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Spedizione In abbonamento postale Gruppo Il1
N. 1 20 Gennaio 1959
Direzione e Redaz.: Via Lombardia, 30 ROMA
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O R G A N O MENSILE D E L L ' A S S O C I A Z I O N E
I T A L I A N A PER I L C O N S I G L I O D E I C O M U N I
D'EUROPA
Una proposta ai nostri amministratori locali
G'UGLIELMO USELLINI
Numerosi cominciano a diventare gli eumatico, ma per tenere unito dove poss'ibiropeisti, ma pochi hanno ancora il privilegio
bile - non certo a prezzo di compromessi
di poter essere considerati - di pieno diritsull'essenziale - il fronte del federalismo
to - europei. Si diventa europei non quando,
europeo; che coltivava difficili amicizie e
privi di una propria radice nazionale o di donava oscuramente il proprio contributo
una quals,iasi radice, si trovi un conforto al
intellettuale, senza avere la passione di svolproprio egocentrismo nei cenacoli intelletgere il ruolo dell'eminenza grigia; che semtuali dell'Europa; né quando, viaggiando sulbrava, ancora dopo anni, spaesato e solo in
la cresta delle onde, si visitino l e capitali
quella Parigi, che lo accoglieva come Segrepolitiche ed economiche del continente per
tario Generale dell'Union Européenne des
accrescere, sotto l'etichetta unitaria, il poFédéralistes e dove tanti lo stimavano e gli
tere proprio o di un proprio gruppo. Anche
volevano bene.
ciò - lo ammettiamo senza esitazione Usellini era nato cinquant'anni fa ad Arofinisce per far confluire energie a favore
na, in provincia di Novara. Si era laureato
dello scopo che vogliamo raggiungere: ma
in Lettere e in Scienze economiche e a vennon è qui che si trova quel primo slancio
tiquattro anni, nel 1930, fo'ndò una rivista,
morale, onde l'idea s'è incarnata inizialmente
l'« Arca », proibita due anni dopo dal gonella pratica, e si insiste a farla valere ogni verno fascista perché « troppo libera ». Si
volta che difficoltà o insuccessi sembrino dedicò allora a sceneggiature cinematografitornare a confinarla nel regno delle utopie. che. Scoppiat,~il secondo conflitto mondiale
Europei sono coloro che, non di rado, viagdal 1941 al 1943 Egli fu, insieme a Rollier e
giano a malincuore per l'Europa;
a Ursula Hirschmann, tra i principali diffu. che tenacemente italiani, o addirittura paesani, fatisori del Manifesto federalista europeo di Vencano a trovare il punto di incontro affettivo, totene, redatto da Rossi e Spinelli. Nel 1942
sentimentale, co'i tedeschi o coi francesi o fondò in Italia il primo - crediamo - giorcon gli ollandesi; che tuttavia, rischiando la nale clandestino per l'unità democratica del
solitudine, abbandonando sovente studi precontinente: « L'Unità europea ». D'urante i
diletti o mestieri congeniali, si dànno alla quarantacinque giorni badogliani fu arrestato
politica, a cui in molti casi non si sentono per avere dato diffusione a un volantino
portati, in ciò sospinti da un senso profondo
che incitava alla lotta contro il nazismo, indel dovere, il dovere di non lasciar nulla
tesa quale premessa dei liberi Stati Uniti
di intentato per la costruzione di un'opera,
d'Europa. Dopo 1'8 settembre partecipò atche è pienamente giustificata e sollecitata tivamente alla lotta partigiana, organizzando
dalla storia e dalla ragione: l'Europa fedenelllItalia Settentrionale una rete di resirata. Guglielmo Usellini, che d a poche setstenza: ciò lo portò nel 1943 all'arresto. Alla
timane ci ha lasciato, era un europeo.
fine del 1944 riuscì a sfuggire alla deportaSiamo in molti ad aver provato un senso
zione, si diede alla macchia e infine riparò
di malinconia per Usellini, che, «comandato >> in Svizzera. Qui, con gli esiliati di vari Paesi
dalla disciplina europea nel suo bureau di
del Continente, fondò a Ginevra il Centro di
r u e de l'Arcade, svolgeva una mole enorme
Studi Federalisti, che elaborò un progetto
di lavoro, senza la gioia dei faticoni, anzi
di Costituzione degli Stati Uniti d'Europa.
spesso con l'aria stanca o preoccupata; che
Rientrato in Italia nell'aprile 1945, riprese
sedava con pazienza infinita l e risse fra i
la sua regolare carriera giornalistica, dedidiversi teologi dell'unità europea (spesso candosi parallelamente alle battaglie del
attirandosi sfumature di compatimento) non
Movimento Federalista Europeo (italiano):
perché avesse particolari vocazioni di diplonel 1947 fu a Montreux tra i fondatori del1'Union Européenne des Fédéralistes. Di questa - quale infaticabile membro del ComiIn luogo dell'ultimo numero di « Cotato Centrale Internazionale - organizzò a
muni d'Europa » per il 1958, è stato
Roma il grande Congresso del novembre 1948.
inviato agli aventi diritto l'opuscolo
Fu eletto in quell'occasione Segretario Gene« Statuto e documenti fondamentali »,
rale Aggiunto dell'UEF, divenendone nel
redatto a cura deU7Ufficiodi Segreteria
1950 Segretario Generale: carica quest'uldell9AI0CE. Pertanto non è uscito il
tima, che h a retto ininterrottamente sino alla
n. 12/1958 del nostro periodico.
morte.
Dopo Montreux diede sempre un contributo fondamentale alle pii1 coraggiose iniziative per l'unità europea, dal primo Congresso di L'Aja del Movimento Europeo
(1948) alla petizione per il Patto federale
del MFE italiano (del 1950), dalla Conferenza giuridica di Lugano (1951) al Consiglio dei Popoli di Strasburgo (1952), dalla
campagna per la CED (1953) alla politica,
intransigente e fortemente polenlica contro
l'europeismo « ufficiale », del << nuovo corso >)
e del Congresso del Popolo Europeo. Sul
piano dell'intransigenza e della critica, Usellini non si lasciò mai, per altro, scivolare su
posizioni giacobine o esclusiviste, si sforzò
sempre di capire le ragioni degli avversari,
moltiplicò i contatti umani.
Sensibile ai richiami della sua vecchia
professione, Egli si preoccupò costantemente
della funzione, che spetta alla stampa nell'informare l'opinione pubblica dei problemi
reali dell'unificazione europea. Nel luglio
1952, sulle rive del Lago di Como, organizzò
a Bellagio un primo incontro euro'peo della
stampa, e nell'aprile 1954 a Venezia un secondo incontro, al quale partecipò un migliaio
di giornalisti di tutto il Continente. Nel 1956
fu tra i fondatori delle « Nouvel!es Européennes et Mondiales ».
Guglielmo Usellini era sofferente di cuore,
e i medici e gli amici da tempo gli raccomandavano di limitare il suo lavoro: ma Egli
è voluto morire sulla breccia. Naturalmente
20 Gennaio 1959
la grande stampa, quotidiana e settimanale
il, cui compito è di informarci, e di informare i giovani, sugli umori dei grandi della
terra, sulla vita sentimentale delle prostitute,
sulle ambizioni dei monopolisti della cultura
e sui crimini più « gialli », più crudeli, più
folli - non poteva attardarsi su Usellini:
è noto, del resto, che la storiografia a fumetti - che è quella che prevale - è pronta
a riconoscere meriti maggiori, in relazione
all'unità europea, a un Winston Churchill
che a un Guglielmo Usellini. Ma la nostra
scuola non vorrà ricordare la luminosa figura di un Uomo rettilineo, modesto, buono,
che tanto aveva in sé di quello che pensiamo
il cittadino ideale della nuova Europa? La
avventura spirituale di Usellini è certo molto
più educativa, e in definitiva affascinante,
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di quella di tanti uomini monumentali, di
cui si racconta dalle nostre cattedre: e vogliamo, allora, raccontarla?
Per rimanere su un terreno concreto proponiamo ai colleghi dell'Association Européenne des Enseignants di farsi promotori di
una campagna per l'intitolazione a Guglielmo
Usellini di scuole di ogni ordine e grado; e
di persuadere qualcuno dei massimi editori
a stampare per i giovani una sua Vita (che,
d'accordo, bisogna saper scrivere). Dal canto
nostro proponiamo ai nostri colleghi amministratori lacali di onorare le nostre città
intitolando vie e piazze a questo grande italiano, che fu un grande italiano proprio perché, giorno per giorno e con fatica e senza
speranze personali, seppe essere un autentico europeo.
In m a r a i n e a l l a ~ r o ~ o s Martini
ta
Per un questionario funzionale
Esigenza di utilizzazione delle esperienze nazionali e di armonizzazione amministrativa
La proposta del collega Gianfranco Martini di Lendinara, per un questionario in
materia di educazione popolare, istruzione
della gioventù, rapporti fra economie locali
e MEC, ecc., che l'Istituto europeo di studi
e relazioni intercomunali dovrebbe redigere
e distribuire agli Enti locali dei Paesi del
CCE, non può non trovare consenzienti quanti - europeisti, federalisti, comunalisti hanno a cuore la ~o~llecita,
e quanto più possibile armonica, realizzazione delle finalità
del CCE.
Benissimo anche la pubblica discussione
degli anzidetti argomenti, al fine di interessare direttamente e co'ncretamente i cittadini ai lo'ro problemi ed a quelli europei,
e di svolgere efficace azione di propaganda,
in profondità, nell'ambito delle comunità locali.
Sarebbe peraltro necessario, a nostro avviso, di precisare le finalità pratiche, oltre
quelle di carattere propagandistico, che lo
Istituto europeo di studi e relazioni intercomunali dovrebbe conseguire dalle risultanze dei dibattiti, tradotte, attraverso i
questionari, in formule schematiche e opportunamente coo'rdinate. Perché dobbiamo
escludere che il collega Martini abbia inteso
la sua proposta limitata a scopi di propaganda e di discussione accademica, ed anche
alla semplice informazione e documentazione - indubbiamente interessanti, ma improduttive - su determinate materie.
In altri termini riteniamo che l'indicazione
specifica delle possibilità di utilizzazione di
dati, di aspetti, di formulazioni, attinti direttamente, saggiando la pubblica opinione, gioverebbe non soltanto alla dialettica dei dibattiti, ma altresì e particolarmente all'azione
costruttiva del CCE e dell'IESRI.
Ma noi siamo stati interessati dagli amici
di « Comuni d'Europa >> alla proposta Martini, evidentemente a cagione di un innocente equivoco. Infatti avevamo più volte, e
in varie sedi, prospettato la necessità e la
utilità di uno studio comparativo degli ordinamenti locali, della legislazione locale, soprattutto della finanza locale, dei Paesi del
CCE. 11 che non ha attinenza, evidentemente,
col questionario Martini.
Siamo peraltro convinti della esigenza di
armonizzare in quanto possibile, gli ordinamenti amministrativi e il governo locale dell'Europa di domani, provocando una specie
di processo di simbiosi intercomunale, con la
scambievole utilizzazione delle esperienze
singole, per migliorare e sviluppare, nel
quadro delle condizioni locali dei singoli stati,
la vita delle comunità minori e l'amministrazione dei loro interessi più diretti; e ciò,
non mediante un eclettismo rigido e assoluto, ma attraverso la scelta sapiente e l'adeguamento più consono alle varie situazioni
ed ai problemi particolari. Si tratta in sostanza di ridurre al minimo lei difformità,
le disparità, le distanze.
Anche nel quadro della Comunità Economica Europea è del resto prevista, mediante
numerose modificazioni normative, amministrative, giurisdizionali, l'armonizzazione delle legislazioni dei Paesi membri.
In effetti, nella costruzione ideale dell'Europa - e della stessa piccola Europa che è nei nostri disegni e nelle nostre
aspirazioni, abbiamo l'impressione che si
prescinda troppo spesso da realtà obiettive
che invece bisognerà affrontare anche a
livello più alto di quello dei Comuni e delle
Regioni, in quanto interessano la stessa struttura politica degli Stati Membri; a meno
che non si creda, e noi dissentiamo decisamente, di fare veramente l'Europa con le
varie Comunità economiche, senza cioè unità
politica, unica salvaguardia, questa, anche
della efficienza e della continuità di esse, ma
soprattuto unica garanzia per cementare la
solidarietà morale, oltre che fisica ed economica, dei popoli europei.
Quelle realtà obiettive esigono un superamento, sia pure graduale; superaiiiento che
non implica piatta uniformità di strutture
e di sistemi, e che tuttavia comporta un minimo di omogeneità politica e il concorde
rispetto, per tutti gli Stati membri, ed anche
all'esterno di essi, del metodo democratico
e degli istituti fondamentali che da esso derivano per la vita delle moderne democrazie.
Non si f a l'Europa con un'accozzaglia di
regni e di repubbliche, di colonialismo, di
gaullismo, di incrostazioni feudali, di condizionamento delle libertà. L'Europa nascerà
viva e vitale soltanto se saprà liberarsi delle
vecchie scorie e dei complessi che la condussero più volte nella storia, allo sfacelo.
Se no, nascerà bacata e non durerà.
Ma questo è un discorso che non può trovare qui la sede più opportuna, e che andrebbe sviluppato', e questo ci porterebbe
lontano, come lontani siamo già dal tema
che dovevamo trattare, ed al quale succintamente ritorniamo.
Nell'ambito delle nostre amministrazioni
locali, gli innumerevoli problemi di ordine
generale e particolare che si pongono alla
attuazione sia del legislatore, sia degli amministratori, finiscono con l'avere soluzioni
(quando le hanno), niente affatto originali,
spesso inidonee o irrazionali, e ciò anche per
difetto di fantasia e di conoscenza delle altrui
esperienze e soluzioni in circostanze analoghe. Di esperienze e soluzioni, si badi bene,
già da altri Paesi o da altri anche prossimi
Comuni adottate con profitto e già passate
al vaglio della critica e al collaudo della
pratica.
Con questo non si vuol dimostrare che
dobbiamo imparare tutto da altri, ma soltanto che è deteriore agitarsi pigramente nel
proprio stagno, senza una visione anche approssimativa dei metodi e delle tecniche altrui. E il discorso che qui facciamo per noi,
è indubbiamente riversibile, in quanto la
pigrizia mentale non è certo un difetto esclusivo degli italiani.
Finanza locale. Da noi si discute, da sempre, di abolire le imposte di consumo, di
ridurre l'imposizione indiretta inasprendo
quella personale, di migliorare la perequazione tributaria, di assicurare l'autosufficienza finanziaria agli Enti locali, ma non si
tiene conto, ad esempio, che in Belgio è
fatto divieto di riscuotere imposte sui consumi e sul bestiame; che, pure in Belgiol, le
imposte locali sono scelte liberamente dai
Comuni, sia pure con le opportune guarentigie per i contribuenti e nei limiti delle
effettive necessità del bilancio comunale.
Né si tiene conto della varietà dei sistemi
di controllo, delle forme di autonomia locale
vigenti in altri Paesi; si ignorano lei antinomie e le concordanze degli stessi problemi
e dei metodi di amministrazione (attribuzioni e funzioni degli organi rappresentativi,
ordinamenti contabili, lavori pubblici, istruzione, assistenza sociale, ecc.).
E' per ovviare a questa diffusa carenza di
informazione e per offrire una sia pure compendiosa documentazione ai nostri Enti locali, e quindi a quelli degli altri Paesi, della
piccola Europa, che noi prospettammo, e insistiamo nella proposta che affidiamo alla
sagacia dell'amico Briigner, l'opportunità e
l'utilità della raccolta, per materia e per
paesi, di dati illustrativi, riassunti possibilmente in quadri sinottici comparativi, almeno
per le materie essenziali alle quali abbiamo
accennato, e che offriranno interessante materiale di studio nei vari Stati e, auguriamoci, di introduzione del meglio1 » in ciascuno di essi muovendo dalla conoscenza
dello status delle rispettive legislazioni, delle
varie dottrine e delle prassi regionalmente
più diffuse.
La nostra proposta, come si vede, anche
se diversa da quella del collega Martini, non
è con essa in contraddizione e, in certo modo
e in altro settore, muove da presupposti non
dissimili e può esserle di complementare
utilità.
Vincenzo Ciangaretti
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
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LA SECONDA CONFERENZA EUROPEA DEI POTERI LOCALI
E LA COSTITUZIONE DEL COMITATO A SEI
Dal 29 al 31 ottobre u. S. si sono riuniti a
Strasburgo, per la seconda sessione della
Conferenza Europea dei Poteri locali (CEPL),
circa centotrenta amministratori locali, rappresentanti più di 100 mila Comuni ed altri
Enti territoriali, designati dalle Associazioni
nazionali di Poteri locali indicate dalla Commissione dei Poteri locali dell'Assemblea
consultiva del Consiglio d'Europa, dopo consultazione del Consiglio dei Comuni d'Europa
e dell'Union znternationale cles Villes (organizzazioni entrambe dotate dello statuto consultivo del Consiglio d'Europa).
Alla seconda sessione della CEPL sono
stati sottoposti cinque pareri, illustrati dai
rapporti Altmayer su « Sviluppo dello spirito europeo attraverso gli scambi intercomunali »; Hay su « I Poteri locali e il problema degli alloggi in Europa »; Pinton (con
allegato Avanprogetto riveduto di Istituto
europeo di credito alle collettività locali, di
Mossé, Segretario generale della CECC) su
« Organizzazione su scala europea del credito
alle collettività comunali e regionali »; Radius su « Incidenze locali dell'integrazione
economica europea »; Santero su « Partecipazione dei poteri locali alla creazione e
all'attività delle istituzioni europee ». La
CEPL ha inoltre preso atto del rapporto
d'attività del suo ufficio di Presidenza (Bureau) per l'intersessione 1957-1958, e di una
comunicazione della Commissione culturale
dell'Assemblea consultiva, presentata da van
Remoortel.
Alla Conferenza l'Italia era rappresentata
da 18 delegati titolari e da t r e delegati supplenti, così divisi per Associazione. Per
1'AICCE: titolarz: prof. Livio Antonioli, Sindaco di Monteforte d'Alpone e Tesoriere
della Sezione italiana del CCE; ing. Renato
Brugner, rappresentante del Comune di Terracina e Vice-Presidente della Sezione italiana del CCE; dott. Lamberto Jori, Assessore al Comune di Milano; avv. Amedeo
Peyron, Sindaco di Torino e Presidente della
Sezione itaiana del CCE; prof. Umberto Serafini, Consigliere comunale di Palazzo Canavese e Segretario generale della Sezione
italiana del CCE; avv. Giancarlo Zoli, rappresentante del Comune di Firenze e Consigliere del Comitato economico e sociale della
CEE in rappresentanza dei Poteri locali;
avv. Nicola Buracchio, Vice-Sindaco di Chieti; supplenti: dott. Aurelio Dozio, Sindaco
di Meda; dott. Joachin Dalsass, Sindaco di
Laives. Per l'Associazione Nazionale Comuni
d'Italia (ANCI): titolari: avv. Francesco Cavallaro, Assessore al Comune di Roma; professor Angelo Monfredi, Sindaco di Taranto;
on. Virtorio Pertusio, Sindaco di Genova;
avv. Riva-Crugnola, Sindaco di Arcisate;
avv. Luigi La Ferlita, Sindaco di Catania;
avv. Giorgio Andreoli, Consigliere provinciale di Roma; dott. Giovanni Santo, Segre-
Un aspetto dell'aula durante la Conferenza
tario generale dell'ANC1; supplente: sig. Vasto Puccini, Sindaco di Campi Bisenzio. Per
l'Unione delle Provincie d'Italia (UPI): titolarz: ing. Francesco Carpeggiani, Presidente
dell'Amministrazione Provinciale di Ferrara;
avv. Adrio Casati, Presidente della Provincia di Milano; prof. Giuseppe Grosso, Presidente della Provincia di Torino; avv. Giovanni Maggio, Presidente della Provincia di
Genova e Presidente dell'UP1.
All'inizio della sessione l'assemblea plenaria della CEPL ha eletto i1 nuovo Bureau,
che è risultato così composto: Presidente:
Chaban-Delmas; Vice-Presidenti: Anderson,
Dardel, de Gou, Klett, Merlot, Peyron e
Rippon. Poi si è proceduto alla costituzione
del Comitato a Sei. Questo Comitato è specificatamente incaricato di assicurare il collegamento tra la CEPL e l e Istituzioni dell'Europa a Sei (Comunità per il Carbone e
per l'Acciaio, Comunità Economica Europea
- cioè il MEC -, Euratom). Esso procede
ai contatti, inchieste o studi necessari sulle
incidenze locali delle attività delle 3 Comunità e, ogni volta che lo ritenga utile, riferisce al Bureau della CEPL, che decide di
sottoporre le relazioni alla CEPL stessa: ai
voti, ai quali la CEPL può essere chiamata
a procedere in questo caso, partecipano solo
i Delegati dei Paesi membri delle 3 Comunità
(CEPL a Sei). Sono stati chiamati a formare
il Comitato a Sei: per la Francia, ChabanDelmas, Dardel e Poher; per la Gennania
federale, Klett, Roser e Wormit; per l'Italia,
Cavallaro, Peyron e Serafini; per il Belgio,
Merlot e Ronse: per l'Olanda, de Gou e Wytema; per il Lussemburgo, Cravatte (secon-
do il regolamento, il Presidente e i Vice-Presidenti della CEPL appartenenti ai Sei vi
sono entrati di diritto; gli altri sono stati
eletti direttamente dall'assemblea plenaria).
I1 Comitato a Sei, riunitosi a latere della
CEPL, ha eletto suo Presidente il belga
Merlot.
I1 Presidente Chaban-Delmas ha sottolineato che era la seconda volta che la CEPL
si riuniva a Strasburgo, città in cui per l a
prima volta si è riunita l'Assemblea Parlamentare Europea (l'Assemblea comune alle
3 Comunità dei Sei); è stato lieto di salutare
gli osservatori della Finlandia, della Svizzera e della Jugoslavia, osservando che la
loro presenza indicava che il campo d'azione
dell'Europa si estende al di là dei limiti imposti dalle circostanze; ha dichiarato che
niente vieta agli amministrato'ri locali di rimanere nei limiti delle loro competenze senza
per questo rinunziare all'instaurazione politica dell'Europa unita.
Nell'ambito della seduta inaugurale della
CEPL Dehousse, Presidente dell'Assemblea
Consultiva del Consiglio d'Europa, ha rimesso il Premio d'Europa ai Sindaci delle città
di Vienna e dell'Aja. I1 turco Borovali, in
rappresentanza del Comitato dei Ministri del
Consiglio di Europa, si è detto lieto che la
consegna del Premio d'Europa abbia coinciso
con la seconda sessione della CEPL.
La seconda sessione della CEPL h a avuto
un importantissimo riconoscimento di principio con gli interventi dei rappresentanti
dell'Alta Autorità della CECA e della Commissione della Comunità Economica Europea.
Giacchero, membro dell'Alta Autorità della
COMUNI D'EUROPA
CECA, ha dichiarato che l'Alta Autorità segue con mo'lto interesse i lavori della CEPL
e ha accettato volentieri di incontrarsi con
i rappresentanti delle Autorità locali. Parlando della proposta, secondo la quale l'Alta
Autorità potrebbe dare un aiuto finanziario
alle collettività regionali e locali per l'esecuzione dei loro programmi, Giacchero ha
fatto osservare che l'articolo 54 del Trattato
permette all'Alta Autorità di finanziare i lavori che possano contribuire a incrementare
la produzione e a facilitare lo smercio dei
prodotti. E' in questo spirito che l'Alta Autorità ha predisposto il suo programma di
finanziamento degli alloggi. L'azione iniziata
dall'Alta Autorità è in questo campo molto
vasta: i cinque programmi dell'Alta Autorità
contemplano 60.000 alloggi per i1 1960. Per
giungere a questo risultato, l'Alta Autorità
ha condotto una vera e propria politica regionale e locale, e ha mantenuto - secondo
contatti costanti con le co~lletGiacchero
tività locali, per il tramite delle Commissioni
regionali. L'oratore ha affermato che nessuna
iniziativa può attuarsi senza il concorso dei
Comuni: questi ultimi hanno tutto l'interesse
di ottenere la cooperazione dei servizi dell'Alta Autcrità. L'Alta Autorità - sempre
secondo Giacchero - si è preoccupata innanzi tutto del reimpiego dei lavoratori licenziati. Sono stati previsti aiuti per i centri
di riqualificazione. Altre possibilità, quelle
soprattutto previste dall'articolo 56 del Trattato della CECA, concernono la creazione di
nuove attività. Due raccomandazioni dell'Assemblea consultiva sono state adottate in
un'epoca in cui la CECA era la sola istituzione a poter rispondere all'appello delle
Autorità locali. Da allora altre istituzioni
hanno visto la luce e potranno anche esse
aiutare le autorità locali. L'insediamento di
queste nuove istituzioni è ben lungi dall'essere terminato, ma le Autorità locali possono essere sicure di trovare in queste istituzioni un valido appoggio per le loro iniziative. Giacchero ha concluso dichiarando
che l'Alta Autorità ha l'intenzione di incrementare per l'avvenire i suoi contatti coi
Poteri locali.
Petrilli, membro della Commissione della
Comunità Economica Europea, a nome del
Presidente Hallstein ha ringraziato la CEPL
dell'invito rivolto alla Comunità. Non si può
avere una vera integrazione fra i Sei Paesi
- ha aggiunto Petrilli - senza la collaborazione della forza autonoma dei Comuni.
La CEE si preoccupa di conservare i contatti con le collettività locali e di mantenere
i rapporti migliori co'n la CEPL e con tutti
i Paesi liberi d'Europa, in maniera di creare
una coordinazione efficace tra le iniziative
private e le iniziative pubbliche. I1 problema
dell'espansione economica esisterebbe con o
senza il mercato comune: quest'ultimo apre
soltanto la strada a soluzioni più favorevoli.
Bisogna anche ricordare - ha aggiunto Petrilli - che il Trattato riconosce ii legittima
intervento dei poteri regionali. La CEE è
stata lieta dell'orientarnento dei lavori della
CEPL e la presenza di un suo rappresentante ha voluto essere una prova della volontà di cooperazione della Comunità.
I1 lavoro più analitico e costruttivo della
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20 Gennaio 1959
CEPL si è svolto nell'ambito delle 5 Commissioni, in cui - in corrispondenza dei
5 rapporti principali - si sono ripartiti i Delegati. La Commissione per le finanze locali
è ctata presieduta dall'italiano Pertusio e
vi ha partecipata il Presidente dell'AICCE
e della CECC, Peyron: i suoi lavori erano
quanto mai delicati, vista la posizione polemica verso il progettato Istituto europeo di
credito comunale assunta dall'llnion internationale des Villes. Nel complesso Van
Audenhove, esperto mobilitato dall'UIV per
fare da co'ntraltare al segretario generale
della CECC Mossé, ha compiuto un'opera
di opposizione molto più moderata di quanto
i disgregatori dell'UIV avrebbero desiderato,
ha finito per dichiararsi leale verso la CECC
- ai cui lavori torinesi ha già altra volta
partecipato - e, lungi dal portare argomenti
decisivi in senso contrario, ha piuttosto sottolineato problemi che tendono vieppiù a
dimostrare che l'eventuale costituzione sopranazionale di un Istituto eu.ropeo di Credito
ccmunale deve essere limitata, per ora, ai
Sei Paesi del MEC, con un'associazione assai
elastica, semplicemente « confederale » di
Istituti nazionali di Credito ai Po'teri locali
dei Paesi esterni ai Sei (questo Van Audenhove non ha detto, ma può essere la derivazione logica della sua impostazione).
I lavori di
vimento Europeo; ha citato varie esperienze
di Stati federali, per sottolineare la funzione
politica. dei Poteri locali; ha distinto, nel
processo di costruzione delle istituzioni europee, una fase attuale o provvisoria, una fase
costituente, una fase finale (costituzione dello
Stato federale), invitando a non confondere
le diverse fasi; ha invitato soprattutto gli
esitanti amministratori locali olandesi - che
pure come semplici cittadini sono notoriamente all'avanguardia del federalismo europeo - ad assumere responsabilità politiche
europee anche in funzione della loro carica,
data l'eccezionalità rivoluzionaria della costruzione degli Stati Uniti d'Europa, che non
ammette particolarismi, patriottismi di organizzazione o riserve mentali.
Nella Commissione per lo sviluppo dello
spirito europeo mediante scambi intercomunali e nella Commissione sulle incidenze
locali dell'integrazione economica europea
hanno svolto una partecipazione di importanza assai larga rispettivamente Brugner,
Vice - Presidente dell'AICCE e Presidente
dell'Istituto Europeo di Studi e Relazioni
intercomunali, e Giancarlo Zoli, membro dell'Esecutivo dell'AICCE e Consigliere del Comitato economico e sociale della CEE e del!'Euratom (Zoli, eletto Vice-Presidente della
Commissione, ha illustrato in Assemblea ple-
iiria delle ~Commissiorii
La Commissione generale, istituzionale , e
politica, ha ascoltato un caldo discorso dell'Assessore di Roma, Cavallaro, e due vigorosi e determinanti interventi del Segretario
generale dell9AICCE, Serafini. Serafini ha
difeso i principi informatori del rappo~rto
Santero, chiarendone alcuni aspetti a suo
avviso fraintesi; ha richiamato aspetti della
Costituzione della Germania federale per difendere, con riferimenti comparativi, alcune
istanze costituzionali del Consiglio dei Comuni d'Europa, avversate dai rappresentanti
dell'UIV; ha criticato alcuni punti del progetto costituzionale europeo del Comitato
d'Azione del Movimento Euro'peo, richiamandosi all'impostazione originale di Dehousse al Congresso di Roma (EUR) del Mo-
naria due dei documenti preparati dalla Commissione stessa).
Un bilancio provvisorio della seconda sessione della CEPL risulta positivo. Problemi
ne sono sorti, e questo dimostra la sua vivacità ed apertura: per esempio alcuni rappresentanti italiani e francesi di Poteri locali
intermediari (Province, Départements) hanno
lamentato un loro insufficiente inserimento
nei lavori della Conferenza; per esempio sul
Credito ai poteri locali le tesi diverse non
sono state ancora composte (e non potevano
esserlo in quella sede). Grande importanza
ha rivestito agli effetti positivi il varo del
Camitato a Sei, che prelude a un'associazione
più stretta e differenziata - in sede anche
istituzionale - degli amministratori locali
dell'Europa a Sei rispetto agli esterni (e ciò
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
n o n p e r scavare un fosso verso gli esterni,
m a p e r poter c a m m i n a r e p i ù s v e l t i f r a i Sei,
visto c h e l e condizioni obiettive lo p e r m e t tono).
R i m a n e l a condotta scandalosa dell'Union
internationale des Villes, c h e ancora u n a
volta h a f a t t o d i t u t t o p e r spaccare il f r o n t e
europeista degli amministratori locali, p u r
senza riuscirvi. Gli olandesi a d e r e n t i all'UIV,
n e i m o m e n t i culminanti della seconda ses-
sione della C E P L h a n n o sentito piuttosto il
richiamo della disciplina europea c h e quello
d e l patriottismo d i organizzazione; gli inglesi
(svolgendosi i n q u e i giorni, i n a l t r e sedi,
l e t r a t t a t i v e p e r l a Zona d i libero scambio)
h a n n o preferito d a r e p r o v e abbondanti d i
f a i r play.
Pubblichiamo d i seguito i P a r e r i e l e Risoluzioni, approvati dalla seconda sessione
della CEPL.
DISCORSO DI FERNAND DEHOUSSE
Presidente dell'Assemblea Consultiva del Consiglio d'Europa
Signor Presidente, Signore, Signori,
.
.
è per me u n doppio onore consegnare il
P r i x d'Europe alle città pre,scelte per il 1958,
e di farlo dinnanzi alla Conferenza europea dei
Poteri locali riunita per la seconda volta. Perché, di tale organismo ormai permanente, tenete
oggi l a vostra seconda sessione.
Permettetemi di sentire una certa fierezza
ricordando le parole che ebbi l'occasione d i
pronunciare dinnanzi a voi a l momento della
prima riunione, che non si osava ancora chiamare prima se~ssioae: le porte del Consiglio
d'Europa sono state aperte. Non c'è in questo
momento nessuna potenza, nessuna burocrazia,
nessun pretesto di bilancio che possa farle
richiudere
Non crediate però che ci sia stato sufficiente
yosnunciare que,sto = Sestarno)z , perché noli ci
si possa trovare oggi qui. L a vostra prima sessione è stata un successo, i vostri lavori hanno
provato l'utilità dei vostri dibattiti per un
migliore adattamento delle istituzioni europee
alle esigenze delle popolazioni. Le insidie burocratiche, i pretesti di bilancio non sono pertanto venuti meno.
Certi ambienti, in realtà, non tollerano mai
l'invadenza in qiiello che considerano loro
campo d'azione.
L'Europa, quindi, non può essere affare dei
soli diplomatici o dei soli tecnocrati. E' di voi
che essa ha maggior bisogno per svilupparsi.
Mi fa quindi piacere pensare che le vostre
assisi saranno ormai una istituzione.
I1 principio della convocazione annuale della
Conferenza è presentemente ammesso dalla
maggioranza dei Governi membri del Consiglio
d'Europa. E; necessario che vengano nuovi
adepti. i o mi rivolgo a coloro che esitano e
chiedo loro d i meditare sulle conseguenze che
scaturiranno dalla loro eventuale opposizione.
P e r la prima volta nella storia delle istituzioni europee, la Finlandia è entrata nella
grande famiglia. Non costituisce questo fatto
u n punto a favore della nostra Conferenza, al
quale i nostri amici del Nord devono essere
particolarmente sensibili?
Son persuaso fin d'ora che quando si tratterà
di rinnovare il nostro invito alla Conferenza
dei Poteri locali, otterremo al Consiglio dei
Ministri non solo la maggioranza assoluta, ma
l'indispensabile maggioranza dei due terzi.
Così si troveranno insediate e non cesseranno
di rinforzarsi le basi di una rappresentanza
permanente delle collettività locali presso il
Consiglio d'Europa. Così diverrà applicabile
alla serie delle istituzioni europee questo principio che la nostra Assemblea formulava all'indirizzo dei Governi il 9 luglio 1955: Nessuna
misura potrà essere adottata da qualsiasi potere
centrale che impegni l'avvenire delle collettività locali, senza che non siano stati preventivamente consultati i rappresentanti di queste
collettività D.
E' ora il momento delle nuove Comunità, l e
Comunità a Sei: CECA, Mercato Comune, Euratom, di mettersi su questa strada.
La creazione, alla quale voi avete proceduto,
di u n Comitato incaricato delle relazioni con le
comunità europee, chiamato Comitato a Sei, e
la presenza qui di eminenti rappresentanti di
queste Comunità ci fanno ben sperare per
l'avvenire.
L'Alta Autorità della CECA h a già ricevuto,
a più riprese, alcuni rappresentanti delle collettività locali, manifestando così l'interesse che
-
S .
,
ha per le incidenze della Comunità del Carbone
e dell'Acciaio. Desidero che le istanze del Mercato Comune riconoscano, anch'esse, come le
nostre provincie, l e nostre città, i nostri comuni,
tutta la struttura delle nostre collettività locali,
sono implicate nell'integrazione europea.
Ma i promotori dei Trattati di Roma non
hanno mai dissimulato che l'integrazione economica aveva per ultimo obiettivo l'unione politica. Nel Preambolo del trattato della comunità
eco~nomica, i Governi firmatari si dichiarano
= decisi a stabilire i fondamenti di una unione
senza fine, più stretta t r a i popoli europei B.
L'integrazione economica prepara l'unione politica eliminando le cause dei conflitti, suscitando o rivelando identici interessi, sviluppando
l'abitudine all'azione comune, insomma creando
lo spirito di comunità.
L'integrazione economica non si limita tuttavia a preparare l'unione politica, la esige.
Lo spirito della Comunità è indivisibile. Chi
dice politica economica comune dice politica
estera comune. E' dunque di conseguenza che
si è visto nascere, in questi ultimi tempi, l'idea
di concertare la politica dell'armamento e la
politica estera nel quadro dei Sei paesi membri
della Comunità.
Ma il cammino verso l'organizzazione delle
strutture comunitarie non è segnato unicamente
dalle disposizioni espresse dai Trattati, m a anche da necessità tecniche che si nascondono
sostto l'imprecision~e o il silenzio dei tecnici.
L'opera di integrazione intrapresa non può,
non potrà elevarsi ad autorità sopranazionale
coordinando l e funzioni delegate dagli Stati.
Ricordiamoci l e difficoltà incontrate dal Consiglio dei Ministri nazionali per risolvere la
sola questione della sede delle Istituzioni.
E' così che si profila, come risultato del
processo di integrazione, una struttura politica
comunitaria dotata di un Esecutivo e di u n
Parlamento.
Interessa che voi siate dunque pronti per
assicurare in seno a questo Parlamento, di
fronte alla rappresentanza dei popoli considerati nel loro insieme numerico, quella delle
collettività intermediarie.
Siamo un certo numero ad averlo proclamato
e ad averlo fatto ammettere con delle i,stanze
europee così importanti come il Congresso di
Roma del Movimento Europeo e gli Stati generali dei Comuni d'Europa che si sono recentemente tenuti a Liegi: il Parlamento della Comunità Politica non potrà contentarsi, come le
attuali Assemblee, di sistemi unicamerali.
5
I1 bicameralismo è inseparabile da tutto il
sistema di ispirazione federale.
Da parte nostra, ci rifiutiamo d i concepire
l'Europa unita come u n super-Stato livellatore,
centralizzato, edificato sulle rovine delle nostre
strutture nazionali. L'Europa che noi vogliamo
si trova agli antipodi di questo = mostro Z . Essa
intende tenere la bilancia eguale tra il necessario sviliippo dei legami d'unione e l'indispensabile protezione delle diversità. L'equilibrio tra
l'integrazione e l'autonomia, tale deve essere
il principale scopo della Comunità.
Questo equilibrio potrà essere meglio realizzato per mezzo di un sistema bicamerale, dove
l a prima Camera, eletta a suffragio universale,
rappresenterà i cittadini e dove la seconda
Camera, Senato della Comunità, assicurerà non
solamente la rappresentanza degli Stati m a anche quella delle collettività di base, comuni e
provincie. E' una pro~posta che io ho avuto
l'onore d i f a r adottare all'unanimità d a l Congresso di R,olma e che credo ~ o t e rmesumere
si trovi sulla linea della nostra azione.
Così, Signore e Signori, scorgiamo oggi la
fine di quella lunga battaglia che iniziò, dieci
anni fa, nella vostra città dell'Aja, il Borgomastro, nel maggio 1948.
Non posso fare a meno di evocare senza emozione quel primo Congresso d'Europa che doveva segnare l'inizio dell'unificazione europea
e legare per sempre il nome delllAja alla
nostra causa. La città dell'Aja seppure avesse
avuto questo solo titolo a l suo attivo, avrebbe
ancora largamente meritato l a ricompensa e l a
distinzione che l'Assemblea Consultiva h a deciso
d i conferirle.
Ma l a città del diritto delle genti aveva ben
altri titoli. Penso specialmente a tutte le Conferenze internazionali che lihanno scelta per sede.
Penso anche alle grandi istituzioni che essa
ospita, e in particolare a quelle considerevoli
creazioni, che fanno onore all'umanità, la Corte
Permanente di Arbitrato e l a Corte Internazionale di Giustizia.
Che mi sia concesso vedere in questa doppia
vocazione della grande città olandese: vocazione europea, vocazione internazionale, l a dimostrazione di stretti legami che, in una giusta
concezione, uniscano questi due ideali.
L a decisione del = Jury = della Commissione
dei Poteri locali mi pare essere stata molto
felice nel voler associare in u n medesimo omaggio l e città di Vienna e dell'Aja.
La vostra città, signor sindaco di Vienna, è
un alto centro di cultura internazionale e u n
focolare della civiltà europea. Alcuni hanno
voluto vedere nel primo Congresso di Vienna
un Consiglio d'Euro'pa avant la lettre. Qualunque cos,a sia, l a Vienna dei qostri giorni è
la sede d i diverse organizzazioni internazionali
e il suo Comune non cessa di lavorare, con tutti
i mezzi di cui possono disporre le autorità
locali, per favorire la diffusione dell'idea europea nella popolazione.
I n tal modo, l a vostra Città continua a compiere con valore la sua missione storica. La
brillante capitale delllAustria occupa il coraggioso avan-posto d'Europa.
Così Vienna e 1'Aja son venute ad aggiungersi
alla schiera dei comuni d'Europa.
Coventry, Berlino, Puteaux, Offenbach, Bordeaux, Torino ed oggi Vienna e YAja: altrettanti nomi prestigiosi che, servendo l a causa
dell'Europa non hanno cessato di f a r progredire quella delllUmanità e della Pace!
PARERI E RISOLUZIONI
Parere sulle incidenze locali della Comunità Economica Europea (presentato
da Muthling per la Commissione economica e sociale).
La Conferenza,
prende atto con soddisfazione degli obbiettivi della Comunità Economica Europea, nella
loro formulazione dell'art. 2 del Trattato, cioè
a ... promuovere un armonioso sviluppo delle
attività economiche della Comunità ... D ;
si rallegra in particolare della istituzione
d i una Banca Europea di Investimenti che ccuntribuirà ad un'espansione senza scosse del Mercato Comune, ed accoglie con ugual favore la
creazione d i u n Fondo sociale europeo;
rivolge in modo particolare l a prolpria attenzione alle nuove disposizioni introdotte dagli artt. 18 e 21 dello Statuto della Banca, l e
quali, a suo giudizio, aprono nuovi orizzonti
nel campo delle relazioni fra Istituzioni europee
6
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
e Poteri locali. E' difatti assai importante, come
o~rmai lo permet,tono appunto i nuo'vi testi:
che le collettività comunali o regionali
po,ss,ano ricevere prestiti o garan,zie di mutui
De8r la creazione d i nuo've attività che slcatui-iranno dalla i,stituzione del Mercato Comune
o per la valorizzazione di zolne poco sviluppate;
2) che i Poteri locali pos,sano rivolgersi
direttamente alle istituzion,i europee per queste
richieste di prestiti o garanzie
I. Chiede alla Commissione del Mercato Comune, nell'eserciz,io dei suoi compiti, di voler
far pro~priele gran'di linee della politica rec,lamata dai Poteri loscali, e precisamente:
1) sul piano economico:
a) un'equa ripartizio'ne delle att,ività in
armonia fra le diverse regioni della Comunità;
b) la scelta della regione quale unità di
concetto per i programmi di espansione e di
investiment,i, concependosi come regione un
territorio definito in modo t,ale che sia possi-
fere~nza europea dei Poteri loca81i, deliberante a Sei n, costituisca u,n olrgano qualificat'o
per assumere una funzione con,sultiva a fianco
della Commis'sione e della Banca, funziolne
insostituibile ai fini del buon esito di ques'to
- - - - . ~ - : L .
Ccn'plLU'
IV. Chiede pertanto alla Commissione del
Mercato comune ed alla Banca Europea di
Investimenti di consultai-la periodicamente.
(Approvato all'unanimitài.
Parere sulle incidenze locali della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (presentato da Seré a nome della
Commissione economica e sociale).
La Conferenza,
mentre ap,prova i termini della relazione
presentata dal Sig. RADIUSa no'me della Commissione dei Poteri locali dell'Assemblea Con-
ramento delle condizioni di vita e di lavoro
della manodopera interessala.
Esso farà particolare riferimento:
1) alla soppressione delle baracche ed alloggi mal,sani, alla cost,ruzione di abitazioni
decenti peir gli operai, in numero sufficiente,
nonché alla realizzazione di lavori pubblici e
all'istal'lazioln,e di se,rvizi pubblici e sociali che
si dimostres-anno necessari;
2) all'aiuto da darsi alla riconversione delle officine ed all'organizzazione di nuove attività, suscettibili di a s ~ i c u ~ r a r eil reim,piego
della manodopera;
3) al riadattamento professionale ed alla
assistenza sociale della manodopera che dovrà
cambiare indirizzo lavorativo;
4) all'orientamento ed alla formazione professionale della gioventù, nelle regioni di miniere e siderurgiche, per garantirne il pieno
impiego;
5) all'assistenza in favore della manodopera
chiamata in altre regioni.
I1 Piano d i associazione preciserà i principi
della collaborazione dei Poteri locali interessati. Dovrà in particolare prevedere:
l) una rappresentanza dei Poteri lo'cali
nelle Commissioni regionali costituite per decidere sulle domande di mutui per la costruzione di case operaie;
2) i mezzi materiali e l e risorse finanziarie
necessarie per poter informare permanentemente i Pot,eri lo'cali sulle po'si'oilità ad essi
offerte a norma del Trattato od i n seguito a
decisioni della Alta Autorità;
3) l a periodica consultazione da parte degli
crg,a,ni della CE,CA, Alt,a Autorità o Consiglio
dei Ministri, di un,a raptpresentanza qualifioata
dei Poteri localli dei Paesi in,teross,ati, rappresentanza che potrà esserre assunta, s,econtdo i
casi, d a l Co'mitato a Sei della Conferenza
o dall'in,sieme dei Delega,ti della Conferenz,a,
appartenenti ai Pa,esi inte~ressati (Conferefnz.a
deliberante a Sei a nolrma de~ll'art.12, co'mma 2
e 3 del Regolame'nto della Conferenza).
j)
di mettersi quanto prima in contatto con
la Alta Autorità per la realizzazio'ne di detto
Piano d i associazione;
di adottare sin d'ora i provvedimenti necessari, quali studi, inchieste, passi, i n ordine
all'incidenza lo'cale della CECA in linea generale nonché per ogni caso concreto che possa
richiedere il suo interveinto.
Piccoli porti del Mezzogiorno d'Europa
IV.
bile, al suo live8110,un'adeguata sin,t,esi dei complessi elementi u,rbani e rurali, e~conomici e
sociali, a casattme n a ~ i o ~ n a lee locaie, che ne
determinano la fisio~nomia;
2) sul piano umano:
a) il riconoscimento alle autorità comunali e regionali di una qualificata rappresentatività delle popolazioni locali nei loro rapporti con l e varie istituzioni europee;
b) la limitazione degli spostamen,ti delle
popolazioni e la ricerca dei mezzi idonei a
consentire alle popolazioni esube8raa,ti, qualora lo desiderassero, di trovare una sisteinazione in loco.
11. Ritiene che uno dei precipui co'inpiti della
Banca Eurospea di Investimenti co~nsista, per
naturale conseguenza dell'art. 130 del Trattato,
nel co,ordinare i vari pro~grammi di investimenti regionali, di sinc,ro~nizz,axneil lo~ro sviluppo, di des'idere circa le precedenze, di
evitare le dupdicazioni di progetti, i n altri
termini di provvede~re a,d un arbitrato ed a
una pia:nificaz,ione che dosvranno in,serirsi nel
quadro di una po~litica generale di pian,ificazione del territorio europeo, approntata dalla
Commissione del Mercato Comune.
sultiva, relativa alle incidenze locali dell'integrazione economica europea ed in particolar
modo alle incidenze della Comunità Eurospea
del Carbone e delllAcciaio;
mentre richiama il Parere n. 2 d,ell,a sua
prima sessione, congratulandosi per la Ra,ccomandazione 141, votata nel maggio 1957 dalla
Assemb'lea consultiva.
1.
RINNOVA
CHIEDE ALLA ALTA AUTORITÀ,AL CONSIGLIO
DEI MINISTRIED AI GOVERNI MEMBRI
in attesa che intervenga una revisione in
tal senso del Trattato, di trasferire nel quadro
della CECA lo spirito delle disposizioni nuove
SOLENNEMENTE,
all'indirizzo dell'Alta Autorità e del Consiglio dei Ministri della CECA, dinanzi alie
po.polaz.io~nidelle città e dei Comuni d,ei sei
Paesi della Comunità, l'offerta dei Poteri locali
dei precitati Paesi di contribuire con tutti i
mezzi a loro disposizione e che consentono sia
il Trattato che la Alta Autorità, a l miglioramento della condizione sociale dei lavoratori
delle miniere e della siderurgia.
di approntare in collaborazione con i1 < Codella Conferenza, un Piano
mitato a Sei
Generale di associazione dei Poteri locali alla
wolitica sociale della Blta Autorità.
Questo piano di associazione dovrebbe deter111. Considera che detto compito di pianific,azione del
euro,peo, nel quadro
minare le vie ed i mezzi idonei sul piano
della ~ ~ , ~~ ~ ~ i ~Et à ~ non
~
possa
~
~ finanziario
~
~ ed amministrativo
~ ,
~
~ a, consentire
i
la
venire condott,o a b,u,on termine senza una
partecipazione dei Poteri locali alle azioni instretta collaborazione co,n l e sfere dei poteri
traprese o suscettibili di essere intraprese in
applicazione del Trattato CECA per il migliolocali e dei loro rappresentanti, e che la Con3
~
~
Miniere europee
20 Gennaio 1959
7
COMUNI D'EUROPA
del tenore di vita delle zone depresse, è uno
fra i più importanti dell'Europa contemporanea;
Considerato che la integrazione economica
attualmente in colrso in Europa impone una risoluzione urgente di tale problema;
Considerato che uno sviluppo geograficamente armonio~so delle attività, postulato da
saqualsiasi ricerca dell'oplimun~ eco~n~o~mico,
rebbe i r r a g g i ~ n g i b i ls,enza
~
un,a adeguata politica di pia~nificazione del territorio;
Considerato che una saggia concezione della
pianificazione del territorio euro'peo e della
riabilitazione di certe zone depresse impone
l a integrazione economica di regioni naturali
che sono rimaste invece divise dalle frontiere
politiche nazionali;
Considerato che la predetta politica di pianificazione del territorio europeo deve anche
tener conto della necessità di mantenere oppure
di ristabilire un certo equilibrio fra aree urbanistiche e,d aree r~u-ali,smoplrattuttopraticando
il decentramelnto industriale e llindu,strializ,zazione dell'agrico'ltura;
d à incarico al proprio Ufficio (Burea,u) di
fare in modo che la Co'nfeiren,z,asia i n futuro
consultat,a su t,utte le questioni inerenti a:
1) la pianificazione del territorio europeo;
2) la riabilitazione de~lle aree meno sviluppate;
3) l'integrazione economica delle regioni
naturali di frontiera;
4) l'equilibrio urbano-rurale,
Meccanizzazione dell'agricoltura
che nel Trattato della Comunità economica
europea offre garanzie alle pubbliche collettività locali. tra l'alt,ro:
- il diritto delle collettività locali o delle
loro imprese ad avere diretti contatti con le
istituzioni europee (art. 21, comma 1 dello Statuto della Banca Europea di Investimenti);
- il diritto per le collettività locali di ottenere prestiti o garanzie per prestiti da parte
di istituzioni finanziarie europee per la creazione di attività nuove imposte dalla creazione
del mercato comune (art. 18. comma 3 e 4
dello Statuto della Banca)
V. ESPRIME
I L VOTO
che nel quadro della prospettata revisione
del Trattato i seguenti emendamenti siano recati al Trattato della CECA:
- l'inclusione nell'art. 54, comma 1, dopo
l e parole:
consentendo prestiti ad imprese n ,
delle parole:
od alle collettività
e, cons'equenzialmen,te, l'inclusione nell'art. 51, p,ar. 2,
de~lle
dopo le p'arole alle imprese
- parole
.
= od alle collet,tività P ;
.
;
11
1'
.
~ i v o l g eiilvito ai governi ed alla Ccmmissione della Comunità E'conomica Europea, che
~ r ' e n d o ~ n varte
o
ai negoziati sul olroaetto di
~sso'ciazione~ c o a c m G a eurclpea i, di "oler
prevedere nello Statuto dell'Associazio~ne medesima delle dis:posiziaili che poss,ano garantire
nelì'ambito della zona di libero scambio una
armonia di sviluppo delle attività, co'n a%istenza alle aree de,press,e e co,n particolare
rigu,ardo alla sicurez,za dei lavoratori nel loro
impielgo,
(Approva,t,a all'uiianimità) .
Risoluzione sulla pianificazione del territorio europeo e sull'equilibrio urbanorurale (presentata da G. C. Zoli per la
Commissione economica e sociale).
La Conferenza Eurogea dei Poteri locali,
Considerato che il problema di un equilibrato sviluppo delle varie regioni dei singoli
Paesi mem8bri. ed in particolare dell'elevazione
chiede all'Assemblea consultiva ed alla
Commissione dei Poteri locali di voler iscrivere i suddetti quattro punti all'ordina del
giorno della sua sessioi~e 19.59, sottoponendole
tutte le relazioni del caso
(Approvata all'unanimità)
Risolarzione sulla redazione di una Carta
della CEPL - Raccomandazione di direttiva (pr2sentata da Lugger a nome della Commissione Generale).
La Conferenza.
mentre prende atto con soddisfazione dei
progressi compiuti da quando essa venne istituita;
conscia dell'importanza dei propri compiti;
risoluta a salvaguardare la funzione che si
è impegnata ad assumere per conto dei Poteri
locali d'Europa per la difesa dei loro interessi
S.
- l a sostituzione, nell'art. 51, comma 1, dei
a richiesta dei governi interessati
termini
con le parole: a richiesta dei governi oppure
- qualora essi stessi no'n facciano opposizione
entro d u e mesi -, a richiesta delle collettività
iiiteressate D.
(Approsvato all'uiianimità)
>l
f(
Risoluzione srille incidenze locali della
zona di libero scambio (presentata da
G.C. Zoli a nome della Commissione
economica e sociale).
La Conferenza,
preso atto della Relazione della Comrnissione dei Poteri locali dell'Assemblea Consultiva, presentata dal sig. RADIUS,avente per
oggetto l e incidenze locali dell'integrazione economica euro'pea;
conside:rate le possibili rip~ercussio'ni della
istituzione di una zona di libero scambio in
Europa;
ritenendo che il lib'ero giuoco dei meccao~
nismi econ,omici naturali ponga il r i ~ ~ c h idi
provocare una paggiore concentrazione sui
poli tradiz,ionali di attività, favore!n'do le graindi
città e le regioni già attive a scapito delle
zone meno s v i l ~ p ~ p a taccentuando
e.
lo squilibrio
città-campagn~a;
Riforma agraria e borghi residenziali
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
8
e per la lo~ropartecipazione sempre più attiva,
in ogni stadio e so~ttoogni pirofilo', all'ompera di
unificazione dell'Europa;
colnscia della necessità d i raffomare il proprio carattere rappresentativo e volendo sancire con un solenne atto politico la propria
responsabilità nei co'nfronti dei Poteri locali
europei, di cui essa è emana~ion~e;
luppo della coo~pwazio~ne
europea, delLa plarteicipazione alle istituzioni europee delle autorità
che possiedono il controllo dei Poteri locali n ;
esprimen,do la propria viva somddisfazione
per l'importante aiuto e gli incoraggiamenti
deillAssemblea parlamentare europea, alla quale
esprime tutta la propria gratitudine;
Decide di darsi una Carta;
Conferisce incarico al proprio Ufficio (Bureau) di riferire in proposito in occasione della
sessione.
I. DICHIARA SOLENNEMENTE ai governi dei Paesi
membri e alle stesse istituzioni:
RACCOMANDAZIONE DI DIRETTIVA
Conferisce incarico al proprio Ufficio di
prendere tutti i contatti necessari affinché
siano presi i provvedimenti finanziari necessari per il buon andamento dei futuri lavori
della Conferenza.
(Appromvate all'unanimità).
a ) la propria volontà determinata di associare i Poteri locali d'Europa all'opera di integrazione europea in tutti gli stadi della sua
realizzazione ed in tutti i campi che pongono
in giuoco la vita e la integrità delle collettività
locali;
b ) il proprio carattere altamente rappresentativo dell'insieme delle collettività locali
dei Paesi membri, delle quali essa è diretta
emanazione;
11. CHIEDE all'Assemblea
Consultiva di continuare a consultarla onde studiare con essa i
problemi che investono i Poteri locali;
Parere sulla partecipazione dei Poteri
locali alla costituzione ed all'attività
delle istituzioni europee (presentato da
Lugger a nome della Commissione Generale).
111. CHIEDE agli organi esecutivi delle Comu-
nità europee da un lato ed all'Assemblea parlamentare europea dall'altra parte di ricercare
regolarmente il suo parere e la sua co~lla~borazione per tutto ciò che investe i vari aspetti
dell'integrazione economica europea quando
siano interessate le responsabilità delle collettività locali.
(Approvato all'unanimità)
La Conferenza,
preso atto della relazione della Cornmissione dei Poteri locali dell'Assemblea consultiva in ordine alla partecipazione che a i Poteri
locali dovrebbe essere riservata nella costituzione e nelle attività delle istituzioni europee, presentata dal sig. Santero;
rifacendosi al Parere n. 4 espresso in occasione della prima sessione;
accogliendo favcrrevo~lme~nteLa Risoluzione
del 14 dicembre 1957 con la quale il Comitato
dei Ministri del Consiglio d'Euro~pa ebbe a
constatare * l'importanza, in vista dello svi-
Parere sullo sviluppo dello spirito europeo mediante scambi intercomunali
(presentato da Jonas a nome della Commissione Culturale).
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L a Conferenza,
conscia dell'importanza assunta, ai fini di
una sempre più stretta unione fra le Nazioni
d'Europa, dagli avvicinamenti di tutti i settori
delle popolazioni dei predetti Paesi;
considerato che si debbono favorire tutte
l e iniziative aventi tale scoipo;
conscia del ruolo efficace che può essere
assunto dalle collettività comunali e regionali,
qualora diano il loro concorso agli sforzi suscitati sia attraverso le iniziative locali e nazionali che internazionali;
mentre approva senza riserva ogni progetto
o realizzazione rispondente a tale obbiettivo,
in modo particolare il gemellaggio fra Comuni
o gruppi di Cornuni operanti per l'unità dell'Europa libera e democratica;
considerato che i Poteri locali d'Europa,
che dispongono di considerevoli risorse da
parsi al servizio della miscione culturale del
Consiglio d'Europa, hanno necessità di essere
attivamente sostenuti da quest'ultimo;
esprime un plauso all'Assemblea per le
iniziative da essa assunte in questo settore,
quali ad esempio la Risoluzione 140 tendente
a far attribuire il nome di Europa 2 a vie e
piazze di Comuni, o ancora la pubblicazione
W ;
del libro LA NOSTRA EUROPA
C
Specializzata in caminetti,
balaustre, altari
PREZZI
DI CONCORRENZA
avendo preso visione ed approvato la relazione presentata dalla Commissione dei Poteri
Locali dell'Assemblea Consultiva e conscia dell'elevata importanza dell'opera culturale intrapresa dal Consiglio d'Europa:
I. - Chiedle che il Co~nsiglio~
d'Europa conf m e m e n t e alla Risoluzione del Comitato dei
Ministri in data 21 giugno 1955 che suonava
a il
Comitato dei Ministri, in linea generale,
vede con favore ogni iniziativa intrapresa localmente o regionalmente allo scopo di stabilire
fra le popolazioni dei Paesi d'Europa una migliore comprensione, sviluppandone il sentimento di solidarietà =,
20 Gennaio 1969
COMUNI D'EUROPA
9
A) riconosca il compito culturale delle
collettività locali e prenda ogni provvedimento
utile per tutelare detto compito, ed i n modo
particolare:
(i) sviluppando ed utilizzando u n centro
d'informazione e di studi e pubblicando un
bollettino dedicato, all'esperienza acquisita nel
campo degli scambi europei fra collettività
locali e regionali;
(ii) contribuendo alla organizzazione di
gemellaggi europei, i n particolare per i piccoli
Comuni;
(iii) mettendo i n opera la Riso,luzione
140 x tendente a conferire il nome di "Europa"
a luoghi pubblici nelle città e nei Comuni minori .;
(iv) concedendo il suo appoggio alla
diffusione del libro a La n w t r a E'uropa n n,ei
Comuni;
(v) appellandosi alla cooperazione delle
collettività locali e regionali per l'approntamento e la messa in opera di piani di attività
culturali europee;
B) conceda un aiuto finanziario, sotto
forma di borse d a attribuirsi a a binomi sperimentali P (ciouples-tests) d i collettività locali,
borse aventi lo scopo di suscitare, sotto ogni
aspetto, una politica di sviluppo degli scambi
intercoonunali;
C) (i) aumenti l'assegnazione del s Premio
Europa a in modo e misura sostanziali, affinché
sia possibile ricompensare adeguatamente gli
sforzi e w p o r t a r e un valido contributo alle
realizzazioni delle città premiate,
(ii) utilizzi anche il Premio per ricompensare realizzazioni ed iniziative di piccoli
Comuni il cui atto d i fede nell'Europa merita
ogni incoraggiamento.
11.
-
Occorre rianimare la campagna europea
(iv) utilizzazione delle risorse turistiche
per rinforzare la coscienza europea:
.
C) d i informarla, i n occasione della Prossima sessione, circa i risultat,i raggiunti in ordine all'es'ame dei predetti punti
(Approlvato all'unanimit,à).
Prega l'Assemblea Consultiva:
A) di definire le funzioni che potranno
essere assunte dalle collettività locali e regionali nella messa in opera delle attività cultue d in modo più
rali del ConsigLio d'Eur-a
particolare del Fondo Culturale;
B) d i esaminare i seguenti problemi:
(i) possibilità d i sollecitare il parere
delle Autorità Locali sul raggiungimento di
accordi e sulla creazione d i istituzioni europee
la cui messa i n opera possa interessare direttamente l e predette Autorità Locali;
(ii) l'insegnamento obbligatorio d i una
lingua estera nelle scuole elementari;
(iii) il conferimento all'insegnamento d i
caratteristiche capaci di suscitare una coscienza
europea;
Parere sulla organizzazione a scala europea del credito alle collettitivà comunali e regionali (~stituto europeo di
credito ai poteri locali e Comunità curopea di Credito comunale) (presentato
da Mossé a nome della Commissione delle Finanze locali).
m m a dal desiderio di tener co~nto delle
aspirazioni degli amministratori lo'cali, già
espresse in occasione degli Stati Generali d i
Versailles, di Venezia. di Francoforte-BadHwnbusg e di Liegi;
ritenendo importante di farli partecipare
AlI'Europa occorrono operai qualificati
alla costruzione delllEuropa, fornendo loro segni
manifesti della solidarietà euroloea:
* .
considerato che un'orga,nizzazione su sicala
europea del credito alle collettività comunali
e regionali consentirebbe a quesrte di trovase
capitali nelle migliori cond,izioni, esist,endo considerevoli aliquote di risparmio che accetterebb'ero di essere investite i n prestiti locali,
purché si offrisse loro sufficienti gara,nzie di
sicurezza;
ricordando le dispo~s~izioaidel Tratta,t,o di
R
,,
he paevedono la progressiva liberalizzazione dei movim'enti d i capitali e la crea#zione di una Banca Europe~a d i Investim,enti;
rifacendosi a1 P x e r e es~presso d,a,Ua prima
Conferenza Europea dei Po'teri locali ed alla
Risoluzione 142 (1957) 'dell'Asemblea Consultiva;
presa visione della relaziolne della Commissione dei Poteri locali, presentata dal si-gnor PINTON.e dei lavori effettuati dalla Comunità europea di credito oomun8a81e,particolarmente dell'Avanproge~tto rivesdu,t,q presentato
pro,f.
MhSSé;
esprime il parere che, indipendentemente
dagli sforzi che si vanno perseguendo sul ~ i a n o
nazicmaie, sia opportuno creare appena pomibile u n istituto europeo d i credito alie collettività comunali e regionali:
che gli investimenti debbano consentire
la espansione dei Comuni e delle Regioni, e
lo sviluppo delle loro infrastrutture e'conomiche, socidi e culturali;
che rapidi provvedimenti debbano porre in
atto il Trattato d i Roma nelle disposizioni
c o n c a e n t i la mobilità dei risparmi, o~nde
poter collocare i titoli locali s u tutti i mercati
finanziari;
che una sti-e~tta cooperaziome do,vreblbe stabilirsi f r a il crean,do Istituto e la Banca eurospea di Investimenti;
d à incarico a l suo Comitato a Sei di mettersi in rapporto con gli organi direttivi della
Banca europ~eadi Investime,nti, o'nde esaminare
con, essi l e possibilità .e le co~ndizioni di una
eventuale associazione dell'ktituto progettato
alle attività della Banca;
invita il Consiglio d'Europa a dare incarico ad a p e r t i di studiare e di d,efinire l e
misure appropriate in vista della creazione del
predetto Istituto, a ~ s u m e ~ n d come
o
dolcmenti
d i lavoro 1'Avanpxoge~ttoCPL (2) 3, lo slchema
di Statuto ICPL Fin (2) 11 ed ogni altro d,ocumento favorevo'le o critico.;
prende atto del lavoro già c o m p i u t , ~dalla
Comuinità europea di credito comunale, rivolgendole invito a voler plrosleguire nella sua
opera tendente in primo luogo alla creazione
di un Istituto Europe,o di Credito Comunale.
(Approvato con 90 voti favolrevoli, 12 contrari
e 4 astenuti).
1O
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
dal punto di visita dell'espansione economica.
sociale e culturale delle nazioni, La possibilità per i comuni stessi di reperire abbondanti
sorgenti di capitali per i1 finanziamento dei
loro investiment~;
co?ulzderato che i n determinate epoche i
Poteri locali non ottengono per i loro investimenti più necessari la parte che invece spetterebbe loro dell'msieme dei capitali disponibili
per l'attuazione dei piani nazionali di investimento,
considerato altresì che conviene adottare
ogni provvedimento suscettibile di migliorare
le risorse finanziarie dei comuni sia sul piano
nazionale che sul piano internazionale;
Le città crescono
Parere sull'organizzazione a scala europea del credito alle collettività comunali e regionali (questioni specifiche)
(presentato da Van Audenhove a nome
della Commissione delle Finanze locali).
L'importanza dei lavori delle associazioni i1azionali ed internazionali dei Poteri locali rende
testimosnianza della profonda aspirazio'ne dei
Poteri locali dei vari Paesi europei ad un
potenziamento della loro autonomia.
Basato su un allargamento delle loro risorse
finanziarie, questo potenziamento costituisce iii
effetti la condizione primaria dell'attuazionc
dei loro innumerevoli obbiettivi economici. sociali e culturali
E' per venire incontro a tale aspirazioile che
il Consiglio dei Comuni d'Europa e l'Unione
Internazionale delle Città e dei Poteri Locali
hanno intrapreso degli studi approfonditi sui
complessi problemi delle finanze comunali.
L'Unione Internazionale delle Città ha dedicato a questo tema il proprio Congresso di
Roma, nel 1955.
I1 Consiglio dei Comuni d'Europa, dal canto
suo, si è preoccupato moltissimo della questione
ed ha ricercato più particolarmente i mezzi
propri a dare access,o alle munici,palità europee
al mercato internazionale dei capitali, soprattutto coln la creazione di un istituto europeo
di credito co~munale.il cui statuto è stato elaborato dalla
Comunità Europea di Credito
Comunale D.
Questi ultimi lavori hanno avuto larga diffusione nei vari Paesi europei e costituiscono
attualmente il centro di interesse di numerosi
amministrativisti eurotpei.
All'inizio del 1957 la Commissione degli affari
comunali e regiosnali del Consiglio d'Europa
ha sottoposto per la prima volta alla Conferenza europea un progetto di raccomandazioiic
nel quale si invitavano i governi:
- a prendere i provvedimenti necessari per
facilitare ai Comuni l'accesso al mercato internazionale dei capitali;
- a promuovere la creazione a i istituti
nazionali
specializzati nel credito
comunale;
a prendere tutti i provvedimenti atti
alla creazione di istituto europeo di credito
comunale.
-
In seguito i lavori su questo importante
argoznelnto sono stati proseguiti. Hanlno permesso di giungere oggi ad una seconda proposta, fondata sulle medesime considerazioni
della prima volta e basata su un progetto di
statuto di un'istituzioi-ie europea di credito
comunale.
Tuttavia i lavori cui si sono dedicati gli
esperti dei Paesi membri stanno a dimostrare
che tuttosra sussistono seri ostacoli di natura
giuridica, economica e finanziaria alla realizzazione dell'obbiettivo principale: la creazione
iri una forma precisa e determinata di un istituto europeo di ciedito comunale.
Appare quindi opportuno sottoporre la questione ad un'ulteriore ricerca, in modo particolare sui seguenti problemi e programmi:
- si dovrebbe redigere un inventario il
uiù ~ r e c i s ooossibile del fabbisogno
- annuale di
investimenti da parte dei Potesri locali europei,
precisando quale aliquota di tale fabbisogno
sia gia coperta dalle istituzioni nazionali; bisognercbbe anche studiare le reali possibilità che
offrirtbbe uii organismo europeo per venire
incontro alle necessità non soddisfatte,
A
1 ) che una più importante aliquota dei capitali disponibili sia assegnata ai Pote'ri locali per
permettere loro di realizzare i loro progetti di
investimenti, in particolare modo nei periodi
di recessione, i lavori pubblici intrapfresi dalle
autorità locali avendo speciali riflessi economici. sociali e culturali e potendo esercitare
un'azione risolutiva sulla risoluzione delle depressioni economiche;
2) che siano create. ovunque non esistono,
istituzioni nazionali specializzate nel credito
comunale;
Invita
A
- qualora si dimostrasse indispensabile assicurare la garanzia degli Stati ai crediti accordati ai comuni da una nuova istituzione, converrebbe intraprendere uno studio giuridico per
csaminare se le disposizioni legali che, in
ogni Paese, reggono i rapporti fra potere centrale ed auto8rità locali, c~n~dizionando
il grado
di autonomia di queste ultime, non sono contrarie alla concessione di una simile garanzia;
l'uso delle clausole di cambio e di quotaziono (zndexntion~ degli iinpegni assunti dai
comuni nei confronti di un simile istituto dovrebbe ehseie studiato sotto i1 profilo della
lcgislaz~one dei diversi Paesi membri e della
loro regolamentazione di cambio così pure
come sotto i1 profilo dei carichi ed oneri finanziari che potrebbero scaturirne a carico dei
-
rcmi1ni
Lo istituzioni nazionali che hanno la funzione di assicurare il ci,edito comunale nei vari
Paesi membri sembrano particolarmente qualificate per la realizzazione di uno studio simile.
Sarebbe ouportuno
che vi fossero invitate e
-alte autorità nazionali ed
sollecitate dalle
internazionali
Nel frattempo si potrebbero adottare alcuni
provvedimenti sul piano nazionale:
3) l e amministrazioni comunali:
n) a prendere eventualmente parte alla costituzione di istituti nazionali di credito comunale od al perfezionamento di quelli esistenti,
b ) ad incoraggiare la costituzione del risparmio associandosi alle raccolte di capitali
destinati agli investimenti del Comune.
(Approvato all'unanimità).
Parere sui Poteri locali ed il problema
degli alloggi in Europa (presentato da
W.O. Hart a nome della Commissione
ad hoc per gli alloggi, e con un emendamento richiesto dalla Signora Manceaux) .
(
.
La Conferenza,
la relazione sotto~poetale
avendo esa~mina~to
dalla Commissione dei Poteri locali intitolata:
I poteri locali ed il problema degli alloggi
in Europ'a "
afferma la propria convinzione che l'essistenza di un sufficiente numero di alloggi sod-
a) allo scopo di far attribuire ai comuni
cna più ragguardevole aliquota dei fondi disponibili, per la realizzaziorie dei loro investimenti, questo i n particolare nei periodi di
recessione, perché i lavori pubblici dei Comuni
influiscono notevolmente sul regresso delle depressioni economiche;
b ) onde favoiire sul piaiio nazionale la
formazione e la iaccolta di capitali destinabili
al finanziamento degli investimenti comunali,
paiticolaimente creando ovunque cio si dimos t i i necessario delle istituzioni nazionali di
credito comunale oppure perfezionando quelle
esistenti ed incitando le autorità comunali a
collaborale piu attivamente nella raccolta del
i ispar mio
PARERE
La
Conferenza.
presa visione dei lavori compiuti in ordine
alla promozione del credito comunale nei Paesi
membri;
considerato l'intehesse vitale che presenta,
dal punto di vista dell'autonomia comun~ale
- base questa di ogni vera democrazia - e
Alla periferia della città sorgono nuovi centri
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
ll
111. Norme per gli alloggi.
Allo scopo di assicurare agli alloggi esistenti
ed alle costruzioni nuove una certa qualità,
sarebbe oppo'rtuno sfruttare a l rnas,sim#o codici contenenti norme per la costruzione, l'allomggio e la confortevolezza. Si deve anche
aulspicare la piena utilizzazione delle costruzioni esiste~nti,as'sai spesso col loro miglioramento e la losro suddivisione in più alloggi.
e proprietari di conformarsi a
Per c ~ n s e n t i ~ rai
ques'te norme si dovrebbe~ro prevedere particolari forme di aiuti finanziari.
IV. Equipaggianien ti residenziali
E' necessario che in ogni insieme di nuove
costruzio~ni, che delbbono entra~re nel quadro
dei piani rego'la,tomricom,unali ed interco,munali,
siano plrevisti cent,ri residenziali e relativi finanzia,memnti.
(hpplrovato all'unaiiiinità).
Un moderno centro sociale con sala di riunioni, biblioteca, gabinetto medico, asilo d'infanzia ecc.
disfacelnti co~stituis~cauna condiziomne indicpensabile di sanità pubblica e d i mantenimento
dei requisiti d i normalità e di solcialità della
vita umana civile, quale la si concepisce in
Europa, ed in conseguenza
sot'tolin~eala ne~cessità di istituire e di rispettare delle no~rme soddisfacenti in ma,teria
di allo.ggi, sia per le nuove costruzio~ni che
per quellle esistenti;
rileva che, a dispetto del ritmo mai conosciuto in precedenza delle nuove costruzioni,
persiste tuttavia in tutta l'Europa una carenza
di alloggi so~ddisfacenti, mentre l'eliminazione
degli alloggi difettosli, l a n,eces,sita di rinnosvamento urbanistico, l'alleggerimento del supeTpopolamento urbano, sia attraverso il decen,tramento che con le migliorie alle abitazion,i
rurali, im'poln~gonoun continuo plrogramma di
costruzioni di alloggi;
riconos~ce tuttavia che la soluzione di tali
problemi rientra nel quadro della pianificazione
urbanistica (town and country planning) e che
i Poteri locali hanno dimostrato la validità del
contributo che essi hanno recato e continuano
a recare, sotto forme diverse, in tutto questo
settore;
ma mslerva che motivi sociali e tredizionali han8no impedito c'gni uniformità di questo
co'ntributo, così c0m.e nelle n o m e di costruzione;
3) adottare provvedimenti a favore di persone aventi necessità di alloggiarsi;
4) sopprimere progressivamente la norma-
tiva dei fitti
11. S o v r a ~ o l l a m e n t ourbano.
Per regolare i problemi dell'alloggio nelle
grandi città i Poteri locali dovrebbero considerare le possibili soluzioni, che sono principalmente:
1) costruire nuove città e sviluppare le piccole cittl;
2) migliorare le condizioni della vita agricola;
3) evitare inutili sviluppi dell'industria all'interno od alla periferia delle grandi città;
4) mantenere costantemente armonioso lo
sviluppo dell'industria e degli alloggi.
Risoluzione sulla trasformazione della
Commissione cc ad hoc n sui Poteri locali
e gli alloggi in Commissione regolare
(presentata da W.O. Hart a nome della
apposita Commissione sul problema degli alloggi in Europa)
La Conferenza,
applro'va la co~nclusione generale i n base
alla qu,ale i problemi dell'alloggio in Europa,
ricchi di numerosissimi aspetti particolari non
esistenti in altre parti deml mondo, che rivestono
un'importanza eccezionale e vitale per i Poteri
locali nel compimento della l o ~ omissiosne; esigono scambi approfonditi di informazioni e
notizie nonché di pareri e d i esperienze fra
i Poteri locali dei vari Paesi rappresentati nel
Consiglio d'Europa;
considerato il numero e la complessità dei
problemi dell'alloggio in Eurospa;
rivolge invito a l proprio Ufficio (Buseau)
di vole~rprendere tutte l e misure utili affin~ché
la Co~mmis~sioaead hoc per gli alloggi possa
dive~ntare una Commi~~sione
regolare in occasione della pro'ssixna se~ssione della Conferenza.
(hplp~ovataall'unanimità) .
e che inoltre, in molte questio'ni imiportanti in materia di alloggi. quali il controllo
dei fitti ed i vari aspetti e limiti della proprietà pubblica e di quella privata, le esperienze ed i punti di vista nazionali e politici
sono nettamente divergenti;
~accomand,aall'Assemblea Consultiva di approvare il parere in base al quale quello de'gii
alloggi è i n moldo particolare un sett,ore, nel
quale i Poteri loca,li posso,no svolgemre un'azione
utile e per il quale gli scambi rego~lairi d i info'mazicai pos#sono dimostrarsi di considerevole
valore;
ed esprime il proprio parere sui seguenti
punti:
I. Penuria di alloggi.
Per rimediare alla situazione occorre:
l) reperire maggiori capitali per l e costruzioni;
2) approntare programmi bene equilibrati
di costruzioni con un notevole impegno di immaginazione;
L'wcita daUa fabbrica
COMUNI D'EUROPA
12
20 Gennaio- 1959
PER UN ANNUARIO STATISTIC
ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ANAGRAFICHE PER MOVIMENTO MIGRATORIO TRA COMUNI ITAI
REGIONIDI
REGIONI
D I CANCELLAZIONE
(PROVENIENZA)
Lom-
Piemonte d'Aosta
bardia
TrenFriulitino- Veneto Venezia Liguria EmiliaAlto
G~ulia
Adige
(destinazione)
ISCRIZIONE
stana
Umbria Marche Lazio
I
--
..................
Valle d'Aosta ..............
Lombardia .................
Trentino-Alto Adige ........
Veneto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
99.917
........
Liguria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Emilia-Romagna . . . . . . . . . . .
Toscana . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Umbria ...................
Marche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Lazio .....................
Abruzzi e Molise . . . . . . . . . . .
Campania . . . . . . . . . . . . . . . . .
Puglia .....................
Basilicata ..................
Calabria ...................
Sicilia .....................
Sardegna . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Piemonte
.........
7.234
704 1.159
75
7
67
121 143.797
979
5.025
8.117
1.219
1.011
l19
261
1.369
250
772
32
26
36
7
8
41
8
3
1.021 2.423
5.440
1.557
157
454
2.011
417
1.041
110
371
46
165
632 5.191
22
1.161 10.894 2.016
299
226
348
253
2.124 74.362
5.343
1.310
3.759
1.154
19:
373
1.937
237
3.016
306 3.145 18.471
940
577
457
37
174
987
136
5921
344~
49
2.714
133
637
1.063 1.783
91
166
937
152
637
4.388
52
8.831
309
2.319
884 2.458 107.425 3.455
232
1. l 3 8
1.800
399
618
1.877
60
2.490
169
819
2.38165.984
1.005
848 3.365
416
1.087
314
7
332
39
156
80
240
262
710
3.741
255
285
1
672
18
991
SO
369
219
623
3.358
813 35.290
4.907
992
274
1
1.560
33
1.991
292
1.296
814
1.034
1.22037.323
2.120
3.267
970
25
1.189
96
368
196
675
5.93725.621
1.307
(
I
1
3.005
25
2.665
217
768
694
6.867
26
4.614
172 1.326
1
1.158
2
558
29
4.136
152
2.313
5.006
23
1.210
23
Friuli-Venezia Giuliil
TOTALE
271 2.794
564
Abruzzi Came
Molise pania
I
1
I
1
306
G
19.565
184
22.831
1.831
16
3.521
41217.468
514 2.923
1.622 13.444
2.397
1.312 2.895
2.078
833
1.547
378
1.148
1.265
1.437
3.003
312
328
6.353
1.181 64.394
714
1.237
1.062
1.250
196
367
3.575
875 2.707
92
70
154
254
741
37
39
558
108 1.616
122
307
266
1.907
507
838
130
151 2.318
200
1.668
3.701
226
1.012
677
1.969
1.323 2.506
254
352
3.495
311
1.680
798
69
476
108
239
1.447
191
731
189
-
-
l --
403
900
573
--
- -l
-,
165.133 2.545 21 1.302 16.634 97.354 31.517 42.806 132.989 93.389 19.557 43.376 82.477 33.915 83.030
_
,
1-
_
l
l-plpl
Iscrizioni per regolarizzazioni
anagrafiche
TOTALE ISCRITTI
%
sulla popolazione
........
Al fine di fornire una misura relativa della mobilità della popolazione nelle singole Regioni, nell'ultima colonna della tavola è stata indicata la
considerato in relazione alla popolazione residente calcolata alla metà dell'anno, mentre nell'ultima riga della tavola stessa è stata indicata
derato, rapportate anch'esse alla popolazione residente a met& anno.
I1 prospetto statistico che riportiamo qui
sopra è desunto dal Compendio statistico italiano 1958, pubblicato in questo autunno,
come al solito, dall'Istituto Centrale di Statistica (pag. 34-35).
I1 prospetto in questione ci è sembrato
interessante per vari motivi.
Esso infatti - da un lato - rappresenta
una delle « novità >> del Compendio di questo
anno (sempre in via di un costante, lodevole
miglioramento), il che è una ennesima prova
dell'interesse crescente che suscitano i fenomeni connessi con l'economia degli Enti locali, risultando sempre più superata la visione limitata alle sole finanze locali: queste
non sono, in sostanza, che la risultante ultima
di tutta una pulsante vita economica svolta
non solo dai cittadini, ma anche dall'Ente
locale in quanto tale che, attraverso il Piano
regolatore, le Aziende Municipalizzate, le
Società per azioni produttrici di beni e servizi da esso controllate ecc. svolge - esso
pure - una imponente azione di politica economica, pur restando, ben s'intende, nell'ambito delle competenze attribuitegli dalla legge
e consentitegli dalla proprio limitata ampiezza territoriale. Rientra nella sfera dell'azione
squisitamente economica svolta, per esempio,
dal Comune - e questa volta in funzione
degli interessi non soltanto dei propri cittadini, ma dell'intera collettività nazionale la effettuazione di imponenti investimenti
pubblici che, ad alcuni dei Comuni maggiori,
ma non solo ad essi, sono richiesti in conseguenza dell'afflusso di immigrati provenienti da altri centri. I1 caso più « clamoroso >>
è quello di Torino, che per esempio, dal 4 novembre 1951 (data dell'ultimo censimento
generale) al 30 giugno 1956, ha visto aumentare la propria popolazione di ben 119.724
abitanti, in conseguenza delle immigrazioni
da altri centri del Piemonte e da altre regioni della Penisola (vedere il pregevole
studio del dott. Melano, capo della Divisione
Statistica del Comune di Torino - « Contributo allo studio delle correnti migratorie
interne >> - pubblicato nell'annuario statistico di Torino 1955).
Naturalmente questo afflusso incontrollato
di nuovi cittadini, afflusso massiccio e rapido,
obbliga i centri ospitanti ad effettuare rilevanti investimenti, finanziati praticamente
sempre mediante il ricorso a mutui. Ed è
evidente l'interesse che questi imponenti fenomeni economico-finanziari presentano per
il Consiglio dei Comuni d'Europa, il quale a
questo ordine di problemi dedica particolare
20 Gennaio 1959
>
i
COMUNI D'EUROPA
13
DEGLI ENTI LOCALI EUROPEI
- Anno 1955
l
I
%
P
-
lia Basilicata
Za
Calabria
l
l
TOTALE
cancellati
ne
l
centuale delle emigrazioni verificatesi durante l'anno
percentuale delle immigrazioni durante l'anno consi-
adeguato coordinato sviluppo dei servizi pubblici, delle comunicazioni, della istruzione
scolastica, delle iniziative industriali.
Infine ci è sorta spontanea una ultima considerazione, che & poi la proposta indicata nel
titolo stesso di questa breve nota: sarebbe
davvero interessante ed utilissimo un annuario statistica dei Poteri locali europei, perché
d a esso potrebbero risultare - opportunamente raccolti, coordinati, elaborati - dati
essenziali, relativi a quella economia degli
Enti locali della quale le «finanze >> comunali o provinciali o regionali non sono che
una delle molte componenti.
Non dovrebbe essere impossibile garantire
all'iniziativa - opportunamente contenuta,
nelle prime realizzazioni, entro determinati
limiti - una copertura preventiva, dal punto
di vista finanziario, dato il largo collocamento
che il volume avrebbe fra gli Enti locali, gli
amministratori locali, le biblioteche e gli
Enti pubblici e studiosi vari, interessati a
questo settore economico.
P e r quanto riguarda in particolare il nostro
Paese, la legge 16 novembre 1939, n. 1823
(«Istituzione di Uffici di Statistica nei Comuni con popolazione di centomila o più
abitanti ») stabiliva fra l'altro, all'art. 4, che
« l'Istituto Centrale di Statistica pubblicherà
annualmente un annuario statistico dei Comuni con oltre 50.000 abitanti » e, al successivo art. 5, fissava anche i contributi annui
che i Comuni avrebbero dovuto versare all'Istituto di Statistica, per la pubblicazione
dell'annuario.
Non dovrebbe essere difficile, con una
« leggina » presentata contemporaneamente
nei Sei Paesi del MEC, far fissare eventualmente dei contributi obbligatori, a favore
dell'Ente europeo che si assumerà il compito
di pubblicare un annuario statistico europeo
dei Poteri locali.
Materiale disponibile ve ne è già in gran
quantità: basta ricordare gli annuari statistici dei vari Comuni, l'annuario statistico
dei Comuni tedeschi che viene regolarmente
pubblicato ogni anno, l'annuario statistico
dei Comuni italiani, pubblicato poche settimane or sono dall'lstituto Centrale di Statistica, ed un altro annuario dei soli grandi
Comuni italiani, che il suddetto Istituto ha
pure annunciato di imminente pubblicazione.
Un'idea dunque, per ora solo abbozzata,
ma che sarebbe agevole delineare in forma
completa: a chi di dovere vagliarla ed eventualmente realizzarla.
Tito Scipione
prima
ROMA: VIGNA CLARA
dopo
attenzione, tanto vero che uno dei pilastri
della sua complessa organizzazione è rappresentato proprio dalla Comunità europea di
credito comunale.
Ma il prospetto statistico da noi riportato
ha suscitato il nostro particolare interesse
anche perché è una dimostrazione chiarissima di quanto sarebbe utile - nell'ambito
delle strutture comuni esistenti t r a i Sei Paesi
aderenti al Mercato Comune - una organizzazione economica, emanazione dei Poteri
locali, che studiasse con visione europea i
complessi problemi connessi con la pianificazione su scala regionale, intercomunale (aménagement du territoire). Dal prospetto in
questime infatti. risultano le proporzioni
imponenti che presentano in Italia (ma anche
negli altri Paesi europei) le migrazioni interne, che necessariamente richiedono un
COMUNI D'EUROPA
14
20 Gennaio 1959
LA GRANDE SVOLTA
di Maurice Duverger
Pubbliclzic~mo la traduzione di un articolo
del Dziverger, uscito in d u e puntate ( I . U n a
maggioranza minoritaria; 11. N u o v i quadri?)
s u « L e Monde n , d e l 4 e del 5 dicembre.
L e analisi dell'illustre studioso francese
sono s e m p r e di notevole interesse: m a questa volta ci s e m b r a possano fornire premessa
utile ad alcune osservazioni sui t e m i , che ci
interessano particolarmente.
Anclze alle persone più disattente n o n è
sfuggito ,-/le, già sul semplice terreno n u m e rico, la legge elettorale, che lza regolato le
recenti elezioni francesi. Ita f a t t o si che il
paese legale n o n potesse corrispondere al
paese reale. L a s o m m a delle percentuali ott e n u t e nella prima giornata elettorale dai
gruppi per definizione « internazionalisti »
n o n è d a v v e r o znferiore n quella ottenuta dai
gruppi per definizione «nazionalisti>>.
I n questo senso vale la pena d i m e t t e r e i n guardia
ancora u n a v o l t a contro l'abit~cdine d i dire
che la F ~ a n c i aè nazionalista, i n quanto un
determinato meccanismo elettorale d à m o d o
ai nazionalisti d i f u n g e r e da maggioranza o
di determinarla.
M a aggiungeremo che i l discorso dovrebbe
essere pzù sottile di quello puramente n u m e rzco. L e astensioni sono state n u m e r o s e ; le
confluenze d e i v o t i causate da atteggiainenti
tattici, d i comodo. hanno prodotto risultati
senza dubbio pericolosi ( n o n si scherza n e l
confidare porzioni d i potere a fascisti!): m a
c'è i n d u b b i a m e n t e i n m o v i m e n t o u n a Francia
chd n o n ha trovato ancora la sua espressione
politica precisa e che certamente n o n è interpretata dagli ultras del 13 maggio.
Q ~ ~ a l c o ssia m u o v e v e r a m e n t e , in Francia:
per esempio n e l campo dell'economia. N o n
siamo forse ancora alla rottura di certi schemi corporativi. caratteristici d i t u t t o i l Paese, n o n siamo ancora alla rinuncia chi'ara
ad anacronistici protezionismi, m a progetti e
audacie n o n mancano. Nuomi quadri sociali
si f a n n o a v a n t i : e in questo senso è interessante vedere il cambio d i rappresentanti
all'Assenzblea Nazionale a v v e n u t o anche n e i
partiti più vecchi e sclerotizzati, c o m e osserva
il Duverger. U n a v e n t a t a sciovinista h a ind u b b i a m e n t e traversato la Francia, m a ci
sembra che più profondamente l'abbia scossa
un senso d i radicale i n s o f f e r e n z a verso u n a
classe politica i n d u b b i a m e n t e immobilista,
fino all'esasperazione. Ora, questa i n s o f f e renza, trovatasi d i f r o n t e ad un determinato
meccanismo elettorale e alla esistenza d i
gruppi « vicini » all'esercito - il quale ha il
potere perché la Francia è malauguratamente
in guerra e quasi ogni famiglia h a i l suo
u o m o sotto le a r m i -, h a finito per m a n d a r e
al potere i Soustelle e i Debré, h a f a t t o arriv a r e al Parlamento i Biaggi e i L e P e n : m a
i n d u b b i a m e n t e n o n può esaurirsi in ciò il
panorama politico francese, e n e m m e n o il
fenomeno neo-gollista, che è oltremodo composito. C / L dire
~ d i quegli europeisti del tipo
m e n o disposto ai compromessi, i quali sono
stati fra i pochi eletti trionfalmente a primo
scrutinio o c o m u n q u e t r a coloro che hanno
sostitu,ito europeisti a m e z z o servizio della
IV" Repubblica, felicemente trombati?
Cosa si può ricavare d a t u t t o ciò? N e s s u n
pigro e i m p r u d e n t e o t t i m i s m o : m a d a u n a
parte ci sembra che se n e d e b b a ricavare
l'esigenza d i u n a politica e s t r e m a m e n t e agile
e a t t i v a da parte d e i G o v e r n i dei cinque
Paesi, c h e c o n l a Francia fanno parte del
gruppo naturaliter pilota della Federazione
europea; e dall'altra che c'è posto oggi i n
Francia, m o l t o più di quanto n o n si creda,
per un'azione popolare diretta, sopranazionale: che parli dell'Eicropa senza i n f i n g i m e n t i ,
c o n decisione e calore pur senza i m p a n t a narsi i n polemiche retrospettive. Oggi i f e d e ralisti europei, o p e r m t i in Francia. debbono
dire, senza perifrasi, che l'èra del colonialismo è finita, che la Frcmcia n o n separerà
e f f i c a c e m e n t e gli isotopi dell'uranio senza
La cooperazione del resto d'Europa, che n o n
ci si d e v e servire del Mercato C o m u n e per
far superare a1 Paese u n a determinata congiuntura economica, m a che! si d e v e arrivare
subito - questo è i l prezzo - a l l ' ~ ~ i tpolia
tica: m a n e l l o stesso t e m p o d e b b o n o attent i s s i m a m e n t e evitare d i essere c o n f u s i per
difensori della IV" Repubblica, che t a n t e iniziative europee ha fatto colare a picco ( e il
f i n t o progressista Mendès-France è responsabile tanto quanto t reazionari Bidault,
Queille, Laniel).
Que,sta precisione deve essere sottolineata.
Non deve essere mai dimenticata per tutto il
periodo della legislatura. Più che sui testi
costituzionali, è su questa situazione elettorale
che il futuro Presidente della Repubblica potrà
attingere la sua forza per svolgere il ruolo di
arbitro. Ciò posto il movimento verso l'U.N.R.
resta importante: l o è più ancora per la sua
natura che per la sua ampiezza. L'U.N.R. ha
500.000 vo'ti i n meno del R.P.F. nel 1951; ma la
composizione del suo corpo, elettorale è molto
più originale. Solo analisi dettagliate condotte
i n ciascuna circoscrizione permetteranno uno
studio approfondito a tale scopo. U n colpo
d'occhio superficiale, al solo livello dei risultati
nazionali, permette fin d'ora di formulare qualche prima conclusione.
Dalla liberazione circa 2.500.000 voti di destra
fluttuano da un'elezio'ne all'altra alla ricerca
elettori conserdi u n partito. La metà degli
vatori cerca di attirarsi, senza però riuscirvi,
rimasta
ai
del tipo indipendenti-contadini. Questo blocco
alla deriva si 6, all,ingrosso, portato verso il
M.R.P. nel 1945-46. verso il R.P.F. nel 1951.
verso il pugiadismo nel 1956. S e poi si scende
nei particolari, le ' O s e ' O n o più
M.R.P. e R.P.F. furono soprattutto movimenti
del nord della ~ , ~ , ili pugiadismo,
~ ~ ;
un movimento del sud; questa differenza di situazio'ne
geografica f a presentire che n o n si è avuto
un trasferimento d a un
all'altro. Malgrado tutto, i1 senso generale dell,evoluzione resta chiaro,
Nel novembre 1958 questa massa di elettori
fluttuanti da destra sembra al contrario es'sersi
~~~p~~~$i,p~~lt,"~$iiu"~,~
~
~
~
~
~
o
n
(senza scendere nei dettagli), li eredi del
R.P.F. n o n raccolgono dunque che una parte
suffragi
a quest'~ltimo:
circa il 50"h. Invece essi vedono affluire verso
di loro un numero molto più importante di
voti da destra e dall'estrema destra. Sui 3 m i lioni 800 mila nuovi voti del gollismo nel 19'51.
* * *
i 3/4 circa venivano dalla e destra fluttuante D
che aveva abbandonato il suo rifugio del M.R.P.
dal 1945'-46; u n po' più di 1/4, u n po' meno
di u n terzo soltanto, arrivavano da sinistra:
soprattutto dai radicali e dalla S.F.I.O., molto
poco dai comunisti.
Nessuna elezione generale dopo quella del
Sui 2.650.000 voti nuovi del gollismo 1958, più
1871 ha più profondamente sconvolto la rapdella metà sembrerebbero al contrario venire
presentanza nazionale come quella del novemdalla sinistra, e forse anche circa u n terzo
bre 1958. Senza dubbio ciò è dovuto i n buona
arrivano dal comunismo. Sui due milioni circa
parte alla riforma elettorale: non si dimentidi elettori perduti dal pugiadismo e da altri
cherà affatto che u n deputato comunista rapestremisti, u n milione sembra essere andato
presenta ormai 388.000 cittadini, u n deputato
agli indipendenti, il resto al1'U.N.R. I1 milione
socialista 79'.000, u n deputato U.N.R. 21.000. Mai,
e mezzo di altri voti che si sono orientati
i n nessun momento della nostra storia repubverso quest'ultimo non pos,sono venire da nesblicana si sono avute delle così grandi ineguasuna altra parte se non dalle sinistre, nel senso
glianze. La ripartizione dei voti nel paese è
più lato. I comunisti hanno perduto 1.650.000
molto meno modificata che quella dei seggi al
suffragi, i radicali e assimilati circa 550.000, i
Parlamento. I1 cambiamento rimane molto imN divers gauche ,
, 100.000: ossia, i n tutto, 2 miportante, malgrado tutto. Per ritrovarne uno
lioni 300 mila. Anche se s'i ammette che la
simile biso'gna ris'alire ai primi anni della
totalità delle 800.000 nuove astensioni vengano
I11 Repubblica, all'epoca i n cui i repubblicani
da sinistra, restano 1.500.000 voti spostati; anche
ridussero i monarchici i n una opposizione semse si suppone ( m a ciò è improbabile) che gli
pre più esigua. Alcuni pensano che si tratt,i 800.000 astensionisti siano tutti dei comunisti
di una montatura prowisoria, paragonabile a
delusi, restano 850.000 voti del P.C. che si sono
quella del bulangismo di settant'anni fa, che
necessariamente rivolti altrove.
tutto ritornerà alla normalità una vo'lta passata
S i può supporre che alcuni siano andati alla
la tempesta. Questo non è sicuro. Diversi segni
S.F.I.O. o i n qualche caso particolare verso il
portano a pensare che una riclassificazione delle
M.R.P.: questi sembrerebbero rari, soprattutto
forze politiche ha avuto inizio
per il partito di G u y Mollet. I1 parallelismo
Senza dub'bio bisolgna guardarsi dal sopradei suffragi socialisti e repubblicani popolari,
valutarla. La potenza reale dell'ondata pronel 1956 e nel 1958, suggerisce l'idea di una
fonda che ha spinto i francesi verso 1'U.N.R.
stabilità che sembra confermare il rapido esame
è limitata. Meno di u n elettore su cinque ha
di alcune situazioni locali. Ad ogni modo anche
votato al primo turno per il partito di Sousnel caso di u n trasferimento indiretto (votando
telle ( 1 ) ( m e n o di uno su sei tenendo co'nto gli ex-co'munisti S.F.I.O. o M.R.P. e prendendo
degli astenuti). Ugualmente se il nuovo partito
il posto degli elettori S.F.I.O. o M.R.P. votanti
dispone all'Assemblea di una quasi-maggioranza
IJ.N.R.1, i voti co'sì raccolti dal neo-gollismo
con il contributo dei mal-eletti d'Algeria, gli verrebbero da sinistra. Ma tutto fa credere
dovrà tener conto della situazione molto minoche i trasferimenti diretti siano stati molto
ritaria nella nazione. So'no meno gli elettori
più impo'rtanti.
U.N.R. che i no a al referendum del 28 setPuò dunque 1'U.N.R. affermarsi partito di
tembre.
centro? No, nella misura i n cui il centro è
Una coalizione che unisca l'U.N.R. e gli indiil luogo di incontro dei moderati delle due
pendenti no~n raccoglierebbe - s,e ci si rife- sponde; perché rappresenta piuttosto una co'nrisce sempre al primo turno - che il 37,5%
giunzione di estremisti. Sì, nella misura i n cui
dei suffragi espressi, ossia tre cittadini siu otto
i suoi elettori non gli vengono da una sola
( n o n compresi gli astenuti: cons'iderando'li saparte. Ciò non l o rende d'altronde meno perirebbero meno di tre su dieci).
coloso. Perché tut,ti i movimenti autoritari
hanno anche riunito suffragi di des'tra e di
sinistra: il bulangismo del 1888-89, come i fa( l ) I risultati del primo turno soltanto mssono D e i mettere di misurare I'evoluzione dell'opinione pubblica,
scismi contemporanei. Resta vero che l e proquelli del secondo sono alterati dai rientranti e dai rinunporzioni i n quel caso erano meno equilibrate.
ciatari.
I
- Una maggioranza minoritaria
,)
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
Ma non si vede quasi come questo carattere
potrebbe influire sull'orientamento del gruppo
parlamentare U.N.R., in cui gli uomini di
destra sono i n proporzione elevata, e sul fatto
che il partito maggioritario alla Camera non
rappresenta che una minoranza del paese, ciò
che lo porta naturalmente Verso la maniera
forte.
11 - Nuovi quadri?
I1 successo del1'U.N.R.. la natura eterogenea
del suo corpo elettorale. attira naturalmente
l'attenzione. Ma c'è un altro carattere di queste
elezioni che no'n può essere considerato meno
importante. Mai nessuna Ass'emblea della Repubblica aveva visto una tale ecatombe di
deputati uscenti. un tale rinnovamento del
personale politico: anche nel 1945, dopo la
terribile frattura della guerra, di Vichy, della Resistenza e dell'cpurazione. Meno di un
terzo soltanto dei deputati metropolitani della
iiuova Camera proviene dall'antica: bisogna
risalire all'Assemblea nazionale del 1871 per
vedere raggiunte proporzioni simili.
Ma questo ringiovanimento non è la sola
novità del1'U.N.R.; se si detraggono i suoi 189
deputati, uomini nuovi per la maggior parte
- ancorché non pochi furono deputati del
R.P.F. nel 1951 - la meta circa dei seggi
restanti, vale a dire quelli occupati dai partiti
tradizionali, è caduta ugualmente nelle mani
dei nuovi eletti. Una tale proporzione non è
stata raggiunta che due sole vo'lte nella storia
della Repubblica: nel 1876, con l'insediamento
della prima Camera del regime; nel 1919, con
la Camera bleu holizon. Queste due volte d'altronde, se s'i isolano -- come si fa oggi - i
partiti nuovi per non 'tener conto degli antichi,
il ringiovanimento di questi ultimi era molto
meno accentuato.
Questo rinnovamento dei quadri politici, al
di fuori dell'impulso propriamente gollista, in
margine all'infatuazione per il
part,ito del
generale >), è forse il fatto maggiore dello scrutinio.
La S.F.I.O. stessa ne ha risentito allorché
era il partito più sclerotico durante le ultime
legislature. Anche il M.P.R. ne beneficia largamente: quel giovane sindacalista agricolo di
ventotto anni che ha duramente battuto il muro
della Loira-Atlantica, è molto rappresentativo
di questi nuovi quadri paesani, speranze dei
i epubblicani popolari che hanno già permesso
al loro partito di affrontare senza pericoli il
rischio dell'arrondissement. Altri eletti, autentici militanti operai della C.F.T.C. fanno augurare questo ritorno alla sinistra del M.R.P. che
si delinea già vagamente a proposito dell'Algeria. Ma gli indipendenti stessi hanno lasciato
qualche posto a uomini nuovi, ad un certo
numero di figli delle grandi famiglie dell'industria e dell'aristocrazia: quel giovane sindaco
d i Casteljaloux, per esempio, che ha realizzato
nella sua città una grande politica di costruzione popolare, testimonia che qualche cos,a si
muove, anche in seno alla destra la più sciocca
del mondo ,,.
Dopo alcuni anni la vita polit,ica francese si
caratterizza per un abbandono crescente tra le
frontiere dei partiti e l e linee separative dell'opinione. Dopo alcuni anni, a destra come a
sinistra. si tent,ava di sostituire ai quadri politici ereditati dal XIX secolo e dal periodo intercorso tra le due guerre, dei nuovi quadri, adatti
all'èra at,omica. Non si può dire che le elezioni
del novembre 1958 abbiano realizzato questo
mutamento, perché l'U.N.R., partito senza dottrina, dove degli elementi eterogenei si radunano attorno ad un uomo, dove il solo nazionalismo emerge tra le formule vaghe e in una
completa assenza di programma, somiglia più
ai movimenti del passato che a quelli dell'avvenire. Ma esse hanno fatto scricchiolare i
vecchi quadri: esse hanno così aiutato a far
piazza pulita.
I1 risultato dello scrutinio del 23-30 novembre può spiegarsi, in sostanza. con il concorso
di tre fenomeni. Due di breve durata, che
restano relativamente superficiali: la febbre
nazionalista provocata dalla G deco'lonizzazione
e la guerra d'Algeria; la spinta verso il potere
personale, favo'rita dal prestigio del generale
De Gaulle. Uno di più lunga durata, che è anche
un movimento profondo, risultante dalle trasformazioni della infrastruttura della nazione: la
ricerca di nuovi quadri politici. L'ultimo, frenaR
.
to fino ad allora dall'inerzia del * sistema , e
delle organizzazioni esistenti, è sorto dalla
frattura aperta con la crisi del 13 maggio. Ma
questa ha ben pochi rapport,i con le sue cause
fondamentali e il suo significato essenziale.
Gli ha permesso d i manifestarsi più liberamente che in nessun'altra occasio'ne d i questi
ultimi anni (costruzione europea, mendesismo,
ecc.), è tutto.
E' dunque probabile che una volta presa
questa grande svolta, il paese si orienterà
finalmente in una direzione assai diversa da
quella desiderata da coloro che hanno provocato la crisi. Al momento la destra se
ne avvantaggia. e più ancora i gruppi che non
sembrerebbero affatto dare alla libertà una
importanza essenziale. Al momento il rischio
reale è d i vedere la democrazia stessa precipitare i n questa crisi. Ma tutto potiebbe finalmente risolversi in maniera diversa. E'
interessante meditare le conclusioni di uno
storico imparziale, a proposito del movimento
bulan'gista, che presenta niente affatto male
tratti in comune con l'avventura attuale:
Lo
aspetto più interessante del bulangismo è stato
il suo lato sociale ... I1 malcontento crescente
delle masse lavoratrici ... aveva in effetti molto
contribuito al successo prodigioso del revisionismo a Parigi, nelle grandi città e nelle regioni industriali del Nord ... I1 bulangismo ha
dato origine a sua volta al nazionalismo e al
socialismo nzoderno x . (Franqois Gogueli. La
natura delle messi non 6 la stessa di quella
del letame che le ha fatte germinare.
ASSENTE l'EUROPA UA1 MEUIO ORIENTE
di André Thiéry
Nel 1958, per la prima volta nella storia
delle questioni Orientali, l'Europa continentale
è assente. Molti se ne rallegreranno, ma ad
osservare la cosa più da vicino, non mancano
davvero soggetti di inquieludine. Merita che
ci si soffermi per fare il punto.
La prima questione d'oriente era cominciata
con la rivoluzione dei poeti, nella quale Lord
Byron si e così prodigiosamente illustrato,
coi bimbi greci che volevano
polvere e
essa si è prolungata durante tutto
palle ...
i1 secolo XIX. Segnata dal risveglio delle nazionalità, delle quali non è dubbia la responsabilità nella guerra del 1924, si è chiusa allora
col ripiegamento dei Turchi. La nuova questione d'oriente, poiché così la si chiama da
qualche tempo. è venuta a darle il cambio.
Essa ha debuttato durante la prima guerra
mondiale col sollevamento arabo e si prolunga
anco~ra.Problem,a che si vaingigantendo e che
è anche una vera e propria questione che si
può esprimere nel modo seguente:
Poiché tutti gli osservatori politici parlano
di una polveriera, poiché lo sviluppo del nazionalismo arabo e l'avvenire delle ricchezze petrolifere comportano dei rischi gravi, si farà
la guerra per il Medio Oriente? ,,.
La risposta può essere:
Si è fatta la guerra
per molto meno. E' sempre difficile essere profeti ma è evidente che non è certo facendo
niente che si diminuiscono i pericoli ,,.
Quello che c'è da fare è la replica federalista; da una parte una Federazione europea
maggiorenne (in senso proprio) e dall'altra
una Federazione del Medio Oriente, maggiorenne essa pure.
Queste due Federazioni si potranno intendere senza preclusioni contro nessuno, senza
prendere di mira nessun altro paese. La Federazione araba non manca davvero di motori
potenti. Ma l'Europa?
I1 movimento nazionalista arabo che, alla neve
l'epoca di Lawrence, pareva come
sulla superficie polvero'sa del deserto ., e in
ogni caso poco propizio a generare una politica
di concentrazione, si è ora sviluppato, se non
esacerbato, e forse ha anche deviato verso
obbiettivi che non gli sono più propri. Sono
gli inglesi - fra i quali precisamente Lawrence, - che l'hanno fatto nascere per combattere
i turchi: che Lawrence per se stesso sia stato
un = impostore ), o il Lord Byron di questa
seconda questione d'oriente, che egli sia stato
a suo tempo un vero uomo d i guerra oppure
un avventuroso uomo di penna, egli ha senza
dubbio cercato di fare di quella insurrezione
una valida forza autonoma, atta a riempire
il vuoto creato dalla scomparsa dei turchi.
Gli alleati non l'hanno poi seguito in tutto,
preferendo la ripartizione dei mandati: francese in Siria e Libano, inglese in Palestina
e Mesopotamia.
Gli inglesi sono certamente stati perplessi
fra la tesi lawrenciana e quella dei loro alleati,
ma quest'ultima permetteva loro di prendere
piede più solidamente nella parte più interessante, fertile in superficie ma anche ricca
nel sottosuolo; così essi vi hanno alla fine
aderito.
E' importante ricordare questi avvenimenti
poiché la politica dei mandati ha fatto molto
per sviluppare il complesso di frustrazione
degli arabi di fronte a ciò che appariva loro
come sordida ripartizione della torta ai loro
danni. Mentre avrebbe potuto essere un mezzo
per preparare una federazione del Medio Oriente consapevole dell'occidente e disposta a lavorare ed a commerciare con esso; ... se però un
Occidente ci fosse stato!
B :
CC
.
I francesi ci sono andati con la loro solita
concez~onedella x più grande Francia >>, quella
che parte dalla regione parigina e si stende a
poco a poco = fino a Tamarasset ., come oggi
si' dice. Essi hanno voluto assicurare, integrare.
Ci sono andati col loro romanticismo del deserto
e quel profondo rispetto dell'Islam basato sul
sentimento dell'assoluto. Ma, pur rispcttando
la religione. essi hanno voluto fare degli orientali dei cittadini francesi. All'ONU, in occasione
di un dibattito dell'Aigeria, il delegato siriano
ha potuto dire che i francesi insegnano ai piccoli arabi che i loro antenati erano dei Galli n !
In fondo era un omaggio che si rendeva loro
poiché non si insegna ai piccoli negri della
Louisiana che i loro antenati sono venuti sul
Mayflower
La Francia faceva come Roma,
che concedeva la cittadinanza ai non latini.
Ma Roma era Roma e fin dal 1920 - specic
dopo - la posizione della Francia nel mondo
non era quella di Roma al primo secolo.
Gli inglesi, ritornando alla ortodossia arabolawrenciana, non hanno avuto che un desiderio:
che i francesi se ne andassero; ci sono riusciti
nel 1945 in condizioni penose. I francesi sono
partiti dalla Siria senza vantaggio per gli inglesi e senza d'altronde che gli arabi ne fossero
minimamente grati a questi ultimi, a causa
della politica di mandato, in generale, e anche
a causa della creazione del regno d'Israele:
Israele, considerata come la spina nella carne
araba, era di origine britannica. Gli inglesi pure
erano screditati, gli hascemiti, che erano stati
scacciati dalla Siria dai francesi e dall'Arabia
dei s a u d i t ~ ,e'rano squalificati. I pae~si dell'Europa continentale erano accusati di tutte le
colpe di Israele (è il caso di dirlo) e in particolare di quella più grave, il colonialismo,
come di tutte le turpitudini e le avidità di cui
essi erano stati, in verità, più le vittime che
non i profittatori. Ma i popoli d'oriente non
fanno distinzioni.
Le Monde del 22 ottobre 1957 narra a questo
riguardo u n aneddoto a proposito di un piccolo incidente accaduto all'aeroporto di Bagdad:
i passeggeri tedeschi d i u n aereo. avendo fatto
rilevare a che l'apparecchio era irancese, ma
la maggior parte dei passeggeri tedesca n , un
francese o tedcsco, per noi è
arabo rispo'se:
lo stesso: è sempre Europa!
I due aspetti piu pericolosi della nuova questione d'oriente sono in verità facili da mettere
in evidenza:
- il primo è l'assenza di demarcazione tra
l'influenza sovietica e quella occidentale;
- il secondo è il problema del petrolio.
I n Europa, in Corea, nel Vietnam, c'è una
linea materiale precisa la cui violazione da
parte d i uno dei blocchi significherebbe la
guerra, ciò che, sebbene sembri paradossale,
mantiene la pace. i n Oriente non c'è niente
di simile, ed è perciò che le zone d'influenza
so'no vaghe e i rischi di infiltrazione enormi.
Gli occidentali hanno trovato due soluzioni; il
guaio è che da entrambe l'Europa continentale è sistematicamente esclusa: si tratta del
Patto di Bagdad e della dottrina Eisenhower.
Questi sistemi non possono agire per definizione, per costruzione contro il nazionalismo
arabo, esse incitano la penetrazione so'vietica
a utilizzarlo come interposta persona, ciò che
d'altronde è perfettamente conforme al catechismo del marxismo leninista. Essendo impo'ssibile stabilire una collusione tra nazionalismo
e comunismo, quest'ultimo resta in t,utti i modi
avvantaggiato. Anche il nazionalismo però, poiché nella misura in cui dispone. del beneficio
del dubbio, può avere un rilancio che si rivela
..
S .
COMUNI D'EUROPA
quasi sempre fruttuoso. I1 perdente è generalmente l'occidente.
Gli americani sono anch'es'si, malgrado ciò,
politicamente favorevoli al formarsi di una
grande federazione araba che venga a riempire il vuoto pericoloso che si è dato finora.
Essi credono il movimento arabo immunizzato
dalla sua componente religiosa contro l'infiltrazione sovietica, e preferiscono, nelle zone pericolose, dei grandi complessi, magari neutralisti
coine l'India, a dei sistema tipo Balcani, dove
l e tensioni locali e le ambizioni sono sempre
capaci d i degenerare in conflitti. Gli europei
non devono stupirsi di vedere gli americani
che avrebbero voluto far loro recitare questa
parte di terza o quarta forza ( e vi si sono
ado'perati per dieci anni), volgersi ora verso
altri che nelle circostanze presenti si fanno
pregare meno. Ciò spiega senza dubbi l a pazienza evangelica degli americani di fronte
alle sfuriate del presidente Nasser: egli ha
tutti i diritti, compreso quello di umiliare il
signor Murphy o di perdere la battaglia, ciò
che per un colonnello dittatore è il colmo.
L'intervento d i Suez nel 1956 resterà negli
annali della storia come la pietosa testimonianza - dell'inesistenza dell'Europa. Caratteristica propria della sovranità di un paese è
quella di no'n subire la legge dello sconfitto
nelle guerre vinte, o che s,i possono vincere.
La Francia o l a Gran Bretagna riconciliate
-probabilmente per u n malinteso - e soprattutto Israele, hanno sperimentato che la celebre
frase d i Brenno Vae Victis D era a senso unico:
gli ungheresi, negli stessi giorni, lo sperimentarono fino in fondo. Gli stati europei, per il
momento, almeno non sono sovrani, se non a
patto che non si occupino di nulla. E' proibito
loro d i f a r e altro che co'mprare e subire.
S e questi stati d'Europa, malgrado l e loro
agitazioni diplomatiche, hanno giuocato a Panzio
Pilato negli affari dell'estate 1958, è s,emplicemente perché essi non potevano fare altrimenti,
benché siano i primi consumatori del petrolio
d'oriente.
I1 quasi monopolio anglosassone sul petrolio
d'oriente è una delle caratteristiche della vita
economica di oggi: lo spiega perfettamente il
fatto che l e economie dominanti P hanno semp r e la tendenza a spostare le economie fragili;
si spiega pure per ciò che concerne l'America
con ragioni d i carattere tecnico. Gli Stati Uniti,
che hanno la produzione d i gran lunga più fort,e
del mondo, non hanno tutt,avia che pozzi a
scarso rendimento in confronto a l flusso prodigioso dei pozzi del Medio Oriente. I1 contrario
si presenta pel carbone, ad esempio, per il
quale le condizioni geologiche si presentano più
favorevoli negli Stati Uniti che altrove. Per il
petrolio rischierebbero che i prodotti del Medio
Oriente, a prezzo di costo inferiore al loro,
vengano a mettersi in concorrenza, stroncando
i prezzi in proporzioni tali che gli americani
non avrebbero difesa contro di essi. La inanovra consiste nell'assicurare che i prezzi f.o.1.
Mediterraneo o'rientale o Golfo Persico, siano
dello stesso ordine dei prezzi f.o.1. Golfo del
Messico e il mezzo migliore per raggiungere
tale scopo è di fissarli essi stessi, poiché dispongono di risorse. La differenza t r a i prezzi f.o.1.
così elevati e i prezzi d i costo è spartita tra le
compagnie e i feudatari locali che acquistano
molte automobili (americane). I1 problema è
risolto per gli americani. S i tratta di resiistere
sufficientemente per evitare il disordine dei
prezzi.
Non ci si deve però nascondere la difficoltà
che incontreranno l e stesse potentissime Coinpagnie americane a mantenere questo sistema.
C'è sempre il rischio che il signor Mattei salti
su a proporre il 7 5 4 invece del 50'%, c'è il
rischio che gli arabi reclamino più del 50%
brandendo la minaccia della nazionalizzazione,
e così via: non vi è dubbio che la migliore
soluzione sarebbe una organizzazione appropriata, per esempio u n p001 petrolifero del
Medio Oriente.
Gli europei, anche se volessero, no'n hanno
affatto, a quanto pare, il mezzo di far intendere
la loro voce nello stato attuale delle cose. S e
essi vogliono essere ascoltati, bisogna che comincino a mettere ordine a casa loro. Come
primo consumatore del Medio Oriente, 1'Europa potrebbe benissimo organizzare un sistema d'importazione con un'organizzazione incaricata di realizzare i programmi di importazione
europei nel quadro della politica energetica,
organismo che, per esempio, potrebbe essere
indicato come mandatario obbligatorio per tutti
gli acquisti petroliferi. Ci si può figurare il
peso che avrebbero questi compratori di circa
60 milioni di tonnellate annue, che in periodi
di bassa congiuntura larebbero l a pioggia ed
il bel tempo >> ed i11 periodo di alta congiuntura ... anche, poiché essi avrebbero gli enormi
mezzi di stockage. Si può essere sicuri che
questo organismo sarebbe invitato al club petrolifero, ma ... poiché c'è un ma: l a condizione
perché un tale organismo possa funzionare è
evidentemente la federazione.
Quanto po'i a sapere in che misura l'Europa
può liberarsi dalla sua dipendenza dalle risorse
petrolifere del Medio Oriente, è ancora un problema che richiede u n minimo di coesione e la
cui soluzione è tanto meno buona in quanto la
si abborda in ordine spasso.
In realtà gli europei dovrebbero essere sufficientemente realisti per capire che non è possibile né augurabile impedire la formazione di
una federazione araba nel levante. Essi hanno
condannato la politica dei reucci e delle caste,
l e astuzie degli inglesi e dei Noury Said, che
cosa propongono in cambio? La miglior cosa
che essi possano fare, infatti, è di dare il buon
esempio; è molto significativo che a l momento
del Congresso del Cairo del dicembre 1957 si
sia seriamente considerato di fare un Mercato
Comune dei paesi partecipanti S e questa proposta è stata abbandonata, è, a quanto pare,
perché la formula europea, truffata da misure
d i salvaguardia e a scoppio ritardato non
soddisfaceva la loro impazienza. E' tutt,avia
permesso pensare che di fronte ad una Costituzione federale europea come ad un orientamento economico fondato sull'efficacia, nel
rispetto della persona umana, e sullo sviluppo
dell'economia sottosviluppata, essi avrebbero
reagito più positivamente e più simpaticamente.
Gli europei sono assenti dal vicino Oriente,
come sono assenti dagli spazi siderali che essi
hanno lasciato ad altri il ruo'lo d i esplorare.
Gli abitanti del Kansas e dell'drkansas hanno
20 Gennaio 1959
la loro parola da dire sull'Irak e sul Libano:
gli europei del continente e con essi gli africani,
marocchini o senegalesi non hanno nulla da
dire.
E' inutile recriminare e lamentarsi della sorte
dei ladri delllArabia Saudita a i quali si taglia
la inano con u n coltello da macellaio o delle
schiave nere c h 6 si vendono a 600 dollari; è
inutile infischiarsi degli americani dicendo che
non capiranno mai
sono dei bambinoni e
niente di diplomazia o detestarli perché = hanno degli interessi e non degli amici
questi
rancori non hanno finora prodotto che sequele
di nazionalismo piagnucoloso e d i colonialismo
camuffato. Essi sono sterili.
I1 dato numero uno d'ella nostra epoca è che
di fronte a l congelamento dell'Europa dell'Est
unita sotto il giogo sovietico - co'me di fronte
ai grandi stati che si organizzano in Cina e
in India, domani in Medio Oriente - l'Europa
dell'ovest, proprio essa, si crogiola nella divisione e nella nullità.
Così quando il Coiagresso del Popolo Europeo rivendica la sovranità esso non la prende
a nessuno, neppure agli stati nazionali che la
hanno perduta. O piuttosto esso non vuole
strappare loro che delle sovranità illusorie per
forgiare una sovranità reale, sola capace di
avere una politica energetica e in particolare
una politica petrolifera.
A. T.
C
),
.;
La n o s t r a battaglia
Verso il primo convegno dei dipendenti degli Enti Locali aderenti all'AICCE
I1 Congresso dell'Associazione I t a l i a n a p e r
il Consiglio dei Comuni d'Europa c h e si t e n n e a Frascaii i l 2-3-4 dicembre 1957, h a seg n a t o u n a t a p p a fondamentale per il pres e n t e e d i l f u t u r o dell'organizzazione dei
dipendenti degli Enti Locali a d e r e n t i al1'AICCE.
Di fatti, possiamo a f f e r m a r e con fierezza
e con gioia, c h e i n quella sede, il « g r u p p o
d e i pionieri », c h e a Sosrrento 1'8 aprile 1956
lanciava il primo seme, a v e v a assunto u n a
dimensione insperata e poteva riunirsi i n
assemblea, p e r discutere sui t e m i p i ù import a n t i d e l momento.
V e n n e incaricato l o scrivente d i t e n e r e u n a
relazione i n s e d u t a plenaria al Congresso,
nella q u a l e si illustravano l e ragioni d i fondo
c h e spingono i lavoratori degli E n t i Locali,
n e l l a battaglia p e r l a Federazione Europea.
V e n n e altresì eletto u n Consiglio Direttivo,
u n Segretario, u n P r e s i d e n t e e d u e Vice P r e sidenti.
I n seguito v e n n e svolta un'intensa campagna d i proselitismo, e d oggi, a n d a n d o orgogliosi d e l nostro lavoro, possiamo annunciare
c h e l a prossima p r i m a v e r a s i t e r r à i l 1" Convegno Italiano d e i dipendenti associati ulL'AICCE.
Non v a sottaciuta i n questa sede l'azione
intrapresa presso i colleghi degli a l t r i paesi
d e l CCE, p e r c h é sorga a n c h e d a loro) analoga
organizzazione. L e basi esistono per u n lavoro d i q u e s t o genere. A l convegno comunque, s a r a n n o presenti anch'essi, con u n a
cospicua rappresentanza, così si p o t r a n n o
approfondire e rafforzare i contatti, e fissare
i limiti d i studio e d i azione consentitici, per
l a disamina d e i nostri problemi s u scala europea, specie d i quelli relativi all'organizzazione.
I1 lavoro c h e ci a t t e n d e è arduo, complesso
e d impegnativo.
Noi a b b i a m o entusiasmo, f e d e e coraggio:
a l t r e luminose t a p p e premieranno la nostra
fatica.
Noi vogliamo essere u n a forza v i v a e d
o p e r a n t e n e l l e g r a n d i e d imperiolse istanze
della vita moderna. I Segretari Comunali,
Provinciali e t u t t i gli a l t r i dipendenti degli
E n t i Locali, n o n possono igno'rare i grandi
avvenimenti d e l mondo contemporaneo e non
possono e n o n devono fossilizzarsi e n t r o l e
m u r a scheletriche d i u n o schematicismo b u rocratico.
L a seconda rivoluzione industriale c r e a
situazioni e condizio'ni d i vita sociali e d economiche nuove. E nuosve istituzioni politic h e sorgeranno. L a seconda rivoluzione h a
creato i presuppo'sti p e r lo sviluppo di econ o m i e continentali, e quei paesi c h e non v i
si unifo'rmeranno, s a r a n n o stritolati dagli
avvenimenti stessi.
T a l e processo evolutivo a p p o r t e r à dannosi
o benefici effetti a n c h e s u l l e istituzioni locali, e s u l l e collettività locali e quindi s u c h i
opera nell'ambito delle collettività locali a
seconda c h e ci si ponga p r o o contro. S a r e b b e
f a t a l e i l nostro isolamento. Dobbiamo invece
inserirvici, a difesa della nostra autonomia,
d e l l a n o s t r a libertà, della nostra personalità,
m a ciò richiede un'azione politica.
I1 n o s t r o .contributo s a r à dato. G l i avvenimenti di ieri, d i oggi e d i domani l o h a n n o
richiesto', l o richiedono e l o richiederanno. ,
Rafforziamo l'organizzazione; mettiamo a
dispo'sizione dell'AICCE l e no'stre migliori
energie, p e r il trio'nfo della sua opera e d il
s u o s,uccesso finale.
Collaboriamo con coloro c h e chiedono a l
popolo d i esprimersi per u n a cittadinanza
europea, d a conseguirsi mediante l'elezione
d i u n a Assemblea Costituente Europea. Collaboriamo o v u n q u e p e r il rafforzamento, p e r
il consolidamento e l a riuscita del Congresso
d e l Popolo Europeo.
Nessuno d i noi abbia u n giorno a dolersi
d i n o n essere stato artefice diretto od indiretto, nella co'struzione del meraviglioso edificio degli S t a t i Uniti d'Europa.
Giovanni Battista Metus
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
17
RIUNIONE DEL BUREAU INTERNAZIONALE DEL CCE
MARSIGLIA, 16 -17 OTTOBRE 1958
L'ultima Sessione del Bureau internazionale
del CCE è stata tenuta, su invito dell'onorevole Gast,on Defferre Sindaco di Mars'iglia e
Presidente dell'AFCCE, nei giorni 16 e 17 ottobre a Marsiglia, sotto la presidenza del Segretario di Stato agli Affari Ecoi~omicidel Lussemburgo Cravatte.
Hanno partecipato (oltre Cravatte, il Segretario generale Bareth e Defferre):
Hainmer, Lugger
- Marique, Merlot, Ronse.
- B e r r u r i e r , Chaban-Delmas,
Dardel, De Montgascon, Mossé,
Pic.
GERMANIA
- Munch. M u n t z k e , Ronge,
Sauer.
INGHILTERRA - Greenwood, Rippon.
ITALIA
- Crovetto, Jori, Serafini, Zoli.
AUSTRIA
BELGIO
FRANCIA
SVIZZERA
(osservatori)
-
-
Bod~ner,Kampfen (presidente
dell'Union internationale des
Maires).
I1 Ministro francese della Ricostruzione e
degli Alloggi, Sudreau, ha recato il saluto del
Governo francese, affermando che oramai è
tempo per i politici e gli urbanisti, di pensare
ad una ~ianificazione del territorio, e quindi
ad un décentramento economico e demografico
su scala europea. La pianificazione del territorio - ha detto f r a l'altro Sudreau - è la
disciplina econo'mica, culturale e politica che
deve far rinascere la grande vita provinciale.
Lo Stato deve far fronte ai bisogni primari,
ma ciascuno deve collaborare per tutto il resto )).
I lavori del Bureau si sono svo'lti in preparazione della Seconda Conferenza Europea dei
Poteri Locali, e hanno affrontato problemi relativi alla presenza degli Enti territoriali locali
nelle istituzioni europee, alle incidenze locali
della integrazione economica, agli alloggi nei
Comuni d'Europa, agli scambi intercomunali
su prospettive sopranazionali. I1 prof. Serafini,
Segretario generale della Sezione italiana, a
proposito del progettato Istituto Europeo di
Credito Comunale, h a puntualizzato come un
Ente, che provveda al Credito finanziario a i
Poteri locali europei e al reperimento internazionale dei capitali necessari, sia oggi attuale
e realizzabile solo in un ambito in cui si possa
in qualche modo coiidurre una politica monetaria e anticongiunturale comune, cioè entro la
Piccola Europa, do'tata delle istituzioni della
Comunità Economica, che occorrerà, peraltro,
rinforzare, fino a pervenire ad una comunità
politico-economica.
All'ordine del giorno della riunione, oltre la
preparazio'ne della seconda sessione della Conferenza Europea dei Poteri Lomcali, erano:
- l'elaborazione di un piano di lavoro per
l'attuazione delle risoluzioni dei IVi Stati generali di Liegi;
- la definizione del ruolo spettante ai
Comuni in riguardo alla costruzione di alloggi
finanziati dalla CECA;
- le decisioni preliminari riguardanti la
prossima sessione degli Stati generali che si
terranno in Francia.
I1 Bureau ha deciso di sottoporre le risoluzioni di Liegi allo studio della Commissione
Affari Europei, onde approntare un piano d'azione da discutere nell'hssemblea dei Delegati.
Stabilita la data del 1960 per i prossimi Stati
generali, si è convenuto di organizzare nel 1959
convegni regionali su scala europea (per es.
Nord-Ovest delllItalia e Sud-Est della Francia).
Si è constatato che il protocollo di accordo con
1'Union internationale (franco-allemande) des
Maires (UIM) è entrato nella sua fase di esecuzione.
Nella stessa riunione è stato anche fissato il
calendario delle prossime riunioni:
- riunione della Commissione degli Affari
europei probabilmente in dicembre a Esslingen,
su invito del dott. Roser;
- Assemblea dei Delegati a Milano alla
fine del gennaio 1959;
- Bureau Internazionale del CCE a Londra
nel mese di aprile (da notare che questa sarà
la prima riunione del CCE che si terrà in Inghilterra).
I n un ricevimento presso il Municipio di Marsiglia, svoltosi alla presenza di numerose personalità, Cravatte ha espresso i sentimenti di
riconoscenza dei delegati del CCE per la calorosa accoglienza loro riservata da Marsiglia.
Dopo aver rivolto un caloroso saluto a Defferre, Sindaco del primo Comune di Francia, e associando in questo elogio la cittadinanza marsigliese depositaria di una lunga tradizione di
lotte per le libertà comunali, Cravatte ha rapidamente esposto alle personalità presenti gli
scopi perseguiti e i risultati ottenuti dal CCE.
Dal canto suo Defferre ha insistito sui caratteri particolari del nostro movimento che = affondando l e sue radici nelle cellule più piccole
dell'organizzazione amministrativa, ha così permesso all'idea europea di diffondersi in nuovi
strati di popolazio'ne per la presenza in esso
dei loro stessi amministratori locali ..
Il BUREAU INTLRNAZIONALE DELLA CECC A TORINO
I1 7 ottobre scorso si è riunito a Torino
il Bureau internazionale della Comunità europea di Credito comunale.
Alla riunione hanno partecipato il presidente
della CECC Amedeo Peyron, sindaco di Torino; i vice-presidenti Karl Horn, sindaco di
Bad-Homburg, Joseph-Jean Merlot, sindaco d i
Seraing; il segretario generale Robert Mossé
dell'università di Grenoble; i membri Max
Habicht, esperto giuridico della C'E'CC, Lamberto Jori, assessore di Milano, Julius Klampfl,
dell'Associazione dei Comuni Austriaci, Raymond Berrurier, sindaco di Mesnil-Saint-Denis;
il prof. Edgard Milhaud, dell'università di Ginevra, in qualità di o'sservatore.
Della impo,rtante riunione pubblichiamo, la
risoluzione finale e il progetto di risoluzione,
relativo al Credito comunale, preparato per
la Conferenza europea dei Poteri lo~cali.
I1 u Bureau n della CECC, presa visione de
l'Avant-Projet Revisé n. IOISG l o giugno 1958,
concernente la creazione di un Istituto europeo
di credito comunale, esorta la CEPL a considerare questo Rapporto come un documento
di lavoro ed invita gli esperti convocati per
le riunioni del 27 e del 28 ottobre a Lussemburgo a prenderlo per base nella discussione
sullo schema dello Statuto dell'Istituto proposto.
I1 Bureau pur approvando questo progetto
nelle sue grandi linee, fa l e seguenti puntualizzazioni:
1) Indipendent,emente dai lavo'ri della CECC
per la creazione di un Istituto europeo,, i ,Comuni devono unirs,i per ottenere una pih efficiente organizzazione del credito comunale su
piano nazionale.
2) No'nostante l e difficoltà per la creazione
di un Istituto europeo, il Bureau spera che,
con la collaborazione dei Governi, queste difficoltà possano essere superate in uno spirito
di cooperazione europea.
3) I1 Bureau ritiene che gli interventi d,ebbano permettere non soltanto l'espans'ione dei
comuni e delle Regioni ma anche lo sviluppo
delle loro infrastrutture economiche, sociali e
culturali.
4) I1 Bureau attribuisce un'importanza fondamentale alla creazione di un meccanismo
che as,sicurerà la garanzia di cambio e di trasferimento.
5) Ritiene che le collettività locali debbano
avere una posizione di privilegio nell'Assemblea generale dell'Istituto'.
(continua a pag. 22)
COMUNI D'EUROPA
18
20 Gennaio 1959
-
Le iniziative dell'Istituto europeo
di
Studi e Relazioni intercomunali
IL CONVEGNO DEI COMUNI RURALI EUROPEI
E L'EQUILIBRIO CITTA
L'l1 e il 12 settembre si è svolto nel Canavese, sotto gli auspici dell'Istituto europeo di
Studi e Relazioni intercomunali e col concorso
dell'Istituto italiano per i Centri comunitari,
un Convegno sull'equilibrio città-campagna e
sul rinnovamento della vita rurale nelle nuove
prcspettive europee. Al Convegno hanno preso
parte l'ing. Biugner, Presidente dell'Istituto
europeo e Consigliei,e comunale di Terracina
(Latina), il Ministro per l'economia, il lavoro
e il traffico del Land dell'Assia, Franke. col
Consigliere ministeriale Kuhnmuench, il Land ~ a tMilius (Friedberg) in rappresentanza dei
Landkreise dell'As~siae il Borgomastro Flaemig
( G . Grosse-Auheim) per il Gemeindetag del1'Assia. il Segretario generale dell'AICCE Serafini (Consigliere comunale a Palazzo Canavese), il Segretario generale della Sezio'ne francese del CCE Berrurier (Sindaco del Comune
rurale di Mesnil-Saint Denis), l'oli. Piero Pellegrini, Vice Presidente dell'Istituto europeo e
membro del Gran Consiglio del Canton Ticino,
e il Segretario della Camera del Lavoro di
Lugano Visani, nonché, per l'Istituto italiano
per i Centri comunitari, il prof. Pampaloni,
il sig. Luciano Lesca, i dottori Segre e Todisco,
l'ing. Martoglio e altri.
I partecipanti al Convegno, dopo una visita
agli stabilimenti di Ivrea della Ditta Olivetti
-- che rappresenta una grande iniziativa industriale sorta in una piccola città, capoluogo di
un circondario rurale, con tutta la problematica
connessa - e gli annessi servizi sociali esemplari nel loro genere -, hanno avuto una
larga informazione sulla struttura e le attività
della Lega dei Comuni del Canavese - associazione su base volontaria di Comuni rurali e hanno visitato, nelle zone di campagna, alcune delle piccole aziende industriali dell'I-RUR
(Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale)
Canavese. L'I-RUR ha il conipito di studiare
misure per ottenere l'equilibrio rurale-urbano
sociale, economico, finanziario e anche culturale, e di tradurre questi studi in applicazioni
pratiche.
I1 12 settembre, nel Centro comunitario di
Palazzo Canavese e sotto la pres,idenza dello
svizzero Pellegrini, ha avuto luogo lo scambio
di informazioni e il dibattito fra i partecipanti
al Convegno. I1 Ministro Gotthard Franke, e
il Consigliere di Governo Kuhnmuench tWiesbadeii) hanno illustrato ai partecipanti delle
altre Nazioni i risultati delle provvidenze sociali per il villaggio (Comune rurale) nel Land
dell'Assia. Durarite un periodo di sei anni sono
stati messi a disposizione congrui fondi dal
Land per la costruzione di 110 case (Centri)
comunitarie di villaggio (Do~fgemeinschafts? ~ a ? ~ s ee~ .di
) 80 asili di infanzia. A seconda
della forza finanziaria del villaggio sono stati
dati
dal Governo
Regionale
( o piuttosto
..
dello Stato locale ., poiché la ~ e r k a n i adi
Bonn è una Federazione, mentre l'autogoverno
regionale è la forma di autonomismo meno
suinto. che si è programmaticamente conferita
aila Repubblica - italiana) cantributi equivalenti a1 50:;, e in alcuni casi persino al 75'h
delle spesr generali occoirenti per le costruzioni Tutti i partecipanti al Convegno hanno
mostrato il loro grande apprez~amentosia pei
la struttura istiGzionale - iocale tedesca (cfr.
l'articolo di HANS MUNTZKE,
I Landk?-ekes in
Comuni d'Europa 2 , 11. 5 del 1957) sia per le
iniziati,,e rurali particolari del Governo dell'Asia.
Raymond Berrurier -- che è anche, come si
ricorderà, Presidente della Commissione per
l'equilibrio rurale-urbano del CCE - ha parlato sui problemi della campagna e sull'urbanesimo in Francia. Su una carta geografica ha
mostrato analiticamente il concentramento massiccio della popolazione in poche città capoluogo, c8d eissenzialme~nte a Parigi: per contro,
spopolamento integrale di Comuni campestri,
fertili zone incolte, d e ~ a d e ~ n zde811a
a
civiltà rurale. Berrurie,r ha sottolineato co'me sarà necets~
~
~-~
-
sario - e no'n solo in Francia, ma in tutta
l'Europa unita - modificare l'intera struttura
industriale, decentrandosla e articolandola a l
rna~~siino,
pur senza perdere i vantaggi della
produzione di massa (il cui perno è la catena
di inontaggioi.
Egli ha anche polemizzato con le programmazioni di città satelliti che sono - a suo
avviso - una falsa soluzione del grande problema dell'urbanesimo: le città satelliti possono evitare il nefasto sviluppo a a macchia
d'olio della città, ma non vanno al cuore del
prosbleina dell'urbanesimo non inciden,do sulla
concentrazione industriale in determinati territori, anzi finendo per aggravarla. L'obiettivo,
ha sostenuto Berrurier (in ciò appoggiato da
Serafini), è una convivenza armo~nio~za
di industria e di agricoltura, e all'opposizione cittàcampagna si dovrà tendere a sostituire, al
limite, la composizione città-regione.
Serafini ha insistito a sua volta sulla esigenza
che al Mercato comune euro'peo - che vuole
essere piuttosto una Comunità economica europea - si affianchi la prospettiva di una urbani-
CAMPAGNA
..
stica unitaria europea: un < aménagement du
territoire dans une perspective européenne
coine ha da tempo richiesto Claudius-Petit.
Al termine del Convegno i partecipanti hanno
deciso che fosse inviata, a nome dell'Istit,uto
europeo di Studi e Relazioni intercomunali e
della Commissione del CCE per l'equiiibrio
rurale-urbano, una raccoinandazione agli organi
competenti del Consiglio d'Europa e della Conferenza europea dei Poteri locali. Diamo appresso il testo della raccomandazione, redatto
da Berrurier e da Serafini. e approvato dagli
altri delegati.
L'incontro canavesano ha avuto una notevole
ecio. I1 Ministro dell'As,sia, Fra:nke, ha scritto
una lunga lettera di ringraziamento al Presidente dell'Istituto europeo ing. Brugner, nella
quale si è f i a l'altro cosi es,presso: e Al mio
ritorno ho concesso un'intervista alla Radio sull'interessante incontro nel Canlvese; la stampa
dell'Assia ha dato ad esso il meritato risalto.
Desidero anche esprimere il des'iderio che la
nostra collaborazione cosi iniziata possa proseguire con vantaggio per tutti i partecipanti ..
.
T partecipanti al Convegno "Eqiiilibrio città-campagna,, riella corte del Ceritro comiiriitariu di Palazzo Cariavesr
La raccomandazione C O ~ C Idel
US
Cofl~e@flo
~U~
i
I
11 Convegno, cosciente d e l f a t t o c h e i progetti delle grandi i n t e g r a z i m i economiche
(come p e r esempio il MEC) sono necessari,
m a minacciano d a u n a p a r t e d i concentrare
gli investiinenti p e r l'industria e l e abitazioni
nelle città e nelle zone già sovraccariche o
che lo d i v e r r a n n o rapidamente, e dall'altra
d i accentuare l'esodo r u r a l e e la depressione
d i zone già sottosviluppate, c h e esistono anche i n regioni prospere,
a f f e r m a c h e parallelamente a q u e s t e integrazioni economiche è indispensabile a p -
p r o n t a r e u n conveniente « a m é n a g e m e n t d u
t e r r i t o i r e D, il cui scopo essenziale è quello
di assicurare delle favorevoli condizioni d i
v i t a a t u t t i gli uoinini, sia che abitino l e
città sia l e campagne, e di assicurare lo sviluppo della popolazione r u r a l e , p e r ristabilire
l'equilibrio t r a le città e l e campagne, d a n nosamente r o t t o nella maggior p a r t e delle
nazioni;
a f f e r m a altresì che questo << aménageinent » non p o t r à corrispondere alle necessità
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
degli uomini senza c h e questi possano interv e n i r e e orientarlo p e r mezzo d i convenienti
istituzioni, sui piani federale, nazionale, regionale, pluricomunale (Landkreis, arrondissement, circondario, ecc.) e comunale;
sottolinea c h e nessuna soluzione p u ò ess e r e efficace senza l a creazione d i u n a r e t e
d i e f o y e r s c o m m u n a u x » (Dorfgemeinschaftshauser, centri sociali, Community centres, ecc.), e senza giustapposizione a r m o niosa, n e l q u a d r o rurale, d i u n a agricoltura
modernizzata e d i u n a industria proporzion a t a alla m i s u r a locale e legata, t u t t e l e volte
c h e è necessario, a d a l t r e imprese omogenee
e a u n c e n t r o d i montaggio c h e assicuri i
moderni ritmi d i produzione;
sottolinea ancora che, p e r giungere a
questo obiettivo, l a partecipazione delle collettività locali è indispensabile e che, p e r tanto, mezzi d i credito devono essere messi
a disposizione delle n u o v e imprese come p u r e
delle collettività locali;
Palazzo Riva sede dell'Istituto europeo
di studi e relazioni iatercomunali
cniede c h e i n t u t t i i nostri Paesi gli organi ufficiali si impegnino a queste realizazioni e che la popolazione venga chiamata
p e r m a n e n t e m e n t e a partecipare a u n a t a l e
attività, c h e interessa t u t t o il s u o destino;
D a l 1" gennaio l'Istituto europeo d i
studi e relazioni intercomunali h a s e d e
i n Lugano, nello storico Palazzo Riva
c h e già ospitò italiani illustri, d a Ugo
Fosco10 alla Belgioioso, d a C a r l o Cattaneo a Giuseppe Mazzini.
I n questa sede, offerta d a l Consiglio
d i S t a t o ticinese e d a l Comune d i L u gano, s a r à sottoposta all'esame d i u n a
Commissione d i studio italiana un'amp i a documentazione c h e l e autorità
cantonali e comunali, il Ministero p e r
il Lavoro e l'Economia dell'Assia e la
Associazione dei Comuni dell'Assia raccoglieranno sui sistemi amministrativi
e sulle attività i n campo culturale, t u ristico, urbanistico e d annonario, delle
città di Lugano, Zurigo, Francoforte e
Wiesbaden. Queste città s a r a n n o poi
visitate d a l l a Commissione, presumibilm e n t e in a p r i l e o in maggio, a p p e n a
l'Istituto a v r à coordinato t u t t a l a documentazione raccolta.
E' f a t t o p e r t a n t o invito ai Comuni
aderenti all'Istituto, d i segnalare il loro
interesse a partecipare a questo Convegno e d e v e n t u a l m e n t e inviarvi persone
c h e possano d a r e u n competente apporto.
L e adesioni dovranno essere inviate
alla Segreteria dell'AICCE - Via Lombardia, 30 - Roma.
chiede alla Conferenza europea dei P o teri locali:
1) d i perseguire senza interruzione la
messa in opera d i t u t t i gli s t r u m e n t i d i credito e particolarmente del e Credito comunale
europeo W , c h e è assolutamente vitale p e r l e
nostre collettività locali;
2) d i m e t t e r e all'ordine d e l giorno della s u a p r i m a sessione d e l 1959 lo studio della
creazione d i u n a r e t e di « foyers commun a u x » e d i u n largo e moderno decentram e n t o industriale, c o m e fattori essenziali
della rinascita dei Comuni medi e dei Comuni
r u r a l i come p u r e dell'equilibrio t r a l a vita
r u r a l e e l a vita cittadina.
LA CONFERENZA DI PIERO MALVESTITI
Vice Presidente della Comunità Economica Europea, a Lugano
Sabato 29 nove'mbre l'on. Piero Malvestiti,
vice-presidente della CEE, ha tenuto a Lugano,
su invito dell'Istituto europeo di Studi e di
Relazioni intercomunali in collaborazione con
la locale Sezione del M.F.E., una importante
Conferenza sul tema: Perché il Mercato Comune? ,>.
L'oratore ha esordito rifacendosi alle prime
parole del Trattato che istituisce la Comunità
Economica Europea:
...determinati a porre le
fondamenta di un'unione sempre più stretta
fra i popoli europei; decisi ad assicurare, mediante un'azione comune, il progresso economico e sociale dei loro paesi, eliminando le
barriere che dividono l'Europa, ( i Paesi co'ntraenti) hanno deciso di creare una Comunità
Economica Europea B.
I1 perché di quest'azione comune è ormai
spiegato dall'insufficienza degli odierni spazi
economici nazionali, dalla incipiente rivoluzione industriale, dalla necessità di un'unica
moneta a garantire il commercio internazionale.
A dimostrazione di questa teoria Malvestiti
ha portato l'esempio delllUnione doganale del
Benelux che. come documentano i dati, ha
portato ad un aumento degli scambi fra i Paesi
membri molto superiore all'espansione generale del loro commercio estero globaae; che
questa intensificazione degli scambi ha avuto
luogo tanto nel senso delle esportazioni quanto
in quello delle importazioni; che essa è stata
accompagnata da una espansione notevole del
commercio estero del Benelux verso gli altri
Paesi.
Ma non si tratta, per l'Europa, soltanto di
una questione di convenienza. bensì anche di
una irrimandabile nelcessità. Malvestiti ha affermato: <t Nessuna Nazione europea da sola è in
grado di possedere i giganteschi mezzi di ricerca e gli enormi finanziamenti che daranno
inizio alla rivoluzione tecnica dell'Era atomica.
A loro volta, gli sviluppi della produzione che
questa nuova fonte di energia e le relative
tecniche renderanno possibili, verrebbero a cozzare contro i limiti troppo angusti dei singoli
mercati nazionali europei. La rivoluzione atomica metterà clamorosamente in luce il carattere arcaico delle nostre strutture economiche.
Ecco la ragione per cui, decidendo di attuare
innanzitutto l'unificazione dell'Europa nel campo
economico, i sei Ministri degli Esteri riuniti a
Messina hanno sottolineato l'urgenza di due
realizzazioni essenziali: mettere in comune la
industria atomica e creare un Mercato comune>).
<C
L'oratore ha quindi messo in luce i caratteri, i limiti, le prospettive e gli stessi pericoli
di questa grande impresa europea.
Ha anzitutto negato che il Mercato comune
sia un mercato chiuso: porte e finestre di
questo grande edificio europeo sono aperte, e
talvolta sin troppo. Ha detto di non credere
alla violenza irresistibile dei poli d'attrazio'ne
che sarebbero rappresentati dai centri di produzione agglomerata e localizzata e che creerebbero una vischiosità non superabile della
nuova sistemazione del Mercato comune. Ed
ha sostenuto che la pura e semplice libertà
degli scambi non solo non avrebbe polrtato agli
stessi risultati proposti dal Mercato comune,
ma avrebbe anzi aggravato i pericoli che in
esso da alcune parti vengono denunciati.
I n merito, Piero Malvestiti ha detto: n Ecco
dunque questo Mercato comune, la cui forza
espansiva, pena il fallimento, dovrà essere
dominante su ogni altro fenomeno, e che non
si limita a dire agli operatori di f a r e quello
che vogliono, con i mezzi che trovano: il Mercato comune che gli si o~ffreha per scopo di
eliminare gli ostacoli di ogni genere che potrebbero incontrare sul loro cammino: com-
batta ognuno la propria battaglia, che è sempre,
per definizione, illuminata e benefica P.
Questo Mercato comune non promette la felicità universale nella fanatica certezza che a
prepararla basti quello che si chiama il libero
giuoco del mercato: esso sa benissimo che questo
giuoco non è mai esistito né può esistere nelle
perfette condizioni delle ipotesi, e non ha dimenticato né gli effetti degenerativi della concorrenza monopolistica. né, d'altra parte, che
il monopo'lio può essere in alcuni casi il prezzo
del progresso.
L'oratore ha poi illiistrato i problemi sociali
che il Mercato comune fa sorgere: la nascita
di una sua politica, appunto, sociale; la funzione assegnata alla Banca degli Investimenti.
gli interventi a favore delle aree sottosviluppate, con l'inclusione nel proprio sistema dei
paesi e territori d'oltremare. Ed è giunto così
ad illuminare la figura del 7nercuto istituito in
cui quell'azione concertata detta prima si dimostra perlomeno possibile grazie alla tutela
giuridica dello spazio economico, e cioè alle
regole di diritto che in esso vengono messe in
opera dai poteri costituiti.
Dopo aver definito il Mercato come lo strumento per raggiungere il fine, che è la Comunità, Malvestiti ha concluso ricordando le parole di De Gasperi sulla federazione europea:
Qualcuno mi pare abbia detto che è un mito.
E' vero: è un mito nel senso soreliano. E se
volete che mito vi sia, ditemi un po' quale
mito dobbiamo dare alla nostra gioventù per
quanto concerne i rapporti fra Stato e Stato,
l'avvenire della nostra Europa, l'avvenire nel
mondo, la sicurezza, la pace, se non questo
sforzo verso l'unione? Volete il mito delle dittature, il mito della forza, il mito della propria
bandiera, sia pure accompagnato dall'egoismo?
Ma noi allora creeremmo di nuovo quel conflitto che porta fatalmente alla guerra. I o vi
dico che questo è il mito di pace: questa è
la pace e questa è l a strada che dobbiamo
,t
COMUNI D'EUROPA
20
20 Gennaio 1959
PER L O SPIRI
J
per il Castello della Manta dove hanno specialmente ammirato i famosi affreschi.
Più tardi l e delegazioni a l completo si sono
trasferite a Verzuolo per visitare, accoltevi dal
Direttore dott. Carlo Cerrina, dal Vice-direttore
ing. Gilardi e dal Sindaco di Verzuolo sig.
Olocco, l e importanti attrezzature dello stabilimento delle Cartiere Burgo
Dopo aver ammirato i tesori artistici e l e attrezzature industriali della zona, nel pomeriggio
gli ospiti ne hanno conosciuto anche le risorse
turistiche e l e bellezze naturali. Perciò fatta
una breve sosta a Paesana per la colazione sono
stati accompagnati a Crissolo dove, con la
moderna seggiovia, sono saliti sul Monviso.
Al ritorno a Saluzzo il dott. Ruata accompagnava gli amici francesi e belgi nella visita
alle Mostre dell'antiquariato ed artigianato artistico e degli incisori piemontesi de11'800.
L'ultima giornata è stata riservata alle cerimonie ufficiali, alle quali hanno partecipato
anche il dott. Abbadessa, Vice Prefetto d i Cuneo, il Console del Belgio a Torino sig. Pellissoni, l'Agente consolare di Francia a Cuneo
dott. Giovanni De Marchi, in rappresentanza
del Console di Francia a Torino, e tutte le
autorità cittadine.
Dopo l a Messa, celebrata in S. Giovanni, nel
corso della quale L'officiante Padre Carlo Calvi110 ha po'sto in risalto l'aspetto profondamente
morale e cristiano dell'avvenimento che unisce
i t r e Comuni, hanno preso la parola il Sindaco
di Saluzzo, l a contessa di Selancj Sindaco di
Manom, il visconte Van de Werve Sindaco di
Pulle e l'ing. Brugner, che h a portato il saluto
ufficiale del CCE.
Brugner h a detto fra l'altro:
-
Il corteo delle auto;ità, con i sindaei al centro, sfila per la città di Saluzzo
SALUZZO
- MANOM - PULLE
Nei giorni 12, 13 e 14 settembre si è avuta
la visita a Saluzzo delle delegazioni dei Comuni
francese di Manom e belga d i Pulle con i quali
la Città si era affratellata nel giugno scorso
con indimenticabili manifestazioni tenutesi nella
piccola, graziosa cittadina sulla Mosella.
Avevano allora partecipato al gemellaggio
anche le città lussemburghese di Dudelange e
tedesca di Lauenburg Elbe, i cui ra,ppres,entanti
in questa occasione purtroppo non hanno potuto
intervenire, inviando peraltro aL Sindaco di
Saluzzo i sensi della loro completa e cordiale
adesione a l nuovo incontro che ha seguito a
meno di tre mesi di distanza l'atto con cui i
cinque Co~munigeme8Lli si erano scamb'iati solennemente la formula dell'impegno,
Alloggiati per la maggior p'arte presso quegli
stessi saluzzesi che nel giugno scorso avevano
composta la delegazione cittadina recatasi a
Manom, i graditi ospiti hanno iniziato la nutrita
serie delle visite l a mattina del venerdì 12.
Accompagnati dal Sindaco e d a un folto gruppo
di amici saluzzesi hanno reso visita a S.E. il
Vescovo, che li ha intrattenuti con affabile cordialità, rivolgendo loro un paterno saluto in
francese.
Dal Vescovado le delegazioni sono passate
all'orfanotrofio Femminile, dove gli ospiti, accompagnati dal Presidente rag. Silvio de Giorgis, hanno compiuto una rapida visita ai locali
del Pio Ente.
Successivamente gli amici di Manom e di
Pulle si sono trasferiti alla Cattedrale e quindi
alla chiesa di S. Giovanni, dove sono state loro
illustrate l e particolari caratteristiche architettoniche ed artistiche dei due monumenti, soprattutto dal dott. Mario Balbis e dal marchese
Marco del Carretto di Saluzzo, oltre che dagli
altri accompagnatori.
La mattinata si è conclusa con un ricevimento
ufficiale in Municipio al quale sono intervenute
tutte le personalità cittadine con a capo S.E. il
Vescovo. Erano presenti, fra gli altri, il Presidente del Tribunale dott. Marcarino, il Procuratore della Repubblica dott. Acquasciati, il
Pretore dott. Ignesti, il Commissario dott. Saccotelli, il Capitano Bresciani i n rappresentanza
del Comandante del Presidio, il Presidente della
Cassa di Risparmio avv. Prato e molti assessori
e co'nsiglieki comunali. I1 Sindacio dortt. Ruata
ha rivolto agli amici delle delegazioni straniere
il più cordiale benvenuto, sottolineando l'importanza del gemellaggio di Manom e ponendo in
particolare rilievo l'opera di livello veramente
europeo che, con la realizzazione di tale affratellamento, h a compiuto il Sindaco d i quel
Comune, che è un piccolo villaggio di meno di
duemila anime.
Al Sindaco ha risposto con la più simpatica
amicizia e con l a più squisita gentilezza la contessa di Selancj, mettendo a sua volta i n rilievo
come il suo sia un Paese esclusivamente di
lavoratori a l cui apprezzamento non può pertanto sfuggire la serietà e la laboriosità degli
italiani e dei piemontesi in modo particolare,
che tanti rapporti hanno con la Francia. Il
Sindaco di Manom ha dichiarato che se le
miniere e le industrie siderurgiche della sua
regione hanno potuto prosperare fino ad ora,
è anche grazie all'apporto della mano d'opera
italiana.
Come il suo collega di Saluzzo, così la contessa di Selancj si è dichiarata certa che questo
nuovo incontro dei tre Comuni affratellati darà
frutti proficui e concreti nel quadro di quella
pacifica intesa che può procedere soltanto dalla
realizzazione della Comunità europea.
Di particolare interesse è risultata nel pomeriggio la dettagliata visita che l e delegazioni
hanno fatto ai frutteti ed agli altri impianti
agricoli di Lagnasco, sotto l a guida cortese e
competente del geom. Augusto Gullino e grazie
alla comprensiva accoglienza di altri importanti
produttori della zona.
Da Lagnasco il folto gruppo di visitatori è
passato allo stabilimento della Minerva Medica,
dove accompagnati dall'Amministratore delegato cav. Carlo Rossi, hanno preso visione della
produzione specializzata di questo esemplare
complesso editoriale.
I1 mattino successivo gli ospiti, ai quali si era
nel frattempo unito l'inp. Renato BrLigner, VicePresidente della Sezione italiana del Consiglio
dei Comuni d'Europa, hanno visitato monumenti
artistici della Città e del circondario, per passare poi all'esame di attrezzature industriali di
grande rilievo.
Infatti le delegazioni hanno compiuto una
minuziosa visita alla Casa Cavassa, sostando a
lungo nelle varie sale, illustrate con competenza dal prof. Balbis, ed hanno poi proseguito
..
Ho il piacere e l'onore di portare - anche
a nome del Presidente dell'Associazione Italiana avv. Peyron, impossibilitato a venire a
Saluzzo per ragioni del suo ufficio - oltre che
a vo'i, cittadini di Saluzzo, a questi nostri simpatici amici e compatriotti di Pulle e di Manom,
il saluto del Consiglio dei Comuni d'Europa.
I1 Consiglio dei Comuni d'Europa è nato alcuni
anni or sono a Seelisberg, là dovei sei secoli fà
i primi rappresentanti dei Cantoni svizzeri
hanno iniziato la costruzione di quella Federazione che h a dimostrato a l mondo come
popoli di lingue diverse, di usi e costumi diversi possano amarsi, affratellarsi ' e d amare,
come essi amano, una Patria co'mune.
Abbiamo scelto Seelisberg pesrché allora la
Confederazione Svizzera fu fondata sulle libertà comunali e noi pensiamo - noi democratici
di qualunque colore politico, perché nel Consiglio dei Comuni d'Europa lavoriamo gomito
a gomito, senza domandarci quale sia l'appartenenza o meno a partito politico, siamo cioè
per l'Europa, lavoriamo, io direi politici puri,
fuori delle discussio'ni di partito - che questo
sistema federativo il quale auspichiamo', basato
sulle libertà comunali, sia l a migliore garanzia
contro ogni avventura dei dittato'ri all'interno
od all'esterno.
Noi non possiamo più continuare con questo
continuo pericolo di lotte fratricide, mentre noi
sappiamo bene che tutti insieme dobbiamo difendere questo spirito europeo che ci può tradurre i n una esaltazione della libertà, o meglio,
della verità e della bellezza, che si confondono
nell'esaltazione della libertà. Ed io formulo
l'augurio, certo che i nostri amici di Manom
e di Pulle lo vorranno portare ai loro concittadini, che i cittadini di Saluzzo si associno
all'esaltazione di questo culto della bellezza e
della verità, del culto della libertà della nuova
Europa, alla quale dedichiamo l'opera nostra B.
Terminata la cerimonia, i n Piazza Vineis si
è formato un corteo, che fra gli applausi della
folla e preceduto dalla banda cittadina e dalla
bandiera della città, si è recato al monumento
ai Caduti. Mentre la banda intonava l e note
della Marsigliese e della Brabanconne, la contessa d i Selancj e d il visconte Van de Werve,
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
accompagnati dal Sindaco di Saluzzo, hanno
deposto mazzi di fiori, legati coi nastri dei
rispettivi Paesi, sull'ara. Ultimata la cerimonia,
il rag. Avagnina, nella sua veste di Presidente
dell'Associazione Combattenti, ringraziava commosso i Sindaci ospiti per l'omaggio tributato ai
Caduti.
La mattinata si concludeva con una interessante visita alla Galleria d'Arte ael comm. Bertoni, che tanto ha fatto e continua a fare per
l'affermazione e lo sviluppo dell'artigianato
saluzzese.
Al pranzo ufficiale offerto dal Comune, che
riuniva tutti i graditi ospiti, i loro accompagdaturi saluzzesi nonché le principali autorità
che già avevano presenziato alle manifestazioni
della mattinata, si avevano simpatici scambi di
omaggi fra i membri delle delegazioni e la
lieta circostanza dava motivo a l Sindaco di
Saluzzo. alla sua graziosa collega di Manom,
a l sig. Grosse Vice-sindaco di Manom, nonché
all'ing. Brugner dell'AICCE. di riaffermare, in
espressioni di solidarietà lo spirito dell'affratellamento realizzato, e a brevissima d i s t a E a
di tempo già così efficiente.
Nel pomeriggio tutti sono intervenuti alla
caratteristica edizione 1958 del Palio dei Borghi ,>,conclusasi con una serata danzante organizzata dalla << P r o Saluzzo n in onore degli
ospiti.
Le delegazioni sono ripartite il lunedì successivo, fra rinnovate manifestazioni di simpatia
e di sincera profonda amicizia che ormai lega
i tre Comuni ed i loro abitanti.
I1 prossimo incontro è stato fissato a Manom
per il giugno prossimo, in occasione delle celebrazioni del primo anniversario del gemellaggio: ma prima di allora, con ogni probabilità,
i Sindaci interessati avranno modo di accordarsi, eventualmente in un nuovo convegno,
per mettere in atto un primo sostanziale frutto
dell'affratellamento che dovrebbe consistere in
uno scambio di giovani nel periodo delle prossime vacanze estive.
.
L'incontro a Terracina
dei rappresentanti dei Comuni affratellati
Nei giorni 5. 6 e 7 settembre scorso si sono
incontrati a Terracina i rappresentanti di alcuni
dei sette Comuni che si affratellarono nel quadro dei 111' Stati Generali di Francoforte.
Partecipavano alla riunione:
- per Bad Homburg: il Borgomastro Karl
Horn;
- per Bad Mondorf: il Borgomast,ro Jean
Linster;
- per Coira: i Co'nsiglieri comunali Paul
Engi e Hans Bernhard;
- per T e r ~ a c i n a : il Consigliere comunale
Renato Brugner, il Segretario comunale Cordova, il presidente dell'Associazione a Pro Terracina n Rossi, il giornalista Luigi Fedele; fungeva da Segretario il sig. Paolo Tramc'nti del
Centro Sociale di Terracina.
Sul tema dell'incontro, << I1 Comune C l'educazione europea dei cittadini n , l'ing. Brugner,
presidente dell'Istituto europeo di studi e relazioni intercomunali e vice-presidente della Sezione italiana del CCE, h a tenuto la relazione
introduttiva partendo dalla risoluzione di Liegi
I Comuni focolai dello spirito europeo e dal
rapporto Altmayer preparato in vista della
2a Conferenza europea dei Poteri locali Sviluppo dello spirito europeo attraverso gli scambi
intercomunali 2 .
Brugner ha messo in evidenza come dal
rapporto Altmayer risulti chiaro che gli stessi
uomini politici ritengono indispensabile l'opera
e l'ausilio degli amministratori locali, per diffondere lo spirito europeo ed educarvi i cittadini.
Analizzando le proposte contenute in quel
rapporto, Briigner ha detto che, come programma iniziale e nei limiti consentiti dai
bilanci comunali e dalle leggi che regolano nei
vari Paesi I'amniinistrazione locale, tutte le
.,
C
pro'poste potrebbero trovare attuazione. E' però
estremamente utile stabilire un programma iniziale concreto, nel quale si potrebbe prendere
in considerazione soprattutto: l o scambio di
giovani (ospiti del Comune e di famiglie private), adoperandosi affinché questi incontri avvengano contemporaneamente fra giovani di
più nazioni p'erché as,sumano il carattere di
incontri europei; di stabilire nei Comuni che
si affratellano un contemporaneo programma
di manifestazioni europee che comprendano, fra
l'altro, la denominazione di strade all'unità
europea ed al nome di città affratellate; la
distribuzione, ai migliosri allievi delle scuole,
del nuovo libro edito a cura del Consiglio
d'Europa s La nostra Europa n, pos,sibilmente
con firme autografe dei Sindaci dei Comuni
affratellati; di indire u n concorso a premi per
fotografie a colori fra i cittadini dei Comuni
affratellati, con esposizione che dovrebbe ripetersi in ognuna delle città, e success,iva pubblicazione di un opuscolo con la riproduzione delle
migliori.
Ha aperto la discussione sul rapporto Brugner
il Borgomastro di Bad Homburg, Kasl Horn, il
quale ha dato informazioni sullo Svolgimento
delle vacanze nella sua città di un gruppo di
42 giovani, t r e ragazze e tre ragazzi fra i 15
e i 16 anni per ciascuno dei 7 Comuni affratellati. Horn h a riferito che i giovani sono stati
alloggiati presso famiglie scelte dal Comune e
che alla spesa dei viaggi e del soggiorno, pari
contria circa u n milione di lire italiane, h a n n , ~
buito Regione, Kreis, Comune ed Associazioni
locali. I1 risultato di questo primo esperimento
è stato veramente ottimo poiché è riuscito a
creare oltre che l e naturali relazioni personali
fra i giovani, anche relaziomni fra Associazioni
di ogni genere.
I-Iorn ha infine accennato alla posssibilità d i
collocare mano d'opera d i Terracina a Bad
Homburg, tramite il Centro sociale.
I1 Consigliere comunale di Coira, Bernhard,
ha detto che finora non si è fatto molto, ed
Abbonatevi a
Comuni d'Europa
h a assicurato che il suo Comune, al quale è
di recente passato l'incarico della Segreteria
dei Comuni affratellati, cercherà p e r il futuro
di essere molto più attivo.
Anche il Consigliere Engi di Coira crede che
sarebbe bene avere a Coira giovani lavoratori
d i Terracina, muratori e contadini, che potrebbero essere richiesti nell'ambito dell'affratellamento.
Da ultimo Medusa di Terracina h a proposto
scambi di assistenti sociali e studenti universitari.
S u queste proposte si è poi aperta un'ampia
discussione.
Nel secondo giorno di riunione, presente
anche il Segretario comunale di Terracina, si
sono passati in rassegna i compiti assegnati ai
Comuni in Italia, i n Germania, nella Svizzera
e nel Lussemburgo, i mezzi per la loro attuazione ed i n particolare l'interesam,ento del
Comune all'istruzione elementare. all'assistenza
sociale e a tutte quelle attività che riguardano
la salvaguardia della persona uman,a, la sua
educazione, la sua morale e l e sue possibilità
di vita.
Infine il dott. Rossi, presidente dell'Associazione P r o Terracina ha illustrat,~il progetto
per la costruzione a Terracina del primo villagio europeo 2 , sul quale Horn ha chiest'o
maggiori dettagli, che sono stati suggeriti e discussi dai presenti.
Alla fine della riunione, tutte l e proposte discusse sono state approvate.
W ,
I partecipanti all'incontro del 5-6-7 settembre a Tcrracina
22
20 Gennaio 1959
COMUNI D'EUROPA
4) Ricordando l'avviso formulato alla Prima
Conferenza europea dei poteri locali e la risoluzione 142 ( 1957) dell'Assemblea consultiva.
5) Presa visione dei la effettuati dalla Comunità europea d i credito comunale e particolarmente 1'Avant-Projet-Revisé presentato dal
prof. Robert Mossé.
6) Invita i Comuni a promuovere iniziatiy~e
l à dove ancora no'n esistano - per l a creazione di Istituti nazionali di credito comunale
gestiti dai rappresentanti delle autorità locali,
in modo da facilitare la realizzazione dei prestiti necessari alle Città e ai Comuiii, e ad
assolvere l e necessarie funzioni d'intermediario
fra questi e i loro prestatori.
-
7) Auspica che i Governi favoriscano dappertutto iniziative similari.
8) Dà avviso della necessità di creare molto
rapidamente un Istituto europeo d i credito dellc
collettività locali e regionali indipendentemente
dagli sforzi che devono essere perseguiti su
scala nazionale.
9) Ritiene che tale Istituto debba assumere
il carattere di Società mista i cui membri dovrebbero essere i Governi. gli Enti pubblici
(Casse di Risparmio, Casse di Assicurazioni e
Riscatto, ecc.) ed altri organismi.
10) Ritiene che l'Istituto debba essere dotato
di un ingente capitale iniziale.
UDINE
11) Ritiene che l'Istituto debba rivestire le
cariche di Consigliere, di intermediario, di assicuratore e di bancario; e che in particolar
modo dovrà apportare delle garanzie di cambio
e di trasferibilità per i prestiti delle collettività locali.
- Lalloggia municipale
Seguendo uno degli scopi particolari del Consiglio dei Comuni d'Europa, l e città consociate
d i Udine, Esslingen om Neckar (Germania)
e Vienne (Francia), in preparazione della
solenne cerimonia del gemellaggio, hanno dato
inizio alla formazione di rapporti fra le singole popolazioni con lo scambio reciproco di
giovani delle città. Infatti 25 giovani studenti
udinesi d'ambo i sessi, i n età fra i 15 e i 20
anni, furono dapprima ospiti, dal 16 al 3C
luglio u.s., della Città d i Esslingen, dimorando
presso l e famiglie di altrettanti ragazzi del
luogo; e successivamente accolsero a loro volta
nelle proprie case i giovani amici d i Esslingen,
che dal lo al 15 agosto furono ospiti del Comune di Udine.
L'accoglienza ricevuta ad Esslingen dai ragazzi udinesi f u festosa e cordialissima, da parte
delle famiglie ospitanti, delle Autorità locali.
della stampa, della popolazione tutta; era stato
approntato per essi un programma quanto mai
vario ed interessante di gite turistiche, di visite ad aziende industriali, di trattenimenti.
A sua volta, Udine, con la calorosa collaborazione d i Enti e Ditte private, o~ganizzò per
i giovani ospiti di Esslingen un nutrito programma, comprendente tra l'altro visite ai
musei e monumenti artistici locali e della pro#vincia (Udine, Cividale e Aquileia), visite ai
maggiori complessi industriali della zona (Ferriere Bertoli, Cotonificio Udin,ese, i m p i a n t i
SFE/SADE, fab~brica Za,nussi di Pordenone),
gita a Grado, Lignano, Venezia ed altre località caratteristiche friulane.
Merita rilievo il fatto che l'iniziativa del
Comune f u appo'ggiata simpaticamente e8d unanimamente non solo dagli Enti (Amministrazione Provinciale, Comuni di Cividale, Pordenone, San Daniele, Azienda di Soggiorno di
L i g n a no', Ente Provinciale Turismo, Rotary
Club, Cine Club Udinese, ecc.) ma a,nche dalle
Aziende industriali, che fecero a gara nell'offrire ai giovani germanici la possibilità di visitare minuziosamente i rispettivi impianti, ponendo i prmpri dirigenti e tecnici a disposizione
del gruppo.
E' stata infine motivo di gran,de soddisfazione
la simpatia e la cordialità di cui tutta la cittadinanza ha circondato i giovani ospiti.
Questo primo esperimento di s'cambio ha avuto
in complesso esito felicissimo, e certamente sarà
ripetuto e perfezionato in avvenire. Esso ha
confermato l'utilità dei contatti diretti, che
a t t r a v e r s , ~i vincoli personali rafforzano i legami di amicizia fra i popoli ed il se~ntimento
dell'affratellamento europeo. Pertanto il Comune di Udine ha i n animo di sviluppare la
iniziativa, estendendola anche ad altri campi
(culturale, fo~lcloristico, commerciale, ecc.), ed
ha allo studio dei progetti per la realizzazione
di ulteriosri scambi nell'anno venturo', sia con
la Città di Esslingen che con l'altra città a gemella B di Vienne (Francia).
L a C E C C a Torino
(da pag. 17)
In vasta d e l l a C E P L
1) Desiderando realizzare l e aspirazioni degli Amciinistratori locali già poste in rilievo
durante gli Stati generali di Versailles, Venezia, Francoforte-Bad Homburg e Liegi; ritenendo necessaria la partecipazione dei rappresentanti dei Poteri locali all'edificazione dell'Europa fornendo loro i segni tangibili della
solidarietà europea.
'
2) Co'nsiderando che un organismo di credito per le collettività comunali e regionali su
scala europea, permetterebbe a queste di trovare capitali a co'ndizioni migliori.
3) Tenendo presiente le disposizioni del Trattato di Roma riguardanti la progressiva liberazione della circolazione dei capitali e la creazione di una Banca Europea di Investimenti.
12) Ritiene che gli investimenti debbano
permettere lo sviluppo dei Comuni e delle Regioni nonché lo sviluppo della loro infrastruttura economica, sociale e culturale
13) Pone in evidenza ai Governi i1 vantaggio che si otterrebbe, in alcuni casi, effettuando i prestiti alle collettività locali in unità
UEP (dollaro europeo definito come eyuivalente a 888 mgr di oro fino) che preluderebbe
a una moneta europea comune, complemento
indispensabile del Mercato comune.
14) Auspica che idonee misure siano prese
per l'attuazione delle disposizioni del Trattato
di Ro~ma riguardanti la mobilità dei risparmi,
al fine di permettere il collocamento dei titoli
locali in tutto il mercato finanziario.
15) Confida nella CECC e la invita a proseguire i suo sforzi tendenti i n primo luogo
alla costituzione di un Istituto europeo di Credito comunale.
16) Auspica che una stretta collaborazione
sia stabilita tra l'Istituto in formazione e la
Banca Europea d i Investimenti.
17) Invita i Governi a prendere o a favorire tutte l e disposizioni (Conferenze, riunioni
di esperti, ecc.), destinate a elaborare gli Statuti delllIstituto e a porlo i n grado d i funzionare entro il più breve tempo possibile.
Riunione esperli EEG! a lussemburi n
Nei giorni 27 e 28 o'tttobre scorsot si è svolto
a Lussemburgo un importante Convegno di
esperti (il secondo) promosso dalla Comunità
Europea di Credito comunale. E' intervenuto
anche l'on. Giacchero', membro dell'Alta Autorità della CECA, e con lui alcuni alti funzionari della Divisione finanze della CECA stessa.
I1 Convegno ha proceduto a uno scambio di
pareri su questioni generali di impostazione
economica e finanziaria di un Istituto europeo
di Credito comunale. e all'analisi di un progetto di Statuto di Istituto. Nei prossimi numeri del nostro periodico daremo maggiori
notizie del Co'nvegno lussemburghese.
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Anno VII Numero 1 - renatoserafini.org