenze delle popolazioni. Le insidie burocratiche, i pretesti di bilancio non sono pertanto venuti meno. Certi ambienti, in realtà, non tollerano mai l'invadenza in qiiello che considerano loro campo d'azione. L'Europa, quindi, non può essere affare dei soli diplomatici o dei soli tecnocrati. E' di voi che essa ha maggior bisogno per svilupparsi. Mi fa quindi piacere pensare che le vostre assisi saranno ormai una istituzione. I1 principio della convocazione annuale della Conferenza è presentemente ammesso dalla maggioranza dei Governi membri del Consiglio d'Europa. E; necessario che vengano nuovi adepti. i o mi rivolgo a coloro che esitano e chiedo loro d i meditare sulle conseguenze che scaturiranno dalla loro eventuale opposizione. P e r la prima volta nella storia delle istituzioni europee, la Finlandia è entrata nella grande famiglia. Non costituisce questo fatto u n punto a favore della nostra Conferenza, al quale i nostri amici del Nord devono essere particolarmente sensibili? Son persuaso fin d'ora che quando si tratterà di rinnovare il nostro invito alla Conferenza dei Poteri locali, otterremo al Consiglio dei Ministri non solo la maggioranza assoluta, ma l'indispensabile maggioranza dei due terzi. Così si troveranno insediate e non cesseranno di rinforzarsi le basi di una rappresentanza permanente delle collettività locali presso il Consiglio d'Europa. Così diverrà applicabile alla serie delle istituzioni europee questo principio che la nostra Assemblea formulava all'indirizzo dei Governi il 9 luglio 1955: Nessuna misura potrà essere adottata da qualsiasi potere centrale che impegni l'avvenire delle collettività locali, senza che non siano stati preventivamente consultati i rappresentanti di queste collettività D. E' ora il momento delle nuove Comunità, l e Comunità a Sei: CECA, Mercato Comune, Euratom, di mettersi su questa strada. La creazione, alla quale voi avete proceduto, di u n Comitato incaricato delle relazioni con le comunità europee, chiamato Comitato a Sei, e la presenza qui di eminenti rappresentanti di queste Comunità ci fanno ben sperare per l'avvenire. L'Alta Autorità della CECA h a già ricevuto, a più riprese, alcuni rappresentanti delle collettività locali, manifestando così l'interesse che - S . , ha per le incidenze della Comunità del Carbone e dell'Acciaio. Desidero che le istanze del Mercato Comune riconoscano, anch'esse, come le nostre provincie, l e nostre città, i nostri comuni, tutta la struttura delle nostre collettività locali, sono implicate nell'integrazione europea. Ma i promotori dei Trattati di Roma non hanno mai dissimulato che l'integrazione economica aveva per ultimo obiettivo l'unione politica. Nel Preambolo del trattato della comunità eco~nomica, i Governi firmatari si dichiarano = decisi a stabilire i fondamenti di una unione senza fine, più stretta t r a i popoli europei B. L'integrazione economica prepara l'unione politica eliminando le cause dei conflitti, suscitando o rivelando identici interessi, sviluppando l'abitudine all'azione comune, insomma creando lo spirito di comunità. L'integrazione economica non si limita tuttavia a preparare l'unione politica, la esige. Lo spirito della Comunità è indivisibile. Chi dice politica economica comune dice politica estera comune. E' dunque di conseguenza che si è visto nascere, in questi ultimi tempi, l'idea di concertare la politica dell'armamento e la politica estera nel quadro dei Sei paesi membri della Comunità. Ma il cammino verso l'organizzazione delle strutture comunitarie non è segnato unicamente dalle disposizioni espresse dai Trattati, m a anche da necessità tecniche che si nascondono sostto l'imprecision~e o il silenzio dei tecnici. L'opera di integrazione intrapresa non può, non potrà elevarsi ad autorità sopranazionale coordinando l e funzioni delegate dagli Stati. Ricordiamoci l e difficoltà incontrate dal Consiglio dei Ministri nazionali per risolvere la sola questione della sede delle Istituzioni. E' così che si profila, come risultato del processo di integrazione, una struttura politica comunitaria dotata di un Esecutivo e di u n Parlamento. Interessa che voi siate dunque pronti per assicurare in seno a questo Parlamento, di fronte alla rappresentanza dei popoli considerati nel loro insieme numerico, quella delle collettività intermediarie. Siamo un certo numero ad averlo proclamato e ad averlo fatto ammettere con delle i,stanze europee così importanti come il Congresso di Roma del Movimento Europeo e gli Stati generali dei Comuni d'Europa che si sono recentemente tenuti a Liegi: il Parlamento della Comunità Politica non potrà contentarsi, come le attuali Assemblee, di sistemi unicamerali. 5 I1 bicameralismo è inseparabile da tutto il sistema di ispirazione federale. Da parte nostra, ci rifiutiamo d i concepire l'Europa unita come u n super-Stato livellatore, centralizzato, edificato sulle rovine delle nostre strutture nazionali. L'Europa che noi vogliamo si trova agli antipodi di questo = mostro Z . Essa intende tenere la bilancia eguale tra il necessario sviliippo dei legami d'unione e l'indispensabile protezione delle diversità. L'equilibrio tra l'integrazione e l'autonomia, tale deve essere il principale scopo della Comunità. Questo equilibrio potrà essere meglio realizzato per mezzo di un sistema bicamerale, dove l a prima Camera, eletta a suffragio universale, rappresenterà i cittadini e dove la seconda Camera, Senato della Comunità, assicurerà non solamente la rappresentanza degli Stati m a anche quella delle collettività di base, comuni e provincie. E' una pro~posta che io ho avuto l'onore d i f a r adottare all'unanimità d a l Congresso di R,olma e che credo ~ o t e rmesumere si trovi sulla linea della nostra azione. Così, Signore e Signori, scorgiamo oggi la fine di quella lunga battaglia che iniziò, dieci anni fa, nella vostra città dell'Aja, il Borgomastro, nel maggio 1948. Non posso fare a meno di evocare senza emozione quel primo Congresso d'Europa che doveva segnare l'inizio dell'unificazione europea e legare per sempre il nome delllAja alla nostra causa. La città dell'Aja seppure avesse avuto questo solo titolo a l suo attivo, avrebbe ancora largamente meritato l a ricompensa e l a distinzione che l'Assemblea Consultiva h a deciso d i conferirle. Ma l a città del diritto delle genti aveva ben altri titoli. Penso specialmente a tutte le Conferenze internazionali che lihanno scelta per sede. Penso anche alle grandi istituzioni che essa ospita, e in particolare a quelle considerevoli creazioni, che fanno onore all'umanità, la Corte Permanente di Arbitrato e l a Corte Internazionale di Giustizia. Che mi sia concesso vedere in questa doppia vocazione della grande città olandese: vocazione europea, vocazione internazionale, l a dimostrazione di stretti legami che, in una giusta concezione, uniscano questi due ideali. L a decisione del = Jury = della Commissione dei Poteri locali mi pare essere stata molto felice nel voler associare in u n medesimo omaggio l e città di Vienna e dell'Aja. La vostra città, signor sindaco di Vienna, è un alto centro di cultura internazionale e u n focolare della civiltà europea. Alcuni hanno voluto vedere nel primo Congresso di Vienna un Consiglio d'Euro'pa avant la lettre. Qualunque cos,a sia, l a Vienna dei qostri giorni è la sede d i diverse organizzazioni internazionali e il suo Comune non cessa di lavorare, con tutti i mezzi di cui possono disporre le autorità locali, per favorire la diffusione dell'idea europea nella popolazione. I n tal modo, l a vostra Città continua a compiere con valore la sua missione storica. La brillante capitale delllAustria occupa il coraggioso avan-posto d'Europa. Così Vienna e 1'Aja son venute ad aggiungersi alla schiera dei comuni d'Europa. Coventry, Berlino, Puteaux, Offenbach, Bordeaux, Torino ed oggi Vienna e YAja: altrettanti nomi prestigiosi che, servendo l a causa dell'Europa non hanno cessato di f a r progredire quella delllUmanità e della Pace! PARERI E RISOLUZIONI Parere sulle incidenze locali della Comunità Economica Europea (presentato da Muthling per la Commissione economica e sociale). La Conferenza, prende atto con soddisfazione degli obbiettivi della Comunità Economica Europea, nella loro formulazione dell'art. 2 del Trattato, cioè a ... promuovere un armonioso sviluppo delle attività economiche della Comunità ... D ; si rallegra in particolare della istituzione d i una Banca Europea di Investimenti che ccuntribuirà ad un'espansione senza scosse del Mercato Comune, ed accoglie con ugual favore la creazione d i u n Fondo sociale europeo; rivolge in modo particolare l a prolpria attenzione alle nuove disposizioni introdotte dagli artt. 18 e 21 dello Statuto della Banca, l e quali, a suo giudizio, aprono nuovi orizzonti nel campo delle relazioni fra Istituzioni europee 6 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA e Poteri locali. E' difatti assai importante, come o~rmai lo permet,tono appunto i nuo'vi testi: che le collettività comunali o regionali po,ss,ano ricevere prestiti o garan,zie di mutui De8r la creazione d i nuo've attività che slcatui-iranno dalla i,stituzione del Mercato Comune o per la valorizzazione di zolne poco sviluppate; 2) che i Poteri locali pos,sano rivolgersi direttamente alle istituzion,i europee per queste richieste di prestiti o garanzie I. Chiede alla Commissione del Mercato Comune, nell'eserciz,io dei suoi compiti, di voler far pro~priele gran'di linee della politica rec,lamata dai Poteri loscali, e precisamente: 1) sul piano economico: a) un'equa ripartizio'ne delle att,ività in armonia fra le diverse regioni della Comunità; b) la scelta della regione quale unità di concetto per i programmi di espansione e di investiment,i, concependosi come regione un territorio definito in modo t,ale che sia possi- fere~nza europea dei Poteri loca81i, deliberante a Sei n, costituisca u,n olrgano qualificat'o per assumere una funzione con,sultiva a fianco della Commis'sione e della Banca, funziolne insostituibile ai fini del buon esito di ques'to - - - - . ~ - : L . Ccn'plLU' IV. Chiede pertanto alla Commissione del Mercato comune ed alla Banca Europea di Investimenti di consultai-la periodicamente. (Approvato all'unanimitài. Parere sulle incidenze locali della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (presentato da Seré a nome della Commissione economica e sociale). La Conferenza, mentre ap,prova i termini della relazione presentata dal Sig. RADIUSa no'me della Commissione dei Poteri locali dell'Assemblea Con- ramento delle condizioni di vita e di lavoro della manodopera interessala. Esso farà particolare riferimento: 1) alla soppressione delle baracche ed alloggi mal,sani, alla cost,ruzione di abitazioni decenti peir gli operai, in numero sufficiente, nonché alla realizzazione di lavori pubblici e all'istal'lazioln,e di se,rvizi pubblici e sociali che si dimostres-anno necessari; 2) all'aiuto da darsi alla riconversione delle officine ed all'organizzazione di nuove attività, suscettibili di a s ~ i c u ~ r a r eil reim,piego della manodopera; 3) al riadattamento professionale ed alla assistenza sociale della manodopera che dovrà cambiare indirizzo lavorativo; 4) all'orientamento ed alla formazione professionale della gioventù, nelle regioni di miniere e siderurgiche, per garantirne il pieno impiego; 5) all'assistenza in favore della manodopera chiamata in altre regioni. I1 Piano d i associazione preciserà i principi della collaborazione dei Poteri locali interessati. Dovrà in particolare prevedere: l) una rappresentanza dei Poteri lo'cali nelle Commissioni regionali costituite per decidere sulle domande di mutui per la costruzione di case operaie; 2) i mezzi materiali e l e risorse finanziarie necessarie per poter informare permanentemente i Pot,eri lo'cali sulle po'si'oilità ad essi offerte a norma del Trattato od i n seguito a decisioni della Alta Autorità; 3) l a periodica consultazione da parte degli crg,a,ni della CE,CA, Alt,a Autorità o Consiglio dei Ministri, di un,a raptpresentanza qualifioata dei Poteri localli dei Paesi in,teross,ati, rappresentanza che potrà esserre assunta, s,econtdo i casi, d a l Co'mitato a Sei della Conferenza o dall'in,sieme dei Delega,ti della Conferenz,a, appartenenti ai Pa,esi inte~ressati (Conferefnz.a deliberante a Sei a nolrma de~ll'art.12, co'mma 2 e 3 del Regolame'nto della Conferenza). j) di mettersi quanto prima in contatto con la Alta Autorità per la realizzazio'ne di detto Piano d i associazione; di adottare sin d'ora i provvedimenti necessari, quali studi, inchieste, passi, i n ordine all'incidenza lo'cale della CECA in linea generale nonché per ogni caso concreto che possa richiedere il suo interveinto. Piccoli porti del Mezzogiorno d'Europa IV. bile, al suo live8110,un'adeguata sin,t,esi dei complessi elementi u,rbani e rurali, e~conomici e sociali, a casattme n a ~ i o ~ n a lee locaie, che ne determinano la fisio~nomia; 2) sul piano umano: a) il riconoscimento alle autorità comunali e regionali di una qualificata rappresentatività delle popolazioni locali nei loro rapporti con l e varie istituzioni europee; b) la limitazione degli spostamen,ti delle popolazioni e la ricerca dei mezzi idonei a consentire alle popolazioni esube8raa,ti, qualora lo desiderassero, di trovare una sisteinazione in loco. 11. Ritiene che uno dei precipui co'inpiti della Banca Eurospea di Investimenti co~nsista, per naturale conseguenza dell'art. 130 del Trattato, nel co,ordinare i vari pro~grammi di investimenti regionali, di sinc,ro~nizz,axneil lo~ro sviluppo, di des'idere circa le precedenze, di evitare le dupdicazioni di progetti, i n altri termini di provvede~re a,d un arbitrato ed a una pia:nificaz,ione che dosvranno in,serirsi nel quadro di una po~litica generale di pian,ificazione del territorio europeo, approntata dalla Commissione del Mercato Comune. sultiva, relativa alle incidenze locali dell'integrazione economica europea ed in particolar modo alle incidenze della Comunità Eurospea del Carbone e delllAcciaio; mentre richiama il Parere n. 2 d,ell,a sua prima sessione, congratulandosi per la Ra,ccomandazione 141, votata nel maggio 1957 dalla Assemb'lea consultiva. 1. RINNOVA CHIEDE ALLA ALTA AUTORITÀ,AL CONSIGLIO DEI MINISTRIED AI GOVERNI MEMBRI in attesa che intervenga una revisione in tal senso del Trattato, di trasferire nel quadro della CECA lo spirito delle disposizioni nuove SOLENNEMENTE, all'indirizzo dell'Alta Autorità e del Consiglio dei Ministri della CECA, dinanzi alie po.polaz.io~nidelle città e dei Comuni d,ei sei Paesi della Comunità, l'offerta dei Poteri locali dei precitati Paesi di contribuire con tutti i mezzi a loro disposizione e che consentono sia il Trattato che la Alta Autorità, a l miglioramento della condizione sociale dei lavoratori delle miniere e della siderurgia. di approntare in collaborazione con i1 < Codella Conferenza, un Piano mitato a Sei Generale di associazione dei Poteri locali alla wolitica sociale della Blta Autorità. Questo piano di associazione dovrebbe deter111. Considera che detto compito di pianific,azione del euro,peo, nel quadro minare le vie ed i mezzi idonei sul piano della ~ ~ , ~~ ~ ~ i ~Et à ~ non ~ possa ~ ~ finanziario ~ ~ ed amministrativo ~ , ~ ~ a, consentire i la venire condott,o a b,u,on termine senza una partecipazione dei Poteri locali alle azioni instretta collaborazione co,n l e sfere dei poteri traprese o suscettibili di essere intraprese in applicazione del Trattato CECA per il migliolocali e dei loro rappresentanti, e che la Con3 ~ ~ Miniere europee 20 Gennaio 1959 7 COMUNI D'EUROPA del tenore di vita delle zone depresse, è uno fra i più importanti dell'Europa contemporanea; Considerato che la integrazione economica attualmente in colrso in Europa impone una risoluzione urgente di tale problema; Considerato che uno sviluppo geograficamente armonio~so delle attività, postulato da saqualsiasi ricerca dell'oplimun~ eco~n~o~mico, rebbe i r r a g g i ~ n g i b i ls,enza ~ un,a adeguata politica di pia~nificazione del territorio; Considerato che una saggia concezione della pianificazione del territorio euro'peo e della riabilitazione di certe zone depresse impone l a integrazione economica di regioni naturali che sono rimaste invece divise dalle frontiere politiche nazionali; Considerato che la predetta politica di pianificazione del territorio europeo deve anche tener conto della necessità di mantenere oppure di ristabilire un certo equilibrio fra aree urbanistiche e,d aree r~u-ali,smoplrattuttopraticando il decentramelnto industriale e llindu,strializ,zazione dell'agrico'ltura; d à incarico al proprio Ufficio (Burea,u) di fare in modo che la Co'nfeiren,z,asia i n futuro consultat,a su t,utte le questioni inerenti a: 1) la pianificazione del territorio europeo; 2) la riabilitazione de~lle aree meno sviluppate; 3) l'integrazione economica delle regioni naturali di frontiera; 4) l'equilibrio urbano-rurale, Meccanizzazione dell'agricoltura che nel Trattato della Comunità economica europea offre garanzie alle pubbliche collettività locali. tra l'alt,ro: - il diritto delle collettività locali o delle loro imprese ad avere diretti contatti con le istituzioni europee (art. 21, comma 1 dello Statuto della Banca Europea di Investimenti); - il diritto per le collettività locali di ottenere prestiti o garanzie per prestiti da parte di istituzioni finanziarie europee per la creazione di attività nuove imposte dalla creazione del mercato comune (art. 18. comma 3 e 4 dello Statuto della Banca) V. ESPRIME I L VOTO che nel quadro della prospettata revisione del Trattato i seguenti emendamenti siano recati al Trattato della CECA: - l'inclusione nell'art. 54, comma 1, dopo l e parole: consentendo prestiti ad imprese n , delle parole: od alle collettività e, cons'equenzialmen,te, l'inclusione nell'art. 51, p,ar. 2, de~lle dopo le p'arole alle imprese - parole . = od alle collet,tività P ; . ; 11 1' . ~ i v o l g eiilvito ai governi ed alla Ccmmissione della Comunità E'conomica Europea, che ~ r ' e n d o ~ n varte o ai negoziati sul olroaetto di ~sso'ciazione~ c o a c m G a eurclpea i, di "oler prevedere nello Statuto dell'Associazio~ne medesima delle dis:posiziaili che poss,ano garantire nelì'ambito della zona di libero scambio una armonia di sviluppo delle attività, co'n a%istenza alle aree de,press,e e co,n particolare rigu,ardo alla sicurez,za dei lavoratori nel loro impielgo, (Approva,t,a all'uiianimità) . Risoluzione sulla pianificazione del territorio europeo e sull'equilibrio urbanorurale (presentata da G. C. Zoli per la Commissione economica e sociale). La Conferenza Eurogea dei Poteri locali, Considerato che il problema di un equilibrato sviluppo delle varie regioni dei singoli Paesi mem8bri. ed in particolare dell'elevazione chiede all'Assemblea consultiva ed alla Commissione dei Poteri locali di voler iscrivere i suddetti quattro punti all'ordina del giorno della sua sessioi~e 19.59, sottoponendole tutte le relazioni del caso (Approvata all'unanimità) Risolarzione sulla redazione di una Carta della CEPL - Raccomandazione di direttiva (pr2sentata da Lugger a nome della Commissione Generale). La Conferenza. mentre prende atto con soddisfazione dei progressi compiuti da quando essa venne istituita; conscia dell'importanza dei propri compiti; risoluta a salvaguardare la funzione che si è impegnata ad assumere per conto dei Poteri locali d'Europa per la difesa dei loro interessi S. - l a sostituzione, nell'art. 51, comma 1, dei a richiesta dei governi interessati termini con le parole: a richiesta dei governi oppure - qualora essi stessi no'n facciano opposizione entro d u e mesi -, a richiesta delle collettività iiiteressate D. (Approsvato all'uiianimità) >l f( Risoluzione srille incidenze locali della zona di libero scambio (presentata da G.C. Zoli a nome della Commissione economica e sociale). La Conferenza, preso atto della Relazione della Comrnissione dei Poteri locali dell'Assemblea Consultiva, presentata dal sig. RADIUS,avente per oggetto l e incidenze locali dell'integrazione economica euro'pea; conside:rate le possibili rip~ercussio'ni della istituzione di una zona di libero scambio in Europa; ritenendo che il lib'ero giuoco dei meccao~ nismi econ,omici naturali ponga il r i ~ ~ c h idi provocare una paggiore concentrazione sui poli tradiz,ionali di attività, favore!n'do le graindi città e le regioni già attive a scapito delle zone meno s v i l ~ p ~ p a taccentuando e. lo squilibrio città-campagn~a; Riforma agraria e borghi residenziali 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA 8 e per la lo~ropartecipazione sempre più attiva, in ogni stadio e so~ttoogni pirofilo', all'ompera di unificazione dell'Europa; colnscia della necessità d i raffomare il proprio carattere rappresentativo e volendo sancire con un solenne atto politico la propria responsabilità nei co'nfronti dei Poteri locali europei, di cui essa è emana~ion~e; luppo della coo~pwazio~ne europea, delLa plarteicipazione alle istituzioni europee delle autorità che possiedono il controllo dei Poteri locali n ; esprimen,do la propria viva somddisfazione per l'importante aiuto e gli incoraggiamenti deillAssemblea parlamentare europea, alla quale esprime tutta la propria gratitudine; Decide di darsi una Carta; Conferisce incarico al proprio Ufficio (Bureau) di riferire in proposito in occasione della sessione. I. DICHIARA SOLENNEMENTE ai governi dei Paesi membri e alle stesse istituzioni: RACCOMANDAZIONE DI DIRETTIVA Conferisce incarico al proprio Ufficio di prendere tutti i contatti necessari affinché siano presi i provvedimenti finanziari necessari per il buon andamento dei futuri lavori della Conferenza. (Appromvate all'unanimità). a ) la propria volontà determinata di associare i Poteri locali d'Europa all'opera di integrazione europea in tutti gli stadi della sua realizzazione ed in tutti i campi che pongono in giuoco la vita e la integrità delle collettività locali; b ) il proprio carattere altamente rappresentativo dell'insieme delle collettività locali dei Paesi membri, delle quali essa è diretta emanazione; 11. CHIEDE all'Assemblea Consultiva di continuare a consultarla onde studiare con essa i problemi che investono i Poteri locali; Parere sulla partecipazione dei Poteri locali alla costituzione ed all'attività delle istituzioni europee (presentato da Lugger a nome della Commissione Generale). 111. CHIEDE agli organi esecutivi delle Comu- nità europee da un lato ed all'Assemblea parlamentare europea dall'altra parte di ricercare regolarmente il suo parere e la sua co~lla~borazione per tutto ciò che investe i vari aspetti dell'integrazione economica europea quando siano interessate le responsabilità delle collettività locali. (Approvato all'unanimità) La Conferenza, preso atto della relazione della Cornmissione dei Poteri locali dell'Assemblea consultiva in ordine alla partecipazione che a i Poteri locali dovrebbe essere riservata nella costituzione e nelle attività delle istituzioni europee, presentata dal sig. Santero; rifacendosi al Parere n. 4 espresso in occasione della prima sessione; accogliendo favcrrevo~lme~nteLa Risoluzione del 14 dicembre 1957 con la quale il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Euro~pa ebbe a constatare * l'importanza, in vista dello svi- Parere sullo sviluppo dello spirito europeo mediante scambi intercomunali (presentato da Jonas a nome della Commissione Culturale). SOCIETA ARTISTICA MARMI Sede: Corso Mazzini, 54 Laboratorio: Via FA E N Z A . r. l. - Tel. 21.408 C o m a n d in i , 4 (Ravenna) Lavorazione pregiata di marmi e pietre L a Conferenza, conscia dell'importanza assunta, ai fini di una sempre più stretta unione fra le Nazioni d'Europa, dagli avvicinamenti di tutti i settori delle popolazioni dei predetti Paesi; considerato che si debbono favorire tutte l e iniziative aventi tale scoipo; conscia del ruolo efficace che può essere assunto dalle collettività comunali e regionali, qualora diano il loro concorso agli sforzi suscitati sia attraverso le iniziative locali e nazionali che internazionali; mentre approva senza riserva ogni progetto o realizzazione rispondente a tale obbiettivo, in modo particolare il gemellaggio fra Comuni o gruppi di Cornuni operanti per l'unità dell'Europa libera e democratica; considerato che i Poteri locali d'Europa, che dispongono di considerevoli risorse da parsi al servizio della miscione culturale del Consiglio d'Europa, hanno necessità di essere attivamente sostenuti da quest'ultimo; esprime un plauso all'Assemblea per le iniziative da essa assunte in questo settore, quali ad esempio la Risoluzione 140 tendente a far attribuire il nome di Europa 2 a vie e piazze di Comuni, o ancora la pubblicazione W ; del libro LA NOSTRA EUROPA C Specializzata in caminetti, balaustre, altari PREZZI DI CONCORRENZA avendo preso visione ed approvato la relazione presentata dalla Commissione dei Poteri Locali dell'Assemblea Consultiva e conscia dell'elevata importanza dell'opera culturale intrapresa dal Consiglio d'Europa: I. - Chiedle che il Co~nsiglio~ d'Europa conf m e m e n t e alla Risoluzione del Comitato dei Ministri in data 21 giugno 1955 che suonava a il Comitato dei Ministri, in linea generale, vede con favore ogni iniziativa intrapresa localmente o regionalmente allo scopo di stabilire fra le popolazioni dei Paesi d'Europa una migliore comprensione, sviluppandone il sentimento di solidarietà =, 20 Gennaio 1969 COMUNI D'EUROPA 9 A) riconosca il compito culturale delle collettività locali e prenda ogni provvedimento utile per tutelare detto compito, ed i n modo particolare: (i) sviluppando ed utilizzando u n centro d'informazione e di studi e pubblicando un bollettino dedicato, all'esperienza acquisita nel campo degli scambi europei fra collettività locali e regionali; (ii) contribuendo alla organizzazione di gemellaggi europei, i n particolare per i piccoli Comuni; (iii) mettendo i n opera la Riso,luzione 140 x tendente a conferire il nome di "Europa" a luoghi pubblici nelle città e nei Comuni minori .; (iv) concedendo il suo appoggio alla diffusione del libro a La n w t r a E'uropa n n,ei Comuni; (v) appellandosi alla cooperazione delle collettività locali e regionali per l'approntamento e la messa in opera di piani di attività culturali europee; B) conceda un aiuto finanziario, sotto forma di borse d a attribuirsi a a binomi sperimentali P (ciouples-tests) d i collettività locali, borse aventi lo scopo di suscitare, sotto ogni aspetto, una politica di sviluppo degli scambi intercoonunali; C) (i) aumenti l'assegnazione del s Premio Europa a in modo e misura sostanziali, affinché sia possibile ricompensare adeguatamente gli sforzi e w p o r t a r e un valido contributo alle realizzazioni delle città premiate, (ii) utilizzi anche il Premio per ricompensare realizzazioni ed iniziative di piccoli Comuni il cui atto d i fede nell'Europa merita ogni incoraggiamento. 11. - Occorre rianimare la campagna europea (iv) utilizzazione delle risorse turistiche per rinforzare la coscienza europea: . C) d i informarla, i n occasione della Prossima sessione, circa i risultat,i raggiunti in ordine all'es'ame dei predetti punti (Approlvato all'unanimit,à). Prega l'Assemblea Consultiva: A) di definire le funzioni che potranno essere assunte dalle collettività locali e regionali nella messa in opera delle attività cultue d in modo più rali del ConsigLio d'Eur-a particolare del Fondo Culturale; B) d i esaminare i seguenti problemi: (i) possibilità d i sollecitare il parere delle Autorità Locali sul raggiungimento di accordi e sulla creazione d i istituzioni europee la cui messa i n opera possa interessare direttamente l e predette Autorità Locali; (ii) l'insegnamento obbligatorio d i una lingua estera nelle scuole elementari; (iii) il conferimento all'insegnamento d i caratteristiche capaci di suscitare una coscienza europea; Parere sulla organizzazione a scala europea del credito alle collettitivà comunali e regionali (~stituto europeo di credito ai poteri locali e Comunità curopea di Credito comunale) (presentato da Mossé a nome della Commissione delle Finanze locali). m m a dal desiderio di tener co~nto delle aspirazioni degli amministratori lo'cali, già espresse in occasione degli Stati Generali d i Versailles, di Venezia. di Francoforte-BadHwnbusg e di Liegi; ritenendo importante di farli partecipare AlI'Europa occorrono operai qualificati alla costruzione delllEuropa, fornendo loro segni manifesti della solidarietà euroloea: * . considerato che un'orga,nizzazione su sicala europea del credito alle collettività comunali e regionali consentirebbe a quesrte di trovase capitali nelle migliori cond,izioni, esist,endo considerevoli aliquote di risparmio che accetterebb'ero di essere investite i n prestiti locali, purché si offrisse loro sufficienti gara,nzie di sicurezza; ricordando le dispo~s~izioaidel Tratta,t,o di R ,, he paevedono la progressiva liberalizzazione dei movim'enti d i capitali e la crea#zione di una Banca Europe~a d i Investim,enti; rifacendosi a1 P x e r e es~presso d,a,Ua prima Conferenza Europea dei Po'teri locali ed alla Risoluzione 142 (1957) 'dell'Asemblea Consultiva; presa visione della relaziolne della Commissione dei Poteri locali, presentata dal si-gnor PINTON.e dei lavori effettuati dalla Comunità europea di credito oomun8a81e,particolarmente dell'Avanproge~tto rivesdu,t,q presentato pro,f. MhSSé; esprime il parere che, indipendentemente dagli sforzi che si vanno perseguendo sul ~ i a n o nazicmaie, sia opportuno creare appena pomibile u n istituto europeo d i credito alie collettività comunali e regionali: che gli investimenti debbano consentire la espansione dei Comuni e delle Regioni, e lo sviluppo delle loro infrastrutture e'conomiche, socidi e culturali; che rapidi provvedimenti debbano porre in atto il Trattato d i Roma nelle disposizioni c o n c a e n t i la mobilità dei risparmi, o~nde poter collocare i titoli locali s u tutti i mercati finanziari; che una sti-e~tta cooperaziome do,vreblbe stabilirsi f r a il crean,do Istituto e la Banca eurospea di Investimenti; d à incarico a l suo Comitato a Sei di mettersi in rapporto con gli organi direttivi della Banca europ~eadi Investime,nti, o'nde esaminare con, essi l e possibilità .e le co~ndizioni di una eventuale associazione dell'ktituto progettato alle attività della Banca; invita il Consiglio d'Europa a dare incarico ad a p e r t i di studiare e di d,efinire l e misure appropriate in vista della creazione del predetto Istituto, a ~ s u m e ~ n d come o dolcmenti d i lavoro 1'Avanpxoge~ttoCPL (2) 3, lo slchema di Statuto ICPL Fin (2) 11 ed ogni altro d,ocumento favorevo'le o critico.; prende atto del lavoro già c o m p i u t , ~dalla Comuinità europea di credito comunale, rivolgendole invito a voler plrosleguire nella sua opera tendente in primo luogo alla creazione di un Istituto Europe,o di Credito Comunale. (Approvato con 90 voti favolrevoli, 12 contrari e 4 astenuti). 1O 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA dal punto di visita dell'espansione economica. sociale e culturale delle nazioni, La possibilità per i comuni stessi di reperire abbondanti sorgenti di capitali per i1 finanziamento dei loro investiment~; co?ulzderato che i n determinate epoche i Poteri locali non ottengono per i loro investimenti più necessari la parte che invece spetterebbe loro dell'msieme dei capitali disponibili per l'attuazione dei piani nazionali di investimento, considerato altresì che conviene adottare ogni provvedimento suscettibile di migliorare le risorse finanziarie dei comuni sia sul piano nazionale che sul piano internazionale; Le città crescono Parere sull'organizzazione a scala europea del credito alle collettività comunali e regionali (questioni specifiche) (presentato da Van Audenhove a nome della Commissione delle Finanze locali). L'importanza dei lavori delle associazioni i1azionali ed internazionali dei Poteri locali rende testimosnianza della profonda aspirazio'ne dei Poteri locali dei vari Paesi europei ad un potenziamento della loro autonomia. Basato su un allargamento delle loro risorse finanziarie, questo potenziamento costituisce iii effetti la condizione primaria dell'attuazionc dei loro innumerevoli obbiettivi economici. sociali e culturali E' per venire incontro a tale aspirazioile che il Consiglio dei Comuni d'Europa e l'Unione Internazionale delle Città e dei Poteri Locali hanno intrapreso degli studi approfonditi sui complessi problemi delle finanze comunali. L'Unione Internazionale delle Città ha dedicato a questo tema il proprio Congresso di Roma, nel 1955. I1 Consiglio dei Comuni d'Europa, dal canto suo, si è preoccupato moltissimo della questione ed ha ricercato più particolarmente i mezzi propri a dare access,o alle munici,palità europee al mercato internazionale dei capitali, soprattutto coln la creazione di un istituto europeo di credito co~munale.il cui statuto è stato elaborato dalla Comunità Europea di Credito Comunale D. Questi ultimi lavori hanno avuto larga diffusione nei vari Paesi europei e costituiscono attualmente il centro di interesse di numerosi amministrativisti eurotpei. All'inizio del 1957 la Commissione degli affari comunali e regiosnali del Consiglio d'Europa ha sottoposto per la prima volta alla Conferenza europea un progetto di raccomandazioiic nel quale si invitavano i governi: - a prendere i provvedimenti necessari per facilitare ai Comuni l'accesso al mercato internazionale dei capitali; - a promuovere la creazione a i istituti nazionali specializzati nel credito comunale; a prendere tutti i provvedimenti atti alla creazione di istituto europeo di credito comunale. - In seguito i lavori su questo importante argoznelnto sono stati proseguiti. Hanlno permesso di giungere oggi ad una seconda proposta, fondata sulle medesime considerazioni della prima volta e basata su un progetto di statuto di un'istituzioi-ie europea di credito comunale. Tuttavia i lavori cui si sono dedicati gli esperti dei Paesi membri stanno a dimostrare che tuttosra sussistono seri ostacoli di natura giuridica, economica e finanziaria alla realizzazione dell'obbiettivo principale: la creazione iri una forma precisa e determinata di un istituto europeo di ciedito comunale. Appare quindi opportuno sottoporre la questione ad un'ulteriore ricerca, in modo particolare sui seguenti problemi e programmi: - si dovrebbe redigere un inventario il uiù ~ r e c i s ooossibile del fabbisogno - annuale di investimenti da parte dei Potesri locali europei, precisando quale aliquota di tale fabbisogno sia gia coperta dalle istituzioni nazionali; bisognercbbe anche studiare le reali possibilità che offrirtbbe uii organismo europeo per venire incontro alle necessità non soddisfatte, A 1 ) che una più importante aliquota dei capitali disponibili sia assegnata ai Pote'ri locali per permettere loro di realizzare i loro progetti di investimenti, in particolare modo nei periodi di recessione, i lavori pubblici intrapfresi dalle autorità locali avendo speciali riflessi economici. sociali e culturali e potendo esercitare un'azione risolutiva sulla risoluzione delle depressioni economiche; 2) che siano create. ovunque non esistono, istituzioni nazionali specializzate nel credito comunale; Invita A - qualora si dimostrasse indispensabile assicurare la garanzia degli Stati ai crediti accordati ai comuni da una nuova istituzione, converrebbe intraprendere uno studio giuridico per csaminare se le disposizioni legali che, in ogni Paese, reggono i rapporti fra potere centrale ed auto8rità locali, c~n~dizionando il grado di autonomia di queste ultime, non sono contrarie alla concessione di una simile garanzia; l'uso delle clausole di cambio e di quotaziono (zndexntion~ degli iinpegni assunti dai comuni nei confronti di un simile istituto dovrebbe ehseie studiato sotto i1 profilo della lcgislaz~one dei diversi Paesi membri e della loro regolamentazione di cambio così pure come sotto i1 profilo dei carichi ed oneri finanziari che potrebbero scaturirne a carico dei - rcmi1ni Lo istituzioni nazionali che hanno la funzione di assicurare il ci,edito comunale nei vari Paesi membri sembrano particolarmente qualificate per la realizzazione di uno studio simile. Sarebbe ouportuno che vi fossero invitate e -alte autorità nazionali ed sollecitate dalle internazionali Nel frattempo si potrebbero adottare alcuni provvedimenti sul piano nazionale: 3) l e amministrazioni comunali: n) a prendere eventualmente parte alla costituzione di istituti nazionali di credito comunale od al perfezionamento di quelli esistenti, b ) ad incoraggiare la costituzione del risparmio associandosi alle raccolte di capitali destinati agli investimenti del Comune. (Approvato all'unanimità). Parere sui Poteri locali ed il problema degli alloggi in Europa (presentato da W.O. Hart a nome della Commissione ad hoc per gli alloggi, e con un emendamento richiesto dalla Signora Manceaux) . ( . La Conferenza, la relazione sotto~poetale avendo esa~mina~to dalla Commissione dei Poteri locali intitolata: I poteri locali ed il problema degli alloggi in Europ'a " afferma la propria convinzione che l'essistenza di un sufficiente numero di alloggi sod- a) allo scopo di far attribuire ai comuni cna più ragguardevole aliquota dei fondi disponibili, per la realizzaziorie dei loro investimenti, questo i n particolare nei periodi di recessione, perché i lavori pubblici dei Comuni influiscono notevolmente sul regresso delle depressioni economiche; b ) onde favoiire sul piaiio nazionale la formazione e la iaccolta di capitali destinabili al finanziamento degli investimenti comunali, paiticolaimente creando ovunque cio si dimos t i i necessario delle istituzioni nazionali di credito comunale oppure perfezionando quelle esistenti ed incitando le autorità comunali a collaborale piu attivamente nella raccolta del i ispar mio PARERE La Conferenza. presa visione dei lavori compiuti in ordine alla promozione del credito comunale nei Paesi membri; considerato l'intehesse vitale che presenta, dal punto di vista dell'autonomia comun~ale - base questa di ogni vera democrazia - e Alla periferia della città sorgono nuovi centri 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA ll 111. Norme per gli alloggi. Allo scopo di assicurare agli alloggi esistenti ed alle costruzioni nuove una certa qualità, sarebbe oppo'rtuno sfruttare a l rnas,sim#o codici contenenti norme per la costruzione, l'allomggio e la confortevolezza. Si deve anche aulspicare la piena utilizzazione delle costruzioni esiste~nti,as'sai spesso col loro miglioramento e la losro suddivisione in più alloggi. e proprietari di conformarsi a Per c ~ n s e n t i ~ rai ques'te norme si dovrebbe~ro prevedere particolari forme di aiuti finanziari. IV. Equipaggianien ti residenziali E' necessario che in ogni insieme di nuove costruzio~ni, che delbbono entra~re nel quadro dei piani rego'la,tomricom,unali ed interco,munali, siano plrevisti cent,ri residenziali e relativi finanzia,memnti. (hpplrovato all'unaiiiinità). Un moderno centro sociale con sala di riunioni, biblioteca, gabinetto medico, asilo d'infanzia ecc. disfacelnti co~stituis~cauna condiziomne indicpensabile di sanità pubblica e d i mantenimento dei requisiti d i normalità e di solcialità della vita umana civile, quale la si concepisce in Europa, ed in conseguenza sot'tolin~eala ne~cessità di istituire e di rispettare delle no~rme soddisfacenti in ma,teria di allo.ggi, sia per le nuove costruzio~ni che per quellle esistenti; rileva che, a dispetto del ritmo mai conosciuto in precedenza delle nuove costruzioni, persiste tuttavia in tutta l'Europa una carenza di alloggi so~ddisfacenti, mentre l'eliminazione degli alloggi difettosli, l a n,eces,sita di rinnosvamento urbanistico, l'alleggerimento del supeTpopolamento urbano, sia attraverso il decen,tramento che con le migliorie alle abitazion,i rurali, im'poln~gonoun continuo plrogramma di costruzioni di alloggi; riconos~ce tuttavia che la soluzione di tali problemi rientra nel quadro della pianificazione urbanistica (town and country planning) e che i Poteri locali hanno dimostrato la validità del contributo che essi hanno recato e continuano a recare, sotto forme diverse, in tutto questo settore; ma mslerva che motivi sociali e tredizionali han8no impedito c'gni uniformità di questo co'ntributo, così c0m.e nelle n o m e di costruzione; 3) adottare provvedimenti a favore di persone aventi necessità di alloggiarsi; 4) sopprimere progressivamente la norma- tiva dei fitti 11. S o v r a ~ o l l a m e n t ourbano. Per regolare i problemi dell'alloggio nelle grandi città i Poteri locali dovrebbero considerare le possibili soluzioni, che sono principalmente: 1) costruire nuove città e sviluppare le piccole cittl; 2) migliorare le condizioni della vita agricola; 3) evitare inutili sviluppi dell'industria all'interno od alla periferia delle grandi città; 4) mantenere costantemente armonioso lo sviluppo dell'industria e degli alloggi. Risoluzione sulla trasformazione della Commissione cc ad hoc n sui Poteri locali e gli alloggi in Commissione regolare (presentata da W.O. Hart a nome della apposita Commissione sul problema degli alloggi in Europa) La Conferenza, applro'va la co~nclusione generale i n base alla qu,ale i problemi dell'alloggio in Europa, ricchi di numerosissimi aspetti particolari non esistenti in altre parti deml mondo, che rivestono un'importanza eccezionale e vitale per i Poteri locali nel compimento della l o ~ omissiosne; esigono scambi approfonditi di informazioni e notizie nonché di pareri e d i esperienze fra i Poteri locali dei vari Paesi rappresentati nel Consiglio d'Europa; considerato il numero e la complessità dei problemi dell'alloggio in Eurospa; rivolge invito a l proprio Ufficio (Buseau) di vole~rprendere tutte l e misure utili affin~ché la Co~mmis~sioaead hoc per gli alloggi possa dive~ntare una Commi~~sione regolare in occasione della pro'ssixna se~ssione della Conferenza. (hplp~ovataall'unanimità) . e che inoltre, in molte questio'ni imiportanti in materia di alloggi. quali il controllo dei fitti ed i vari aspetti e limiti della proprietà pubblica e di quella privata, le esperienze ed i punti di vista nazionali e politici sono nettamente divergenti; ~accomand,aall'Assemblea Consultiva di approvare il parere in base al quale quello de'gii alloggi è i n moldo particolare un sett,ore, nel quale i Poteri loca,li posso,no svolgemre un'azione utile e per il quale gli scambi rego~lairi d i info'mazicai pos#sono dimostrarsi di considerevole valore; ed esprime il proprio parere sui seguenti punti: I. Penuria di alloggi. Per rimediare alla situazione occorre: l) reperire maggiori capitali per l e costruzioni; 2) approntare programmi bene equilibrati di costruzioni con un notevole impegno di immaginazione; L'wcita daUa fabbrica COMUNI D'EUROPA 12 20 Gennaio- 1959 PER UN ANNUARIO STATISTIC ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ANAGRAFICHE PER MOVIMENTO MIGRATORIO TRA COMUNI ITAI REGIONIDI REGIONI D I CANCELLAZIONE (PROVENIENZA) Lom- Piemonte d'Aosta bardia TrenFriulitino- Veneto Venezia Liguria EmiliaAlto G~ulia Adige (destinazione) ISCRIZIONE stana Umbria Marche Lazio I -- .................. Valle d'Aosta .............. Lombardia ................. Trentino-Alto Adige ........ Veneto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99.917 ........ Liguria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Emilia-Romagna . . . . . . . . . . . Toscana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Umbria ................... Marche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Lazio ..................... Abruzzi e Molise . . . . . . . . . . . Campania . . . . . . . . . . . . . . . . . Puglia ..................... Basilicata .................. Calabria ................... Sicilia ..................... Sardegna . . . . . . . . . . . . . . . . . . Piemonte ......... 7.234 704 1.159 75 7 67 121 143.797 979 5.025 8.117 1.219 1.011 l19 261 1.369 250 772 32 26 36 7 8 41 8 3 1.021 2.423 5.440 1.557 157 454 2.011 417 1.041 110 371 46 165 632 5.191 22 1.161 10.894 2.016 299 226 348 253 2.124 74.362 5.343 1.310 3.759 1.154 19: 373 1.937 237 3.016 306 3.145 18.471 940 577 457 37 174 987 136 5921 344~ 49 2.714 133 637 1.063 1.783 91 166 937 152 637 4.388 52 8.831 309 2.319 884 2.458 107.425 3.455 232 1. l 3 8 1.800 399 618 1.877 60 2.490 169 819 2.38165.984 1.005 848 3.365 416 1.087 314 7 332 39 156 80 240 262 710 3.741 255 285 1 672 18 991 SO 369 219 623 3.358 813 35.290 4.907 992 274 1 1.560 33 1.991 292 1.296 814 1.034 1.22037.323 2.120 3.267 970 25 1.189 96 368 196 675 5.93725.621 1.307 ( I 1 3.005 25 2.665 217 768 694 6.867 26 4.614 172 1.326 1 1.158 2 558 29 4.136 152 2.313 5.006 23 1.210 23 Friuli-Venezia Giuliil TOTALE 271 2.794 564 Abruzzi Came Molise pania I 1 I 1 306 G 19.565 184 22.831 1.831 16 3.521 41217.468 514 2.923 1.622 13.444 2.397 1.312 2.895 2.078 833 1.547 378 1.148 1.265 1.437 3.003 312 328 6.353 1.181 64.394 714 1.237 1.062 1.250 196 367 3.575 875 2.707 92 70 154 254 741 37 39 558 108 1.616 122 307 266 1.907 507 838 130 151 2.318 200 1.668 3.701 226 1.012 677 1.969 1.323 2.506 254 352 3.495 311 1.680 798 69 476 108 239 1.447 191 731 189 - - l -- 403 900 573 -- - -l -, 165.133 2.545 21 1.302 16.634 97.354 31.517 42.806 132.989 93.389 19.557 43.376 82.477 33.915 83.030 _ , 1- _ l l-plpl Iscrizioni per regolarizzazioni anagrafiche TOTALE ISCRITTI % sulla popolazione ........ Al fine di fornire una misura relativa della mobilità della popolazione nelle singole Regioni, nell'ultima colonna della tavola è stata indicata la considerato in relazione alla popolazione residente calcolata alla metà dell'anno, mentre nell'ultima riga della tavola stessa è stata indicata derato, rapportate anch'esse alla popolazione residente a met& anno. I1 prospetto statistico che riportiamo qui sopra è desunto dal Compendio statistico italiano 1958, pubblicato in questo autunno, come al solito, dall'Istituto Centrale di Statistica (pag. 34-35). I1 prospetto in questione ci è sembrato interessante per vari motivi. Esso infatti - da un lato - rappresenta una delle « novità >> del Compendio di questo anno (sempre in via di un costante, lodevole miglioramento), il che è una ennesima prova dell'interesse crescente che suscitano i fenomeni connessi con l'economia degli Enti locali, risultando sempre più superata la visione limitata alle sole finanze locali: queste non sono, in sostanza, che la risultante ultima di tutta una pulsante vita economica svolta non solo dai cittadini, ma anche dall'Ente locale in quanto tale che, attraverso il Piano regolatore, le Aziende Municipalizzate, le Società per azioni produttrici di beni e servizi da esso controllate ecc. svolge - esso pure - una imponente azione di politica economica, pur restando, ben s'intende, nell'ambito delle competenze attribuitegli dalla legge e consentitegli dalla proprio limitata ampiezza territoriale. Rientra nella sfera dell'azione squisitamente economica svolta, per esempio, dal Comune - e questa volta in funzione degli interessi non soltanto dei propri cittadini, ma dell'intera collettività nazionale la effettuazione di imponenti investimenti pubblici che, ad alcuni dei Comuni maggiori, ma non solo ad essi, sono richiesti in conseguenza dell'afflusso di immigrati provenienti da altri centri. I1 caso più « clamoroso >> è quello di Torino, che per esempio, dal 4 novembre 1951 (data dell'ultimo censimento generale) al 30 giugno 1956, ha visto aumentare la propria popolazione di ben 119.724 abitanti, in conseguenza delle immigrazioni da altri centri del Piemonte e da altre regioni della Penisola (vedere il pregevole studio del dott. Melano, capo della Divisione Statistica del Comune di Torino - « Contributo allo studio delle correnti migratorie interne >> - pubblicato nell'annuario statistico di Torino 1955). Naturalmente questo afflusso incontrollato di nuovi cittadini, afflusso massiccio e rapido, obbliga i centri ospitanti ad effettuare rilevanti investimenti, finanziati praticamente sempre mediante il ricorso a mutui. Ed è evidente l'interesse che questi imponenti fenomeni economico-finanziari presentano per il Consiglio dei Comuni d'Europa, il quale a questo ordine di problemi dedica particolare 20 Gennaio 1959 > i COMUNI D'EUROPA 13 DEGLI ENTI LOCALI EUROPEI - Anno 1955 l I % P - lia Basilicata Za Calabria l l TOTALE cancellati ne l centuale delle emigrazioni verificatesi durante l'anno percentuale delle immigrazioni durante l'anno consi- adeguato coordinato sviluppo dei servizi pubblici, delle comunicazioni, della istruzione scolastica, delle iniziative industriali. Infine ci è sorta spontanea una ultima considerazione, che & poi la proposta indicata nel titolo stesso di questa breve nota: sarebbe davvero interessante ed utilissimo un annuario statistica dei Poteri locali europei, perché d a esso potrebbero risultare - opportunamente raccolti, coordinati, elaborati - dati essenziali, relativi a quella economia degli Enti locali della quale le «finanze >> comunali o provinciali o regionali non sono che una delle molte componenti. Non dovrebbe essere impossibile garantire all'iniziativa - opportunamente contenuta, nelle prime realizzazioni, entro determinati limiti - una copertura preventiva, dal punto di vista finanziario, dato il largo collocamento che il volume avrebbe fra gli Enti locali, gli amministratori locali, le biblioteche e gli Enti pubblici e studiosi vari, interessati a questo settore economico. P e r quanto riguarda in particolare il nostro Paese, la legge 16 novembre 1939, n. 1823 («Istituzione di Uffici di Statistica nei Comuni con popolazione di centomila o più abitanti ») stabiliva fra l'altro, all'art. 4, che « l'Istituto Centrale di Statistica pubblicherà annualmente un annuario statistico dei Comuni con oltre 50.000 abitanti » e, al successivo art. 5, fissava anche i contributi annui che i Comuni avrebbero dovuto versare all'Istituto di Statistica, per la pubblicazione dell'annuario. Non dovrebbe essere difficile, con una « leggina » presentata contemporaneamente nei Sei Paesi del MEC, far fissare eventualmente dei contributi obbligatori, a favore dell'Ente europeo che si assumerà il compito di pubblicare un annuario statistico europeo dei Poteri locali. Materiale disponibile ve ne è già in gran quantità: basta ricordare gli annuari statistici dei vari Comuni, l'annuario statistico dei Comuni tedeschi che viene regolarmente pubblicato ogni anno, l'annuario statistico dei Comuni italiani, pubblicato poche settimane or sono dall'lstituto Centrale di Statistica, ed un altro annuario dei soli grandi Comuni italiani, che il suddetto Istituto ha pure annunciato di imminente pubblicazione. Un'idea dunque, per ora solo abbozzata, ma che sarebbe agevole delineare in forma completa: a chi di dovere vagliarla ed eventualmente realizzarla. Tito Scipione prima ROMA: VIGNA CLARA dopo attenzione, tanto vero che uno dei pilastri della sua complessa organizzazione è rappresentato proprio dalla Comunità europea di credito comunale. Ma il prospetto statistico da noi riportato ha suscitato il nostro particolare interesse anche perché è una dimostrazione chiarissima di quanto sarebbe utile - nell'ambito delle strutture comuni esistenti t r a i Sei Paesi aderenti al Mercato Comune - una organizzazione economica, emanazione dei Poteri locali, che studiasse con visione europea i complessi problemi connessi con la pianificazione su scala regionale, intercomunale (aménagement du territoire). Dal prospetto in questime infatti. risultano le proporzioni imponenti che presentano in Italia (ma anche negli altri Paesi europei) le migrazioni interne, che necessariamente richiedono un COMUNI D'EUROPA 14 20 Gennaio 1959 LA GRANDE SVOLTA di Maurice Duverger Pubbliclzic~mo la traduzione di un articolo del Dziverger, uscito in d u e puntate ( I . U n a maggioranza minoritaria; 11. N u o v i quadri?) s u « L e Monde n , d e l 4 e del 5 dicembre. L e analisi dell'illustre studioso francese sono s e m p r e di notevole interesse: m a questa volta ci s e m b r a possano fornire premessa utile ad alcune osservazioni sui t e m i , che ci interessano particolarmente. Anclze alle persone più disattente n o n è sfuggito ,-/le, già sul semplice terreno n u m e rico, la legge elettorale, che lza regolato le recenti elezioni francesi. Ita f a t t o si che il paese legale n o n potesse corrispondere al paese reale. L a s o m m a delle percentuali ott e n u t e nella prima giornata elettorale dai gruppi per definizione « internazionalisti » n o n è d a v v e r o znferiore n quella ottenuta dai gruppi per definizione «nazionalisti>>. I n questo senso vale la pena d i m e t t e r e i n guardia ancora u n a v o l t a contro l'abit~cdine d i dire che la F ~ a n c i aè nazionalista, i n quanto un determinato meccanismo elettorale d à m o d o ai nazionalisti d i f u n g e r e da maggioranza o di determinarla. M a aggiungeremo che i l discorso dovrebbe essere pzù sottile di quello puramente n u m e rzco. L e astensioni sono state n u m e r o s e ; le confluenze d e i v o t i causate da atteggiainenti tattici, d i comodo. hanno prodotto risultati senza dubbio pericolosi ( n o n si scherza n e l confidare porzioni d i potere a fascisti!): m a c'è i n d u b b i a m e n t e i n m o v i m e n t o u n a Francia chd n o n ha trovato ancora la sua espressione politica precisa e che certamente n o n è interpretata dagli ultras del 13 maggio. Q ~ ~ a l c o ssia m u o v e v e r a m e n t e , in Francia: per esempio n e l campo dell'economia. N o n siamo forse ancora alla rottura di certi schemi corporativi. caratteristici d i t u t t o i l Paese, n o n siamo ancora alla rinuncia chi'ara ad anacronistici protezionismi, m a progetti e audacie n o n mancano. Nuomi quadri sociali si f a n n o a v a n t i : e in questo senso è interessante vedere il cambio d i rappresentanti all'Assenzblea Nazionale a v v e n u t o anche n e i partiti più vecchi e sclerotizzati, c o m e osserva il Duverger. U n a v e n t a t a sciovinista h a ind u b b i a m e n t e traversato la Francia, m a ci sembra che più profondamente l'abbia scossa un senso d i radicale i n s o f f e r e n z a verso u n a classe politica i n d u b b i a m e n t e immobilista, fino all'esasperazione. Ora, questa i n s o f f e renza, trovatasi d i f r o n t e ad un determinato meccanismo elettorale e alla esistenza d i gruppi « vicini » all'esercito - il quale ha il potere perché la Francia è malauguratamente in guerra e quasi ogni famiglia h a i l suo u o m o sotto le a r m i -, h a finito per m a n d a r e al potere i Soustelle e i Debré, h a f a t t o arriv a r e al Parlamento i Biaggi e i L e P e n : m a i n d u b b i a m e n t e n o n può esaurirsi in ciò il panorama politico francese, e n e m m e n o il fenomeno neo-gollista, che è oltremodo composito. C / L dire ~ d i quegli europeisti del tipo m e n o disposto ai compromessi, i quali sono stati fra i pochi eletti trionfalmente a primo scrutinio o c o m u n q u e t r a coloro che hanno sostitu,ito europeisti a m e z z o servizio della IV" Repubblica, felicemente trombati? Cosa si può ricavare d a t u t t o ciò? N e s s u n pigro e i m p r u d e n t e o t t i m i s m o : m a d a u n a parte ci sembra che se n e d e b b a ricavare l'esigenza d i u n a politica e s t r e m a m e n t e agile e a t t i v a da parte d e i G o v e r n i dei cinque Paesi, c h e c o n l a Francia fanno parte del gruppo naturaliter pilota della Federazione europea; e dall'altra che c'è posto oggi i n Francia, m o l t o più di quanto n o n si creda, per un'azione popolare diretta, sopranazionale: che parli dell'Eicropa senza i n f i n g i m e n t i , c o n decisione e calore pur senza i m p a n t a narsi i n polemiche retrospettive. Oggi i f e d e ralisti europei, o p e r m t i in Francia. debbono dire, senza perifrasi, che l'èra del colonialismo è finita, che la Frcmcia n o n separerà e f f i c a c e m e n t e gli isotopi dell'uranio senza La cooperazione del resto d'Europa, che n o n ci si d e v e servire del Mercato C o m u n e per far superare a1 Paese u n a determinata congiuntura economica, m a che! si d e v e arrivare subito - questo è i l prezzo - a l l ' ~ ~ i tpolia tica: m a n e l l o stesso t e m p o d e b b o n o attent i s s i m a m e n t e evitare d i essere c o n f u s i per difensori della IV" Repubblica, che t a n t e iniziative europee ha fatto colare a picco ( e il f i n t o progressista Mendès-France è responsabile tanto quanto t reazionari Bidault, Queille, Laniel). Que,sta precisione deve essere sottolineata. Non deve essere mai dimenticata per tutto il periodo della legislatura. Più che sui testi costituzionali, è su questa situazione elettorale che il futuro Presidente della Repubblica potrà attingere la sua forza per svolgere il ruolo di arbitro. Ciò posto il movimento verso l'U.N.R. resta importante: l o è più ancora per la sua natura che per la sua ampiezza. L'U.N.R. ha 500.000 vo'ti i n meno del R.P.F. nel 1951; ma la composizione del suo corpo, elettorale è molto più originale. Solo analisi dettagliate condotte i n ciascuna circoscrizione permetteranno uno studio approfondito a tale scopo. U n colpo d'occhio superficiale, al solo livello dei risultati nazionali, permette fin d'ora di formulare qualche prima conclusione. Dalla liberazione circa 2.500.000 voti di destra fluttuano da un'elezio'ne all'altra alla ricerca elettori conserdi u n partito. La metà degli vatori cerca di attirarsi, senza però riuscirvi, rimasta ai del tipo indipendenti-contadini. Questo blocco alla deriva si 6, all,ingrosso, portato verso il M.R.P. nel 1945-46. verso il R.P.F. nel 1951. verso il pugiadismo nel 1956. S e poi si scende nei particolari, le ' O s e ' O n o più M.R.P. e R.P.F. furono soprattutto movimenti del nord della ~ , ~ , ili pugiadismo, ~ ~ ; un movimento del sud; questa differenza di situazio'ne geografica f a presentire che n o n si è avuto un trasferimento d a un all'altro. Malgrado tutto, i1 senso generale dell,evoluzione resta chiaro, Nel novembre 1958 questa massa di elettori fluttuanti da destra sembra al contrario es'sersi ~~~p~~~$i,p~~lt,"~$iiu"~,~ ~ ~ ~ ~ ~ o n (senza scendere nei dettagli), li eredi del R.P.F. n o n raccolgono dunque che una parte suffragi a quest'~ltimo: circa il 50"h. Invece essi vedono affluire verso di loro un numero molto più importante di voti da destra e dall'estrema destra. Sui 3 m i lioni 800 mila nuovi voti del gollismo nel 19'51. * * * i 3/4 circa venivano dalla e destra fluttuante D che aveva abbandonato il suo rifugio del M.R.P. dal 1945'-46; u n po' più di 1/4, u n po' meno di u n terzo soltanto, arrivavano da sinistra: soprattutto dai radicali e dalla S.F.I.O., molto poco dai comunisti. Nessuna elezione generale dopo quella del Sui 2.650.000 voti nuovi del gollismo 1958, più 1871 ha più profondamente sconvolto la rapdella metà sembrerebbero al contrario venire presentanza nazionale come quella del novemdalla sinistra, e forse anche circa u n terzo bre 1958. Senza dubbio ciò è dovuto i n buona arrivano dal comunismo. Sui due milioni circa parte alla riforma elettorale: non si dimentidi elettori perduti dal pugiadismo e da altri cherà affatto che u n deputato comunista rapestremisti, u n milione sembra essere andato presenta ormai 388.000 cittadini, u n deputato agli indipendenti, il resto al1'U.N.R. I1 milione socialista 79'.000, u n deputato U.N.R. 21.000. Mai, e mezzo di altri voti che si sono orientati i n nessun momento della nostra storia repubverso quest'ultimo non pos,sono venire da nesblicana si sono avute delle così grandi ineguasuna altra parte se non dalle sinistre, nel senso glianze. La ripartizione dei voti nel paese è più lato. I comunisti hanno perduto 1.650.000 molto meno modificata che quella dei seggi al suffragi, i radicali e assimilati circa 550.000, i Parlamento. I1 cambiamento rimane molto imN divers gauche , , 100.000: ossia, i n tutto, 2 miportante, malgrado tutto. Per ritrovarne uno lioni 300 mila. Anche se s'i ammette che la simile biso'gna ris'alire ai primi anni della totalità delle 800.000 nuove astensioni vengano I11 Repubblica, all'epoca i n cui i repubblicani da sinistra, restano 1.500.000 voti spostati; anche ridussero i monarchici i n una opposizione semse si suppone ( m a ciò è improbabile) che gli pre più esigua. Alcuni pensano che si tratt,i 800.000 astensionisti siano tutti dei comunisti di una montatura prowisoria, paragonabile a delusi, restano 850.000 voti del P.C. che si sono quella del bulangismo di settant'anni fa, che necessariamente rivolti altrove. tutto ritornerà alla normalità una vo'lta passata S i può supporre che alcuni siano andati alla la tempesta. Questo non è sicuro. Diversi segni S.F.I.O. o i n qualche caso particolare verso il portano a pensare che una riclassificazione delle M.R.P.: questi sembrerebbero rari, soprattutto forze politiche ha avuto inizio per il partito di G u y Mollet. I1 parallelismo Senza dub'bio bisolgna guardarsi dal sopradei suffragi socialisti e repubblicani popolari, valutarla. La potenza reale dell'ondata pronel 1956 e nel 1958, suggerisce l'idea di una fonda che ha spinto i francesi verso 1'U.N.R. stabilità che sembra confermare il rapido esame è limitata. Meno di u n elettore su cinque ha di alcune situazioni locali. Ad ogni modo anche votato al primo turno per il partito di Sousnel caso di u n trasferimento indiretto (votando telle ( 1 ) ( m e n o di uno su sei tenendo co'nto gli ex-co'munisti S.F.I.O. o M.R.P. e prendendo degli astenuti). Ugualmente se il nuovo partito il posto degli elettori S.F.I.O. o M.R.P. votanti dispone all'Assemblea di una quasi-maggioranza IJ.N.R.1, i voti co'sì raccolti dal neo-gollismo con il contributo dei mal-eletti d'Algeria, gli verrebbero da sinistra. Ma tutto fa credere dovrà tener conto della situazione molto minoche i trasferimenti diretti siano stati molto ritaria nella nazione. So'no meno gli elettori più impo'rtanti. U.N.R. che i no a al referendum del 28 setPuò dunque 1'U.N.R. affermarsi partito di tembre. centro? No, nella misura i n cui il centro è Una coalizione che unisca l'U.N.R. e gli indiil luogo di incontro dei moderati delle due pendenti no~n raccoglierebbe - s,e ci si rife- sponde; perché rappresenta piuttosto una co'nrisce sempre al primo turno - che il 37,5% giunzione di estremisti. Sì, nella misura i n cui dei suffragi espressi, ossia tre cittadini siu otto i suoi elettori non gli vengono da una sola ( n o n compresi gli astenuti: cons'iderando'li saparte. Ciò non l o rende d'altronde meno perirebbero meno di tre su dieci). coloso. Perché tut,ti i movimenti autoritari hanno anche riunito suffragi di des'tra e di sinistra: il bulangismo del 1888-89, come i fa( l ) I risultati del primo turno soltanto mssono D e i mettere di misurare I'evoluzione dell'opinione pubblica, scismi contemporanei. Resta vero che l e proquelli del secondo sono alterati dai rientranti e dai rinunporzioni i n quel caso erano meno equilibrate. ciatari. I - Una maggioranza minoritaria ,) 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA Ma non si vede quasi come questo carattere potrebbe influire sull'orientamento del gruppo parlamentare U.N.R., in cui gli uomini di destra sono i n proporzione elevata, e sul fatto che il partito maggioritario alla Camera non rappresenta che una minoranza del paese, ciò che lo porta naturalmente Verso la maniera forte. 11 - Nuovi quadri? I1 successo del1'U.N.R.. la natura eterogenea del suo corpo elettorale. attira naturalmente l'attenzione. Ma c'è un altro carattere di queste elezioni che no'n può essere considerato meno importante. Mai nessuna Ass'emblea della Repubblica aveva visto una tale ecatombe di deputati uscenti. un tale rinnovamento del personale politico: anche nel 1945, dopo la terribile frattura della guerra, di Vichy, della Resistenza e dell'cpurazione. Meno di un terzo soltanto dei deputati metropolitani della iiuova Camera proviene dall'antica: bisogna risalire all'Assemblea nazionale del 1871 per vedere raggiunte proporzioni simili. Ma questo ringiovanimento non è la sola novità del1'U.N.R.; se si detraggono i suoi 189 deputati, uomini nuovi per la maggior parte - ancorché non pochi furono deputati del R.P.F. nel 1951 - la meta circa dei seggi restanti, vale a dire quelli occupati dai partiti tradizionali, è caduta ugualmente nelle mani dei nuovi eletti. Una tale proporzione non è stata raggiunta che due sole vo'lte nella storia della Repubblica: nel 1876, con l'insediamento della prima Camera del regime; nel 1919, con la Camera bleu holizon. Queste due volte d'altronde, se s'i isolano -- come si fa oggi - i partiti nuovi per non 'tener conto degli antichi, il ringiovanimento di questi ultimi era molto meno accentuato. Questo rinnovamento dei quadri politici, al di fuori dell'impulso propriamente gollista, in margine all'infatuazione per il part,ito del generale >), è forse il fatto maggiore dello scrutinio. La S.F.I.O. stessa ne ha risentito allorché era il partito più sclerotico durante le ultime legislature. Anche il M.P.R. ne beneficia largamente: quel giovane sindacalista agricolo di ventotto anni che ha duramente battuto il muro della Loira-Atlantica, è molto rappresentativo di questi nuovi quadri paesani, speranze dei i epubblicani popolari che hanno già permesso al loro partito di affrontare senza pericoli il rischio dell'arrondissement. Altri eletti, autentici militanti operai della C.F.T.C. fanno augurare questo ritorno alla sinistra del M.R.P. che si delinea già vagamente a proposito dell'Algeria. Ma gli indipendenti stessi hanno lasciato qualche posto a uomini nuovi, ad un certo numero di figli delle grandi famiglie dell'industria e dell'aristocrazia: quel giovane sindaco d i Casteljaloux, per esempio, che ha realizzato nella sua città una grande politica di costruzione popolare, testimonia che qualche cos,a si muove, anche in seno alla destra la più sciocca del mondo ,,. Dopo alcuni anni la vita polit,ica francese si caratterizza per un abbandono crescente tra le frontiere dei partiti e l e linee separative dell'opinione. Dopo alcuni anni, a destra come a sinistra. si tent,ava di sostituire ai quadri politici ereditati dal XIX secolo e dal periodo intercorso tra le due guerre, dei nuovi quadri, adatti all'èra at,omica. Non si può dire che le elezioni del novembre 1958 abbiano realizzato questo mutamento, perché l'U.N.R., partito senza dottrina, dove degli elementi eterogenei si radunano attorno ad un uomo, dove il solo nazionalismo emerge tra le formule vaghe e in una completa assenza di programma, somiglia più ai movimenti del passato che a quelli dell'avvenire. Ma esse hanno fatto scricchiolare i vecchi quadri: esse hanno così aiutato a far piazza pulita. I1 risultato dello scrutinio del 23-30 novembre può spiegarsi, in sostanza. con il concorso di tre fenomeni. Due di breve durata, che restano relativamente superficiali: la febbre nazionalista provocata dalla G deco'lonizzazione e la guerra d'Algeria; la spinta verso il potere personale, favo'rita dal prestigio del generale De Gaulle. Uno di più lunga durata, che è anche un movimento profondo, risultante dalle trasformazioni della infrastruttura della nazione: la ricerca di nuovi quadri politici. L'ultimo, frenaR . to fino ad allora dall'inerzia del * sistema , e delle organizzazioni esistenti, è sorto dalla frattura aperta con la crisi del 13 maggio. Ma questa ha ben pochi rapport,i con le sue cause fondamentali e il suo significato essenziale. Gli ha permesso d i manifestarsi più liberamente che in nessun'altra occasio'ne d i questi ultimi anni (costruzione europea, mendesismo, ecc.), è tutto. E' dunque probabile che una volta presa questa grande svolta, il paese si orienterà finalmente in una direzione assai diversa da quella desiderata da coloro che hanno provocato la crisi. Al momento la destra se ne avvantaggia. e più ancora i gruppi che non sembrerebbero affatto dare alla libertà una importanza essenziale. Al momento il rischio reale è d i vedere la democrazia stessa precipitare i n questa crisi. Ma tutto potiebbe finalmente risolversi in maniera diversa. E' interessante meditare le conclusioni di uno storico imparziale, a proposito del movimento bulan'gista, che presenta niente affatto male tratti in comune con l'avventura attuale: Lo aspetto più interessante del bulangismo è stato il suo lato sociale ... I1 malcontento crescente delle masse lavoratrici ... aveva in effetti molto contribuito al successo prodigioso del revisionismo a Parigi, nelle grandi città e nelle regioni industriali del Nord ... I1 bulangismo ha dato origine a sua volta al nazionalismo e al socialismo nzoderno x . (Franqois Gogueli. La natura delle messi non 6 la stessa di quella del letame che le ha fatte germinare. ASSENTE l'EUROPA UA1 MEUIO ORIENTE di André Thiéry Nel 1958, per la prima volta nella storia delle questioni Orientali, l'Europa continentale è assente. Molti se ne rallegreranno, ma ad osservare la cosa più da vicino, non mancano davvero soggetti di inquieludine. Merita che ci si soffermi per fare il punto. La prima questione d'oriente era cominciata con la rivoluzione dei poeti, nella quale Lord Byron si e così prodigiosamente illustrato, coi bimbi greci che volevano polvere e essa si è prolungata durante tutto palle ... i1 secolo XIX. Segnata dal risveglio delle nazionalità, delle quali non è dubbia la responsabilità nella guerra del 1924, si è chiusa allora col ripiegamento dei Turchi. La nuova questione d'oriente, poiché così la si chiama da qualche tempo. è venuta a darle il cambio. Essa ha debuttato durante la prima guerra mondiale col sollevamento arabo e si prolunga anco~ra.Problem,a che si vaingigantendo e che è anche una vera e propria questione che si può esprimere nel modo seguente: Poiché tutti gli osservatori politici parlano di una polveriera, poiché lo sviluppo del nazionalismo arabo e l'avvenire delle ricchezze petrolifere comportano dei rischi gravi, si farà la guerra per il Medio Oriente? ,,. La risposta può essere: Si è fatta la guerra per molto meno. E' sempre difficile essere profeti ma è evidente che non è certo facendo niente che si diminuiscono i pericoli ,,. Quello che c'è da fare è la replica federalista; da una parte una Federazione europea maggiorenne (in senso proprio) e dall'altra una Federazione del Medio Oriente, maggiorenne essa pure. Queste due Federazioni si potranno intendere senza preclusioni contro nessuno, senza prendere di mira nessun altro paese. La Federazione araba non manca davvero di motori potenti. Ma l'Europa? I1 movimento nazionalista arabo che, alla neve l'epoca di Lawrence, pareva come sulla superficie polvero'sa del deserto ., e in ogni caso poco propizio a generare una politica di concentrazione, si è ora sviluppato, se non esacerbato, e forse ha anche deviato verso obbiettivi che non gli sono più propri. Sono gli inglesi - fra i quali precisamente Lawrence, - che l'hanno fatto nascere per combattere i turchi: che Lawrence per se stesso sia stato un = impostore ), o il Lord Byron di questa seconda questione d'oriente, che egli sia stato a suo tempo un vero uomo d i guerra oppure un avventuroso uomo di penna, egli ha senza dubbio cercato di fare di quella insurrezione una valida forza autonoma, atta a riempire il vuoto creato dalla scomparsa dei turchi. Gli alleati non l'hanno poi seguito in tutto, preferendo la ripartizione dei mandati: francese in Siria e Libano, inglese in Palestina e Mesopotamia. Gli inglesi sono certamente stati perplessi fra la tesi lawrenciana e quella dei loro alleati, ma quest'ultima permetteva loro di prendere piede più solidamente nella parte più interessante, fertile in superficie ma anche ricca nel sottosuolo; così essi vi hanno alla fine aderito. E' importante ricordare questi avvenimenti poiché la politica dei mandati ha fatto molto per sviluppare il complesso di frustrazione degli arabi di fronte a ciò che appariva loro come sordida ripartizione della torta ai loro danni. Mentre avrebbe potuto essere un mezzo per preparare una federazione del Medio Oriente consapevole dell'occidente e disposta a lavorare ed a commerciare con esso; ... se però un Occidente ci fosse stato! B : CC . I francesi ci sono andati con la loro solita concez~onedella x più grande Francia >>, quella che parte dalla regione parigina e si stende a poco a poco = fino a Tamarasset ., come oggi si' dice. Essi hanno voluto assicurare, integrare. Ci sono andati col loro romanticismo del deserto e quel profondo rispetto dell'Islam basato sul sentimento dell'assoluto. Ma, pur rispcttando la religione. essi hanno voluto fare degli orientali dei cittadini francesi. All'ONU, in occasione di un dibattito dell'Aigeria, il delegato siriano ha potuto dire che i francesi insegnano ai piccoli arabi che i loro antenati erano dei Galli n ! In fondo era un omaggio che si rendeva loro poiché non si insegna ai piccoli negri della Louisiana che i loro antenati sono venuti sul Mayflower La Francia faceva come Roma, che concedeva la cittadinanza ai non latini. Ma Roma era Roma e fin dal 1920 - specic dopo - la posizione della Francia nel mondo non era quella di Roma al primo secolo. Gli inglesi, ritornando alla ortodossia arabolawrenciana, non hanno avuto che un desiderio: che i francesi se ne andassero; ci sono riusciti nel 1945 in condizioni penose. I francesi sono partiti dalla Siria senza vantaggio per gli inglesi e senza d'altronde che gli arabi ne fossero minimamente grati a questi ultimi, a causa della politica di mandato, in generale, e anche a causa della creazione del regno d'Israele: Israele, considerata come la spina nella carne araba, era di origine britannica. Gli inglesi pure erano screditati, gli hascemiti, che erano stati scacciati dalla Siria dai francesi e dall'Arabia dei s a u d i t ~ ,e'rano squalificati. I pae~si dell'Europa continentale erano accusati di tutte le colpe di Israele (è il caso di dirlo) e in particolare di quella più grave, il colonialismo, come di tutte le turpitudini e le avidità di cui essi erano stati, in verità, più le vittime che non i profittatori. Ma i popoli d'oriente non fanno distinzioni. Le Monde del 22 ottobre 1957 narra a questo riguardo u n aneddoto a proposito di un piccolo incidente accaduto all'aeroporto di Bagdad: i passeggeri tedeschi d i u n aereo. avendo fatto rilevare a che l'apparecchio era irancese, ma la maggior parte dei passeggeri tedesca n , un francese o tedcsco, per noi è arabo rispo'se: lo stesso: è sempre Europa! I due aspetti piu pericolosi della nuova questione d'oriente sono in verità facili da mettere in evidenza: - il primo è l'assenza di demarcazione tra l'influenza sovietica e quella occidentale; - il secondo è il problema del petrolio. I n Europa, in Corea, nel Vietnam, c'è una linea materiale precisa la cui violazione da parte d i uno dei blocchi significherebbe la guerra, ciò che, sebbene sembri paradossale, mantiene la pace. i n Oriente non c'è niente di simile, ed è perciò che le zone d'influenza so'no vaghe e i rischi di infiltrazione enormi. Gli occidentali hanno trovato due soluzioni; il guaio è che da entrambe l'Europa continentale è sistematicamente esclusa: si tratta del Patto di Bagdad e della dottrina Eisenhower. Questi sistemi non possono agire per definizione, per costruzione contro il nazionalismo arabo, esse incitano la penetrazione so'vietica a utilizzarlo come interposta persona, ciò che d'altronde è perfettamente conforme al catechismo del marxismo leninista. Essendo impo'ssibile stabilire una collusione tra nazionalismo e comunismo, quest'ultimo resta in t,utti i modi avvantaggiato. Anche il nazionalismo però, poiché nella misura in cui dispone. del beneficio del dubbio, può avere un rilancio che si rivela .. S . COMUNI D'EUROPA quasi sempre fruttuoso. I1 perdente è generalmente l'occidente. Gli americani sono anch'es'si, malgrado ciò, politicamente favorevoli al formarsi di una grande federazione araba che venga a riempire il vuoto pericoloso che si è dato finora. Essi credono il movimento arabo immunizzato dalla sua componente religiosa contro l'infiltrazione sovietica, e preferiscono, nelle zone pericolose, dei grandi complessi, magari neutralisti coine l'India, a dei sistema tipo Balcani, dove l e tensioni locali e le ambizioni sono sempre capaci d i degenerare in conflitti. Gli europei non devono stupirsi di vedere gli americani che avrebbero voluto far loro recitare questa parte di terza o quarta forza ( e vi si sono ado'perati per dieci anni), volgersi ora verso altri che nelle circostanze presenti si fanno pregare meno. Ciò spiega senza dubbi l a pazienza evangelica degli americani di fronte alle sfuriate del presidente Nasser: egli ha tutti i diritti, compreso quello di umiliare il signor Murphy o di perdere la battaglia, ciò che per un colonnello dittatore è il colmo. L'intervento d i Suez nel 1956 resterà negli annali della storia come la pietosa testimonianza - dell'inesistenza dell'Europa. Caratteristica propria della sovranità di un paese è quella di no'n subire la legge dello sconfitto nelle guerre vinte, o che s,i possono vincere. La Francia o l a Gran Bretagna riconciliate -probabilmente per u n malinteso - e soprattutto Israele, hanno sperimentato che la celebre frase d i Brenno Vae Victis D era a senso unico: gli ungheresi, negli stessi giorni, lo sperimentarono fino in fondo. Gli stati europei, per il momento, almeno non sono sovrani, se non a patto che non si occupino di nulla. E' proibito loro d i f a r e altro che co'mprare e subire. S e questi stati d'Europa, malgrado l e loro agitazioni diplomatiche, hanno giuocato a Panzio Pilato negli affari dell'estate 1958, è s,emplicemente perché essi non potevano fare altrimenti, benché siano i primi consumatori del petrolio d'oriente. I1 quasi monopolio anglosassone sul petrolio d'oriente è una delle caratteristiche della vita economica di oggi: lo spiega perfettamente il fatto che l e economie dominanti P hanno semp r e la tendenza a spostare le economie fragili; si spiega pure per ciò che concerne l'America con ragioni d i carattere tecnico. Gli Stati Uniti, che hanno la produzione d i gran lunga più fort,e del mondo, non hanno tutt,avia che pozzi a scarso rendimento in confronto a l flusso prodigioso dei pozzi del Medio Oriente. I1 contrario si presenta pel carbone, ad esempio, per il quale le condizioni geologiche si presentano più favorevoli negli Stati Uniti che altrove. Per il petrolio rischierebbero che i prodotti del Medio Oriente, a prezzo di costo inferiore al loro, vengano a mettersi in concorrenza, stroncando i prezzi in proporzioni tali che gli americani non avrebbero difesa contro di essi. La inanovra consiste nell'assicurare che i prezzi f.o.1. Mediterraneo o'rientale o Golfo Persico, siano dello stesso ordine dei prezzi f.o.1. Golfo del Messico e il mezzo migliore per raggiungere tale scopo è di fissarli essi stessi, poiché dispongono di risorse. La differenza t r a i prezzi f.o.1. così elevati e i prezzi d i costo è spartita tra le compagnie e i feudatari locali che acquistano molte automobili (americane). I1 problema è risolto per gli americani. S i tratta di resiistere sufficientemente per evitare il disordine dei prezzi. Non ci si deve però nascondere la difficoltà che incontreranno l e stesse potentissime Coinpagnie americane a mantenere questo sistema. C'è sempre il rischio che il signor Mattei salti su a proporre il 7 5 4 invece del 50'%, c'è il rischio che gli arabi reclamino più del 50% brandendo la minaccia della nazionalizzazione, e così via: non vi è dubbio che la migliore soluzione sarebbe una organizzazione appropriata, per esempio u n p001 petrolifero del Medio Oriente. Gli europei, anche se volessero, no'n hanno affatto, a quanto pare, il mezzo di far intendere la loro voce nello stato attuale delle cose. S e essi vogliono essere ascoltati, bisogna che comincino a mettere ordine a casa loro. Come primo consumatore del Medio Oriente, 1'Europa potrebbe benissimo organizzare un sistema d'importazione con un'organizzazione incaricata di realizzare i programmi di importazione europei nel quadro della politica energetica, organismo che, per esempio, potrebbe essere indicato come mandatario obbligatorio per tutti gli acquisti petroliferi. Ci si può figurare il peso che avrebbero questi compratori di circa 60 milioni di tonnellate annue, che in periodi di bassa congiuntura larebbero l a pioggia ed il bel tempo >> ed i11 periodo di alta congiuntura ... anche, poiché essi avrebbero gli enormi mezzi di stockage. Si può essere sicuri che questo organismo sarebbe invitato al club petrolifero, ma ... poiché c'è un ma: l a condizione perché un tale organismo possa funzionare è evidentemente la federazione. Quanto po'i a sapere in che misura l'Europa può liberarsi dalla sua dipendenza dalle risorse petrolifere del Medio Oriente, è ancora un problema che richiede u n minimo di coesione e la cui soluzione è tanto meno buona in quanto la si abborda in ordine spasso. In realtà gli europei dovrebbero essere sufficientemente realisti per capire che non è possibile né augurabile impedire la formazione di una federazione araba nel levante. Essi hanno condannato la politica dei reucci e delle caste, l e astuzie degli inglesi e dei Noury Said, che cosa propongono in cambio? La miglior cosa che essi possano fare, infatti, è di dare il buon esempio; è molto significativo che a l momento del Congresso del Cairo del dicembre 1957 si sia seriamente considerato di fare un Mercato Comune dei paesi partecipanti S e questa proposta è stata abbandonata, è, a quanto pare, perché la formula europea, truffata da misure d i salvaguardia e a scoppio ritardato non soddisfaceva la loro impazienza. E' tutt,avia permesso pensare che di fronte ad una Costituzione federale europea come ad un orientamento economico fondato sull'efficacia, nel rispetto della persona umana, e sullo sviluppo dell'economia sottosviluppata, essi avrebbero reagito più positivamente e più simpaticamente. Gli europei sono assenti dal vicino Oriente, come sono assenti dagli spazi siderali che essi hanno lasciato ad altri il ruo'lo d i esplorare. Gli abitanti del Kansas e dell'drkansas hanno 20 Gennaio 1959 la loro parola da dire sull'Irak e sul Libano: gli europei del continente e con essi gli africani, marocchini o senegalesi non hanno nulla da dire. E' inutile recriminare e lamentarsi della sorte dei ladri delllArabia Saudita a i quali si taglia la inano con u n coltello da macellaio o delle schiave nere c h 6 si vendono a 600 dollari; è inutile infischiarsi degli americani dicendo che non capiranno mai sono dei bambinoni e niente di diplomazia o detestarli perché = hanno degli interessi e non degli amici questi rancori non hanno finora prodotto che sequele di nazionalismo piagnucoloso e d i colonialismo camuffato. Essi sono sterili. I1 dato numero uno d'ella nostra epoca è che di fronte a l congelamento dell'Europa dell'Est unita sotto il giogo sovietico - co'me di fronte ai grandi stati che si organizzano in Cina e in India, domani in Medio Oriente - l'Europa dell'ovest, proprio essa, si crogiola nella divisione e nella nullità. Così quando il Coiagresso del Popolo Europeo rivendica la sovranità esso non la prende a nessuno, neppure agli stati nazionali che la hanno perduta. O piuttosto esso non vuole strappare loro che delle sovranità illusorie per forgiare una sovranità reale, sola capace di avere una politica energetica e in particolare una politica petrolifera. A. T. C ), .; La n o s t r a battaglia Verso il primo convegno dei dipendenti degli Enti Locali aderenti all'AICCE I1 Congresso dell'Associazione I t a l i a n a p e r il Consiglio dei Comuni d'Europa c h e si t e n n e a Frascaii i l 2-3-4 dicembre 1957, h a seg n a t o u n a t a p p a fondamentale per il pres e n t e e d i l f u t u r o dell'organizzazione dei dipendenti degli Enti Locali a d e r e n t i al1'AICCE. Di fatti, possiamo a f f e r m a r e con fierezza e con gioia, c h e i n quella sede, il « g r u p p o d e i pionieri », c h e a Sosrrento 1'8 aprile 1956 lanciava il primo seme, a v e v a assunto u n a dimensione insperata e poteva riunirsi i n assemblea, p e r discutere sui t e m i p i ù import a n t i d e l momento. V e n n e incaricato l o scrivente d i t e n e r e u n a relazione i n s e d u t a plenaria al Congresso, nella q u a l e si illustravano l e ragioni d i fondo c h e spingono i lavoratori degli E n t i Locali, n e l l a battaglia p e r l a Federazione Europea. V e n n e altresì eletto u n Consiglio Direttivo, u n Segretario, u n P r e s i d e n t e e d u e Vice P r e sidenti. I n seguito v e n n e svolta un'intensa campagna d i proselitismo, e d oggi, a n d a n d o orgogliosi d e l nostro lavoro, possiamo annunciare c h e l a prossima p r i m a v e r a s i t e r r à i l 1" Convegno Italiano d e i dipendenti associati ulL'AICCE. Non v a sottaciuta i n questa sede l'azione intrapresa presso i colleghi degli a l t r i paesi d e l CCE, p e r c h é sorga a n c h e d a loro) analoga organizzazione. L e basi esistono per u n lavoro d i q u e s t o genere. A l convegno comunque, s a r a n n o presenti anch'essi, con u n a cospicua rappresentanza, così si p o t r a n n o approfondire e rafforzare i contatti, e fissare i limiti d i studio e d i azione consentitici, per l a disamina d e i nostri problemi s u scala europea, specie d i quelli relativi all'organizzazione. I1 lavoro c h e ci a t t e n d e è arduo, complesso e d impegnativo. Noi a b b i a m o entusiasmo, f e d e e coraggio: a l t r e luminose t a p p e premieranno la nostra fatica. Noi vogliamo essere u n a forza v i v a e d o p e r a n t e n e l l e g r a n d i e d imperiolse istanze della vita moderna. I Segretari Comunali, Provinciali e t u t t i gli a l t r i dipendenti degli E n t i Locali, n o n possono igno'rare i grandi avvenimenti d e l mondo contemporaneo e non possono e n o n devono fossilizzarsi e n t r o l e m u r a scheletriche d i u n o schematicismo b u rocratico. L a seconda rivoluzione industriale c r e a situazioni e condizio'ni d i vita sociali e d economiche nuove. E nuosve istituzioni politic h e sorgeranno. L a seconda rivoluzione h a creato i presuppo'sti p e r lo sviluppo di econ o m i e continentali, e quei paesi c h e non v i si unifo'rmeranno, s a r a n n o stritolati dagli avvenimenti stessi. T a l e processo evolutivo a p p o r t e r à dannosi o benefici effetti a n c h e s u l l e istituzioni locali, e s u l l e collettività locali e quindi s u c h i opera nell'ambito delle collettività locali a seconda c h e ci si ponga p r o o contro. S a r e b b e f a t a l e i l nostro isolamento. Dobbiamo invece inserirvici, a difesa della nostra autonomia, d e l l a n o s t r a libertà, della nostra personalità, m a ciò richiede un'azione politica. I1 n o s t r o .contributo s a r à dato. G l i avvenimenti di ieri, d i oggi e d i domani l o h a n n o richiesto', l o richiedono e l o richiederanno. , Rafforziamo l'organizzazione; mettiamo a dispo'sizione dell'AICCE l e no'stre migliori energie, p e r il trio'nfo della sua opera e d il s u o s,uccesso finale. Collaboriamo con coloro c h e chiedono a l popolo d i esprimersi per u n a cittadinanza europea, d a conseguirsi mediante l'elezione d i u n a Assemblea Costituente Europea. Collaboriamo o v u n q u e p e r il rafforzamento, p e r il consolidamento e l a riuscita del Congresso d e l Popolo Europeo. Nessuno d i noi abbia u n giorno a dolersi d i n o n essere stato artefice diretto od indiretto, nella co'struzione del meraviglioso edificio degli S t a t i Uniti d'Europa. Giovanni Battista Metus 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA 17 RIUNIONE DEL BUREAU INTERNAZIONALE DEL CCE MARSIGLIA, 16 -17 OTTOBRE 1958 L'ultima Sessione del Bureau internazionale del CCE è stata tenuta, su invito dell'onorevole Gast,on Defferre Sindaco di Mars'iglia e Presidente dell'AFCCE, nei giorni 16 e 17 ottobre a Marsiglia, sotto la presidenza del Segretario di Stato agli Affari Ecoi~omicidel Lussemburgo Cravatte. Hanno partecipato (oltre Cravatte, il Segretario generale Bareth e Defferre): Hainmer, Lugger - Marique, Merlot, Ronse. - B e r r u r i e r , Chaban-Delmas, Dardel, De Montgascon, Mossé, Pic. GERMANIA - Munch. M u n t z k e , Ronge, Sauer. INGHILTERRA - Greenwood, Rippon. ITALIA - Crovetto, Jori, Serafini, Zoli. AUSTRIA BELGIO FRANCIA SVIZZERA (osservatori) - - Bod~ner,Kampfen (presidente dell'Union internationale des Maires). I1 Ministro francese della Ricostruzione e degli Alloggi, Sudreau, ha recato il saluto del Governo francese, affermando che oramai è tempo per i politici e gli urbanisti, di pensare ad una ~ianificazione del territorio, e quindi ad un décentramento economico e demografico su scala europea. La pianificazione del territorio - ha detto f r a l'altro Sudreau - è la disciplina econo'mica, culturale e politica che deve far rinascere la grande vita provinciale. Lo Stato deve far fronte ai bisogni primari, ma ciascuno deve collaborare per tutto il resto )). I lavori del Bureau si sono svo'lti in preparazione della Seconda Conferenza Europea dei Poteri Locali, e hanno affrontato problemi relativi alla presenza degli Enti territoriali locali nelle istituzioni europee, alle incidenze locali della integrazione economica, agli alloggi nei Comuni d'Europa, agli scambi intercomunali su prospettive sopranazionali. I1 prof. Serafini, Segretario generale della Sezione italiana, a proposito del progettato Istituto Europeo di Credito Comunale, h a puntualizzato come un Ente, che provveda al Credito finanziario a i Poteri locali europei e al reperimento internazionale dei capitali necessari, sia oggi attuale e realizzabile solo in un ambito in cui si possa in qualche modo coiidurre una politica monetaria e anticongiunturale comune, cioè entro la Piccola Europa, do'tata delle istituzioni della Comunità Economica, che occorrerà, peraltro, rinforzare, fino a pervenire ad una comunità politico-economica. All'ordine del giorno della riunione, oltre la preparazio'ne della seconda sessione della Conferenza Europea dei Poteri Lomcali, erano: - l'elaborazione di un piano di lavoro per l'attuazione delle risoluzioni dei IVi Stati generali di Liegi; - la definizione del ruolo spettante ai Comuni in riguardo alla costruzione di alloggi finanziati dalla CECA; - le decisioni preliminari riguardanti la prossima sessione degli Stati generali che si terranno in Francia. I1 Bureau ha deciso di sottoporre le risoluzioni di Liegi allo studio della Commissione Affari Europei, onde approntare un piano d'azione da discutere nell'hssemblea dei Delegati. Stabilita la data del 1960 per i prossimi Stati generali, si è convenuto di organizzare nel 1959 convegni regionali su scala europea (per es. Nord-Ovest delllItalia e Sud-Est della Francia). Si è constatato che il protocollo di accordo con 1'Union internationale (franco-allemande) des Maires (UIM) è entrato nella sua fase di esecuzione. Nella stessa riunione è stato anche fissato il calendario delle prossime riunioni: - riunione della Commissione degli Affari europei probabilmente in dicembre a Esslingen, su invito del dott. Roser; - Assemblea dei Delegati a Milano alla fine del gennaio 1959; - Bureau Internazionale del CCE a Londra nel mese di aprile (da notare che questa sarà la prima riunione del CCE che si terrà in Inghilterra). I n un ricevimento presso il Municipio di Marsiglia, svoltosi alla presenza di numerose personalità, Cravatte ha espresso i sentimenti di riconoscenza dei delegati del CCE per la calorosa accoglienza loro riservata da Marsiglia. Dopo aver rivolto un caloroso saluto a Defferre, Sindaco del primo Comune di Francia, e associando in questo elogio la cittadinanza marsigliese depositaria di una lunga tradizione di lotte per le libertà comunali, Cravatte ha rapidamente esposto alle personalità presenti gli scopi perseguiti e i risultati ottenuti dal CCE. Dal canto suo Defferre ha insistito sui caratteri particolari del nostro movimento che = affondando l e sue radici nelle cellule più piccole dell'organizzazione amministrativa, ha così permesso all'idea europea di diffondersi in nuovi strati di popolazio'ne per la presenza in esso dei loro stessi amministratori locali .. Il BUREAU INTLRNAZIONALE DELLA CECC A TORINO I1 7 ottobre scorso si è riunito a Torino il Bureau internazionale della Comunità europea di Credito comunale. Alla riunione hanno partecipato il presidente della CECC Amedeo Peyron, sindaco di Torino; i vice-presidenti Karl Horn, sindaco di Bad-Homburg, Joseph-Jean Merlot, sindaco d i Seraing; il segretario generale Robert Mossé dell'università di Grenoble; i membri Max Habicht, esperto giuridico della C'E'CC, Lamberto Jori, assessore di Milano, Julius Klampfl, dell'Associazione dei Comuni Austriaci, Raymond Berrurier, sindaco di Mesnil-Saint-Denis; il prof. Edgard Milhaud, dell'università di Ginevra, in qualità di o'sservatore. Della impo,rtante riunione pubblichiamo, la risoluzione finale e il progetto di risoluzione, relativo al Credito comunale, preparato per la Conferenza europea dei Poteri lo~cali. I1 u Bureau n della CECC, presa visione de l'Avant-Projet Revisé n. IOISG l o giugno 1958, concernente la creazione di un Istituto europeo di credito comunale, esorta la CEPL a considerare questo Rapporto come un documento di lavoro ed invita gli esperti convocati per le riunioni del 27 e del 28 ottobre a Lussemburgo a prenderlo per base nella discussione sullo schema dello Statuto dell'Istituto proposto. I1 Bureau pur approvando questo progetto nelle sue grandi linee, fa l e seguenti puntualizzazioni: 1) Indipendent,emente dai lavo'ri della CECC per la creazione di un Istituto europeo,, i ,Comuni devono unirs,i per ottenere una pih efficiente organizzazione del credito comunale su piano nazionale. 2) No'nostante l e difficoltà per la creazione di un Istituto europeo, il Bureau spera che, con la collaborazione dei Governi, queste difficoltà possano essere superate in uno spirito di cooperazione europea. 3) I1 Bureau ritiene che gli interventi d,ebbano permettere non soltanto l'espans'ione dei comuni e delle Regioni ma anche lo sviluppo delle loro infrastrutture economiche, sociali e culturali. 4) I1 Bureau attribuisce un'importanza fondamentale alla creazione di un meccanismo che as,sicurerà la garanzia di cambio e di trasferimento. 5) Ritiene che le collettività locali debbano avere una posizione di privilegio nell'Assemblea generale dell'Istituto'. (continua a pag. 22) COMUNI D'EUROPA 18 20 Gennaio 1959 - Le iniziative dell'Istituto europeo di Studi e Relazioni intercomunali IL CONVEGNO DEI COMUNI RURALI EUROPEI E L'EQUILIBRIO CITTA L'l1 e il 12 settembre si è svolto nel Canavese, sotto gli auspici dell'Istituto europeo di Studi e Relazioni intercomunali e col concorso dell'Istituto italiano per i Centri comunitari, un Convegno sull'equilibrio città-campagna e sul rinnovamento della vita rurale nelle nuove prcspettive europee. Al Convegno hanno preso parte l'ing. Biugner, Presidente dell'Istituto europeo e Consigliei,e comunale di Terracina (Latina), il Ministro per l'economia, il lavoro e il traffico del Land dell'Assia, Franke. col Consigliere ministeriale Kuhnmuench, il Land ~ a tMilius (Friedberg) in rappresentanza dei Landkreise dell'As~siae il Borgomastro Flaemig ( G . Grosse-Auheim) per il Gemeindetag del1'Assia. il Segretario generale dell'AICCE Serafini (Consigliere comunale a Palazzo Canavese), il Segretario generale della Sezio'ne francese del CCE Berrurier (Sindaco del Comune rurale di Mesnil-Saint Denis), l'oli. Piero Pellegrini, Vice Presidente dell'Istituto europeo e membro del Gran Consiglio del Canton Ticino, e il Segretario della Camera del Lavoro di Lugano Visani, nonché, per l'Istituto italiano per i Centri comunitari, il prof. Pampaloni, il sig. Luciano Lesca, i dottori Segre e Todisco, l'ing. Martoglio e altri. I partecipanti al Convegno, dopo una visita agli stabilimenti di Ivrea della Ditta Olivetti -- che rappresenta una grande iniziativa industriale sorta in una piccola città, capoluogo di un circondario rurale, con tutta la problematica connessa - e gli annessi servizi sociali esemplari nel loro genere -, hanno avuto una larga informazione sulla struttura e le attività della Lega dei Comuni del Canavese - associazione su base volontaria di Comuni rurali e hanno visitato, nelle zone di campagna, alcune delle piccole aziende industriali dell'I-RUR (Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale) Canavese. L'I-RUR ha il conipito di studiare misure per ottenere l'equilibrio rurale-urbano sociale, economico, finanziario e anche culturale, e di tradurre questi studi in applicazioni pratiche. I1 12 settembre, nel Centro comunitario di Palazzo Canavese e sotto la pres,idenza dello svizzero Pellegrini, ha avuto luogo lo scambio di informazioni e il dibattito fra i partecipanti al Convegno. I1 Ministro Gotthard Franke, e il Consigliere di Governo Kuhnmuench tWiesbadeii) hanno illustrato ai partecipanti delle altre Nazioni i risultati delle provvidenze sociali per il villaggio (Comune rurale) nel Land dell'Assia. Durarite un periodo di sei anni sono stati messi a disposizione congrui fondi dal Land per la costruzione di 110 case (Centri) comunitarie di villaggio (Do~fgemeinschafts? ~ a ? ~ s ee~ .di ) 80 asili di infanzia. A seconda della forza finanziaria del villaggio sono stati dati dal Governo Regionale ( o piuttosto .. dello Stato locale ., poiché la ~ e r k a n i adi Bonn è una Federazione, mentre l'autogoverno regionale è la forma di autonomismo meno suinto. che si è programmaticamente conferita aila Repubblica - italiana) cantributi equivalenti a1 50:;, e in alcuni casi persino al 75'h delle spesr generali occoirenti per le costruzioni Tutti i partecipanti al Convegno hanno mostrato il loro grande apprez~amentosia pei la struttura istiGzionale - iocale tedesca (cfr. l'articolo di HANS MUNTZKE, I Landk?-ekes in Comuni d'Europa 2 , 11. 5 del 1957) sia per le iniziati,,e rurali particolari del Governo dell'Asia. Raymond Berrurier -- che è anche, come si ricorderà, Presidente della Commissione per l'equilibrio rurale-urbano del CCE - ha parlato sui problemi della campagna e sull'urbanesimo in Francia. Su una carta geografica ha mostrato analiticamente il concentramento massiccio della popolazione in poche città capoluogo, c8d eissenzialme~nte a Parigi: per contro, spopolamento integrale di Comuni campestri, fertili zone incolte, d e ~ a d e ~ n zde811a a civiltà rurale. Berrurie,r ha sottolineato co'me sarà necets~ ~ ~-~ - sario - e no'n solo in Francia, ma in tutta l'Europa unita - modificare l'intera struttura industriale, decentrandosla e articolandola a l rna~~siino, pur senza perdere i vantaggi della produzione di massa (il cui perno è la catena di inontaggioi. Egli ha anche polemizzato con le programmazioni di città satelliti che sono - a suo avviso - una falsa soluzione del grande problema dell'urbanesimo: le città satelliti possono evitare il nefasto sviluppo a a macchia d'olio della città, ma non vanno al cuore del prosbleina dell'urbanesimo non inciden,do sulla concentrazione industriale in determinati territori, anzi finendo per aggravarla. L'obiettivo, ha sostenuto Berrurier (in ciò appoggiato da Serafini), è una convivenza armo~nio~za di industria e di agricoltura, e all'opposizione cittàcampagna si dovrà tendere a sostituire, al limite, la composizione città-regione. Serafini ha insistito a sua volta sulla esigenza che al Mercato comune euro'peo - che vuole essere piuttosto una Comunità economica europea - si affianchi la prospettiva di una urbani- CAMPAGNA .. stica unitaria europea: un < aménagement du territoire dans une perspective européenne coine ha da tempo richiesto Claudius-Petit. Al termine del Convegno i partecipanti hanno deciso che fosse inviata, a nome dell'Istit,uto europeo di Studi e Relazioni intercomunali e della Commissione del CCE per l'equiiibrio rurale-urbano, una raccoinandazione agli organi competenti del Consiglio d'Europa e della Conferenza europea dei Poteri locali. Diamo appresso il testo della raccomandazione, redatto da Berrurier e da Serafini. e approvato dagli altri delegati. L'incontro canavesano ha avuto una notevole ecio. I1 Ministro dell'As,sia, Fra:nke, ha scritto una lunga lettera di ringraziamento al Presidente dell'Istituto europeo ing. Brugner, nella quale si è f i a l'altro cosi es,presso: e Al mio ritorno ho concesso un'intervista alla Radio sull'interessante incontro nel Canlvese; la stampa dell'Assia ha dato ad esso il meritato risalto. Desidero anche esprimere il des'iderio che la nostra collaborazione cosi iniziata possa proseguire con vantaggio per tutti i partecipanti .. . T partecipanti al Convegno "Eqiiilibrio città-campagna,, riella corte del Ceritro comiiriitariu di Palazzo Cariavesr La raccomandazione C O ~ C Idel US Cofl~e@flo ~U~ i I 11 Convegno, cosciente d e l f a t t o c h e i progetti delle grandi i n t e g r a z i m i economiche (come p e r esempio il MEC) sono necessari, m a minacciano d a u n a p a r t e d i concentrare gli investiinenti p e r l'industria e l e abitazioni nelle città e nelle zone già sovraccariche o che lo d i v e r r a n n o rapidamente, e dall'altra d i accentuare l'esodo r u r a l e e la depressione d i zone già sottosviluppate, c h e esistono anche i n regioni prospere, a f f e r m a c h e parallelamente a q u e s t e integrazioni economiche è indispensabile a p - p r o n t a r e u n conveniente « a m é n a g e m e n t d u t e r r i t o i r e D, il cui scopo essenziale è quello di assicurare delle favorevoli condizioni d i v i t a a t u t t i gli uoinini, sia che abitino l e città sia l e campagne, e di assicurare lo sviluppo della popolazione r u r a l e , p e r ristabilire l'equilibrio t r a le città e l e campagne, d a n nosamente r o t t o nella maggior p a r t e delle nazioni; a f f e r m a altresì che questo << aménageinent » non p o t r à corrispondere alle necessità 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA degli uomini senza c h e questi possano interv e n i r e e orientarlo p e r mezzo d i convenienti istituzioni, sui piani federale, nazionale, regionale, pluricomunale (Landkreis, arrondissement, circondario, ecc.) e comunale; sottolinea c h e nessuna soluzione p u ò ess e r e efficace senza l a creazione d i u n a r e t e d i e f o y e r s c o m m u n a u x » (Dorfgemeinschaftshauser, centri sociali, Community centres, ecc.), e senza giustapposizione a r m o niosa, n e l q u a d r o rurale, d i u n a agricoltura modernizzata e d i u n a industria proporzion a t a alla m i s u r a locale e legata, t u t t e l e volte c h e è necessario, a d a l t r e imprese omogenee e a u n c e n t r o d i montaggio c h e assicuri i moderni ritmi d i produzione; sottolinea ancora che, p e r giungere a questo obiettivo, l a partecipazione delle collettività locali è indispensabile e che, p e r tanto, mezzi d i credito devono essere messi a disposizione delle n u o v e imprese come p u r e delle collettività locali; Palazzo Riva sede dell'Istituto europeo di studi e relazioni iatercomunali cniede c h e i n t u t t i i nostri Paesi gli organi ufficiali si impegnino a queste realizazioni e che la popolazione venga chiamata p e r m a n e n t e m e n t e a partecipare a u n a t a l e attività, c h e interessa t u t t o il s u o destino; D a l 1" gennaio l'Istituto europeo d i studi e relazioni intercomunali h a s e d e i n Lugano, nello storico Palazzo Riva c h e già ospitò italiani illustri, d a Ugo Fosco10 alla Belgioioso, d a C a r l o Cattaneo a Giuseppe Mazzini. I n questa sede, offerta d a l Consiglio d i S t a t o ticinese e d a l Comune d i L u gano, s a r à sottoposta all'esame d i u n a Commissione d i studio italiana un'amp i a documentazione c h e l e autorità cantonali e comunali, il Ministero p e r il Lavoro e l'Economia dell'Assia e la Associazione dei Comuni dell'Assia raccoglieranno sui sistemi amministrativi e sulle attività i n campo culturale, t u ristico, urbanistico e d annonario, delle città di Lugano, Zurigo, Francoforte e Wiesbaden. Queste città s a r a n n o poi visitate d a l l a Commissione, presumibilm e n t e in a p r i l e o in maggio, a p p e n a l'Istituto a v r à coordinato t u t t a l a documentazione raccolta. E' f a t t o p e r t a n t o invito ai Comuni aderenti all'Istituto, d i segnalare il loro interesse a partecipare a questo Convegno e d e v e n t u a l m e n t e inviarvi persone c h e possano d a r e u n competente apporto. L e adesioni dovranno essere inviate alla Segreteria dell'AICCE - Via Lombardia, 30 - Roma. chiede alla Conferenza europea dei P o teri locali: 1) d i perseguire senza interruzione la messa in opera d i t u t t i gli s t r u m e n t i d i credito e particolarmente del e Credito comunale europeo W , c h e è assolutamente vitale p e r l e nostre collettività locali; 2) d i m e t t e r e all'ordine d e l giorno della s u a p r i m a sessione d e l 1959 lo studio della creazione d i u n a r e t e di « foyers commun a u x » e d i u n largo e moderno decentram e n t o industriale, c o m e fattori essenziali della rinascita dei Comuni medi e dei Comuni r u r a l i come p u r e dell'equilibrio t r a l a vita r u r a l e e l a vita cittadina. LA CONFERENZA DI PIERO MALVESTITI Vice Presidente della Comunità Economica Europea, a Lugano Sabato 29 nove'mbre l'on. Piero Malvestiti, vice-presidente della CEE, ha tenuto a Lugano, su invito dell'Istituto europeo di Studi e di Relazioni intercomunali in collaborazione con la locale Sezione del M.F.E., una importante Conferenza sul tema: Perché il Mercato Comune? ,>. L'oratore ha esordito rifacendosi alle prime parole del Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea: ...determinati a porre le fondamenta di un'unione sempre più stretta fra i popoli europei; decisi ad assicurare, mediante un'azione comune, il progresso economico e sociale dei loro paesi, eliminando le barriere che dividono l'Europa, ( i Paesi co'ntraenti) hanno deciso di creare una Comunità Economica Europea B. I1 perché di quest'azione comune è ormai spiegato dall'insufficienza degli odierni spazi economici nazionali, dalla incipiente rivoluzione industriale, dalla necessità di un'unica moneta a garantire il commercio internazionale. A dimostrazione di questa teoria Malvestiti ha portato l'esempio delllUnione doganale del Benelux che. come documentano i dati, ha portato ad un aumento degli scambi fra i Paesi membri molto superiore all'espansione generale del loro commercio estero globaae; che questa intensificazione degli scambi ha avuto luogo tanto nel senso delle esportazioni quanto in quello delle importazioni; che essa è stata accompagnata da una espansione notevole del commercio estero del Benelux verso gli altri Paesi. Ma non si tratta, per l'Europa, soltanto di una questione di convenienza. bensì anche di una irrimandabile nelcessità. Malvestiti ha affermato: <t Nessuna Nazione europea da sola è in grado di possedere i giganteschi mezzi di ricerca e gli enormi finanziamenti che daranno inizio alla rivoluzione tecnica dell'Era atomica. A loro volta, gli sviluppi della produzione che questa nuova fonte di energia e le relative tecniche renderanno possibili, verrebbero a cozzare contro i limiti troppo angusti dei singoli mercati nazionali europei. La rivoluzione atomica metterà clamorosamente in luce il carattere arcaico delle nostre strutture economiche. Ecco la ragione per cui, decidendo di attuare innanzitutto l'unificazione dell'Europa nel campo economico, i sei Ministri degli Esteri riuniti a Messina hanno sottolineato l'urgenza di due realizzazioni essenziali: mettere in comune la industria atomica e creare un Mercato comune>). <C L'oratore ha quindi messo in luce i caratteri, i limiti, le prospettive e gli stessi pericoli di questa grande impresa europea. Ha anzitutto negato che il Mercato comune sia un mercato chiuso: porte e finestre di questo grande edificio europeo sono aperte, e talvolta sin troppo. Ha detto di non credere alla violenza irresistibile dei poli d'attrazio'ne che sarebbero rappresentati dai centri di produzione agglomerata e localizzata e che creerebbero una vischiosità non superabile della nuova sistemazione del Mercato comune. Ed ha sostenuto che la pura e semplice libertà degli scambi non solo non avrebbe polrtato agli stessi risultati proposti dal Mercato comune, ma avrebbe anzi aggravato i pericoli che in esso da alcune parti vengono denunciati. I n merito, Piero Malvestiti ha detto: n Ecco dunque questo Mercato comune, la cui forza espansiva, pena il fallimento, dovrà essere dominante su ogni altro fenomeno, e che non si limita a dire agli operatori di f a r e quello che vogliono, con i mezzi che trovano: il Mercato comune che gli si o~ffreha per scopo di eliminare gli ostacoli di ogni genere che potrebbero incontrare sul loro cammino: com- batta ognuno la propria battaglia, che è sempre, per definizione, illuminata e benefica P. Questo Mercato comune non promette la felicità universale nella fanatica certezza che a prepararla basti quello che si chiama il libero giuoco del mercato: esso sa benissimo che questo giuoco non è mai esistito né può esistere nelle perfette condizioni delle ipotesi, e non ha dimenticato né gli effetti degenerativi della concorrenza monopolistica. né, d'altra parte, che il monopo'lio può essere in alcuni casi il prezzo del progresso. L'oratore ha poi illiistrato i problemi sociali che il Mercato comune fa sorgere: la nascita di una sua politica, appunto, sociale; la funzione assegnata alla Banca degli Investimenti. gli interventi a favore delle aree sottosviluppate, con l'inclusione nel proprio sistema dei paesi e territori d'oltremare. Ed è giunto così ad illuminare la figura del 7nercuto istituito in cui quell'azione concertata detta prima si dimostra perlomeno possibile grazie alla tutela giuridica dello spazio economico, e cioè alle regole di diritto che in esso vengono messe in opera dai poteri costituiti. Dopo aver definito il Mercato come lo strumento per raggiungere il fine, che è la Comunità, Malvestiti ha concluso ricordando le parole di De Gasperi sulla federazione europea: Qualcuno mi pare abbia detto che è un mito. E' vero: è un mito nel senso soreliano. E se volete che mito vi sia, ditemi un po' quale mito dobbiamo dare alla nostra gioventù per quanto concerne i rapporti fra Stato e Stato, l'avvenire della nostra Europa, l'avvenire nel mondo, la sicurezza, la pace, se non questo sforzo verso l'unione? Volete il mito delle dittature, il mito della forza, il mito della propria bandiera, sia pure accompagnato dall'egoismo? Ma noi allora creeremmo di nuovo quel conflitto che porta fatalmente alla guerra. I o vi dico che questo è il mito di pace: questa è la pace e questa è l a strada che dobbiamo ,t COMUNI D'EUROPA 20 20 Gennaio 1959 PER L O SPIRI J per il Castello della Manta dove hanno specialmente ammirato i famosi affreschi. Più tardi l e delegazioni a l completo si sono trasferite a Verzuolo per visitare, accoltevi dal Direttore dott. Carlo Cerrina, dal Vice-direttore ing. Gilardi e dal Sindaco di Verzuolo sig. Olocco, l e importanti attrezzature dello stabilimento delle Cartiere Burgo Dopo aver ammirato i tesori artistici e l e attrezzature industriali della zona, nel pomeriggio gli ospiti ne hanno conosciuto anche le risorse turistiche e l e bellezze naturali. Perciò fatta una breve sosta a Paesana per la colazione sono stati accompagnati a Crissolo dove, con la moderna seggiovia, sono saliti sul Monviso. Al ritorno a Saluzzo il dott. Ruata accompagnava gli amici francesi e belgi nella visita alle Mostre dell'antiquariato ed artigianato artistico e degli incisori piemontesi de11'800. L'ultima giornata è stata riservata alle cerimonie ufficiali, alle quali hanno partecipato anche il dott. Abbadessa, Vice Prefetto d i Cuneo, il Console del Belgio a Torino sig. Pellissoni, l'Agente consolare di Francia a Cuneo dott. Giovanni De Marchi, in rappresentanza del Console di Francia a Torino, e tutte le autorità cittadine. Dopo l a Messa, celebrata in S. Giovanni, nel corso della quale L'officiante Padre Carlo Calvi110 ha po'sto in risalto l'aspetto profondamente morale e cristiano dell'avvenimento che unisce i t r e Comuni, hanno preso la parola il Sindaco di Saluzzo, l a contessa di Selancj Sindaco di Manom, il visconte Van de Werve Sindaco di Pulle e l'ing. Brugner, che h a portato il saluto ufficiale del CCE. Brugner h a detto fra l'altro: - Il corteo delle auto;ità, con i sindaei al centro, sfila per la città di Saluzzo SALUZZO - MANOM - PULLE Nei giorni 12, 13 e 14 settembre si è avuta la visita a Saluzzo delle delegazioni dei Comuni francese di Manom e belga d i Pulle con i quali la Città si era affratellata nel giugno scorso con indimenticabili manifestazioni tenutesi nella piccola, graziosa cittadina sulla Mosella. Avevano allora partecipato al gemellaggio anche le città lussemburghese di Dudelange e tedesca di Lauenburg Elbe, i cui ra,ppres,entanti in questa occasione purtroppo non hanno potuto intervenire, inviando peraltro aL Sindaco di Saluzzo i sensi della loro completa e cordiale adesione a l nuovo incontro che ha seguito a meno di tre mesi di distanza l'atto con cui i cinque Co~munigeme8Lli si erano scamb'iati solennemente la formula dell'impegno, Alloggiati per la maggior p'arte presso quegli stessi saluzzesi che nel giugno scorso avevano composta la delegazione cittadina recatasi a Manom, i graditi ospiti hanno iniziato la nutrita serie delle visite l a mattina del venerdì 12. Accompagnati dal Sindaco e d a un folto gruppo di amici saluzzesi hanno reso visita a S.E. il Vescovo, che li ha intrattenuti con affabile cordialità, rivolgendo loro un paterno saluto in francese. Dal Vescovado le delegazioni sono passate all'orfanotrofio Femminile, dove gli ospiti, accompagnati dal Presidente rag. Silvio de Giorgis, hanno compiuto una rapida visita ai locali del Pio Ente. Successivamente gli amici di Manom e di Pulle si sono trasferiti alla Cattedrale e quindi alla chiesa di S. Giovanni, dove sono state loro illustrate l e particolari caratteristiche architettoniche ed artistiche dei due monumenti, soprattutto dal dott. Mario Balbis e dal marchese Marco del Carretto di Saluzzo, oltre che dagli altri accompagnatori. La mattinata si è conclusa con un ricevimento ufficiale in Municipio al quale sono intervenute tutte le personalità cittadine con a capo S.E. il Vescovo. Erano presenti, fra gli altri, il Presidente del Tribunale dott. Marcarino, il Procuratore della Repubblica dott. Acquasciati, il Pretore dott. Ignesti, il Commissario dott. Saccotelli, il Capitano Bresciani i n rappresentanza del Comandante del Presidio, il Presidente della Cassa di Risparmio avv. Prato e molti assessori e co'nsiglieki comunali. I1 Sindacio dortt. Ruata ha rivolto agli amici delle delegazioni straniere il più cordiale benvenuto, sottolineando l'importanza del gemellaggio di Manom e ponendo in particolare rilievo l'opera di livello veramente europeo che, con la realizzazione di tale affratellamento, h a compiuto il Sindaco d i quel Comune, che è un piccolo villaggio di meno di duemila anime. Al Sindaco ha risposto con la più simpatica amicizia e con l a più squisita gentilezza la contessa di Selancj, mettendo a sua volta i n rilievo come il suo sia un Paese esclusivamente di lavoratori a l cui apprezzamento non può pertanto sfuggire la serietà e la laboriosità degli italiani e dei piemontesi in modo particolare, che tanti rapporti hanno con la Francia. Il Sindaco di Manom ha dichiarato che se le miniere e le industrie siderurgiche della sua regione hanno potuto prosperare fino ad ora, è anche grazie all'apporto della mano d'opera italiana. Come il suo collega di Saluzzo, così la contessa di Selancj si è dichiarata certa che questo nuovo incontro dei tre Comuni affratellati darà frutti proficui e concreti nel quadro di quella pacifica intesa che può procedere soltanto dalla realizzazione della Comunità europea. Di particolare interesse è risultata nel pomeriggio la dettagliata visita che l e delegazioni hanno fatto ai frutteti ed agli altri impianti agricoli di Lagnasco, sotto l a guida cortese e competente del geom. Augusto Gullino e grazie alla comprensiva accoglienza di altri importanti produttori della zona. Da Lagnasco il folto gruppo di visitatori è passato allo stabilimento della Minerva Medica, dove accompagnati dall'Amministratore delegato cav. Carlo Rossi, hanno preso visione della produzione specializzata di questo esemplare complesso editoriale. I1 mattino successivo gli ospiti, ai quali si era nel frattempo unito l'inp. Renato BrLigner, VicePresidente della Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa, hanno visitato monumenti artistici della Città e del circondario, per passare poi all'esame di attrezzature industriali di grande rilievo. Infatti le delegazioni hanno compiuto una minuziosa visita alla Casa Cavassa, sostando a lungo nelle varie sale, illustrate con competenza dal prof. Balbis, ed hanno poi proseguito .. Ho il piacere e l'onore di portare - anche a nome del Presidente dell'Associazione Italiana avv. Peyron, impossibilitato a venire a Saluzzo per ragioni del suo ufficio - oltre che a vo'i, cittadini di Saluzzo, a questi nostri simpatici amici e compatriotti di Pulle e di Manom, il saluto del Consiglio dei Comuni d'Europa. I1 Consiglio dei Comuni d'Europa è nato alcuni anni or sono a Seelisberg, là dovei sei secoli fà i primi rappresentanti dei Cantoni svizzeri hanno iniziato la costruzione di quella Federazione che h a dimostrato a l mondo come popoli di lingue diverse, di usi e costumi diversi possano amarsi, affratellarsi ' e d amare, come essi amano, una Patria co'mune. Abbiamo scelto Seelisberg pesrché allora la Confederazione Svizzera fu fondata sulle libertà comunali e noi pensiamo - noi democratici di qualunque colore politico, perché nel Consiglio dei Comuni d'Europa lavoriamo gomito a gomito, senza domandarci quale sia l'appartenenza o meno a partito politico, siamo cioè per l'Europa, lavoriamo, io direi politici puri, fuori delle discussio'ni di partito - che questo sistema federativo il quale auspichiamo', basato sulle libertà comunali, sia l a migliore garanzia contro ogni avventura dei dittato'ri all'interno od all'esterno. Noi non possiamo più continuare con questo continuo pericolo di lotte fratricide, mentre noi sappiamo bene che tutti insieme dobbiamo difendere questo spirito europeo che ci può tradurre i n una esaltazione della libertà, o meglio, della verità e della bellezza, che si confondono nell'esaltazione della libertà. Ed io formulo l'augurio, certo che i nostri amici di Manom e di Pulle lo vorranno portare ai loro concittadini, che i cittadini di Saluzzo si associno all'esaltazione di questo culto della bellezza e della verità, del culto della libertà della nuova Europa, alla quale dedichiamo l'opera nostra B. Terminata la cerimonia, i n Piazza Vineis si è formato un corteo, che fra gli applausi della folla e preceduto dalla banda cittadina e dalla bandiera della città, si è recato al monumento ai Caduti. Mentre la banda intonava l e note della Marsigliese e della Brabanconne, la contessa d i Selancj e d il visconte Van de Werve, 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA accompagnati dal Sindaco di Saluzzo, hanno deposto mazzi di fiori, legati coi nastri dei rispettivi Paesi, sull'ara. Ultimata la cerimonia, il rag. Avagnina, nella sua veste di Presidente dell'Associazione Combattenti, ringraziava commosso i Sindaci ospiti per l'omaggio tributato ai Caduti. La mattinata si concludeva con una interessante visita alla Galleria d'Arte ael comm. Bertoni, che tanto ha fatto e continua a fare per l'affermazione e lo sviluppo dell'artigianato saluzzese. Al pranzo ufficiale offerto dal Comune, che riuniva tutti i graditi ospiti, i loro accompagdaturi saluzzesi nonché le principali autorità che già avevano presenziato alle manifestazioni della mattinata, si avevano simpatici scambi di omaggi fra i membri delle delegazioni e la lieta circostanza dava motivo a l Sindaco di Saluzzo. alla sua graziosa collega di Manom, a l sig. Grosse Vice-sindaco di Manom, nonché all'ing. Brugner dell'AICCE. di riaffermare, in espressioni di solidarietà lo spirito dell'affratellamento realizzato, e a brevissima d i s t a E a di tempo già così efficiente. Nel pomeriggio tutti sono intervenuti alla caratteristica edizione 1958 del Palio dei Borghi ,>,conclusasi con una serata danzante organizzata dalla << P r o Saluzzo n in onore degli ospiti. Le delegazioni sono ripartite il lunedì successivo, fra rinnovate manifestazioni di simpatia e di sincera profonda amicizia che ormai lega i tre Comuni ed i loro abitanti. I1 prossimo incontro è stato fissato a Manom per il giugno prossimo, in occasione delle celebrazioni del primo anniversario del gemellaggio: ma prima di allora, con ogni probabilità, i Sindaci interessati avranno modo di accordarsi, eventualmente in un nuovo convegno, per mettere in atto un primo sostanziale frutto dell'affratellamento che dovrebbe consistere in uno scambio di giovani nel periodo delle prossime vacanze estive. . L'incontro a Terracina dei rappresentanti dei Comuni affratellati Nei giorni 5. 6 e 7 settembre scorso si sono incontrati a Terracina i rappresentanti di alcuni dei sette Comuni che si affratellarono nel quadro dei 111' Stati Generali di Francoforte. Partecipavano alla riunione: - per Bad Homburg: il Borgomastro Karl Horn; - per Bad Mondorf: il Borgomast,ro Jean Linster; - per Coira: i Co'nsiglieri comunali Paul Engi e Hans Bernhard; - per T e r ~ a c i n a : il Consigliere comunale Renato Brugner, il Segretario comunale Cordova, il presidente dell'Associazione a Pro Terracina n Rossi, il giornalista Luigi Fedele; fungeva da Segretario il sig. Paolo Tramc'nti del Centro Sociale di Terracina. Sul tema dell'incontro, << I1 Comune C l'educazione europea dei cittadini n , l'ing. Brugner, presidente dell'Istituto europeo di studi e relazioni intercomunali e vice-presidente della Sezione italiana del CCE, h a tenuto la relazione introduttiva partendo dalla risoluzione di Liegi I Comuni focolai dello spirito europeo e dal rapporto Altmayer preparato in vista della 2a Conferenza europea dei Poteri locali Sviluppo dello spirito europeo attraverso gli scambi intercomunali 2 . Brugner ha messo in evidenza come dal rapporto Altmayer risulti chiaro che gli stessi uomini politici ritengono indispensabile l'opera e l'ausilio degli amministratori locali, per diffondere lo spirito europeo ed educarvi i cittadini. Analizzando le proposte contenute in quel rapporto, Briigner ha detto che, come programma iniziale e nei limiti consentiti dai bilanci comunali e dalle leggi che regolano nei vari Paesi I'amniinistrazione locale, tutte le ., C pro'poste potrebbero trovare attuazione. E' però estremamente utile stabilire un programma iniziale concreto, nel quale si potrebbe prendere in considerazione soprattutto: l o scambio di giovani (ospiti del Comune e di famiglie private), adoperandosi affinché questi incontri avvengano contemporaneamente fra giovani di più nazioni p'erché as,sumano il carattere di incontri europei; di stabilire nei Comuni che si affratellano un contemporaneo programma di manifestazioni europee che comprendano, fra l'altro, la denominazione di strade all'unità europea ed al nome di città affratellate; la distribuzione, ai migliosri allievi delle scuole, del nuovo libro edito a cura del Consiglio d'Europa s La nostra Europa n, pos,sibilmente con firme autografe dei Sindaci dei Comuni affratellati; di indire u n concorso a premi per fotografie a colori fra i cittadini dei Comuni affratellati, con esposizione che dovrebbe ripetersi in ognuna delle città, e success,iva pubblicazione di un opuscolo con la riproduzione delle migliori. Ha aperto la discussione sul rapporto Brugner il Borgomastro di Bad Homburg, Kasl Horn, il quale ha dato informazioni sullo Svolgimento delle vacanze nella sua città di un gruppo di 42 giovani, t r e ragazze e tre ragazzi fra i 15 e i 16 anni per ciascuno dei 7 Comuni affratellati. Horn h a riferito che i giovani sono stati alloggiati presso famiglie scelte dal Comune e che alla spesa dei viaggi e del soggiorno, pari contria circa u n milione di lire italiane, h a n n , ~ buito Regione, Kreis, Comune ed Associazioni locali. I1 risultato di questo primo esperimento è stato veramente ottimo poiché è riuscito a creare oltre che l e naturali relazioni personali fra i giovani, anche relaziomni fra Associazioni di ogni genere. I-Iorn ha infine accennato alla posssibilità d i collocare mano d'opera d i Terracina a Bad Homburg, tramite il Centro sociale. I1 Consigliere comunale di Coira, Bernhard, ha detto che finora non si è fatto molto, ed Abbonatevi a Comuni d'Europa h a assicurato che il suo Comune, al quale è di recente passato l'incarico della Segreteria dei Comuni affratellati, cercherà p e r il futuro di essere molto più attivo. Anche il Consigliere Engi di Coira crede che sarebbe bene avere a Coira giovani lavoratori d i Terracina, muratori e contadini, che potrebbero essere richiesti nell'ambito dell'affratellamento. Da ultimo Medusa di Terracina h a proposto scambi di assistenti sociali e studenti universitari. S u queste proposte si è poi aperta un'ampia discussione. Nel secondo giorno di riunione, presente anche il Segretario comunale di Terracina, si sono passati in rassegna i compiti assegnati ai Comuni in Italia, i n Germania, nella Svizzera e nel Lussemburgo, i mezzi per la loro attuazione ed i n particolare l'interesam,ento del Comune all'istruzione elementare. all'assistenza sociale e a tutte quelle attività che riguardano la salvaguardia della persona uman,a, la sua educazione, la sua morale e l e sue possibilità di vita. Infine il dott. Rossi, presidente dell'Associazione P r o Terracina ha illustrat,~il progetto per la costruzione a Terracina del primo villagio europeo 2 , sul quale Horn ha chiest'o maggiori dettagli, che sono stati suggeriti e discussi dai presenti. Alla fine della riunione, tutte l e proposte discusse sono state approvate. W , I partecipanti all'incontro del 5-6-7 settembre a Tcrracina 22 20 Gennaio 1959 COMUNI D'EUROPA 4) Ricordando l'avviso formulato alla Prima Conferenza europea dei poteri locali e la risoluzione 142 ( 1957) dell'Assemblea consultiva. 5) Presa visione dei la effettuati dalla Comunità europea d i credito comunale e particolarmente 1'Avant-Projet-Revisé presentato dal prof. Robert Mossé. 6) Invita i Comuni a promuovere iniziatiy~e l à dove ancora no'n esistano - per l a creazione di Istituti nazionali di credito comunale gestiti dai rappresentanti delle autorità locali, in modo da facilitare la realizzazione dei prestiti necessari alle Città e ai Comuiii, e ad assolvere l e necessarie funzioni d'intermediario fra questi e i loro prestatori. - 7) Auspica che i Governi favoriscano dappertutto iniziative similari. 8) Dà avviso della necessità di creare molto rapidamente un Istituto europeo d i credito dellc collettività locali e regionali indipendentemente dagli sforzi che devono essere perseguiti su scala nazionale. 9) Ritiene che tale Istituto debba assumere il carattere di Società mista i cui membri dovrebbero essere i Governi. gli Enti pubblici (Casse di Risparmio, Casse di Assicurazioni e Riscatto, ecc.) ed altri organismi. 10) Ritiene che l'Istituto debba essere dotato di un ingente capitale iniziale. UDINE 11) Ritiene che l'Istituto debba rivestire le cariche di Consigliere, di intermediario, di assicuratore e di bancario; e che in particolar modo dovrà apportare delle garanzie di cambio e di trasferibilità per i prestiti delle collettività locali. - Lalloggia municipale Seguendo uno degli scopi particolari del Consiglio dei Comuni d'Europa, l e città consociate d i Udine, Esslingen om Neckar (Germania) e Vienne (Francia), in preparazione della solenne cerimonia del gemellaggio, hanno dato inizio alla formazione di rapporti fra le singole popolazioni con lo scambio reciproco di giovani delle città. Infatti 25 giovani studenti udinesi d'ambo i sessi, i n età fra i 15 e i 20 anni, furono dapprima ospiti, dal 16 al 3C luglio u.s., della Città d i Esslingen, dimorando presso l e famiglie di altrettanti ragazzi del luogo; e successivamente accolsero a loro volta nelle proprie case i giovani amici d i Esslingen, che dal lo al 15 agosto furono ospiti del Comune di Udine. L'accoglienza ricevuta ad Esslingen dai ragazzi udinesi f u festosa e cordialissima, da parte delle famiglie ospitanti, delle Autorità locali. della stampa, della popolazione tutta; era stato approntato per essi un programma quanto mai vario ed interessante di gite turistiche, di visite ad aziende industriali, di trattenimenti. A sua volta, Udine, con la calorosa collaborazione d i Enti e Ditte private, o~ganizzò per i giovani ospiti di Esslingen un nutrito programma, comprendente tra l'altro visite ai musei e monumenti artistici locali e della pro#vincia (Udine, Cividale e Aquileia), visite ai maggiori complessi industriali della zona (Ferriere Bertoli, Cotonificio Udin,ese, i m p i a n t i SFE/SADE, fab~brica Za,nussi di Pordenone), gita a Grado, Lignano, Venezia ed altre località caratteristiche friulane. Merita rilievo il fatto che l'iniziativa del Comune f u appo'ggiata simpaticamente e8d unanimamente non solo dagli Enti (Amministrazione Provinciale, Comuni di Cividale, Pordenone, San Daniele, Azienda di Soggiorno di L i g n a no', Ente Provinciale Turismo, Rotary Club, Cine Club Udinese, ecc.) ma a,nche dalle Aziende industriali, che fecero a gara nell'offrire ai giovani germanici la possibilità di visitare minuziosamente i rispettivi impianti, ponendo i prmpri dirigenti e tecnici a disposizione del gruppo. E' stata infine motivo di gran,de soddisfazione la simpatia e la cordialità di cui tutta la cittadinanza ha circondato i giovani ospiti. Questo primo esperimento di s'cambio ha avuto in complesso esito felicissimo, e certamente sarà ripetuto e perfezionato in avvenire. Esso ha confermato l'utilità dei contatti diretti, che a t t r a v e r s , ~i vincoli personali rafforzano i legami di amicizia fra i popoli ed il se~ntimento dell'affratellamento europeo. Pertanto il Comune di Udine ha i n animo di sviluppare la iniziativa, estendendola anche ad altri campi (culturale, fo~lcloristico, commerciale, ecc.), ed ha allo studio dei progetti per la realizzazione di ulteriosri scambi nell'anno venturo', sia con la Città di Esslingen che con l'altra città a gemella B di Vienne (Francia). L a C E C C a Torino (da pag. 17) In vasta d e l l a C E P L 1) Desiderando realizzare l e aspirazioni degli Amciinistratori locali già poste in rilievo durante gli Stati generali di Versailles, Venezia, Francoforte-Bad Homburg e Liegi; ritenendo necessaria la partecipazione dei rappresentanti dei Poteri locali all'edificazione dell'Europa fornendo loro i segni tangibili della solidarietà europea. ' 2) Co'nsiderando che un organismo di credito per le collettività comunali e regionali su scala europea, permetterebbe a queste di trovare capitali a co'ndizioni migliori. 3) Tenendo presiente le disposizioni del Trattato di Roma riguardanti la progressiva liberazione della circolazione dei capitali e la creazione di una Banca Europea di Investimenti. 12) Ritiene che gli investimenti debbano permettere lo sviluppo dei Comuni e delle Regioni nonché lo sviluppo della loro infrastruttura economica, sociale e culturale 13) Pone in evidenza ai Governi i1 vantaggio che si otterrebbe, in alcuni casi, effettuando i prestiti alle collettività locali in unità UEP (dollaro europeo definito come eyuivalente a 888 mgr di oro fino) che preluderebbe a una moneta europea comune, complemento indispensabile del Mercato comune. 14) Auspica che idonee misure siano prese per l'attuazione delle disposizioni del Trattato di Ro~ma riguardanti la mobilità dei risparmi, al fine di permettere il collocamento dei titoli locali in tutto il mercato finanziario. 15) Confida nella CECC e la invita a proseguire i suo sforzi tendenti i n primo luogo alla costituzione di un Istituto europeo di Credito comunale. 16) Auspica che una stretta collaborazione sia stabilita tra l'Istituto in formazione e la Banca Europea d i Investimenti. 17) Invita i Governi a prendere o a favorire tutte l e disposizioni (Conferenze, riunioni di esperti, ecc.), destinate a elaborare gli Statuti delllIstituto e a porlo i n grado d i funzionare entro il più breve tempo possibile. Riunione esperli EEG! a lussemburi n Nei giorni 27 e 28 o'tttobre scorsot si è svolto a Lussemburgo un importante Convegno di esperti (il secondo) promosso dalla Comunità Europea di Credito comunale. E' intervenuto anche l'on. Giacchero', membro dell'Alta Autorità della CECA, e con lui alcuni alti funzionari della Divisione finanze della CECA stessa. I1 Convegno ha proceduto a uno scambio di pareri su questioni generali di impostazione economica e finanziaria di un Istituto europeo di Credito comunale. e all'analisi di un progetto di Statuto di Istituto. Nei prossimi numeri del nostro periodico daremo maggiori notizie del Co'nvegno lussemburghese.