SABATO 27 APRILE 2013
s
LE INCHIESTE
TORINO
CRONACA
■ XIII
Le mappe
Su Internet fioriscono le guide che danno consigli non solo per mangiare:
si indicano perfino i posti dove trovare cibo per cani e gatti “cruelty free”
Gli specializzati
DEL
Crescono pure i negozi: ora c’è chi produce chantilly senza latte e uova
E ci sono medici pronti a diete per maratoneti senza un grammo di carne
ABATO
re gratuitamente, come quelli
dedicati ai genitori e alle mamme in attesa. Chi vuole partecipare alle nostre iniziative può
iscriversi lì. Torino è una città
più facile di altre per chi è già vegano o vuole diventarlo, anche
le mense scolastiche offrono
senza troppi problemi alternative prive di derivati animali». E i
‘cugini’ vegetariani? «Cerchiamo di convertirli: se le ragioni
sono le stesse, non essere complici di un mercato che sfrutta e
maltratta gli animali e danneggia la salute e l’ambiente, perché
non essere coerenti?». Un altro
appuntamento? Il 5 maggio in
via Salgari 8, dove la Lav organizza una cena vegana per le colonie feline e la tutela dei colombi
torinesi: prenotazioni scrivendo a [email protected].
Un’altra esperienza che mostra il trend di crescita la racconta anche Silvia Voltolini, anche
lei pioniera del movimento che
ora sta per aprire col marito e altri amici ‘Sale in zucca’, nuovissimo spazio in corso Tortona
VERA SCHIAVAZZI
LL’UNA e un quarto di un
faticoso giovedì d’aprile,
la signora Giulia C. con
l’amica Lodovica trova, finalmente, un tavolino in un affollato bistrot del centro celebre per
la sua pasta ripiena. Giulia è vegetariana, vede che nel menù i
ravioli al pomodoro sono quelli
di carne, mentre le pappardelle
vengono proposte con una ‘carbonara di asparagi’. Detto e fatto: la cameriera si offre di fare
preparare questa seconda ricetta ‘senza pancetta’, e in pochi
minuti il piatto arriva fumante.
Non c’è traccia di animali, almeno fino a quando non si arriva al
fondo e si scopre quell’ultimo
dadino di guanciale traditore: il
piatto non è stato rifatto, ma solo ‘ripulito’ dalla carne di maiale.
«E’ sempre così – si sfoga la signora – non ci pensa nessuno!
Eppure a nessuno fa male mangiare vegetariano, mentre a noi,
che siamo come minimo il 10
per cento, non va di mangiare
carne». Mentre l’esercito di vegetariani e vegani si ingrossa (a
Torino più che altrove, dato che
è soprattutto nelle grandi città
del nord che la carne viene a poco a poco bandita dalle tavole e
si moltiplicano locali e linee di
A
In campo
AGIREORA
Marina Berati
ha creato il
software per
“Agireora”
sito vegano
In città sono
almeno in 10mila
a rinunciare a
prodotti che usano
le bestie
“No animali nel mio piatto”
ma il pranzo fuori casa
per i vegani è un’impresa
SHOCK
Ecco una dei
poster della
campagna in
difesa degli
animali
annunciata
dai vegani
per le
prossime
settimane
anche
a Torino
Così Torino prova a cambiare
SALEINZUCCA
Fabrizio
Trevisson ha
aperto con la
moglie una
pasticceria
per vegani
abbigliamento, cosmetici e cibi
per animali cruelty free) nascono mappe formali e informali.
Quelle ‘ufficiali’ si trovano su veganhome, il portale che offre
una bussola all’ala radicale del
movimento: lì vi avvertono che
«gli agriturismi sono di solito un
trionfo di cadaveri», ma ve ne segnalano comunque quattro in
provincia di Torino. E vi consigliano perfino un negozio in via
Volvera dove il vostro cane, gatto o coniglio (ebbene sì, anche i
conigli ogni tanto devono darsi
una rinfrescata) potranno essere lavati e pettinati senza che voi
dobbiate lasciarli soli, e si potrà
scegliere in una vasta gamma di
cibi anche per loro del tutto privi di derivati animali. Le mappe
di Giulia e delle signore come lei
(le donne sono spesso le prima a
rinunciare alla bistecca, e magari anche a uova e formaggio) dicono invece che da Mac Bun c’è
un confortante panino con la
parmigiana (nota per Eataly:
perché non inserire l’hambur-
I numeri
48%
evita i cibi di origine
animale per ragioni
di benessere/salute
5%
mette al primo posto
le preoccupazioni
per l'ambiente
44%
li evita
per ragioni
etiche
20%
dei ristoranti torinesi
offre almeno un
piatto vegetariano
LE STIME
10.000
vegani a Torino (non mangiano
carne né altri derivati animali
come uova o latte)
80.000
persone che non mangiano
mai o quasi mai carne
120.000
persone che evitano il più
possibile la carne
ger vegeteriano tra i sandwich
dell’hamburgheria di piazza
Solferino, dove invece chi è veg
deve limitarsi a zuppa o insalata?), che il Miobio di piazza Santa Giulia è il locale di tendenza
del momento, che da Perino la
polpetta cruelty free è inserita in
una deliziosa pagnottella ai semi.
Un colpo decisivo agli incerti
arriverà dai muri della città tra
pochi giorni: la campagna «Gli
animali sono tutti uguali», quella che avete già visto in piccolo
sui muri intorno a Palazzo Nuovo, ora verrà ‘sparata’ in versio-
GRANDI MARCHI
Flunch, Brek e Eataly sono vegan-friendly
Veganhome è il sito dove trovare
locali e negozi cruelty free
Icea è il principale marchio
di certificazione
Liquidflora è l'azienda torinese
eader nei cosmetici cruelty free
SUL SITO
Ogni giorno
notizie, video
e fotogallery
sui principali
avvenimenti
a Torino
e in Piemonte
ne sei metri per tre. Si chiama
‘pubblicità antispecista’ e punta
tutto sul fatto che nessuno mangerebbe il suo cane e il suo gatto
(foto) e allora perché farlo con
un maialino o un pollo? La promuove Agireora, il network vegan attivo in tutta Italia che ha
proprio a Torino il suo quartier
generale. «Siamo una rete informale – spiega Marina Berati, militante della causa vegana e, nella vita reale, sviluppatrice di
software – che però si è dotata
anche di una casa editrice con lo
stesso nome. Pubblichiamo
opuscoli che si possono scarica-
dove da un lato si produrranno i
dolci della tradizione piemontese e italiana («a Andezeno, in un
anno, abbiamo tolto il latte e le
uova dalle chantilly e i clienti
non se ne sono praticamente accorti», racconta) e dall’altro si offriranno i prodotti freschi o già
pronti della gastronomia omonima di via Santa Chiara (che resterà aperta). E ci saranno anche
prodotti per la casa e cosmetici,
come quelli della torinese Liquidflora, che ha appena esordito con ombretti nei colori della
moda 2013 realizzati solo con
prodotti minerali. Perché è questa la vera novità: vegan non è
più sinonimo di triste, penitenziale, mortificante. E se è vero
che in momenti di crisi il richiamo alle sofferenze degli animali
(l’oca spiumata viva, la pecora
tosata in un locale surriscaldato,
per non parlare di macelli e foie
gras) è meno immediato, è altrettanto vero che il vegan fa tendenza, come dimostrano i piumini imbottiti di un materiale
sintetico del tutto simile a quello vero, coloratissimi e trendy,
che la boutique Mondo di via
Roma importa dalla Germania.
Si affacciano anche i primi medici specializzati, pronti a dar
man forte a chi vuole svoltare e,
magari, continuare a fare sport
senza timore di perdere energie:
«Sono un maratoneta – spiega
Ettore Pelosi, medico nucleare e
nutrizionista a Torino, il primo a
essersi diplomato in nutrizione
vegetariana all’Università Politecnica delle Marche – e questo
mi spinge a chiedermi cosa metto nel piatto. Di lì il passo è breve: molti miei pazienti fanno attività agonistica e il mio compito è aiutarli a eliminare la bistecca costruendo con loro una dieta equilibrata».
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Repubblica Torino
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“No animali nel mio piatto” ma il pranzo fuori casa per i