Politica d'investimento – giugno 2014 Francia – nessun vento a favore nessun vento contrario «La Grande Nation» grazie alle riforme (finalmente) sulla via della ripresa? Politica monetaria di segno diverso in Europa e negli Stati Uniti I rischi politici nei paesi emergenti diminuiscono ulteriormente Contenuti 6 Commento sul mercato Francia – nessun vento a favore nessun vento contrario 8 Economia dei paesi industrializzati Politica monetaria di segno diverso in Europa e negli Stati Uniti 10 Economia dei paesi emergenti I rischi politici nei paesi emergenti diminuiscono ulteriormente 12 Tema speciale «La Grande Nation» grazie alle riforme (finalmente) sulla via della ripresa? 16 Valute e obbligazioni 17 Azioni e materie prime 18 Previsioni 19 Strutture di portafoglio 21 Dati di mercato Colophon Editore: Redazione: Foto di copertina: Pubblicazione: Ordinazioni: Fine della redazione: 2 Politica d´investimento – giugno 2014 Raiffeisen Svizzera società cooperativa, Raiffeisenplatz, CH-9001 San Gallo Investment Services Raiffeisen Svizzera, Banca Vontobel Thinkstock mensile (doppio numero a luglio/agosto) direttamente presso il vostro consulente alla clientela martedi, 27 maggio 2014 Visione macro – – – USA Giappone ME** CH Consenso = Consensus Inc., Londres inferiore – – – superiore + ++ UME* USA Giappone ME** CH Consenso = Consensus Inc., Londres inferiore – – – superiore + ++ UME* USA Giappone CH Consenso = Consensus Inc., London consenso Tassi delle banche centrali (a tre mesi) La Banca centrale europea (BCE) ha preparato i mercati in modo intensivo a un allentamento politico-monetario a giugno. Secondo Bloomberg, 25 dei 38 osservatori del mercato interrogati prevedono che la BCE diminuirà i tassi. Anche noi siamo di questa opinione e prevediamo inoltre che le altre grandi banche centrali non modificheranno i tassi. UME* superiore + ++ consenso Inflazione nel 2014 Le nostre previsioni sull'inflazione rimangono ampiamente invariate. A causa del tasso d'inflazione sorprendentemente basso per marzo e aprile nonché della forte sterlina abbiamo ridotto le nostre previsioni sull'inflazione per la Gran Bretagna. Qualora la nostra previsione si realizzasse, la Bank of England raggiungerebbe per la prima volta dal 2005 il suo obiettivo d'inflazione target del 2 per cento. inferiore consenso Crescita economica 2014 A causa della crescita deludente nel primo trimestre abbiamo ridotto le previsioni di crescita per gli Stati Uniti. Per contro abbiamo aumentato notevolmente le previsioni di crescita per la Gran Bretagna. Non solo perché la crescita economica britannica nel primo trimestre è stata sorprendentemente forte, ma anche perché i dati economici mensili sono stati più che convincenti. consenso La maggioranza degli osservatori del mercato prevede una riduzione dei tassi della BCE Rendimenti dei titoli di stato a dieci anni (su tre mesi) Nei prossimi tre mesi ci aspettiamo un aumento dei rendimenti tra i 10 e i 30 punti base. Prevediamo il maggiore aumento in Germania e negli Stati Uniti, il minore in Giappone. Il programma estremamente aggressivo di acquisto di obbligazioni della Banca centrale giapponese dovrebbe limitare l'aumento dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi. inferiore – – – superiore + ++ D USA Giappone CH Consenso = Consensus Inc., Londres * Unione monetaria europea ** Mercati emergenti Politica d´investimento – giugno 2014 3 Strategia d'investimento Contesto favorevole per investimenti sensibili al rischio Situazione di partenza L'attuale situazione di rischio sui mercati è contrassegnata da bande di oscillazioni insolitamente ristrette. Il motivo principale è nella politica monetaria molto espansiva delle banche centrali, che per il momento, secondo le recenti allusioni della Banca centrale europea, viene portata avanti fino a nuovo ordine. In combinazione con una più forte crescita economica, questo andamento ci rende ottimisti per quanto riguarda le categorie d'investimento più rischiose come le azioni, sia a breve che a medio termine. Attualmente né l'umore degli investitori è estremamente ottimistico né i mercati finanziari sono fortemente ipercomprati. Anche dai paesi emergenti rileviamo segnali più positivi. Sfruttiamo questa opportunità per aumentare ulteriormente il rischio nei nostri portafogli. Sottoponderato Neutrale Sovraponderato molto leggermente leggermente molto Liquidità Obbligazioni Azioni 1 2 3 4 5 6 Abbiamo ridotto nuovamente la nostra posizione nelle liquidità a causa del maggiore impegno nelle azioni. Manteniamo tuttavia una leggera «sovraponderazione» della consistenza cash. 2. Quanto alle obbligazioni, manteniamo la nostra «sottoponderazione». Continuiamo a preferire le obbligazioni ad alto rendimento e quelle dei paesi emergenti. 3. Nella categoria d'investimento Azioni abbiamo una posizione di «sovraponderazione». Abbiamo rafforzato il nostro impegno sia nei paesi industrializzati che nei paesi emergenti. Oro Materie prime 4. Manteniamo sempre la nostra « sottoponderazione» nella posizione in oro. 5. Manteniamo una «sottoponderazione» nelle materie prime. Strategie alternative 6. La nostra leggera «sottoponderazione» nelle strategie alternative resta invariata. Variazioni rispetto al mese precedente: invariato, aumentato, ridotto. 4 Politica d´investimento – giugno 2014 Strategia d'investimento Valute La nostra «sovraponderazione» del dollaro statunitense nei portafogli in franchi svizzeri ed euro riflette una delle nostre maggiori convinzioni. Gli Stati Uniti continuano a registrare la crescita economica più dinamica, il che a nostro avviso dovrebbe sostenere il dollaro. A nostro parere, la Banca nazionale svizzera continuerà a mantenere nel 2014 il limite minimo di CHF 1.20 rispetto all'euro. Obbligazioni Nel nostro scenario principale di una ripresa economica sincronizzata a livello globale prevediamo, anche per i prossimi mesi, tassi in leggero aumento. Riteniamo pertanto poco attraenti i titoli di stato dei paesi industrializzati. Le obbligazioni ad alto rendimento dovrebbero beneficiare invece di una economia statunitense più forte. Anche per le obbligazioni dei paesi emergenti ci aspettiamo un'ulteriore ripresa della categoria d'investimento e una continuazione del momentum favorevole. Azioni Il mese scorso abbiamo aumentato la nostra quota azionaria. In particolare nei confronti delle azioni dei paesi emergenti abbiamo un atteggiamento più positivo rispetto al primo trimestre di quest'anno. Come contropartita, dopo circa due anni abbiamo chiuso la nostra posizione azionaria nel settore «US Housing». Le nostre maggiori convinzioni restano le banche statunitensi, le imprese tecnologiche statunitensi e i gestori patrimoniali svizzeri. Tra le nostre regioni preferite figurano l'Eurozona e, in misura minore, il Giappone. Per la quota rimanente raccomandiamo un incremento delle azioni nazionali. Oro La nostra «sottoponderazione» dell'oro resta invariata. A lungo termine la ripresa economica globale è favorevole a un calo dei prezzi. Materie prime Apprezziamo le caratteristiche di diversificazione della categoria d'investimento materie prime. Tuttavia riteniamo che il potenziale di rendimento, in ragione dell'elevata crescita della produzione in vari settori delle materie prime, sia limitato. Strategie alternative In attesa di un aumento dei tassi, riteniamo che le strategie alternative liquide siano un'alternativa interessante ai titoli di stato. A nostro avviso, con il fondo «Absolute Return» si dovrebbe ottenere un'outperformance rispetto alla liquidità. Negativo Neutrale Positivo Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato Sottoponderato Neutrale Sovraponderato EUR per CHF EUR per USD USD per CHF Titoli di stato Paesi industrializzati Paesi emergenti (esterni) Paesi emergenti (locali) Obbligazioni societarie Investment Grade High Yield * In valute estere ** In valute locali Paesi industrializzati Paesi emergenti Oro Metalli industriali Energia Materie prime agricole strategie alternative Politica d´investimento – giugno 2014 5 Commento sul mercato Francia – nessun vento a favore nessun vento contrario francese sarebbe un fattore decisivo per un miglioramento delle previsioni a lungo termine per l'Eurozona. In primo luogo gli aspetti positivi: la crisi finanziaria non ha fatto deragliare la Francia. In effetti, dal punto di vista economico il paese ha risentito meno della Germania e il prodotto interno lordo francese (PIL) è sceso nel 2009 solo del 2.9 per cento, mentre il PIL tedesco ha registrato un calo del 5.1 per cento. Inoltre, nel corso della crisi nell'Eurozona i francesi non si sono mai trovati in difficoltà finanziarie (vedi grafico 1). La Image: Shutterstock Il «Train à Grande Vitesse», uno dei migliori treni ad alta velocità del mondo e quintessenza dell'arte ingegneristica francese, è deragliato leggermente. A causa della debole economia e delle resistenze ai cambiamenti, la seconda economia dell'Eurozona da tempo si posiziona dietro la Germania come forza trainante dell'Eurozona. Ci potrebbe essere tuttavia la luce alla fine del tunnel. Le riforme previste dal Presidente François Hollande sono un inizio, a patto che siano attuate correttamente. Una ripresa dell'economia La ex locomotiva economica Francia ha ampiamente perso la sua dinamica (nella foto: due treni TGV a Gare de Lyon, Parigi). 6 Politica d´investimento – giugno 2014 Francia non ha subito il destino degli stati «periferici», quali Irlanda, Grecia, Italia, Spagna o Portogallo, che per prevenire una possibile insolvenza, hanno avuto bisogno di un programma di salvataggio della cosiddetta Troika – composta dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca centrale europea (BCE) e dalla Commissione europea – o dell'aiuto della BCE per i loro mercati dei titoli di stato. Tuttavia, la Francia risente di una stagnazione economica e il debito pubblico si avvicina al livello del 100 per cento del prodotto interno lordo. Il paese deve lottare per raggiungere entro il 2015 l'obiettivo di una riduzione del deficit di bilancio al 3 per cento del prodotto interno lordo. La bilancia commerciale è ancora negativa, il tasso di disoccupazione aumenta e nell'industria vengono tagliati posti di lavoro. La notevole e persistente debolezza rispetto alla Germania dal 2010 si manifesta in un crescente distacco per quanto riguarda la competitività – un processo che è iniziato all'inizio degli anni 2000 (vedere grafico 2). Inoltre, il popolo francese ha perso la fiducia nella tradizionale «Classe Politique», il che è stato evidenziato dal forte risultato del partito di destra «Front National» in occasione delle elezioni europee. A differenza della Spagna o anche dell'Italia, la Francia non fa alcun serio tentativo per migliorare la sua competitività, ridurre l'eccessivo peso del settore pubblico o aumentare il potenziale di crescita a lungo termine. Inoltre, il governo socialista ha annacquato o revocato le uniche riforme significative che il precedente governo conservatore aveva fatto. Infatti, tra l'altro dall'agenda delle riforme sono stati annullati la non rioccupazione di un posto di lavoro – in caso di due posti che si liberano – nel servizio pubblico e l'aumento dell'età pensionabile. Di conseguenza, il continuo aumento della pressione finanziaria e la persistente incapacità di contenere la spesa pubblica logorano le forze vitali e frenano la crescita. E tutto ciò in un momento in cui nei paesi della «periferia» europea si riscontra una ripresa dell'economia. Sta di fatto, che la Francia (oltre alla Danimarca) in Europa ha la maggiore spesa pubblica in rapporto al prodotto interno lordo, ossia il 56 per cento rispetto al 44 per cento in Germania e al 32 per cento in Svizzera. Naturalmente, lo stato francese ha contribuito in modo determinante al successo storico di imprese, quali Airbus e Ariane nel settore aereo e astronautico, del programma nucleare e della rete dell'alta velocità. Tuttavia questi giorni gloriosi sembrano essere finiti. Invece di stimolare l'innovazione, il governo punta soprattutto a contenere gli effetti dei cambiamenti industriali sull'economia del paese. Grafico 1: A umento dei rendimenti in Italia e in Spagna, ma non dei titoli di stato francesi Rendimento in percentuale dei titoli di stato decennali 8 7 6 5 4 3 2 1 2007 2008 2009 2010 Francia Spagna Germania Italia 2011 2012 2013 Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: I costi unitari del lavoro in Francia e in Germania aumentano ancora Costi unitari del lavoro indicizzati (T1 2000 = 100) 140 130 120 110 100 90 00 02 04 06 08 10 12 14 Costi unitari del lavoro in Francia Costi unitari del lavoro in Germania Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management be essere di poco aiuto. Diversamente dalla Spagna, che si trova in ripresa dopo le incisive e dolorose riforme, i «sacrifici» che ha dovuto fare il popolo francese non hanno portato finora alcun risultato concreto e ciò getta discredito su tutta la classe politica. Il «patto di responsabilità» è un passo senz'altro positivo, ma il suo successo dipenderà dal fatto che sia o meno attuabile. Il «patto di responsabilità» potrebbe frenare le spese Di recente, François Hollande in un'inversione di 180 gradi ha presentato un ambizioso «patto di responsabilità», con il quale i costi delle imprese dovrebbero essere ridotti e allo stesso tempo la spesa pubblica dovrebbe essere diminuita di 50 miliardi di euro. Almeno a livello retorico, ciò è un grande cambiamento e quindi deve essere valutato positivamente. Tuttavia, i dettagli devono ancora essere elaborati e le rispettive proposte incontreranno le resistenze nel proprio Partito socialista. Il fatto che molti membri del partito del Presidente francese abbiano scarse probabilità di essere rieletti, dovrebPolitica d´investimento – giugno 2014 7 Economia dei paesi industrializzati Politica monetaria di segno diverso in Europa e negli Stati Uniti In Europa aumentano i segnali che la Banca centrale europea durante la sua riunione del 5 giugno annuncerà una riduzione dei tassi. Negli Stati Uniti, invece, la tendenza è l'opposta. Qui prevediamo sempre che la Banca centrale statunitense Fed aumenterà i tassi nel primo semestre 2015. crescita del primo trimestre, ciò dovrebbe indurre il Presidente della BCE, Mario Draghi, a ridurre i tassi a giugno praticamente allo 0 per cento. Si discutono anche altre misure per aumentare la liquidità. Le politiche monetarie delle due principali banche centrali del mondo evidenziano un andamento sempre più differente. Mentre la Banca centrale europea (BCE) prepara attualmente i mercati a una riduzione dei tassi a giugno, la Banca centrale americana continua a diminuire i suoi acquisti di obbligazioni. Poiché sulla base della comunicazione della Fed si può prevedere che gli acquisti di obbligazioni saranno sospesi in autunno, ci si chiede ora quando la Fed aumenterà per la prima volta i tassi di riferimento. A causa della progressiva ripresa congiunturale e della normalizzazione dell'inflazione prevediamo ancora che questo primo aumento dei tassi avverrà nel primo semestre 2015. Boom nel settore statunitense del petrolio e del gas Rispetto all'intera produzione statunitense, il settore dell'energia rappresenta solo una piccolissima parte. Tuttavia anche se l'economia petrolifera e del gas è responsabile solo per l'1.9 per cento della creazione di valore dell'economia globale, i tassi di crescita di questo settore sono notevoli. Infatti, dal 2006 la produzione di gas naturale è aumentata di ben il 37 per cento e dal 2009 la produzione di petrolio è aumentata addirittura del 50 per cento (vedere grafico 2). Questo boom dovrebbe continuare nei prossimi anni. Il Ministero dell'energia statunitense prevede che entro il 2019 la produzione di petrolio aumenterà a 9.6 milioni di barili al giorno e quindi raggiungerà di nuovo il valore massimo del 1971. Secondo questa previsione, entro il 2040 la produzione di gas La coraggiosa BCE diventerà probabilmente più espansiva Con lo 0.2 per cento rispetto al trimestre precedente, nell'Eurozona la crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel primo trimestre è stata deludente. Ciò è da attribuire in parte alle temperature elevate che hanno determinato un calo del consumo energetico. Ne ha risentito soprattutto l'economia olandese. Hanno deluso però anche i tassi di crescita del PIL per l'Italia (-0.1 per cento) e per la Francia (0 per cento). In Spagna (+0.4 per cento), invece, l'accelerazione della crescita è proseguita e anche l'economia tedesca (+ 0.8 per cento) ha registrato un forte andamento. La moderata dinamica nell'Eurozona si rifletteva anche nell'industria, dove la produzione a marzo è scesa, annullando quindi di nuovo l'aumento di febbraio. È da considerarsi positivo il fatto che gli ordinativi in aprile abbiano nuovamente registrato una ripresa dopo tre mesi di stagnazione. L'umore nell'industria è peggiorato di nuovo a maggio, mentre è migliorato nel settore dei servizi, maggiormente orientato all'economia interna. Complessivamente il barometro dell'umore è peggiorato leggermente in tutti i settori. La fiducia dei consumatori, invece, è aumentata ulteriormente e segnala di nuovo chiaramente un consumo privato in forte espansione (vedi grafico 1).Come previsto, l'inflazione in aprile è aumentata, sia l'inflazione complessiva sia l'inflazione di base. Tuttavia, con lo 0.7 per cento l'inflazione rimane nettamente inferiore all'obiettivo previsto dalla Banca centrale europea (BCE) di quasi il 2 per cento. In combinazione con i deludenti dati di Stati Uniti ed Europa con differenti tassi di crescita e di inflazione. 8 Politica d´investimento – giugno 2014 naturale dovrebbe aumentare continuamente del 50 per cento circa. Oltre all'effetto diretto dell'aumento della produzione di energia sulla congiuntura statunitense, non deve essere trascurata neppure la sua influenza sulle partite correnti. Infatti, nel 2011 le importazioni di greggio hanno rappresentato quasi il 3 per cento del PIL. Nel frattempo, le importazioni di greggio sono state ridotte al 2 per cento circa del PIL. Nello stesso periodo, anche il deficit delle partite correnti è diminuito da quasi il 3 per cento al 2 per cento circa del PIL. USA: umore delle imprese in ripresa Negli Stati Uniti, praticamente tutti i sondaggi tra le imprese mostrano un quadro ottimistico. Infatti, per esempio l'indice dei responsabili degli acquisti per l'industria manifatturiera è aumentato continuamente da gennaio. Le piccole e medie imprese, importanti per l'occupazione, hanno addirittura fornito le risposte più ottimistiche dal 2007. Se si realizzano questi scenari positivi, i consumatori ne beneficeranno non solo per un costante aumento dell'occupazione, ma anche per il fatto che a differenza del 2013 quest'anno non sono minacciati da alcun aumento dell'imposta dell'assicurazione sociale. Pertanto, il consumo privato, che dal quarto trimestre 2013 è notevolmente aumentato, ha potuto mantenere ancora la sua velocità di crescita. Prevediamo che nei prossimi trimestri la crescita economica accelererà al 3 per cento circa. Dopo la crescita economica estremamente debole praticamente dello zero per cento nel primo trimestre, a causa della necessità di recupero per il secondo trimestre prevediamo addirittura una crescita di oltre il 4 per cento. Sulla base della crescita economica estremamente debole nel primo trimestre abbiamo tuttavia rivisto al ribasso la nostra previsione per l'intero 2014, ovvero dal 2.8 al 2.6 per cento. Grafico 1: L a crescita economica nell'Eurozona ha un andamento ancora moderato Crescita del PIL reale rispetto al trimestre precedente in percentuale 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 -0.5 -1.0 -1.5 2009 2010 Eurozona 2012 2013 Germania Francia Italia Spagna Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 2: P rosegue il boom dell'energia negli Stati Uniti, dovuto al «fracking» In miliardi di piedi cubi in milioni di barili al giorno 2200 8.0 2100 7.5 2000 7.0 1900 6.5 1800 6.0 1700 5.5 1600 5.0 1500 4.5 02 Si delinea un aumento dell'inflazione statunitense Normalmente, un aumento della crescita economica comporta una maggiore inflazione. Per contro, i rendimenti dei titoli di stato decennali, scesi dall'inizio dell'anno dal 3 al 2.5 per cento, fanno pensare che gli operatori di mercato non prevedono alcun aumento dell'inflazione. A nostro parere è presente tuttavia una serie di fattori che segnala un aumento dell'inflazione verso il 2 per cento. Da novembre 2012 la crescita dei salari orari sta accelerando a causa del calo del tasso di disoccupazione. La crescita dei salari reagisce quindi con un ritardo di sei trimestri alla differenza tra il tasso di disoccupazione naturale e quello effettivo (vedi grafico 3). Il tasso di disoccupazione naturale è il tasso di disoccupazione che non determina un'accelerazione dell'inflazione (NAIRU in inglese). Il grafico 3 mostra che è prevedibile un ulteriore aumento della crescita dei salari. Sulla base della dinamica economia statunitense e della normalizzazione dell'inflazione prevediamo che nel primo semestre 2015 la Banca centrale statunitense effettuerà un primo aumento dei tassi. Con questa previsione ci discostiamo notevolmente dal consenso. Dei 71 operatori di mercato interrogati da Bloomberg solo 22 prevedono un aumento dei tassi entro giugno 2015. 2011 04 06 08 10 12 14 Gas naturale (scala di sinistra; smoothed) Greggio (scala di destra; smoothed) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Grafico 3: C alo della disoccupazione e aumento dei salari negli Stati Uniti in percentuale rispetto all'anno precedente In percentuale -2 4.5 -1 4.0 0 3.5 1 3.0 2 2.5 3 2.0 4 1.5 5 90 1.0 92 94 96 98 00 02 04 06 08 10 12 14 NAIRU gap (tasso di disoccupazione meno NAIRU; scala invertita, anticipo di sei trimestri) Salari orari (scala di destra) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – giugno 2014 9 Image: Shutterstock Economia dei paesi emergenti Attualmente il Brasile fa parte delle economie fragili tra i paesi emergenti (nella foto: il campione di calcio brasiliano Neymar durante una partita contro l'Uruguay). I rischi politici nei paesi emergenti continuano a diminuire Nei paesi emergenti diversi fattori indicano miglioramenti fondamentali. Anche i rischi politici sembrano leggermente in calo, il che ha determinato una volatilità molto minore delle valute dei paesi emergenti. Pertanto rimaniamo positivi anche riguardo alle obbligazioni dei paesi emergenti in valuta locale. A maggio i rischi politici nei paesi emergenti sono complessivamente leggermente diminuiti, il che ha contribuito a un ulteriore calo della volatilità sui mercati delle divise (vedere grafico 1). Infatti, le elezioni indiane hanno portato a un governo stabile guidato dal Primo ministro Narendra Modi. Inoltre la Russia ha annunciato di riconoscere il risultato delle elezioni in Ucraina e ha ritirato le truppe dalla zona di confine con l'Ucraina. In Tailandia, invece, la situazione è peggiorata a causa dei disordini politici e dopo un colpo di stato i militari mantengono il potere. Nel corso di quest'anno sono in programma tuttavia ancora una serie di elezioni in paesi, quali Brasile (ottobre), Indonesia (giugno) e Turchia (giugno), che potrebbero mettere alla prova la fiducia degli investitori. 10 Politica d´investimento – giugno 2014 Nel complesso, nei prossimi mesi i dati fondamentali dovrebbero essere ancora favorevoli ai paesi emergenti. La liquidità sui mercati finanziari globali dovrebbe rimanere ancora molto elevata, i rendimenti reali nei paesi emergenti sono molto più alti rispetto agli ultimi anni, i costi di opportunità sotto forma di rendimenti nei paesi industrializzati e negli stati della cosiddetta periferia europea sono scesi sensibilmente e i deficit delle partite correnti nei paesi emergenti diminuiscono leggermente. La prospettiva congiunturale, invece, è disomogenea, poiché alcuni paesi registrano un'accelerazione della congiuntura, altri invece un rallentamento. Divergenze di crescita nei paesi emergenti Fondamentalmente esiste nei paesi emergenti attualmente una certa divergenza. Nei paesi con solidi dati fondamentali (Corea del Sud, Malesia, Messico, ecc.), ossia con eccedenze delle partite correnti o con deficit solo modesti, la congiuntura è in ripresa. Ciò si riflette tra l'altro nel nostro indicatore di momentum dell'economia. Le solide economie possono registrare qui valori superiori al 50 per cento (vedere grafico La vittoria elettorale di Modi ha stimolato le categorie d'investimento dell'India Sui mercati indiani, la vittoria elettorale del partito National Democratic Alliance (NDA) con il candidato principale Narendra Modi era stata ampiamente prevista, per cui le diverse categorie d'investimento avevano registrato un sensibile aumento già prima delle elezioni. Il fatto che la NDA con il 62 per cento dei seggi in parlamento possa formare il governo più stabile dal 1984, è stato comunque sorprendente. Sono quindi aumentate le possibilità che l'ambizioso programma di riforme (riforme economiche, diminuzione della burocrazia, lotta alla corruzione e consolidamento del bilancio statale) possa anche essere attuato come previsto dalla NDA. Tuttavia, la NDA dispone solo della maggioranza semplice in senato e quindi l'attuazione non dovrebbe essere un'impresa facile. Siamo comunque fiduciosi che almeno ampie parti delle riforme programmate possano anche essere attuate e determinino a lungo termine una maggiore crescita potenziale. Nel contesto del programmato consolidamento fiscale prevediamo però almeno quest'anno un leggero calo dei tassi di crescita del 5.2 per cento, rispetto al 5.4 per cento dell'anno scorso. In percentuale 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 Gen 13 Apr 13 Lug 13 Ott 13 Gen 14 Apr 14 «Calda» fase elettorale nei paesi emergenti Volatilità implicita delle valute Annessione della Crimea Fonte: Datastream, Bloomberg, Vontobel Asset Management Grafico 2: R ipresa della crescita nei cosiddetti paesi emergenti stabili Miglioramento del tasso percentuale degli indicatori 100 90 Accelerazione Il conflitto russo-ucraino sta leggermente placandosi In Ucraina, con il 55 per cento dei voti le elezioni presidenziali sono state vinte al primo turno dal magnate dei media, Petro Poroshenko, che è diventato il nuovo Presidente. Con il 13 per cento dei voti, Yulia Tymoshenko è rimasta notevolmente indietro. La Russia aveva già lasciato intendere prima delle elezioni che avrebbe riconosciuto il relativo risultato elettorale. Ciò è stato accolto positivamente dai mercati finanziari. Sia il mercato azionario russo sia quello ucraino sono notevolmente aumentati a maggio. Inoltre la Russia ha iniziato il ritiro delle truppe dalla zona di confine con l'Ucraina. Questi segnali positivi indicano che si può evitare un'escalation drammatica della situazione nell'Ucraina orientale, anche se al momento le battaglie tra i separatisti e l'esercito ucraino stanno ancora continuando. Grafico 1: La volatilità delle valute dei paesi emergenti è notevolmente diminuita 80 70 60 50 40 Rallentamento 2). Ciò significa che la maggior parte degli indicatori economici analizzati mostra un miglioramento. I paesi con maggiori deficit delle partite correnti (Brasile, Turchia, Sudafrica, India e Indonesia), che spesso vengono definiti economie fragili, mostrano un valore dell'indicatore inferiore al 50 per cento. In questo caso, i dati congiunturali più deboli hanno tuttavia un effetto molto positivo. Una minore crescita dei consumi determina infatti una minore crescita delle importazioni. Ciò, a sua volta, è favorevole a un calo dei deficit delle partite correnti, a patto che tutti gli altri fattori d'influsso del commercio estero rimangano costanti. Pertanto, l'indebolimento congiunturale ha un effetto di autocorrezione, che potrebbe rivelarsi vantaggioso se la liquidità sui mercati finanziari internazionali dovesse diminuire veramente. Fino ad allora infatti il fabbisogno di rifinanziamento di questi paesi, che si misura anche in base al livello del deficit delle partite correnti, dovrebbe essere diminuito. 30 20 10 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Le cinque economie «fragili» sono: Brasile, Turchia, Sudafrica, India e Indonesia Paesi emergenti «solidi» (senza la Russia) Fonte: Datastream, Bloomberg, Vontobel Asset Management Grafico 3: I l calo dei rendimenti negli Stati Uniti supporta le valute dei paesi emergenti Indicizzato (1° gen. 2013 = 100) In percentuale 130 128 126 3.5 Svalutazione delle valute dei paesi emergenti rispetto al dollaro statunitense 3.3 3.1 124 2.9 122 2.7 120 2.5 118 2.3 116 2.1 114 1.9 112 1.7 110 Gen 13 Mar 13 Mag 13 Lug 13 Set 13 1.5 Nov 13 Gen 14 Mar 14 Mag 14 Valute dei paesi emergenti per USD (scala di sinistra) Rendimento dei titoli di stato decennali statunitensi (scala di destra) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – giugno 2014 11 Tema speciale Rispetto alla Spagna e all'Italia, durante la crisi finanziaria e del debito la Francia è stata meno colpita dalle perdite di produzione e dall'aumento della disoccupazione (nella foto: Le Mont-Saint-Michel, Francia). 12 Politica d´investimento – giugno 2014 «La Grande Nation» grazie alle riforme (finalmente) sulla via della ripresa? Image: Shutterstock Nei confronti del vero paese modello dell'Eurozona, la Germania, l'economia francese ha registrato un risultato molto peggiore. Per quanto riguarda l'andamento congiunturale, la disoccupazione e i supplementi d'interesse, la Francia ha ottenuto tuttavia un risultato molto migliore dei paesi della cosiddetta periferia. Tuttavia alcuni paesi periferici registrano nell'economia estera e negli indicatori della fiducia a breve termine una prestazione più positiva rispetto a quella francese. A causa degli insuccessi nella politica economica, la popolarità del Presidente François Hollande è drasticamente peggiorata. Ciò ha indotto il 24° Presidente della Repubblica francese a un programma di riforme che mira a stimolare sia l'occupazione che la crescita. Politica d´investimento – giugno 2014 13 Tema speciale Durante la crisi finanziaria e del debito si dubitava in parte che la Francia facesse veramente parte del nucleo stabile dell'Eurozona. Oggi i fatti sono chiari: per quanto riguarda l'andamento del prodotto interno lordo, la produzione industriale o la disoccupazione, durante gli anni della crisi «La Grande Nation» è rimasta dietro alla Germania, ma ha ottenuto risultati migliori rispetto ai cosiddetti paesi della periferia più colpiti, che hanno dovuto richiedere un programma di aiuti. Anche rispetto alla Spagna e all'Italia, la Francia è stata colpita meno duramente dalle perdite di produzione e dall'aumento della disoccupazione (vedere grafico 1 e 2). Spagna, soprattutto nell'andamento delle esportazioni e dei costi unitari del lavoro. Quanto al saldo delle partite correnti, l'anno scorso sia la Spagna sia l'Italia hanno ottenuto un'eccedenza, mentre la Francia mostra da molti anni un deficit dell'1 o del 2 per cento del PIL. Negli ultimi cinque anni, le partite correnti della Spagna sono migliorate di circa 10 punti percentuali del PIL. Questo non da ultimo a causa di un'impressionante riduzione dei costi unitari del lavoro di ben il 15 per cento dal 2007 a oggi. Anche sul mercato dei capitali la Francia non è stata esposta a una grande pressione. I supplementi d'interesse rispetto alla Germania sono rimasti contenuti perfino al punto massimo della crisi dell'euro, tra il 2011 e il 2012. Ciò mentre la Spagna e l'Italia hanno dovuto praticamente subire premi di rischio insostenibilmente elevati. Per quanto riguarda gli altri indicatori economici, la Francia ha registrato invece risultati meno positivi. Infatti, nel 2013 con il 4.3 per cento del prodotto interno lordo (PIL) il deficit statale era superiore a quello dell'Italia (3 per cento). Inoltre, con il 94 per cento del PIL l'indebitamento pubblico è allo stesso livello di quello della Spagna. In riferimento all'economia estera, dopo il 2007 la Francia è stata addirittura superata dalla Il risultato del sondaggio mette sotto pressione il governo Di recente la Francia è rimasta indietro, soprattutto per quanto riguarda gli indicatori a breve termine dell'umore nell'economia, (vedi grafico 3). Ciò si è ripercosso anche sui dati di popolarità in forte calo del Presidente francese François Hollande. Il suo tasso di consenso è sceso nel frattempo sotto il 20 per cento – il livello più basso di un Presidente in carica dalla proclamazione della Quinta Repubblica. Assieme al tasso di disoccupazione di nuovo in aumento dall'inizio del 2014, ciò ha determinato alla fine di marzo di quest'anno una dura sconfitta dei socialisti al governo, in occasione delle elezioni comunali. In questo contesto, Hollande si è visto costretto a un rimpasto di governo e a una politica economica più favorevole alle riforme. Il nuovo Primo ministro Manuel Valls ha una forte personalità e gode di notevole popolarità, sebbene sostenga una posizione molto più liberale di Hollande. In considerazione dei suoi pessimi risultati del sondaggio, anche François Hollande si sta tuttavia allontanando da tempo dalla sua piattaforma elettorale fortemente socialista. Infatti, già all'inizio del 2013 aveva introdotto agevolazioni fiscali per le nuove assunzioni e la possibilità di lavoro a orario ridotto durante una recessione. Nel suo discorso di capodanno 2014 aveva inoltre annunciato un «Patto di responsabilità e di solidarietà», nel cui ambito i contributi sociali – in particolare per lavoratori a salario basso – dovrebbero essere ridotti con l'obiettivo di aumentare l'occupazione. Grafico 1: Il prodotto interno lordo francese supera il livello precedente alla crisi Grafico 2: L a disoccupazione in Europa ha un andamento molto differente a seconda del paese PIL reale indicizzato (1° gen 2007 = 100) Tasso di disoccupazione in percentuale 110 30 Sul mercato dei capitali la Francia non è stata esposta a una grande pressione. 25 105 20 100 15 95 10 5 90 2007 Eurozona 2008 2009 2010 2011 2012 Germania Francia Italia Spagna Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 14 Politica d´investimento – giugno 2014 2013 2007 Eurozona 2008 2009 2010 2011 2012 Germania Francia Italia Spagna Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 2013 Anche l'elevato onere fiscale del lavoro in Francia è infatti una causa importante del tasso di disoccupazione ostinatamente elevato. Un dettaglio interessante per inciso: durante lo stesso discorso, Hollande si è definito per la prima volta socialdemocratico e non socialista. I piani di riforma del Primo ministro Manuel Valls sono piuttosto vaghi. Poco dopo la sua nomina, il Primo ministro Manuel Valls ha presentato un notevole programma di risparmio per compensare i minori introiti, dovuti al calo dei contributi sociali, e per rispettare le prescrizioni per la riduzione del deficit da parte dell'UE. In questo ambito, il nuovo governo non indietreggia neppure davanti ai tagli nel settore sanitario e sociale. Allo stesso tempo Valls ha annunciato piani di riforma per rafforzare la competitività, che tuttavia sono stati piuttosto vaghi. Se gli annunciati programmi di riforma, fiscali e di risparmio dovessero essere realizzati, ciò dovrebbe provocare un miglioramento dei dati dell'occupazione e, allo stesso tempo, determinare un aumento dei margini delle imprese, riportando l'economia su un sentiero di crescita. Il nuovo orientamento della Francia rafforza l'intera Eurozona È ancora troppo presto per puntare in modo specifico già ora sul mercato azionario francese sulla base dei piani di riforma. Il nuovo orientamento della politica economica francese migliora tuttavia non solo le prospettive di crescita per il paese Grafico 3: I l clima congiunturale in Francia rimane sempre moderato con la seconda produzione nell'Unione monetaria europea (dopo la Germania), ma anche la coesione interna in tutta l'Eurozona. A nostro parere, questo dovrebbe dare ulteriore slancio ai mercati azionari nell'Eurozona, che noi nella nostra politica d'investimento «sovraponderiamo». Contemporaneamente il nuovo rafforzamento economico della Francia riduce il rischio di flessioni sui mercati azionari, che risulterebbero da un nuovo aumento delle tensioni politiche ed economiche all'interno dell'Unione monetaria europea. Anche il fatto che la competitività della Germania da quasi due anni – a differenza dei dieci anni precedenti – non sia più ulteriormente migliorata, contribuisce alla diminuzione delle tensioni economiche nell'Eurozona. Infatti, dall'autunno 2012 i costi unitari del lavoro in Germania registrano un aumento maggiore rispetto a quelli in Francia, Italia e Spagna. Questo è da attribuire soprattutto agli accordi salariali più elevati in Germania (vedere grafico 4). Abbiamo un quadro analogo per quanto riguarda l'andamento dell'inflazione che in Germania da un anno è superiore a quella dei cosiddetti paesi periferici (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). In considerazione della dinamica più forte dell'economia tedesca, questo quadro non è sorprendente. La Banca centrale europea deve orientare la sua politica monetaria in base all'andamento dell'intera Eurozona. Ne consegue che l'effettiva politica monetaria è troppo espansiva per la Germania. La maggiore dinamica economica e dei prezzi in Germania dovrebbe quindi continuare e probabilmente addirittura rafforzarsi. La connessa perdita di competitività tedesca dovrebbe ulteriormente ridurre le tensioni all'interno dell'Eurozona e rafforzare la stabilità dell'Unione monetaria. A nostro parere, a ciò contribuisce anche il miglioramento del quadro istituzionale – soprattutto il patto fiscale e l'Unione bancaria recentemente approvata. La nostra previsione per l'andamento economico e i mercati azionari nell'Eurozona rimane quindi ottimistica. Grafico 4: La concorrenzialità dell'economia tedesca diminuisce ulteriormente Indice del clima economico (media = 100) Costi unitari del lavoro indicizzati (T3 2012 = 100) 120 108 110 106 104 100 102 90 100 80 98 70 96 2007 Eurozona 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2012 2013 Germania Francia Germania Francia Italia Spagna Italia Spagna Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 2014 Fonte: Datastream, OECD, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – giugno 2014 15 Valute Obbligazioni La BCE riesce veramente a indebolire l'euro? Titoli di stato dei paesi industrializzati sempre poco interessanti Per contrastare l'inflazione troppo bassa nell'Eurozona, a giugno la BCE dovrebbe diminuire il tasso di riferimento. Ciò non dovrebbe comunque essere sufficiente per indebolire sensibilmente l'euro. Pertanto, per gli investitori in dollari è opportuno aspettare gli aumenti dei tassi negli Stati Uniti, che dovrebbero rafforzare il biglietto verde rispetto all'euro e al franco. I rendimenti dei titoli di stato decennali della Germania e degli Stati Uniti sono diminuiti di 50 punti base dall'inizio del 2014. Prevediamo che i rendimenti nell'arco di un anno aumenteranno di nuovo di circa 50 punti base. Manteniamo la nostra forte «sottoponderazione» dei titoli di stato e preferiamo i titoli a reddito fisso dei paesi emergenti (in valuta locale) e le obbligazioni ad alto rendimento e le obbligazioni convertibili. Da aprile Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea (BCE), alimenta la speranza di un prossimo allentamento della politica monetaria. Anche noi prevediamo una riduzione dei tassi, ma dubitiamo che una tale misura determini un netto indebolimento dell'euro rispetto al dollaro. A nostro parere, per ottenere questo risultato sarebbero necessarie misure espansive a lungo termine, come le misure di allentamento quantitativo. Continuiamo quindi a prevedere che l'euro scenderà in modo duraturo sotto il livello di USD 1.30 solo quando i mercati dei tassi inizieranno a scontare il ciclo di aumento dei tassi statunitensi che noi prevediamo nel 2015. Ciò potrebbe ancora farsi attendere fino alla fine dell'anno. Per la corona norvegese e la sterlina britannica rimaniamo positivi. Entrambe le valute dovrebbero beneficiare dal miglioramento dei dati congiunturali per i prossimi mesi. Nonostante i positivi dati fondamentali ci aspettiamo un leggero indebolimento del franco rispetto all'euro e al dollaro statunitense, poiché l'inflazione in Svizzera è sempre bassa e per il momento il limite minimo di CHF 1.20 rispetto all'euro dovrebbero rimanere ancora inalterato. Nell'anno in corso, il rendimento dei titoli di stato decennali statunitensi è sceso dal 3 al 2.5 per cento, una diminuzione che riteniamo ingiustificata. Tra luglio 2012 e marzo 2014, l'inflazione di base è continuamente scesa dal 2.3 all'1.6 per cento, ma nel frattempo si delinea un'inversione di tendenza. Anche la previsione di un aumento dei tassi di riferimento farà alzare il rendimento dei titoli di stato (vedere anche «Economia dei paesi industrializzati», da pagina 8). Il rendimento dei titoli di stato decennali tedeschi è sceso dalla fine del 2013 dall'1.9 all'1.4 per cento e si trova quindi di pochissimo sopra l'inflazione. Il calo del tasso di disoccupazione ha già determinato una crescita dei salari del 3 per cento circa. Ne risente la competitività tedesca rispetto alla periferia, il che però contribuisce a ridurre gli squilibri all'interno dell'Eurozona (vedere anche «Tema speciale», da pagina 12). Ciò dovrebbe far sì che i rendimenti estremamente bassi in Germania aumentino fino a un livello «normale». Riteniamo quindi non interessanti anche le obbligazioni tedesche. Grafico: Andamento valutario dall'inizio del 2014 Grafico: Calo dei rendimenti non duraturo dall'inizio dell'anno In percentuale rispetto al dollaro statunitense In percentuale Corona svedese –3.1 –2.2 Dollaro canadese –0.9 Euro –0.5 In percentuale 3.2 2.0 3.1 1.9 3.0 1.8 2.9 1.7 2.8 1.6 2.7 1.5 2.6 1.4 Franco svizzero 1.7 Sterlina britannica 1.8 Corona norvegese 3.1 3.4 Yen giapponese Dollaro australiano 3.9 Dollaro neozelandese 2.5 1.3 Gen 14 Feb 14 Mar 14 Apr 14 Mag 14 Rendimenti dei titoli di stato decennali statunitensi (scala di sinistra) Rendimenti dei titoli di stato decennali tedeschi (scala di destra) Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 16 Politica d´investimento – giugno 2014 Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management Azioni Materie prime Francia: Una riforma non fa ancora una primavera borsistica Cosa influisce contemporaneamente sui prezzi del mais, della soia e dello zucchero I primi punti principali del pacchetto di riforme annunciato dal governo francese indicano una direzione favorevole all'economia. Da una prospettiva di valutazione, come sempre non si riscontrano però grandi differenze tra la borsa francese e gli altri mercati dell'Unione monetaria europea (sulla base dell'indice MSCI EMU). Pertanto da un punto di vista degli investitori continua a non esistere un'urgente necessità d'intervento. Sebbene la maggior parte delle imprese francesi abbia gestito gli anni della crisi dal 2008 leggermente meglio rispetto ai paesi periferici, non ha potuto tenere il passo con l'andamento delle imprese tedesche. Di conseguenza, le azioni delle imprese i cui corsi sono nettamente superiori alle quotazioni del 2007 si trovano soprattutto in Germania. Il mercato azionario francese, invece, ha avuto un andamento abbastanza simile a quello dell'indice MSCI EMU. Ciò vale anche per la valutazione che negli ultimi anni era quasi uguale a quella dell'indice MSCI EMU (vedere grafico). Con le riforme annunciate vengono migliorate le condizioni quadro economiche. Tuttavia è ancora troppo presto per ricavare da ciò una raccomandazione di acquisto per la maggior parte delle azioni francesi. Ciononostante aumenta quindi la probabilità che la valutazione del mercato azionario francese si possa distaccare positivamente dall'indice MSCI EMU. I prezzi delle materie prime agricole vengono influenzati dalla domanda e dall'offerta. L'offerta dipende tra l'altro dalle condizioni climatiche. Ma anche la produzione di altre materie prime dipende dall'andamento delle condizioni climatiche. Per esempio, per il continente americano e l'Asia ogni anno si pone la questione riguardante il fenomeno «El Niño». Questo insolito riscaldamento dell'acqua marina nel Pacifico tropicale, che non si ripete periodicamente, influenza le condizioni climatiche in diverse regioni. Secondo le previsioni del Climate Prediction Center statunitense, la probabilità di un'insorgenza del fenomeno El Niño entro l'estate 2014 sale oltre il 65 per cento. In questo ambito, El Niño in Sudamerica occidentale dovrebbe portare in misura maggiore tempo umido, mentre per l'Asia sudorientale si prevede un tempo asciutto. In uno studio, la grande banca francese Société Générale ha analizzato gli effetti di El Niño su diversi prezzi delle materie prime. Così violenti piogge in Cile possono pregiudicare la produzione di rame, mentre il tempo asciutto in Asia sudorientale ha un effetto negativo sul raccolto dello zucchero. In entrambi i casi ciò può provocare aumenti dei prezzi. Per contro, secondo lo studio, El Niño non ha alcun effetto negativo sul clima nell'America del Nord. Anche per questo motivo per quest'anno si prevede un raccolto normale per mais e soia negli Stati Uniti, il che dovrebbe far scendere i rispettivi prezzi. Grafico: Francia e indice MSCI EMU: valutazione simile Grafico: El Niño praticamente non influenza il prezzo della soia e del mais Rapporto prezzo / valore contabile dei mercati azionari Variazione dei prezzi in percentuale 4.0 2.0 3.5 1.0 3.0 0.0 2.5 -1.0 2.0 -2.0 1.5 1.0 -3.0 0.5 -4.0 0.0 1980 1985 1990 Indice MSCI EMU 1995 2000 Germania Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management 2005 2010 Francia Numero di mesi dopo l'insorgenza di «El Niño» -5.0 1 2 Soia 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Mais Font: Société Générale, Vontobel Asset Management Politica d´investimento – giugno 2014 17 Previsioni Previsioni sulla congiuntura e sui mercati finanziari 2012–2015 Per quanto riguarda i temi prodotto interno lordo (PIL), inflazione/aspettative inflazionistiche, tassi delle banche centrali, titoli di stato decennali, tassi di cambio e materie prime, la seguente lista mostra i valori effettivi, i tassi di cambio e i prezzi per gli anni 2012 e 2013 nonché le previsioni per gli anni 2014 e 2015. 2012 2013 Tasso attuale Previsione 2014 Mese precedente Previsione 2015 Mese precedente PIL Crescita media annua (in %) Eurolandia Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Svizzera -0.6 2.8 1.4 0.3 1.1 -0.4 1.9 1.6 1.7 2.0 0.9 2.3 2.7 3.1 1.9 1.1 2.6 1.4 3.1 2.2 1.2 2.8 1.4 2.6 2.2 1.4 3.0 1.6 2.8 2.4 1.4 3.0 1.6 2.6 2.4 Inflazione Valore medio anno (in %) Eurolandia Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Svizzera 2.5 2.1 -0.5 2.8 -0.7 1.4 1.5 0.1 2.6 -0.2 0.7 2.0 2.8 1.6 0.0 0.9 1.8 2.4 1.9 0.0 0.9 1.8 2.4 2.1 0.3 1.4 2.1 1.6 2.3 0.8 1.4 2.1 1.6 2.3 1.0 2012 2013 Tasso attuale 0.75 0.25 0.10 0.50 0.01 3.00 0.25 0.25 0.10 0.50 0.02 2.50 0.25 0.25 0.10 0.50 0.01 2.50 0.00 0.25 0.10 0.50 0.13 2.50 0.25 0.25 0.10 0.50 0.13 2.50 0.00 0.50 0.10 0.50 0.13 3.00 0.25 0.50 0.10 0.50 0.13 3.00 Tassi del mercato dei capitali Rendimento dei titoli di stato a dieci anni (a fine anno) (Rendimento in %) EUR (Germania) 1.3 1.9 EUR (GIIPS) 5.3 4.5 USD 1.8 3.0 JPY 0.8 0.7 GBP 1.8 3.0 CHF 0.5 1.1 AUD 3.3 4.3 1.3 3.4 2.5 0.6 2.6 0.8 3.7 1.6 3.6 2.8 0.7 2.8 1.0 4.2 1.8 3.6 2.8 0.7 2.8 1.1 4.2 1.8 3.8 3.0 0.9 2.9 1.3 4.6 2.0 3.8 3.0 0.9 2.9 1.4 4.6 Tassi di cambio A fine anno CHF per EUR CHF per USD CHF per 100 JPY CHF per GBP CHF per AUD USD per EUR JPY per USD USD per AUD 1.21 0.92 1.06 1.49 0.95 1.32 86 1.04 1.23 0.89 0.85 1.47 0.80 1.38 105 0.89 1.22 0.89 0.88 1.50 0.83 1.37 101 0.93 1.25 0.93 0.89 1.56 0.82 1.34 105 0.88 1.25 0.93 0.85 1.51 0.82 1.34 110 0.88 1.23 0.99 0.92 1.58 0.84 1.24 108 0.85 1.23 0.99 0.92 1.54 0.84 1.24 108 0.85 Materie prime A fine anno Greggio (WTI, USD/barile) Oro (USD/Uncia) Rame (USD/tonnellata metrica) 110 1662 7907 111 1208 7376 111 1299 6983 107 1260 6700 107 1300 6500 105 1260 6700 105 1300 6700 Tassi delle banche centrali A fine anno (in %) EUR USD JPY GBP CHF AUD 18 Politica d´investimento – giugno 2014 Previsione a Mese Previsione a Mese 3 mesi precedente 12 mesi precedente Strutture di portafoglio CHF Strutture di portafoglio CHF La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in CHF, suddivisa per obiettivo d'investimento. Sicurezza Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 3.5 70.5 9.5 83.5 Europa ex CH 1 (a) 1 2 Nordamerica Giappone 5 4.5 -3.5 6 - Europa ex CH 1 3 (c) 4 Nordamerica Giappone 4.9 1.7 3.7 (d) 2.5 -1.7 -2.5 8.6 - Mercati emergenti 6.5 (b) 6.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (c) 2 Totale 9.5 90.5 100 BM 5 95 100 Min. 80 - Max. 25 100 15 - High Yield 6 Altro 2 (b) 1 (f) 3 Totale 7.3 55.5 26.7 10.5 100 BM 5 60 20 15 100 Min. 45 5 - Max. 40 75 35 30 - a) liquidità in EUR 1% b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5% c) obbligazioni statali de la norvegia 2% Reddito Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 1.4 39.3 11.5 10.5 (g) 10.2 72.9 Mercati emergenti 6.5 (a) 5 (e) 11.5 -6 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 4% & materie prime coperti in CHF 4% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 2% | d) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% e) di cui MSCI China 1.5% | f) Future Resources 1% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 2% & materie prime coperti in CHF 3% Equilibrio Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 1.5 21.0 21.5 10.5 (g) 9.3 63.8 Europa ex CH 1 4.8 (c) 5.8 Nordamerica Giappone 4.7 9.2 (d) 3.3 -3.3 13.9 - Mercati emergenti 6.5 (a) 6.0 (e) 12.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (b) 2 (f) 4 Totale 7.2 35.5 46.8 10.5 100 BM 5 40 40 15 100 Min. 25 25 - Max. 40 55 55 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 4%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 5% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 3% | d) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% e) di cui MSCI China 2% | f) Future Resources 2% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 4%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in CHF 4% Crescita Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 1.1 1.0 31.5 10.5 (g) 10.1 54.2 Europa ex CH 1 7 (c) 8 Nordamerica Giappone 4.7 14.6 (d) 4.1 -4.1 19.3 - Mercati emergenti 6.5 (a) 7 (e) 13.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (b) 3 (f) 5 Totale 6.8 15.5 67.2 10.5 100 BM 5 20 60 15 100 Min. 5 45 - Max. 40 35 75 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 3%, immobili 3%, oro coperto in CHF 3% & materie prime coperti in CHF 6% a) di cui Messico 1.5% & 2% EMBI | b) obbligazioni statali de la norvegia 2% | c) di cui Euro Stoxx 50 4% | d) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% e) di cui MSCI China 2.5% | f) Future Resources 3% | g) Hedge Fund-of-Funds coperti in CHF 1.5%, immobili 3%, oro coperto in CHF 1% & materie prime coperti in CHF 5% Azioni Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Svizzera 0.1 39.6 6 (f) 2 47.7 Europa ex CH 9.3 (b) 9.3 Nordamerica Giappone 20.1 (c) 4.9 2.9 -4.9 23.0 - Mercati emergenti 8 (d) 8 High Yield - Altro 1 (a) 4 (e) 7 (f) 12 Totale 1.1 85.9 13 100 BM 5 80 15 100 Min. 65 - Max. 35 15 95 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 8% a) corona norvegese 1% | b) di cui Euro Stoxx 50 4% | c) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | d) di cui MSCI China 3% e) Future Resources 4% | f) immobili internazionali 7% & materie prime coperti in CHF 6% Politica d´investimento – giugno 2014 19 Strutture di portafoglio EUR Strutture di portafoglio EUR La seguente lista mostra l'allocazione tattica della struttura di portafoglio in EUR, suddivisa per obiettivo d'investimento. Sicurezza Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 4.5 70.5 11.4 86.4 Europa ex EMU 2 (a) 2 Nordamerica Giappone 5 5.5 -5.4 5.1 - Europa ex EMU 2 (a) 2 Nordamerica Giappone 3.9 3 4 (c) 2.6 -3 -2.6 7.9 - Mercati emergenti 6.5 (b) 6.5 High Yield 6 -6 - Altro - Totale 9.5 90.5 100 BM 5 95 100 Min. 80 - Max. 25 100 15 - High Yield 6 -6 - Altro 1 (e) 4 (g) 5 Totale 7.4 55.5 26.6 10.5 100 BM 5 60 20 15 100 Min. 45 5 - Max. 40 75 35 30 - a) obbligazioni statali de la norvegia 2% b) di cui EMBI 2% & Messico 1.5% Reddito Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 3.5 38 14 6.5 (f) 11.6 73.6 Mercati emergenti 6.5 (b) 5 (d) 11.5 Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 4% & materie prime coperti in EUR 4% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 0.5% & US-IT 0.5% | d) di cui MSCI China 1.5%e) Future Resources 1% f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 2% & materie prime coperti in EUR 3% | g) immobili internazionali 4% Equilibrio Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 3.5 20.5 23.5 6.5 (f) 10 64 Europa ex EMU 2 (a) 1.7 3.7 Nordamerica Giappone 3.7 0.5 10.1 (c) 3.5 -0.5 -3.5 13.8 - Mercati emergenti 6.5 (b) 6 (d) 12.5 High Yield 6 -6 - Altro 2 (e) 4 (g) 6 Totale 7.2 35.5 46.8 10.5 100 BM 5 40 40 15 100 Min. 25 25 - Max. 40 55 55 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 4%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 5% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 1.5% & US-IT 1.5% | d) di cui MSCI China 2% e) Future Resources 2% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 4% | g) immobili internazionali 4% Crescita Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 3.5 0.5 33.5 7.5 (f) 10.8 55.8 Europa ex EMU 2 (a) 3 5 Nordamerica Giappone 3.5 0.5 16.2 (c) 4.3 -0.5 -4.3 19.7 - Mercati emergenti 6.5 (b) 7 (d) 13.5 High Yield 6 -6 - Altro 3 (e) 3 (g) 6 Totale 7.0 15.5 67.0 10.5 100 BM 5 20 60 15 100 Min. 5 45 - Max. 40 35 75 30 - Benchmark: Investimenti alternativi: Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 3%, immobili internazionali 3%, oro coperto in EUR 3% & materie prime coperti in EUR 6% a) obbligazioni statali de la norvegia 2% | b) di cui Messsico 1.5% & 2% EMBI | c) di cui US-Banks 2% & US-IT 2% | d) di cui MSCI China 2.5% e) Future Resources 3% | f) Hedge Fund-of-Funds coperti in EUR 1.5%, oro coperto in EUR 1% & materie prime coperti in EUR 5% | g) immobili internazionali 3% Azioni Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Copert. rischio di cambio Totale Zona Euro (UEM) 0.1 41.5 6 (e) 5.2 52.8 Europa ex EMU 0.5 (a) 4.9 5.4 Nordamerica Giappone 0.5 22.3 (b) 5.2 -5.2 22.8 - Mercati emergenti 8 (c) 8 High Yield - Altro 4 (d) 7 (f) 11 Totale 1.1 85.9 13 100 BM 5 80 15 100 Benchmark: Investimenti alternativi: immobili internazionali 7% & materie prime coperti in EUR 8% a) corona norvegese 0.5% | b) di cui US-Banks 2.5% & US-IT 2.5% | c) di cui MSCI China 3% | d) Future Resources 4% e) materie prime coperti in EUR 6%f) immobili internazionali 7% 20 Politica d´investimento – giugno 2014 Min. 65 - Max. 35 15 95 30 - Dati di mercato Dati di mercato Le seguenti liste mostrano l'andamento dei prezzi e dei corsi (sia in valuta locale sia in franchi svizzeri) di una selezione di mercati obbligazionari, indici azionari, indici misti, tassi d'interesse e tassi di cambio per i periodi degli ultimi tre e dodici mesi. Mercati obbligazionari (Total Return) Dal Dal Dal Dal 30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF JPM Global Bond Index (USD) 0.5% 1.7% 3.3% 4.5% JPM EMU Agg. Bond Index (EUR) 0.4% 0.4% 5.5% 5.1% JPM US Gov. Bond Index 0.8% 2.3% 3.1% 3.6% JPM Japan Gov. Bond Index 0.2% 2.0% 1.2% 5.0% JPM GBI-EM Global Diversified Index 1.5% 4.2% 4.2% 6.0% Swiss Bond Index AAA-BBB Swiss Bond Index Domestic AAA-BBB Swiss Bond Index Foreign AAA-BBB 0.4% 0.4% 0.5% 0.4% 0.4% 0.5% 3.1% 3.5% 2.5% 3.1% 3.5% 2.5% Indici azionari MSCI (Total Return) MSCI World Index (USD) MSCI USA Index MSCI USA Value Index MSCI USA Growth Index MSCI Europe Index MSCI Europe Value Index MSCI Europe Growth Index MSCI Europe Small Cap Index MSCI Switzerland Index MSCI Japan Index MSCI Pacific Index (USD) Dal Dal Dal Dal 30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF 1.6% 2.9% 3.5% 4.4% 1.1% 2.7% 3.6% 4.2% 0.4% 1.9% 4.7% 5.2% 2.0% 3.5% 2.6% 3.2% 2.1% 2.6% 6.0% 6.5% 1.9% 2.5% 7.0% 7.7% 2.3% 2.6% 5.1% 5.3% 0.7% 1.3% 5.2% 5.8% 3.0% 3.0% 9.2% 9.2% 3.0% 4.9% -7.8% -4.4% 2.5% 4.2% -3.4% -0.1% Indici misti (Total Return) Pictet BVG 25 Pictet BVG 40 Pictet BVG 60 Dal Dal Dal Dal 30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF 1.1% 1.1% 4.1% 4.1% 1.5% 1.5% 4.5% 4.5% 2.1% 2.1% 5.0% 5.0% Tassi d'interesse USD 3 month Libor USD 10 year Euro 3 month Libor Germany 10 year CHF 3 month Libor CHF 10 year JPY 3 mouth Libor JPY 10 year 31.12.13 26.05.14 0.25 0.23 3.01 2.53 0.27 0.29 1.94 1.37 0.02 0.01 1.09 0.78 0.15 0.14 0.74 0.59 Variazione (punti di %) -0.02 -0.47 0.03 -0.57 -0.01 -0.31 -0.01 -0.14 31.12.13 26.05.14 1.23 1.22 0.89 0.89 0.85 0.88 1.38 1.37 105.11 101.88 Variazione (%) -0.4% 0.5% 3.7% -0.9% -3.1% Corsi di cambio CHF per EUR CHF per USD CHF per 100 JPY USD per EUR JPY per USD Altri indicie azionari (Total Return) S&P100 (large caps) S&P400 (mid caps) S&P500 S&P600 (small caps) Dow Jones Industrial Nasdaq (Price Index) Dal Dal Dal Dal 30.04.14 30.04.14 31.12.13 31.12.13 locale CHF locale CHF 0.9% 2.4% 3.0% 3.6% 1.1% 2.7% 2.5% 3.0% 1.1% 2.7% 3.7% 4.2% -0.3% 1.3% -2.0% -1.5% 0.0% 0.0% 0.0% 0.0% 0.5% 2.0% 1.2% 1.7% 1.7% 3.3% 0.2% 0.8% Dow Jones Stoxx Dow Jones Euro Stoxx 50 2.4% 2.5% 2.4% 2.5% 6.5% 6.1% 6.1% 5.7% Dax 301) FTSE-100 CAC 40 MIB 30 IBEX 35 ATX Nikkei 225 (Price Index) 3.0% 0.9% 2.3% -1.3% 2.2% -1.4% 2.1% 3.0% 2.3% 2.3% -1.3% 2.2% -1.4% 4.0% 3.6% 2.7% 7.4% 13.3% 7.8% -1.6% -10.4% 3.2% 5.1% 7.0% 12.9% 7.4% -2.0% -7.0% SMI (Price Index) SPI1) SLI1) SMIC1) VSCI2) 2.8% 2.9% 2.5% 2.8% -0.2% 2.8% 2.9% 2.5% 2.8% -0.2% 6.2% 9.4% 8.1% 6.2% 7.9% 6.2% 9.4% 8.1% 6.2% 7.9% 1) Dividend adjusted, reinvested 2) Vontobel Swiss Small Cap Index Politica d´investimento – giugno 2014 21 Per mettere in forma il vostro denaro. Consulenza agli investimenti Raiffeisen Sfruttate al meglio il vostro denaro: grazie alla nostra consulenza agli investimenti competente, equa e personale. Vi mostreremo come investire in modo ideale il vostro patrimonio e come metterlo «in forma». Fissate un appuntamento con uno dei nostri consulenti Denaro in forma. Ora, presso la vostra Banca Raiffeisen. www.raiffeisen.ch/denaroinforma Con noi per nuovi orizzonti 007414_Panorama_221x276_Fitgeld.indd 3 04.02.14 12:34 Il presente opuscolo ha scopo puramente informativo e non costituisce né un’offerta né un invito alla presentazione di un’offerta, né una raccomandazione di acquisto o di vendita di prodotti finanziari; inoltre, esso non esonera il destinatario dalla valutazione in base al proprio giudizio. L’opuscolo non rappresenta né un annuncio di quotazione né un prospetto di emissione ai sensi dell’art. 652a o dell’art. 1156 CO. A causa delle restrizioni legali in singoli Paesi, tali informazioni non sono rivolte alle persone la cui nazionalità o il cui domicilio si trova in un Paese in cui l’autorizzazione dei prodotti descritti nel presente opuscolo è soggetta a limitazioni. L’opuscolo non ha lo scopo di offrire all’investitore una consulenza in materia d’investimento e non deve essere inteso quale supporto per le decisioni d’investimento. Gli investimenti nei prodotti descritti nel presente documento possono essere effettuati soltanto dopo aver verificato, eventualmente con l’ausilio di un consulente, le informazioni in particolare riguardo alla compatibilità con i propri rapporti e alle conseguenze giuridiche, normative e fiscali e/o dopo aver analizzato gli attuali prospetti di vendita. Gli acquisti e le vendite devono essere effettuati soltanto sulla base degli attuali prospetti di vendita o regolamenti e di un eventuale rapporto di gestione (o di un rapporto semestrale nel caso sia più attuale). Inoltre, solo chi è al corrente dei rischi del prodotto che sta per acquistare e ha i mezzi economici per sostenere le eventuali perdite, può effettuare una simile operazione. L’opuscolo «Rischi particolari nel commercio con valori mobiliari» fornisce informazioni standar-dizzate sui rischi di prodotti finanziari. Tutti i documenti citati possono essere richiesti a Raiffeisen Svizzera, Raiffeisenplatz, 9001 San Gallo. I corsi dei prodotti menzionati nel presente opuscolo possono subire rialzi o ribassi. La performance positiva conseguita nel passato da singoli prodotti non costituisce una garanzia per un’evoluzione positiva nel futuro. Il presente opuscolo non può essere copiato o pubblicato né integralmente né parzialmente senza previa autorizzazione scritta di Raiffeisen. L’opuscolo è stato allestito in collaborazione da Vontobel e Raiffeisen e non è il risultato di un’analisi finan-ziaria. Le «Direttive sulla garanzia dell’indipendenza delle analisi finanziarie» dell’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) non trovano pertanto applicazione in questo opuscolo. Le opinioni espresse nel presente documento sono quelle di Raiffeisen o Vontobel Asset Management SA al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Sebbene sia Vontobel che Raiffeisen ritengano che i dati qui presentati provengano da fonti affidabili, esse non si assumono alcuna responsabilità relativamente a qualità, correttezza, attualità o completezza delle informazioni contenute nel presente opuscolo. Vontobel e Raiffeisen non si assumono alcuna responsabilità per eventuali perdite o danni (diretti, indiretti e consecutivi), causati dalla distribuzione del presente opuscolo o dal suo contenuto oppure legati alla distribuzione di tale opuscolo. 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