Politica d'investimento – giugno 2014
Francia – nessun vento a favore
nessun vento contrario
«La Grande Nation»
grazie alle riforme
(finalmente) sulla via
della ripresa?
Politica monetaria di
segno diverso in
Europa e negli
Stati Uniti
I rischi politici nei
paesi emergenti
diminuiscono
ulteriormente
Contenuti
 6
Commento sul mercato
Francia – nessun vento a favore
nessun vento contrario
 8
Economia dei paesi industrializzati
Politica monetaria di segno diverso in Europa
e negli Stati Uniti
10
Economia dei paesi emergenti
I rischi politici nei paesi emergenti
diminuiscono ulteriormente
12
Tema speciale
«La Grande Nation» grazie alle riforme (finalmente)
sulla via della ripresa?
16
Valute e obbligazioni
17
Azioni e materie prime
18
Previsioni
19
Strutture di portafoglio
21
Dati di mercato
Colophon
Editore:
Redazione:
Foto di copertina:
Pubblicazione:
Ordinazioni:
Fine della redazione:
2 Politica d´investimento – giugno 2014
Raiffeisen Svizzera società cooperativa, Raiffeisenplatz, CH-9001 San Gallo
Investment Services Raiffeisen Svizzera, Banca Vontobel
Thinkstock
mensile (doppio numero a luglio/agosto)
direttamente presso il vostro consulente alla clientela
martedi, 27 maggio 2014
Visione macro
– –
–
USA
Giappone
ME**
CH
Consenso = Consensus Inc., Londres
inferiore
– –
–
superiore
+
++
UME*
USA
Giappone
ME**
CH
Consenso = Consensus Inc., Londres
inferiore
– –
–
superiore
+
++
UME*
USA
Giappone
CH
Consenso = Consensus Inc., London
consenso
Tassi delle banche centrali (a tre mesi)
La Banca centrale europea (BCE) ha preparato i mercati in modo
intensivo a un allentamento politico-monetario a giugno. Secondo Bloomberg, 25 dei 38 osservatori del mercato interrogati prevedono che la BCE diminuirà i tassi. Anche noi siamo di questa
opinione e prevediamo inoltre che le altre grandi banche centrali non modificheranno i tassi.
UME*
superiore
+
++
consenso
Inflazione nel 2014
Le nostre previsioni sull'inflazione rimangono ampiamente
invariate. A causa del tasso d'inflazione sorprendentemente
basso per marzo e aprile nonché della forte sterlina abbiamo
ridotto le nostre previsioni sull'inflazione per la Gran Bretagna.
Qualora la nostra previsione si realizzasse, la Bank of England
raggiungerebbe per la prima volta dal 2005 il suo obiettivo
d'inflazione target del 2 per cento.
inferiore
consenso
Crescita economica 2014
A causa della crescita deludente nel primo trimestre abbiamo
ridotto le previsioni di crescita per gli Stati Uniti. Per contro abbiamo aumentato notevolmente le previsioni di crescita per la
Gran Bretagna. Non solo perché la crescita economica britannica nel primo trimestre è stata sorprendentemente forte, ma
anche perché i dati economici mensili sono stati più che convincenti.
consenso
La maggioranza degli osservatori del mercato
prevede una riduzione dei tassi della BCE
Rendimenti dei titoli di stato a dieci anni (su tre mesi)
Nei prossimi tre mesi ci aspettiamo un aumento dei rendimenti
tra i 10 e i 30 punti base. Prevediamo il maggiore aumento in
Germania e negli Stati Uniti, il minore in Giappone. Il programma estremamente aggressivo di acquisto di obbligazioni della
Banca centrale giapponese dovrebbe limitare l'aumento dei
rendimenti dei titoli di stato giapponesi.
inferiore
– –
–
superiore
+
++
D
USA
Giappone
CH
Consenso = Consensus Inc., Londres
* Unione monetaria europea
** Mercati emergenti
Politica d´investimento – giugno 2014 3
Strategia d'investimento
Contesto favorevole per
investimenti sensibili al
rischio
Situazione di partenza
L'attuale situazione di rischio sui mercati è contrassegnata
da bande di oscillazioni insolitamente ristrette. Il motivo
principale è nella politica monetaria molto espansiva delle
banche centrali, che per il momento, secondo le recenti
allusioni della Banca centrale europea, viene portata avanti
fino a nuovo ordine. In combinazione con una più forte
crescita economica, questo andamento ci rende ottimisti
per quanto riguarda le categorie d'investimento più
rischiose come le azioni, sia a breve che a medio termine.
Attualmente né l'umore degli investitori è estremamente
ottimistico né i mercati finanziari sono fortemente ipercomprati. Anche dai paesi emergenti rileviamo segnali più
positivi. Sfruttiamo questa opportunità per aumentare
ulteriormente il rischio nei nostri portafogli.
Sottoponderato Neutrale Sovraponderato
molto leggermente
leggermente molto
Liquidità
Obbligazioni
Azioni
1
2
3
4
5
6
Abbiamo ridotto nuovamente la nostra posizione nelle liquidità a causa del maggiore impegno nelle azioni. Manteniamo tuttavia una
leggera «sovraponderazione» della consistenza
cash.
2. Quanto alle obbligazioni, manteniamo la
nostra «sottoponderazione». Continuiamo a
preferire le obbligazioni ad alto rendimento e
quelle dei paesi emergenti.
3. Nella categoria d'investimento Azioni abbiamo una posizione di «sovraponderazione».
Abbiamo rafforzato il nostro impegno sia nei
paesi industrializzati che nei paesi emergenti.
Oro
Materie
prime
4. Manteniamo sempre la nostra « sottoponderazione» nella posizione in oro.
5. Manteniamo una «sottoponderazione» nelle
materie prime.
Strategie
alternative
6. La nostra leggera «sottoponderazione» nelle
strategie alternative resta invariata.
Variazioni rispetto al mese precedente: invariato, aumentato, ridotto.
4 Politica d´investimento – giugno 2014
Strategia d'investimento
Valute
La nostra «sovraponderazione» del dollaro statunitense nei
portafogli in franchi svizzeri ed euro riflette una delle nostre
maggiori convinzioni. Gli Stati Uniti continuano a registrare la
crescita economica più dinamica, il che a nostro avviso dovrebbe sostenere il dollaro. A nostro parere, la Banca nazionale
svizzera continuerà a mantenere nel 2014 il limite minimo di
CHF 1.20 rispetto all'euro.
Obbligazioni
Nel nostro scenario principale di una ripresa economica sincronizzata a livello globale prevediamo, anche per i prossimi mesi,
tassi in leggero aumento. Riteniamo pertanto poco attraenti
i titoli di stato dei paesi industrializzati. Le obbligazioni ad alto
rendimento dovrebbero beneficiare invece di una economia
statunitense più forte. Anche per le obbligazioni dei paesi
emergenti ci aspettiamo un'ulteriore ripresa della categoria
d'investimento e una continuazione del momentum favorevole.
Azioni
Il mese scorso abbiamo aumentato la nostra quota azionaria.
In particolare nei confronti delle azioni dei paesi emergenti
abbiamo un atteggiamento più positivo rispetto al primo trimestre di quest'anno. Come contropartita, dopo circa due
anni abbiamo chiuso la nostra posizione azionaria nel settore
«US Housing». Le nostre maggiori convinzioni restano le banche
statunitensi, le imprese tecnologiche statunitensi e i gestori
patrimoniali svizzeri. Tra le nostre regioni preferite figurano
l'Eurozona e, in misura minore, il Giappone. Per la quota rimanente raccomandiamo un incremento delle azioni nazionali.
Oro
La nostra «sottoponderazione» dell'oro resta invariata. A lungo
termine la ripresa economica globale è favorevole a un calo
dei prezzi.
Materie prime
Apprezziamo le caratteristiche di diversificazione della categoria d'investimento materie prime. Tuttavia riteniamo che il
potenziale di rendimento, in ragione dell'elevata crescita della
produzione in vari settori delle materie prime, sia limitato.
Strategie alternative
In attesa di un aumento dei tassi, riteniamo che le strategie
alternative liquide siano un'alternativa interessante ai titoli di
stato. A nostro avviso, con il fondo «Absolute Return» si
dovrebbe ottenere un'outperformance rispetto alla liquidità.
Negativo
Neutrale
Positivo
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
Sottoponderato
Neutrale
Sovraponderato
EUR per CHF
EUR per USD
USD per CHF
Titoli di stato
Paesi industrializzati
Paesi emergenti (esterni)
Paesi emergenti (locali)
Obbligazioni societarie
Investment Grade
High Yield
* In valute estere
** In valute locali
Paesi industrializzati
Paesi emergenti
Oro
Metalli industriali
Energia
Materie prime agricole
strategie alternative
Politica d´investimento – giugno 2014 5
Commento sul mercato
Francia – nessun vento a favore
nessun vento contrario
francese sarebbe un fattore decisivo per un miglioramento delle previsioni a lungo termine per l'Eurozona.
In primo luogo gli aspetti positivi: la crisi finanziaria non ha
fatto deragliare la Francia. In effetti, dal punto di vista economico il paese ha risentito meno della Germania e il prodotto
interno lordo francese (PIL) è sceso nel 2009 solo del 2.9 per
cento, mentre il PIL tedesco ha registrato un calo del 5.1 per
cento. Inoltre, nel corso della crisi nell'Eurozona i francesi non
si sono mai trovati in difficoltà finanziarie (vedi grafico 1). La
Image: Shutterstock
Il «Train à Grande Vitesse», uno dei migliori treni ad
alta velocità del mondo e quintessenza dell'arte ingegneristica francese, è deragliato leggermente. A causa
della debole economia e delle resistenze ai cambiamenti, la seconda economia dell'Eurozona da tempo
si posiziona dietro la Germania come forza trainante
dell'Eurozona. Ci potrebbe essere tuttavia la luce
alla fine del tunnel. Le riforme previste dal Presidente
François Hollande sono un inizio, a patto che siano
attuate correttamente. Una ripresa dell'economia
La ex locomotiva economica Francia ha ampiamente perso la sua dinamica (nella foto: due treni TGV a Gare de Lyon, Parigi).
6 Politica d´investimento – giugno 2014
Francia non ha subito il destino degli stati «periferici», quali
Irlanda, Grecia, Italia, Spagna o Portogallo, che per prevenire
una possibile insolvenza, hanno avuto bisogno di un programma di salvataggio della cosiddetta Troika – composta dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca centrale europea
(BCE) e dalla Commissione europea – o dell'aiuto della BCE
per i loro mercati dei titoli di stato.
Tuttavia, la Francia risente di una stagnazione economica e il
debito pubblico si avvicina al livello del 100 per cento del prodotto interno lordo. Il paese deve lottare per raggiungere
entro il 2015 l'obiettivo di una riduzione del deficit di bilancio
al 3 per cento del prodotto interno lordo. La bilancia commerciale è ancora negativa, il tasso di disoccupazione aumenta e nell'industria vengono tagliati posti di lavoro. La notevole
e persistente debolezza rispetto alla Germania dal 2010 si
manifesta in un crescente distacco per quanto riguarda la
competitività – un processo che è iniziato all'inizio degli anni
2000 (vedere grafico 2). Inoltre, il popolo francese ha perso la
fiducia nella tradizionale «Classe Politique», il che è stato evidenziato dal forte risultato del partito di destra «Front National» in occasione delle elezioni europee.
A differenza della Spagna o anche dell'Italia, la Francia non fa
alcun serio tentativo per migliorare la sua competitività, ridurre l'eccessivo peso del settore pubblico o aumentare il potenziale di crescita a lungo termine. Inoltre, il governo socialista
ha annacquato o revocato le uniche riforme significative che
il precedente governo conservatore aveva fatto. Infatti, tra
l'altro dall'agenda delle riforme sono stati annullati la non
rioccupazione di un posto di lavoro – in caso di due posti che
si liberano – nel servizio pubblico e l'aumento dell'età pensionabile. Di conseguenza, il continuo aumento della pressione
finanziaria e la persistente incapacità di contenere la spesa
pubblica logorano le forze vitali e frenano la crescita. E tutto
ciò in un momento in cui nei paesi della «periferia» europea si
riscontra una ripresa dell'economia. Sta di fatto, che la Francia (oltre alla Danimarca) in Europa ha la maggiore spesa pubblica in rapporto al prodotto interno lordo, ossia il 56 per
cento rispetto al 44 per cento in Germania e al 32 per cento
in Svizzera. Naturalmente, lo stato francese ha contribuito in
modo determinante al successo storico di imprese, quali Airbus e Ariane nel settore aereo e astronautico, del programma
nucleare e della rete dell'alta velocità. Tuttavia questi giorni
gloriosi sembrano essere finiti. Invece di stimolare l'innovazione, il governo punta soprattutto a contenere gli effetti dei
cambiamenti industriali sull'economia del paese.
Grafico 1: A
umento dei rendimenti in Italia e in
Spagna, ma non dei titoli di stato francesi
Rendimento in percentuale dei titoli di stato decennali
8
7
6
5
4
3
2
1
2007
2008
2009
2010
Francia
Spagna
Germania
Italia
2011
2012
2013
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 2: I costi unitari del lavoro in Francia e
in Germania aumentano ancora
Costi unitari del lavoro indicizzati (T1 2000 = 100)
140
130
120
110
100
90
00
02
04
06
08
10
12
14
Costi unitari del lavoro in Francia
Costi unitari del lavoro in Germania
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
be essere di poco aiuto. Diversamente dalla Spagna, che si
trova in ripresa dopo le incisive e dolorose riforme, i «sacrifici»
che ha dovuto fare il popolo francese non hanno portato finora alcun risultato concreto e ciò getta discredito su tutta la
classe politica. Il «patto di responsabilità» è un passo senz'altro
positivo, ma il suo successo dipenderà dal fatto che sia o meno
attuabile. Il «patto di responsabilità» potrebbe frenare le spese
Di recente, François Hollande in un'inversione di 180 gradi ha
presentato un ambizioso «patto di responsabilità», con il quale
i costi delle imprese dovrebbero essere ridotti e allo stesso tempo la spesa pubblica dovrebbe essere diminuita di 50 miliardi
di euro. Almeno a livello retorico, ciò è un grande cambiamento e quindi deve essere valutato positivamente. Tuttavia,
i dettagli devono ancora essere elaborati e le rispettive proposte incontreranno le resistenze nel proprio Partito socialista. Il fatto che molti membri del partito del Presidente
francese abbiano scarse probabilità di essere rieletti, dovrebPolitica d´investimento – giugno 2014 7
Economia dei paesi industrializzati
Politica monetaria di segno diverso in
Europa e negli Stati Uniti
In Europa aumentano i segnali che la Banca centrale
europea durante la sua riunione del 5 giugno annuncerà una riduzione dei tassi. Negli Stati Uniti, invece,
la tendenza è l'opposta. Qui prevediamo sempre che
la Banca centrale statunitense Fed aumenterà i tassi
nel primo semestre 2015.
crescita del primo trimestre, ciò dovrebbe indurre il Presidente
della BCE, Mario Draghi, a ridurre i tassi a giugno praticamente
allo 0 per cento. Si discutono anche altre misure per aumentare la liquidità.
Le politiche monetarie delle due principali banche centrali del
mondo evidenziano un andamento sempre più differente.
Mentre la Banca centrale europea (BCE) prepara attualmente
i mercati a una riduzione dei tassi a giugno, la Banca centrale
americana continua a diminuire i suoi acquisti di obbligazioni.
Poiché sulla base della comunicazione della Fed si può prevedere che gli acquisti di obbligazioni saranno sospesi in autunno, ci si chiede ora quando la Fed aumenterà per la prima
volta i tassi di riferimento. A causa della progressiva ripresa
congiunturale e della normalizzazione dell'inflazione prevediamo ancora che questo primo aumento dei tassi avverrà nel
primo semestre 2015.
Boom nel settore statunitense del petrolio e del gas
Rispetto all'intera produzione statunitense, il settore dell'energia rappresenta solo una piccolissima parte. Tuttavia anche se
l'economia petrolifera e del gas è responsabile solo per
l'1.9 per cento della creazione di valore dell'economia globale, i tassi di crescita di questo settore sono notevoli. Infatti, dal
2006 la produzione di gas naturale è aumentata di ben il 37
per cento e dal 2009 la produzione di petrolio è aumentata
addirittura del 50 per cento (vedere grafico 2).
Questo boom dovrebbe continuare nei prossimi anni. Il Ministero dell'energia statunitense prevede che entro il 2019 la produzione di petrolio aumenterà a 9.6 milioni di barili al giorno
e quindi raggiungerà di nuovo il valore massimo del 1971.
Secondo questa previsione, entro il 2040 la produzione di gas
La coraggiosa BCE diventerà probabilmente più
espansiva
Con lo 0.2 per cento rispetto al trimestre precedente, nell'Eurozona la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel primo trimestre è stata deludente. Ciò è da attribuire in parte alle temperature elevate che hanno determinato un calo del consumo
energetico. Ne ha risentito soprattutto l'economia olandese.
Hanno deluso però anche i tassi di crescita del PIL per l'Italia
(-0.1 per cento) e per la Francia (0 per cento). In Spagna (+0.4
per cento), invece, l'accelerazione della crescita è proseguita e
anche l'economia tedesca (+ 0.8 per cento) ha registrato un
forte andamento. La moderata dinamica nell'Eurozona si rifletteva anche nell'industria, dove la produzione a marzo è scesa,
annullando quindi di nuovo l'aumento di febbraio. È da considerarsi positivo il fatto che gli ordinativi in aprile abbiano nuovamente registrato una ripresa dopo tre mesi di stagnazione.
L'umore nell'industria è peggiorato di nuovo a maggio, mentre è migliorato nel settore dei servizi, maggiormente orientato
all'economia interna. Complessivamente il barometro dell'umore è peggiorato leggermente in tutti i settori. La fiducia dei
consumatori, invece, è aumentata ulteriormente e segnala di
nuovo chiaramente un consumo privato in forte espansione
(vedi grafico 1).Come previsto, l'inflazione in aprile è aumentata, sia l'inflazione complessiva sia l'inflazione di base. Tuttavia, con lo 0.7 per cento l'inflazione rimane nettamente inferiore all'obiettivo previsto dalla Banca centrale europea (BCE) di
quasi il 2 per cento. In combinazione con i deludenti dati di
Stati Uniti ed Europa con differenti tassi di crescita e di inflazione.
8 Politica d´investimento – giugno 2014
naturale dovrebbe aumentare continuamente del 50 per cento circa. Oltre all'effetto diretto dell'aumento della produzione di energia sulla congiuntura statunitense, non deve essere
trascurata neppure la sua influenza sulle partite correnti. Infatti, nel 2011 le importazioni di greggio hanno rappresentato quasi il 3 per cento del PIL. Nel frattempo, le importazioni
di greggio sono state ridotte al 2 per cento circa del PIL. Nello
stesso periodo, anche il deficit delle partite correnti è diminuito da quasi il 3 per cento al 2 per cento circa del PIL.
USA: umore delle imprese in ripresa
Negli Stati Uniti, praticamente tutti i sondaggi tra le imprese
mostrano un quadro ottimistico. Infatti, per esempio l'indice
dei responsabili degli acquisti per l'industria manifatturiera è
aumentato continuamente da gennaio. Le piccole e medie
imprese, importanti per l'occupazione, hanno addirittura fornito le risposte più ottimistiche dal 2007. Se si realizzano
questi scenari positivi, i consumatori ne beneficeranno non
solo per un costante aumento dell'occupazione, ma anche
per il fatto che a differenza del 2013 quest'anno non sono
minacciati da alcun aumento dell'imposta dell'assicurazione
sociale. Pertanto, il consumo privato, che dal quarto trimestre
2013 è notevolmente aumentato, ha potuto mantenere ancora la sua velocità di crescita.
Prevediamo che nei prossimi trimestri la crescita economica
accelererà al 3 per cento circa. Dopo la crescita economica
estremamente debole praticamente dello zero per cento nel
primo trimestre, a causa della necessità di recupero per il
secondo trimestre prevediamo addirittura una crescita di oltre
il 4 per cento. Sulla base della crescita economica estremamente debole nel primo trimestre abbiamo tuttavia rivisto al
ribasso la nostra previsione per l'intero 2014, ovvero dal 2.8
al 2.6 per cento.
Grafico 1: L
a crescita economica nell'Eurozona ha
un andamento ancora moderato
Crescita del PIL reale rispetto al trimestre precedente in percentuale
2.0
1.5
1.0
0.5
0.0
-0.5
-1.0
-1.5
2009
2010
Eurozona
2012
2013
Germania
Francia
Italia
Spagna
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 2: P
rosegue il boom dell'energia negli Stati
Uniti, dovuto al «fracking»
In miliardi di piedi cubi
in milioni di barili al giorno
2200
8.0
2100
7.5
2000
7.0
1900
6.5
1800
6.0
1700
5.5
1600
5.0
1500
4.5
02
Si delinea un aumento dell'inflazione statunitense
Normalmente, un aumento della crescita economica comporta una maggiore inflazione. Per contro, i rendimenti dei titoli
di stato decennali, scesi dall'inizio dell'anno dal 3 al 2.5 per
cento, fanno pensare che gli operatori di mercato non prevedono alcun aumento dell'inflazione. A nostro parere è presente tuttavia una serie di fattori che segnala un aumento
dell'inflazione verso il 2 per cento. Da novembre 2012 la crescita dei salari orari sta accelerando a causa del calo del tasso
di disoccupazione. La crescita dei salari reagisce quindi con
un ritardo di sei trimestri alla differenza tra il tasso di disoccupazione naturale e quello effettivo (vedi grafico 3). Il tasso di
disoccupazione naturale è il tasso di disoccupazione che non
determina un'accelerazione dell'inflazione (NAIRU in inglese).
Il grafico 3 mostra che è prevedibile un ulteriore aumento
della crescita dei salari.
Sulla base della dinamica economia statunitense e della normalizzazione dell'inflazione prevediamo che nel primo semestre
2015 la Banca centrale statunitense effettuerà un primo aumento dei tassi. Con questa previsione ci discostiamo notevolmente dal consenso. Dei 71 operatori di mercato interrogati da Bloomberg solo 22 prevedono un aumento dei tassi
entro giugno 2015. 2011
04
06
08
10
12
14
Gas naturale (scala di sinistra; smoothed)
Greggio (scala di destra; smoothed)
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Grafico 3: C
alo della disoccupazione e aumento
dei salari negli Stati Uniti
in percentuale rispetto all'anno precedente
In percentuale
-2
4.5
-1
4.0
0
3.5
1
3.0
2
2.5
3
2.0
4
1.5
5
90
1.0
92
94
96
98
00
02
04
06
08
10
12
14
NAIRU gap (tasso di disoccupazione meno NAIRU;
scala invertita, anticipo di sei trimestri)
Salari orari (scala di destra)
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – giugno 2014 9
Image: Shutterstock
Economia dei paesi emergenti
Attualmente il Brasile fa parte delle economie fragili tra i paesi emergenti (nella foto: il campione di calcio brasiliano Neymar durante una partita contro l'Uruguay).
I rischi politici nei paesi emergenti continuano
a diminuire
Nei paesi emergenti diversi fattori indicano miglioramenti fondamentali. Anche i rischi politici sembrano
leggermente in calo, il che ha determinato una volatilità molto minore delle valute dei paesi emergenti. Pertanto rimaniamo positivi anche riguardo alle obbligazioni dei paesi emergenti in valuta locale.
A maggio i rischi politici nei paesi emergenti sono complessivamente leggermente diminuiti, il che ha contribuito a un ulteriore calo della volatilità sui mercati delle divise (vedere grafico 1). Infatti, le elezioni indiane hanno portato a un governo
stabile guidato dal Primo ministro Narendra Modi. Inoltre la
Russia ha annunciato di riconoscere il risultato delle elezioni
in Ucraina e ha ritirato le truppe dalla zona di confine con
l'Ucraina. In Tailandia, invece, la situazione è peggiorata a
causa dei disordini politici e dopo un colpo di stato i militari
mantengono il potere. Nel corso di quest'anno sono in programma tuttavia ancora una serie di elezioni in paesi, quali
Brasile (ottobre), Indonesia (giugno) e Turchia (giugno), che
potrebbero mettere alla prova la fiducia degli investitori.
10 Politica d´investimento – giugno 2014
Nel complesso, nei prossimi mesi i dati fondamentali dovrebbero essere ancora favorevoli ai paesi emergenti. La liquidità
sui mercati finanziari globali dovrebbe rimanere ancora molto
elevata, i rendimenti reali nei paesi emergenti sono molto più
alti rispetto agli ultimi anni, i costi di opportunità sotto forma
di rendimenti nei paesi industrializzati e negli stati della cosiddetta periferia europea sono scesi sensibilmente e i deficit
delle partite correnti nei paesi emergenti diminuiscono leggermente. La prospettiva congiunturale, invece, è disomogenea,
poiché alcuni paesi registrano un'accelerazione della congiuntura, altri invece un rallentamento.
Divergenze di crescita nei paesi emergenti
Fondamentalmente esiste nei paesi emergenti attualmente
una certa divergenza. Nei paesi con solidi dati fondamentali
(Corea del Sud, Malesia, Messico, ecc.), ossia con eccedenze
delle partite correnti o con deficit solo modesti, la congiuntura è in ripresa. Ciò si riflette tra l'altro nel nostro indicatore
di momentum dell'economia. Le solide economie possono
registrare qui valori superiori al 50 per cento (vedere grafico
La vittoria elettorale di Modi ha stimolato le categorie
d'investimento dell'India
Sui mercati indiani, la vittoria elettorale del partito National
Democratic Alliance (NDA) con il candidato principale Narendra Modi era stata ampiamente prevista, per cui le diverse
categorie d'investimento avevano registrato un sensibile aumento già prima delle elezioni. Il fatto che la NDA con il 62
per cento dei seggi in parlamento possa formare il governo
più stabile dal 1984, è stato comunque sorprendente. Sono
quindi aumentate le possibilità che l'ambizioso programma di
riforme (riforme economiche, diminuzione della burocrazia,
lotta alla corruzione e consolidamento del bilancio statale)
possa anche essere attuato come previsto dalla NDA. Tuttavia, la NDA dispone solo della maggioranza semplice in senato e quindi l'attuazione non dovrebbe essere un'impresa facile.
Siamo comunque fiduciosi che almeno ampie parti delle riforme programmate possano anche essere attuate e determinino a lungo termine una maggiore crescita potenziale. Nel
contesto del programmato consolidamento fiscale prevediamo però almeno quest'anno un leggero calo dei tassi di
crescita del 5.2 per cento, rispetto al 5.4 per cento dell'anno
scorso. In percentuale
18
17
16
15
14
13
12
11
10
9
8
Gen 13
Apr 13
Lug 13
Ott 13
Gen 14
Apr 14
«Calda» fase elettorale nei paesi emergenti
Volatilità implicita delle valute
Annessione della Crimea
Fonte: Datastream, Bloomberg, Vontobel Asset Management
Grafico 2: R
ipresa della crescita nei cosiddetti paesi
emergenti stabili
Miglioramento del tasso percentuale degli indicatori
100
90
Accelerazione
Il conflitto russo-ucraino sta leggermente placandosi
In Ucraina, con il 55 per cento dei voti le elezioni presidenziali
sono state vinte al primo turno dal magnate dei media, Petro
Poroshenko, che è diventato il nuovo Presidente. Con il 13
per cento dei voti, Yulia Tymoshenko è rimasta notevolmente
indietro. La Russia aveva già lasciato intendere prima delle
elezioni che avrebbe riconosciuto il relativo risultato elettorale. Ciò è stato accolto positivamente dai mercati finanziari. Sia
il mercato azionario russo sia quello ucraino sono notevolmente aumentati a maggio. Inoltre la Russia ha iniziato il ritiro
delle truppe dalla zona di confine con l'Ucraina. Questi segnali positivi indicano che si può evitare un'escalation drammatica della situazione nell'Ucraina orientale, anche se al momento le battaglie tra i separatisti e l'esercito ucraino stanno
ancora continuando.
Grafico 1: La
volatilità delle valute dei paesi
emergenti è notevolmente diminuita
80
70
60
50
40
Rallentamento
2). Ciò significa che la maggior parte degli indicatori economici analizzati mostra un miglioramento. I paesi con maggiori
deficit delle partite correnti (Brasile, Turchia, Sudafrica, India e
Indonesia), che spesso vengono definiti economie fragili,
mostrano un valore dell'indicatore inferiore al 50 per cento.
In questo caso, i dati congiunturali più deboli hanno tuttavia
un effetto molto positivo. Una minore crescita dei consumi
determina infatti una minore crescita delle importazioni. Ciò,
a sua volta, è favorevole a un calo dei deficit delle partite correnti, a patto che tutti gli altri fattori d'influsso del commercio
estero rimangano costanti. Pertanto, l'indebolimento congiunturale ha un effetto di autocorrezione, che potrebbe
rivelarsi vantaggioso se la liquidità sui mercati finanziari internazionali dovesse diminuire veramente. Fino ad allora infatti
il fabbisogno di rifinanziamento di questi paesi, che si misura
anche in base al livello del deficit delle partite correnti,
dovrebbe essere diminuito.
30
20
10
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Le cinque economie «fragili» sono:
Brasile, Turchia, Sudafrica, India e Indonesia
Paesi emergenti «solidi» (senza la Russia)
Fonte: Datastream, Bloomberg, Vontobel Asset Management
Grafico 3: I l calo dei rendimenti negli Stati Uniti
supporta le valute dei paesi emergenti
Indicizzato (1° gen. 2013 = 100)
In percentuale
130
128
126
3.5
Svalutazione delle valute dei paesi emergenti
rispetto al dollaro statunitense
3.3
3.1
124
2.9
122
2.7
120
2.5
118
2.3
116
2.1
114
1.9
112
1.7
110
Gen 13 Mar 13 Mag 13 Lug 13
Set 13
1.5
Nov 13 Gen 14 Mar 14 Mag 14
Valute dei paesi emergenti per USD (scala di sinistra)
Rendimento dei titoli di stato decennali statunitensi (scala di destra)
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – giugno 2014 11
Tema speciale
Rispetto alla Spagna e all'Italia, durante la crisi finanziaria e del debito la Francia è stata meno colpita dalle perdite di produzione e dall'aumento della
disoccupazione (nella foto: Le Mont-Saint-Michel, Francia).
12 Politica d´investimento – giugno 2014
«La Grande Nation» grazie alle riforme
(finalmente) sulla via della ripresa?
Image: Shutterstock
Nei confronti del vero paese modello dell'Eurozona,
la Germania, l'economia francese ha registrato un
risultato molto peggiore. Per quanto riguarda l'andamento congiunturale, la disoccupazione e i supplementi d'interesse, la Francia ha ottenuto tuttavia un
risultato molto migliore dei paesi della cosiddetta
periferia. Tuttavia alcuni paesi periferici registrano
nell'economia estera e negli indicatori della fiducia a
breve termine una prestazione più positiva rispetto a
quella francese. A causa degli insuccessi nella politica
economica, la popolarità del Presidente François
Hollande è drasticamente peggiorata. Ciò ha indotto
il 24° Presidente della Repubblica francese a un programma di riforme che mira a stimolare sia l'occupazione che la crescita.
Politica d´investimento – giugno 2014 13
Tema speciale
Durante la crisi finanziaria e del debito si dubitava in parte che
la Francia facesse veramente parte del nucleo stabile dell'Eurozona. Oggi i fatti sono chiari:
per quanto riguarda l'andamento del prodotto interno lordo,
la produzione industriale o la disoccupazione, durante gli anni
della crisi «La Grande Nation» è rimasta dietro alla Germania,
ma ha ottenuto risultati migliori rispetto ai cosiddetti paesi della
periferia più colpiti, che hanno dovuto richiedere un programma di aiuti. Anche rispetto alla Spagna e all'Italia, la Francia è
stata colpita meno duramente dalle perdite di produzione e
dall'aumento della disoccupazione (vedere grafico 1 e 2).
Spagna, soprattutto nell'andamento delle esportazioni e dei
costi unitari del lavoro. Quanto al saldo delle partite correnti,
l'anno scorso sia la Spagna sia l'Italia hanno ottenuto un'eccedenza, mentre la Francia mostra da molti anni un deficit dell'1 o
del 2 per cento del PIL. Negli ultimi cinque anni, le partite correnti della Spagna sono migliorate di circa 10 punti percentuali del PIL. Questo non da ultimo a causa di un'impressionante
riduzione dei costi unitari del lavoro di ben il 15 per cento dal
2007 a oggi.
Anche sul mercato dei capitali la Francia non è stata esposta a
una grande pressione. I supplementi d'interesse rispetto alla
Germania sono rimasti contenuti perfino al punto massimo
della crisi dell'euro, tra il 2011 e il 2012. Ciò mentre la Spagna e l'Italia hanno dovuto praticamente subire premi di rischio
insostenibilmente elevati.
Per quanto riguarda gli altri indicatori economici, la Francia ha
registrato invece risultati meno positivi. Infatti, nel 2013 con il
4.3 per cento del prodotto interno lordo (PIL) il deficit statale
era superiore a quello dell'Italia (3 per cento). Inoltre, con il
94 per cento del PIL l'indebitamento pubblico è allo stesso
livello di quello della Spagna. In riferimento all'economia estera, dopo il 2007 la Francia è stata addirittura superata dalla
Il risultato del sondaggio mette sotto pressione il
governo
Di recente la Francia è rimasta indietro, soprattutto per quanto
riguarda gli indicatori a breve termine dell'umore nell'economia, (vedi grafico 3). Ciò si è ripercosso anche sui dati di popolarità in forte calo del Presidente francese François Hollande.
Il suo tasso di consenso è sceso nel frattempo sotto il 20 per
cento – il livello più basso di un Presidente in carica dalla proclamazione della Quinta Repubblica. Assieme al tasso di disoccupazione di nuovo in aumento dall'inizio del 2014, ciò ha determinato alla fine di marzo di quest'anno una dura sconfitta
dei socialisti al governo, in occasione delle elezioni comunali. In
questo contesto, Hollande si è visto costretto a un rimpasto di
governo e a una politica economica più favorevole alle riforme.
Il nuovo Primo ministro Manuel Valls ha una forte personalità e
gode di notevole popolarità, sebbene sostenga una posizione
molto più liberale di Hollande. In considerazione dei suoi pessimi risultati del sondaggio, anche François Hollande si sta tuttavia allontanando da tempo dalla sua piattaforma elettorale
fortemente socialista. Infatti, già all'inizio del 2013 aveva introdotto agevolazioni fiscali per le nuove assunzioni e la possibilità
di lavoro a orario ridotto durante una recessione. Nel suo discorso di capodanno 2014 aveva inoltre annunciato un «Patto
di responsabilità e di solidarietà», nel cui ambito i contributi sociali – in particolare per lavoratori a salario basso – dovrebbero
essere ridotti con l'obiettivo di aumentare l'occupazione.
Grafico 1: Il
prodotto interno lordo francese supera il
livello precedente alla crisi
Grafico 2: L
a disoccupazione in Europa ha un andamento molto differente a seconda del paese
PIL reale indicizzato (1° gen 2007 = 100)
Tasso di disoccupazione in percentuale
110
30
Sul mercato dei
capitali la Francia non
è stata esposta a una
grande pressione.
25
105
20
100
15
95
10
5
90
2007
Eurozona
2008
2009
2010
2011
2012
Germania
Francia
Italia
Spagna
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
14 Politica d´investimento – giugno 2014
2013
2007
Eurozona
2008
2009
2010
2011
2012
Germania
Francia
Italia
Spagna
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
2013
Anche l'elevato onere fiscale del lavoro in Francia è infatti una
causa importante del tasso di disoccupazione ostinatamente
elevato. Un dettaglio interessante per inciso: durante lo stesso
discorso, Hollande si è definito per la prima volta socialdemocratico e non socialista.
I piani di riforma del
Primo ministro
Manuel Valls sono
piuttosto vaghi.
Poco dopo la sua nomina, il Primo ministro Manuel Valls ha
presentato un notevole programma di risparmio per compensare i minori introiti, dovuti al calo dei contributi sociali, e per
rispettare le prescrizioni per la riduzione del deficit da parte
dell'UE. In questo ambito, il nuovo governo non indietreggia
neppure davanti ai tagli nel settore sanitario e sociale. Allo
stesso tempo Valls ha annunciato piani di riforma per rafforzare la competitività, che tuttavia sono stati piuttosto vaghi. Se
gli annunciati programmi di riforma, fiscali e di risparmio
dovessero essere realizzati, ciò dovrebbe provocare un miglioramento dei dati dell'occupazione e, allo stesso tempo, determinare un aumento dei margini delle imprese, riportando
l'economia su un sentiero di crescita.
Il nuovo orientamento della Francia rafforza l'intera
Eurozona
È ancora troppo presto per puntare in modo specifico già ora
sul mercato azionario francese sulla base dei piani di riforma.
Il nuovo orientamento della politica economica francese migliora tuttavia non solo le prospettive di crescita per il paese
Grafico 3: I l clima congiunturale in Francia rimane
sempre moderato
con la seconda produzione nell'Unione monetaria europea
(dopo la Germania), ma anche la coesione interna in tutta
l'Eurozona. A nostro parere, questo dovrebbe dare ulteriore
slancio ai mercati azionari nell'Eurozona, che noi nella nostra
politica d'investimento «sovraponderiamo». Contemporaneamente il nuovo rafforzamento economico della Francia riduce
il rischio di flessioni sui mercati azionari, che risulterebbero da
un nuovo aumento delle tensioni politiche ed economiche
all'interno dell'Unione monetaria europea.
Anche il fatto che la competitività della Germania da quasi due
anni – a differenza dei dieci anni precedenti – non sia più ulteriormente migliorata, contribuisce alla diminuzione delle tensioni economiche nell'Eurozona. Infatti, dall'autunno 2012 i
costi unitari del lavoro in Germania registrano un aumento
maggiore rispetto a quelli in Francia, Italia e Spagna. Questo è
da attribuire soprattutto agli accordi salariali più elevati in Germania (vedere grafico 4). Abbiamo un quadro analogo per
quanto riguarda l'andamento dell'inflazione che in Germania
da un anno è superiore a quella dei cosiddetti paesi periferici
(Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
In considerazione della dinamica più forte dell'economia tedesca, questo quadro non è sorprendente. La Banca centrale
europea deve orientare la sua politica monetaria in base all'andamento dell'intera Eurozona. Ne consegue che l'effettiva politica monetaria è troppo espansiva per la Germania. La maggiore dinamica economica e dei prezzi in Germania dovrebbe
quindi continuare e probabilmente addirittura rafforzarsi. La
connessa perdita di competitività tedesca dovrebbe ulteriormente ridurre le tensioni all'interno dell'Eurozona e rafforzare
la stabilità dell'Unione monetaria. A nostro parere, a ciò contribuisce anche il miglioramento del quadro istituzionale –
soprattutto il patto fiscale e l'Unione bancaria recentemente
approvata. La nostra previsione per l'andamento economico
e i mercati azionari nell'Eurozona rimane quindi ottimistica. Grafico 4: La concorrenzialità dell'economia tedesca diminuisce ulteriormente
Indice del clima economico (media = 100)
Costi unitari del lavoro indicizzati (T3 2012 = 100)
120
108
110
106
104
100
102
90
100
80
98
70
96
2007
Eurozona
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2012
2013
Germania
Francia
Germania
Francia
Italia
Spagna
Italia
Spagna
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
2014
Fonte: Datastream, OECD, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – giugno 2014 15
Valute
Obbligazioni
La BCE riesce
veramente a indebolire
l'euro?
Titoli di stato dei paesi
industrializzati sempre
poco interessanti
Per contrastare l'inflazione troppo bassa nell'Eurozona,
a giugno la BCE dovrebbe diminuire il tasso di riferimento. Ciò non dovrebbe comunque essere sufficiente
per indebolire sensibilmente l'euro. Pertanto, per gli
investitori in dollari è opportuno aspettare gli aumenti
dei tassi negli Stati Uniti, che dovrebbero rafforzare il
biglietto verde rispetto all'euro e al franco.
I rendimenti dei titoli di stato decennali della Germania
e degli Stati Uniti sono diminuiti di 50 punti base
dall'inizio del 2014. Prevediamo che i rendimenti
nell'arco di un anno aumenteranno di nuovo di circa
50 punti base. Manteniamo la nostra forte «sottoponderazione» dei titoli di stato e preferiamo i titoli a
reddito fisso dei paesi emergenti (in valuta locale) e le
obbligazioni ad alto rendimento e le obbligazioni convertibili.
Da aprile Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea (BCE), alimenta la speranza di un prossimo allentamento
della politica monetaria. Anche noi prevediamo una riduzione
dei tassi, ma dubitiamo che una tale misura determini un netto
indebolimento dell'euro rispetto al dollaro. A nostro parere,
per ottenere questo risultato sarebbero necessarie misure espansive a lungo termine, come le misure di allentamento quantitativo. Continuiamo quindi a prevedere che l'euro scenderà
in modo duraturo sotto il livello di USD 1.30 solo quando i
mercati dei tassi inizieranno a scontare il ciclo di aumento dei
tassi statunitensi che noi prevediamo nel 2015. Ciò potrebbe
ancora farsi attendere fino alla fine dell'anno.
Per la corona norvegese e la sterlina britannica rimaniamo positivi. Entrambe le valute dovrebbero beneficiare dal miglioramento dei dati congiunturali per i prossimi mesi. Nonostante
i positivi dati fondamentali ci aspettiamo un leggero indebolimento del franco rispetto all'euro e al dollaro statunitense,
poiché l'inflazione in Svizzera è sempre bassa e per il momento il limite minimo di CHF 1.20 rispetto all'euro dovrebbero
rimanere ancora inalterato. Nell'anno in corso, il rendimento dei titoli di stato decennali
statunitensi è sceso dal 3 al 2.5 per cento, una diminuzione
che riteniamo ingiustificata. Tra luglio 2012 e marzo 2014,
l'inflazione di base è continuamente scesa dal 2.3 all'1.6 per
cento, ma nel frattempo si delinea un'inversione di tendenza.
Anche la previsione di un aumento dei tassi di riferimento farà
alzare il rendimento dei titoli di stato (vedere anche «Economia dei paesi industrializzati», da pagina 8). Il rendimento dei
titoli di stato decennali tedeschi è sceso dalla fine del 2013
dall'1.9 all'1.4 per cento e si trova quindi di pochissimo sopra
l'inflazione. Il calo del tasso di disoccupazione ha già determinato una crescita dei salari del 3 per cento circa. Ne risente la
competitività tedesca rispetto alla periferia, il che però contribuisce a ridurre gli squilibri all'interno dell'Eurozona (vedere
anche «Tema speciale», da pagina 12). Ciò dovrebbe far sì
che i rendimenti estremamente bassi in Germania aumentino
fino a un livello «normale». Riteniamo quindi non interessanti
anche le obbligazioni tedesche. Grafico: Andamento valutario
dall'inizio del 2014
Grafico: Calo dei rendimenti non duraturo
dall'inizio dell'anno
In percentuale rispetto al dollaro statunitense
In percentuale
Corona svedese
–3.1
–2.2
Dollaro canadese
–0.9
Euro
–0.5
In percentuale
3.2
2.0
3.1
1.9
3.0
1.8
2.9
1.7
2.8
1.6
2.7
1.5
2.6
1.4
Franco svizzero
1.7
Sterlina britannica
1.8
Corona norvegese
3.1
3.4
Yen giapponese
Dollaro australiano
3.9 Dollaro neozelandese
2.5
1.3
Gen 14
Feb 14
Mar 14
Apr 14
Mag 14
Rendimenti dei titoli di stato decennali statunitensi (scala di sinistra)
Rendimenti dei titoli di stato decennali tedeschi (scala di destra)
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
16 Politica d´investimento – giugno 2014
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Azioni
Materie prime
Francia: Una riforma
non fa ancora una
primavera borsistica
Cosa influisce contemporaneamente sui prezzi
del mais, della soia e dello
zucchero
I primi punti principali del pacchetto di riforme annunciato dal governo francese indicano una direzione
favorevole all'economia. Da una prospettiva di valutazione, come sempre non si riscontrano però grandi
differenze tra la borsa francese e gli altri mercati
dell'Unione monetaria europea (sulla base dell'indice
MSCI EMU). Pertanto da un punto di vista degli investitori continua a non esistere un'urgente necessità d'intervento.
Sebbene la maggior parte delle imprese francesi abbia gestito
gli anni della crisi dal 2008 leggermente meglio rispetto ai
paesi periferici, non ha potuto tenere il passo con l'andamento delle imprese tedesche. Di conseguenza, le azioni delle imprese i cui corsi sono nettamente superiori alle quotazioni del
2007 si trovano soprattutto in Germania. Il mercato azionario
francese, invece, ha avuto un andamento abbastanza simile a
quello dell'indice MSCI EMU. Ciò vale anche per la valutazione
che negli ultimi anni era quasi uguale a quella dell'indice
MSCI EMU (vedere grafico).
Con le riforme annunciate vengono migliorate le condizioni
quadro economiche. Tuttavia è ancora troppo presto per ricavare da ciò una raccomandazione di acquisto per la maggior
parte delle azioni francesi. Ciononostante aumenta quindi la
probabilità che la valutazione del mercato azionario francese
si possa distaccare positivamente dall'indice MSCI EMU. I prezzi delle materie prime agricole vengono influenzati dalla domanda e dall'offerta. L'offerta dipende
tra l'altro dalle condizioni climatiche. Ma anche la produzione di altre materie prime dipende dall'andamento delle condizioni climatiche. Per esempio, per il continente americano e l'Asia ogni anno si pone la questione riguardante il fenomeno «El Niño». Questo insolito riscaldamento dell'acqua marina nel Pacifico tropicale, che non si ripete periodicamente, influenza le
condizioni climatiche in diverse regioni.
Secondo le previsioni del Climate Prediction Center statunitense, la probabilità di un'insorgenza del fenomeno El Niño
entro l'estate 2014 sale oltre il 65 per cento. In questo ambito, El Niño in Sudamerica occidentale dovrebbe portare in misura maggiore tempo umido, mentre per l'Asia sudorientale si
prevede un tempo asciutto. In uno studio, la grande banca
francese Société Générale ha analizzato gli effetti di El Niño
su diversi prezzi delle materie prime. Così violenti piogge in
Cile possono pregiudicare la produzione di rame, mentre il
tempo asciutto in Asia sudorientale ha un effetto negativo sul
raccolto dello zucchero. In entrambi i casi ciò può provocare
aumenti dei prezzi. Per contro, secondo lo studio, El Niño non
ha alcun effetto negativo sul clima nell'America del Nord.
Anche per questo motivo per quest'anno si prevede un raccolto normale per mais e soia negli Stati Uniti, il che dovrebbe
far scendere i rispettivi prezzi. Grafico: Francia e indice MSCI EMU:
valutazione simile
Grafico: El Niño praticamente non influenza
il prezzo della soia e del mais
Rapporto prezzo / valore contabile dei mercati azionari
Variazione dei prezzi in percentuale
4.0
2.0
3.5
1.0
3.0
0.0
2.5
-1.0
2.0
-2.0
1.5
1.0
-3.0
0.5
-4.0
0.0
1980
1985
1990
Indice MSCI EMU
1995
2000
Germania
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
2005
2010
Francia
Numero di mesi dopo l'insorgenza di «El Niño»
-5.0
1
2
Soia
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Mais
Font: Société Générale, Vontobel Asset Management
Politica d´investimento – giugno 2014 17
Previsioni
Previsioni sulla congiuntura e
sui mercati finanziari 2012–2015
Per quanto riguarda i temi prodotto interno lordo (PIL), inflazione/aspettative inflazionistiche, tassi delle banche centrali, titoli di
stato decennali, tassi di cambio e materie prime, la seguente lista mostra i valori effettivi, i tassi di cambio e i prezzi per gli anni
2012 e 2013 nonché le previsioni per gli anni 2014 e 2015.
2012
2013
Tasso
attuale
Previsione
2014
Mese
precedente
Previsione
2015
Mese
precedente
PIL Crescita media annua (in %)
Eurolandia
Stati Uniti
Giappone
Gran Bretagna
Svizzera
-0.6
2.8
1.4
0.3
1.1
-0.4
1.9
1.6
1.7
2.0
0.9
2.3
2.7
3.1
1.9
1.1
2.6
1.4
3.1
2.2
1.2
2.8
1.4
2.6
2.2
1.4
3.0
1.6
2.8
2.4
1.4
3.0
1.6
2.6
2.4
Inflazione Valore medio anno (in %)
Eurolandia
Stati Uniti
Giappone
Gran Bretagna
Svizzera
2.5
2.1
-0.5
2.8
-0.7
1.4
1.5
0.1
2.6
-0.2
0.7
2.0
2.8
1.6
0.0
0.9
1.8
2.4
1.9
0.0
0.9
1.8
2.4
2.1
0.3
1.4
2.1
1.6
2.3
0.8
1.4
2.1
1.6
2.3
1.0
2012
2013
Tasso
attuale
0.75
0.25
0.10
0.50
0.01
3.00
0.25
0.25
0.10
0.50
0.02
2.50
0.25
0.25
0.10
0.50
0.01
2.50
0.00
0.25
0.10
0.50
0.13
2.50
0.25
0.25
0.10
0.50
0.13
2.50
0.00
0.50
0.10
0.50
0.13
3.00
0.25
0.50
0.10
0.50
0.13
3.00
Tassi del mercato dei capitali
Rendimento dei titoli di stato a dieci anni (a fine anno) (Rendimento in %)
EUR (Germania)
1.3
1.9
EUR (GIIPS)
5.3
4.5
USD
1.8
3.0
JPY
0.8
0.7
GBP
1.8
3.0
CHF
0.5
1.1
AUD
3.3
4.3
1.3
3.4
2.5
0.6
2.6
0.8
3.7
1.6
3.6
2.8
0.7
2.8
1.0
4.2
1.8
3.6
2.8
0.7
2.8
1.1
4.2
1.8
3.8
3.0
0.9
2.9
1.3
4.6
2.0
3.8
3.0
0.9
2.9
1.4
4.6
Tassi di cambio A fine anno
CHF per EUR
CHF per USD
CHF per 100 JPY
CHF per GBP
CHF per AUD
USD per EUR
JPY per USD
USD per AUD
1.21
0.92
1.06
1.49
0.95
1.32
86
1.04
1.23
0.89
0.85
1.47
0.80
1.38
105
0.89
1.22
0.89
0.88
1.50
0.83
1.37
101
0.93
1.25
0.93
0.89
1.56
0.82
1.34
105
0.88
1.25
0.93
0.85
1.51
0.82
1.34
110
0.88
1.23
0.99
0.92
1.58
0.84
1.24
108
0.85
1.23
0.99
0.92
1.54
0.84
1.24
108
0.85
Materie prime A fine anno
Greggio (WTI, USD/barile)
Oro (USD/Uncia)
Rame (USD/tonnellata metrica)
110
1662
7907
111
1208
7376
111
1299
6983
107
1260
6700
107
1300
6500
105
1260
6700
105
1300
6700
Tassi delle banche centrali A fine anno (in %)
EUR
USD
JPY
GBP
CHF
AUD
18 Politica d´investimento – giugno 2014
Previsione a
Mese
Previsione a
Mese
3 mesi
precedente
12 mesi
precedente
Strutture di portafoglio CHF
Strutture di portafoglio CHF
La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in CHF, suddivisa per obiettivo d'investimento.
Sicurezza
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
3.5
70.5
9.5
83.5
Europa ex CH
1 (a)
1
2
Nordamerica Giappone
5
4.5
-3.5
6
-
Europa ex CH
1
3 (c)
4
Nordamerica Giappone
4.9
1.7
3.7 (d)
2.5
-1.7
-2.5
8.6
-
Mercati
emergenti
6.5 (b)
6.5
High Yield
6
-6
-
Altro
2 (c)
2
Totale
9.5
90.5
100
BM
5
95
100
Min.
80
-
Max.
25
100
15
-
High Yield
6
Altro
2 (b)
1 (f)
3
Totale
7.3
55.5
26.7
10.5
100
BM
5
60
20
15
100
Min.
45
5
-
Max.
40
75
35
30
-
a) liquidità in EUR 1%
b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5%
c) obbligazioni statali de la norvegia 2%
Reddito
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
1.4
39.3
11.5
10.5 (g)
10.2
72.9
Mercati
emergenti
6.5 (a)
5 (e)
11.5
-6
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 4% & materie prime coperti in CHF 4%
a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 2% | d) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5%
e) di cui MSCI China 1.5% | f) Future Resources 1% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 2% & materie prime coperti
in CHF 3%
Equilibrio
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
1.5
21.0
21.5
10.5 (g)
9.3
63.8
Europa ex CH
1
4.8 (c)
5.8
Nordamerica Giappone
4.7
9.2 (d)
3.3
-3.3
13.9
-
Mercati
emergenti
6.5 (a)
6.0 (e)
12.5
High Yield
6
-6
-
Altro
2 (b)
2 (f)
4
Totale
7.2
35.5
46.8
10.5
100
BM
5
40
40
15
100
Min.
25
25
-
Max.
40
55
55
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 5%
a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 3% | d) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5%
e) di cui MSCI China 2% | f) Future Resources 2% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in
CHF 4%
Crescita
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
1.1
1.0
31.5
10.5 (g)
10.1
54.2
Europa ex CH
1
7 (c)
8
Nordamerica Giappone
4.7
14.6 (d)
4.1
-4.1
19.3
-
Mercati
emergenti
6.5 (a)
7 (e)
13.5
High Yield
6
-6
-
Altro
2 (b)
3 (f)
5
Totale
6.8
15.5
67.2
10.5
100
BM
5
20
60
15
100
Min.
5
45
-
Max.
40
35
75
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 3%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 6%
a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 4% | d) di cui US-Banks 2% & US-IT 2%
e) di cui MSCI China 2.5% | f) Future Resources 3% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 3%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in
CHF 5%
Azioni
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Svizzera
0.1
39.6
6 (f)
2
47.7
Europa ex CH
9.3 (b)
9.3
Nordamerica Giappone
20.1 (c)
4.9
2.9
-4.9
23.0
-
Mercati
emergenti
8 (d)
8
High Yield
-
Altro
1 (a)
4 (e)
7 (f)
12
Totale
1.1
85.9
13
100
BM
5
80
15
100
Min.
65
-
Max.
35
15
95
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 8%
a) corona norvegese 1% | b) di cui Euro Stoxx 50 4% | c) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | d) di cui MSCI China 3%
e) Future Resources 4% | f) immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 6%
Politica d´investimento – giugno 2014 19
Strutture di portafoglio EUR
Strutture di portafoglio EUR
La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in EUR, suddivisa per obiettivo d'investimento.
Sicurezza
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro (UEM)
4.5
70.5
11.4
86.4
Europa ex EMU
2 (a)
2
Nordamerica Giappone
5
5.5
-5.4
5.1
-
Europa ex EMU
2 (a)
2
Nordamerica Giappone
3.9
3
4 (c)
2.6
-3
-2.6
7.9
-
Mercati
emergenti
6.5 (b)
6.5
High Yield
6
-6
-
Altro
-
Totale
9.5
90.5
100
BM
5
95
100
Min.
80
-
Max.
25
100
15
-
High Yield
6
-6
-
Altro
1 (e)
4 (g)
5
Totale
7.4
55.5
26.6
10.5
100
BM
5
60
20
15
100
Min.
45
5
-
Max.
40
75
35
30
-
a) obbligazioni statali de la norvegia 2%
b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5%
Reddito
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro (UEM)
3.5
38
14
6.5 (f)
11.6
73.6
Mercati
emergenti
6.5 (b)
5 (d)
11.5
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 4% & materie prime coperti in EUR 4%
a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% | d) di cui MSCI China 1.5%e) Future Resources 1%
f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 2% & materie prime coperti in EUR 3% | g) immobili internazionali 4%
Equilibrio
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro (UEM)
3.5
20.5
23.5
6.5 (f)
10
64
Europa ex EMU
2 (a)
1.7
3.7
Nordamerica Giappone
3.7
0.5
10.1 (c)
3.5
-0.5
-3.5
13.8
-
Mercati
emergenti
6.5 (b)
6 (d)
12.5
High Yield
6
-6
-
Altro
2 (e)
4 (g)
6
Totale
7.2
35.5
46.8
10.5
100
BM
5
40
40
15
100
Min.
25
25
-
Max.
40
55
55
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 5%
a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% | d) di cui MSCI China 2%
e) Future Resources 2% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 4% | g) immobili internazionali 4%
Crescita
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro (UEM)
3.5
0.5
33.5
7.5 (f)
10.8
55.8
Europa ex EMU
2 (a)
3
5
Nordamerica Giappone
3.5
0.5
16.2 (c)
4.3
-0.5
-4.3
19.7
-
Mercati
emergenti
6.5 (b)
7 (d)
13.5
High Yield
6
-6
-
Altro
3 (e)
3 (g)
6
Totale
7.0
15.5
67.0
10.5
100
BM
5
20
60
15
100
Min.
5
45
-
Max.
40
35
75
30
-
Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 3%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 6%
a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% | d) di cui MSCI China 2.5%
e) Future Resources 3% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 5% | g) immobili internazionali 3%
Azioni
Mercato monetario
Obbligazioni
Azioni
Investimenti alternativi
Copert. rischio di cambio
Totale
Zona Euro (UEM)
0.1
41.5
6 (e)
5.2
52.8
Europa ex EMU
0.5 (a)
4.9
5.4
Nordamerica Giappone
0.5
22.3 (b)
5.2
-5.2
22.8
-
Mercati
emergenti
8 (c)
8
High Yield
-
Altro
4 (d)
7 (f)
11
Totale
1.1
85.9
13
100
BM
5
80
15
100
Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in EUR 8%
a) corona norvegese 0.5% | b) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | c) di cui MSCI China 3% | d) Future Resources 4%
e) materie prime coperti in EUR 6%f) immobili internazionali 7%
20 Politica d´investimento – giugno 2014
Min.
65
-
Max.
35
15
95
30
-
Dati di mercato
Dati di mercato
Le seguenti liste mostrano l'andamento dei prezzi e dei corsi (sia in valuta locale sia in franchi svizzeri) di una selezione di
mercati obbligazionari, indici azionari, indici misti, tassi d'interesse e tassi di cambio per i periodi degli ultimi tre e dodici mesi.
Mercati obbligazionari (Total Return)
Dal
Dal
Dal
Dal
30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
JPM Global Bond Index (USD)
0.5%
1.7%
3.3%
4.5%
JPM EMU Agg. Bond Index (EUR)
0.4%
0.4%
5.5%
5.1%
JPM US Gov. Bond Index
0.8%
2.3%
3.1%
3.6%
JPM Japan Gov. Bond Index
0.2%
2.0%
1.2%
5.0%
JPM GBI-EM Global Diversified Index
1.5%
4.2%
4.2%
6.0%
Swiss Bond Index AAA-BBB
Swiss Bond Index Domestic AAA-BBB
Swiss Bond Index Foreign AAA-BBB
0.4%
0.4%
0.5%
0.4%
0.4%
0.5%
3.1%
3.5%
2.5%
3.1%
3.5%
2.5%
Indici azionari MSCI (Total Return)
MSCI World Index (USD)
MSCI USA Index
MSCI USA Value Index
MSCI USA Growth Index
MSCI Europe Index
MSCI Europe Value Index
MSCI Europe Growth Index
MSCI Europe Small Cap Index
MSCI Switzerland Index
MSCI Japan Index
MSCI Pacific Index (USD)
Dal
Dal
Dal
Dal
30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
1.6%
2.9%
3.5%
4.4%
1.1%
2.7%
3.6%
4.2%
0.4%
1.9%
4.7%
5.2%
2.0%
3.5%
2.6%
3.2%
2.1%
2.6%
6.0%
6.5%
1.9%
2.5%
7.0%
7.7%
2.3%
2.6%
5.1%
5.3%
0.7%
1.3%
5.2%
5.8%
3.0%
3.0%
9.2%
9.2%
3.0%
4.9%
-7.8%
-4.4%
2.5%
4.2%
-3.4%
-0.1%
Indici misti (Total Return)
Pictet BVG 25
Pictet BVG 40
Pictet BVG 60
Dal
Dal
Dal
Dal
30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
1.1%
1.1%
4.1%
4.1%
1.5%
1.5%
4.5%
4.5%
2.1%
2.1%
5.0%
5.0%
Tassi d'interesse
USD 3 month Libor
USD 10 year
Euro 3 month Libor
Germany 10 year
CHF 3 month Libor
CHF 10 year
JPY 3 mouth Libor
JPY 10 year
31.12.13 26.05.14
0.25
0.23
3.01
2.53
0.27
0.29
1.94
1.37
0.02
0.01
1.09
0.78
0.15
0.14
0.74
0.59
Variazione
(punti di %)
-0.02
-0.47
0.03
-0.57
-0.01
-0.31
-0.01
-0.14
31.12.13 26.05.14
1.23
1.22
0.89
0.89
0.85
0.88
1.38
1.37
105.11
101.88
Variazione
(%)
-0.4%
0.5%
3.7%
-0.9%
-3.1%
Corsi di cambio
CHF per EUR
CHF per USD
CHF per 100 JPY
USD per EUR
JPY per USD
Altri indicie azionari (Total Return)
S&P100 (large caps)
S&P400 (mid caps)
S&P500
S&P600 (small caps)
Dow Jones Industrial
Nasdaq (Price Index)
Dal
Dal
Dal
Dal
30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13
locale
CHF
locale
CHF
0.9%
2.4%
3.0%
3.6%
1.1%
2.7%
2.5%
3.0%
1.1%
2.7%
3.7%
4.2%
-0.3%
1.3%
-2.0%
-1.5%
0.0%
0.0%
0.0%
0.0%
0.5%
2.0%
1.2%
1.7%
1.7%
3.3%
0.2%
0.8%
Dow Jones Stoxx
Dow Jones Euro Stoxx 50
2.4%
2.5%
2.4%
2.5%
6.5%
6.1%
6.1%
5.7%
Dax 301)
FTSE-100
CAC 40
MIB 30
IBEX 35
ATX
Nikkei 225 (Price Index)
3.0%
0.9%
2.3%
-1.3%
2.2%
-1.4%
2.1%
3.0%
2.3%
2.3%
-1.3%
2.2%
-1.4%
4.0%
3.6%
2.7%
7.4%
13.3%
7.8%
-1.6%
-10.4%
3.2%
5.1%
7.0%
12.9%
7.4%
-2.0%
-7.0%
SMI (Price Index)
SPI1)
SLI1)
SMIC1)
VSCI2)
2.8%
2.9%
2.5%
2.8%
-0.2%
2.8%
2.9%
2.5%
2.8%
-0.2%
6.2%
9.4%
8.1%
6.2%
7.9%
6.2%
9.4%
8.1%
6.2%
7.9%
1)
Dividend adjusted, reinvested
2)
Vontobel Swiss Small Cap Index
Politica d´investimento – giugno 2014 21
Per mettere in forma il vostro denaro.
Consulenza agli investimenti Raiffeisen
Sfruttate al meglio il vostro denaro: grazie alla nostra consulenza
agli investimenti competente, equa e personale. Vi mostreremo
come investire in modo ideale il vostro patrimonio e come metterlo
«in forma». Fissate un appuntamento con uno dei nostri consulenti
Denaro in forma. Ora, presso la vostra Banca Raiffeisen.
www.raiffeisen.ch/denaroinforma
Con noi per nuovi orizzonti
007414_Panorama_221x276_Fitgeld.indd 3
04.02.14 12:34
Il presente opuscolo ha scopo puramente informativo e non costituisce né un’offerta né un invito alla presentazione di un’offerta, né una raccomandazione di acquisto
o di vendita di prodotti finanziari; inoltre, esso non esonera il destinatario dalla valutazione in base al proprio giudizio. L’opuscolo non rappresenta né un annuncio di
quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell’art. 652a o dell’art. 1156 CO. A causa delle restrizioni legali in singoli Paesi, tali informazioni non sono rivolte alle
persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un Paese in cui l’autorizzazione dei prodotti descritti nel presente opuscolo è soggetta a limitazioni. L’opuscolo
non ha lo scopo di offrire all’investitore una consulenza in materia d’investimento e non deve essere inteso quale supporto per le decisioni d’investimento. Gli investimenti nei prodotti descritti nel presente documento possono essere effettuati soltanto dopo aver verificato, eventualmente con l’ausilio di un consulente, le informazioni in particolare riguardo alla compatibilità con i propri rapporti e alle conseguenze giuridiche, normative e fiscali e/o dopo aver analizzato gli attuali prospetti di
vendita. Gli acquisti e le vendite devono essere effettuati soltanto sulla base degli attuali prospetti di vendita o regolamenti e di un eventuale rapporto di gestione
(o di un rapporto semestrale nel caso sia più attuale). Inoltre, solo chi è al corrente dei rischi del prodotto che sta per acquistare e ha i mezzi economici per sostenere le
eventuali perdite, può effettuare una simile operazione. L’opuscolo «Rischi particolari nel commercio con valori mobiliari» fornisce informazioni standar-dizzate sui
rischi di prodotti finanziari. Tutti i documenti citati possono essere richiesti a Raiffeisen Svizzera, Raiffeisenplatz, 9001 San Gallo.
I corsi dei prodotti menzionati nel presente opuscolo possono subire rialzi o ribassi. La performance positiva conseguita nel passato da singoli prodotti non costituisce
una garanzia per un’evoluzione positiva nel futuro. Il presente opuscolo non può essere copiato o pubblicato né integralmente né parzialmente senza previa autorizzazione scritta di Raiffeisen. L’opuscolo è stato allestito in collaborazione da Vontobel e Raiffeisen e non è il risultato di un’analisi finan-ziaria. Le «Direttive sulla
garanzia dell’indipendenza delle analisi finanziarie» dell’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) non trovano pertanto applicazione in questo opuscolo. Le opinioni
espresse nel presente documento sono quelle di Raiffeisen o Vontobel Asset Management SA al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi
momento senza preavviso. Sebbene sia Vontobel che Raiffeisen ritengano che i dati qui presentati provengano da fonti affidabili, esse non si assumono alcuna responsabilità relativamente a qualità, correttezza, attualità o completezza delle informazioni contenute nel presente opuscolo. Vontobel e Raiffeisen non si assumono
alcuna responsabilità per eventuali perdite o danni (diretti, indiretti e consecutivi), causati dalla distribuzione del presente opuscolo o dal suo contenuto oppure legati
alla distribuzione di tale opuscolo. In particolare, esse non si assumono alcuna responsabilità per le perdite derivanti dai rischi intrinseci ai mercati finanziari.
Scarica

Politica d`investimento – giugno 2014 Francia – nessun