Osservatorio Città Sostenibili
Dipartimento Interateneo Territorio
Politecnico e Università di Torino
Il quadro procedurale per la VAS dei PRGC
Working paper 04/07
Il presente lavoro è dovuto a:
Carlo Socco
OCS - Dipartimento Interateneo Territorio - Politecnico e Università di Torino
L’autorizzazione ad utilizzare o a riprodurre parti del presente documento è concessa solo se viene citata la
fonte.
OCS. DITER. Politecnico e Università di Torino
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Premessa
La formazione e l’attuazione di un piano regolatore è un processo complesso, che mette in campo azioni di
tipo tecnico, politico, amministrativo, di ricerca, di comunicazione, di partecipazione, di concertazione. È
dunque necessario predisporre una procedura che consenta di organizzare in modo adeguato il complesso
di tali azioni.
Come si è indicato nel quadro normativo, qui si formula una proposta che integra la classica procedura
urbanistica con quella che si è venuta affermando nell’ambito della formazione dei piani d’azione di Agenda
21 Locale (A21L).
Essendo la procedura urbanistica dotata di valore giuridico, è ovviamente essa che determina la sequenza
dei passi fondamentali, alla quale quella di A21L dovrà adattarsi con opportune modifiche, rispetto a quanto
previsto dalla manualistica di riferimento, la quale, peraltro, non impone uno schema rigido, ma solo una
sequenza logica di passi, che possono essere adattati a varie situazioni.
1.
Una procedura partecipata e tesa alla sostenibilità
La valutazione ambientale è un’operazione che, oltre ad avere un solido fondamento tecnico, deve
supportare un processo decisionale sottoposto ad un elevato grado di controllabilità pubblica. La
consultazione del pubblico è connaturata con la stessa VAS (art. 6 della direttiva 2001/42/CE), tanto che i
“risultati delle consultazioni nell’iter decisionale” (art. 2, lett. b) costituiscono parte integrante della
documentazione del piano.
Peraltro, la procedura di approvazione del PRGC è già fissata dalle singole leggi urbanistiche regionali ed è
su di essa che deve poggiare la procedura consultiva della VAS.
Nelle leggi urbanistiche, generalmente, il momento fondamentale della consultazione pubblica è costituito
dall’adozione del progetto preliminare e dalla sua pubblicazione per le osservazioni e le successive
controdeduzioni: è questo il momento giuridicamente centrale della pubblica consultazione compiuta
direttamente dal comune, e sarà questo il momento in cui la versione preliminare del Rapporto Ambientale
(RA) dovrà essere resa pubblica, sia che essa faccia parte integrante della relazione illustrativa del piano,
sia che assuma la forma di elaborato a sé.
Tuttavia va osservato che nel momento in cui il PRGC assume la veste di progetto preliminare esso ha già
superato una serie di fasi logiche – tra cui fondamentale è quella della valutazione degli scenari alternativi e
della scelta dello scenario di piano – che, ai sensi della direttiva europea, devono essere sottoposte ad una
fase consultiva. Pertanto è evidente come una procedura coerente con la direttiva debba prevedere un
momento di consultazione pubblica, precedente a quello previsto dalla normativa urbanistica e incentrato
sulla valutazione e sulla scelta degli scenari alternativi, delineati tramite un documento dedicato alle scelte
strategiche e ai tratti salienti dei possibili scenari alternativi di piano. Questo documento, che traccia le linee
strategiche del PRGC, dovrà contenere una seppur sintetica valutazione dello stato di qualità dell’ambiente,
dei punti di forza e di debolezza che questo quadro offre e di come il piano intende avviarsi verso uno
scenario di crescente sostenibilità ambientale.
Da ciò consegue che la consultazione sulle linee strategiche può assumere un rilievo affatto secondario nel
processo partecipativo, che trova, nella successiva consultazione sul progetto preliminare, il momento
centrale dal punto di vista giuridico ed anche quello che vede concludersi la consultazione promossa dal
comune; poiché il passo successivo della procedura prevede che il piano venga inviato all’autorità
competente per la valutazione della sostenibilità ambientale e per l’approvazione del piano stesso.
Ciò premesso, il comune può adottare – fermi restando i capisaldi di legge – iter partecipativi più articolati e
più rispondenti alla natura negoziale del piano e alla necessità di trasparenza politica del procedimento. In
questo quadro appare utile riferirsi a procedure di governance, che sono venute affermandosi soprattutto
con gli strumenti volontari di programmazione.
Può, in proposito, essere utile integrare la procedura prevista dalla legge urbanistica con quella di A21L.
Vi sono alcuni buoni motivi a sostegno di questa proposta:
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A21L è specificamente mirata a produrre un piano d’azione per la sostenibilità locale: il PRGC svolge un
ruolo importante proprio ai fini della sostenibilità locale, per cui occorre fare in modo che il piano d’azione
di A21L e il PRGC siano strettamente integrati e cooperanti;
A21L è una procedura di governance tesa a creare condivisione e coesione sociale intorno ai temi della
sostenibilità: una siffatta procedura di governance può essere di giovamento nell’attuazione di un PRGC
che si ponga esplicitamente obiettivi di sostenibilità;
A21L è una procedura basata sui principi delle buone pratiche, quali il principio di responsabilità e quello
di trasparenza, che impongono di fissare traguardi e di verificarne pubblicamente il perseguimento: la
VAS è uno degli strumenti fondamentali per conferire operatività ai principi delle buone pratiche, proprio
in ragione del suo proporsi come metodo per valutare la sostenibilità ambientale del piano in via
preventiva (ex ante) e nel corso dell’attuazione (in itinere).
Alla luce di queste premesse, si suggerirà una procedura che cerca di mettere in simbiosi il procedimento
urbanistico con quello di A21L. Seguendo questo approccio, le principali fasi procedurali possono essere
così identificate:
1.
2.
3.
4.
linee strategiche del PRGC;
progetto preliminare del PRGC;
progetto definitivo del PRGC;
attuazione e gestione del PRGC.
Le fasi dalla 1 alla 3 riguardano la formazione e l’approvazione del piano con la relativa valutazione
ambientale ex ante; la fase 4 concerne l’attuazione e la gestione con il relativo monitoraggio e la valutazione
ambientale in itinere. Di seguito si esaminerà lo sviluppo più analitico di ciascuna fase.
2.
Linee strategiche
Questa fase inizia con l’atto deliberativo, con cui la giunta comunale dà l’avvio alla variante di piano, e
termina con l’approvazione del documento delle linee strategiche da parte del consiglio comunale.
LINEE STRATEGICHE
Operazioni
tecniche
Partecipazione della
comunità
Atti amministrativi
Decisione di avviare una
variante strutturale di PRGC
da parte della giunta
comunale
Programma di attività per la
consultazione pubblica
PROGETTO
PRELIMINARE DEL
PRGC
Deliberazione della giunta
comunale
Valutazione della qualità
ambientale dello stato di
fatto
PROGETTO
DEFINITIVO
DEL PRGC
Avvio del forum e della
consultazione pubblica
Elaborazione delle linee
strategiche; definizione
degli scenari alternativi;
valutazione, confronto e
proposta dello scenario di
piano
ATTUAZIONE E
GESTIONE
DEL PRGC
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Adozione del documento
delle linee strategiche da
parte del consiglio
comunale
Consultazione pubblica
sulle linee strategiche
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2.1. Decisione di avviare una variante strutturale del PRGC da parte della giunta comunale
Generalmente il processo di formazione di un nuovo PRGC viene innescato da una decisione politica della
giunta comunale, espressa tramite un’apposita deliberazione, in risposta ad esigenze che nascono da una
valutazione dello stato di attuazione del piano stesso (ad esempio, l’esaurirsi delle aree per nuove
edificazioni) o da sollecitazioni provenienti dall’economia e dalla società locale, o ancora da modificazioni
territoriali rilevanti che derivano dalla pianificazione ai livelli superiori.
Poiché l’organo decisionale in materia urbanistica è il consiglio comunale, è evidente che la giunta deve
procedere in stretto rapporto con il consiglio e con la commissione consiliare competente in materia
urbanistica.
A partire da questo innesco politico, dovrebbero prendere avvio due linee d’azione: l’una rivolta
all’attivazione della consultazione pubblica; l’altra rivolta alla formazione del necessario quadro conoscitivo
relativamente allo stato attuale del territorio, alla sua valutazione e all’individuazione dei problemi, che con il
nuovo PRGC si intende affrontare.
Data la portata che le scelte urbanistiche possono avere, sarebbe auspicabile che l’amministrazione
comunale avviasse contemporaneamente l’aggiornamento del Piano Urbano del Traffico (PUT) e delle altre
forme di pianificazione settoriale che in qualche modo interagiscono con quella generale dell’urbanistica (tra
queste anche l’eventuale piano d’azione di sostenibilità di Agenda 21 Locale), puntando ad una stretta
integrazione tra queste forme di pianificazione, che dovrebbero essere concepite come diversi aspetti dello
stesso processo di governo del territorio e dell’ambiente.
In ogni caso, risulterebbe utile la costituzione di un gruppo di lavoro che veda la collaborazione tra i diversi
assessorati comunali; in particolare, oltre all’urbanistica, i trasporti e la viabilità, l’ambiente, le opere
pubbliche, i servizi sociali (la scuola in particolare), il verde urbano, la partecipazione e la cultura. Dovrebbe
far parte di questo gruppo anche il responsabile tecnico del sistema informativo territoriale (SIT).
Questo gruppo di coordinamento può essere integrato con l’apporto di esperti esterni e di esso dovrà
ovviamente far parte l’eventuale professionista incaricato della formazione del piano regolatore.
In questo quadro, la collaborazione tra l’assessorato all’urbanistica e quello all’ambiente risulta determinante
per affrontare, con un’azione coerente da parte dell’amministrazione comunale, sia le questioni ambientali
sia gli aspetti connessi alla consultazione e alla partecipazione pubblica.
2.2. Programma di attività per la consultazione pubblica
Una città che si trasforma coinvolge non solo aspetti economici, ma anche importanti aspetti relativi alla
qualità dell’ambiente e, dunque, della vita. Peraltro, la città è il paesaggio della vita quotidiana della comunità
e, in questa sua funzione, costituisce una componente fondamentale dell’immaginario collettivo e della
cultura locale. La messa in gioco del cambiamento della città coinvolge aspetti economici, ambientali, sociali
e culturali. La riduzione dell’urbanistica ad azione amministrativa a sostegno di operazioni immobiliari è già
di per sé il segno evidente di una banalizzazione culturale del senso della città e di ciò che dovrebbe
intendersi per ‘urbanistica’.
Se non si perde di vista il senso pieno e complesso del fenomeno urbano, ci si avvede immediatamente
dell’importanza culturale che un nuovo progetto sulla città riveste per la comunità dei cittadini. Colto in
quest’ottica, il problema della partecipazione pubblica alla formazione del piano urbanistico si presenta in
tutto il suo valore strategico: la partecipazione non ha solo lo scopo, pur importante, di rendere più
trasparente il processo decisionale della politica urbanistica, ma risponde ad un bisogno di crescita culturale
della collettività, di presa di coscienza diffusa dei problemi comuni e della possibilità di un miglioramento: il
progetto di una città più sostenibile dal punto di vista economico, sociale, ambientale e istituzionale deve
fare da sfondo al progetto urbanistico e al coinvolgimento partecipativo della comunità locale.
Peraltro, un sensibile miglioramento della qualità dell’ambiente urbano non è possibile senza una salda e
diffusa visione condivisa sulla possibilità e sulla necessità di questo cambiamento: è appunto con questa
visione che dovrebbe essere predisposto un programma di attività per la consultazione pubblica.
Nella formazione di questo programma bisognerebbe tener conto dei seguenti aspetti:
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indipendentemente dalle ragioni che hanno indotto l’amministrazione comunale ad avviare una variante
generale del piano, questa si presenta come l’occasione per aprire un dialogo con i cittadini sui problemi
della vivibilità della città e sui modi del suo miglioramento, anche al di là di quelle stesse ragioni: se non si
allarga la problematica del piano ai temi che più direttamente interessano la vita quotidiana dei cittadini, si
avrà inevitabilmente uno scarso interesse da parte di questi;
il successo dell’azione partecipativa sarà anche misurato dalla quantità di cittadini coinvolti; pertanto esso
non dovrà limitarsi solo ai cosiddetti soggetti portatori di interessi (stakeholder), ma dovrà cercare di far
nascere nella cittadinanza l’interesse per i problemi della città;
l’azione partecipativa legata al piano regolatore non nasce quasi mai nell’assenza di un tessuto
partecipativo già operante; sarà dunque importante partire dalla rete delle strutture di base esistenti e
puntare ad un loro rafforzamento e ad una loro estensione, volta a coprire aree e categorie non
sufficientemente rappresentate (circoscrizioni e comitati di quartiere devono diventare istituzioni attive
nella organizzazione di questa rete di base);
ad arricchire e rafforzare i momenti partecipativi si inserisce l’attività del forum che costituisce il luogo
dove si esercita la partecipazione dei soggetti portatori di interessi;
la partecipazione non si esaurisce con l’approvazione del piano, ma deve continuare durante la sua
attuazione; occorre quindi puntare ad una stabilizzazione del funzionamento della rete delle strutture
partecipative tramite forme di partenariato volontario, che coinvolgano più direttamente gruppi di cittadini
nella gestione di programmi e progetti di miglioramento dell’ambiente urbano;
è opportuno prevedere azioni esplicitamente mirate allo sviluppo di una nuova cultura della città
attraverso seminari, conferenze, diffusione di materiale divulgativo, coinvolgimento delle strutture
scolastiche con iniziative di formazione e di educazione.
La consapevolezza del valore strategico della partecipazione pubblica si misura con l’impegno che
l’amministrazione comunale vi profonde: la partecipazione ha un costo e deve essere gestita con grande
professionalità per ottenere il massimo di efficacia. Nel programma dovranno essere specificate le risorse e
le competenze tecniche necessarie e sarà opportuno definire, sin dall’inizio, gli indicatori che s’intende
applicare per valutare l’efficacia delle azioni partecipative messe in campo.
Un impegno significativo deve essere riposto nella comunicazione dell’informazione sul processo di piano e
sull’importanza che i cittadini vi partecipino, perché la loro partecipazione può incidere sulle scelte di piano,
può spostare il centro dell’attenzione da alcuni problemi ad altri, può modificare l’ordine delle priorità: questo
messaggio sulla partecipazione come allargamento effettivo della democrazia deve essere fatto pervenire ai
cittadini e deve essere seguito da concrete misure di sostegno per la sua messa in pratica.
È opportuno che venga aperto, sul sito web del comune, un apposito sito dedicato all’informazione sul
PRGC. Può, in questa sede, essere utile aprire un forum virtuale e attivare una newsletter.
2.3. Valutazione della qualità ambientale dello stato di fatto
Parallelamente al varo di un programma di attività per il sostegno della partecipazione, dovrà essere avviato
un programma di indagini e ricerche per la conoscenza del territorio e per l’individuazione dei problemi che il
piano deve affrontare; in questo quadro conoscitivo iniziale non può mancare una valutazione sull’attuazione
del PRGC vigente.
Si tratta di un’attività eminentemente tecnica che deve essere svolta da esperti e che deve portare ad un
primo quadro valutativo dello stato di qualità ambientale della città e del territorio, oltre ad una valutazione
dell’efficacia delle misure messe in campo dal vecchio piano e dei problemi che questo lascia aperti. 1
1
Gli aspetti tecnici sono trattati al punto 1 del quadro metodologico.
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2.4. Deliberazione della giunta comunale e avvio del forum e della consultazione pubblica
L’innesco concreto del processo partecipativo può avvenire con la convocazione del forum sul modello
previsto per A21L.
È importante che il forum sia rappresentativo dell’intera realtà locale, avendo particolare riguardo
all’integrazione dei soggetti più deboli, che tradizionalmente ne sono esclusi. L’identificazione dei
componenti può avvenire per mezzo dell’analisi del tessuto sociale, culturale e produttivo della realtà locale
e per mezzo di questionari indirizzati alla popolazione.
La collaborazione tra membri dell’amministrazione pubblica, portatori di interesse e cittadini all’interno del
forum facilita il compito di costruire una ‘visione condivisa’ sul futuro della città e, soprattutto, di fare in modo
che tale visione sia portatrice di innovazione: il miglioramento della città non è possibile senza una visione
nuova della medesima e senza un sostegno ampio da parte delle forze sociali, economiche e culturali della
città stessa.
È opportuno avviare il lavoro portando alla discussione del forum, previo esame da parte della giunta e della
commissione consiliare, una bozza del programma di attività per la consultazione pubblica, e una prima
sintesi non tecnica della valutazione della qualità ambientale dello stato di fatto, affinché il forum possa
fornire il proprio apporto all’elaborazione definitiva di tali documenti preparatori delle linee strategiche.
La discussione sui problemi e sugli obiettivi del piano all’interno del forum riveste molta importanza, sia
perché rappresenta un ulteriore passo nel processo di coinvolgimento delle forze rappresentative dei vari
soggetti sociali nella formazione del PRGC, sia perché rende possibile l’individuazione di priorità condivise
negli obiettivi proposti.
I cittadini possono fornire indicazioni utili sull’assegnazione delle priorità per il raggiungimento degli obiettivi
del piano, poiché possono percepire i problemi in maniera diversa e indicare come prioritari obiettivi diversi
rispetto all’amministrazione.
Inoltre, il coinvolgimento nelle decisioni dell’amministrazione dei soggetti più direttamente interessati ad una
determinata tematica, rende possibile individuare in maniera più realistica i traguardi cui il piano deve
tendere.
Il forum ha dunque, in questa fase, il compito di mediare le esigenze della popolazione e degli attori
principalmente interessati dai mutamenti indotti dal PRGC con gli obiettivi e le priorità stabilite
dall’amministrazione locale.
Il forum di A21L può funzionare secondo due distinte modalità:
-
seduta plenaria, nel momento in cui sia necessario avviare un dibattito tra tutti i membri del forum, al fine
di pervenire ad una visione complessiva della situazione;
gruppi di lavoro, qualora sia necessaria una discussione più approfondita su tematiche rilevanti.
Va sottolineato che l’articolazione secondo gruppi di lavoro moltiplica l’impegno della struttura tecnica che li
deve seguire e coordinare; pertanto è opportuno limitarne la formazione ai soli temi rilevanti e caratterizzati
da una interna complessità. Nella misura in cui si dovessero approfondire temi specifici, può essere utile
organizzare seminari di approfondimento, tenuti da esperti in materia e aperti alla partecipazione della
cittadinanza, riportando successivamente l’esito della discussione all’interno del forum.
Parallelamente all’avvio del forum, si dovrebbe attivare una più vasta azione di sensibilizzazione del pubblico
sui temi del miglioramento della qualità ambientale della città: per questa azione si dovrebbe far leva sulla
rete delle strutture partecipative di base secondo quanto indicato al precedente punto 2.2.
2.5. Elaborazione delle linee strategiche; definizione degli scenari alternativi; valutazione,
confronto e proposta dello scenario di piano
Tenendo conto dell’esito della prima fase dei lavori del forum e dello studio di valutazione sullo stato di
qualità dell’ambiente e di attuazione del PRGC, il gruppo di coordinamento, di cui al punto 2.1, possiede tutti
gli elementi per procedere alla stesura del documento delle linee strategiche.
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Questa è l’operazione tecnicamente più complessa dell’elaborazione del piano, la quale segue
all’operazione, prima vista, della valutazione della qualità ambientale dello stato di fatto e prosegue, secondo
quanto previsto nel quadro metodologico, con le seguenti operazioni:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
definizione della mappa dei vincoli di tutela ambientale;
individuazione degli scenari di piano alternativi;
previsione degli impatti cumulativi per ciascun scenario alternativo;
adozione di misure di mitigazione per situazioni critiche e verifica dell’ammissibilità degli impatti residui;
interventi compensativi delle perdite di naturalità e formazione del bilancio d’impatto ecologico;
valutazione del costo delle alternative;
confronto multicriteri e scelta dell’alternativa ottimale.
Per i contenuti tecnici di queste fasi si rinvia al quadro metodologico. Qui si può aggiungere che il lavoro di
elaborazione tecnica, dopo aver individuato e confrontato gli scenari alternativi, sfocia in una proposta di
alternativa che appare preferibile alla luce dei criteri di valutazione scelti. Gli scenari alternativi, di cui si tratta
in sede di elaborazione delle linee strategiche, si riferiscono a schemi strutturali di piano alleggeriti dei
dettagli che dovranno caratterizzare il progetto preliminare del PRGC.
Il percorso qui delineato, essendo denso di proposte (i vincoli, gli scenari, le mitigazioni, le compensazioni) e
di valutazioni, non può essere solo un percorso affidato ai tecnici, ma deve procedere in una stretta
interazione con il momento politico, rappresentato dalla giunta e dalla commissione consiliare, e con la
partecipazione del pubblico, tramite una costante informazione al forum.
Al termine di questa fase di elaborazione può essere steso il documento delle linee strategiche da sottoporre
alla giunta e alla commissione consiliare e alla successiva approvazione del consiglio comunale.
Alle linee strategiche – così come per tutti i documenti prodotti – dovrà essere data pubblicazione
sull’apposito sito web.
2.6. Consultazione pubblica sulle linee strategiche
In seguito all’adozione del documento delle linee strategiche, è opportuno provvedere all’invio del
documento alla provincia, per le sue competenze in materia di pianificazione territoriale, e agli altri enti
interessati (ad esempio, la comunità montana, se presente) ai fini della partecipazione al processo
decisionale e gestionale del piano.
Nel documento delle linee strategiche occorre indicare le modalità e i tempi con cui chiunque può presentare
osservazioni e proposte. In ogni caso su tale documento va attivata una consultazione che può passare
attraverso il forum, nel quale tutte le rappresentanze degli enti e dei soggetti interessati devono essere
presenti.
Particolarmente importante è portare all’interno del forum lo scenario di piano identificato e le alternative da
cui è stato tratto: il forum deve potersi esprimere sugli scenari alternativi presi in esame e sui criteri di scelta
che hanno portato il gruppo tecnico ad esprimere la preferenza per una determinata alternativa.
Nei casi di piani complessi è opportuno che il forum si strutturi per gruppi di lavoro tematici, costituiti dai
principali portatori di interessi relativamente alla tematica trattata.
È questa una delle principali sedi in cui le azioni individuate dall’amministrazione comunale devono essere
sottoposte ad una più ampia discussione ed eventualmente modificate sulla base di motivate esigenze poste
dai diversi portatori di interesse.
È comunque opportuno allargare il fronte dei soggetti interessati dalla consultazione, sia attivando la rete di
base dell’associazionismo, sia facendo pervenire a tutta la cittadinanza una sintesi divulgativa dei principali
temi che le linee strategiche affrontano, accompagnandola con un questionario che invogli i cittadini a fornire
un loro contributo di idee e di suggerimenti.
OCS. DITER. Politecnico e Università di Torino
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3.
Progetto preliminare del PRGC
Questa fase ha inizio con l’adozione delle linee strategiche e termina con l’adozione del progetto preliminare.
LINEE STRATEGICHE
Operazioni
tecniche
Partecipazione della
comunità
Configurazione e
valutazione di eventuali
microalternative e stesura
della bozza del progetto
preliminare
PROGETTO
PRELIMINARE DEL
PRGC
Atti amministrativi
Deliberazione della giunta
comunale
Valutazione all’interno del
forum
Stesura degli elaborati del
progetto preliminare
PROGETTO
DEFINITIVO
DEL PRGC
Adozione del progetto
preliminare da parte del
consiglio comunale
ATTUAZIONE E
GESTIONE
DEL PRGC
3.1. Configurazione e valutazione di eventuali microalternative e stesura della bozza del
progetto preliminare
Il passaggio dagli scenari strutturali delle linee strategiche al progetto preliminare comporta una definizione
più dettagliata del disegno di piano: in questo passaggio di scala possono porsi problemi di microalternative,
che occorre valutare e confrontare per pervenire alla stesura della bozza del progetto preliminare.
3.2. Deliberazione della giunta comunale, valutazione all’interno del forum
La bozza del progetto preliminare viene sottoposta alla giunta per un ultimo passaggio all’interno del forum e
per le eventuali microvarianti che dovessero emergere dalla consultazione.
3.3. Stesura degli elaborati del progetto preliminare e adozione da parte del consiglio
comunale
A seguito delle consultazioni di base e del lavoro del forum, la giunta comunale è in possesso di tutti gli
elementi per decidere sulla scelta di piano e dare incarico al gruppo di coordinamento tecnico di procedere
alla stesura definitiva degli elaborati del progetto preliminare del piano, da presentare alla commissione
consiliare e al consiglio per l’adozione e la pubblicazione.
Tra gli elaborati di piano deve comparire anche il RA con la relativa sintesi non tecnica; il RA deve essere
integrato da una relazione sulla consultazione pubblica fin qui svolta e sui suoi esiti.
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3.4. Pubblicazione e osservazioni
In seguito all’adozione da parte del consiglio comunale del progetto preliminare del PRGC, quest’ultimo deve
essere depositato presso la segreteria del comune, pubblicato per estratto all’albo pretorio per 30 giorni
consecutivi, durante i quali chiunque può prenderne visione, e deve essere messo a disposizione degli
organi di decentramento comunale e delle organizzazioni sociali ed economiche più rappresentative. La
legge urbanistica nazionale prevede che nei successivi 30 giorni chiunque possa presentare osservazioni e
proposte nel pubblico interesse.
Questa è la fase centrale della consultazione pubblica dal punto di vista del diritto urbanistico, in quanto si
configura come l’atto amministrativo necessario per conferire al vincolo urbanistico il valore della pubblica
utilità. Chiunque può presentare osservazioni al piano, che l’amministrazione comunale è tenuta ad
esaminare e che possono essere accolte o rigettate sempre e solo in nome del pubblico interesse.
Osservazioni e risposte vengono raccolte in un apposito rapporto sulla consultazione pubblica che entra a
far parte integrante della documentazione di piano.
Questa documentazione deve essere resa pubblica sul sito web del comune e di essa deve essere data
informazione diretta ai componenti del forum.
4.
Progetto definitivo del PRGC
Questa fase prende avvio dalla pubblicazione del progetto preliminare del PRGC e si conclude con
l’adozione del progetto definitivo da parte del consiglio comunale e l’invio del medesimo all’autorità
competente per la valutazione della sostenibilità ambientale del piano e per la sua definitiva approvazione.
DELIBERAZIONE
PROGRAMMATICA
Operazioni
tecniche
Partecipazione della
comunità
Atti amministrativi
Revisione, valutazione e
formulazione finale del
PRGC
PROGETTO
PRELIMINARE DEL
PRGC
Presentazione del piano
all’interno del forum
Adozione del progetto
definitivo di PRGC da parte
del consiglio comunale
PROGETTO
DEFINITIVO
DEL PRGC
Giudizio di sostenibilità
ambientale e approvazione
del PRGC da parte
dell’autorità competente
ATTUAZIONE E
GESTIONE
DEL PRGC
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4.1. Revisione, valutazione e formulazione finale del PRGC
Nel caso in cui vengano accolte alcune osservazioni al progetto preliminare, questo dovrà essere rivisto e,
nella misura in cui tale revisione comporti sensibili cambiamenti degli effetti ambientali del piano, si dovrà
reiterare anche la valutazione ambientale almeno per le parti modificate, apportando i necessari
cambiamenti al RA. Dopo di che, il gruppo tecnico potrà procedere alla formulazione degli elaborati finali del
PRGC, in modo che la giunta lo possa portare all’adozione del consiglio comunale.
4.2. Presentazione del piano all’interno del forum e adozione da parte del consiglio
comunale
Si può, prima della definitiva adozione da parte del consiglio, chiudere l’attività del forum – almeno per la
fase di formazione ed approvazione del piano – con la presentazione del documento conclusivo del PRGC
per un’ultima discussione sul medesimo e, al tempo stesso, per aprire il forum verso la prospettiva
dell’attuazione e della gestione partecipata del piano.
Questa presentazione pubblica dovrebbe essere accompagnata dalla pubblicazione del piano sul sito web
del comune e da una divulgazione, tramite opportune sintesi, presso gli organismi partecipativi di base.
4.3. Giudizio di sostenibilità ambientale e approvazione del PRGC da parte dell’autorità
competente
In seguito all’adozione da parte del consiglio comunale, il PRGC viene trasmesso all’autorità competente in
materia di giudizio di sostenibilità ambientale e di approvazione del PRGC.
In applicazione della direttiva 2001/42/CE, uno dei motivi della mancata approvazione potrà essere quello
della insussistenza dei requisiti di sostenibilità ambientale.
In questa prospettiva, le presenti linee guida possono offrire un contributo proprio nella direzione di rendere
più chiari tali requisiti e il metodo per valutarli.
Se ciò può apparire esaustivo per i problemi interni al territorio comunale, lascia tuttavia aperta la questione
dei problemi di interesse intercomunale, per i quali si renderebbe necessaria l’attivazione di un livello
consultivo sovracomunale, quale tipicamente è quello della pianificazione territoriale provinciale e regionale.
Un particolare rilievo, per affrontare adeguatamente tali problemi di area vasta, assumono i Piani Territoriali
di Coordinamento (PTC) delle province, anch’essi soggetti alla valutazione ambientale: la formazione dei
PTC provinciali secondo criteri di sostenibilità ambientale e secondo procedure di tipo partecipativo
costituisce un apporto importante per una adeguata soluzione di detti problemi.
5. Attuazione e gestione del PRGC
Nel quadro teorico è stata richiamata l’attenzione sull’importanza centrale che, nella pianificazione, riveste la
valutazione ambientale in itinere, cioè nel corso dell’attuazione del piano: si tratta di verificare in quale
misura l’attuazione del piano persegue gli obiettivi previsti, apportando, se del caso, le necessarie variazioni;
ma si tratta anche di apportare al piano quei cambiamenti che si rendono necessari per far fronte a situazioni
nuove che non erano state previste: tutto ciò richiede un’azione di monitoraggio del processo di attuazione
del piano.
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Operazioni
tecniche
DELIBERAZIONE
PROGRAMMATICA
Partecipazione della
comunità
Monitoraggio e reporting
PROGETTO
PRELIMINARE DEL
PRGC
Atti amministrativi
Deliberazione della giunta
comunale per l’avvio di una
variante del piano
Discussione e valutazione
all’interno del forum
PROGETTO
DEFINITIVO
DEL PRGC
Programma di attività per la variante del piano
ATTUAZIONE E
GESTIONE
DEL PRGC
5.1. Monitoraggio e reporting
L’attività di monitoraggio è un’operazione di carattere tecnico che compete agli uffici responsabili della
gestione del piano e che trova nel Sistema Informativo Territoriale (SIT) del comune l’indispensabile
strumento operativo: nel paragrafo 9 del quadro metodologico sono state descritte le operazioni tecniche
relative a questa fase. I risultati del monitoraggio devono essere comunicati tramite periodici rapporti sullo
stato di attuazione del piano. Il complesso di questi elaborati deve essere pubblicato sul sito web del
comune. Bisognerebbe inoltre esaminare la possibilità di una periodica informazione, tramite opuscoli o
newsletter, da diffondere presso le strutture di base della partecipazione, in modo da mantenere viva
l’attenzione sul tema del miglioramento della città, in relazione ai bisogni più direttamente sentiti dai cittadini.
Proprio nella gestione di questo tipo di rapporto partecipativo può dimostrarsi utile una collaborazione
continuativa tra la gestione del PRGC e l’attività di A21L. Qualora il piano debba essere rivisto, a causa degli
esiti del monitoraggio o per sollecitazioni derivanti da fattori esogeni, si innescherebbe la procedura di
variante, segnata da una apposita deliberazione della giunta comunale: nel caso di una variante strutturale,
si riaprirebbe il processo di formazione del PRGC esaminato nei capitoli precedenti.
5.2. Discussione e valutazione all’interno del forum
Nel caso in cui si decida di avviare una variante di piano è opportuno riaprire i lavori del forum, per discutere
e valutare i motivi della decisione.
In ogni caso sarebbe opportuno riconvocare periodicamente il forum per informarlo sullo stato di attuazione
del piano attraverso la presentazione di una sintesi non tecnica del rapporto.
5.3. Programma di attività per la variante del piano
Nel caso si decida di procedere ad una variante di piano, occorre programmare le attività previste dalla
procedura di formazione del piano sopra esaminata.
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Tappeto volante - Osservatorio Città Sostenibili