Politica d’investimento – luglio/agosto 2014 La ripresa economica mondiale mantiene la rotta I nostri tre scenari per l'economia globale 2014: conclusioni a metà anno Stati industrializzati: la congiuntura mette una marcia in più L'appetito per gli investimenti «Emerging Markets» è (finalmente) ritornato Contenuti 6 Commento sul mercato La ripresa economica mondiale mantiene la rotta 8 Tema speciale I nostri tre scenari per l'economia globale 2014: conclusioni a metà anno 12 Economia dei paesi industrializzati Stati industrializzati: la congiuntura mette una marcia in più 14 Economia dei paesi emergenti L'appetito per gli investimenti «Emerging Markets» è (finalmente) ritornato 16 Valute e obbligazioni Tassi d’interesse in Svizzera 17 Iniezioni di liquidità della BCE senza effetto sulla politica monetaria della BNS 18 Azioni e materie prime 19 Previsioni 20 Strutture di portafoglio 22 Dati di mercato Colophon Editore: Redazione: Foto di copertina: Pubblicazione: Ordinazioni: Fine della redazione: 2 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Raiffeisen Svizzera società cooperativa, Raiffeisenplatz, CH-9001 San Gallo Investment Services Raiffeisen Svizzera, Banca Vontobel Thinkstock mensile (doppio numero a luglio/agosto) direttamente presso il vostro consulente alla clientela martedi, 29 luglio 2014 Visione macro Tassi delle banche centrali (a tre mesi) A giugno, la Banca centrale europea ha più che soddisfatto le aspettative degli operatori di mercato per quanto riguarda un allentamento politico-monetario. Per contro, la Banca centrale statunitense Fed manterrà la sua tabella di marcia e ridurrà i suoi acquisti di obbligazioni di USD 10 miliardi a ogni riunione. Riteniamo sempre probabile un primo aumento dei tassi da parte della Fed nel primo semestre 2015. Rendimenti dei titoli di stato a dieci anni (su tre mesi) Nei prossimi tre mesi ci aspettiamo un aumento dei rendimenti di circa 20 punti base. Fa eccezione la Gran Bretagna. Poiché a maggio l'inflazione è scesa a un valore minimo dell'1.5 per cento, il rendimento dei titoli di stato britannici decennali non dovrebbe aumentare di molto. UME* superiore + ++ – USA Giappone ME** CH consenso Consenso = Consensus Inc., Londres inferiore – – – superiore + ++ UME* USA Giappone ME** CH Consenso = Consensus Inc., Londres consenso Inflazione nel 2014 Nelle nostre previsioni sull'inflazione non abbiamo effettuato alcuna modifica significativa. Per l'Eurozona la nostra previsione è leggermente superiore al consenso, per il Giappone e i paesi emergenti, invece, leggermente inferiore al consenso. Secondo la nostra stima, l'inflazione statunitense nel prossimo anno supererà leggermente il livello del 2 per cento. inferiore – – inferiore – – – superiore + ++ UME* USA Giappone CH Consenso = Consensus Inc., London consenso Crescita economica 2014 Abbiamo ulteriormente rivisto al ribasso le nostre previsioni di crescita per gli Stati Uniti, mentre abbiamo corretto al rialzo quelle per il Giappone. Il motivo era che l'US Bureau of Economic Analysis, per la seconda volta, ha rivisto al ribasso la crescita economica statunitense nel primo trimestre. In Giappone, invece, il prodotto interno lordo per il primo trimestre è stato corretto al rialzo. consenso Nella politica monetaria, Europa e Stati Uniti scelgono strade diverse inferiore – – – superiore + ++ D USA Giappone CH Consenso = Consensus Inc., Londres * Unione monetaria europea ** Mercati emergenti Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 3 Strategia d'investimento Incremento a breve termine del potenziale di flessione sui mercati azionari Nel mese di giugno le volatilità dei mercati azionari hanno raggiunto nuovi livelli minimi. Secondo il nostro parere, ciò è dovuto al fatto che le banche centrali tengono fede alla loro politica monetaria espansiva oppure addirittura, come nel caso della Banca centrale europea, la rendono ancora più espansiva. Il risultante contesto di bassi tassi contribuisce a far sì che non solo i mercati azionari ma anche l'umore degli investitori raggiungano nuovi livelli massimi. Questa estrema fiducia, in combinazione con mercati tendenzialmente «ipercomprati», nasconde a no stro avviso dei rischi; prevediamo un incremento della vulnerabilità dei mercati finanziari a breve termine. A medio termine, in considerazione delle positive prospettive economiche, riteniamo ancora giustificata la «sovraponderazione» della quota azionaria. Sottoponderato Neutrale Sovraponderato molto leggermente leggermente molto Liquidità Obbligazioni Azioni 1 2 Manteniamo la nostra leggera «sovraponde razione» nella liquidità. Quanto alle obbligazioni, manteniamo la no stra «sottoponderazione». Continuiamo a preferire le obbligazioni ad alto rendimento e quelle dei paesi emergenti. Oro 3 Nella categoria d'investimento Azioni manteniamo una posizione di «sovraponderazione». 4 La nostra posizione Oro «sottoponderata» non ha subito modifiche. Materie prime Manteniamo una «sottoponderazione» nelle materie prime. Tuttavia sfrutteremmo le fasi di debolezza per comprare e aumenteremmo la nostra posizione a un livello «neutrale». Questo al fine di tutelarci da rischi geopolitici. Strategie alternative 5 6 Manteniamo la nostra posizione «sottoponderata» nelle strategie alternative. Variazioni rispetto al mese precedente: invariato, aumentato, ridotto. 4 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Strategia d'investimento Valute Dal momento che sul medio termine gli USA dovrebbero presentare la più forte crescita economica, la nostra «sovraponderazione» del dollaro statunitense nei portafogli in franchi svizzeri ed euro riflette le nostre convinzioni. A nostro parere, la Banca nazionale svizzera continuerà a mantenere nel 2014 il limite minimo di franchi 1.20 rispetto all'euro. Obbligazioni Nel nostro scenario principale di una ripresa economica sincronizzata a livello globale, per i prossimi mesi prevediamo ancora un leggero aumento dei tassi. Riteniamo pertanto ancora poco attraenti i titoli di stato dei paesi industrializzati. Il segmento delle obbligazioni ad alto rendimento dovrebbe nuovamente beneficiare di un'economia statunitense più forte. Anche per le obbligazioni dei mercati emergenti ci aspettiamo una prosecuzione della ripresa. Negativo Neutrale Positivo Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato EUR per CHF EUR per USD USD per CHF Titoli di stato Paesi industrializzati Paesi emergenti (esterni) Paesi emergenti (locali) Obbligazioni societarie Investment Grade High Yield * In valute estere ** In valute locali Azioni A causa della politica monetaria espansiva e delle positive prospettive economiche, manteniamo la nostra «sovraponderazione» nel settore azionario. A convincerci maggiormente sono sempre le banche e le imprese tecnologiche statunitensi nonché i gestori patrimoniali svizzeri. L'Eurozona e il Giappone sono tra le nostre regioni preferite. Oro La nostra «sottoponderazione» dell'oro resta invariata. A lungo termine la ripresa economica globale è favorevole a un calo dei prezzi. A breve termine, però, il metallo prezioso potrebbe guadagnare valore a seguito di effetti commerciali stagionali o tecnici. Materie prime La situazione geopolitica in Medio Oriente si è ulteriormente aggravata, fattore che fa tornare in primo piano la categoria d'investimento delle materie prime. Vorremmo sfruttare le eventuali correzioni dei prezzi del petrolio per riacquistare una posizione «neutrale» in questa categoria d'investimento. Strategie alternative Dal momento che prevediamo un aumento dei tassi, riteniamo che le strategie alternative liquide rappresentino un'alternativa interessante ai titoli di stato. Paesi industrializzati Paesi emergenti Oro Materie prime strategie alternative Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 5 Commento sul mercato Image: Corbis La ripresa economica mondiale mantiene la rotta Le banche centrali non inietteranno per sempre liquidità nei mercati. Pertanto, la Fed dovrebbe terminare i suoi acquisti di titoli in autunno. «Le previsioni sono difficili, soprattutto se riguardano il futuro.» Queste sagge parole del fisico danese e premio Nobel, Niels Bohr, ci inducono alla metà del 2014 a verificare i nostri scenari. Le nostre previsioni di novembre 2013 si sono avverate negli ultimi trimestri e rimangono valide nel prossimo futuro? La conclusione è che la nostra ipotesi centrale di una diffusa ripresa congiunturale è stata confermata. Non vediamo alcun motivo per prendere le distanze dalla nostra «sovraponderazione» di investimenti rischiosi, ma raccomandiamo agli investitori una parziale copertura dei loro portafogli che attualmente si può ottenere convenien temente. Confrontare le previsioni con la realtà qualche volta è scoraggiante, ma ne vale sempre la pena. Tutto sommato, l'economia mondiale continua a registrare una ripresa, anche se più lenta e stentata di quanto originariamente da noi previsto. Contemporaneamente è aumentata la possibilità di una diffusa ripresa. Abbiamo quindi rivisto solo di poco le probabilità dei nostri tre scenari congiunturali. Con una probabilità 6 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 del 75 per cento domina sempre lo scenario di una «ripresa sincronizzata». Molto meno importanti sono gli scenari «Ricaduta in stagnazione» e «Diffusione di timori inflazionistici» (per maggiori informazioni è consultabile la rubrica «Tema speciale», da pagina 8). Gli Stati Uniti si riprendono dal periodo di freddo Nel primo semestre 2014, il quadro era disomogeneo. Il debole primo trimestre negli Stati Uniti e il peggioramento della congiuntura nei paesi emergenti hanno penalizzato l'economia mondiale. Nell'Eurozona e in Giappone, l'andamento è stato invece in linea con le aspettative e l'economia britannica ha sorpreso positivamente. Cosa prevediamo per il secondo semestre? A nostro avviso, le previsioni sono molto buone (vedi grafico 1): i deboli dati statunitensi nel primo trimestre erano probabilmente solo uno scivolone dovuto alle condizioni atmosferiche e nei paesi emergenti l'effetto positivo della svalutazione delle valute locali si è manifestato in ritardo. Inoltre, molte nazioni possono finanziarsi più facilmente. In Cina, le misure con le quali si intende compensare l'effetto frenante del debole mercato immobiliare si riflettono lentamente nei migliori dati congiunturali. Cosa faranno le banche centrali? Nel primo semestre, i tassi d'inflazione in tutti i paesi industrializzati – almeno fino a poco tempo fa – sono stati inferiori alle aspettative. Ciò ha consentito alle banche centrali più importanti di perseguire ancora una politica monetaria accomodante. È stata la Banca centrale europea (BCE) a far seguire alle parole i fatti. All'inizio di giugno ha sorpreso i mercati con molte misure non convenzionali che hanno lo scopo di ridurre il rischio di deflazione e di stimolare la concessione di crediti nell'Eurozona. La decisione dei banchieri centrali è stata unanime. Evidentemente il Presidente della BCE, Mario Draghi, riesce a coinvolgere la Deutsche Bundesbank – da sempre un baluardo contro tutte le misure inflazionistiche. Tuttavia, le banche centrali non inietteranno per sempre liquidità nei mercati (vedi grafico 2). La Banca centrale statunitense Fed dovrebbe terminare i suoi acquisti di titoli («Quantitative Easing», QE) in autunno. Ciò rappresenterà un punto di svolta nella politica monetaria statunitense, anche se probabilmente il tasso di riferimento sarà lasciato ancora a lungo vicino allo zero. Effettivamente, dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008 l'indice S&P 500 ha registrato un aumento solo nelle fasi di QE. E poiché le banche centrali prima o poi dovranno terminare le iniezioni di liquidità, si può dire a ragione che in futuro gli aumenti dei corsi sui mercati azionari si dovranno realizzare mediante un aumento dei profitti aziendali. precedente Presidente della Fed, Alan Greenspan, per mettere in guardia contro la formazione di una bolla sui mercati). Infatti, il carosello delle fusioni e delle acquisizioni procede a pieno ritmo e vengono emesse obbligazioni ad alto rendimento con ridotta protezione dei creditori. Tuttavia, gli inve stitori non sono ancora convinti dello scenario «goldilocks», ovvero di una ripresa congiunturale con bassi tassi, e non si registra (ancora) l'euforia che sarebbe normale per un massimo storico del mercato. Per il momento non vediamo alcun motivo per prendere le distanze dalla nostra «sovraponderazione» di investimenti rischiosi, soprattutto dalle azioni. In questo ambito prestiamo attenzione alle valutazioni e ai punti di svolta nella politica monetaria. Ai nostri clienti raccomandiamo però di proteggere in parte i loro portafogli contro una correzione dei mercati azionari. Grazie alla volatilità a minimi record, una tale protezione è attualmente molto attraente in termini di prezzi. Grafico 1: P roduzione industriale dei paesi emergenti con crescita stabile in percentuale 20 15 10 I rischi: aumenti dei tassi e balzi del prezzo del petrolio Cosa potrebbe annullare la diffusa ripresa congiunturale da noi prevista e indurci di conseguenza a un cambiamento degli scenari? Soprattutto due rischi: in primo luogo, la formazione di una bolla sui mercati finanziari potrebbe provocare un intervento delle banche centrali preoccupate per la stabilità finanziaria. Questa però non è la nostra preoccupazione principale. Di recente, la Presidente della Fed, Janet Yellen, ha nuovamente dichiarato che le valutazioni in tutte le categorie d'investimento non le sembrano eccessive e che siamo di fronte solo a una «ricerca di rendimento». Per la BCE e la Bank of Japan i corsi dei titoli in forte rialzo non sarebbero un pro blema – anzi, tutt'altro. Solo alla Bank of England il surriscaldato mercato immobiliare di Londra crea lentamente delle preoccupazioni. Il secondo rischio riguarda le crisi irrisolte in Ucraina e in Iraq. Il rialzo dei prezzi del petrolio in seguito alla persistente violenza nella Mesopotamia potrebbe frenare la ripresa congiunturale su larga scala. Parziale copertura del portafoglio contro le correzioni del mercato. L'attuale contesto – politica monetaria estremamente accomodante, moderata crescita economica e buoni profitti aziendali – è conveniente per i mercati finanziari nonostante il pericolo di un forte rialzo. La «normalizzazione» della politica monetaria, in qualsiasi modo essa avvenga, genera senza dubbio modeste prospettive di rendimento per i titoli di stato e per molte obbligazioni societarie. Sono già riconoscibili i primi segnali di esuberanza (questo termine è stato utilizzato dal 5 0 -5 -10 -15 -20 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Produzione industriale dei paesi emergenti Produzione industriale dei dieci paesi industrializzati più importanti Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: I bilanci della maggior parte delle banche centrali sono gonfiati Bilanci delle banche centrali, indicizzati (inizio 2007 = 100) 600 500 400 300 200 100 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Banca centrale statunitense Banca centrale europea Banca centrale britannica Banca centrale giapponese Banca nazionale svizzera Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 7 Tema speciale La ripresa economica in Oriente e in Occidente è sempre più sincronizzata. Nel secondo semestre sempre più economie nazionali dovrebbero intraprendere un percorso I nostri tre scenari per l'economia globale 2014: conclusioni a metà anno A novembre dello scorso anno in questa sede nell' «Investors' Outlook» abbiamo presentato i nostri tre scenari per l'economia globale per il 2014 e le loro probabilità di insorgenza. Alla fine dei primi sei mesi è ora di fare un bilancio e di fornire una previsione ag giornata. Manteniamo ancora il nostro scenario prin8 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 cipale di una «ripresa sincronizzata», ma con una probabilità di insorgenza leggermente più bassa. Nel nostro scenario principale «Ripresa sincronizzata» (cfr. riquadro) prevedevamo un'accelerazione della congiuntura sia nei paesi industrializzati sia nei paesi emergenti. Nel frattem- I nostri scenari economici per il 2014 in sintesi Scenario 1: Ripresa sincronizzata Probabilità di insorgenza: 75 per cento (finora: 80 per cento) - USA: la ripresa economica viene alimentata dalla riduzione delle misure di risparmio statali, dalla produzione di ener- gia, dall'edilizia e dalle vendite di autovetture. - Eurozona: ripresa alimentata dalla riduzione del consolida mento del bilancio, dalla diminuzione dei tassi nella perife ria, dai progressi verso l'Unione bancaria e dall'euro più debole - Giappone: «Abenomics» (politica fiscale e monetaria es pansiva e riforme economiche) Image: Thinkstock Scenario 2: Ricaduta in stagnazione Probabilità di insorgenza: 20 per cento (finora: 15 per cento) - Globale: forte aumento dei prezzi dell'energia, conflitto commerciale con la Russia - USA: il forte aumento dei tassi determina un calo della do- manda sensibile ai tassi; ripresa del contrasto sul bilancio. - Eurozona: il test per le banche o addirittura il fallimento dell'Unione bancaria determina una stretta creditizia; le crisi politiche provocano un nuovo aumento dei rendi- menti nella periferia - Giappone: il pacchetto di stimolo non può compensare l'aumento dell'imposta sui consumi; le riforme economiche falliscono; il debito statale risveglia le preoccupazioni per le insolvenze (scenario Grecia) Scenario 3: Diffusione di timori inflazionistici Probabilità di insorgenza: 5 per cento (invariato) - USA: una politica monetaria espansiva troppo duratura / forte determina inflazione; l'economia cresce sopra il po- tenziale; il forte calo del tasso di disoccupazione provoca una pressione sui salari - Shock dei prezzi per le materie prime in combinazione con una robusta economia - Paesi emergenti: la forte svalutazione delle valute dei paesi emergenti provoca un'inflazione «importata» di crescita (nella foto: uno svincolo autostradale a Los Angeles). po si è visto tuttavia che la crescita della produzione industriale dei paesi emergenti ristagnava a un tasso di crescita annuo del 5 per cento, mentre la produzione industriale dei paesi industrializzati accelerava (da un tasso di crescita annuo di appena l'1.6 per cento a ottobre 2013 al 3.3 per cento ad aprile 2014). Pertanto, la ripresa economica nei paesi emergenti e in quelli industrializzati non ha un andamento sincronizzato. Per i prossimi mesi prevediamo una sincronizzazione della ripresa economica tra i paesi industrializzati e quelli emergenti. La congiuntura dei paesi emergenti dovrebbe accelerare a causa della svalutazione delle loro valute e del conseguente miglioramento della loro competitività. La ripresa congiunturale dei paesi industrializzati stimolerà anche le esportazioni dei paesi emergenti. Grafico 1: Stati Uniti con fortissimo miglioramento delle finanze statali dal 2010 in percentuale del PIL 4 2 0 -2 -4 -6 -8 -10 -12 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 Saldo di bilancio del Governo federale degli Stati Uniti Fonte. Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 9 Tema speciale USA: lo stato e i consumatori mettono a posto le loro finanze Negli Stati Uniti, la ripresa congiunturale 2014, da noi prevista, è stata frenata da un inverno estremamente freddo. Si è avverata la nostra stima che nel 2014 non sarebbero state più necessarie misure di risparmio statali, poiché il bilancio era enormemente migliorato già nel 2013. Il saldo di bilancio è migliorato, passando da un deficit del 12 per cento del prodotto interno lordo nell'autunno 2009 al 2.6 per cento (vedi grafico 1, pagina 9). Le discussioni sui risparmi di bilancio e sul tetto dell'indebitamento sono infatti cessate. Dopo che le famiglie hanno ridotto enormemente il loro indebitamento (relativamente al reddito disponibile) tra il 2007 e il 2014, ora è prevista una velocità più tollerabile nella riduzione del debito. Pertanto si deve mettere da parte meno reddito per la riduzione del debito e le famiglie possono di nuovo spendere di più. Ne traggono profitto soprattutto le spese per i beni di consumo durevoli e gli investimenti nell'edilizia residenziale. La crescita molto forte della domanda di autovetture e di abitazioni dovrebbe quindi continuare e accelerare di nuovo. Il boom dell'energia negli Stati Uniti continua. Grazie all'estrazione di petrolio e gas di scisto la produzione di energia aumenta notevolmente. Dal 2006 la produzione di gas naturale è aumentata del 37 per cento e la produzione di pe trolio è aumentata del 57 per cento (vedere grafico 2). La forte crescita della produzione di energia non produce solo creazione di valore e ulteriori posti di lavoro, ma rende gli Stati Uniti anche più indipendenti dalle importazioni di energia, con conseguente riduzione del deficit delle partite correnti. I rendimenti (ponderati in base alla forza economica) per i titoli di stato dei paesi periferici europei (Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Grecia) si sono normalizzati, passando da oltre il 9 per cento alla fine del 2011 al 4.5 per cento alla fine del 2013. Questo calo dei rendimenti è proseguito dall'inizio dell'anno e la media è ora solo del 3 per cento. Oltre ai tassi per gli stati periferici, sono diminuiti anche quelli per le imprese che hanno accesso al mercato dei capitali. Per le obbligazioni societarie estremamente sicure (rating AAA-BBB) si deve pagare solo un rendimento dell'1.5 per cento, rispetto al 5 per cento alla fine del 2011 (vedi grafico 4). Finora le piccole e medie imprese, che non avevano accesso al mercato dei capitali, non potevano beneficiare di questo calo dei rendimenti, poiché i tassi per i crediti bancari sono ancora molto elevati. Durante la sua riunione di giugno, la Banca centrale europea (BCE) ha optato per mirate operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Targeted Long-Term Refinancing Operations = TLTRO). In questo modo, la BCE offre alle banche commerciali uno stimolo per aumentare le loro concessione di crediti. Non appena comprerà anche sul mercato direttamente Asset Backed Securities – prevediamo una corrispondente decisione della BCE durante la riunione del 3 luglio – il programma di stimolo della BCE per la concessione di crediti delle banche sarà completo. Anche nell'Eurozona, lo scenario di una ricaduta in stagnazione non si è quindi verificato. Anzi, le condizioni di finanziamento per gli stati periferici e anche per le imprese si sono ulteriormente normalizzate e le recenti misure della BCE dovrebbero determinare una continuazione di questa tendenza che coinvolgerà anche le PMI. Il percorso verso l'Unione Eurozona: premesse intatte per la ripresa Dopo che l'anno scorso l'economia dell'Eurozona è diminuita ancora dello 0.4 per cento, i semafori congiunturali sono attualmente sul verde. Nel 2013, i governi dell'Eurozona hanno dovuto adottare ancora incisive misure di risparmio per quanto riguarda il bilancio. Il saldo di bilancio depurato dal ciclo economico senza pagamenti di interessi è stato migliorato di 0.9 punti percentuali del prodotto interno lordo: questo dato mostra fino a che punto la politica di bilancio influenza la congiuntura. Quest'anno, questo indice scenderà allo 0.1 per cento, il che determina una stimolazione della congiuntura rispetto al 2013 (vedi grafico 3). Le condizioni di finanziamento nell'Eurozona sono enormemente migliorate già nel 2013. 10 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Image: Shutterstock La domanda di autovetture e di abitazioni cresce sensibilmente negli Stati Uniti. Davanti agli immobili statunitensi si trovano di nuovo in misura maggiore i cartelli «venduto». bancaria è stato intrapreso e si è dimostrato meno accidentato del previsto. In Giappone, l'aumento dell'imposta sui consumi sembra frenare la congiuntura in misura meno forte di quanto temuto. Anche se il clima congiunturale dopo l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto è notevolmente peggiorato, nel frattempo molti indicatori mostrano chiaramente che il peggioramento congiunturale sarà solo di natura provvisoria. Inoltre, il governo giapponese ha annunciato una riduzione dell'imposizione fiscale per le aziende, il che compensa l'aumento dell'imposta sui consumi. I rischi geopolitici passano in primo piano Secondo la suddetta analisi avremmo probabilmente dovuto aumentare le probabilità di insorgenza per il nostro scenario principale che lo scorso novembre avevamo stimato all'80 per cento. Vi abbiamo però rinunciato a causa dei nuovi rischi geopolitici. La crisi ucraina ha il potenziale di mettere a rischio l'approvvigionamento di gas naturale dell'Europa – il più importante gasdotto di transito dalla Russia all'Europa occidentale passa attraverso l'Ucraina – e di generare una guerra commerciale con sanzioni tra la Russia e l'Occidente. La guerra civile in Siria si è inasprita e in Iraq parti del territorio nazionale sono controllate dalla milizia Isis (Isis deriva da: islamic state in Iraq and Syria). L'Iraq è il secondo produttore di petrolio all'interno dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ed è al quinto posto nel mondo per quanto riguarda le riserve di petrolio provate. L'instabilità dell'Iraq potrebbe mettere in pericolo gli investimenti nell'economia petrolifera irachena e quindi mettere in dubbio l'ambizioso obiettivo di aumentare la produzione di petrolio fino al 2017 a 12 milioni di barili al giorno (dagli attuali 3 mi lioni circa). Ciò potrebbe determinare un forte aumento del prezzo del petrolio. L'aumento dei prezzi dell'energia e i conflitti commerciali hanno il potenziale di frenare la ripresa economica globale. Rispetto a novembre abbiamo quindi rivisto al rialzo di 5 punti percentuali la probabilità di insorgenza del nostro scenario «Ricaduta in stagnazione», portandola dal 15 per cento al 20 percento e abbiamo ridotto quella della «Ripresa sincronizzata» dall'80 per cento al 75 per cento. Grafico 2: La produzione di energia negli Stati Uniti aumenta sensibilmente in miliardi di piedi cubi in milioni di barili al giorno 2200 8.0 2100 7.5 2000 7.0 1900 6.5 1800 6.0 1700 5.5 1600 5.0 4.5 1500 02 04 06 08 10 12 14 Gas naturale (scala di sinistra; smoothed) Petrolio (scala di destra; smoothed) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 3:Il calo dei risparmi di bilancio supporta la congiuntura nell'Eurozona in percentuale del PIL 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 -0.5 -1.0 -1.5 -2.0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014F 2015F positiva variazione del saldo primario depurato dal ciclo economico negativa variazione del saldo primario depurato dal ciclo economico Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 4: Le imprese nell'Eurozona possono finanziarsi convenientemente sul mercato dei capitali in percentuale Inflazione sempre molto improbabile Riteniamo sempre molto improbabile lo scenario «Diffusione di timori inflazionistici». Da novembre 2013, per gli Stati Uniti abbiamo rivisto al ribasso di 0.2 punti percentuali le previsioni sull'inflazione per il 2014 portandole all'1.9 per cento e per l'Eurozona addirittura di 0.7 punti percentuali allo 0.9 per cento. Perfino per i paesi emergenti abbiamo ridotto le previsioni sull'inflazione 2014 dal 4.3 per cento al 4.1 per cento. Esiste tuttavia un rischio residuo (come finora del 5 per cento) che le banche centrali abbiamo adottato una politica monetaria troppo espansiva per troppo tempo, generando quindi inflazione. 5 4 3 2 1 2010 2011 2012 2013 2014 Rendimento dei titoli di stato tedeschi a dieci anni Rendimento per obbligazioni societarie dell'UEM Fonte. Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 11 Economia dei paesi industrializzati Stati industrializzati: la congiuntura mette una marcia in più Dopo il letargo nel primo trimestre, ora la congiuntura negli Stati Uniti accelera di nuovo. Nell'Eurozona, la ripresa è ancora contenuta, ma l'economia ha superato la recessione dell'anno scorso. In Giappone si regi stra un miglioramento del clima economico, dopo che in aprile l'aumento dell'IVA aveva influenzato negativamente l'umore. cento, con conseguente risultato complessivamente negativo del settore estero. Per contro, tutte le componenti dell'economia nazionale hanno contribuito alla crescita, Eurozona: la «periferia» raggiunge i livelli della Germania L'economia dell'Eurozona si trova sempre di fronte a una moderata tendenza rialzista. Come si può rilevare dalle componenti relative alla debole crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel primo trimestre, l'economia estera ha sempre un effetto frenante a causa del forte euro. Da un lato, le esporta zioni hanno registrato solo una debole crescita dello 0.3 per cento rispetto al trimestre precedente (vedi grafico 2) e dall'altro lato le importazioni sono aumentate dello 0.8 per 12 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Image: Shutterstock Di recente, dagli Stati Uniti è giunta una notizia piuttosto insolita: la crescita dell'economia statunitense per il primo trimestre è stata rivista per la seconda volta al ribasso dalle autorità. Nei primi tre mesi del 2014 è ora ufficialmente diminuita dell'1 per cento (rispetto al trimestre precedente e stimata in base al tasso annuo). Tuttavia, dopo il letargo invernale nel primo trimestre molti indicatori economici segnalano una forte accelerazione della crescita economica. Il tasso di disoccupazione sceso al 6.3 per cento e i redditi disponibili aumentati a un tasso annuo del 2 per cento circa hanno fatto salire la fiducia dei consumatori a giugno al livello massimo da gennaio 2008. In questo ambito sono migliorate sia le aspet tative sia la valutazione attuale. Pertanto, la domanda di consumo, soprattutto quella di beni di consumo durevoli, dovrebbe aumentare ancora. A maggio, le vendite di autovetture sono salite già del 4.6 per cento e il tasso di crescita annuo è arrivato all'8.3 per cento, il valore più elevato da agosto 2013. La produzione nell'industria manifatturiera è aumentata a maggio dello 0.7 per cento; rispetto al mese dell'esercizio precedente ciò corrisponde a un incremento del 3.8 per cento. Il più importante barometro dell'umore per il mondo delle imprese – l'indice dei responsabili degli acquisti per l'industria manifatturiera degli Stati Uniti – per giugno non è ancora disponibile, ma gli indicatori della fiducia già noti segnalano che l'indice parziale degli ordinativi (vedi grafico 1) ha registrato un forte incremento. Prevediamo quindi che nei prossimi mesi la produzione nell'industria manifatturiera accelererà. A Lafayette a Parigi e in altri templi del consumismo europeo vi è molto movimento. anche se questo in gran parte è da attribuire al settore pub blico. I recenti indicatori dell'umore segnalano una dinamica sempre moderata. Infatti, a giugno sia l'industria sia il settore dei servizi si sono mostrati meno ottimisti, anche se le imprese prevedono sempre un'espansione. Rispetto all'industria che dipende maggiormente dalle esportazioni, il settore dei servizi si mostra relativamente resistente. Sebbene nel com plesso le imprese siano solo moderatamente ottimiste, la ripresa dovrebbe rivelarsi stabile. Questo perché nel frattempo le imprese della cosiddetta periferia, che sono state maggiormente colpite dalla crisi dell'euro, sono fiduciose come quelle della Germania. Inoltre, l'umore dei consumatori nell'Euro zona è attualmente a un livello quasi euforico. Grafico 1:Il forte aumento degli ordinativi dovrebbe supportare la crescita congiunturale statunitense Indice dei responsabili degli acquisti per l'industria manifatturiera 70 60 50 40 30 20 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Indice parziale degli ordinativi I banchieri centrali europei adottano misure coraggiose L'inflazione ostinatamente bassa e la debole dinamica dell'economia nell'Eurozona hanno indotto la Banca centrale europea (BCE) a giugno a un ulteriore allentamento della sua politica monetaria. Da un lato ha ridotto i tassi di riferimento e ha introdotto per la prima volta un tasso negativo sui depositi per le banche. Dall'altro lato ha annunciato misure non convenzionali per stimolare la concessione di crediti e la congiuntura nell'Eurozona. Infatti, mirate operazioni di rifinanziamento a lungo termine («Targeted Long-Term Refinancing Operations», TLTRO) hanno lo scopo di incentivare i prestiti bancari alle famiglie e alle imprese al di fuori del settore finanziario. Inoltre, la BCE intende fornire all'economia ulteriore liquidità. Il pacchetto di misure complessivamente sostanzioso dovrebbe supportare la ripresa congiunturale, non da ultimo tramite un euro più debole. Modello di regressione con indice della Fed di Philadelphia e indice Empire Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: Alle esportazioni dell'Unione monetaria europea manca come sempre lo slancio Indice (inizio 2007 = 100) 140 130 120 110 100 90 80 2007 Giappone: l'aumento dell'IVA ha un effetto frenante solo temporaneo L'aumento dell'imposta sul valore aggiunto in aprile ha evidentemente provocato un anticipo degli acquisti nel primo trimestre da parte dei consumatori giapponesi. Ciò ha regalato all'economia giapponese nei primi tre mesi una crescita economica estremamente elevata del 6.7 per cento (rispetto al trimestre precedente e stimata in base al tasso annuo). Tuttavia, ciò ha suscitato preoccupazioni per una possibile lacuna della domanda nel secondo trimestre. Il crollo dei fatturati delle vendite al dettaglio, le immatricolazioni per le autovetture, la fiducia dei consumatori e l'umore delle imprese in aprile sembravano confermare questi timori. Tuttavia, alcuni indicatori anticipatori, come la fiducia dei consumatori e l'umore delle imprese, segnalano ora che l'aumento dell'IVA non penalizzerà in maniera duratura la ripresa economica in Giappone (vedi grafico 3). Inoltre, l'annunciata diminuzione dell'imposizione fiscale per le aziende dovrebbe compensare l'effetto frenante sulla congiuntura, dovuto all'aumento dell'IVA. 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Esportazioni reali di beni e servizi Esportazioni nominali di beni Volume delle esportazioni Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 3: In Giappone la fiducia delle imprese è nuovamente migliorata dopo un peggioramento in percentuale rispetto all'esercizio precedente Indice 60 30 20 50 10 40 0 -10 30 -20 20 -30 -40 10 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Umore delle piccole e medie imprese (scala di sinistra) Produzione dell'industria manifatturiera (scala di destra) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 13 Economia dei paesi emergenti L'appetito per gli investimenti «Emerging Markets» è (finalmente) ritornato Nonostante le notizie di una possibile nuova insolvenza dell'Argentina, il contesto per le obbligazioni e le valute dei paesi emergenti dovrebbe rimanere buono. Di questo è responsabile non da ultimo una politica monetaria sempre espansiva delle banche centrali dei paesi industrializzati. La riduzione dei deficit delle partite correnti in molti «Emerging Markets» continua, mentre per le prospettive congiunturali il quadro non è chiaro. Attualmente sono meno importanti i rischi politici. Le obbligazioni dei paesi emergenti sia in USD sia in valuta locale hanno registrato un forte rally dalla fine di gennaio 2014. Per quanto riguarda le azioni dei paesi emergenti, tali azioni da marzo sono state addirittura in grado di superare la performance dei mercati dei paesi industrializzati. Per tutte le categorie d'investimento hanno svolto un ruolo decisivo soprattutto la liquidità globale sempre elevata in combinazione con i dati fondamentali in miglioramento. Si tratta di un contesto che promette bene anche nei prossimi mesi – a meno che nei paesi industrializzati non si verifichi un abbandono della politica monetaria estremamente accomodante o un forte aumento dei rendimenti. Sarebbero giustificate le preoccupazioni se i paesi emergenti fino a quel momento registrassero troppo pochi progressi nella riduzione dei deficit delle partite correnti oppure nel rilancio dell'economia. Se paesi come la Turchia Grafico 1:rendimenti statunitensi influenzano le valute dei paesi emergenti Indice sfruttassero il recente rafforzamento della valuta per riduzioni dei tassi troppo aggressive, questo sarebbe un ulteriore se gnale d'allarme. Bassi tassi statunitensi come aiuto esterno I rendimenti negli Stati Uniti e in altri paesi industrializzati rappresentano costi d'opportunità dal punto di vista di chi inve ste nei paesi emergenti. Il rialzo dei rendimenti statunitensi rende quindi tendenzialmente più attraenti gli investimenti nelle obbligazioni statunitensi. Nel 2013, il rialzo dei rendimenti statunitensi al 3 per cento circa è stato accompagnato da una forte correzione delle valute e delle obbligazioni dei paesi emergenti (vedi grafico 1). La correzione delle obbliga zioni dei paesi emergenti si è conclusa solo quando agli investitori è stata offerta di nuovo una remunerazione sulle obbligazioni dei paesi emergenti, che era adeguata rispetto ai rendimenti statunitensi nel frattempo più elevati. Quindi, l'eventuale imminenza di un nuovo forte aumento dei rendimenti statunitensi e quindi di un calo dei corsi delle obbligazioni e valute di questi paesi dovrebbe essere importante per le obbligazioni e per le valute nei paesi emergenti. Nei mesi estivi riteniamo piuttosto improbabile uno scenario del genere. A nostro parere, per il momento la Banca statunitense Fed che attualmente mantiene basse con successo le previsioni sui tassi, non modificherà il suo atteggiamento. Inoltre, nei prossimi mesi la liquidità globale sui mercati finan Grafico 2:I deficit della bilancia commerciale hanno un andamento ancora in calo in percentuale in percentuale del PIL 130 3.5 6.0 128 3.3 4.0 126 Svalutazione delle valute dei paesi emergenti rispetto al dollaro statunitense 3.1 124 2.9 122 2.7 2.0 0.0 120 2.5 -2.0 118 2.3 -4.0 116 2.1 114 1.9 112 1.7 110 1.5 Gen 13 Mar 13 Mag 13 Lug 13 Set 13 Nov 13 Gen 14 Mar 14 Mag 14 -6.0 -8.0 -10.0 2000 2002 2004 2006 Valute dei paesi emergenti per USD (scala di sinistra) India Sudafrica Rendimento dei titoli di stato decennali statunitensi (scala di destra) Indonesia Turchia Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 14 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 2008 2010 Brasile 2012 2014 Image: Shutterstock All'interno dei paesi emergenti, le differenze riguardanti le prospettive congiunturali sono notevoli (nella foto: il mercato galleggiante a Hatyai, in Tailandia). ziari internazionali dovrebbe rimanere elevata. A causa degli acquisti di obbligazioni, la Fed e la Bank of Japan continueranno a iniettare liquidità nei mercati e in Europa sono in programma nuove misure di allentamento: Di recente, la Banca centrale europea (BCE) ha diminuito i tassi e ha deciso misure per stimolare la concessione di crediti alle imprese. Le prospettive di un calo dei deficit sono intatte Per l'andamento del valore degli investimenti «Emerging Markets», oltre agli influssi esterni svolgono naturalmente un ruolo importante anche fattori specifici di un paese. Infatti per esempio l'aumento dei deficit del commercio estero è equivalente a un maggiore fabbisogno di rifinanziamento sui mercati finanziari internazionali. Pertanto è poco sorprendente che i paesi, che non hanno elevati deficit delle partite correnti, durante le fasi di forti aumenti dei rendimenti nei paesi indus trializzati tendenzialmente risentano in misura minore dei deflussi di capitale rispetto ai paesi con deficit elevati. Nel complesso, la tendenza al calo dei deficit delle partite correnti nei paesi emergenti dovrebbe continuare (vedi grafico 2). Un importante fattore per l'attrattiva delle azioni e delle valute sono anche le prospettive economiche dei rispettivi paesi. Tuttavia, per quanto riguarda le prospettive congiunturali si riscontrano forti divergenze all'interno dei paesi emergenti. I paesi con maggiori deficit delle partite correnti registrano attualmente dati congiunturali piuttosto deboli, mentre i paesi con bassi deficit o leggere eccedenze hanno un andamento tendenzialmente migliore. Una ripresa congiunturale nei paesi con «solidi» dati fondamentali, quali Corea del Sud, Malesia o Messico, dovrebbe determinare a medio termine aumenti dei tassi e sostenere quindi le valute. La debolezza congiunturale ha anche lati positivi Nelle economie piuttosto «vulnerabili» con elevati deficit delle partite correnti – rientrano in questa categoria il Brasile, la Turchia, il Sudafrica, l'India e l'Indonesia – non dovrebbe verificarsi una pressione alla rivalutazione politico-monetaria tra- mite aumenti dei tassi. Tuttavia, in questi casi i dati congiun turali più deboli hanno anche i loro lati positivi. Una moderata crescita dei consumi provoca infatti un calo dei tassi di cres cita delle importazioni. Ciò, a sua volta, nell'ipotesi che tutti gli altri fattori d'influsso rimangano costanti, favorisce un calo dei deficit delle partite correnti. Pertanto, l'indebolimento congiunturale ha un effetto di autocorrezione, che potrebbe rivelarsi ancora utile se la liquidità sui mercati finanziari internazionali dovesse diminuire veramente. Fino a quel momento, infatti il fabbisogno di rifinanziamento di questi paesi, che dipende anche dal livello del deficit delle partite correnti, dovrebbe essere diminuito. Paesi emergenti: la tendenza al calo dei deficit delle partite correnti dovrebbe continuare. Nonostante i rischi politici, gli investitori sono ottimisti Attualmente, gli investitori hanno un atteggiamento positivo nei confronti dei paesi emergenti. Il conflitto tra l'Ucraina e la Russia non ha scosso la nuova fiducia nei paesi emergenti, anche se gli investitori hanno ritirato il capitale da questi due paesi. Anche le elezioni in programma in molti paesi non hanno aumentato la volatilità. Al contrario: di recente le oscilla zioni delle valute dei paesi emergenti sono diminuite. Ciò è dipeso sicuramente dai positivi sviluppi politici, come la netta vittoria elettorale di Narendra Modi in India, che si crede sia in grado di introdurre fondamentali riforme economiche. Tuttavia il miglioramento del contesto esterno dovrebbe essere determinante. Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 15 Valute Obbligazioni USA: nonostante la ripresa ancora nessun segnale di un aumento dei tassi Le obbligazioni protette dall'inflazione sono sempre poco attraenti Continuiamo a prevedere un aumento del dollaro statunitense, che dovrebbe verificarsi non appena la Banca centrale statunitense non deluderà più le aspettative di aumenti dei tassi. Vediamo potenziale rialzista rispetto all'euro e al franco svizzero oltre che per il «biglietto verde» anche per la sterlina britannica. Ultimamente, l'inflazione negli Stati Uniti è sorprendentemente aumentata. Gli investimenti nei titoli di stato protetti dall'inflazione sono ora diventati attraenti? Riteniamo di no, poiché l'aumento dell'inflazione è già riflessa nei corsi. Nonostante il forte miglioramento degli indicatori congiunturali negli Stati Uniti, attualmente la Presidente della Fed, Janet Yellen, riesce a mantenere basse le previsioni sui tassi. Se è esatta la nostra stima che la Fed aumenterà i tassi nel primo semestre 2015, ciò indicherebbe un crescente supporto dell'USD a medio termine, soprattutto rispetto all'euro e al franco svizzero, poiché i rispettivi banchieri centrali mantengono tenacemente la loro politica monetaria accomodante. A differenza della Fed, la Banca centrale britannica ha recentemente rinunciato a lottare contro le previsioni sui tassi del mercato. Secondo Mark Carney, il Presidente della Bank of England, un primo intervento sui tassi nel 2014 non si può più escludere completamente, il che rafforza ulteriormente il nostro atteggiamento comunque già positivo nei confronti della sterlina britannica. Alcuni dati fondamentali, quali per esempio i differenziali di interesse, il prezzo del petrolio e l'andamento del mercato azionario sono favorevoli a una sottovalutazione della corona norvegese e del dollaro canadese. Anche le valute dei paesi emergenti rimangono attraenti per i prossimi mesi (vedi anche pagina 14). Gli US Treasury Inflation Protected Securities (TIPS) sono titoli di stato che ricompensano gli investitori per la futura inflazione negli Stati Uniti. Mentre le obbligazioni nominali registrano una perdita reale in caso di aumento del tasso d'inflazione, i TIPS guadagnano valore. La differenza di rendimento tra i tradizionali titoli di stato statunitensi e i TIPS statunitensi viene definita «break-even spread», il parametro per l'inflazione attesa dagli investitori. Se l'effettiva inflazione futura è superiore agli attuali break-even spread, i TIPS statunitensi hanno un andamento migliore rispetto ai titoli di stato statunitensi. Per la maggior parte dei periodi di osservazione, le obbligazioni nominali statunitensi hanno offerto a lungo termine rendimenti paragonabili a quelli dei TIPS statunitensi (vedi grafico). I TIPS hanno avuto un andamento migliore solo quando la futura inflazione veniva notevolmente sottovalutata, come per esempio alla fine del 2008. I break-even spread sono attualmente al 2.2 per cento e quindi le attuali aspettative del mercato riguardo alla futura inflazione statunitense sembrano adeguate. Riteniamo quindi che attualmente i TIPS statunitensi non offrano alcun vantaggio rispetto ai tradizionali titoli di stato statunitensi. Lo stesso vale anche per i titoli di stato tedeschi protetti dall'inflazione. Grafico: Andamento valutario dall'inizio dell'anno Grafico: «Obbligazioni TIPS» statunitensi senza premio di rendimento in percentuale rispetto al dollaro statunitense Indice in percentuale 200 Corona svedese -4.4 Euro 160 -1.0 Dollaro canadese 140 -0.9 Corona norvegese -1.4 -0.6 2.7 3.1 5.3 Sterlina britannica 60 5.9 Dollaro neozelandese 4 100 80 Dollaro australiano 5 120 Franco svizzero Yen giapponese 6 180 3 2 40 1 20 0 0 Giu 04 Dic 06 Giu 09 Dic 11 Giu 14 Rendimento complessivo dei titoli di stato decennali statunitensi (scala di sinistra) Rendimento complessivo delle obbligazioni TIPS decennali statunitensi (scala di sinistra) Break-even Spread delle obbligazioni TIPS decennali statunitensi (scala di destra) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 16 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Fonte: Bloomberg, Vontobel Asset Management Tassi d'interesse in Svizzera L'iniezione di liquidità della BCE non influisce sulla politica monetaria della BNS Grafico 1: Inflazione ancora vicina al limite della deflazione 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 -10 -10 -20 -20 Dopo che all'inizio di giugno la Banca centrale europea (BCE) aveva sorpreso con una serie di incentivi, vi era molta attesa per la seduta della Banca nazionale svizzera (BNS) di metà giugno. Quest'ultima ha tuttavia deciso di mantenere invariata la propria politica monetaria. Secondo la BNS, la soglia minima del tasso di cambio di 1.20 franchi svizzeri per euro continua a essere il metodo adeguato per «prevenire un indesiderato inasprimento delle condizioni quadro del contesto monetario». Nella recente stima della situazione politico-monetaria, nonostante la decisione della BCE di abbassare i tassi d'interesse e iniettare liquidità, la Banca nazionale svizzera (BNS) mantiene sia la soglia minima del tasso di cambio di 1.20 franchi per euro sia la banda di oscillazione del tasso di riferimento dallo 0 allo 0.25 per cento. La BNS prevede ancora un'inflazione molto bassa per l'anno in corso e per i prossimi due anni (cfr. grafico 1). Ne sono causa la ripresa solo titubante della con giuntura internazionale e l'inflazione inaspettatamente bassa dell'Eurozona. All'interno della Svizzera le capacità produttive non sarebbero pienamente utilizzate. BNS (troppo) preoccupata in merito ai mercati immobiliari e ipotecari Sebbene i più rigidi requisiti in materia di fondi propri annunciati a gennaio dal Consiglio federale per i crediti ipotecari (parola chiave: cuscinetto di capitale anticiclico) entrino in vigore alla fine di giugno, la BNS continua a mostrarsi preoccupata in merito all'andamento del mercato immobiliare e ipotecario. Essa ritiene che vi sia solamente un lieve indebolimento della dinamica e che manchino indizi concreti di una stabilizzazione. La BNS avverte che seguirà con attenzione l'andamento del mercato ipotecario e immobiliare e verificherà periodicamente se i cuscinetti di capitale anticiclico debbano essere adeguati. In tal modo la BNS contraddice un recente studio del Fondo monetario internazionale (FMI), in base al quale i due indicatori di valutazione per i prezzi immobiliari, il rapporto dei prezzi degli immobili con il reddito disponibile e il rapporto con le locazioni, non sono, in Svizzera, al di sopra della media a lungo termine. Secondo l'FMI, quindi, gli immobili sono equamente valutati. Questo è anche il risultato della nostra analisi (cfr. grafico 2). Nessuna fuga di capitali in Svizzera dopo la decisione della BCE La soglia minima del tasso di cambio di 1.20 franchi per euro 1985 1990 1995 One family home price index to rent ratio 2000 2005 2010 Source: Thomson Reuters Datastream Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: Immobili né convenienti né costosi rispetto alle locazioni Divergenza in percentuale del rapporto del prezzo degli immobili rispetto alle locazioni nei confronti della media sul lungo termine 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 -10 -10 -20 -20 1985 1990 1995 One family home price index to rent ratio 2000 2005 2010 Source: Thomson Reuters Datastream Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management continua a essere credibile. Nonostante una leggera diminu zione, dalla seduta della BCE, della differenza d'interesse tra euro e franco svizzero per il Libor a tre mesi, l'euro si è svalutato solo leggermente rispetto al franco. L'importo dei depositi a vista presso la Banca centrale non è cambiato dalla decisione della BCE; un indizio che non vi sono state ridistribuzioni di capitale in Svizzera. Obbligazioni svizzere poco allettanti Prevediamo che la BNS nei prossimi dodici mesi manterrà invariati i tassi di riferimento, tra lo 0 e lo 0.25 per cento. Finché l'inflazione resterà sotto l'1 per cento, la BNS non modificherà nemmeno la soglia minima del tasso di cambio di 1.20 franchi per euro. Per il 2015 prevediamo un aumento dell'inflazione allo 0.8 per cento. Le esportazioni svizzere dovrebbero trarre vantaggio dalla ripresa da noi prevista per l'Eurozona. Ne conseguirebbero l'aumento della produzione industriale e un incremento nello sfruttamento delle capacità. I rendimenti dei titoli decennali della Confederazione dovrebbero quindi aumentare, entro l'estate del 2015, fino a circa l'1.2 per cento. I bassi rendimenti e il rischio di una crescita dei rendimenti continuano a rendere poco interessanti i titoli della Confede razione. Non costituisce un'opzione nemmeno il ripiego su obbligazioni societarie, a causa dei livelli minimi dei premi di rendimento rispetto ai titoli di stato. Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 17 Azioni Materie prime Corsi di borsa in Giappone con ulteriore potenziale rialzista Prezzo del petrolio: nell'ambito dell'inaspri mento del conflitto in Iraq Dall'inizio dell'anno, l'indice giapponese Nikkei-225 ha avuto un andamento nettamente peggiore rispetto alla maggior parte degli altri indici di riferimento globali. Per quanto riguarda il futuro andamento del mercato azionario giapponese, sia le valutazioni delle azioni sia le revisioni degli utili ci rendono fiduciosi. L'avanzata del gruppo terroristico Isis in Iraq ha avuto un effetto anche sul prezzo del petrolio. In seguito all'aumento delle incertezze in Medio Oriente, almeno a breve termine il prezzo del petrolio dovrebbe avere un maggiore premio di rischio. Un'interruzione della produzione – come in Libia – colpirebbe in modo sensibile l'offerta di petrolio. Alla fine del 2012 e nei primi mesi del 2013, la borsa giapponese ha registrato un andamento estremamente forte, alimentata da una politica monetaria molto espansiva della Banca centrale giapponese che ha indebolito sensibilmente lo yen. Ciò ha favorito particolarmente le imprese esportatrici, i cui utili sono stati superiori al previsto. L'inflazione potrebbe determinare un riposizionamento nelle azioni Rimaniamo sempre scettici per quanto riguarda la capacità del governo giapponese di eseguire riforme fondamentali. Tuttavia, un'inflazione un po' più elevata dovrebbe indurre gli investitori in Giappone a spostare i loro patrimoni dalle obbligazioni alle azioni. Inoltre, una crescita economica statunitense più forte dovrebbe di nuovo indebolire leggermente lo yen, il che assieme a una possibile riduzione delle imposte per le imprese avrebbe un effetto positivo sugli utili. Pertanto, a nostro parere dopo una pausa la ripresa dovrebbe continuare, ma probabilmente con meno vigore rispetto all'inizio del 2013.. Grafico: Attraenti valutazioni azionarie in Giappone Con una produzione di poco più di tre milioni di barili al giorno (vedi grafico) l'Iraq copre oltre il 3 per cento della domanda globale di petrolio. All'interno dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio OPEC, il paese tra l'Eufrate e il Tigri è il terzo produttore di petrolio. Paesi emergenti davanti a una spinta inflazionistica? Dopo l'interruzione quasi completa della produzione di petrolio (di circa 1.5 milioni di barili al giorno) dalla Libia in seguito alla guerra civile, altre interruzioni della produzione potrebbero determinare un maggiore aumento del prezzo del petrolio. Ciò, a sua volta, avrebbe tra l'altro effetti negativi sull'andamento dell'inflazione, soprattutto nei paesi emergenti, e in fluenzerebbe negativamente anche il nostro scenario principale di una ripresa economica globale. Questo scenario «Worst Case» non si è ancora verificato e l'Iraq continua a estrarre petrolio. Tuttavia, a causa dell'instabilità politica ed economica nella regione attualmente non si può escludere neanche il peggiore di tutti gli scenari. Grafico: Produzione di petrolio in Iraq finora non compromessa Rapporto prezzo / valore contabile in milioni di barili al giorno 5 3.4 3.2 4 3.0 3 2.8 2 2.6 1 2.4 2.2 0 90 92 94 Giappone 96 98 00 02 04 Media a lungo termine Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 18 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 06 08 10 12 14 2009 2010 2011 Produzione irachena di petrolio Fonte. IEA, Datastream, Vontobel Asset Management 2012 2013 2014 Previsioni Previsioni sulla congiuntura e sui mercati finanziari 2012–2015 Per quanto riguarda i temi prodotto interno lordo (PIL), inflazione/aspettative inflazionistiche, tassi delle banche centrali, titoli di stato decennali, tassi di cambio e materie prime, la seguente lista mostra i valori effettivi, i tassi di cambio e i prezzi per gli anni 2012 e 2013 nonché le previsioni per gli anni 2014 e 2015. 2012 2013 Tasso attuale Previsione 2014 Mese precedente Previsione 2015 Mese precedente PIL Crescita media annua (in %) Eurolandia Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Svizzera -0.6 2.8 1.4 0.3 1.1 -0.4 1.9 1.5 1.7 2.0 0.9 2.1 2.8 3.1 1.7 1.1 2.3 1.7 3.1 2.2 1.1 2.6 1.4 3.1 2.2 1.4 3.0 1.6 2.8 2.4 1.4 3.0 1.6 2.8 2.4 Inflazione Valore medio anno (in %) Eurolandia Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Svizzera 2.5 2.1 -0.5 2.8 -0.7 1.4 1.5 0.1 2.6 -0.2 0.5 2.0 3.2 1.5 0.2 0.9 1.9 2.4 1.9 0.0 0.9 1.8 2.4 1.9 0.0 1.4 2.1 1.6 2.2 0.8 1.4 2.1 1.6 2.3 0.8 2012 2013 Tasso attuale 0.75 0.25 0.10 0.50 0.01 3.00 0.25 0.25 0.10 0.50 0.02 2.50 0.15 0.25 0.10 0.50 0.01 2.50 0.15 0.25 0.10 0.50 0.13 2.50 0.00 0.25 0.10 0.50 0.13 2.50 0.15 0.50 0.10 0.75 0.13 3.00 0.00 0.50 0.10 0.50 0.13 3.00 Tassi del mercato dei capitali Rendimento dei titoli di stato a dieci anni (a fine anno) (Rendimento in %) EUR (Germania) 1.3 1.9 EUR (GIIPS) 5.3 4.5 USD 1.8 3.0 JPY 0.8 0.7 GBP 1.8 3.0 CHF 0.5 1.1 AUD 3.3 4.3 1.4 3.0 2.6 0.6 2.8 0.7 3.7 1.6 3.2 2.8 0.7 2.8 0.9 4.1 1.6 3.6 2.8 0.7 2.8 1.0 4.2 1.8 3.4 3.0 0.9 3.0 1.2 4.6 1.8 3.8 3.0 0.9 2.9 1.3 4.6 Tassi di cambio A fine anno CHF per EUR CHF per USD CHF per 100 JPY CHF per GBP CHF per AUD USD per EUR JPY per USD USD per AUD 1.21 0.92 1.06 1.49 0.95 1.32 86 1.04 1.23 0.89 0.85 1.47 0.80 1.38 105 0.89 1.22 0.90 0.88 1.52 0.84 1.36 102 0.94 1.25 0.93 0.89 1.56 0.82 1.34 105 0.88 1.25 0.93 0.89 1.56 0.82 1.34 105 0.88 1.23 0.99 0.92 1.58 0.84 1.24 108 0.85 1.23 0.99 0.92 1.58 0.84 1.24 108 0.85 Materie prime A fine anno Greggio (WTI, USD/barile) Oro (USD/Uncia) Rame (USD/tonnellata metrica) 110 1662 7907 111 1208 7376 114 1276 6719 113 1260 6700 107 1260 6700 108 1260 6700 105 1260 6700 Tassi delle banche centrali A fine anno (in %) EUR USD JPY GBP CHF AUD Previsione a Mese Previsione a Mese 3 mesi precedente 12 mesi precedente Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 19 Strutture di portafoglio CHF Strutture di portafoglio CHF La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in CHF, suddivisa per obiettivo d'investimento. Sicurezza Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 3.5 70.5 9.5 83.5 Europa ex CH 1 (a) 1 2 Nordamerica Giappone 5 4.5 -3.5 6 - Europa ex CH 1 3 (c) 4 Nordamerica Giappone 4.9 1.7 3.7 (d) 2.5 -1.7 -2.5 8.6 - Mercati emergenti 6.5 (b) 6.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (c) 2 Totale 9.5 90.5 100 BM 5 95 100 Min. 80 - Max. 25 100 15 - High Yield 6 Altro 2 (b) 1 (f) 3 Totale 7.3 55.5 26.7 10.5 100 BM 5 60 20 15 100 Min. 45 5 - Max. 40 75 35 30 - a) liquidità in EUR 1% b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5% c) obbligazioni statali de la norvegia 2% Reddito Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 1.4 39.3 11.5 10.5 (g) 10.2 72.9 Mercati emergenti 6.5 (a) 5 (e) 11.5 -6 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 4% & materie prime coperti in CHF 4% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 2% | d) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% e) di cui MSCI China 1.5% | f) Future Resources 1% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 2% & materie prime coperti in CHF 3% Equilibrio Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 1.5 21.0 21.5 10.5 (g) 9.3 63.8 Europa ex CH 1 4.8 (c) 5.8 Nordamerica Giappone 4.7 9.2 (d) 3.3 -3.3 13.9 - Mercati emergenti 6.5 (a) 6.0 (e) 12.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (b) 2 (f) 4 Totale 7.2 35.5 46.8 10.5 100 BM 5 40 40 15 100 Min. 25 25 - Max. 40 55 55 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 5% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 3% | d) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% e) di cui MSCI China 2% | f) Future Resources 2% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in CHF 4% Crescita Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 1.1 1.0 31.5 10.5 (g) 10.1 54.2 Europa ex CH 1 7 (c) 8 Nordamerica Giappone 4.7 14.6 (d) 4.1 -4.1 19.3 - Mercati emergenti 6.5 (a) 7 (e) 13.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (b) 3 (f) 5 Totale 6.8 15.5 67.2 10.5 100 BM 5 20 60 15 100 Min. 5 45 - Max. 40 35 75 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 3%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 6% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 4% | d) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% e) di cui MSCI China 2.5% | f) Future Resources 3% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 3%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in CHF 5% Azioni Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 0.1 39.6 6 (f) 2 47.7 Europa ex CH 9.3 (b) 9.3 Nordamerica Giappone 20.1 (c) 4.9 2.9 -4.9 23.0 - Mercati emergenti 8 (d) 8 High Yield - Altro 1 (a) 4 (e) 7 (f) 12 Totale 1.1 85.9 13 100 Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 8% a) corona norvegese 1% | b) di cui Euro Stoxx 50 4% | c) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | d) di cui MSCI China 3% e) Future Resources 4% | f) immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 6% 20 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 BM 5 80 15 100 Min. 65 - Max. 35 15 95 30 - Strutture di portafoglio EUR Strutture di portafoglio EUR La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in EUR, suddivisa per obiettivo d'investimento. Sicurezza Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 4.5 70.5 11.4 86.4 Europa ex EMU 2 (a) 2 Nordamerica Giappone 5 5.5 -5.4 5.1 - Europa ex EMU 2 (a) 2 Nordamerica Giappone 3.9 3 4 (c) 2.6 -3 -2.6 7.9 - Mercati emergenti 6.5 (b) 6.5 High Yield 6 -6 - Altro - Totale 9.5 90.5 100 BM 5 95 100 Min. 80 - Max. 25 100 15 - High Yield 6 -6 - Altro 1 (e) 4 (g) 5 Totale 7.4 55.5 26.6 10.5 100 BM 5 60 20 15 100 Min. 45 5 - Max. 40 75 35 30 - a) obbligazioni statali de la norvegia 2% b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5% Reddito Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 3.5 38 14 6.5 (f) 11.6 73.6 Mercati emergenti 6.5 (b) 5 (d) 11.5 Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 4% & materie prime coperti in EUR 4% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% | d) di cui MSCI China 1.5%e) Future Resources 1% f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 2% & materie prime coperti in EUR 3% | g) immobili internazionali 4% Equilibrio Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 3.5 20.5 23.5 6.5 (f) 10 64 Europa ex EMU 2 (a) 1.7 3.7 Nordamerica Giappone 3.7 0.5 10.1 (c) 3.5 -0.5 -3.5 13.8 - Mercati emergenti 6.5 (b) 6 (d) 12.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (e) 4 (g) 6 Totale 7.2 35.5 46.8 10.5 100 BM 5 40 40 15 100 Min. 25 25 - Max. 40 55 55 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 5% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% | d) di cui MSCI China 2% e) Future Resources 2% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 4% | g) immobili internazionali 4% Crescita Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 3.5 0.5 33.5 7.5 (f) 10.8 55.8 Europa ex EMU 2 (a) 3 5 Nordamerica Giappone 3.5 0.5 16.2 (c) 4.3 -0.5 -4.3 19.7 - Mercati emergenti 6.5 (b) 7 (d) 13.5 High Yield 6 -6 - Altro 3 (e) 3 (g) 6 Totale 7.0 15.5 67.0 10.5 100 BM 5 20 60 15 100 Min. 5 45 - Max. 40 35 75 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 3%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 6% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% | d) di cui MSCI China 2.5% e) Future Resources 3% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 5% | g) immobili internazionali 3% Azioni Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 0.1 41.5 6 (e) 5.2 52.8 Europa ex EMU 0.5 (a) 4.9 5.4 Nordamerica Giappone 0.5 22.3 (b) 5.2 -5.2 22.8 - Mercati emergenti 8 (c) 8 High Yield - Altro 4 (d) 7 (f) 11 Totale 1.1 85.9 13 100 BM 5 80 15 100 Min. 65 - Max. 35 15 95 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in EUR 8% a) corona norvegese 0.5% | b) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | c) di cui MSCI China 3% | d) Future Resources 4% e) materie prime coperti in EUR 6%f) immobili internazionali 7% Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 21 Dati di mercato Dati di mercato Le seguenti liste mostrano l'andamento dei prezzi e dei corsi (sia in valuta locale sia in franchi svizzeri) di una selezione di mercati obbligazionari, indici azionari, indici misti, tassi d'interesse e tassi di cambio per i periodi degli ultimi tre e dodici mesi. Mercati obbligazionari (Total Return) Dal Dal Dal Dal 31.05.14 31.05.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF JPM Global Bond Index (USD) 0.0% 0.0% 3.6% 4.9% JPM EMU Agg. Bond Index (EUR) 0.7% 0.5% 6.9% 6.1% JPM US Gov. Bond Index -0.6% -0.4% 2.8% 3.5% JPM Japan Gov. Bond Index 0.1% -0.1% 1.4% 5.0% JPM GBI-EM Global Diversified Index 0.9% 0.9% 5.2% 6.4% Swiss Bond Index AAA-BBB Swiss Bond Index Domestic AAA-BBB Swiss Bond Index Foreign AAA-BBB 0.0% 0.0% 0.1% 0.0% 0.0% 0.1% 3.3% 3.8% 2.7% 3.3% 3.8% 2.7% Indici azionari MSCI (Total Return) MSCI World Index (USD) MSCI USA Index MSCI USA Value Index MSCI USA Growth Index MSCI Europe Index MSCI Europe Value Index MSCI Europe Growth Index MSCI Europe Small Cap Index MSCI Switzerland Index MSCI Japan Index MSCI Pacific Index (USD) Dal Dal Dal Dal 31.05.14 31.05.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF 1.4% 1.6% 5.8% 6.8% 1.5% 1.7% 6.5% 7.2% 2.0% 2.2% 8.0% 8.7% 1.0% 1.2% 5.1% 5.8% 0.2% 0.5% 6.6% 7.1% 0.6% 0.9% 7.7% 8.4% -0.1% 0.1% 5.5% 5.8% -1.7% -1.4% 5.0% 5.6% 0.0% 0.0% 8.9% 8.9% 5.3% 5.1% -2.3% 1.2% 2.8% 2.9% -0.3% 3.5% Indici misti (Total Return) Pictet BVG 25 Pictet BVG 40 Pictet BVG 60 Dal Dal Dal Dal 31.05.14 31.05.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF 0.3% 0.3% 4.7% 4.7% 0.5% 0.5% 5.4% 5.4% 0.8% 0.8% 6.2% 6.2% Tassi d'interesse USD 3 month Libor USD 10 year Euro 3 month Libor Germany 10 year CHF 3 month Libor CHF 10 year JPY 3 mouth Libor JPY 10 year 31.12.13 24.06.14 0.25 0.23 3.01 2.59 0.27 0.18 1.94 1.32 0.02 0.01 1.09 0.70 0.15 0.13 0.74 0.58 Variazione (punti di %) -0.01 -0.42 -0.09 -0.62 -0.01 -0.39 -0.02 -0.15 31.12.13 24.06.14 1.23 1.22 0.89 0.90 0.85 0.88 1.38 1.36 105.11 102.15 Variazione (%) -0.7% 0.7% 3.6% -1.3% -2.8% Corsi di cambio CHF per EUR CHF per USD CHF per 100 JPY USD per EUR JPY per USD 22 Politica d´investimento – luglio/agosto 2014 Altri indicie azionari (Total Return) S&P100 (large caps) S&P400 (mid caps) S&P500 S&P600 (small caps) Dow Jones Industrial Nasdaq (Price Index) Dal Dal Dal Dal 31.05.14 31.05.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF 1.1% 1.3% 5.5% 6.2% 2.7% 2.8% 5.8% 6.5% 1.5% 1.7% 6.5% 7.3% 3.1% 3.2% 1.5% 2.2% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.7% 0.8% 2.6% 3.3% 2.5% 2.7% 4.2% 4.9% Dow Jones Stoxx Dow Jones Euro Stoxx 50 0.5% 1.4% 0.3% 1.2% 7.3% 7.9% 6.6% 7.1% Dax 301) FTSE-100 CAC 40 MIB 30 IBEX 35 ATX Nikkei 225 (Price Index) -0.1% -0.6% 0.3% 0.1% 2.8% 0.2% 5.1% -0.3% 0.7% 0.1% -0.2% 2.6% -0.1% 4.8% 4.0% 2.5% 7.8% 14.1% 12.0% 0.0% -5.6% 3.3% 5.8% 7.1% 13.3% 11.2% -0.7% -2.2% SMI (Price Index) SPI1) SLI1) SMIC1) VSCI2) 0.0% 0.1% 0.2% 0.0% 1.4% 0.0% 0.1% 0.2% 0.0% 1.4% 5.7% 9.3% 8.0% 5.7% 10.0% 5.7% 9.3% 8.0% 5.7% 10.0% 1) Dividend adjusted, reinvested 2) Vontobel Swiss Small Cap Index Il presente opuscolo ha scopo puramente informativo e non costituisce né un’offerta né un invito alla presentazione di un’offerta, né una raccomandazione di acquisto o di vendita di prodotti finanziari; inoltre, esso non esonera il destinatario dalla valutazione in base al proprio giudizio. L’opuscolo non rappresenta né un annuncio di quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell’art. 652a o dell’art. 1156 CO. A causa delle restrizioni legali in singoli Paesi, tali informazioni non sono rivolte alle persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un Paese in cui l’autorizzazione dei prodotti descritti nel presente opuscolo è soggetta a limitazioni. L’opuscolo non ha lo scopo di offrire all’investitore una consulenza in materia d’investimento e non deve essere inteso quale supporto per le decisioni d’investimento. Gli investimenti nei prodotti descritti nel presente documento possono essere effettuati soltanto dopo aver verificato, eventualmente con l’ausilio di un consulente, le informazioni in particolare riguardo alla compatibilità con i propri rapporti e alle conseguenze giuridiche, normative e fiscali e/o dopo aver analizzato gli attuali prospetti di vendita. Gli acquisti e le vendite devono essere effettuati soltanto sulla base degli attuali prospetti di vendita o regolamenti e di un eventuale rapporto di gestione (o di un rapporto semestrale nel caso sia più attuale). Inoltre, solo chi è al corrente dei rischi del prodotto che sta per acquistare e ha i mezzi economici per sostenere le eventuali perdite, può effettuare una simile operazione. L’opuscolo «Rischi particolari nel commercio con valori mobiliari» fornisce informazioni standar-dizzate sui rischi di prodotti finanziari. Tutti i documenti citati possono essere richiesti a Raiffeisen Svizzera, Raiffeisenplatz, 9001 San Gallo. I corsi dei prodotti menzionati nel presente opuscolo possono subire rialzi o ribassi. La performance positiva conseguita nel passato da singoli prodotti non costituisce una garanzia per un’evoluzione positiva nel futuro. Il presente opuscolo non può essere copiato o pubblicato né integralmente né parzialmente senza previa autorizzazione scritta di Raiffeisen. 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